Poste Italiane s.p.a. -spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1 DCB Torino. N°5/2005
N°9 settembre-ottobre/05
D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA
www.daitalia.it
produttori: intervista alla Nestlé fabbricanti: intervista alla Briel - intervista alla Brita speciale torrefattori: Julius Meinl Italia Aiabo news Vending Champions League le novità nel vending: Hausbrandt - Nova - Illiria - Mei lavoro e impresa news mondo associazione: Confida comunica - Eva news Eu’Vend 2005 a Colonia
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EDITORIALE
A c q u a b o m b e r, c i b i s p a z z a t u r a e c a p r i e s p i a t o r i
Fino a qualche anno fa per gli operatori dell'informazione era abbastanza difficile trovare sulla stampa nazionale o internazionale qualche notizia riguardante la distribuzione automatica. Il vending viveva ai margini del mondo dei media e solo qualche sporadica notizia sulle "macchinette del caffè" riusciva ad attirare l'attenzione delle redazioni. Da qualche mese a questa parte invece, quasi giornalmente viene pubblicata una notizia legata al mondo del vending e purtroppo è quasi sempre associata ad un'evento potenzialmente negativo per il settore. Acquabomber e la lotta all'obesità infantile hanno ormai quotidianamente riferimenti espliciti alla distribuzione automatica e incomincia ad insinuarsi il legittimo dubbio che la pubblica opinione possa essere tranquillizzata trovando nella DA un comodo capro espiatorio. Il ministro inglese dell'educazione Ruth Kelly ha in queste ore denunciato che: "Lo scandalo del cibo spazzatura nelle scuole deve finire" e come prima misura preventiva ha posto il divieto per i distributori automatici di vendere (dal settembre 2006) patatine, cioccolata e bevande zuccherate. La settimana prima in California era sceso direttamente in campo il governatore Schwarzenegger, promuovendo un analogo divieto. In Italia il ministro Storace ha annunciato azioni per combattere l'obesità infantile e quasi certamente il vending nelle scuole conoscerà giorni difficili. Anche se la corretta alimentazione è senz'altro un problema educativo delegato a scuola e famiglia e non può e non deve colpire in maniera discriminatoria un canale distributivo come il vending, è chiaro che il fatto di avere ragione non sposterà di un millimetro il problema. Se la politica deciderà di colpire un anello considerato debole della catena distributiva (di certo nessuno porrà divieti di vendita ai bar davanti alle scuole) non saranno le considerazioni di merito a difendere il settore, ma bisognerà agire con forza, costanza, senza combattere in ordine sparso e con la collaborazione di tutti. In questa difficile situazione un ruolo sempre più centrale per il bene del settore dovrà essere ricoperto dall'Associazione Nazionale che, coinvolgendo molti attori di tutta la filiera, è ad oggi l'unica organizzazione che può attuare pressioni e interventi che limitino il potenziale accanimento contro il settore. Confida in questo difficile momento congiunturale ha avuto una buona reazione. A seguito dei recenti fatti di cronaca legati ad Acquabomber, è scesa in campo per rassicurare i cittadini contro il rischio di manomissione di alimenti e bevande nei DA e sono stati avviati alcuni progetti pilota sull'inserimento di frutta e verdura nei distributori delle scuole. Il problema più significativo è che partecipare attivamente alla vita associativa è oggi senz'altro molto più impegnativo che in passato. Oltre alle questioni sempre più critiche sopracitate, ci sono altre tematiche importanti (come ad esempio la tracciabilità o l'applicazione della legge sui rifiuti elettrici ed elettronici) che necessitano un alto grado di attenzione. Il concreto impegno di tempo e capacità è diventato sempre più elevato e spesso comporta un'esposizione personale che può portare a ricadute negative perfino sulla propria attività imprenditoriale. Ciò non toglie che nell'immediato futuro la funzione di Confida sarà critica e ci auspichiamo che nel 2006 (anno di elezioni), con la collaborazione di tutti, sarà formata una "squadra" di alto profilo, in grado di esprimere un dinamismo e un impegno consono ai momenti difficili che il settore sarà costretto ad affrontare. Alessandro Fontana
sommario 3
EDITORIALE Acquabomber, cibi spazzatura e capri espiatori
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I L M E R C AT O D E L V E N D I N G – P R O D U T T O R I Nestlé: Soluzioni su misura alle esigenze nutrizionali
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I L M E R C AT O D E L V E N D I N G – FA B B R I C A N T I Il mondo “Small Vending” secondo Briel Italia Brita: Qualità dell’acqua e controllo ottimale dei costi Brita: Water quality and optimum cost control
S P E C I A L E T O R R E FAT T O R I Julius Meinl Italia: la qualità e la convenienza delle miscele caffè per il vending
41 Numero 5 – Anno II – Settembre-Ottobre 2005 Direttore Responsabile Renzo Gabriel Bonizzi Condirettore Alessandro Fontana Hanno collaborato: Orsola Mallozzi – Luca Mariotti Progetto grafico Andrea Lottero Foto Alizia Lottero Traduzioni ABC Traduzioni srl Stampa Diffusioni Grafiche Spa D.A. Italia – il periodico della distribuzione automatica Pubblicazione iscritta al Tribunale di Milano, numero di registrazione 177 del 22 marzo 2004 Iscrizione al R.O.C.: in corso di registrazione Periodicità: bimestrale Editore: ART&WORKS Srl Via Garian 49 - 20146 Milano - P.IVA 04234310961 Tel +39 02 48958566 Fax +39 02 36521641 Ufficio commerciale: commerciale@daitalia.it Web: www.daitalia.it Posta elettronica: info@daitalia.it Abbonamenti: abbonamenti@daitalia.it Pubblicità inferiore al 45% La riproduzione totale o parziale delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su D.A. Italia è permessa solo se autorizzata dalla Direzione. La Direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari.
AIABO NEWS L’Assemblea Generale Ordinaria di AIABO
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VENDING CHAMPIONS LEAGUE LE NOVITÀ NEL VENDING Hausbrandt Trieste 1892 S.p.a. lancia nel mercato ESPRESSO SYSTEM “New Video Point” il progetto NOVA per una nuova tecnica di espressione Vending e televisione: il gruppo Illiria ritorna su Raidue Un nuovo responsabile tecnico MEI per tutto il territorio italiano
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MONDO ASSOCIAZIONE Confida comunica Le news dall’associazione Europea EVA
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L AV O R O E I M P R E S A N E W S L'orario di lavoro a cura di Massimo Brisciani
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A P P U N TA M E N T O I N F I E R A Tutti gli appuntamenti fieristici del 2005-6 Ottimi riscontri per l’Eu’Vend 2005 di Colonia TEA&COFFEE World Cup 2005 ha conquistato Amburgo
IL MERCATO DEL VENDING Nestlé: Soluzioni su esigenze nutrizionali
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misura
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[ produttori ]
La Nestlé è un'azienda leader nell'industria alimentare a livello mondiale ed offre una ampia gamma di prodotti anche per il settore della distribuzione automatica. Fondata in Svizzera nel 1867, fin dalla sua nascita la vocazione di Nestlé è stata la ricerca di soluzioni specifiche in risposta alle esigenze nutrizionali. Il primo prodotto inventato da Henri Nestlé fu infatti la farina lattea, per poter nutrire quei bambini che non potevano essere allattati al seno. La sede italiana della multinazionale svizzera venne costituita a Milano già nel 1913, con la ragione sociale “Henri Nestlé, società in nome collettivo”. Da oltre 90 anni il percorso di crescita di Nestlé in Italia è proseguito ininterrottamente e l’azienda è stata protagonista di un’inarrestabile espansione. Nestlé Italiana è oggi una delle più importanti aziende presenti nel settore alimentare in Italia, con un volume d’affari che nel 2004 ha raggiunto i 1.676 milioni di euro. Opera con un portafoglio di circa 60 marchi ed oltre 3.000 referenze. L’azienda vanta un organico di circa 4.000 dipendenti, occupati nella sede centrale di Milano e nei 7 stabilimenti distribuiti su tutto il territorio nazionale. La struttura di Nestlé Italiana è suddivisa in funzioni di staff (Risorse Umane, Affari Legali, Finanza & Controllo e Affari Generali, Tecnica e Supply Chain) e in divisioni responsabili di categorie di prodotto: Gelati; Alimentari e bevande; Prodotti freschi e surgelati; Dolciari e forno; Foodservices; Export e pasta e fette; Nutrition. Tutti i prodotti rivolti al mondo della ristorazione, del catering e del consumo “fuori casa” (Vending, HoReCa e laboratori di pasticceria e gelateria) sono gestiti dalla divisione Foodservice di Nestlé. D.A. Italia si è recata negli uffici di Milano della Nestlé Italia – Divisione Foodservices e ha intervistato per l’occasione Claudio Rovaretti (Sales Manager Vending), Alessandro Bottazzi (Group Product Manager beverage and impulse) e Paolo Tedeschi (Product Manager Snack). Una trattazione esaustiva dei prodotti Nestlé per il vending non sarebbe ovviamente possibile e quindi, anche in occasione del lancio di un nuovo prodotto (Nestlé Fitness Barrette), abbiamo ritenuto opportuno focalizzare l’intervista sugli snacks, una importante famiglia di prodotti disponibili anche e soprattutto per la D.A.
da sinistra: Alessandro Bottazzi, Claudio Rovaretti e Paolo Tedeschi
Intervista alla Nestlé Quando Nestlé ha iniziato ad interessarsi al settore del vending in Italia? Nestlé è entrata nel settore della distribuzione automatica quando il vending è nato in Italia, tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70. In quel periodo Nestlé aveva già dei prodotti, studiati per il vending estero ma prossimi al lancio anche nel nostro paese. Negli anni ’70 il vending era rappresentato principalmente da Faema e Faemino; quando questo D.A.ITALIA 6
monopolio entrò in crisi a causa dei problemi di carattere societario di Faema, Nestlé che nel frattempo aveva messo a punto prodotti più idonei al vending, di gusto italiano e di facile utilizzo, riuscì a ritagliarsi un’importante fetta del mercato del caffè solubile. Quando avete introdotto anche gli snacks? L’introduzione degli snacks è più recente e risale al momento in cui Nestlé ha acquisito la Rowntree
alla fine degli anni ottanta (1988). Nestlé, il cui portafoglio allora si basava essenzialmente sul cioccolato puro, si ritrovò ben presto con tutta la gamma produttiva tipica della Rowntree (Kit Kat, Lion, ecc.). Fu allora che cominciò a commercializzare una particolare tipologia di snacks: quella che combina il cioccolato ad altri elementi, come i cereali e i wafer. Quando Nestlé ha capito che l’“away-from-home” (il con-
sumo fuori casa) fosse un interessante opportunità di sviluppo? Nestlé è stata una delle prime aziende a comprendere l’importanza strategica dell’away- fromhome. Dopo una prima fase di studio, dagli anni ‘80 si applicò in questa area di business in modo sempre più dedicato. Oggi Nestlé Foodservices è considerato uno dei marchi strategici di Nestlé, quello su cui veramente investiamo; le ricerche di mercato,
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Piacere Espresso
IL MERCATO DEL VENDING
infatti, indicano che il mercato “home” è costante, mentre quello “out of home” è in continua crescita. Quindi Nestlé ritiene strategico anche il settore del vending? Sta investendo attraverso personale, risorse e strutture? Penso che difficilmente esistano aziende come la nostra che abbiano una così vasta rete di vendita esclusivamente dedicata al vending. Questo ci permette di avere una presenza molto capillare sul territorio. Il fatto che Nestlé investa nel vending è dimostrato anche dalle numerosissime relazioni che ha con i costruttori: molti i sono i distributori che ogni anno vengono testati dai nostri centri di ricerca specializzati. Avete accordi per macchine D.A.ITALIA 8
brandizzate Nestlé pressoché con tutti i principali costruttori italiani? Effettivamente ci sono accordi in questo senso con molti costruttori italiani. Nestlé è molto attenta a questo business e (per quanto riguarda il vending) abbiamo un centro di coordinamento internazionale in Svizzera dove è presente personale dedicato, sia per i prodotti sia per l’attrezzatura. Come mai ogni tanto il mercato tende a sottovalutare l’impegno nel vending di Nestlé? Il mercato può erroneamente pensare che Nestlé, con la sua forte presenza nel retail non sia ugualmente focalizzata sul vending. In realtà abbiamo un settore completamente dedicato che comprende il marketing, la ricerca e lo sviluppo, un responsabile delle attrezzature e proprie filiali in tutto il terri-
torio: insomma, è presente con tutta la filiera. Vendiamo gelati, siamo presenti nei solubili, negli snacks (dolci, salati e da forno) e, con i nostri colleghi della San Pellegrino molto ben posizionati nel settore bevande, presidiamo gran parte del mercato. Siete leader anche nei boccioni d’acqua, con Nestlé Powwow. Nestlé Waters Powwow è il brand per la fornitura d’acqua presso i luoghi di lavoro più conosciuto e più utilizzato. Fa parte di Nestlé Waters, un gruppo con 73 anni di esperienza nel settore acque minerali. Una parte importante della vostra offerta nella D.A. è rappresentata dagli snack. In relazione a tutte le problematiche sorte nelle scuole in
merito all’obesità, Nestlé sta affrontando questo segmento di mercato con una visione evoluta di prodotto? Il canale vending per lo snack è molto importante. Una fetta importante del nostro fatturato in questo segmento è realizzato da vending machines e ha grande importanza all’interno della nostra struttura dedicata. Con i nostri prodotti raggiungiamo tutti i target: dal bambino all’adulto e siamo presenti in tutte le locations: scuole, uffici, università, etc. Siamo molto attenti alle problematiche che sono progressivamente sorte nelle scuole e negli uffici e ci siamo impegnati ad alleggerire i prodotti, a portare un’educazione alimentare, a svecchiare ed indirizzare le ricette in questa prospettiva, con l’importante risultato di poter proporre nuovi snacks più attenti ai valori nutrizionali.
INTERVISTA ALLA NESTLÉ
Partiamo da una gamma consolidata, con un brand così forte che difficilmente si può ritrovare in altre aziende (pensiamo ad esempio a Kit Kat, Lion e Galak), abbiamo quindi valenze di gamma decisamente importanti rispetto ai concorrenti. Inoltre stiamo per lanciare la pagina di comunicazione “Nestlé Fitness” mirata ad avere un prodotto “leggero” con cereali e con basse kilocalorie che si allinea con l’attuale trend di consumo. La forza del brand è spesso decisiva per gli acquisti d’impulso e anche nelle vending machines i prodotti di marca hanno potenzialità di vendita superiore ai prodotti “unbranded”. Avete difficoltà in Italia a fare capire la forza di un marchio? Nel mondo del vending la variabile
prezzo gioca un ruolo competitivo molto importante e spesso i gestori guardano più al guadagno sulla singola battuta che non al totale dei guadagni in valore assoluto. Quindi non è sempre facile far comprendere la reale importanza di un brand forte all’interno di un distributore. Nestlé comunque fa un’intensa politica di marketing, con materiale informativo, comunicazione e macchine brandizzate. Quando forniamo un prodotto spieghiamo anche la valenza del marchio, il vantaggio che offre al consumatore e comunque il nome Nestlé assicura che i prodotti sono buoni e sani. C’è comunque una tendenza in atto volta a favorire le politiche di marchio rispetto a quelle basate solo sulla variabile prezzo?
C’è un trend favorevole in questo senso e cominciano ad essere riconosciute la qualità e il marchio. Ad esempio abbiamo avuto un grande successo con i croissant pensati e prodotti solo per il canale del vending. Stanno trovando un eccellente riscontro e non sono sicuramente di primo prezzo. Nel segmento snack è ovviamente più facile rispetto al the o al cioccolato, dove il consumatore non visualizza ciò che selezionerà. Lo snack invece viene identificato, specialmente adesso con i distributori a vetrina e le vendite dei prodotti di marca aumentano. Il canale vending spesso non utilizza lo studio delle vetrine (come ad esempio mettere ad altezza occhio un prodotto che procura maggiore marginalità), c’è ancora un po’ di improvvisazione.
