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Qualità, sostenibilità e attenzione alle persone sono i segni distintivi del nostro marchio e dei nostri prodotti.
I prodotti BWT garantiscono la massima funzionalità delle tue macchine, prevenendo la formazione di calcare e la necessità di manutenzione straordinaria. Questo comporta maggior risparmio di tempo e minori spese. Inoltre, tramite l’App Best Water Professional, potrai trovare facilmente il prodotto più adatto alle tue esigenze e ricevere preziose indicazioni per la sua corretta installazione: un aiuto professionale sempre a portata di mano!
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La proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, se verrà approvata così come è stata scritta e concepita, è senza alcun dubbio la normativa che avrà l’impatto maggiore sull’operatività futura delle aziende della filiera del vending.
Basti pensare che il testo definitivo delinea delle regole molto nette. Ogni Stato dell’Unione dovrà ridurre i rifiuti di imballaggio pro capite del 15% entro il 2040 (il 5% entro il 2030, il 10% entro il 2035 e il 15% entro il 2040) attraverso il riutilizzo e il riciclaggio degli imballaggi.
Le aziende operanti nel settore food dovranno offrire piatti pronti d’asporto o food delivery con packaging riutilizzabili, i cui target di riuso sono stati fissati rispettivamente al 40% e al 50% entro il 2040.
Per quanto riguarda le aziende di prodotti alimentari e non, è previsto che tutti i prodotti dovranno essere venduti in imballaggi riutilizzabili o ricaricabili.
Per fare solo un esempio in un settore a noi vicino come quello della ristorazione, le bevande dovranno essere servite in packaging che si possono usare nuovamente (tazze, bicchieri, borracce portate dai clienti) per il 20% entro il 2030 e per l’80% entro il 2040!
È chiaro che, se la maggioranza del Parlamento troverà un accordo per approvare questa proposta senza modifiche sostanziali, il vending dovrà affrontare il riuso, una tematica probabilmente gestibile nell’OCS, ma un vero proprio incubo nella distribuzione automatica tradizionale.
Contemporaneamente però, sono iniziate le manovre per i tre governi europei che si succederanno nei prossimi semestri alla presidenza dell'Unione Europea. Toccherà nell’ordine a Spagna, Belgio e Ungheria. Approfittando di un vertice con i Ministri dell’Agricoltura, la Spagna ha fatto sapere quali saranno i tre temi centrali da affrontare assieme in un’agenda comune: sicurezza alimentare, tutela della salute e dell’ambiente, siccità.
Possibile che l’Europa non si renda conto che per una ideologica tutela dell’ambiente, obbligherà i suoi cittadini ad una modalità di consumo come il riuso che deve ancora risolvere espliciti
problemi legati alla sicurezza alimentare, alla tutela della salute e alla guerra contro la siccità? Riesce a far comprendere alle forze politiche questa evidente contraddizione?
Nel frattempo, in Italia, nelle poche locazioni automatiche che hanno adottato anche il riuso, i consumi delle bevande calde attraverso le tazze riutilizzabili sono precipitati al di sotto dell’1%.
Persino quei pochi davvero convinti e che hanno preteso presso la propria azienda o ente pubblico questo tipo di somministrazione (anche se non c’era alcun obbligo normativo), hanno abbandonato in massa il riuso dopo poche settimane. Senza eccezioni.
Il vending dovrà affrontare il riuso, una tematica probabilmente gestibile nell’OCS, ma un vero proprio incubo nella distribuzione automatica tradizionale.
Martedì 2 maggio sono cadute le ultime misure anti-Covid: non ci sarà più l’obbligo di indossare le mascherine negli ospedali e nelle altre strutture sanitarie. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità arriverà a breve la dichiarazione di fine emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.
Il Covid non c’è più, diventerà endemico come i comuni virus del raffreddore, il tasso di mortalità diventerà pari o inferiore a quello dell’influenza. Siamo autorizzati a parlarne sempre meno: lecchiamoci le ferite per ciò che ci ha lasciato e guardiamo avanti.
Smettiamo di analizzare i dati odierni confrontandoli con l’anno 2019, non ha più senso. Togliamo l’ultimo anno pre-pandemia dalle statistiche e cerchiamo, per quanto possibile, di gestire la nuova situazione che il Covid ci ha lasciato in eredità. Il lavoro agile (basta inglesismi!) ha cambiato le abitudini nello svolgimento dell’attività dei nostri clienti, ci sono meno consumatori, meno erogazioni, meno fatturato in molte strutture sia private che pubbliche e questo, purtroppo, sarà un lascito verso il quale potremo fare poco o nulla se non provare nostalgia per i bei tempi, in cui molti posti di lavoro venivano frequentati quotidianamente.
Possiamo provare però anche sconcerto -o addirittura incazzatura- per le assenze ingiustificate nella Pubblica Amministrazione, causa di un forte calo delle erogazioni nel Lazio e principalmente a Roma. Si stima ancora un -20%, ovvero molto di più di un utilizzo corretto del cosiddetto lavoro agile. Più che un uso della nuova frontiera che prevede la limitata presenza nei luoghi di lavoro mi pare che ci sia un abuso. Non sta a me giudicare quali siano le mansioni di servizio pubblico che possano veramente giustificare il lavoro da casa per assistere il cittadino, ma qualcuno dovrebbe spiegarci come funziona: infatti, il disservizio prolifera e noi ci rimettiamo non le penne, ma le erogazioni.
Siccome poi piove sul bagnato, le assenze incrementano anche a causa delle vacanze, tanto da costringere il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a scrivere una lettera
di richiamo ai dirigenti del Ministero, in ferie in occasione del recente ponte del 25 aprile. Molti di loro erano assenti per ferie lunedì 24 aprile, agganciato al 23 e al 25, proprio quando il circuito culturale richiede una maggiore presenza per gestire i flussi turistici.
Pare che, su 11 burocrati, il ministro ne abbia trovati al proprio posto solamente due, anzi uno, perché l’altro era in pausa a gustarsi un gelato (non è dato sapere se erogato dal distributore automatico)!
“Poveri, ma loro non hanno diritto alle ferie?”, obietta qualcuno. Certo, ribadisce il ministro, ma non tutti, è necessario creare una giusta rotazione, come si fa nelle redazioni dei giornali, nella sanità, tra le forze dell’ordine.
Così come sarebbe sensato un utilizzo più razionale dello smart working (…ecco, ci sono cascato!), altrimenti assisteremo ad una quasi chiusura delle strutture della Pubblica Amministrazione e a situazioni paradossali: “Scusi c’è il Dott. Pluto?” “No, è in ferie” “Ah, e il suo collega, Dott. Pippo?” “No sta lavorando da casa, guardi io sono qui per caso…se vuole però è rimasto il distributore automatico!”.
Vogliamo farti rivivere l’esperienza sensoriale del migliore bar in qualunque posto ti trovi.
La linea di distributori automatici Oasi è un concentrato di tecnologia by Evoca applicata all’esperienza di Saeco nell’offrirti un caffè dall’inconfondibile aroma .
Per tutti i coffee lovers produttivi ed esigenti.
NUMERO 163
MAGGIO 2023
RENZO GABRIEL BONIZZI
DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF
ALESSANDRO
FONTANA DIRETTORE
EDITORIALE EDITORIAL DIRECTOR
LAURA GUASPARRI
ART DIRECTOR
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3 EDITORIALE
Il riuso e le contraddizioni dell’Europa
5 SPEAKER’S CORNER
Smart working, uso o abuso?
8 MERCATO DEL VENDING Latest News
26 FANTAVENDING
Aprile 2023
32 GESTORI
Dall’unione di quattro gestioni nasce We You, cuore da PMI e forza del gruppo
38 EVENTI
“REDESIGN YOUR FUTURE!”: BRITA al Fuorisalone per parlare di sostenibilità e futuro
42 FOCUS ON CIBUS LAB “Il caffè: l'evoluzione della categoria nelle difficoltà mondiali della sua materia prima”
47 APPUNTAMENTO IN FIERA
HOST 2023 grande attesa per le innovazioni di Host per un mercato in grande fermento VENDING SHOW – Per i visitatori è arrivata l’ora di registrarsi!
CHE AMPLIA I BENEFIT PER I DIPENDENTI
Grazie alla stretta collaborazione tra Rappresentanti dei Lavoratori, Ufficio Risorse Umane e Direzione aziendale, prosegue il percorso per ampliare i benefit a disposizione dei dipendenti Coges.
L’obiettivo è quello di sostenere i collaboratori nel loro benessere e nel loro equilibrio vita-lavoro, in modo pienamente compatibile con le esigenze dell'azienda. La Politica di Conciliazione, introdotta nel 2022, ha dimostrato che è possibile aumentare la flessibilità oraria ed introdurre nuove modalità di lavoro migliorando il clima aziendale senza che questo abbia ripercussioni negative sulla produttività e sulla qualità del lavoro. Con il nuovo anno è stato pertanto ritenuto utile proseguire lungo il cammino intrapreso e rendere le opzioni di flessibilità per i dipendenti Coges ancora più ampie.
Uno dei maggiori vantaggi della politica di flessibilità di Coges risiede proprio nella possibilità per il dipendente di modulare l’orario settimanale in modo relativamente autonomo in base alle proprie necessità, specialmente per quanto riguarda gli orari di ingresso e di uscita e la pausa pranzo. Nel 2023 l’elasticità delle fasce orarie flessibili viene ulteriormente aumentata, introducendo una politica più efficiente per il recupero dei ritardi in timbratura ed un orario sperimentale per il periodo estivo, che consentirà ai dipendenti di anticipare quando necessario l’uscita pomeridiana, in particolare nella giornata di venerdì. Viene anche confermata la facoltà del dipendente di usufruire in modo spontaneo di una percentuale mensile di telelavoro, compatibilmente con le proprie mansioni, con il progetto in cantiere di estendere ulteriormente questo benefit. Parallelamente sono state introdotte delle misure di applicazione di queste politiche per assicurarsi che i clienti continuino sempre a ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno, tanto dal punto di vista tecnico che commerciale. Questi benefit ampliano quanto concordato in precedenza e si accompagnano a forme economiche di coinvolgimento dei dipendenti quale il premio di risultato, erogato annualmente sulla base dei risultati conseguiti dall’azienda. Lo scorso anno Coges ha inoltre scelto di mitigare il disagio dovuto al trasferimento della sede aziendale da Schio a Caldogno grazie a generose misure supplementari in favore dei dipendenti, non solo di natura economica ma anche in termini di servizi volti a migliorare la qualità della vita aziendale, come la mensa aziendale recentemente ristrutturata e l'avvio di un servizio di ristorazione premium per rendere il momento della pausa pranzo ancora più piacevole e rilassante.
Le misure di conciliazione confermano la consapevolezza da parte di Coges dell’importanza di un clima lavorativo sereno e collaborativo, attento ai bisogni dei dipendenti e ad un sano equilibrio tra vita professionale e personale, senza mai perdere di vista gli obbiettivi aziendali ed il servizio alla clientela.
Fare la fila in un Parco Divertimenti tra i grandi d'Europa come Gardaland può diventare un'esperienza che mette a dura prova la pazienza di adulti e bambini. Fortunatamente un servizio di prossimità come quello che solo il vending può offrire, sarà a disposizione alla riapertura del Parco. Infatti da sabato 25 marzo è finalmente possibile bere una bibita fresca in estate o mangiare uno snack nell'immediata attesa di salire nelle attrazioni. Il progetto ha coinvolto un gruppo di lavoro composto da oltre 50 persone di IVS Group e ha riguardato anche l'installazione nelle zone che circondano l’hotel, gli uffici e l’area break dedicata ai dipendenti del parco. Per quanto riguarda le attrazioni, come ad esempio Mammut, Fuga da Atlantide, Jungle Rapids, Shaman e Colorado Boat, i distributori automatici sono stato personalizzati in modo tale da potersi perfettamente inserirsi nel contesto tematico.
■ Interfaccia Touch 21” ■ Fino a 2 tramogge caffè standard o vacuum. ■ Fino a 10 contenitori per bevande solubili. ■ Alternativa con kit topping dispenser (x2) o kit secondo bicchiere (diametro a scelta tra 57/70/74/80) ■ Capacità: fino a 1100 bicchieri. ■ Percorso luminoso per guidare l’utente (opzionale). ■ Ampia superficie personalizzabile.
Un’offerta in continuo movimento per restare al passo con le evoluzioni del mercato: Agily corre verso il futuro insieme al tuo business
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Presentata lo scorso marzo la nona edizione del tour motivazionale legato alla campagna sociale #NonCiFermaNessuno, il tour ideato e condotto da Luca Abete (storico inviato di Striscia la Notizia) che ha come obiettivo incoraggiare i giovani studenti ad affrontare le proprie paure e a superare i momenti difficili.
Un format innovativo che punta a diffondere i valori della campagna sociale in due modalità: una fisica attraverso incontri in aula con gli studenti e attraverso interventi di personaggi noti, un'altra attraverso una comunicazione mediatica che punti a valorizzare storie di resilienza e a sensibilizzare i giovani verso tematiche sociali. Il tour motivazionale è partito da Napoli il 28 Marzo, dall’università degli studi “Federico II” ed attraverserà l’Italia da Nord a Sud in dieci tappe. Ospite in collegamento nella prima tappa, Ezio Greggio.
La campagna motivazionale #NonCiFermaNessuno è da sempre legata anche ad iniziative green. L’obiettivo di questa edizione è rendere sostenibili i numerosi punti ristoro con distributori automatici presenti negli atenei, attraverso il progetto RiVending che mira al recupero e riciclo di bicchierini, palette e bottiglie in plastica. "Abbiamo aderito per il secondo anno consecutivo al Tour #NonCiFermaNessuno per poter proseguire una collaborazione con una campagna sociale che mette al centro gli studenti italiani”, ha dichiarato Ernesto Piloni, Presidente di Venditalia, “perché realizzare un progetto di economia circolare come Rivending, deve per forza passare dall’educazione dei consumatori alla corretta gestione dei rifiuti e abbiamo verificato nella precedente edizione del Tour quanto sia grande l’attenzione delle nuove generazioni nei confronti della tutela dell’ambiente. Tanto più che il loro interesse spesso si trasforma in un impegno concreto, realizzato in prima persona."
