Supplemento al numero odierno - Direttore responsabile Diego Minonzio Ideazione e cura di Vera Fisogni - Ideazione grafica di Antonella Corengia
29 agosto 6 settembre 2014
Villa Gallia e altri luoghi
PAROLARIO | L’EDITORIALE | 3
BENVENUTI A COMO NELLA CITTÀ DEI LETTORI di Mario Schiani*
Tra le tante dichiarazioni d’amore rivolte ai libri, ce n’è una alla quale non si può non accordare una divertita preferenza. La frase è «Così tanti libri, così poco tempo»; autore della medesima il musicista (e provocatore culturale) Frank Zappa. Zappa aveva ragione: i libri sono tanti, il tempo è poco. È la sensazione, avvolgente e sconfortante insieme, che si prova entrando in una libreria. Si accede a una raffigurazione fisica di ciò che potremmo sapere e ancora non sappiamo. Viene la tentazione
di scappar via e accendere la televisione. Lì troviamo la geografia di un mondo diverso, più rassicurante: ci mostra ciò che già sappiamo e, per non spaventarci, ci dà l’idea di saperlo meglio. Leggere e amare i libri – un atteggiamento di cui tanto spesso si parla come piacere e consolazione – è dunque anche un impegno, una ricerca: ci muoviamo nella grande libreria delle cose che non conosciamo spinti da una volontà che sfida l’immensità soverchiante della missione. Aperto un libro, completiamo una piccola parte di noi stessi, ma ancora tanto resta da fare. Per farci coraggio, è utile incontrare altri lettori. A questo servono manifestazioni come Parolario, di cui questo inserto salu-
ta e presenta l’edizione 2014. Una passerella per autori, certo, una vetrina di libri, sicuro: ma soprattutto un’adunata di lettori. Che la libreria sia una città intera – e in particolare alcuni tra i suoi luoghi più suggestivi, a cominciare da Villa Gallia – è un valore non da poco: aggiunge gioia all’orgoglio di proclamare Como, dal 29 agosto al 6 settembre, “città dei lettori”. I quali rivendicano il diritto di scegliere, discutere e perfino, se il caso, ironizzare. Come faceva Groucho Marx: «Da quando ho preso in mano il suo libro, caro signore, non riesco a smettere di ridere. Uno di questi giorni dovrò leggerlo».
*Caporedattore de La Provincia di Como e scrittore
PAROLARIO | Tanti SAPORI per pensare | 5 Dal 29 agosto al 6 settembre A Como e dintorni
IL TEMA DELL’EDIZIONE 2014 di Glauco Peverelli*
IL GUSTO RITROVATO, PER NUTRIRE ANIMA E CORPO Il tema di questa quattordicesima edizione sarà il gusto, nel senso più ampio del termine: “Il gusto ritrovato. Nutrire il corpo, coltivare l’anima”. Non solo gusto legato ai sapori della tavola, ma inteso anche come sensibilità alla bellezza naturale e come capacità di cogliere il bello nell’arte. Un tema scelto in stretta connessione con quello dell’importante appuntamento che aspetta Milano e la Lombardia l’anno prossimo: l’Expo 2015, dal
titolo “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”. E come Expo, anche Parolario si confronterà con il problema del nutrimento dell’uomo e della terra, partendo dall’acqua, fonte primaria della vita, che sarà al centro dell’incontro con Francesco Occhiuto, direttore del Parco del Lura (parco che si estende per quasi 1.500 ettari e interessa 12 comuni tra Bulgarograsso e Linate, percorso per tutta la sua lunghezza dal torrente Lura, che confluisce nel fiume Olona a Rho).
Come ogni anno, il tema sarà declinato in molti modi e quindi non mancheranno gli incontri con filosofi e poeti, oltre alla rassegna cinematografica a chiusura di ogni giornata del festival. Molti i nomi illustri che si confronteranno sulle varie sfaccettature del gusto. Info: www.parolario.it * Presidente dell’Associazione culturale Parolario
CUOCHI COMPOSITORI MARCHESI SUL PODIO
29 agosto Ore 20.30 Villa Gallia
di Vera Fisogni
Anche nella cucina Gualtiero Marchesi, 84 anni, il più celebre cuoco italiano, porta l’ingrediente della musica, decisivo nella sua formazione culturale e nella sua vita («a Parigi, dove mi ero trasferito tre anni per studiare il piano, ho conosciuto mia moglie»). “Il cuoco compositore”, titolo dell’incontro che apre Parolario, a Villa Gallia il 29 agosto, riassume la filosofia gastronomica alla base della Accademia aperta a Milano nel giugno scorso. Marchesi, la sua “Accademia per i cuochi compositori” mi fa pensare a quella di Platone, autentica cucina di idee... E, in effetti, in Accademia non abbiamo l’ambizione di formare artisti dei fornelli, ma cuochi che conoscano il mestiere, le tecniche, gli ingredienti. Ermanno Olmi, con una bellissima frase, disse che esiste «il palato assoluto». Ne sono convinto e penso che sia improntata alla semplicità, riassumibile nel «fare cose buone in modo semplice». La formazione dei cuochi, oggi, non segue questa massima? Guardi, al cuoco non viene richiesto di conoscere la chimica e la fisica, ma se non possiede questo sapere, diventa un “brusa padei”, brucia padelle. Nessuno, poi va più al mercato. Io figlio d’arte, quando ho aperto il mio ristorante, andavo la mattina prestissimo a scegliere i prodotti. Lei detesta essere chiamato chef. Come interpreta il suo ruolo? Come quello di un cuoco che vuole insegnare a cucinare nel vero senso della parola. Cito una frase di Gustav Mahler:
Foto di C. Pozzoni, archivio
«L’improvvisazione presuppone la conoscenza della materia». Se la cucina è una partitura, il cuoco da esecutore diventa compositore. Ma lei cosa intendere per “sinfonia di sapori”? Assolutamente sì, il cuoco è compositore. Perché i piatti sono una composizione. In Giappone, Paese che conosco bene, sento affine a me e stimo molto, i cuochi conoscono la materia e la esaltano in maniera molto essenziale. Penso ai “kaiseki”, il menù di degustazione che deve comprendere contrasti, colori, un’infinità di cose. Non strapazzano la materia, semmai la esaltano, superandola in una creazione autonoma. Non a caso, il “kaiseki” lo fanno pochissimi,
sono artisti veri. Marchesi, chi sono stati i suoi maestri in cucina? Mio padre e mia madre, perché sono figlio di albergatori. La mamma Cristina comandava con dolce fermezza: era una donna di classe, sempre elegante nella maniera più sobria. Da lei ho appreso l’attenzione al cliente. Mio padre, uomo semplice, conosceva tutto della musica e del teatro. In prospettiva di Expo, qual è il piatto della tradizione italiana che fa la nostra identità? Mi permetto di segnalare il piatto che mi è più caro: il risotto alla milanese, con zafferano e, al centro, una foglia d’oro edibile. Mi sembra che rappresenti molto bene anche l’Italia.
PAROLARIO | Il gusto FEMMINILE del narrare 7 5 settembre Ore 18.15 Villa Gallia
IL BEST SELLER DELL’ESTATE
FUORI DAL MONDO, SEMPRE CON SELVAGGIA IRONIA Si chiama Viola l’alter ego di Selvaggia Lucarelli, 40 anni, firma pungente di “Libero”, celebre blogger, ex attrice teatrale. Nel suo primo romanzo, “Che ci importa del mondo” (Rizzoli), l’autrice costruisce la vicenda della mamma single di Orlando (ragazzino acuto e saputello) alle prese con una vita sentimentale sfilacciata. Delusa dagli uomini, racchiusi in un catalogo di tipi umani in cui la penna al curaro della Lucarelli dà il meglio di sé, Viola
si aggrappa alle amiche. Molto amato dal pubblico, specialmente dalle lettrici, il romanzo è un successo in libreria, con quattro ristampe all’attivo (è uscito a fine aprile) e un gioco salottiero volto a svelare quanto c’è di autobiografico. Anche Lucarelli è madre single, di un figlio di dieci anni, nato dall’ex compagno Laerte Pappalardo («è un bambino molto maturo - ha detto in un’intervista al sito www.altervista.org -. A volte capita di dover bluffare e di dover seguire i
QUEL SALE ESOTICO DAL SAPORE AMARO
tutor sui filmati di youtube per dargli poi delle spiegazioni»). Anche qui, come nel libro di Camilla Baresani, sullo sfondo si staglia una Milano tanto glamour quanto sostanzialmente fasulla, popolata da vallette televisive con poco cervello, politici a proprio agio nella corruzione e figure non proprio edificanti di contorno. (A. Pia.)
1 settembre Villa del Grumello Ore 19
di Vera Fisogni
Non fatevi ingannare dal titolo, perché “Il sale rosa dell’Himalaya” (Bompiani), non è affatto una storia di cucina. Camilla Baresani, nel prendere spunto da un ingrediente che la sua protagonista vorrebbe acquistare, per una cena destinata a cambiarle la vita, ha scritto un romanzo non convenzionale che muove da un rapimento. Docente universitaria al Master di Giornalismo dello Iulm, vincitrice con questo libro della prima edizione del Festival letterario internazionale Città di Como, Baresani ha recensito 8 anni per la Domenica del Sole 24 Ore i ristoranti di tutta Italia. C’è del sale nel titolo, ma il suo libro sa di amaro... La sintesi è precisa. Amara è la vita e lo sono le illusioni, in un romanzo che ha per temi fondamentali la reputazione, l’immagine e il diritto a essere se stessi, senza intromissioni. Alla mia protagonista accade di essere vittima della violenza, una catastrofe possibile nell’ordine dell’esistente. Si è forse meno preparati alla cattiveria facile, alla vigliaccheria, all’amaro morale. La storia è spietata, in contrasto con una scrittura elegante, quasi sospesa. Penso che la scrittura sia fatta al cinquanta per cento di ispirazione e talento. L’originalità del punto di vista è importante, ma altrettanto lo è l’artigianato. Possiedo la maniacalità, che reputo caratteristica di tutti gli artigiani, di tornare anche 100 volte su una frase, per migliorarla.
Lo stile ricorda quello del “Diario di una golosa”, che lei firmava sul Domenicale del Sole 24 Ore, con grande successo per l’appeal narrativo... Nessuno ti dice che il locale è mostruoso o che chi ti serve è maleducato. Ma il contesto è importante. Se spendi da 30 ai 100 euro, compri anche quello. Per uno scrittore è tutto importante, anche vedere il cameriere svogliato alle due di notte, in attesa che se ne vadano gli ultimi clienti, perché magari abita a 20 km di distanza, è stanco, sa di trovare la moglie arrabbiata. Il ristorante è come la carrozza del treno, vi si concentra l’umanità più varia. Guardandola, si possono capire tante cose. Lei faceva arrabbiare parecchio i ristoratori... Naturalmente, perché non sono abituati alle stroncature. Un po’ come gli stilisti di moda. Noi scrittori, come gli attori, ci siamo abituati: si resti male, ma poi si fanno le debite riflessioni. Sale dell’Himalaya a parte, quali sono i suoi gusti in cucina? Mi piace l’amaro, come certe insalate che hanno questo retrogusto. Prediligo i sapori semplici, in assoluto i sapori mediterranei: pomodori, pesci di mare; la cucina del Sud, vero Bengodi. Lei, però, nata sul Garda, è donna d’acqua dolce. È vero. Il paesaggio lacustre del Nord Italia, compreso il lago di Como, non ha paragoni. Sono i laghi più belli che esistono, perché c’è complessità nel paesaggio. E poi, c’è un movimento d’acqua che il mare se lo sogna...
