Ricerche nella Catacomba di Villagrazia di Carini

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Quaderni Digitali di Archeologia Postclassica diretti da Rosa Maria Carra

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Ricerche nella Catacomba di Villagrazia di Carini

a cura di Emma Vitale

Palermo 2018


Dipartimento Culture e Società - Università degli studi di Palermo Quaderni Digitali di Archeologia Postclassica diretti da Rosa Maria Carra Volume realizzato con il contributo dei fondi dell’Università degli Studi di Palermo

Gli apparati iconografici - ove non diversamente specificato - sono dell’Archivio della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra - Ispettorato per le Catacombe della Sicilia Occidentale Comitato Scientifico: Fabrizio Bisconti Carlo Ebanista Vincenzo Fiocchi Nicolai Chiara Maria Lambert Rossana Martorelli Danilo Mazzoleni Philippe Pergola Giuseppe Roma Marcello Rotili

COLLANA CON REFEREE

In copertina: Particolare della gigantografia della lunetta col “sacrificio di Isacco” In quarta di copertina: Cubicolo X10: le formae davanti agli arcosoli dipinti; brocchetta trilobata dalla tomba IXA2a Copyright © 2018 - Tutti i diritti sono riservati per tutti i Paesi Antipodes s.a.s. via Toscana 2 90144 Palermo www.antipodes.it E mail: info@antipodes.it

ISBN 978-88-99751-27-2

Ricerche nella Catacomba di Villagrazia di Carini, (E. Vitale a cura di), Antipodes, Palermo 2018.


INDICE

Premessa di Rosa Maria Bonacasa Carra

Nuovi dati dall’esplorazione della galleria IX di Giuseppina Schirò

Caratterizzazione dei sistemi di chiusura delle sepolture nella catacomba di Villagrazia di Carini di Marco Correra

L’architettura nascosta. Un progetto per la fruizione delle catacombe di Villagrazia di Carini. di Francesco Scirè e Marta Marescalchi

7 15 91

151

5


6

catacomba di villagrazia di carini

progetto di massima Arch. F. Scirè

progetto esecutivo Ing. S. Serio

X.15

P15

X

Fig. 1. Il crollo della volta nel cubicolo X13.

3

N

catacomba di villagrazia di carini

X.13

P8

P16

XI

progetto di consolidamento del cubicolo X.13

PUNTELLAMENTI

2016

P19

0 0.5

1

1.5

2

2.5m

CROLLO PARZIALE DELLA VOLTA

VOLTA CROLLATA (struttura a cielo aperto)

Nel 2016, si è verificato il definitivo crollo della volta del cubicolo X.13, creando una voragine di circa 3.5m. Ad oggi la struttura si trova totalmente a cielo aperto; il cedimento totale della volta ha causato un ulteriore assottigliamento delle strutture immediatamente limitrofe.

definitivo crollo della volta del cubicolo X.13

P17

E' stato immediatamente puntellato l'ingresso e l'arcosolio a sud del cubicolo X.13, il cubicolo X.15 e la sottile parete che divide il suddetto ambiente dal cubicolo X.13. Nel sopra terra veniva posta una recinzione per delimitare la zona a rischio crolli. Essa ricade in proprietĂ Chiarelli