IVS ha pubblicato i dati relativi all’anno 2022. Ecco una Sintesi dei risultati approvati dal Consiglio di Amministrazione di IVS Group S.A. che si è riunito il 30 marzo 2023.
Fatturato consolidato pari a Euro 542,1 milioni (+52,3%)
EBITDA Adjusted1 pari a Euro 92,1 milioni (+26,6% sul 2021).
EBIT Adjusted pari a Euro 23,0 milioni (+75,1% sul 2021)
Utile netto pari a Euro 7,6 milioni. Utile Netto Adjusted pari a Euro 8,3 milioni (prima degli utili di terzi)
Indebitamento Finanziario Netto pari a Euro 415,1 milioni (inclusi Euro 69,4 mln da effetti IFRS16 su lease operativi)
Perfezionate 16 nuove acquisizioni in Italia e all’estero.
Fatturato consolidato pro-forma considerando il perimetro attuale di IVS Group, incluse la Business Combination con Liomatic e GeSA e le altre attività acquisite dall’inizio del 2022, pari a circa Euro 680 milioni con un EBITDA Adjusted pro-forma di oltre Euro 105 milioni.
Paolo Covre, presidente di IVS Group, ha commentato: “Il 2022 è stato un anno straordinario, sia per i complicati scenari politici ed economici, sia per le operazioni realizzate da IVS. Il gruppo è oggi – e lo sarà per un biennio – concentrato e fortemente impegnato nell’integrazione con Liomatic e GeSA, che sta già generando una prima parte dei benefici economici attesi dalla Business Combination. Siamo certi che questa importante operazione farà emergere anche nuove opportunità, non solo in Italia, tali da rafforzare il nostro posizionamento sul mercato, rendendo IVS Group un attore imprescindibile nelle strategie nel settore della distribuzione automatica di cibi e bevande”.
Nel 2022 Evoca ha avviato il suo progetto di transizione sostenibile "The Taste of Sustainability", guidato e misurato secondo criteri ESG. Il massimo rispetto per l’ambiente, per gli individui, per la Società di oggi e di domani è al centro della strategia di Evoca e l'impegno dell'azienda riguardo la riduzione delle emissioni di carbonio e la propria impronta ambientale trova oggi un'importante conferma nell'adesione al progetto della Science Based Targets initiative (SBTi), che indica percorsi chiaramente definiti per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
Gli impegni del percorso SBTi sono vincolanti e dimostrano l'intenzione dell’organizzazione nel definire obiettivi precisi che verranno poi presentati per convalida ai tecnici dell’SBTi, prima di essere comunicati a tutti gli stakeholder di Evoca.
L'iniziativa SBTi è una partnership tra CDP, il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute (WRI) e il World Wide Fund for Nature (WWF) che ad oggi conta l’adesione di più di 4.000 aziende in tutto il mondo. Nel nostro Paese le realtà impegnate in questo ambizioso progetto sono circa 100. Evoca
è la prima azienda italiana a farlo nel settore delle macchine da caffè professionali. Spiega Giusi Bonini, Chief Sustainability Officer del Gruppo: “In Evoca ci piace far seguire alle parole i fatti. Il nostro purpose 'Great coffee to inspire a better world, anywhere and anytime' esprime la determinazione a fare la nostra parte nel rendere il mondo un posto migliore per le generazioni presenti e future. Stiamo agendo con decisione per ridurre l’impronta di carbonio di tutte le nostre attività e della catena del valore, collaborando attivamente con clienti e fornitori per raggiungere questo risultato. Siamo entusiasti di impegnarci per definire e raggiungere obiettivi basati sulla scienza: è un onore entrare a far parte della comunità SBTi e dare il nostro contributo per portare il mondo verso un futuro carbon-free”.
Oltre all’impegno preso con l’SBTi e la comunicazione dei propri obiettivi che seguirà, l'anno 2023 vedrà altre importanti milestone nella strategia ESG dell'azienda, come l'avvio di un approccio sistemico per valutare il ciclo di vita del prodotto sin dalla sua fase di progettazione e la pubblicazione del primo Report di Sostenibilità.
European Bioplastics (EUBP), l’associazione europea che rappresenta l’industria delle bioplastiche, ha pubblicato un position paper che si ispira e sostiene la posizione della Commissione europea, contenuta nella proposta del nuovo Regolamento imballaggi.
Per EUBP “se tutte le unità monodose sul mercato fossero compostabili in impianti di compostaggio industriale, in conformità con la norma EN 13432, i consumatori non sarebbero confusi su dove conferirle dopo l’uso. Allo stesso tempo, gli operatori del riciclo organico avrebbero la tranquillità che qualunque unità monodose conferita nelle loro strutture sarebbe biodegradabile come il resto del materiale in ingresso”. Infine, conclude l’associazione, “dato che la raccolta differenziata dei rifiuti organici nell’Unione Europea sarà obbligatoria dal 2024, non è necessaria un’infrastruttura dedicata a raccolta, smistamento e riciclo organico delle capsule di caffè compostabili certificate”.Ricordiamo che il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi è un provvedimento che, una volta adottato dopo i vari passaggi istituzionali, diventerà uno strumento normativo immediatamente efficace ed applicabile in tutti gli Stati Membri, senza necessità di recepimento e senza lasciare spazio ad interpretazioni (come invece accade per le direttive).
Covim sarà presente alla prossima edizione di TUTTOFOOD, la fiera internazionale del B2B dedicata al food & beverage organizzata da Fiera Milano e punto di riferimento internazionale per il settore alimentare, in calendario dall’8 all’11 maggio presso il quartiere fieristico di Rho, a Milano.
La torrefazione genovese esporrà l’eccellenza della sua intera gamma produttiva destinata agli operatori della grande distribuzione organizzata e dei negozi specializzati (GDS). In particolare, Covim presenterà tutte le novità riguardanti i principali sistemi compatibili dedicati al canale domestico: Nespresso® Original*, Nescafè® Dolce Gusto® e Lavazza® A Modo Mio®
TUTTOFOOD 2023 è stata concepita dagli organizzatori come un’edizione all’insegna della sostenibilità e, per la prima volta, tutto il layout espositivo sarà contraddistinto dal “Green Trail”, un percorso verso l’innovazione consapevole con un’identità grafica e comunicativa specifica che guiderà i buyer a scoprire questa tipologia di offerta nei diversi settori.
Covim da anni ha compreso quanto la consapevolezza e la responsabilità ispirino sempre più le scelte dei suoi consumatori e sarà quindi uno dei protagonisti di questa nuova concezione della sostenibilità, oggi sempre più parte integrante di qualunque strategia aziendale. Covim s’impegna costantemente per migliorare la tecnologia dei suoi impianti per fornire un prodotto eccellente dal punto di vista qualitativo e sostenibile con utilizzo, ove possibile, di materiali compostabili.
A TUTTOFOOD sarà presentata anche un’ampia selezione dell’intera gamma produttiva multicanale, dalle cialde in carta, ai caffè macinati (disponibili in diverse miscele), alla linea delle capsule Superba, il sistema esclusivo a capsule autoprotette brevettato da Covim.
In occasione di questa importante manifestazione, farà il suo debutto il nuovo stand Covim, realizzato con un’immagine completamente nuova. Un motivo in più per venirci a trovare e per gustare un buon caffè! Vi aspettiamo al Padiglione 3, stand M6-M10.
Inserire i cestini RiVending all’interno dell’area break di un'azienda, consente un risparmio quantificabile di Co2 e l’inserimento di questo fondamentale dato nel proprio Report di sostenibilità, la piattaforma chiave per un’impresa per comunicare le prestazioni e gli impatti di sostenibilità di, consentendo alle organizzazioni di considerare il loro “peso” su una vasta gamma di temi. Basta un semplice gesto, riporre un bicchiere dopo aver gustato un caffè al distributore automatico per risparmiare 6,84 grammi di Co2. Ogni cestino RiVending concorre in media al risparmio di ben 100 kg di Co2
La carbon footprint è il parametro che, meglio di qualunque altra variabile, permette di determinare gli impatti ambientali che le attività dell’uomo hanno sul climate change e, quindi, sul surriscaldamento del pianeta. L’impronta di carbonio rappresenta il 50% di tutta l’impronta ecologica, conoscerne l’entità è importante anche in termini di pianificazione, poiché fornisce un’idea della domanda esercitata sul pianeta derivante dall’uso dei combustibili fossili. La sua riduzione è quindi essenziale per porre termine allo sfruttamento eccessivo delle risorse.
Per maggiori informazioni: www.rivending.eu
Il Gruppo Lavazza ha comunicato i risultati di bilancio 2022 e la finalizzazione dell’acquisizione della società francese MaxiCoffee, attiva nel settore del caffè. L’operazione era stata annunciata lo scorso 28 novembre 2022. Per quanto riguarda l’andamento della gestione 2022, il Gruppo ha conseguito risultati di gestione positivi e una redditività in linea con l’esercizio precedente, nonostante lo scenario macroeconomico particolarmente complesso, che ha visto un forte rincaro del caffè verde, del costo di imballi, di energia, gas e costi di logistica e noli, oltre all’apprezzamento del dollaro. Il Gruppo ha scelto di assorbire una quota consistente dell’aumento dei costi e di riversarne al consumo solo una parte: questa scelta è stata premiata dal consumatore portando a un aumento delle vendite in tutte le aree geografiche, con una performance a volume superiore all’andamento del mercato, e a valore in linea con lo scorso anno.
Nel 2022 il Gruppo ha ottenuto ricavi pari a Euro 2,7 miliardi con una crescita del +17,6% rispetto al 2021. Il fatturato risulta in crescita sia nel canale Home sia nel canale Fuori Casa: in particolare nel canale Fuori Casa è l’effetto volume positivo (+26%) a portare la crescita maggiore sui ricavi. Continua la crescita del segmento Beans, che anche quest’anno emerge come il più dinamico sul mercato. Nel segmento dei Single Serve (capsule), confermatosi il più competitivo, il Gruppo prosegue il proprio piano di lancio delle capsule in alluminio.
L’utile netto è stato pari a Euro 95 milioni, rispetto a Euro 105 milioni dello scorso esercizio. La posizione finanziaria netta a fine 2022 è pari a Euro 136 milioni, a conferma della solidità finanziaria del Gruppo. Il Gruppo Lavazza, inoltre, continua con determinazione il proprio percorso di integrazione dei criteri ESG nel modello di business. In particolare, prosegue la “Roadmap del Packaging Sostenibile”, che ha l’obiettivo di rendere l’intero portfolio packaging riutilizzabile, riciclabile o compostabile entro il 2025.
In linea con gli anni precedenti, inoltre, il Gruppo Lavazza pubblicherà a giugno il nono Bilancio di Sostenibilità redatto su base volontaria secondo lo standard del Global Reporting Initiative. Inoltre, il 31 marzo 2023 è stata finalizzata l’acquisizione di MaxiCoffee.
Starbucks ha iniziato a mettere in commercio negli USA nuove bevande in bottiglia e in lattina pronte da bere (RTD: Ready to Drink), sviluppate attraverso una joint venture con PepsiCo che offre bevande premium e di alta qualità.
Starbucks Pink Drink presenta aromi di fragola e açaí combinati con latte di cocco e succo di frutta rinfrescante; Starbucks
Paradise Drink invece presenta aromi di ananas e frutto della passione, miscelati con latte di cocco e succo di frutta rinfrescante. Entrambe le bevande RTD sono ispirate alle bevande artigianali servite nei caffè Starbucks. Pink Drink è entrato a far parte del menu nel 2017.
“Siamo entusiasti di lanciare i nuovi Starbucks Pink Drink e Paradise Drink pronti da bere sugli scaffali dei negozi a livello nazionale, offrendo ai nostri clienti un altro modo per gustare queste bevande deliziose e rinfrescanti”, ha affermato Chanda Beppu, Vicepresidente Senior e Presidente Global Channel Development
Starbucks: “Starbucks Pink Drink è nata come bevanda creata dai clienti nei nostri negozi Starbucks ed è rapidamente diventata prima una bevanda preferita dai fan e poi una bevanda permanente nel menu. L’offerta delle popolari bevande fredde Starbucks Refreshers a base vegetale nei canali alimentari estende ulteriormente il portafoglio Starbucks RTD”.
Altroconsumo, nota organizzazione indipendente di consumatori in Italia, ha assegnato un punteggio tra i più alti alla referenza Gimoka Classico - Caffè in Capsule compatibile con il sistema Nespresso - e l'azienda valtellinese ha deciso di lanciare una campagna “in store” e sui social per celebrare l’ottenimento del Sigillo “Qualità Ottima”.
In tutti i negozi di capsule, Gimoka attiverà una campagna a scaffale con dei wobbler (pendolini) nelle sezioni dedicate a GIMOKA Classico - caffè in capsule compatibili Nespresso ®, riportando il sigillo di Altroconsumo che attesta la qualità del prodotto e conferma il know-how e gli investimenti fatti dal Gruppo in questa direzione. Lo stesso messaggio sarà veicolato anche con una campagna ADV sui canali social come Instagram e Facebook.
Le capsule in alluminio Gimoka sono state selezionate da Altroconsumo per un test che ha esaminato 24 differenti tipi di capsule presenti sul mercato della GDO compatibili con il sistema Nespresso. Oltre all’analisi di laboratorio sulla qualità del caffè lavorato, sono stati valutati la correttezza e completezza delle informazioni riportate sull’etichetta, il materiale utilizzato per il corpo capsula e l’astuccio, la sostenibilità complessiva del packaging. A questi parametri si sono aggiunte anche le prove d’assaggio da parte di esperti e consumatori.