PAROLARIO | Pane, crisi & FANTASIA | 9
TORNA LA SCHISCETTA: MAI STATA COSÌ SMART
3 settembre Ore 19 Villa del Grumello
Foto dal sito: www.chiharubatolecrostate.com
Jacopo Manni
3 settembre Ore 18 Villa del Grumello
L’ARTE DI LONGONI, LA STAR DELLA FARINA
IL PANE QUOTIDIANO DÀ SAPORE ALLA VITA di Anna Piazzi
di Jacopo Manni
La nostra idea di cucina nasce veloce, mobile e smart. Dopo il primo libro dedicato ai menù da campeggio, ci piaciuto tornare a pensare il cibo come mezzo di espressione di una mobilità che caratterizza le dinamiche sociali dei nostri giorni. È nato così “Il Re della schiscetta”. 66 ricette per un pranzo in ufficio economico e sfizioso” (Terre di mezzo, 120 pag, 10 euro) Noi trenta-quarantenni, da bambini portavamo il pranzo a scuola, oppure abbiamo fatto l’esperienza del pranzo di asporto con le nostre famiglie, come momento creativo. All’epoca, per la verità, portarsi da casa il pranzo o il panino preparato dalla mamma, suscitava in noi ragazzini un po’ di vergogna. C’era l’esplosione dei fast-food e quello era lo stile alimentare di moda tra i giovani. Oggi fa chic portare la schiscetta al lavoro. Vent’anni fa era una cosa un po’ da sfigati, a dirla tutta. Non era invece così per i nostri nonni, che vivevano con estrema normalità questo pranzo frugale, ma sostanzioso, che consentiva di affrontare un’intera giornata di lavoro, spesso pesante. Mentre lavoravo a questo libro ho ritrovato, non senza una certa commozione, la schiscetta di mio nonno Bruno, operaio delle acciaierie di Terni, in acciaio inox, a doppio stra-
to. La nonna Lilia gli preparava il primo e anche il secondo, un pranzo completo. In passato non c’è dubbio che questo fosse uno stile alimentare maschile, ma fino a un certo punto, perché a cucinarlo erano le donne. L’idea sviluppata con il coautore Lorenzo Buonomini è quella di un solo elemento cucinato, anche per la comodità del trasporto. Abbiamo diviso il libro in vari menù. Ad esempio, ne proponiamo uno da preparare la sera, con più calma e uno veloce (come le crocchette d’agnello alla lavanda con salsa di mele), da fare al volo prima di uscire a prendere il treno (una proposta è l’insalata Coleslaw con maionese allo yogurt, fatta in 5 secondi…). Oltre al piatto unico, magari accompagnato dai cracker o da una fetta di pane, abbiamo considerato che il cibo deve durare 5 o 6 ore. Alcune proposte risultano adatte a lavori impiegatizi, altre a chi sta a dieta o svolge un mestiere faticoso, che richiede un più sostenuto apporto calorico. In ogni caso, si è cercato di capire le esigenze diverse di chi consuma un pasto veloce, perché lavora o studia. La forma della nuova schiscetta? Può essere tranquillamente anche un barattolo di vetro multitasking: contiene il cibo, serve per il trasporto, può essere utilizzato come pentola, sia nel microonde, sia per la cottura a bagnomaria. (Testo raccolto da Vera Fisogni)
Non c’è alimento più essenziale, nella storia dell’uomo, del pane. Al punto che, nella preghiera del Padre Nostro, i cattolici invocano proprio la quotidianità di queDavide Longoni sto alimento. Negli ultimi anni l’attenzione al pane si è accresciuta, grazie al rilancio della sua preparazione artigianale, anche nella cucina di casa. Chi riesce a compiere questo gesto antico, dal profumo avvolgente, ne ricava grande soddisfazione. La stessa impressione si ha leggendo il libro di Davide Longoni (“Il senso di Davide per la farina”, Ponte alle Grazie, 131 pag., 13 euro), collaboratore di Slow Food nel progetto “Nutrire Milano” e tra i protagonisti del festival Parolario, a Como il 3 settembre (ore 18, a Villa del Grumello). Se la ricetta-base è piuttosto semplice: per cuocere un kg di prodotto (1 kg di farina, 20 gr di lievito di birra, 20 gr di sale, 600 gr di acqua) in 3 ore l’impasto deve riposare 2 ore, per diventare maestri di panificazione occorre conoscerne l’arte. Un consiglio: se siete alle prime sperimentazioni, optate per la farina 0 o per la 00, di grano tenero. Dopo un po’ di pratica, si può lavorare con farina integrale, avena, farro.
PAROLARIO | Il gusto della NATURA | 11
IL PROFUMO DELLA VITA HA L’AROMA DI MIELE
3 settembre Ore 17.30 Villa Sucota/FAR
2 settembre Ore 19 Villa del Grumello
LE RICETTE DELLA VJ PAOLA MAUGERI
LA CUCINA VEGANA? HA UN PALATO ROCK di Cristina Caboni
L’idea che mi ha portata a scrivere il mio primo romanzo - “Il sentiero dei profumi” (Garzanti, 392 pag., 14,90 euro, successo dell’anno, con 20 traduzioni nel mondo, ndr) - nasce dalla consapevolezza, avuta una sera d’estate, mentre lavoravo, che il profumo è un linguaggio a tutti gli effetti. Una comunicazione usata non solo dai fiori ma anche dagli insetti, in particolare dalle api, animali straordinari con i quali si svolge la mia attività di apicultrice in Sardegna. Privo di barriere linguistiche, il linguaggio olfattivo mi ha indotta a scoprire e ad approfondire il mondo simbolico ad esso collegato. Poiché il profumo parla degli individui - siano essi fiori, animali, persone - in maniera veritiera, ho pensato che potesse rappresentare una straordinaria allegoria per condurci a ritrovare noi stessi. Seguire la via dei profumi significa assecondarci, trovando la strada della felicità. Ma che profumo seguire? Ognuno ne ha uno differente che parla di sé. Purtroppo, la frenesia dei ritmi quotidiani lascia per lo più distratti rispetto alle sensazioni olfattive. Non è così per me, che mi considero privilegiata. Facendo l’apicoltrice vivo seguendo
le fioriture e la filosofia dell’alveare, un gruppo complesso di individui che si realizza nell’insieme, prendendosi cura gli uni degli altri. Le fioriture scandiscono il tempo delle api. Per ogni fiore c’è una raccolta: l’arancio, l’eucalyptus, l’asfodelo, il cardo, piante per lo più spontanee. Lavorando con le api, si passa naturalmente dall’odorato al gusto. Come ho sperimentato in un corso di analisi sensoriale dei mieli, olfattiva e gustativa, l’annusare riporta a una condizione arcaica. Questo senso ha infatti permesso al genere umano di sopravvivere e riappropriarcene diventa determinante per migliorare la qualità del vivere. Anche questa esperienza mi ha portata al romanzo. Come pure le straordinarie suggestioni provate a Firenze, nei pressi di Santa Maria Novella, dove - camminando - ho avvertito profumi che mi hanno donato una meravigliosa sensazione olfattiva, portandomi dritta nel palazzo del Seicento dove si realizzano essenze uniche. Ingredienti decisivi del mio libro anche l’amore, l’affetto tra madre e figlia, il sapere della nonna ceduto alla nipote. Donne che si sono trovate benissimo in mondo di uomini, forti e speciali, capaci di seguire il sentiero dei profumi. (Testo raccolto da Vera Fisogni)
Paola Maugeri, storica vj su Mtv, Italia1, Rai2 e La7, sarà a Como con il suo libro “Las Vegans. 125 ricette vegane per nutrire, condividere, amare” (Mondadori, 2014). A basso impatto ambientale, nella filosofia della Maugeri, già autrice di “La mia vita a impatto zero” (Mondadori, 2012), le ricette dimostrano la grande versatilità della cucina vegana, non solo nella ricchezza di proposte, ma pure dal punto di vista nutrizionale. «Il libro – spiega Maugeri a La Provincia – è la dimostrazione che mangiare vegano non è solamente sano, senza crudeltà verso gli animali, ma anche un gesto per riporre attenzione verso il pianeta». (Arianna Augustoni)
L’ORTO IN CASA GUIDA PRATICA Tutto quello che avreste voluto sapere sull’orto domestico. Proprio così: a Parolario l’agronomo Valter Pironi, comasco, già direttore della Fondazione Minoprio e Arturo Croci, florovivaista, scrittore, fondatore della rivista “Florotecnica”, dialogheranno con il pubblico sul tema: “L’orto. Guida pratica per imparare a vivere e mangiare bene” (4 settembre, ore 17, Villa del Grumello).
PAROLARIO | Nutrire le EMOZIONI | 13
AMORE E MALATTIA SECONDO RONCORONI
SALUTE DA SFOGLIARE MOSTRA IN BIBLIOTECA
Uscito quasi un anno fa, “Un giorno, altrove”, il primo romanzo dell’italianista comasco Federico Roncoroni (Mondadori, 391 pag., 20 euro) si è imposto il libreria come un long-seller. Nel libro le mail che Filippo, intellettuale alter-ego di Roncoroni, invia a Isa, la donna che non vede da anni ed è stata decisiva nella guarigione da un linfoma. Il 30 agosto, alle ore 18.15, il narratore incontra il pubblico a Villa Gallia, in un evento pubblico dal titolo “Un giorno altrove. Quando un romanzo vale la vita”.
“Ben conservare la sanità: dieta e medicina del passato nei libri antichi della biblioteca comunale di Como”. Così si intitola la mostra, curata da Chiara Milani, che documenta il legame tra alimentazione e salute nei secoli. Tra i volumi più preziosi, il “De honesta voluptate et valetudine” dell’umanista Platina (alias Bartolomeo Sacchi). Sarà aperta dal 1 al 13 settembre, dal lunedì al venerdì (ore 9.30-19; sabato dalle 14 alle 19; domenica chiuso).
