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PRONTI ALLA RIPRESA

MA LASCIAMO CHE L’INVERNO FACCIA SEMPRE IL SUO CORSO

Osservare Bene

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E Comprendere

I Residui Di Fondo

L’

inverno è ancora nel pieno del suo vigore per cui la sola operazione consentita all’apicoltore, in questo periodo della stagione, è l’attenta sorveglianza degli alveari. Controlliamo i tetti delle arnie e stabilizziamoli perché una forte raffica di vento potrebbe ribaltarli condannando a morte la povera famiglia in esso contenuta. Verifichiamo l’integrità delle pareti dell’alveare: una fessura e/o un piccolo foro, fatto da un temerario picchio, potrebbero divenire responsabili di una triste fine della colonia quindi, qualora dovessimo riscontrare presenza di danni strutturali alle pareti delle arnie, apprestiamoci a ripararli con urgenza.

In questo periodo in cui è assolutamente proibito anche solo pensare di ispezionare l’alveare, almeno lì dove le temperature rigide ancora non lo permettono, potremo avere informazioni sullo stato di salute delle famiglie semplicemente attraverso l’analisi dei residui accumulati sulla superficie del cassetto in lamiera che chiude il fondo dell’alveare.

Noteremo al suo interno delle strisce, in corrispondenza degli spazi interfavo, di colore marrone scuro, provenienti dai residui degli opercoli dei favi di covata alternate a strisce di colorito più chiaro provenienti dalla rimozione degli opercoli dalle cellette di scorte alimentari. L’ubicazione delle strisce ci fornirà l’esatta posizione occupata dal glomere e la consistenza dello stesso.

Nelle giornate meno fredde, dopo la prima metà di febbraio e verso le ore centrali, quando un po’ di tepore regalatoci dai raggi del sole si fa sentire, osserviamo l’inizio delle attività sulla plancia di volo dei nostri alveari, potremo così scoprire bottinatrici far ritorno al proprio nido con le zampette ricolme di polline recuperato sulle iniziali fioriture della stagione quali il nocciolo, l’elleboro, il calicanto, il salice, il bucaneve, il crocus, la lentaggine, il ranuncolo, il mandorlo e altro ancora. Questo simpatico andirivieni testimonia il buono stato di salute della colonia e la ripresa della deposizione da parte della regina. Purtroppo, invece, l’assenza di tale attività sarà indice di una famiglia probabilmente rimasta orfana in autunno e/o durante l’inverno oppure della presenza di una regina vecchia con poca propensione alla ovideposizione: situazione che potremo scoprire meglio solo dopo la prima metà di marzo quando le condizioni climatiche saranno favorevoli e ci consentiranno di poter aprire l’alveare. L’assenza completa di attività dovrà, invece, indurci a sospettare la morte della famiglia, al contrario, la presenza di assenza di volo e la contemporanea presenza di deiezioni abbondanti color caffè latte, sulla superficie del predellino di volo saranno la testimonianza che quella famiglia è morta per infezione da nosema, in questo caso dovremo fondere i favi e disinfettare, prima di un eventuale riutilizzo, l’interno dell’arnia passandola alla fiamma del “chalumeau”.

Verso la fine di febbraio in una giornata ben soleggiata e con temperatura prossima ai 14/16 gradi centigradi, se la situazione lo richiede, è possibile iniziare un primo trattamento di contenimento dell’infestazione da varroa introducendo, molto velocemente per non raffreddare troppo la covata, due strisce di Amitraz e/o Apivar all’interno del nido, strisce da lasciare per 4 settimane così da poter iniziare la stagione con un basso tasso di parassitosi. In questo particolare momento stagionale tempo ne avremo a sufficienza da dedicare anche ai lavori di magazzino, riassettiamo vecchie arnie e arniette che potrebbero essere utili al momento della formazione dei nuovi nuclei o a seguito del recupero di grossi sciami, disinfettiamo leve e altri strumenti utili alla ri- presa dell’attività, prepariamo nuovi telai da nido e da melario armandoli e fornendoli di un nuovo foglio cereo così da non vederci costretti a compiere con affanno queste operazioni al momento del bisogno. Soppesiamo di tanto in tanto gli alveari: la ripresa delle attività comporta un aumentato dispendio energetico da parte della famiglia cosa questa che richiede un maggior consumo di cibo per cui, nel caso trovassimo qualche nido pericolosamente alleggeritosi, non esitiamo ad aggiungere allo stesso dell’ottimo candito.

Il periodico Apitalia è depositato con il n. 123854 del 17.12.2019 presso il Registro Pubblico Generale delle Opere Protette ai sensi della L. n. 633/1941, come certificato dalla Direzione Generale Biblioteche e Istituti culturali (Servizio II - Patrimonio bibliografico e Diritto d’Autore) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

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Vi saluterei ricordandovi che a febbraio la comparsa toppo precoce di buon tempo non è mai auspicabile poiché stimolerebbe una ripresa prematura dell’attività delle famiglie le quali, una volta innescatosi questo meccanismo, molto difficilmente sarebbero in grado di sopportare un prepotente ritorno del freddo, per cui come dicevano i nostri vecchi: “Lasciamo che l’inverno faccia il suo corso” così da poter aspettare fiduciosi l’arrivo della nuova primavera!

Maurizio Ghezzi

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