Nella valutazione complessiva di tutti questi aspetti, GIMOKA Classico - caffè compatibili Nespresso® è stato selezionato tra i brand con qualità ottima grazie a un punteggio tra i più alti, in termini di qualità del prodotto.
“Il riconoscimento da parte di Altroconsumo è la conferma della corretta direzione intrapresa dal Gruppo Gimoka nello sviluppare soluzioni sia nella qualità intrinseca dei prodotti che nella corretta informazione comunicata ai consumatori”, dichiara Marco Padelli, Chief Global Business Officer del Gruppo Gimoka, che aggiunge: “l’investimento nella ricerca di prodotti sempre più sostenibili è una nostra priorità. La nostra azienda mette a disposizione il know-how e una factory 4.0 al servizio dei nostri due modelli di business: la marca e i progetti di Private Label”.
Da lunedì 17 aprile è aperto il bando per partecipare alla XXI Edizione di Caffè Letterario Moak (CLM), il concorso nazionale di narrativa indetto da Caffè Moak di Modica con il supporto organizzativo del gruppo Archinet.
Il Concorso è stato voluto da Caffè Moak a sostegno di giovani talenti per incentivarne la passione per la scrittura e la produzione letteraria, portando il caffè fuori dai comuni luoghi di consumo.
Dal 17 aprile al 31 luglio 2023 sarà possibile iscriversi, si concorre inviando un racconto inedito sul tema del caffè inteso come protagonista ma non solo: anche pianta, bevanda, momento di incontro e in tutte le sue molteplici forme ed espressioni.
Il bando completo e le news sono disponibili sul sito www. caffe-letterario.it e sulle pagine social Facebook, Twitter, Instagram.
L’icona del concorso di quest’anno celebra Pablo Neruda nel 50° anniversario della sua scomparsa.
Ingenico, leader mondiale nelle soluzioni di accettazione dei pagamenti, annuncia di avere ottenuto in Italia la certificazione Bancomat dei tre dispositivi AXIUM EX6000 , AXIUM EX8000 e AXIUM DX4000 , tutti basati su Android. Con la crescita dei pagamenti digitali in Italia, che hanno registrato un incremento del 18% e un volume di oltre 397 miliardi di euro nel 20221, emerge la richiesta del mercato per soluzioni di pagamento innovative. L’affermazione dei terminali Android (+250%), con 280.000 smart-POS su un totale di oltre 3 milioni di POS presenti sul mercato italiano, evidenzia l’importanza di tale tecnologia all’avanguardia. Per rispondere a questa richiesta, Ingenico è orgogliosa di annunciare la disponibilità dei nuovi terminali di pagamento AXIUM EX6000, AXIUM EX8000 e AXIUM DX4000 progettati per offrire funzionalità avanzate e fornire una user-experience migliore, soddisfacendo le molteplici esigenze d’impiego in un mercato in continua evoluzione.
I terminali AXIUM EX6000, AXIUM EX8000 e AXIUM DX4000 sono dispositivi compatti e multifunzionali, ideali per coniugare la gestione di pagamenti digitali con servizi e applicazioni di business in mobilità.
Tutti i nuovi dispositivi Ingenico garantiscono la gestione dei pagamenti elettronici in tutte le loro forme, compreso il “Bancomat Digit”, ma, sfruttando le opportunità offerte da Android, possono veicolare e gestire applicazioni di business innovative, che vanno oltre al tradizionale pagamento.
“L’attenzione nell’offrire soluzioni di pagamento sicure, innovative e tecnologicamente avanzate contraddistingue Ingenico da anni. La certificazione Bancomat ottenuta per tutti i nuovi dispositivi della nostra linea AXIUM ne attesta il nostro impegno”, ha commentato Paolo Temporiti, Head of Italy, CESEE & Middle East di Ingenico: “Le soluzioni Android si stanno diffondendo sempre più rapidamente nel mercato europeo, in particolare in Italia, con l’obiettivo di veicolare funzionalità e servizi aggiuntivi, di cui il pagamento sarà solo una parte e non sempre la più rilevante. Questa evoluzione inviterà ad utilizzare i terminali per funzioni del tutto nuove e finora anche impensabili…e in Ingenico siamo pronti ad esplorarle e a renderle possibili”.
GIUSEPPE LAVAZZA NUOVO PRESIDENTE: IL GRUPPO PUNTA AI 4 MILIARDI CON IL NUOVO CDA
Importante cambio al vertice nel gruppo Lavazza: Giuseppe Lavazza, dal 2008 vicepresidente della torrefazione torinese, assume la carica di presidente. La nomina è stato ufficializzata dall'assemblea degli azionisti. Rinnovato anche il CDA del Gruppo, che resterà in carica per il prossimo triennio, fin all'approvazione del bilancio 2025. Alberto Lavazza rimane come presidente onorario.
Confermato nella carica di vicepresidente Marco Lavazza, nominato nel 2011 e i consiglieri Francesca, Antonella e Manuela Lavazza, nonché Antonio Baravalle ed Enrico Cavatorta, rispettivamente Amministratore delegato e Chief financial & corporate officer del Gruppo.
Lavazza negli ultimi dieci anni ha visto raddoppiare addetti e ricavi, arrivati a 2,7 miliardi di euro nel 2022, ma intende continuare a crescere. infatti, l’obiettivo dichiarato è arrivare a quattro miliardi di ricavi in un lasso di tempo inferiore ai dieci anni.
Progetti per l’ambiente e per le persone, progetti per una pausa sostenibile. “Design your sustainable break” è lo slogan che fa da cornice al nuovo piano di transizione di Bianchi Industry. Il gruppo bergamasco è impegnato già da diversi mesi sul fronte della sostenibilità e ora mette sul tavolo un fitto programma di iniziative e azioni che cambieranno il volto stesso dell’azienda, coinvolgendo da vicino tutti i suoi stakeholder: dai dipendenti ai clienti, dai consumatori finali agli azionisti, dai fornitori al territorio e le comunità locali. Gli obiettivi sono chiari: riduzione della carbon footprint, miglioramento del ciclo di vita dei prodotti, utilizzo di materiali più ecologici, gestione qualitativa dei rifiuti e del riciclo, ma anche welfare aziendale, valorizzazione delle diversità e promozione dell’inclusività.
I principi ispiratori sono racchiusi nel Manifesto di Bianchi Industry, una coraggiosa dichiarazione d’intenti che traccia la roadmap per i prossimi anni, un percorso di sviluppo volto a creare valore sociale, ambientale ed economico. La visione di Bianchi Industry è chiara all’orizzonte: garantire un futuro più sostenibile all'azienda e alle persone che ruotano attorno ad essa, alle prossime generazioni, al pianeta. Tutto questo partendo dai valori di un’organizzazione globale, che prima di tutto è una famiglia e che ha saputo costruire nel corso degli anni un grande network, una comunità.
“Ed è proprio grazie alla nostra community che potremo rendere ancora più concreto l’impegno che ci siamo presi”, spiega Francesco Trapletti, Sustainability & Strategic Project Manager di Bianchi Industry: “Ci siamo prefissati degli obiettivi importanti e vogliamo rendere protagonisti del cambiamento anche i nostri dipendenti, i professionisti che collaborano con noi, le persone che usano i nostri prodotti ogni giorno. Abbiamo intrapreso un percorso ambizioso perché siamo convinti che sia quello giusto, per essere un’azienda che ha un presente e un futuro davanti a sé. Non possiamo aspettare oltre, oggi è il momento di cambiare, per l’ambiente, per le persone, per noi stessi”.
La storica torrefazione modenese Caffè Cagliari S.p.A. annuncia il lancio sul mercato delle nuove capsule in alluminio compatibili con il sistema ad uso domestico Nespresso®, disponibili nelle miscele tradizionali Gran Caffè e Gran Rossa per un caffè rispettivamente dolce e avvolgente, intenso e persistente.
Con queste nuove referenze Caffè Cagliari arricchisce l’offerta dedicata agli amanti del caffè mono porzionato, con una proposta che garantisce la massima compatibilità con le macchine ad uso domestico Nespresso® e una tenuta superiore che assicura maggiore freschezza del prodotto. La scelta di realizzare due nuove referenze in capsule in alluminio va verso un’ottica di sviluppo sostenibile: l’alluminio è infatti un materiale riciclabile al 100% che può essere riciclato e riutilizzato infinite volte senza perdere le sue caratteristiche. Una scelta consapevole a sostegno di un prodotto di alta qualità: oltre ad essere più sostenibili, le capsule in alluminio offrono un elevato effetto barriera che protegge il caffè dagli agenti esterni che ne possono alterare la qualità, mantenendo così la freschezza e l’aroma del caffè appena tostato e garantendo di conseguenza un ottimo risultato in tazza. Le nuove capsule in alluminio Gran Caffè e Gran Rossa si aggiungono alle referenze Deca, 100% Arabica, Gran Caffè e Gran Rossa in capsule standard compatibili con le macchine ad uso domestico Nespresso®. L’intera linea è disponibile in GDO, nei negozi specializzati e on line sul sito e- commerce di Caffè Cagliari www.shopcaffecagliari.com.
Grazie alla Direttiva europea 2020/2184 riguardante la qualità delle acque destinate al consumo umano, per la prima volta, vengono stabiliti requisiti uniformi anche per i materiali a contatto con le acque potabili, compresi i sistemi di tubature in plastica. Questa nuova direttiva, entrata in vigore in Italia ieri, 21 marzo 2023, recepita dal DL 18/2023, si collega strettamente alla celebrazione della Giornata mondiale dell’acqua.
La Direttiva, adottata il 16 dicembre 2020, stabilisce nuovi requisiti minimi di qualità dell’acqua potabile in tutta l’Unione Europea. La direttiva sostituisce la precedente 98/83/CE e introduce alcuni importanti cambiamenti per migliorare la protezione della salute umana fissando valori-limite per nuove sostanze tra cui: il Bisfenolo A BPA, il Clorato e Clorite, i PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) totali e somma di PFAS e l’Uranio. Inoltre, promuove l’uso di tecniche di trattamento dell’acqua più sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico. Si applica a tutte le reti di distribuzione dell’acqua potabile e mira a garantire che l’acqua potabile sia sicura e di alta qualità in tutta l’Unione Europea. Gli Stati membri hanno avuto tempo fino al 12 gennaio 2023 per recepire le nuove disposizioni della direttiva nella loro legislazione nazionale e iniziare a implementarle.
“La nuova normativa europea mira proprio a promuovere la gestione sostenibile dell’acqua potabile attraverso l’adozione di limiti più rigorosi per alcune sostanze chimiche e l’utilizzo di tecniche di trattamento dell’acqua più efficienti dal punto di vista energetico”, dichiara Silvia Arrigoni Sales Area Manager Food Contact di TÜV Italia “La direttiva contribuisce a garantire l’accesso all’acqua potabile sicura e di alta qualità per tutti, sostenendo così gli obiettivi principali della Giornata mondiale dell’acqua. In questo scenario, con la necessità di avere sempre la massima sicurezza, i nostri laboratori pH sono in grado di supportare le aziende effettuando i test introdotti dalla nuova direttiva acqua potabile DWD sui materiali a contatto con acqua”
Per la prima volta, vengono stabiliti requisiti uniformi anche per i materiali a contatto con le acque per il consumo umano, compresi i sistemi di tubature in plastica. L’obiettivo è stabilire una prima lista europea positiva delle sostanze di partenza, delle procedure e dei metodi per testare e accettare i materiali e i prodotti. In particolare:
• entro gennaio 2024 è necessario definire le metodologie per testare e accettare le sostanze di partenza, le composizioni e i costituenti da includere in una lista positiva europea, compresi i limiti di migrazione specifica e le precondizioni specifiche relative alle sostanze o ai materiali;
• entro gennaio 2025 devono essere pubblicate le liste positive europee delle sostanze di partenza, delle composizioni e dei costituenti per ciascun gruppo di materiali, per lo più organici, cementizi metallici, smalti e materiali ceramici o altri inorganici, il cui uso è autorizzato nella fabbricazione di materiali o prodotti a contatto con l’acqua destinati al consumo umano, comprese, se appropriate, le condizioni per i loro utilizzi e i limiti di migrazione, che devono basarsi sulle metodologie adottate.
L’Articolo 11 della nuova Direttiva sull’Acqua Potabile delinea, infatti, un percorso ben definito verso un’Europa con una legislazione comune che definisce i criteri e i metodi di valutazione dei materiali destinati ad entrare in contatto con l’acqua potabile.
Gli Stati membri devono assicurare che i materiali utilizzati per l’estrazione, il trattamento, lo stoccaggio, o la distribuzione delle acque destinate al consumo umano e che entrano a contatto con tali acque, non devono:
1. compromettere direttamente o indirettamente la protezione della salute umana come previsto dalla direttiva UE;
2. influenzare negativamente il colore, l’odore e il sapore dell’acqua;
3. aumentare la crescita microbica;
4. rilasciare agenti contaminanti nell’acqua a livelli più alti del necessario in vista dello scopo previsto dal materiale.
Recenti studi hanno dimostrato che l’acqua potabile del rubinetto a contatto con tubi realizzati con polimeri possiede concentrazioni medie più elevate dei contaminanti esaminati. In generale, è stato segnalato che la tipologia di materiale del tubo influenza la migrazione dei contaminanti nell’acqua durante il trasporto e lo stoccaggio. I fattori che influenzano il rilascio di sostanze chimiche, come temperature più elevate e tempi di contatto più lunghi, sono associati a livelli di contaminanti più elevati e l’età delle tubazioni è stata associata a livelli di microplastica più elevati.