Nestlé invece punta molto sull’attività di category, considerando le tipologie di locations e la gamma di prodotti; questa strategia viene curata nei dettagli. Purtroppo la catena è un po’ lunga e i messaggi si perdono facilmente prima di arrivare ai caricatori. Avete nuovi prodotti in fase di lancio nel segmento snack? Il lancio più importante del momento è quello delle barrette Fitness con due varianti: al naturale e al cioccolato. Approdiamo al vending dopo l’ottimo successo che il prodotto ha avuto nella grande distribuzione. I motivi di questo riscontro positivo vanno ricercati nella bontà e nella leggerezza del prodotto stesso, ma anche dal supporto di un marchio che sta prendendo sempre più piede nel mondo dei cereali. Anche nei confronti della principale conD.A.ITALIA 9
INTERVISTA ALLA NESTLÉ
correnza nella grande distribuzione abbiamo avuto ottimi risultati. Naturalmente da un lato c’è molta soddisfazione, dall’altro abbiamo colto l’opportunità di lanciare il prodotto in questo canale al fine di ampliare ulteriormente la nostra gamma, rispondendo alle nuove esigenze di leggerezza unite a quelle del gusto. Anche a livello di immagine vorremmo ampliare la gamma ed offrire un prodotto molto valido al consumatore. Come nella GDO anche nel vending i prodotti a base di cereali aumenteranno. Gli spazi stanno crescendo sempre di più. In poche parole il valore aggiunto a questo prodotto è sicuramente il brand, ma anche il fatto che sia un prodotto effettivamente buono. Questo tipo di prodotto, come grammatura e come packaging, sarà identico a quello D.A.ITALIA 10
della grande distribuzione o pensate di personalizzarlo per il vending? Il formato è identico e sinceramente non vediamo l’utilità di modificare grammatura e packaging. A cosa è dovuta la scelta di un prodotto fitness? Il target di Fitness è trasversale, va incontro alle esigenze di chiunque pratichi sport, senza dimenticare le scuole dove sarà ottimo per la sua leggerezza. Questa è la linea di Nestlé: l’attenzione per i brands accompagnata da altissimi livelli qualitativi del prodotto, senza tralasciare l’attenzione al gusto. Avete una struttura dedicata che cura gli aspetti nutrizionali? Siamo molto attenti agli aspetti nutrizionali dei nostri prodotti; proprio per questo motivo Nestlé
dispone di una struttura dedicata alle tecnologie alimentari che, in stretta collaborazione con il marketing, si occupa da un lato del continuo miglioramento degli snack esistenti e dall’altro dello sviluppo di prodotti innovativi in linea con i trend di consumo. Passiamo al mondo del caffè, segmento cruciale per il vending. Come sta andando il progetto “Komo”? Credete possibile proporre con successo anche in Italia un macchina per piccole locazioni “instant”? Riuscire a penetrare nel mercato OCS in Italia con competitors come Lavazza o Illy e con un prodotto solubile è uno sforzo considerevole. Noi comunque crediamo molto nel progetto e siamo convinti che Komo possa trovare una sua collocazione anche sul mercato italiano.
Komo con il suo design unico è stata studiata anche per gli uffici più esclusivi, nei più eleganti studi di avvocati e commercialisti e per chi nel negozio vuole offrire un buon caffè, un cremoso cappuccino o un ottimo caffè macchiato. È ideale per 5-10 persone (15/20 erogazioni al giorno), dove è richiesta un’immagine elegante e sobria, dove consumatori esigenti richiedono la possibilità di scegliere più bevande. Credete che l’instant abbia un futuro in Italia? La cosa che sta funzionando molto e che sta ridando quota al caffè instant è il decaffeinato. Questo prodotto è legato a consumatori con esigenze salutistiche e questo tipo di richiesta sta sempre più emergendo. Pensavamo che l’orzo lo “cannibalizzasse”, invece questo non è
avvenuto grazie anche ai moderni distributori che offrono sempre più prodotti che possono coesistere senza prevaricazioni. Anche come gusti e tendenze dei consumi mi sembra che l’instant venga rivalutato. Effettivamente ora si preferiscono caffè un po’ più lunghi, più morbidi e macchiati. Una grande rivalutazione dell’instant è avvenuta proprio con i macchiati. I cappuccini fatti con l’instant sono nettamente migliori di quelli fatti con i caffè in grani. Non dimentichiamo poi che qualsiasi gestore amerebbe usare l’instant perché le macchine costano di meno, si rompono di meno, non ci sono scarti e i caffè sono tutti di qualità costante nell’arco della giornata, della settimana, delle stagioni e degli anni. A volte il fattore discriminante è dato più dall’immagine che il consumatore ha verso il caffè in grani; svolgendo un test abbiamo verificato che il consumatore spesso non si accorge della differenza tra un caffè in grani e un solubile. C’è una tendenza sempre maggiore a brandizzare le macchine e test di mercato dimostrano che i consumatori sono disposti a spendere anche 15 centesimi in più pur di bere un buon caffè di marca. Questo passaggio della cultura a macchine brandizzate potrebbe favorire Nestlé, anche con un caffè solubile? Nestlé ha sempre creduto nei propri marchi e all’importanza dell’immagine che questi offrono. La brandizzazione delle macchine, quindi, ci offre un’ulteriore opportunità di comunicare al consumatore, rassicurandolo sulla bontà e sulla qualità dei prodotti contenuti nel distributore automatico stesso. Come vedete il settore del vending in Italia? È sicuramente un settore ormai
saturo. È diventato un mercato di sostituzione. Anche per quanto riguarda le table top il mercato è saturo. L’espansione del vending in questi ultimi anni è da attribuire all’introduzione degli snacks e del freddo. Il freddo soprattutto per quanto riguarda le bottiglie d’acqua può creare problemi di spazio e di rifornimenti frequenti (specialmente in alcuni periodi come quelli estivi), ma i clienti hanno imparato che da queste forme di vending possono trarne dei buoni guadagni. Anche i gelati, i pasti freschi, i tramezzini, i panini e gli yogurt stanno riscontrando un discreto sviluppo, nonostante la comprensibile avversione di alcuni gestori. Che rapporti avete con l’Associazione di categoria? Storicamente Nestlé è sempre stata in Confida, anzi ne è stata una delle aziende fondatrici. In questo momento ci sembra che l’associazione si stia molto impegnando per il settore. Ci sono manager che incontrano la base sul territorio, ne raccolgono le problematiche e cercano di risolverle; e tutto questo a scapito di tempo ed energie sottratti alla loro attività imprenditoriale. La realizzazione della carta dei servizi, ad esempio, è il risultato dell’ottimo lavoro svolto in questi ultimi anni.
IL MERCATO DEL VENDING Il mondo “Small Vending” secondo Briel Italia
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[ fabbricanti ]
BRIEL è un fabbricante di macchine da caffè espresso dal 1978 ed è uno tra i più conosciuti produttori a livello mondiale, attivo in oltre 40 nazioni con proprio marchio o OEM. BRIEL ITALIA, altamente specializzata nei segmenti Vending, Ho.Re.Ca. e Torrefazioni, è attiva nel nostro paese dal 1998 e ha sviluppato una propria linea di macchine da caffè a cialde di dimensioni molto compatte destinate alla fascia bassa della distribuzione automatica: il cosiddetto “small vending”. D.A. Italia si è recata negli uffici di Milano della Briel Italia Srl e ha incontrato Marco Bertelli, Amministratore della società sin dalla costituzione, con l’intento di comprendere come una azienda specializzata nei canali GDO abbia intrapreso la via della costruzione di apparecchi per l’Ho.Re.Ca ed il Vending.
Marco Bertelli
Intervista alla Briel Ci può spiegare le ragioni che hanno spinto una azienda portoghese ad affrontare un mercato così competitivo come quello italiano? BRIEL è entrata nel Vending nel 1998, dopo venti anni di esperienza nella costruzione di macchine da caffè espresso per il settore domestico. In verità avevamo già operato in precedenza in Italia fornendo alcune tra le principali marche nazionali ed estere, ma non con il nostro brand BRIEL. Prima del 1998, quando a Venditalia lanciammo la linea SM (Slot-Machine), la nostra produzione si concentrava esclusivamente su modelli a porta-filtro amovibile, non adatti fino allora alla distribuzione automatica. Ritiene invece che adesso tali modelli a “braccetto” abbiano mercato nel nostro settore?
In verità mi limito ad osservare che alcuni operatori ne fanno richiesta, ma dubitiamo che un tale tipo di apparecchi semplifichi il lavoro degli operatori e risponda alle esigenze degli utenti. È del resto vero che le esigenze dei gestori del segmento small-vending, nel quale operiamo, sono davvero varie. Principalmente ci viene richiesto di modificare o adattare le nostre macchine a formati-cialda alternativi e tali da aumentare la fedeltà degli utilizzatori. Personalizzate quindi le macchine secondo le esigenze dei clienti? Al contrario, seguiamo uno standard produttivo e lavoriamo principalmente secondo un programma di produzione e stoccaggio di alcuni selezionati modelli. A differenza della maggioranza dei competitors, BRIEL non fabbrica
“al banco”, ma in linea di montaggio, secondo uno standard di tipo prettamente industriale e con indubbio vantaggio sui prezzi praticati. Ciò non toglie che dedichiamo larga parte dei nostri sforzi alle richieste particolari dei clienti, che possono essere soddisfatte senza sensibili aggravi dei costi. La divisione Espressotecnica® (nata nel 2004) realizza appunto progetti o applicazioni particolari, con la professionalità acquisita anche grazie alla vivacità propria del mercato italiano. Producete anche cialde? Sì, produciamo cialde dal 1997. Attualmente la nostra fabbrica lavora con due impianti per il confezionamento, ma le cialde di nostra produzione non vengono commercializzate in Italia, data la grande offerta già presente e per evitare eventuali confronti con le
torrefazioni italiane che rappresentano una importante quota della clientela BRIEL. La produzione di cialde è comunque per noi fondamentale per conoscere e risolvere le problematiche pratiche di chi acquista le nostre macchine. Un esempio su tutti è il CREMACONTROL®, che ci ha permesso di presentarci al mercato con un unico filtro, valido per tutti i tipi di cialde. Intende dire che producete una sorta di filtro universale, adatto alla capsula in carta come a quella in plastica? Non esattamente, il CREMACONTROL® è un dispositivo regolabile che accompagna i nostri filtri (anche quelli per il macinato) e permette di erogare un flusso di caffè sempre cremoso, indipendentemente dal tipo di miscela, tostatura o carta, utilizzato dal gestore. D.A.ITALIA 13
IL MERCATO DEL VENDING
La regolazione è praticamente demandata all’utilizzatore finale, che “tara” la macchina secondo il tipo di bevanda che intende erogare. Non è cosa da poco se si considera che prima dell’introduzione del CREMACONTROL® era necessario gestire un magazzino di filtri abbastanza vasto da disorientare i clienti non attrezzati o le start-upcompanies. BRIEL ha una gamma di modelli piuttosto vasta: acquistate presso terzisti o producete tutto internamente? Produciamo tutto internamente e possiamo davvero sostenere che la gamma di modelli BRIEL è tra le più vaste al mondo. La nostra gamma consta, esclusi i macinacaffè, di oltre 50 modelli differenti tra loro e divisi in famiglie: caldaia inox, caldaia alluminio/Teflon e termoblocco. D.A.ITALIA 14
L’enorme sforzo per la gestione della componentistica (la cui prolificità è evidente scorrendo i nostri cataloghi) per quanto riguarda la programmazione, la logistica e l’assistenza all’R&D, viene coordinato dall’ufficio acquisti di Milano. La produzione viene effettuata in Europa? Assolutamente. Il 100% della nostra produzione è made in Europe. Non producendo come altre realtà nel “far east”, che strategie avete adottato per contenere i prezzi? È per tutti evidente quanto la competizione sia oggigiorno brutale. Va detto però che il mercato del caffè e di quanto ruota intorno ad esso in termini di servizio è comunque “magico”: la domanda è forte, variegata e sempre supportata dal-
l’accesso di nuovi operatori, che, tra l’altro, costituiscono una linfa vitale per la nostra LINEA VENDING. Briel, per competere con la Cina, ha dal 1999 decisamente investito nella direzione della razionalizzazione del processo di montaggio, introducendo innovazioni come le rubinetterie in materiale plastico e le caldaie teflonate. In circa due anni è stata sostituita tutta la gamma di fascia media, con un aggiornamento radicale della tecnologia. Ciò tuttavia non basta, perché nel nostro settore lo scontro non si gioca esclusivamente sul delta-costi della manodopera, ma anche e soprattutto sul dumping, praticato con sistematicità nel far east. Vuole dire che non c’è possibilità di una corretta concorrenza con la Cina? E se è così,
perché non fare come altri e produrre in Cina? Secondo il nostro ultimo rilievo, le pratiche di dumping, applicate al settore macchine del caffè (vending e non) si traducono in differenziali ingiustificati di prezzo sino a due cifre percentuali. In alcuni casi si arriva a sfiorare il 20%. Ciò non significa necessariamente che andare a produrre in Cina equivalga a fruire di questi vantaggi. Se si escludono i big players è infatti improbabile che una small cap possa approvvigionarsi di materie prime alle stesse condizioni alle quali acquistano i produttori locali. In Cina la qualità dei componenti è poi generalmente scarsa, viene per contro massicciamente tassato (o quantomeno ostacolato) l’acquisto della subcomponentistica d’importazione, peraltro spesso oggetto di smaccato plagio. Insomma un quadro attrattivo
INTERVISTA ALLA BRIEL ITALIA
all’apparenza, ma piuttosto desolante all’atto pratico. Al di là dell’ipotesi di produzione, vedete la Cina come un possibile mercato per la distribuzione automatica? Difficile rispondere; le dinamiche di quel paese sono estremamente complesse. Tuttavia riteniamo che aziende europee produttrici di macchine per il vending (salva la possibilità di legarsi a triplo filo con realtà locali, dalle quali si rischierebbe di dover poi dipendere) difficilmente potranno avere una penetrazione efficace nel mercato cinese. Essenzialmente perché se il prodotto ha effettivamente mercato, in pochi mesi viene automaticamente copiato e realizzato a costi sempre minori. Stando così le cose avremmo un ciclo di vita del prodotto attorno all’anno, ossia una impossibilità operativa per
qualunque tipo di realtà imprenditoriale con il minimo istinto di sopravvivenza. Non le sembra che il panorama che tratteggia sia un po’ troppo pessimistico? Ci sarà pure una via di uscita… La soluzione secondo me passa attraverso i dazi. Non parlo dei dazi timidamente “sperimentati” nelle scorse settimane e già oggetto di istanza di revisione da parte dei paesi europei schieratisi a fianco della Cina (su tutti la Germania). Ritengo infatti che i dazi da applicare debbano essere a doppia cifra percentuale, da applicare casualmente (sistema della rotazione random) nei settori a rischio dumping. A noi operatori spetta il compito di sollecitare le associazioni di categoria a muoversi per tempo e con determinazione, prima che un mer-
cato ancora sano ed attento alla qualità come quello della distribuzione automatica venga invaso dal ciarpame, dai plagi e dalle copie. Siete stati imitati in passato? Vi hanno copiato alcuni modelli? In passato ci hanno copiati alcuni modelli, ma negli ultimi anni non siamo a conoscenza di casi del genere. D’altronde la produzione di BRIEL è andata progressivamente concentrandosi nelle nicchie. A differenza degli anni ’90 produciamo serie di pezzi limitate per un maggior numero di clienti. È stato possibile fare tutto ciò grazie a quanto investito in passato per realizzare una amplissima gamma, necessaria alla coesistenza dei distributori. Nelle nicchie, per definizione, non dovrebbero poi esistere “cloni”. Del resto, come detto in preceden-
za, la richiesta è varia e siamo convinti che ci sia ancora spazio per creare. Il Vending è per noi un mercato molto ricco di stimoli e alla continua ricerca di innovazioni. Anche nei mercati esteri? Anche e soprattutto. La domanda di cialda è in crescita nei mercati nordeuropei e statunitense, grazie alla enorme spinta, fornita da alcune grandi marche, che combattono tra loro con le pads (cialda morbida). Dopo Senseo® è seguita un’ondata di macchine e sistemi a cialde più o meno morbide, distribuiti capillarmente nei mercati di maggiore importanza. Noi riteniamo che questo autentico fenomeno di mercato non comprima ma invece accentui le possibilità di vendita della cialda tradizionale (pod), con la quale si ottiene l’apprezzato autentico, espresso italiano. D.A.ITALIA 15
INTERVISTA ALLA BRIEL ITALIA
la nuova DSM222
Lei si riferisce quasi esclusivamente ad apparecchi di dimensioni ridotte. Briel intende rivolgersi esclusivamente a questo tipo di clientela o intende implementare la propria gamma con altri modelli (ad esempio la macchina con due gruppi)? Riteniamo che la nostra forza si esprima in particolar modo con le più semplici macchine per uso ufficio e/o famiglia, grazie alle quali siamo conosciuti. Tuttavia, sempre in ossequio ad una politica di contenimento dei costi mediante l’apD.A.ITALIA 16
plicazione di uno standard industriale di assemblaggio, presentiamo al Tea&Coffee di Amburgo (Tea & Coffee World Cup Hamburg 1013 settembre 2005 - ndr) ed al SIC di Milano (Salone internazionale del Caffè, 21-25 Ottobre 2005 ndr), la nuova DSM222 a due gruppi cialda più vapore, ideale per i piccoli bar o ristoranti che non vogliano dotarsi di una macchina professionale e gestire il caffè in grani. La DSM222 deriva dalla collaudata linea MULTI-PRO, venduta con successo a partire dalla metà degli
anni ’90. Investite molto nella ricerca e sviluppo? Senz’altro sì. Abbiamo la fortuna di poter fruire di un valido laboratorio interno che progetta, curando direttamente anche il design. Dedichiamo grande attenzione alla sostanza ed alla meccanica dei nostri modelli, cercando di migliorare ogni aspetto dell’erogazione, anche e soprattutto grazie alle indicazioni dei gestori, che sono i nostri veri e preziosissimi “collaudatori” sul campo.
Istruite i Vostri clienti-gestori o è sufficiente il manuale che fornite in dotazione? I nostri prodotti sono decisamente semplici: nella maggior parte dei casi si tratta di apparecchi elettromeccanici, privi di telemetria e/o accettatori elettronici. Apertura, accesso alle parti attive e manutenzione sono quasi intuitive. I nostri clienti start-up reperiscono le informazioni di base via web (www.briel.it), giungendo facilmente all’identificazione del ricambio necessario.
