Poste Italiane s.p.a. -spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1 DCB Torino. N°3/2005
N°7 maggio-giugno/05
D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA
www.daitalia.it
ph. A. Lottero
produttori: intervista a Giuseppe Lavazza le novità nel vending: Mei - Van Houten speciale sistemi di pagamento: intervista a Mark - il Maggi Evolution System® mondo associazione: assemblea generale Confida e carta dei servizi EurOps 2005 le fiere di maggio: Avex 2005 - Dubai Vending - Eurovending 2005 lavoro e impresa
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EDITORIALE
L’ i m p o r t a n z a d i u n a c o r r e t t a g e s t i o n e a z i e n d a l e Nel mondo del vending le Imprese di Gestione sono una realtà molto eterogenea. A fianco di gruppi molto organizzati che sviluppano milioni di battute al mese, coesistono una miriade di piccole realtà aziendali con competenze territoriali molto limitate e spesso gestite da meno di 5 addetti. La frammentazione del settore è tale che circa i due terzi dell’intero mercato sono formati da piccole e medie imprese. Sebbene ci siano differenze significative tra le gestioni, l’obiettivo e lo scenario sono comuni: devono riuscire a produrre utili in un mercato sempre più competitivo spesso dominato da dinamiche di prezzi in discesa. Anche se ormai è evidente a tutti che il prezzo non può e non deve essere l’unica variabile competitiva chiave per affrontare con successo il mercato, non è affatto semplice tentare di alzare i listini dei propri prodotti e servizi senza rischiare di uscire dal mercato. In una situazione complessa come questa (visto che comunque molte categorie di costo sono tendenzialmente in aumento) è necessario cercare di recuperare la giusta marginalità tentando di ottimizzare la gestione dell’impresa. Una corretta gestione aziendale passa attraverso alcune “buone abitudini” di abbastanza semplice attuazione come: l’analisi ed il controllo dei propri costi; la determinazione del margine di contribuzione per prodotto-lavorazione-servizio e la conoscenza del metodo per determinare correttamente il prezzo di vendita, ma anche dall’implementazione di tecniche più complesse come ad esempio: lo studio della vetrina di una macchina del “freddo”; la gestione dell’assistenza tecnica (interna o conto terzi) e la programmazione dei giri. Lo spazio competitivo per le imprese che “improvvisano” si è drasticamente ridotto e una gestione poco professionale delle risorse aziendali oggi si paga a caro prezzo. Alla luce di tutte queste considerazioni anche Art&Works Srl (la media agency che cura l’edizione di questa rivista) si sta da tempo muovendo per organizzare una serie di incontri (convegni, giornate di studio e corsi) con l’obiettivo dichiarato di offrire a tutti i gestori la possibilità di confrontarsi sui molti temi che determinano la “buona gestione”. Pochi giorni fa a Roma è stata ufficialmente presentata la Carta dei Servizi. È positivo per tutto il settore che l’associazione di categoria (Confida) consolidi il suo ruolo di promotore della cultura d’impresa e di qualificazione professionale. Ancora più rilevante è stato apprendere che negli ulteriori sviluppi di questo progetto ci siano importanti punti come la definizione di un capitolato d’appalto standard per la D.A. Riuscire ad affrontare anche delle tematiche così delicate potrà significare che le future dinamiche concorrenziali si svolgeranno in un settore provvisto di regole meglio definite ed uguali per tutti. A trarre vantaggio da questa situazione saranno soltanto le imprese più virtuose, come è giusto che sia in un mercato maturo ed evoluto. Ribadendo ancora una volta la vocazione internazionale di D.A. Italia, largo spazio è stato dato in questo numero alle fiere di settore del mese di maggio (Londra, Dubai e Madrid). Siamo stati sempre presenti perché crediamo molto nella progressiva internazionalizzazione del mercato della distribuzione automatica e siamo convinti che la leadership del “sistema Italia” nel vending si debba estendere anche agli operatori dell’informazione, che devono contribuire (nel loro piccolo) a creare valore aggiunto per tutto il settore. Alessandro Fontana
sommario 3
EDITORIALE L’importanza di una corretta gestione aziendale
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I L M E R C AT O D E L V E N D I N G – P R O D U T T O R I Lavazza e l’innovativo progetto BLUE – intervista a Giuseppe Lavazza
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Numero 3 – Anno II – Maggio - Giugno 2005 Direttore Responsabile Renzo Gabriel Bonizzi Condirettore Alessandro Fontana Progetto grafico Andrea Lottero Foto Alizia Lottero Stampa Diffusioni Grafiche Spa D.A. Italia – il periodico della distribuzione automatica Pubblicazione iscritta al Tribunale di Milano, numero di registrazione 177 del 22 marzo 2004 Iscrizione al R.O.C.: in corso di registrazione Periodicità: bimestrale Editore: ART&WORKS Srl Via Garian 49 - 20146 Milano - P.IVA 04234310961 Tel +39 02 48958566 Fax +39 02 36521641 Ufficio commerciale: commerciale@daitalia.it Web: www.daitalia.it Posta elettronica: info@daitalia.it Abbonamenti: abbonamenti@daitalia.it Pubblicità inferiore al 45% La riproduzione totale o parziale delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su D.A. Italia è permessa solo se autorizzata dalla Direzione. La Direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari.
S P E C I A L E S I S T E M I D I PA G A M E N T O MARK: un nuovo nome per nuove sfide Maggi Evolution System – la nuova idea di cambiamonete
SPECIALE LE FIERE DI MAGGIO Dubai Vending – La prima fiera internazionale del vending dell’area medio-orientale AVEX 2005 – l’importante manifestazione londinese Eurovending 2005 – ottimi riscontri per la fiera di Madrid La Vending Champions League Una finestra su Venditalia 2006
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LE NOVITÀ NEL VENDING MEI lancia sul mercato il nuovo validatore Cashflow® 9510 Arrivano sul mercato italiano le nuove miscele a base di cacao Van Houten
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MONDO ASSOCIAZIONE Confida – Assemblea Generale Ordinaria 2005 La conferenza stampa di Confida su qualità e sicurezza alimentare
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EUROPS 2005 La Piattaforma UE su Dieta, Attività Fisica e Salute
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L AV O R O E I M P R E S A Come cambia il lavoro notturno – a cura di Massimo Brisciani
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A P P U N TA M E N T O I N F I E R A Eu’Vend 2005 – Si avvicina l’appuntamento di Colonia Tutti gli appuntamenti fieristici del 2005
IL MERCATO DEL VENDING LAVAZZA e l’innovativo progetto BLUE “Best Lavazza Ultimate Espresso”
[ produttori ]
+++ La
Lavazza è una delle aziende più prestigiose del panorama nazionale ed è riconosciuta nel mondo come uno dei simboli dell'espresso italiano. Leader di mercato in Italia, ha anche una forte presenza nei mercati internazionali tanto da essere diventata, tra le imprese che si occupano di caffè, il sesto gruppo nel mondo. Fondata nel 1895, da circa 15 anni è anche presente nel mercato della distribuzione automatica. Nel nostro settore ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo del segmento OCS con l’affermazione della macchina a cialde in plastica Espresso Point. Oggi grazie al progetto BLUE e alla creazione di una cialda autoprotetta, Lavazza è presente in tutti i segmenti del vending. D.A. Italia ha visitato lo stabilimento e il magazzino di Settimo Torinese per poi recarsi alla sede di Torino dove ha intervistato Giuseppe Lavazza, membro del Consiglio di Amministrazione e primo esponente della quarta generazione ad entrare in azienda (1991).
Giuseppe Lavazza (ph. Ranzani)
Intervista con Giuseppe Lavazza La Lavazza è presente sul mercato da oltre un secolo. Ci può descrivere in grande sintesi la storia dell’azienda con particolare attenzione a quando e perché avete deciso di entrare nel mondo del vending? L’azienda è stata fondata 110 anni fa e inizialmente non era un’attività esclusivamente rivolta al caffè ma si occupava di vendita all’ingrosso. La nostra prima location era a Torino in via San Tommaso 10. Ci tengo a citarla perché ancor oggi questo piccolo locale appartiene a noi, lo abbiamo riaperto circa 10 anni fa sviluppando una caffetteria molto particolare dove ci piace presentare tutte le nostre novità e soprattutto i prodotti da banco più innovativi. Siamo tornati alle origini ma dalle origini abbiamo fatto molta strada. La passione per il caffè si è sviluppata intorno al 1920 quando Luigi Lavazza comprò “Eureka” una delle prime macchine presenti sul
mercato per tostare il caffè. Ovviamente poteva lavorare su quantità molto limitate, però operava a ciclo continuo ed era in grado di tostare e raffreddare tutti i tipi di caffè. Il prodotto così ottenuto veniva venduto sfuso al banco, essendo l’attività non solo rivolta all’ingrosso ma già allora destinata anche al pubblico. Il business continuò a svilupparsi con alti tassi di crescita, prima a livello cittadino poi provinciale. La prima importante svolta avvenne dopo la seconda guerra mondiale quando il fondatore della società si ritirò ed i suoi tre figli continuarono l’attività concentrandosi sul caffè, lasciando da parte tutto quello che era considerato non strategico. Dopo la guerra arrivarono i primi prodotti confezionati con marchio Lavazza, questo ha rappresentato una grande svolta della nostra avventura imprenditoriale perché gli esponenti della seconda generazione (mio nonno ed i miei due
zii) capirono che il futuro del consumo passava attraverso i prodotti confezionati e brandizzati. Quindi già dal ’47 i nostri venditori consegnavano in tutto il Piemonte caffè tostato e confezionato in sacchetti sui quali era posto il logo Lavazza. Il prodotto non era ancora sottovuoto e ciò limitava la sua ulteriore diffusione a causa dell’alta deperibilità, però già in quegli anni si sono create le basi per lo sviluppo di tutta l’attività commerciale futura, perché si avevano già le idee molto chiare su come il prodotto dovesse essere presentato e confezionato. La struttura commerciale era già molto attiva, sul territorio vi erano già più di venti venditori e la futura flotta di automezzi Lavazza, che avrebbero poi raggiunto tutto il mercato italiano, si stava pian piano formando. Nel giro di 15 anni Lavazza passò da una ventina di mezzi a quasi 500. Quando è stato introdotto il
confezionamento sottovuoto? L’introduzione del sottovuoto all’interno del processo di confezionamento è stato un altro passaggio fondamentale sviluppatosi in azienda negli anni ‘50. Il sottovuoto consentiva di vendere i prodotti a distanza grazie alla conservabilità che garantiva e così i prodotti Lavazza sono usciti dall’ambito regionale per allargarsi a macchia d’olio nelle vicine regioni (Liguria, Lombardia, il Nord della Toscana, la Valle D’Aosta ed il Veneto). Questo processo è continuato inesorabilmente fino al lancio del primo prodotto nazionale che è stato il caffè Paulista, dove si è inserita una fondamentale innovazione ovvero la pubblicità. Paulista è stato uno dei primi prodotti fortemente promozionati a livello pubblicitario, un’operazione di successo che ha consentito di acquisire immediatamente una grande notorietà e aumentare molto le vendite. D.A.ITALIA 7
IL MERCATO DEL VENDING
Inoltre il “Carosello” (la più importante forma di comunicazione televisiva di quegli anni n.d.r.) conteneva, oltre all’aspetto ludico e d’intrattenimento, degli importanti contenuti di comunicazione, come l’affermarsi del sottovuoto e del peso tondo. L’azienda rassicurava il consumatore che il peso segnato sulla lattina corrispondeva al peso effettivo del contenuto. Oggi sembrano cose banali ma ai tempi non lo erano affatto, considerando che ancora negli anni sessanta nel Centro-Sud Italia c’era ancora l’usanza di comprare il caffè sfuso. Comprare il caffè confezionato voleva dire fidarsi di quello che c’era scritto e non sempre la gente era disposta a farlo, a meno che non ci fosse un marchio molto noto. Come mai un prodotto importante come il caffè Paulista è arrivato sul mercato con pochi riferimenti al marchio Lavazza? D.A.ITALIA 8
In un certo senso è stato il meccanismo stesso del Carosello, visto che c’era l’imposizione di poter parlare del prodotto solo dopo un certo numero di secondi. In pratica bisognava dedicare circa un minuto e mezzo allo sketch e poi solo la parte finale era destinata a presentare il prodotto. Questo schema obbligava a strutturare una storia con un personaggio che in qualche maniera avrebbe dovuto impersonificare il prodotto. Farlo sul nome Lavazza era impossibile ed è stato inventato questo nome di fantasia: Paulista, che fortunatamente era caduto su un terreno fertile perché in quegli anni l’azienda aveva fatto degli accordi molto importanti con il Brasile da cui noi compravamo una grossissima parte del nostro fabbisogno produttivo e il caffè Paulista era un caffè al 100% Brasile. Mio nonno e mio zio avevano visitato le piantagioni brasiliane con Armando Testa, noto pubblicitario torinese che poi ha ideato la cam-
pagna pubblicitaria ed era rimasto affascinato dalla figura del Gaucho (anche se in realtà è un personaggio più argentino che brasiliano). Testa riuscì a trasportarlo in una realtà più vicina al nostro prodotto, facendo il verso ai Western-spaghetti che allora andavano per la maggiore. Il prodotto si chiamava come il personaggio e il progetto comunicativo funzionava bene. Questa è la ragione per la quale il prodotto si chiamava Paulista. Lavazza appariva ed il marchio veniva riportato nelle confezioni però non era prioritario, era posto in secondo piano perché il personaggio aveva talmente forza che non c’era quasi bisogno di inserire a fianco il nostro marchio. Poi il marchio Lavazza è emerso su tutta un’altra serie di prodotti importanti. A partire dagli anni settanta, quando si passa dalla lattina all’imballo flessibile ed esce il prodotto “Qualità Rossa”, l’azienda è già leader in Italia. In quel periodo il caffè costava
molto caro perché il Brasile era stato colpito da violentissime gelate e l’Italia attraversava il periodo dell’austerity, insomma “si tirava la cinghia” un po’ come oggi, anzi dirò che la situazione attuale è simile a quella che si era verificata nel ’75. Con Lavazza Qualità Rossa, si permetteva ai consumatori di continuare a comprare un prodotto Lavazza spendendo un po’ meno. Negli anni settanta uscì anche la campagna di Manfredi incentrata sul messaggio del caffè che per essere un piacere deve essere innanzitutto buono e si invitava la gente a non rinunciare alle piccole cose buone quotidiane. Negli anni settanta la distribuzione automatica era già una realtà in una prima fase di sviluppo. Avevate valutato questo nuovo mercato? Effettivamente in quegli anni era già presente la distribuzione automatica, anche se in modo tradizio-
INTERVISTA A GIUSEPPE LAVAZZA
nale con il distributore a grani. Il problema era che già ai tempi le condizioni di fornitura erano molto competitive e quindi un’azienda come la nostra difficilmente riusciva a trovare gli spazi per inserirsi con adeguate proposte commerciali. I sondaggi d’allora dicevano che era un settore che dava poche possibilità di sviluppo e quindi per molto tempo Lavazza l’ha considerato un mercato non prioritario. Maggiore attenzione è stata senz’altro rivolta al mercato retail che ancor oggi rappresenta il segmento più importante e al mercato fuori casa nella sua formulazione full-service. Alla fine degli anni ottanta però le cose sono cambiate. Il 1989 rappresenta il “big bang” della Lavazza nel settore della distribuzione automatica con l’acquisizione dell’azienda UNOPER di Gattinara e del relativo brevetto per la produzione di caffè in cialde
e di macchine di erogazione. È stato un incontro fortunato perché ci ha permesso di utilizzare un sistema che consentiva ai nostri prodotti ed al nostro marchio di entrare all’interno di segmenti sostanzialmente vergini dal punto di vista del consumo del caffè. Quindi più che di innovazione in termini di sistemi è stata un’innovazione in termini di mercato. Lavazza è riuscita con questa macchina ad entrare all’interno di momenti di consumo dove tutto sommato non era disponibile un’offerta interessante e di qualità per quanto riguardava il caffè. Infatti il nostro sistema Espresso Point si è affermato rapidamente conquistando fasce di mercato tipicamente concentrate sulle piccole e medie convivenze (uffici e negozi), incontrando in Italia subito un grande favore sia da parte del consumatore che da parte dell’operatore professionale. Abbiamo anche avuto ottimi risultati anche in altri mercati come
quello francese, spagnolo e svizzero, dove le nostre attese erano inferiori sia per la minor conoscenza del nostro marchio sia perché il prodotto espresso è prettamente italiano. Il sistema è stato fortemente implementato durante tutti gli anni novanta e sono stati fatti grossi investimenti. Oggi la nostra azienda dispone dello stabilimento di Gattinara che è esclusivamente dedicato al confezionamento delle cialde e abbiamo un sistema di processo integrato dalla torrefazione fino al confezionamento finale. Per diversi anni abbiamo anche provveduto all’assemblaggio delle macchine tramite una nostra società controllata che poi è stata recentemente dimessa per poterci concentrare sul core business. Avevamo anche una piccola società di gestione e di distribuzione che lavorava su Torino e Milano, ma anche questa alla fine degli anni novanta è stata ceduta perché ritenuta non strategica e così
abbiamo scelto di concentrarci nel ruolo di produttore di sistemi lasciando ai nostri clienti il compito della distribuzione. Oggi l’azienda è estremamente fedele al suo core business: continua ad essere leader indiscussa in Italia e anno dopo anno mette a segno delle crescite interessanti anche sui mercati internazionali: siamo il sesto gruppo mondiale che si occupa di caffè. Rispetto ad altre multinazionali abbiamo la specificità di essere dedicati completamente al nostro prodotto. Il settore della distribuzione automatica è in grande crescita e oggi molti torrefattori stanno scoprendo il valore di questo mercato. Fino a qualche tempo fa era un settore segnato da un livello di sviluppo non eccezionale, normativamente un po’ opaco e tendenzialmente destrutturato. In quest’ultimi anni un grosso salto in avanti, soprattutto in Italia. È un mercato che finalmente ha riscoperto la voglia di fare e di fare bene: elemento D.A.ITALIA 9
IL MERCATO DEL VENDING
essenziale per fare degli investimenti. Attraverso il nostro sistema Espresso Point siamo orgogliosi di aver dato agli operatori la possibilità di gestire un prodotto di marca e di qualità nel settore delle bevande calde, permettendo di valorizzare al massimo il loro ruolo e servizio. È un discorso rivolto anche al consumatore finale che oggi può comprare un prodotto conosciuto e bere un buon caffè. Lavazza ha avuto un grande successo nel mondo della distribuzione automatica dal 1990. Come mai per quasi 15 anni siete rimasti solo nel segmento OCS e solo con il progetto BLUE siete entrati davvero nel mercato del vending? Il primo sistema Espresso Point aveva delle caratteristiche ben precise e veniva proposto in un mercato dove operavano già altri produttori di cialde, come ad esempio quelle in standard ESE. D.A.ITALIA 10
Il nostro sistema aveva però dei grossi vantaggi rispetto agli altri perché rendeva possibile la preparazione in un modo più semplice, ma le cialde, per poter garantire aroma e freschezza, avevano bisogno di un secondo imballo e soprattutto serviva un intervento manuale per l’inserimento nella macchina. Il passaggio decisivo è stato quello che ci ha consentito di avere una cialda autoprotetta. Questo tipo di cialda poteva essere distribuita anche in una macchina di vending tradizionale. Grazie alla cialda autoprotetta oggi siamo in grado di offrire un buon servizio coprendo le esigenze che partono da una macchina per consumo familiare fino ad arrivare al grande distributore del vending. Il sistema Espresso Point non aveva la possibilità di generare questo ulteriore passaggio La differenza rispetto al 1989 è che oggi ci muoviamo all’interno di un mercato decisamente più saturo dove
la competizione è più agguerrita e dove il sistema deve primeggiare perché dà un servizio più completo, è economicamente competitivo ed è in grado di generare un maggior valore sia per chi lo utilizza professionalmente (il gestore) sia per il consumatore finale. Tutto questo dovrebbe corrispondere ad una crescita del valore effettivo di questo mercato. Siete comunque rimasti a lungo nel progetto Espresso Point. Quali evoluzioni ci sono state in questi 15 anni? C’è stata una evoluzione sia da un punto di vista tecnico che funzionale ed estetico. Quando Lavazza ha acquisito il brevetto Unoper e ha deciso di sviluppare le prime macchine, abbiamo creato un modello che era l’Espresso Point. A distanza di qualche anno abbiamo realizzato un’evoluzione presentando al mercato l’Espresso Point Pininfarina, inserendo il concetto del design nella distribuzione auto-
matica. Un ulteriore tentativo di dare valore aggiunto: non solo doveva esserci una buona resa in tazza, ma la macchina doveva essere un oggetto esteticamente attrattivo. È importante continuare a costruire valore per rendere sempre più fluido il rapporto sistema-utente. Il passaggio alla cialda non è immediato. In Italia il consumatore è più aperto e si lascia guidare dal gusto. Al contrario all’estero esiste una sensibilità diversa e c’è molta più diffidenza. Quando si affronta il discorso di un caffè in una capsula non tutti reagiscono in maniera positiva perché pensano che sia un sottoprodotto, mentre in realtà è esattamente l’opposto. Come sempre si scontrano due anime: quella purista, integralista e genuinista che vede in tutto ciò che è naturale e tradizionale un elemento di qualità e quella tecnologica che tende a trovare sempre in un meccanismo artificiale una
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TM
INTERVISTA A GIUSEPPE LAVAZZA
qualità che altrove non esiste. All’estero era necessario superare queste barriere, dato che più ci si allontana dall’Italia e più si tende ad avere un’immagine stereotipata del caffè: la macchina a leva, il macinino e il caffè sfuso. Si cerca la genuinità solo nel rito. Per questo abbiamo cercato di corredare la nostra proposta con un design piacevole per far comprendere che si trattava di un oggetto con dei contenuti di qualità. Il progetto BLUE oltre a portare la capsula monodose nel vending tradizionale, consente la “brandizzazione” delle macchine, un fenomeno in forte crescita all’estero. Pensate che tutti (gestori e consumatori) ne trarranno vantaggio? Nel segmento del vending c’è ancora un problema di qualità. Abbiamo fatto delle indagini sui consumatori ed è emerso che la percezione di andare a bere un caffè in un distributore automatico non è poi così esaltante, spesso lo si beve perché non esiste un’alternativa.
