Inserto Valtellina

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Supplemento al numero odierno - Direttore responsabile Diego Minonzio Ideazione e cura di Vera Fisogni - Ideazione grafica di Antonella Corengia

VALTELLINA Neve 2012

Elaborazione del manifesto “Sciatori venite in Valtellina�, 1940, di Filippo Romoli.


L’EDITORIALE

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VALTELLINA TURISMO DA COMPETIZIONE di Simone Casiraghi* Un grande balzo, culturale e strategico. Di rilancio del territorio e di ripresa economica locale. La svolta risale a molto tempo fa, a cinque anni indietro almeno. A quando questa provincia ha iniziato ad avere dei dubbi su quella che fino ad allora era considerata la sua principale caratteristica: un territorio a vocazione industriale. Una convinzione che ha dettato per anni scelte anche scriteriate e sono state e si stanno pagano ancora oggi con costi altissimi. La consapevolezza è arrivata ora, sotto la spinta della crisi che ha accelerato una riflessione su quella visione del passato. E oggi ci si trova fare i conti con una prospettiva nuova, completamente ribaltata. Questo territorio ha iniziato a ragionare come sistema dentro cui il più alto valore da "spendere" sul mercato della crescita e dello sviluppo è quello turistico. In ritardo, ma ci si sta avviando lungo la strada giusta. Quello che è avvenuto finora non si deve buttare: scelte a volte anche nefaste - basta guardare le conseguenze sul territorio che hanno avuto spericolate scelte ambientali - oggi sono lì a testimoniare di un potenziale da sviluppare in un'altra direzione per il bene e la ricchezza della provincia. Il turismo in Valtellina sta crescendo molto, e molto in fretta. Ma è un modo nuovo, innovativo e culturalmente avanzato di porsi al cliente. Si stanno avviando politiche di sinergia fra strutture, organizzazioni e ope-

ratori turistici. Si sta definendo politiche di sistema consapevoli che il territorio non può più presentarsi sul mercato con ogni località sciistica o ricettiva con offerte e proposte singole e staccate dal resto delle località del territorio. Il mondo del turismo ha iniziato a fare sistema, ha presentarsi come un "prodotto unico" e sta iniziando a vendere finalmente il brand "Valtellina" a tutto il mondo. La comunicazione, leva decisiva, è oggi strutturata in funzione dei mercati che si vogliono conquistare. E i clienti non sono più lasciati a se stessi nella scelta, sperando che arrivino da soli. È vero, non si vive di solo brand. Ma dire che la Valtellina c'è e che ha molto da offrire, in termini di servizi, relax, prodotti tipici locali, cultura e ambiente, significa aver già fatto metà investimento sull'immagine. Che resta. E la Valtellina in tema di turismo sta creando una grande opportunità per dire al mondo che c'è qualcosa per cui merita di venire in questa terra. Il "brand" è una grande sfida che si sta giocando. Se fosse solo operazione di marketing avrebbe il respiro corto. I risultati invece stanno già arrivando, l'inversione in termini di arrivi, presenze e giro d'affari è già in atto. La strategia messa in campo funziona. Che tutti ne prendano atto.

(* Responsabile di "La Provincia di Sondrio")

Foto Pozzoni - Archivio La Provincia


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VALTELLINA IN PISTA!

BORMIO E LE SUE NEVI CAPOLAVORI MONDIALI Bormio è una località turistica che da sempre vanta grandi tradizioni sciistiche. Non a caso la Pista internazionale Stelvio è riconosciuta come una delle migliori per la discesa, motivo per cui la località valtellinese è entrata nella Coppa del mondo, a partire dal '95. Si può certo dire che Bormio offre molte possibilità per gli appassionati della neve: lo sciatore cosiddetto "mangianeve", esperto e appassionato, può ad esempio salire al Tremila e scendere fino al paese. Si tratta di 13 km di pista percorribili fino in fondo, per tutto l'arco della stagione. Dove non arriva la natura, infatti, arrivano i cannoni con la neve artificiale. Per tornare alle caratteristiche di questa discesa, è importante osservare quanto sia "tecnica": non può essere fatta da tutti gli sciatori, perché possiede alcuni dislivelli, ha dei punti un po' ripidi. Il muro di inizio alla Rocca è uno di questi; bisogna essere abbastanza bravi per godere al massimo di questo percorso. Tuttavia, anche gli sciatori di livello "spazzaneve" avanzato riescono a scendere lungo la pista di Bormio Tremila. C'è una deviazione, prima della parte finale (molto ripida), marcata da segnaletica che permette di scendere in paese, nota come l'alternativa del Bosco Basso. Chi è proprio all'inizio, o impara a stare sugli sci, trova il suo spazio ideale a Bormio 2000. Qui c'è il campetto dove imparano anche i bambini. I quali, per altro, sono velocissimi ad apprendere e, in meno che non si dica, salgono in seggiovia e scendono dappertutto, perché non hanno paura. Se c'è una critica da fare, riguarda la tendenza di parecchi genitori a portare i figli alla scuola attorno ai due anni e mezzo: troppo presto, l'età giusta per cominciare è di quattro, quattro anni e mezzo. Altrimenti, una volta che si portano in pista, i piccoli vanno in panico. Sul tema sicurezza mi sento di tranquillizzare turisti e appassionati, perché gli impianti di Bormio sono controllati dalla Polizia di Stato. E gli agenti vengono coinvolti anche nella didattica dello sci che svolgiamo in collaborazione con le scuole elementari del posto. Altro è il discorso individuale. Ci sono alcuni appassionati che puntano al

Bormio con Località: e: 1225 mt di pista, Altitudin re: Sono 80 i km snowpark. o Dove scia ti di risalita e un ll’apertura a n 24 impia o l’anno, grazie iacciaio tt Si scia tu li impianti sul gh g estiva de io. di Coppa lv te S sa libera o ce is dell d a L 012: . Eventi 2 o, il 29 dicembre a ospitato h del Mond nel 2005 Bormio i alpino. c s e i 5 d ’8 li ll dia Ne nati mon i Campio ristoranti, locali Alberghi, mio.com r www.bo "fuori pista", Il ricordo di Alberto Tomba non sempre muniti di kit di sicurezza (Arva, pala, son«ALLO STELVIO CHE BATTICUORE DAVANTI A QUEI 50 MILA FAN» dino) contro i rischi da valanghe. È bene «A tutti gli appassionati consiche sappiano che il rischio non vale il piaglierei di provare almeno una cere di sciare! volta la pista Stelvio, quella del Da quarant'anni seguo la vita della Mondiale» consigliava Alberto scuola di sci di Bormio. Com'è cambiato Tomba ai lettori de La Provincia, in un'intervista al magazine il rapporto con la neve? Si è passati dal"Mag" de “La Provincia”. Il lo sci con due aste di legno, la sciolina, gli ricordo più bello? «Naturalmenscarponi, a una pratica sempre più tecte quando ho vinto nel 1995 (la nologica, che esalta la tecnica e trascura Coppa del mondo, ndr). Senza un po' la passione. Si vuole imparare suesagerare, ci saranno stati oltre 50 mila tifosi lungo la Stelvio e per molti di loro era la prima volta bito, senza rendersi conto che lo sport sulla neve. Il ricordo è indelebile ed è rimasto sempre dentro di me, richiede tempo, pratica. I campioni, quelanche perché in precedenza solamente le combinate e i Supergiganti li veri, lo insegnano. E qui a Bormio, quan(discipline in cui il campione bolognese non ha mai gareggiato, ndr.) do si avvicina la Coppa del Mondo, lo si mi hanno tenuto lontano dalla Coppa di cristallo. Quella volta, invece, ho vinto e il gigante di Bormio è stata un'emozione. Sì, stupenda, vede: i grandi vengono due o tre giorni soprattutto per il colpo d'occhio che si gode lungo il percorso. Ricorprimi ad allenarsi. Loro sono la miglior ledo che sempre nel 1995, nello slalom conclusivo, con la vittoria finale zione per tutti, per sognare il grande sci. già acquisita, sono sceso con un paio di pantaloncini gialli, per scate(* Scuola nazionale di sci, Bormio) nare la festa finale ».

Foto Pozzoni - Archivio La Provincia

di Mariella GIacomelli*


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VALTELLINA SIN PISTA!

SANTA CATERINA, RELAX TRA NEVI E VALLE DEL SOLE in condizioni meteo non eccezionali, a causa della sua larghezza. I mille metri di dislivello garanUna delle caratteristiche di spicco di Santa Catiscono una bella discesa, per sciatori medi ed terina Valfurva, è la presenza della neve per tutesperti. Dopo una mattinata sugli impianti, ci si ta la stagione, da novembre/dicembre fino quapuò rilassare raggiungendo la Sunny Valley, in si a maggio. È un dono di natura, perché la sua alfondo alla cabinovia. Qui di sole ce n'è parectitudine (1738 mt la base del paese) e l'esposichio: l'abbronzatura è garantita. Ma, volendo, si zione della montagna, a Nord, consente al manpossono rimettere gli sci per sgranchirsi le gamto nevoso di mantenere compattezza ed elastibe. E, se volete misurarvi con lo sci di fondo, beh, cità. Comunque, se non dovesse nevicare in moSanta Caterina è perfetta, con piste che non tedo abbondante, gli impianti dove si scia sono ormono confronti, in Europa. mai coperti all'85% almeno dall'innevazione ar(* Direttore della Scuola sci & snowboard tificiale. Soprattutto, Santa Caterina è il luogo di S. Caterina Valfurva che comprende ideale per chi cerca la tranquillità e punta ad una anche sci di fondo) vacanza, anche breve. Una giornata tipo? Gli appassionati non possono non provare la pista intitolata alla campionessa Deborah Compagnoni, fin dal 2005, quando Valfurva Caterina . S : tà li a vennero disputati i t Loc di piste e: 1738 m Altitudin re: Sono 35 i km Mondiali: presenta ia Dove sc vello sciistico. ertura una pendenza abbap li per ogni 12: 1 dicembre, a ne la “gara stanza impegnativa, e 0 Eventi 2 Ogni giovedì si ti erale. s con tratti un po' più dolimpianti. ” con fiaccolata e it li p a s ci e lunghi percorsi in pic ’o lo ll , e d ristoranti neta, piuttosto facili. AdAlberghi, tacaterina.it n a .s www dirittura un terzo della pi-

di Ermes Pedranzini*

sta attraversa i boschi, con ottima visibilità, anche


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VALTELLINA IN PISTA!