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11:15 am
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Controllo costante del contante con audit in tempo reale
Gestione
La tecnologia sonar rileva costantemente il valore delle monete contenute nei tubi
Il valore delle monete nei tubi viene chiaramente indicato sul display della rendiresto Qualunque prelievo o aggiunta manuale di monete viene rilevata in tempo reale In modalità autofloat la rendiresto rilascerà automaticamente il contante inutilizzato presente nella cassetta evitando comunque che la gettoniera si trovi in situazione di resto esatto
CASHFLOWTM 7000 CHANGE MANAGER CF7900 è stato progettato per gestire il contante. Grazie alla cassetta con la più elevata capacità tubi disponibile sul mercato riduce drasticamente la mancanza di resto anche nelle locazioni più esigenti. CF7900 è in grado di gestire in modo automatico il livello di riempimento tubi in base ai prezzi di vendita ed alle erogazioni effettuate, arrivando a suggerire la configurazione cassetta ideale per ogni singola locazione, aumentando i vantaggi per il cliente e il Gestore e ottimizzando il valore delle monete giacenti nei tubi. Chiamate MEI oggi stesso al numero 03 82 979313 per ulteriori informazioni.
www.meiglobal.com
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CANTEL e MEI: storie di successo "Coffee Break e MEI: insieme con successo da oltre 10 anni. Nel settembre 1994 Coffee Break inizia una delle prime installazioni di vending pubblico in Italia presso la Metropolitana di Milano. Oggi, dopo 10 anni, Coffee Break gestisce i distributori automatici di tutte le linee della Metropolitana di Milano e di Roma servendo giornalmente migliaia di clienti. Il Dott. Marco Monaco, Presidente di Coffee Break S.p.A. ha affermato: l'attività svolta in tanti anni di vending pubblico ha fatto crescere la nostra esperienza, mirata in particolare alla soddisfazione del cliente. Per il frettoloso viaggiatore della Metropolitana è imperativo "fidarsi" del distributore automatico e sapere che potrà acquistare in modo facile, veloce e preciso. Per Coffee Break questo ha portato alla scelta di distributori automatici specifici per questa applicazione e, soprattutto, di gettoniere rendiresto altamente affidabili e di ottimo livello tecnologico. Abbiamo utilizzato gettoniere rendiresto MEI sin dall'inizio della nostra attività e possiamo dire oggi che questa scelta ha contribuito al successo del nostro progetto. Abbiamo potuto constatare negli anni, in locazioni esigenti come quelle della Metropolitana, l'indistruttibilità di CF560, la flessibilità di CF690 e l'innovazione di CF7900. Cashflow 7900 è attualmente il prodotto che risponde completamente alle esigenze della nostra gestione e della nostra clientela." Gettoniere rendiresto MEI Cashflow™7900 sono installate in tutti i distributori automatici presso l'Ospedale San Matteo di Pavia. Daniele Corradelli, Direttore Generale GDA offre un’importante testimonianza sulle ragioni della scelta della rendiresto MEI in questa prestigiosa locazione: "GDA Lodi, ed ora con la nuova filiale di Pavia, è da sempre attenta alla qualità. Le prove da noi finora effettuate con vari modelli di gettoniere ci hanno portato a decidere per Cashflow™ 7900, l'apparecchio che ha corrisposto in pieno a tutte le nostre esigenze di flessibilità, affidabilità e sicurezza. Ci sono particolarmente piaciuti la cassetta a 5 tubi facilmente estraibile e il monitoraggio permanente del contenuto dei tubi, che ci permette di tenere sotto controllo le apparecchiature. Con l'utilizzo di Cashflow™ 7900 le nostre vendite sono aumentate e i nostri costi per interventi tecnici sono nettamente diminuiti. Siamo certi che il servizio proposto dalla nostra Azienda, unitamente ad apparecchi ad elevato contenuto tecnologico come quelli da noi scelti, sapranno soddisfare appieno le esigenze dei nostri Clienti e di tutti i consumatori occasionali che utilizzeranno i nostri distributori automatici all'Ospedale San Matteo" Il Sig.Luciano Rizzi, responsabile tecnico di Cantel Bergamo ci ha detto: A partire dal 2002, con l’introduzione della moneta Euro, avevamo iniziato a inserire gettoniere rendiresto nei nostri distributori automatici, riscontrando un aumento di problemi tecnici. Il perdurare delle difficoltà incontrate ci ha convinti a provare la gettoniera MEI CASHFLOW 7900 in alcune locazioni (scuole, ospedali) e dobbiamo dire che il riscontro è stato ottimo. La situazione è cambiata in modo drastico: le lamentele da parte dei clienti sono cessate e la richiesta di interventi tecnici si è praticamente azzerata. La rendiresto MEI ha aumentato la soddisfazione dei nostri clienti (e conseguentemente le nostre vendite)
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Kikko Max: tutto da bere.
MINIMO INGOMBRO, MASSIMO RENDIMENTO. Grazie alle sue dimensioni agili e contenute (è alto 1.830 mm, largo 540 e profondo 650, per 126 Kg di peso), Kikko Max si posiziona come un distributore di bevande calde per locazioni dove solitamente non si possono posizionare macchine di dimensioni superiori. Rispetto a Kikko, presenta la stessa configurazione interna ma è in grado di offrire 120 bicchieri e 100 palette in più. E in abbinamento con Snakky Max, diventa l’ideale completamento della gamma Necta di distributori automatici, perché copre perfettamente le esigenze della fascia di mercato intemedia. È arrivato Kikko Max, fate posto a nuovi clienti. www.nwglobalvending.com
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IL MERCATO DEL VENDING BRITA: Qualità dell’acqua e controllo ottimale dei costi
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[ fabbricanti ]
Brita è una tra le aziende più conosciute al mondo nel trattamento dell’acqua. Fondata in Germania nel 1966 da Heinz Hankammer, ha iniziato la propria attività industriale producendo un filtro per la demineralizzazione dell’acqua. A 40 anni di distanza Brita vende i suoi prodotti in oltre 70 paesi e ha costituito 12 filiali internazionali riuscendo però a mantenere intatte le sue caratteristiche e la sua filosofia. È ancora una società a capitali privati e la seconda generazione (Markus Hankammer è CEO dal 1999) guida l’attuale management. Il suo prodotto di punta del mercato domestico, la caraffa con cartuccia filtrante a carboni attivi e con resina a scambio ionico, è praticamente onnipresente nelle abitazioni di molti paesi occidentali. La sua incredibile diffusione ha confermato nei fatti quella che è sempre stata la vision dell’azienda: “Un prodotto Brita in ogni casa”. Da circa 20 anni Brita è presente anche nel vending ed è uno dei leader di settore del segmento dei filtri per il trattamento dell’acqua. Da qualche anno l’azienda tedesca commercializza i propri prodotti anche in Italia e a gennaio del 2005 ha deciso di aprire una filiale in Lombardia. D.A. Italia per conoscere meglio questa realtà aziendale e questo mercato si è recata negli uffici di Brita Italia Srl a Lallio (BG) e ha intervistato Alberto Giavoni – National Sales Manager.
Alberto Giavoni
Intervista a Brita Italia Srl La Brita è un’azienda molto conosciuta all’estero e nel segmento del domestico, quando ha deciso di entrare nel mondo del vending e presentarsi sul mercato italiano? Il brand Brita è molto conosciuto e apprezzato. L’azienda ha ormai una storia quarantennale e anche grazie al suo prodotto storico: la caraffa con cartuccia filtrante, ha avuto un’enorme penetrazione nel mercato domestico in oltre 70 paesi nel mondo. L’entrata nel mercato professionale è iniziata nei primi anni ottanta, quando è nato il profilo internazionale dell’azienda. Brita in questo segmento progetta e produce filtri per quattro categorie di applicazioni: vending machines, macchine caffè professionali, forni a vapore e lavapiatti/lavastoviglie. L’ingresso sul mercato italiano con questo tipo di prodotti è piuttosto
recente e non è stato nemmeno troppo agevole, anche perché non c’è stato l’effetto “trascinamento” che il brand Brita ha in Germania o Francia. Da quanto tempo Brita opera in Italia? La costituzione di Brita Italia Srl è avvenuta nel gennaio di quest’anno, ma già alla fine del 2001 eravamo presenti sul mercato italiano con prodotti rivolti al segmento professionale. Il responsabile di area era Sergio Barbarisi (ex Wittenborg) un manager molto esperto e con una vasta conoscenza del mercato e degli operatori. In questa prima fase di test gestivamo una sorta di deposito e già chiudevano dei contratti, ma la fatturazione veniva ancora gestita dalla Germania. I risultati sono stati molto incoraggianti e pian piano si è pensato a costituire un
entità legale anche in Italia. Nel 2004 Brita ha preso la decisione di aprire una filiale diretta anche in Italia, stanziando degli investimenti e creando un progetto che è partito all’inizio del 2005. Nonostante siate una realtà di recente costituzione, riuscite ad operare in autonomia dalla casa madre? Abbiamo senz’altro una certa autonomia e discreti margini di manovra in termini di politica commerciale, anche se ovviamente siamo soggetti ad un coordinamento da parte di Brita Germania. La casa madre ha fissato delle linee di azione e dei paletti all’interno dei quali è possibile operare, ma i paletti sono effettivamente sufficientemente ampi. Questo è stato fondamentale nella fase d’ingresso nel mercato italiano, visto che Brita non è così presente nel
segmento home e abbiamo dovuto fare molti sforzi per spiegare i vantaggi dei nostri prodotti. Con la costituzione di Brita Italia Srl e con la progressiva affermazione dei prodotti e del brand, oggi ci possiamo permettere una più ampia linea di azione, come consulenze ad hoc e corsi di formazione per i collaboratori dei nostri clienti. Quali sono i vostri prodotti di punta nel segmento professionale? Nel mercato professionale abbiamo due prodotti (AquaQuell BC-06 e AquaQuell 1.5) con i quali viene realizzato il 65% del business totale. Il BC-06 è studiato appositamente per il mercato del vending, l’1.5 si divide invece tra vending e mercato caffè HO.RE.CA. Dobbiamo anche rilevare che stiamo ottenendo ottimi risultati sui sistemi da caffè HO.RE.CA. con D.A.ITALIA 21
IL MERCATO DEL VENDING
crescite addirittura a tre cifre, quindi anche i sistemi dedicati a questo segmento (Purity 300-600-1200) incominciano a fare numeri importanti. L’AquaQuell BC-06 ha avuto nel vending un grande successo commerciale. Quali sono le sue principali caratteristiche, che tipo di problematiche risolve e ogni quanto deve essere sostituita? La presenza di carbonati può rendere dura anche la migliore acqua potabile, le conseguenze sono note a tutti gli operatori del vending: un forte accumulo di calcare nelle macchine con un conseguente aumento dei costi di assistenza tecnica e di esercizio. La tecnologia AquaQuell è stata espressamente concepita per ridurre selettivamente la durezza carbonica nell’acqua e previene pertanD.A.ITALIA 22
to l’accumulo di calcare. Inoltre c’è una netta riduzione, di metalli pesanti (piombo e rame) e cloro. Differentemente dai sistemi a resine tradizionali, che lavorano sulla durezza totale, i sistemi Brita sono in grado di lasciare intatte le proprietà minerali dell’acqua assicurando persistenza di crema, corpo e aroma al prodotto in tazza. La durata di una cartuccia filtrante dipende dal grado di durezza dell’acqua, quindi è questa la variabile chiave da considerare per valutare il suo ciclo di vita (vedi tab.1). Generalmente l’AquaQuell BC-06 è dedicato alle macchine fino alle 1.200 battute al mese e la cartuccia deve essere cambiata almeno una volta l’anno. Il grande successo nel vending di questo modello è dovuto all’ottimizzazione dei costi d’investimento, alla riduzione dei costi di assistenza, alla sue ridotte dimensioni
e alla facilità d’impiego e di sostituzione. Un’altra caratteristica fondamentale è data dal fatto che questo sistema consente un migliore aroma e una costante ed alta qualità del caffè. Quali soluzioni proponete per macchine che hanno maggiori esigenze? Brita ha soluzioni per ogni tipo di esigenza visto che produce cartucce che filtrano fino ai 10.000 litri di acqua. Dividiamo i prodotti Aquaquell a seconda del loro segmento di riferimento: nel vending viene utilizzato il BC-06 e il modello 1.5; nel segmento Ho.Re.Ca l’1.5 e il Purity e per i forni a vapore solo il Purity. I distributori automatici di maggiori dimensioni e con ampio numero di battute/mese sono tranquillamente gestiti dal nostro prodotto
1.5 che ha una capacità tripla rispetto allo BC-06. Avete a listino anche un altro tipo di prodotto: l’Aquaroma. Viene utilizzato anche in Italia? Aquaroma ha la stessa tecnologia che sta alla base del BC-06, ha una forma circolare e viene inserito nelle vending machines in una soluzione tank in the tank. La filtrazione è per caduta e le dimensioni e la capacità di questo sistema lo vedono dedicato a macchine che hanno una destinazione estera, quindi in Italia viene generalmente utilizzato da aziende produttrici che esportano i distributori al di fuori dell’Italia (come RHEA ad esempio). Il trattamento dell’acqua ha un’importanza fondamentale per il vending e non solo per
INTERVISTA ALLA BRITA
prevenire i problemi derivati dal calcare. Quanto è importante a livello di qualità del prodotto finale? Dobbiamo sempre considerare un assioma fondamentale: più del 90% di quello che si beve in tazza è composto da acqua. Nel caffè ci sono 6-7 grammi di caffè e tutto il resto è acqua. Quindi la qualità di questo elemento è assolutamente fondamentale e di primaria importanza per avere un prodotto di qualità. La mia esperienza professionale mi ha molto aiutato nella comprensione di questa tematica visto la provenienza da una primaria torrefazione che, per arrivare ad un prodotto finale ottimale, ha sempre dato all’acqua una grande importanza. Nonostante questi trascorsi una gran parte delle conoscenze le ho acquisite solo lavorando in Brita.
Devo rilevare che nel vending solo recentemente si è davvero compresa l’importanza del trattamento dell’acqua e c’è ancora qualche operatore che vede l’inserimento del filtro solo dal punto di vista tecnico-meccanico come un problema da risolvere. L’interesse si concentra quasi esclusivamente sulla possibilità di prevenire la formazione di calcare ed evitare i “fermo macchina”, non come vantaggio che può incidere in modo sostanziale sulla qualità del prodotto e gestirlo come vantaggio competitivo da proporre alla propria clientela. Brita assicura in modo eccellente la totale assenza di calcare. Se si utilizza un filtro correttamente e quindi si rispetta il numero di battute dopo il quale deve essere cambiato, il gestore può veramente scordarsi i classici problemi delle elettrovalvole e della caldaia.
Però non si limita solo a questo, visto che dà ampie garanzie sulla costanza della qualità dell’acqua, che si riflette sulla pienezza del gusto e sull’aroma dei caffè e sulla trasparenza dei solubili risolvendo il problema della superfice torbida e dei depositi che si formano sul bordo della tazza. C’è già qualche cliente più interessato alla qualità che alla risoluzione del problema del calcare? A livello europeo ci sono realtà come Selecta e Autobar che lavorano intensamente con Brita e che hanno una politica fortemente incentrata sulla qualità. Le nostre cartucce filtranti vengono viste anche e soprattutto come un complemento importante per ottenere un ottimo prodotto erogato. In Italia la situazione è un po’ diversa ma siano in contatto con
molte interessanti realtà e crediamo che a breve la situazione potrà cambiare, alcuni gestori sottolineano al cliente l’inserimento del nostro sistema filtrante come un plus di servizio. Invece nei paesi emergenti come la Russia e l’Est Europa c’è paradossalmente una richiesta di macchine con caratteristiche qualitative elevate. Magari i gestori utilizzano distributori usati, ma inseriscono lo stesso filtri Brita, anche se i nostri listini sono simili in tutta Europa e questo svantaggia quei paesi con un più basso potere d’acquisto. Nelle cartucce filtranti c’è molta tecnologia o è un prodotto facilmente replicabile? La tecnologia che sta alla base di una cartuccia filtrante è facilmente replicabile solo dal punto di vista formale. Dal punto di vista sostanziale invece e tutt’altro che sempliD.A.ITALIA 23
IL MERCATO DEL VENDING
SPLIT DI CONSUMO
Durezza del carbonato Capacità litri caffè espresso
caffè lungo
caffè macchiato
cappuccino
the al limone
cioccolata
°KH
°FH
L
45%
5%
15%
15%
10%
10%
100%
06
11
700
10.500
700
1.909
1.167
700
700
15.676
08
14
520
7.800
520
1.418
867
520
520
11.645
10
18
420
6.300
420
1.145
700
420
420
9.405
11
20
382
5.727
382
1.041
636
382
382
8.550
12
21
350
5.250
350
955
583
350
350
7.838
13
23
323
4.846
323
881
538
323
323
7.235
14
25
300
4.500
300
818
500
300
300
6.718
15
27
280
4.200
280
764
467
280
280
6.270
16
29
260
3.900
260
709
433
260
260
5.822
17
30
245
3.671
245
667
408
245
245
5.480
18
32
240
3.600
240
655
400
240
240
5.375
19
34
227
3.411
227
620
379
227
227
5.092
20
36
216
3.240
216
589
360
216
216
4.837
ce ed è obiettivamente complesso utilizzare questa tecnologia ottenendo risultati d’eccellenza. Alcune avventure di aziende che recentemente si sono lanciate sul mercato con prodotti low cost lo hanno dimostrato, visto che poi ci sono state perdite di resine, perdita d’acqua sul supporto e variazioni nel gusto dell’acqua. Insomma a prima vista sembra facile ma non è assolutamente così. Brita ha una struttura ed organizzazione deputata alla ricerca e sviluppo che ha sede in un edificio indipendente. Facciamo molti investimenti in R&D e regolarmente lanciamo nuovi prodotti e questo è un ulteriore vantaggio che offriamo ai nostri clienti perché una continua ricerca e sviluppo garantisce anche nel tempo un prodotto sempre più efficace ed efficiente. Ad esempio nell’AquaQuell 1.5 per garantire una qualità dell’acqua D.A.ITALIA 24
ottimale abbiamo un sistema di filtrazione quadrupla: prefiltro – mezzo filtrante AquaQuell – filtro al carbone attivo – microfiltro. La costanza della qualità dell’acqua è anche garantita dalla presenza del by-pass ovvero una apertura regolabile in modo individuale al fine di poter lasciare la corretta quantità di calcio e magnesio nell’acqua. Quantità necessarie sia per legge che per ottenere un prodotto corretto in tazza. Il costo delle singole cartucce e della prima installazione rappresentano un problema alla diffusione di questo tipo di filtri? Effettivamente ci sono ancora troppe realtà che si fermano a guardare solamente il costo, anche se i vantaggi delle cartucce sono evidenti. Valutando solo il prezzo magari preferiscono utilizzare il
bidone a resine, che comunque può portare con sé alcuni problemi (assistenza, igiene, smaltimento, ecc). Il concetto che invece dovrebbe essere più chiaro è che se spendi di più all’inizio puoi risparmiare anche tre o quattro volte dopo. Oggi, con i costi e le problematiche di spostamento che ci sono, è spesso sufficiente risparmiarsi una singola uscita di un tecnico per ripagarsi dell’investimento. Comunque i costi non sono particolarmente elevati. Basti pensare che la prima installazione del BC06 costa di listino (al lordo di qualsiasi sconto) poco più di 80 euro e una cartuccia ha un prezzo di circa 40 euro. Una volta installato l’unica cosa da fare è cambiare la cartuccia una volta l’anno con una operazione di circa 15 secondi attuabile anche dal neoassunto addetto al rifornimento DA.