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Noi vorremmo che questo atteggiamento cambiasse e grazie all’inserimento nei distributori, di caffè più protetti e ben conservati, vogliamo abituare i consumatori a vedere nel distributore automatico una macchina capace di ricreare la magia di un ottimo caffè. Piazzando i primi nuovi distributori è molto interessante poter effettuare una prova comparativa. Ovviamente il caffè in cialde è più caro di un caffè normale, tuttavia è interessante osservare quanto rapidamente il cliente si orienti in base alla qualità di ciò che consuma. Io credo che questo tipo di sistema stimolerà verso nuove occasioni di consumo anche là dove oggi bere un buon caffè non sembra facile. Avete in progetto nuovi prodotti all’interno della gamma dei caffè (ad esempio offrire il caffè equo solidale che è una piccola nicchia di mercato) o pensate addirittura di arrivare alla carta dei caffè? Il progetto BLUE è partito con tre miscele di caffè in modo tale da avere uno spettro ben definito,
perché uno dei rischi dei sistemi a cialde secondo noi è proprio insito nella arbitrarietà che porta a proporre talmente tante varianti da rischiare di cadere nel generico. Noi abbiamo scelto di iniziare con tre tipologie di caffè per suddividere in modo netto le proposte. Le tre che abbiamo proposto consentono di marcare tre territori di gusti molto netti: il decaffeinato (che naturalmente ha la specificità di essere senza caffeina) è una miscela molto rotonda, dolce e appagante; il 100% Arabica è un prodotto intenso ma molto ricco e il caffè è estremamente cremoso e morbido; infine la miscela Arabica / Robusta che presenta un’aromaticità molto intensa ma equilibrata e piena. Le nostre cialde contengono più caffè della media permettendo di preparare degli ottimi caffè ristretti, ma anche di preparare degli eccellenti caffè lunghi senza perdere in consistenza, in corpo ed in crema. Un sistema estremamente duttile in grado di soddisfare i palati dei consumatori del Nord Europa che notoriamente amano un caffè più lungo ma anche degli intenditori italiani che prediligono un caffè ben concentrato e ristretto. La nostra cialda dà anche la possibilità di aumentare ulteriormente la quantità di caffè fino a 11 grammi. Pertanto possiamo avere delle cialde che al posto di preparare un caffè ne possono fare addirittura due. Per quanto riguarda l’area del caffè etico abbiamo sviluppato un progetto in questa direzione che si chiama “Tierra” in futuro disponibile anche in cialde B.L.U.E. Lavazza. Il sistema inoltre serve prodotti
complementari come il the, la camomilla, la cioccolata ecc., è insomma un sistema completo. Recentemente Lavazza ha compiuto una scelta molto difficile alzando i prezzi di molte referenze. In una fase congiunturale come quella che stiamo attraversando può voler dire perdere quote di mercato. Come siete arrivati a questa decisione? Quando si decide di alzare i listini lo si fa perché l’aumento della materia prima è tale da mettere in crisi i nostri bilanci. Noi ci muoviamo basandoci sulla variazione dei prezzi della materia prima che possono arrivare ad incidere sui nostri costi anche a livelli percentuali molto alti. Quando i prezzi aumentano vuol dire che il mercato all’origine ha dei momenti di criticità e i torrefattori devono in qualche maniera farvi fronte, pur sapendo di muoversi all’interno di un mercato molto competitivo, anzi la competizione per molti anni ha spinto al ribasso. Un ultima curiosità: la scelta del colore blu, oggi dominante nella vostra comunicazione, è molto particolare visto che non è mai stato usato nel mondo del caffè se non per i prodotti decaffeinati. È stata una scelta della stessa famiglia Lavazza? No, non è stata una scelta personale della famiglia Lavazza, B.L.U.E. non nasce da preferenze cromatiche ma dall’acronimo Best Lavazza Ultimate Espresso. E poi il blu è il colore dell’Europa…
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IL MERCATO DEL VENDING IL PROGETTO LAVAZZA BLUE (Best – Lavazza – Ultimate – Espresso)
Le cialde monodose L’innovativo sistema chiuso Lavazza BLUE è caratterizzato da un’unica cialda monodose autoprotetta, compatibile con tutti i distributori della gamma (casa, OCS e vending tradizionale). Grazie ad un esclusivo sistema di erogazione che avviene attraverso la deformazione e la perforazione del fondo della cialda, si riesce ad ottenere un espresso di qualità costante, perfetto per cremosità e aroma. Questo sistema può soddisfare con un’unica cialda ogni modalità di consumo: dal vero espresso italiano, al caffè lungo, fino alle maxi dosi di caffè american style. Attualmente sono disponibili tre miscele Esclusive di BLUE Espresso Lavazza: Forte e Aromatico; Pieno e Corposo e Espresso Decaffeinato. Espresso Forte e Aromatico: una miscela 100% arabica di qualità top brasiliane e centro americane che esalta la pienezza e la fragranza dell’aroma per un espresso dolce e aromatico e con
[ Lavazza blue ]
Le macchine per la distribuzione automatica una crema densa e persistente. Espresso Pieno e Corposo: una miscela che unisce ai caffè brasiliani e centroamericani le migliori qualità indonesiane di robusta. È un caffè particolarmente cremoso, dal retrogusto persistente e bilanciato. Espresso Decaffeinato: una miscela di caffè brasiliani e asiatici decaffeinizzata con un gusto pieno e dolce, dal retrogusto cioccolato e con una crema densa. Oltre al caffè sono disponibili in cialde monodose altre bevande calde: The Lipton yellow label – una miscela classica per il the quotidiano The Lipton Lemon – una miscela di Black Tea aromatizzata al limone Camomilla Montania Lipton Orzo solubile Consommè Knorr élite Bevanda bianca - Per caffè macchiati caldi e per la preparazione di bevande al cioccolato.
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manopola di selezione Espulsione automatica della cialda usata Cassetto raccoglitore fino ad un massimo di 10 cialde Sistema automatico di controllo cassetto raccoglitore cialde pieno Indicazione del livello minimo di mancanza acqua Lancia Vapore Sistema automatico di sicurezza sportello inserimento cialda Sistema automatico di blocco sportello inserimento cialda.
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BLUE – per i piccoli ambienti LB 2000 – una macchina con design Pininfarina studiata appositamente per uffici, attività commerciali e piccole comunità. (larghezza 32,7 cm - altezza 39,1 cm - profondità 47,3 cm - peso 10,5 kg) Caratteristiche tecniche Capacità serbatoio acqua: 4000 cc Alimentazione elettrica: 230V 50 Hz Potenza nominale: 1150 W Caricamento manuale cialda frontale Gruppo di estrazione meccanico verticale, estraibile e lavabile Cassetto raccoglitore fino ad un massimo di 25 cialde Doppia griglia poggia tazza Display a 4 righe per 16 caratteri Tasti per dosi reimpostare e dose libera Testo per impostazione della lingua Indicazione livello serbatoio acqua Indicazione cassetto cialde esauste pieno Possibilità di impostazione: dosi, tempo preinfusione, temperatura e durezza acqua per ciclo anticalcare Su richiesta, modello con attacco a rete idrica Numero di erogazioni disponibile programmabile. Recentemente è uscito un’evoluzione di questo modello, dotato di “cappuccinatore” e denominato: LB 2200.
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BLUE – per i grandi e medi ambienti Lavazza BLUE propone il primo sistema vending tradizionale interamente caricato a cialde. I distributori automatici disponibili sono diversi e si adattano a ogni tipo di ambiente: - Lavazza BLUE “Colibrì”, automatico e semiautomatico, ideale per piccole aziende e comunità. 140 cialde / 170 bicchieri (automatico) - 8 selezioni – espresso in cialde e 2 solubili. - Lavazza Blue “Kikko”, automatico, studiato per le medie aziende e comunità. 300 cialde / 450 bicchieri - 16 selezioni espresso in cialde e 3 solubili. - Lavazza BLUE “Astro”, automatico, è perfetto per grandi aziende e organizzazioni, ideale anche per spazi aperti al pubblico ad alto traffico. 450 cialde / 650 bicchieri 18 selezioni – espresso in cialde e 4 solubili. - Lavazza BLUE “Oblò”, automatico, per grandi comunità. 450 cialde / 650 bicchieri - 16 selezioni – espresso in cialde e 4 solubili. - Lavazza BLUE “Zenith”, automatico, ideale per grandi aziende e organizzazioni. Anche per spazi aperti al pubblico ad alto traffico 450 cialde / 900 bicchieri - 24 selezioni – espresso in cialde e in grani (5 Kg) - 4 solubili.
Materie prime: il caffè Alla base dei prodotti Lavazza c’è la materia prima, il caffè, che il Gruppo importa dai principali paesi produttori: Brasile Colombia in Sud America, Guatemala, Costarica, Honduras in Centro America, Uganda in Africa e Indonesia, Vietnam in Asia. Ogni anno nel mondo vengono prodotte e vendute circa 7 milioni di tonnellate di caffè verde dal quale si produce il caffè tostato. Le specie di caffè più conosciute sono due: Coffea Arabica, più pregiata che viene coltivata nel Sud America, nell’America Centrale e in alcune zone dell’Asia; Coffea Robusta, più resistente che è molto diffusa in Africa, Sud America e Asia. Il caffè, un arbusto della famiglia delle Rubiacee, cresce nelle zone D.A.ITALIA 18
della fascia tropicale del pianeta ad un altezza che varia da 200 a 2mila metri. I frutti della pianta sono piccole bacche simili alle ciliegie, color rosso lucente o giallo intenso, ogni frutto contiene due chicchi avvolti in due membrane protettive. La vita media della pianta è di circa 15-20 anni durante i quali produce ogni anno 7-800 grammi di caffè verde. I paesi produttori che coltivano caffè in maniera significativa sono in tutto 60, mentre i principali esportatori di caffè del mondo sono cinque e insieme vendono ogni anno il 60% circa della produzione globale. Al primo posto viene il Brasile che si aggiudica il 26,6% dell’export, seguito dal Vietnam con il 12,8%, da Colombia 10,4%, Indonesia 5,6% e Messico 5%. Essi producono Coffea Arabica lavata (36%), Coffea Arabica naturale (25%) e Coffea Robusta naturale (38%). Gli Arabica lavati detti anche
“milds” vengono prodotti principalmente nel centro america e negli stati settentrionali del cono sud, in Africa e in India. Gli Arabica naturali sono prodotti in Brasile, Cuba, Haiti, Etiopia e India. I caffè Robusta sono di casa soprattutto in Africa, Brasile e Far East. La qualità Robusta lavata viene prodotta in piccola quantità (1%) solo a Giava e in India. La qualità “lavata”, la più pregiata, è così detta dalla lavorazione che prevede la sbucciatura e la fermentazione in acqua dei chicchi avvolti dalle due membrane, seguita dall’essicazione. La qualità “naturale” invece è posta ad essiccare al sole dopo la raccolta, dopo di che la bacca secca e la membrana che avvolge i chicchi vengono rimosse. Lavazza acquista caffè in 25 Paesi produttori. Le differenze di varietà e di microclima di coltivazione, le dimensioni del chicco e il grado di selezione fanno sì però che
Lavazza disponga alla fine di 50 qualità diverse di prodotto verde per corposità, dolcezza, fragranza e acidità.
La “SUPPLY CHAIN” di Lavazza Le miscele di caffè Lavazza nascono dall’attenta combinazione delle diverse qualità di piante di caffè e del tipo di lavorazione dei chicchi. Lavazza definisce gli standard di qualità dei caffè crudo da tostare, selezionato per raccolto e origini principali. Il caffè acquistato, infatti, viene testato per un giudizio di conformità agli standard. Il laboratorio di analisi, in collaborazione con il Coffee Buying Department effettua severi controlli sulla qualità del caffè che viene poi monitorato durante il viaggio dal Paese d’origine fino allo stabilimento: peso, stato dei contenitori, umi-
dità, condizioni di stivaggio devono essere ottimali. Il ciclo produttivo Lavazza inizia con l’arrivo in stabilimento del caffè verde. Il laboratorio è il settore dove vengono create le miscele, definiti e controllati i parametri qualitativi delle partite di caffè crudo acquistate. Al momento del suo arrivo in stabilimento ogni partita di caffè viene registrata e memorizzata in un data-base e stoccata nei silos. Da qui inizia il processo di lavorazione certificato Lavazza. Con la tostatura avviene la trasformazione del caffè. È proprio da questa fase che si sviluppano l’aroma e il sapore caratteristici del caffè. Il ciclo di tostatura (tempo e temperatura) varia a seconda del tipo di origine e miscela. La tostatura avviene in macchine che utilizzano aria ad alta temperatura che riscalda il caffè tenendolo in sospensione e sono gestite dalla sala comando da personale specializza-
to. Alla fine dell’operazione i chicchi perdono dal 16% al 22% del loro peso. Il prodotto dopo la tostatura subisce un ulteriore trattamento per l’eliminazione di frammenti di caffè e poi la macinazione. Su questo fronte, così delicato per la buona riuscita della bevanda, Lavazza ha studiato un procedimento dall’alto contenuto tecnologico che permette la macinazione di una quantità che oscilla dai 2.000 a 3.000 kg di caffè tostato all’ora, con regolazioni micrometriche indicate sulla base del metodo di preparazione in tazza. Il confezionamento del caffè a valle della tostatura è poi gestito in funzione delle caratteristiche finali del prodotto. - Prodotti macinati in pacchetti flessibili o lattine - Prodotti macinati in cialde - Prodotti in grani. Il caffè è confezionato in atmosfera compensata sottovuoto.