LIVIGNO, SUL PICCOLO TIBET L'ALPINISMO METTE GLI SCI di Biagio Montagnoli* Non si sbaglia a dire che Livigno è una delle poche stazioni che offre grande divertimento ad ogni livello dello sci. A partire dai bambini, che qui trovano tanti campetti scuola e tapis ruolant, in virtù di prati stupendi che, in inverno, sono ottimi per imparare a sciare. Per le famiglie questo significa poter affidare i ragazzini alla scuola sci e portarsi poi sulle piste. Ce ne sono per tutti i gusti, comprese quelle per veri esperti, come la Giorgio Rocca, classificata come "nera" (di livello complesso, ndr). Sul versante del Carosello Tremila, sono immense come ampiezza, si può dire che non finiscono mai. Dallo specialista allo sciatore che fa poco più delle curve "spazzaneve", c'è per tutti da divertirsi, con possibilità di valide alternative per i meno esperti. Ho allenato per 15 anni la Nazionale: trovo Livigno un luogo formidabile e non mi meraviglio che abbia dato e dia tanti fuoriclasse allo sci, come pure ad altri sport invernali. Qui i ragazzi, finita la scuola, escono di casa e sono già sulle piste, senza dover prendere pullmini o perdere ore nei trasporti. Oltre a questo, un

grande vantaggio di Livigno è di avere l'innevamento artificiale su tutti gli impianti. Chi vuole divertirsi, qui può fare snowboard alla grande: in quota al Mottolino, dove arriva la cabinovia, dietro alla stazione di Trepalle, c'è un centro per questa specialità che è uno dei più belli in circolazione. Anche lo sci alpinismo rende questa località celebre, non soltanto in Valtellina. Per lo più, verso marzo e aprile, quando la neve si è assestata bene, ed è più facile fare le discese, gli appassionati salgono per lo più al rifugio Costaggia, seguendo il bordo pista. Un bel gruppo di guide alpine orgaale, nizzano escurtradogan . Zona ex o n ig sioni di sci alpiniiv L Località: Iva smo e itinerari con a le esente d e: 1816 mt no 31, 76 le ciaspole. pianti so Altitudin

(*Direttore Scuola sci Azzurra di Livigno, per 15 anni allenatore della Nazionale di sci)

re: Gli im la Dove scia i km aperti. dicembre 5 1 1 piste, ni anno a azionale di g O : 2 1 0 Eventi 2 maratona intern e di questa a n Sgambed o, apre la stagio d Gran Fon .. a disciplin ristoranti, locali h rg Albe i, igno.eu www.liv


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VALTELLINA IN PISTA!

CHE FASCINO MADESIMO SULLE ORME DI BUZZATI di Francesca Cervieri* Tra le nostre montagne, mi sento di nominare soprattutto il canalone del Groppera, che collega il Pizzo Groppera con il Pian dei Larici. Non solo perché per anni si è corso il tradizionale Gigantissimo, ma principalmente perché si tratta di un itinerario sciistico sui generis. Non è una pista battuta, perciò non viene battuta dai gatti come le altre piste, in più regala emozioni fantastiche, nella discesa da 3000 a 1800 metri, sulle pendici del Groppera. Pensate di essere bravi sciatori? Ecco, questa discesa vale quanto un test. Chi riesce al Groppera, può sciare dappertutto. Lo aveva capito Dino Buzzati (una targa lo ricorda, a Cima Sole), che ne ha scritto in modo mirabile, il 18 agosto 1965 sul "Corriere della Sera" da vero conoscitore di queste montagne. Se poi guardiamo all’offerta sciistica, non possiamo non ricordare che la società Skiarea Valchiavenna spa ha rinnovato - nell’ultimo decennio - tutti gli impianti della parte bassa, con un investimento di oltre 100 milioni di euro. Segnalo, a chi non conosca la zona, la funicolare che parte da Campodolcino, con antistante un enorme parcheggio. Madesimo, che ha vissuto il boom delle seconde case negli anni Settanta, è meta di un turismo di clienti cosiddetti "giornalieri", provenienti da Como, Milano, dalla Brianza: proprio pensando a loro, poiché il comune non aveva grandi aree al piano, è stata creata questa funicolare: oltre ad aver dato lustro a Campodolcino, consente di arrivare direttamente sulle piste, dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio, totalmente gratuito. Si passa da quota 1000 metri ai 1720 di Motta. Ma anche i villeggianti con la seconda casa, qui a Madesimo possono scordarsi l’auto. Perché dal paese partono quattro impianti, con destinazione diretta alle piste. Non mi soffermerò sulle molte opzioni per le famiglie e i bambini (si pensi solo alla Seggiovia Arlecchino, dedicata a loro). Invito i lettori a venire a Madesimo, magari dopo aver riletto Buzzati. Perché no?

(* Maestra di sci, responsabile delle relazioni esterne Società Skiarea Valchiavenna)

o Madesim Località: e: 1550 mt di piste Altitudin re: lungo i 60 km , Madesimo a ia c n s iaven Dove rea Valch do a della Skia olcino. Per il fon to. d o c p a tr m di cia si potrà e Ca ne 20km re disposizio 12: Dall’8 dicemb ta 0 is 2 p ti a n ll e u Ev urna s rvita dalla tt o n in o” se sciare 0 ultima /Montalt “Pianello “Larici”. Alle 22.3 cabinovia alita. Info: .it. s corsa in reavalchiavenna ia k li a .s c w lo w , w ristoranti Alberghi, desimo.com a .m www

È presidente del Consorzio Turistico L'EX CT ROBERTO DONADONI: «QUI RIESCO A RILASSARMI»

«Favoloso scenario... mille metri secchi di dislivello... vi sentirete aprire a una travolgente meraviglia... la più bella pista delle Alpi» (Dino Buzzati, 18 agosto 1965, sul “Corriere della Sera”)

«Madesimo l'ho scoperta grazie a mia moglie Cristina» spiegava Roberto Donadoni, ex ct della Nazionale di calcio, due anni fa a "Mag", mensile de "La Provincia". «Lei andava in vacanza li fin da piccola. Quando ci siamo conosciuti mi ha fatto conoscere questi bellissimi luoghi - continuava Donadoni, da poco nominato presidente del Consorzio turistico di Madesimo -. A dire il vero il nome della località lo avevo già sentito da ragazzo, ma quando sei un calciatore professionista in attività non puoi permetterti di farti male sciando. Ho iniziato a frequentare Madesimo dai primi anni '90, si può dire che se andiamo in montagna, la meta ormai è quasi esclusivamente quella. Mi è piaciuta da subito perché è ancora a misura d'uomo. Pur essendo rinomata come località turistica, conserva il suo aspetto di paese piccolo e tranquillo. Anche nei momenti di massimo afflusso non senti mai la sensazione di invasione tipica di altre zone. È il posto ideale dove rilassarsi».


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VALTELLINA IN PISTA!

IN VALMALENCO MAGIA E DISGRAZIA

co. Torre di Valmalen Località: e cinque comuni: a in d s n ie Compre a, Spriana, Ch oggio. ri p Santa Ma co, Lanzada e Cas , con i suoi ia n z le a ra g Dis Valm Il monte itudine. Le cime: ha la maggior alt sci gratis re t, 3678 m 12: Il 1° dicemb ella n 0 Eventi 2 zi fino a 16 anni, ontagne”. m z a e g i ra in om per azione “U manifest ristoranti, locali o.it Alberghi, drioevalmalenc n www.so

di Nemo ed Eliana Canetta * Quando si giunge a Sondrio non è facile intuire come verso nord si apra uno dei bacini più belli delle Alpi Retiche. La Valmalenco infatti scende sul capoluogo con un tratto stretto, pur se verdeggiante, ricco di antichi borghi ove sono le tracce di una secolare attività dell'uomo. Dopo il Comune di Torre, la valle cambia gradatamente sino ad aprirsi su ampie costiere all'altezza di Chiesa Valmalenco e dei vicini centri di Caspoggio e Lanzada. Verso oriente ben visibile la regolare piramide del Pizzo Scalino, una tra le vette più caratteristiche di questo settore alpino. A Chiesa la valle si divide. Il ramo occidentale, traversando una fascia di cave sfruttate sin dal medioevo, sale verso S. Giuseppe e Chiareggio. Già posto tappa dell'antica mulattiera del vino che univa Sondrio a Coira, in inverno è isolato e raggiungibile solo con gli sci o a piedi. Il ramo orientale risale con aspri gradini di origine glaciale verso il Gruppo del Bernina, unico 4.000 delle Alpi centro orientali. La strada, realizzata negli anni 50 per motivi idroelettrici, è oggi tenuta aperta sino alla diga di Campo Moro a circa 2000 m di quota. Di qui iniziano itinerari di sci alpinismo di eccezionale interesse. Indimenticabile è la vista che si gode dalla stazione a monte della funivia di Chiesa: mille metri più sotto la valle appare come un immenso presepe, attorniato dagli straordinari gruppi dello Scalino, del Bernina e del Disgrazia. In seggiovia si può accedere al Sasso Alto/Monte Motta: uno dei luoghi magici della Valmalenco, da cui si gode un panorama a 360° che vale da solo il viaggio. E vi è la possibilità di ammirare il Pizzo Bernina che, sul versante italiano, resta a lungo nascosto. La salita dovrà essere completata con la breve escursione alla rilucente conca del Lago Palù. L'ampio specchio, il più grande tra i laghi naturali della Valtellina, circondato da una pista di fondo immersa in una fitta foresta di conifere, costituisce il contrappunto alle piste di sci alpino: lassù sciatori a centinaia che sfrecciano veloci. Nella conca silenzio e profumo di natura. (* Naturalisti ed esploratori della Valmalenco)


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VALTELLINA IN PISTA!

