NOTIZIARIO ANUSCA Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe
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Anno XXIX, n. 1 • Gennaio 2015
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XXXIV Convegno Nazionale ANUSCA – Abano Terme 24/28 novembre 2014
LE SFIDE DI UNA SOCIETÀ COMPLESSA: COSTRUIAMO IL FUTURO INSIEME di Paride Gullini
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ignor Presidente, Autorità, gentili ospiti, colleghe e colleghi, ci ritroviamo, dopo un anno, ad Abano Terme per fare il punto sulle tante novità normative che interessano il settore demografico e per approfondire le esigenze professionali della nostra categoria impegnata a contribuire alla semplificazione delle procedure nel più ampio contesto della riorganizzazione della Pubblica Amministrazione. La situazione economica del nostro Paese, che già lo scorso anno si presentava non brillante, è andata peggiorando anche a causa di una congiuntura negativa che coinvolge tanti altri Paesi, cui si aggiungono preoccupanti segnali dall’Europa dell’Est, dal Medio Oriente ed (continua a pag. 3)
DIVORZIO DAVANTI ALL’USC: LE NUOVE FORMULE
E ALL’INTERNO Intervista al Presidente ANUSCA........pag. 5 I protagonisti istituzionali.....................pag. 7 Intervista al Direttore Centrale dei Servizi Demografici...............................................pag. 9 La voce dei giuristi.................................pag. 12 Le novità in materia elettorale..........pag. 14 Impressioni e commenti dai partecipanti al Convegno di Abano..........................pag. 15 Tesseramento 2015...............................pag. 21 Affidamento dell’urna cineraria........pag. 23
di Tiziana Piola on circolare 10 dicembre 2014 lettera g-ter) gli accordi di separazione n. 21 il Ministero dell’Interno ha personale, di scioglimento o di comunicato che con decreto cessazione degli effetti civili del ministeriale in data 9 dicembre matrimonio ricevuti dall’ufficiale dello sono state apportate le modifiche al stato civile, nonché di modifica delle formulario del 5 aprile 2002 a seguito condizioni di separazione o di divorzio; dei nuovi adempimenti relativi alla - trascrivere ai sensi dell’articolo 63 separazione, alla cessazione degli effetti comma 2 cui è stata aggiunta la lettera civili o scioglimento del matrimonio. Il h-bis) gli accordi raggiunti a seguito di decreto del Ministero dell’Interno ha convenzione di negoziazione assistita introdotto le nuove formule affinché da uno o più avvocati conclusi tra l’ufficiale di stato civile possa procedere coniugi al fine di raggiungere una alle trascrizioni, alle iscrizioni e alle soluzione consensuale di separazione annotazioni previste dalla legge. Nei personale, di cessazione degli effetti registri di matrimonio occorre pertanto: civili del matrimonio, di scioglimento - iscrivere ai sensi dell’articolo 63 (continua a pag. 18) comma 1 cui è stata aggiunta la
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ultimamente dal timore di Ebola. Le riforme che gli organismi internazionali ci chiedono per il rilancio dell’economia interessano anche, se non soprattutto, l’organizzazione della Pubblica Amministrazione chiamata a supportare in modo più efficiente il mondo produttivo e ad assicurare ai cittadini servizi con costi e tempi di risposta all’altezza delle esigenze di una società evoluta. In questo contesto tutti siamo chiamati a portare il nostro piccolo contributo per fare uscire il Paese da questa situazione e questo vale soprattutto per un’associazione professionale come la nostra i cui aderenti vivono giornalmente i piccoli drammi della gente più umile che più ha necessità di avere risposte rapide e soprattutto corrette. Per il settore che ci riguarda registriamo che in questi ultimi anni sono stati approvati una serie di provvedimenti finalizzati da un lato ad agevolare i cittadini nei loro rapporti con la Pubblica Amministrazione, dall’altro a creare le condizioni per una maggiore efficienza dell’apparato pubblico con l’attribuzione di nuovi delicati compiti agli Ufficiali di Stato Civile ed Anagrafe. Ricordiamo brevemente i più significativi: il trasferimento delle competenze dalle Questure ai Comuni per il regolare soggiorno dei cittadini comunitari che ha comportato l’iscrizione nelle anagrafi di oltre 600.000 cittadini rumeni e bulgari, la residenza in tempo reale, la legge sull’abusivismo che ha messo in discussione alcuni capisaldi della nostra legislazione anagrafica, l’ANPR, la legge 21/9/2012 in materia di filiazione, la legge 69/2013 che ha modificato la disciplina di acquisto della cittadinanza per lo straniero nato e residente in Italia, la legge 162/2014 che prevede la possibilità per i cittadini di presentare le dichiarazioni di separazione e di divorzio davanti l’ufficiale di stato civile. Tali provvedimenti presentano, per l’impatto innovativo con la precedente normativa, non poche difficoltà interpretative ed operative, mettendo a volte in crisi gli uffici demografici già in sofferenza per la mancata copertura dei
posti vacanti oppure con trasferimenti da altri uffici di personale senza alcuna specifica formazione professionale. La Direzione Centrale dei Servizi Demografici con circolari esplicative e risposta ai tanti quesiti che giornalmente pervengono è intervenuta mano a mano per indirizzare e favorire l’attività degli operatori. Anusca, grazie alla disponibilità dei suoi dirigenti ed esperti, ha assicurato il suo contributo organizzando centinaia di iniziative professionali per illustrare e approfondire le nuove disposizioni. Nel 2014, dati al 20 novembre, Anusca ha organizzato sull’intero territorio nazionale: 262 seminari e convegni
con 15.387 giornate/presenze, di cui 29 in Accademia con 3.205 presenze. Le Iniziative gratuite sono state 101 con 6.704 giornate/presenza. Ben 595 i colleghi di Comuni iscritti con quota “D” che hanno usufruito anche del pernottamento gratuito presso l’Accademia. Sono numeri che si commentano da soli. Va anche detto che in ogni settore, pubblico o privato, quando si innova è naturale incontrare difficoltà e resistenze perché si tratta di modificare prassi e procedure in atto da anni, di rivedere le singole organizzazioni e aggiornare le varie professionalità coinvolte che temono le novità perché mettono in discussione le loro certezze. Chi conosce la nostra storia sa che Anusca ha sempre condiviso e sostenuto tutte le normative finalizzate a sburocratizzare le procedure di cui il nostro Paese avverte da tempo l’esigenza. Anzi dobbiamo dire di essere stati a nostra volta degli innovatori per avere sperimentato per primi alcune soluzioni informatiche e semplificative nei servizi demografici che poi hanno trovato conforto in disposizioni di
legge. Non sempre gli operatori hanno compreso gli obiettivi che Anusca mano a mano perseguiva in quanto vedevano nelle novità un appesantimento del loro lavoro mai accompagnato da pur minimi riconoscimenti normativi ed economici. In certi momenti non è stato facile non prestare ascolto alle tante sirene che volevano l’Associazione sulle barricate per contrastare le novità che appesantiscono il lavoro nei demografici. Una Associazione professionale quale è Anusca deve sempre avere come punto di riferimento sì la valorizzazione del ruolo degli operatori demografici, ma anche le esigenze dei cittadini e, più in generale, gli interessi del Paese. Deve soprattutto saper guardare al futuro, attenta all’evolversi di una società in continua trasformazione, migliorando i rapporti internazionali che consentono di avere una visione più ampia rispetto alle realtà in cui ciascuno di noi vive. I dirigenti devono avere quello che gli americani chiamano “imagination”: bisogna saper immaginare, bisogna saper evolvere, bisogna sapere guardare oltre il presente. Le difficoltà nell’innovare sono ingigantite, a nostro modesto parere, nella PA dove accanto praticamente alla inamovibilità delle figure professionali, non sempre si ha piena consapevolezza da parte del legislatore circa il valore che rappresenta la formazione ed il coinvolgimento degli operatori. Vorremmo portare l’esperienza di una rinomata fabbrica di ceramica dell’Emilia-Romagna che ha deciso un paio di anni fa di introdurre nella produzione nuove tecnologie predisponendo due linee produttive che in questi giorni sono entrate a regime. Nel momento in cui ha deciso questa soluzione, ha avviato un’attività parallela per formare i dipendenti e capire chi di costoro poteva essere in grado di gestire i nuovi processi produttivi. Il risultato è stato che quando le linee sono (continua a pag. 4)
PIÙ ADESIONI AD ANUSCA = PIÙ FORMAZIONE GRATUITA (continua da pag. 3)
state ultimate la produzione è subito entrata a regime. Che cosa vogliamo dire: la Pubblica Amministrazione, chiamata a fare efficienza, rivedendo la sua organizzazione, ci sembra trascuri l’aspetto essenziale della formazione degli operatori che devono poi attuare con capacità e cognizione di causa le riforme. Nel pubblico la formazione è considerata un costo del quale si può fare a meno, nel privato è una spesa produttiva e di investimento che va di pari passo con l’introduzione di nuovi sistemi produttivi e gestionali. Non è un caso che praticamente tutte le ultime leggi finalizzate a semplificare che approvano progetti innovativi, terminano con le parole ”Le Amministrazioni Pubbliche coinvolte provvedono all’attuazione del presente provvedimento con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. È facile quindi comprendere quale sia la distanza tra gli obiettivi di riforma pienamente condivisibili del Governo e le difficoltà operative del personale chiamato a realizzare questi obiettivi che ormai tutte le componenti sociali ritengono indispensabili per non vanificare i sacrifici che l’intero Paese è chiamato a sopportare. È un aspetto culturale e programmatico che va superato e confidiamo che lo Stato cui compete per legge la formazione professionale degli Ufficiali di Stato Civile, Anagrafe ed Elettorale riservi in futuro un occhio attento a questa esigenza, destinando allo scopo nella prossima finanziaria almeno alcune centinaia di migliaia di euro per la formazione. Ci sembra un investimento veramente trascurabile rapportato ai grandi risultati di efficienza e risparmi generali che si possono ottenere. Avanziamo questa proposta oltre che per una solida e generale campagna di formazione nazionale anche per
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rendere pubblicamente più visibile il ruolo che migliaia di operatori demografici sono chiamati a svolgere per la creazione dell’ANPR destinata a semplificare a regime i servizi di stato civile ed elettorale e, soprattutto, a modernizzare e semplificare l’attività della Pubblica Amministrazione in generale. Le esperienze che Anusca ha avuto la possibilità di maturare in questi anni grazie ai rapporti internazionali con le istituzioni centrali di altri Paesi e nei vari Congressi dell’Associazione Europea degli Ufficiali di Stato Civile, (ricordiamo per inciso che nel 2014 terminerà il mandato di 4 anni di
Presidenza italiana) ci hanno fatto apprezzare i risparmi conseguiti in quelle realtà nella gestione e la qualità dei servizi erogati con le soluzioni che anche l’Italia si appresta ad attuare. Un breve accenno all’Accademia degli Ufficiali di Stato Civile, Anagrafe ed Elettorale, unica in Italia e seconda in Europa dopo quella della Germania Federale. Anusca, grazie ai rapporti con le analoghe associazioni professionali europee, nel 2000, guidò una delegazione formata dai rappresentanti dei Ministeri degli Esteri, dell’Interno, della Giustizia e dell’ANCI per una visita all’Accademia tedesca degli Ufficiali di Stato Civile che ha sede a Bad Salzschlirf, una piccola cittadina termale al centro di quel Paese, dove vanno a formarsi gli ufficiali di stato civile ed oggi di anagrafe della Germania. I rappresentanti di queste Istituzioni condivisero l’esigenza di caldeggiare un’analoga soluzione anche per l’Italia. La proposta fu accolta dal Governo e dal Parlamento tanto che con legge