TOTALE BATTUTE
Lo smaltimento delle cartucce è problematico? Noi ritiriamo direttamente le cartucce Purity di tutti e tre i modelli (300, 600, 1200). Anzi esigiamo che vengano ritirati a pena del pagamento di un fee. I prodotti esausti vengono spediti in Germania dove la resina a scambio ionico viene riciclata. Le cartucce di più piccola dimensione invece possono essere tranquillamente smaltiti in discarica. È sufficiente informarsi sul corretto luogo di smaltimento in ogni struttura. Alla fine del suo ciclo di vita rimane il contenitore in plastica con all’interno dei carboni ad uso alimentare e delle resine inerti. Il mercato delle cartucce filtranti è relativamente nuovo in Italia, avete già qualche competitor di rilievo?
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INTERVISTA ALLA BRITA ITALIA
Anche in Italia sono presenti i nostri due principali competitor: Cuno ed Everpure. Un vantaggio di Brita può derivare dal fatto che, siamo stati i primi a “spingere” e impegnarci nel mercato della cartuccia in Italia e quindi ci siamo conquistati alcune posizioni di rilievo. Il mercato dei sistemi filtranti per acqua è comunque nel nostro paese ancora relativamente “vergine”. La quota di mercato all’estero rispetto alle resine tradizionali (soprattutto nel vending) è certamente superiore, mentre in Italia l’80% è ancora su sistemi a bidone. C’è tanta cultura da fare e un mercato tutto da conquistare, anche perché si va verso legislazioni sempre più severe che favoriranno sempre più lo sviluppo di sistemi a cartuccia. Siete leader di mercato in Europa? In molti paesi siamo leader o coD.A.ITALIA 26
leader. L’Europa è una nostra roccaforte, siamo veramente presenti in tutta il continente con aziende controllate al 100% da Brita o con dealer locali. In Italia dovremmo essere i primi nel segmento dei nostri competitors, anche se molto distanti da aziende con pluriennale esperienza nel mercato degli addolcitori (il classico bidone a resine). In Italia stiamo dando una linearità alla politica commerciale con un’offerta trasparente e scontistiche chiare. Riteniamo che questo garantisca le rivendite, perché per tutti quei clienti che hanno un numero di battute limitate (sotto le 150-200.000) trovano più conveniente ricorrere ai rivenditori. Siete riusciti ad ottenere anche in Italia un fatturato significativo? In Italia ci stiamo togliendo grandi soddisfazioni e ci stiamo avvicinan-
do a mercati storici come Paesi Bassi e Svizzera. Il mercato italiano è per Brita un “cavallo di battaglia”, visto l’ottimo tasso di crescita. Quest’anno dovremmo chiudere con un incremento superiore al 50% e abbiamo previsioni ottimistiche per i prossimi anni. Per la nostra casa madre, l’Italia è un “paese in via di sviluppo”, così come Spagna e Polonia. Mercati lanciati da poco e che stanno crescendo. Da tre mesi abbiamo aperto anche in Giappone e ci aspettiamo dei risultati lusinghieri. Avete accordi con fabbricanti per la progettazione di macchine che escono già con i vostri filtri? Abbiamo già degli accordi e ci muoviamo da tempo anche su questa direttrice. Ad esempio Bianchi Vending Group installa i nostri AquaQuell 1.5 nel suo distri-
butore a doppia campana e tutta la serie prodotta per il gruppo Selecta da Rhea Vendors ha dentro un nostro filtro. Credete ancora molto nelle Fiere di settore? Brita è molto presente alle fiere settoriali. Nei prossimi giorni saremo presenti ad Euvend in Germania e all’Host-SIC in Italia. Anche a Venditalia 2006 saremo senz’altro presenti, abbiamo già prenotato da qualche mese un ampio spazio espositivo. Vi siete recentemente associati a Confida? Ci siamo da poco associati a Confida perché riteniamo importante incontrarci con altri associati, anche del nostro segmento di mercato, per creare tutti insieme una corretta cultura della qualità dell’acqua.
Incontro al vertice 3 sistemi d’infusione
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THE VENDING MARKET BRITA: Water quality and optimum cost control
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[ manufacturers ]
Brita is among the best-known names in water treatment. Established in Germany in 1966 by Heinz Hankammer, it started out producing a filter to demineralise water. Forty years later, Brita is selling its products in more than 70 countries and has established 12 international subsidiaries, all the while maintaining its unique features and philosophy. It is still a private company, and the second generation (Markus Hankammer has been the CEO since 1999) is now running it. Its leading home-market products, the carafe with active-carbon and ion exchange resin filter cartridge, can be found in homes almost everywhere in many Western countries. Its incredible popularity is a confirmation of what has always been the company’s vision: “A Brita product in every home.” For some 20 years now Brita has also been present in the vending market, and it is a leader in the water-treatment filters market. For some years the German firm has been marketing its products in Italy as well, and in January 2005 it decided to open a branch in Lombardy. In order to get to know this company and its market better, D.A. Italia went to the offices of Brita Italia Srl in Lallio (BG) and interviewed its national sales manager, Alberto Giavoni.
Brita is very well known abroad and in the home segment. When did you decide to get into vending and enter the Italian market? The Brita name is very well known and liked. The firm goes back more than forty years, and with what has always been its leading product, the filter cartridge, it has achieved tremendous penetration in the home market in more than 70 countries worldwide. The firm got into the professional market in the early 1980’s, when the company went international. In this segment, Brita designs and produces filters for four categories of applications: vending machines, professional coffee machines, steam ovens and dishwashers. With this kind of products the company got into the Italian market only recently, and it wasn’t all that smooth, partly because there was no drag-along effect like the Brita name enjoys in Germany and France.
How long has Brita been operating in Italy? Brita Italia Srl was established in January of this year, but we were present in the Italian market as far back as the end of 2001 with the professional products. The area manager was Sergio Barbarisi (formerly of Wittenborg), a really expert manager with a vast knowledge of the market and its operators. In this initial test phase we ran a sort of depot, and they were closing contracts even back then, but the invoicing was still being done from Germany. The results were very encouraging and little by little it was decided to set up a legal entity in Italy as well. In 2004 Brita decided to open a direct subsidiary in Italy, allocating the investments and setting up a project that began in early 2005. Are you able to operate independently of the parent company even though you were established only recently?
We do indeed enjoy some autonomy and some manoeuvring room in terms of sales and marketing policy, although obviously we are subject to coordination by Brita Germany. The parent company sets guidelines for action and restrictions within which we can operate, but the restrictions are in fact sufficiently broad. This was critical in the first phase of entering the Italian market, because, since we’re at a disadvantage with Brita not being so well known in the home segment, we had, a lot of efforts in explaining the advantages of our products. By establishing Brita Italia Srl and progressively getting the products and name recognized, we now have a wider range in which to operate, like ad hoc consulting and training courses for our clients’ employees. What are your leading products in the professional seg-
ment? In the professional market, we have two products (AquaQuell BC06 and AquaQuell 1.5), which account for 65% of our total business. The BC-06 was created specially for the vending market; the 1.5 is split between vending and the hospitality market. We should also note that we are getting great results on hospitalityindustry coffee systems with threedigit growth, so even the systems intended for this segment (Purity 300-600-1200) are starting to produce good numbers. The AquaQuell BC-06 was a big commercial success in vending. What are its main features, what types of problems does it solve, and how often does it need to be replaced? Carbonates can make even the best drinking water hard, and the consequences of that are well known to all vending operators: a D.A.ITALIA 29
THE VENDING MARKET major accumulation of calcium in the machines, which raises the costs for technical assistance and operation. The AquaQuell technology was expressly designed to selectively reduce the carbonic hardness of water, and it therefore prevents calcium accumulation. In addition, there is a sharp reduction in heavy metals (lead and copper) and chlorine. Unlike traditional resin systems, which work on total hardness, Brita systems are able to leave the water’s mineral properties intact, ensuring the persistence of cream, body and aroma in the product in the cup. The life of the filter cartridge depends on how hard the water is, and so this is the key variable to consider in evaluating its life cycle (see table 1, p. 24). Generally speaking, AquaQuell BC06 is for machines used up to 1,200 times a month, and the cartridge has to be changed at least once a year. This model’s big success in the vending industry is due to its optimization of investment costs, the reduction in assistance costs, its reduced dimensions and its ease of use and replacement. Another critical feature is that this system gives a better aroma to the coffee, with constant, high quality of coffee. What solutions do you offer for machines that have greater requirements? Brita has solutions for every kind of need; we produce cartridges that filter up to 10,000 liters of water. We can divide AquaQuell products by their market segment: in vending, the BC-06 and model 1.5 are used; in the hospitality industry, the 1.5 and the Purity are used, and for steam ovens there is just the Purity. The largest vending machines with many uses per month can easily be handled by our 1.5 product, which has triple the capacity of the BC06. You have another kind of product on your price list: the D.A.ITALIA 30
Aquaroma. Is that used in Italy as well? Aquaroma uses the same technology as the BC-06; it is round and is inserted into vending machines as a tank in the tank. The filtering is drip, and the dimensions and capacity of this system mean that it is used on machines used abroad, so in Italy it is generally used by companies that produce and export vending machines outside of Italy (like RHEA, for example). Water treatment is essential for the vending industry, and not just in preventing problems associated with calcium. How important is this in terms of the quality of the final product? We need to keep one basic fact in mind: more than 90% of what we drink in a cup of coffee is water. There are 6 or 7 grams of coffee, and the rest is water. So water quality is absolutely critical and important for getting a quality product. My professional experience has helped me understand this subject better; to produce great coffee, the roasting of the beans is critical, and the water is very important. But a lot of my understanding of the subject I acquired only by working for Brita. I have to say that the vending industry only recently is realizing the importance of water treatment, therefore still some D.A. operators consider putting in the filter as merely a technical and mechanical problem to be resolved. They’re interested almost solely in the possibility of preventing calcium build-up and keeping the machine from clogging up, not in any advantage that may substantially affect the product’s quality or in using it as a competitive advantage to offer to their own clients. Brita does a great job of preventing calcium build-up. If a filter is properly used, and is changed when it should be, the user can really forget all about the classic problems of the electric valves and the boiler.
But that’s not all: the water quality is fully ensured, and this is reflected in the coffee’s full taste and aroma, and in the transparency of the solubles, which solves the problem of the muddy surface and deposits forming on the rim of the cup. Do you have any customers who are more interested in quality than in solving the calcium problem? In Europe, there are Selecta and Autobar, which work closely with Brita and have a policy that is really focused on quality. Our filter cartridges are considered first and foremost as a major aspect of achieving an excellent product. In Italy, the situation is a bit different, but we are in contact with a lot of interesting vendors, and we believe that the situation may change soon; some operators are pointing out our filter system to their customers as a service plus. But in the emerging countries like Russia and Eastern Europe there is, paradoxically, a demand for machines with high quality features. Operators may be using used vending machines, but they put in the Brita filters, even though our price lists are similar for all of Europe, and this puts those countries with lower purchasing power at a disadvantage. Are the filter cartridges very hi-tech, or is it an easily reproducible product? The technology on which the filter cartridge is based is easily replicable only in terms of form. But in substance it’s anything but simple, and it is really quite complicated to use this technology and achieve excellent results. This was demonstrated by the experience of certain companies that recently launched low-cost products on the market: there were resin leaks, water leaks onto the base, and variations in water taste. In short, it looks simple at first glance but it really isn’t. Brita has R&D facilities housed in a separate building. We make big investments in R&D and we launch
new products regularly, and this is a further advantage that we offer to our clients, because ongoing research and development ensures a product that is increasingly more effective and efficient over time. For example, we have a fourfold filtration system in the AquaQuell 1.5 to ensure excellent water quality: pre-filter – AquaQuell filter medium – active-carbon filter – and micro-filter. Consistency of water quality is also ensured by the by-pass, which is an individually adjustable opening, so that the desired amount of calcium and magnesium can be left in the water. The amount necessary by law and to obtain a good product in the cup. Do the cost of the individual cartridges and the first installation represent a problem in distributing this type of filter? In fact there are still too many companies that look only at cost, even though the advantages of the cartridges are obvious. So when they look just at the price they may prefer to use the resin drum, which in any case can involve some problems (assistance, hygiene, disposal, etc.). The concept that should be clear, however, is that if you spend more at the start you can save up to three or four times as much. Today, with travel costs and problems, that’s often enough to avoid just one visit by a technician in order to recoup the investment. But the costs really aren’t that high. The list price of the first installation of the BC-06 (gross of any discount) is just over 80 euro, and a cartridge costs about 40 euro. Once it’s installed, the only thing you need to do is change the cartridge once a year, a 15-second operation that can be done even by a new employee assigned to DA re-supply. Is disposing of the cartridges a problem? We pick up the Purity cartridges for all three models (300, 600, 1200). In fact we require them to be picked up, or we apply a penalty.
INTERVIEW WITH BRITA ITALIA The used products are sent to Germany, where the Ion exchange resin is recycled. The smaller cartridges can just be disposed of normally. All you need to do is find out the proper place for disposal in each establishment. At the end of its life cycle, the plastic container contains just fooduse carbon and inert resins. The filter cartridge market is relatively new in Italy; do you already have any significant competitors? Our two main competitors are present even in Italy: Cuno and Everpure. One advantage Brita may have is that we were the first to push and commit ourselves to the cartridge market in Italy, and so we won over some significant positions The water filter systems market is in any case still relatively virgin in our country. The market share abroad compared to traditional resins (especially in vending) is certainly
higher, whilst in Italy 80% is still drum systems. There’s a lot of education to be done and market to conquer, because legislation is increasingly strict, and that will favour the development of cartridge systems. Are you the market leader in Europe? In many countries we are the leader or co-leader. Europe is a bulwark for Brita; we are present throughout the Continent with companies that are either 100% owned by Brita or owned by local dealers. In Italy, we should be the first in our competitors’ segment, although far behind the companies with many years of experience in the water softener market (the classic resin drum). In Italy we are setting a consistent marketing policy with a transparent offer and clear discounting. We think this will ensure re-sales, because, for all those clients who have a limited
number of uses (under 150 – 200,000), they find it more convenient to turn to resellers. Have you managed to achieve significant turnover in Italy? We are getting great satisfaction in Italy, and we are getting closer to historic markets like the Netherlands and Switzerland. The Italian market is a real warhorse for Brita, given the excellent growth rate. This year we should close with an increase of over 50%, and we have optimistic forecasts for the coming years. For the parent company, Italy is a “developing country” like Spain and Poland. Recently launched markets that are growing. We also opened in Japan three months ago, and we are expecting promising results there. Do you have agreements with manufacturers for designing machines that come out with your filters already installed?
We have agreements already, and we have been moving in that direction for some time now. For example, Bianchi Vending Group Italia is installing our AquaQuell 1.5 in its dual-bin vending machine, and the entire series produced for the Selecta group by Rhea Vendors has our filter inside. Are you still strong believers in industry expos? Brita is always present at industry expos. In the coming days we will be at Euvend in Germany and at the Host-SIC in Italy. We will also certainly be at Venditalia 2006; we reserved our space there some months back. And you recently joined Confida? We joined Confida recently because we consider it important to keep in contact with our associates, including in our own market segment, to build together a better understanding of water quality.