È stato presentato, presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, il secondo Rapporto Censis-Italgrob “Distribuzione Horeca e filiera del fuori casa: una grande opportunità per il rilancio italiano”
Il secondo Rapporto Censis-Italgrob offre una fotografia nitida dell’importanza centrale che il settore della Distribuzione nel canale Horeca riveste per il Paese, sia sotto il profilo economico sia dal punto di vista sociale, con 3.800 imprese, oltre 60mila addetti e 17 miliardi di euro di fatturato Complessivamente, il mercato Horeca, in Italia, conta circa 330.000 pubblici esercizi e 1.400.000 occupati, circa il 6,1% della popolazione lavorativa italiana e soddisfa la spesa delle famiglie per ristorazione che nel 2022 è stata pari a 84 miliardi di euro. La distribuzione Horeca è anche fulcro cruciale del settore turistico italiano il quale, a sua volta, incide per il 6,2% sul valore aggiunto italiano e il 5,6% sul PIL del Paese.
L’Horeca è un soggetto industriale forte, con un volume importante sui mercati e che ha saputo adattarsi ai profondi cambiamenti dei consumi, mostrandosi altresì attento alla sostenibilità. L’istituzione del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare rappresenta un messaggio chiaro, poiché pone al centro le tutele delle eccellenze agroalimentari del Made in Italy. Le imprese del fuori casa sono da tempo impegnate a praticare forme di sostenibilità, visto che ben il 91,1% delle persone apprezza molto i locali che comunicano in modo trasparente le proprie pratiche ecologiche quali, ad esempio, la riduzione degli sprechi, la raccolta differenziata per i rifiuti, il ricorso a prodotti biologici o a chilometro zero. È una pressione rilevante che la domanda esercita sull’offerta, stimolandola ad adattarsi. Anche sugli sprechi, il fuori casa si va adeguando, visto che ormai oltre il 57% dei giovani è pronto a portarsi via dal ristorante gli alimenti avanzati dai pasti. Il 2022 si è chiuso con un risultato positivo per il comparto dei distributori di bevande dopo due anni di fatica. In particolare, è stato registrato un +18% come incremento di fatturato con una crescita di volumi del 9% circa verso il 2021. Come si evince dal Rapporto CensisItalgrob, il fuori casa, grazie all’allentarsi dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, è ripartito, modulando l’offerta sulle esigenze dei cittadini, anche grazie al canale Ho.re.ca. che, connettendo industrie produttrici e imprese, ha garantito l’approvvigionamento di cibi e bevande a costi sostenibili per imprese piccole e piccolissime alle prese con enormi difficoltà a seguito dell’ondata inflazionista.
Dalla ricerca, inoltre, emerge che il 92,9% degli italiani riiene stare insieme per bere e mangiare uno degli aspetti fondamentali dello stile di vita italiano. Il 47,3% quando esce la sera si reca in locali pubblici e, in particolare, in quelli nei territori della Movida: l’8,8% (il 23% tra i giovani) lo fa quasi sempre, il 10% almeno una volta ogni quattro giorni e il 28,5% sempre. Al 40,3% degli italiani piacerebbe uscire di più la sera, convinto che avrebbe un effetto positivo sulla propria qualità della vita.
Per Gian Marco Centinaio, Vicepresidente del Senato della Repubblica:“La pandemia non ha fermato la voglia degli italiani di socializzare e di vivere il fuori casa, questo è nel nostro Dna ed è una cosa positiva che ci permette di guardare al futuro con ottimismo. L’inflazione in base ai dati è in calo anche se è un aspetto che dobbiamo tenere sotto controllo, ma nonostante ciò gli italiani hanno voglia di trascorrere tempo in compagnia, di uscire e questo è un punto di forza del nostro Paese, è un qualcosa che altrove succede meno. Bisogna sottolineare che in Italia la socializzazione non è uno sballo, ma quando si esce si fa un consumo moderato e di qualità. Tra le priorità del settore c’è sicuramente la lotta agli sprechi, con un’attenzione particolare ai prodotti a chilometro zero”
Secondo Antonio Portaccio, Presidente Italgrob: “Dopo l’odissea del Covid-19 il mercato Horeca ha reagito in maniera importante secondo il più classico schema all’italiana: quando la ragione ti vieta di sperare, si recuperano le risorse migliori. È quello che ha fatto il fuori casa. Il nostro settore sta dimostrando una grandissima vitalità per due ordini di motivi: il primo, come ampiamente evidenziato dal Rapporto Censis-Italgrob, è la voglia di uscire e condividere con parenti e amici un momento di socialità che costituisce un booster del benessere soggettivo per gli italiani; il secondo è rappresentato dalla voglia di recuperare il fatturato perso durante il periodo pandemico. Grava, in questo scenario, l’incognita della spirale inflattiva che ha eroso profondamente il potere d’acquisto delle famiglie. Siamo fiduciosi, ma al tempo stesso molto preoccupati”.
Nespresso annuncia la nomina di Valeria Casani a nuova Direttrice Marketing per l’Italia. Nel suo nuovo ruolo, Valeria Casani avrà il compito di sviluppare la strategia locale dell’azienda leader nel mercato del caffè porzionato, continuando a generare valore in un mercato strategico per il gruppo come quello italiano. Classe 1979 e laureata in Business Management all’Università Bocconi di Milano, Valeria Casani arriva in Nespresso dopo un’esperienza decennale in ruoli analoghi in aziende multinazionali brand leader quali Pepsico, Bolton e L’Oreal, qui nel ruolo di Marketing Manager contribuendo a guidare la strategia locale dei marchi con particolare attenzione al lancio di nuovi prodotti, fino a Vodafone in qualità di Head of Marketing Consumer occupandosi della definizione della roadmap di marketing strategico a lungo termine, sviluppo di nuovi prodotti e definizione del posizionamento del brand. Dotata di profonda e comprovata conoscenza dello sviluppo del brand e della comunicazione, gestione dell’end to end, dal customer insight, allo sviluppo di prodotto, è una grande appassionata di innovazione e cultura digitale.
Una nomina con la quale Nespresso conferma i suoi obiettivi di crescita in Italia e la volontà di continuare a generare valore positivo nel Paese, continuando a portare la straordinaria esperienza di degustazione che contraddistingue i caffè Nespresso a tutti i consumatori italiani a casa, in ufficio, in hotel, caffè o ristoranti.
Casani è anche co-fondatrice di GirlsRestart, la realtà digitale che nasce come spazio di confronto e scambio libero, dedicato alle donne e al loro sostegno in ambito professionale.
Il presidente di Unionplast Marco Bergaglio ha recentemente incontrato alcuni europarlamentari per esporre il punto di vista dei trasformatori di materie plastiche aderenti all'Associazione. In particolare, sono stati analizzati i punti più critici del Regolamento Europeo, quelli che potrebbero mettere in seria difficoltà le aziende del settore -circa tremila con 50mila occupati, considerando l'intero comparto della trasformazione e seconde lavorazioni. Filiera che, nel settore degli imballaggi in plastica, vanta un giro d’affari di oltre 12 miliardi di euro, di cui 5 miliardi derivanti dall'export.
L'Associazione ha elaborato un documento in diversi punti che riassume la posizione sul nuovo Regolamento, sottolineandone le principali criticità:
Troppo spazio al riuso, che pone una serie di problematiche tecniche, economiche, ed ambientali, per esempio l’utilizzo di grandi quantità di energia e acqua pulita destinate alle operazioni di lavaggio, sterilizzazione e asciugatura dei contenitori riutilizzabili. La proposta, inoltre, non considera i rifiuti da imballaggio raccolti in modo differenziato.
La discriminazione nei confronti della plastica porterebbe a un orientamento verso imballaggi monouso non regolamentati realizzati con altri materiali, con un incremento in peso e in volume dei materiali necessari per fabbricarli, nonché maggiori costi energetici legati alla loro produzione e al loro trasporto.
L'annullamento del deposito cauzionale obbligatorio per i contenitori per bevande monouso, che richiederebbe per la sua implementazione ingenti risorse economiche, stimate in 2 miliardi di euro di investimento iniziale e 600 milioni di euro all’anno per la gestione del sistema.
Valorizzare il ruolo degli imballaggi nell’evitare la produzione dei rifiuti alimentari e nella sicurezza dei prodotti imballati.
Rhea porta alla settima edizione della Varese Design Week un viaggio tra passato, presente e futuro della distribuzione automatica e propone un’esperienza di ospitalità con l’impegno di ispirare le persone ad un comportamento consapevole, per contribuire a generare un impatto positivo sull’ambiente.
Presso lo spazio Varese Vive, all’interno della mostra “Evergreen, il design di ieri e di domani” a cura del designer Cristian Visentin e con le opere di Fabio Castelli, il viaggio nel mondo Rhea inizia con l’iconica macchinetta delle cicche, capolavoro di design e meccanica con cui negli anni 60 iniziò la storia dell’azienda.
Gli ospiti potranno poi creare la loro coffee experience, e gustare un ottimo caffè o una delle numerose varianti di bevande con cui le macchine Rhea soddisfano le diverse preferenze dei consumatori. Sarà da subito percepibile attenzione dell’azienda al design, alla qualità, all’innovazione e alla sostenibilità, valori che guidano Rhea nella progettazione e realizzazione delle sue soluzioni, riconosciute come eccellenza del Made in Italy ed esportate in tutto il mondo.
Infine, il futuro della distribuzione automatica è rappresentato alla Varese Design Week da Monolite, una macchina concept realizzata da Rhea in collaborazione con il regista d’opera Davide Livermore e la fotografa attivista per le donne e l’ambiente Simona Ghizzoni. Monolite, rivestita da vetri retroilluminati che esaltano le fotografie di Simona scattate nella riserva naturale del Tevere-Farfa, grazie alla realtà aumentata permette al consumatore, mentre gusta un caffè, o beve un bicchiere d’acqua, di animare un pavone ritratto in foto, partecipando all’esperienza e alle emozioni di quell’attimo che la fotografa ha catturato nello scatto. Ma Monolite è anche uno dei progetti speciali con cui Rhea rende concreto il suo impegno di valorizzare la pausa caffè come un momento che migliora la vita delle persone non solo come esperienza di gusto, ma anche per la capacità di intrattenere l’utente in un percorso multisensoriale, di socialità e condivisione.
“Il mondo del design riveste ora più che mai un importante ruolo nel ridisegnare e trasformare il nostro stile di vita nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Per Rhea il design è da sempre un impegno e una responsabilità quotidiana che decliniamo nella progettazione e realizzazione delle nostre soluzioni. La nostra partecipazione alla Varese Design Week è un piccolo ma entusiastico contributo alla Green Revolution in un territorio che da 63 anni ospita il nostro quartier generale.” commenta Andrea Pozzolini, CEO di Rhea.
Sono passati ormai 15 anni dall'ultima modifica al logo, ma in occasione del 125esimo anniversario del brand, il logo di Pepsi cambia. Un design che riprende i due loghi che hanno rappresentato il brand dal 1950 al 1997. La novità è un font custom tutto maiuscolo e due nuovi colori per le lattine della bevanda, una blu elettrico e una nera per la versione Zero. Il logo include anche la silhouette di una lattina, o del classico bicchiere da fast food, che permette di integrarlo più facilmente nei materiali pubblicitari, ad esempio semplicemente sovrapponendolo all’immagine di un cibo tipicamente consumati insieme alla bevanda.
Inoltre, alcune versioni del logo presentano un effetto che ricorda in qualche modo le onde sonore, il “Pepsi pulse”. Non si tratterebbe di una scelta casuale, ma di un modo per integrare il forte legame tra il brand e il mondo della musica direttamente nel logo stesso.
Nestlé sperimenta in Indonesia distributori automatici di refill per i suoi cereali Milo e Koko Krunch nel tentativo di contribuire alla riduzione degli imballaggi usa e getta Durante il periodo di prova da quattro a sei mesi, i consumatori saranno incoraggiati a portare i propri contenitori o ad acquistare quelli forniti presso i due rivenditori partecipanti in Indonesia. Potranno accedere alle informazioni sui prodotti come ingredienti, valore nutrizionale e durata di conservazione scansionando un codice QR.
I team indonesiani di Nestlé hanno lavorato a fianco dei centri di ricerca e sviluppo dell’azienda a Singapore e in Svizzera per facilitare il sistema di ricarica, mentre i distributori automatici sono stati sviluppati in collaborazione con Qyos by Algramo. Si ritiene che lo sforzo congiunto abbia portato a una soluzione che tenga conto delle condizioni locali, come il calore e l’umidità, per garantire la sicurezza e la freschezza dei prodotti lungo tutta la catena di approvvigionamento.
Questo progetto pilota si basa su un altro condotto nel sud di Jakarta nel 2021, questo consente ai consumatori di acquistare i prodotti Milo, Koko Krunch e Dancow da carrelli triciclo dotati di sistemi di erogazione ricaricabili. Nestlé afferma che le conoscenze raccolte dalla precedente sperimentazione hanno consentito all’azienda di intraprendere una seconda fase. “Stiamo esplorando attivamente sistemi di consegna innovativi e alternativi come opzioni di bulk, riutilizzo e ricarica in diverse categorie di prodotti”, spiega Gaëlle de Mestral, responsabile R&D Packaging di Nestlé: “Intraprendendo questo secondo progetto pilota per Milo e Koko Krunch, saremo in grado di acquisire nuove conoscenze che possono essere applicate ai nostri prodotti, oltre a valutare ulteriormente l’efficacia del sistema ricaricabile nella prevenzione dei rifiuti di imballaggio lungo la catena di approvvigionamento”.
Samer Chedid, presidente direttore di Nestlé Indonesia, aggiunge: “A livello locale, stiamo perseguendo lo sviluppo di imballaggi sostenibili avviando un secondo studio per il sistema ricaricabile. Ci auguriamo che, attraverso la tecnologia delle macchine di ricarica Nestlé x Qyos, possiamo sostenere il governo per incoraggiare le persone a ridurre l’uso degli imballaggi, contribuendo allo stesso tempo agli obiettivi di sostenibilità ambientale in Indonesia”.