26/2001 fu riconosciuto ad Anusca un contributo annuale da parte dello Stato di un miliardo di vecchie lire per la durata di 10 anni, per la realizzazione dell’Accademia che oggi è una realtà. Purtroppo poi lo Stato cui compete la formazione degli ufficiali di stato civile, anagrafe ed elettorale non ha trovato le risorse per attivare le attività previste nelle motivazioni con le quali il Governo aveva cofinanziato i lavori. Poiché la speranza è l’ultima a morire confidiamo, nonostante le difficoltà in cui ci troviamo, in una soluzione positiva, anche perché vorremmo fare vedere agli amici tedeschi, che siamo anche noi in grado di programmare e realizzare. Avviandoci alla conclusione ci sia consentito innanzitutto un doveroso e sentito ringraziamento al Presidente della Repubblica per l’Alto Patronato che concede da anni alla nostra manifestazione, ai Presidenti del Senato, della Camera, del Consiglio dei Ministri, ai Ministri degli Affari Esteri, dell’Interno, della Giustizia, degli Affari Europei, della Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, alla Regione Veneto, all’ANCI, all’ISTAT ed al Comune di Abano Terme per i Patrocini e l’adesione al Comitato d’Onore. Un ringraziamento al Capo Dipartimento degli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno ed al Direttore Centrale dei Servizi Demografici per l’attenzione che hanno riservato alla nostra manifestazione ed alle esigenze operative che le realtà locali incontrano nella corretta applicazione delle specifiche normative, e che in questi giorni presenziano ai nostri lavori. La nostra riconoscenza alle personalità, in particolare al Garante della Privacy, che in questi giorni si alterneranno per illustrare, chiarire, indirizzare il lavoro degli operatori. Sui contenuti lasciamo alle immagini che seguiranno. A Voi tutti, cari Colleghe e Colleghi, i nostri più sinceri sentimenti di gratitudine per consentirci, nonostante le difficoltà, di proseguire in un percorso che dura da 34 anni. Grazie.
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IL PRESIDENTE ANUSCA: “COSTRUIAMO IL FUTURO INSIEME”
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ai come nell’edizione n. 34, il Convegno Nazionale di ANUSCA si preannunciava un’occasione cui non mancare per il confronto, lo scambio di opinioni e l’approfondimento. Gli operatori hanno colto in pieno il significato dell’evento e nonostante le oramai arcinote difficoltà che attanagliano i bilanci degli Enti alla voce formazione, in quasi mille unità si sono raccolti ad Abano Terme. Un risultato che ha ampiamente superato le più rosee aspettative in termini numerici, nonostante le risorse dei Comuni versino ancora in una situazione alquanto precaria. Per questa ragione, le cifre riportate in termini di partecipazione indicano una piena consapevolezza degli operatori demografici di tutto il Paese che il momento è topico: la Pubblica Amministrazione in generale sta vivendo un momento di grande cambiamento. Il settore demografico, più nello specifico, è investito di grandi novità normative sia per l’anagrafe, sia per lo stato civile e anche per quanto riguarda la materia elettorale. Non si tratta soltanto di qualificare la propria professionalità con nuove conoscenze e rinnovate competenze, ma di avere una vera e propria nuova forma mentis, perché è in atto un ripensamento radicale degli strumenti e delle forme operative. Un ripensamento che si è reso assolutamente necessario tenuto conto della situazione difficile che sta attraversando il Paese intero: occorre semplificare, ridurre i costi e ottimizzare i risultati. In questa direzione si stanno muovendo le linee della riforma che il Ministero dell’Interno sta portando avanti con un lavoro intenso ed efficace. Il Presidente Gullini, nella sua relazione di apertura passando in rassegna questi concetti, ha sottolineato come sia giunto il momento di una consapevolezza più ampia della necessità di adeguare l’attività della Pubblica Amministrazione italiana al nuovo corso che si sta delineando e in quest’ottica, tutti gli attori coinvolti, le istituzioni e gli operatori, soprattutto,
di Silvia Zini
sono chiamati a collaborare per la piena realizzazione degli obiettivi he il legislatore si è posto. All’indomani della conclusione, più che soddisfacente dell’evento, raccogliamo a caldo le impressioni e le riflessioni del Presidente di ANUSCA Paride Gullini. Presidente, dunque, il domani dei Servizi Demografici è all’insegna di molteplici sfide. Quelle che,
emblematicamente, rammenta anche il titolo scelto per il Convegno Nazionale di quest’anno. “Infatti. In realtà, alcuni mesi fa, trovandoci a muovere i primi passi verso questa edizione del Convegno Nazionale, avevamo ipotizzato un titolo diverso. Successivamente, il Capo Dipartimento Elisabetta Belgiorno e il Prefetto Riccardo Ubaldi ci hanno suggerito il titolo definitivo che risponde pienamente a quelli che sono i problemi che si parano davanti al nostro Paese, ma soprattutto esprimono meglio le finalità di ANUSCA. Abbiamo sempre pensato che solo con la massima collaborazione tra i vertici istituzionali e gli operatori, che sono poi gli attuatori delle riforme, sia possibile fare crescere il nostro Paese. La presenza del Capo Dipartimento, il Prefetto Elisabetta Belgiorno, al nostro Convegno Nazionale è stata importantissima, perché ha dato ai partecipanti e non solo il segno dell’interesse e dell’attenzione con cui il Ministero dell’Interno segue le vicende degli operatori demografici.” Nella Sua relazione ha sottolineato efficacemente la sinergia fra ANUSCA e gli operatori ed il rapporto costruttivo e produttivo
con il Ministero dell’Interno. “Credo che l’ANUSCA in questi trentaquattro anni abbia dimostrato di sapere supportare ed indirizzare gli operatori nei problemi che nascono dall’interpretazione delle norme e nei rapporti con i cittadini. Abbiamo cercato di stimolarli ad aggiornarsi professionalmente, per far fronte a situazioni che diventano ogni giorno sempre più complesse. Siamo passati dalla figura di operatori visti come dispensatori di certificati, ad un quadro in cui viene loro chiesto di applicare normative finalizzate a sburocratizzare la nostra Pubblica Amministrazione e ad offrire ai cittadini servizi sempre più efficienti. In questo contesto, credo che la collaborazione che assicuriamo alle amministrazioni comunali in perfetta sintonia con il Ministero dell’Interno, aiuti da un lato gli operatori, ma anche le amministrazioni stesse. A mio avviso, il Ministero dell’Interno ha il merito di aver portato all’attenzione delle amministrazioni comunali il valore che riveste la professionalità degli Ufficiali di Stato Civile, Anagrafe ed Elettorale per attuare quelle norme destinate a semplificare la nostra PA.” Il concetto di semplificazione è stato ricorrente negli interventi di questo 34° Convegno Nazionale. “È vero. La semplificazione è il tema trainante di questa fase della storia della nostra Pubblica Amministrazione. Ma questo significa anche nuovi e delicati compiti per gli operatori demografici. È sicuramente vero che le ultime normative si indirizzano a semplificare la vita dei cittadini, ma occorre prendere atto anche che implicano un maggiore impegno professionale per gli ufficiali di stato civile e anagrafe. È normale quindi che si registri un certo malessere in questo settore perché parliamo di uffici costantemente in sofferenza per pensionamenti i cui posti non sempre vengono ricoperti e, quando lo sono, con trasferimenti da altri uffici con (continua a pag. 6)
UN CONVEGNO NAZIONALE….INTERNAZIONALE Durante il Convegno Nazionale di Abano anche una parentesi internazionale. Si è tenuta una teleconferenza richiesta dal Consolato Britannico in Roma, cui hanno partecipato il Vice Console Geraldine Williams, la dirigente Mirella Senatore, Graziano Pelizzaro in rappresentanza di Anusca e Giovanni Primavesi per la Feniof. Oggetto dell’audioconferenza era la richiesta da parte dell’autorità britannica di semplificare la procedura di rilascio del nulla osta consolare per i feretri da trasportare dall’Italia alla Gran Bretagna. Tenuto conto del fatto che, come rappresentato dagli esperti intervenuti, l’autorità italiana è tenuta ad osservare l’ordinamento italiano vigente e che le procedure e modalità gestionali del rilascio di questo nulla osta spettano all’autorità britannica, le rappresentanti consolari hanno ventilato l’ipotesi che la stessa autorità britannica possa delegarne il rilascio all’ordine dei notai britannici. Fatta salva la necessità di definire le procedure per la conseguente richiesta del nulla osta da parte dell’operatore italiano, è stata ribadita la necessità che un’eventuale evoluzione in questo senso della procedura britannica venga portata a conoscenza delle competenti autorità governative italiane. Anusca si è resa disponibile per l’eventuale formazione e informazione verso gli operatori demografici e di polizia mortuaria. La teleconferenza si è chiusa con reciproca soddisfazione e con la promessa e l’auspicio di continuare la collaborazione. (continua da pag. 5)
operatori non supportati da idonea formazione professionale. È evidente a tutti ormai come il nostro Paese abbia bisogno di riforme quindi Anusca cerca, per il settore che le compete, di stimolare gli operatori a destreggiarsi in questi nuovi compiti per favorire anche la crescita del nostro Paese. Non ci nascondiamo inoltre che queste figure professionali, a cui chiediamo tanto, abbiano finalmente un riconoscimento ed un adeguato inquadramento normativo.” Che bilancio è possibile tracciare, a Convegno concluso? “Un bilancio di queste giornate parte naturalmente dal numero delle presenze e possiamo dire che i numeri sono stati importanti e, sinceramente, superiori alle aspettative, considerando che praticamente in contemporanea si svolgevano le elezioni regionali in Calabria ed Emilia-Romagna. Va sottolineato poi che tanti colleghi erano presenti a proprie spese, a testimonianza dell’impegno che ciascuno mette per far meglio il proprio lavoro nei rispettivi enti. Desidero anche spezzare una lancia a favore delle tante Amministrazioni Comunali che hanno trovato la disponibilità per consentire ai propri dipendenti di partecipare a queste giornate di studio e di apprendimento che servono anche di stimolo per gli operatori a sentirsi attori, a pieno titolo, nel difficile cammino delle riforme. Siamo usciti dai lavori con una maggiore consapevolezza di come
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le riforme incideranno nel nostro lavoro e soprattutto nella vita dei cittadini. La filosofia e gli obiettivi dell’associazione trovano nel convegno nazionale la loro più alta espressione per valorizzare la categoria professionale degli Ufficiali di Stato Civile, Anagrafe ed Elettorale. Vedere, in questi momenti di difficoltà economica, la sala stracolma, percepire l’entusiasmo sia di chi siede in platea sia di chi è sul podio dei relatori (e mi piace sottolineare come siano stati presenti i massimi vertici istituzionali del nostro Paese per il nostro specifico settore), ci dà la misura della validità e dell’apprezzamento del nostro lavoro. Il programma del convegno e i temi in discussione sono stati frutto delle indicazioni che i nostri esperti raccolgono a livello territoriale partecipando alle
iniziative organizzate da ANUSCA in tutte le province italiane. Massima attenzione poi verso il futuro, verso la direzione in cui stanno andando i nostri servizi, la nostra società. In questo senso il rapporto con il Ministero dell’Interno è essenziale, in quanto è il Ministero che ha il compito di indirizzare e coordinare l’attività in questi servizi. Infine vorrei ricordare che il nostro Convegno nazionale può contare praticamente da sempre sull’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e sul Patrocinio e l’adesione al Comitato d’Onore dei massimi vertici istituzionali a testimonianza che l’attività di ANUSCA è indirizzata a favorire, tramite la formazione e la riqualificazione professionale degli operatori, l’efficienza dei servizi per i nostri concittadini.”