puntellamento

2015

stato di fatto

Rosa Maria Bonacasa Carra


Premessa

Premessa di Rosa Maria Bonacasa Carra

Il Quaderno Digitale di Archeologia Postclassica nr. 9 è dedicato esclusivamente a ricerche condotte nella catacomba di Villagrazia di Carini fino al 2015. Giuseppina Schirò esordisce presentando i risultati di alcuni saggi di approfondimento effettuati negli anni 2008-2011 nella Galleria IX, fino a raggiungere l’originario piano pavimentale che non era stato possibile intercettare con le prime campagne di scavo del 2000-2001 (Carra et alii 2007). Nonostante la presenza di un fronte di cava moderno, che ha irrimediabilmente provocato cedimenti delle strutture che oggi ostruiscono l’estremità ovest della galleria, i risultati raggiunti con l’analisi strutturale di 36 sepolture, realizzate sulle pareti e sul piano pavimentale, sono stati di estremo interesse per ricostruire le dinamiche di frequentazione della G IX e per i confronti con i cubicoli di altri settori della catacomba di recente editi (Cipriano 2014, Vitale 2014, Vitale 2017). La galleria IX si estende in pendenza verso Ovest nella direzione opposta alla GVIII, ma presenta una larghezza minore pari a 5 piedi romani; non si aprono cubicoli lungo il tracciato finora esplorato che dimostra una cura attenta alla progettazione per lo sfruttamento razionale ed ordinato degli spazi. Tra le 19 tombe a parete, ricavate su due livelli e che sono state ricondotte alla fase iniziale, spicca l’arcosolio monumentale A14, originariamente bisomo, la cui struttura è risultata compatibile con il modulo M” nel rapporto di 1:1:1 in quanto sviluppa anche una altezza pari a 5 piedi romani (Carra 2016). L’unico arcosolio con decorazione dipinta, purtroppo molto rovinata, è il monosomo per adulto IXA17. Nell’intradosso si sviluppava il motivo del soffitto a lacunari marginato da una larga fascia rossa con filettatura nera, meglio conservata lungo la curva della lunetta. Ciascun lacunare, definito da una sottile linea, accoglieva al centro una rosellina rossa sbocciata, semplificata nella resa, come in altri esempi noti nell’ipogeo romano di via Latina. Il tema floreale, uno dei più diffusi nei contesti funerari tardoantichi, mirava a rappresentare il mondo ultraterreno nelle sembianze di un rigoglioso giardino e si rifaceva ad una solida tradizione figurativa, che si è rivelata trasversale alle diverse fedi religiose, in quanto facilmente condivisibile da tutti attraverso gli opportuni adeguamenti di significato. Questa profusione di fiori esprimeva con immediatezza il concetto della felicità eterna e l’atmosfera gioiosa che distinguono l’aldilà nell’immaginario collettivo; e lo sfondo neutro su cui tali motivi si disponevano contribuiva ad astrarli dalla realtà terrena per trasporli su un piano simbolico ed augurale; la loro versatilità di impiego ne permetteva una facile reiterazione che assumeva anche una funzione ornamentale (Carra, Cipriano 2016). Un dato significativo che accomuna la G IX al suo prolungamento in direzione est, ossia alla G VIII, è aver potuto riconscere in essa l’ultima fase di uso del cimitero con l’occupazione intensiva del piano pavimentale mediante formae, alcune delle quali conservano ancora intatta l’originaria copertura rivestita di

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Fig. 2. Il cantiere per il ripristino della volta del cubicolo X13

Rosa Maria Bonacasa Carra

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Premessa

intonaco bianco; in soli tre casi (IX f5, f6, f9) sono state intercettate le rispettive iscrizioni incise sull’intonaco ancora fresco, due molto lacunose sono in greco e la terza, in latino, reca l’epitaffio di Erma, un individuo di circa 52 anni che pare avesse condotto una vita consacrata, ivi deposto, un martedi 1 novembre dopo che la luna aveva raggiunto la XII posizione. La datazione all’anno 651 scaturita dalla consultazione del calendario perpetuo incrociata col calendario lunare, risulta del tutto coerente con i dati stratigrafici e la cronologia dei materiali della GIX, che si segue fino all’VIII secolo, ma anche con la cronotassi episcopale della ecclesia carinensis: il vescovo Costantino di Carini partecipò al secondo concilio di Nicea, convocato nel 787 su richiesta del Papa Adriano I (Falzone 2014, Falzone c.s.). Le nostre ricerche così soddisfacenti nei risultati ci inducono a riflettere su quanto gli studi sulla catacomba di Villagrazia e i relativi approfondimenti che andiamo maturando negli anni possano ancora contribuire alla ricostruzione della storia di Carini e del suo territorio.

Marco Correra, nel secondo saggio, riassume i risultati di una approfondita analisi condotta sulle tipologie di chiusura delle tombe che si sono conservate nei settori della catacomba riportati finora in luce. Lo studio riguarda non solo le coperture integre, ma anche le altre che, se violate, comunque presentano resti della chiusura originaria tali da poter essere inserite in una delle 16 differenti tipologie o nelle due varianti tipologiche riconosciute. Infatti la classificazione in tipi e varianti ha favorito un’agile catalogazione di tutte le coperture rinvenute che è stato possibile anche mettere a confronto con le coperture di altri contesti funerari, siciliani, della Sardegna e del nord Africa. L’analisi incrociata dei dati archeologici derivanti dallo scavo, con l’analisi strutturale degli ambienti funerari e con le iconografie degli affreschi, ha portato al riconoscimento di un’interessante seriazione crono-tipologica dei sistemi di chiusura tombali carinensi, ivi comprese le sepolture definite “a semicupa”, che compaiono negli spazi della catacomba non prima della fine del V-inizi VI secolo e rappresentano un’ulteriore conferma dell’uso prolungato di questo cimitero.

