Poste Italiane s.p.a. - spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 DCB Torino - n4/2005
N°8 luglio-agosto/05
D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA
www.daitalia.it
fabbricanti: intervista a Gpe Vendors r i v e n d i to r i : i n t e r v i s t a a l l a R e da sistemi di pagamento: intervista a Vesiel “Vision of Vending” allo Eu’Vend 2005 Advent International acquisisce il Gruppo Argenta - Azkoyen acquisisce Coges le novità del vending: Bianchi Vending Group sicurezza alimentare fisco news
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EDITORIALE
La calda estate del vending italiano acquisizioni e concentrazione di settore
Il settore del vending sta catalizzando sempre più l’attenzione del private equity e dei gruppi industriali internazionali. Quest’estate già due importanti operazioni di mercato sono andate a buon fine: l’acquisizione di Coges da parte degli spagnoli di Azkoyen e l’acquisto del 65% del pacchetto azionario del Gruppo Argenta da parte di Advent International. Le informazioni disponibili sui media indicano che l’advisor Lehaman Brothers sta curando l’asta per le vending machine della N&W Global Vending e il Sole 24 Ore ha pubblicato una sorta di “short list” dei possibili acquirenti, tra cui figurano grandi instituzioni finanziarie e colossi industriali come l’americana Crane. È quindi evidente che se il leader di settore dei fabbricanti, il principale costruttore italiano di sistemi di pagamento e uno dei maggiori gruppi di gestione trovano qualificati acquirenti, l’interesse per questa area di business è molto alta. Tutta la catena del valore del vending è da tempo “sotto analisi” e probabilmente ci saranno molte altre operazioni di mercato che di fatto ridisegneranno la geografia e gli equilibri di settore. L’entrata di Advent nel segmento delle imprese di gestione ad esempio, non è certamente solo una mera operazione finanziaria di cessione di quote azionarie da un fondo ad un altro, ma potrà determinare nel settore dei sostanziali cambiamenti. Advent International ha la ferma intenzione di costituire un grande gruppo di gestione che abbia una rilevante quota di mercato e che sia presente in tutto il territorio nazionale e c’è da scommettere che nei prossimi anni assisteremo a tutta una serie di nuove acquisizioni. È ancora presto per prevedere già oggi quali conseguenze avrà per il vending questo mutamento di scenario, ma è comunque probabile che l’entrata di operatori di alto profilo rafforzi un’evoluzione del settore verso una maggiore cultura d’impresa e di qualificazione professionale, con meno improvvisazioni e zone d’ombra. D.A. Italia sta proseguendo nel suo impegno di organizzare un convegno dedicato ai gestori che si terrà in autunno. Stiamo attivamente discutendo con molti operatori di settore per poter proporre un momento di confronto interessante e concretamente utile. Nel prossimo numero presenteremo il programma e più dettagliate informazioni. Ci ha piacevolmente stupido l’immediata e convinta adesione di molte società alla Vending Champions League, il torneo di calcio a 11 che avrà la sua finale la sera del 29 marzo 2006 (primo giornata di Venditalia). Alcune aziende hanno già preparato le maglie e incominciato gli allenamenti, segno evidente della volontà di poter collocare all’interno del proprio stand il trofeo riservato al primo classificato. La nostra redazione seguirà tutti gli incontri e offrirà un ampio resoconto di tutte le fasi della manifestazione. Per festeggiare degnamente i vincitori abbiamo già prenotato uno dei più noti locali delle notti milanesi, dove si svolgerà una serata decisamente informale e all’insegna del divertimento…
Alessandro Fontana
sommario
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EDITORIALE La calda estate del vending italiano Acquisizioni e concentrazione di settore
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I L M E R C AT O D E L V E N D I N G – FA B B R I C A N T I Gpe Vendors: affidabilità e tecnologia italiana per i mercati internazionali
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S P E C I A L E S I S T E M I D I PA G A M E N T O Il Gruppo Vesiel Tecnologia, affidabilità e prestazioni nei sistemi di pagamento
22 Numero 4 – Anno II – Luglio-Agosto 2005 Direttore Responsabile Renzo Gabriel Bonizzi Condirettore Alessandro Fontana Hanno collaborato: Orsola Mallozzi – Luca Mariotti Progetto grafico Andrea Lottero Foto Alizia Lottero Stampa Diffusioni Grafiche Spa D.A. Italia – il periodico della distribuzione automatica Pubblicazione iscritta al Tribunale di Milano, numero di registrazione 177 del 22 marzo 2004 Iscrizione al R.O.C.: in corso di registrazione Periodicità: bimestrale Editore: ART&WORKS Srl Via Garian 49 - 20146 Milano - P.IVA 04234310961 Tel +39 02 48958566 Fax +39 02 36521641 Ufficio commerciale: commerciale@daitalia.it Web: www.daitalia.it Posta elettronica: info@daitalia.it Abbonamenti: abbonamenti@daitalia.it Pubblicità inferiore al 45% La riproduzione totale o parziale delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su D.A. Italia è permessa solo se autorizzata dalla Direzione. La Direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari.
LE NOVITÀ NEL VENDING Advent International acquisisce il Gruppo Argenta Azkoyen ha acquisito l’intero capitale sociale di Coges S.p.a. Bianchi Vending – Moltiplicare le scelte, raddoppiare il piacere (del caffè)
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MONDO ASSOCIAZIONE Confida comunica Le novità dell’associazione europea EVA
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S I C U R E Z Z A A L I M E N TA R E Ragazzi, sicurezza alimentare e salute: la vera prevenzione è nella qualità a cura di Orsola Mallozzi
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“VISION OF VENDING” Eu’Vend 2005 di Colonia
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FISCO NEWS Riflessioni a ruota libera sugli “studi di settore” a cura di Luca Mariotti
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A P P U N TA M E N T O I N F I E R A Tutti gli appuntamenti fieristici del 2005
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IL MERCATO DEL VENDING GPE Vendors: affidabilità e tecnologia italiana per i mercati internazionali
[ fabbricanti ]
+++ GPE
Vendors è un azienda molto conosciuta e affermata nel panorama del vending europeo ed internazionale. Da circa 15 anni progetta e realizza distributori refrigerati e per bevande calde con un ottimo rapporto qualità/prezzo e con una riconosciuta affidabilità della parte elettronica. L’azienda marchigiana ha una forte vocazione internazionale ed esporta all’estero la maggior parte della sua produzione. Oggi ci sono rivenditori e macchine GPE in tutti i sei continenti. D.A. Italia si è recata a Fano negli uffici di GPE Vendors e ha intervistato Giorgio Peroni, il fondatore dell’azienda e i due figli Alessio (responsabile commerciale e di produzione) e Sabrina (Ufficio Estero)
Giorgio Peroni e i due figli Alessio (responsabile commerciale e di produzione) e Sabrina (Ufficio Estero)
Intervista alla GPE Vendors La GPE quando è stata fondata aveva come attività principale la progettazione e la costruzione di videogames. Quando avete deciso di concentrarvi sul settore del vending? Giorgio Peroni, il fondatore della GPE, aveva alle spalle una forte esperienza nel campo dell’informatica e dell’elettronica. Ha lavorato per quattro anni all’Olivetti di Ivrea e benché fosse un tecnico molto ricercato, il suo obiettivo è sempre stato quello di ritornare a Fano a cui era molto legato. Nel 1973 ha lasciato l’azienda italiana leader in computer per tornare nella sua città d’origine, trovando un posto in una nota azienda di strumenti musicali, da lì è passato ad una ditta che costruiva macchine elettromeccaniche per sale gioco dove ha progettato i primi videogiochi italiani. Era veramente all’avanguardia tant’è vero che dopo due anni, alla fine del 1977, si mise in
proprio fondando la Giorgio Peroni Elettronica (GPE). Il settore dei videogames in Italia stava nascendo proprio in quegli anni e la GPE è stata una delle prime aziende a focalizzarsi su questo business. I primi risultati furono molto incoraggianti e la società ebbe una crescita molto rapida riuscendo a penetrare anche sul mercato europeo e statunitense. Nel mondo dei videogames era essenziale riuscire a “azzeccare” il modello giusto e quando si riusciva nell’intento arrivavano numerosissimi ordini. D’altro canto però dopo tre mesi qualunque progetto era già vecchio e, per continuare ad affrontare il mercato, si doveva avere pronta una nuova proposta. Quindi si poteva passare da periodi di grande euforia e successo a periodi meno fortunati e lo stress progettuale era continuo. Per tutti questi motivi il settore non era particolarmente attrattivo. Poi,
ad una fiera di settore in Germania, il fondatore della GPE si rese conto che insieme ai videogiochi c’erano i distributori automatici. Giorgio Peroni si accorse in particolare di un distributore a spirali. L’anno successivo tutti i videogames erano cambiati (anche 2 o 3 volte), ma c’era ancora quello stesso distributore a spirali. Questo fece capire che nel settore dei videogiochi bisognava progettare in continuazione, mentre nella distribuzione il progetto durava nel tempo. Così a partire dal 1982 la GPE decise di dedicarsi ai distributori, anche se non era affatto facile: i gestori non acquistavano le macchine da un produttore fino ad allora sconosciuto, anche se erano ben realizzate e avevano un prezzo molto competitivo. Quando c’è stata la svolta che vi ha permesso di entrare nel settore del vending? La svolta è avvenuta nei primi anni
novanta quando abbiamo costruito una macchina per gelati assolutamente innovativa che è stata la nostra “apripista”: da lì siamo passati alla progettazione e realizzazione di una macchina per prodotti Lavazza. Questo distributore automatico era di dimensioni molto ridotte, non refrigerata e con sei spirali verticali, ma ci permise di farci conoscere nel settore e le richieste aumentarono in modo significativo permettendoci di entrare in stretta relazione con il modo dei gestori. In quel momento gli operatori di settore sentivano la necessità di una macchina refrigerata di dimensioni molto ridotte. GPE realizzò così la DRF 25 (il numero indica la quantità di spirali) che ci garantì la definitiva affermazione. La nostra azienda aveva fortunatamente già la struttura, un capannone di 2.000 mq che era servito ai tempi della nostra presenza nei videogiochi, che venne subito D.A.ITALIA 7
IL MERCATO DEL VENDING
DRX - 20
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affiancato da un secondo fabbricato di altrettanti metri quadri.
schiuma che ha suscitato molto interesse.
Il vostro successo è dovuto anche alla creazione di distributori ad hoc. Questo significa che per progettare la macchina seguite le specifiche del cliente? Siamo sempre molto attenti alle reali esigenze del mercato. Se un nostro cliente ha delle richieste specifiche e ha bisogno di un distributore fatto in un certo modo, noi valutiamo seriamente il progetto e, se è possibile realizzarlo, ci impegniamo nella sua produzione. Ad esempio in questo momento stiamo concentrando molte risorse in un particolare sistema per bevande calde molto utilizzato nel Nord Europa, con bicchieri predosati. È un progetto sul quale abbiamo investito utilizzando un nostro brevetto elettronico che mescola la polvere in un modo particolare, ottenendo una bevanda ricca di
Voi avete una forte vocazione internazionale, i vostri rivenditori sono un po’ ovunque. È stata una scelta che avete preso dall’inizio, considerando che nel mercato italiano sono presenti le più importanti aziende di fabbricanti? La nostra espansione nei mercati esteri si è realizzata in modo naturale, quasi automatico. Abbiamo sempre investito molto nelle fiere di settore e spesso abbiamo incontrato clienti stranieri interessati alle nostre macchine. Questo ha creato un meccanismo virtuoso che ci ha progressivamente permesso di arrivare fino alla situazione attuale che vede i nostri distributori presenti in tutti e sei i continenti.
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Oltre a numerosi rivenditori avete due filiali estere, la GPE Latina e la GPE Spagna.
Abbiamo due filiali all’estero, anche se la nostra strategia di fondo non è quella di creare realtà di questo tipo al di fuori dell’Italia, perché solitamente creano troppi problemi burocratici. In alcuni ristretti casi però ci siamo resi conto che una sede estera infonde più fiducia e sicurezza nei clienti di quel paese, come nel caso spagnolo dove siamo presenti con una sede principale a Barcellona e delegazioni a Madrid, Malaga e tra poco a Siviglia. Oltre al mercato dell’Europa occidentale, su quali altri mercati internazionali vi muovete in particolare? Nel Medio Oriente, grazie a Jackson Vending di Dubai, abbiamo una buona penetrazione, così come riteniamo strategica per il futuro l’area dell’Est Europa dove abbiamo iniziato a lavorare nella Repubblica Ceca. Negli Stati Uniti abbiamo qualche macchina ma
non è ancora un mercato significativo. Come si suddivide la vostra distribuzione territoriale delle vendite in termini di fatturato? GPE realizza circa il 35% del suo fatturato in Italia ed il resto all’estero. Il nostro punto di forza è il segmento del “freddo” dove vantiamo una lunga tradizione. Solo a partire dal 2000 ci siamo interessati al mondo del caffè e degli hot-drinks, quando ci siamo accorti che c’era la reale esigenza di avere entrambe le tipologie di macchine affiancate. Prima avevamo solo il freddo e poteva accadere che altri produttori nostri concorrenti si presentassero con una batteria combinata facendoci perdere dei clienti, in special modo all’estero. In Italia vendiamo molto di più il freddo anche perché nel caldo ci sono grandi nomi affermati ed il mercato è molto più competitivo e
INTERVISTA ALLA GPE VENDORS
DFD / 3°C
complesso. Come sta andando la vostra nuova macchina a 3° gradi? La DFD/3°C è molto richiesta. Questo tipo di distributore offre ai gestori nuove opportunità di vendita, ad esempio in Spagna abbiamo un grosso contatto con una ditta di yogurt. Questa tipologia di vending machines è anche l’ideale anche per distribuire panini nelle scuole o in altre locazioni. Come siete riusciti a realizzare nel segmento del “caldo”una macchina affidabile, considerando che il settore del caffè è molto esigente? All’inizio siamo partiti con un modello “Istant” che è di più facile realizzazione, anche se funziona solo in certi Paesi (in Italia non supera il 5% delle macchine). Subito dopo ci siamo attivati per costruire la macchina espresso
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avvalendoci però di un gruppo già esistente e affidabile. Noi acquistiamo il gruppo da una azienda esterna e lo applichiamo sulle nostre macchine, il tutto viene gestito dalla nostra scheda elettronica sulla quale diamo tre anni di garanzia, anche se abbiamo macchine di 12 anni fa che funzionano perfettamente. Avete pensato di realizzare dei distributori “Combi”? Ormai non vale la pena progettare macchine così. Abbiamo una gamma molto vasta di modelli che possono essere combinati in modo ottimale, sia per piccole comunità che per locazioni decisamente più importanti. La GPE ha a listino una serie di prodotti “Customised” (Nestlé, Pringles, ecc.). È un segmento produttivo particolarmente importante per voi? Tutte le nostre macchine “customi-
sed” sono state realizzate partendo da richieste che ci sono pervenute dal mercato spagnolo. In particolare Pringles ci ha chiesto una grossa fornitura di macchine brandizzate con il loro logo. Avete progettato un particolare sistema anti-vandalico soprannominato Scudo. Si adatta a tutte le vostre macchine? Questo progetto, come dice la parola stessa, è realizzato in modo da offrire uno scudo esterno applicato a difesa della macchina. Viene venduto come optional ed è stato realizzato per le macchine alte 1 metro e 83 centimetri. Abbiamo anche altri optional studiati per questa tipologia di macchine: l’Elevator e l’Optical Sensor che è una barriera ottica che permette di effettuare una nuova selezione nel caso non uscisse il prodotto richiesto, evitando così sgradite ritorsioni da parte degli utenti.