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34° CONVEGNO NAZIONALE: LE VOCI ISTITUZIONALI
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ome ha più volte sottolineato il Presidente ANUSCA Gullini durante la manifestazione, uno dei valori principali del Convegno Nazionale è rappresentato dal riconoscimento che le principali istituzioni del settore tributano all’evento con un’attenzione costante e la presenza per qualificati interventi sui temi di principale attualità ed interesse. Anche questa edizione non ha fatto difetto, avendo potuto annoverare fra i relatori figure assolutamente rappresentative che sono intervenute in maniera qualificata e puntuale, fra gli applausi della platea di un migliaio di operatori arrivati da tutto il Paese. Da poco insediatasi nel ruolo di Capo Dipartimento degli Affari Interni e Territoriali del Viminale, il Prefetto Elisabetta Belgiorno ha voluto essere presente al Convegno di ANUSCA con un qualificato intervento e un autorevole coordinamento dei lavori della prima sessione. Interessanti le sue riflessioni a margine dell’evento: “Ci sono tante sfide, la modernità avanza e la società è in movimento, veloce. ANUSCA nella sua ciclica instancabile attività di formazione e qualificazione degli ufficiali di stato civile e anagrafe ha questa ulteriore tappa che si sposa con un passaggio
Il Prefetto Elisabetta Belgiorno
fondamentale di questa grande infrastruttura strategica per il Sistema Italia che è ANPR. Essa permetterà una graduale globale totale digitalizzazione della Pubblica Amministratore, quale asse portante della digitalizzazione del sistema Paese nel suo complesso. Il Convegno è anche l’occasione per toccare con mano l’esperienza e le difficoltà che sicuramente hanno Comuni grandi e piccoli, le esigenze dei piccoli Comuni facenti parti di Unioni. Sono quei segmenti che servono per aggiustare il tiro durante la realizzazione.” “Abbiamo fatto passi in avanti e ancora ne dovremo fare. Tutte le innovazioni, sia normative sia tecnologiche che hanno interessato il mondo demografico – ha proseguito il Prefetto Belgiorno
34° Convegno Nazionale ANUSCA ABANO TERME (PD) Classifica Regionale di Presenze 01. VENETO 243 02. EMILIA ROMAGNA 146 03. LAZIO 79 04. LOMBARDIA 67 05. PIEMONTE 47 06. PUGLIA 45 07. SICILIA 45 08. FRIULI VENEZIA GIULIA 42 09. CALABRIA 35 10. CAMPANIA 34
11. SARDEGNA 12. MARCHE 13. TOSCANA 14. UMBRIA 15. TRENTINO ALTO ADIGE 16. ABRUZZO 17. LIGURIA 18. MOLISE 19. BASILICATA 20. VALLE D’AOSTA
TOTALE PRESENZE N. 956
29 29 28 23 23 18 15 3 3 2
- incidono sulla popolazione. Sono servizi da affinare. È una sfida importante quella che Ministero dell’Interno e Comuni portano avanti: ho ringraziato gli ufficiali di stato civile per quello che fanno, ma ancora di più per quello che dovranno fare, perché se questa scommessa si deve vincere, e non può che vincersi, il loro ruolo è determinante perché sono uno snodo centrale in questo progetto, atteso da tempo e che stiamo portando avanti.” Quali impressioni ha ricavato dal Suo intervento ad Abano Terme? “A cinque mesi dall’assunzione delle funzioni di Capo Dipartimento mi sono trovata davanti ad una platea
Il Prefetto Riccardo Ubaldi
numerosa, qualificata. Alla fine della mattinata, molte si sono avvicinate per ringraziare per il contatto personale. Ogni novità spaventa, è umano. La prima sensazione è questa. Ma la seconda sensazione, siccome si è orgogliosi per essere individuati come snodo per il proprio Paese di un passaggio fondamentale come questo, è tutta la voglia, l’entusiasmo di poter essere coprotagonisti di un grande progetto. È su questo sentimento che io conto e ANUSCA, penso, conti per coinvolgere coralmente questa grande squadra degli uffici comunali e dell’amministrazione dell’Interno che sta chiudendo per tappe il progetto Anagrafe Nazionale.” Di grande autorevolezza anche il coordinamento del Prefetto Riccardo Ubaldi che ha seguito i lavori della seconda sessione ed è (continua a pag. 8)
SCEGLI I VALORI DELLA TUA ASSOCIAZIONE (continua da pag. 7)
stato protagonista di un’applaudita relazione sul valore della cultura nella sfera della formazione degli operatori demografici: “Nel mio intervento, ho cercato di spingere gli occhi a guardare più in alto. La formazione per me è essenzialmente cultura, deve cioè valere a fornire quegli strumenti per la risoluzione dei problemi del presente. Senza cultura, non riusciremo a districarci nei problemi di una società che cambia continuamente, di una società complessa. Quindi la cultura richiede uno strato di base e un apprendimento continuo. Tra l’altro gli ufficiali di stato civile e anagrafe sono lo strumento fondamentale per la realizzazione dell’ANPR. Un anno fa c’era il timore che ANPR togliesse loro spazio, già dissi che non era vero ed oggi ho constatato invece maggiore consapevolezza, una consapevolezza più diffusa. Occorre pensare a cosa significa l’ANPR – ha aggiunto il Prefetto Ubaldi - uno strumento di conoscenza della popolazione che ci aggancia a tutti gli altri Stati d’Europa. Si realizza la vera Europa dei cittadini.” Fra i più alti rappresentanti delle sfere istituzionali in diretta dialettica con il mondo demografico anche il Garante per la Protezione dei Dati Personali, presente al Convegno, con uno dei Componenti il Collegio, la prof. Licia Califano. Professoressa, fra i temi più pregnanti il bilanciamento tra i principi di trasparenza e riservatezza. Quanto è difficile trovarlo? “Questo bilanciamento non solo è necessario, ma assolutamente possibile. La trasparenza è stata introdotta dal nostro Legislatore e rappresenta ormai una frontiera importante, rispetto a cui non si può tornare indietro. Come ogni principio di natura costituzionale è un principio che va bilanciato con le libertà fondamentali e la dignità personale, secondo i binari posti dal Codice di Protezione dei dati. Questo
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bilanciamento è già, in parte, stato fatto dal Legislatore, nel momento in cui pone i due principi di trasparenza e protezione dati come due principi di rilevante interesse. L’abbiamo fatto anche come Autorità Garante all’interno delle linee guida e probabilmente, per correggere alcune distorsioni, lo stesso Legislatore ha
La prof. Licia Califano
proposto la delega correttiva al decreto 33 con la quale si cercherà di rimediare a quei profili di decontestualizzazione del dato, di svuotamento, di diritto all’oblio, che sono criticità da mettere a sistema.” In quale direzione si muoverà il Garante, tenendo presenti queste considerazioni? “Tengo a sottolineare questo aspetto: il percorso normativo che ha avuto il suo culmine con il decreto 33/2013 e con la previsione dell’accessibilità totale è un atto normativo importante che
va messo a sistema con la protezione del dato personale. L’Autorità Garante non ritiene affatto incompatibili queste previsioni con il codice privacy. Ritiene opportuno e indispensabile trovare un giusto equilibrio tra una possibilità per il cittadino di accedere a dati e informazioni, nel rispetto dei profili che riguardano la dignità di ciascuna persona e coinvolgono dati personali affatto necessari per capire come la macchina burocratica funziona. È molto importante fare questa distinzione, capire cioè che l’accesso e la trasparenza rappresentino un percorso indispensabile per il nostro Paese, che esprime un aspetto della volontà popolare, in qualche modo. Questo deve andare a sistema, in un ragionevole bilanciamento, con altri principi costituzionali. Resta aperto il problema della durata, della indicizzazione, della decontestualizzazione del dato e un possibile svuotamento del diritto all’oblio. L’ho posto come un momento critico, rispetto al quale qualche riflessione va fatta e un intervento del legislatore dovrà esserci. Sono questioni al centro del dibattito politico e dottrinale e che penso saranno oggetto della delega correttiva al decreto 33, proprio perché possono presentare delle derive, ma facilmente risolvibili.”