La linea è composta da confezionatrici, incartonatrici e pallettizzatori. Il prodotto pallettizzato viene avviato al magazzino automatico di stoccaggio del prodotto finito che rappresenta il cuore logistico dell’azienda. La distribuzione dei prodotti viene gestita direttamente dall’azienda che utilizza sia magazzini propri che di terzi. In Italia dispone di suoi Poli logistici a Torino, Milano e Roma. In particolare Torino, che opera sia per la distribuzione che per l’approvvigionamento agli altri centri logistici in Italia e all’estero, dispone di un magazzino computerizzato la cui capienza totale è di 11.000 posti/pallet di 2 mt. di altezza. La movimentazione gestita da un elaboratore centrale avviene mediante rulliere e quattro transelevatori senza uomo a bordo.
Training Centre Parte integrante del sistema qualità del Gruppo sono i corsi organizzati dai Training Centre. La qualità Lavazza, infatti, non si ferma con la fine del ciclo di produzione in fabbrica: si estende alla preparazione del caffè e si conclude finalmente nella tazza. Proprio per diffondere la “coffee education”, da diversi anni a Torino opera una struttura preposta alla formazione professionale degli operatori del settore, che ha il compito istituzionale di divulgare in Italia e all’estero la cultura del vero caffè espresso. Quello torinese è stato il modello dal quale sono nati i 20 Training Centre aperti in tutto il mondo dalla società, l’ultimo dei quali è stato inaugurato recentemente a Oporto.
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SPECIALE SISTEMI DI PAGAMENTO MARK: un nuovo nome per nuove sfide
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Mark è una giovane e dinamica società veronese che opera nel settore dei sistemi di pagamento da oltre 10 anni. Recentemente ha cambiato la denominazione sociale da Vending Machines Verona a Mark Srl. Nonostante si sia affacciata in un segmento di mercato difficile e altamente competitivo, l’azienda veneta continua a dimostrare una sorprendente vitalità e una continua capacità di rinnovarsi e di offrire ai suoi clienti dei validi prodotti a prezzi interessanti. Per conoscere meglio questa realtà, D.A. Italia si è recata negli uffici e nello stabilimento della Mark Srl a San Bonifacio e ha intervistato l’Amministratore Unico Marco Mion e il Marketing Director Stefano Talamini.
Marco Mion, Amministratore Unico e Stefano Talamini, Marketing Director
Intervista a Mark Srl Mark è un’azienda che si è affacciata relativamente da poco sul mercato. Qual’è in sintesi la vostra storia? Mark è nata nella primavera del 1993 in un capannone di San Bonifacio (VR) come società commerciale. L’azienda si chiamava Vending Machines Verona e distribuiva d.a. e sistemi di pagamento: ha subito avuto dei buoni riscontri di mercato e nel 1996 ha stipulato accordi commerciali anche con Azkoyen e con la MEI-Mars. Ci siamo concentrati su questo percorso commerciale soprattutto nei primi cinque anni, poi nel 1998 VMV ha iniziato a progettare e realizzare una propria gamma di prodotti. Questa grande svolta è iniziata con la produzione di alcuni accessori come le spalle per lettori di banconote e le interfacce ed è proseguita con la creazione di un sistema di pagamento centralizzato per le lavanderie. In occasione della prima edizione di Venditalia abbiamo presentato il D.A.ITALIA 20
prototipo del nostro primo sistema di pagamento, che subito dopo la fiera siamo riusciti a realizzare ed installare in alcuni porti turistici. Non iniziare subito nel vending e fare esperienza in situazioni climatiche difficili come quelle presenti nei porti è stato un importante test che ci è servito per arrivare al primo prodotto studiato appositamente per il vending: il sistema di pagamento “Unikey”.
settore hanno dimensioni ben diverse da quelle domestiche. Abbiamo soddisfatto questa richiesta elevando la ricarica a 650.000 lire. Quanto alla sicurezza, non si è mai rivelata un problema: siamo stati tra i primi ad implementare un prodotto molto affidabile della Philips che non ci ha mai deluso, tanto che lo utilizziamo ancor oggi, con oltre un milione di nostre chiavi in circolazione.
La sicurezza in un porto è fondamentale perché sulle chiavi possono essere caricate anche grandi cifre. Come avete affrontato questo problema? Le nostre chiavi servivano per pagare i consumi di energia elettrica e di acqua delle barche ormeggiate in porto. Inizialmente avevamo caricato le chiavi come nel vending, con un importo standard di 65.000 lire. Ben presto però i nostri clienti ci hanno chiesto di ottimizzare la ricarica per importi più alti, in quanto i consumi energetici del
In alcuni forum su internet c’è sempre qualcuno che afferma
che il trasponder Philips in qualche modo si può aggirare. Probabilmente con l’attrezzatura giusta si può aggirare qualsiasi cosa, ma ad oggi non ci risulta che qualcuno abbia violato la chiave. Se ci sono anomalie nella ricarica la causa è quasi sempre altrove e spesso ha effetti facilmente rimediabili. Non ci sono mai capitate e nemmeno abbiamo mai sentito notizie su azioni di hackeraggio su un nostro prodotto. Ci sono voci che affermano che la MEI sia entrata come nuovo socio in MARK e che perfino il cambio di nome sia una prova di questa compartecipazione. Siamo molto divertiti da queste voci, completamente infondate. Abbiamo un eccellente rapporto con MEI di cui siamo distributori per l’Italia (e gli unici italiani ad aver ricevuto premio come miglior distributore europeo) oltre che fornitori del sistema cashless per il mercato europeo. Ma i rapporti
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SPECIALE SISTEMI DI PAGAMENTO
UniKey Minikey
finiscono qui. Quanto al cambio della ragione sociale, è la conseguenza di una scelta strategica di marketing, che già nel piano pluriennale del 2003 prevedeva un adeguamento della comunicazione alla mutata natura della società: Vending Machines Verona poteva andare bene all’inizio quando commercializzavamo prevalentemente nel veronese distributori automatici, poi le cose sono davvero cambiate, abbiamo iniziato a produrre e ci siamo progressivamente espansi in altri ambiti territoriali. Oggi VMV non rispecchia più la nostra realtà aziendale. Inoltre, il nome non lo abbiamo nemmeno deciso noi, lo ha pensato un’agenzia. Doveva avere solo alcune caratteristiche irrinunciabili: non doveva essere più lungo di 5 lettere, il marchio doveva essere riproducibile su qualsiasi supporto in positivo e negativo, non doveva avere nelle più diffuse lingue europee nessun significato negativo e doveva essere pronunciabile in tutte le lingue D.A.ITALIA 22
in modo corretto e univoco. Le indicazioni all’agenzia sono arrivate anche sulla scorta di una presentazione in azienda dove, in vista del cambio del nome, abbiamo ascoltato chiunque del nostro staff avesse un’idea in merito. Perché questo diretto coinvolgimento di tutto il personale in quella che tutto sommato è una scelta imprenditoriale? In questi anni l’azienda è cresciuta grazie a tutti ed è realmente diversa da quella delle origini: ha effettuato molti cambiamenti anche dal punto di vista strutturale con un sensibile aumento della superficie degli uffici, dei laboratori e dei magazzini. Soprattutto ha investito molto sulle persone, tanto che l’anno scorso abbiamo organizzato corsi di formazione pari a 700 ore/uomo su 15 persone. Come nasce l’idea di Mini Key, il vostro sistema di pagamento cash less di dimensioni ridotte?
Mini Key è stato progettato per andare incontro al mercato, che ha dato delle chiare indicazioni di tendenza verso le macchine piccole. La progettazione è stata una fase molto interessante perché ci siamo subito resi conto di aver compiuto un vero e proprio salto tecnologico. Mini Key è attualmente il nostro prodotto più avanzato anche se nasce dall’esperienza maturata su Uni Key che è stato il nostro primo prodotto e che ha funzionato benissimo per anni e che tuttora è ben presente nella sua fascia di mercato. Questo tipo di esperienza è stato il punto di partenza che ci ha permesso un salto generazionale. Mini key è il primo prodotto che riduce in modo drastico il numero dei componenti ma mantiene intatte caratteristiche e performance di sistemi di pagamento di dimensioni maggiori. Lo abbiamo previsto sia nella versione Executive che TTL. In particolare Mini Key Executive è stato concepito per risolvere tutte le problematiche
delle vendite con denaro contante sui piccoli distributori automatici table top. Si collega direttamente a qualsiasi apparecchiatura predisposta per selettori a 12 Volt con protocollo di comunicazione Executive o TTL ed è programmabile tramite apposito programmatore o con chiavi di servizio. Questo sistema di pagamento dispone di una sofisticata elettronica, in grado di memorizzare tutti i dati contabili relativi alle operazioni effettuate dal sistema ed è compatibile con tutte le chiavi utente, di servizio e prelievo dati del fratello maggiore Uni Key. Si distingue per le dimensioni estremamente contenute (H 50 mm, L 30 mm) ed è veramente semplice da installare. Andare sul mercato con un prodotto così innovativo vi ha creato qualche problema o l’avevate già testato a sufficienza? Quando siamo usciti con Mini Key avevamo messo in preventivo di
INTERVISTA ALLA MARK
MiniKey Executive
poter avere in un primo periodo qualche problema. Nonostante tutti i test effettuati il vero banco di prova per un prodotto così tecnologicamente avanzato è sempre e comunque l’effettiva l’installazione su molte macchine e il suo reale utilizzo sul mercato. Invece, tranne qualche piccolo aggiornamento, di problemi veri e propri non ce ne sono stati. Visti i risultati positivi ottenuti con Mini Key, il nostro prodotto comunque di “fascia bassa”, siamo arrivati al Mini Key 2 e al Mini Key Dual (sempre per macchine piccole ma che utilizzano il selettore da 24V). Perché Mini Key rappresenta per voi un salto tecnologico, pur essendo studiato per d.a. entry level o tabel top? A onor del vero la scelta di fare il frontalino più piccolo non derivava solo da questioni di costi ma anche dalla constatazione che per alcuni modelli di macchine Uni Key era troppo grande e poteva creava dei
il nuovo selettore MCA-32
problemi estetici, mentre un modello più piccolo lo si poteva installare da qualsiasi parte, posizionando l’elettronica dove c’era spazio. Quindi abbiamo pensato, partendo da Uni Key, di costruire un prodotto di dimensioni molto più contenute e a minor costo. Abbiamo girato attorno al problema per mesi finché poi abbiamo pensato che non dovevamo ridurre Uni Key ma dovevamo reinventare il sistema. Anche se l’esperienza su Uni Key ci aveva insegnato molto, abbiamo deciso di partire da zero e ci siamo inventati un sistema per macchine di fascia bassa. Come per il nuovo nome dell’azienda, per Mini Key ci siamo trovati di fronte ad una scelta: mantenere la compatibilità con i vecchi prodotti oppure rompere con il passato. Abbiamo deciso di rompere con il passato, non tanto nella progettazione dell’oggetto ma sul sistema di prelevamento dati. Su Uni Key infatti utilizziamo la chiave audit; sulla nuova generazione per poter fare un salto tecnologico
abbiamo dovuto rompere con la compatibilità e non prelevare i dati con questo tipo di chiave, ma prelevarli con terminali standard via Irda o cavo (come il nostro Uni Reader), avendo adottato lo standard EVA-DTS. Siamo convinti che la scelta di operare su protocolli standard andava comunque fatta. anche se Uni Key rimane comunque un ottimo prodotto visto che Mars, ad esempio, lo compra tuttora. Quando è previsto il lancio commerciale del nuovo selettore elettronico MCA 32? Stiamo terminando i dettagli di commercializzazione ed è assai probabile che qualcuno legga questa intervista avendo già in prova il nuovo selettore. Ovviamente, se dovesse esserci la necessità di qualche ritocco sarà in commercio al massimo ai primi di settembre ad un prezzo certamente molto interessante. È selettore a 12 volt compatibile e intercambiabile con i principali
prodotti sul mercato e oltre ad essere molto versatile ha un ottimo grado di affidabilità. Pensate di fare molto mercato nel segmento dei selettori elettronici? Vi scontrate in un arena competitiva particolarmente aggressiva. Il nostro prodotto è economico, funziona bene e le funzioni base sono tutte soddisfatte. Non può capitare che si fermi, che si blocchi, che passino le monete e non vengano segnate. È un prodotto destinato a piccole utenze, dove queste caratteristiche sono prevalenti e non sono richiesti particolari livelli di sofisticazione. Qui in Veneto diciamo “un mulo, no un caval” (traduzione: serve un mulo, non un cavallo). Tornando ai vostri sistemi a chiave, il vending è un mercato molto importante per voi o siete diversificati e fate un buon fatturato anche in altri settori? D.A.ITALIA 23
SPECIALE SISTEMI DI PAGAMENTO
Il vending è molto importante perché sviluppa dei numeri consistenti. Quando hai conquistato nel tuo parco clienti un porto turistico i numeri restano bassi. Il prodotto è diverso e più costoso ed il fatturato è di una certa rilevanza, ma non può comunque avere un peso determinante a livello di vendite globali. Mark è anche leader con una quota di mercato di oltre l’80% nel segmento delle lavanderie self-service con unità di pagamento centrale, ma anche in questo segmento di mercato i numeri sono piccoli e non possono competere con quelli della distribuzione automatica tradizionale. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle vendite, siete proiettati verso l’estero o il vostro mercato di riferimento è l’Italia? Sino ad oggi il mercato di riferimento per Mark è stato l’Italia. Bisogna però fare una precisazione: con il nostro marchio siamo senz’altro presenti quasi esclusivaD.A.ITALIA 24
mente sul territorio nazionale, mentre con il prodotto che viene fabbricato per Mars e che viene commercializzato da loro, siamo ovviamente presenti anche nei mercati esteri. Ma ormai il mercato “interno” è quello europeo e perciò uno degli obiettivi che ci siamo posti nel piano strategico triennale è quello di creare una nostra presenza almeno nei Paesi dell’Eurozona. Avete altri prodotti in cantiere? Oltre al già citato selettore che uscirà a marchio nostro, distribuiremo a brevissimo la gamma di lettori banconote ICT. Altre novità sono in cantiere, ma per il momento il “cantiere” è top secret. Sul selettore che tipo di assistenza potrete fare? Crediamo che questo prodotto richiederà un’assistenza molto bassa e probabilmente adotteremo la soluzione della sostituzione. Come sempre, poi, sarà il mercato a definire il grado di affidabilità del
prodotto. Come vedete il mercato del vending? Ancora in crescita o un settore sempre più difficile dove per fare numeri bisogna agire con intelligenza? Per rispondere a questa domanda bisognerebbe avere la sfera di cristallo. È vero che qualche azienda cresce, anche a doppia cifra, ma se guardiamo i numeri di produzione dei distributori automatici sono fermi ormai da tre anni e cambiano solamente le quote di ripartizione.Questo lo si verifica anche nella produzione di selettori: i numeri non si muovono. In una situazione come questa è chiaro che per crescere bisogna avere un mix di qualità produttive e commerciali non indifferente, soprattutto se si è una piccolamedia realtà aziendale. C’è stata un’euforia pre-euro ed una depressione post-euro. Secondo voi il mercato oggi si è stabilizzato? Come sta
andando il 2005? Dovremmo analizzare con attenzione i dati dell’andamento dei primi sei mesi di quest’anno. L’anno scorso abbiamo avuto qualche delusione nei primi tre-quattro mesi, abbiamo scelto di non reagire a caldo ed è stata la scelta vincente:infatti pian piano siamo tornati sul mercato facendo numeri interessanti e abbiamo chiuso positivamente il 2004. Il 2005 è iniziato molto bene con un mese di gennaio al di là delle previsioni (per la nostra azienda il primo mese dell’anno non è stato mai stato particolarmente positivo), un febbraio un po’ deludente e un ottimo marzo. Un sistema di pagamento è normalmente più longevo di un distributore automatico: non è così facile crescere costantemente in questo settore… La durata di un sistema di pagamento è quasi illimitata. La necessità di cambiare è legata più a esi-
INTERVISTA ALLA MARK genze di marketing che a problemi di deperimento e la durata risponde alle variazioni delle richieste. La nostra politica è di fornire un sistema di pagamento che dura quanto serve e che viene ammortizzato con la macchina. Secondo noi c’è stato un momento nel quale si è perso di vista lo scopo prioritario del sistema di pagamento: il cliente usa la chiavetta perché vuole bere un caffé, non perché voglia “andare sulla Luna”. Il gestore, di conseguenza, pretende solo che il sistema gli faccia vendere un caffé senza problemi o imprevisti. L’unico vero salto nei sistemi di pagamento è quello di andare verso prodotti EVA-DTS, passare cioè da sistemi integralmente proprietari a sistemi standard e aperti, almeno per la parte di prelievo dati. Se il gestore è propenso a passare a sistemi aperti non è più vincolato ad avere l’unità del pre-
lievo dati di un solo produttore e può confrontare senza vincoli le diverse offerte sul mercato. Comunque per conquistare il mercato avete creato dei programmi commerciali innovativi. Ci può parlare del vostro “Formula Gold”? Per acquisire nuove quote di mercato, a Venditalia 2004 abbiamo proposto ai nostri potenziali clienti un particolarissimo contratto: Formula Gold, che concretizza la possibilità di utilizzare un sistema cashless spendendo meno di 2 euro al mese. Chi ha bisogno di rinnovare il parco sistemi della propria azienda ed installare un nuovo sistema Uni Key ogni 3 anni, può acquisire il prodotto con pagamento dilazionato al costo di un “noleggio”, avendo l’estensione triennale della garanzia. A fronte di ordinativi sufficientemente consistenti (500 pezzi) il
cliente versa un piccolo acconto pari al 15% del prezzo di listino, mentre il 40% non viene corrisposto e il rimanente viene pagato in 18 rate bimestrali: meno di due euro al mese. Durante i tre anni i clienti che utilizzano Formula Gold hanno uno sconto del 25% su tutti gli accessori del sistema, una garanzia totale (salvo naturalmente il vandalismo) e la possibilità di recedere dal contratto in qualsiasi momento senza clausole vessatorie. Passati i tre anni il cliente ha tre possibilità: - la prima opzione è interrompere il rapporto, non pagare più i 40 euro (che non erano stati corrisposti) e quindi ritrovarsi un costo di 60 euro in 3 anni; - la seconda opzione è mantenere i sistemi già operanti: il cliente corrisponde i 40 euro di differenza ed i sistemi rimangono di sua proprietà. In pratica il cliente paga
quello che avrebbe dovuto pagare all’inizio, ma in 36 mesi senza interessi e con l’estensione della garanzia; - la terza opzione è “ricominciare”. Il cliente rende i sistemi (senza pagare i 40 euro) e Mark li sostituisce con quelli al momento più aggiornati. Voi siete molto presenti alle fiere di settore. Non tutti continuano ad investire in modo sistematico in questi eventi, voi ci credete ancora? Abbiamo sempre investito ingenti risorse nelle fiere, anche perché la nostra politica è sempre stata quella di andare in prima persona dai clienti tanto che forse meno del 5% di loro sanno dove siamo o sono venuti in azienda. La fiera è un momento di contatto importante e noi crediamo ancora molto alle opportunità che si possono creare durante questi eventi.