APRICA SFIDA LO SCI NORDICO di Dino Negri* Aprica si può definire località d'eccellenza per la comunità: siamo un altipiano a 1200 m di quota. È un campo scuola naturale per i bambini, dove tanti imparano a sciare, ma non solo. Con 50 km pista per discesa, tutte collegate tra loro e 4 skiaree, qui si ha l'opportunità di praticare lo sci dai 1200 ai 2300 metri, con 18 impianti di risalita. Tra l'altro, buona parte piste sono nel bosco: chi scia sa bene cosa vuol dire; significa assenza di vento, possibilità di godere di un paesaggio quanto mai suggestivo. Ad Aprica, ricordiamolo, le piste arrivano tutte in paese, caratteristica comune a pochissime località di altitudine inferiore ai 1800 metri. Noi siamo stati i primi, quest'anno, ad aprire gli impianti in Valtellina, precisamente a quota 2000 mt. Grazie all'innevamento artificiale, che copre l'80% delle strutture, e alle temperature della stagione, la neve è garantita

Aprica per Località: e: 1200 mt e 50 km in Altitud re: A disposizion sci nordico i Dove scia iscesa e 14 km d rteno, il 16 d lo sci da 12: Ad Aprica&Co scuole di Sci 0 Eventi 2 , l’Open day delle 108 e tel. re b m 0342-745 dice rdia. Tel: di Lomba 90 1 tutto l'inverno. Il nostro futu0342-747 ristoranti, locali i, h rg Albe ro? Qui abbiamo un grande nline.com .apricao w w w progetto: che tutti imparino a sciare, per questo si stanno promuovendo offerte vantaggiose per fruire delle ski-aree. Inoltre, ci stanno a cuore discipline meno note, come lo sci nordico. Lo scorso anno abbiamo aperto in paese un anello da 800 metri, una pista tutta in paese, che andremo a inaugurare in grande stile con una gara Fisi, il 3 gennaio del prossimo anno. Poi c'è lo sci alpinismo. Voglio segnalare un tracciato dedicato che, da Aprica, arriva in quota fino a 2000-2200 metri e non interferisce (in salita) con le piste. C'è sicuramente molto interesse, perché arrivano pulmini con appassionati da Lecco, Como, dalle valli bergamasche, bresciane e dalla Svizzera. In costante aumento anche l'interesse per i tracciati segnalati con le ciaspole. (*Ufficio Iat di Aprica, storico locale)


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«DEBORAH, CAMPIONESSA CON LA VALTELLINA NEL CUORE» di Adele Compagnoni Zanon * Deborah ha iniziato molto presto a sciare, aveva tre anni e mezzo. Si confrontava con il fratello Yuri - poi diventato suo allenatore con Tino Pietrogiovanna - non seguiva corsi, ma si divertiva sulla neve con altri amichetti della sua età. All'epoca a Santa Caterina c'era solo lo skilift che saliva al Sobretta, in località Plaghera: era una meta abituale anche per i bambini. Detto questo, fin da piccola, dai 6-7 anni, Deborah parve molto competitiva, con spiccato spirito agonistico. Voleva essere sempre prima, non soltanto sulla neve, anche d'estate nella corsa o in altre attività. Pur avendo un fisico normale, aveva quella forza e quella stoffa atletica che sarebbe stata poi decisiva nella sua carriera di sciatrice e di campionessa. Alle scuole elementari, Deborah e il fratello, un anno più grande di lei, iniziarono a fare da apripista alle gare della Scuola Sci locale, seguiti dal papà Giorgio, maestro di sci e istruttore nazionale. S'aggregavano spesso ai ragazzi allenati da mio marito, andando avanti e indietro dallo Stelvio, d'estate. Poi venne il Circuito "Cuccioli- Ragazzi-Allievi", dove si piazzava bene, arrivava sempre seconda o terza. Non è che acquistassimo i migliori scarponi o gli sci più tecnici, sciare era soprattutto divertimento. Ma noi, in famiglia, avevamo capito che aveva il carattere giusto per gareggiare. Infatti, in terza media vinse i Campionati italiani di categoria. La Nazionale la scelse l'inverno successivo per i Campionati Mondiali Juniores, dove fu terza in discesa libera e vinse in Gigante. Successivamente arrivò quarta alla prima gara di Coppa del Mondo al Sestrière. La stampa iniziò a seguirla. Nel 1988 arrivò il primo brutto incidente, si ruppe il legamento crociato in una discesa libera in Svizzera, alla vigilia delle Olimpiadi di Calgary. Fu operata, poi rioperata, quindi soffrì di un problema all'intestino: per tre anni rima-

SUGLI SCI PER GLI ALTRI La campionessa ha ideato e continua a promuovere, da testimonial, "Sciare per la vita", un appuntamento ormai tradizionale per Santa Caterina Valfurva.

DALLA NEVE ALLE FERRATE Le passioni atletiche di Deborah oggi sono lo sci alpi nismo, le camminate, le ferra te. Da sempre non disdegna la bicicletta.

UN SOGNO PER S. CATERINA Pur vivendo in Veneto, con il marito Alessan dro Benetton e i tre figli, Deborah torna spesso in Valtellina. Le sta a cuore, in partico lare, che Santa Cateri na Valfurva «completi i lavori intrapresi per i Mondiali di sci».

RELAX: TERME & YOGA Quando torna in Val tellina, Deborah ama rilassarsi ai Bagni nuovi di Bormio e alle Terme, con la propria famiglia. La scorsa estate ha organizzato, in collaborazione con la Tourisport di Santa Cate rina, una settimana di yoga e nordic walking.

Chi è Deborah Compagnoni, 42 anni Dove vive Originaria di S. Caterina Valfurva, vive a Treviso Attività Ex campionessa di sci, si dedica a iniziative benefiche e di promozione dello sport Vittorie Olimpiadi: 3 ori (SuperG, ’92, ’94, ‘98) e 1 argento (Slalom, ‘98) Mondiali: 3 ori (Slalom gigante, ’96; Slalom g. e speciale, ‘97) Coppa del Mondo: 44 podi, di cui 16 vittorie, 15 secondi posti, 13 terzi posti.

se sostanzialmente ferma. Gran carattere, Deborah non si perse d'animo. E proprio qui, in Valtellina, si rimise in forze per tornare più forte di prima: faceva fisioterapia a Sondalo, nuotava a Bormio. La Valtellina credette subito in Deborah, diventando per anni anche suo sponsor ufficiale. Nel '91 riprese ad allenarsi, a sciare bene e nel '92 vinse la medaglia d'oro ad Albertville e la prima gara di Coppa del mon-

do, in SuperG in Francia. Si ruppe l'altro ginocchio, in diretta tv. Ma ne uscì bene, perché nel '93 si presentò ai Mondiali di Morioka in Giappone. Vinse e salì sul podio alle Olimpiadi di Lillehammer l'anno dopo. Nel '96 è prime ai Mondiali di Sierra Nevada in Spagna. Il '97'98 fu davvero un anno eccezionale; due ori ai Campionati del Mondo di Sestrière; vinceva una gara dopo l'altra. Vinse la Coppa del mondo in Gigante: nove gare consecutive L'ultimo oro nel '98 a Nagano nel gigante e l'argento nello slalom. Decise di lasciare per i dolori alla schiena, riflesso di tanti traumi in gara. Ora vive a Treviso, ma in inverno, durante le vacanze, non appena può, torna qui con la famiglia: i figli sono tutti ottimi sciatori, il marito è maestro di sci e allenatore. Deborah oggi è appassionata allo sci alpinismo, ma resta un'atleta a tutto tondo. Le sue medaglie le ha portate con sé, a Treviso, dove vive dal '99. Ma le coppe, no, quelle le abbiamo qui in albergo: continuano a parlare di lei e della sua straordinaria carriera di cui, come famiglia, e come valtellinesi, andiamo orgogliosi.

(* Mamma di Deborah Compagnoni, imprenditrice alberghiera a Santa Caterina Valfurva)


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VALTELLINA SUL PODIO!

QUELLA MAGICA TAVOLA SULLE NEVI DELLO STELVIO di Rudy Galli

Chi è Rudy Galli, nato nel 1983 Dove vive A Livigno Attività Atleta della Nazionale italiana di Snowboard. Fa parte del Centro Sportivo dell’Esercito . Vittorie Oro ai Mondiali Juniores di Snowboard, 2003 .

Alla Valtellina devo davvero tutto, come atleta. Per chi vive e cresce a Livigno, è normale intraprendere gli sport sulla neve. Così è stato anche per me: fin da piccolo ho sciato con gli amici di scuola, ma senza vivere la competizione e senza fare gare. Quasi per caso mi sono avvicinato allo snowboard, perché attorno agli 11-12 anni un impianto sportivo ha dato a me e ad altri ragazzi delle tavole, così, da provare. Inizialmente l'ho vissuto come un gioco. Finita la scuola, alle 14, ci si trovava a sperimentare questo modo di vivere la neve. Non avevamo né maestri, né istruttori, ma soltanto la voglia di divertirci, tipica dei giovanissimi. Poi, quando ho sentito di uno Snowboard Club a Livigno, mi sono iscritto. All'epoca si trattava di uno sport che iniziava ad affermarsi, anche il Valle e Livigno era all'avanguardia. Iniziai a fare gare. Ricordo con grande amicizia e riconoscenza Fabio Bre-

da, il mio allenatore, originario di Bergamo. Se ci penso, sono stato fortunato, perché a Livigno tutte le piste sono adattabili a questo sport, ogni pendio va bene. A giugno, dopo un periodo di riposo a chiusura delle gare, ci si trasferisce allo Stelvio, per provare il materiale da adottare nella stagione successiva. Dai primi di settembre a fine ottobre si proseguono gli allenamenti, sempre allo Stelvio: siamo fortunati, noi valtellinesi, perché abbiamo un ghiacciaio in buone condizioni, specie se paragonato ad altre zone alpine! Quest'anno fianco a fianco con noi, ad allenarsi c'era anche la Nazionale Austriaca. Poi, da novembre giriamo: si va a Solda (Val Venosta, Alto Adige, ndr), perché si può disporre di neve artificiale oppure al Tonale (in provincia di Brescia, ndr). Allenarsi è un impegno forte, fisico e psicologico, che richiede grande passione. Ormai ci avviciniamo al momento delle gare. A fine novembre faremo i test: il 21 dicembre mi aspetta la prima gara, a Carezza (Alto Adige, ndr) e farò del mio meglio per esserci, come atleta e come valtellinese.