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SPECIALE TORREFATTORI
JULIUS MEINL ITALIA: la qualità e la convenienza delle miscele caffè per il vending
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La INCAB (Industria Caffè Bolzano) è un importante gruppo di torrefazione che produce e distribuisce caffè attraverso marchi molto conosciuti come: Brus Café, Caffè del Moro, Cremcaffè, Eccelsa Caffè, Julius Meinl, Caffè Roberti e Udinese Caffè. L’azienda è presente nel vending da molti anni ma dal 2000 in poi, grazie all’acquisizione di Brus Café, si sta sempre di più affermando anche in questo settore. La continua crescita ha portato la società altoatesina a trasferirsi in una nuova e moderna struttura in grado di garantire un notevole aumento della capacità produttiva. In occasione del trasferimento d’azienda, si è approfittato per sostituire la denominazione INCAB in Julius Meinl Italia. In questo modo si vuole ricreare l’identità originale dell’azienda che da sempre è punta di diamante del gruppo Meinl che ha sede a Vienna. D.A. Italia si è recata nella nuova sede della Julius Meinl Italia ad Altavilla Vicentina (VI) è ha intervistato Hurbert Andres, Consigliere delegato Vendite e Elio Simoni, Responsabile Vendite Vending ed Export
da sinistra: Elio Simoni e Hurbert Andres
Intervista alla Julius Meinl Italia La Julius Meinl Italia, meglio conosciuta come INCAB, è diventata uno tra i principali gruppi europei di torrefazione partendo da due marchi come Caffè del Moro e Meinl Kaffee. Come si è creata questa fusione tra una realtà italiana e una austriaca? L’espresso all’italiana ha certamente una storia e un’importanza riconosciuta in tutto il mondo, ma storicamente una delle prime città europee ad “ospitare” il caffè e la sua cultura è stata proprio Vienna, famosa per le sue caffetteria già a metà dell’800. Julius Meinl ha iniziato ad operare nel mondo del caffè aprendo un’attività nella capitale austriaca fin dal 1862 e dopo una progressiva crescita in Austria (oggi è leader di settore), alla fine della seconda guerra mondiale ha iniziato a verificare la possibilità di espandersi anche verso l’Italia. La torrefazione Caffè del Moro a Bolzano ha rappresentato una perfetta soluzione logistica e culturale.
Come si è sviluppata Incab e quando ha iniziato a dedicarsi al segmento del vending? Inizialmente INCAB produceva caffè a marchio Caffè del Moro e Meinl e si dedicava pressoché esclusivamente al settore dei Bar. Lo sviluppo in Alto Adige è stato rapido, anche grazie alla presenza di due marchi particolarmente adatti ai diversi gusti della popolazione italiana e tedesca. La continua crescita della società ha portato ben presto all’apertura di alcuni depositi. Il primo è stato inaugurato a Brescia (ancor oggi è il più grande dopo Bolzano). Poi abbiamo aperto in Sicilia, a Perugia e, grazie ad altre acquisizioni, a Trieste, Udine e a Acqui Terme. Oltre alle realtà consolidate è la Sicilia che ci sta regalando delle buone soddisfazioni. Incab è stata ben presto presente nei canali Bar, Alimentare e Vending, ma spingevamo soprattutto sul settore Bar che era il nostro “core business”. Nel vending Caffè del Moro aveva un suo posizionamento ben preci-
so ed era un riferimento di qualità, ma non realizzavamo ancora dei numeri importanti. Abbiamo incominciato a dedicarci con forza a questo canale solo dopo l’acquisizione di Brus Café, avvenuta nel 2000 dopo una lunga trattativa. Da quel momento in poi la crescita di questo canale è stata molto significativa e oggi rappresenta una quota importante della nostra intera produzione. Anche il trasferimento a Vicenza ha avuto un grande significato, perché è una nuova struttura in grado di reggere lo sviluppo produttivo che il canale vending ha progressivamente determinato. Incab è molto cresciuta anche attraverso alcune acquisizioni. È un processo ancora in corso? Abbiamo alcune trattative in corso, anche se è prematuro parlarne e non escludiamo di fare a breve altre acquisizioni. L’ultima importante acquisizione del gruppo Julius Meinl (agosto 2003) è stata Cremcaffè. Questo
importante marchio è una storica azienda di Trieste (fondata nel 1951) che aveva acquisito nel 1999 un altro importante marchio locale: Udinese Caffè. Comunque quest’ultime operazioni di mercato non hanno riguardato il mercato del vending visto che in questo canale operiamo esclusivamente con i marchi Caffè del Moro e Brus Café. Qual è la capacità produttiva del nuovo impianto e quanto lo utilizzate? A Vicenza abbiamo concentrato la produzione di 4 torrefazioni (Bolzano, Udine, Trieste e Acqui Terme) e proprio in questi giorni stiamo trasferendo in loco la produzione dello stabilimento sloveno. Attualmente lavoriamo su un solo turno. La nostra capacità produttiva è stimata in circa 10 milioni di chili. Quest’anno produrremo con tutti i marchi circa 5 milioni di chili di prodotto tostato. Abbiamo ancora molta capacità produttiva anche in funzione del D.A.ITALIA 35
SPECIALE TORREFATTORI
nuovo capannone (confinante al nostro) che abbiamo recentemente acquistato. Potremo separare il magazzino, lasciando molto spazio per la produzione. Quanto della vostra produzione è dedicata al canale vending? Più del 40% della produzione è dedicata alla distribuzione automatica. Gli ultimi dati mostrano infatti una produzione di 2,2 milioni di chili. Il vending è un canale sempre più importante per Incab? La distribuzione automatica sarà certamente sempre più importante anche perché ci rendiamo conto del trend in atto che vede il consumo nei bar in leggera flessione, mentre il vending ha ancora molte potenzialità. Siamo comunque soddisfatti del canale bar/ristorazione, perché nelle zone dove siamo più presenti (Trentino Alto Adige) la crisi non è così marcata come in alte zone d’Italia. D.A.ITALIA 36
Il consumo del vending è invece in continua crescita. Almeno per noi. La distribuzione territoriale delle vostre vendite nel vending è concentrata al Nord o siete presenti in tutta Italia? Noi siamo già presenti nel vending in tutta Italia, anche se ovviamente le posizioni di maggior rilievo le abbiamo nel Nord. I nostri obiettivi sono quelli di crescere nel Centro e nel Sud d’Italia. Nel Nord c’è un’evidente saturazione del mercato mentre riteniamo che non si stia curando il Sud come meriterebbe, visto che ha un grande potenziale. Credo che nei riguardi di quest’area geografica ci siano ancora una serie di preconcetti che sono del tutto superati. Non è assolutamente vero, ad esempio, che ci sono problemi di affidabilità. Le stesse incertezze che ci sono al Nord ci sono al Sud. Abbiamo la fortuna di avere un deposito in Sicilia che sta crescendo in maniera importante e abbiamo una serie di clienti in tutto il
Sud assolutamente affidabili. Anche la cultura del caffè è particolarmente sviluppata nel meridione e si possono avere degli interlocutori molto attenti anche alla qualità, mentre al Nord è molto probabile che la trattativa commerciale si basi essenzialmente sul prezzo.
risultati accettabili in tazza perfino con caffè scadenti e questo a volte può portare alcuni gestori ad optare per il caffè più conveniente. Noi non possiamo andare sotto un certo limite. I nostri parametri qualitativi sono fissati in un dato modo e alcuni prezzi non possiamo assolutamente sostenerli.
A proposito di prezzo, la concorrenza nel vending sta cambiando? C’è un trend in atto che vede una maggior ricerca della qualità o si è ancora fermi ad una “guerra dei listini”? A mio avviso sono ancora troppo pochi quelli che optano per la qualità o almeno su un compromesso tra qualità e prezzo. La vera variabile competitiva è ancora solo il prezzo. Si riesce a spiegare la qualità e la sua importanza, ma “alla fine dell’imbuto” ti chiedono sempre il prezzo. Come spesso accade, la teoria è una cosa e la pratica è un’altra. Oggi ci sono anche delle macchine eccellenti che riescono ad avere
Incab è presente anche in altri canali. La concorrenza basata sul prezzo è un fenomeno tipico del vending o la riscontrate anche nella GDO e nei Bar? Non mi esprimerei sulla GDO perché noi non siamo molto presenti in questo canale. Abbiamo delle posizioni interessanti solo in alcune zone, per lo più localizzate in Trentino Alto Adige. Nel bar invece il prezzo è importante ma incidono anche tantissimi altri fattori come la qualità, il servizio, la macchina del caffè, i supporti finanziari e quindi c’è una situazione più complessa rispetto a quella del canale vending. Lo stabilimento di Vicenza è
INTERVISTA A JULIUS MEINL ITALIA
dedicato solo al mercato italiano o esportate parte della produzione anche all’estero? Esportiamo più del 20% della nostra produzione (1,2 milioni di chili) e si può dire che siamo “appena partiti”. Il settore export è molto in crescita, anche e soprattutto perché il nostro prodotto riscontra notevoli apprezzamenti qualitativi. Inoltre, l’espresso italiano è di moda in tutto il mondo ed è un momento congiunturale molto favorevole. Esportate anche per il vending? Quali sono i vostri Paesi di riferimento? Esportiamo anche nel segmento vending, soprattutto in Germania, Francia, Croazia, Slovenia e Bulgaria Nel settore bar poi abbiamo posizioni interessanti anche in altri paesi come in Israele dove siamo molto presenti con il marchio Cremcaffè. In alcuni Paesi come la Francia, la Bulgaria e la Croazia ci stiamo svi-
luppando in maniera scientifica e non possiamo definirlo uno sviluppo a “macchia di leopardo”. Abbiamo trovato partners importanti che stanno collaborando con noi e stiamo sviluppando interessanti piani di sviluppo. Per il mercato francese mi piace ricordare la DIAVENDORS di Grenoble, importante azienda del settore vending presente in tutto il territorio, con la quale si sta concretizzando un operazione molto importante L’espansione all’estero ha anche un’importanza strategica, perché in Italia c’è in atto una continua concentrazione di settore e ci sono sempre meno gestori e sempre più gruppi. Quindi molto frequentemente si possono perdere delle posizioni anche radicate perché il cambio di proprietà spesso significa anche un cambio di fornitori. Il caffè è un prodotto naturale con tutte le variabili che questo comporta. Che tipo di provenienze seleziona Incab, soprattutto per il vending? Selezionare le provenienze è un
lavoro impegnativo e che obbliga a continue attenzioni. Bisogna tenere conto di tutta una serie di fattori e intervenire su tutte le variabili con regolarità. Noi ovviamente utilizziamo diverse provenienze. Nel vending normalmente creiamo le miscele partendo da tre o quattro provenienze di Robusta asiatiche e africane che completiamo con caffè Arabica sudamericani. Quali controlli sono necessari per avere un buon prodotto di partenza? Noi facciamo un controllo quando il caffè crudo arriva in porto. Il nostro spedizioniere preleva dei campioni, fa le analisi e degli assaggi dei singoli lotti. Contemporaneamente ci invia i campioni e anche noi li assaggiamo e confermiamo o meno la qualità. Sui caffè Robusta effettuiamo una lavorazione perché ci possono essere alcuni corpi estranei (sassi, legnetti, materiali ferrosi). Nella D.A. si utilizzano i grani e non ci si può permettere che restino impu-
rità che possono arrecare danno ai macinini delle macchine. Questa accurata pulizia viene fatta con delle tavole densimetriche e tramite selezionatura ottica (i chicchi troppo chiari e troppo scuri vengono scartati). Avete qualche certificazione? Dal 10 marzo 2004 Incab ha implementato con successo un sistema di gestione per la qualità in conformità alla norma UNI EN ISO 9001:2000. In questi giorni con il coordinamento della dottoressa Castracane (responsabile della Qualità), stiamo adoperandoci per ottenere la certificazione IFS. Fare una buona lavorazione significa costi più elevati, come riuscite a mantenere inalterati i listini? In primavera con i prezzi del caffè in continua salita e con costi di lavorazione sempre più alti abbiamo dovuto per necessità alzare di poco i listini, ma è stato molto difficile farlo capire ai nostri clienti, soprattutto nel vending. D.A.ITALIA 37
INTERVISTA A JULIUS MEINL ITALIA
Ci sono sempre più torrefattori che propongono anche nel vending miscele con caffè Arabica. A volte addirittura al 100%. Seguite anche voi questa linea? Le miscele tradizionali del vending hanno una valenza di robusta importante (ci sono anche robusta pregiati!) anche per una questione di prezzo. Abbiamo delle miscele intermedie con un 70-80% di robusta e commercializziamo nel canale bar delle miscele quasi esclusivamente Arabica. Siamo in grado di fornire una miscela in prevalenza Arabica anche nel vending (si può mettere nei distributori a doppia campana) ma la richiesta risulta ancora modesta. Noi comunque auspichiamo la crescita di questo trend. Qual è la vostra attuale offerta nel vending? Noi commercializziamo 3 miscele Brus Café: ANTICO AROMA, CHICCOCREM e PERLANERA e 2 Miscele Caffè del Moro: MOROCLASSIC e MOROCREMA. In un mercato molto difficile D.A.ITALIA 38
come quello vending riuscite a fare un primo prezzo ultra competitivo (sotto i 2 euro)? Sotto un certo livello di prezzo non si riesce proprio ad arrivare. Non certo con le provenienze, con i controlli e con la qualità che utilizziamo noi. Se mettessimo un “100% Congo” forse potremmo arrivare a certi livello di prezzo, ma la qualità sarebbe troppo scadente per la nostra filosofia aziendale. Avete a listino anche il caffè in cialde da 7 grammi? Abbiamo anche il caffè in cialde in standard ESE: Chiccocrem Cialde. È un segmento interessante che abbiamo ereditato dall’acquisizione di Brus Café, anche se ritengo che ormai stia arrivando il momento in cui la capsula sostituirà la cialda. C’è molta attesa nel mercato della capsula monodose e un grande fermento. Avete anche voi qualche progetto in corso? Abbiamo un progetto interessante e in futuro potremmo avere delle novità importanti.
Ritenete il caffè equo-solidale una nicchia interessante? Ci abbiamo pensato, ma non siamo particolarmente convinti, anche perché nel vending non abbiamo avuto ancora nessuna richiesta. Comunque la nostra casa madre sta spingendo un prodotto equo e solidale e vedremo se ci saranno dei riscontri positivi. Come sono i rapporti con la casa madre? Avete ampia autonomia? Il nostro management gode della più ampia fiducia da parte della proprietà. In questo senso la gestione dell’azienda avviene in modo autonomo con obiettivi concordati. Esistono comunque grandi sinergie nella selezione dei fornitori di caffè crudi. Questo perché il gruppo Meinl opera da tanti anno sui mercati mondiali con un volume di acquisto pari a ca. 12 milioni di Kg. Come riuscite a gestire le continue fluttuazioni del mercato del caffè? Facciamo dei contratti a lungo ter-
mine nel momento che riteniamo opportuno, con gli sbalzi di prezzo attuali è fondamentale gestire con attenzione questa variabile. Siete associati a Confida? Siamo soci Confida e crediamo sia molto importante che ci sia un’associazione di categoria a livello nazionale. Ci auguriamo che in futuro si abbia la possibilità di dedicare maggiori attenzioni al Centro-Sud, magari organizzando sempre più iniziative anche nel meridione. Vediamo con favore l’ultima iniziativa di Confida: la Carta dei Servizi. L’attuazione concreta della stessa porterà sicuramente dei benefici al settore. Parteciperete a Venditalia o ad altre fiere internazionali di settore? Saremo senz’altro presenti a Venditalia come espositori di riferimento (fiera che riteniamo essere la più importante sullo scenario europeo del settore). In futuro potremmo partecipare anche a Parigi dove incominciamo ad avere una presenza importante.
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Aiabo news
Martedì 27 settembre presso il JOLLY HOTEL di Assago (MI) si è svolta l'Assemblea Generale Ordinaria di AIABO. Questa riunione è stata molto importante perché ha visto il rinnovo delle cariche Associative. Il nuovo Comitato Direttivo è così composto: Nicola Di Paola Stefano Piccinini Piergiorgio Calanchi Riccardo Rizzioli Roberto Sartori
Culligan S.E.M. Eden/Danone Aquadoc Cosmetal
Presidente Vice Presidente Consigliere Consigliere Consigliere
D.A. Italia ha preso parte all’evento e pubblica in queste pagine una sintesi della relazione di Roberto Sartori (Cosmetal), Presidente uscente di AIABO.