Inoltre, Nescafé ha svelato la sua nuova busta di ricarica riciclabile per caffè istantaneo, che secondo quanto riferito contiene in media il 60% in meno di plastica rispetto al coperchio di una bottiglia di vetro da 200 g e riduce gli imballaggi non necessari.
TOMRA ha anche rivelato cinque nuovi concept di macchine reverse vending per contenitori per bevande, perseguendo obiettivi come la sostenibilità, l’implementazione dell’intelligenza artificiale e gli sviluppi nella propria tecnologia di reverse vending multi-feed.
PASSANO ALLA MULTINAZIONALE NATURA LIFESTYLE
Continuano i movimenti di mercato nel mondo del caffè. Ultramar Caffè di Fano ha ceduto il suo pacchetto di maggioranza a una multinazionale del settore, Natura Lifestyle.
Ultramar ha chiuso il 2022 con un fatturato di 20 milioni facendo segnare un più 40% rispetto al 2021, il core business non è tanto la torrefazione ma la produzione di capsule: 1.200.000 al giorno con clienti come Segafredo e con capsule compatibili con i sistemi Nespresso. In questo momento Ultramar Caffè ha una settantina di dipendenti più l’indotto e il personale è destinato a crescere.
Entro la fine del prossimo anno, attraverso il potenziamento delle linee produttive, l'azienda intende passare dagli attuali 200 milioni di capsule a mezzo miliardo.
FANTAVENDING
FANTAVENDING È UN BLOG INFORMATIVO PRESENTE
NEL SETTORE DEL VENDING DA BEN 14 ANNI, UN
TEMPO LUNGHISSIMO PER UN’ESPERIENZA DI
SOCIAL MEDIA. FIN DAL SUO ESORDIO È DIVENTATO
IL CENTRO INFORMATIVO DEL SETTORE.TUTTE
LE PRINCIPALI AZIENDE DELLA FILIERA DELLA
DISTRIBUZIONE AUTOMATICA SONO QUOTIDIANAMENTE
CONNESSE AL SITO (WWW.FANTAVENDING.IT) E
MIGLIAIA DI UTENTI OGNI GIORNO LEGGONO E SPESSO COMMENTANO LE NOTIZIE PUBBLICATE
TUTTI I GIORNI FERIALI, 12 MESI ALL'ANNO E SENZA INTERRUZIONI PER ALMENO 50 SETTIMANE.
D.A. ITALIA PUBBLICHERÀ UNA SINTESI DELLE NOTIZIE RECENTI DI FANTAVENDING PIÙ LETTE IN RETE.
Almeno una volta l'anno c'è un giornalista che si accorge di una vecchia statistica pubblicata negli Stati uniti, secondo la quale dal 1978 fino al 1995, ben 37 persone sono morte a causa di un incidente provocato da un distributore automatico, mentre solo 25 per l'attacco di uno squalo.
Quasi sempre l'intenzione non è di creare allarme nel mondo del vending, ma di far vedere che gli squali non sono gli assassini che si vedono nei film. Gli "amici degli oceani" ci ricordano che gli uomini uccidono circa 100 mila squali l'anno e che è l'ora di smetterla di prendersela con questa specie marina...
Però mi sono sempre chiesto come mai i distributori possono uccidere e finalmente, guardando un video su Facebook, ho capito perché! Nel video il fenomeno di turno cerca di svuotare il distributore e il palo si mette pure a filmare la bravata...
Per questa volta nessuna vittima e nemmeno nessun prodotto trafugato dalla macchina. La bottiglietta che tira fuori dalla tasca alla fine, quasi certamente l'ha pagata...
Durante il processo il titolare dell'H24 ha raccontato la folle corsa lungo la SS 148 Pontina con tanto di tentativi di speronamento della sua vettiura. Ad un certo punto i ladri abbandonavano il mezzo e tentavano la fuga per i campi, ma a quel punto sopraggiungeva una volante della Polizia che riusciva ad intercettarli.
Si è appena svolto il processo contro i ladri di un H24 fermati dalla Polizia mentre fuggivano nei campi di Cisterna (Latina). Dalle risultanze emerse in aula, è venuta alla luce la storia di un inseguimento di cui ancora non eravamo a conoscenza.
Un imprenditore di Latina tramite l'app del telefono che controllava le telecamere di un H24, aveva sorpreso due ladri nel suo negozio. Stufo dei furti si era subito recato sul posto, avvisando anche le forze dell'ordine. Una volta arrivato e intercettato i malviventi, questi si davano ala fuga e lui si metteva in auto all'inseguimento.
l video virale pubblicato qualche giorno fa su questo sito e sul nostro profilo Facebook, ha acceso un vero e proprio dibattito con centinaia di commenti sull'inciviltà nei confronti dei distributori automatici.
A volte però sembra perfino inutile discutere con individui che hanno reazioni totalmente spropositate per una mancata erogazione o che, per portarsi via qualche moneta, sono pronti a fare danni di migliaia di euro. Solo le forze dell'Ordine e la magistratura possono mettersi in relazione con queste persone...
Qualche tempo fa è stato girato in un Ufficio Postale questo video. Il distributore automatico non aveva erogato una consumazione da 70 centesimi. Chiedere il reso non era più semplice e civile?
Il cliente si lamenta perché ha preso una bottiglietta d'acqua e il vano prelievo non si apre. Chiede anche ad altri colleghi e scopre che anche loro hanno avuto problemi di prelievo, quindi con toni piuttosto accesi contattano il gestore per il disservizio...
Il gestore ovviamente si reca subito nella locazione per vedere cosa può essere successo, ma quello che trova è davvero incredibile: 4 confezioni di pollo che sono state messe al fresco da qualche fenomeno!
Sarà questa la tanto attesa evoluzione delle vending machine? Da distributore di prodotti alimentari a frigo aziendale?
"ALFREDO O CHIATT" COLPISCE ANCORA.
120 CIALDE IN CARTA A 9,99 IVA COMPRESA!
"Buongiorno, Buongiorno, Buongiorno", iniziano tutti così i video che impazzano sui social di Alfredo o chiatt...
Se vi sembra solo folkloristico, sappiate che ha oltre 100.000 like su Facebook ed è seguito anche su Instagram, YouTube e TikTok...
Da qualche giorno le "Offerte imperdibili" del negozio in provincia di Napoli si arricchiscono di un nuovo capitolo: le cialda in carta a otto centesimi l'una IVA inclusa!
Buona notte, altro che Buon giorno!
Le foto delle tante situazioni limite che capitano negli H24 non arrivano solo a Fantavending!
Ne è un esempio Bari, città con 40 negozi automatici attivi, dove le segnalazioni giungono copiose quasi ogni giorno dai comitati di quartiere e dai privati cittadini. Ad esempio, il Comitato salvaguardia zona umbertina ha postato le immagini di questa disperazione di un Self24 nel cuore della città (in foto qui sotto).
Il fenomeno è così diffuso che anche la stampa locale inizia a dargli sempre più spazio, descrivendo il mondo degli H24 come un intero settore sotto attacco, con i negozi trasformati in rifugio per i senza tetto e in bancomat della microcriminalità.
Gestire le strutture di accoglienza per persone senza fissa dimora, è un preciso compito del Comune, non certo degli H24 e forse andrebbe fatto molto di più su questo fronte.
Visto che i sindaci sono sempre pronti ad investire tempo e risorse per redigere ordinanze contro i negozi automatici, magari si potrebbero occupare con lo stesso zelo anche di cose molto più serie ed urgenti...
L'Aepe, l'associazione veneziana dei pubblici esercizi, la tocca piano e dichiara: "Non vorrei mai che gli esercizi pubblici evitassero in futuro di comprare il pane dai panifici". Una vera e propria minaccia che nasce dalla scelta del Comune di Venezia di autorizzare i panifici (da anni in crisi) ad installare delle macchinette del caffè.
La novità dei caffe nei panifici è stata annunciata nel corso di una conferenza stampa cui sono intervenuti l'assessore comunale alle Attività produttive e il presidente dei panificatori veneziani, Paolo Stefani. Di fatto il progetto del Comune permetterebbe ai fornai di affiancare al pane, ai cornetti ed altri dolci, gli apparecchi automatici di caffè, cappuccino o tè, seppur nel bicchiere da asporto.
Ma i baristi non ci stanno e dichiarano che si tratta di: "concorrenza sleale, dal momento che la somministrazione indiretta, ovvero non assistita, è sempre somministrazione. Una volta veniva multato l'alimentarista che confezionava panini, ora siamo arrivati allo sbando. Se ogni volta che una categoria grida alla crisi viene premiata con l'uscita dalle regole, siamo al caos. I tabaccai vendono vini, i giornalai le bottiglie di Coca Cola: questa è la strada peggiore che si possa pensare per il commercio veneziano. Da molto tempo i panificatori cercavano questa via e questa volta ci sono riusciti. Ma daremo battaglia".
Vi terremo informati sugli esiti della diatriba...
RISCHIO DENUNCIA A CHI HA COMPRATO LE SIGARETTE
A 10 CENTESIMI
Continua a fare rumore in tutta Italia l'hackeraggio delle macchine automatiche che fuori dai tabaccai erogano i pacchetti di sigarette. Il messaggio politico alla base dell'attacco informatico è passato subito in secondo piano, a far notizia è stato l'accaparramento immediato, fino ad esaurimento dei distributori, delle sigarette a 10 centesimi.
Alcuni siti (clicca qui) parlano di danni per i tabaccai di centinaia di migliaia di euro e che chi ha approfittato della situazione rischia una denuncia. Non siamo così convinti che ci siano le basi legali per farlo. Se fosse successo al vending, la colpa e il danno se li sarebbe presi il gestore, non certo l'utente.
UN CONSOLIDATO DI OLTRE 200 MILIONI
Pochi giorni fa Luciano Pensante ha compiuto 87 anni. Come sua abitudine i festeggiamenti sono stati molto sobri, perché è saldamente sul pezzo e costantemente impegnato nel lavoro.
La sua più grande soddisfazione è vedere la sua creatura, la PRONTOFOODS Spa, fondata nel lontano 1963, leader sul mercato nazionale (ma esporta in più di 70 nazioni) con i marchi Ristora, Maraviglia, Idrolitina, Frizzina, Ideal, West End, Gogó, Fontana, Desol, Prolait e proprietaria della Crastan S.p.A, raggiungere un nuovo traguardo: superare i 200 milioni di euro di fatturato consolidato.
Un risultato davvero notevole, tanto più che alcuni iniziavano a dubitare, soprattutto alla luce di alcuni avvenimenti interni all'organizzazione, sulla capacità del titolare (non più nel fiore degli anni), di mantenere florida e profittevole l'azienda.
Invece, una volta di più, il vecchio Leone ha smentito tutti, con un ruggito da oltre 200 milioni, che ha ribadito la sua grande capacità imprenditoriale.
Però in tanti dimenticano che il danno è ingente soprattutto per lo Stato, che su un pacchetto di sigarette da 5 euro si porta a casa circa 3,80 euro. E quando ci sono di mezzo gli incassi statali non si sa mai come va a finire, anche perché risalire all'acquirente dal documento inserito nel distributore automatico, non dovrebbe essere impossibile.
Evidentemente questo ragionamento qualcuno l'ha fatto, perché si moltiplicano i casi di consumatori pentiti che si sono recati in tabaccheria a restituire i soldi...
IL MARCHIO WE YOU ESPRIME IL VALORE DELL’UNIONE DI QUATTRO IMPRESE SPECIALIZZATE NEL VENDING DIVENTATE UN NOI (WE) PER METTERE A DISPOSIZIONE DEI CLIENTI (YOU) ESPERIENZA, COMPETENZA E PROFESSIONALITÀ. QUALITÀ, INNOVAZIONE, TECNOLOGIA E SOSTENIBILITÀ SONO I VALORI DI WE YOU, UN'AZIENDA NUOVA MA RICCA DI ESPERIENZA, CON UN PASSATO DI SUCCESSI. LE 4 SOCIETÀ CHE NE FANNO PARTE, INFATTI, HANNO INSTALLATO
AD OGGI PIÙ DI 7 MILA DISTRIBUTORI AUTOMATICI, TECNOLOGICAMENTE ALL'AVANGUARDIA E CON UN'AMPIA GAMMA DI PRODOTTI SELEZIONATI.
WE YOU HA UN CUORE DA PMI E LA FORZA DI UN GRUPPO, PER DARE PIÙ ESPERIENZA, PIÙ SERVIZI E PIÙ SOLUZIONI AI SUOI CLIENTI. AD OGGI VANTA QUATTRO SEDI IN LOMBARDIA, VENETO E TRENTINOALTO ADIGE, CHE COPRONO UN AMPIO TERRITORIO, SERVITO DA OLTRE 150 COLLABORATORI E OLTRE 120 MEZZI.
PIO
We You è l’unione di quattro note gestioni vending. Quale percorso avete seguito per arrivare a questo importante risultato? Il nostro percorso è partito dall’esperienza comune in Euro Group, nel quale ci siamo conosciuti e reciprocamente apprezzati. Abbiamo pensato a questo progetto nel 2019, prima della pandemia. Inizialmente abbiamo condiviso l’idea con tutti i membri del Consorzio, ma, dopo un primo interessamento anche da parte di altri, poi sfumato, ci siamo decisi ad andare avanti noi quattro. Ci siamo messi al lavoro, tra il 2020 e il 2021,
per definire le dinamiche e i rapporti all’interno della nuova società e adempiere a tutti i passaggi amministrativi e burocratici.
Abbiamo costituito We You per assicurare un futuro più stabile alle nostre aziende, in considerazione del fatto che le grandi sfide future non si possano più affrontare da soli. Sicuramente le nostre competenze personali sono diverse, quindi metterle insieme e occuparci ciascuno di un differente settore dell’azienda ci permette di avere un più ampio respiro, una maggiore visione del futuro e ci fornisce le armi migliori per poter sfidare anche la concorrenza sul territorio.