Francesco Scirè e Marta Marescalchi, infine, illustrano il progetto stilato per la fruizione dei settori ad oggi più rappresentativi del monumento. Il 25 maggio 2015, alla presenza di S.E.Rev.Mons. Giovanni Carrù, Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, di S.E.Rev. Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, del Sig. Sindaco di Carini e di numerosi rappresentanti dei docenti e degli allievi dell’Università di Palermo e di esponenti della cultura siciliana è stata inaugurata l’apertura al pubblico della catacomba. Per la gestione delle visite guidate la PCAS ha stipulato una convenzione con la cooperativa di giovani archeologi ArcheOfficina, che si è distinta in questi tre anni per l’impegno e la disponibilità con cui ha saputo assecondare le richieste dei visitatori.

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catacomba di villagrazia di carini

0.5

1

1.5

2

P15

2

progetto esecutivo Ing. S. Serio

2.5m

progetto di massima Arch. F. Scirè

0

X.15

X.13

XI

1

3

- travi in ferro

4

Fig. 3. Il progetto per il ripristino della volta del cubicolo X13

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N

muro di confine sopraterra Mandarano

- pilastri in ferro

P19

P17

progetto di consolidamento del cubicolo X.13

1234 tronco di piramide in acciaio per ricolmo voragine volta

catacomba di villagrazia di carini

I pilastri 1 e 3 ricadono direttamente nel banco di roccia risparmiato dalle tombe pavimentali. I pilastri 2 e 4 ricadono all'interno di due tombe pavimentali preventivamente scavate.

La voragine di circa 4m x 4m verrĂ ricoperta per mezzo di una struttura in acciaio terminante con un tronco piramidale. Una piccola struttura sempre di forma piramidale uscirĂ dal fuori terra per consentire l'areazione del cubicolo X.13. L'intera area nel sopraterra verrĂ recintata con un muretto in pietrame informe di altezza 1 m con piccolo cancello di ingresso per ispezionare l'area e il lucernaio.

copertura della volta

progetto

Rosa Maria Bonacasa Carra


Premessa

Purtroppo nell’interessante percorso di visita non abbiamo ancora potuto inserire il monumentale cubicolo X13 con l’annesso cubicolo architettonico X13a, a causa del cedimento della volta e del pilastro che la reggeva, avvenuto nel febbraio 2015 per ragioni imputabili alle avverse condizioni atmosferiche (Fig. 1). A seguito del sopralluogo effettuato dal Prof. Fabrizio Bisconti, sovraintendente per le catacombe, la PCAS ha finanziato i lavori di sgombero del cubicolo che si sono conclusi nel maggio 2016 (Fig. 2). È stato quindi possibile incaricare l’ingegnere strutturista dott. F. Serio, coadiuvato dall’ arch. F. Scirè, di redigere il progetto per la messa in sicurezza del cubicolo e dei settori adiacenti - il cubicolo X15 e la galleria XI -, progetto che ha avuto l’approvazione della PCAS (Fig. 3). La Ditta Rizzo Antonino e C. s.a.s. di San Giuseppe Jato, incaricata dell’esecuzione dei lavori, ha dovuto seguire un lungo e tormetato iter che si è concluso il 19 maggio 2017 con il posizionamento di una struttura “a piramide” in acciaio in sostituzione della volta crollata (Figg.4-6). Ma mancano ancora alcuni interventi di dettaglio per definire la totale messa in sicurezza dei settori interessati dal disastro e poterli finalmente rendere fruibili. Posso comunque affermare con orgoglio, che grazie all’impegno di tutti quanti a vario titolo siamo stati coinvolti in questa imprevista e faticosa impresa, la catacomba di Villagrazia di Carini continua a mantenere degnamente il posto di rilievo che si è guadagnata in questi anni tra i cimiteri paleocristiani della Sicilia.