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FACCIAMO IL PUNTO CON IL DIRETTORE CENTRALE DEI SERVIZI DEMOGRAFICI di S. Z.
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randi novità per i Servizi Demografici nell’immediato futuro, anzi potremmo dire, senza timore di smentita, in un futuro che è già iniziato. Novità che se vogliamo rappresentano importanti sfide per il settore, chiamato a rivedere non solo le tecnologie, le procedure, ma anche la forma mentis con cui accostarsi alla mutata disciplina normativa. Novità che si chiamano ANPR, divorzio davanti all’ufficiale di stato civile, modello 3D digitale e rappresentano un variare epocale, con cui gli operatori demografici già si stanno confrontando e sempre più si confronteranno nel prossimo futuro. Il Convegno Nazionale ha visto un approfondimento di questi temi, con i rappresentanti del Ministero dell’Interno e gli esperti ANUSCA. In quest’ottica, è stato particolarmente interessante l’intervento di inquadramento che ha presentato il Direttore Centrale dei Servizi Demografici, il Prefetto Cinzia Torraco. Un intervento ricco di significati e indicazioni per i prossimi sviluppi del percorso, ma che non ha mancato di svolgere un lucido punto della situazione rispetto a quanto già è stato fatto. Riprendiamo le linee essenziali del discorso con il Prefetto Torraco. Prefetto, il domani dei Servizi Demografici si presenta ricco di grandi novità, prima fra tutte l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente. Come potrebbe sintetizzare lo stato dell’arte? “L’ANPR è sicuramente il progetto più strategico dell’Agenda Digitale Italiana. Si pone come banca dati centralizzata di riferimento per tutte le Pubbliche Amministrazioni caratterizzate da un aggiornamento automatico di tutte le banche dati centrali (es. INPS, motorizzazione civile) e che abbiano necessità di conoscere in tempo reale le variazioni subentrate in anagrafe. Il secondo DPCM che riguarda il subentro alle anagrafi comunali ha avuto un iter molto complesso, ma siamo arrivati alla fine, il provvedimento è stato firmato
dal Presidente del Consiglio Renzi il 10 novembre scorso ed ora è in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. L’ANPR prevederà per la sua complessità un periodo di test, di sperimentazione che verrà fatta da alcuni Comuni selezionati da ANCI anche in funzione delle dimensioni demografiche, un campione di Comuni medi, piccoli e grandi, per capire anche le criticità e apportare le modifiche. Successivamente ci sarà il piano di subentro vero e proprio, previsto
stato civile, che sono fogli molto grandi, per ridurli a un formato A4, immediatamente utile. È già stato predisposto ed è pronto il decreto, alla firma del Ministro. Si tratta di un primo passo verso l’informatizzazione vera e propria.” Altri provvedimenti all’orizzonte sempre nell’ottica di una più solida semplificazione? “Altro settore in cui stiamo lavorando, e i cui tempi sono stretti, è una
dal DPCM. Speriamo di raggiungere questo ambizioso risultato nel 2016. C’è inoltre da considerare che le anagrafi hanno già compiuto tutta un’attività di revisione delle liste anagrafiche in occasione dell’ultimo censimento, cosa che è prevista per legge. Questo garantirà la qualità del dato nel momento in cui l’ANPR subentrerà. L’anagrafe nazionale, in ogni caso, è complessa; sono 8100 Comuni con problematiche diverse, i tempi non sono comprimibili, ma l’attenzione della Direzione Centrale su questi temi è altissima e l’impegno, mio e della struttura, molto forte.” In diretta correlazione e nell’ottica di una sempre maggiore semplificazione anche l’obiettivo di variazione del formato dei registri di stato civile. “La semplificazione è all’attenzione delle Amministrazioni e del Governo in particolare che ci spinge a procedure semplificate in vari settori. Nello Stato Civile, la preoccupazione principale che ho avuto appena assunte le funzioni di Direttore Centrale è stata quella di incidere sui formati dei registri di
standardizzazione delle istanze e delle dichiarazioni. Questo è quanto previsto dal DL 90/2014 del Ministro Madia, che prescrive su tutto il territorio nazionale la standardizzazione delle dichiarazioni e istanze che cittadini e imprese potranno presentare alle Pubbliche Amministrazioni. Si tratta di un primo passo verso la compilazione on line.” In questo contesto di grandi novità, quale ruolo è possibile attribuire alla formazione? “Il Ministero ritiene fondamentale il processo di formazione, ANPR come progetto strategico non può non essere accompagnato da adeguato processo formativo. Nella conferenza unificata in cui si è sancita l’intesa del secondo DPCM si è dato atto di interlocuzioni già avviate fra il Dipartimento degli Affari Interni e Territoriali e il Dipartimento della Funzione Pubblica affinchè possano essere reperite risorse specifiche, fondi strutturali europei, destinate proprio a questo progetto per gli operatori demografici comunali, per formarli a questa nuova struttura informatizzata.”
FOTONOTIZIA: Rinnovato il Protocollo “Accomuna”
Lo scorso 15 dicembre 2014, presso la Prefettura di Vicenza, è stato sottoscritto il rinnovo del protocollo “Accomuna”, esteso ora anche alla Questura, al fine di favorire la collaborazione tra tutte le Amministrazioni Pubbliche coinvolte nella gestione del corretto inserimento degli stranieri in Italia. Per chi non lo sapesse, il progetto Accomuna prevede una piattaforma operativa, attiva dal luglio 2013, che pone in rete la Prefettura UTG di Vicenza, le quattro Unità Locali Socio Sanitarie, tutti i 121 Comuni della provincia ed ora anche la Questura, in modo che siano condivise in tempo reale le informazioni relative agli arrivi degli immigrati in provincia, con un sensibile miglioramento dell’efficienza nella gestione delle pratiche. Il rinnovo del Protocollo è stato firmato dal Prefetto di Vicenza Eugenio Soldà, dal Questore di Vicenza Gaetano Giampietro, dal Presidente di ANUSCA Paride Gullini, dai Presidenti delle Conferenze dei Sindaci e dai Responsabili della quattro ULSS. I sottoscrittori hanno colto l’occasione per sottolineare la validità del progetto ed esprimere l’apprezzamento per l’estensione del sistema alla Questura, che consentirà una ancor più efficace collaborazione tra i soggetti coinvolti.
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ANPR, UNA NOVITÀ ALL’ATTENZIONE ANCHE DI ANCI E ISTAT: LE RIFLESSIONI DI ABANO
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a realizzazione dell’ANPR, progetto complesso, alla base dell’informatizzazione di tutta la Pubblica Amministrazione, secondo le linee dell’Agenda Digitale italiana, vede coinvolti molti soggetti. Oltre al Ministero dell’Interno, motore e regista del progetto, gli operatori demografici, terminali del procedimento e veri attuatori della riforma, avranno un ruolo, con competenze e posizioni distinte, in questo percorso di creazione dell’anagrafe centralizzata anche l’ANCI e l’ISTAT. Non a caso, il programma del Convegno Nazionale, proprio per fornire alla platea degli operatori demografici un quadro completo, ha previsto un intervento di Miranda Brugi, in rappresentanza dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e di Saverio Gazzelloni, Direttore Centrale per le statistiche socio demografiche ed ambientali di ISTAT. Dottor Gazzelloni, è in atto una svolta epocale. “Sì, come ho cercato di illustrare nel corso del mio intervento. Veniamo da una lunga tradizione di censimento decennale, mentre il censimento permanente e ANPR, che ci darà flussi di popolazione continua, designano uno scenario nuovo. Quello che noi abbiamo fatto ogni dieci anni e aggiornato annualmente con i dati sulla popolazione forniti dai Comuni sarà qualcosa che, basandosi su sistemi tecnologici evoluti, sarà possibile realizzare praticamente ogni giorno. Avremo una qualità dei dati molto migliore, dei meccanismi di calcolo innovativi, perché sappiamo quanto è importante avere un calcolo della popolazione puntuale e di qualità, in quanto si lega a normative locali e nazionali. È dunque in corso una grande rivoluzione.” I cambiamenti sono in rapidissima evoluzione. È complicato per le Amministrazioni stare al passo? “Tanto più i cambiamenti sono veloci, tanto più ci sono rischi da mettere in conto. Siamo grandi sostenitori dell’ANPR
di S. Z.
Saverio Gazzelloni
e lavoriamo per la sua realizzazione a stretto contatto con il Ministero dell’Interno per supportarlo: l’idea di passare a un’anagrafe centralizzata favorirà moltissimo il livello delle nostre statistiche. Siamo però anche preoccupati perché non appena il primo Comune entrerà in ANPR e la sua anagrafe sarà spenta, noi dovremo ricevere i dati direttamente dal sistema centralizzato con sistemi di sicurezza e riservatezza decisamente nuovi. Dobbiamo arrivare all’appuntamento con sistemi tecnologici perfettamente funzionanti. Convegni come questo sono occasione di confronto fondamentale. Cambiamenti tecnologici significano anche cambiamenti organizzativi e istituzionali quindi se al fianco di essi non si abbinano i cambiamenti culturali di noi dell’ISTAT, dei funzionari del Ministero, degli informatici, ma soprattutto degli operatori demografici, che sono i terminali fondamentali sul territorio, le grandi evoluzioni non riescono.” La delicatezza del momento è sottolineata anche da Miranda Brugi, che per conto di ANCI sta seguendo i primi passi della fase sperimentale dell’Anagrafe Nazionale. “Questo
Miranda Brugi
passaggio è importantissimo e molto problematico. Dovremo saperlo gestire bene, in quanto ai Comuni viene data una grande responsabilità: le anagrafi che attualmente risiedono dentro ai Comuni, saranno trasferite con tutta l’incombenza del dato anagrafico ad un centro. Per quanto riguarda i piccoli Comuni è migliorativo, ma dal punto di vista organizzativo sarà un passaggio pesante. Ma è indispensabile farlo perché questa banca dati dovrà risolvere tutti i problemi di trasferimento delle informazioni alle altre Pubbliche Amministrazioni.” Cosa succederà ora? “Il decreto firmato giorni fa porta ad una fase di sperimentazione. I sei Comuni che dall’inizio hanno aderito al progetto avranno il passaggio dell’anagrafe all’anagrafe nazionale. A questi si aggiungeranno altri Enti, fino a un totale di 24. Dai test effettuati si arriverà al passaggio definitivo per tutti entro il 2016. Nell’immaginario dei nostri cittadini i dati sono contenuti nell’anagrafe comunale dove i Sindaci li proteggono e li utilizzano. Pochi sanno che in realtà questi dati sono del Ministero dell’Interno. Dunque, li riportiamo “a casa”, in maniera centralizzata. In un luogo tecnologicamente pensato come di massima sicurezza. Immaginiamo cosa significa trasferire i dati in questo grande centro per poterlo utilizzare in maniera diversa rispetto a quanto stiamo facendo ora. Cambia il modo di ragionare sul dato anagrafico, le banche dati nazionali servono a ricomporre complessivamente il sistema informativo del Paese. I Comuni continueranno a tenere in carico l’informazione iniziale e quindi registrare nascite, inserire le variazioni, inviarle al sistema centrale. Il dato verrà quindi certificato dal sistema centrale e quando il Comune sarà chiamato a rilasciare una certificazione, richiamerà il dato dal sistema informativo centralizzato per farne per l’uso che il cittadino richiede.”
