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Giovanni Russo
Totò
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A Francesco
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Copyright © 2014 - Tutti i diritti sono riservati per tutti i Paesi Casa Editrice Antipodes Via Toscana, 2 90144 Palermo www.antipodes.it info@antipodes.it In copertina: Paesaggio di Salemi, di Rosario Russo ISBN:978-88-96926-60-4
Giovanni Russo, Totò, Antipodes, Palermo 2014
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Totò in Sicilia
«Chi era Totò?» chiede il giornalista. «È soltanto scomparso», risponde Andrea, «non è morto». «Lei era suo amico? mi scusi, è suo amico da parecchio tempo, vero?» «Appena un anno, è apparso un anno fa, così come ora è scomparso. Come una cometa la sua luce un giorno si è accesa, poi è cresciuta sino a diventare abbagliante e poi improvvisamente si è spenta.» «Lei crede che un giorno si rifarà vivo?» Chiede il giornalista. «No, è chiaro che non tornerà, credo, ma è vivo da qualche parte del mondo, cosa faccia non so.» «Come lo ha conosciuto?», chiede il giornalista. «L’incontro avvenne circa un anno fa, giusto il 15 di Ottobre al tramonto nel mio paese, a Gibellina.» «Ma sembrava dai comizi che vi conoscevate da una vita, la vostra intesa era perfetta.» 5
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«Sì, è vero, c’era sintonia tra noi, però non so molto del suo passato. Totò stesso ha pregato me e la cerchia stretta dei collaboratori ed amici di non scavare sul suo passato. Diceva di essere una persona pulita nell’anima e questo è quanto basta diceva Totò.» «Mi dica di questo incontro, i nostri lettori sono avidi di saperne di più.» «Un lungo articolo sulla vita di Totò sul suo giornale mi interessa poco», dice Andrea, «Non è questo che sto cercando.» «Cosa vuole, allora, mi dica», fa il giornalista. «Niente per me, è chiaro, ma la fondazione Totò ha bisogno di soldi e un po’ di pubblicità. Totò non sarebbe d’accordo, congedandosi però mi ha lasciato libero di agire come meglio mi pare per la causa, intendo la causa della Sicilia.» «Quindi Totò aveva annunciato la sua scomparsa un giorno?» «Sì, la stessa sera della grande adunata al Foro Italico Totò è scomparso.» «Insomma, se un articolo non è sufficiente a cosa sta pensando?» Chiede il giornalista. «Un libro, la storia di Totò e del movimento di indipendenza della Sicilia. Un libro sotto forma di intervista. Se vuole potrà scrivere un articolo di sintesi per pubblicizzare il libro. Il ricavato andrà alla fondazione Totò, escluso ovviamente la sua percentuale», dice Andrea. «Mi sembra una buona idea, il libro avrebbe sicuramente successo, devo però sentire i miei capi. Sa, l’indipendenza della sua isola e le idee di Totò non sono ben viste al Nord», dice il giornalista. «Se è per questo le cose vanno così anche in Sicilia», replica Andrea, «non per tutti ovviamente. Penso che sia il caso di aggiornare il nostro colloquio, lei ha bisogno di pensarci, inoltre le occorre il parere dei suoi capi.» 6
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«Sì, è meglio così. Non perdiamo troppo tempo però, tra un paio di giorni le farò avere la risposta. Se tutto è favorevole vorrei cominciare lunedì prossimo», dice il giornalista. «Sono d’accordo», fa Andrea, «potrei liberarmi per l’intera settimana, a rivederla.» La risposta del giornalista, infatti non tarda ad arrivare. «Bene», dice Andrea rispondendo a telefono, «allora ci vediamo lunedì alle nove nel mio ufficio alla fondazione. È stato difficile convincere i suoi capi?» «In effetti loro non sono del tutto d’accordo», replica Gilberto il giornalista. «Comunque sono deciso a scrivere questo libro, sono attratto dalla vostra isola e dalla figura misteriosa di Totò; inoltre il successo è certo: a lunedì, buon fine settimana.» Da più di un mese Totò è scomparso, lasciando la fondazione, il movimento e Andrea da solo a gestire l’utopia. Andrea però manca di carisma per spingere sull’indipendenza dell’isola. Andrea si trova nel punto focale di una folla immane tutta egualmente orientata verso una luce che non c’è più. Andrea non potrà guidare il movimento, lo sa bene, ma è deciso a tenere la posizione aspettando gli eventi. «E allora», fa Gilberto, «eravamo al suo incontro con Totò a Gibellina, vogliamo cominciare da là, da Gibellina?» «Certamente», fa Andrea, «tutto cominciò a “Hibilina” (con l’aspirazione araba), mi riferisco non soltanto al primo incontro con Totò ma alla stessa avventura di Totò. Stavo a passeggiare con degli amici per la spianata della chiesa-moschea quando ad un certo momento abbiamo sentito la sua voce. Totò stava sopra uno 7