Fig. 4. I lavori nel cubicolo X13

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Rosa Maria Bonacasa Carra

Fig. 5a. I pilastri e la nuova copertura del cubicolo X13

Fig. 5b. I pilastri a sostegno della nuova copertura del cubicolo X13

Fig. 6. La copertura del lucernario nel sopraterra

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Premessa

Abbreviazioni bibliografiche

Carra 2016

Carra, Cipriano 2016

Carra et alii 2007

Cipriano 2014

Falzone 2014

Falzone c.s.

Vitale 2014

Bonacasa Carra R. M., “La catacomba di Villagrazia di Carini. Alcune ipotesi sulla ripartizione degli spazi funerari esclusivi”, in Mare Internum 6, 2014 [2016], pp. 79 -94.

Bonacasa Carra R.M., Cipriano G., “La decorazione pittorica nella catacomba di Villagrazia di Carini nel contesto della cultura figurativa costantiniana di area mediterranea”, in Costantino e i Costantinidi, l’innovazione costantiniana, le sue radici e i suoi sviluppi, Acta XVI Congressus Internationalis Archaeologiae Christianae (Roma 2228.9.2013), a cura di O.Brandt, V. Fiocchi Nicolai, Città del Vaticano 2016, I, pp. 1011-1034.

Bonacasa Carra R. M., Cavallaro N., Cipriano G., Falzone G., Morfino D., Vitale E., “La catacomba di Villagrazia di Carini e il problema della ecclesia carinensis. I risultati delle recenti esplorazioni”, in Atti IX Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Agrigento 20-25 novembre 2004), Palermo, 2007, II, pp.1836-1923. Cipriano G., La Catacomba di Villagrazia di Carini. Il cubicolo X15. Un esempio di spazio sepolcrale privato. Lo scavo, la struttura, il dato epigrafico, i materiali, QDAP 2, Palermo 2014.

Falzone G., “Epigrafi greche e latine dalla catacomba di Villagrazia di Carini (Pa)”, in G. Falzone, Tre note di epigrafia cristiana in Sicilia, QDAP 6, 2014, pp. 49-84.

Falzone G., “La menzione della luna nelle iscrizioni funerarie dei cristiani d’Occidente: addenda et corrigenda”, in Studi in memoria di Fabiola Ardizzone.1 (a cura di R.M. Bonacasa Carra, E. Vitale), QDAP 10 c.s.

Vitale E., Catacomba di Villagrazia di Carini. Il cubicolo X20. Ricerche 2008-2013, QDAP 5, Palermo 2014.

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Rosa Maria Bonacasa Carra

Vitale 2017

Vitale E., “Catacomba di Villagrazia di Carini. La galleria XII: indagini archeologiche e problemi della conservazione”, in Ricerche di Archeologia Cristiana e Bizantina nella Sicilia occidentale (a cura di Emma Vitale), QDAP 7, 2017, pp. 11-62.

Prof. Rosa Maria Carra, già Ordinario di Archeologia Cristiana, Università degli Studi di Palermo Ispettore per le Catacombe della Sicilia Occidentale, Pontificia Commissione di Archeologia Sacra

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Nuovi dati dall’esplorazione della galleria IX

Giuseppina Schiro’*

Dottore di Ricerca, Università degli Studi di Palermo. Docente di ruolo nella Scuola Media Superiore

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Nuovi dati dall’esplorazione della galleria IX

ABSTRACT

KEYWORDS: Villagrazia di Carini, Christian catacomb, gallery IX, archaeological investigation, structural date, burial inscriptions The gallery IX extends for about 10 mt to East-West, perpendicular of the gallery X mainstay of the catacomb system. There are 37 different kinds of tombs: arcosolia and niches both for adults and for children, tombs “a mensa” and finally formae. The archaeological investigations and the structural date indicate that the gallery is the result of two different phases of development (IVa-IVb). In the first phase the exploitation of the sepulchral space concerned the higher level of the walls with arcosolia, loculi and tombs “a mensa” both for adults and for children. The arcosolium IXA17 is frescoed with small roses and leaves (IV century). After the lowest level of the walls have been exploiting with other arcosolia and niches surmounting tombs made on the floor. Finally the floor is entirely occupied by formae, some of them with burial inscriptions in Greek and Latin on the plaster as the unique example in Latin (IXf6) that uses the lunar cycle as dating system (VII century).