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SPECIALE SISTEMI DI PAGAMENTO Maggi E v o l u t i o n S y s t e m ® la nuov a i d e a d i c a m b i a m o n e t e
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[ foto Alizia Lottero ]
La Maggi Coniature, fondata circa 80 anni fa da Ettore Maggi, è un’azienda storica nel mondo del vending. Nelle prime fasi di sviluppo del nostro settore ha introdotto nuove tecnologie di produzione dei gettoni per poi seguire l’evoluzione dei sistemi di pagamento con prodotti sempre più innovativi. Oggi l’azienda lombarda, che fa parte del Maggi Controls Group, presenta un nuovo prodotto destinato a cambiare sostanzialmente il concetto di cambiamonete: il Maggi Evolution System. D.A. Italia si è recata nella sede di Milano dove ha visitato lo stabilimento e gli uffici e ha intervistato il Presidente Aldo Maggi, l’Amministratore Unico Bianca Biagioni e la Marketing Manager Barbara Maggi.
Barbara Maggi, Aldo Maggi e Bianca Biagioni (foto fonte Maggi)
Intervista a Maggi Coniature La Maggi è sul mercato da quasi 80 anni. Ci può descrivere in sintesi la storia della vostra azienda? La nostra azienda nasce nel 1927 quando il fondatore Ettore Maggi, grande artista incisore, decise di applicare la sua genialità artistica ed il proprio lavoro nella creazione di una struttura in cui si realizzavano stampi di medaglie religiose. La Maggi Coniature ebbe subito un grande successo tanto da espandersi al di fuori dei confini nazionali e approdare anche nel mercato americano, dove ancora oggi esportiamo con successo i nostri prodotti. Successivamente anche altre aziende concorrenti entrarono con prodotti analoghi nello stesso mercato, ma oggi la nostra società è probabilmente l’unica che è rimasta attiva in questo particolare settore. Abbiamo conservato la nostra “branca” dedicata agli articoli religiosi proponendo un prodotto altamente artistico che ci ha premiato e continua a darci soddisfaD.A.ITALIA 26
zioni, ma contemporaneamente siamo entrati (ormai da anni) in altri settori. Un importante punto di svolta dell’azienda è stato l’ingresso di Aldo Maggi, figlio del fondatore, che ha avuto il grande merito di rendere il sistema produttivo dell’azienda più moderno. Realizzò un particolare sistema per stampare le scritte dell’Alfa Romeo e inventò un sistema di produzione tale da creare la scritta con i piolini a retro per poterle bloccare alla macchina; il tutto in automatico. Quando avete deciso di entrare nel mercato della distribuzione automatica? Il primo prodotto creato da Maggi per la distribuzione automatica è stato il gettone per il tram di Milano. È stato realizzato intorno al 1945-50 e aveva diametro e spessore esattamente uguali alle duecento lire che sono apparse negli anni successivi. Per quanto riguarda il mercato specifico del vending realizzò un
sistema automatico per realizzare gettoni non più lisci, come erano in uso fino ad allora nella distribuzione automatica, ma con i canali. Sempre in quegli anni Aldo Maggi inventò il gettone brevettato a chiave in esclusiva. Questo prodotto, realizzato in metallo, aveva dei profili personalizzati secondo un codice a dieci cifre che il cliente poteva stabilire e che potevano essere combinate. Poi venivano realizzate delle sagome nei canali (che non risultavano più tondi come di consueto). Questo gettone permetteva di dare il cambio del prezzo senza dover modificare alcuna struttura all’interno della macchina. All’epoca c’erano solo gettoniere meccaniche e c’era la possibilità di variare i prezzi secondo le proprie esigenze proteggendosi contemporaneamente dalle frodi. L’idea di questo gettone particolare fu un grosso successo di vendite e permise alla nostra azienda di avere sempre maggiore visibilità sul mercato.
Già in quegli anni avete incominciato ad esportare il vostro prodotto all’estero? Sì, proprio in quel periodo affrontammo per la prima volta il mercato inglese, dove sono nate le prime collaborazioni. Vendevamo i gettoni sia a chiave che con i canali tondi, perché anche in Inghilterra avevano incominciato a gestire i clienti con gettoni con canali differenti, onde evitare un interscambio (necessità molto sentita soprattutto nel caso i gettoni rappresentassero prezzi diversi). Con il nostro gettone brevettato affrontammo anche il mercato oltre-oceano, producendolo in grandi quantità per un’azienda americana. Ancora oggi noi vendiamo molto in America e abbiamo delle particolari nicchie di mercato, come ad esempio l’erogazione delle palline nei campi da golf, in cui siamo molto ben posizionati Quale è stato il prodotto di maggior successo e come è proseguita la vostra storia
INTERVISTA A MAGGI CONIATURE
fino ad oggi? Il passaggio successivo fu quello di creare una macchina per distribuire i gettoni. La prima macchina fu il Multicash brevettata da Aldo Maggi nel 1984 che fu realmente il “capostipite” di tutti i piccoli cambiamonete che vennero realizzati dopo. Questa macchina è stata davvero innovativa e ancor oggi può essere considerata all’avanguardia. Recentemente però avete realizzato un’evoluzione di questo prodotto il “Maggicash”. Sì. È stata chiamata così in onore del suo inventore: Aldo Maggi ed è oggi disponibile sul mercato nei modelli MC4 e MC5. Questa evoluzione non è stata certo realizzata per problemi di funzionalità, ma si è resa necessaria semplicemente perché non riusciamo più a trovare i suoi componenti elettronici. Ormai sono passati più di vent’anni e abbiamo dovuto cambiare l’elettronica. Questa macchina completamente
manuale ebbe un grandissimo successo e la sua produzione arrivò a cinquemila pezzi. Grazie a questo prodotto si incrementò la nostra collaborazione con la Money Controls, la società che inventò l’Universal Hopper, ovvero il primo pagatore utilizzato nel vending come erogatore universale di tutte le monete. Come avvenne il passaggio dalla produzione di gettoni al distributore di monete? Aldo Maggi comprese che il mercato avrebbe avuto bisogno di questo prodotto e lo realizzò. Era una conseguenza logica, un passaggio obbligato. Perché commercializzate una gamma così ampia di prodotti? Abbiamo a listino molti articoli complementari che acquistiamo per offrire una gamma completa ai nostri clienti. È una decisione strategica che riteniamo corretta. Poter offrire un ventaglio molto ampio di prodotti è un nostro punto di
forza. Come selezionate queste partnership e come arrivate a trovare un prodotto che abbia qualità, affidabilità e un prezzo interessante per il mercato? Per quanto riguarda le nostre collaborazioni con altre aziende, l’essenziale è trovare dei partner con i quali ci sia un buon interscambio. La nostra politica aziendale è quella di non comprare mai quello che il mercato richiede in maniera “folle” a bassissimi prezzi. La nostra scelta è sempre stata indirizzata a prodotti di qualità ad un prezzo ragionevole. Abbiamo dei prodotti che sono molto affidabili e il mercato ce l’ha sempre riconosciuto. Noi siamo distributori esclusivi della Money Controls da trent’anni, con un accordo molto forte ed è un’azienda che ha sempre fatto della qualità molto alta. La Money Control ha seguito di più il mondo “games”, mentre altri concorrenti come la MEI hanno deciso di seguire di più il vending.
Oggi però i due settori incominciano ad assomigliarsi sempre di più e i prodotti che “vanno bene” da una parte funzionano anche dall’altra. Siete una azienda molto conosciuta nei sistemi di pagamento. Come mai non siete mai entrati nel mondo delle chiavi cashless? Nel 1992 non ci aspettavamo che lo sviluppo elettronico facesse passi così in avanti e ritenevamo possibile che la chiavetta rimanesse relegata in un campo tutto sommato ristretto, perché non c’era la possibilità di dare un servizio ad una certa tipologia di cliente (ad es. quelli di passaggio). Oggi però le cose sono molto cambiate e siamo entrati nel mercato cashless con un prodotto molto importante: il Maggi Evolution System. Potete descriverci meglio questo vostro prodotto e le sue caratteristiche? D.A.ITALIA 27
SPECIALE SISTEMI DI PAGAMENTO
Il Maggi Evolution System è il punto di arrivo di un nostro vecchio progetto collegato all’importante discorso di avere un mezzo di pagamento che non trasporti denaro. Questo nuovo prodotto rappresenta una nuova idea di cambia monete. Ha tutte le caratteristiche di un normale cambia monete e quindi distribuisce gettoni, monete, schede, banconote, scontrini, ricevute ecc., ma cela al suo interno un vero e proprio computer in grado di gestire, oltre ai dati contabili, tutta una serie di periferiche che possono essere a lui collegate. Grazie ad un ampio display TFT a colori si possono selezionare e attivare altre periferiche quali: vending machines, piste car wash, lavanderie, sale giochi, fotocopiatrici ed altro. L’implementazione della tecnologia Wireless Blue Tooth, permette anche il controllo a distanza senza la stesura di cavi. Maggi Evolution System è di fatto un’unica cassa che gestisce interi impianti automatizzati che fino ad oggi erano controllati da unità D.A.ITALIA 28
indipendenti e le cui informazioni non venivano direttamente elaborate da un’unità centrale. Tramite collegamenti internet, Wireless Blue Tooth o GPRS/GSM, è possibile trasferire tutte le informazioni sul proprio palmare o sul proprio computer. Gestendo il denaro da un sistema centrale e non direttamente dalla carta cashless, è possibile in qualunque momento ottenere tutta una serie di utili informazioni e, in caso di smarrimento o di frode, la carta può essere inibita dal circuito in qualsiasi momento. Tutte le macchine da cui potrebbe essere accettata, immediatamente riconoscono questa istruzione e bloccano la carta. L’affidabilità della macchina centrale deve quindi essere assoluta. Certamente. Prima di lanciare un prodotto del genere lo abbiamo studiato e testato a lungo. La compatibilità con altri tipi di carte che non sono proprie-
tarie, come bancomat o carte di credito, è possibile? Nella nostra macchina è possibile ogni tipo di collegamento, quindi si può tranquillamente implementare il POS, come si possono ricaricare le schede telefoniche. Il sistema funziona sulla base del sistema operativo Microsoft CE, quindi la sua interfacciabilità è praticamente illimitata. Le macchine vending possono essere connesse alla macchina centrale tramite le antenne che potete distribuire assieme al vostro prodotto? Il sistema è un lettore di carta che viene rilasciato con una piccola antenna che deve essere posta sulla macchina ospite. Attraverso questa i distributori automatici comunicano con la nostra macchina principale. Nella scheda si può inserire un cablaggio di connessione per recuperare i dati della macchina vending in MDB, in modo tale da poter controllare la macchina centrale in remoto anche dall’ufficio o da
casa. In questo modo si può esaminare il funzionamento di una macchina specifica o avere le statistiche di tutte le macchine collegate. Ho visto che il display funziona anche come un piccolo monitor che può proiettare film. Come mai questa scelta? Questa scelta è stata fatta per due principali motivi: il primo è promozionale, il secondo è tecnico, perché possiamo proiettare, ad esempio, un filmato operativo. Nel display tutte le informazioni necessarie all’utilizzo appaiono in tempo reale, si ha la possibilità di visualizzare le operazioni che avvengono nella macchina e questo si può fare solo se c’è un video con le caratteristiche simili a quelle di un monitor per PC. C’è quindi un vantaggio enorme d’immagine e di funzionalità. Nel mondo del vending gli operatori sono generalmente molto attenti ai costi. Implementare così tanto valore e aggiungere così tante
INTERVISTA A MAGGI CONIATURE
funzioni vuole dire anche uscire sul mercato ad un prezzo piuttosto elevato? Pensate di rivolgervi al segmento dell’alta qualità? Il vantaggio e la genialità di questa scheda è proprio dato dal fatto che il Maggi Evolution System ha un costo che resta nei canoni di mercato. In realtà, anche acquistato in quantitativi limitati, permette di avere un costo contenuto che sostanzialmente è in linea con prodotti contigui, anche se probabilmente bisogna investire circa 500 euro in più. Questo prodotto l’avete pensato per un mercato particolare, come ad esempio l’Italia o l’Europa? Il Maggi Evolution System è nato per l’Italia e in particolare per il mercato Car Wash, per risolvere il problema dei furti di denaro dalle varie colonnine e per semplificare e ampliare la loro gestione. Il sistema consiste in una Maggi Evolution System montata in un “Minox” ossia una struttura bre-
vettata di alta sicurezza incastrabile al muro che riesce a far girare una massa molto grossa e molto pesante di 360 gradi. Il sistema garantisce sicurezza, servizio cassa, punto centrale di raccolta denaro, la possibilità di erogare una tessera che non porta denaro con sé ma lo utilizza virtualmente e, non ultimo, la possibilità di fare campagne di fidelizzazione del cliente. Pensate che il mercato del vending sia recettivo nei confronti di un progetto come questo? Il nostro sistema necessita soltanto di una maggiore visibilità e conoscenza da parte dei nostri potenziali clienti. Siamo certi che gli operatori del vending comprenderanno i vantaggi e apprezzeranno le sue caratteristiche. Nel campo del car wash abbiamo già dei contatti con una grande azienda che ha un imponente parco macchine e che si è resa subito interessata e pronta a provare per prima il nostro sistema.
Quando avverrà il lancio del prodotto definitivo? Il lancio è già avvenuto pochi giorni fa all’Avex 2005 di Londra. La seconda grande presentazione è stata fatta alla fiera del car wash di Bologna. Mi potete parlare del progetto di assistenza per i prodotti vending che state lanciando anche in Italia? Questo progetto è nato in Inghilterra dove da anni è attiva la Maggi & Maggi UK Ltd. che potremmo definire come una delle poche aziende ben posizionate in un mercato difficile come quello inglese. Abbiamo investito molto in questa azienda che si è ingrandita fino a raggiungere le dimensioni attuali. Oggi nella sede della società di proprietà ci lavorano 20 persone. Noi siamo i Service Center autorizzati di tutte le aziende del settore (Money Controls, MEI, NRI, Innovative Technology, Astrosystems, Comestero, ecc.) e ripariamo ogni tipo di articolo tecnico. L’assistenza è un lavoro vero che
se fatto seriamente deve dare non solo un prodotto che funzioni ancora bene, ma creare per le aziende una sostanziale riduzione dei costi. Sulla base di questo modello, che in tredici anni di attività abbiamo perfezionato, stiamo realizzando anche in Italia un sistema di assistenza specifico per tutti i prodotti del vending. Abbiamo richiamato un nostro ingegnere che ha lavorato in Inghilterra e stiamo creando un’ala della nostra sede di Milano espressamente dedicata a questo tipo di lavoro, perché una buona riparazione richiede attrezzature specialistiche idonee ed un ottima organizzazione delle postazioni. Siamo certi che questa modalità di assistenza potrà dare alle aziende un consistente riscontro economico. Spesso le aziende del vending, soprattutto le grosse compagnie di gestione, sono costrette ad immobilizzare grandi quantitativi di denaro in componenti non riparabili. Noi vogliamo proporre una soluzione che possa dare sicuri vantaggi. D.A.ITALIA 29
SPECIALE LE FIERE DI MAGGIO DUBAI VENDING La prima fiera internazionale del vending dell’area medio-orientale
Mr. Mahmoud Al Redha (Chairman of ITE) inaugura Dubai Vend
Dubai – UAE Dubai è senz’altro una delle città più belle e organizzate del mondo. Capitale di uno dei sette stati che compongono gli Emirati Arabi Uniti (federazione nata nel 1971), Dubai non ha importanti risorse petrolifere, ma è famosa e conosciuta nel mondo per essere diventata a pieno titolo uno dei più importanti “incroci intercontinentali”. Pur avendo già raggiunto ragguardevoli risultati, Dubai è ancora in pieno sviluppo e le prospettive future sono ancora più ambiziose, grazie ad una “visione del domani” sia dal punto di vista architettonico che commerciale, tra le più evolute del pianeta. La vocazione internazionale della città si basa su infrastrutture moderne e funzionali e nonostante si sia sviluppata a ritmi davvero frenetici è sicuramente ben realizzata, con un gusto che riesce a fondere la tradizione con le più avveniristiche concezioni architettoniche. Lo sceicco MAKTUM bin Rashid al-Maktum, figura centrale nella vita politica di Dubai, riesce ad applicare l’autorità autocratica che gli conferisce la tradizione in modo moderno e con grande apertura mentale. Gli operatori o i turisti occidentali, abituati ad immagini stereotipate del Medio Oriente, sono costretti a ricredersi immediatamente, visto che non c’è traccia di integralismo islamico e la tolleranza e la varietà etnica sono dei capisaldi della vita quotidiana. Quella di Dubai è di fatto una società vicina alla cultura occidentale incastonata nel cuore dell’Arabia. Un’altro fatto sorprendente è che la città, pur essendo situata in una delle regioni più aride del mondo, è verdeggiante. Grazie alle risorse idriche provenienti da processi di desalinizzazione si irrigano i grandi parchi artificiali e i lati delle ormai famose autostrade. Negli ultimi anni, sono stati costruiti numerosi campi da golf, già noti in tutto il mondo.