«CONTRO IL DOLORE LA FORZA DEL CUORE»
2 settembre Ore 20.30 Villa Gallia
di Vera Fisogni
Parterre d’eccezione a Parolario, per presentare il libro “Il male dentro” della lecchese MariaGiovanna Luini (Cairo, 16 euro), romanzo sulla malattia, ambientato in un istituto oncologico. Con l’autrice interverranno anche il regista Ferzan Özpetek - che ha raccontato il cancro nel film “Allacciate le cinture” - e l’attrice Monica Guerritore. Le abbiamo rivolto alcune domande. Signora Guerritore, quanto conta “la forza del cuore”, per citare il suo libro biografico del 2010, per affrontare gli alti e bassi della vita? Conta. Il muscolo del cuore ha vita propria e non vede alti e bassi. Pompa vita, dà forza e linfa e energia. In senso simbolico, fisico e affettivo. La forza del cuore non si accorge della paura della morte. Lui spinge il sangue nelle vene e alimenta la vita. L’aver interpretato eroine tragiche e dolenti, l’ha preparata ad affrontare momenti dolorosi della vita? No. Solo la tua personale vita trasforma i fatti che le accadono in “esperienze”: li devi vivere in te, dentro di te per trasformare quei dolori in fibre dolorose... Dopo aver vinto il cancro al seno, lei ha detto di aver trovato Dio. Il dolore apre alla fede? Non credo sia il dolore ad aprire alla fede. Penso sia un sentimento molto più umile: la richiesta di aiuto e la riconoscenza per la guarigione. In questo c’è un atto di fede in qualcosa che sai , che senti ti è stato vicino ma non puoi toccare o vedere. Tra le donne che lei ha portato sul pal-
co, quale le ha insegnato di più? Di Giovanna d’Arco volevo avvicinare la immensa completezza: la forza fisica mentale e spirituale che lei sola racchiude in un solo essere. Quasi una preconiz-
zazione del “Mondo Triplex” di Giordano Bruno. In “Mi chiedete di parlare” il testo che ho scritto su Oriana Fallaci indago, rovisto, spio tra le mura chiuse da anni di una casa di New York sull’enigma di una donna incredibilmente potente mentalmente e debole intimamente. Segnata da quella che nel mio spettacolo è raccontata come «una vita che è una scenografia di morte». Niente a che vedere con me, ma molto a che vedere con la complessità dell’universo femminile. Da presidente della giuria del Campiello: quali sono i suoi libri “terapeutici”? Quelli in cui piano piano, quasi impercettibilmente, i luoghi, le persone, prendono vita, quasi essere fantastici che ti accompagnano ben oltre il tempo della lettura. Stoner, “Menzogna e sortilegio”, “Il Codice dell’anima”, “La cugina Bette”. Con Ozpetek lei ha già lavorato in “Un giorno perfetto”. Ci sono nuovi progetti in comune? Ferzan sa quanto il nostro incontro sia stato magico. Il personaggio che mi ha affidato diventava una spettatrice dell’intera drammatica vicenda che vedeva una separazione dolorosa e nel mio sguardo e nel mio sentire interiore lui ha orientato la macchina da presa fissando così sullo schermo una realtà che era un sentimento di condivisione, di compartecipazione. Bellissimo. Aspetto di servirgli ancora.
PAROLARIO | BIOGRAFIE per tutti i gusti | 15 DUE NOBILI E UNA TRAGICA FINE
LUCE SULLA MORTE DELL’ARCIDUCA A SARAJEVO Se la vostra passione è la storia, raccontata attraverso i personaggi, segnatevi questi due appuntamenti. A Parolario vengono presentate le biografie anche di due nobili del Novecento, accumunati da una tragica fine: a cento anni esatti dallo scoppio della Grande Guerra, Roberto Coaloa (con Martino D’Austria-Este, Giorgio La Rosa e Giorgio Galli), getterà nuova luce sull’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, avvenuto a Sarajevo il 28 giugno 1914, che scatenò la Grande Guerra, provocando 16 milio-
ni di morti. Appuntamento il 5 settembre, ore 17, a Villa Gallia. La nobildonna Raimonda Lanza di Trabia e la nipote Ottavia Casagrande, invece, illustreranno la vita di Raimondo Lanza Branciforte principe di Trabia, discendente di una delle casate nobili più antiche d’Europa, il “Grande Gatsby italiano”. A lui si deve anche l’invenzione del Calciomercato. La sua morte - si suicidò a Roma - sembra aver ispirato la canzone “Vecchio frack” di Domenico Modugno. L’incontro il 5 settembre, ore 19.30, Villa Gallia.
QUELLA PARTITA A TENNIS CON GIORGIO BASSANI Un debutto a 93 anni e il Premio Bancarella “Opera Prima”. Niente male per un esordio: quello di Giuseppe Sgarbi, autore di “Lungo l’argine del tempo” (Skira, 160 pag, 15 euro). Sottotitolo: “Memorie di un farmacista”. Sì, perché il padre del critico Vittorio e dell’editrice, regista e fotografa Elisabetta (a Parolario, all’incontro “Storia della mia vita”, ci saranno anche loro), ha lavorato fino a pochi anni fa nella sua farmacia di Ro Ferrarese. E adesso, dottor Sgarbi, chi c’è in farmacia? Due ragazze bravissime. Che hanno il mio stesso cognome, anche se non sono mie parenti. Avrebbe mai pensato di diventare scrittore a questa età? Direi proprio di no! È colpa, detto per modo di dire, di mia figlia Betty (direttrice editoriale di Bompiani, ndr). Un giorno si rivolge a me: «Com’è che non scrivi qualcosa di quando eri giovane?». Non immaginavo cosa saltasse fuori. Sa, non ci vedo molto, allora dettavo quello che sentivo dentro, senza alcuna particolare ricercatezza. Come vive il successo del libro e l’affetto sincero di tanti lettori? Mi fa molto piacere, certo. E un po’ mi inorgoglisce. Per il resto, me ne sto qui, nella mia casa. Finora ho fatto solo due presentazioni e sono andato a ritirare il Bancarella. Alcuni mi hanno scritto, altri sono arrivati qui da me. Non ho avuto critiche negative e mi sono anche meravigliato. Farmacista, con animo di poeta: cosa le ha insegnato il fiume Po? Il Po è una grossa quantità di acqua che scorre sempre e dà un senso di pace. Ma può distruggere tutto, all’improvviso. Ricordo
3 settembre Ore 20.30 Villa Gallia
campagna era stupenda e, in un piccolo campo, ricordo una pianta di fichi, cosa davvero
Giuseppe Sgarbi con il figlio Vittorio. Sotto: Elisabetta e Vittorio Sgarbi a Venezia.
bene l’alluvione del Polesine (1951), quando il fiume ha rotto gli argini e invaso gran parte di quel territorio. A Polesella c’era un canale scolatore i cui argini hanno impedito all’acqua di defluire. Gli ingegneri si erano dimenticati di un detto romano: «A un fiume che rompe non devono esserci ostacoli». Nel 1929 fu invece un inverno rigidissimo e il Po è gelato: vidi il curato attraversarlo a piedi! Ha nostalgia del tempo passato? Un po’ sì. Mia madre conosceva tutte le piante medicinali per fare gli sciroppi. La
rara... Com’è la sua giornata? Ringrazio il Signore di avermi mantenuto così. Ho vissuto in un certo senso sportivamente, facendo molta ginnastica, anche la corsa ad ostacoli e il lancio giavellotto. Mi alzo tardi, vado a letto al pomeriggio. Non scrivo, anche se mio figlio Vittorio lo vorrebbe... Ha in mente un nuovo libro? Ho in mente qualcosa, sì. Gli aneddoti di quando andavamo a pescare con mio cognato Bruno Cavallini, gran personaggio della cultura. Al ritorno, la sua casa era invasa da scrittori, poeti, registi. Giorgio Bassani, lo scrittore (“Il giardino dei Finzi Contini”, ndr) c’era sempre e anch’io ho giocato a tennis con lui. Chi vinse? Finimmo la partita, e lui mi disse: «Le consiglierei di prendere qualche lezione da un maestro...». (Vera Fisogni)
LA SCINTILLA AMOROSA CHE INFIAMMÒ VOLTA Torna in libreria la vita di Alessandro Volta, il genio comasco che inventò la pila. A Parolario si presenta “Mille scudi e cento rane” (Ibis), volume postumo dell’ avvocato e umanista Manlio Baccaglini. Si narra, tra l’altro, l’amore contrastato fra lo scienziato e Marianna Paris, cantante lirica, conosciuta a Pavia nel 1789. Volta aveva 44 anni. A Parolario il 6 settembre, ore 18.30, Villa Sucota/FAR.
PAROLARIO | La DIETA ci fa belli | 17
MESSÉGUÉ: «COME RITROVARE IL SORRISO»
4 settembre Ore 18.15 Villa Gallia
TORNARE AI GUSTI DI CASA NOSTRA
di Alain Mességué*
«Per fare tornare il sorriso ai miei ospiti ho sempre ascoltato le loro aspettative, cercando di capire quali fossero i loro problemi, attraverso visite e check-up. Così facendo, creavo le cure di erbe personalizzate, la dieta e le tecniche di naturopatia, più idonee alle esigenze di ciascun organismo. Disintossicare l’organismo, migliorare la funzionalità del sistema digestivo, della circolazione e cercare di rilassarli, perdendo, se necessario, qualche chilo, ha sempre facilitato il ritorno del sorriso (a base di timo, tiglio, rosmarino, erica di brughiera e salvia sono alcuni dei suggerimenti raccolti nel libro, per depurare l’organismo, ndr). Primavera e autunno sono le stagioni ideali per disintossicarsi: in questi periodi è fondamentale trovare il tempo per una cura e se non c’è la possibilità di trascorrere dei soggiorni nei centri specializzati, è possibile organizzare una cura da casa, per almeno 21 giorni. Dieta alimentare seria, molti liquidi e diverse tisane durante la giornata, non quelle vendute nella grande distribuzione, ma preparate con attenzione. Per tutti, poi, sempre quindici minuti di attività fisica accompagnata da esercizi di respirazione. Per affrontare l’inverno è importante mangiare alimenti ricchi di vitamina C, pesce di mare, ricco di acidi grassi essen-
ziali, omega 3Epa e 3Dha, perfetti per combattere una patologia come la depressione e proteggersi dal diabete. Ma anche ideali per diminuire i disturbi cardio vascolari e ipertensivi». (Testimonianza raccolta da Arianna Augustoni)
* Specialista nelle virtù curative delle piante, autore dell’autobiografia “Anch’io so sorridere”, scritta con Gian Paolo Serino, in uscita nel 2015. Dirige la “Alain Mességué Spa” nel Resort Collina d’Oro di Agra-Lugano.
A COLAZIONE CON COLETTE La scrittrice Colette firmò articoli gastronomici per “Marie Claire” nel 1938, oggi in libreria nella raccolta “Mi piace esser golosa” (Voland, 104 pag., 12 euro; presentazione a Parolario il 31 agosto, Villa Gallia, ore 17). Un esempio? Il “caffellatte della portiera”: imburrare le fette di pane, metterle sul caffelatte e poi in forno. Spolverare con lo zucchero.
La crisi economica ha ridotto il consumo della frutta, della verdura e del pesce, aumentando quella dei “cibi spazzatura”. Il rischio di oscillare tra obesità e malnutrizione va affrontato, anche rilanciando i sapori di casa nostra, a partire dal pesce. Ne discutono Alfredo Vanotti, Alberto Capatti e Matteo Tettamanzi in “Cibo, identità, territorio, dialogo. Escursioni gastronomiche e culturali nella cucina lariana e ticinese”. Il 1° settembre, ore 17, a Villa del Grumello.