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Fig. 1. Pianta della G IX. In rosso i punti dove è stato rintracciato il piano di roccia, rispettivamente alla quota di m +0,13 a Nord e alla quota di m +0,11 a Sud

Giuseppina Schirò

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Nuovi dati dall’esplorazione della galleria IX

La galleria IX è stata oggetto di indagini fin dalla prima campagna di scavo nel 2000-20011, contestualmente agli interventi di rimozione dei massicci interri di origine alluvionale che occludevano la direttrice X fin quasi alla volta. L’ingresso al nostro ambulacro si apre infatti sul fianco occidentale di quest’ultima, perpendicolarmente ad essa e in direzione opposta al corridoio VIII (Fig. 1). Al momento della prima esplorazione un consistente riempimento alluvionale infiltratosi dal lucernario P6, alto fino a circa 0,60 m dal soffitto, impediva l’accesso analogamente a quanto registrato nelle vicine gallerie VII, VIII2. Con le campagne di scavo condotte in modo regolare dal 2008 al 2011, dopo alcuni periodi di sospensione3, si è conclusa l’indagine stratigrafica nella galleria, ad esclusione però dell’estremità occidentale che rimane ad oggi ingombra a causa del massiccio scarico di terra e di grossi massi scivolati dal piano di campagna attraverso il taglio di una cava moderna, segnato in pianta con P124 (Fig. 2). Tale intervento post antico, che ha modificato la configurazione primitiva di questo tratto di galleria, ha di fatto bloccato l’attività di ricerca sia in profondità che in estensione (Fig. 3). Per quanto riguarda invece l’ampio tratto della GIX rimesso in luce è stato possibile verificare l’intensivo sfruttamento a scopo sepolcrale sia delle pareti, dove si distribuiscono su più livelli tombe di diversa tipologia, che del piano di calpestio invaso da formae per quasi tutta la sua ampiezza. I dati di scavo ed alcune informazioni preliminari sullo sviluppo e sull’assetto della GIX sono state edite negli atti del IX e del X Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana5, ma nel presente contributo gli stessi vengono ripresi ed approfonditi nell’ambito di una riflessione più completa relativa alla ricostruzione delle dinamiche di frequentazione e all’ipotesi di restituzione planovolumetrica del settore, che beneficiano dei nuovi risultati delle ricerche e dello studio dei materiali. Questi ultimi sono stati incrementati ed integrati dalle evidenze di natura pittorica riguardanti il sottarco dell’arcosolio A17, aperto sulla parete meridionale6, e dai tituli epigrafici a corredo degli strati di rivestimento di alcune tombe pavimentali7. Entrambi i records archeologici rappresentano solidi e preziosi punti di riferimento cronologico per la definizione delle fasi di uso funerario. Carra et alii 2007. Vitale 2007, pp. 1856, 1860, nn. 118, 149. 3 Dopo l’avvio delle ricerche è seguita la campagna del 2003-2004, e poi un’interruzione fino al 2007. 4 Analoga situazione si riscontra nella GVII: Falzone 2012, p. 669. 5 Carra et alii 2007; Carra et alii 2012. 6 Carra, Cipriano 2016. 7 Falzone 2014, pp. 69-79. 1 2

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Fig. 2. Planimetria generale della catacomba (rilievo e restituzione F. Scirè 2016 per la PCAS)

Giuseppina Schirò

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Nuovi dati dall’esplorazione della galleria IX

Fig. 3. Veduta della G IX da Est

L’indagine stratigrafica nella galleria ha confermato nel complesso una sequenza di azioni coerente con la periodizzazione documentata finora negli altri nuclei della catacomba8, suddivisa al suo interno in quattro momenti (Fig. 4). La lettura autoptica delle tracce di lavorazione in negativo sul soffitto non ha rivelato la presenza di risparmi di roccia e/o cambiamenti della direzione del fronte di scavo, trovando conferma anche nel rilievo fotogrammetrico e diretto. 8

Carra et alii 2007, pp. 1857-1861; Carra et alii 2009, tabelle 1-2 a p. 122.

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