IL PUNTO CON I GIURISTI
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l 34° Convegno Nazionale è stata l’occasione per ascoltare la viva voce anche di operatori del diritto, variamente declinati, che sono intervenuti sui temi demografici con risvolti giuridici particolarmente rilevanti. Un’ulteriore possibilità offerta dall’assise che si è svolta ad Abano Terme, che ha visto un parterre di relatori, ancora una volta, altamente qualificati, ma al tempo stesso caratterizzati dalla mirabile capacità di interventi chiari e fruibili, su temi particolarmente attuali e spinosi, su cui era importante cercare di portare un po’ di chiarezza. Fra i ritorni più graditi, quello del prof. Luigi Balestra, ordinario dell’Università di Bologna, che è intervenuto sul tema delle convivenze more uxorio. Professore, un tema di particolare attualità che, presentando diverse criticità, guarda direttamente al futuro. “Si agitano, in effetti, molteplici problematiche soprattutto in ambito familiare per effetto soprattutto delle riforme che si sono succedute negli ultimi anni e anche dell’evoluzione giurisprudenziale. È importante una riflessione su questi temi assai delicati. Si tratta di un tema all’ordine del giorno per quanto riguarda l’evoluzione dei modelli familiari, si tratta di capire rispetto ai modelli fondati sul matrimonio come questo fenomeno si atteggi e quali sono le forme di tutela che possono essere prestate. Ogni decisione della giurisprudenza viene presa in considerazione dai mass media perché dà il senso di come la società si sviluppi ed evolva. La stessa riforma della filiazione sta a dimostrare come il rapporto genitori figli non possa essere inciso dal fatto che i genitori siano sposati o meno; la relazione genitore figlio si pone in termini unitari senza la possibilità di aggettivazione a seconda che i genitori siano o meno uniti in matrimonio.” Difficile seguire i cambiamenti? “La mia esperienza mi induce ad affermare con una certa dose di tranquillità e fiducia che all’interno
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di S. Z.
Luigi Balestra
dei Comuni ci sono funzionari preparati in grado di affrontare queste tematiche, sempre più spesso connotate anche da elementi di internazionalità. Va subito detto che non esiste una disciplina organica e omogenea per le unioni non fondate sul matrimonio. Esistono disposizioni che regolamentano specifici profili, ma quello che è più significativo è l’evoluzione della giurisprudenza che ha attribuito rilevanza al fenomeno facendo perno sull’articolo 2 della Costituzione. Vale a dire quella norma che tutela le formazioni sociali entro cui l’individuo sviluppa la propria personalità. Non c’è dubbio che elemento protagonista di queste relazioni, soprattutto nei profili legati alla crisi della famiglia di fatto o quando la coppia tenti di far valere interessi ritenuti meritevoli di protezione sia il giudice, chiamato a valutare la possibilità di attribuire questa tutela.” Elementi di internazionalità con cui gli operatori demografici sono chiamati
Roberta Clerici
oramai quasi quotidianamente a confrontarsi sono stati oggetto anche dell’intervento della professoressa Roberta Clerici, docente all’Università Statale di Milano, che ha relazionato sul tema delle sentenze di divorzio provenienti da Paesi Extra UE. “Apprezzo molto la professionalità degli Ufficiali di Stato Civile – dichiara la prof. Clerici - perché spesso si trovano a dover risolvere questioni assai complicate di diritto internazionale privato, non semplice da interpretare ed applicare.” Quali sono per Lei le particolari criticità che gli ufficiali di stato civile devono affrontare? “Per i Paesi europei il compito è più semplice in quanto è intervenuta una circolare per il riconoscimento delle sentenze in base ai requisiti definiti dal regolamento comunitario sulle controversie matrimoniali. In caso di Paese terzo, invece, all’ufficiale di stato civile spetta verificare una serie di requisiti quanto mai complicata. Si sostituisce in pratica, alla Corte d’Appello; in prima battuta è l’ufficiale di stato civile di fronte a una sentenza di cui deve verificare una serie di requisiti. Il primo di questi requisiti è la competenza del giudice straniero dal punto di vista della giurisdizione: secondo la nostra legge art. 64 lettera a occorre verificare che il giudice straniero abbia applicato norme analoghe a quelle dell’ordinamento italiano. Ci si chiede se l’accettazione della giurisdizione nel processo straniero possa essere considerata rilevante ai fini del riconoscimento della sentenza: ad esempio, come comportarsi quando due coniugi italiani residenti in Italia si recano nello Stato di Santo Domingo per divorziare? Creano il potere di giudicare, semplicemente accettando questa giurisdizione? Una simile sentenza può essere riconosciuta in Italia? La Cassazione l’ha escluso sulla base della constatazione che la sentenza di divorzio modifica uno status e fa quindi parte dei diritti indisponibili. È una sentenza condivisibile non tanto e non solo perché ancora oggi il diritto al divorzio è indisponibile e nella nostra legge non (continua a pag. 13)
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POLIZIA MORTUARIA DALLA A ALLA Z Pur essendo regolata da norme diverse ed ulteriori rispetto allo stato civile, spesso sono proprio i servizi demografici a farsi carico della gestione dei servizi di polizia mortuaria. ANUSCA propone per il 2015 un nuovo servizio, che si aggiunge ed integra la gamma di quelli già offerti: “La Polizia Mortuaria dalla A alla Z”. Un servizio in cui chi opera nell’ambito dei servizi funebri (operatori demografici, imprese di onoranze) può trovare tutto, ma proprio tutto sul tema. Gli utenti potranno accedere a varie sezioni: 1) Normativa. Una raccolta della legislazione completa in materia, sia di carattere nazionale sia regionale (con suddivisione per regioni), indicizzate in maniera alquanto chiara, ma su cui operano, in via integrativa, anche due distinti motori di ricerca. 2) Quesiti rilevanti. Suddivisi per materia, è presentata una raccolta dei quesiti più rilevanti apparsi in questi ultimi anni, scelti in base alla ricorrenza o alla particolare rilevanza del tema 3) Sentenze, pareri e risoluzioni. Una raccolta di documenti a completamento del corpus normativo, che possa suggerire la soluzione di casi particolari, al di là del dettato normativo. 4) FAQ. Gli esperti hanno curato la realizzazione di un gruppo di FAQ (Frequently Asked Questions), scaturite dallo studio e la valutazione dei quesiti tecnico professionali giunti all’Associazione. Domande e risposte in cui con chiarezza vengono delineati adempimenti e nozioni base di polizia mortuaria 5) Modulistica. La sezione è suddivisa in due parti; una per i modelli ufficiali (laddove una Regione ne abbia prodotti) e una per i modelli elaborati dagli esperti ANUSCA. Il valore aggiunto del servizio è questo: laddove l’operatore non trovi il modello che serve al caso particolare, è possibile compilare un form ad hoc di richiesta e i nostri esperti forniranno il documento necessario.
Su tutto il materiale del database operano due motori di ricerca: uno per parole chiave, individuate fra le più ricorrenti nella materia e uno a ricerca libera di stampo testuale. I risultati ottenuti saranno categorizzati secondo la tipologia di documento. Il servizio “Polizia mortuaria dalla A alla Z” è gratuito per i Comuni in Quota D e disponibile al costo di € 100,00+IVA negli altri casi (canone annuale). (continua da pag. 12)
è ammessa la deroga consensuale alla giurisdizione per quanto riguarda i diritti indisponibili, ma perché i coniugi non hanno in realtà alcun aggancio con la realtà sociale e l’ordinamento dello Stato straniero. Dunque non è una vera situazione che riflette i caratteri del diritto internazionale privato. Occorre controllare che siano rispettati anche i diritti di difesa, che la persona chiamata in giudizio sia stata messa in grado di difendersi.” Sempre nella giornata di mercoledì, è intervenuto, in un istruttivo confronto con l’esperto ANUSCA Grazia Benini, il notaio Giuseppe Trapani, sulla scelta dei regimi patrimoniali fra coniugi. “Ci troviamo in effetti di fronte ad una estrema difficoltà della materia e all’assenza di punti assolutamente sicuri. Oggi ci troviamo innanzi alle sfide della globalizzazione e alla circolazione non solo di mezzi e cose, ma anche delle persone. Questo complica la vita non solo ai notai, ma anche agli ufficiali di stato civile: la difficoltà è quella di individuare
la norma applicabile, una scelta giusta in ordine alla disciplina che si applica al caso di specie. Fra le problematiche più
Giuseppe Trapani
frequenti l’emersione regimi pubblicitari. I coniugi in Italia possono scegliere fra due regimi patrimoniali, comunione o separazione. Questo regime può essere variamente modulato in realtà, attraverso, ad esempio, la scelta di alcune convenzioni matrimoniali, quali il fondo patrimoniale. Ognuno dei Paesi del mondo ha un regime che non è necessariamente coincidente:
questo comporta inevitabilmente che di fronte a coniugi di nazionalità diverse, occorre stabile quale norma si applica non solo nei rapporti personali, ma anche alle scelte patrimoniali.” Il Convegno auspica di trovare strade certe, in un panorama complesso. “Probabilmente è giunto il momento di trovare strade normative diverse che possano essere più chiare soprattutto nella possibilità di dare una emersione pubblicitaria a queste convenzioni. Un Paese è di livello alto se in realtà consente una adeguata circolazione delle informazioni e ha registri affidabili. Il nostro registro di stato civile ci è invidiato nel mondo per la sua affidabilità. Probabilmente nei rapporti di diritto privato internazionale riguardanti la famiglia potrebbe essere opportuno qualche piccolo ritocco in modo da dare maggiore trasparenza alle informazioni, nonostante il nostro sia un Paese normativamente all’avanguardia, per quanto perfettibile. Questo è uno dei campi su cui si potrebbe lavorare.”