Inoltre, quando sei una piccola realtà, alcuni progetti ti sono preclusi ed è più semplice gestire tutto questo con le “spalle un po’ più grosse”. Ad esempio, la tecnologia che avanza e la sostenibilità comportano investimenti e richiedono figure intermedie che si dedichino ai progetti e noi, come la gran parte degli imprenditori, eravamo multitasking, mentre ora possiamo concentrarci unicamente sui nostri obiettivi, ognuno secondo le proprie competenze, puntando a crescere.
Dopo aver costituito la società siamo partiti e ci stiamo occupando di integrare le procedure operative. Si tratta di un percorso lungo che impegnerà probabilmente tutti i prossimi mesi dell’anno.
Cosa vi ha fatto decidere di non realizzare un progetto simile all’interno di un consorzio come Euro Group? Abbiamo concordato che dare vita ad un’unica nuova azienda sarebbe stata la sola strada percorribile per realizzare progetti comuni. Se avessimo portato avanti questo tipo di iniziativa come quattro realtà diverse, con mentalità e processi diversi, restando autonome, non avremmo ottenuto risultati soddisfacenti. Era indispensabile avere una testa unica, una direzione unica, un unico centro di decisione, altrimenti avremmo rischiato che ognuno, sul territorio, poi andasse per la propria strada.
Un altro aspetto riguarda anche un problema di dare continuità al nostro business aziendale, perché grazie alle nuove leve potremo garantire lunga vita a We You.
Il marchio We You esprime il valore dell’unione (We) per mettere a disposizione dei clienti (You) la vostra esperienza. Il consumatore finale sarà al centro del progetto? In realtà abbiamo pensato al concetto più ampio di “mettere al centro le persone”: il consumatore, naturalmente, ma anche le persone all’interno della nostra azienda. Il concetto di “noi” e “voi”, rivolto ai clienti ma anche e soprattutto ai nostri collaboratori, che riteniamo la nostra vera risorsa. Senza il loro benessere non c’è benessere dell’azienda né, di conseguenza, del consumatore. Il nostro più grande obiettivo è proprio quello di lavorare molto sul personale.
A proposito del nome, come è stato scelto
We You? Il processo che ci ha portati a scegliere questo nome è stato molto lungo,
ne abbiamo vagliati davvero tanti di nomi. Siamo arrivati a We You per sottolineare i concetti fondamentali di “persone” e “unione”: insieme possiamo fare cose che non faremmo da soli. All’inizio abbiamo cercato alternative all’inglese, che potrebbe essere meno facile da proporre ma, alla fine, si è rivelato il modo più semplice per far passare il messaggio breve ed efficace che ci premeva comunicare.
C’è una citazione di Nelson Mandela che ci ha ispirato: "Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo". In Africa esiste un concetto noto come ubuntu, che sintetizza il senso profondo dell'essere umano solo attraverso l'umanità degli altri. L'ubuntu esorta a sostenersi e aiutarsi reciprocamente, a prendere coscienza non solo dei propri diritti, ma anche dei propri doveri, una spinta ideale verso l'umanità intera.
4 realtà e 4 sedi in 3 regioni: qual è il vostro primo bilancio dopo 100 giorni? Mettere insieme quattro realtà che sono state autonome per lungo tempo, resta una sfida, un obiettivo ambizioso e, in questa fase, siamo tutti molto impegnati in questa direzione. Inizialmente ci siamo un po’ spaventati per i numeri derivanti dall’aggregazione, ci siamo chiesti se saremmo stati in grado di gestirli, abbiamo passato notti insonni, ma i timori sono legittimi e siamo stati abbastanza realistici e umili da chiedere aiuto.
Ci siamo rivolti a consulenti esperti che ci hanno supportati in questa fase delicata, persone sia esterne che interne alle nostre aziende che hanno condiviso questo percorso con noi. Uno dei nostri consulenti è Roberto Franza, che ci sta seguendo nella delicata fase di allineamento: è una risorsa importante, perché grazie alla sua esperienza pregressa in un grande gruppo del settore ci sta fornendo le migliori indicazioni. Abbiamo bisogno di supporto per gestire numeri così cospicui: 159 stipendi, 7.500 distributori installati, 120 automezzi, 4 sedi… da soli magari ce l’avremmo fatta, ma con molta difficoltà.
Quali difficoltà avete incontrato? Alcune non ve le aspettavate? È emersa una difficoltà nei rapporti con alcuni fornitori che davvero non ci aspettavamo. Alcuni di loro, dal punto di vista burocratico, ci hanno “massacrati”. Siamo sempre noi, eppure ci hanno trattati come una nuova società, senza storia. Questo ci ha creato
una difficoltà enorme, se consideriamo che i referenti non sono cambiati. All’atto pratico, questo si è tradotto in un periodo senza forniture regolari, che non ci ha certo agevolato. Abbiamo attinto alle nostre scorte e cercato prodotto nelle rivendite per risolvere l’inconveniente.
Ci aspettavamo, piuttosto, qualche criticità con i clienti, invece non abbiamo avuto alcun contraccolpo, in nessuna filiale. Abbiamo dovuto lavorare molto sulla parte commerciale, sottolineando che le persone di riferimento nelle varie filiali sarebbero rimaste le stesse e i clienti lo hanno capito. Stiamo procedendo alla formazione e alla definizione di ruoli direzionali, formando le preziose risorse che già lavoravano da tempo con noi nelle diverse filiali. Il percorso sarà lungo, ci vorrà tempo. Ma la strada è segnata.
Attualmente siamo soprattutto impegnati a far percepire che il cambiamento c’è e riguarda l’innovazione che intendiamo mettere in campo: vogliamo offrire qualcosa in più rispetto a prima.
Qual è la formula vincente per riuscire a portare a conclusione un progetto come questo? Da fuori non si percepisce, ma è stata la nostra capacità di “toglierci il vestito” da Automatic Service, da Scattolin DA, da ZaVa e da Aesse Service, diventare We You, mettere sul piatto ogni aspetto (battute, prezzo medio, ecc.) e trovare la formula che andasse bene per tutti, perché è difficilissimo. Ovviamente ciascuno ha portato avanti la propria visione, ma poi è stato trovato un compromesso. Questa società non è stata un piano di emergenza per nessuno, l’abbiamo voluta: partendo da questo presupposto, abbiamo trovato un equilibrio che accontentasse tutti. La nostra unione è stata anche un’opportunità, perché ognuno di noi ha potuto mettere in luce, confrontandosi, le proprie attitudini e seguire così una parte specifica dell’attività che, magari, prima svolgeva in mezzo a mille altre. Questo è molto stimolante a livello personale, regala soddisfazioni ed è un vantaggio a livello pratico. Tutto poggia su stima e fiducia reciproche, senza le quali nessuno di noi sarebbe partito.
Utilizzare lo stesso software gestionale ha aiutato o c’è stato comunque bisogno di una lunga fase di armonizzazione dei dati? Il fatto di avere tutti lo stesso software, Vega, è stato un vantaggio in partenza.
Abbiamo avuto un aiuto enorme da una società esterna che ci ha affiancato nella preparazione del passaggio ad unica azienda e sta ancora lavorando insieme a noi per integrare alcuni moduli del sistema gestionale. Non è tutto immediato, ma le varie procedure si stanno integrando. Prima di gennaio, il grosso lavoro a livello gestionale è stato quello di armonizzare i database. Un prodotto chiamato in quattro modi diversi, ad esempio, è ora individuato con unico nome, ecc. I problemi sono sorti man mano, ma siamo soddisfatti del risultato che abbiamo raggiunto, anche se stiamo continuando ad affinare il sistema rendendolo il più lineare possibile. Anche in questo caso avere all’interno figure che conoscono molto bene il software è stato determinante ed è stata un’occasione di crescita per tutti.
Quanto peserà l’innovazione nel futuro di We You? L’innovazione è fondamentale, perché su questo si basa il futuro del nostro settore, nessuno può sottrarsi a questa sfida. A livello pratico, stiamo implementando la nostra App su quasi tutti i clienti, anche gli ultimi acquisiti, un po’ per “allenare” la struttura al suo utilizzo
e rendere i nostri tecnici ed operatori più abituati all’uso della tecnologia.
Ad esempio, la gara relativa all’Università di Venezia prevedeva un uso della tecnologia elevato, quindi uso del POS, oltre che utilizzo dell’App. L’esperienza è stata positiva, siamo riusciti a installare i nostri distributori nella seconda metà di dicembre e la locazione sta andando molto bene. Si tratta di un cliente che sta dando grande soddisfazione. Presso la filiale di Noale, l’utilizzo del pagamento elettronico registrato è del 3% e il dato arriva in modo rilevante dall’Università, mentre su We You siamo all’1,3%. È significativo che questo tipo di cliente stia andando in quella direzione: all’Università ci sono molti giovani, anche molti stranieri e questo sicuramente comporta un utilizzo maggiore dell’App. Anche in questo caso, abbiamo una persona che si occuperà esclusivamente dei pagamenti elettronici, sempre con l’obiettivo di rendere più performante la nostra attività. Crediamo nell’innovazione tecnologica e riteniamo fondamentale che qualcuno della nostra organizzazione ci si dedichi a tempo pieno. Inoltre, possiamo appoggiarci a fornitori importanti con cui condividere
progetti per obiettivi comuni. È comunque fondamentale ricordarsi che siamo una realtà che vende prodotti e offre servizi, il nostro primo obiettivo è arrivare con il “numero in basso a destra” positivo. Si parte da questo per qualsiasi innovazione e iniziativa: senza utili non puoi fare nulla per l’azienda, per l’innovazione, per i collaboratori…
Quali sono i vostri principali progetti in tema di sostenibilità? Siamo partiti prima di gennaio a lavorare per la sostenibilità di We You. La nostra consulente, Romina Noris, aveva già completato la mappatura delle quattro aziende per redigere un Report di Sostenibilità per We You e adesso stiamo provvedendo a realizzare questo fondamentale documento. Lavoreremo sul piano sociale, con le nostre persone, sul piano ambientale e in merito alla governance. Coinvolgeremo anche chi è un po’ più restio, perché quello della sostenibilità è un tema da cui non si può prescindere, non tanto per fare greenwashing o comunicazione, ma per calarla concretamente nell’attività dell’azienda. In generale, le iniziative legate alla sostenibilità incontrano sempre il favore dei collaboratori e dei clienti, che
rispondono positivamente. Le persone coinvolte rimangono all’interno dell’azienda, crescono con lei e noi imprenditori non siamo costretti a fronteggiare un turnover sfiancante a livello di energie. Questo è un esempio reale di azienda sostenibile.
Quali meccanismi di governance avete scelto per trovare l’accordo tra sette imprenditori diversi? Il nostro CdA è composto da 7 amministratori, un Presidente del Consiglio di Amministrazione e all’interno del CdA nessuno “pesa” più di un altro. Questo è stato anche messo per iscritto: le decisioni vanno prese in maniera collegiale. Anche precedentemente non abbiamo mai avuto difficoltà nel prendere le decisioni importanti, piuttosto ci si scontra su quelle meno rilevanti. Ci siamo dati questa struttura, ci incontriamo ogni due settimane e ci confrontiamo sulle questioni da affrontare. La nostra governance è davvero condivisa, anche se ognuno di noi si dedica in modo particolare un aspetto dell’attività: Pio si occupa della parte amministrativa, Giorgia di gestione delle risorse umane, miglioramento continuo e sostenibilità, Mario di quella tecnica, Sabrina Zanoni
degli acquisti, Massimo Scattolin, Gianluca Maracci e Davide Zanoni della parte commerciale di mantenimento, di sviluppo e gare d’appalto. Ciascuno propone le proprie idee, poi insieme decidiamo. Siamo riusciti a strutturare una governance che possa funzionare nel tempo, che abbia futuro e non faccia distinzioni di potere tra gli amministratori. Ad oggi, questo assetto ci soddisfa. In questi primi 100 giorni ci sono state diverse discussioni, anche animate, come è logico, ma abbiamo sempre trovato un modo di uscire dal confronto con una soluzione condivisa. L’aspetto fondamentale è riuscire a fare un passo indietro a livello personale nell’interesse di We You.
Il progetto We You è aperto ad altre possibili adesioni? In questo momento abbiamo concluso alcune acquisizioni e ne faremo altre. Non siamo chiusi alla possibilità di ampliare il progetto, ma dobbiamo prima consolidarci. Se qualcuno vorrà entrare all’interno di questa nostra famiglia, in ogni caso, dovrà condividerne i valori fondanti. Questo è stato un percorso lungo, bello, stimolante,
complicato e non vogliamo rimettere tutto in discussione.
In che modo tu Pio potrai mettere la tua esperienza come Presidente dei Gestori di Confida al servizio di We You? Tutto il percorso che ho fatto nei miei anni di lavoro (Euro Group, CONFIDA) mi ha aiutato a capire che il mondo era più grande di quello che conoscevo. Sedersi a questi tavoli permette di capire e di intercettare esperienze mai fatte prima. Sicuramente si tratta di un’esperienza estremamente formativa e arricchente, che mi ha dato una prospettiva diversa. Conoscere le dinamiche, capire dove va il mercato in questi contesti è più semplice, perché interagisci con figure diverse da quelle che frequenti nel normale svolgimento dell’attività sul territorio; capisci i fornitori, i loro progetti, il loro orientamento, la loro visione e hai la possibilità di gestire questo vantaggio portandolo all’interno dell’attività. Questo accade e accadrà naturalmente anche con We You. Anche per questo, nonostante l’impegno che richiede un ruolo di rappresentanza, ho accettato volentieri un secondo mandato come Presidente dei Gestori di Confida.
perché di altissima qualità e perché responsabili e sostenibili.
