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APICOLTORI SUL SERIO IN MANCANZA DI CERTEZZE ORA
from Apitalia 1-2/2023
Serve Tanta Dedizione
di Alberto Guernier
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Chi ben comincia…, verrebbe da dire, si trova a metà dell’opera anche se, nel nostro caso, per completare il tutto avremmo bisogno ancora di molto altro. Resta il fatto che un buon inizio è ormai condizione imprescindibile anche in apicoltura. Nel nostro mondo, ad esempio, questo principio presuppone di poter disporre di tutto il materiale di cui necessiteremo, tenuto nelle migliori condizioni possibili e subito disponibile.
Uno degli errori più frequenti, che capitano spesso a chi si trova all’inizio dell’attività, è proprio quello di rincorrere le carenze di materiale, dovute ad errate valutazioni. E quindi, occorre sapere che siamo ancora in tempo per rimediare.
Il prezzo di tutti i materiali - apistici e non, di consumo e strutturali - attualmente in Italia ha raggiunto prezzi decisamente elevati e questo costituisce un handicap per chi si avvicina al mondo dell’apicoltura e non riesce a darsi risposte adeguate dinanzi alla necessità di spendere cifre che qualche volta possono anche metterci in difficoltà.
L’apicoltura, per quanti amano lavorare all’aria aperta, punture a parte, è un bellissimo mondo; ricco di colori, di profumi, di sapori: il miele più delizioso, non è forse quello assaporato in campo sulla leva?
A fronte di tutto questo, però, restano ancora tante incertezze! Quante volte la nostra mano dovrà schiudersi con dentro nulla. Proviamo quindi a dare qualche consiglio, cominciando dal fatto che non è più possibile avere troppe certezze come invece accadeva un tempo. Questo perché, nonostante allevare api sia un’arte mondiale antica e quasi primordiale; oggigiorno, con l’avvio del nuovo anno, abbiamo ancora l’impressione di essere all’anno zero. Se abbiamo acquistato dei nuclei per questa primavera, avremo bisogno di arnie di legno per il successivo travaso. Quanto vale un’arnia usata? Questa è la classica domanda di chi inizia, e di chi iniziava! E giù a spaccarsi il cervello a valutare, a fare conti, a cercare vernici e ferramenta, torce a gas, e a chiedere consigli, come feci io a suo tempo decenni or sono, e mi sentii rispondere: “Zero, un’arnia usata da altri vale zero!”. Questa affermazione, tanto per chiarire, è fondata in quanto un’arnia acquistata come nuova dovrebbe essere garantita come sana, mentre un’arnia usata di sicuro non lo è, salvo che non si decida di portarla a sterilizzare in appositi impianti e di spenderci su davvero molto tempo e fatica. Allora possiamo decidere di acquistare tutto nuovo, perché è inutile correre rischi, anche se le scelte in economia possono apparire allettanti; metteremo in arnie nuove di fabbrica i nostri nuovi nuclei... armi, appoggiatevi ad una Associazione Apistica e, soprattutto, fatevi consigliare da persone serie, competenti e che non spariscano dopo l’acquisto.
