Il primo capitano. Francesco Calì e la Nazionale

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AntipodeSport

Collana diretta da Giuseppe Bagnati

1 IL PRIMO CAPITANO


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Giuseppe Bagnati Gaetano Sconzo

Il primo capitano Francesco CalĂŹ e la Nazionale

Premessa di Fabio Cannavaro Prefazione di Matteo Collura


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Giuseppe Bagnati è nato a Palermo il 18 luglio 1950. Giornalista, ha lavorato al Giornale di Sicilia, a Telegiornale di Sicilia, a Il Mattino. E' stato vicecaporedattore della redazione romana de La Gazzetta dello Sport. Ha scritto due libri con Vito Maggio e Vincenzo Prestigiacomo: “Il Palermo, una storia di cento anni” e “Il Palermo racconta. Storie confessioni e leggende rosanero". Gaetano Sconzo è nato a Palermo il 22 aprile 1938. Giornalista, ha lavorato per ‘Telestar’, La Gazzetta del Popolo, Il Giornale di Calabria e L’Ora . E' stato allenatore di calcio, arbitro e commissario di pallanuoto, due volte campione siciliano di cicloamatori. Nel giornalismo, ha vinto i premi Nicolosi-Bentivoglio a Bologna, ‘Mascali’; e Aci e Galatea ad Acireale. Ha scritto un Almanacco del Calcio,‘Nuoto’,‘Orazio Siino, una vita per lo sport’,‘Bronte 1943’.

Immagine di copertina: La prima nazionale italiana. Da sinistra in alto e in senso orario: De Simoni, Varisco, Calì, Fossati, Lana, Debernardi, Rizzi, Boiocchi, Cevenini, Trerè, Capello. Le immagini di questo libro provengono dall'archivio di Giuseppe Bagnati, tranne quelle indicate diversamente. Casa Editrice Antipodes Via Toscana, 2 90144 Palermo www.antipodes.it info@antipodes.it ISBN: 978-88-96926-00-0


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Nel 1910 accadeva che... Le pubblicità riportate in questo libro sono datate 1910. È un anno importante per l’economia e la cultura in Italia. Nel 1909 Tommaso Marinetti aveva fondato il movimento del futurismo, che esaltava la guerra come “la sola e unica igiene del mondo” e che in Italia si diffonderà soprattutto col Manifesto dei pittori futuristi del 10 febbraio 1910. In Italia l’analfabetismo tocca il 48,6 per cento (16 milioni di abitanti), mentre 10 milioni hanno soltanto la 1 o 2 elementare. Crescono i consumi e le importazioni. Nel 1911, secondo le stime dell’epoca, ci sono 1500 milionari, quasi tutti concentrati al nord: nella sola Lombardia sono 450. E nello stesso anno cresce il consumo della carne, tanto da importarne anche dall’estero. Ma tirano anche le esportazioni soprattutto di prodotti agricoli: nel 1910 si esportano 200 mila quintali di formaggio, 5 milioni e mezzo di frutta e verdura. due milioni di ettolitri di vino. La produzione agricola nel 1910 è di 7 miliardi. Nel 1911 la dichiarazione di guerra alla Turchia per il possesso della Libia, che anticiperà in qualche modo la prima guerra mondiale. In Sicilia nel 1910 si cerca di trovare una sistemazione adeguata dei profughi superstiti dopo il terremoto di Messina del 1908. Il misterioso passaggio della cometa di Halley, allora semisconosciuta, terrorizza siciliani, anche perchè fiorirono le immancabili favole del ‘prossimo terremoto devastante’, della ‘prossima inondazione’, della ‘prossima fine del mondo’. Da registrare una micidiale invasione di cavallette nella zona di Terrasini, nel Palermitano, con conseguente distruzione dei prodotti che vi si coltivavano. C’è anche un’eruzione dell’Etna , che apre nuovi crateri a quota 2.500 metri e crea il monte Recupero. In quell’anno, le Ferrovie realizzano il collegamento marittimo fra Palermo e Napoli, con la nave ‘Città di Catania’ con moderni motori a turbina e con la particolare caratteristica di tre fumaioli. 12