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«RINGRAZIO BORMIO PER IL BRONZO OLIMPICO» di Katia Zini Devo ringraziare Bormio, se ho vinto una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Torino, nel 2006. Perché, pur essendo di Livigno - luogo straordinario per bellezze naturali e impianti sciistici - per allenarmi sono stata costretta a fare la pendolare, in mancanza di un Palazzetto del ghiaccio. Questo fatto mi ha sempre rammaricata e, purtroppo, i miei appelli sono sempre caduti nel vuoto. Comunque, dicevo, ho trascorso gran parte della mia vita da ragazzina e da giovane donna tra Livigno, a Bormio. Mi sono avvicinata al pattinaggio di velocità - la mia specialità agonistica è stata lo short track - attorno ai nove anni. È stata mia cugina Mara, con la quale condivido il bronzo olimpico, più grande di me di due anni, a convincermi a seguire quella strada. Prima avevo provato un po' tutti gli sport invernali, se non che, gli allenatori si accorsero che nel pattinaggio di velocità andavo forte. Ma soprattutto, a credere in me, è stata Laura Callegher, straordinaria e tostissima allenatrice, a cui va l'80% della mia medaglia olimpica Se ci ripenso, sono stati anni faticosi, ma esaltanti. Mi capitava di fare l'autostop alle 11 di sera per tornare a casa,

tanto era l'impegno che mi richiedeva questo sport. Se ho un rammarico, beh, riguarda la scuola, perché ho dovuto lasciare gli studi al secondo anno di scuola alberghiera: dovendo andare a Bormio non riuscivo a gestire allenamenti (2-3 ore al mattino e al pomeriggio), lezioni, compiti. Ringrazio la Valtellina perché mi ha forgiato il carattere. A Torino, soltanto dopo essere scesa dal podio, ho realizzato quanto i giorni passino veloci, tra sacrifici, fatiche, alti e bassi. Ma quando arriva quel tipo di vittoria, compensa ogni cosa. Non a caso ho dedicato il bronzo ai miei genitori, ai due fratelli, a Romina, ai miei meravigliosi nipotini Thomas e Mattias e naturalmente al mio fidanzato Elia!! Non si diventa ricchi con questo sport, anzi non si vive proprio: dovevo dipendere dalla mia famiglia, prima di entrare nell'Esercito, che ancora oggi ringrazio per il sostegno avuto e da cui mi sono congedata quando ho lasciato l'agonismo. Adesso lavoro in un negozio di abbigliamento e attrezzatura sportivo a Livigno e tempo permettendo mi pia-

ce trasmettere ai ragazzi lo sport che ho sempre amato mi dà parecchia soddisfazione. Certo, se a Livigno ci fosse il Palazzo del ghiaccio, sarebbe tutta un'altra cosa.

Chi è Katia Zini, classe 1981 Dove vive A Livigno Attività Ex atleta della Nazionale di Short Track. Impiegata e insegnante di pattinaggio. Vittorie Medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Torino 2006, nella staffetta 3.000 metri con Marta Capurso, Arianna Fontana, Cecilia Maffei e la cugina Mara Zini.


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VALTELLINA SUL PODIO!

«L'EMOZIONE DI SCIARE SU UNA PISTA TUTTA MIA» di Giorgio Rocca A pochi mesi di vita i miei genitori si sono trasferiti a Livigno, in Valtellina e da lì è iniziata la mia vita in questa splendida terra. Crescendo ho avuto l'opportunità di sciare con lo sci club locale, grande è stata la fortuna di avere le piste a due passi da casa, ricordo che con gli sci ai piedi raggiungevamo le piste dalla porta di casa, d'inverno praticamente si stava quasi tutti i giorni sulle piste. Crescendo ho imparato, grazie all'esempio di tenacia delle persone della valle, a non mollare mai, ad imparare dagli errori ed utilizzarli per uscirne ancora più forte. Tutte queste esperienze mi hanno portato a

Percorso per specialisti crescere sia come persona che come atleta, portando mi a vivere e viaggiare in tutto il mondo. Le piste che preferisco in Valtellina sono la Polvere e ovviamente la Giorgio Rocca nella mia Livigno!!! La Valtellina mi ha formato molto caratterialmente oltre ad avermi fatto crescere sano lontano da brutte strade e amicizie che rovinano adolescenti e giovani. Lo sport è una vita diversa ma il fatto di averla avviata in Valtellina ha sicuramente aiutato in modo estremamente positivo!!

CHI SCENDE VEDE "NERO" MA CHE BRIVIDI BIANCHI Avere una pista che porta il proprio nome, per un campio ne dello sci, è un po' come, per un astronomo, aver intitolata una galassia o, per un naturalista, denominare una pianta o un insetto. Insomma (come Deborah Compagnoni) il campione livignasco è entrato a passo di slalom nella storia degli sport invernali, grazie al percorso dalla lunghezza di 1383 m e un dislivello di 446 m. con una pen denza media del 32%, che s'impenna fino al 57%. Pensata principalmente per sciatori esperti (per le curve, le variazioni di pendenza), con difficoltà "nera", la Pista Giorgio Rocca, inaugurata nel febbraio 2011 nel comprensorio del Mottolino, è già una meta degli appassiona ti. A partire dallo stesso campione, che lo confi da ai lettori de "La Provincia" in questo scritto esclusivo. V. Fis.

Dove vive A Lugano

ha partecipato al reality "Pechino Express" di Rai2. Dirige un'accademia di sci itinerante. Sitoweb: www.giorgiorocca.com

Attività Campione di sci, si è ritirato nel 2010. Commentatore televisivo,

Vittorie Mondiali: 3 bronzi (slalom speciale a Sankt Moritz 2003;

Chi è Giorgio Rocca, 37 anni

slalom speciale, combinata a Bormio 2005). Coppa del mondo: vincitore dello slalom speciale nel 2006; 22 podi: 11 vittorie (tutte in slalom speciale), 7 secondi posti, 4 terzi posti.


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VALTELLINA CONSIGLI DA CAMPIONE

SI VINCE IN SICUREZZA SUL FILO... DI ARIANNA I SENZA si deve divertire, ma non si deve mai MA scordare che ci sono anche gli altri. Per stare in sicurezza sulla neve, L'attenzione e il rispetto sono inquale che sia lo sport invernale dispensabili, specie oggi che le che si pratica, la prima regola riIl casco I parastinchi tecnologie consentono prestaguarda il casco, specialmente se zioni di notevole velocità, sia con si è alle prime armi. Quand'ero picgli sci, sia con la tavola da snowcola, finivo sempre a terra; non so board. Un altro livello di allerta ridire quanti colpi ho preso: se non avessi avuto il casco, probabilmenEVITARE guarda il fuori-pista: bisogna semDA pre considerare se il brivido della te mi sarei fatta molto male. Ma antrasgressione vale la pena, perché che ginocchiere e parastinchi sole conseguenze possono essere Il fuori-pista no alleati formidabili contro i Ogni molto pesanti, anche in luoghi aptraumi, specie quando si è distrazione parentemente magnifici, dove piccoli, sulla neve cotutto sembra possibile. me pure sul ghiaccio. È un errore anche pensare di esDa bambina facevo sere al top della forma o consideun po' tutti gli sport, UONA IDE anche garette di A rarsi degli atleti. Attenzione. MeAB glio prepararsi, prima di arrivare sci, un po' di slaAndare sulle piste, con un po' di palestra, lom. Oggi contiin palestra prima per allenare i muscoli. Prendere nuo ad essere apdi sciare qualche lezione, infine, può espassionata alla o pattinare sere un valido punto di partenza neve e mi piaceper godere al massimo delle vacanrebbe misurarmi con ze, con la possibilità di un effettivo milo snowboard, perché i movimenti sono abbastanza si- glioramento del proprio livello. Queste mie mili a quelli del pattinaggio di riflessioni valgono in particolare per i genivelocità, lo short track, la mia spe- tori, perché si consiglino con i maestri sull'età cialità agonistica. Dico questo per giusta per avviare i figli allo sci o al pattinagarrivare alla seconda regola base gio. Io ho iniziato a quattro anni: da allora, per la sicurezza: sulla neve ci si può, ci non ho più smesso.

Chi è Arianna Fontana, 22 anni Dove vive A Berbenno in Valtellina Attività Atleta delle Fiamme Gialle, campionessa dello short track . Vittorie Vincitrice della Coppa del Mondo di short track nel 2012, specialità 500 m; medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Torino, nella staffetta 3000 m, la più giovane atleta italiana sul podio negli sport invernali.

L

di Arianna Fontana


VALTELLINA CONSIGLI PER UN LOOK DA CAMPIONE

FUTURIBILE O VINTAGE LA DISCESA È HI-TECH

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OCCHIO AI DETTAGLI In occasione del 60esimo anniversario, Moncler lancia con Mykita i nuovi occhiali da sole Lionel ispirati agli alpinisti degli anni Cinquanta con lenti tondeggianti ad alta protezione dalla luce.

di Serena Brivio Tuffo nel futuro o nel passato? La stagione 2012 è all'insegna degli opposti. Sulla neve ci si presenta abbigliati come astronauti o sciatori degli anni Cinquanta. Nel primo caso la ricerca tecnologica offre tute in nylon paracadute riciclato e spalmato d'argento in grado di sfidare anche le più basse temperature. Come le giacche di Stone Island dotate di leggerissime ma iperprotettive membrane idrorepellenti. Ricompaiono le fantasie mimetiche di gusto militare, sempre in tessuti hi-tech. I colori, pur prediligendo tinte scure come il grigio, che sfuma fino all'antracite, si accedono inaspettatamente anche di aranci, verdi, rossi e blu elettrici. Ispirazione spazio anche per l'ultima generazione di caschi e scarponi, dalla linea aerodinamica. L'opzione retrò predilige caldi gilet di pelliccia, sopra tute e giacche anni'70. La palette cromatica parte dai bianchi invernali e dai silver. Colli e cappucci sono bordati di prezioso pelo. Tornano in voga anche le sciarpe e i guanti di lana, ricoperti di borchie e pietre, come la maschera tempestata di strass per brillare sulle piste. Accessori perfetti per i griffatissimi sci Chanel.

STILE ARTICO Woolrich Jhon Rich & Bros celebra il 40esimo anniversario dell'Original Arctic Parka, il capospalla nato nel 1972 per proteggere dal freddo i lavoratori degli oleodotti in Alaska con una limited edition in speciale cotone in grado di mantenere il calore del corpo fino a -40°.

SCARPONI da sci (donna) di Dalbello.

GIACCONE Briko ideale anche per sci nordico.

IL PASSATO RITORNA

SCI da snowboard

e da discesa, graffiti style, di Rossignol.

MOFFOLE imbottite di Leki,

isolanti e a tutto design.