Verdadero e Reserva sono esclusive miscele di caffè provenienti da aziende agricole certificate Rainforest Alliance™ e rappresentano la perfetta combinazione di caffè d’eccellenza, rispetto ell’ecosistema e responsabilità sociale.
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RESPONSABILITÀ AMBIENTALE, INNOVAZIONE
E CAMBIAMENTO: QUESTE LE PAROLE-CHIAVE
ATTRAVERSO CUI BRITA ITALIA HA PORTATO LA
SUA VISION “CAMBIEREMO LE ABITUDINI DELLE
PERSONE NEL BERE ACQUA IN MODO SOSTENIBILE”
ALL’INTERNO DELLA MILANO DESIGN WEEK APPENA
CONCLUSA, UNA SETTIMANA ALLA SCOPERTA DELL’ACQUA, IL NOSTRO BENE PIÙ PREZIOSO.
“REDESIGN
BRITA nel corso della manifestazione milanese collaterale al Salone del Mobile, si è fatta promotrice di una serie di iniziative presso la Fondazione Catella intitolate Redesign Your Future che ha visto protagonista l'acqua, attraverso un itinerario che si è sviluppato in tre aree: un’installazione creativa e di design all’aperto, un’esperienza di realtà virtuale fruibile tramite Oculus e, in conclusione, le dimostrazioni sensoriali della Brita Water Wheel insieme agli esperti dell’azienda, per osservare e percepire l’acqua da un punto di vista completamente differente dal solito. Un modo originale e creativo per par -
lare di acqua e per far comprendere la sua importanza per il pianeta. Non solo Oltre ad installazioni e percorsi immersivi, la Fondazione ha anche ospitato una serie di vivaci talk come quello che lo scorso 20 aprile ha riunito alcuni importanti rappresentanti del mondo del fuori casa dal titolo “Storie di sostenibilità in uno scenario di crescita e cambiamento” . Un momento di confronto e di riflessione circa tematiche sempre più centrali nel settore in cui operiamo e, in secondo luogo, un momento di condivisione concluso con uno standing buffet e intrattenimento serale.
Andrea Coccia, R&D Director di Gruppo Cimbali , Sabrina Arcaro, chief marketing officer di Unox , Michele Adt direttore di CONFIDA , Michele Cannone, global brand director away from home di Lavazza e Paolo Andrigo, director in Accenture hanno esposto i loro punti di vista sui temi principali dell’etica, del riciclo e della sostenibilità offrendo spunti originali. A moderare il confronto Lorenzo Sarvello, amministratore delegato di Brita Italia , che ha rimarcato l'importanza della presenza di Brita presso la Fondazione Catella nel cuore del quartiere Isola, epicentro della Design Week, come testimonianza della capacità di reinventarsi ed innovare che caratterizza il brand: “Il nostro motto oggi è Redesign The Future e cioè puntare eticamente a ridisegnare il modo di bere acqua, coniugando sostenibilità, design ed efficienza”, ha affermato.
A introdurre il tema della sostenibilità nelle decisioni aziendali Andrea
Coccia , R&D Director di Gruppo Cimbali ha spiegato che per il Gruppo Cimbali “la sostenibilità non è un progetto, ma è un approccio, una filosofia e una direzione di lavoro che investe trasversalmente tutto quello che facciamo in azienda. Essere sostenibili significa, allo stesso tempo, essere efficienti. D'altronde i nostri clienti richiedono espressamente per le nostre macchine da caffè delle performance di sostenibilità. A tal proposito abbiamo creato all'interno del nostro dipartimento Ricerca e Sviluppo un team di quattro persone dedicato interamente alla sostenibilità. Per ogni macchina misuriamo ben due parametri: l’impatto ambientale e l’indice di riciclabilità e ogni nuovo prodotto deve rispettare questi standard”.
Sabrina Arcaro , chief marketing officer di Unox , supporta la tesi, affermando: “Per noi la sostenibilità è stata un'evoluzione naturale in quanto faceva parte del nostro DNA aziendale
già da molto tempo: un impegno che ci ha portato a produrre forni professionali sempre più efficienti dal punto di vista del risparmio energetico e della tecnologia. Quello che possiamo fare, per ridurre la nostra carbon footprint si traduce in efficientamento dei prodotti. È un fronte che ci vede quotidianamente protagonisti all'interno della filiera del fuori casa anche nel campo della formazione professionale, sensibilizzando clienti e collaboratori proprio sui temi della sostenibilità, del risparmio energetico e del contenimento di ogni tipo di spreco”.
A proposito di esempi concreti di sostenibilità, a parlare dei progetti di CONFIDA è stato il suo direttore, Michele Adt , che ha elencato nel corso della tavola rotonda una serie di iniziative promosse dall'Associazione, tra cui il progetto Rivending , volto al riciclo della plastica dei distributori automatici (dal 2019 ad oggi sono stati installati 13.000 cestini con un rispar -
mio di circa 1.000 tonnellate di Co2) e la collaborazione con Banco Alimentare , che prevede la ridistribuzione di prodotti alimentari, a diversi giorni dalla scadenza, da 800mila distributori automatici verso organizzazioni caritative. Non ultimo, Adt ha parlato della collaborazione tra alcune aziende associate e il carcere di Bollate, all’interno del quale è stata creata un’officina in cui vengono riparate le vending machine, con il vantaggio di formare dei tecnici che, quando rientreranno nella società civile, avranno già sviluppato delle competenze professionali concrete.
L’importanza dell’impegno a trasmettere i valori green è stata ribadita anche da Paolo Andrigo , director in Accenture , una delle più note aziende di consulenza strategica a livello mondiale che ha dichiarato: “Aiutiamo le aziende clienti a creare delle soluzioni sostenibili al loro interno e, allo stesso tempo, abbiamo creato anche un sistema per misurare l’impatto
economico e sociale della sostenibilità. Quello, infatti, della misurabilità del livello di sostenibilità sarà uno dei grandi temi del futuro”.
“Essere sostenibili costa semplicemente di più”, ha affermato infine Michele Cannone , global brand director away from home di Lavazza “e se tutti oggi vogliono a parole essere sostenibili, non tutti sono disponibili a pagare qualcosa in più per esserlo, consumatori compresi. Le scelte etiche non rappresentano ancora la maggioranza e stiamo vivendo una fase di transizione che sarà condizionata dalle future nuove normative europee. Ma, intanto, bisogna fare qualcosa. Non dovremmo consumare più di quanto non possiamo rigenerare e quando in Lavazza abbiamo cominciato nel lontano 2002 a parlare di sostenibilità ci siamo subito posti l’obiettivo di fare in modo che si possa consumare caffè ancora per molte generazioni. Ciò non è affatto così scontato. È possibile, infatti, che fra 30 anni non ci sia
più caffè per tutti. È quindi urgente mettere in campo progetti per aiutare i coltivatori a produrre in modo più efficiente, dandogli sostegno, valore economico e rendendoli orgogliosi del loro operato. Per fare questo abbiamo coinvolto oltre 100.000 lavoratori del caffè in tutto il mondo e il nostro La Reserva de iTierra! non è altro che un insieme di blend che sono proprio il frutto dei tanti progetti che abbiamo intrapreso nei Paesi produttori. Ad esempio, a Cuba, Lavazza si è impegnata a rilanciare la produzione locale di caffè, quasi completamente sparita, e a ricostruire la filiera con una mappatura blockchain che abbiamo sviluppato in collaborazione con il Ministero dell’ambiente. In questo modo sappiamo esattamente da dove arriva ogni chicco di caffè e come finisce nelle tazze dei consumatori finale. Questo ci porterà alla costruzione di una filiera molto più leggibile e sostenibile volta a valorizzare la figura dei lavoratori anche agli occhi della domanda internazionale”.
FOCUS ON
SUPERATA L'AFFERMAZIONE DELLE CAPSULE DI CAFFÈ SUGLI SCAFFALI DI TUTTA ITALIA, LA
CATEGORIA IN ITALIA È ALLE PRESE CON UNA
NUOVA SFIDA: QUELLA DI RENDERE COMPATIBILE
LA QUALITÀ DELL'OFFERTA IN UNA SITUAZIONE DI
GRANDE CRISI INFLAZIONISTICA, DOVUTA SIA ALLE
TENSIONI ENERGETICHE, SIA SOPRATTUTTO A UNA
CRISI -SI SPERA CONGIUNTURALE- DELLA SUA MATERIA PRIMA.
DI QUESTO SI È DISCUSSO NEL CORSO DELLA TAVOLA ROTONDA DEDICATA AL MONDO DEL CAFFÈ NELLA
GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA A CURA DI CIBUS LAB (LA PIATTAFORMA DIGITALE DI CIBUS
E GDO WEEK DEDICATA AI WEBINAR) TRASMESSA
GIOVEDÌ 27 APRILE IN DIRETTA LINKEDIN E
MODERATA DA ANDREA MENEGHINI, ASSOCIATE
FOUNDER DI GDONEWS, CHE HA INTRODOTTO IL CONFRONTO.
Il mondo del caffè macinato nel nostro paese ha conosciuto uno sviluppo che lo ha portato, negli ultimi dieci anni, ad una vera e propria rivoluzione. Se inizialmente le torrefazioni erano locali, legate alla regionalità e avevano origine da attività di carattere familiare, oggi il mercato poggia sempre di più sulla vendita di caffè porzionato in cialda o capsula. Un trend in crescita costante, anche grazie alle attività di marketing sempre più efficaci messe in atto dai big del settore: una crescita che si è interrotta solo a seguito della pandemia.
Nel 2020, proprio l’inizio delle restrizioni aveva fatto registrare un vero e proprio boom di vendite per il caffè nella GDO, complice la chiusura di bar e luoghi di lavoro, così i torrefattori hanno puntato sempre di più sul canale della grande distribuzione. In seguito è arrivata la crisi per il comparto, che è ancora molto lontano dal tornare ai livelli degli anni passati a causa degli aumenti dei costi di gestione e della crescita dei prezzi delle materie prime, criticità per le quali, al momento, non si intravedono soluzioni.
Se i torrefattori tentano di uscire dalla difficoltà del calo di vendite aumentando i listini, la GDO non può accogliere questa richiesta, pena vedere azzerata la propria marginalità sul prodotto: serve un dialogo costruttivo tra le parti.
Il primo intervento del digital meeting è affidato a Claudia Favari, Ricercatrice del Dipartimento di Scienze Alimentari e del Farmaco dell’Università di Parma, che ha spiegato brevemente quali sono gli effetti che derivano dall’assunzione di caffè. All’in-
terno di una dieta sana ed equilibrata, il caffè può tranquillamente essere consumato nei limiti di 3 o 4 tazzine al giorno (200 mg/die di caffeina, ndr) come indicato dall’Autorità Europea di Sicurezza Alimentare. Secondo alcuni studi, il consumo regolare di caffè ridurrebbe inoltre il rischio di insorgenza di patologie del sistema cardiovascolare o di tipo metabolico (es. il diabete di tipo 2). Una curiosità: se nel caso dei disturbi cardiovascolari, incrementare il consumo oltre le 4 tazzine consigliate può invertire la rotta e aumentare i rischi di insorgenza della patologia (curva a “U”) nel caso del diabete, al contrario, bere più di 4 tazzine al giorno di caffè può apportare ulteriore beneficio. In ogni caso, i medici raccomandano moderazione e invitano a non superare le dosi suggerite, per evitare effetti indesiderati. Non ci sono invece evidenze scientifiche per quanto riguarda il consumo di caffè decaffeinato né raccomandazioni a preferire le miscele a base di Arabica rispetto a quelle a base di Robusta.
Filippo Roda, Commodity Market Analyst di Areté, ha successivamente spiegato le fluttuazioni di mercato del caffè, partendo dal prezzo finanziario (dettato dalle ‘piazze’ di Londra e New York) senza dimenticare i differenziali, ovvero le molteplici variabili che influenzano l’andamento del prezzo di questa materia prima e che riguardano, tra gli altri, aspetti legati a fattori climatici, socio-economici, di stabilità politica.
Il caffè ha conosciuto una crisi a fine 2020, a causa di cali produttivi -principalmente in Brasile e Colombia- che hanno generato un aumento di prezzi e una contrazione netta dell’export di
prodotto. Il calo globale è stato sensibile e l’aumento produttivo che ha interessato il 2022 ha solo parzialmente permesso di “coprire” le scorte, lasciando i paesi consumatori ancora oggi in grande difficoltà. Dopo qualche lieve diminuzione, inoltre, a inizio 2023 il prezzo del caffè è tornato ad aumentare.
Il prodotto caffè sconta anche aumenti di altre materie prime a loro volta trasformate, come quelle utilizzate per il packaging, che richiedono una spesa energetica importante.