Nel 2004 avete presentato a Venditalia il sistema Elevator. Ad un anno e mezzo di distanza, come sta andando questo prodotto? Elevator è’ un prodotto in forte crescita anche se la prima volta che i gestori l’hanno visto hanno reagito con un po’ di diffidenza. C’era l’erronea convinzione che un sistema in movimento potesse dare nel tempo dei problemi di funzionalità. Noi sappiamo che non è così e consigliamo sempre di provarne uno, dopo di che la strada si apre da sola. In realtà è un meccanismo molto semplice: sono delle cinghie realizzate con fili d’acciaio che possono reggere quattro quintali (mentre reggono al massimo un chilo). Non le mettiamo neanche nel listino ricambi perché è impossibile che si rompano. Date molta attenzione al design delle macchine? D.A.ITALIA 9
La GPE si è sempre innanzitutto preoccupata di costruire macchine che fossero affidabili. All’inizio producevamo macchine con l’esterno grigio e i clienti ci dicevano che andavano molto bene ma non erano particolarmente belle, così ci siamo affidati a due architetti attenti al design, i quali hanno cambiato i colori e l’estetica esteriore. Ovviamente l’interno (elettronica, frigorifero e motori) non è stato cambiato. Dopo questa modifica di design ci siamo presentati in fiera e abbiamo quasi raddoppiato le vendite, in particolare per quanto riguarda i mercati esteri. Nei primi anni il 70% del fatturato proveniva dal mercato italiano, queste modifiche hanno fatto da trampolino di lancio per i mercati internazionali. I vostri prezzi sono competitivi? Il nostro listino è molto competitivo. Probabilmente siamo anche un D.A.ITALIA 10
punto di riferimento per la concorrenza, soprattutto quando devono decidere il prezzo di un nuovo modello. A Venditalia 2006 presenterete qualche nuovo progetto? In GPE la progettazione è sempre in moto e non dipende solamente dalle scadenze fieristiche, comunque probabilmente presenteremo una nuova scheda elettronica. Avete centri di assistenza? Tutta l’assistenza viene gestita interamente dai nostri rivenditori. Bisogna anche dire che sulle nostre macchine il problema dell’assistenza è molto limitato, tanto è vero che i venditori possono attuare anche sconti abbastanza sostenuti perché sanno che difficilmente il cliente avrà in seguito bisogno di richiamarlo per problemi. GPE ha progettato e realizzato un sistema di pagamento:
GPE Key. Ce ne può illustrare la caratteristiche? Questo progetto è nato dalla richiesta di alcuni nostri clienti che, conoscendo le nostre potenzialità nel campo dell’elettronica, ci hanno consigliato di realizzare un sistema di pagamento. All’inizio abbiamo ideato un prodotto economico, poi strada facendo ci siamo resi conto che dovevamo inseguire, con aggiunte e vari optional, la concorrenza. Così abbiamo deciso di non andare oltre, concentrando i nostri sforzi sulle vending machines. Molti fabbricanti iniziano a implementare all’interno dei distributori dei sistemi telemetrici. Voi ci state pensando? La nuova scheda in progettazione terrà conto anche di questo. Stiamo raccogliendo informazioni e sviluppando il progetto. Il vostro sito internet è parti-
colarmente evoluto e realizzato molto bene. Avete effettuato un grosso investimento? Per noi è uno strumento di lavoro molto importante che ci dà molta visibilità, anche e soprattutto per il mercato estero. Quindi vale la pena di investire tempo e risorse sul suo continuo aggiornamento. Voi siete molto presenti nelle fiere, anche se questo comporta dei costi significativi. Continuerete su questa linea strategica o in futuro pensate di partecipare solo ai principali eventi di settore? Abbiamo delle strategie molto precise per quanto riguarda la nostra presenza ad eventi fieristici. All’estero cerchiamo sempre di coinvolgere il distributore locale (ad esempio in Spagna una parte dei costi li paghiamo noi ed il restante GPE España). Per quanto riguarda le fiere più piccole, diamo le macchine con uno sconto parti-
INTERVISTA ALLA GPE VENDORS
GPEKEY
colare. L’unica fiera alla quale partecipiamo “da soli” è Venditalia. Anche se l’immagine è importante, abbiamo deciso di evitare di fare stands “galattici”, tanto ormai la gente conosce i nostri prodotti. A Madrid eravamo addirittura presenti in cinque stands differenti (il nostro, Nestlé, un torrefattore, un produttore di patatine e uno di chioschi). Abbiamo dato le nostre macchine anche per le produzioni televisive di Canale 5 e chi è nel settore le ha immediatamente riconosciute. A fronte di una crisi generalizzata e una congiuntura non favorevole, il vending ha ancora delle discrete prospettive. Che visione del futuro avete per questo settore? Per i produttori europei che esportano in aree dove la valuta di riferimento è il dollaro, solo un futuro riallineamento tra l’euro e la valuta americana potrà far ripartire
l’economia. Il dollaro debole ha creato non pochi problemi per le aziende come GPE che esportano in paesi come gli Emirati Arabi Uniti o il Messico. In GPE è già presente la seconda generazione di Peroni: Alessio e Sabrina, come è avvenuto il loro inserimento? Entrambi lavorano da tempo in GPE e hanno senz’altro portato un impulso di rinnovamento. La scelta del design, ad esempio, è avvenuta su loro spinta e ha portato ad ottimi risultati. La più grande soddisfazione del fondatore Giorgio è quella di vedere i propri figli che amano il loro lavoro e sono molto ben inseriti in azienda.
MEI e il Gruppo IVS: una collaborazione vincente Ad un anno dal lancio della rendiresto MEI Cashflow™ 7900 abbiamo chiesto al Sig.Cesare Cerea, fondatore del Gruppo IVS (una delle maggiori Aziende di distribuzione automatica presenti sul territorio italiano con le sue affiliate Also Vending, Bergamo Distributori, IVS Emilia, Italia Ristoro, GSA, Onda,e IVS Sud) e figura "storica" del mondo della distribuzione automatica in Italia, di spiegarci le ragioni che lo hanno portato a scegliere questo prodotto tra tutti quelli presenti sul mercato. Il Sig. Cerea ci ha detto: “Utilizzavamo le rendiresto Mars molti anni fa nelle gestioni del nostro Gruppo in Spagna e Francia e sapevamo che l’avvento dell’Euro in Italia avrebbe creato anche da noi l’esigenza di questo prodotto nei distributori automatici. Abbiamo iniziato a installare rendiresto MEI in Italia dal 2000, preparando la nostra base installata a rispondere alla domanda di resto dei consumatori italiani. La scelta di un partner serio e affidabile come MEI, con prodotti di qualità è stata decisiva durante la fase di passaggio e durante tutte le fasi di crescita e di acquisizione avvenute negli ultimi anni nel nostro Gruppo. Eravamo soddisfatti di Cashflow™ 690 e lo siamo ancora di più con Cashflow™ 7900: il funzionamento corrisponde appieno alle nostre esigenze di qualità e affidabilità e apprezziamo particolarmente il fatto che con questo prodotto siamo in grado di controllare perfettamente e facilmente qualunque movimento di monete o di caricamento chiavi. Trasferiamo giornalmente i dati di Audit che preleviamo da Cashflow™ 7900 nel nostro sistema
gestionale Vega che è in grado di segnalarci qualunque anomalia o differenza di cassa. Questo è un aspetto di assoluta importanza vista la dimensione della nostra azienda e il numero di erogazioni effettuate. Ad oggi abbiamo installato gettoniere rendiresto sulla quasi totalità del parco distributori installato e questo ci ha consentito di raggiungere l’obiettivo di piena soddisfazione dei nostri clienti e di aumentare le nostre vendite, come abbiamo avuto modo di constatare in occasione delle numerose operazioni di acquisizione che abbiamo compiuto negli ultimi anni, e laddove abbiamo operato una massiccia opera di sostituzione dei sistemi di pagamento che tradizionalmente vengono utilizzati nel mondo del Vending italiano. La stessa esperienza che stiamo compiendo nelle Stazioni Ferroviarie Italiane ci ha convinti della irrinunciabilità della gettoniera rendiresto, categoria nella quale Cashflow™ 7900, grazie alla presenza del quinto tubo, alla capacità di autotaratura del resto ed all’estrema precisione nel riconoscimento della moneta euro, rappresenta oggi quanto di meglio si possa trovare sul mercato, per le locazioni ad alta affluenza di pubblico.”
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VESIEL è una realtà tecnologica, dinamica e in costante evoluzione formata da un'équipe di ingegneri e di programmatori di collaudata esperienza specializzati nella progettazione ed ingegnerizzazione hardware e software di sistemi elettronici legati alla distribuzione automatica. La struttura progettuale e produttiva di VESIEL occupa un posto di rilievo nel panorama internazionale. Il Gruppo è rappresentato dai marchi VESIEL, FAGE e EMS. D.A. Italia per meglio conoscere questa realtà aziendale si è recata presso gli uffici e lo stabilimento di Rovellasca intervistando Mauro Ventura (Amministratore Delegato di Vesiel SpA) e Francesco Princiotto (Sales Manager).
Mauro Ventura (Amministratore Delegato di Vesiel SpA)
Francesco Princiotto (Sales Manager)
Intervista al Gruppo VESIEL Il gruppo Vesiel ha acquisito da qualche anno Fage, un marchio storico nel settore del vending. Come siete arrivati a questa importante decisione? Fa.Ge. nasce nel 1978 come azienda produttrice di gettoniere elettromeccaniche. Nel corso degli anni ha messo a punto, in collaborazione con Vesiel, un selettore di monete elettronico che è stato ben presto adottato dalle principali società di vending. Questa collaborazione è diventata sempre più importante e sono stati realizzati nuovi progetti e nuove linee di prodotto. Vesiel è dapprima entrata nel capitale sociale della Fage con il 13% delle azioni e poi, nel 1998, ha deciso di acquisire l’intera quota azionaria istituzionalizzando un rapporto di già stretta e costante cooperazione. Nasceva così un gruppo capace di affrontare e risolvere ogni aspetto D.A.ITALIA 14
progettuale e costruttivo nel campo dei sistemi di pagamento con competenza e professionalità. Dall'ottobre 2001 Fa.Ge. S.p.A., Vesiel S.p.A. e EMS si fondono in una unica struttura societaria con il nome Vesiel S.p.A. Uno dei vostri progetti più innovativi riguarda l'applicazione della tecnologia laser al riconoscitore di monete. Ce ne può parlare? Il nostro centro di Ricerca e Sviluppo è composto da un team di oltre 15 ingegneri e progettisti che lavorano per lo sviluppo e il continuo miglioramento dei nostri sistemi. Questa costante attenzione al lato progettuale ha portato all’adozione, in esclusiva mondiale, della tecnologia laser nella lettura dei parametri delle monete. Tra il 1999 e il 2001 nei nostri selettori, oltre ai sensori induttivi
che discernono il materiale e lo spessore, è stato inserito un lettore laser con un potere discriminante a livello di diametro di 40 micron, che verifica la zigrinatura (in certi casi può valutarne anche l’altezza). Monete “tristemente” note, come i 10 Bath thailandesi, possono essere tranquillamente discriminate? In realtà la moneta da 2 euro è “magnetica” in quanto realizzata con un materiale che da luogo ad un certo magnetismo, mentre i 10 Bath thailandesi non hanno questa caratteristica. Quindi è sufficiente rilevare questa differenza per discriminare questa moneta. Anche a livello di diametro c’è una leggera differenza e questa viene rilevata con una certa facilità dai nostri sistemi di pagamento. Come procedete per l’aggior-
namento dei sistemi quando vengono introdotte sul mercato nuove monete? Innanzitutto le nuove monete vengono testate direttamente da noi. Se la loro presenza sul mercato dovesse dar luogo a delle varianti a livello di software, mettiamo immediatamente sul nostro sito internet (www.fage.it) i relativi aggiornamenti, in modo tale che i nostri Clienti possono fare un download ed aggiornare i vari prodotti direttamente sul campo senza la necessità di farli rientrare in Sede. L’inserimento della tecnologia laser ha creato dei problemi a livello di velocità di accettazione della moneta? La velocità di accettazione della moneta non è stata assolutamente modificata dall’introduzione di questa tecnologia.
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Avete valutato la possibilità di implementare la tecnologia laser anche in sistemi dedicati al segmento gaming? Il gaming è un settore particolare al quale sostanzialmente non ci siamo mai dedicati. Abbiamo però intenzione di fare delle verifiche di marketing per ipotizzare nuovi prodotti, specialmente nel settore dei casinò. Il gruppo Vesiel ha nel suo listino anche una rendiresto, uno dei prodotti più complessi da progettare e produrre. Come mai avete investito così tanto in un sistema che in Italia fatica a realizzare grandi numeri? Abbiamo sempre prodotto rendiresto e il mercato ormai da molti anni le considera affidabili e di qualità. Le vendiamo molto bene sia in Italia che anche all’estero, D.A.ITALIA 16
dove la cultura della rendiresto è senz’altro più sviluppata. Contemporaneamente, lavorando anche nel cashless, siamo riusciti ad ottenere un prodotto integrato a un costo molto basso e riteniamo di essere molto competitivi. Vesiel punta molto sulle performances e sui costi contenuti e in questo il nostro centro R&D ha un ruolo decisamente importante. Stiamo anche lavorando con un partner sulla ricarica di chiavi attraverso bancomat o, eventualmente, carte di credito. I vantaggi per i gestori sono notevoli (ad esempio la riduzione degli atti vandalici). Questo progetto lo presenteremo a Venditalia 2006. Sui vostri sistemi dedicati al trattamento della moneta avete una quota interessante anche all’estero? Siamo presenti in molti Paesi con
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quote interessanti. Le principali posizioni le abbiamo realizzate in Austria e in Svizzera. In Sud America abbiamo addirittura creato Fage America, una piccola realtà sorta proprio per il mercato sudamericano e che opera sia a livello commerciale che produttivo. Nei Paesi dell’Est Europa cominciate ad avere un certo sviluppo? L’Est Europa è un mercato in crescita, soprattutto in Russia dove si sta realizzando una chiara espansione. L’analisi delle nostre vendite all’estero ci ha dato la conferma di questa tendenza, anche se per ora è una crescita “spot” e non strutturata. Le esportazioni comunque cominciano ad assumere per il gruppo Vesiel sempre più rilevanza. Come sono distribuite
(Italia/Estero) le vostre vendite? Attualmente il gruppo Vesiel fattura circa il 60% della sua produzione in Italia e il 40% all’estero, con un chiaro trend di crescita per questi mercati. Questo dato deriva da un aumento delle esportazioni all’estero che coinvolgono tutta la gamma dei prodotti. Alcuni dei vostri competitors producono in Paesi dove i costi sono decisamente inferiori. Avete pensato di seguire questa strada? Stiamo effettuando delle verifiche, ma non è così semplice trovare dei partners o delle realtà che possano offrire un prodotto veramente valido. I vostri prezzi di listino come si collocano (in media) rispetto alla concorrenza?
INTERVISTA AL GRUPPO VESIEL
Chiave conctactless Fage
Per quanto riguarda il trattamento della moneta siamo allineati agli altri competitors. Nel segmento del cashless invece (nonostante i nostri prodotti siano dotati di performances superiori ad altri prodotti) riteniamo che il rapporto qualità-prezzo non abbia eguali. A quando risale l’introduzione della tecnologia cashless nei vostri sistemi di pagamento? Il primo prodotto che abbiamo lanciato sul mercato è stata una carta con il chip, ma abbiamo abbandonato il progetto per focalizzarci dal 1996 in poi sulla chiave contactless. In questo momento comunque stiamo sviluppando un nuovo sistema cashless che comprende sia la chiave che la carta MIFARE. Abbiamo già presentato il primo prototipo a Madrid e andrà in pro-
duzione entro la fine dell’anno. Pensate che questo nuovo prodotto avrà un mercato? Forse all’inizio avrà più successo all’estero che in Italia, perché in molti paesi europei si riscontra già da qualche anno un forte interesse per le cosiddette “multiapplicazioni”, dove lo stesso sistema ti permette di fare fotocopie, andare in mensa, prendere un caffè, ecc. Il nostro sistema permette di avere più codici di sicurezza per tutte le applicazioni. Credete che anche in Italia progressivamente si affermerà questo sistema? È probabile visto che in alcune realtà è stato già imposto al gestore di utilizzare lo stesso supporto per ripartire i servizi (distributori automatici e fotocopie). L’Università di Bolzano, ad esem-
pio, ha seguito questa linea di condotta. Voi potete offrire una gamma completa al gestore. Questo vi crea da un lato un grosso vantaggio competitivo, ma dall’altro vi costringe a distribuire la ricerca e lo sviluppo su una miriade di prodotti. Avete mai pensato di concentrarvi su un particolare segmento? Non è nelle strategie di Vesiel abbandonare qualche segmento dell’attuale produzione, perché riteniamo che i nostri prodotti si vadano ad integrare tra di loro. Abbiamo comunque diversi gruppi di lavoro che stanno lavorando ai diversi prodotti. Nel vostro listino avete anche una serie di accessori, tra cui l’Ocs Controller. Questo prodotto funziona bene e incon-
tra i favori del mercato? L’OCS Controller funziona molto bene e finalmente permette al gestore di identificare, controllare la macchina OCS, avere la sua tracciabilità, sapere effettivamente quello che consuma e impedire l’utilizzo di cloni di cialde. Stiamo facendo molti sforzi progettuali per poterlo presentare ad un prezzo ancora più competitivo, perché in un segmento in cui le macchine non costano molto, questa è senz’altro una variabile chiave. Introdurre un sistema di controllo nel segmento OCS, potrebbe portare a numeri molto interessanti. Proprio per questo stiamo cercando di ottimizzare i costi. Da parte nostra c’è un interesse notevole, anche perché non ci sono molti prodotti analoghi sul mercato.