Willy Bogner celebre l'ottantesimo compleanno con una collezione Heritage che combina, dalle tute ai caschi, riferimenti del passato e silhouette moderne. Anche Carrera (nella foto) punta a questo mix. (A cura di Serena Brivio)


VALTELLINA DA CONOSCERE UN MISTERO A PALAZZO

IL PAESE DEI PRESEPI È Talamona, nelle vicinanze di Morbegno, dove si ammirano una quindicina di presepi, realizzati dagli abitanti, nei più suggestivi angoli del paese. RICHELIEU A TIRANO Celebre per il santuario dedicato alla Madonna, la località offre ai turisti la possibilità di visitare il Museo Etnografico Tiranese: tra i cimeli, i paramenti del cardinale Richelieu donati al santuario nel 1636. Info: museo.tirano@provincia.so.it WEEK END DIVINI Tra le offerte del pacchetto, le più curiose sono "Nordic walking nelle vigne" (140 euro a persona) e "Experience", dove si impara a fare i pizzoccheri (130 euro a persona). Info: www.valtellina.it

C’è la più misteriosa carta geografica dell’era moderna, a Palazzo Besta di Teglio (info@teglioturismo.it), mentre Palazzo Salis di Tirano merita una visita solo per lo splendido soffitto ligneo (www.palazzosalis.com). MUSEO DELL'HOMO SALVADEGO

LIVIGNO

PASSO DELLO STELVIO

A Sacco, nel Comune di Cosio Valtellino, all’imbocco della Valgerola, a 700 m s.l.m., è aperto un museo dedicato alla presenza nella “camera picta” di Sacco, di un affresco dell’Uomo Selvatico. Per una visita, contattare il custode, signor Vaninetti – abitazione accanto al Museo in Via Pirondini 14 – tel. 0342 617028. Ingresso: gratuito

VALDIDENTRO BORMIO

MADESIMO SANTA CATERINA CAMPODOLCINO

SONDALO CHIAVENNA GROSIO

MONTE DISGRAZIA

GROSOTTO CHIESA VALMALENCO

BAGNI DI MASINO TIRANO MONTE SPLUGA

PONTE IN VALTELLINA

VILLA DI TIRANO TEGLIO

SONDRIO

MORBEGNO

CHIURO APRICA

TALAMONA

La cartina è un'elaborazione Consorzio per la Destinazione Turistica Valtellina su base Charta Itinerum - Regione Lombardia. Si ringrazia il Consorzio Valtellina Turismo e, in particolare, Andrea Gusmeroli, per la preziosa collaborazione.


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VALTELLINA IL GUSTO DI ESSERE BAMBINI

GRAN DIVERTIMENTO IN FORMATO BABY di Anna Piazzi Scuola di sci, divertimento, amicizia con i coetanei. Sono i tre ingredienti dei kindergarten & baby park che la Valtellina offre alle famiglie con bambini, in sei località. A Livigno, il Kinder Club Lupigno accoglie bambini dai 3 anni in su, per tutto il giorno o mezza giornata: si impara a sciare con i maestri e con la mascotte Lupigno. Il corso dura 6 giorni, da domenica a venerdì (info e costi su www.scuolascicentrale.it). Al Kindergarten M'eating Point Mottolino, a quota 2400, i bambini dai 3 ai 7 anni possono imparare a muoversi sugli sci, con personale qualificato. Servizio gratuito, tutti i giorni dalle 10 alle 16 (sabato non assistito). Al Centro Prima Infanzia Pollicino, aperto a bimbi dai 3 mesi ai 3 anni, si punta a proposte educative, ludiche, psicomotorie, con momenti formativi per i genitori (Info: Apt Livigno: 0343052200). A Santa Caterina Valfurva, il Miniclub La Marmotta offre un pacchetto scuola sci e miniclub, minimo 6 giorni: info e costi sul sito www.santacaterina.it. A Bormio, la Scuola di sci Contea di

Bormio, a Bormio 2000, propone - accanto ai corsi tradizionali per piccoli dai 3 anni in su, dalle ore 10 alle 16 - anche un parco giochi sulla neve e un "asiloneve" coperto (info e costi: 222.scuolascibormio.it). La Scuola sci Gallo Cedrone offre il servizio di kindergaten (info: www.scuolascicedrone.it). A Madesimo il Baby Park Larici prevede due settori: uno è dedicato ai bambini con gli sci, l'altra per i piccini muniti di bob, slittini e gommoni. Gratuito l'ingresso, riservato a bambini fino ai 10 anni di età, con casco di sicurezza. Si consente l'accesso - ma senza sci o tavola - di un accompagnatore per bambino (info: 0343-53015). Si chiama "Il mondo di Balù", infine, lo spazio dedicato ai piccoli sciatori allestito dalla Scuola sci CampodolcinoMotta. Oltre a giocare a ritmo di musica, i piccoli ospiti possono sperimentare discese super, lo snowtubing e tanti giochi, sotto gli occhi dei genitori, che possono rilassarsi e prendere il sole. A disposizione anche baby-sitting per feste di compleanno. Info e costi: www.scuolascichiavenna.it e Ufficio Turistico Campodolcino, tel. 0343-50611.

CON IL "GABINÀT" È TEMPO DI DOLCETTI

Se programmate le vacanze natalizie, e avete bambini piccoli, c'è un motivo in più per andare in Valtellina. Il 6 gennaio, giorno dell'Epifania, i vostri piccoli potranno vivere l'esperienza del "gabinàt": in Alta Valle questa tradizione originaria della Baviera, che ricorda il "dolcetto o scherzetto" della notte di Halloween, è molto diffusa. La parola deriva da "Gaben Nacht" - notte dei doni - e si riferisce a un'esclamazione, diffusa dalla vigilia del 6 gennaio alla notte dell'Epifania. In Valdisotto e Valfurva la festa portava i genitori a preparare piccoli doni in fazzoletti (panét del nas), mentre i Valdidentro i bambini dovevano cercare di ottenere il "gabinàt" dai padrini. (V. Fis.)


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VALTELLINA IL GUSTO DI STARE A TAVOLA!

SUA MAESTÀ’ IL SAPORE CI INVITA A PRANZO di Edoardo Ceriani Il casaro e i suoi gioielli, per una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Sua Maestà, manco a dirlo, è il Bitto, il re dei formaggi che significano Valtellina nel mondo. L'antica tecnica di lavorazione negli alpeggi di alta montagna di Valtellina e Valchiavenna lo rende uno dei prodotti più stagionabili di tutti, con un invecchiamento da record, anche al cospetto delle eccellenze francesi. Il disciplinare è rigidissimo e regala ancora più qualità a un formaggio che - dolce

nell'anno di produzione - diventa un'autentica chicca per palati fini nel corso della sua maturazione (che può durare anche dieci anni). Ideale accompagnato da confetture di frutta, si sposa alla perfezione con lo Sforzato, il vino da meditazione per antonomasia della Valtellina, ma è anche spesso e volentieri l'ingrediente principe di pizzoccheri e crespelle. Insieme al Bitto, si fregia della Dop anche il Valtellina Casera, al-

tro piatto forte della tradizione casearia sondriese. È il tipico formaggio semigrasso di latteria, prodotto esclusivamente con il latte proveniente dagli allevamenti della provincia. Il Casera giovane ha sapore dolce e lo si trova in tutti i piatti valtellinesi, dai pizzoccheri agli sciatt. Stagionato, assume un sapore più ricco e fa bella figura su tutte le tavole più importanti. Completano il quadro delle eccellenze lo Scimudin e altri formaggi lavorati secondo le tecniche di produzione storiche. Per ognuno di loro un piatto (e un vino) di accompagnamento, e non solo d'estate visto che la produzione si prolunga per tutto l'anno.

E TUTTA LA VALLE MORDE LA MELA

Il consorzio con marchio "Melavì", con i suoi mille produttori, commercializza la mela di Valtellina, che dal 1° marzo 2010 ha ottenuto il riconoscimento Igp (Indicazione geografica protetta) dall'Unione Europea. Estesa tra il fondovalle di Sondrio, fino all'area intorno a Tirano, questa produzione di spicco internazionale (20 milioni di kg venduti all'anno a un milione di consumatori), conta numerose specie: "Golden Delicious" e "Stark Delicious", le più diffuse; la mela Gala, la mela Morgenduft e la mela Fuji. La "Mela di Valtellina" si contraddistingue per colore e sapore particolarmente accentuati, polpa compatta ed alta conservabilità. (V.Fis.)


VALTELLINA IL GUSTO DI STARE A TAVOLA

25 IL PARERE DEL CRITICO

«BRESAOLA, UN FUTURO SCRITTO NELLA TRADIZIONE» di Vittorio Tarantola* La bresaola è uno dei prodotti più interessanti della gastronomia lombarda. Viene realizzata con il taglio della parte posteriore del manzo (sottofesa, magatello, punta d'ancascamone), impiegando carni magre. È un prodotto straordinario per chi segue una dieta ipolipidica, per le particolari caratteristiche organolettiche. Per quanto mi riguarda, utilizzo bresaola prodotta dai salumifici artigianali valtellinesi, che lavorano carni di prima scelta e con quantità molto basse o pressoché assenti di anti-ossi-

danti (nitrato di potassio, codice E 252 ), ingrediente usato come conservante per mantenere le carni rosse. Ciò che rende più all'avan-

Vittorio Tarantola

Le nostre ricette

guardia la bresaola, oggi, è una sorta di ritorno al passato: conta sempre di più che gli animali siano allevati in modo sano e che le carni siano lavorate preservando al massimo la materia prima. L'innovazione, insomma, sta nel ridurre quasi a zero l'impiego di conservanti. Nelle produzioni artigianale si possono trovare versioni con note affumicate, metodo scelto sia per migliorare la conservazione, che per dare maggiore personalità. (*Chef, proprietario del ristorante Tarantola di Appiano Gentile, Como)

«MAGLIE STRETTE SU QUESTI GIOIELLI»

Edoardo Raspelli * Sono sempre stato molto franco con gli amici valtellinesi. Per tenere alta la qualità, relativamente a gioielli di grande prestigio (bresaola e formaggi), che giustamente hanno fatto la fortuna di questa zona d'Italia, la targa è indispensabile. Bisogna che i valtellinesi arrivino a un saggio accordo tra le piccole e le grandi produzioni. Non ci si dimentichi mai di questo: occorrono maglie strette, bisogna non allargarle per far sapere al consumatore cosa mangia. Poi, per quello che riguarda la promozione, tutto va benissimo: lo spazio c'è. (Testo raccolto) (* Enogastronomo, conduce "Mela Verde" su Retequattro)

GELATO DI POLENTA Ingredienti:

ANTIPASTO CROCCANTE

❍ bresaola ❍ pasta sfoglia ❍ latte, farina di polenta, uova, panna, vaniglia e zucchero ❍ vino Sassella (uva chiavennasca Nebiolo) ❍ miele di Valtellina ❍ cannella, cioccolato fondente

Ingredienti:

Preparazione

❍ bresaola ❍ sedano bianco, noci, valeriana ❍ cagliata latte di capra ❍ pane di segale ❍ pepe nero

Disidratare la bresaola in forno, a 60°, poi frullarla molto sottile (come il pepe macinato). Per il gelato: realizzare la polenta, facendo attenzione che non si formino grumi, facendola cuocere per 45 minuti nel latte, con una stecca di vaniglia. Preparare una crema con tuorli d'uovo, panna, latte polenta e zucchero. Con la pasta sfoglia realizzare un disco sottile, spolverato con zucchero di canna, passare al forno per la cottura, avendo cura di ben caramellare la sfoglia. Sopra la sfoglia adagiare il gelato di polenta, la bresaola polverizzata. Il piatto verrà ultimato con la spuma di cioccolato fondente e fili di ristretto di Sassella e miele della Valtellina .