PAROLARIO | Il sapore dell’INQUIETUDINE | 19
OSSESSIONI SOSPESE TRA IL MALE E IL BENE
4 settembre Ore 19.30 Villa Gallia
di Vera Fisogni
Non lascia indifferenti “Uccidi il padre” (Mondadori, 564 pag., 18 euro), a partire dal suo titolo. Poi il thriller di Sandrone Dazieri, 50 anni, cremonese, autore del più potente romanzo della stagione, alimenta un senso di sospensione che, neppure la fine, tra colpi di scena, riesce a risolvere. Dopo le vicende del “Gorilla”, ecco un thriller con protagonisti Dante, ex bambino rapito e recluso per anni, e Colomba, poliziotta in congedo per esaurimento. Come arriva Dazieri a questa storia? Non sono riuscito a fare un “seriale” classico con il Gorilla, perché, trattandosi di auto-fiction, con un protagonista che aveva il mio nome, dovevo raccogliere molte vicende per raccontare una storia. Con “Uccidi il padre” ho sperimentato i punti di vista intrecciati, tipici del thriller e volevo che il lettore fosse preso dal racconto. Io faccio narrativa di “genere”, cerco di migliorarmi e di rendere complessa Una scena di “Io non ho paura” di G. Salvatores (2002).
la scrittura. Poi, nella trama, ci metto le mie ossessioni. Il male è il vero protagonista di questa storia. È questa la sua ossessione? Il male pervade la vicenda. Quanto alle ossessioni, nel romanzo ne ho affrontate due, abbastanza comuni. La prima è che ci sia qualcuno che controlla la nostra vita e non possiamo evitarlo. I miei personaggi, infatti, è come se venissero in qualche modo spossessati nel decidere sulle proprie esistenze: o perché uno ti cattura, o ti racconta false verità. La seconda ossessione, la più profonda è esprimibile in una domanda: «Tu sei sicuro che quanto sai della tua vita è la verità?». E quel titolo, così forte, che significa? Rinvia alla psicoanalisi freudiana. In senso metaforico, tutti noi dobbiamo “uccidere il padre”, superarlo, sganciarci, perché da figli possiamo diventare padri. È un processo di identità e di crescita. Io sono orfano, per me è dunque impossibile questo passaggio: il pa-
dre resta sempre una presenza ingombrante. Dante, specializzato in casi di bambini rapiti, come risolve questo dilemma identitario? È rimasto un uomo a metà, mai maturato. La sua maturazione comincia quando inizia a dar caccia al “Padre”, il serial killer. Il Padre è il male? Sicuramente, ma soprattutto è l’incarnazione di un sacco di paure, a partire dall’orco che ti prende e ti porta via, anche se Dante dice: «Gli orchi non esistono». Ma Dante e Colomba non sono il bene, hanno lati oscuri. Inquietudini, paure... Proprio perché il male è dentro di tutti noi, in quanto esercitiamo la nostra libertà. Poi, ci sono due porte: una è quella dell’empatia, dell’essere una brava persona; l’altra è quella della malvagità. Chi entra scientemente da questo pertugio, diventa terribile, entra a contatto con l’oscurità. Colomba, forte e fragile, che donna è? Penso che l’archetipo sia la guerriera ferita. Dante è il saggio, probabilmente l’unico uomo che le può stare a fianco.
MAURO CORONA S’ISPIRA AL VAJONT Sopravvissuto del disastro del Vajont (1963), che costò la vita a oltre 2000 persone, Mauro Corona - alpinista e scrittore di successo - torna a riflettere sulla montagna e i rischi dello sfruttamento del territorio. Lo fa in “La voce degli uomini freddi” (Mondadori, 235 pag., 18 euro), che presenta il 30 agosto a Villa Gallia, alle ore 19.30.
SULLE TRACCE DI PAPA BERGOGLIO Il 5 settembre, alle ore 17.30, a Villa Sucota/FAR, Nello Scavo, Silvina Premat e Padre Carlos “Charly” Olivero ci portano idealmente: “Tra i poveri con Francesco. Nelle periferie di Buenos Aires sulle orme di Bergoglio”. Premat è autrice di “Preti dalla fine del mondo. Viaggio tra i curas villeros di Bergoglio”, mentre Scavo, comasco, ha firmato il libro inchiesta “La lista di Bergoglio” (entrambi i libri editi da Emi), sui preti e laici salvati da Francesco durante la dittatura in Argentina. Padre Carlos, “prete di strada”, ha fondato l’Hogar de Cristo (“Focolare di Cristo”), centro per giovani in difficoltà inaugurato nel 2008 dal cardinale Bergoglio, di cui è diventato direttore nel 2010.
20 | IL PROGRAMMA | PAROLARIO 29 AGOSTO
31 AGOSTO
Cinema: “Terra Madre” (2009) di E. Olmi Ore 22 - Villa Gallia
Inaugurazione di Parolario Ore 17 - Villa Gallia, Como
Nicola Perullo “La cucina è arte? Filosofia della passione culinaria”. Ore 11 - Villa Gallia
2 SETTEMBRE
A seguire Cinzia Pieruccini e Giuliano Boccali “Il gusto degli altri. Arte ed estetica in India”. Maria Rita Parsi “Maladolescenza. Quello che i figli non dicono”. Ore 18.15 - Villa Gallia
“Razionalismo remix”. Passeggiata letteraria con Gianni Biondillo. Obbligo di prenotazione. Tel. 031.301037 Ore 14.30: dal Monumento ai Caduti a Villa Gallia
“A Sud del Sud: poeti e vini di Puglia”. Lettura e degustazione con Michelangelo Zizzi e Claudio Quarta. Ore 19.30 - Villa Gallia Gualtiero Marchesi “Il cuoco compositore”. Ore 20.30 - Villa Gallia Cinema: “Food, Inc.” (2008) di R. Kenner. Ore 22.00 - Villa Gallia
Gianni Biondillo “L’Africa non esiste”. Ore 16 - Villa Gallia “Colette: mi piace essere golosa”. Ore 17 - Villa Gallia Mario Capanna, Flavio Oreglio e Armando Torno “Scienza bene comune. Oltre lo spread della conoscenza”. Ore 18.15 - Villa Gallia
30 AGOSTO
Luca Scarlini “I segreti del tempo: le avventure nella storia di Mika Waltari”. Ore 20.30 - Villa Gallia
Licia Badesi, Vittorio Nessi e Carolina Rimoldi “La violenza domestica nutre altra violenza”. Ore 11 - Villa Gallia
La Condotta Slow Food di Como “Dal Sapore al Sapere”. Ore 21.45 - Villa Gallia
Lorenzo Morandotti “Crani e topi”. Ore 16 - Villa Gallia
Cinema: “Slow Food Story” (2013) di S. Sardo. Ore 22 - Villa Gallia
Annarita Briganti “Non chiedermi come sei nata”. Ore 17 - Villa Gallia
1 SETTEMBRE
“Parole ritrovate”. Video di Giuliana Laportella. Poesie di Fabiano Alborghetti, Pietro Berra e dei soldati delle due Guerre Mondiali. Musiche di Emanuele Rigamonti. Obbligo di prenotazione: tel. 031.301037. Ore 18 - MuRAC/Museo Rifugi Antiaerei Como Federico Roncoroni “Un giorno, altrove. Quando un romanzo vale la vita”. Ore 18.15 - Villa Gallia Mauro Corona “La voce degli uomini freddi”. Ore 19.30 - Villa Gallia Performance - Massimiliano Finazzer Flory “Perfomance Futurista dedicata a Filippo Tommaso Marinetti”. ore 21 - Villa Gallia Cinema: “Il pranzo di Babette” (1987) di G. Axel. ore 22 -Villa Gallia
Apertura mostra. “Ben conservar la sanità: dieta e medicina del passato nei libri antichi della Biblioteca Comunale di Como”. Ore 9.30 - Biblioteca Comunale Alberto Buscaglia e Tiziana Piras “La malombra del piccolo mondo antico”. Ore 17 - Villa Gallia Alfredo Vanotti, Alberto Capatti e Matteo Tettamanzi “Cibo Identità Territorio Dialogo. Tipicità della piramide alimentare: escursioni gastronomiche e culturali nella cucina lariana e ticinese”. Ore 17 - Villa del Grumello Alberto Cima “Filosofia ed estetica della musica”. Ore 17.30 - Villa Sucota / FAR Alessandro Marzo Magno “Il genio del gusto”. Ore 18 - Villa del Grumello Laura Campanello “Sono vivo, ed è solo l’inizio. Riflessioni filosofiche sulla vita e sulla morte”. Ore 18.15 - Villa Gallia Lorenzo Buccella “I democratici”. Ore 18.30 - Villa Sucota / FAR Camilla Baresani “Il sale rosa dell’Himalaya”. Ore 19 - Villa del Grumello
Silvia De Laude e Paolo Di Stefano “La Nebbiosa di Pier Paolo Pasolini. La sceneggiatura inedita del grande intellettuale italiano”. Ore 17 - Villa Gallia Andrée Bella “Socrate in giardino. Passeggiate filosofiche tra gli alberi”. Ore 17 - Villa del Grumello Francesco Occhiuto “Il gusto degli itinerari d’acqua”. Ore 17.30 - Villa Sucota / FAR Lorenza Zambon “Lezioni di giardinaggio planetario”. Ore 18 - Villa del Grumello Luigi Bisignani e Paolo Madron “Nei labirinti del potere: tra finzione e realtà”. Ore 18.15 - Villa Gallia Laura D’Incalci “La sfida della fragilità umana: un viaggio nell’esistenza fra limiti, sorprendenti scoperte, infiniti desideri”. Ore 18.30 - Villa Sucota / FAR Paola Maugeri “Las Vegans”. Ore 19 - Villa del Grumello Alice Di Stefano (con Elido Fazi) “Nel Paese delle meraviglie editoriali”. Ore 19.30 - Villa Gallia MariaGiovanna Luini, Monica Guerritore e Ferzan Özpetek “Il male dentro”. Ore 20.30 - Villa Gallia Cinema: “Lunga vita alla signora!” (1987) di E. Olmi Ore 22 - Villa Gallia
3 SETTEMBRE Active zone “Il piatto”. Installazione interattiva. Ore 16 - Villa del Grumello Daniele Biacchessi, Davide Steccanella e Cecco Bellosi “Gli anni della resistenza esistenziale”. Ore 17 - Villa Gallia Michele Amadò “La coratella”. Ore 17 - Villa del Grumello Incontro per bambini: “Milo Maya e il giro del mondo”. Presentazione animata del progetto Opera domani - XVIII edizione. Ore 17 - Serre di Villa del Grumello Cristina Caboni “Il sentiero dei profumi”. Ore 17.30 - Villa Sucota / FAR
Domenico Dara e Giovanni Cocco “Il successo internazionale dei giovani scrittori comaschi”. Ore 19.30 - Villa Gallia
Davide Longoni “Il senso di Davide per la farina. Storia di pane e passione”. Ore 18 - Villa del Grumello
Oliviero Ponte di Pino “Comico & Politico. Beppe Grillo e la crisi della democrazia”. Ore 20.30 - Villa Gallia
Lorenzo Beccati “Pietra è il mio nome”. Ore 18.15 - Villa Gallia
PAROLARIO | IL PROGRAMMA | 21 Attilio Selva “Tartufi d’Italia: un’eccellenza lariana da tutelare”. Mostra di acquerelli botanici di Silvana Rava. Ore 19 - Villa del Grumello Sandrone Dazieri “Uccidi il padre”. Ore 19.30 - Villa Gallia Beppino Englaro, Mina Welby, Mario Riccio e Don Stefano Cucchetti “Nutrire il corpo, coltivare la mente. Libertà e autonomia della persona”. Ore 20.30 - Villa Gallia Cinema: “Super Size Me” (2004) di M. Spurlock Ore 22 - Villa Gallia Riccardo Blumer “Il cibo è la sua forma”. Ore 18.30 - Villa Sucota / FAR
5 SETTEMBRE
Jacopo Manni e Lorenzo Buonomini “Il re della schiscetta”. Ore 19 - Villa del Grumello
Active zone “Social pollution”. Installazione interattiva. Ore 16 - Villa del Grumello
Vladimir Luxuria “L’Italia migliore”. Ore 19.30 - Villa Gallia
Roberto Coaloa “A cento anni dalla Grande Guerra le verità sull’assassinio di Francesco Ferdinando a Sarajevo”. Ore 17 - Villa Gallia
“Fin c’han dal vino… Marzemino”. Aperitivo aspettando… Don Giovanni Ore 19.30 - Villa del Grumello Giuseppe Sgarbi (con i figli Vittorio e Elisabetta) “Storia della mia vita”. Ore 20.30 - Villa Gallia Videomontaggio. “Da Don Giovanni a Casanova. Il mito della conquista nel cinema”. A cura di Mario Bianchi. Ore 20.30 - Villa del Grumello “Orestea di Eschilo”. Con gli studenti del teatro autogestito del Liceo Classico “Volta” di Como Ore 21 - Corte Liceo “Volta” Cinema.”Il cielo in me. Vita irrimediabile di una poetessa. Antonia Pozzi (1912-1938)” di Sabrina Bonaiti e Marco Ongania. Ore 22 - Villa Gallia
