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Maruska Creanza
SOPRAVVISSUTI Oltre il mondo conosciuto
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Copyright Š 2015 - Tutti i diritti sono riservati per tutti i Paesi Casa Editrice Antipodes Via Toscana, 2 90144 Palermo www.antipodes.it info@antipodes.it ISBN: 978-88-96926-67-3
Maruska Creanza, Sopravvissuti. Oltre il mondo conosciuto, Antipodes, Palermo 2015
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“Se no che, ciò che hai nostri piedi serviva da gradino, diveniva stalattite alle pareti.” “La lava, porosa in alcune parti, formava piccole ampolle arrotondate, cristalli di quarzo opaco, ornati di limpide gocce di vetro, e sospesi alla volta come lampadari, sembravano accendersi al nostro passaggio. Si sarebbe detto che i geni dell’abisso illuminassero il loro palazzo per accogliere gli ospiti della Terra.” “Io pensavo a tante ricchezze nascoste nelle viscere della Terra e di cui l’avidità umana non potrà mai godere, perché i cataclismi dell’era arcaica hanno seppellito quei tesori a tali profondità che non vi sarà zappa, vanga o piccone che possa strapparli alla loro tomba” “Non già la luce del sole con i suoi fasci abbaglianti e la splendida irradiazione dei suoi raggi, né la luce pallida e vaga dell’astro delle notti che non è se non un riflesso senza calore: no; l’intensità di quella luce, la sua tremula diffusione, il suo limpido e secco candore, la sua temperatura poco elevata, e il suo splendore più vivo di quello della luna, ne attestavano evidentemente l’origine elettrica. Era una specie di aurora boreale, un fenomeno cosmico che riempiva quella caverna capace di contenere un oceano” Brani tratti dal famoso romanzo di Jules Verne “Viaggio al Centro della Terra”
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Tranne le bellissime citazioni riportate dal celebre romanzo di Jules Verne “Viaggio al centro della Terra”, tutto il romanzo , “Sopravvissuti. Oltre il mondo conosciuto”, è totalmente proveniente dalla mia fantasia. Nomi, luoghi e situazioni sono da considerarsi interamente e puramente casuali. Maruska Creanza
Nota Ogni protagonista di questo romanzo, è inventato, ed ha la sua storia e il suo bagaglio personale di gioie e di dolori. Se qualcuno dovesse riconoscersi nel nome o nella situazione posso affermare che la storia e il personaggio sono totalmente partoriti dalla mia fervida immaginazione. In questa vasta gamma di tipi umani che ho creato, sta per annidarsi lo spettro della catastrofe. Una catastrofe che cambierà la vita dei sopravvissuti per sempre! Di chiunque si parli, del buono o del cattivo, del fallito o del vincente, tutti incontreranno la paura. Una cosa è certa, smetteranno di rincorrere le paranoie autoprodotte, e si dedicheranno a vivere nella maniera più radicale e arcana possibile… dove la condizione di mangiare e di non essere mangiati, e la condizione di dormire e avere la fortuna di risvegliarsi saranno pericolosamente vicine!