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INTERVISTA AL GRUPPO VESIEL
OCS Controller
Vesiel è una delle aziende che ha mostrato di credere maggiormente nella telemetria. Quando è maturata questa convinzione? Per quanto riguarda la telemetria il nostro gruppo ha cominciato a realizzare i primi progetti già cinque, sei anni fa. Abbiamo presentato a Parigi un prodotto e alcuni gestori hanno fatto anche dei test. In questa prima fase ci siamo resi conto che un potenziale problema poteva essere quello della gestione dei dati. Infatti tutti i dati che arrivano al gestore devono essere elaborati da un software molto intuitivo. Inoltre se l’operatore vending ha poche macchine non ci sono problemi, se invece ne controlla alcune centinaia, deve per forza avere una struttura completamente automatizzata, comprare un server e avere delle risorse interne qualificate. D.A.ITALIA 18
È vero che avete stretto un accordo con una società già operativa nel campo del controllo remoto? Vesiel per offrire ai propri clienti un servizio ottimale ha fatto un accordo con una società esperta di controllo remoto ed elaborazione dati: la TECNOSYSTEM GROUP che gestisce 8.000 centraline (su tutto il territorio nazionale, ma anche all’estero soprattutto in Francia e Spagna) con dispositivi Gsm, Gprs, che poi diventeranno Umts. L’incontro fra due diverse realtà e lo scambio di know how accumulati in anni di esperienza, ha reso ancora più evidenti le mancanze ed i difetti dell’approccio tradizionale applicato ai sistemi di telecontrollo e basato sulla vendita del prodotto, ormai non più sufficiente a soddisfare le mutate esigenze dei clienti. La collaborazione tra VESIEL e TEC-
NOSYSTEM è nata dalla convinzione di voler sviluppare ed introdurre una nuova formula omnicomprensiva: su tali premesse si fonda il nuovo service REMOTEVENDING (vedi pagina 20).
può recedere dal contratto senza nessuna penale. Paga un canone fisso mensile che comprende tutto quanto, anche gli eventuali aggiornamenti sia a livello di software che di hardware.
In che cosa consiste questo nuovo servizio? Siamo in grado di offrire un servizio “chiavi in mano”, completo sotto tutti i punti di vista, hardware e software. Il gestore non si deve più preoccupare di nulla: fare contratti con gestori telefonici, seguire tutto l’iter dell’attivazione della Sim e via dicendo, si trova già con un pacchetto pronto. In aggiunta proponiamo una formula che consideriamo vincente: far scegliere al cliente fra l’acquisto o il noleggio di tutto il dispositivo. Il gestore può stipulare un contratto rent della durata di 3 anni, con 6 mesi di prova durante il quale
Non pensate che la telemetria possa essere troppo costosa? I costi andranno sempre più diminuendo e le macchine si possono collegare ormai in rete tra di loro fino a 8 distributori, quindi si avrà bisogno di un solo modem. Anche se può comportare un certo investimento iniziale, i vantaggi sono innegabili. L’introduzione della telemetria porterebbe innanzitutto ad un’effettiva ottimizzazione della gestione e quindi ad un sostanziale risparmio di costi.
SPECIALE SISTEMI DI PAGAMENTO
VPC Vending Connecting People
Sistema di pagamento OSCAR
IL SERVICE REMOTEVENDING VANTAGGI DELLA FORMULA SERVICE • costo certo ed invariabile del sistema in raffronto al costo manuale o al costo di un telecontrollo tradizionale gestito in housing che tende ad aumentare inevitabilmente nel tempo • livello di efficienza del sistema manutentivo enormemente più elevato • immediata evidenza di problematiche sul sistema • uniformità dei comportamenti e visione aziendale allargata sulla gestione di uno dei processi più rilevanti della rete distributiva PRESTAZIONI • Stato del distributore automatico in tempo reale • Ottimizzazione del rifornimento del D.A. • Controllo incassi • Statistiche di vendita • Segnalazione apertura del D.A. D.A.ITALIA 20
• Segnalazione mancanza corrente del D.A. •Variazione della configurazione: prezzi, sconti, disabilitazione chiavi, regolazione parametri moneta e opzioni varie • Possibilità di collegare in rete fino a 8 D.A. • Possibilità di collegare in rete D.A. e sistemi di pagamento di qualsiasi costruttore (con porta EVA-DTS) CAMPI DI APPLICAZIONE • Su tutti i D.A., di nuova e vecchia generazione (distributori elettromeccanici) • Con i sistemi FAGE: Giotto, Giody e tutta la gamma Jedy • Su tutti i sistemi con protocollo EVA-DTS, mediante interfaccia RCS standard • Negli ospedali, nelle aree di servizio, nelle scuole e in quelle locazioni considerate “particolari” per la vostra gestione • Per un maggiore controllo sul-
l’attività degli operatori • Nei D.A. con prodotti freschi, segnalando rapidamente la mancanza di corrente • Per controllare il flusso di denaro PRESTAZIONI INCLUSE NEL SERVIZIO • Noleggio/vendita dei dispositivi RCS controllati da GSM con alimentazione esterna • Fornitura simcard e traffico telefonico incluso nel canone di servizio • Garanzia totale contro qualsiasi evento possa danneggiare l’apparato, o parte di esso, per un numero illimitato di volte • Eventuali aggiornamenti hardware e/o software degli apparati • Servizio di call-center con: assistenza continua business day (8.00-18.00); disponibilità di Tutor aziendale multilingue, consulenza per l’analisi dei dati rilevati; assistenza telefonica per interventi su dispositivi in avaria
• Formazione del personale per la gestione dell’installazione e la manutenzione degli apparati in campo presso i D.A. della società di gestione • Servizio di segnalazione di allarmi ad evento per problemi di funzionamento dei D.A. • Servizio di variazione di parametri di funzionamento on demand • Servizio di raccolta dati completamente automatizzato e distribuzione delle informazioni tramite internet • Invio di segnalazioni di allerta via mail, per comunicare scostamenti da parametri impostati • Invio del riepilogo dei dati Audit con cadenza prestabilita • Servizio di archiviazione automatica dei dati raccolti, con invio periodico della banca dati utente su CD • Manutenzione ordinaria e straordinaria attraverso la fornitura di pezzi sostitutivi per apparati guasti • Check control continuo di ogni singolo acquisitore
novità nel vending Il 30 giugno Advent International, affiancata da PM & Partners, ha acquistato il Gruppo Argenta (www.gruppo-argenta.it). In seguito a questa operazione Advent deterrà il 65% del pacchetto azionario, mentre la parte rimanente resterà in mano al management. L’entrata di una delle società leader di private equity globale nel settore della distribuzione automatica è un fatto di grande rilevanza, soprattutto in prospettiva futura, visto che l’obiettivo dichiarato di Advent è quello di costituire un gruppo di gestione che sia leader nazionale con una quota significativa di mercato. Nel comparto c’è ancora spazio per una crescita organica ma è evidente che questo progetto non potrà che passare attraverso una serie di acquisizioni, anche di una certa rilevanza. D.A. Italia oltre a pubblicare integralmente il comunicato stampa concordato tra i vari attori coinvolti nell’operazione, ha intervistato il dott. Filippo de Vecchi, Principal di Advent International, che ci ha illustrato le strategie di investimento in Italia di Advent International. (fvecchi@italy.adventinternational.com).
Filippo de Vecchi, Principal di Advent International
ADVENT INTERNATIONAL ACQUISISCE IL GRUPPO ARGENTA
INTERVISTA A FILIPPO DE VECCHI – ADVENT INTERNATIONAL Ci può descrivere in sintesi l’attività di Advent International? Advent International è una delle principali società di fondi di private equity al mondo, con 10 miliardi di dollari di capitale complessivamente raccolto e uffici in 13 Paesi tra Nord America, Europa, America Latina e Asia-Pacifico. Dalla sua fondazione nel 1984, Advent ha investito in più di 500 aziende e ha contribuito a reperire oltre 10 miliardi di dollari per le società tramite offerta azionaria e prestiti obbligazionari, incluse 130 IPO sulle principali borse mondiali. Alle società partner, Advent International offre non solo un contributo di capitale, ma anche esperienza e risorse su scala internazionale, essendo una delle più grandi e affermate società di private equity a livello mondiale. Se nel nostro settore le risorse finanziarie rappresentano un requisito comune, non necessariamente è presente la capacità di sviluppare e portare a termine strategie di successo. Advent, possedendo entrambe le caratteristiche, può offrire un contributo sostanziale al futuro successo delle attività in cui investe. Tutte le nostre società in portafoglio hanno pieno accesso alle nostre conoscenze e capacità. Riteniamo che l’estensione di tali risorse ci distingua dai nostri concorrenti. Advent è molto attenta al mercato italiaD.A.ITALIA 22
no, tanto che negli ultimi nove mesi avete concluso due importanti operazioni. È un segnale di un sempre maggiore interesse per questa area geografica? Advent International ha senz’altro aumentato il proprio focus sul mercato italiano. Crediamo che la nostra strategia si adatti molto bene a questo mercato perché si focalizza in aziende di medie dimensioni (con fatturato che oscilla tra i 50 e 500 milioni di euro), in forte crescita e in settori in consolidamento o comunque dove ci siano spazi di sviluppo significativi. L’Italia ha delle realtà aziendali che sono senz’altro compatibili con la nostra strategia di mid-market. Advent ha anche un focus settoriale in diversi comparti: Business Service (nel quale rientra anche il vending); Servizi Finanziari; Retail & Consumer; Tecnologia Industriale - Media e Telecomunicazioni e Healthcare & Life Sciences. Nel mercato italiano abbiamo deciso di avere un approccio più opportunistico guardando anche altre realtà, come ad esempio il settore industriale. Nel nostro paese ci sono delle ottime società con validi imprenditori che si sono ritagliati delle nicchie di mercato costruendo delle barriere all’entrata focalizzate magari sul livello di servizio o sulla customizzazione dei prodotti. Ci sono quindi delle realtà interessanti per un investimento di private equity, perché queste aziende
hanno comunque degli spazi di mercato difendibili, posizioni di leadership a livello europeo e hanno possibilità di sviluppo. Advent ha un network internazionale che aiuta queste società a crescere anche all’estero e sta analizzando diverse situazioni estremamente interessanti. Questo ci fa ritenere che l’Italia sarà per noi un mercato assolutamente chiave per i prossimi anni. Prima di acquisire il Gruppo Argenta avete studiato il settore della distribuzione automatica per ben tre anni. Che impressioni ne avete ricavato? Abbiamo studiato il settore a livello europeo, soprattutto guardando tutte le principali transazioni che si sono presentate nel mercato del vending. L’abbiamo analizzato a fondo soprattutto nel mercato spagnolo, francese e italiano. Come Advent abbiamo un “expertise” di settore che viene coordinata da Londra con esperti in ogni paese, anche ovviamente in Italia. Periodicamente analizziamo la situazione e le opportunità di mercato. Abbiamo visto il deal Argenta due anni fa e già all’epoca ci interessava la società, anche se poi è stata acquisita da Quadrivio SGR e San Paolo IMI Private Equity. Abbiamo continuato a valutare il settore, dialogando con tanti operatori e analizzando tutta la catena del valore del vending, dai fornitori di
prodotti e di macchine fino ai gestori e ci siamo convinti che l’area degli operatori fosse quella di maggiore interesse, perché è un settore in forte crescita e ci sono degli spazi interessanti. Riteniamo vi siano opportunità di sviluppo in altri canali tra cui il pubblico e crediamo anche nella crescita di altri prodotti oltre al caffè e agli hot-drinks (snacks, panini, piatti pronti). Il comparto ci ha bene impressionato, anche perché dal lato dell’offerta è estremamente frammentato e ci sono ottime possibilità di consolidamento. Abbiamo riscontrato tra gli operatori del vending numerose figure imprenditoriali di spicco e di notevole intelligenza, abili nel ricavarsi delle nicchie interessanti per area geografica. Uno dei motivi per cui abbiamo scelto di acquisire il Gruppo Argenta è stata anche la presenza di una figura di spicco come Epaminonda Scaltriti, che oltre ad essere un ottimo imprenditore è un aggregatore che dà molta attenzione alle persone e alla formazione del personale. È senz’altro la persona ideale per un progetto importante come il nostro. L’acquisizione del Gruppo Argenta è solo un primo importante passo nella vostra strategia di ingresso nella distribuzione automatica? Sono previste altre acquisizioni?