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Il Teatro Massimo di Palermo ospita i Reali in una serata in cui le rappresentanti della nobiltà cittadina sfoggiano abiti che si adeguano alla inedita moda che prevedeva una gonna diritta, aderente, a vita alta. A Mondello si svolge una applauditissima manifestazione aereonatica. A Paternò, il signor Renna, quando scopre che la moglie Angela ha partorito quattro gemelli (Vittorio, Salvatore, Francesco e Liberata), commenta: “E uora chi cci dugnu a manciari?”. La Sicilia della medicina registra tre momenti importanti: la scoperta di una cura “che presto porterà a debellare il cancro dell’uomo” (come scrive il periodico Il Policlinico ) da parte del dottore Gaetano Fichera (Catania 1880-Milazzo 1937), che fu tra i fondatori del Cagliari, il primo innesto corneale da parte del chirurgo oculista Giuseppe Cirincione (Bagheria 1863-Roma 1929) ed il secondo intervento al cuore in Italia da parte del chirurgo Gaetano Parlavecchio (Montalbano d’Elicona 1866-Palermo 1933).

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DA RIPOSTO A GENOVA VIA ZURIGO EMIGRATI PER COLPA DEI PIRATI Tutto comincia per colpa dei pirati. Il mare nella storia di Francesco Calì, nato a Riposto il 16 agosto 1882, avrà un ruolo decisivo: per un capitano non poteva essere diversamente. La casa in cui è nato a Riposto era prospiciente la località spiaggia delle botti, così chiamata perchè da lì veniva imbarcato il vino. Il suo bisnonno Bruno gestisce, infatti, una fabbrica di botti. Il nonno Francesco è benestante; commercia in vini, quando ancora Riposto è borgata della Contea di Mascali e può vantarsi della istituzione nel 1820 della Scuola Nautica che sfornava ufficiali di marina prima velica e poi a vapore, quindi della realizzazione del porto nel 1840. Il padre Bruno, quando il 17 aprile 1841 il centro ottiene l’autonomia amministrativa, si specializza nei commerci marittimi. Ma i Calì, col passare degli anni, registrano un preoccupante tracollo finanziario - anche provocato dal sequestro di sei velieri da parte di pirati - per cui Bruno Calì junior nel 1884, quando il piccolo Franz ha appena due anni, decide, suo malgrado, di fare il grave quanto doloroso passo della emigrazione. Grave per gli inevitabili disagi, doloroso come sono tutti gli addii alla terra di origine. Destinazione la terra promessa dell’epoca, la Svizzera, per provare ad impiantarvi un commercio di vini e di botti. A Zurigo il giovane Francesco è presto attratto dal miraggio del gioco del calcio. Inizia l’attività nel Football Club Zurich nel 1895, dove militerà anche il fratello Salvatore come jolly di centrocampo. Quindi dal 1897 al 1899 Francesco gioca da ala destra nel Fortuna Fbc e l’anno dopo nel prestigioso Ginevra. E qui cominciano a chiamarlo Franz, un nome alternativo che gli rimarrà a lungo e che farà sorgere l’equivoco del Calì nato in Svizzera. Siamo all’alba del calcio svizzero: la Association Suisse de Foot14


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La spiaggia delle botti a Riposto (in alto) alla fine del 1800. In quella zona c’era la casa in cui è nato CalĂŹ. In basso: una cartolina dei primi del 900 che ritrae via Messina e la chiesa della Lettera a Riposto con le botti pronte ad essere imbarcate. (Foto Davide Sturiale)

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ball viene creata nel 1895, ed era stata promossa dal Sankt Gallen Fussball Club (1879), primo club elvetico di tutti i tempi. Una federazione calcistica, quella svizzera, che non a caso nel 1904 fu uno dei sette membri fondatori della Fifa, Federation International Football Associations, ospitandola. La sede dell’Uefa, Unione Europea Football Association, oggi è a Nyon, in Svizzera. Il calcio diviene presto un motivo di vita per questo ragazzo che porta nel Dna l’odore delle alghe, lo scrosciare del mare della riviera e del porticciolo di Riposto, ma che inevitabilmente non ricorda nulla del paese natìo. Della cittadina di origine, che era sorta su un borgo originariamente voluto dalla fusione fra le tre comunità dei coloni, dei pescatori e dei boscaioli-costruttori; delle traversie subite dai progenitori; dei commerci marittimi Franz Calì sente soltanto narrare il padre. Dicono gli eredi genovesi che il giovane Francesco viene attratto da un particolare storico di non poco conto: durante l’invasione di Giuseppe Garibaldi e dei suoi Mille, cinque imbarcazioni di Riposto furono caricate di camicie rosse, per aggirare il Messinese opportunamente blindato dalle truppe borboniche, quindi scaricare uomini, armi e mezzi in Calabria. Una beffa che le truppe napoletane incassano, quasi inebetite.Nel 1900 la svolta. Papà Bruno si lascia affascinare da una prospettiva accattivante: quella di realizzare a Genova una testa di ponte per i commerci marittimi con la Sicilia, nonchè per la vendita dei pregiati vini di Riposto. Detto fatto: la famiglia Calì raggiunge la città della Lanterna, insediandovisi e subito iniziando l’attività per la quale aveva sbaraccato da Zurigo. Il giovane Franz (che si trasformerà strada facendo in terzino) ed il fratello Salvatore (che diventerà portiere) non trovano di meglio che presentarsi nella sede del Genoa, a Campetto, per ‘provare’ in maglia biancoblu (erano questi i colori sociali, dopo la casacca bianca iniziale). I fratelli incantano i dirigenti, ma principalmente Franz lascia a bocca aperta il clan genoano che, battezzatolo ‘lo svizzero’, non esita a tesserare entrambi i Calì, subito utilizzandoli nelle partite ufficiali. 17