La prima fiera internazionale del vending a Dubai “In Time Events” dal 14 al 16 maggio 2005 ha organizzato all’interno di uno delle più prestigiose strutture alberghiere di Dubai, la prima fiera internazionale del vending di tutta l’area medio-orientale. L’evento è stato salutato sia dai visitatori che dagli espositori come un buon successo, soprattutto perché era la prima volta che la distribuzione automatica aveva un suo spazio autonomo all’interno di una fiera di settore. La manifestazione ha avuto dei numeri interessanti. 35 aziende espositrici e 500 operatori profesD.A.ITALIA 32
sionali in visita, provenienti da tutto il mondo (in particolare: Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Giappone, U.S.A e ovviamente UAE). I feed-back ricevuti e analizzati alla fine della manifestazione hanno dimostrato come sia vivo l’interesse per la manifestazione del 2006, che si terrà in un’area espositiva decisamente più grande (2.200 mq) e sarà molto reclamizzata dai media locali e regionali, tanto che sono attesi almeno 5.000 visitatori. Tutti gli operatori del settore che fossero interessati ad avere maggiori informazioni sulla fiera di Dubai o vogliano contattare una
responsabile di lingua italiana per incominciare ad organizzare la propria presenza alla seconda edizione del 2006, possono rivolgersi a: Ms. Uma Joshi - General Manager JOSHI EXPO ITALY Email: info@joshiexpoitaly.com Website: www.joshiexpoitaly.com Dubai hosted the first International Vending Machines Exhibition “In Time” As planned for and right “In Time” on Saturday 14th May 2005, Dubai hosted the first International Vending Machines and related Industries Exhibition, at Dubai Crowne Plaza Hotel, Al Jumairah
Ballroom. ITE proved that specialization, professionalism, hardworking and quality B2B exhibitions leads to success no matter size of exhibit area or numbers of attendees as long as they are all serious in doing business “said Mr. Bilal Hashem, Managing Director of “In Time Events”. Dubai Vend 05 far exceeded all expectations, all 35 exhibitors and 468 visitors who mainly came from USA, UK, Netherlands, Germany, Hungary, Japan, India, Iran, Italy, Australia, France, GCC and UAE were satisfied with the achievements they accomplished, 99% of
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SPECIALE LE FIERE DI MAGGIO them closed deals, and showed their interest to be at Dubai Vend 06. Kensho Sakaue – President “Being the first year for Dubai Vend and being organized by a newly established company, we were not expecting much but we couldn’t miss such chance and participated through our office in UAE, but what we achieved at Dubai Vend is beyond belief, we really sold all our machines and yes we will be at Dubai Vend 2006, just wish that it will be held on bigger exhibit area”.
Because of such success, 400 sq. m. of Dubai Vend 2006 is already booked, Dubai Vend 06 will be more covered by media, and will be held over approximately 2200 sq. m. of net exhibit area, we expect more than 5000 of local, regional and international visitors, said Mr. Hashem. In Time Events ITE achieves its goals through setting up, assisting, planning, organizing, representing and marketing global events such as exhibitions, conventions, conferences, workshops, trade shows, festivals, spe-
cial occasions, within the Arab world. The chief purpose of ITE’s creation is to develop and increase the trade traffic between the Arab world and international countries. Distributing and exporting Arab commodities globally, while initiating and opening inroads within the Arab world’s markets for global technologies, services and industries are also vital considerations. ITE Mission ITE was founded to provide an essential contact medium for both exporters and importers operating
GLI ESPOSITORI ITALIANI Come spesso accade in tutte le fiere internazionali, la presenza italiana è stata molto forte. Oltre alla nostra rivista hanno partecipato all’evento (direttamente tramite un proprio stand, rappresentati da un distributore locale o semplicemente in visita) vari volti noti del nostro settore. Gli espositori italiani con un proprio stand sono stati quattro: D.A. Italia, La Genovese, MCF e Torrefazione Mokador, mentre altre quattro aziende erano rappresentate dai loro distributori: Comestero, Lavazza, Rheavendors e Saeco Vending.
Mokador Quasi cinquant’anni di storia e una struttura all’avanguardia per tecnologia ed organizzazione rappresentano un mix ideale per chi ha fatto della lavorazione e torrefazione del caffè di qualità la propria mission aziendale. La scelta coraggiosa di investire negli anni in sistemi produttivi innovativi pone oggi Mokador in primo piano non solo in ambito nazionale, ma anche in alcuni fra i più importanti mercati esteri dove l’azienda faentina ha saputo farsi apprezzare come esempio di “made in Italy”. Spinta verso l’innovazione, senza mai dimenticare che “fare un buon caffè” è un’arte: grazie a questa D.A.ITALIA 34
sapiente combinazione, Mokador è riconosciuta come una delle realtà leader nella produzione di caffè di qualità.
Mokador Nearly fifty years of history blend with a state-of-the-art structure in terms of technology and organization to make the ideal mix for those who have made processing and roasting quality coffee the mission of their company. The courageus decision to invest over the years in innovative production systems has put Mokador on the forefront not only of the Italian market, but also of some of the main foreign markets, where the
company from Faenza has won appreciation as an example of “made in Italy”. A thrust towards innovation without ever forgetting that “making a good coffee” is an art: thanks to this wise combination, Mokador has won acknowledgement as a leader in making quality coffee. La Genovese La Genovese produce miscele di caffé espresso italiano artigianali di elevata qualità fin dal 1936. Il ventaglio di prodotti disponibili include le miscele per espresso appositamente create per le macchine professionali o miscele bar,
in a global marketing environment. ITE acts as a crucial vehicle for providing a superlative service in terms of assisting companies maximize their sales and assisting clients by providing them an array of quality products to choose from. ITE is characterized by offering a full service business and global information brokerage for all types of commodities, products and manufacturing services. This is achieved through a massive and advanced up-to-date database that targets the Arab world in its entirety with the aim of gaining global coverage.
Mr. Mahmoud Al Redha in visita allo stand D.A. Italia
tutti quei prodotti confezionati, quali i pacchetti sottovuoto da 250gr o i barattoli per uso domestico e le cialde, ovvero il sistema di porzione singola realizzato per macchine specifiche. La Genovese produce altresì una linea speciale di caffè, ovvero “I caffè di Origine”, costituita da ben 4 diverse tipologie di chicchi provenienti dalla Giamaica, dal Guatemala, dal Kenya e dal Brasile e la nuova “La Genovese BIO”, il caffè biologico. La famiglia La Genovese si dedica ancora alla tostatura di ciascun chicco con la medesima passione e cura di sempre e vende alla propria clientela non solo gli stessi prodotti di qualità dal 1936 ma anche tutta l’esperienza acquisita in oltre
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DUBAI VENDING
Mr. Mahmoud Al Redha allo stand Mokador
lo stand La Genovese Caffè dal 1936
60 anni di lavoro nel settore. Per poter meglio garantire il livello qualitativo della società e del suo caffè, La Genovese ottempera alla Certificazione del Controllo Qualità ISO 9000:2002. Vista la continua espansione dell’attività commerciale, particolarmente nei paesi esteri, la Società si è recentemente trasferita in un nuovo stabilimento di maggiori dimensioni che annovera una nuova macchina tostatrice con una tecnologia all’avanguardia e un moderno sistema di lavorazione del caffè dalle materie prime fino al prodotto finale. La Genovese è una delle poche torrefazioni in Italia ad avvalersi di questo nuovo
sistema conosciuto come “ARIA PULITA”, laddove i chicchi vengono tostati in modo uniforme senza mai venire in contatto diretto con la fiamma, un procedimento che garantisce l’assenza di contatto con tutte quelle sostanze inquinate o contaminate derivanti dalla combustione propulsiva. La Genovese è orgogliosa di affermare che tutte le sue miscele sono TOSTATE IN MANIERA ECOLOGICA CON ARIA PULITA RISCALDATA. Tutti gli sforzi di cui sopra perfezionano la qualità e l’invariabilità del prodotto e accrescono il valore delle caratteristiche organolettiche del caffè migliorandone la fragranza e il gusto. La società ha iniziato da
alcuni anni ad esportare il proprio marchio nei mercati esteri, sia dell’Unione Europea che dei paesi non aderenti all’UE, spinta dal desiderio reale di continuare ad espandere la propria attività ed è estremamente interessata a individuare e a introdurre il proprio marchio in nuovi mercati, in modo tale che le persone possano apprezzare la qualità dell’espresso all’italiana.
La Genovese La Genovese has been producing high quality handicraft Italian espresso coffee blends since 1936. The range of products includes the professional use espresso blends
created specifically for the professional espresso machine, all those shelf products as 250gr vacuumed packs or the cans for the home using and also the pods which is the single serving system made for specific machines. La Genovese is also producing special line of coffee like “I caffè di Origine” which are 4 different kind of coffee beans coming from Jamaica, Guatemala, Kenya and Brazil and the new La Genovese BIO, biological coffee. La Genovese’s family still roasts every bean with the same passion and cure of ever and sells to its customers, not only the same quality product since 1936 but also all its experience coming from more
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SPECIALE LE FIERE DI MAGGIO
il Dr. Ing. Graziano Marcolli, Presidente MCF
than 60 years of work in the coffee sector. To better ensure the quality of the company and of its coffee, La Genovese follow the ISO 9000:2002 Quality Control Certification to ensure and guarantee its quality products. Our business keeps on growing, especially on foreign countries, so lately we moved in a new and bigger establishment which hosts a new roasting machine technologically advanced and a modern coffee treatment system from the raw material to the final product. La Genovese is one of the few roasters in Italy using this new system, called “ARIA PULITA” (Clean Air), where the raw beans roast regularly and never come in contact directly with the fire. That means to avoid the contact with all those polluted substances that derive from the propellant combustion. La Genovese is than proud to say that all its blends are ECOLOGICALLY ROASTED WITH CLEAN HEATED AIR. All this improves quality and constancy, increases the value of coffee organoleptic peculiarities and improves fragranD.A.ITALIA 38
ce and taste. Since few years the company has also begun exporting its name to the foreign markets, European and Extra EU and it really would like to keep on expanding its business that’s why it’s very interested to discovering and bringing its brand to new markets and make people appreciate the quality of the Italian espresso. MCF MCF è stata fondata nel 1992 con l’intento di sviluppare sistemi di pagamento di elevata sicurezza non in contanti e senza contatto alcuno, ovvero HI Security Cashless/Contactless, che si avvalgono della tecnologia MIFARE di Philips Semiconductors ISO14443 A&B ISO 15693. Lo staff tecnico del reparto R & D annovera 6 ingegneri con oltre 10 anni di esperienza Hardware & Software nelle operazioni bancarie, di vendita e sicurezza. Attualmente MCF è la società leader nel settore delle smart card, grazie alla realizzazione di prodotti di alta qualità che
offrono soluzioni smart card senza alcun contatto, e garantisce un servizio di assistenza globale per la clientela. MCF sviluppa continuamente e commercializza i propri prodotti e soluzioni focalizzate in aree della sicurezza di tipo fisico e logico, del trasporto pubblico e dei pagamenti. La strategia in materia di prodotti è incentrata sull’offerta di tecnologie standard aperte. La caratteristica della società è di rimanere flessibile ad agire quale partner innovativo per rispondere e soddisfare le esigenze mutevoli della clientela. I prodotti vengono incontro alle crescenti richieste di soluzioni intelligenti per smart card fondate su standard accettati su scala globale, quali gli standard ISO 14443, 15693. MCF si differenzia dalla concorrenza grazie alla progettazione e produzione di prodotti che fanno tendenza.
MCF MCF has been founded in 1992 with the aim of developing HI Security Cashless/Contactless payment systems using MIFARE tech-
nology of Philips Semiconductors. iso14443 A&B iso 15693The R & D technical staffs counts 6 engineers with more than 10 ycars Hardware & Software experience of Vending, Security and Bank transactions. MCF is now leader in the smart card industry, which has developed high quality products that provide contact less smart card solutions. MCF assures customers global support. MCF continuously develops and markets its products and solutions focused in the areas of physical and logical security, public transport, and payment. Our product strategy is focused on offering open standard technologies. MCF is a company that remains flexible to act as an innovative partner, meeting the changing needs of his clients. Our products meet the increasing demand for intelligent smart card solutions based on worldwide accepted standards like ISO 14443, 15693. MCF distinguishes itself through design and manufacturing of trend-setting products.
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SPECIALE LE FIERE DI MAGGIO
AVEX 2005
Si è svolta dal 10 al 12 maggio l’importante manifestazione londinese Si è da poco conclusa, presso gli Earls Court 2 di Londra, l’AVEX una delle più seguite fiere europee dedicate al mondo del vending. La manifestazione a cadenza biennale è stata come di consueto ben organizzata dall’associazione di categoria AVA (Automatic Vending Association). AVEX ha registrato una buona partecipazione di espositori e di visitatori qualificati da tutto il mondo e gli organizzatori si sono detti soddisfatti dei risultati ottenuti anche quest’anno. La redazione di D.A. Italia era presente ad AVEX 2005 e ha partecipato a due avvenimenti di rilievo che hanno avuto come degna cornice la kermesse londinese: la conferenza stampa di presentazione della WVA - Associazione mondiale del vending - e la presentazione di un CD sui sistemi di gestione della sicurezza alimentare per i gestori. D.A.ITALIA 40
Presentata all’AVEX 2005 la nuova associazione mondiale del vending WVA EVA e NAMA si sono recentemente accordate per la costituzione della WVA (Worldwide Vending Association) l’associazione mondiale del vending, che si impegnerà ad affrontare alcuni dei temi più “caldi” che vedono coinvolto il nostro settore e che devono ormai essere affrontati a livello globale. La lotta all’obesità, la creazione di standard, le problematiche del conio delle monete e della creazione di banconote, le tematiche ambientali e la tracciabilità, sono tutti temi che non possono più essere discussi e risolti localmente. L’EVA e la Nama sono entrambe convinte che questa sia la strada giusta per difendere e meglio promuovere il settore nella sua globalità. Il 10 maggio 2005 i presidenti
delle due associazioni: Steven D. Ross (NAMA) e Augusto Garulli (EVA), all’interno della manifestazione fieristica AVEX di Londra hanno presentato alla stampa la nuova associazione mondiale. L’obiettivo primario è quello di promuovere gli interessi dell’industria mondiale del vending presso le Istituzioni e le varie Organizzazioni di riferimento. La WVA sta già promuovendosi presso altre associazioni nazionali del settore, in modo da raggruppare il più alto numero di organizzazioni locali al proprio interno. La sede della nuova associazione è localizzata a Bruxelles all’interno degli uffici dell’EVA.
Per i nostri numerosi lettori esteri, pubblichiamo il comunicato stampa rilasciato in lingua inglese da EVA e NAMA.
EVA and NAMA set up the Worldwide Vending Association, WVA The EVA and NAMA have agreed to set up a Worldwide Vending Association to tackle the increasing number of issues that have a global remit, such as obesity, coinage, banknotes, standards, environment, and food labeling. The EVA and NAMA believe that there is a need to better promote the global vending industry’s interests at the level where decisions are made on those issues. The Chairmen of the world’s two largest vending associations, Steven D. Ross (NAMA) and Augusto Garulli (EVA) will be launching the WVA on 10 May at AVEX in London, where the Association will have its set up meeting. The prime objective of such new entity will be to promote the interests of the world vending industry
AVEX 2005 AVEX 2005 AVEX
within the Organizations or Institutions that may have an impact on it. The association will start recruiting national associations of other geographical regions as soon as it is in place. The WVA’s headquarters will be established in Brussels in the EVA Offices. The EVA will provide administrative and management support to the new organization, as a number of issues on the global agenda are already being managed by the EVA on behalf of its members. The WVA will communicate all the details of structure, statutes and activities in the coming months. Un CD sui sistemi di gestione della sicurezza alimentare per i gestori Con l’entrata in vigore dal primo gennaio del 2006 del regolamento CE 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari, per i gestori del vending europei, la questione della responsabilità nella sicurezza alimentare diventerà molto più importante.
A tutte le aziende del settore alimentare sarà presto imposto di eseguire delle analisi dei pericoli e dei punti critici di controllo (HACCP) e di basare le pratiche operative sui risultati di detta analisi. Per le piccole imprese del vending sarebbe complicato creare e gestire un intero sistema HACCP. L’EVA ha pertanto sviluppato un semplice Sistema di gestione della sicurezza alimentare per consentire ai gestori del vending di proseguire la loro attività. Il sistema è destinato ai Managing Director e allo staff operativo delle piccole e medie imprese di gestori vending dell’UE e non solo dell’UE. La sicurezza alimentare è importante per ogni azienda del settore. I gestori del vending devono pertanto ricorrere a un Sistema di gestione della sicurezza alimentare al fine di prevenire avvelenamenti alimentari e i conseguenti reclami, proteggere il profitto dell’azienda e i suoi posti di lavoro, e conformarsi alla legge! Il sistema dell’EVA è in fase di elaborazione da parte di un gruppo ristretto di specialisti che uniscono
competenze scientifiche, una vasta conoscenza del nostro settore e della legislazione UE sulla sicurezza alimentare, e specifiche competenze di comunicazione nel campo della sicurezza alimentare. Mike Saltmarsh, Inglehurst Foods, e Hugh Hose, presidente del Comitato Igiene dell’EVA, fanno parte di questo gruppo. Il CD segue la pubblicazione della guida intitolata “fondamenti di igiene”, che ha riscosso grande successo: ne sono state distribuite più di 20.000 (in oltre 20 lingue). Il CD è in inglese e sarà tradotto in altre lingue su richiesta delle associazioni nazionali.
È possibile scaricare l’opuscolo illustrativo da Internet per ottenere maggiori informazioni sul Sistema di gestione della sicurezza alimentare e chiedere una copia del CD all’EVA usando il modulo d’ordine sul sito www.eva.be.
