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IBD Corner

Gian Eugenio Tontini*, Maria Laura Annunziata*, Flaminia Cavallaro*, Luca Pastorelli*° Luisa Spina* e Maurizio Vecchi*°

Introduzione

L’endoscopia digestiva è uno strumento fondamentale nella diagnosi, nel follow-up e nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali (i.e. Inflammatory Bowel Diseases o IBD). La caratterizzazione delle lesioni mucose consente di monitorare l’andamento di malattia, formulare ipotesi prognostiche e valutare la risposta alle terapie mediche. L’endoscopia rappresenta inoltre il cardine delle strategie di sorveglianza delle neoplasie del colon-retto associate a colite, fornisce informazioni spesso rilevanti per la definizione delle complicanze locali e, in casi selezionati, è l’approccio di riferimento per il trattamento delle stenosi intestinali. Ciononostante, le linee guida di riferimento internazionali definiscono solo raramente l’appropriatezza ed il corretto timing dell’indagine endoscopica nelle IBD, poiché poco corroborate da solide evidenze scientifiche. Questo articolo ha come scopo quello di revisionare la letteratura recente per identificare i principali scenari clinici in cui un’indagine endoscopica mirata risulti al tempo stesso tempestiva (e.g. timing), efficace e indicata (i.e. appropriata) nella gestione delle IBD.

Diagnosi

Ileo-colonscopia L’ileo-colonscopia con biopsie multiple è l’indagine di scelta in soggetti con sintomi e segni clinici suggestivi per IBD (1,2). Per un’affidabile definizione diagnostica, le linee guida Europee raccomandano l’esecuzione di almeno due biopsie in cinque segmenti del tratto digestivo inferiore che includano il retto e l’ileo terminale, fissate immediatamente in formalina e raccolte separatamente (3). Indagini incomplete quali la retto-sigmoidoscopia sono caratterizzate da una minore sensibilità e non garantiscono un corretto inquadramento diagnostico in termini di estensione e severità di malattia e, pertanto, dovrebbero essere limitate a casi selezionati (e.g. colite fulminante, paziente compromesso, diatesi emorragica, gravidanza) dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio (2). Data l’invasività ed un rap-

porto costo-efficacia fortemente condizionato dalla probabilità diagnostica pre-test, l’ileo-colonscopia è indicata in presenza di determinati aspetti clinici suggestivi per IBD (e.g. diarrea cronica con sangue o dolore addominale associato a calo ponderale o disturbi dell’alvo solo per citarne alcuni) e, generalmente, dopo l’esecuzione di accertamenti di laboratorio e strumentali di primo livello atti ad inquadrare meglio la genesi dei disturbi nella sfera delle patologie organiche (2,4). Sorprendentemente, non vi è alcun consensus circa il timing dell’ileo-colonscopia nel sospetto di IBD; il livello di priorità varia notevolmente nella realtà attuale in funzione della disponibilità locale e di risorse e dinamiche organizzative spesso eterogenee. In mancanza di studi che abbiano quantificato il rischio legato al ritardo diagnostico nell’attesa dell’approfondimento endoscopico o il rapporto costo-efficacia nell’assegnazione prioritaria dell’endoscopia nel sospetto di IBD, la scelta del timing endoscopico alla diagnosi deve essere ponderata in funzione della severità dei sintomi, generalmente non eccedere il limite di quattro settimane e ricadere idealmente entro due settimane dalla prescrizione.

Esofago-gastro-duodeno-scopia L’esofago-gastro-duodeno-scopia (EGDS) è parte integrante dell’iter diagnostico di soggetti IBD in presenza di sintomi tipici del tratto digestivo superiore, anemia o segni di malassorbimento (2,5). L’EGDS ha anche un ruolo ben definito nella “stadiazione” della malattia di Crohn in ambito pediatrico per l’elevata presenza di riscontri positivi (22-53%) (4,6). Nei soggetti adulti asintomatici, le lesioni macroscopiche o microscopiche riferibili a malattia di Crohn sono più occasionali e l’EGDS è generalmente indicata in previsione di scelte cliniche cruciali o nel tentativo di formulare una diagnosi differenziale definitiva in soggetti con colite IBD non classificata (4). Quando è la diagnosi di malattia di Crohn a motivare l’EGDS, l’esecuzione di biopsie multiple in ogni segmento è utile anche in assenza di lesioni endoscopiche. Il riscontro di granulomi tipici per malattia di Crohn risulta

*UO di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, IRCCS Policlinico San Donato di San Donato Milanese (MI) °Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università degli Studi di Milano

Giorn Ital End Dig 2015;38:55-59

IBDc

Ruolo dell’endoscopia nelle IBD: timing ed appropriatezza

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