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L'arrivo del primo Giro d'Italia del 1909, vinto da Luigi Ganna, all'Arena di Milano in una copertina della Domenica del Corriere di Achille Beltrame. L'anno dopo, nello stesso stadio, la prima partita della Nazionale. L'ultima partita di calcio disputata all'Arena è stata Inter- Olympique Lione (7-0, coppa delle Fiere) il 10 dicembre 1958.

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esordirà in azzurro 62 anni dopo, il 13 maggio del 1972 a Bruxelles nello stadio Heysel, diventato tristemente famoso per la strage dei tifosi juventini nella finale di coppa Campioni contro il Liverpool il 29 maggio del 1985. Fabio Capello, quel giorno, è entrato ad inizio della ripresa sostituendo Bertini, nella partita dei quarti di finale del campionato europeo, persa dall’Italia contro il Belgio (2-1). Domenico Capello giocherà in Nazionale soltanto le prime due partite, proprio come Calì. Ma c’è anche “l’altro calcio”. Nei giorni precedenti la partita di Milano, a Palermo, il 13 e 14 maggio, si svolge un torneo a cinque squadre (Palermo, Audax Palermo, Naples, Società Podistica Lazio e Messina). Vince il Palermo che supera in finale la Lazio. La Gazzetta dello Sport presenta Italia-Francia in prima pagina venerdì 13 maggio. L’apertura è dedicata alla seconda edizione del Giro d’Italia, che prenderà il via il 18, la Nazionale ha un titolo di spalla:

- I grandi matches di football La squadra nazionale d’Italia contro La squadra nazionale di Francia

Poi le foto degli undici italiani, ciascuno in un tondino, l’articolo e a piede di pagina la foto della nazionale francese. L’articolo inizia così: <Eccoci alla grande giornata: Domenica all’Arena che fu il teatro dei più grandi avvenimenti calcistici che si siano avuti nel nostro Paese, l’Italia consacrerà la sua entrata nelle competizioni Internazionali col primo grande incontro ufficiale Italo-Francese> 43


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Ed ecco il pronostico, che in realtà è un augurio. Gli sportsmen italiani, così la Gazzetta chiama i tifosi, <aspettano con trepidazione questo incontro augurandosi che l’Italia possa confermarsi con una buona vittoria> Prudenza e speranza caratterizzano il resto dell’articolo: è la prima volta che l’Italia scende in campo contro una: <nazione straniera rotta alle grandi competizioni internazionali>, <sarebbe forse troppo pretendere un successo....ma la nostra nazione ultima venuta nello sport del foot-ball, non è da meno delle altre consorelle> Infine, dopo un saluto ai francesi e l’augurio che ci sia bel tempo, la notizia: tifosi di altre città <arriveranno in folla a Milano> Il Corriere della Sera, nell’edizione del 15 maggio, giorno dell’incontro , ne dà notizia a pagina 4 sotto la testatina Corriere sportivo . Il titolo è :

Football Italia contro Francia L’incontro delle due nazionali a Milano

Nell’articolo anche il Corriere non si sbilancia in previsioni: <Chi vincerà oggi? Diciamo subito che ogni pronostico si presenta arrischiato, ma constatiamo che questa volta non è il caso di escludere a priori una vittoria italiana>

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La pagina dello Sport illustrato e la guerra del luglio 1916 dedicata a Virgilio Fossati, caduto nella prima guerra mondiale. Tenente di fanteria della Brigata Cuneo. Fossati, centrocampista e primo capitano dell'Inter con cui vincerà lo scudetto del 1910, ha giocato le prime due partite della Nazionale con Calì. Nella trasferta a Budapest sarà costretto a giocare con le scarpe da passeggio perchè aveva smarrito quelle di gioco. Saranno dodici le presenze con l'Italia anche con Calì commissario tecnico.