4 SETTEMBRE Giorgio Gherarducci e Marco Santin della Gialappa’s band, Flavia Cercato e Gian Paolo Serino “Mai dire bestseller”. Ore 17 - Villa Gallia Valter Pironi e Arturo Croci “L’orto. Guida pratica per imparare a vivere e mangiare bene”. Ore 17 - Villa del Grumello Roberto Mordacci: “Il gusto del comico. Una conversazione tra cinema e filosofia”. Ore 17.30 - Villa Sucota / FAR Massimo Salani: “A tavola con le religioni. Cibo e religioni: un rapporto controverso”. Ore 18 - Serre di Villa del Grumello Alain Mességué “Anche io so sorridere”. Ore 18.15 - Villa Gallia Giovanni Pacchiano “Era un’altra stagione, amore mio”. Ore 18.30 - Villa Sucota / FAR
Gian Luigi Daccò “Una storia di Lecco. Dall’età del Bronzo al mondo globale”. Ore 17 - Villa del Grumello Padre Carlos “Charly” Olivero e Silvina Premat “Tra i poveri con Francesco. Nelle periferie di Buenos Aires sulle orme di Papa Bergoglio”. Con Nello Scavo. Ore 17.30 - Villa Sucota / FAR Teresa Monestiroli “Adagio urbano”. Ore 18 - Villa del Grumello Selvaggia Lucarelli “Che ci importa del mondo”. Ore 18.15 - Villa Gallia Fernando Papis e Luca Meneghel “Gli ultimi dieci anni dell’OSHa 2004 - 2014. Lo sport per nutrire l’anima e il corpo”. Ore 18.30 - Villa Sucota / FAR Mario Colombo, Matteo Maspero e Sara Savoldelli “Mangiamo gli insetti”. Ore 19 - Villa del Grumello Ottavia Casagrande e Raimonda Lanza di Trabia “Raimondo di Trabia. Il Grande Gatsby italiano”. Ore 19.30 - Villa Gallia Concerto. “Il gusto del salotto ottocentesco nella musica per chitarra”. Con Marco e Stefano Bonfanti (chitarre). Ore 20.30 - Villa Gallia Cinema. “Pranzo di Ferragosto” (2008) di G. Di Gregorio Ore 22 - Villa Gallia
6 SETTEMBRE Active zone “Shape”. Installazione interattiva. Ore 15 - Hangar / Aero Club Como
“Miele, latte e missoltini!”. Lettura di fiabe e laboratorio. Ore 16 - Hangar / Aero Club Como Giorgio Cavalleri e Giorgio Cosmacini. “10 anni (1935-1945). Como, il lago, la montagna”. Ore 16.30 - Villa Sucota / FAR “Rime e ritmi del gusto”. Letture di poesie. Musiche di Mauro Pinciaroli (liuto e tiorba). A cura di Laura Garavaglia. Ore 17 - Hangar / Aero Club Como Donatella Possamai “Tra storia, letteratura e ricette: la cucina russa”. Ore 17.30 - Villa Sucota / FAR Presentazione del Premio Internazionale di Letteratura Città di Como 2015 e dell’antologia 2014. Ore 18 - Hangar / Aero Club Como Giuliana Petazzi Baccaglini “Mille scudi, cento rane”. Con Elisabetta Broli, Mario Di Salvo, Paolo Veronesi. Ore 18.30 - Villa Sucota / FAR Alessandro Rimassa “È facile cambiare l’Italia”. Ore 19.30 - Hangar / Aero Club Como Reading musicale. Andrea Vitali e i Sulutumana Ore 21 - Hangar / Aero Club Como
COME RAGGIUNGERE VILLA GALLIA A COMO Quest’anno la sede principale delle manifestazioni di Parolario è Villa Gallia, a Como, ma nel complesso sono 7 i punti che offrono incontri con gli autori, dibattiti o installazioni. A Villa Gallia si accede dalla passeggiata a lago oppure dall’ingresso in piazza Mojana (una trasversale di via Borgovico). Per chi arriva in auto, i parcheggi più vicini sono nel piazzale di Santa Teresa, all’esterno di Villa Olmo, nell’area dell’Hangar. Un bus navetta gratuito collegherà Piazza Cavour ai luoghi degli incontri (orari sul sito di Parolario) e un servizio di ciclo-navetta a offerta libera da Piazza Cavour a Villa Gallia. Tutti gli appuntamenti di Parolario sono a ingresso gratuito. Info e aggiornamenti: tel. 031.301037; www. parolario.it e all’Infopoint di Villa Gallia.
OLTRE PAROLARIO A PIAZZAPAROLA Per la prima volta, quest’anno Parolario organizzerà due incontri in collaborazione con PiazzaParola, festival di letture e incontri con scrittori contemporanei che si tiene a Lugano (Svizzera) il 4-5 e 12 settembre: saranno infatti presenti Michele Amadò, con il suo libro “Nient’altro che 5 minuti” e Lorenzo Buccella, che parlerà del racconto “I democratici”, uscito su Bloc Notes, rivista letteraria della Svizzera italiana.
PAROLARIO | Nutrire la MENTE | 23
«LA FILOSOFIA IN CUCINA HA IL SAPORE DELL’ARTE»
Domenica 31 agosto Ore 11 Villa Gallia
di Nicola Perullo *
La cucina è arte? È una domanda antica, che si poneva già Platone, alla quale solitamente è stata data, dai filosofi e dal mondo della cultura, una risposta negativa. O si risponde tout court “no” oppure si propende per il “sì”, ma proponendo una strategia di nobilitazione: la cucina s’innalza all’arte, anzi alle “belle arti” come sono di solito intese, con una prevalenza dell’aspetto visivo: piatti particolarmente curati dal punto di vista formale e cromatico, oppure i sempre più frequenti casi di collaborazioni tra cuochi e artisti. Considero questi approcci inadeguati. La mia posizione è più radicale e di sfida. Anzitutto, credo che dobbiamo ragionare sull’arte in termini molto diversi, al di fuori dal pregiudizio della vulgata romantica che l’arte sia qualcosa di tutt’altro rispetto alla vita quotidiana, frutto di menti geniali e isolate, e soprattutto un prodotto mentale anziché corporeo. Nella mia prospettiva occorre tornare a pensare, come si è fatto per tanti secoli in Occidente e in Oriente, all’arte come alla relazione con la materia, ovvero come a una serie di processi con cui abbiamo relazione, innanzitutto fisica, con il mondo. Ciò induce a superare la distinzione tra arte e artigianato, per noi scontata, ma che in passato non esisteva. Per i greci arte è “techne”, la tecnica di “fare cose”, possibilmente molto bene. Artista è, nel mondo classico, colui che realizza opere e imita la natura in modo confacente, perfetto. Un’idea, questa, che s’è s’è persa in buona parte dell’estetica moderna. Eccoci, allora, al nocciolo della mia proposta. Per capire se e quando la “la cucina è arte”, bisogna accettare l’idea che l’arte sia una cucina. In altre parole: l’arte parte sempre dal basso, dal lavoro con la materia, e ciò non esclude affatto la creatività. Si può essere creativi come Ferran Adrià o altri grandi chef, che inventano nuovi approcci. Ma anche nel modo dei maestri di sushi giapponesi, la cui creatività si esprime nella ripetizione ossessiva degli stessi gesti, una pratica in cui mettono costante energia tesa a un perfezionamento continuo. Da anni mi occupo della filosofia partendo dal cibo, perché a mio parere il cibo offre una prospettiva di pensiero interessante e non è affatto una filosofia settoriale e disimpegnata. Si pensi solo al fatto che il cibo è l’unica realtà “esterna” che noi mettiamo quotidianamente dentro di noi, la incorporiamo, la
assimiliamo e ne facciamo parte del nostro esistere. Già Feuerbach («l’uomo è ciò che mangia»), Nietzsche e Lévinas, tra i grandi pensatori dell’Ottocento e Nove-
cento, avevano intuito questo legame, ma non lo hanno portato compiutamente a tema per motivi storici e sociali. * Filosofo, professore di estetica
TUTTI I GUSTI DEL PENSIERO 29 agosto Ore 17, Como, Villa Gallia Cinzia Pieruccini e Giuliano Boccali “Il gusto degli altri. Arte ed estetica in India” 31 agosto Ore 11, Como, Villa Gallia Nicola Perullo “La cucina è arte? Filosofia della passione culinaria” 1 settembre Ore 18.15, Como, Villa Gallia Laura Campanello “Sono vivo, ed è solo l’inizio. Riflessioni filosofiche sulla vita e sulla morte” 1 settembre Ore 17.30, Como, Villa del Grumello Alberto Cima “Filosofia ed estetica della musica” (Fuori cartellone - Letture a cura di Laura Negretti)
2 settembre Ore 17, Como, Villa del Grumello Andrée Bella “Socrate in giardino. Passeggiate filosofiche tra gli alberi” 4 settembre Ore 17.30, Como, Villa Sucota/Fondazione Antonio Ratti Roberto Mordacci “Il gusto del comico. Una conversazione tra cinema e filosofia” *Il cartellone è curato da Alfredo Tomasetta
31 agosto Ore 18,15, Villa Gallia Mario Capanna, già leader del Movimento studentesco nel ’68, oggi presidente della Fondazione Diritti genetici, ha curato un confronto interdisciplinare sul rapporto tra scienza e democrazia, edito da Jaca Book. Ne parla a Parolario con il giornalista Armando Torno e l’attore-scrittore Flavio Oreglio.
PAROLARIO | La POESIA nutre l’anima | 25
PAROLE RITROVATE TRA FRONTI E TRINCEE
30 agosto Ore 18, MuRAC Museo Rifugi Antiaerei Como
di Fabiano Alborghetti*
Far memoria dei conflitti attraverso testimonianze in prima persona di uomini gettati nella guerra. Con le “Parole ritrovate” a cui si intitola l’appuntamento poetico di Parolario, all’interno del Murac - il Museo dei rifugi anti aerei di Como - si intende restituire attualità a frammenti di storia minore entro la grande Storia dell’Europa, attraverso il linguaggio della poesia. A un secolo dallo scoppio della Grande Guerra (1914-’18) e a quasi 70 dalla fine della Seconda Guerra mondiale (1939-’45), il poeta comasco Pietro Berra effettuerà letture tratte da liriche di soldati (dalle sue raccolte “Notizie sulla famiglia”, 2009 e “Terra tra due fari/Piccolo viaggio in Italia”, 2011, ndr), spesso giovanissimi, che stavano vivendo il confronto con la morte. Si tratta di un materiale preziosissimo. Da un lato, questi uomini avvertivano il dovere di compiere un atto a difesa della patria, una parola carica di significato per ciascuno. Ad essi sfuggiva, però, il senso della causa che si andava combattendo, per la mancanza di una visione d’insieme. Le loro parole suscitano profonda emozione, facendo emergere - accanto alla sensibilità individuale, all’umanissima paura di morire - la condizione di piccole pedine, entro un’ecatombe immensa. Questo farà di tutti loro degli eroi postumi. I soldati compilano diari mentre viaggiano sui convogli o durante le pause degli attacchi, ai fronti. Sentono di essere inadeguati. Vengono scaraventati nel conflitto: la guerra è qualcosa che non padroneggiano, in quanto l’Italia all’epoca era prevalentemente contadina, e così sarà anche nella successiva Seconda Guerra mondiale. Uguale senso di spaesamento vivono i protagonisti della seconda parte di “Parole ritrovate”, proponendo le parole di quanti sono fuggiti dai conflitti recenti, scappati da Africa, Balcani o dal bacino del mediterraneo. Ho consegnato le loro parole a “L’opposta riva” (2006, riedita nel 2013, ndr) dopo aver vissuto con loro per tre anni. Come si integrano queste vicende con quelle della Prima o della Seconda guerra mondiale? Non ci sono differenze. Le forze che spingono al conflitto sono sempre quelle.