Il nostro progetto è sempre stato quello di costituire un leader nazionale. Il Gruppo Argenta ha il 6% del mercato, la nostra creazione di valore parte dall’idea di costituire un gruppo che abbia una forte quota di mercato e che sia presente in tutto il territorio nazionale. Questo è un progetto che riteniamo estremamente interessante, molto impegnativo per i prossimi anni e per forza di cose deve passare anche attraverso una serie di acquisizioni. La crescita organica c’è ancora, non a due cifre come in passato, ma comunque di buon livello. La vera opportunità è il consolidamento del mercato, considerato che ci sono delle economie di scala significative negli acquisti e di carattere operativo. È un businnes di logistica e quindi è importante mantenere un massa critica a livello locale per cui questo progetto di espansione dovrà partire dalle attuali aree limitrofe di competenza del Gruppo Argenta. Quale è il target delle aziende che possono interessare ad Advent per future acquisizioni? Non escludiamo di acquisire anche operatori di grandi dimensioni che rientrano nel nostro range tipico di enterprise value, ma il Gruppo Argenta può senz’altro acquisire anche piccole o medie realtà in zone limitrofe che aumentino la
massa critica. Quindi non ci sono “pregiudizi” dimensionali nelle future acquisizioni. Vi concentrerete prima sull’espansione in Italia o guarderete da subito anche ai mercati esteri? Il nostro interesse ad oggi è concentrato prevalentemente in Italia e ci sarà un grande lavoro da fare, anche se guardiamo sempre con interesse il mercato francese e spagnolo. Avete valutato la possibilità di integravi a monte acquisendo un fabbricante di vending machines, anche alla luce delle importanti possibilità di acquisto che offre in questo momento il mercato italiano? Abbiamo valutato l’opportunità che offriva in questo momento il mercato, ma abbiamo deciso di non entrare in quel processo di vendita perché esistono degli obiettivi conflitti d’interesse con il mondo degli operatori. È probabile che altri gestori decidano di non acquistare più le macchine da un fabbricante divenuto improvvisamente suo concorrente. Poi sono business con logiche molto diverse. C’è già così tanto lavoro da fare con un operatore al 6% di quota di mercato che vuole diventare leader di settore, che integrarsi a monte non è stata una delle opzioni scelte. D.A.ITALIA 23
ADVENT INTERNATIONAL ACQUISISCE IL GRUPPO ARGENTA
COMUNICATO STAMPA Advent International acquisisce il Gruppo Argenta, leader nel settore della ristorazione automatica in Italia. Partecipa all’operazione anche PM & Partners ottenendo una quota di minoranza. Milano, 30 giugno 2005 - Advent International, società leader di private equity globale, affiancata da PM & Partners, acquisisce il Gruppo Argenta, uno dei maggiori operatori nel settore della ristorazione automatica (“Vending”) in Italia. Il valore della transazione non è stato reso noto. In seguito a questa operazione, Advent deterrà il 65% del pacchetto azionario, di cui una quota di minoranza andrà a PM & Partners. La parte rimanente resterà in mano al management. Con una quota di mercato pari al 6,2% e un fatturato stimato per il 2005 pari a 80 milioni di euro, il Gruppo Argenta è oggi tra i leader del settore della ristorazione automatica in Italia. Negli ultimi quattro anni, la società ha registrato un incremento del fatturato pari all’11,4% su base annua, significativamente sopra le performance del settore. Il valore totale del mercato della ristorazione automatica in Italia, nel 2004, è stato di circa 1 miliardo di euro. Il settore, molto frammentato, conta circa 1.500 società attive di cui le prime dieci detengono soltanto il 28% del mercato. Questa operazione è la seconda realizzata da Advent in Italia negli ultimi nove mesi. A settembre 2004 infatti la società di private equity aveva concluso l’acquisizione di AVIP, il primo gruppo indipendente di pubblicità esterna in Italia. Entrambe le operazioni confermano la strategia di Advent in Italia: investire in aziende in crescita, con l’obiettivo di capitalizzarne al massimo le opportunità di sviluppo, aiutandole ad affermarsi come protagoniste dei loro settori. Le attività del Gruppo Argenta si focalizzano nei servizi della ristorazione automatica specialmente nell’offerta di bevande calde e fredde ed alimenti preconfezionati (snack) somministrate attraverso circa 52.000 distributori automatici e semi-automatici nel Nord Italia (Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) servendo in prevalenza piccole e medie imprese, istituzioni pubbliche e famiglie. È inoltre presente nella gestione diretta di diversi bar collocati presso amministrazioni pubbliche. Fondata nel 1968, la società è ancora guidata da uno dei suoi fondatori, Epaminonda Scaltriti. Con questa acquisizione si verifica un cambiamento degli investitori private equity nell’azionariato del Gruppo Argenta, che due anni fa aveva visto l’ingresso di Quadrivio SGR e San Paolo IMI Private Equity che avevano acquisito la maggioranza del Gruppo Argenta tramite un’operazione di MBO. La strategia per i prossimi anni sarà di accelerare la crescita del Gruppo Argenta attraverso D.A.ITALIA 24
ulteriori acquisizioni (quattro sono quelle completate tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004), aumentare la penetrazione del mercato e sviluppare nuovi prodotti e canali di distribuzione. Il focus primario delle attività della società sarà lo sviluppo a livello nazionale, e verranno valutate anche opportunità di crescita in Europa, ovvero in quei Paesi confinanti che presentano simili opportunità di consolidamento. L’investimento fa seguito ad una profonda analisi del settore europeo della ristorazione automatica effettuata dal team di Advent, che ha identificato gli operatori del settore dei distributori automatici come un’area con grande potenziale di crescita in Italia. Il mercato italiano del Vending è particolarmente attrattivo per Advent dato il continuo livello di crescita – circa il 5% all’anno tra il 2000 e il 2004 – e il suo trend verso il consolidamento. “Abbiamo analizzato il settore europeo della ristorazione automatica per più di tre anni” ha dichiarato Filippo de Vecchi, principal di Advent International in Italia che ha diretto l’operazione “Dal nostro punto di vista, il Gruppo Argenta rappresenta la società meglio posizionata per sfruttare quella che è una significativa opportunità nel mercato italiano. Guidata da un management collaudato e altamente preparato, il Gruppo ha già realizzato un primo stadio nella strategia di consolidamento attraverso una crescita elevata sia organica che tramite acquisizioni. Con i nuovi partner, la società avrà il capitale e le risorse necessarie per costruirsi una posizione strategica nel dinamico mercato europeo del Vending”. “L’operazione appena conclusa è un’ulteriore conferma di quello che già due anni fa ebbi modo di dichiarare in merito al matrimonio tra finanza ed imprenditoria” ha commentato il Presidente del Gruppo Epaminonda Scaltriti “I nostri nuovi partner daranno alla società l’opportunità di attuare un piano di crescita e di sviluppo che ci vedrà assoluti protagonisti nel mercato del Vending in Italia senza escludere la possibilità di estendere le nostre attività nel mercato europeo, dopo l’allargamento della Comunità a 25 paesi. La forza di questo Gruppo si basa sulla capacità di gestire un elevato numero di risorse disponendo, nei posti chiave, di un management qualificato ed adattabile a qualsiasi cambiamento. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare i partner uscenti – Quadrivio SGR e San Paolo IMI Private Equity - con i quali abbiamo condiviso, per circa due anni, un percorso di crescita e di interrelazioni molto proficue completando una prima fase di sviluppo che ha consentito un significativo incremento della redditività e consolidamento della posizione di Gruppo Argenta nel mercato italiano”. Advisors dell’operazione per conto di Advent
sono stati Cross Border (M&A), Lovells (Legale), PWC (Due Diligence di mercato, finanziaria, fiscale, IT), PWC e Studio Pirola (Struttura Fiscale) e Marsh (Assicurativa). Advisor dell’operazione per conto di Quadrivio SGR e San Paolo IMI Private Equity è stato White & Case (Legale). Advisors dell’operazione per conto di Finet/Gruppo Argenta sono stati gli Avv. Minozzi, Cavaliere, Antonello di Padova (Legale) e lo Studio Pelliciardi Rutigliano Tiezzi & Associati (Fiscale). Advent International Advent International è una delle principali società di fondi di private equity al mondo, con 10 miliardi di dollari di capitale complessivamente raccolto e uffici in 13 Paesi tra Nord America, Europa, America Latina e Asia-Pacifico. Dalla sua fondazione nel 1984, Advent ha investito in più di 500 aziende e ha contribuito a reperire oltre 10 miliardi di dollari per le società tramite offerta azionaria e prestiti obbligazionari, incluse 130 IPO sulle principali borse mondiali. www.adventinternational.com. Advent International in Italia L’ufficio di Advent International è stato aperto nel 1991 e ha un team di 5 professionisti dedicato agli investimenti. Gli investimenti più significativi in Italia includono: l’acquisizione /joint venture da 900 milioni di euro di Italtel, il primo fornitore in Italia di apparecchiature di telecomunicazione; Marr leader nella distribuzione alimentare foodservice e al door to door; Esaote Biomedica, uno dei primi produttori e distributori al mondo di strumenti e attrezzature mediche; e Avip il primo gruppo indipendente di pubblicità esterna in Italia. www.adventinternational.it Quadrivio SGR Quadrivio SGR gestisce un fondo di private equity, con una dotazione di 100 milioni di Euro, dedicato alle medie imprese e con una particolare attenzione alla loro espansione internazionale. I soci di Quadrivio SGR sono all’80% la Virtus Equity ed al 20% la Mit.Fin. La cessione della partecipazione in Gruppo Argenta costituisce la prima exit importante del fondo Quadrivio seguita dall’amministratore delegato Massimo Vitale e da Stefano Tatarella. Il vicepresidente di Quadrivio Maurizio Trombetta che ha seguito direttamente il disinvestimento, dopo averne seguito anche l’origination, ha dichiarato: “Il successo dell’operazione è attribuibile al lavoro di squadra realizzato con il presidente Scaltriti nel corso degli ultimi 2 anni”. Il vicepresidente di Quadrivio Emanuele di Gresy ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti per il lavoro svolto che ha realizzato un’importante crescita della società negli ultimi 2 anni”.
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novità nel vending AZKOYEN S.A. HA ACQUISITO L’INTERO CAPITALE SOCIALE DI COGES S.P.A.
Il 23 giugno è stato diffuso un comunicato stampa che ufficializza la cessione dell’intero capitale sociale di Coges ad Azkoyen. Il gruppo spagnolo è quotato alla Borsa di Madrid ed opera in diverse aree industriali, tra cui la fabbricazione di sistemi di pagamento, la produzione di distributori automatici e la commercializzazione di prodotti per l’HoReCa. D.A. Italia per conoscere maggiori dettagli e le decisioni strategiche che hanno portato a questo importante accordo, si è recata alla sede della Coges di Schio intervistando Marco Adriani (Amministratore Delegato) e Marco Sandro (Sales Manager)
Josetxo Zugaldia - Azkoyen
Marco Adriani - Coges
INTERVISTA A COGES SPA La decisione di Azkoyen di acquistare Coges ha un po’ sorpreso gli operatori di settore. Come si è arrivati a questa importante operazione di mercato? La sorpresa degli operatori italiani può essere in parte spiegata dal fatto che in pochi conoscono i grandi cambiamenti che hanno caratterizzato gli ultimi mesi dell’azienda spagnola. Il gruppo Azkoyen ha recentemente effettuato una profonda ristrutturazione a seguito della quale è cambiato completamente il Consiglio di Amministrazione e c’è stata una forte alternanza del management. Il direttore generale è arrivato nell’ottobre del 2004, il direttore commerciale a febbraio 2005 e il direttore tecnico ad aprile. Nel 2004 l’azienda ha avuto una netta inversione di tendenza guadagnando più del 40% in borsa ed è passata da una perdita del 2003 ad un utile netto di 7 milioni di euro, con grandi risultati in alcuni specifici settore, tra cui il gaming.
Azkoyen è quindi un’azienda in forte crescita, con progetti ambiziosi e che sta rivedendo i suoi obiettivi. In Coges ha trovato un interlocutore con una comune visione strategica. Ci può spiegare meglio questa visione strategica? Azkoyen è presente in parecchie interessanti aree di business. Sviluppa circa il 50 % del fatturato nel mercato Ho.Re.Ca (nel caffè sono il secondo più importante fornitore spagnolo) e nella produzione di distributori per sigarette sono il secondo costruttore europeo. Nel vending però sono sostanzialmente presenti solo in Spagna e in Italia non sono mai riusciti ad entrare. Hanno una ampia gamma di prodotti sulla monetica (rendiresto, validatore e gaming) ma non hanno il cashless. Sono presenti in molti mercati e anche se il business totale arrivava a 120 milioni di euro e sono un grosso gruppo di 700 dipendenti, sostanzialmente non si sentivano dei leader.
Hanno perciò cominciato a verificare la possibilità di orientare le proprie scelte su quei mercati che ritenevano più interessanti e con maggiore marginalità ed i sistemi di pagamento erano un settore in crescita e complementare al loro business. In questo comparto l’obiettivo di Azkoyen è di impegnarsi affinché il cashless diventi un sistema universalmente utilizzato in Europa e completare la gamma dei prodotti anche con il lettore di banconote (interessante per i casinò). A questo punto il gruppo spagnolo ha valutato la possibilità di svilupparsi internamente, ma era un’opzione complessa e con una tempistica molto lunga. Ha quindi considerato la possibilità di acquisire una realtà già consolidata e hanno commissionato uno studio ad un importante istituto di ricerca verificando che Coges era il partner ideale per questo tipo di progetto. Dall’altra parte in Coges avevamo da tempo fatto delle considerazioni strategiche di mediolungo periodo a cui sentivano di dover prima o D.A.ITALIA 29
AZKOYEN S.A. HA ACQUISITO L’INTERO CAPITALE SOCIALE DI COGES
novità nel vending
poi dare delle risposte. Abbiamo un’ottima posizione in Italia, anche se dopo l’introduzione all’euro c’è stata talmente tanta richiesta da parte del mercato che hanno trovato spazio anche nuovi competitors e la quota di mercato di Coges è un po’ scesa. Prima dell’euro avevamo circa il 70-80% del mercato italiano nel settore del cashless e oggi, anche se la quota si è ridotta, siamo senz’altro i leader di mercato. Possiamo fare bene in Italia e crescere ancora, ma il vero obiettivo è l’espansione all’estero e non è così semplice visto che presuppone anche una crescita culturale del sistema cashless fuori dai confini nazionali. Noi abbiamo fatto il nostro piano di crescita all’estero, ma ci siamo resi conto che con le nostre risorse sarebbe stato comunque difficile approcciare i mercati internazionali. Tra l’altro stiamo assistendo all’ingresso nel settore di fondi d’investimento, che “fiutando” il business stanno entrando tramite l’acquisizione di importanti realtà in tutta la catena del valore del vending. Ci siamo quindi resi conto che cercare alleanze per crescere sarebbe diventato sempre più strategico. È vero che siamo la prima azienda in Italia come fatturato e quota di mercato, ma siamo ancora piccoli rispetto a colossi come MEI e Coinco che stanno facendo i “giochi” in Europa. Abbiamo un ottimo ufficio tecnico di grande valore ed esperienza, ma la ricerca e sviluppo che può mettere in campo una grande multinazionale è un’altra cosa. È evidente che dovevamo guardarci attorno e valutare l’opportunità di aggregarci a qualcuno che avesse progetti complementari ai nostri. Oggi Coges ha un’ottima redditività con un D.A.ITALIA 30
Ebitda (Earning before interest, taxes, depreciation and amortization; utile prima delle imposte, dei proventi/oneri finanziari, delle svalutazioni e dell’ammortamento e delle componenti straordinarie) del 33%, ma quanto potrà durare? Se non troviamo degli sbocchi diversi potrebbe rivelarsi sempre più difficile mantenere questa marginalità e sostenere così il nostro sviluppo. Abbiamo verificato la possibilità dell’ingresso dei fondi che erano molto interessati vista l’eccellenza dell’azienda, ma alla fine ci siamo orientati verso una patnership di tipo industriale, perché la volontà della proprietà era quella di dare una possibilità in più di sviluppo all’azienda. Avete valutato la possibilità di non cedere completamente la Coges e mantenerne una quota? Coges è in mano a tre soci. Cedere una parte significava comunque avere dei patti parasociali che avrebbero fortemente limitato l’operatività. Avere una maggioranza e non poter comunque decidere in autonomia non ci interessava. D’altra parte mantenere una quota di minoranza con un gruppo industriale era francamente ancora meno attraente. Vendere il 100% ha comunque consentito di avere alcune garanzie. Con Azkoyen c’è stata una grande convergenza d’intenti. Da parte del management di Coges c’è la ferma volontà di proseguire nell’attività e da parte di Azkoyen non c’è nessuna intenzione di portare la nostra azienda in Spagna o cambiare l’attuale management. Riconoscono che il valore di Coges non è legato alla produzione o alla struttura fisica, ma è dato dal suo marchio, dal suo management e dalla sua organizzazione. Azkoyen non è una multinazionale che ti inglo-
ba, è una azienda alla prima acquisizione internazionale e non ci aspettiamo assolutamente delle sorprese in questo senso, visto che non sono nella logica dell’operazione. Avete già tracciato le linee principali delle possibili sinergie progettuali? Metteremo senz’altro insieme i due uffici di ricerca e sviluppo e abbiamo intenzione di intraprendere anche progetti complessi come ad esempio una nuova rendiresto, prendendo il meglio da una parte e dall’altra. La rendiresto è un prodotto difficile, molto costoso in termini di ricerca e di personale dedicato a tempo pieno al progetto. Coges non avrebbe potuto affrontare da sola un progetto del genere, a meno di distogliere risorse umane in altri comparti, rischiando così di fermarsi in altri importanti segmenti di mercato. Questo è un valido esempio di come sia importante in prospettiva futura un accordo con Azkoyen, visto che nessun produttore di sistemi di pagamento può affrontare il mercato europeo senza una rendiresto. Oggi Azkoyen ha le potenzialità di diventare leader in Europa. È un’azienda con idee, motivata e molto diversa da quella che affrontava il mercato solo tre anni fa. È un progetto ambizioso ma fattibile. Ci sono punti di sovrapposizione fra le due aziende? C’è solo un punto di sovrapposizione tra Coges ed Azkoyen e riguarda la gestione della monetica. Risolvere questo punto farà senz’altro parte del futuro processo di integrazione.
IL COMUNICATO STAMPA Il giorno 23 giugno 2005 è stato siglato un principio di accordo di alleanza tra la società COGES ed il gruppo spagnolo AZKOYEN. Tale accordo prevede, oltre alla cessione del capitale sociale da parte dell’attuale proprietà allo scopo di creare una nuova entità nel panorama europeo del vending, il mantenimento dell’attuale struttura di COGES, del suo management, del suo assetto industriale e commerciale. Azkoyen S.A., con sede a Peralta, nella regione di Navarra, è un gruppo quotato alla Borsa di Madrid che opera in diverse aree industriali, tra cui la fabbricazione di sistemi di pagamento e di distributori automatici, così come la commercializzazione di prodotti per l’HoReCa. Nel 2004 il gruppo, che occupa circa 700 persone, ha raggiunto un fatturato consolidato di 125
milioni di euro, con un utile netto di 7 milioni di euro e ha visto il titolo salire in borsa del 42%. Coges S.p.A., con sede a Schio, nel cuore del nord-est, sviluppa, produce e commercializza una gamma completa di sistemi di pagamento per distributori automatici. Fondata nel 1977, è leader in Italia e in Europa nei sistemi di pagamento “cashless”. L’azienda scledense ha raggiunto nel 2004 un fatturato di 17 milioni di euro con un Ebitda del 33 %, occupa circa 100 persone ed è riconosciuta nel settore per la sua capacità di offrire soluzioni semplici ed innovative, così come per la sua alta qualità nel servizio. Questa alleanza converte il gruppo spagnolo in uno dei leader europei nei sistemi di pagamento per il settore vending e da gioco (ricreativo), con un fatturato complessivo in questo segmen-
to superiore ai 50 milioni di euro ed una presenza commerciale diretta nei cinque principali paesi europei (Spagna, Italia, Francia, Germania e Regno Unito), così come sulla leadership nei due rispettivi mercati nazionali, che negli ultimi anni si sono rivelati tra i più dinamici in Europa. La combinazione delle attività delle due società fornirà, inoltre, importanti benefici ai gestori del vending: essi potranno infatti contare su di un solido partner per tutte le esigenze relative a sistemi di pagamento (moneta, banconota e “cashless”). Non solo, l’unione tra le due aziende garantirà importanti sinergie industriali, una migliore utilizzazione delle risorse di ricerca e sviluppo, nonché la condivisione delle rispettive competenze: tutto ciò non potrà che migliorare i prodotti e i servizi offerti alla clientela.