LE NOVITÀ IN MATERIA ELETTORALE
U
n Convegno Nazionale all’insegna di novità, epocali, non solo in materia di anagrafe e stato civile, ma è in atto una evoluzione di grande importanza anche per quanto riguarda la sfera della normativa elettorale. Pochi giorni prima dell’assise di Abano è stata infatti emanata la circolare n. 43 del 13 novembre 2014, con cui la Direzione Centrale dei Servizi Elettorali ha fornito agli operatori le linee esplicative sulle nuove modalità telematiche di comunicazioni fra Comuni in materia elettorale. La norma, che prevede l’istituzione del modello 3-d in formato digitale e l’impossibilità di inviare il fascicolo personale dell’elettore in formato cartaceo, è entrata in vigore dal 1 gennaio, ma già dall’emanazione ANUSCA ha richiamato l’attenzione degli operatori, mettendo a disposizione per confronto ed eventuali segnalazioni la sezione del forum dedicata alla materia elettorale. Il Convegno Nazionale ha fornito l’opportunità di una riflessione anche su questo tema, con la partecipazione del Vice Prefetto Fabrizio Orano della Direzione Centrale dei Servizi Elettorali. “Fino ad ora sostanzialmente i Comuni si scambiavano i fascicoli elettorali cartacei – ci conferma il Vice Prefetto Orano - nel momento in cui un cittadino cambiava la propria residenza, il Comune di precedente residenza doveva trasmettere al nuovo i documenti cartacei per posta, sostenendo ovviamente dei costi per questo invio postale. Ora, invece, verrà trasmesso un file con informazioni sintetiche che consentiranno al Comune di nuova residenza di poter garantire al cittadino
Sergio Santi
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il diritto di voto. Si va dunque verso una sensibile semplificazione, grazie allo sfruttamento delle nuove tecnologie per la trasmissione telematica. La carta diviene superflua. I Comuni cominciano a colloquiare in maniera telematica, scambiandosi le informazioni, con file xml, per iscrivere l’elettore che si è trasferito. Ci attendiamo snellimento delle procedure,
Il Vice Prefetto Fabrizio Orano
semplificazione, forte risparmio di spesa. In ogni caso, ci sono sempre margini di miglioramento: occorre prima attuare questa riforma facendo colloquiare bene i Comuni garantendo ai cittadini il diritto di voto e al tempo stesso agevolare i compiti dei funzionari comunali, spesso chiamati a svolgere un lavoro gravoso in pochissimo tempo.” In questo quadro quale può essere il ruolo di ANUSCA? “Il ruolo di ANUSCA è importantissimo. La collaborazione con il Ministero dell’Interno è fondamentale: qualunque tipo di riforma non può prescindere dal contatto con il territorio e con coloro che materialmente svolgono il lavoro. In una riforma non c’è niente di peggio che far calare dall’alto le novità senza prima testarle a livello locale; è invece fondamentale interfacciarsi preventivamente con gli esperti ANUSCA, con gli operatori per poter tarare, calibrare le circolari e le direttive per renderle sempre più efficaci e permettere la loro attuazione più completa e rispondente alla norma che andiamo a introdurre.” Sulle prospettive aperte dall’introduzione del modello 3-d digitale si è incentrato anche l’intervento di Sergio Santi e Andrea Zuccotti. Gli Uffici Elettorali sono pronti ad eliminare i faldoni? “Il Ministero – ha risposto Zuccotti ha avuto giustamente un approccio
prudente, partendo dall’assunto che il traffico fra Comuni viene smaltito immediatamente per quegli elettori che si muovono. Lo smaltimento di tutti gli altri elettori verrà affrontato nel tempo. Approccio, ritengo, intelligente. A livello di dati è tutto trasferito nel cervellone, a livello di documenti questo non è ancora avvenuto. È questo il punto focale. Se io, ad esempio, sono nelle condizioni di dire al Comune di Bergamo che Mario Rossi, elettore al Comune di Milano, potrà votare nel Comune di Bergamo abbiamo fatto passi avanti di decenni. Se io, invece, devo scansionare documenti che verranno letti in pdf, il passo compiuto è più breve”. Ma le operazioni verso una maggiore semplificazione ed efficienza non si fermano qui. “Noi abbiamo proposto – conferma Sergio Santi - e siamo in una fase operativa con la semplificazione, vera e importante, volta ad economie consistenti per i Comuni. Si tratta di eliminare una gran parte di documenti cartacei, trasformandoli in digitali con un consolidamento delle garanzie, affinchè non venga indebolito un impianto che ha la sua solidità. È un lavoro su cui ci siamo impegnati da tempo, in un rapporto collaborativo con il Ministero dell’Interno, che porta frutti. Sul tema della tessera elettorale il dibattito è aperto: sostituirla non è facile. L’orientamento sarebbe prevedere che l’elettore si rechi al seggio con un documento e la sua iscrizione nelle liste del seggio consenta il diritto del voto. Ma occorre che la certezza dell’identità di chi vota sia assicurata. Non si possono improvvisare modifiche anche se la criticità della tessera è acquisita. A suo tempo è stata introdotta con buone intenzioni, ma attualmente bisogna pensare a qualcosa di nuovo.”
Andrea Zuccotti
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CONVEGNO NAZIONALE: IL GRADIMENTO DEI PARTECIPANTI
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entiti molti dei protagonisti al tavolo dei relatori, scendiamo in platea per raccogliere qualche impressione a caldo anche degli operatori, che come ogni anno, sono accorsi in forze, da ogni parte del Paese, per non mancare ad un appuntamento sempre più importante ai fini dell’aggiornamento e della formazione professionale. Il Presidente Paride Gullini, ancora una volta, non ha mancato di sottolineare la professionalità e l’abnegazione degli operatori demografici, che, pur in un quadro di difficoltà economiche generali, non hanno voluto far mancare il proprio sostegno anche quest’anno all’evento formativo e associativo più importante di ANUSCA e non perdere un appuntamento formativo di altissimo livello. Un appuntamento particolarmente rilevante in un momento in cui le novità, come già abbiamo sottolineato, di carattere normativo sono di grande impatto sul lavoro degli uffici demografici. L’impressione generale è che ci sia stata grande soddisfazione sia dal punto di vista didattico, sia da quello organizzativo, una soddisfazione che ripaga l’impegno, di mesi, della complessa macchina organizzativa dietro alle quinte del Convegno Nazionale. Ma sentiamo qualche parere dalla viva voce di alcuni partecipanti al Convegno. Cominciamo da Franca Pasqualato del Comune di Venezia, che ha sottolineato gli aspetti di grande attualità trattati nelle relazioni: “Il Convegno Nazionale di quest’anno era sicuramente molto atteso da me e, da quello che ho potuto capire, anche da tutti gli operatori, sia per l’innovazione normativa già vigenti riguardanti la nuova Legge sulle separazioni e divorzi, ma anche per le prossime scadenze riguarda l’ANPR e modifiche operative in materia elettorale. Mai come quest’anno il titolo del Convegno è stato più azzeccato. Ho molto apprezzato i relatori intervenuti, dal Prof. Balestra alla Prof.ssa Clerici, nonchè i relatori dell’Anusca che hanno contribuito a porre degli interrogativi che fanno riflettere e discutere. Per quanto
riguarda l’organizzazione Anusca ho apprezzato la novità introdotta quest’anno di poter pagare la tessera di iscrizione tramite POS e, in ogni caso, mi complimento con l’organizzazione: siete sempre molto cortesi ed efficienti.” Affezionata presenza del Convegno Nazionale è Manuela Baldan del Comune di Trofarello: “In effetti, partecipo al Convegno Nazionale dal 1995 svoltosi a Fiuggi e, da sempre, mi trovo “a casa”, come quando partecipo
nazionale. Ho provato grandissimo piacere nel constatare l’alto numero di colleghi presenti, il che denota che la formazione e l’aggiornamento non conoscono crisi. Gli argomenti sono stati presentati, come sempre, con sapiente maestria e chiarezza tanto da suscitare continuamente grande interesse. Nel corso delle giornate ho avuto modo di notare come sia la sala plenaria che quella dove si tenevano i work shop erano sempre affollate; i temi trattati
alle iniziative a Castel S. Pietro..., la “casa” dei colleghi - degli esperti - degli studiosi – di chi è sempre disponibile a darti una mano - degli amici, di coloro i quali sanno trasmettere, oltre alla loro competenza e serietà, una buona dose di entusiasmo da utilizzare nel quotidiano... poi basta guardare al nostro inossidabile e impareggiabile Presidente! Il Convegno Nazionale è un appuntamento da non perdere!!!”. Dalla lontana Calabria, più precisamente da Vibo Valentia, è arrivato ad Abano Giuseppe Ciampa: “Questo di Abano Terme è stato il mio terzo convegno
sono stati di estrema attualità ed interesse. Altro aspetto diciamo piacevole e che vorrei sottolineare, sono stati i costi di partecipazione “fissi”, ossia ancora una volta non variati, nonostante il trascorrere degli anni. È sempre bello – ha concluso Giuseppe Ciampa - calarsi nel clima di amicizia che si instaura rivedendo, ogni anno, colleghi lontani sia nel mettere in comune i problemi quotidiani di lavoro per trovare una risposta tutti assieme. Insomma, è bello sapere che la famiglia ANUSCA c’è e che io ne faccio parte.”