RELAZIONE DEL PRESIDENTE BIENNIO 2004-2005 L’elezione dei nuovi organi associativi non è mai un momento formale o ordinario; al contrario è un momento concreto, fattivo e strategico di partecipazione alla vita associativa. I nuovi eletti concretizzeranno le indicazioni della Assemblea, gestiranno la politica di AIABO nei confronti del mercato, delle altre realtà associative, dei legislatori, del mondo dei massmedia; reagiranno con prontezza ad eventuali e non augurabili emergenze. IL MERCATO DEI BOCCIONI NEL BIENNIO 2004-2005 Il servizio di acqua in boccioni è gradito ad ogni realtà lavorativa, risolve molti piccoli problemi gestionali, economici e logistici; permette agli utenti di lavorare in un buono stato d’idratazione, riducendo lo stress e migliorando la propria operatività. Sono caratteristiche ben conosciute dagli addetti ai lavori, ma costantemente sottovalute dal mondo della comunicazione e da molti operatori di servizi alle azien-
de e alle collettività: in altri termini possiamo certamente affermare che il nostro è un mercato destinato a crescere e a durare nel tempo perché risponde a bisogni primari e molto concreti, in modo efficiente, economico e pienamente soddisfacente. È del tutto improprio, se non addirittura offensivo, parlare del nostro servizio come di “una bolla di sapone”; destinato a chiudere in breve tempo la propria parabola: è invece certo che proprio perché risponde in modo fattivo a bisogni concreti, il mercato dell’acqua in boccioni è cresciuto, cresce e continuerà a crescere. In questi due anni il mercato si è caratterizzato per la crescita, il dinamismo (sia interno che esterno) e l’imprevedibilità dovuta in all’andamento climatico, ma soprattutto alla libera azione imprenditoriale dei suoi attori. Il 2004 è iniziato sotto ottimi auspici, con gli operatori tesi alla crescita quantitativa (numero di postazioni servite, numero di boccioni venduti, aree geografiche più ampie) e qualitativa (riduzione dei tempi di servizio, adozione di migliori pratiche igieniche, realizza-
da sinistra: Calanchi, Rizzioli, Sartori, Di Paola e Piccinini
zione effettiva delle igienizzazioni). Tra il 2003 e il 2004 sono aumentati anche gli operatori del settore, coinvolgendo con questo termine non solo i distributori di boccione a titolo principale, ma anche le gestioni di distributori automatici, come pure, sia pure con numeri meno significativi, gli operatori della detergenza e i grossisti di bevande in genere. Sfortunatamente il 2004 non ha confermato le previsioni del 2003. Una volta di più l’andamento climatico ha modificato le attese degli operatori, questa volta purtroppo in senso negativo. Una primavera/estate di temperature mediocri, con brevi periodi di caldo alternati a piogge rinfrescanti, ha ridotto vendite, nuovi posizionamenti e stravolto i budget degli operatori. Contemporaneamente la stagnazione dell’economia italiana si è riflessa anche sull’operatività del mercato dei boccioni. Sono aumentati gli insoluti e i crediti inesigibili, ma soprattutto si è registrato per la prima volta in modo significativo il fenomeno delle disdette di contratto. Infine, soprat-
tutto in alcune aree limitate ma strategiche dell’Italia settentrionale, si è registrata un’accresciuta difficoltà a creare nuove postazioni; in termini economici è così cresciuto il costo fisso d’impianto di ogni nuova utenza, con ovvie ripercussioni sulle tecniche di raccolta della clientela e, più in generale, sul costo operativo e sulle strategie di gestione. Data la situazione climatica e quella economica, la colonizzazione di nuove aree non ha portato, nel breve periodo, tutti i risultati preventivati dalle aziende, che pure vi avevano investito elevate risorse economiche e umane. D’altra parte il mercato, come diretto risultato delle politiche di crescita, si è sviluppato molto velocemente in quelle parti del centro-sud, dove il servizio in boccioni era poco o nulla conosciuto. Sono aumentati gli operatori, sono aumentate le zone servite, sono aumentati gli utenti. Nel 2004 è proseguito il trend di aumento dell’offerta di boccioni da parte delle fonti, sia nella versione in policarbonato, sia nella versione mono-uso. Simmetricamente è D.A.ITALIA 41
continuato il processo di riduzione dei prezzi. Vi è stato anche un primo tentativo di realizzare piccole confezioni da 5 litri per l’uso familiare. Le acquisizioni effettuate nel 2004 sono state significative e importanti ma ridotte nel numero e con prezzi in ribasso rispetto alle quotazioni applicate negli anni precedenti. In particolare gli acquirenti hanno valutato con maggiore severità il giro d’affari e il numero totale di boccioni effettivamente venduti, svalutando il numero generale di postazioni, come pure quei refrigeratori che non davano sufficienti garanzie di affidabilità e/od’igienicità. In conclusione, come diretta conseguenza dell’effetto di questi elementi negativi e di quelli positivi pure rilevanti, abbiamo registrato una contrazione della crescita (non un trend negativo) mentre la forte crescita del 2003 aveva coinvolto tutti gli operatori del settore, la ridotta crescita del 2004 ha visto alcuni crescere, altri stagnare e altri ancora, per la prima volta nella loro storia, ridurre fatturato e utile. Per l’effetto combinato dei fattori descritti, l’operatore medio non ha solamente visto calare l’utile previsto ma ha anche percepito, a torto o ragione, una riduzione del valore commerciale della propria azienda. Il 2005 quindi è partito all’insegna della razionalizzazione del mercato; un obiettivo in un certo senso obbligato che ha riguardato sia le strutture che l’operatività. Sono state realizzate e sono tuttora in corso acquisizioni significative, non da parte delle due multinazionali di riferimento, ma da parte di protagonisti storici del boccione italiano e da parte di nuovi soggetti, sia italiani che esteri. Molte di queste acquisizioni hanno riguardato il mondo della distribuzione automatica. Per la verità questo è un fenomeno già iniziato negli anni scorsi, che si è confermato e ampliato nel 2005: Ha riguardato soprattutto, ma non solo, le aziende medio grandi della distribuzione automatica, che negli anni avevano costituito un parco clienti di D.A.ITALIA 42
tutto rispetto ma con evidenti problemi di gestione e di ottimizzazione economica. La cessione del ramo d’azienda o, in alcuni casi, la creazione di una società ad hoc per la distribuzione dei boccioni, ha significato per le ditte conferenti una razionalizzazione del proprio operato, per gli utenti un importante miglioramento del servizio e per gli acquirenti una crescita accelerata. Gli operatori più importanti hanno rafforzato l’offerta di un servizio integrato, che parte dall’imbottigliamento in fonti di proprietà e giunge al servizio capillare dell’utenza su aree molto estese, tramite filiali dirette e distributori. È stato portato avanti un serio processo di definizione del servizio e delle pratiche igieniche, visti come “gli argomenti” qualificanti per conseguire nuovi e duraturi contratti in un mercato ormai smaliziato e tendenzialmente “infedele”. Anche per i refrigeratori gli operatori hanno mostrato di prediligere quei prodotti che oltre ad un buon rapporto costo/beneficio assicurano la gestione semplice e sicura dell’igiene. Questi processi di qualificazione hanno coinvolto molti operatori, indipendentemente dalle dimensioni aziendali e, praticamente, tutti i soci AIABO. La politica dei contratti è stata in generale revisionata e riqualificata; è parere diffuso che i nuovi contratti siano qualitativamente migliori di quelli realizzati precedentemente, in parte per le diverse dinamiche di mercato, in parte per lucida scelta operativa dei distributori: la valutazione della redditività di ogni postazione e la conseguente attuazione di azioni commerciali mirate a mantenere o ripristinare la redditività della singola locazione, ha portato a una gestione più efficiente e razionale, che si è tradotta per molti operatori in un miglioramento sostanziale del conto economico. La valutazione del 2005 che gli operatori esprimono non è certamente entusiastica ma positiva, in qualche caso addirittura molto positiva; è una valutazione che ancora non possiamo certificare;
quello che però possiamo affermare con certezza è che la crisi del 2004 appare definitivamente superata. L’AZIONE DI AIABO Risorse associative L’immagine ha la sua importanza e l’immagine che vogliamo abbia AIABO è di una casa (di vetro) per tutti i soci. Dall’intenso lavoro di Murphy è scaturito un rapporto continuativo con Art & Works di Milano che ci ha permesso di disporre a partire dal gennaio 2005 di una sede efficiente, in via Garian a Milano, dotata delle tipiche strumentazioni da ufficio e di un numero telefonico “riservato“ AIABO. L’accordo con Art & Works è stato più ampio del semplice affitto di un locale e si è definito come una collaborazione ampia e continuativa. Daniela Biscotti di Art & Works, ha assunto il ruolo di segretaria AIABO e ha svolto con professionalità un ruolo prezioso in tutti i nostri incontri. Attività di certificazione e formazione Per il secondo anno consecutivo è proseguita l’attività di certificazione dei soci distributori, con la cooperazione della ditta Ecoricerche. È già stato preparato il programma di ispezioni per l’autunno/inverno 2005. L’importanza di un sistema di certificazione gestito da un ente terzo è tale da dover essere rimarcata in questa assemblea. Nessun operatore dei boccioni, eccetto i soci AIABO, certifica la propria operatività. È un importante argomento di vendita nei confronti della clientela ed un importantissimo segnale di serietà nei confronti del mondo delle imprese e della comunicazione. Dopo circa un anno di gestazione, nella prima metà dell’aprile 2005 sono stati realizzati due corsi, aperti anche ai non soci dedicati rispettivamente: alla gestione delle crisi, per i titolari e dirigenti aziendali e alla sanificazione dei refrigeratori, per i tecnici. I corsi sono stati tenuti da personale qualifica-
to, accreditato EBWA e hanno visto una buona partecipazione, segnale dell’interesse degli operatori per ogni proposta qualificante. Come spesso accade per tutte le “prime volte”, molte cose possono essere migliorate, ma l’importanza di questi eventi è data proprio dal fatto che è solo un inizio che può fornirci solamente una solida base da cui partire e migliorare. Le date, la pubblicità data agli eventi, la pubblicità per i non soci, il luogo dei corsi, le attività da svolgere sono tutti punti su cui il nuovo consiglio opererà, ma ciò potrà avvenire solo perché vi è stato un inizio. Rapporto con l’associazione europea EBWA È stata rafforzata la cooperazione con EBWA, ora associata a EFBW (European Federation of Bottled Water), e questo grazie soprattutto all’azione dell’ex Presidente Murphy. Alcuni membri di AIABO hanno partecipato ai meetings tenuti a Brussels. Si tratta comunque di una cooperazione lenta e macchinosa, con serie e incomprensibili difficoltà di comunicazione che devono assolutamente essere superate. Inoltre EBWA appare in difficoltà nel gestire l’innovazione tecnologica del settore. D’altra parte è importante sapere che l’associazione europea con la fusione in EFBW si è fortemente rafforzata, crescendo in rappresentatività e credibilità. La crisi operatasi in Germania nello scorso 2004 non ci ha toccato direttamente in quanto AIABO, ma onestamente apprezziamo come l’associazione europea ha sostenuto quella tedesca giungendo ad un serio e realizzabile compromesso sul numero di sanificazioni da eseguire in un anno. In questa sezione è giusto anche ricordare lo stand istituzionale che AIABO ha allestito in occasione di Venditalia 2004 a Genova. Anche in questo caso si può parlare sicuramente di miglioramenti da effettuare alla prossima edizione di Venditalia 2006 che si terrà a Milano.
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D.A. Italia ha organizzato un torneo di calcio ad eliminazione diretta, riservato a 8 squadre da 11 giocatori, improntato ad una sana competizione sportiva. Dopo un serrato torneo di qualificazione, l’ambita finale si terrà la sera di mercoledì 29 marzo 2006 in concomitanza con il primo giorno di esposizione di Venditalia 2006. Per rappresentare tutte le categorie della filiera del vending abbiamo accettato l’iscrizione di almeno un’azienda tra: Fabbricanti macchine – Fabbricanti sistemi di pagamento – Prodotti – Rivendite – Gestioni. Le iscrizioni al torneo scadono il 7 ottobre. Il 27 settembre (data di redazione di questo articolo) delle 11 squadre che hanno dato un assenso provvisorio, hanno confermato la loro presenza 6 formazioni.
Ci aspettiamo quindi alcuni match particolarmente sentiti e una finale molto combattuta. In premio ci sarà un grande trofeo che sarà esposto nello stand di Venditalia del vincitore. La consegna del premio avverrà dopo la finale in una apposita festa in uno dei più noti locali milanesi. Ci teniamo a sottolineare che abbiamo già contattato alcuni colleghi della stampa iberica affinché
promuovano un torneo analogo in Spagna. È nostra intenzione collaborare anche con Francia ed Inghilterra (o Germania) per arrivare nel 2007 a disputare un torneo internazionale con le 4 vincenti dei tornei nazionali: una Vending Champions League in piena regola. Il torneo si svolge in tre fasi: QUARTI DI FINALE (fine ottobre – metà novembre) SEMIFINALE (fine febbraio – inizio marzo)
FINALE (29 marzo) La scelta del campo e delle date (quarti e semi-finali) sarà concordata tra le aziende, in modo da offrire la massima elasticità organizzativa. Se l’aziende non si metteranno d’accordo sul campo, D.A. Italia lo assegnerà d’ufficio. Le squadre dovranno scendere in campo con 11 giocatori. La rosa a disposizione è fissata in massimo 18 giocatori per la fase eliminatoria e massimo 22 per la finale.
Sono a disposizione 7 cambi per le eliminatorie e 11 per la finale. L’unica limitazione obbligatoria è fissata sull’età dei partecipanti, potranno essere schierati in rosa un massimo di 5 under 26. Durante la finale è obbligatoria (almeno per qualche minuto) la presenza di 2 over 40 e 1 dirigente. D.A. Italia offrirà un ampio resoconto di tutte le fasi della manifestazione.
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novità nel vending HAUSBRANDT TRIESTE 1892 S.P.A. LANCIA NEL MERCATO ESPRESSO SYSTEM
LA CAPSULA
LA FASE DI ESTRAZIONE DEL PRODOTTO
L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE: SCOPERTO L’ESPRESSO PERFETTO L’Hausbrandt Trieste 1892 S.p.a. azienda storica di Trieste, oggi con sede a Nervesa della Battaglia (TV), ha messo a punto e brevettato un sistema assolutamente innovativo non presente nel mercato internazionale: ESPRESSO SYSTEM. Il sistema tradizionale di erogazione del caffè molto spesso presenta dei limiti legati ad un’incostanza della macinatura del caffè e quindi un’estrazione non completa di tutti gli aromi. La preparazione dell’espresso, inoltre, provoca un accumulo di residui nei punti di contatto tra le parti metalliche del portafiltro ed il caffè. Infatti spesso accade che l’acqua, nel suo percorso di uscita durante l’erogazione della bevan-
da, venga a contatto con i residui di espressi precedenti, causando al prodotto in tazza sentori fastidiosi di rancido e di astringenza. ESPRESSO SYSTEM supera quindi tutti i limiti del sistema tradizionale perché in ogni singola capsula è incorporato sia il contenitore del caffè sia il beccuccio erogatore dell’espresso (v. disegno sopra). Durante la fase di estrazione nella quale l’acqua entra a contatto con tutta la superficie del prodotto, il sistema della capsula viene punzonato sulla parte inferiore permettendo l’uscita del prodotto direttamente in tazzina senza passaggio di caffè in alcuna parte fissa della macchina se non in capsula. Ad erogazione terminata, si elimina il
sistema utilizzato, lasciando spazio ad una capsula completamente nuova. Il risultato è un espresso di altissima qualità, non soggetto ad alterazioni di gusto. Una qualità perfettamente ripetibile: ogni volta un espresso perfetto. Non solo, ma vengono anche proposte produzioni di preziosi monorigine, di decaffeinato, orzo, latte caldo, the, camomilla, molti infusi e brodo vegetale completando in modo ottimale una gamma di bevande che soddisfa ogni desiderio della clientela più esigente. ESPRESSO SYSTEM è anche uno splendido oggetto d’arredo, dall’ingombro estremamente contenuto.
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novità nel vending “NEW VIDEO POINT” IL PROGETTO NOVA PER UNA NUOVA TECNICA DI ESPRESSIONE “New Video Point” oltre ad essere attrattivo e tecnologicamente innovativo nel suo modo di trasmettere video messaggi promozionali, è in grado, con un’adeguata programmazione, di offrire gratuitamente, a chi lo sta osservando, un caffè, uno spuntino oppure un gadget. Come è noto, l’importanza della pubblicità nel successo delle vendite di un prodotto, stimola la costante ricerca di nuovi spazi, oltre a quelli tradizionali della televisione, dei giornali e della cartellonistica stradale, ove poter raggiungere gli utenti con messaggi pubblicitari. È, altresì, sempre più avvertita l’esigenza di disporre di un valido mezzo per fornire ad un vasto numero di utenti non solo messaggi pubblicitari, ma anche altre informazioni che possano suscitare l’interesse degli utenti stessi. A tal riguardo, va osservato che gli utenti risultano essere particolarmente ricettivi, nei confronti delle informazioni trasmesse, soprattutto durante i loro momenti di pausa, i quali, molto spesso, si svolgono in luoghi provvisti di distributori automatici di prodotti di vario genere,
quali prodotti alimentari, bevande, sigarette e così via. “New Video Point” è in grado di: - trasmettere informazioni agli utenti nei loro momenti di pausa. - inviare agli stessi, non solo messaggi pubblicitari, ma anche informazioni di altro tipo. - variare facilmente, in base alle esigenze, le informazioni destinate agli utenti di uno o più distributori automatici situati in vari luoghi. - essere un efficace strumento per pubblicizzare i prodotti venduti attraverso i distributori automatici. Tutta questa ideazione, comporta un valore aggiunto al settore vending, dal software gestionale per la trasmissione della pubblicità via GPRS e UMTS, al controllo dei distribu-
tori automatici per le vendite normali, in gratuito, al controllo degli incassi, alla segnalazione dei guasti dei distributori automatici, etc.
VENDING E TELEVISIONE: IL GRUPPO ILLIRIA RITORNA SU RAIDUE
Il gruppo Illiria ha recentemente avuto l’opportunità di parlare di distribuzione automatica in televisione durante il Tg2 delle ore 13. Rio Lombardo (responsabile commerciale) ha illustrato in modo molto efficace la cosiddetta
“mensa del futuro” e cioè una batteria di distributori in grado di erogare primi piatti, insalate, frutta, bevande e caffè. Un pasto completo di buona qualità, disponibile 24 ore al giorno e 7 giorni su 7, viene così a costare circa 6 euro, un prezzo sicuramente competitivo per gli utenti e con costi di esercizio molto interessanti per l’impresa. Il servizio si è chiuso con un accenno alla raccolta differenziata di plastica e alluminio, presente nella postazione in cui è stato girato il servizio televisivo (l’Istituto Superiore Antincendi di
Roma). Il servizio redatto da Bruno Gambacorta avrà un più corposo approfondimento durante la trasmissione del Tg2 Dossier: "Eat parade" che già eveva visto il gruppo Illiria protagonista di un passaggio televisivo. Il Gruppo Illiria è leader in Friuli Venezia Giulia nella distribuzione automatica di bevande ed alimenti e serve circa 15.000 clienti con 19.500 distributori (quasi 100 milioni di consumazioni all’anno). Il fatturato 2004 si è attestato ad oltre 31 milioni di euro.