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SPECIALE LE FIERE DI MAGGIO Eurovending 2005 EUROVENDING 2005 Si è da pochi giorni conclusa Eurovending 2005 l’appuntamento spagnolo dedicato agli operatori della distribuzione automatica. La vicinanza dell’evento alla nostra chiusura editoriale ci consente solo di pubblicare un brevissimo primo bilancio della fiera madrilena. La manifestazione è stata caratterizzata da un divertente evento collaterale: una partita di calcio a 11 tra una formazione “italiana” (rappresentata da Bianchi Vending Group e SGL) e una squadra iberica. D.A. Italia è stata invitata all’evento e visto il successo della manifestazione ha deciso di organizzare un torneo di calcio ad inviti: la Vending Champions League
OTTIMI RISCONTRI PER LA FIERA DI MADRID Eurovending 2005 si è chiuso con dei risultati molto lusinghieri e gli organizzatori sono particolarmente soddisfatti. Durante i tre giorni dedicati alla manifestazione ci sono stati 8.631 visitatori, con circa un 10% di operatori provenienti dall’estero. Tra i visitatori esteri in deciso aumento si registrano i portoghesi (+56,5%) e gli italiani (+23,65), mentre in diminuzione francesi e inglesi, anche se per quest’ultimi pesa molto il fatto di aver concluso da pochi giorni la fiera nazionale a Londra (Avex 2005). Eurovending 2005 si pone quindi come una fiera di rilievo nel panorama europeo e una finestra privilegiata per i mercati sudamericani. Rilevante infatti la presenza di argentini, messicani e venezuelani.
IL PRIMO TROFEO VENDING DI CALCIO A 11
Bianchi Vending Group /SGL– Selezione Iberica 4-3 (p.t. 1-3) All’interno del prestigioso complesso sportivo dove si allenano i giocatori del Real Madrid e in una festosa cornice di pubblico, due squadre interamente composte da operatori del vending e regolarmente presenti all’appuntamento fieristico Eurovending 2005, si sono date battaglia per 90 lunghi minuti. Dopo un primo tempo un po’ sottotono e finito sul punteggio di 3 a 1, la squadra “italiana” ha attinto dal proprio serbatoio risorse fisiche e morali inaspettate e ha sovvertito il punteggio, chiudendo la partita sul meritato “score” di 4 a 3. Il tabellino della gara ci impone una doveroD.A.ITALIA 42
sa citazione della doppietta di Fabio Quadrio (Bianchi Vending Group), un goal di Alessandro Cortese (SGL) e una splendida realizzazione di Xavier Forcada (Bianchi Vending Iberica). Alla fine ci sono stati premi per tutti e un grande trofeo che è stato esposto nello stand dei vincitori ad imperitura memoria dell’evento e che ha costretto la squadra sconfitta alle canoniche prese in giro dei vincitori. Tra i giocatori premiati non possiamo non citare Claudio Bononi (Bianchi Vending Group), portiere meno battuto della serata e soprannominato per le sue doti funamboliche “Marble’s cat”.
SPECIALE LE FIERE DI MAGGIO Vending Champions League
“DECALOGO”
D.A. Italia visto il successo della partita di calcio e delle ottime reazioni dei partecipanti, improntate ad una sana competizione sportiva, ha deciso di organizzare un torneo di calcio ad inviti riservato a 8 squadre. Dopo un serrato torneo di qualificazione, l’ambita finale si terrà la sera di mercoledì 29 marzo 2006 in concomitanza con il primo giorno di esposizione di Venditalia 2006. Dopo una serie di colloqui informali già alcune primarie aziende del mondo del vending hanno mostrato interesse alla competizione, tra queste citiamo (in rigoroso ordine alfabetico): Bianchi, GPE, Necta, Saeco, SGL e Rheavendors. Ci aspettiamo quindi alcuni match particolarmente sentiti e una finale molto combattuta. In premio un grande trofeo che sarà esposto nello stand di Venditalia del vincitore. Ovviamente ci sarà un regolamento abbastanza rigido per impedire che aziende con un grande numero di dipendenti abbiamo troppo vantaggio rispetto a società più piccole. A questo scopo pubblichiamo un primo decalogo con le principali “regole” della manifestazione sportiva (sicuramente valevoli almeno per la finale). Le iscrizioni si chiuderanno alla fine di settembre 2005 e per quella data offriremo ai nostri lettori il tabellone definitivo degli incontri e maggiori informazioni sulla loro organizzazione. Ci teniamo a sottolineare che abbiamo già contattato alcuni colleghi della stampa iberica affinché promuovano un torneo analogo in Spagna. È nostra intenzione collaborare anche con Francia ed Inghilterra per arrivare nel 2007 a disputare un torneo internazionale con le 4 vincenti dei tornei nazionali: una Vending Champions League in piena regola.
UNA FINESTRA SU VENDITALIA 2006
1 Il trofeo va conquistato sul campo, quindi a partire dalle semifinali è severamente vietato acquisire una delle aziende qualificate 2 La finale si svolge in 11 contro 11 con cambi liberi. Nella panchina possono sedere al massimo 10 giocatori 3 Alla finale possono giocare contemporaneamente al massimo 5 under 26, è invece obbligatoria la presenza di almeno 1 dirigente e di 2 over 40 4 Se correte come cavalli alla fine dell’incontro verranno sorteggiati 2 giocatori a cui sarà fatto il controllo antidoping 5 I titolari della squadra devono avere qualche tipo di rapporto con l’azienda a partire dal 30-05-05. Se assumete Daniele Massaro alle pubbliche relazioni, non potrà giocare 6 Durante la finale sul retro delle maglie dovrà esserci il soprannome del giocatore 7 Non è consentita la corruzione dei giocatori dell’altra squadra 8 Non si possono licenziare in tronco i giocatori che perdono la finale 9 L’arbitro vestirà una maglia di una nota squadra del nord-ovest d’Italia 10 Il trofeo dovrà essere esposto a Venditalia 2006 all’interno dello stand del vincitore
VENDITALIA 2006
Fra meno di un anno sarà inaugurata la quinta edizione di Venditalia. Per la prima volta la manifestazione non si svolgerà a Genova, ma si trasferirà a Milano. Le aspettative, soprattutto per i numerosi operatori italiani, sono quelle di ripetere e se possibile superare il successo delle precedenti edizioni. L’ Ufficio stampa di Venditalia 2006 (Greenwich Communication) ha già diramato un primo comunicato stampa ufficiale, che abbiamo deciso di pubblicare integralmente. Nonostante una congiuntura economica nazionale non favorevole, il settore della distribuzione automatica continua ad essere uno dei più dinamici nel panorama imprenditoriale italiano. L’Italia, infatti, si posiziona ai primi posti a livello europeo sia sul versante della produzione sia su quello delle esportazioni di distributori automatici. Giunta oramai alla quinta edizione, la fiera internazionale più importante del nostro Paese sbarca a Milano. Milano capitale europea del Vending Milano - Venditalia, il salone biennale del vending, promosso da CONFIDA, l’Associazione Italiana della Distribuzione Automatica alla quale sono associate oltre 450 aziende, si trasferisce da Genova alla Fiera di Milano. La kermesse aprirà la sua quinta edizione il 29 marzo 2006 e fino al primo aprile stupirà il mondo con le ultime novità dal mondo della distribuzione automatica. Venditalia rappresenta da sette anni un appuntamento fondamentale al quale partecipano aziende provenienti da tutto il mondo per far conoscere i propri prodotti e presentare in anteprima le nuove tecnologie. Un universo, quello dei distributori automatici, che nasconde in realtà strumenti hi-tech e soluzioni innovative che le aziende italiane riescono sempre più spesso a promuovere e vendere su tutto il globo. Dopo quattro fortunate edizioni svoltesi a Genova, Venditalia ha deciso di avvicinarsi al cuore dell’Europa trasferendosi a Milano proprio per dare
spazio e voce alle sempre maggiori richieste di partecipazione. Sono sempre di più, infatti, le aziende che decidono di sfruttare la prestigiosa vetrina italiana per sviluppare nuovo business. “Internazionale” sembra essere oggi la parola d’ordine, soprattutto se si tiene conto che nella scorsa manifestazione sono stati occupati ben 40.000 metri quadri, sui quali si sono distribuite ben 255 aziende italiane, europee, ed extraeuropee, con una forte componente proveniente dagli USA. Gli organizzatori si attendono un ulteriore incremento di partecipanti, soprattutto tra le categorie merceologiche che già in passato hanno animato le edizioni di Venditalia: stampa specializzata e Associazioni, produttori e rivenditori di sistemi di pagamento, fabbricanti e rivenditori di Distributori Automatici ed accessori e produttori e rivenditori di prodotti food e non food. Una realtà che in Italia occupa oltre 30.000 addetti e sviluppa un giro d’affari di oltre un miliardo e mezzo di euro ogni anno. La rapida espansione della Distribuzione Automatica in Italia, ma più in generale nella società globale, si può ricondurre principalmente ai nuovi stili di vita, alle abitudini quotidiane, alle esigenze delle nuove organizzazioni del lavoro e alle richieste delle nuove generazioni. Una vita dinamica ed in continuo movimento che richiede, talvolta, la possibilità di una pausa di qualità o di un pasto che sia si rapido, ma sempre sano e garantito. La costante innovazione nell’offerta di nuovi prodotti, la qualità del servizio, l’osservanza di norme e prassi igienico sanitarie, l’attenzione per il consumatore e non ultimo il contenimento dei prezzi dei prodotti erogati garantisce a questo settore un successo inarrestabile. Data l’incessante crescita del settore distribuzione automatica non può che nascere una forte curiosità rispetto alle ultime novità proposte da Venditalia che certamente non deluderà le aspettative dei numerosi partecipanti. Ulteriori informazioni per le aziende che volessero partecipare a questo imperdibile appuntamento sono reperibili attraverso il sito ufficiale dell’evento: www.venditalia.com D.A.ITALIA 43
novità nel vending MEI LANCIA SUL MERCATO IL NUOVO VALIDATORE CASHFLOW® 9510
MEI ha recentemente lanciato sul mercato il nuovo validatore elettronico CF9510. Terzo fratello della serie nata oltre 17 anni fa col modello MS130b1 e proseguita con successo grazie a CF130. MEI da sempre investe in innovazione tecnologica con l’obiettivo principale di offrire prodotti di elevata qualità che durino nel tempo. Negli ultimi anni MEI, ha lavorato sulla flessibilità dei propri prodotti al fine di renderne più semplice l’utilizzo quotidiano e la normale manutenzione. CF9510 risponde a pieno a tali criteri e si affianca alla rendiresto CF7900, arricchendo la gamma di prodotti di ultima generazione dedicata al vending. Le caratteristiche principali di CF9510 sono: Livelli di accettazione e sicurezza unici nella categoria grazie a nuove tecnologie di riconoscimento già in uso sulla gettoniera rendiresto CF7900. CF9510 è in grado di misurare 7 diversi parametri significativi in ogni lettura. Merita di essere citata la capacità di CF9510 di adattare dinamicamente la posizione delle finestre di
accettazione, seguendo nel tempo i cambiamenti tipici e ineluttabili delle monete circolanti nella mani degli utenti. Tutto ciò porta a prestazioni mai raggiunte da alcun validatore MEI (livello di accettazione prossimo al 100%) Provata affidabilità ereditata dai suoi fratelli maggiori (MS130b1 e CF130). La vita media è stimata in 10 anni con rientri inferiori all’1 per mille nel primo anno. MEI, in controtendenza, continua a credere nel 5 pollici perché garantisce affidabilità meccanica e migliore accuratezza nella lettura elettronica delle monete. Flessibilità totale per adattarsi ad ogni utilizzo anche senza strumenti di supporto. Doppia interfaccia a 12V e 24V e compatibilità con CPM (Cashflow® Programming Module). Collegabile a qualunque sistema di pagamento/distributore e modalità operativa selezionabile mediante semplici interruttori (parallelo, binario, multiimpulso) LED bicolore che fornisce in tempo reale lo stato di funzionamento e rende più semplice la diagnostica e la manutenzione in campo.
ARRIVANO SUL MERCATO ITALIANO LE NUOVE MISCELE A BASE DI CACAO VAN HOUTEN
BARRY CALLEBAUT, leader mondiale nella produzione di cacao e di cioccolato di alta qualità, al servizio dell'intero settore alimentare da più di 150 anni, ha recentemente annunciato il lancio sul mercato vending italiano delle nuove miscele a base di cacao VAN HOUTEN. Van Houten, che ha inventato e brevettato la formula per la produzione del cacao in polvere in Olanda nel 1828, vanta più di 40 anni di esperienza nella produzione di miscele a base di cacao per il mercato internazionale del vending ed è tra i marchi leader in ben 38 paesi del mondo. Questo primato non è dovuto soltanto all'alta qualità delle materie prime utilizzate e al gusto delle bevande, in grado di soddisfare i consumatori più esigenti, quanto all' eccellente livello di funzionalità in macchina, che la rende una scelta ideale per tutti gli operatori vending. D.A.ITALIA 44
Le miscele Van Houten sono infatti prodotte attraverso un modernissimo processo di sprayzzazione che permette di ottenere micro-granuli di cacao perfettamente separati dai cristalli di zucchero, con totale assenza di scorie. Ne deriva un prodotto perfettamente solubile, caratterizzato anche dalla minima dispersione di polvere durante il carico della macchina. Tra i prodotti che verranno inizialmente lanciati sul mercato italiano segnaliamo VH10 - la miscela dal gusto tradizionale VH 7 - che si contraddistingue per il gusto deciso di cacao VH15 - il cacao accompagnato dal buon sapore di latte Disponibile inoltre in gamma, il latte CAPRIMO TOPPING - dalla presenza ottima e dal gusto autentico. Il tutto sempre caratterizzato da una granulometria minima.
mondo associazione CONFIDA - ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA 2005 Il 28 maggio 2005 a Roma, nel corso dei lavori dell’Assemblea Generale ordinaria, il Presidente Augusto Garulli ha ripercorso nel suo intervento un anno di vita associativa. Rispetto all’anno precedente tre “aspettative” sono state tradotte concretamente nei seguenti obiettivi: 1. l’adesione di Confida, a pieno titolo, ad una Confederazione generale della rappresentanza economico – imprenditoriale 2. la riorganizzazione della Struttura operativa e l’acquisizione di professionalità coerenti; 3. un ruolo più incisivo dell’Associazione nella qualificazione delle imprese di gestione e la valorizzazione del servizio. Tre obbiettivi di lavoro, a cui nel frattempo si è aggiunto un quarto, quello della tutela del Settore nel quadro dei nuovi indirizzi che a livello europeo, nazionale e locale si stanno portando avanti per favorire concretamente, soprattutto nelle più giovani generazioni, corrette pratiche alimentari contro uno dei mali delle società occidentali: l’obesità.
Sintesi della relazione di presidenza – Augusto Garulli 1. Adesione di Confida a Confcommercio In occasione della scorsa Assemblea avevamo avuto modo di evidenziare le motivazioni che avevano portato il Consiglio Direttivo ad esaminare la possibilità di traguardare la posizione di “socio aggregato” per diventare parte integrante, a pieno titolo, di una Confederazione generale della rappresentanza economico – imprenditoriale. Sostanzialmente due le motivazioni: da un lato, la Distribuzione Automatica di alimenti e bevande si è andata progressivamente affermando nel panorama economico come uno tra i settori più dinamici, iniziando ad assumere visibilità e apprezzamento anche nelle sedi istituzionali; dall’altro lato, lo Statuto di Confindustria prevede che “Per i soci aggregati restano escluse le prestazioni di rappresentanza politica e di assistenza e tutela diretta …”. Una posizione marginale e non più soddisfacente per una Associazione, quale la nostra, che vuole rappresentare con autorevolezza un Settore che in questi ultimi anni è significativamente cresciuto. È stato possibile aderire a Confcommercio, in qualità di “soci effettivi”, sulla base dei seguenti presupposti: - Confida, all’interno di Confcommercio, è la sola Associazione di riferimento per quanto riguarda la rappresentanza del Settore della Distribuzione Automatica, salvaguardando la propria specificità di “filiera”: produzione di beni e servizi con organizzazione industriale e attività con natura prevalentemente commerciale; - è stata affermata e salvaguardata la piena autonomia organizzativa ed amministrativa di Confida, pur favorendo le funzionali sinergie con le altre Organizzazioni del sistema confederale; - è fatta salva la possibilità di ricercare e mantenere attive convenD.A.ITALIA 46
zioni di servizi con altre Associazioni per quei settori di attività che non trovano riscontro in Confcommercio; è il caso, ad esempio, della convenzione di servizi con ANIE per quanto riguarda l’assistenza e la consulenza sugli aspetti applicativi della Direttiva WEEE per la gestione e smaltimento dei rifiuti elettronici ed elettrotecnici. 2. Riorganizzazione Struttura operativa Vorrei rendere partecipe l’Assemblea anche del processo di riorganizzazione della Struttura operativa che la Giunta Esecutiva, nell’ambito delle competenze che le attribuisce lo Statuto, ha concretamente realizzato nel secondo semestre dello scorso anno. Da un esame delle competenze presenti e di quelle attese, da subito era emersa l’esigenza di una migliore qualificazione dell’attività di segreteria, una maggiore competenza amministrativa/contabile e l’acquisizione di un’aggiuntiva figura funzionariale con competenze tecniche. È stato un lavoro non semplice e che si è protratto nel tempo, rendendo necessario il supporto di una società specializzata per la ricerca di risorse professionali adeguate, sia in termini di competenze che di attitudini a lavorare all’interno di un’associazione. L’acquisizione di nuove e più qualificate figure professionali, se da un lato comporta una lievitazione del costo lavoro rispetto al passato, dall’altro consentirà di ridurre l’incidenza del costo per consulenze specialistiche, in quanto la Struttura provvederà direttamente ad assicurare la consulenza su temi o quesiti maggiormente ricorrenti. In questo modo si porrà rimedio alla situazione lamentata di un supporto consulenziale saltuario e sporadico e la Struttura potrà diventare sempre di maggiore riferimento nella soluzione di problemi degli Associati. Per quanto riguarda il personale di recente acquisizione è mia cura
ricordare che il nostro nuovo “punto di riferimento” per l’organizzazione dei VENDITALIA è la dr.ssa Emanuela Crivelli, che ha maturato una pluriennale esperienza in un contesto organizzativo molto simile al nostro per l’organizzazione di una fiera merceologica che, peraltro, si svolge presso il quartiere fieristico di Milano. Poter disporre di una figura professionale che ha buona conoscenza con la “macchina organizzativa” di Milano Fiere è un fattore molto importante per VENDITALIA, che come ormai noto dal prossimo anno affronterà l’appuntamento di Milano con l’auspicio di nuovi e lusinghieri traguardi. 3. Progetto qualificazione associati e Carta dei Servizi Confida Il 28 maggio abbiamo presentato alla Stampa la “Carta dei Servizi Confida” a suo tempo voluta dal Presidente Marco Gastaldi, soffermandoci sui contenuti del documento e sulle finalità a cui si vuole tendere: la valorizzazione di un Settore che ancora con superficialità tarda ad essere apprezzato nella sua compiutezza; ancora troppo diffuso è il luogo comune che noi siamo “quelli delle macchinette”. Eppure, le Imprese fabbricanti di distributori automatici e dei sistemi di pagamento, ricoprono posizioni di primato sui mercati internazionali; i prodotti per il Vending si fanno apprezzare per qualità e sicurezza; le imprese di gestione rappresentano un modello organizzativo a cui anche gli altri Paesi guardano con interesse. Questa mattina, con la presentazione della “Carta dei Servizi” abbiamo, per così dire, dato visibilità ad un documento che vuole essere la “Carta d’identità” degli Operatori del Vending. Complessivamente nel corso del 2004 sono stati organizzati 25 incontri regionali, a cui sono da assommare altre 15 riunioni nel primo quadrimestre di quest’anno. Uno sforzo organizzativo e di presenza sul territorio sempre in crescendo che ha superato ogni precedente record per numero e intensità d’incontri! Dieta e nutrizione – riflessi sul Vending La questione della “Dieta e Nutrizione”, come fattore di prevenzione rispetto al progredire delle malattie derivanti dall’obesità. Una campagna finalizzata alla sensibilizzazione ed educazione alimentare, partita dagli Stati Uniti e ben presto giunta in Europa. L’Unione europea ha promosso nel corso di quest’anno una propria piattaforma di azione in tema di “Dieta, attività fisica e salute” con analoga strategia globale dell’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità. Vorrei segnalare che, in questo contesto, la nostra Associazione europea, l’E.V.A., è intervenuta per modificare l’orientamento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che consigliava di vietare l’impiego dei d.a. nelle scuole. Inoltre partecipa attivamente ai lavori della “piattaforma europea” impegnandosi a promuovere presso i propri membri comportamenti e azioni in armonia con gli indirizzi contenuti nelle Linee guida EVA. Con l’AIDI - Associazione Italiana dell’Industrie Dolciarie, con la quale condividiamo, attraverso la comunanza delle aziende associate, la stessa soglia di attenzione alla problematica, è in corso un proficuo scambio di informazioni e aggiornamenti soprattutto per quanto concerne le iniziative in sede ministeriale. Con UNAPROA – Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli sono stati avviati incontri finalizzati all’analisi tecnica sugli aspetti logistici e di gestione della commercializzazione di frutta e verdura attraverso i d.a.