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I RELATORI DEL CONVEGNO
Andrea Antognoni
Grazia Benini
Marina Caliaro
Renzo Calvigioni
Gerardo Caroli
Silvia Cornetto
Nicola Corvino
Patrizia Dolcimele
Pag. 16
Antonia De Luca
Claudio Filippi
Maria Pia De Rosa
Roberto Folgori
Pag. 17
I RELATORI DEL CONVEGNO
Paolo Fortin
Alessandro Francioni
Filippo Lacava
Michela Lattarulo
Maria Teresa Magosso
Maria Elena Malpassi
Angelina Marcella
Carla Mariani
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Gilberto Guerriero
Paola Lucchi
Giuseppa Mantineo
Noemi Masotti
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del matrimonio, nonché di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio. A seguito di tali atti iscritti o trascritti occorrerà poi procedere ad annotare: - sugli atti di matrimonio ai sensi dell’articolo 69 cui è stata aggiunta la lettera d-bis) gli accordi raggiunti a seguito di convenzione di negoziazione assistita da uno o più avvocati ovvero autorizzati, conclusi tra coniugi al fine di raggiungere una soluzione consensuale di separazione personale, di cessazione degli effetti civili del matrimonio, di scioglimento del matrimonio; e ai sensi della lettera aggiunta d-ter) degli accordi di separazione personale, di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio ricevuti dall’ufficiale dello stato civile; - sugli atti di nascita ai sensi dell’articolo 49 comma 1 cui è stata aggiunta la lettera g-bis) gli accordi raggiunti a seguito di convenzione di negoziazione assistita da uno o più avvocati ovvero autorizzati, conclusi tra coniugi al fine di raggiungere una soluzione consensuale di cessazione degli effetti civili del matrimonio e di scioglimento del matrimonio; e ai sensi della lettera aggiunta g-ter) gli accordi di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio ricevuti dall’ufficiale dello stato civile. Dal momento in cui stiamo parlando di “formule” occorre rammentare che l’iscrizione di un atto si ha quando l’ufficiale di stato civile recepisce una dichiarazione e dunque attiene a quei procedimenti nei quali l’atto è formato direttamente ed originariamente. La trascrizione, invece, riguarda la redazione di un atto mediante la riproduzione di un atto già formato da altri ufficiali di stato civile oppure da altre autorità, come in questo caso dagli avvocati. Gli atti di stato civile sono atti amministrativi tipici a contenuto vincolato poiché sono posti in essere da un’autorità amministrativa nell’esercizio di una funzione tipicamente amministrativa; di conseguenza gli atti possono essere solo quelli previsti dall’ordinamento e
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possono contenere solo le informazioni previste dalla legge per ciascun atto. Per il principio di tipicità degli atti dello stato civile, dunque, non possono essere formati atti diversi da quelli che la normativa disciplina. Il regolamento di stato civile, infatti, dispone che ogni atto deve enunciare il Comune, il luogo, l’anno, il mese, il giorno e l’ora in cui si è formato, i dati anagrafici (compresa la cittadinanza) dei dichiaranti o del dichiarante, le persone cui gli atti si riferiscono, i testimoni ed i documenti presentati dalle parti (art. 11 DPR 396/2000). Gli atti di stato civile devono essere redatti sulla base di formule ben precise, che sono quelle contenute nel D.M. 5 aprile 2002 (il Formulario):
Tiziana Piola
l’ufficiale di stato civile non può redigere sugli atti dichiarazioni e indicazioni diverse da quelle che sono stabilite per ciascun atto. Ciò sta a significare che qualora i coniugi vogliano separarsi o divorziare di fronte all’ufficiale di stato civile con l’assistenza di un avvocato, quest’ultimo non deve redigere preventivamente alcun accordo da inserire nell’atto pubblico. La dichiarazione recepita dall’ufficiale di stato civile sarà redatta secondo le formule stabilite dal Ministero dell’Interno. L’atto, una volta redatto secondo le modalità disciplinate dalla norma, deve essere letto ai dichiaranti e sottoscritto dagli stessi e dagli avvocati eventualmente comparsi e solo dopo sarà sottoscritto dall’ufficiale di stato civile (art. 12 comma 3 DPR 396/2000). La sottoscrizione del pubblico ufficiale chiude l’atto il quale, non può subire modifiche se non mediante il meccanismo delle annotazioni, che rilevano il cambiamento di status
del soggetto intestatario dell’atto o le correzioni e rettifiche che devono incidere sull’atto stesso. La lettura dell’atto prima della sottoscrizione ha l’obiettivo non solo di mettere a conoscenza il dichiarante di ciò che deve sottoscrivere, ma offre anche la possibilità di individuare e correggere eventuali errori di scrittura in cui l’ufficiale di stato civile sia incorso nella redazione dell’atto stesso. Le modifiche del formulario hanno interessato il titolo II dopo il cui capo V è stato introdotto il capo V- bis recante le formule relative agli accordi di separazione personale, scioglimento del matrimonio cessazione degli effetti civili del matrimonio, nonché di modifiche delle separazione e del divorzio. Competente a ricevere le dichiarazioni relative agli accordi di separazione e divorzio è l’ufficiale di stato civile del Comune in cui uno dei due coniugi ha la residenza: la scelta del Comune è rimessa ai coniugi stessi. Con le formule 123- ter e 121- quater l’ufficiale di stato civile può recepire le dichiarazioni delle parti relative all’accordo di separazione personale o di divorzio. Oltre all’indicazione delle generalità dei dichiaranti, la formula introduce una particolarità: occorre indicare le generalità anche degli avvocati o dell’avvocato che eventualmente assiste i coniugi. Seguono le dichiarazioni in ordine all’inesistenza di figli minori o con particolari condizioni; l’indicazione del matrimonio o della separazione; la volontà dei coniugi di volersi separare o divorziare. Al termine dell’atto si rileva in pratica il procedimento che l’ufficiale di stato civile dovrà adottare: dovrà fissare una data in accordo con le parti nella quale la coppia dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di stato civile per confermare l’accordo di separazione o di divorzio. Nel caso in cui le parti non si presentassero l’accordo è come se non fosse mai stato concluso: la mancata comparizione equivale a mancata conferma dell’accordo. L’atto deve essere letto e sottoscritto a tutti gli intervenuti compresi gli avvocati. Con formula 121 – quinques, trascorsi almeno 30 giorni dall’accordo redatto (continua a pag. 19)
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con le formule precedenti, l’ufficiale di stato civile recepisce la conferma dell’accordo. Nel caso in cui le parti non si presentassero all’appuntamento fissato con la data redatta nel primo atto, l’ufficiale di stato civile deve redigere il giorno prefissato, l’atto di mancata conferma con formula 121 - sexies. Quindi sia nel caso in cui la coppia si presenti all’ufficiale di stato civile, che non si presenti, comunque l’ufficiale di stato civile deve redigere un atto. La formula 121 – septies è prevista per il recepimento delle modifiche degli accordi di separazione o di divorzio. Per quanto riguarda la trascrizione delle convenzioni di negoziazione assistite dagli avvocati rammentiamo che la competenza è dell’ufficiale di stato civile in cui: - è iscritto l’atto di matrimonio poiché celebrato con rito civile; - è trascritto l’atto di matrimonio poiché celebrato con rito concordatario; - è trascritto l’atto di matrimonio poiché celebrato all’estero. Non è competente l’ufficiale di stato civile del Comune in cui è stato trascritto il matrimonio per residenza dei coniugi. Con formula 193 ter l’ufficiale di stato civile provvede alla trascrizione della convenzione di negoziazione assistita dagli avvocati per la soluzione consensuale di separazione personale o di divorzio. In tale formula è da rilevare che l’ufficiale di stato civile deve dar atto che tale convenzione sia munita delle certificazioni di cui all’articolo 5 della legge e deve essere corredata del nulla osta o dell’autorizzazione rilasciata dal Procuratore della Repubblica così come previsto dall’articolo 6 della legge
stessa. Per quanto riguarda il sistema delle annotazioni, al titolo III dopo il capo I sono state inserite: - la formula 138 bis: da utilizzare sugli atti di nascita per annotare lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili del matrimonio avvenuti con convenzione di negoziazione assistita dagli avvocati preventivamente trascritta nei registri di matrimonio in parte II serie C. - la formula 138 ter: da utilizzare sugli atti di nascita per annotare lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili del matrimonio avvenuti mediante dichiarazione resa difronte all’ufficiale di stato civile iscritta nei registri di matrimonio in parte II serie C. Al titolo III dopo nel capo III dopo la formula 175 - ter sono state inserite: - la formula 175 quater: da utilizzare sugli atti di matrimonio in caso di separazione personale avvenuta mediante sottoscrizione di convenzione di negoziazione assistita dagli avvocati; - la formula 175 quinques: da utilizzare sugli atti di matrimonio in caso di separazione personale in caso di accordo concluso di fronte all’ufficiale di stato civile; - la formula 175 sexies: da utilizzare sugli atti di matrimonio in caso di divorzio mediante convenzione di negoziazione assistita dagli avvocati; - la formula 175 septies: da utilizzare sugli atti di matrimonio in caso di divorzio mediante accordo concluso di fronte all’ufficiale di stato civile. Il sistema delle comunicazioni tra l’ufficiale di stato civile che detiene l’atto di matrimonio all’ufficiale di stato civile che possiede gli atti di matrimonio trascritti per residenza dei coniugi o gli atti di nascita degli stessi rimane invariato. È da notare
invece, che sono state introdotte a carico dell’ufficiale di stato civile due nuove comunicazioni da effettuare a conclusione del procedimento di fronte all’ufficiale di stato civile: - nel caso in cui i coniugi siano parti in giudizio pendente di separazione o di divorzio occorrerà comunicare all’autorità giudiziaria in cui era in corso il procedimento giurisdizionale relativo ad una separazione o ad un divorzio che è stato concluso un accordo di separazione o di divorzio di fronte all’ufficiale di stato civile. I coniugi infatti potrebbero aver presentato ricorso per separazione o per divorzio al giudice, il quale potrebbe non aver ancora emesso la relativa sentenza. I coniugi quindi potrebbero voler passare dal procedimento giurisdizionale a quello amministrativo; - nel caso in cui i coniugi si siano separati di fronte al giudice occorre comunicare all’autorità giudiziaria l’avvenuto divorzio concluso mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile: secondo, infatti, quanto definito dalla circolare n. 19/2014 del ministero dell’Interno, l’ufficio dello stato civile, dopo la conferma dell’atto da parte degli interessati, è tenuto a comunicare l’avvenuta iscrizione dello stesso alla cancelleria presso la quale sia eventualmente iscritta la causa concernente la separazione od il divorzio, ovvero a quella del giudice davanti al quale furono stabilite le condizioni di divorzio o di separazione oggetto di modifica. A tal fine l’ufficiale acquisirà dalle parti ogni informazione necessaria per individuare esattamente la cancelleria competente a ricevere la descritta comunicazione.