BIANCHI VENDING GROUP - MOLTIPLICARE LE SCELTE, RADDOPPIARE IL PIACERE (DEL CAFFÈ). Bianchi Vending Group, ha introdotto sul mercato il distributore automatico a 700 bicchieri con doppia campana caffè in grani e doppio macinino per offrire due miscele di caffè differenti selezionate dal gestore per l’erogazione “espresso” I parametri richiesti dal mercato hanno definito il layout di questo prodotto rispetto ai modelli precedenti evolvendo l’elettronica, la pulsantiera ed i modelli disponibili. L’impatto visivo della marca di caffè viene evidenziato in modo immediato e intuitivo con l’utilizzo di pulsanti di maggiore dimensione rispetto alla versione standard BVM 971. La pulsantiera con doppi pulsanti permette l’immediata riconoscibilità del caffè e del prodotto scelto, questo consente ai torrefattori in accordo con i gestori di selezionare due diversi tipi di caffè offrendoli a prezzo differenziato. Lasciando la libertà di selezione al consumatore, si soddisfano i più esigenti e si permette di superare la barriera psicologica che è tipica di chi non crede che da un distributore automatico possa essere erogato un caffè come al bar. I D.A. Bianchi Vending, hanno dimostrato in diversi test comparati il miglior risultato in tazza, ancora più valorizzato da miscele di qualità
superiore allo standard. È ripetuto anche su questo modello, esattamente come nella versione a campana singola, il sistema di regolazione automatica della macinatura dei grani di caffè che garantisce al variare dell’umidità, della temperatura e dell’usura della macine la miglior qualità del prodotto sempre costante secondo i parametri impostati dal tecnico. La BVM 971 DOPPIA CAMPANA è composta da due contenitori per caffè in grani, due tramogge due macinadosatori e due caldaie una per garantire i parametri necessari per un corretto espresso e l’altra per la migliore gestione dell’erogazione dei solubili Bianchi Vending Group continua l’evoluzione dei propri modelli definendo la politica di adattamento alle esigenze del mercato dei modelli introdotti, diventando nel vending internazionale importante punto di riferimento per l’ampiezza della gamma e l’incremento qualitativo dei prodotti e dei servizi. Coerenza, questa è la parola d’ordine rispetto alla missione aziendale: ”Essere leader innovativi di prodotto processo e servizio nel mondo della distribuzione automatica”. D.A.ITALIA 31
IL MERCATO DEL VENDING Il Vending professionale di REDA srl
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[ rivenditori ]
REDA Srl è una dinamica azienda lombarda che da più di 10 anni opera nel settore del vending fornendo servizi professionali di consulenza, vendita, riparazione e assistenza alle macchine per la distribuzione automatica. L’azienda occupa all’interno della catena del vending una funzione importante: quella del rivenditore che consente anche a realtà di piccole dimensioni di poter usufruire di un servizio completo e professionale (distributori, sistemi di pagamento, prodotti, ecc.), che difficilmente potrebbe essere raggiunto autonomamente da strutture con risorse limitate. D.A. Italia ha visitato gli uffici e il magazzino di Gallarate (VA) e ha intervistato Gianni Casarin, l’Amministratore Unico di REDA Srl.
Gianni Casarin, Amministratore Unico REDA
Intervista a Gianni Casarin - REDA srl REDA è un rivenditore ormai molto noto in Lombardia, quando è nata la vostra società? REDA è stata fondata il 23 dicembre 1993 e quindi è presente nel settore da 12 anni. Originariamente gli uffici e il magazzino erano a Malnate, ma dopo 5 anni di attività ci siamo accorti di non aver più spazio a sufficienza per gestire un’attività in continua espansione e così abbiamo deciso di trasferirci a Gallarate nella sede attuale. REDA è un rivenditore specializzato in consulenza, vendita, riparazione e assistenza alle macchine. Ci può descrivere in sintesi la vostra attività? REDA fornisce un servizio completo nel settore del vending: dai distributori di bevande calde e fredde, di snack e di piatti caldi, passando per la vendita di tutta la gamma dei prodotti (bicchieri, caffè, acqua, lattine, snacks, ecc.). D.A.ITALIA 32
Siamo concessionari di marchi prestigiosi come Saeco, Fage, S. Pellegrino e Nestlé. Forniamo tramite una capillare rete commerciale preventivi e consulenze circa il prodotto migliore in relazione alle caratteristiche e dimensioni aziendali, garantendo affidabilità, professionalità e ponendo al centro dei nostri obiettivi la risposta, in tempi brevissimi, alle esigenze dei clienti. Nel campo dei distributori avete scelto di commercializzare solo Saeco. È una precisa scelta strategica? Abbiamo deciso di fornire ai nostri clienti solo distributori automatici Saeco Vending, perché crediamo di poter offrire su questa gamma di prodotti un ottimo livello di assistenza. Potremmo tranquillamente vendere molti altri marchi, ma quando si vuole offrire un servizio di postvendita è sicuramente meglio specializzarsi e avere tecnici preparati
che conoscono a fondo le macchine su cui devono operare. Siamo molto soddisfatti di Saeco perché, oltre ad produrre delle ottime vending machines, sta cercando di difendere le proprie rivendite e non dà indiscriminatamente macchine a chiunque, cercando di attuare una politica di controllo del mercato. Abbiamo applicato la stessa visione strategica anche per i sistemi di pagamento che sono esclusivamente Vesiel. Date quindi molta importanza alla fase dell’assistenza postvendita. Crediamo che questo sia un nostro importante elemento distintivo. L’assistenza e le riparazioni delle macchine vengono effettuate presso il centro autorizzato REDA che da sempre, con il proprio personale professionalmente preparato, offre una garanzia di affidabilità, serietà e rapidità negli interventi.
Il vostro rapporto con Saeco non è solo limitato alla rivendita di prodotti vending, avete anche un negozio in centro a Gallarate che vende anche altri tipi di macchine dell’azienda di Gaggio Montano. Il negozio più che un business in sé, rappresenta per noi un’importante auto-promozione. Comunque stiamo valutando la possibilità di farlo seguire da personale specializzato e farlo diventare qualcosa di più di un semplice veicolo promozionale di REDA. REDA in quale ambito territoriale opera? Noi operiamo principalmente in due regioni: il Piemonte e la Lombardia. In Piemonte siamo molto presenti nell’area di Biella, Vercelli, Novara, Verbania, Alessandria e arriviamo fino alle porte di Torino. In Lombardia serviamo l’area di
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INTERVISTA ALLA REDA SRL
Stabilimento Reda
Varese, Como, Lecco e il Nord della provincia di Milano. Siamo presenti anche a Bergamo e Brescia sulle assi autostradali. I vostri clienti sono mediamente aziende di piccole dimensioni? REDA serve oltre duecento clienti con un target medio-piccolo. Andiamo da micro realtà da 30-35 mila battute, ad aziende più grandi che arrivano fino a 100-150 mila battute/mese. Ci capita ogni tanto anche qualche cliente di maggior peso, ma è sostanzialmente un’eccezione. Con questo target di riferimento diventa importante la vostra funzione di consulenza. Vi capita spesso di “prendere per mano” i clienti? Noi cerchiamo di trasmettere più informazioni possibili all’inizio del rapporto: dalla marginalità che hanno sui prodotti ai prezzi consigliati da esporre. Verso settembre D.A.ITALIA 34
abbiamo intenzione di attivare un servizio sulla trasmissione del modello COM 5 ai Comuni, perché c’è ancora poca conoscenza al riguardo. Inoltre ci teniamo molto a far capire quanto sia essenziale per un gestore la variazione dei prodotti (snacks e bibite). Purtroppo ho spesso l’impressione che alcune piccole aziende siano un po’ statiche e che pensino ancora troppo solo al business del caffè, mentre dovrebbero cercare di avere una buona redditività anche da lattine e snacks. Per quanto riguarda il caffè avete un rapporto privilegiato con Covim? Il rapporto con Covim dura ormai da quasi dieci anni e credo che anche la controparte sia pienamente soddisfatta. Siamo senz’altro cresciuti insieme. Avete un sito internet molto funzionale con la possibilità di
acquisto online. È una modalità molto utilizzata? Il sito internet è un importante strumento di comunicazione che abbiamo implementato circa due anni fa. Siamo convinti che abbia grandi potenzialità anche se il suo utilizzo nelle funzioni e-commerce sarà lento e progressivo. Al momento l’acquisto on-line viene effettuato da una parte abbastanza ristretta dei nostri clienti. Come REDA avete una visione privilegiata sul mondo del vending. Secondo voi è un momento difficile o le prospettive sono sempre positive? È un momento oggettivamente molto difficile per il nostro target di riferimento. I piccoli gestori avranno sempre maggiori difficoltà, soprattutto adesso che il settore si sta progressivamente concentrando. Sono però convinto che in tempi medio-lunghi assisteremo ad una nuova ri-frammentazione.
Il vending, comunque, rimane una delle poche attività redditizie e questo spiega l’ingresso di grosse realtà aziendali. Sino a quando eravamo nel “sottoscala” nessuno ci notava, oggi non è più così. Io lavoro in questo settore da oltre 25 anni, ho visto tutte le evoluzioni del vending in Italia e credo che questo sia un momento storico, perché la distribuzione automatica sta subendo delle modifiche sostanziali. Stiamo cercando di far capire all’utente finale che noi non siamo solo “quelli delle macchinette”, ma che offriamo una qualità ed una professionalità nuova. La continua nascita di piccole aziende è da sempre un dato fisiologico di settore. A suo giudizio oggi c’è una inversione di tendenza? Sicuramente oggi è più difficile partire con un’attività di gestione. Qualche anno fa bastava poco capitale per iniziare ed era abbastanza comune che un dipendente
si licenziasse da una ditta e con la liquidazione iniziasse una nuova attività. Oggi servono sicuramente altri numeri e anche le rivendite richiedono maggiori garanzie di solidità. I consumi nel vending si stanno progressivamente spostando dal caffè e i suoi derivati anche ad altri prodotti. Voi avete puntato sui “piatti pronti” con il sistema Matilde, è una decisione che sta dando buoni risultati? Matilde è un progetto avvenieristico e ci vorrà del tempo per valutarne appieno la portata, anche se al momento i margini non sono ancora significativi. La cella frigorifero a 0-4 gradi per i panini sta dando invece ottimi risultati. Naturalmente bisogna variare l’offerta cambiando fornitori dopo un certo periodo e purtroppo non sempre nei gestori c’è la sensibilità giusta. Molti temono che proporre un panino ad 1,50
euro sia troppo, mentre i prezzi, soprattutto in alcune locazioni, si possono decisamente alzare. Lei fa parte del Consiglio direttivo di CONFIDA in rappresentanza della nuova categoria “Imprese di servizi e commercializzazione”. È stato importante mettere insieme nello stesso gruppo tutti i rivenditori? Io sono stato tra i primi rivenditori ad entrare in CONFIDA. Ritengo basilare per il mondo del vending la presenza di questa categoria e quindi la nascita del cosiddetto “quarto gruppo” è stato senz’altro un ottimo segnale. Ora siamo circa una decina e, anche se qualche volta facciamo un po’ fatica ad uscire con intenti unitari e c’è ancora molto da lavorare, siamo sicuramente soddisfatti di questa nuova possibilità di dialogo e confronto.
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mondo associazione confida comunica Sono iniziati i corsi di formazione di Confida Venerdì 17 e sabato 18 giugno 2005 presso l’Ibis Milano Ca’ Granda si è tenuto il primo dei corsi di formazione in programma per l’anno 2005. Il corso dal titolo “Lo sviluppo delle competenze per un servizio efficace” era rivolto ai collaboratori che non avevano ancora avuto l’opportunità di partecipare ai nostri corsi di formazione. L’incontro, grazie alla sapiente gestione della Dr.ssa Franca Pelucchi, è stato un’occasione per confrontarsi e riflettere sullo stile di relazione e comunicazione con clienti e collaboratori L’interesse e l’entusiasmo dei partecipanti sono stati alti e al termine del corso hanno manifestato tutti il desiderio di poter ripetere l’esperienza ad ottobre in occasione del corso di secondo livello. Ricordiamo che lo stesso corso di primo livello avrà luogo a Napoli i giorni 21 e 22 ottobre 2005. MEMORANDUM SI RICORDA A TUTTI I SOCI INTERESSATI, LE DATE DEI PROSSIMI CORSI DI FORMAZIONE: 23/24 settembre 2005 - “Gestire lo sviluppo e il miglioramento del servizio” – Titolari e Manager 14/15 ottobre 2005 - “Le competenze per la competitività e il servizio” – Collaboratori e Responsabili Funzionali 20 ottobre 2005 - “Lo sviluppo delle competenze per il servizio al cliente” – Titolari e Manager 21/22 ottobre 2005 - “Lo sviluppo delle competenze per un servizio efficace” – Collaboratori e Responsabili Funzionali 18/19 novembre 2005 - LA GESTIONE ANTICIPATA DELL’AZIENDA: PROGRAMMARE, MOTIVARE, CONTROLLARE
Le news dall’associazione Europea EVA Piattaforma Europea su Dieta e Nutrizione Il 1° luglio si è svolto il secondo meeting della Piattaforma Europea su Dieta e Nutrizione al quale ha partecipato anche Il Direttore EVA e Gillian White di Masterfood. Si sottolinea principalmente l'incoraggiamento pervenuto da parte dei 25 Ministri della Salute europei a proseguire i lavori della Piattaforma europea. Si incoraggia inoltre le autorità locali a promuovere e mettere in atto iniziative che incentivino diete più attente alla salute e in particolare per il vending si chiede agli operatori di fornire alle scuole maggiore scelta di prodotti dietetici con particolare riferimento agli snack e alle bevande in lattina. Si chiede inoltre che i datori di lavoro favoriscano una offerta più salutare nei luoghi di ristoro sul posto di lavoro. Su richiesta della Commissione è stata presentata da Gillian White di Masterfood la Masterfood Best Practice che sostanzialmente si allinea con quella ufficializzata dall' EVA. Il prossimo incontro è fissato per il 21 settembre 2005. Vending nelle scuole: Rifiutato l'emendamento al bando francese Dopo una lunga attività di lobby da parte dell'Associazione francese NAVSA, è stato chiesto un emendamento alla legge francese per consentire che il bando dei distributori consenta però di lasciare i d.a. che somministrano bevande calde e fredde, succhi di frutta, bar-
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rette di cereali, biscotti e prodotti a basso contenuto di zuccheri e grassi. Il governo francese ha però rifiutato questo emendamento. In Gennaio il NAVSA ha condotto un'indagine statistica tra i genitori degli studenti di scuole secondarie mostrando che il 76% si opponevano al bando, sostenendo che i d.a. sono utili per reidratare i ragazzi durante la giornata. Il NAVSA segnalerà al governo francese che a causa di questo divieto ci sarà una perdita di posti di lavoro pari a circa 1.000 unità. Creare un’associazione greca del vending In giugno l’EVA ha organizzato ad Atene una prima riunione con le parti interessante per dar vita ad un’associazione greca del vending. I soci EVA hanno assistito il Segretariato per stilare una lista di contatto delle aziende interessate in Grecia, che formeranno il nucleo della nuova organizzazione. L’obiettivo della riunione è redigere una piano per la creazione di un’associazione, nonché le priorità che l’associazione dovrà considerare. L’EVA presenterà dei suggerimenti sulla struttura e l’organizzazione del nuovo organismo. La Grecia è nell’Unione europea dal 1981 e il mercato del vending è ormai abbastanza sviluppato per creare un’associazione di categoria. La rappresentanza geografica di quanti più paesi europei possibile aumenta il peso dell’EVA quando si trova a confronto con le autorità UE e tutti hanno da guadagnare da un’associazione più potente.
sicurezza alimentare
a cura di Orsola Mallozzi
Ragazzi, sicurezza alimentare e salute: la vera prevenzione è nella qualità Il settore del vending da molto tempo sta dando sempre maggiore attenzione alle tematiche riguardanti la sicurezza alimentare. Confida dal 2004 ha iniziato una proficua collaborazione con SICURA di Modena che proseguirà anche quest’anno. La Regione Lombardia ha chiesto la collaborazione della nostra Associazione nell’ambito del progetto sperimentale “Ortocircuito”, rivolto ad alcune scuole medie superiori delle province di Milano e di Cremona e finalizzato a favorire il consumo di frutta e verdura mediante distributori automatici. L’associazione europea EVA da tempo si batte per modificare l’orientamento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che consigliava di vietare l’impiego dei d.a. nelle scuole e partecipa attivamente ai lavori della “piattaforma europea” su dieta, attività fisica e sicurezza alimentare. Se poi pensiamo che le problematiche riguardanti l’obesità infantile sono sfociate in provvedimenti di legge che hanno costretto i gestori di molti paesi a togliere da tutte le scuole i propri distributori e che recentemente il governo francese ha addirittura rifiutato l’emendamento di lasciare i d.a. che somministrano bevande calde e fredde, succhi di frutta, barrette di cereali, biscotti e prodotti a basso contenuto di zuccheri e grassi, possiamo ben comprendere che dobbiamo tutti guardare a queste tematiche con doverosa attenzione. D.A. Italia ha sempre dato ampio spazio alla sicurezza alimentare e in questo numero pubblica un articolo di una nostra collaboratrice, Orsola Mallozzi, particolarmente esperta in questa importante materia.