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Parte Prima Carlo La Solitudine
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arlo Crescenti vide la donna con i capelli rossi mentre s’imbarcava per il volo, era bella alta e slanciata e aveva un sorriso radioso. Si vedeva che era felice. Lui, al contrario, si sentiva di umore nero. Ormai erano secoli che non provava più la voglia di vivere. Anzi, voleva morire, alle volte. La donna dai capelli rossi si avviò verso le scale che conducevano all’imbarco. Lei non poteva immaginare che lui la seguiva da mesi. Carlo Crescenti faceva il programmatore di computer, era consapevole di essere molto bravo, il PC per lui non aveva segreti. A soli 35 anni era il numero uno nel suo campo adesso, alcuni, glielo riconoscevano. La passione per i computer era arrivata presto, nell’adolescenza. Il suo primo computer, un commodor64, era stato per lui una vera e propria rivelazione. Ancora oggi non capiva se la scoperta di quel mondo virtuale fosse stata una benedizione o una maledizione. Carlo era figlio unico, i genitori erano insegnanti di scuole superiori, ed erano avanti con l’età quando lui era nato. 7
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Non aveva molto dialogo con loro, forse era tutta colpa del divario generazionale che li separava. E poi erano sempre impegnati con il lavoro e la militanza politica. Carlo era cresciuto così, con una tata straniera. Il suo carattere ritroso e schivo avevano fatto il resto. Dopo il diploma aveva scelto di studiare in un’università lontana. Allora i rapporti con i genitori erano diventati sporadici. I primi anni tornava dai suoi per le feste natalizie, poi dopo l’ennesimo scontro aveva evitato anche quello. Poi appena la vecchiaia se li era portati via, lui era rimasto con tante cose in sospeso da dire e da fare. Forse era quel senso di vuoto, di non compiuto, che lo aveva reso incline alla chiusura e alla depressione. In quel periodo nero della sua vita, dove non aveva amici né una fidanzata né particolari interessi oltre il computer, era giunta una proposta che forse aveva dato una scossa alla sua esistenza. Un misterioso personaggio gli aveva proposto d'inserirsi all’interno di un computer, per controllare una ricerca di una certa dottoressa. Si era convinto subito non appena aveva visto la sua foto. Quegli occhi verdi e quei capelli rossi naturali l’avevano stregato, peccato che il suo compito sarebbe stato quello di spiarla.
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Melissa L’Idealismo
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uel brevetto che aveva nella valigetta avrebbe cambiato per sempre il mondo. Altri prima di lei ci avevano provato ma o erano morti per fatalità, o i loro brevetti erano stati screditati e messi ad ammuffire. Suo padre, Amilcare Mercanti aveva cominciato quel particolare progetto scientifico molti anni prima che Melissa nascesse. Ma l’avevano ostacolato, avevano fatto di tutto per confutare le sue teorie. Anche per questo la sua salute ne aveva risentito, era morto a 65 anni d'infarto quando Melissa era ancora studentessa universitaria. Non appena raggiunta alla laurea, si era giurata che avrebbe ripreso il lavoro la dove del padre si era interrotto. Si era dedicata anima e corpo a quella che poteva essere una ricerca rivoluzionaria. Si era isolata, aveva rinunciato a tutto. L’aveva fatto per la memoria del padre, e l’aveva fatto anche per se stessa. Non aveva condiviso il suo lavoro con nessuno se non qualche accenno al suo capodivisione, il professor Giulio Fermali, tappa obbligata per avere ulteriori finanziamenti per la ricerca. 9
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Il mondo l’avrebbe ringraziata per sempre. E si sentiva orgogliosa per questo. A parte suo padre, molti prima di lei si erano bruciati. Lei non avrebbe fatto gli stessi errori. Avrebbe dato una dimostrazione al mondo, a sorpresa davanti decine di telecamere cosicché nessuno avrebbe potuto intralciarla. E poi contava che con la crisi mondiale finanziaria legata a pari passo con quella energetica, i tempi oramai fossero maturi per convincere tutti specialmente i magnati del petrolio che era ora di cambiare rotta, definitivamente. Lei stava regalando al genere umano una delle cose più preziose che si potessero desiderare, il combustibile universale, una semplice formula chimica H2O, della semplice acqua, che avrebbe alimentato ogni auto e ogni congegno possibile e immaginabile. Con emissioni zero. Un’energia ricavata dalla fonte più semplice al mondo, che avrebbe immesso nell’aria solo vapore in quantità minime trascurabili. Doveva solo raggiungere quel professore e perfezionare il suo lavoro. Ancora c’erano delle tappe importanti da svolgere, ma a Pechino avrebbe trovato tutte le risposte alle sue domande. Prese posto sul boeing, il suo sedile aveva il numero 40. Era entusiasta della sua ricerca e della sua scoperta, in quel momento si sentiva la regina del mondo. Poco prima di sedersi, a pochi sedili dal suo, aveva notato un bell’uomo con delle lenti scure. Chissà perché aveva la sensazione di averlo già visto da qualche altra parte. Melissa era una donna attenta, meticolosa e molto guardinga. Da tempo aveva la sensazione di essere spiata. Strinse a se ancora più forte la sua cartelletta.
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