UN NUOVO RESPONSABILE TECNICO MEI PER TUTTO IL TERRITORIO ITALIANO MEI informa che l'Ing.Daniele Carena, dopo oltre 4 anni di attività come responsabile tecnico MEI, ha deciso di proseguire la sua carriera occupandosi della vetreria di famiglia. Nuovo responsabile tecnico per i prodotti MEI è l'Ing. Christian Ielo. L'ing. Ielo si è laureato lo scorso anno in ingegneria elettronica ed è attualmente coinvolto in un training intensivo per la sua introduzione nel
mondo delle gettoniere MEI e della distribuzione automatica che gli permetterà di continuare a fornire supporto ed assistenza ai Clienti MEI. La MEI ringrazia l'Ing.Carena per il lavoro svolto con entusiasmo e passione, augurandogli i migliori successi per la sua futura attività e da il benvenuto all'Ing.Ielo per la sua nuova posizione di Technical Support Engineer MEI su tutto il territorio Italiano. D.A.ITALIA 49
mondo associazione confida comunica DISTRIBUZIONE AUTOMATICA E SANI STILI DI VITA Recentemente, in concomitanza con le azioni delle Istituzioni europee, nazionali e regionali, finalizzate alla sensibilizzazione ed educazione alimentare a fronte del problema dell’obesità soprattutto nell’età infantile, il Settore ha manifestato da subito attenzione e disponibilità. LA NOSTRA POSIZIONE La distribuzione automatica di alimenti e bevande è estremamente contenuta nelle scuole elementari e medie inferiori e comunque in un contesto presidiato da parte del personale insegnante e di sostegno. Le locazioni presso scuole medie superiori e università fanno riferimento ad una utenza certamente più consapevole rispetto alla prima infanzia. Per affrontare il problema dell’obesità infantile, anzitutto è necessario investire in cultura e comunicazione, quali presupposti fondamentali per poter cambiare abitudini e comportamenti. Il “proibizionismo” o la “costrizione” il più delle volte rappresentano una scorciatoia con un effetto di facciata ma con scarsa efficacia nel tempo e, quindi, sui risultati attesi. È riduttivo collegare il problema dell’obesità alla sola “corretta alimentazione”; la soluzione del problema passa contestualmente dalla promozione (istituzioni, scuola, famiglia) di una “corretta attività fisica” nell’età infantile. Non si può prescindere dall’unione di questi due fattori. Nessun alimento di per sé è dannoso; quello che è importante è l’educazione sulla giusta quantità / varietà degli alimenti e la sensibilizzazione / esercizio al moto. LE NOSTRE INIZIATIVE – La nostra Associazione ha sottoscritto con EVA – European Vending Association, il piano per lo sviluppo della “Strategia globale su dieta, attività fisica e salute” dell’O. M. S., fatto proprio dall’Unione Europea. L’EVA partecipa attivamente ai lavori della “piattaforma europea” impegnandosi a promuovere presso i propri membri comportamenti e azioni in armonia con gli indirizzi contenuti nelle “Linee guida di comportamento del vending nelle scuole”. Punto di partenza: il dialogo con le autorità scolastiche per stabilire e garantire una giusta e bilanciata varietà di prodotti (acqua, latticini, succhi di frutta, bevande con basse calorie,ò snack ai cereali a basse calorie e grassi, ecc) attraverso tipologie di distributori automatici brandizzati e non. – Sono stati attivati contatti con la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute per rappresentare le specificità del settore e dichiarare la piena disponibilità ad un confronto e alla collaborazione nell’ambito del programma per “la promozione attiva di corrette abitudini alimentari”. – All’interno della nostra Associazione è stata istituita una specifica Commissione “Dieta e Nutrizione” con i seguenti obiettivi: monitorare gli indirizzi europei e nazionali in tema di “dieta e nutrizione”; essere sede di confronto tra operatori e produttori; proporre linee di indirizzo per l’azione dell’Associazione e delle imprese associate. – CONFIDA ha sviluppato rapporti di collaborazione con AIDI, con la
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quale condividiamo la comunanza delle aziende dolciarie associate, e UNAPROA, Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli. Dalla collaborazione con AIDI sono state ridotte le pezzature degli snack tradizionali per i distributori automatici e sono stati dati indirizzi alle Associate per una più ampia offerta di nuovi prodotti dietetici. Con UNAPROA si sta sviluppando un confronto tecnico sulla gestione e commercializzazione di nuovi prodotti ortofrutticoli attraverso i distributori automatici. – L’Associazione è partner all’interno di progetti sperimentali per l’ampliamento dell’offerta di nuovi prodotti, quali: -“Più frutta più verdura”, promosso dalla Regione Lombardia per l’offerta e l’erogazione mediante distributori automatici di prodotti ortofrutticoli in istituti scolastici delle province di Milano, Brescia e Cremona; -“Distribuzione automatica di alimenti e promozione della salute”, promosso dall’AUSL di Modena e dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Modena – CONFIDA è parte attiva, organizzando un proprio workshop sulla sicurezza alimentare / promozione della salute, all’interno di SICURA, la kermesse annuale che si svolge presso il quartiere fieristico di Modena su “sicurezza alimentare, produttori, controllori consumatori in convention”. – Con la Provincia di Roma è stato istituito recentemente un tavolo di lavoro tecnico, a cui Confida partecipa insieme alle Associazioni di rappresentanza dei produttori di prodotti ortofrutticoli, per la messa a punto di un progetto simile a quello della Regione Lombardia. – Nel corso dei prossimi mesi di settembre e ottobre sono programmati due convegni nazionali e tre workshop interregionali su temi di stringente attualità per gli operatori del Vending, tra cui, il tema della “dieta e nutrizione”. CONSIDERAZIONI FINALI La distribuzione automatica di alimenti e bevande può rappresentare una opportunità, unitamente ad altre, nell’ambito delle azioni finalizzate a promuovere sani stili di alimentazione se si considera che: - l’offerta di cibi confezionati e in monoporzione ha finalità educative per l’igiene e il corretto utilizzo del cibo in quantità appropriate per il benessere; - similmente la varietà e la sicurezza dei cibi offerti: snack dolci e salati, frutta fresca e secca, sandwich, panini, pizza, piatti pronti, gelati, bevande calde e bevande fredde, mele, macedonie, yogurt, oltre a soddisfare le esigenze più diverse educa a consumi alimentari diversificati e vari; - la moderna distribuzione può assumere anche un ruolo d’infor-
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mazione e di educazione del consumatore, soprattutto se di più giovane generazione, ampliando la gamma di alimenti freschi in distribuzione e, in prospettiva, dal momento che si mangia sempre più frequentemente fuori casa, fornendo utili indicazioni sui contenuti nutrizionali. LA NOSTRA COLLABORAZIONE… Il Settore della “distribuzione automatica”, attraverso la nostra Associazione, ha messo in campo, in modo molto concreto e tempestivo, un atteggiamento di apertura e di responsabilità, offrendo ai diversi interlocutori istituzionali rassicuranti certezze. Con questo presupposto, l’Associazione, proprio per le competenze che sa esprimere al proprio interno, si propone quale autorevole “interlocutrice” istituzionale tra tutti i Soggetti che costruttivamente, senza incorrere in improduttive fughe in avanti, vogliono collaborare nella ricerca di azioni finalizzate a corrette prassi alimentari e promozione della salute.
Se si condivide il presupposto che nuove pratiche alimentari potranno affermarsi solo attraverso la valorizzazione di modelli comportamentali e una persuasiva comunicazione, allora preliminarmente valutiamo che grande importanza deve essere preferibilmente data alla “sperimentazione sul campo” con iniziative simili a quelle sopra richiamate. Partendo dall’esame delle “esperienze” sarà poi possibile, con empirica credibilità, individuare le metodologie e le soluzioni più efficaci da trasporre uniformemente e diffusamente sul territorio nazionale. Se, parallelamente a quanto sopra, il Ministero della Salute dovesse prefigurare altre proposte saremmo allora oltremodo grati di poter avere l’opportunità di un preventivo confronto che, nell’apprezzamento degli indirizzi generali per la promozione della salute, possa consentire al settore della “distribuzione automatica” di apportare il proprio contributo sul piano delle soluzioni e delle iniziative più efficaci al raggiungimento degli obiettivi attesi.
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“Le competenze per la competitività e il servizio” – Collaboratori e Responsabili Funzionali “Lo sviluppo delle competenze per il servizio al cliente” – Titolari e Manager “Lo sviluppo delle competenze per un servizio efficace” – Collaboratori e Responsabili Funzionali “LA GESTIONE ANTICIPATA DELL’AZIENDA: PROGRAMMARE, MOTIVARE, CONTROLLARE”
CONFIDA SCENDE IN CAMPO CONTRO LE MANOMISSIONI DEI PRODOTTI In occasione di SICURA, la convention sulla sicurezza alimentare che si è tenuta a Modena, CONFIDA ha colto l’occasione per rassicurare il cittadino, dopo i recenti fatti di cronaca (Acquabomber) che hanno generato un diffuso clima di sospetto e sfiducia verso il consumo di bottigliette di acqua minerale e non solo. Modena, 29 settembre 2005 – Nell’ambito del convegno di SICURA dal titolo “Distribuzione Automatica: dalla promozione della salute alla carta dei servizi”, CONFIDA – Associazione Italiana Distribuzione Automatica ha illustrato gli impegni che il settore sta assumendo con la CARTA DEI SERVIZI. Due sono i punti caldi sui quali l’associazione ha sentito di dover rassicurare il cittadino: - la sicurezza e protezione dei distributori automatici contro il rischio di manomissione di bottiglie d’acqua minerale, a seguito dei recenti e preoccupanti fatti di cronaca legati ad Acquabomber - l’assoluto rispetto delle regole della tracciabilità dei prodotti lungo l’intera filiera distributiva
“Tutti i gestori della distribuzione automatica – ha dichiarato Vincenzo Scrigna, Presidente Imprese di Gestione CONFIDA – controllano manualmente ogni singolo prodotto prima dell’inserimento nel distributore, come sanno bene gli oltre 17 milioni di cittadini che giornalmente assistono al rifornimento sui luoghi di lavoro, negli ospedali, nelle scuole, nelle metropolitane o in qualsiasi altro luogo. Tutti i gestori aderenti a CONFIDA, oltre a rispettare le norme igieniche richieste dalla legislazione europea, dal codice di autoregolamentazione e dalla carta dei servizi, adottano dei sistemi di sicu-
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rezza molto ferrei contro il rischio di manomissione, come il trasporto in automezzi sicuri e con stoccaggi rovesciati e pressurizzati. Non solo, ma dopo i recenti fatti di cronaca, ogni bottiglietta di acqua minerale viene rovesciata e schiacciata prima del rifornimento per accertarne l’integrità. Garantiamo quindi al cittadino tutte le procedure di sicurezza per evitare che gli alimenti e le bevande distribuiti in modo automatico possano essere manomessi. Siamo certi che i nostri controlli uniti a quelli che attengono alla normale responsabilità individuale di ognuno, possano contribuire a limitare enormemente i danni di questi deprecabili atti di vandalismo.” Per il settore, l'assenza di fasi di distribuzione nelle quali il prodotto viene lasciato incustodito o in aree di libero accesso al pubblico, comporta un consistente innalzamento del livello di sicurezza rispetto ad altre forme distributive. Di seguito è descritto il processo di fornitura delle bottiglie di acqua minerale nella distribuzione automatica: - Le bottiglie in plastica da 50 cl. erogate dai distributori provengono direttamente dagli stabilimenti d'imbottigliamento e sono consegnate senza alcun passaggio intermedio. - Le bottiglie vengono conservate all'interno del magazzino che è vigilato, protetto da sistemi di allarme e rispondente alle norme di
igiene e sicurezza HACCP secondo quanto stabilito sia dalle normative vigenti che dal manuale di autocontrollo igienico. - Tutti i prodotti vengono trasportati dai gestori a bordo di furgoni cassonati e privi di telonature. Questi automezzi sono inoltre provvisti di specifiche chiusure e di sistemi di allarme in grado di evitare l'accesso da parte di personale non autorizzato. - Anche i distributori automatici sono protetti da efficaci serrature le cui chiavi sono in possesso solo di personale abilitato, al fine di impedire accessi non autorizzati. - Le procedure operative cui ogni gestore fa costante riferimento nello svolgimento del proprio lavoro, prevedono che tutti i prodotti, e quindi anche le bottiglie, siano inserite all'interno del distributore automatico una ad una e che all'atto dell'inserimento ne venga verificata la perfetta integrità. Eventuali fori, lesioni o danneggiamenti in genere provocherebbero una deformazione della bottiglia che risulterebbe evidente.
- Le bottiglie sono conservate all'interno del distributore in posizione orizzontale o verticale ed incolonnate una sull'altra. Anche ipotizzando l'inserimento di una bottiglia danneggiata, la inevitabile perdita di liquido favorita dalla pressione provocata dal peso di quelle sovrastanti ed il conseguente calo di pressione provocherebbero l'inceppamento del distributore. - Durante la discesa all'interno della colonna che precede l'espulsione, ogni bottiglia subisce diverse rotazioni sul proprio asse, per cui è pressoché impossibile che un foro possa non determinare fuoriuscita di acqua. - Grazie al rispetto assoluto delle regole della tracciabilità introdotte dalla normativa europea, inoltre, è possibile stabilire in qualunque momento il trattamento che ha subito il prodotto e quindi capire in quale fase si è verificato l’eventuale problema che dovesse essere stato riscontrato dal gestore, in modo da intervenire immediatamente per risolverlo.