Da “Eroi per caso”, Rai 1
Facendo leva su sentimenti non reali, si fomenta l’odio e si costruisce l’avversione. Una volta in guerra, chi sta al fronte, o torna e magari cerca di fuggire, avverte l’inganno di quella situazione e si trova a condividere sentimenti quali la paura, sollievo e sconfitta assieme, il senso della precarietà, dell’ansia per il presente.
*Poeta ticinese, direttore artistico per la Svizzera della rassegna PoesiaPresente dal 2009 al 2012 e direttore editoriale della rivista Atelier
BRINDISI ALLA POESIA 29 agosto - ore 19.30, Villa Gallia “A Sud del Sud: poeti e vini di Puglia” Lettura e degustazione con Michelangelo Zizzi e Claudio Quarta. Dialogano con Pietro Berra. 30 agosto - ore 18 al MuRAC “Parole ritrovate”. Video di Giuliana Laportella. Poesie di Fabiano Alborghetti, Pietro Berra e dei soldati delle due Guerre Mondiali. Musiche di Emanuele Rigamonti.
UN FILM SULLA POZZI
NEL CIELO DI ANTONIA
6 settembre - ore 17, Hangar. Aero Club “Rime e ritmi del gusto” Letture di poesie a cura di Laura Garavaglia. Musiche di Mauro Pinciaroli. “Il cielo in me. Vita irrimediabile di una poetessa. Antonia Pozzi (1912-1938)”. È il titolo del documentario di Sabrina Bonaiti e Marco Ongania che rievoca la breve vita dell’intellettuale milanese, fotografa, allieva di Antonio Banfi, molto legata alla Valsassina, che si lasciò morire a soli 26 anni. Proiezione il 3 settembre - ore 22, Villa Gallia
Opere di John Dowland (Preludio, Fortune, Sir John Smith His Almain, Lady Laiton’salmain), Anthony Holborne (Fantasia, Gagliarda), Lorenzo Tracetti (Fantasia), Anonimo (Gagliarda), Giovanni Girolamo Kapsberger (Toccata VI, Gagliarda) e Giovanni Zamboni (Arpeggio, Sonata IX). Con la tiorba Pinciaroli suonerà brani di Giovanni Girolamo Kapsberger (Preludio, Toccata Arpeggiata, Kapsberger, Canario) e Alessandro Piccinini (Toccata VI, Ciaccona).
PAROLARIO | Il gusto delle RISCOPERTE urbane | 27 PASSEGGIATA CON L’ARCHITETTO-SCRITTORE
TRA I GIARDINI DI VILLA GALLIA
“RAZIONALISMO REMIX” CON BIONDILLO Lo scrittore e architetto Gianni Biondillo torna a guidare la passeggiata letteraria tra i monumenti razionalisti di Como. L’appuntamento è il 31 agosto alle 14.30 al Monumento ai Caduti in viale Puecher a Como, opera progettata nel 1933 dai fratelli Giuseppe e Attilio Terragni su ispirazione di uno schizzo della Torre-faro dell’architetto futurista comasco Antonio Sant’Elia. La passeggiata prosegue allo Stadio, all’Hangar
dell’Idroscalo di Como, sede dell’Aero Club Como, opera razionalista di Carlo Ponci e Giuseppe Terragni realizzata tra il 1931 e il 1934, e si conclude con la visita alle residenze moderniste. L’iniziativa, che terminerà verso le 16 a Villa Gallia, ha un costo di 8 euro a persona. Prenotazione obbligatoria: tel. 031.301037; info@parolario.it. Una volta a Villa Gallia, Biondillo presenterà, alle ore 16, il suo libro “L’Africa non esiste” (Guanda, 250 pag., 15 euro). Lo scrittore tornerà a Como il 17 settembre, alle ore 21, a Palazzo Terragni, per la conferenza “Paolo Pons. Un inedito di Cesare Cattaneo”, con Luigi Cavadini e Franco Butti. (Anna Piazzi)
MILANO “NEBBIOSA” UN INEDITO PASOLINI
Tra le riscoperte promosse da Parolario, anche quella di Villa Gallia, sede dell’Amministrazione provinciale, costruita nel 1615 dall’abate Marco Gallio sulle rovine del palazzo dell’umanista Paolo Giovio. Nei giorni della rassegna resterà aperto il cancello che s’affaccia sulla passeggiata a lago, consentendo al pubblico di accedere dai giardini.
2 settembre Ore 17 Villa Gallia
di Silvia De Laude*
C’è un luogo comune duro a morire, secondo cui Pasolini non avrebbe avuto alcun interesse per Milano. Ha detto Nico Naldini che la pensava come Elsa Morante, a cui Milano era sembrata sopportabile solo in un giorno di Ferragosto, in compagnia dei piccioni. In realtà non è così, e ne dà una dimostrazione la sceneggiatura della “Nebbiosa”, pubblicata integralmente per la prima volta quest’anno dal “Saggiatore”. Le cose erano andate in questo modo. Nel 1959, poco dopo l’uscita di “Una vita violenta”, un produttore improvvisato aveva contattato Pasolini per commissionargli una sceneggiatura ambientata a Milano, nell’ambiente dei teddy boys e della piccola delinquenza minorile. La regia sarebbe stata affidata a due esordienti, Gian Rocco e Pino Serpi. Nonostante produttore e registi non gli avessero fatto una grande impressione, Pasolini accetta e quasi subito si trasferisce a Milano, dove si ferma per più di un mese. Passa le giornate a esplorare la città, con la furia e la passione con cui nei primi anni cinquanta aveva esplorato Roma. Anche a Milano alcuni ragazzi, teppisti quanto basta, gli fanno da guida linguistica e antropologica. Con loro gira per bettole, bar luccicanti del centro, periferie, ritrovi di teddy boys e night dalle parti di via Montenapoleone. Intanto annota su un quadernetto il gergo e le battute dei ragazzi scelti per fargli da guida linguistica e antropologica. Il progetto del film va a monte, ma di questa spedizione milanese, della quale finora si sapeva pochissimo, resta la sceneggiatura pubblicata per la prima volta integralmente dal “Saggiatore”: un noir
picaresco e disperato, in cui il Gimkana, il Teppa, il Rospo e il Contessa prendono per un attimo il posto dei loro corrispettivi romani, e anche per loro il gioco finisce male, con la morte di un ragazzo (all’alba, dopo una notte brava, davanti alla sagoma dello stadio di San Siro). La Milano della “Nebbiosa” è per molti versi una risposta alla Milano di Giovanni Testori, che negli stessi anni di “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta” raccontava le periferie, i ragazzi, la malavita, gli amori, il cinismo e insieme il lirismo di una città sospesa fra il senso della tradizione e prepotenti tentazioni neo-capitalistiche. È una Milano che non esiste più, e che si è cercato di ricostruire in una mostra fotografica a Palazzo
Moriggia (www.lanebbiosa.it): quasi uno story board del film, che attraverso foto di quegli anni racconta la Milano vista da Pasolini – quella piena di luci e ombre del boom. La mostra ha una parte social, che espone immagini della Milano scomparsa portate dagli stessi milanesi, invitati con uno speciale appello a condividere le foto della loro città. Sarà aperta fino al 14 settembre. Sempre a Palazzo Moriggia, di Pasolini e Milano parleremo alle 18.30 lo storico dell’arte Giovanni Agosti ed io.
* Curatrice, con Walter Siti, dell’opera omnia di Pasolini dei Meridiani Mondadori; a Parolario con il giornalista e scrittore Paolo Di Stefano
PAROLARIO | Il sapore del POTERE | 29 C’È UN’ITALIA DA CAMBIARE
CHI STA DIETRO ALLA POLITICA
LUXURIA CRITICA IL PAESE MALATO
Mentre la recessione è tornata a mordere il Paese, Alessandro Rimassa, direttore della Scuola di Management e Comunicazione di IED, l’Istituto Europeo di Design di Milano, presenta un percorso in 10 punti. “È facile cambiare l’Italia, se sai come farlo”, sostiene il suo saggio (Hoepli), ispirato ai principi della Terza Rivoluzione industriale e del design thinking (6 settembre, ore 19.30, Hangar-Aeroclub).