Preparazione La bresaola viene accompagnata da un'insalata di sedano bianco, con noci e valeriana. Il sedano bianco, tagliato sottile, a fiammifero, è molto scenografico dopo essere stato immerso in acqua e ghiaccio. Servire con un condimento, a base di un'emulsione di olio d'oliva e aceto balsamico, ed un cucchiaio di cagliata e cialde croccanti di pane di segale.

(Ricette originali, ideate dallo chef Vittorio Tarantola per "La Provincia")


VALTELLINA il gusto di stare a tavola

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CULTURA DEL VINO DA GRANDE SCHERMO di Bernardino Marinoni

QUATTRO BRINDISI, PER TRE BICCHIERI

Un'antica confidenza unisce Ermanno Olmi alla Valtellina ed è appena il caso di ricordarne i docuSono quattro i vini valtellinesi premiati quest'anno con i "Tre bicchieri", mentari sui cantieri idroelettrici culovvero il premio conferito dalla guida del Gambero Rosso, minati in "Un metro lungo cinque" il riconoscimento enologico che negli anni si è rivelato come il più (1961) dedicato alla costruzione delprestigioso in Italia. la diga del Reno di Lei. È il cortometraggio La locandina "Rupi del vino" (2009) nel quale la dimensione SFORZATO DI VALTELLINA tecnologica del cinema SFURSAT 5 STELLE 2009 NINO NEGRI "industriale" del regista cede a quella umanistica Si tratta di una delle etichette manifestando quell'attenpiù celebrate della Valtellina. Il "Cinque stelle" ha ricevuto zione all'uomo che sarà la sempre più consensi ed è deficostante (anche) dell'attinito uno dei vini rossi d'eccelvità documentaristica di lenza in Italia. Ermanno Olmi e che si ritrova in "Rupi

SFURZAT DI VALTELLINA 2008 RAINOLDI Da anni la famiglia Rainoldi di Chiuro punta sull'alta qualità: la capacità di scegliere le uve provenienti dalle migliori zona della Valtellina per lo Sfursat ha permesso la realizzazione di questo grande vino.

VALTELLINA SUPERIORE RISERVA 2009 DIRUPI La faccia giovane della Valtellina: Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini rappresentano le nuove leve della provincia di Sondrio, con vini veri e genuini che stanno conquistando critica e consumatori.

VALTELLINA SUPERIORE RISERVA 2009 MAMETE PREVOSTINI Mamete Prevostini riesce sempre a dare una "zampata" vincente: questo Valtellina Superiore riserva 2009 è l'ultimo in ordine cronologico di una serie di vini potenti ma eleganti, nello stile che lo contraddistingue da anni. (A cura di Raffale Foglia)

del vino" (2009) girato sui terrazzamenti retici, prova di quella viticoltura che in Valtellina non è un luogo comune definire eroica, frutto dello spazio conquistato pietra su pietra di muretti a secco sui costoni di montagna, poi colmati di terra per mettervi a dimora la vite. Pendici irte di una nervatura di filari contrassegnano un paesaggio nel quale l'uomo lascia il segno vivo di un lavoro antico del quale Olmi si fa testimone: la sua macchia da presa racconta la cultura del vino nell'accezione che è propria dei terrazzamenti, una pratica di architettura primitiva che asseconda il territorio senza violarlo, richiede la pazienza dei tempi lunghi della coltivazione della vite, dispone di una sapienza rurale che è propria dell'agricoltura come somma di artigianato, sfocia nella valorizzazione di un patrimonio naturale il cui esito è l'eccellenza vinicola valtellinese. "Rupi del vino" può considerarsi una costola di un altro documentario, collettivo ma del quale Olmi è stato ultimo artefice, quel "Terra madre" del quale riprende la nostalgia della civiltà contadina, l'amore per i frutti della terra, la riproposta del patto che lega l'uomo alla natura. Ed un espresso tributo a «quei pochi che il vino lo coltivano, ne curano i frutti e lo producono». Parole di Olmi medesimo, a maggior gloria di viticoltori e vinificatori valtellinesi, nelle note di regia del documentario dove il regista evoca il momento del vino della sua stessa infanzia, «vissuta con partecipazione diretta al rito» di cui resta l'eco in un documentario Super 8 del 1984 di Ilde a Mario Testorelli: a Grosotto è tempo di vendemmia, l'uva è portata in paese nelle "brente", pigiata coi piedi (come documenta un filmato d'epoca di Andrea Tam), mentre le vinacce sono torchiate da un argano risalente al '400 che funzionava fino a pochi anni prima che il Centro di cinematografia scientifica del Politecnico di Milano salvaguardasse tra altri filmati del passato rinvenuti in terra di Lombardia, le immagini di un lavoro che è scomparso.


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VALTELLINA PIACERE!

ALLE TERME VOGLIA DI RELAX TUFFO NEL PASSATO ROMANO IN QUELLE ACQUE SI FACEVANO AFFARI di Eva Cantarella * Alle terme, i romani non andavano soltanto per per svolgere attività fisica o per passare il tempo. I bagni e lo sport erano anche e forse soprattutto un pretesto. Alle terme, senza bisogni di appuntamenti, si poteva incontrare un debitore al quale chiedere che restituisse il prestito, si poteva avvicinare un ricco conoscente dal quale si sperava di ottenere un mutuo, si poteva incontrare una persona con cui si voleva concludere un affare, si potevano stringere nuove relazioni, che potevano sempre rivelarsi utili. E per finire si facevano nuove conoscenze femminili e si incontravano donne che si desiderava frequentare: gli stabilimenti infatti erano aperti anche alle signore, e anche quando (quantomeno a Roma) venne stabilito che esse potessero prendere i bagni solo in orari speciali, riservati a loro, l' accesso a tutti gli altri ambienti dello stabilimento rimase aperto ad ambedue i sessi. (* Professore di Diritto romano, Università Statale di Milano)

di Serena Brivio Sport&fitness: connubio d'eccezione per mantenersi sani e belli. La vacanza può essere la miglior occasione per rimettersi in forma. I Bagni di Bormio Spa Resort ripropongono lo stile di vita degli antichi romani che affidavano all'acqua il recupero psicofisico. Ai due Centri SPA&benessere, si aggiungono due alberghi storici, vincolati dalla Sovrintendenza alle Belle Arti e riportati con un sapiente restauro conservativo al loro antico splendore, il tutto immerso in un parco botanico di 40 ettari. I Centri nel loro complesso offrono oltre sessanta differenti tipi di pratiche termali, comprese vasche e piscine all'aperto accessibili 12 mesi all'anno, anche sotto una abbondante nevicata, per vivere l'emozione di una calda immersione circondati dalla neve fresca. I due Centri sono suddivisi in vari settori con differenti percorsi termali. Idromassaggi, fanghi, docce di Vichy, vasche relax, percorsi di riflessologia plantare, cascate a intensità differenziata, idrogetti, cascate di ghiaccio, vasche prendisole, tinozze in legno, vasche in marmo rosa, saune, bagno turco, stanze a vapore, sale relax e con cromoterapia, piscina panoramica e grotta sudatoria naturale che si spinge all'interno della montagna per oltre 50 metri fino a giungere a una delle sorgenti, sono alcune delle pratiche offerte. Le acque termali - citato da Plinio Il Vecchio e celebrato da Leonardo Da Vinci (a destra nelle foto, ndr) - sgorgano naturalmente calde (a una temperatura compresa fra i 37° e i 43° gradi) dalla viva roccia delle nove sorgenti che si trovano all'interno del Parco dei Bagni ed hanno proprietà: disintossicanti e rilassanti per chi ricerca un momento di stacco dallo stress del quotidiano in città; rigeneranti e tonificanti dopo una giornata di sci sui numerosi impianti o percorsi sportivi dell'Alta Valtellina. I due Centri sono annessi ai due hotel, ma è consentito anche a chi non è ospite di accedervi attraverso ingressi indipendenti per regalarsi qualche ora o un'intera giornata di coccole.


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VALTELLINA INSOLITA

FOLLIE D'ALTA QUOTA QUI VOLA LA FANTASIA di Serena Brivio Una follia? Certo. Una volta però si può fare. Magari per festeggiare un anniversario. Certamente è un'emozione unica sorvolare in elicottero panorami preclusi a più. La traversata parte da Sondrio per arrivare sulle più spettacolari vette, alla conquista del cielo. Sotto, l'occhio scorre su un paesaggio da favola che si snoda fra altissime pareti e spettacolari torri rocciose, valli immacolate e laghetti ghiacciati. Tra i percorsi più suggestivi proposti dalla società Elitellina il giro delle Orobie: raggiungendo lo spartiacque fra Sondrio e Bergamo si ha la possibilità di ammirare la pianura Padana fino all'Appennino piacentino, il monte Rosa, il Cervino e la curvatura dell' arco alpino fino al Monviso. In alternativa il giro della Valmalen-

co: in questo caso si possono osservare i numerosi bivacchi e rifugi mete di famosi scalatori e guide alpine, il gruppo del Bernina con una vista mozzafiato sull'Engadina. Costo di entrambi i voli per 5 persone 20 minuti: € 528,00 iva compresa. Gli sciatori più esperti possono farsi depositare su qualche cima raggiungibile solo marciando con le pelli di foca per lanciarsi in un'inebriante discesa fuori pista, in un silenzio surreale. Fondamentale avere dimestichezza con la neve fresca e farsi accompagnare da una guida esperta. Possibile anche il volo turistico in mongolfiera, su prenotazione (Associazione Team Manzù, 0342-511046; www.teammazzu.com)

L’idea in più

SULLE SLITTE DEL GRANDE NORD

Un romantico brindisi nella magica atmosfera del Grande Nord. Si può, rendendo ancora più speciale un appuntamento. In località Arnoga (30 minuti in auto da Livi-

gno) è attivo il Centro Italiano Sleddog Husky Village. Su slitte trainate dall'indomabile spirito dei cani da slitta si possono vivere momenti indimenticabili in scenari di indescrivibile bellezza. (S. Bri.)