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sgabellino che lo proiettava in alto e così parlava alla gente della piazza...» Comizio a Gibellina «Siciliani, gente di Gibellina, venite qui, adunatevi. Ho da annunciarvi la buona novella. È venuto il tempo per noi Siciliani in Sicilia di rinnovare l’animo e risollevarci da secoli di miseria spirituale ancor prima che materiale. È venuto il tempo di porre fine alle lotte intestine perché il tempo sta per finire. Intorno a noi il mondo è impazzito e ci trascinerà nel caos e nella povertà dello spirito se subito non ci destiamo dall’incubo e dall’oblio che ci hanno tenuti prigionieri per secoli. Il tempo è venuto per marciare insieme, per risollevare lo sguardo e guardare alla luce del sole come i nostri avi. Riunitevi in gruppi ed eleggete un maestro che vi guiderà, i maestri vengano a me e insieme percorriamo le strade di Sicilia ad annunciare la buona novella.» «Lo sguardo di Totò era sereno, la sua voce ferma e profonda, qualcuno si fermò ad ascoltarlo. Totò si accorse subito di me e mi sorrise invitandomi al suo fianco: «portami da qualche parte del paese perché possa ripetere il discorso alla gente» mi disse Totò. La scena si ripeté sette volte mentre la notizia girò veloce per le vie di Gibellina. Totò tenne l’ultimo discorso davanti la piazza del municipio; almeno 200 persone stavano ad ascoltarlo in silenzio. Quando finì augurò la buona notte alla folla e mi chiese se avessi come ospitarlo per la notte. Da quel momento non ci siamo più separati e abbiamo diviso soldi, stanze e il letto qualche volta. Le sue parole, la sua presenza, la sua voce calma e forte mi hanno conquistato come hanno conquistato il cuore di tanta gente 8
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qui in Sicilia e non solo. Non so dove adesso sia né se un giorno ritornerà. Totò è stato una cometa per tutti noi.» «Cosa vi siete detti una volta soli? lei poi ha lasciato il lavoro..» fa Gilberto. «Sì è così, l’indomani mi sono congedato dai miei studenti e insieme a Totò abbiamo percorso le strade dell’isola. È stata un’esperienza eccezionale che mi ha illuminato. Una volta raggiunta casa, ho preparato qualcosa da mangiare mentre Totò sistemava le sue cose nella stanza degli ospiti e quindi ci siamo messi a cena.»
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Il racconto di Andrea
La prima cena «Da dove vieni?», chiede Andrea. «Da un paese qui vicino, da Segesta, Totò è il mio nome.» «Mi chiamo Andrea, sono un’insegnante. Hai già fatto discorsi in altri paesi?» «No, questa è la mia prima tappa», replica Totò. «Hai quindi intenzione di continuare?» Ribatte Andrea. «Sì, non è che l’inizio», fa Totò. «E quale sarà la fine», chiede Andrea. «Sarà a Palermo, prima precorrerò buona parte della Sicilia, se Dio vuole.» «Intendi risollevare le sorti dell’isola?», chiede Andrea. «Proverò a svegliare la coscienza dei Siciliani, poi si vedrà» fa Totò. «Vengo con te», fa Andrea, «domattina vado a scuola per congedarmi dai ragazzi, quindi sarò libero.» 10
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«Sono felice di averti accanto e spero mi accompagnerai sino alla fine del pellegrinaggio a Palermo. La tua faccia mi infonde fiducia e forza. Il viaggio è cominciato bene.» Totò ha un piccolo zaino e Andrea si adegua subito allo stile del maestro, è chiaro che cammineranno tanto: le scarpe buone e il bagaglio leggero sono le regole del viaggiatore. «Farai a Salemi lo stesso discorso di Gibellina? «Non credo, improvviso i discorsi, ho studiato a lungo prima di avventurarmi in questo viaggio. Guarderò la gente in faccia, saranno loro ad attizzare il comizio, Sì, dipende proprio da loro e ovviamente da me, dal mio stato d’animo intendo.» A Salemi Totò si ferma dapprima nella parte bassa dove poca gente lo sta ad ascoltare. Poi si sposta su verso la piazza del paese dove la gente comincia a prestare qualche interesse alle sue parole; si incammina per la via “maestra” fermandosi nei punti nodali e dando appuntamento alla gente nella piazza alta del paese in cui spicca il castello e la vecchia chiesa madre abbattuta dopo il terremoto. Comizio a Salemi «Antico popolo, gente di Salemi, vi ringrazio per essere accorsi così numerosi in questa piazza, ho da annunciarvi la buona novella. È venuto il tempo di risollevarci dalla miseria. Coltivate le terre con maestria ma ne ricavate poco. Le vostre mogli sono distratte, grasse e vestite alla moda. I vostri figli soffrono tra telefonini, videogiochi e medici specialisti. La terra dà sempre meno frutti e sempre più marci. I preti sono grassi come sempre 11