Il periodico Apitalia è depositato con il n. 123854 del 17.12.2019 presso il Registro Pubblico Generale delle Opere Protette ai sensi della L. n. 633/1941, come certificato dalla Direzione Generale Biblioteche e Istituti culturali (Servizio II - Patrimonio bibliografico e Diritto d’Autore) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
E già qualcuno si starà grattando la testa perché i nuclei di api e i pacchi d’ape non sono nuovi di fabbrica! Ma allora? Esistono i certificati sanitari, che però è bene sapere, non sono come la garanzia del frigorifero. Se siete alle prime
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Altra questione: i buoni propositi, quelli autunno/invernali, spesso si infrangono in primavera, quando il vostro referente, non avrà più un minuto da dedicarvi. Nel frattempo avrete fatto un corso di apicoltura, magari da casa, vi siete iscritti al gruppo social, avete fatto l’abbonamento ad Apitalia e mi state leggendo: resta il fatto che in assenza di certezze, dovrete valutare e fare delle scelte, verificando sempre i risultati, sapendo che occorrerà sacrificare serate, sabati e domeniche! Insomma, non vi dirò che siete ancora in tempo per rinunciare, perché non sarebbe corretto; vi esorterò invece a provare e a farlo seriamente il tentativo di diventare un vero apicoltore! Tornando a noi: quelli che tengono dieci casse per autoconsumo o centinaia per cercare di viverci, con la missione comune di produrre del miele sano e genuino da fare arrivare sulle tavole, possono contare solo sulla buona volontà ed esperienza (in Piemonte anche quest’anno si sono registrate importanti morie di api). Importantissimo è il confronto con altri apicoltori, cercando le esperienze dirette di chi queste competenze le ha maturate in anni e anni di intenso lavoro. troppo alti, se siete nella possibilità di farlo, abbassateli con opportuni interventi di potatura; gli sciami fuoriusciti non vanno lasciati andare, sarebbe una grave perdita e costituiscono comunque materiale potenzialmente infetto e fuori controllo sanitario. guenza, (anche se in questo periodo, non ancora troppo legata alle ore di volo). Questo monitoraggio dall’esterno non deve essere, comunque, sostitutivo della completa visita dei nidi.
Il periodico Apitalia è depositato con il n. 123854 del 17.12.2019 presso il Registro Pubblico Generale delle Opere Protette ai sensi della L. n. 633/1941, come certificato dalla Direzione Generale Biblioteche e Istituti culturali (Servizio II - Patrimonio bibliografico e Diritto d’Autore) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Per affrontare la primavera al meglio, dovrete avere a disposizione dei favi con fogli cerei già montati o perlomeno possedere già tutto; non si può pensare di correre ad acquistare il necessario man mano che se ne presenta la necessità, con il rischio, nemmeno tanto remoto, di non trovare quanto occorre e di dover già da subito ripiegare. Vi troverete a dover recuperare qualche sciame e quindi individuate già ora le possibili situazioni critiche: alberi nelle vicinanze
Occorrerà poi avere tutto l’occorrente per smielare i favi in velocità, in un locale idoneo e predisposto, deumidificato e inaccessibile alle api e poterli riavere presto per la fioritura che segue, diventa assolutamente necessario; spesso, infatti, il tempo tra una fioritura e quella seguente, come acacia e castagno, nelle zone pedemontane e collinari, oppure, acacia e tiglio in altre zone, è appena sufficiente: il miele, infatti, si produce in un periodo variabile, che spesso non corrisponde neppure a tutta la già esigua durata della fioritura.
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Per concludere, un occhio sempre attento alle malattie delle api: oltre che dalla ben visibile varroa, esse sono causate da virus, spore e microorganismi vari; fattori che proprio per la loro piccola dimensione, costituiscono un grande problema e sono difficilmente selezionabili all’interno dei componenti di una famiglia di api; favi, casetta e api, ma anche cera e miele, costituiscono nel loro insieme, più o meno in equilibrio, quell’unicum, quell’esemplare a sé, su cui noi dobbiamo lavorare.
L’osservazione del volo, sul portichetto, rimane poi una pratica molto importante, ci offre anche nel finire dell’inverno ed in primavera una buona fonte di dati; l’importazione di nettare in base al volo, di polline in base alla quantità di api che tornano cariche; alla covata, per diretta conse-
Per questo, dai vostri colleghi apicoltori, vedrete mantici di affumicatori impacchettati, leve e strumenti abbrustoliti, casette numerate, puntine da disegno, guanti usa e getta, crittografie sui coprifavi ed in ogni dove, per scongiurare possibili inquinamenti, di quel mondo unico che è ogni singolo alveare!
Alberto Guernier