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un difensore francese) che fissa il risultato sul 6-2. La Gazzetta dello Sport a pagina 5 dell’edizione del 16 maggio fornisce un ampio resoconto dell’avvenimento.

Francesco Calì con la maglia dell'Andrea Doria in una fotocartolina edita dallo stesso calciatore. (Archivio Sconzo)

Titolando così in apertura di pagina:

- I grandi matches di football La squadra nazionale italiana batte la francese con 6 a 2 Il passo dell’uscio

Il servizio è articolato in tre parti: un commento iniziale in corsivo, poi a seguire la cronaca della partita sotto il titoletto IL MATCH e infine le fasi più importanti minuto per minuto, in cui non veniva segnalato il minuto di gioco ma l’orario (titoletto: Il match cronometrato), manca però il tabellino della partita. Il Corriere della Sera invece riporta il servizio a pagina 4 con un titolo medio alto, sotto la cronaca di corse al trotto.

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Un'immagine di via Archimede a Riposto dove ha vissuto la famiglia Calì ed in alto la targa della via di Riposto dedicata a Calì. (Foto Sconzo)

vanti nelle giovanili della Sampdoria; ma due gravi infortuni ad entrambi i ginocchi, il diploma e la possibilità di un immediato imbarco... già a diciannove anni lo spingono verso altri lidi. “...e quanti lidi! Posso vantarmi che, per lavoro, ho visitato ventuno volte New York ed ho messo piede in quarantacinque stati differenti...”, dice sorridendo l’interessato. A Riposto la spiaggia delle botti, dove si trovava la casa di Calì, non c’è più. La zona è stata urbanizzata e piazza del Commercio corrisponde all’ex tratto di spiaggia. Le botti, allora, venivano riempite sulla spiaggia e, in mancanza di un porto, restavano in attesa che le navi mercantili giungessero in rada, gettandovi le ancore. A quel punto, le botti venivano legate con cappi di nodose corde e trascinate da un pontone a remi sin sotto la chiglia delle navi. Quindi, imbracate in grosse reti, erano issate a bordo con potenti argani e da lì depositate nelle stive. La famiglia di Calì ha poi vissuto in via Archimede.

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La paternità anagrafica di Francesco Calì aveva fatto sorgere un contenzioso tra Giarre e Riposto, che rivendicavano entrambe di aver dato i natali al primo capitano della Nazionale. Probabilmente tutto era nato dal fatto che Giarre e Riposto erano state unificate in unica cittadina, Jonia, durante il fascismo. Durò soltanto dal 1939 (data del Regio Decreto) al 1942, quando le polemiche sorte tra i due comuni consigliarono di tornare alle origini: Riposto e Giarre ripresero il loro posto nella carta geografica. Giarre accampava la contemporanea nascita di un Francesco Calì a San Giovanni Montebello, morto a Roma in altra data e mai entrato in un campo di calcio. Riposto ribatteva: il capitano della Nazionale è nato qui, anche se tracce all’ufficio dell’anagrafe del comune non sono state trovate. Ma hanno prevalso testimonanianze di eredi e discendenti. Quando Francesco Calì muore nel 1949, la Federcalcio di allora non invia né una corona né un telegramma alla famiglia. Sessantanni dopo, Sandro Morgana, presidente del comitato siciliano della Federcalcio, il 15 maggio 2009, si fa promotore di una manifestazione che apre l’anno del centenario della prima partita della Nazionale. A Riposto, accolto dal sindaco Spitaleri, il presidente della Figc Giancarlo Abete porta in Sicilia la Coppa del Mondo e rende omaggio a Francesco Calì, primo capitano.

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Due momenti della cerimonia del 15 maggio 2009 a Riposto che ha aperto il Centenario della Nazionale di calcio. In alto: l'ex azzurro Pietro Anastasi che parla al microfono. Lo affiancano da sinistra il Sindaco Carmelo Spitaleri, il presidente regionale della Figc Sandro Morgana e l'assessore provinciale Pippo Pagano. In basso Giancarlo Abete consegna al sindaco Spitaleri la maglia azzurra col numero 3 con la scritta CalĂŹ. Sulla destra Sandro Morgana. (foto Davide Sturiale)

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