VALTELLINA BY NIGHT

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LA NOTTE METTE CIASPOLE E SCI di Edoardo Ceriani Tenera è la notte, soprattutto se il tanto che si è fatto durante il giorno non basta. E l'inverno di Valtellina e Valchiavenna attende a braccia aperte gli appassionati in cerca di emozioni forti. Condizione numero uno, la voglia di divertirsi, perché la neve è adrenalina allo stato puro anche quando cala il sole. E allora, riflettori accesi o chiar di luna che siano, c'è soltanto l'imbarazzo della scelta. Ciaspole o sci da alpinismo ai piedi, gli itinerari e gli appuntamenti sono innumerevoli. Non c'è infatti località turistica, da Madesimo a Livigno (passando per la Val Gerola - la Valmalenco, Aprica, Bormio, Oga e la Valfurva) - che non offra un itinerario o una guida per chi vuole fare da solo o in compagnia. Ma il vero punto di riferimento di queste ultime stagione è lo sci da discesa in notturna. Come in tutte le grandi stazioni del'arco alpino, ci si è organizzati per non far mancare nulla. Prendete Bormio, ad esempio, che accende la Stelvio - la pista dei campioni e della libera di Capodanno - tutti i giovedì, quando dalle 20 alle 23 sarà possibile sciare partendo dall'arrivo della cabi-

novia Bormio 2000 allo Ski Stadium in paese. Il prezzo dello ski-pass è di 14 euro scontato del 50% per i possessori di Welcome Card e residenti in Provincia di Sondrio. Ma Bormio ha vicini organizzatissimi. È il caso, ad esempio, di Santa Caterina Valfurva, dove dal 27 dicembre si scenderà sotto le stelle al martedì, dalle 20.30 alle 23. La pista illuminata a giorno sarà quella intitolata a Deborah Compagnoni e i prezzi della tessera sono gli stessi di Bormio. A Livigno, invece, riflettori puntati sul versante dal Carosello, con partenza direttamente dal paese. Giorno scelto, anche in questo caso, il giovedì con orario dalle 20.30 alle 22.30. Non si tira indietro Madesimo, al top serale grazie alla pista Pianello/Montalto (si scia con 10 euro). La cabinovia funzionerà dalle 18.30 alle 22.30 e alle 22.30 sarà l'ultima corsa in salita. Alle 22.45 chiusura pista. I periodi di apertura dello sci notturno sono l'8 dicembre 2012, le vacanze di Natale (27 e 29 dicembre, 2 gennaio 2013), tutti i sabato dal 5 gennaio al 9 marzo, tutti i mercoledì di febbraio (6-13-20-27) oltre alle aperture extra di mercoledì 6 marzo e sabato 23 marzo.

Foto Rigamonti - Archivio La Provincia

NEVE E FIACCOLE Tradizione amatissima dai turisti, le fiaccolate di San Silvestro si tengono in tutta la Valtellina, alla vigilia del nuovo anno e in giorni particolari, nel cartellone delle Feste. Le guidano i maestri di sci, che scendono dai fianchi delle montagne disegnando, con le fiaccole, coreografici serpentoni di luce.

NATALE & VIN BRULÉ I presepi viventi sono rappresentati la sera della vigilia di Natale in numerose località della Valle: a Caspoggio, in Valmalenco, nel vecchio nucleo del paese, la caratteristica “Truna”; a Lanzada, la frazione Vetto, in Valmalenco, a Natale diventa un grande presepe; a Gerola Alta, nell’omonima valle alle spalle di Morbegno, di fronte alla chiesa prende vita un piccolo mondo antico. Dopo la Messa, vin brulé a volontà per riscaldarsi.


VALTELLINA IN PASSERELLA

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HI-TECH, CLASSICA, CHIC QUI LO STILE SI FA IN TRE di Serena Brivio Di ski-style non c'è n'è uno solo: per certi versi l'abbigliamento d'alta quota deve ispirarsi al luogo scelto per la vacanza. In questo, la Valtellina fa tendenza. Ti piace Bormio? Allora l'appeal techno-retrò è quello che fa per te. Come nel resto del guardaroba, molte collezioni partono dagli anni '20, aggiornati con materiali d'avanguardia. La giacca a vento da indossare è sciancrata e color ghiaccio, con ricco collo o cappuccio di piume di struzzo, oca, fagiano ed emù. Ai piedi winter boots coordinati. A completare l'oufit, occhiali "spaziali" con effetti cangianti. Preferisci l'atmosfera più rilassata di Santa Caterina? Riscopri il fascino dei pullover fatti in casa accoppiati con uno strato di pile antifreddo e antiacqua. O giacche in lane scozzesi e tweed, ultrafunzionali grazie a speciali membrane e termosaldature, abbinate ai pantaloni alla zuava dei primi sciatori e scarponcini da trekking. Sei un habitué di Livigno? Punta su completi più active, in tessuti giapponesi ad alte prestazioni, come il nylon trilaminato del nuovo giubbotto da tempesta. O duvet in piuma d'oca e volumi a uovo, studiati per agevolare i movimenti. Inserti rinforzati in cordura sulle spalle, dove si appoggiano gli sci, e nei punti di maggiore usura. Accessori consigliati: occhiali da sole a specchio, cintuMai senza i pullover fatti re con portamonete in casa (Lila) applicato, cuffie e doe gli scarponcini posci duvet. da trekking

L’ESTETICA DEL PIUMINO Tre consigli di Remo Ruffini, presidente del marchio Moncler

Si fa presto a dire piumino, ma è l’imbottitura a fare la differenza. La miglior qualità di piuma d’oca è francese: morbida, lieve e soffice come non mai.

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(Meindl).

2 Punta su completi più active e su piumini a forma di uovo (Colmar). Gli occhiali? A specchio di Chanel.

L'appeal è techno-retro. Sempre linee d’avanguardia. Borsa e scarponcini Moon Boot.

Il piumino à la page coniuga il suo spirito sportivo con la tradizione sartoriale, diventando un pezzo unico.

Grazie alla continua ricerca, i materiali si sono alleggeriti assicurando massima performance tecnologica e perfezione estetica: oggi una giacca da sci pesa come un telefonino.

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(A cura di Serena Brivio)


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VALTELLINA Intinerari ai margini

PIANI DI BOBBIO LA GITA OLTRE CONFINE di Anna Piazzi Da una neve all'altra. Chi cerca un'idea "bianca" per una gita - di una giornata o più - ai confini della Valtellina, per conoscere meglio l'offerta invernale della Lombardia, può sperimentare gli impianti dei Piani di Bobbio, in provincia di Lecco. Scoperta dagli sciatori, per lo più milanesi, negli anni Cinquanta, grazie alla seggiovia e poi della cabinovia da Barzio, la località si è imposta alla fine degli anni Ottanta, con il collegamento delle piste lecchesi con quelle di Valtorta, il versante bergamasco. Dal 2010 è in funzione una seggiovia quadriposto ad agganciamento automatico: nei prossimi anni verranno realizzate altri impianti del ge-

nere, la Nava-Bobbio, la Nuova Orscellera, in sostituzione della seggiovia monoposto, e la Valle dei Mughi. Con quattro seggiovie e tre skilift, oltre alla varietà delle pendenze, dai campo scuola alle piste "nere" dell'Orscellera e di Valtorta, vengono serviti 35 km di discese. Tra le tipologie di sport invernali praticati, segnaliamo lo sci nordico, con la pista da fondo "Rododendro", 1700 m, omologata per gare nazionali e internazionali. Gli appassionati sanno che qui si può sperimentare il "telemark" o tecnica del "tallone libero", sentendosi più liberi nelle discese. Per informazioni su scuole di sci, ricettività, eventi, collegamenti, si veda il sito: www.pianidibobbio.com

TIRANO-ST MORITZ SUL TRENINO ROSSO Altre nevi ai confini sono quelle svizzere di St. Moritz, sperimentabili con il suggestivo Trenino Rosso, che unisce Tirano a St. Moritz. Il viaggio avviene lungo la Ferrovia Re-

tica, la terza al mondo iscritta al "Patrimonio mondiale Unesco": le pendenze del 70 per mille offrono una vista mozzafiato. Il treno supera i 2253 m del Passo Bernina e discende poi verso St. Moritz, la perla dell'Engadina. Pochi chilometri dopo aver lasciato Tirano,

il treno supera il viadotto elicoidale di Brusio. Oltrepassata Poschiavo, raggiunge Alp Grüm (2091 m), eccezionale punto panoramico. Superato il valico del Bernina offre la vista sull'imponente ghiacciaio del Morteratsch e sul gruppo montuoso del Bernina, con i suoi "quattromila" scintillanti di nevi eterne. A Pontresina, si dirama la linea per Samedan-Coira. Pochi chilometri ancora e raggiunge St. Moritz. Info: 0342 701 353-+41(0)81 288 54 41 tirano@rhb.ch . (A. Piaz.)


VALTELLINA ITINERARI DI CULTURA & SHOPPING

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TRA LE OPERE D'ARTE IL CIELO... SOPRA LA VALLE di Moreno Gentili* Rinunciare ad una giornata di sci in Valtellina per molti turisti? Si può e non tanto perché fa bene corroborare corpo e mente, ma perché in questo lembo di territorio lombardo che appoggia le sue pendici al lago di Como, si nascondono veri e propri tesori paesaggistici e storici, oltre che contemporanei. Vogliamo dunque itinerare per la Valtellina? Itineriamo! Iniziamo dai Bagni Vecchi di Bormio, sosta obbligata per ritemprare mente e corpo non tanto dopo una bella giornata di sci, (la provocazione sta in questo) ma proprio scegliendo di rinunciare a questa opportunità sportiva per conoscere meglio la Valtellina. La seconda tappa è Ponte in Valtellina, un luogo che conserva tracce di cultura residenziale di assoluto valore, oltre che un habitat dotato di percorsi che, volendo, portano a ristorarsi in un delizioso agriturismo quale é Il Tiglio, sito nella località San Bernardo, poco sopra l'abitato. Qui è di indubbio valore la presenza di un Osservatorio astronomico di indiscusso valore scientifico, dovuto alla scoperta di Giuseppe Piazzi nel 1801 di un

Asteroide/Pianeta quale é la stella Cerere. Considerato l'ottavo "Pianeta" per oltre mezzo secolo, grazie a quella particolare maniacalità di cui gode l'essere umano a dire tutto e il contrario di tutto, viene poi ridotto dalla comunità scientifica nazionale ad Asteroide. Dal 2006 gli eredi di tale comunità, evidentemente più aggiornati, hanno riportato la stella Cerere al rango di un "pianeta nano", esattamente come Plutone. Ponte gode anche di un ristorante omonimo dove si gode una bella vista sulle cime del Coca, montagna arcigna in cui molti giovani pontaschi hanno misurato il loro coraggio. Ultimo itinerario il Quartiere Scarpatetti di Sondrio, con visita obbligata al vicino Museo Valtellinese di Storia e Arte sito a Palazzo Sassi de' Lavizzari. Qui le tradizioni di un popolo tradizionalmente sobrio potrebbero stupire anche molti "sciatori della domenica" che sciamano in questo territorio spesso ignari di tanta cultura.