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La Regione Lombardia ha chiesto la collaborazione della nostra Associazione nell’ambito del progetto sperimentale “Ortocircuito”, rivolto ad alcune scuole medie superiori delle province di Milano e di Cremona e finalizzato a favorire il consumo di frutta e verdura mediante d.a. da affiancare ai prodotti più tradizionali. Vorrei in fine ricordare che il Consiglio Direttivo ha istituito recentemente una specifica commissione “Dieta e Nutrizione” in cui fanno parte rappresentanti di tutti i Gruppo merceologici/attività. L’attesa è che questa Commissione, oltre a monitorare l’evoluzione delle azioni che potranno svilupparsi sia a livello europeo che nazionale, possa anche orientare l’Associazione in efficaci scelte con valenza strategica nella armonizzazione e tutela delle degli interessi delle singole Componenti della “filiera” di Settore, non potendo peraltro ignorare i segnali sempre più insistenti per orientare l’alimentazione a nuovi parametri nutrizionali. Questo nostro atteggiamento di “disponibilità” non sta a significare, nel modo più assoluto, che si voglia prendere le distanze dai prodotti più tradizionali del Vending; vogliamo, invece, fare delle aperture in termini di collaborazione proprio per dare rassicurazioni e fugare ogni “strumentalizzazione preconcetta” nei confronti del “distributore automatico”. La gestione e smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici e la tracciabilità Come avete sentito, mi sono soffermato sugli aspetti di fondo che maggiormente hanno caratterizzato il nostro lavoro in questo intenso anno trascorso; tuttavia non posso non fare riferimento, sebbene più brevemente, anche a due nuove normative europee, l’una in campo ambientale e l’altra sulla sicurezza dei prodotti alimentari, che incidono direttamente anche sul nostro Settore, apportando nuovi appesantimenti dal punto di vista dei costi finanziari e degli adempimenti organizzativi, e su cui l’Associazione sta prestando attenzione. Faccio riferimento alla Direttiva RAEE e RoHS, l’una sulla gestione e smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici, tra cui i distributori automatici a fine vita, e l’altra che prevede il divieto di impiego dei materiali pericolosi nella fabbricazione delle macchine con inevitabili ripercussioni sui costi del processo produttivo. Un’altra importante normativa proveniente dall’UE è il Regolamento che disciplina la tracciabilità dei prodotti alimentari. La Direttiva 2002/96/CE sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche RAEE, approvata definitivamente dal Consiglio e dal Parlamento Europeo il 27 gennaio 2003 e che, secondo quanto prevede la Direttiva, entrerà in vigore dal prossimo 13 agosto; ma il ritardo nell’iter formale di recepimento e la mancanza di un sistema di identificazione euorpeo per i produttori di macchine, lasciano qualche incertezza sui tempi. Con l’entrata in vigore della nuova normativa (13 agosto 2005 o successive proroghe) saranno poste in capo alle imprese di fabbricazione di distributori automatici pesanti oneri finanziari per la fornitura di un’adeguata garanzia a copertura dei costi che deriveranno dallo smaltimento dei d.a. a fine vita. Voglio segnalare che le principali aziende associate del Gruppo imprese di fabbricazione di distributori automatici, con adesione spontanea ed in autonomia finanziaria hanno attivato, mediante il supporto specialistico di una Società di consulenza, lo studio di fattibilità per la costituzione di un consorzio volontario per la gestione dei RAEE.
L’altra disciplina, che interessa tutti gli Stati membri dell’UE e che ha riflessi importanti anche sul nostro Settore, è il Regolamento in vigore dal 1 gennaio scorso, con cui viene disciplinata la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti alimentari nella catena della distribuzione alimentare. Una nuova normativa che presenta aspetti di particolare complessità risolvibile attraverso una progressiva messa punto dei meccanismi di controllo sulla base delle esperienze vissute quotidianamente sul campo. Con queste considerazioni abbiamo già espresso la nostra preoccupazione alla Direzione Generale della sanità degli alimenti del Ministero della Salute e chiesto un incontro per ricevere le necessarie chiarificazioni. Attualmente la mancata osservanza della normativa che transitoriamente non è sanzionabile, in quanto sono ancora all’esame della Conferenza Stato – Regioni le “linee guida” ai fini dell’applicazione del Regolamento comunitario. Il documento, informalmente è stato già acquisito dalla nostra Associazione, un’opportunità su cui procedere per gli opportuni approfondimenti e per verificarne la compatibilità con le specificità del settore del vending; di qui un invito ad intensificare la collaborazione tra i gruppi merceologici/attività per ricercare le soluzioni più praticabili al fine di rendere più agevole l’applicazione della nuova normativa. In questa mia relazione non posso anche esimermi dal menzionare, con una certa soddisfazione, il felice esito dell’azione intrapresa dall’Associazione a presidio dell’applicazione dell’aliquota ridotta del 4% ai casi di somministrazione a mezzo distributori funzionanti a cialde/capsule localizzati presso uffici destinati alla collettività, quali studi professionali, scuole, ospedali, ecc. La questione era divenuta improvvisamente di attualità a seguito di una “risposta dell’esperto” su IL SOLE 24 ORE del 30 maggio 2004 e l’Associazione si è trovata nella necessità di attivarsi tempestivamente. In tema di IVA, rimane invece ancora “aperto” l’incarico conferito al nostro Consulente per quanto concerne l’azione finalizzata alla modifica quantitativa del limite massimo compensabile e l’adozione di una procedura di compensazione continua ed automatica, una sorta di vero e proprio conto corrente, come peraltro avrebbe dovuto essere il “conto fiscale”. Un obiettivo, per alcuni aspetti, “ambizioso” se si tiene conto, non solo della natura del provvedimento atteso, ma anche del bisogno dello Stato di poter disporre e trattenere liquidità finanziaria. Anche il Protocollo d’intesa del gennaio di quest’anno tra l’Agenzia delle entrate e l’ABI per favorire l’anticipazione, da parte del sistema bancario, dei crediti Iva vantati dalle aziende nei confronti dell’erario, lascia ancora ombre sulla scorrevolezza e sui tempi per l’accesso alle anticipazioni. Pertanto rimane ancora attuale la preoccupazione delle imprese di gestione di maggiori dimensioni per un problema di non poco conto, quale quello derivante dall’indisponibilità anche di somme significative per crediti IVA; ragion per cui desidero dare rassicurazioni sulla volontà di perseguire l’obbiettivo che ci siamo prefissi, pur nella consapevolezza che il quadro politico divenuto più recentemente fluido nella prossimità della scadenza elettorale della primavera 2006 potrebbe verosimilmente aggiungere ulteriore difficoltà ad un mandato già di per se stesso complesso.
confida comunica La conferenza stampa Confida su qualità e sicurezza alimentare Sabato 28 maggio si è tenuta al Teatro Caprinica di Roma la conferenza stampa su qualità e sicurezza alimentare durante la quale è stata ufficialmente presentata da Vincenzo Scrigna, Presidente delle imprese di gestione di Confida, la “Carta dei Servizi”: il documento che indica dettagliatamente regole e sistemi di controllo della qualità e che è stato fortemente voluto dalla base associativa. Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti anche Carlo Cannella, professore ordinario di scienza dell’alimentazione all’Università La Sapienza di Roma, l’ On. Mario Pepe in rappresentanza del Consiglio dei Ministri, Silvio Borrello della Direzione Generale della Sanità e degli Alimenti del Ministero della Salute, Il Presidente di Confida Augusto Grulli e Sergio Billè, presidente di Confcommercio.
Vincenzo Scrigna, Presidente delle imprese di gestione di Confida
L’intervento di Sergio Billè, presidente di Confcommercio
LA CARTA DEI SERVIZI D.A. Italia ha più volte affrontato l’argomento della Carta dei Servizi e la nostra redazione ha già pubblicato la bozza integrale del documento nella sua versione quasi definitiva. In occasione della sua ufficializzazione ci sembra comunque doveroso riprendere alcuni punti dell’importante documento, avvalendoci della presentazione che Vincenzo Scrigna ha recentemente fatto a Roma sintetizzando la Carta dei Servizi in tre fondamentali aspetti: il decalogo, gli standard e gli sviluppi futuri. IL DECALOGO 1 Massima attenzione alle esigenze e aspettative dei clienti e impegno costante al miglioramento 2 Massima attenzione alla qualità e varietà dei prodotti somministrati 3 Professionalità e correttezza del personale e del servizio clienti 4 Affidabilità e regolarità del servizio 5 Rifornimento puntuale e assistenza tecnica tempestiva 6 Garanzia di pulizia e igiene dei distributori automatici e dei prodotti somministrati 7 Efficienza dei distributori e facilità di utilizzo 8 Efficienza dei sistemi di pagamento 9 Continua attenzione all’innovazione 10 Soluzioni personalizzate secondo le diverse esigenze ed orientamento ad anticipare I futuri bisogni GLI STANDARD Aspetti sanitari, HACCP, autorizzazioni sanitarie per i magazzini e denuncia dei d.a. installati Aspetti legali per la comunicazione ai Comuni (D.Lgs. 114/98 art.17),
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polizza assicurativa per i d.a. Aspetti di sicurezza ai sensi della legge 626/94 Rispetto del codice della privacy (D. Lgs. 196/2003) Conformità delle macchine ai requisiti della marchiatura CE Adeguamento ai capitolati di fornitura e accompagnamento con schede tecniche adeguate Certificazione dell’utilizzo di materiale per alimenti ai sensi del D. Lgs. 108/92 Corretta etichettatura dei prodotti e dei d.a. secondo il D. Lgs. 109/92 Trasporto dei prodotti alimentari nel rispetto del D. Lgs. 155/97 (HACCP) Adozione di una procedura per la tracciabilità (Reg. CE 178/2002) Formalizzazione del rapporto con il cliente tramite un contratto tra le parti GLI ULTERIORI SVILUPPI Il progetto si svilupperà procedendo con: - la redazione di un disciplinare tecnico e di modalità di verifica esterna, in modo che la sottoscrizione della Carta dei Servizi possa essere configurata come una vera e propria certificazione di servizio - il proseguimento dei rapporti con I Ministeri di Attività Produttive e Salute - l’aggiornamento del manuale HACCP per quanto riguarda la gestione di alcuni prodotti e di alcune modalità di rifornimento - l’attività di formazione per gli Associati per determinare una forte crescita culturale in linea con gli elevati standard di qualità - la definizione di capitolato d’appalto standard per la D.A. che privilegi gli aspetti di sicurezza alimentare, di qualità e di servizio.
