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ARTE

Un Van Gogh Per Il Calendario Lega 2023

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Quando si dice “l’orgoglio italiano”. Giuseppe Lega: un personaggio eclettico, che ha dato prova di sentirsi sempre a suo agio, che si trattasse di confrontarsi fin da bambino con le api allevate dal “babbo”, per poi diventare egli stesso apicoltore, ma anche come imprenditore, costruttore, progettista, fotografo e tantissime altre cose fatte sempre per bene e con inusuale passione. Compresa la pittura, che è la sua cifra più alta insieme a quella del già fautore e titolare di un marchio che è vanto dell’Italia nel mondo.

Un personaggio che trova gratificante, nei preziosi momenti di libertà, dare alla sua grande passione per l’arte l’occasione di esprimersi ispirandosi ad un’altrettanto grande passione: l’apicoltura. Quella che l’intera famiglia Lega ha interpretato al meglio per generazioni.

Un’intimità che non va troppo disturbata, ma che Apitalia trova il modo di svelare ai propri lettori. Ed ecco cosa c’è nel quadro che quest’anno Giuseppe Lega offre alla comunità apistica italiana e a quella internazionale.

«Per dare discontinuità alle immagini usate per i calendari Lega che si susseguono da molti anni - dice l’artista - questa volta ho scelto di ritornare ad un pittore impressionista che amo moltissimo, Vincent Van Gogh. In effetti, ho preso due suoi dipinti e li ho sovrapposti !». giudicato che questa sovrapposizione ci stesse bene e mi sono pure convinto che essa completi al meglio il primo dipinto... Poi, per rendere il tutto coinvolto con il mondo apistico, ho posizionato sulla sinistra tre alveari di paglia che nel 1890 erano certamente ancora in uso nella zona ed ho disegnato l’apicoltore seduto, in “adorazione” del volo delle sue api».

Ed è questo che ha Lega di sorprendente: l’attitudine a spaziare in un mondo interiore infinito e stratificato, dove non c’è un limite assegnato, uno stile immodificabile. Come a dire che un linguaggio esclusivo non gli basta.

«Il primo è il quadro intitolato “UNA STRADA DI AUVERS-SUR-OISE” - ci racconta ancora il Giuseppe Lega ispirato -. È un dipinto del 1890, dai colori vibranti, creato con pennellate energiche, “grezzo” al punto che alcuni critici l’hanno addirittura considerato come solamente abbozzato. In questo dipinto sono rappresentate alcune case agricole su di una collinetta ad Auvers». E potrebbe bastare già questo per spaziare in una dimensione di per sé sognante.

Il periodico Apitalia è depositato con il n. 123854 del 17.12.2019 presso il Registro Pubblico Generale delle Opere Protette ai sensi della L. n. 633/1941, come certificato dalla Direzione Generale Biblioteche e Istituti culturali (Servizio II - Patrimonio bibliografico e Diritto d’Autore) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

Ma poi occorre sapere anche che Auvers-sur Oise è ancora oggi un piccolo comune francese di 7.000 abitanti, nella regione dell’ Île-de-France, adagiato sulla destra del fiume Oise e a 27 Km a Nord-Est di Parigi. È un paesino ben noto agli amanti dell’arte per aver ospitato tanti celebri artisti che qui hanno creato molti dei loro capolavori. La tomba di Vincent Van Gogh è qui nel suo cimitero. E, neanche a dirlo, Giuseppe Lega in questi luoghi ci si è immerso in prima persona!

E ancora ci guida nel suo viaggio creativo: «Il secondo quadro intitolato: “CONTADINI CHE

VANNO AL LAVORO” rappresenta una coppia che, con l’asino, di mattina si reca nei campi e ho

Ecco, sembra la descrizione elementare di un bimbo che ci racconta cosa rappresenta davvero il suo disegno. E noi, che abbiamo la fortuna di averne avuto contezza e di poterlo svelare, vi diciamo che qui c’è il segreto dell’opera, con variante apistica, ispirata ai due Van Gogh: c’è il ricordo di un padre (Armando Lega, Apicoltore e Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana) che seduto dinanzi ai propri alveari, per ore intento ad osservare, ogni tanto prendeva tra le dita una bottinatrice di ritorno al predellino, la stringeva delicatamente all’addome per capire se c’era importazione e, se vedeva rilucere una goccia di nettare dalla ligula, sorrideva di quel piacere intenso che oggi tinge i colori del quadro di una profonda nostalgia.

C’è l’affetto per chi non c’è più, ma ci ha lasciato impressa un’immagine indelebile che dalla retina è poi trapelata in fondo al cuore. Un guardare al tempo, attraversando epoche e mondi diversi, un omaggio che nasce intimo e si fa oggi patrimonio di tutti noi amanti delle api.

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