Speciale moda Donna

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LA PROVINCIA VENERDÌ 8 MARZO 2013

Moda donna

Cosa c'è di nuovo per la primavera-estate

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Largo al colore in un guardaroba che regala energia Con una tavolozza ricca di sorprese cromatiche gli stilisti invitano a guardare avanti con ottimismo Ecco l’analisi di Giusi Ferrè, firma di "Io Donna" GIUSY FERRÈ *

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a primavera che ci aspetta, almeno in guardaroba, sarà un periodo di grande energia. C’è infatti molto colore nelle collezioni, dai toni freddi a quelli intensi del sole, alle terre, per non dire delle fantasie, tutte improntate a un’idea di vitalità. La moda mette da parte la crisi? Almeno nella sua tavolozza, sicuramente sì. Si percepisce la voglia che succedano cose nuove e buone; in fondo tutto questo slancio è un po’ la caratteristica della nuova stagione. Come ormai succede da parecchie stagioni, a guardare con un solo colpo d’occhio le molte proposte degli stilisti, si ricava però l’impressione di tendenze multiformi, a volte anche in contraddizione tra loro. Pensiamo alle geometrie e alle stampe floreali, al bianco e nero optical e all’esplosione di gialli vibranti, intensissimi. Cosa si imporrà? Anche se si colgono alcune indicazioni molto nette, risulta sempre difficile prevedere su quali suggestioni si indirizzerà poi il gusto delle donne, al momento della scelta dei capi. Di sicuro assisteremo a un gran ritorno del bianco e nero, in stile geometrico, con accessori molto stilish perfettamente in linea con questo stile: nelle scarpe, ad esempio, rivedremo la punta triangolare, con tacco basso, di pochi centimetri, ma molto appuntito. Il bello del bianco e del nero sta nel fatto che permette di indossare toni molto decisi, senza mettere, in definitiva niente di colorato (sono non-colori!). Poi sta bene a tutte e risulta sempre elegante. Non trovo quasi difetti a questo look, dunque capisco perché gli stilisti amino riproporlo come una costante ciclica delle loro proposte. Come portare il bianco e nero?

Dammi tre parole

ENERGIA NEI COLORI, NEI DISEGNI, NEI NUOVI TESSUTI.

PUREZZA NELLE LINEE DEGLI OUTFIT E NELL'ETICA MAI DISGIUNTA DALLO STILE.

ASIA GIAPPONE E CINA DETTANO LA LINEA, TRA SUGGESTIONI ESTETICHE E MARKETING .

Basta dare il tocco della stagione. Una scarpa colorata, ad esempio. O una borsa turchese, tonalità molto trendy, oppure in versione cammello, sempre un ottimo investimento perché risulta fuori tempo. Attenzione, però: come diceva Dior, mai più di tre colori, anche se quest’anno la palette cromatica appare rigogliosissima. Sulle passerelle si è visto anche un altro ritorno, quello del grunge. Come spiegarlo? A mio giudizio, questo stile riprende un po’ la tendenza al pauperismo, in chiave anche ideologica, in cui si riflette una certa esigenza di povertà, disordine. Devo dire che io non ne sentivo il bisogno, in quanto già questi fattori sono tanto presenti nella vita quotidiana, ma capisco l’appeal che il grunge può avere su un pubblico giovane, principalmente. Ma è soprattutto lo stampato, la seta in primis, ad imporsi. Dolce&Gabbana vanno per la loro strada, proponendo nuove geometrie ispirate alle ceramiche della Sicilia. Poi abbiamo questi mix etnici, con motivi presi a piene mani dall’Africa tribale e dal Brasile, fino all’esplosione di imprinting orientali, di Cina e Giappone. Come portarli? Bisogna essere bravi a mixare. Occorre molta personalità. Negli anni ’80 fu Gianni Versace a sorprendere con stampe barocche, mescolate a motivi pop e contemporanei. Un limite delle "fantasie" è che risentono della stagione in cui vengono disegnate, così da apparire "datate" nell’anno successivo. Ma grazie al vintage, non esiste neppure quello che un tempo si chiamava "fuori moda". Tutto ridiventa contemporaneo. A Giornalista ed esperta di moda, firma di "Io Donna".

Elaborazione grafica di Antonella Corengia

Pensiero & shopping A

Signore, va in scena la legge del desiderio A Ma cosa avrà mai la moda? Anche se le stagioni (e non soltanto le mezze stagioni) non esistono più in guardaroba, il cambio di clima rilancia l’attenzione su quanto c’è di nuovo. Meccanismi psicologici a parte, è l’effetto di un algoritmo assai complesso, ma semplicissimo da spiegare: si tratta della legge del desiderio. Si guarda a qualcosa di cui non si ha (necessariamente) bisogno, ma di cui non si può fare a meno. In primavera andrà l’optical? Allora la maggior parte di noi metterà in conto di provare, quanto meno, un capo o un accessorio con questo stile. Magari poi non lo compreremo. Ma, all’improvviso, le collezioni stile Mary

Quant riveleranno un appeal sconosciuto la scorsa stagione. In breve, è proprio su questo atteggiamento dello spirito - in fondo la tensione verso un oggetto richiama la "inclinatio" verso la realtà spiegata da Tommaso d’Aquino nella Quaestio 15 della Summa Theologiae - che i marchi cercano di imporsi nella decisione finale, cioè al momento l’acquisto. Scoperte le carte, svelato il meccanismo? Non del tutto. Abiti e accessori restano, a ben guardare, realizzazioni in cui l’idea incontra la materia. Insomma, esiti di visioni estetiche più o meno coinvolgenti, in cui riluce sempre il pensiero. Di qui l’idea che presentare a grandi linee le proposte della primaveraestate, richiedesse anzitutto la capacità di cogliere i temi portanti, suggestive chiavi di lettura della realtà. VERA FISOGNI

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