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EUROPS 2005 - PRAGA +++
EurOps 2005 – La piattaforma UE su Dieta, Attività Fisica e Salute Come avevamo preannunciato nello scorso numero torniamo a parlare di EurOps 2005, la Conferenza paneuropea dei Gestori che si è tenuta a Praga dal 17 al 18 marzo. Uno dei principali temi discussi è senz’altro quello affrontato dalla Task Force su dieta e nutrizione. EurOps 2005 ha dedicato il primo “Panel Session” proprio a questa tematica e il contributo più importante è venuto dall’intervista video realizzata in esclusiva per EurOps 2005 da Gillian White (Presidente della Task Force Diet & Nutrition dell’EVA) a Robert Madelin, Direttore Generale della DG Sanco, Direzione Generale della Commissione Europea per la Salute e la Tutela dei Consumatori, con un messaggio speciale rivolto al settore del vending. D.A. Italia ha deciso di pubblicare la trascrizione integrale di questa importante intervista. Per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito www.eva.be Il Presidente di EVA Augusto Garulli nel suo intervento di chiusura aveva ben sottolineato l’importanza del dibattito che si era sviluppato su Dieta e Nutrizione. Prima di pubblicare l’intervista sulla Piattaforma UE su Dieta, Attività Fisica e Salute, ci sembra opportuno citare questa parte del suo intervento: Augusto Garulli - Nel corso del primo pannel Gillian White, con l’ intervista registrata di Robert Medelin, e grazie agli interventi di John Short, Micheal Ganser Potts e Clode Sauc, siamo arrivati al tema che è al centro degli attuali dibattiti in EVA e che interessa molti altri paesi nel mondo: mangiamo troppo e male e non facciamo abbastanza attività fisica. Come abbiamo sentito durante la Conferenza il nostro settore spesso è preso come capo espiatorio dell’obesità infantile. Tutti gli attori del vending devono attivarsi e fare la loro parte per la piattaforma Europea. È vero che i gestori vendono i prodotti che sono disponibili sul mercato, ma è altrettanto vero che dobbiamo fare in modo che i distributori automatici siano proibiti nelle scuole. “Siamo tutti nella stessa barca” ci ha ricordato durante il dibattito il Sig. Marcazzani e dobbiamo fare in modo di far parte della soluzione. Comunque quando parliamo di questo argomento, evitiamo di dire che i prodotti venduti dai distributori automatici “non sono sani”, ricordiamoci che sono le quantità che possono dare problemi assieme alla mancanza di movimento. Pertanto identifichiamo gli “altri prodotti” come : “ light”, “ dietetici” ecc., ma non come cibi sani. -
Gillian White
Trascrizione dell’intervista con Robert Madelin, Direttore Generale, DG Sanco, Commissione europea Gillian White - Business Development Director, Masterfoods Vending Solutions, Presidente Task Force EVA su dieta e nutrizione: Ringrazio Madelin per la sua partecipazione a questa nostra conferenza europea di Praga. Questa settimana è stata lanciata la Piattaforma UE su Dieta, Attività Fisica e Salute. Può delinearci gli obiettivi di questa piattaforma? Robert Madelin: Grazie. Sono lieto di partecipare anche se solo virtualmente. La piattaforma vuole essere una piattaforma d’azione, che riunisca operatori economici, organizzazioni non governative ed esperti nel campo della medicina da tutti i 25 Stati membri dell’Unione per svolgere un’attività destinata ad arrestare ed invertire la tendenza all’obesità che oggi riguarda ogni Stato
membro dell’Unione. GW: In termini di obiettivi specifici, cosa, secondo lei, deve essere fatto dalla piattaforma, se ne ipotizziamo il successo? RM: Credo che ogni operatore abbia una sua risposta, diversa da quella degli altri. C’è chi è coinvolto in attività di sponsorizzazione, nello sport a scuola, c’è chi lavora con i propri dipendenti sul posto di lavoro, chi nella pubblicità o in attività didattiche. Per questo riteniamo che ogni attore debba venire con le proprie idee su come deve essere il piano di azione. Non ci deve essere un approccio solo che vada bene per tutte le situazioni. Non ci saranno approvazioni o bocciature di piani da parte della Commissione. L’idea è semplicemente quella di motivare tutte le possibili forze presenti nella catena alimentare, affinché esse possano contribuire al traguardo finale. GW: Con questa premessa, come
pensa che sarà possibile valutare il successo della piattaforma? RM: Il monitoraggio fa parte integrante del piano. Chiederemo ad ogni operatore, ad esempio i gestori dei distributori automatici, di dirci quello che intendono fare e come sapranno se è stato fatto. Cercheremo inoltre di lavorare su scala maggiore, in modo da sviluppare delle idee sui possibili indicatori di successo. GW: In questo ambito, lei vede fasce di età o settori specifici che sono molto più vulnerabili di altri? RM: Se guardiamo le cifre in Europa, dove ci sono circa 500 milioni di abitanti, è chiaro come l’obesità sia prevalente nei giovani. Nella fascia di età fra 12 e 16 anni, in alcuni paesi, soprattutto d’Europa meridionale, si arriva addirittura all’obesità o al sovrappeso del 36% degli adolescenti. In questo contesto, è evidente che uno degli elementi chiave del successo della nostra iniziativa è quelD.A.ITALIA 53
INTERVISTA A ROBERT MADELIN
Robert Madelin
lo di rivolgerci ai giovani, per far sì che acquisiscano delle buone abitudini, sia alimentari che per l’attività fisica. GW: Quello che cercate di fare ha quindi un’ampia portata ed è molto ambizioso. RM: Ambizioso sì, di ampia portata lo spero. Ma anche modesto, nel senso che ci auguriamo, con questa piattaforma europea, di non dover decidere tutto a Bruxelles. Vogliamo motivare tutte le reti di operatori affinché essi lavorino alla radice, collaborando. Il piano d’azione a livello nazionale o locale dovrà essere certamente perfezionato e la piattaforma europea ne è ben consapevole. Il piano strategico dovrà poi essere discusso con portatori di interessi locali ed è possibile che abbia attuazioni diverse da uno Stato membro all’altro. GW: Una delle iniziative della European Vending Association è stata quella di definire le cosiddette “Migliori Pratiche” per cercare ovviamente di influenzare membri e gestori e di farli partecipare a questo processo. Secondo lei, l’iniD.A.ITALIA 54
ziativa riguardante le migliori pratiche può essere uno dei modi per ottenere dei risultati sul mercato? RM: La vera domanda è: l’autoregolamentazione può essere efficace? Secondo me ci sono 3 elementi chiave. Primo: gli operatori economici si impegneranno per far muovere la società nella direzione voluta dai cittadini? Già la partecipazione dei vostri membri alla Piattaforma Europea rappresenta una risposta positiva a questa prima domanda. Gli altri due elementi riguardano come decidere cosa fare: per esempio ritengo che una domanda sia se si debba sedersi ad un tavolo con le altre parti in causa, la popolazione locale, i vostri clienti, per decidere insieme quali debbano essere i contenuti delle migliori pratiche e se devono essere migliorati. La terza domanda è se l’opera di monitoraggio debba essere portata avanti da terzi improntati all’obiettività, per far sì che vi sia la massima fiducia sull’attuazione delle vostre migliori pratiche. Ritengo che se possiamo rispondere progressivamente sì a queste tre domande, allora l’autoregolamentazione, o co-regolamentazione
come dovremmo chiamarla a questo punto, diventerebbe veramente uno strumento affidabile ed efficace per il raggiungimento degli obiettivi. Dove possiamo usare questo approccio i risultati arrivano molto più rapidamente che con la legislazione per la cui attuazione, come sapete, possono occorrere anche da 5 a 10 anni, a livello UE. GW: Evidentemente tutti noi vogliamo il successo della piattaforma. Ma cosa accadrà se invece le vostre iniziative e il vostro impegno non vanno a buon fine? RM: Se posso rispondere così, direi che in caso di successo creeremmo una società con più fiducia ed autostima riguardo alla tematica della catena alimentare e riguardo ai relativi vantaggi, compresa la questione della competitività e della crescita del lavoro tanto cara alla Commissione Barroso. Vedo quindi il rischio opposto se l’iniziativa fallisce: avremo perso una buona occasione per creare questa fiducia. GW: Ha detto di essere lieto di vedere la partecipazione delle varie associazioni commerciali. Da quel-
lo che ha visto, anche senza una conoscenza approfondita del vending, ha messaggi specifici da inviare al settore della distribuzione automatica? RM: Penso che sia chiaro che nell’industria, del vending come negli altri settori legati alla catena alimentare, l’elemento chiave è il rapporto con i consumatori bambini. E devo dire che in tutti i vari settori, vending, vendita al dettaglio, pubblicità, su molte questioni ci stiamo strategicamente dirigendo verso quelle che sono le aspettative della società. Perché è proprio la tematica del rapporto con i bambini che rappresenta la lacuna da affrontare e, in un modo o in un altro, colmare. Mettere distributori automatici nelle scuole? E se sì, con quali prodotti? E solo alle elementari e non alle secondarie, viceversa o in entrambe? Sono tutte questioni complesse: a livello settoriale avete le vostri migliori pratiche, poi le aziende possono avere le loro. Lo stesso dicasi per le aziende alimentari. Penso, e mi auguro, che in questo ambito i piani d’azione comincino a far luce su una tendenza emergente per ottenere il consenso. La Commissione non ha
EUROPS 2005 - PRAGA la bacchetta magica per rispondere ma è una questione che continua ad essere controversa . Il consiglio che mi sento di dare non è quello di seguire un particolare tipo di azione ma di non aver neanche paura di impegnarsi apertamente sulla questione, nel senso che tenersi troppo sulla difensiva ci impedirebbe di cogliere l’opportunità offerta dalla piattaforma di approfondire il dibattito, dato che si tratta di un luogo diverso dal Consiglio dei Ministri, dal Parlamento europeo o dalla stampa locale, dove tutte le parti in causa sono sedute attorno a un tavolo. Penso che per il vending, uno dei numerosi settori che affronta questa sfida, può essere interessante condividere esperienze lungo la catena alimentare e vedere se i vari attori agiscono in modo diverso. GW: Lei sembra molto fiducioso sul
successo dell’iniziativa. Mi piacerebbe capire se il suo ottimismo si basa su quello che è stata la partecipazione fino a oggi o se ci sono altri esempi nell’UE in cui questa idea di piattaforma intereuropea è stata effettivamente realizzata senza normative, che è ciò di cui io sono a conoscenza. RM: Non sono ottimista per la volontà delle associazioni di partecipare, ma per il fatto che i loro membri si stanno già dando da fare. Il motivo per cui ci si è preparati e ci s’impegna in questo processo è la ricerca di diffondere in tutta Europa esperimenti che sono in corso, esperimenti in cui operatori economici, autorità pubbliche, attori non governativi collaborano in materia di nutrizione e obesità. Il messaggio della piattaforma non è “portiamo diversi attori” ma “portiamo tutti gli attori da tutta Europa anziché uno in questa o quella città”.
GW: Facendo sì che questi esperimenti siano condivisi e valichino le frontiere, ma anche facendo sì che essi vengano effettivamente attuati e che da essi si impari, anziché dire semplicemente “è così che viene fatto”. RM: Esattamente. GW: Ed avere un progetto. RM: Sì, come una vera e propria esperienza formativa. GW: Facendo insomma in modo che il settore, o come dice lei “gli operatori economici”, guidi il proprio destino attraverso l’azione. RM: Sì, decisamente, perché se posso dire qualcosa riguardo alla pressione dell’intervento, a livello di Unione europea non esiste un governo eletto con un mandato legislativo. A livello di Unione europea, le iniziative legislative emergono perché esiste una domanda ad esse relativa. Nella catena ali-
mentare, queste domande possono venire da due settori. In primo luogo, dalla necessità di creare un mercato unico. Molto spesso, gli operatori della catena alimentare vogliono regole comuni per etichettare il contenuto degli alimenti o degli additivi. Il secondo tipo di pressione riguarda la richiesta di una maggiore sicurezza e di partecipazione democratica dei consumatori, ossia una pressione proveniente dai governi degli Stati membri, dalle organizzazioni di consumatori o dal Parlamento europeo. In materia di nutrizione e obesità la domanda, quindi, è semplicemente: “esiste una pressione tale da dover intervenire?” E non ci saranno pressioni o richieste di intervento se la catena alimentare soddisfa già le esigenze della società. Sto quindi cercando di starne al di fuori, in qualche modo.
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lavoro e impresa
a cura di Massimo Brisciani, Consulente del Lavoro
Come cambia il lavoro notturno Quali sono le condizioni ed i limiti per adibire i lavoratori a lavoro notturno continuativo? La materia è disciplinata dall’art. 13 D.Lgs. 8 aprile 2003 n. 66, che è stato significativamente modificato dal D.Lgs. 19 luglio 2004 n. 213. Inoltre il Ministero del Lavoro ha recentemente illustrato le novità normative con la circolare n.8 del 3 marzo 2005. Adempimenti preliminari La legge dispone che il lavoratore adibito a lavoro notturno sia sottosposto a visita medica preventiva e periodica al fine di valutarne l’idoneità. La visita può essere effettuata dal medico competente aziendale. Questo adempimento è di particolare importanza a tutela della salute del lavoratore, tanto che la sua violazione è sanzionata penalmente con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da d 1.549 a d 4.131. Tuttavia qualora l’ispettore del lavoro accerti la violazione deve impartire all’azienda una prescrizione (interruzione del comportamento vietato), che consente l’archiviazione del procedimento giudiziario mediante pagamento di una sanzione amministrativa. È previsto inoltre l’obbligo per l’azienda di informare preventivamente le rappresentanze sindacali aziendali o, in mancanza di queste, le organizzazioni sindacali provinciali: tuttavia la violazione di questo obbligo non comporta l’applicazione di sanzioni. Limiti allo svolgimento di lavoro notturno e durata massima della prestazione lavorativa L’adibizione a lavoro notturno non può eccedere le 8 ore in media nelle 24 ore, calcolate dal momento di inizio della prestazione lavorativa. Contrariamente a quanto si riteneva in fase di prima applicazione del decreto, il Ministero ha chiarito che – pur in mancanza di
un’esplicita indicazione normativa – la media va determinata su base settimanale. Ciò significa che, in linea generale, anche il lavoratore notturno può eccedere nella singola giornata le 8 ore di attività mediante lavoro straordinario, purchè il predetto limite di 8 ore sia comunque rispettato come valore medio su 6 giorni lavorativi, tenuto conto del riposo settimanale obbligatorio di 24 ore consecutive. Esistono inoltre dei limiti soggettivi all’adibizione al lavoro notturno per alcune categorie meritevoli di particolare tutela, quali le lavoratrici madri, i genitori affidatari e coloro che hanno a carico persone disabili. Occorre inoltre considerare che la durata massima della prestazione lavorativa per tutti i lavoratori – addetti a lavoro diurno o notturno indifferentemente – non può eccedere le 48 ore settimanali, da rilevare in media in un periodo quadrimestrale (art. 4, comma 2, D.Lgs. 66/2003). Per i lavoratori notturni occorre, dunque, rispettare un doppio limite: 8 ore di lavoro ogni 24 ore 48 ore medie settimanali. Il superamento del primo limite comporta la sanzione amministrativa da d 51 a d 154 per ogni lavoratore adibito a lavoro notturno e per ogni giorno. Il superamento della durata massima settimanale determina la sanzione da d 130 a d 780 per ogni lavoratore e per ciascun periodo di riferimento quadrimestrale. Non vanno computati nell’orario di lavoro – e quindi nei due limiti di legge – i periodi di mera reperibilità, anche se retribuiti. Deroghe La legge (art. 17, comma 1, D.Lgs. 66/2003) prevede la possibilità per la contrattazione collettiva nazionale di derogare ai limiti di durata del lavoro notturno: tuttavia, ad
oggi la materia non è ancora disciplinata nei principali contratti collettivi nazionali. Per alcune figure professionali è la legge stessa a stabilire l’inapplicabilità dei limiti al lavoro notturno e alla durata massima settimanale di 48 ore medie (art. 17, comma 5, D.Lgs. 66/2003). Si tratta dei lavoratori per i quali la durata dell’orario di lavoro, a causa delle caratteristiche dell’attività esercitata: non è misurata o predeterminata; può essere autonomamente determinata dai lavoratori stessi. La norma elenca, a titolo esemplificativo e non esaustivo: i dirigenti, il personale direttivo delle aziende, altre persone con potere di decisione autonomo. Quanto all’ultima categoria la circolare ministeriale afferma che “...Nell’ampia formulazione della norma trovano ingresso nuove figure professionali che, sebbene prive di potere gerarchico, conservano, nel disimpegno delle loro attribuzioni, ampia possibilità di iniziativa, di discrezionalità e di determinazione autonoma sul proprio tempo di lavoro. Più in generale, si ritiene, poi, che la deroga al limite delle 48 ore settimanali riguardi anche quelle atti-
vità le cui peculiarità non consentono di predeterminarne la durata. Si tratta di attività nelle quali la professionalità dei lavoratori, dotati di competenze specialistiche, è condizione essenziale per il funzionamento del servizio, di modo che l’attività del personale impegnato, talora anche a ragione della continuità del servizio offerto, reso in alcuni casi anche all’esterno dell’azienda, si concreta in una serie di interventi che non consentono la pianificabilità, in termini di tempo, del lavoro necessario al funzionamento del servizio.” Nonostante l’interpretazione estensiva del Ministero, in mancanza di un’elencazione di profili da parte della contrattazione collettiva, risulta particolarmente difficile individuare con certezza le figure che possano rientrare nel regime di deroga, fatta eccezione per quelle espressamente elencate dal legislatore, cioè i dirigenti e il personale direttivo. Dovrebbero rientrarvi senz’altro gli operatori di vendita, che generalmente hanno un’area territoriale di riferimento entro la quale devono garantire la visita ai clienti con una frequenza predefinita, ma con piena libertà ed autonomia di organizzazione dei tempi di lavoro. D.A.ITALIA 57
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Eu’Vend 2005 si avvicina l’appuntamento di colonia
Eu’Vend, il Salone internazionale del vending rivolto a tutti gli operatori del settore, si terrà a Colonia dal 15 al 17 settembre. Il salone è organizzato dalla Koelnmesse GmbH e dall'Associazione tedesca del Vending BDV. Quest’anno la manifestazione avrà come slogan: “Visions of Vending” e verranno presentate innovazioni ed elementi per strategie di marketing destinati alle aziende del mercato della salute. Tra i tanti “temi” trattati dalla manifestazione avranno un certo risalto: la telemetria, i touch screen, la comunicazione cibernetica e il merchandising “automatico” tramite terminali multifunzione. Nel prossimo numero daremo ampio spazio alla manifestazione e relazioneremo i nostri lettori sulla conferenza stampa organizzata da Koelnmesse il 9 giugno a Milano e che ha visto la partecipazione dei relatori: Thomas Rosolia - A.D. Koelnmesse Srl, Wolfgang Kranz Direttore Generale Koelnmesse GmbH e Norbert Monßen Presidente dell’Associazione Tedesca del Vending. Eu’Vend 2005 ha recentemente sponsorizzato una ricerca di mercato sulla mentalità dei consumatori tedeschi nel Vending. Per la prima volta un istituto di ricerche di mercato ha fatto uno studio sulle abitudini, le preferenze e le antipatie dei clienti dei distributori automatici. Su commissione della BDV (Associazione tedesca del Vending), la Prorata GmbH ha intervistato 800 consumatori e circa la metà erano cosiddetti “no-user”. Questo gruppo, proprio per le sue resistenze, è particolarmente stimolante per coloro che devono partorire nuove idee creative in vista di acquisire una nuova clientela. Alla domanda “Quale prodotto erogato dal distributore consumi più spesso/più volentieri”, il 49% degli intervistati ha risposto “caffè”, il 38% “specialità di caffè” e il 43% “soft drink”. Per quanto riguarda gli spuntini, il 53% predilige i dolci, mentre il 39% preferisce i sapori forti. La questione diventa particolarmente interessante se si esamina il profilo di coloro che non si servono o si servono solo raramente dei distributori automatici. Come sfondare, come agire sulla soddisfazione o sull’insoddisfazione? Con quali iniziative è possibile trasformare in consumatori i “no-vending user”? Il 43% di ben 184 consumatori occasionali o non consumatori alla domanda sul prodotto preferito ha risposto: una specialità di caffè. Un risultato particolarmente rilevante perché le strategie da coffeeshop possono rappresentare un’ottima risorsa per convertire i cosiddetti partigiani del “no-vending”. Con l’affermazione mondiale di varie catene di caffetteria (Starbuck, World Coffee ecc.), il caffè è stato catapultato in brevissimo tempo in prima posizione fra le bevande più richieste. Chi, per conquistare questa clientela, punterà sulle specialità “all’italiana” o in “american style” ha sicuramente buone possibilità di successo.
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31 lavazza IL RITORNO DEL VENDING! Non sorprende che la AVEX abbia deciso di tornare ad Earls Court 2 nel 2005 dopo il successo strepitoso dell’edizione del 2003, che ha visto l’affluenza di 8.574* visitatori, 64% di livello manageriale o superiore. Ovviamente per la AVEX 2005 si prevede un pubblico ancora piÚ numeroso visto il grande interesse generato da quest’industria, non solo a livello nazionale per via delle problematiche legate all’obesità della popolazione, ma anche considerando i progressi tecnologici nella gestione dei distributori automatici, l’introduzione di nuove leggi ambientali sul loro smaltimento e la miriade di lanci di nuovi prodotti/servizi che da sempre contraddistinguono la AVEX.
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“Quasi tutte le persone con le quali ho parlato durante e dopo la fiera erano entusiaste del numero dei potenziali clienti, del calibro dei visitatori ‘professionali’, dell’ottima organizzazione dell’evento e della sede e della qualitĂ degli espositori e del loro marketing.â€? Simon Heath, Teknowledge Group
“Vorrei congratularmi con voi per la scelta della sede e per l’organizzazione – perfetta, cordiale ed efficiente. Il numero dei visitatori ed il loro ‘calibro’ erano davvero di tutto rispetto.� Bertrand Emond, Campden & Chorleywood Food Research Association
“Siamo molto soddisfatti del numero di visitatori dal Regno Unito e dall’estero�. Martyn Herriot, AM Foods
“La AVEX mi ha molto impressionato: era ben organizzata, con display vividi e di grande impatto che illustravano egregiamente la natura altamente tecnologica ma funzionale del vending�. John M Sunderland, Cadbury Schweppes
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