Se c’è qualcuno, in Italia, che può parlare autorevolmente del potere politico degli ultimi 30 anni, non c’è dubbio che si tratti di Luigi Bisignani. Giornalista di Ansa, Espresso, Panorama, capo ufficio stampa di vari ministeri, coinvolto in inchieste giudiziarie, si è imposto come autore di spy story di successo. Dopo “L’uomo che sussurra ai potenti” (2013), è in libreria con “Il direttore” (237 pag., 16 euro), sempre per Chiarelettere. Sarà a Parolario con il giornalista Paolo Madron, nel confronto “Nei labirinti del potere: tra finzione e realtà” (2 settembre, ore 18.15, Villa Gallia)
La società dello spettacolo, con i suoi vizi e nessuna virtù, è protagonista del romanzo “L’Italia migliore” (Bompiani, 141 pag., 16 euro), di Vladimir Luxuria, prima transgender ad entrare in Parlamento, con Rifondazione Comunista, nel 2006. Oggi scrittrice e performer, Luxuria disegna, nei profili delle sorelle Camilla e Marianna, il duplice volto del Paese: la fatica e il dolore della quotidianità si scontrano con il fatuo mondo del successo ad ogni costo (3 settembre, ore 19.30, Villa Gallia)
GRILLO, IL GRANDE BLUFF DELLA DEMOCRAZIA WEB
1 settembre Ore 20.30 Villa Gallia
di Oliviero Ponte di Pino
Sicuramente Beppe Grillo, come tutti gli attori, ha un’enorme sensibilità nel capire gli umori profondi del pubblico, la sua “pancia”. Questo gli ha permesso, dopo la carriera di uomo di spettacolo, anche quella politica. Come attore cacciato dalla Rai ha ottenuto dall’opinione pubblica un’aura di martire, che gli ha dato credibilità. Tuttavia in un Paese normale, con processi politici più limpidi, difficilmente un comico, l’ennesimo leader populista che affascina gli italiani, avrebbe potuto raggiungere il 25% dei voti. Se guardiamo alla storia, ci sono stati altri “teatranti-politici”: da noi Guglielmo Giannini (1891-1960), fondatore del movimento dell’ “Uomo qualunque”, nel 1948 ottenne il 5% ma scomparve subito dalla scena politica. In Francia l’attore Coluche (1944-1986), autore di formidabili battute-slogan, ha toccato il 16% nei sondaggi ma poi è uscito di scena. È sulle ragioni profonde del grande e duraturo successo di Grillo e del Movimento 5 Stelle che ci dobbiamo interrogare. Non dobbiamo dimenticare che l’ex comico genovese ha iniziato la sua carriera politica nel 2005 con i Meet Up, un interessante esperimento di democrazia diretta in rete. Il Movimento 5 Stelle si nutre di una ambiguità: da un lato la promessa di una democrazia partecipata, dall’altro la dipendenza da un capo carismatico. È un nodo che non riguarda solo
l’Italia, ma tutte le democrazie. I nuovi media stanno abituando le giovani generazioni a modalità di confronto partecipative, immediate, dirette. Secondo Google, ogni volta che clicchiamo su un link, esprimiamo un voto. In parallelo, cresce la tendenza all’autoritarismo, magari travestito da efficientismo e “scelte tecniche”. C’è poi un problema di selezione e formazione della classe dirigente: il M5S ha oggi gli stessi problemi degli altri partiti, dalla Lega al Pd di Renzi. L’Italia è governata da una gerontocrazia che ha funzionato per cooptazione, ma creare una nuova classe dirigente richiede tempo. L’esperienza del M5S dimostra che la democrazia diretta è complessa,
e forse è una utopia irrealizzabile. Già facciamo fatica a gestire una riunione di condominio: come possiamo pensare di gestire città come Milano o il Paese con questo sistema? Un altro snodo: le dirette streaming – ovvero la trasparenza totale - sono davvero uno strumento di democrazia? Abbiamo imparato che le assemblee sono manipolabili da minoranze determinate. Aldilà del giudizio politico, la parabola di Grillo ci obbliga dunque a riflettere sulla natura della politica nel XXI secolo. Quanto alla democrazia, penso che per farla funzionare occorrano corpi intermedi di rappresentanza. (Testo raccolto da Vera Fisogni)
PAROLARIO | Il gusto dell’IMPEGNO | 31
TRA LIBERTÀ E SCELTA UN DIALOGO SULLA VITA
4 settembre Villa Gallia Ore 20.30
2 e 5 settembre Ore 18.30 Villa Sucota /FAR
DUE LIBRI COMASCHI
OLTRE I LIMITI DELLA DISABILITÀ
di Don Stefano Cucchetti*
Il dibattito a cui prenderò parte a Parolario - intitolato “Nutrire il corpo, coltivare la mente” (con Beppino Englaro, Mina Welby e il dottor Mario Riccio, ndr) - vuole essere una riflessione sui temi implicati alla vita umana. In particolare, la condizione della “fine vita” è da guardare come ad un luogo di confine, in cui emergono tutte le tensioni dell’uomo. Non bisogna affatto isolare questa tematica. Un grosso limite del confronto odierno, invece, risiede proprio nell’attitudine a farne una questione legislativa riducendo così la portata etica del discorso. Non isolare il “fine vita” significa anche discuterlo con la massima serenità nel contesto più ampio delle scelte intorno al vivere. A Parolario, ma non soltanto, vorrei veder condurre le riflessioni ad un livello più profondo, antropologico, leggendo quella fase particolare dell’esistenza nel quadro più comprensivo della condizione umana. Per lo più, nella discussione, ci si limita a ribadire le posizioni consolidate, a rilanciare o formulare proposte legislative, senza rendersi conto che - alla base - stanno domande ben più profonde. Il morire è un momento della vita che appartiene ad ogni persona. Proprio in quanto
l’uomo è un soggetto personale, occorre capire che la libertà non può mai risultare svincolata dalle condizioni del corpo e dalle relazioni con il contesto, l’ambiente sociale, familiare. Nel mio intervento intendo mettere in evidenza che la libertà è rivestita da questa complessità di coordinate, rispetto alla quale prescindere appare riduttivo. La posizione della Chiesa cattolica, spesso semplificata e fraintesa dai mass media, vuole riconoscere lo spessore compiuto della libertà individuale, la quale non è mai “absoluta”, svincolata. Un’ultima cosa, ancora. Mi auguro che la serata di Parolario non sia l’occasione di un dibattito, bensì di dialogo costruttivo. L’etimologia della parola “dibattito” fa pensare a una partita di ping-pong, in cui i giocatori si contendono la palla. Oggi la nostra società ha bisogno di dialogo, di una parola che transita. E, per questo, si arricchisce, portando un accrescimento di conoscenze e di prospettive a tutti.
* Docente di Etica sociale e Bioetica all’Istituto superiore di Scienze religiose e al Seminario arcivescovile di Milano. É autore, tra gli altri, dei saggi recenti: “Quale libertà religiosa? Dall’Editto di Milano a oggi” (Ancora, 2013) e “Nella luce della fede: meditazioni sul Credo degli Apostoli” (EDB, 2014)
La disabilità come opportunità di piena realizzazione personale, al di là del dolore, per chi la vive e per quanti assistono i diversamente abili. È uno degli spunti che si trae dall’appassionante “A cavallo sono un re. Storie oltre i limiti” (San Paolo, 144 pag., 13 euro) in cui la giornalista comasca Laura d’Incalci racconta la quotidianità degli utenti e dei volontari dell’associazione lariana Thais, che dal 1983 promuove corsi di ippoterapia, nuoto e attività sportive per portatori di handicap. L’autrice ha vinto il Premio Internazionale di Letteratura Città di Como - Sezione Racconti del Territorio (ex aequo con Marco Scarpelli). A Parolario sarà presentato anche il nuovo libro dell’associazione sportiva dilettantistica Osha-Asp di Como, associazione che promuove e coordina attività sportive fra i portatori di handicap. Insieme all’autore Luca Meneghel saranno presenti Fernando Papis, Dalila Vignando, Paolo Zaffaroni e alcuni personaggi del mondo dello sport.
STARE ACCANTO, ALLA FINE
Quest’anno è l’Associazione Accanto Onlus l’ospite di Parolario per quanto riguarda la solidarietà. Essa offre cura palliative domiciliari, servizi di assistenza medica e psicologica, ai malati terminali e alle loro famiglie. Supporta, inoltre, con i propri volontari, l’Hospice San Martino, operante a Como dal 2004. Info: www.accanto-onlus.it
PAROLARIO | Il sapore della CRESCITA | 33
«ASCOLTIAMO DI PIÙ I NOSTRI ADOLESCENTI»
29 agosto Ore 18.15 Villa Gallia
UNA COPPIA DA SFOGLIARE Non si sentono ascoltati. Bisognerebbe chiedere agli adulti: «Ma state a sentire i «Amarli non basta. Bisogna avere forma- vostri figli?». zione e informazione: siamo noi adulti i Quanto sono diversi gli adolescenti di punti di rifermento affettivi e normativi oggi da quelli di 20, 30 anni fa? dei nostri giovani». La psicologa Maria Anche per noi questa era l’età ingrata, però Rita Parsi, docente universitaria a La Sa- avevamo dalla nostra due punti saldi, che pienza e a Uniecampus, lancia un vibrante oggi non ci sono più: la stabilità delle due richiamo a genitori e insegnanti, nel suo principali agenzie educative e la certezza “Maladolescenza. Quello che i figli non di un futuro. Che possiamo dire a questi dicono” (Piemme, 196 pag., 14,50 euro), giovani? Il lavoro non c’è. I governanti non scritto con Mario Campanella. si mettono d’accordo nei conflitDottoressa Parsi, qual profilo ti. di adolescente emerge dalle Michele Serra, negli “Sdraiasue ricerche? ti” (Feltrinelli) ha descritto Sono insicuri. La loro insicurezfigli incapaci di schiodarsi dal za è, anzitutto, l’esito della situadivano. Immobilismo o patozione familiare in cui si trovano logia? a crescere. I genitori appaiono, È una condizione legata a doppio in media, eterni adolescenti. A filo alla società, che non mobiliquesto si aggiunge la fragilità del ta i ragazzi. Non che manchinucleo d’origine: spesso si tratta Maria Rita Parsi no le risorse positive, come di famiglie sfilacciate, monopal’Erasmus, ad esempio. Ma se rentali, allargate, più o meno conflittuali. in passate generazioni occorreva darsi Poi c’è la scuola, altrettanto in crisi. In bre- da fare per ottenere qualcosa, oggi i rave: la crisi degli adolescenti dipende dalla gazzi sono virtualmente rallentati. Torcrisi delle due principali agenzie educati- nando al libro di Serra, l’essere “sdraiati” ve, famiglia e scuola. adombra anche un aspetto depressivo, In che cosa la scuola è carente? sebbene sottile. I nostri ragazzi sono “nativi digitali”. Gli Cosa pensa dei giovanissimi che si veninsegnanti, di un’altra generazione, fan- dono per borse griffate o per uno smarno fatica ad essere in sintonia: non fanno tphone? sponda al mondo virtuale in cui gli adole- Il grande vuoto in cui vivono, gran parte scenti vivono gran parte del loro tempo. Il degli adolescenti di oggi, in cui giganteggia gap è amplificato dallo scarso adeguamen- la morte spettacolarizzata, viene riempito to tecnologico degli istituti scolastici. con gli oggetti. La difesa consumistica finiI ragazzi dialogano con smartphone e sce per essere l’unica reazione, a qualunsocial network. Ma restano muti. que costo. di Vera Fisogni
Cosa significa essere la moglie di un editore di successo? Alice Di Stefano ha sposato Elido Fazi ed è l’autrice di “Publisher” (Fazi, 377 pag., 16.50 euro). Italianista lei, self-made-man lui, con il fiuto del best seller (si pensi solo alla saga di Twilight), si restituiscono con sincerità al lettore. Per la cronaca, Alice è la figlia di Cesarina Vighy, autrice di “L’ultima estate” (2009), potente esordio letterario (finalista allo Strega, Campiello opera prima), che ha fatto incontrare Alice e Elido (2 settembre, ore 19.30, a Villa Gallia).
MISSOLTINI E OPERA BABY Per i più piccoli, il 6 settembre all’Hangar-Aero Club Como, ore 16, incontro con letture di fiabe (e laboratorio creativo) tratte dal libro “Il missoltino dispettoso e altre storie” di Eloisa Guarracino (BabyGuide) a cura di Isabella Boni. Il 3 settembre alle 17, a Villa del Grumello, è in programma la presentazione animata dell’opera “Milo Maya e il giro del mondo” di Matteo Franceschini, commissionata da Aslico per il progetto “Opera domani” e dedicata ai temi di Expo Milano 2015.
PAROLARIO | Il gusto di leggere COMASCO | 35
ANCHE LA “RIVELAZIONE” DARA E MORANDOTTI IN ANTEPRIMA
SATISFICTION, CRITICA ROCK CON GRANDI OSPITI A COMO
Con Giovanni Cocco, il 1 settembre a Villa Gallia (ore 19.30), ci sarà anche Domenico Dara, comasco d’adozione, autore di un esordio narrativo finalista alla XXVI edizione del Premio Calvino, oggi edito da Nutrimenti. È “Breve trattato sulle coincidenze”, ambientato nel 1969, alla vigilia del primo passo sulla Luna. Il 30 agosto a Villa Gallia (ore 16), il giornalista comasco Lorenzo Morandotti presenta “Crani e topi” (Ars Amandi), raccolta di aforismi, in prima nazionale.