(continua da pag. 17)
I RELATORI DEL CONVEGNO
Rosalia Messina
Romano Minardi
Antonio Natali
Liliana Palmieri
Stefano Paoli
Agostino Pasquini
Graziano Pelizzaro
Giovanni Pellacchia
Ileana Puppet
Mariangela Remondini
Nadia Patriarca
Niicoletta Pratella
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O
OTTIMI I RISULTATI 2014, DI BUON AUSPICIO PER IL TESSERAMENTO 2015?
ttime notizie dall’ufficio tesseramento, che tirando un po’ di somme per l’anno 2014, riporta risultati assai soddisfacenti sia per quanto riguarda l’adesione dei Comuni sia quella individuale degli operatori. Superato il dato 2013 dei Comuni con oltre 4000 Comuni iscritti (circa cinquanta in più dello scorso anno); da notare un aumento importante degli Enti che hanno scelto la quota D e rappresentano oggi il 31% del totale. Questa percentuale si alza nella fascia di Comuni grandi, con oltre 50.000 abitanti, dove raggiungiamo oltre il 50%. Segno evidente che sta aumentando la consapevolezza di come la quota D rappresenti una vera e propria quota risparmio, con cui assicurarsi il carnet completo dei servizi dell’Associazione a fronte di una spesa diremmo sostenibile. L’ammontare della quota è sicuramente largamente inferiore al valore monetario dei servizi compresi; dal 2015 poi, a costi invariati, si aggiunge un servizio in più, ossia “Polizia Mortuaria dalla A alla Z”, che già abbiamo illustrato a pagina 13. Per chi ancora non avesse compiuto questa scelta quindi il consiglio è quello di prendere seriamente in considerazione la quota D, senza dimenticare che, con questa opzione, molti seminari in programma in Accademia durante tutto l’anno, daranno la possibilità di soggiorno
gratuito presso l’ANUSCA Palace Hotel. Al di là della quota D, comunque è sempre vantaggioso, anzi sempre più vantaggioso sottoscrivere l’adesione ad ANUSCA. Da qualche anno a questa parte, l’Associazione ha disposto un ampio programma di formazione gratuita per gli Enti in regola con il tesseramento annuale. Tesseramento e formazione un legame sempre più imprescindibile, in un momento, che sta continuando, di risorse troppo risicate e su cui impatta l’idea, erronea, che la formazione sia un costo e non un investimento, come invece in effetti è, soprattutto in una fase in cui sono tante e importanti le novità normative
Mariagrazia Ronzoni
Luca Tavani
in ambito demografico. Aderire ad ANUSCA è quindi dare una mano concreta alla propria professionalità e al proprio lavoro. Consapevolezza diffusa e solida anche fra gli operatori, tenendo conto degli esiti relativi al tesseramento individuale, anch’essi con il segno più. Oltre 7000 le adesioni individuali per l’anno appena trascorso, con 1221 nuovi associati. Di questo totale oltre l’82% ha scelto la quota di tipo B, comprensiva di polizza assicurativa di responsabilità civile. Un risultato che ha portato il raggiungimento di obiettivi posti dalla compagnia assicuratrice, tradotti in benefit per gli associati. Dal 2015, dunque, retroattività della copertura aumentata da due a cinque anni e consolidamento dei massimali, che aumentano sensibilmente, sempre a costi invariati. Ricordiamo che anche per il nuovo anno è sempre possibile l’integrazione della polizza con quella di Tutela legale, sempre al costo invariato di 40 euro, versabili in forma cumulativa. Una opportunità che sempre più operatori colgono per un lavoro sereno a 360°. Resta infine, ma non certo ultima per importanza, la garanzia del fondo integrativo messo a disposizione dall’Associazione di ventimila euro annui a copertura di casistiche particolari che coinvolgano gli operatori iscritti.
Antonella Valesio
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2. LA GUIDA PRATICA L’identificazione dei cittadini comunitari e stranieri I documenti di identificazione per il rilascio dell'attestazione di regolarità del soggiorno ai cittadini UE e stranieri, ai fini di Polizia, dell'iscrizione anagrafica e dell'identificazione personale. La guida consente di eseguire, in modo pratico e sicuro il controllo di polizia dei cittadini stranieri e comunitari e dei loro documenti identificativi e di viaggio, passaporto e titoli di soggiorno, al fine di consentirne l’esatta identificazione, verificando la legittimità della loro presenza e permanenza in Italia. Concepita e realizzata pensando essenzialmente all’utilizzo pratico è una sorta di vademecum necessario per il controllo e l’identificazione del CITTADINO straniero e comunitario, rivolto a chi, su strada, deve eseguire questo tipo di verifiche. Gli autori hanno sintetizzato una materia complessa, articolata ed in continua evoluzione, comprimendo ogni argomento all’interno di pratiche schede che rispondono all’esigenza primaria di ogni operatore di sapere sempre “COSA FARE – COME FARE”. In particolare per ogni Stato estero descrive: Guida pratica con Cd-Rom • il repertorio dei documenti identificativi e di viaggio dello straniero con riproduzione dei - a cura di R. Chianca e G. Fazzolari documenti a colori • i documenti identificativi e di viaggio • le norme che regolano l'ingresso - pag n. 224 - stampa a colori - cod. N0706INF e la permanenza • i permessi di breve e lungo periodo • la residenza • le modalità di controllo dei documenti identificativi Il Cd-Rom allegato contiene: Servizio clienti • la normativa nazionale e internazionale di riferimento tel 0541 628222 • fax 0541 621903 • le circolari ministeriali • la prassi e la giurisprudenza in materia. clienti.modulgrafica@maggioli.it www.maggioli.it
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L’AFFIDAMENTO DELLE CENERI A PERSONA NON LEGATA DA VINCOLI DI PARENTELA CON IL DEFUNTO di Claudio Pagano
L
a questione notevolmente dibattuta e variamente interpretata, come è consuetudine del nostro Paese, ha recentemente trovato un significativo pronunciamento da parte della Giustizia civile. Ci riferiamo ad una sentenza, ampiamente ripresa dai media, del Giudice Alberto Barbazza del Tribunale Civile di Treviso che ha accolto il ricorso presentato da un cittadino che si era visto negare l’affidamento dell’urna cineraria del suo convivente, deceduto da pochi anni. La sentenza in commento assume apprezzabile rilevanza per gli effetti collaterali che potrà produrre poiché nella stessa viene esteso il concetto di “famiglia” alle persone conviventi, ancorché prive di qualsivoglia rapporto di parentela, affinità o coniugio, ma che abbiano comprovato un rapporto stabile, serio e duraturo. Per meglio comprendere strettamente la tematica di nostro interesse ovvero l’affidamento familiare delle ceneri è necessario risalire all’origine di questo “istituto” o procedimento che dir si voglia. Ci riferiamo alle non più nuove disposizioni introdotte dall’art. 3 della Legge n. 130 del 30.03.2001 che ha disciplinato oltre alla dispersione anche l’affidamento delle ceneri. Peraltro la stessa fonte, con il comma 1/e, si limita a prevedere scarnamente la possibilità, alternativa ad altre pratiche cimiteriali, dell’affidamento dell’urna cineraria ai familiari dei defunti senza nulla indicare in ordine all’individuazione ovvero limitazione dei soggetti ritenuti tali (familiari). Il florilegio di norme regionali emanate dopo la citata Legge n. 130/2001, invero molto spesso con lo stile “copia e incolla”, non ha portato un adeguato contributo per una compiuta definizione del concetto di “familiare”. Diversamente dalle intenzioni del legislatore nazionale gli omologhi regionali hanno, se possibile, alimentato le incertezze interpretative laddove al posto della parola “familiare”
hanno indicato nuovi termini come “componente il nucleo familiare” o “affidamento personale”. Alcune regioni hanno invece limitato la definizione di familiari al coniuge ed ai parenti individuati ai sensi degli artt. 74 e seguenti del Codice Civile. Infine altre regioni più evolute o se si ritiene più superficiali hanno esteso la possibilità di affidare le ceneri finanche a persone non familiari (e diversamente dal disposto della citata Legge n. 130/2001). Solo la Provincia autonoma di Trento – con l’art. 6 della Legge Provinciale n. 7 del 20.06.2008 – ha preso in considerazione espressamente anche i
soggetti conviventi con il defunto. L’afasia burocratica è una cattiva abitudine che caratterizza i nostri ultimi legislatori (nazionali e regionali) e che si ripercuote inevitabilmente sui cittadini e sugli operatori del front office (nel nostro caso quasi sempre gli Uffici di Stato Civile). Essa genera incertezze interpretative, discussioni interminabili e difformità applicative. Viene curata solo dal buon senso ovvero dal Giudice. In realtà molto importanti (Roma, Milano, Bologna, Genova, Napoli, Torino, Venezia ed altri grandi Comuni) il dovere di indirizzo politico dei Consiglieri Comunali e/o dei loro gruppi è stato esercitato appieno – almeno in questo contesto – fino all’approvazione di apposite norme regolamentari che recepiscono la possibilità di concedere l’affidamento delle ceneri finanche a persona non legata da vincoli di parentela/affinità/
coniugio con il defunto ma con esso convivente. Possiamo quindi affermare che la sentenza del Giudice Barbazza non è innovativa ma consolida la posizione dei grandi Comuni italiani e dei “saggi” legislatori della Provincia Autonoma di Trento. Senza addentrarci nel percorso interpretativo dalla citata sentenza vogliamo ribadire solo la statuizione saliente ovvero “...escludendosi che con la locuzione familiare si faccia riferimento esclusivamente ai parenti questo Giudice ritiene necessario estendere l’interpretazione del termine familiare anche al convivente more uxorio” (a prescindere dal tipo di convivenza, monogenere o bigenere che sia). L’estensione del giudizio in commento in via amministrativa potrà consentire a tutti i Comuni italiani di prevedere nella regolamentazione comunale apposita clausola che facoltizzi l’affidamento delle ceneri finanche a persone non legate da vincoli di parentela o coniugio con il defunto a condizione di un comprovato legame di convivenza, prevedendo altresì che la manifestazione di volontà a tale affidamento, laddove non siano presenti parenti viventi del defunto, sia pure espressa dalla persona già convivente. Per procedere in questo senso occorre preliminarmente predisporre una norma ad hoc da inserire nel regolamento comunale di polizia mortuaria ovvero nel regolamento comunale disciplinante l’affidamento delle ceneri. A questo ultimo proposito l’Anusca con il servizio “Luce sui Cimiteri” è disponibile a fornire tutto il necessario supporto ai Comuni per poter procedere con tempestività alla modifica della regolamentazione comunale. Per ottenere maggiori informazioni sul servizio, è possibile consultare il sito www.anusca.it o contattare la segreteria Anusca al n. 051/944641.
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