Il rapporto che i ragazzi hanno con l’alimentazione è spesso scorretto e inadeguato alle loro necessità, cause principali sono la poca informazione e l’assenza di educazione da parte delle scuole e delle famiglie. Da un’intervista alle scuole medie e superiori di Milano e provincia è emerso che la presa di coscienza di questo problema da parte dei presidi e degli insegnanti, ha spinto gli stessi a sviluppare un programma di educazione alimentare che toccasse varie tematiche sull’argomento, in modo da sensibilizzare i ragazzi, così da poter evitare i danni di una prolungata sbagliata alimentazione. Un’associazione di consumatori italiana ha condotto un’inchiesta sul comportamento dei ragazzi a tavola e sulle loro abitudini. È risultato che adolescenti e pre-adolescenti hanno a tavola pessime abitudini che influiranno negativamente sullo sviluppo e sulla salute. Manca in sostanza educazione alimentare sia a casa che a scuola: 1 Troppi teenager non fanno colazione regolarmente tutti i giorD.A.ITALIA 38
ni, saltando la prima tappa alimentare della giornata. 2 L’apporto di calcio, fondamentale per le ossa nella fase di crescita e sviluppo, è insufficiente. Si consuma poco latte e latticini. 3 Frutta e verdura sono rari a tavola: vengono così a mancare vitamine e fibre. 4 Menù e carboidrati ripetitivi: a pranzo e a cena sempre solo pasta. Riso ignorato. 5 La dieta giovane è iperproteica: pochissimo pesce e troppa carne (le cui proteine tra l’altro, sovraffaticano i reni) 6 Dieta non equilibrata e vita sedentaria provocano soprappeso e spesso anche obesità. 7 Le ragazze che si sentono fuori linea ricorrono a diete improvvisate e pericolose, senza consultare né medici né dietologi. I bambini, rispetto agli adulti, sono 10 volte più esposti ai rischi di un’alimentazione con residui chimici e sintetici. I residui massimi consentiti per legge di sostanze pericolose in agricoltura e negli alimenti hanno come punto di riferi-
mento non un bambino, bensì un adulto dal peso medio di 60 chilogrammi. Il bambino che si alimenta con cibi sani e biologici cresce più forte, robusto ed esposto a minori rischi per la salute, prevenendo le patologie. L’alimentazione sbagliata danneggia la salute dei piccoli. Negli USA un cittadino su cinque è obeso, mentre gli italiani sono tra i primi in Europa a “pesare” sulla bilancia. Il “Secondo rapporto sull’obesità in Italia”, predisposto dall’Istituto Auxologico di Milano, è allarmante. Il 40% degli italiani adulti è fuori peso, tra questi il 25% totale della popolazione femminile. Il 9% dei bambini in età preadolescenziale è in soprappeso, con punte nel Centro-Sud; il 20-25% tra i 9 ed i 12 anni è obeso: secondo gli esperti, 85 piccoli su 100 sono destinati a divenire adulti con seri problemi di alimentazione. Gli ormoni e gli estrogeni presenti negli alimenti sono causa di calvizie e crescita precoce dei seni, molteplici i casi di bambine al di sotto
degli 8 anni con protuberanze della ghiandola mammaria e bambini di 10 anni calvi. La causa scatenante, in entrambi i casi, avvenuti a Torino ed in alcune città del nord nel 2002, sembra essere la presenza di ormoni ed estrogeni nella carne somministrata nelle mense scolastiche. A Torino 49 bambine di età inferiore agli 8 anni sono rimaste vittime della telarca, manifestazione precoce delle ghiandole mammarie. In alcuni casi la manifestazione è regredita eliminando la carne dal menù. La dieta ideale per gli adolescenti prevede alcune regole basilari: non saltare mai la prima colazione, meglio se semplice pane e latte. La merenda di metà mattina a scuola non dovrebbe avere troppe calorie per non interferire con il pranzo. Ai primi posti nelle abitudini alimentari di bambini e adolescenti ci sono pizze e focacce, panini e cracker, merendine industriali. A pranzo dovrebbero essere sempre presenti frutta e verdura, invece il 75% dei bambini non mangia
questi alimenti neanche una volta al giorno ed il 30% non mangia mai frutta. La merenda rischia di trasformarsi in un ulteriore pasto: sono sufficienti 50 gr di pizza, non 120 gr, escludendo o limitando le bevande gasate, zuccherate e colorate con coloranti artificiali. A cena è ideale mescolare verdure cotte con ricotta e formaggi o con la pasta. Dopo cena non dovrebbero esserci più spuntini né snack. Il mensile “Altroconsumo” ha condotto in 12 grandi città italiane un’indagine sui consumi e le abitudini alimentari degli adolescenti tra i 12 e i 18 anni. Il risultato non è affatto confortante. I cereali e derivati (pasta) sono la principale fonte di carboidrati, a scapito del riso. Un teenager su 10 mangia pasta tutte le sere a cena, per i 2/3 è abituale il consumo a pranzo. La fibra, derivante da frutta, verdura e cereali integrali (alimenti che forniscono anche vitamine e Sali minerali), è indispensabile soprattutto per un corretto funzionamento intestinale, ma la dieta degli adolescenti ne è quasi priva: il 61% non raggiun-
ge la quota minima settimanale. La fibra, oltre che all’intestino, ha anche un ruolo preventivo contro le malattie cardiovascolari, il diabete ed i tumori del colon retto. La fibra offrendo un maggior senso di sazietà contribuisce anche a contenere il peso corporeo. Per quanto riguarda la verdura, il ruolo di Cenerentola tocca a quella cotta: il 70% non la sfiora nemmeno e il 43% non la mangia cruda a pranzo. La frutta compare in tavola almeno una volta la settimana solo nel 60% dei casi. La metà degli intervistati non consuma mai frutta a cena. Uova, latte, formaggi, carne e pesce sono le principali fonti di proteine (oltre che di ferro, rame, zinco e vitamina B). Per chi consuma carne, l’approvvigionamento proteico quotidiano salubre dovrebbe orientarsi verso carni magre che non forniscono colesterolo cattivo, evitando o limitando al massimo insaccati e salumi. L’80% dei ragazzi consuma carne a pranzo e a cena, mentre il pesce è molto raro. Il 30% del cibo pro-
posto ai bambini delle scuole elementari finisce nella spazzatura. In Italia, gli scarti delle mense scolastiche, dovuto al rifiuto degli alimenti da parte dei bambini, equivalgono ad un importo di 131 milioni di euro l’anno. Considerato il costo medio di un pasto, da 3,50 a 4,20 euro ed il possibile più proficuo destino delle risorse alimentari si tratta di uno spreco incomprensibile. La hit parade dei cibi più odiati dai bambini, prevede al primo posto seppioline e piselli, seguite da pasta e piselli, riso e limone, insalata verde, zucchine trifolate e finocchi gratinati. In cima al gradimento troviamo patate arrosto, bietole all’olio, pollo, prosciutto cotto, cotolette di pesce e lasagne. Il disgusto per le seppioline e piselli raggiunge addirittura quota 91% dei piccoli “clienti” delle mense scolastiche. Se frutta, lo yogurt e il budino abbinati al pasto, fossero anticipati a mezza mattinata, le famiglie risparmierebbero i soldi di merende e snack ed i bambini ne guadagnerebbero in salute.
Una proposta creativa e sperimentale è quella di dividere in classi di appetenza differenziando le proposte della cucina per le differenti età. L’importanza del pasto alla mensa di scuola è dovuta anche al fatto che costituisce nei primi anni di vita e di sviluppo del bambino il 40% dell’apporto calorico quotidiano. Non sfugge l’importanza del coinvolgimento dei genitori nella difficile impresa di creare nei più piccoli un senso di educazione alimentare. L’art. 59 della Legge finanziaria del 2000 prevede che le pubbliche amministrazioni dispongano anche la presenza di prodotti biologici nelle mense pubbliche di scuola, ospedali e case di riposo. Alcuni Comuni hanno adottato i menù biologici al 100% con convinzione unanime, in altri è stato necessario proporre in Consiglio comunale una mozione o un ordine del giorno che impegnava in tal senso la Giunta. Negli ultimi anni si sono succeduti scandali di frodi alimentari che hanno coinvolto refezioni D.A.ITALIA 39
scolastiche e mense di caserme ed ospedali. Le mense pubbliche, spesso aggiudicate in appalto all’offerta di maggior risparmio, sono a maggior rischio di aggiramento delle norme sulla qualità e sicurezza degli alimenti, a meno che il Comune non fissi precisi standard qualitativi. Noi siamo ciò che mangiamo Per la salute e la sicurezza sono fondamentali alcuni sì: a tutti i prodotti tipici; a tutti i prodotti biologici certificati; al miele, olio extravergine, burro, latte, panna, yogurt, caffè, tè, zucchero, pasta: in questi prodotti, niente additivi, per legge. È molto importante differenziare gli alimenti. Meno cibo, più caro ma migliore e più sicuro, infatti cibi più nutrienti e sani significano maggior apporto proteico e vitaminico e minori spese farmacologiche: in Italia 30 anni fa il 40% delle spese familiari era assorbito dall’alimentazione,
mentre oggi non arriva al 18%. Attenzione alla chiarezza nelle etichette: dal 2003 la frutta, sfusa e confezionata, deve riportare informazioni su qualità, provenienza, categoria e varietà (Decreto legislativo n°306 del 10 dicembre 2002). L’alimentazione e l’armonia a tavola non andrebbero mai trascurate, non bisogna dimenticarsi che non ci si alimenta “per caso”. Uomini e donne sono onnivori, ovvero possono mangiare di tutto perché hanno la capacità di reperire i nutrimenti necessari al corpo in diversi tipi di alimenti, non necessariamente di origine animale. L’importante è che il corpo umano assimili con una certa regolarità 13 tipi di vitamine, 22 minerali, 6 cofattori, sostanze di sostegno, 8 aminoacidi e 2 acidi grassi. Ma vediamo quali sono queste sostanze indispensabili al corpo umano per funzionare regolarmente. “Noi siamo ciò che mangiamo”, scriveva il filosofo Feuerbach, fondatore
della biodinamica, il nostro corpo, per funzionare, ha bisogno di una grande quantità di sostanze: l’alimentazione rappresenta il carburante necessario nella vita ed alle nostre attività quotidiane. Quando il corpo è sottoposto a particolare sforzo o esercizio, nel corso di attività sportive per esempio, necessita di maggiori risorse da consumare. Una dieta sempre uguale o insufficiente può portare ad una scarsa efficienza dell’organismo o, peggio, all’insorgenza di patologie. La varietà di alimenti deve essere ampia e deve fornire al nostro corpo tutte le sostanze necessarie al corretto sviluppo, funzionamento ed al miglior mantenimento. Sono sette i gruppi alimentari principali previsti per l’uomo, animale onnivoro: latte e derivati; pesce, carne, uova; legumi; grassi; ortaggi; frutta. In questi alimenti il nostro organismo trova, elabora ed assimila i nutrienti che ci servono per vivere: carboidrati, proteine, grassi, minerali, vitamine ed acqua.
Nutrizionisti, esperti di alimentazione e medici hanno elaborato la “piramide alimentare”, adottata per definire la corretta alimentazione umana. Esiste una piramide alimentare alternativa per chi non si nutre di carni e pesci che non prevede questi alimenti e che consente una normale assimilazione dei nutrienti vitali. La piramide alimentare “tradizionale” è composta: alla base troviamo gli alimenti che maggiormente devono essere assimilati per il corretto funzionamento del corpo umano: cereali, pasta, riso e pane (carboidrati). Al “secondo piano” troviamo a pari grado ortaggi e frutta (vitamine e proteine). Al “terzo piano” gli alimenti di cui non si deve abusare a rischio di provocare disfunzioni (danni renali, colesterolo etc.): latte, latticini e formaggi, carne, uova e pesce. In cima alla piramide gli alimenti che meno dovremmo aggiungere nel corso della giornata: grassi, oli e dolci.
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“Vision of Vending” allo Eu’Vend 2005 di Colonia
Wolfgang Kranz
Mancano ormai pochi giorni a Eu’Vend 2005, il Salone internazionale del Vending che si terrà a Colonia dal 15 al 17 settembre. Koelnmesse per presentare adeguatamente la manifestazione ha organizzato in giugno al Four Seasons Hotel di Milano una tavola rotonda a cui D.A. Italia ha partecipato. All’incontro sono intervenuti in qualità di relatori: - Thomas Rosolia - Amministra-tore Delegato della Koelnmesse Srl, che ha aperto il dibattito con un discorso di benvenuto; - Wolfgang Kranz - Direttore Generale della Koelnmesse GmbH, che ha presentato l’edizione 2005 di Eu’Vend; - Norbert Monßen - Presidente dell'Associazione Tedesca del Vending, che ha offerto una panoramica del mercato del Vending in Germania e le sue peculiarità rispetto al mercato italiano, con un interessante excursus (che pubblichiamo integralmente) sui fattori di successo nel settore del Vending e i principali temi attuali.