(* Scrittore e concept artist comasco-valtellinese, autore di "Milano, un'amore", Skira)

NATALE AI MERCATINI Quello dei mercatini di Natale è ormai un appuntamento fisso delle vacanze in montagna. E mai come quest'anno la Valtellina offre tante occasioni di shopping. Il Consorzio turistico Valtellina segnala, tra gli altri, quello di Livigno, dal 30 novembre al 23 dicembre (www.livigno.eu) e di Mazzo, 1 e 2 dicembre, in piazza Santo Stefano e vie limitrofe. In quest'ultima località, uno dei borghi più belli d'Italia, sono previste musica, animazione per bambini, laboratori, visite guidate ai monumenti storici, dalle ore 14 alle 22 (domenica dalle 10.30 alle 17). Da segnare in agenda anche quelli di Villa di Tirano, l'8 e 9 dicembre, alla Masun della Contrada Beltramelli; di Rogolo (8 dicembre), Ardenno (9 dicembre), Albosaggia (15-16 dicembre), Chiavenna (16 dicembre), Lovero (23 dicembre, dalle ore 13 alle 20), per le vie del paese.

Se siete a caccia di regali, Livigno vale sicuramente un blitz, per i vantaggi di zona extradoganale. La località è esente da Iva: un privilegio che risale al 1538, quando Livigno ebbe l’autonomia da Bormio. Nel 1805 Napoleone riconobbe il privilegio, confermato nel 1960 dalla Comunità europea. Vantaggioso l’acquisto di benzina, sigarette, tabacco, apparecchi fotografici e ottici. Attenzione: per le merci in franchigia è consentito l’acquisto in quantitativi limitati.


VALTELLINA DA ABITARE

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«APPARTAMENTO O BAITA CON CALDA ANIMA RETRÓ» di Vera Fisogni «Conosco la Valtellina, anche se per lavoro mi capita di occuparmi soprattutto di Piemonte-Val d'Aosta. Di certo, sempre, la casa di montagna riveste un atout particolare, specie d'inverno». Parola di Paola Marella, intermediatrice immobiliare milanese, volto di grande successo di Real Time tv, dove conduce "Cerco casa disperatamente" e "Vendo casa disperatamente". Un'esperienza confluita nel libro “Arredo casa disperatamente” (Rizzoli) giunto alla quinta edizione. Ecco i suoi consigli, in esclusiva per "La Provincia". Qual è l'appeal delle case in Valtellina, come in generale delle località di montagna? Ciò che rende speciale un'abitazione in montagna, più che mai in località di charme come la Valtellina, è il calore che riesce a trasmettere: il legno costituisce l'elemento che più ne caratterizza l'arredo, insieme alla pietra (celebri le pentole e le piastre in pietra ollare, ndr). Sono i due materiali della zona, che non devono mai mancare. Poi conta l'esposizione al sole. La luminosità rappresenta, specie nei mesi invernali, un bene prezioso nelle località alpine. Laddove questa non sia elevata, molto contano i tessuti e gli arredi, da scegliere nei colori caldi. Chi cerca casa in montagna, oggi a quali metrature si orienta? Le dimensioni non sono mai troppo grandi: questo vale un po' per tutta la nostra montagna, dalla Valtellina al Piemonte, alla Valle d'Aosta. Da sempre questa è una caratteristica delle abitazioni di montagna, specie come seconda casa, per le vacanze. Meglio investire in un appartamento, magari in paese, o in una baita ristrutturata?

Ritengo che il recupero di uno stabile antico (come i famosi “carden” valchiavennaschi, ndr) abbia sicuramente un Non solo legno: per "svecchiare" gli arredi della valore commerciale, ma socasa di montagna un po' datata, ecco alcuni pezzi prattutto trasmette qualcosa di design contemporaneo che citano i favolosi di più profondo e forte, il senanni Sessanta-Settanta, innovando i materiali. so del luogo, la sua storia. LadSono sedie e scatole policrome di Kartell, dove è possibile, io sono per con le sedute fluo di Karim Rashid. Si il recupero. A patto che, promixano perfettamente ai "pezzotti", i celebri tappeti di stracci della tradizione prio nel segno del rispetto delValtellinese dai caratteristici disegni geometrici. le radici, sia condotto con rigorosa attenzione ai materiali. Ne ho visti di molto belli, negli ultimi tempi. In Valtellina, come nelle zone alpine, gran parte delle costruzioni risale agli anni Sessanta-Settanta, quando si viveva il boom della seconda casa in montagna. Come aggiornare quello stile un po' vintage? Se abbiamo un immobile anni '70, il mio consiglio è di sfruttare al massimo questa corrente d'arredo. Le tappezzerie di quel decennio sono molto interessanti: se per caso ne abbiamo, lasciamole in parte, mentre il resto della muratura dipingiamolo con un colore che stia bene, magari aggiungendo un complemento d'arredo, un tappeD. Benetti, Dimore rurali medievali del verA. Gavazzi, M. Ghilotti, Luigi Caccia Domisante orobico valtellinese, Quaderni Valtellinioni architetto in Valtellina e Grigioni, to, valtellinese conesi, 2009, 25 euro Skira, 2011, 42 euro lorato e geomeL’architettura dell’abitazione in pietra ha una tradiArchitetto milanese , Luigi Caccia Dominioni trico, ad esemzione da scoprire, le cui radici affondano nella civiltà firmò alcune costruzioni in Valtellina, sia privapio, capace di romana. Da leggere per sentirsi ancora più "a casa" in te, sia di interesse pubblico (la Biblioteca Vanoni Valtellina. dare calore all'insieme.

ANNI ‘70 RIVISITATI

Qualche consiglio a chi ha un budget limitato a poche centinaia di euro? Qualora non si disponga di grandi cifre, valorizziamo sempre quello che abbiamo. Una vecchia poltrona può cambiare totalmente l'appeal della casa, se si sostituisce il tessuto di cui è rivestita. Mai fare contaminazioni. Ad esempio: se lo stile è rigorosamente anni Settanta, non aggiungere una lampada stravagante con le corna di cervo… Se si ha il caminetto, lo si renda il cuore della casa, magari dopo un'attenta revisione per riscaldarsi in totale sicurezza.


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VALTELLINA da rotocalco

BENVENUTI NELLA VALLE DI VIP & CELEBRITIES di Vera Fisogni Terra di campioni, ma pure di personalità del mondo economico-finanziario (Giulio Tremonti, Alberto Quadrio Curzio), culturale (il sociologo Aldo Bonomi), dello spettacolo (l'attrice e scrittrice morbegnese Sabrina Paravicini, l'attore Giuseppe Cederna, la cui famiglia è originaria di Ponte), degli sport estremi (il celebre alpinista Marco Confortola), la Valtellina è abituata ad ospitare le celebrities. Madesimo, che già colpì al cuore protagonisti della letteratura italiana - Giosuè Carducci e Dino Buzzati - ha tra i suoi fan il campione motociclismo Valentino Rossi e l'ex ct della nazionale Roberto Donadoni, che frequenta la località anche d'estate. Tra i volti tv, negli scorsi inverni sono stati fotografati, sempre in loco, la showgirl brasiliana Juliana Moreira e l'inviato di "Striscia la Notizia" Edoardo Stoppa. Qui Mike e Daniela Bongiorno avevano casa, mentre i fotografi hanno immortalato di recente persino re Gustavo di Svezia. Avvistato anche Luigi Berlusconi, il figlio più piccolo del fondatore del Pdl. Per quanto sia Deborah Compagnoni la star assoluta di Santa Caterina Valfurva, è noto che anche Michelle Hunziker apprezza le nevi della zona. A Bormio sono di casa il campionissimo dello sci Alberto Tomba e Kristian Ghedina. Anche il lecchese Antonio Rossi, olimpionico di canoa, apprezza queste latitudini. Tra i vip variamente segnalati, per brevi vacanze o ospitate a manifestazioni, negli ultimi due anni, ricordiamo: Luca Cassol il Capitan Ventosa di "Striscia la notizia" (Livigno, Bormio). Fotografata sulle piste pure Simona Ventura e volti femminili della tv quali Adriana Volpe e le ex veline, Federica Nargi e Costanza Caracciolo. Ormai trasferitasi a Roma con marito Ascanio Pacelli e i figli (una bambina e un altro in arrivo), la valtellinese Katia Pedrotti, protagonista tra le più amate di tutte le edizioni del "Grande Fratello" (la quarta, nel 2004), è stata segnalata più di una volta nella natìa Chiesa Valmalenco.

1. Il campione olimpico di canoa Antonio Rossi; 2. Le ex veline Federica Nargi e Costanza Caracciolo; 3. L’attrice Sabrina Paravicini; 4. – Katia Pedrotti, con il marito Ascanio Pacelli; 5. La conduttrice tv Simona Ventura; 6. La veejay Paola Maugeri (prima a sinistra); 7. Il campione di motociclismo Valentino Rossi con la campionissima di sci Deborah Compagnoni.

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IL "BIANCO" LENATTI SULLA VETTA PIÙ ALTA

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Giancarlo Lenatti, 56 anni, detto "il Bianco" è uno dei più noti maestri di sci della Valmalenco. Rifugista e Guida Alpina dal 1985, in questi anni ha compiuto diverse imprese salite alla ribalta delle cronache, come ad esempio la discesa con gli sci dalla parete Nord del Disgrazia. Una vetta scalata per la prima volta 150 anni fa da quattro inglesi appassionati di alpinismo. Precisamente, il 24 agosto 1862 i due aristocratici Leslie Stephen e Edward Shirley Kennedy, il loro domestico Thomas Cox e la guida svizzera Melchior Anderegg raggiunsero la più alta vetta lombarda, pari a 3678 metri.

E QUI BONATTI SCELSE DI ABITARE Il grande alpinista Walter Bonatti aveva scelto di vivere a Dubino, in Valtellina, con l'ultima compagna della sua vita, l'attrice Rossana Podestà, autrice dell'intenso "Una vita libera" (Rizzoli). Si rafforzò, così, un legame profondo tra Bonatti e questa terra, anche se - per carattere - lo scalatore era una persona molto schiva. «Amava la Valchiavenna, in particolar modo le zone del Badile e del Resegone"», ha confidato l'amico imprenditore Franco Moro.


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