A questo punto del confronto, la parola passa ai torrefattori, che illustrano il loro punto di vista. Di seguito, l’intervento integrale di Daniele Picenelli, Country Manager Italia GDO e MDD di Covim
“In questi primi mesi del 2023, lasciata alle spalle a pandemia, con valori accettabili in termini di costo, tutti ci chiedevano un adeguamento dei listini al ribasso, ma il mercato ha continuato a crescere, il prezzo del Robusta è in salita costante e abbiamo grosse difficoltà ad acquistare al prezzo di Borsa. Pur avendo bloccato i contratti in precedenza, ci scontriamo con oggettive difficoltà di imbarco del prodotto nei paesi d’origine. Per far fronte alla domanda ci si rivolge al mercato del ‘pronto’ e ci si trova a pagare il prezzo ‘del momento’, quindi alto. Questa è la situazione reale con cui ci confrontiamo. Con la GDO, forse è arrivato il momento di parlare di rialzo dei prezzi (non di diminuzione!) per ristabilire marginalità non solo nostre. Non abbiamo avuto i tempi tecnici per recuperare marginalità e, anzi, i prezzi continuano ad aumentare, quindi è sempre più difficile tornare in linea con le aspettative della GDO e con le richieste di tutto il mercato del caffè. Tutto questo si aggiunge alle criticità dovute all’aumento delle materie prime che utilizziamo: energia, carta, cartone, plastica, ecc. oltre ai materiali compostabili, che hanno di per sé costi maggiori”
Dello stesso avviso Michele Tentindo, Direttore Commerciale Pellini e Christian Fadda, Direttore Vendite Caffè Motta. Giampaolo Furia, Neronobile, aggiunge: “Chi, come noi, lavora anche conto terzi, ha enormi difficoltà nell’applicare aumenti al prodotto di primo prezzo. Inoltre, non dimentichiamo che la pandemia ha ridotto le presenze in ufficio e che i consumi al bar e nei luoghi di lavoro è sensibilmente diminuito, aggravando la situazione generale”
Federico Cimini, Consulente ed esperto di GDO, è intervenuto analizzando la situazione: “Gli aumenti del 2022 sono stati aumenti di listino o aumenti dovuti ai costi di struttura? La domanda resta senza risposta ma, in questa situazione, il sistema è andato in crisi per la contrazione dei volumi. Serve un dialogo tra le parti, è necessario rivedere le promozioni e adeguare il posizionamento di prezzi”
Parlando di previsioni, Roda ha proseguito spiegando come la situazione sia estremamente volatile: “Gli stock rimarranno bassi ancora almeno fino a giugno. Poi dovremo guardare con attenzione alla produzione estiva in Brasile e a quella autunnale in Viet Nam. Occorre valutare tutte le variabili economiche, ma anche le conseguenze della crisi energetica che al momento attraversa una fase distensiva, ma che tornerà in primo piano perché l’Unione Europea presto dovrà fare nuove scorte di gas. In questo senso diventa fondamentale seguire gli sviluppi finanziari che riguardano la materia prima ma anche il contesto macro-economico”
Il confronto è proseguito affrontando un’altra spinosa tematica, ovvero l’utilizzo della plastica nella produzione di capsule
Secondo Picenelli “il tema plastica è ormai dibattuto ogni giorno, siamo chiamati continuamente a risponderne. Covim dal 2018 produce capsule compatibili compostabili in carta. Detto questo, le differenze tra capsula compostabile e capsula in plastica o alluminio esistono e non vengono mai messe in evidenza nei vari test di prodotto. Non possiamo ignorare questo tipo di richiesta, anche in considerazione della normativa UE (in vigore tra due anni) che prevede l’utilizzo delle sole compostabili. La GDO chiede di pagare una compostabile certificata Rainforest Alliance® come quella di plastica: è il mercato a non dare la giusta ragione a questo tipo di prodotto, anche perché i grandi marchi non hanno portato avanti una politica di valorizzazione in questo senso. Inoltre, i materiali riciclabili che si possono usare per il prodotto macinato o in grani hanno un costo più elevato, quindi rientra tutto in un meccanismo di sostenibilità che tutti noi vorremmo, ma che non viene sostenuto. Non sono riconosciuti gli sforzi, il lavoro, l’investimento su alcuni tipi di pro-
dotto che possono contribuire ad un futuro migliore per l’ambiente. Una maggiore sostenibilità viene giustamente richiesta alle aziende, ma anche la filiera deve fare la sua parte, così come il consumatore finale, fino alla gestione dello smaltimento, un altro punto critico di questo sistema virtuoso. La sostenibilità che cerchiamo di portare avanti nel comparto caffè dovrebbe essere supportata e riconosciuta per il valore che ha, anche in termini di prezzo di vendita, evitando paragoni tra prodotti che sono totalmente diversi”
Alle parole di Picenelli si unisce Fadda: “Pellini ha scelto di produrre il 100% di compostabili ed è tra i pochi torrefattori a realizzare le capsule autoprotette, un progetto su cui abbiamo investito in anticipo rispetto al mercato. La GDO non percepisce il valore di questi prodotti, il consumatore sì”
Diverso il parere di Furia: “Non è la GDO a scegliere, ma il cliente. Il cliente, anche a causa della crisi, vuole spendere meno e spesso cerca il prodotto più economico, semplicemente”. A supporto di questa tesi, oltre al successo dei prodotti di primo prezzo, un incremento delle vendite di grani e macinato, segno di un “ritorno” alla più tradizionale moka.
Federico Cimini chiude l’incontro commentando i dati di fatturato e di vendita relativi all’anno 2021: “industria e GDO devono cominciare a progettare insieme. Quando il prodotto è sullo scaffale, è il cliente che decide. Forse è il momento di investire in comunicazione e spiegare il valore del prodotto, lavorare in un’ottica di category management. Questo non è compito della GDO, ma del produttore, che deve prevedere la comunicazione del prodotto al cliente. La GDO ragiona in termini prezzo-prodotto, è il suo limite, ma è anche vero che non può tenere dei ‘cadaveri’ sullo scaffale…la promozione continua a trainare i consumi, ma colpisce questa nuova vita della moka”, conclude Cimini: “I ritmi di lavoro sono cambiati, le nuove abitudini di consumo sono state dettate dalla pandemia: il mercato del caffè è in un certo senso romantico, il caffè non è valorizzato quanto dovrebbe a causa di logiche di prezzo, ma resta un prodotto eccezionale, di cui non possiamo fare a meno”
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LO SCORSO MARZO A DUBAI, PRESSO L’EMIRATES TOWER DAVANTI A STAMPA E OPERATORI, È STATO DATO
IL VIA AL RUSH FINALE VERSO HOSTMILANO , LA PIATTAFORMA LEADER MONDIALE PER LE TECNOLOGIE, ACCESSORI E SERVIZI PER L’OSPITALITÀ PROFESSIONALE E IL FUORICASA, IN FIERAMILANO DAL 13
AL 17 OTTOBRE 2023 , IN UN MOMENTO IN CUI IL SETTORE STA DIMOSTRANDO NEI FATTI TUTTA LA SUA RESILIENZA E IL SUO ULTERIORE POTENZIALE DI CRESCITA.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi ANIMA, il settore food equipment italiano ha chiuso il 2022 con un fatturato di 4.560 milioni di euro, in crescita del +4,5%sull’anno precedente Tra i comparti in cui l’Italia è fra i leader mondiali spiccano le tecnologie per la refrigerazione, che sfiorano i due miliardi (1.950 milioni di euro e +5,1% rispetto al 2021) e le macchine e attrezzature per il caffè, che chiudono il 2022 oltre quota mezzo miliardo, 545 milioni di cui più di tre quarti destinati all’export. Le altre tecnologie professionali per il food raggiungono i 233 milioni di eurocomplessivi, per il 69% dall’export, mentre le macchine per la lavorazione delle carni crescono del +2,5%, attestandosi a 275 milioni.
A livello globale, il Food Service Equipment Market Report 2023 di The Business Research Company prevede che nell’anno appena iniziato il mercato crescerà del +5,9% (CAGR) passando da 34,74 a 36,80 miliardi di dollari. Mantenendo lo stesso tasso di crescita composto, il valore del fatturato mondiale potrebbe raggiungere i 46,29 miliardi di dollari nel 2027. Uno dei principali fattori di sviluppo, afferma il rapporto, è il successo del food delivery che cresce a doppia cifra e che, solo in Europa, chiuderà l’anno a quota 25 miliardi grazie a un +10%.
In questo scenario, i produttori italiani ed esteri guardano a Host 2023 come al luogo dove presentare in anteprima le loro innovazioni, come confermano i numeri: sono oltre 1.200 le aziende già registrate a oggi e le aziende internazionali, provenienti da 44 paesi, rappresentano il 45% del totale. Gli USA sono tra le aree extraeuropee più rappresentate accanto alla tradizionale forte presenza di produttori europei, in particolare, nell’ordine – oltre che dall’Italia – da Germania, Spagna, Francia, Turchia, Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito. Merito della formula della manifestazione, che coniuga una panoramica completa sull’innovazione in tutta l’ospitalità professionale con gli approfondimenti verticali nei singoli settori, grazie a un layout in tre macroaree che valorizzano le affinità di filiera tra comparti specializzati: Ristorazione ProfessionaleBakery, Pizza e Pasta; Caffè-Tea, Bar-Macchine per CaffèVending; Gelato-Pastry; Arredo-Tecnologia e Tavola
In particolare, i settori afferenti al mondo bar e caffè costituiscono insieme il SIC, lo storico Salone Internazionale del Caffè da sempre punto di riferimento internazionale del settore, dove sono presenti al completo tutti i protagonisti italiani ed esteri della filiera di trasformazione.
Oltre che nel percorso espositivo, a Host 2023 l’innovazione sarà il filo conduttore anche del ricco palinsesto di eventi. In primo piano Smart Label – Host Innovation Award, promosso da HostMilano e Fiera Milano in partnership con POLI.design e patrocinato da ADI –Associazione per il Disegno Industriale
Il riconoscimento è rivolto a prodotti e soluzioni distintivi per funzionalità, tecnologie, sostenibilità ambientale, etica o risvolti sociali in tre categorie: Smart Label per il contenuto innovativo caratterizzante, Innovation Smart Labelper un’innovazione che supera trend consolidati e Green Smart Label per le caratteristiche di ecosostenibilità. Il contest è riservato alle aziende espositrici e le candidature possono essere inviate fino al 30 aprile 2023. Nelle cinque edizioni precedenti queste ultime sono state oltre 790, risultate in 256 prodotti premiati.
Il dibattito ai più alti livelli sulle tendenze e le nuove tecniche per il settore pastry sarà a Pasticceria di lusso nel mondo by Iginio Massari: “il maestro dei maestri” ritorna dopo il grande riscontro dell’edizione 2021 con il suo hub dedicato alla pasticceria più creativa e innovativa, che ospiterà le dimostrazioni, le degustazioni e i talk di oltre venti tra i più importanti pastry chef della scena internazionale.
La cucina del futuro sarà al centro della Academy FIC – Federazione Italiana Cuochi. Nelle cinque giornate di manifestazione, masterclass, formazione e incontri istituzionali riuniranno partner, giornalisti, associati e puri appassionati, che si ritroveranno per affrontare i temi cardine della ristorazione Made in Italy. Obiettivo: dare seguito alla crescita esponenziale dell’offerta gastronomica sui nuovi scenari di mercato.
Host 2023 sarà anche il palcoscenico di avvincenti competizioni mondiali a cura di FIPGC (Federazione Internazionale Pasticceria Gelateria Cioccolateria): quarta edizione sia per il World Trophy of Pastry Gelato and Chocolate, in contemporanea con gli Award degli Chef della Panificazione, sia per il Cake Designers World
Championship. Al The World Trophy of Professional Tiramisù, presenti anche le Equipe Eccellenze Italiane di FIPGC.
La collaborazione con FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi si concretizzerà durante la manifestazione in un vero e proprio “Laboratorio FIPE” che presenterà buone pratiche, relazioni, incontri, workshop e servizi innovativi dedicati al settore, con l’obiettivo di rispondere alle evoluzioni che impone il futuro in termini di transizione digitale, sostenibilità, competenze: le grandi sfide della ristorazione.
Ritorna inoltre la partnership con SCA – Specialty Coffee Association che terrà a Host 2023 numerosi eventi a tema.
Nel cuore di Host 2023 rinnova la sua presenza anche la FoodTechnology Lounge a cura di ANIMA, l’associazione della Meccanica Varia di Confindustria, un autentico riferimento per le tecnologie Made in Italy per il Food e Ho.Re.Ca. in uno spazio dove conoscere, incontrare, aggiornarsi.
Nella Lounge è possibile scoprire le migliori tecnologie alimentari anche grazie alla presenza di EFCEM Italia e alle sinergie con ICIM Group ed Eurovent. Nella nuova edizione 2023, inoltre, la collaborazione con ICE Agenzia arricchirà ulteriormente contenuti e opportunità di business con la presenza di operatori esteri e analisti di settore.
Per la progettazione, un altro ambito in cui HostMilano è sempre più un riferimento, da non perdere i Design Talks, ancora in partnership con POLI.design: seminari di aggiornamento dedicati ad architetti ed esperti del settore ospitalità che approfondiranno le tematiche dell’innovazione sostenibile declinate nel design, i concept e i format. Fitto anche il menu dei seminari FCSI – Foodservice Consultants Society International, tra presentazioni, workshop e tavole rotonde, dove delineare insieme il futuro dell’hospitality anche facendo networking nel contesto informale di un happy hour quotidiano.
VISITARE VENDING SHOW È UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER PARTECIPARE ALLA PRIMA EDIZIONE DI UNA MANIFESTAZIONE FORTEMENTE VOLUTA DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FRANCESE NAVSA E DEDICATA AGLI OPERATORI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI DI TUTTA LA FILIERA DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA.
I numerosi espositori e le varie “tavole rotonde” renderanno Parigi la capitale europea dei professionisti del settore del vending per tre giorni, dal 21 al 23 giugno 2023
Un’occasione unica per informarsi, incontrarsi e riflettere insieme sulle sfide attuali e future di questo mercato e non solo
A partire da oggi, collegatevi al sito di VENDING SHOW per registrarvi in un solo click, è stato infatti attivato il pulsante: “REGISTRAZIONE VISITATORI” che consente di registrarsi gratuitamente alla manifestazione in calendario nell’innovativo quartiere fieristico di Porte de Versailles a Parigi.
I visitatori internazionali, in occasione del VENDING SHOW,
potranno anche godere del fascino della capitale francese, universalmente riconosciuta come città di architettura, arte e cultura, famosa anche per la sua gastronomia e il suo romanticismo!
Parigi è una delle città meglio collegate d’Europa, con due aeroporti internazionali e un’ampia rete di trasporti pubblici che la rendono una città particolarmente connessa a livello locale, nonché di un’ampia gamma di opzioni di alloggio (hotel, residence, appartamenti) nella capitale e nei suoi dintorni.
Vivi l’imperdibile esperienza di visitare Parigi: ti aspettiamo dal 21 al 23 giugno 2023 a Porte de Versailles!
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