LA TAVOLA ROTONDA EU’VEND Le considerazioni di Wolfgang Kranz – D. G. Koelnmesse Eu’Vend si sta preparando per la sua seconda edizione che si terrà dal 15 al 17 settembre 2005 e il cui slogan sarà “Visions of Vending”. Con questo slogan vogliamo far risaltare la forza innovativa del settore del Vending e le sue prospettive a lungo termine. Consentitemi però di gettare prima uno sguardo retrospettivo sulla carriera ancora molto giovane dello Eu’Vend. Il Vending è un settore in pieno “boom” con grandi possibilità di sviluppo. Non copre solo il fabbisogno di alimenti e bevande, perché offre anche molti articoli di altro genere: dai biglietti del parcheggio a prodotti di uso quotidiano. Qualità e freschezza, confezioni pratiche e belle e naturalmente prodotti sempre disponibili, tutto ciò è possibile grazie alle più recenti risorse tecnologiche e ai più moderni sistemi di comunicazione. Per questo, insieme all’Associazione tedesca del Vending/distribuzione automatica BDV, sostenitrice ideale della manifestazione, abbiamo
creato una piattaforma fieristica autonoma, studiata per le esigenze specifiche di questo segmento di mercato in espansione che si era già ben avviato nel contesto fieristico dell’Anuga, il salone più grande e più importante al mondo del settore alimentare. Con Eu’Vend abbiamo quindi implementato nel mercato fieristico una piattaforma autonoma, appositamente studiata per rispondere alle esigenze del settore. L’obiettivo che ci siamo prefissi è quello di promuovere una manifestazione che funga da interfaccia tra i fabbricanti di distributori automatici e i produttori degli articoli destinati al circuito del Vending, da una parte, e dall'altra i gestori e i potenziali utenti dei distributori. Essa si rivolge pertanto agli operatori, più specificatamente ai gestori, ed inoltre ai responsabili di diversi segmenti di mercato: servizi gastronomici aziendali, commercio, ristorazione e alberghi, ospedali, case di cura, scuole, università, industria dei generi alimentari, amministrazioni pubbliche, strutture per il tempo libero e aziende di trasporto. Allo Eu’Vend 2003, 178 espositori, provenienti da 13 paesi, hanno presentato apparecchi per la distribuzione e la vendita di prodotti, articoli destinati ai distributori (alimentari e non), sistemi operativi, sistemi di pagamento e prestazioni di servizio: una gamma espositiva che è stata visionata da circa 3.700 operatori, provenienti da 46 nazioni. Allo Eu’Vend 2005 hanno già aderito quasi tutte le aziende di spicco. Prevediamo complessivamente più di 200 aziende da 15 paesi, una partecipazione quindi ancora più numerosa rispetto alla prima del 2003. Verranno presentati i nuovi prodotti e le tendenze che determineranno il futuro del mercato del Vending, nonché le possibilità d’impiego dei venditori automatici nei segmenti Horeca (alberghi, ristoranti e catering) e Care (ospedali, case di cura). Proprio in questi campi infatti il Vending offre numerose alternative gestionali. Per questa edizione di Eu’Vend prevediamo un incremento non solo degli espositori, ma anche dei visitatori, in particolare dall’Europa orientale. In collaborazione con i nostri rappresentanti locali e con agenzie di viaggio selezionate abbiamo studiato pacchetti viaggio specifici, ad esempio per Polonia, Estonia, Lettonia, Russia e Ungheria, che consentono agli operatori di questi paesi di visitare lo Eu’Vend 2005 in maniera comoda e conveniente.
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L’intervento di Norbert Monßen - Presidente dell'Associazione Tedesca del Vending
IL MERCATO DEL VENDING IN GERMANIA E IN ITALIA Il Vending ha il futuro dalla sua parte. Nonostante le fluttuazioni dovute alla situazione congiunturale, il settore della distribuzione automatica ha il vento in poppa, come si evince dagli attuali dati di mercato nonché dalla situazione e dallo sviluppo del settore verranno rappresentati qui di seguito.
Norbert Monßen
L’Italia è avvantaggiata, perché è servita da ottimi collegamenti da e per Colonia. Negli ultimi anni infatti l'aeroporto di Colonia è stato trasformato in un nodo molto importante del traffico aereo a basso costo. Undici città italiane sono servite da voli estremamente convenienti per la città fieristica di Colonia, e più precisamente: Milano, Roma, Pisa, Bologna, Bari, Napoli, Venezia, Palermo, Catania, Olbia e Verona.
Inoltre verrà ulteriormente sviluppata la concezione strutturale dei padiglioni. Allo scopo verrà preso a modello il tema centrale dello Eu´Vend 2005 “Visions of Vending”, che mira a mettere in risalto la forza innovativa del settore della distribuzione automatica. Collegamenti fluidi tra l’area espositiva e gli spazi dedicati alle rassegne speciali ottimizzeranno i percorsi fieristici, rendendo la manifestazione ancora più invitante. In collaborazione con un gruppo di progetto dell’Accademia tecnica di Colonia (settore architettura, creazione e arredamento di spazi e strutture), sulla base di un’analisi di tipo urbanistico abbiamo elaborato un progetto generale che consente agli operatori innanzi tutto di orientarsi ottimamente e garantisce al tempo stesso una distribuzione uniforme del flusso dei visitatori. “Boulevards” ampi e spaziosi, costruiti ad hoc, consentono di orientarsi nella nuova struttura e conducono alle rassegne speciali sui temi "Horeca" e "Care". Verranno presentate modalità d’impiego ottimali dei distributori nel settore alberghiero e gastronomico, nell’ambito del catering, negli ospedali e nelle case di cura. In posizione centrale, tra le tre aree d’ingresso dello Eu´Vend, saranno allestite due zone di ristorazione. Un progetto illuminotecnico studiato appositamente per l’allestimento dello Eu´Vend creerà scenari luminosi che metteranno tutto nella “giusta luce”, rendendo sicuramente anche più piacevole il soggiorno in fiera.
DISTRIBUTORI DI NUOVA INSTALLAZIONE La tabella rappresenta i distributori di bevande ed alimenti di nuova installazione in Europa nel 2004: Tipo di distributore Germania Italia Distributori di bibite
3.700
6.200
Distributori di bevande calde (fissi)
7.300
20.700
22.000
25.500
3.100
21.300
Distributori di bevande calde (table top) Distributori di snack (a spirale) Distributori alimentari (a dischi) Distributori d’acqua (bottiglie ed erogazione d’acqua) Distributori di gelati
800
1.100
3.300
-
550
-
Si presuppone che circa un 10-15 percento dei grandi distributori di nuova installazione sostituiscano vecchi apparecchi non più idonei, senza considerare ovviamente gli apparecchi da tavolo che sono sul mercato solo da qualche anno. DISTRIBUTORI ATTIVI IN GERMANIA E IN ITALIA Gli operatori del settore quantificano come segue i distributori di bevande e alimenti attualmente in funzione: Distributori Germania Italia Distributori di bibite
175.000
72.800
Distrib. bevande calde table top
160.000
383.550
Distrib. bevande calde fissi
80.000
114.500
Distributori di snack e alimentari
84.000
42.800
Distributori di gelati
3.000
-
Distributori d’acqua
-
-
502.000*
613.650*
Totale
* Gli ultimi dati disponibili parlano di un Totale per la Germania di 500.000 unità in funzione e di 614.000 per l’Italia
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DENSITÀ DEI DISTRIBUTORI AUTOMATICI Germania: 163 abitanti per distributore (tot. abitanti: 82 mil) Italia: 93 abitanti per distributore (tot. abitanti: 57,6 mil) LO SVILUPPO DEL MERCATO In tutto il mondo i distributori automatici sono in aumento. Sebbene nel 2004 gli investimenti in questo campo siano stati di nuovo moderati a motivo dei profitti insufficienti, il numero di distributori è comunque aumentato. Incrementi considerevoli si sono registrati soprattutto nel campo dei distributori di bevande calde table top e nei distributori di snack. La vendita dei distributori fissi tradizionali è stagnante, perché sebbene nelle piccole e medie aziende le mense non più redditizie vengano rimpiazzate con distributori automatici, su un altro fronte le sedi di installazione dei distributori si riducono a causa delle chiusure aziendali e della perdita di utenza dovuta alle riduzioni del personale presso le aziende. IL GIRO D’AFFARI DEI PRODOTTI VENDUTI In Germania, secondo i dati rilevati fra i membri dell’associazione, il fatturato conseguito nel 2004 con la vendita di bevande e alimenti è stato superiore al giro d'affari dell'anno precedente del 2,2 % circa. Il fatturato totale di bevande, prodotti dolciari e snack venduti nel circuito del Vending nel 2004 è stato di 1,786 mld di € circa. È ripartito come segue: Distributori di bevande calde 670 mil € Distributori di bevande fredde 765 mil € Distributori di snack 185 mil € Distributori di alimenti 98 mil € Distributori di gelati 4,5 mil € Distributori combinati 63 mil € In Italia il fatturato conseguito nel 2004 con i prodotti venduti tramite il Vending si aggirerà intorno ai 1.500 mil. di Euro. LA STRUTTURA DEL SETTORE La tendenza alla concentrazione aziendale nel settore del Vending non è più così pronunciata. Le aziende autonome che in Germania gestiscono distributori di bevande ed alimenti sono circa 800, ovvero una media di 10 aziende per ogni milione di abitanti. Il 75% dei gestori consegue un fatturato annuo inferiore ad 1 milione di Euro. I gestori che operano su tutto il territorio tedesco non sono molti e coprono una quota di mercato del 15-20 % circa del giro d’affari totale del Vending. La maggior parte dei distributori automatici, cioè l'85% degli apparecchi, sono collocati in aziende, fabbriche e amministrazioni, il resto si trova in scuole e università, aree dei trasporti pubblici quali stazioni ferroviarie, stazioni metropolitane, aree di servizio e aeroporti, nonché in altri spazi pubblici, ad esempio campo sportivi, uffici delle pubbliche amministrazioni ed ospedali. I FATTORI DI SUCCESSO NEL SETTORE DEL VENDING 1 I distributori automatici sono di tendenza. L'uomo moderno è ben disposto nei confronti della tecnologia. I distributori automatici si trovano dappertutto: in Germania il 70% percento del denaro contante viene erogato dai distributori; schede telefoniche, sigarette, articoli da toeletta, giornali, DVD, bevande e snack sono tutti prodotti che vengono for-
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niti dai distributori. Le aziende di trasporto vendono i biglietti mediante i distributori e le amministrazioni comunali erogano dappertutto gli scontrini del parcheggio con questo mezzo. 2 I prodotti preparati nei distributori automatici, specialmente il
5 Le grandi aziende alimentari, ad esempio Nestlé, Kraft Foods, Materfoods, Coca-Cola, sono molto impegnate nel mercato del Vending, perché vi identificano un nuovo canale di vendita. 6 Tantissimi i modelli e le dimensioni dei distributori.
si serve giocando. 9 Sempre più spesso i distributori automatici di bevande vengono installati per migliorare il servizio reso al cliente. Negli uffici delle amministrazioni pubbliche sono sempre più frequenti i distributori appositamente installati per le persone in attesa. TEMI ATTUALI
caffè, particolari specialità di caffè e le bevande calde in genere, rispetto al passato sono di qualità migliore e offrono una maggiore varietà. La qualità del caffè ha raggiunto già da tempo un livello di alta gastronomia grazie all’ottimizzazione delle tecnologie di preparazione delle bevande. 3 È sempre in auge il caffè italiano: nelle case tedesche vi sono più di 3 milioni di macchine da caffè espresso automatiche. In Svizzera ed in Austria il numero di questi apparecchi pro capite è ancora molto più alto. Chi è abituato a bere un buon caffè a casa sua, lo vuole gustare della stessa qualità anche sul lavoro. Nelle aziende aumentano di conseguenza le macchine da caffè espresso automatiche. 4 I distributori automatici sono ormai altamente affidabili grazie alle risorse della moderna elettronica e all’assistenza tecnica qualificata.
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Pertanto oggi gli apparecchi automatici possono essere convenienti già per aziende molto piccole. Questo fattore non è trascurabile data la tendenza in corso a livello economico di costituire unità produttive di piccole dimensioni. 7 Le abitudini alimentari non sono più quelle di un tempo. Viviamo in una società mobile. Si mangia e si beve a tutte le ore e dappertutto. I distributori che sono in funzione 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, occupando oltretutto poco spazio, sono quindi lo strumento di vendita giusto. 8 L'immagine dei distributori automatici è migliorata. In genere nei telefilm i distributori sono rappresentati in maniera positiva. Solo 10 o 20 anni fa non era così. I distributori automatici piacciono, soprattutto alle persone giovani. Per chi è cresciuto con “Game Boy”, console per videogiochi e computer il distributore è uno strumento familiare di cui ci
Per gli utenti i distributori sono sempre più facili e piacevoli da usare. La loro manutenzione si riduce grazie alla trasmissione remota dei dati da e verso il distributore, già di dotazione in circa 3.000 apparecchi in Germania. A lungo termine i distributori potranno addirittura comunicare con i clienti. In aumento i sistemi di pagamento senza contanti, specialmente mediante schede senza contatto dotate di chip, che stanno sostituendo gli apparecchi a moneta. È già in programma e tecnicamente collaudato il sistema di pagamento tramite cellulare: il caffè viene ordinato col telefonino e pagato col credito del cellulare. Public Vending: nelle aree accessibili al pubblico con grandi potenzialità di mercato si sta assistendo ad una rapida diffusione dei distributori automatici. Stazioni ferroviarie, fermate degli autobus, aeroporti, impianti sportivi e per il tempo libero, mercati del fai da te, uffici delle pubbliche amministrazioni e altri settori pubblici, ad esempio, gli ospedali, sono dotati in misura crescente di apparecchi per la distribuzione automatica. Nel settore dell’Office Coffee Service (il caffè da ufficio), l'uso di apparecchi da tavolo completamente automatici sta soppiantando l'uso della macchina da caffè col thermos. I distributori vengono accolti favorevolmente perché offrono una maggiore varietà di prodotti, nella fattispecie diverse specialità di caffè. Vengono impiegati sempre più
spesso i “Point-of-Use-Watercooler”. Solo in Germania sono in uso 1.500 apparecchi di questo tipo. Nel settore non alimentare l’uso dei distributori automatici è in espansione e non solo per le sigarette, ma anche per schede telefoniche, riviste o libri. Di grande interesse i distributori che nelle fabbriche erogano materiali d’uso o di sicurezza, dal disco abrasivo agli occhiali protettivi, snellendo in tal modo la gestione del magazzino. La discussione sulle abitudini alimentari dei bambini (“obesità”) coinvolge in misura crescente il settore del Vending e ha condotto di già al divieto dei distributori automatici in Francia, Spagna e Belgio. Eppure gli operatori del settore sottolineano sempre di nuovo che i distributori automatici possono vendere anche alimenti a basso contenuto di grassi e di zuccheri come pure bibite salutari, acque minerali e bevande a base di latte, se i clienti lo desiderano e le accolgono favorevolmente. L'applicazione della direttiva UE sugli apparecchi elettrici ed elettronici (“WEE”) alle legislazioni nazionali costringe i fabbricanti dei distributori a contribuire ai sistemi per il recupero e il riciclaggio dei distributori usati. In Germania il deposito obbligatorio su lattine e bottiglie usa e getta introdotto nel 2003 ha comportato in pratica la sparizione dal mercato delle bibite in lattina. È stato necessario quindi ritirare molti distributori automatici dal mercato. Attualmente operatori del commercio alimentare e aziende di smaltimento stanno progettando un sistema di deposito obbligatorio nazionale dotato di oltre 50.000 apparecchi per la resa che dovrebbe entrare in funzione al più tardi nel maggio 2006.
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fisco news
a cura di Luca Mariotti, Dott. Comm. in Firenze
Riflessioni a ruota libera su uno strumento giuridicamente discutibile e sulle sue irragionevoli applicazioni: gli “studi di settore”
Leggevo nei giorni scorsi con nostalgia un articolo [1] nel quale, in un’ epoca - non lontana - in cui le modalità di determinazione dell’imponibile in via induttiva erano ancora considerate un’eccezione alle regole generali, si contestava su ragionevolissime basi giuridiche, l’istituzione dei coefficienti presuntivi, lamentando una evidente violazione del principio di capacità contributiva contenuto nella Costituzione da parte del nuovo (allora) strumento perché avrebbero imposto a tutti l’adeguamento a un livello di reddito “medio”, che niente ha a che fare con le presunzioni, rendendo inoltre difficile la difesa per chi non volesse allinearsi. In un giudizio tipicamente documentale come quello tributario, infatti, è difficilmente dimostrabile che le proprie “specifiche condizioni di esercizio dell’attività produttiva” siano di livello più basso della media della categoria.