Diretta dal critico comasco Gian Paolo Serino, la rivista letteraria Satisfiction, finanziata dalla rockstar Vasco Rossi, porta sul Lario alcuni personaggi di punta della cultura italiana, dal regista Ozpetek agli editori Elisabetta Sgarbi e Elido Fazi. Da metà settembre la collaborazione con Parolario proseguirà con “Parole di cuore. Satisfiction”: ogni venerdì scrittori e giornalisti culturali leggeranno libri ai bambini dell’ospedale Sant’Anna di Como (www. satisfiction.me)
LE OMBRE DEL LAGO SOPRA VILLA D’ESTE
1 settembre Ore 19.30 Villa Gallia
di Giovanni Cocco *
Nell’estate del 2002 lavoravo per un’impresa di pulizie con sede nell’erbese. Verso la fine di luglio, al termine della giornata lavorativa, mi chiamarono in ufficio per dirmi che erano saltate fuori due occasioni e che, nel caso fossi stato disponibile, c’era parecchio lavoro per il mese di agosto. Si trattava, in poche parole, di due “missioni”: pulire e sistemare gli uffici di una nota azienda farmaceutica di Erba e passare al setaccio i capannoni di una storica azienda della Valassina. Vista la mia situazione di allora e considerata la mancanza di prospettive che a quei tempi mi costringeva ad accettare qualunque tipo di lavoro pur di riuscire a sbarcare il lunario e avere uno stipendio garantito per il mese successivo, accettai. L’agosto del 2002 (o era il 2001?) lo ricordo così, con il “tergi” in mano a pulire i vetri degli uffici della Lisapharma e in piedi su un trabattello, armato di scopa e straccio, a togliere ragnatele dai soffitti dell’Oltolina di Asso. Nelle pause tra un turno e l’altro leggevo. A un certo punto m’imbattei in un romanzo straordinario in cui, a un certo punto, il protagonista raccontava: «Per lui, era difficile restare senza lavoro, perché la sua regola era: renditi indispensabile, il resto viene da sé; se devi andare sotto padrone e il tuo compito... se tutto quello che la vita ti dà per sopravvivere è pulire i vetri in un dato tempo, fa’ che, risparmiando tempo, i vetri da te puliti siano puliti come nessuno li pulirebbe mai, prima o poi qualcuno si accorge, capisce che non sei un normale pulitore di vetri e che uno che pulisce i vetri così e così alla svelta è anche in grado di fare di meglio che puli-
re i vetri». Estate del 2014. Qualche giorno fa ho ricevuto una telefonata dal mio Editore (Guanda, gruppo Mauri Spagnol) che dopo avermi augurato buone vacanze, mi ricordava la consegna del nuovo romanzo (titolo provvisorio Metropolis, scena di apertura accanto a Villa d’Este), il seguito di Ombre sul lago, entro la fine di agosto, visto che la pubblicazione è stata fissata per il nuovo anno.
Il tascabile è in arrivo per l’inizio dell’autunno e finalmente, sulla quarta di copertina, comparirà la frase: «Ombre sul lago è in corso di pubblicazione in tutto il mondo».
* Scrittore, finalista del Premio Campiello nel 2013, in libreria con i best seller “Ombre sul lago” (Guanda) e “Il bacio dell’assunta” (Feltrinelli)
PAROLARIO | Per PALATI fini e robusti | 37 PICCOLO MONDO ANTICO C’È IL COPIONE INEDITO Alberto Buscaglia e Tiziana Piras presentano a Parolario “Piccolo mondo antico, il film di Mario Soldati. Dalla sceneggiatura alla schermo” (New Press, 2014), in cui mostrano come la pellicola sia basata, in parte, su un copione finora inedito. Il 1 settembre, a Villa Gallia, alle 17, anticiperanno il prossimo libro dedicato a un’altra sceneggiatura di Mario Soldati: “Malombra” (1942), anch’esso tratto da un romanzo di Fogazzaro.
IL PROGRAMMA 29 agosto “Food, Inc.” (Usa, 2008) Di Robert Kenner 30 agosto “Il pranzo di Babette” (Danimarca, 1987) Di Gabriel Axel 31 agosto “Slow Food Story” (Ita, 2013) Di Stefano Sardo
4 settembre “Super Size Me” (Usa, 2004) Di Morgan Spurlock 5 settembre “Pranzo di Ferragosto” (Ita, 2008) Di Gianni Di Gregorio (Tutti le proiezioni si terranno alle ore 22.00 a Villa Gallia)
1 settembre “Terra Madre” (Ita, 2009) Di Ermanno Olmi 2 settembre “Lunga vita alla signora!” (Ita, 1987) Di Ermanno Olmi
L’IMMAGINARIO È SERVITO, AL CINEMA di Bernardino Marinoni
Il menu forse è il più raffinato mai imbandito sullo schermo, e paradossalmente il più popolare nella memoria degli spettatori: brodo di tartaruga e vino Amontillado, blinis Demidoff e Veuve Cliquot 1860, cailles en sarcophage - quaglie ripiene di tartufo nero e appoggiate in un vol au vent di pasta sfoglia - e Clos Vougeot 1864, scelta di formaggi, dolci stupendi, frutta esotica. L’indimenticabile (nel conto vanno messi anche la ricetta danese del baccalà insegnata all’esule chef parigina dai padroni di casa e la preparazione dei biscotti) “Pranzo di Babette” di Gabriel Axel condivide con “Lunga vita alla Signora!” di Ermanno Olmi l’anno di realizzazione, il 1987. Ma alla tavolata di Vip presieduta da una dama decrepita, più che l’imbandigione - il pesce, lungo più di un metro, dal grugno mostruoso (e il suo scheletro bianco e spolpato), fu un “effetto speciale” preparato dalla bolognese New Cinematica - conta il lusso, dalla “Musica da tavola” di Georg Philip Teleman agli oggetti in scena nella Gran sala della cena, commissionati da Olmi ad alcuni artigiani veneti, già protagonisti di un suo documentario. Una nota tessitrice per la tovaglia di tenta metri intessuta di fili d’argento frammisti a preziosi filati grigio-azzurri, i bicchieri soffiati in una primaria vetreria di Murano, i piatti in ceramica modellati espressamente per il film. Non hanno senza offesa, l’antica nobiltà dei vini di Babette quelli che sor-
seggia Gianni (Di Gregorio, regista e interprete) in “Pranzo di Ferragosto” (2008): in una Roma assolata, nella vineria trasteverina di fiducia, dopo essersi fatto versare un bicchiere di Ribolla gialla compra due bottiglie di Chablis. In compenso come gli apprendisti camerieri adolescenti di “Lunga vita alla Signora!”, non sono attori - di mestiere - le vecchie signore (niente affatto imbalsamate, né sinistre, però, rispetto al personaggio che Olmi pone a capota-
vola) il cui espresso desiderio, infine, è di rendere interminabile la convivialità di un Ferragosto fuori dell’ordinario. Piatto forte la lasagna. Ben altri sapori arrivano dal secondo vassoio di proiezioni del cinema di Parolario, intitolato “Palati fini, stomaci forti”, dedicato ai documentari-verità sugli alimenti (“Food Inc.” e “Super size me”) e sulla moda slow (“Slow food story” e “Terra Madre” di Olmi).
PAROLARIO | Il gusto di dar SPETTACOLO | 39
VITALI & SULUTUMANA MUSICA PER “VIVIDA”
6 settembre Ore 21 Hangar-Aero Club Como
di Vera Fisogni
Nonostante il titolo spumeggiante, come un buon vino, “Vivida mon amour”, ultimo racconto di Andrea Vitali, edito da Cinquesensi (112 pag., 18 euro, con disegni di Giancarlo Vitali e introduzione di Sveva Casati Modignani) è una storia d’amore dal retrogusto amaro. Ad addolcirla, con i toni di una ballata, ci penseranno - con l’autore - i Sulutumana, gruppo musicale comasco, dal consolidato sodalizio artistico con il romanziere di Bellano. Ne parliamo con Giambattista Galli, lader della band che chiuderà Parolario all’Hangar, il 6 settembre. Quando e come è iniziata la collaborazione con Andrea Vitali? Era il 2004: noi eravamo ospiti a Castello di Pomerio per la presentazione di un libro di Giovanni Cocco, suonavamo e cantavamo. Andrea era tra gli ospiti. Ci siano conosciuti e piaciuti artisticamente, scambiandoci i numeri di telefono. Quando ci siamo rivisti è iniziato un sodalizio che continua ancora oggi. Andrea voleva presentazioni un po’ diverse, in cui non si dovesse parlare del libro. Dal canto nostro, abbiamo sentito affinità con i suoi ambienti e i personaggi. Il primo vero spettacolo, a teatro, è stato “Pianoforte vendesi”, al Piccolo di Milano (2007). Cosa vi accomuna? E quanto c’entra il lago di Como? Conta tantissimo un certo comune sentire rispetto al territorio che ci appartiene. Non vediamo il Lario affacciandoci alla finestra, ma ne cogliamo il sentore e gli odori. Il modo spontaneo con cui lavoriamo in gruppo, insieme con la complicità dei tratti caratteriali, ha finito per cementare un’amicizia e un affiatamento sorprendenti. Ma Vitali sa cantare? Si è sentito canticchiare spesso i cori inneggianti il Como Calcio. La sua passione musicale è raffinata e colta, come del resto il personaggio. Qualche volta, per scherzo abbiamo cercato di metterlo alle strette per cantare qualcosa. Che spettacolo avete in mente per “Vivida mon amour”? Come ci è consueto fare, lavoriamo sull’improvvisazione. Altrimenti significherebbe tradire il nostro modo di essere. Sappiamo solo che non è un concerto, né uno spettacolo teatrale. E dopo Parolario, un nuovo album? Il cd a cui stiamo lavorando uscirà in
autunno, tra fine ottobre e novembre, con “Euroteam” di Piero Cassano e Fabio Perversi (due Matia Bazar, ndr). Il titolo? Non c’è ancora...
“GRAN SERATA” PER MARINETTI Torna il Futurismo raccontato da Massimiliano Finazzer Flory, quest’anno impegnato nella performance “Gran Serata Futurista”, dedicata a Filippo Tommaso Marinetti, nei 70 anni dalla morte, avvenuta proprio sul lago di Como, a Bellagio. Appuntamento il 30 agosto alle 21 a Villa Gallia.
VIDEO-BRINDISI CON MOZART In attesa della nuova stagione del Teatro Sociale, Parolario e Aslico celebreranno il “Don Giovanni” di Mozart a Villa del Grumello (3 settembre, ore 19.30) con un’introduzione all’opera a cura di Lisa Navach, un aperitivo con il “Marzemino”, vino reso celebre grazie al capolavoro mozartiano, e il videomontaggio a cura di Mario Bianchi “Da Don Giovanni a Casanova. Il mito della conquista nel cinema” (3 settembre, ore 20.30, Villa del Grumello).
TRA LIBRI & ARTI 31 agosto - Ore 20.30, Villa Gallia “I segreti del tempo: le avventure nella storia di Mika Waltari”. Incontro-spettacolo di e con Luca Scarlini, in occasione della ripubblicazione di “Gli amanti di Bisanzio” dell’autore finlandese (1908-1979). 3 settembre - Ore 21, Liceo Volta Corte del liceo Volta “Orestea” di Eschilo. Riduzione a cura del gruppo teatrale del liceo classico. 4 settembre - Ore 17, Villa Gallia “Mai dire best seller” Con Giorgio Gherarducci e Marco Santin della Gialappa’s Band, Flavia Cercato e Gian Paolo Serino. 5 settembre - Ore 20.30, Villa Gallia “Il gusto del salotto ottocentesco nella musica per chitarra”. Con Marco e Stefano Bonfanti. Installazioni interattive A cura del Dipartimento di Musica elettronica del Conservatorio, il 3, 5 (Villa del Grumello) e 6 settembre (Hangar).