Sembrano osservazioni molto distanti nel tempo: negli anni a noi più vicini la continua crisi dei conti pubblici ha ispirato il legislatore a introdurre una serie di strumenti che, più che di accertamento, sembrano di riscossione spiccia. Approfittando del fatto di far uscire queste due righe non su una rivista tributaria, vorrei allora procedere a ruota libera, segnalando, sia pur con qualche necessario riferimento giuridico che spero non appesantisca la trattazione, le principali anomalie del più importante, diffuso e pericoloso di questi metodi di prelievo. Gli studi di settore, appunto. L’esposizione sarà allora un sintetico elenco degli spunti di riflessione che inducono a ritenere questo strumento inaccettabile sul piano del diritto, della logica statistica e dell’uso che ne viene fatto. 1. In primo luogo l’idea che i ricavi o compensi debbano venire allineati a un livello medio si presenta come una contraddizione in termi-
ni logici e numerici. Se l’imprenditore A fattura 10 e l’imprenditore B, che presenta condizioni di svolgimento dell’attività specularmente identiche fattura 20, la differenza tra i due sarà presumibilmente rappresentata dall’attitudine e dalle capacità personali. Queste differenze sono implicitamente considerate nella media, ovverosia se dico che la media è 15, il calcolo tiene conto dell’esistenza dell’imprenditore A che fattura 10, accanto all’altro più capace. Perché allora l’imprenditore A, che entra nel calcolo della media, non risulta credibile per il fisco e deve rettificare il proprio fatturato a 15, con relativo versamento di IVA, assimilando di fatto tale ritocco ad un’ omessa fatturazione? 2. A livello aggregato poi i risultati sono paradossali. Se nel nostro piccolo ipotetico sistema economico esistessero solo i due imprenditori A e B, il prodotto interno lordo sarebbe (10+20)=30. La magia
degli studi di settore è riuscire a creare un meccanismo coercitivo che porti tale risultato produttivo a (15+20)=35. Se il prodotto da assoggettare a imposta dev’essere quello “medio”, perché allora non consentire anche al più bravo imprenditore B di essere tassato su 15? Forse perché interessa aumentare fittiziamente l’imponibile, anche senza alcun legame diretto con la reale capacità contributiva. Di più: questo risultato viene ottenuto per l’IVA e per le imposte sui redditi. 3. Il procedimento di elaborazione dei risultati degli studi di settore è basato sulle regole della statistica: cioè su una logica che non considera, perché non è suo compito, le differenze umane. Se un professionista investe in mezzi informatici dovrà per forza portare un fatturato più alto di un altro che magari ha molto più lavoro, ma lo svolge con metodi tradizionali. La logica deterministica dice infatti che chi D.A.ITALIA 49
fa investimenti più elevati mediamente ha risultati migliori. Ma forse il primo è solo più appassionato di computer, forse sta investendo solo per dare un prodotto più curato e solo dopo anni avrà dei risultati tangibili. Ciò non rileva. Nella logica dell’identificazione di gruppi omogenei, delle variabili “cluster”, delle funzioni di ricavo, dell’analisi discriminante, non c’è posto per queste considerazioni. Il bello è che neppure in un contraddittorio con l’amministrazione finanziaria (anche in sede giurisdizionale) tali fattori sono rilevanti. A meno di riuscire a provare con documenti la propria “insolita” propensione verso più moderni strumenti di lavoro. Auguri. 4. Una massima della Corte Costituzione di non molti anni fa, decidendo per la legittimità dell’art. 79 del DPR 917/86 nella vecchia stesura, ci fornisce qualche elemento di riflessione. La Corte ebbe a fondare le sue conclusioni sul fatto che “tale presunzione di redditività (i coefficienti presuntivi, n.d.r.) non è comunque imposta in modo assoluto dal momento che l’impresa ha sempre la possibilità di optare per il regime di contabilità ordinaria ed in tale situazione affrontare l’accertamento senza vincoli nè di minimo nè di massimo”. Oggi questo non è più vero. La Finanziaria 2005 (legge 311/2004) ha previsto con la modifica all'articolo 10, comma 2 della legge 146/1998, che gli accertamenti da studi possono essere effettuati nei confronti delle imprese in contabilità ordinaria sia per opzione, sia per obbligo. È legittimo allora chiedersi: 1) la sussidiarietà dei metodi induttivi è rimasta tale con l’entrata in vigore del nuovo strumento? 2) le possibilità documentali di difesa appaiono ancora ampie? 3) la logica presuntiva si limita ad una sintesi del reddito (ancorché di impresa o di lavoro autonomo) o intacca i ricavi e le imposte sulla cifra d’affari? 4) esiste un regime contabile, pur gravoso, che salvaguarda il contribuente dalle induzioni numeriche? Pare di non poter dare risposte incoraggianti per il contribuente. D.A.ITALIA 50
5. Gli studi di settore destinati a essere utilizzati per il 1998, al loro esordio, vennero emanati con D.M. il 30 marzo 1999 e vennero pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 31 marzo 1999. Oggi la Circolare Ministeriale n. 32/E del 21 giugno 2005 ci dice che in sede di accertamento l’amministrazione potrà tener conto dei maggiori ricavi derivanti dall’applicazione dei nuovi studi appena pubblicati, anche per le annualità pregresse, con evidente svantaggio per i contribuenti. In tutta la vita di questo strumento di accertamento, quindi, si è ritenuto giustificabile il suo utilizzo retroattivo. L’imprenditore o il professionista che chiude la propria dichiarazione in linea con gli studi di settore o con gli altri strumenti parametrici del momento, non deve per questo stare tranquillo. Niente vieta che qualche mese dopo l’Amministrazione elabori nuovi strumenti e chi era congruo diventi incongruo, chi era virtuoso finisca tra i potenziali evasori. 6. Dalla Circolare 58/E del 27/6/2002 in poi l’Amministrazione ha esplicitato come debbano essere considerati i beni strumentali nel calcolo degli studi di settore. Va inserito il prezzo di costo, senza considerare il momento dell’acquisto, ma riferendosi sempre ai beni presenti alla fine dell’anno. In un procedimento la cui logica poggia sul fatto che chi ha più investimenti nel periodo d’imposta abbia maggiori ricavi ricollegabili a tali investimenti, si afferma che colui che ha investito, per esempio, un milione di euro il 31 dicembre in un impianto industriale, veda i propri ricavi presunti determinati alla luce anche di tale investimento come se fosse stato effettuato all’inizio dell’anno. Al contrario chi possiede un computer di decennale corso, vero pezzo di antiquariato, lo dovrà considerare come se fosse nuovo, al prezzo di costo, appunto. 7. Circa il valore probatorio degli studi, l’Amministrazione non ha dubbi: si tratta di presunzioni gravi, precise e concordanti (cfr., ad esempio, la Circolare 21/E del 7 giugno 2004). Cioè si tratterebbe
di prove che, seppur lasciate al libero apprezzamento del giudice, sono utilizzabili nel processo. Ma quale può essere la gravità e la precisione di un dato statistico basato su una media, seppur molto elaborata? Ovvero come si può ragionevolmente concludere che l’essere sotto la media rende accertabili sulla base di elementi gravi, precisi e concordanti? Una media è tale perché esiste chi sta sopra e chi sotto, per definizione. Dunque la conclusione dell’Agenzia delle Entrate è logicamente inconsistente. Di più, non è certo che le presunzioni semplici, ancorché gravi, precise e concordanti, siano utilizzabili sicuramente nel processo tributario: l’art. 2739 c.c. le vieta infatti nei casi in cui la legge non consenta la prova testimoniale, come nel giudizio fiscale. 8. Neanche statisticamente il metodo convince. Nella già citata Circolare 32/E del 2005, conformemente ad altri precedenti di “prassi” l’Agenzia delle Entrate ritiene che il contribuente non in linea con gli studi di settore debba adeguarsi sempre al cosiddetto ricavo “puntuale”. Se pensiamo ad un insieme di punti compresi in una campana gaussiana, in altre parole, il puntuale corrisponde all’apice della campana. Cioè si tratta del ricavo più elevato. Ma la caratteristica di un insieme di punti determinato come sopra è quella di esprimere valori che hanno la stessa probabilità di verificarsi. Perché il puntuale, allora, e non il minimo? Non è dato di saperlo. Il sospetto è che si identifichi, con una logica poco statistica e molto pratica, il punto che da maggiore gettito fiscale. Chi non si adegua al puntuale sarà chiamato a motivare come mai la sua azienda esprima un valore di fatturato diverso da quest’ultimo. Ma chi è in grado di motivare perché si trova su un valore di ricavi in un insieme a uguale probabilità e non su un altro? Siamo al paradosso logico. Come si è visto le perplessità sono molteplici e soprattutto collegate tra loro. Per rimuovere gran parte dei dubbi, specie in merito ai vincoli strettissimi imposti dalla nuova
normativa, sarebbe allora sufficiente l’adozione di un paio di provvedimenti, non certo tali da incidere in maniera drammatica sui conti pubblici. In primo restituire, come era nel caso dei parametri, la possibilità di sottrarsi alla determinazione rigida del reddito prodotta dagli studi di settore con l’opzione per la contabilità ordinaria. In alternativa riesumare metodologie che hanno indubbiamente funzionato, nelle quali, invece che “pompare” ricavi artificiosamente, il fisco si accontentava di ridurre i costi deducibili. Penso al “forfetario” degli anni ’80 che aveva una coerenza logica adesso assente. Se io fatturo diecimila euro, in altri termini, è quasi logico che l’uso dell’auto non sia inerente all’attività. O meglio, potrò detrarre qualche spesa relativamente ad una piccola utilitaria. Ma se fatturo dieci milioni di euro, magari potrò dedurre le spese di una costosa berlina o di una sportiva di razza. È un criterio logico e condivisibile, assai più di astruse costruzioni matematico-statistiche. Comunque vorrei invitare a riflettere sull’idea di alcuni che queste forme di sintesi siano una via più moderna alla tassazione. I riferimenti al reddito e al patrimonio effettivi non possono essere statisticamente aggirati. Lo dimostra il fatto che sul versante del “welfare”, cioè delle prestazioni, tale collegamento continua ad esistere, essendo il costo dei servizi spesso direttamente correlato al reddito prodotto. Allora, se alcuni strati della popolazione subissero una “catastizzazione” senza appello dei loro redditi e, dall’altro lato, tali valori fossero utilizzati per limitare l’accesso di questi ai pubblici servizi, si sarebbe realizzato un meccanismo, forse “moderno”, ma più vicino alla “Metropolis” di Fritz Lang che all’Europa del nuovo millennio.
[1] “Dal Redditometro ai coefficienti presuntivi” di Ubaldo Perrucci su: Bollettino Tributario d’informazioni anno 1990 n. 6 pag. 411
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MEI e il Gruppo IVS: una collaborazione vincente Ad un anno dal lancio della rendiresto MEI Cashflow™ 7900 abbiamo chiesto al Sig.Cesare Cerea, fondatore del Gruppo IVS (una delle maggiori Aziende di distribuzione automatica presenti sul territorio italiano con le sue affiliate Also Vending, Bergamo Distributori, IVS Emilia, Italia Ristoro, GSA, Onda,e IVS Sud) e figura "storica" del mondo della distribuzione automatica in Italia, di spiegarci le ragioni che lo hanno portato a scegliere questo prodotto tra tutti quelli presenti sul mercato. Il Sig. Cerea ci ha detto: “Utilizzavamo le rendiresto Mars molti anni fa nelle gestioni del nostro Gruppo in Spagna e Francia e sapevamo che l’avvento dell’Euro in Italia avrebbe creato anche da noi l’esigenza di questo prodotto nei distributori automatici.
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Abbiamo iniziato a installare rendiresto MEI in Italia dal 2000, preparando la nostra base installata a rispondere alla domanda di resto dei consumatori italiani. La scelta di un partner serio e affidabile come MEI, con prodotti di qualità è stata decisiva durante la fase di passaggio e durante tutte le fasi di crescita e di acquisizione avvenute negli ultimi anni nel nostro Gruppo. Eravamo soddisfatti di Cashflow™ 690 e lo siamo ancora di piÚ con Cashflow™ 7900: il funzionamento corrisponde appieno alle nostre esigenze di qualità e affidabilità e apprezziamo particolarmente il fatto che con questo prodotto siamo in grado di controllare perfettamente e facilmente qualunque movimento di monete o di caricamento chiavi. Trasferiamo giornalmente i dati di Audit che preleviamo da Cashflow™ 7900 nel nostro sistema
gestionale Vega che è in grado di segnalarci qualunque anomalia o differenza di cassa. Questo è un aspetto di assoluta importanza vista la dimensione della nostra azienda e il numero di erogazioni effettuate. Ad oggi abbiamo installato gettoniere rendiresto sulla quasi totalità del parco distributori installato e questo ci ha consentito di raggiungere l’obiettivo di piena soddisfazione dei nostri clienti e di aumentare le nostre vendite, come abbiamo avuto modo di constatare in occasione delle numerose operazioni di acquisizione che abbiamo compiuto negli ultimi anni, e laddove abbiamo operato una massiccia opera di sostituzione dei sistemi di pagamento che tradizionalmente vengono utilizzati nel mondo del Vending italiano. La stessa esperienza che stiamo compiendo nelle Stazioni Ferroviarie Italiane ci ha convinti della irrinunciabilità della gettoniera rendiresto, categoria nella quale Cashflow™ 7900, grazie alla presenza del quinto tubo, alla capacità di autotaratura del resto ed all’estrema precisione nel riconoscimento della moneta euro, rappresenta oggi quanto di meglio si possa trovare sul mercato, per le locazioni ad alta affluenza di pubblico.�
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IL RITORNO DEL VENDING! Non sorprende che la AVEX abbia deciso di tornare ad Earls Court 2 nel 2005 dopo il successo strepitoso dell’edizione del 2003, che ha visto l’affluenza di 8.574* visitatori, 64% di livello manageriale o superiore. Ovviamente per la AVEX 2005 si prevede un pubblico ancora piÚ numeroso visto il grande interesse generato da quest’industria, non solo a livello nazionale per via delle problematiche legate all’obesità della popolazione, ma anche considerando i progressi tecnologici nella gestione dei distributori automatici, l’introduzione di nuove leggi ambientali sul loro smaltimento e la miriade di lanci di nuovi prodotti/servizi che da sempre contraddistinguono la AVEX. *ABC – incluse le visite ripetute
Il mercato in Regno Unito
Attualmente il mercato britannico è alquanto roseo: �
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Oltre mezzo milione di distributori automatici di bevande in commercio Oltre 9 anni di crescita costante nel numero dei distributori Entrate annue pari a 1,5 miliardi di sterline
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8 milioni di caffè e 2 milioni di tè venduti ogni giorno L’enfasi sui prodotti sani stimola il mercato Progressi tecnologici nel controllo dei distributori Effetti dell’introduzione di leggi sullo smaltimento dei distributori
L’alta reputazione di AVEX si base su una storia di oltre 37 anni, in cui si è sempre confermata come trampolino di lancio per i prodotti e i servizi nel settore del vending. Ăˆ indubbiamente la fiera piĂš importante nel calendario dell’industria e crea il contesto per la crescita futura. Ăˆ inoltre un mercato essenziale per tutti gli operatori impegnati nell’acquisto e nella specifica dei prodotti e dei servizi per il vending. I visitatori alla AVEX includono titolari, direttori e dirigenti di aziende, responsabili per la ristorazione, gestori di strutture, responsabili per l’acquisto e manager di uffici nei settori di ristorazione, fitness e tempo libero, scuole, enti locali, trasporti, produzione e commercio, oltre naturalmente all’industria del vending.
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Ecco alcuni commenti sulle scorse edizioni della AVEX
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“Quando Londra funziona, è indubbiamente la sede migliore per una fiera nazionale e penso che questo sia decisamente vero nel caso della AVEX.â€?
Catalogo GRATUITO. Tutti i nominativi e gli estremi per contattare gli espositori alla AVEX, con un’esauriente planimetria. Formato tascabile per facile consultazione durante la fiera. Offerto in esclusiva ai visitatori della AVEX
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Magazine VEND inform gratuito. Con la preregistrazione prima del 18 aprile 2005 riceverete inoltre una copia gratuita del magazine VEND inform, l’organo della Automatic Vending Association, con moltissime informazioni utili, interessanti e divertenti sull’industria ed una grande anteprima della AVEX 2005.
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Howard Colliver, BUNZL Vending Services
“Quasi tutte le persone con le quali ho parlato durante e dopo la fiera erano entusiaste del numero dei potenziali clienti, del calibro dei visitatori ‘professionali’, dell’ottima organizzazione dell’evento e della sede e della qualitĂ degli espositori e del loro marketing.â€? Simon Heath, Teknowledge Group
“Vorrei congratularmi con voi per la scelta della sede e per l’organizzazione – perfetta, cordiale ed efficiente. Il numero dei visitatori ed il loro ‘calibro’ erano davvero di tutto rispetto.� Bertrand Emond, Campden & Chorleywood Food Research Association
“Siamo molto soddisfatti del numero di visitatori dal Regno Unito e dall’estero�. Martyn Herriot, AM Foods
“La AVEX mi ha molto impressionato: era ben organizzata, con display vividi e di grande impatto che illustravano egregiamente la natura altamente tecnologica ma funzionale del vending�. John M Sunderland, Cadbury Schweppes
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