Le news dall’associazione Europea EVA PREVENZIONE GLOBALE DELLA CONTRAFFAZIONE Sotto l’egida della Conferenza Direttori Zecche – Comitato Tecnico (MDCTC) l’EVA ha elaborato un documento dal titolo “Future selection of coin material to prevent ounterfeiting in vending” (Futura selezione dei materiali di coniatura per prevenire la contraffazione nei distributori automatici). Il documento è stato elaborato dai membri del Gruppo “Monete Euro” dell’EVA, presieduto da Klaus Meyer-Steffens (NRI) e rappresenta un compendio di informazioni che i fabbricanti di gettoniere devono fornire regolarmente a fornitori di materie prime o alle Zecche. A seguito delle discussioni in materia di proprietà, il gruppo “Monete Euro” EVA sta rielaborando un documento sulla politica di distribuzione per farlo poi circolare. Il documento finale è stato presentato per l’adozione a Singapore, nei giorni 17 e 18 settembre 2005. È stato deciso che in futuro il lavoro svolto in ambito MDC passerà alla Associazione Mondiale del Vending (WVA). OBESITÀ – LA PRIORITÀ DELL’EVA Il 1° luglio si è tenuta la seconda riunione ufficiale dal lancio, avvenuto a marzo 2005, della Piattaforma UE di Azione su Dieta, Attività Fisica e Salute. L’EVA è stata incaricata di preparare un comunicato sulla distribuzione automatica nelle scuole elementari per la prossima riunione della piattaforma che si terrà a Londra alla fine di settembre, durante la presidenza britannica del Consiglio. L’EVA ha già presentato alla Piattaforma UE le linee guida riguardanti le iniziative dell’industria del vending in materia di lotta al sovrappeso e all’obesità infantile. Un piano d’azione dettagliato è in corso di elaborazione in collaborazione con le associazioni locali e i soci. A tale fine, l’EVA sta rivedendo le sue migliori pratiche. Le migliori pratiche EVA “Vending in Schools: a matter of choice” (“Il Vending nelle scuole, una questione di scelta”) sono disponibili sul sito www.eva.be INIZIATIVE UE IN MATERIA DI OBESITÀ Oltre alla Piattaforma UE su Dieta, Attività Fisica e Salute, numerose sono le iniziative intraprese dall’Unione europea per combattere l’obesità. Il Comitato economico e sociale europeo ha stilato un’opinione su “Obesity in Europe – role and responsibilities of civil society partners”
(“Obesità in Europa – ruolo e responsabilità dei partner della società civile”) che l’EVA è stata invitata a commentare. Inoltre, la Commissione europea sta elaborando un Libro Verde sull’obesità che sarà pubblicato entro la fine dell’anno. Il documento affronterà tutti gli aspetti legati a nutrizione e attività fisica. Il Libro Verde è un documento preparato dalla Commissione di carattere principalmente consultivo che può comunque sfociare in proposte legislative vere e proprie (Libro Bianco). Inoltre, il Consiglio dei Ministri della Sanità dell’UE ha adottato, all’inizio dell’estate, una risoluzione sull’obesità che invita gli Stati membri a intraprendere alcune azioni. Ciò dà l’opportunità alle associazioni nazionali dell’EVA di partecipare a eventuali Piattaforme, a livello locale, simili alla Piattaforma UE descritta in precedenza e di contribuire attivamente a risolvere il problema a livello nazionale. È importante sottolineare che la Presidenza dell’UE, assunta dal Regno Unito per i prossimi sei mesi a partire dal 1° luglio scorso, ha previsto di annoverare l’obesità fra le tematiche prioritarie. I legislatori comunitari intendono accelerare il processo decisionale in materia. GERMANIA: DEPOSITO OBBLIGATORIO PER GLI IMBALLAGGI USA E GETTA Il 28 maggio 2005 è entrata in vigore la versione emendata della normativa tedesca sul deposito obbligatorio per imballaggi usa e getta di bevande. Tale normativa, che in passato ha rappresentato un ostacolo alle attività commerciali, ora è compatibile con la legislazione comunitaria. Ciò significa che dal 1° maggio 2006, i gestori tedeschi devono imporre ai clienti il pagamento di un deposito sugli imballaggi usa e getta per bibite non gassate (25 centesimi per lattina o bottiglia). Lattine e bottiglie esenti da deposito rimangono tali, per esempio succhi, latte e bevande con imballaggi ecocompatibili. Tuttavia, in seguito ad azioni riuscite di lobbying dell’associazione tedesca del vending (BDV), la normativa emendata sugli imballaggi, comprendente una clausola sul vending, non prevede l’obbligo da parte del gestore di fornire un sistema di restituzione qualora, a distanza ragionevole, siano disponibili attrezzature per la raccolta degli imballaggi usa e getta (per esempio una pompa di benzina nelle vicinanze). D.A.ITALIA 53
lavoro e i m p r e s a n e w s
a cura di Massimo Brisciani, Consulente del Lavoro
L'orario di lavoro La nuova disciplina dell'orario di lavoro, introdotta dal D.Lgs. n.66/2003 e modificata dal D.Lgs. n.213/2004, si applica ai lavoratori dipendenti di tutti i settori di attività, pubblici e privati. Si applica anche agli apprendisti che abbiano raggiunto la maggiore età e che, dunque, ora possono svolgere lavoro straordinario e notturno. Per converso la disciplina non si applica al personale: - marittimo - di volo nell'aviazione civile - della scuola - delle Forze armate e di polizia, nonché agli addetti al servizio di polizia municipale e provinciale per le attività specificamente istituzionali - della protezione civile L'orario normale di lavoro è stabilito in 40 ore settimanali (o nel minor orario previsto dai contratti collettivi), non necessariamente
calcolate sulla base della settimana di calendario, bensì per ogni periodo di sette giorni, cosicché, tale limite può essere rispettato anche su un periodo a cavallo della domenica, oppure come media determinata su un periodo plurisettimanale. Si definisce orario di lavoro il tempo durante il quale il lavoratore è: - al lavoro - a disposizione del datore di lavoro - nell'esercizio della sua attività o delle sue funzioni. È bene precisare che la contrattazione collettiva può prevedere che alcune assenze siano computate come orario di lavoro ai fini del calcolo delle 40 ore settimanali. La durata massima dell'orario di lavoro non può superare le 48 ore settimanali, compreso il lavoro
straordinario, ed è calcolata in media con riferimento ad un periodo non superiore a quattro mesi (o su un intervallo maggiore stabilito dalla contrattazione collettiva). Non sono quindi vietate prestazioni che superino nell'arco di sette giorni le 48 ore, purché nel quadrimestre l’orario medio non superi tale limite. Nelle unità produttive che occupano più di dieci dipendenti è previsto comunque l’obbligo di notificare alla Direzione Provinciale del Lavoro il superamento (legittimo) delle 48 ore in alcune settimane del quadrimestre attraverso prestazioni di lavoro straordinario. La comunicazione alla DPL va effettuata entro trenta giorni dalla scadenza del periodo di riferimento. Di seguito riproduciamo il modello di comunicazione, che richiede unicamente l’indicazione delle settimane interessate dal superamento
e del numero dei lavoratori coinvolti. Non vanno indicati i nominativi dei lavoratori né il numero delle ore effettuate. Il lavoro straordinario è quello prestato oltre l'orario normale di 40 ore settimanali ed è legittimo solo nei limiti previsti dal contratto collettivo applicato o applicabile ovvero, in mancanza di esso, in presenza di un accordo tra datore di lavoro e lavoratore. In tale ultimo caso deve essere contenuto nel limite di 250 ore annuali per ciascun dipendente. Oltre il suddetto limite, il lavoro straordinario è consentito nelle seguenti ipotesi: - casi di eccezionali esigenze tecnico-produttive non fronteggiabili attraverso l'assunzione di altri lavoratori - forza maggiore - casi in cui la mancata esecuzione di prestazioni di lavoro
Modello per la comunicazione del superamento delle 48 ore Ditta Spett.le DIREZIONE PROVINCIALE DEL LAVORO
Oggetto: Lavoro straordinario - Comunicazione ai sensi dell’art. 4, comma 5, del d. lgs. 8.4.2003, n. 66. In adempimento dell’obbligo di informazione di cui alla disposizione in oggetto e in assenza di diversa disciplina ad opera della contrattazione collettiva, la scrivente Società, con sede in ___________________________, comunica che nel periodo dal _____________ al _____________ nell’unità produttiva di ___________________ sono state superate, attraverso lavoro straordinario, le 48 ore settimanali nelle seguenti settimane: -
settimana dal ____________ al ____________ da n. ______ dipendenti settimana dal ____________ al ____________ da n. ______ dipendenti settimana dal ____________ al ____________ da n. ______ dipendenti settimana dal ____________ al ____________ da n. ______ dipendenti settimana dal ____________ al ____________ da n. ______ dipendenti settimana dal ____________ al ____________ da n. ______ dipendenti
“Dichiaro di essere informato/a, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 13 del D.L.vo 196/03, che i dati personali, di cui alla presente istanza, sono richiesti obbligatoriamente ai fini del procedimento. Gli stessi, trattati anche con strumenti informatici, non saranno diffusi ma potranno essere comunicati soltanto a soggetti pubblici per l’eventuale seguito di competenza. L’interessato potrà esercitare i diritti di cui all’art.7 del D.L.vo 196/03” Timbro e firma
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straordinario può dar luogo ad un pericolo grave ed immediato ovvero ad un danno alle persone o alla produzione - eventi particolari, come mostre, fiere e manifestazioni collegate all'attività produttiva. Il lavoratore ha diritto ad un riposo giornaliero pari almeno a 11 ore consecutive (salvo per le attività caratterizzate da periodi di lavoro frazionati durante la giornata) ogni 24 ore, calcolate dall'ora di inizio della prestazione lavorativa. Ne deriva che l'eventuale accordo che diminuisca tale periodo è nullo e sostituito di diritto dalla disposizione normativa. Le parti possono, tuttavia, accordarsi per un periodo di riposo maggiore e, in questo caso, il lavoratore ha
facoltà di rinunciare al periodo di riposo compreso tra la misura convenzionale e quella minima prevista. Nel periodo di riposo non si computano i riposi intermedi, nonché le pause di lavoro di durata non inferiore a dieci minuti e complessivamente non superiore a due ore. Il lavoratore ha diritto ad un periodo di riposo settimanale di almeno 24 ore consecutive, ogni sette giorni, di regola coincidente con la domenica; tale periodo deve essere cumulato con il riposo giornaliero, per un totale di 35 ore consecutive. Eccezioni e deroghe sono previste per alcune attività (lavoro a turni, trasporto ferroviario, ecc.). Il prestatore di lavoro ha diritto ad
Superamento dell'orario normale di lavoro di 40 ore settimanali Superamento della durata massima dell'orario di lavoro, fissata in 48 ore
un periodo annuale di ferie retribuite non inferiore a quattro settimane: quindi, nel caso di fruizione di un periodo feriale consecutivo di quattro settimane, tale periodo equivale a 28 giorni di calendario. Le ferie devono essere sempre godute: il D.lgs. 66/2003 ha introdotto, infatti, il divieto di monetizzare il periodo di ferie, salvo il caso di risoluzione del rapporto di lavoro nel corso dell'anno. Per quanto concerne il godimento, il lavoratore deve fruire di almeno due settimane di ferie in modo ininterrotto nel corso dell'anno di maturazione, mentre le restanti due settimane potrà fruirle anche in modo frazionato, ma entro 18 mesi dal termine dell'anno di maturazione, salvo termini diversi
stabiliti dalla contrattazione collettiva. Gli eventuali periodi restanti, dovranno essere goduti secondo quanto stabilito dalla contrattazione collettiva e possono essere anche sostituite da indennità economica. Esempio Ferie spettanti 2005 - 5 settimane - 2 settimane devono essere godute obbligatoriamente nel 2005 - 2 settimane devono essere godute entro il 30 giugno 2007 - 1 settimana può essere goduta entro il termine fissato dalle parti o può essere monetizzata Di seguito riportiamo una tabella riassuntiva delle sanzioni previste dalla legge per le violazioni in materia di orario di lavoro.
Sanzione amministrativa da euro 25,00 a euro 154,00, maggiorata nel caso in cui la violazione si riferisca a più di cinque lavoratori o si sia verificata nel corso dell'anno solare per più di cinquanta giornate lavorative Sanzione amministrativa da euro 130,00 a euro 780,00 per ogni lavoratore e per ciascun periodo cui si riferisce la violazione
Omessa comunicazione alla DPL, entro trenta giorni dalla scadenza del perio-
Sanzione amministrativa da euro 103,00 a euro 200,00 per ciascun periodo di riferimento
do di riferimento, del superamento delle 48 ore di lavoro settimanali
Estinzione mediante diffida/prescrizione euro 103,00
Superamento dei limiti allo straordinario Omessa maggiorazione retributiva per lo straordinario Omessa concessione del riposo giornaliero e/o settimanale Mancato godimento delle ferie retribuite annuali
Sanzione amministrativa da euro 25,00 a euro 154,00; se per più di cinque lavoratori o per più di cinquanta giornate lavorative nell'anno solare, la sanzione va da euro 145,00 a euro 1.032,00 Sanzione amministrativa da euro 25,00 a euro 154,00; se per più di cinque lavoratori o per più di cinquanta giornate lavorative nell'anno solare, la sanzione va da euro 145,00 a euro 1.032,00 Sanzione amministrativa da euro 105,00 a euro 630,00 per ogni lavoratore a cui non viene concesso il riposo Sanzione amministrativa da euro 130,00 a euro 780,00 per ogni lavoratore e per ciascun periodo cui si riferisce la violazione
Appuntamento in fiera I prossimi appuntamenti fieristici internazionali nel settore del vending 21-25 Ottobre 2005 SIC - Salone Internazionale del Caffè Fiera Milano Milano - Italia www.sic.expocts.it
9-10 Novembre 2005 POLISH VENDING EXHIBITION Varsavia Polonia www.psv.org.pl
26-29 Ottobre 2005 BALKAN FOOD & DRINKS Festivalna Hall, Sofia Bulgaria www.viaexpo.com
6-8 Dicembre 2005 FOOD EXPO 2005 Oman International Exhibition Centre, Muscat Sultanate of Oman www.omanoexpo.com/foodexpo
27-29 Ottobre 2005 NAMA NATIONAL EXPO Georgia World Congress Center Atlanta, Georgia www.namaexpo.org
4-7 Febbraio 2006 HoReCa Fiera di Rimini - Italia www.fblogistics.it www.medseafood.it
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www.miafiera.it www.pianetabirra.it 29 Marzo - 1 Aprile 2006 VENDITALIA Fiera Milano Milano - Italia www.venditalia.com 25-28 Ottobre 2006 DA VENDING EXPO Porte de Versailles, Paris Expo Parigi - Francia www.da-vending-expo.com
Appuntamento in fiera Ottimi riscontri per l’Eu’Vend 2005 di Colonia Dal 15 al 17 settembre si è svolto a Colonia Eu’Vend 2005, il Salone internazionale del Vending. Alla manifestazione sono intervenuti ben 4.200 operatori provenienti da 45 diversi paesi, per un offerta presentata da oltre 200 aziende espositrici. La fiera è stata organizzata in modo impeccabile e grande attenzione è stata rivolta al mondo dei media, che hanno potuto svolgere il proprio lavoro con una documentazione completa e adeguata all’evento. D.A. Italia ha preso parte all’evento partecipando alla conferenza stampa di apertura e al “press tour” organizzato da Koelnmesse. Pubblichiamo in queste pagine un estratto dell’intervento del 15 settembre di Wolfgang Kranz, dirigente di Koelnmesse GmbH, in occasione dell’apertura di Eu’Vend e la relazione consuntiva dell’intera manifestazione. La prossima edizione di Eu’Vend si terrà da giovedì 13 a sabato 15 settembre 2007. L’intervento di Wolfgang Kranz (Koelnmesse) - conferenza stampa Eu’Vend Il salone Eu’Vend oggi per la seconda volta apre i battenti a Colonia. Prima di passare alle informazioni sulla situazione attuale vorrei però gettare un rapido sguardo sulla carriera ancora giovane di Eu’Vend. Il vending è un settore in pieno boom con enormi possibilità di sviluppo. Non copre solo il fabbisogno di alimenti e bevande, la sua offerta comprende anche molti articoli di altro genere: dai biglietti del parcheggio ai generi di uso quotidiano. Qualità e freschezza, confezioni pratiche e piacevoli e naturalmente prodotti sempre disponibili, tutto ciò è possibile grazie all'impiego delle più recenti risorse tecnologiche e dei più moderni sistemi di comunicazione. Per questo insieme all'Associazione tedesca della distribuzione automatica BDV, che patrocina la manifestazione, abbiamo separato questo segmento di mercato in espansione dall’Anuga, il salone più grande e più importante al mondo del settore alimentare. Con Eu’Vend abbiamo implementato nel mercato fieristico una piattaforma autonoma, appositamente studiata per rispondere alle esigenze di un settore ben definito. L'obiettivo che ci siamo prefissi è quello di promuovere in Germania una manifestazione per l'Europa che funga da interfaccia tra i fabbricanti di distributori automatici e i produttori degli articoli destinati al circuito del vending da una parte, e dall'altra, i gestori e i potenziali utenti dei distributori. Essa si rivolge pertanto ai responsabili di diversi segmenti di mercato: servizi gastronomici aziendali, negozi e strutture commerciali, ristorazione e alberghi, ospedali, case di cura, scuole, università, industria dei generi alimentari, amministrazioni pubbliche, impianti per il tempo libero e aziende di trasporto. Nel 2003 la prima di Eu’Vend ha confermato che con questo passo avevamo preso la decisione giusta: i nostri espositori hanno apprezzato non solo la concezione, la sede e l'ambiente della manifestazione, ma anche la professionalità e l'internazionalità dei visitatori. Nel 2005 il salone è stato sintetizzato nel motto “Visions of Vending". Con questo vogliamo evidenziare la forza innovativa del settore del vending e le sue prospettive a lungo termine. In totale si presenteranno da oggi 203 aziende e abbiamo quindi rag-
giunto il nostro primo obiettivo, quello di ampliare la partecipazione. Gli espositori di Eu’Vend provengono da 18 Paesi, rispetto al 2003 il salone è diventato quindi anche più internazionale. Verranno presentati i trend e le novità che determineranno il futuro profilo del mercato dei vending. Fra questi sono da annoverare i possibili impieghi dei distributori automatici nei segmenti Horeca (alberghi, ristoranti e catering) e Care (ospedali, case di cura). Il vending offre infatti proprio in questi campi numerose alternative gestionali. Ci siamo quindi impegnati per acquisire per Eu’Vend questi importanti gruppi target. Dal momento che parliamo di visioni, cosa che col tema guida del salone abbiamo abbracciato in tutto e per tutto, questo si deve riflettere logicamente anche nella struttura di Eu’Vend 2005. L'impostazione su cui si basano i padiglioni è stata ulteriormente elaborata; L’area espositiva e gli spazi dedicati alle rassegne speciali sono stati configurati in modo fluido e i percorsi in fiera sono stati ottimizzati, per cui la manifestazione risulta ancora più invitante. In collaborazione con un gruppo di studio dell'Accademia tecnica di Colonia abbiamo elaborato un'architettura fieristica che consente agli operatori innanzi tutto di orientarsi ottimamente, garantendo al tempo stesso una distribuzione uniforme del flusso dei visitatori. La nuova struttura dei padiglioni verte intorno a larghi "boulevards" appositamente studiati, alte cui estremità sono allestite le rassegne speciali sui temi “Horeca" e “Care" che si estendono su tutta la larghezza dei padiglioni. Verranno presentati esempi di impiego ottimale dei distributori nei settori alberghiero e gastronomico, nel catering, in ospedali e case di cura. Un progetto illuminotecnico studiato appositamente per
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l’allestimento di Eu’Vend renderà il soggiorno in fiera ancora più piacevole. “Our automatic future" è il titolo di un workshop che abbiamo organizzato in collaborazione con l'associazione BDV, col corso di studi di 'Corporate Architecture' dell’Accademia tecnica di Colonia e col corso di studi di Industrial Design dell'Università di Duisburg-Essen. L'obiettivo è duplice: da un lato sostenere i giovani talenti, dall'altro rendere i distributori automatici più graditi sia in Germania che in Europa. I visitatori di Eu’Vend potranno convincersi di quanto siano varie le funzioni dei distributori automatici e numerose le loro possibilità d'impiego e di allestimento. Uno studio approfondito dell'Università di Duisburg-Essen sul livello di diffusione dei distributori automatici, o meglio del favore con cui vengono accolti, fornirà al workshop informazioni di background scientificamente fondate. Gli studenti elaboreranno le loro visioni basandosi su questa analisi. Una giuria selezionerà i migliori progetti che verranno premiati il 17 settembre 2005, alle ore 12.30, nell'area dedicata alle innovazioni dei padiglione 2.2. La Relazione consuntiva di Eu’Vend 2005 Netto aumento di visitatori al salone del vending Dopo sole due edizioni, Eu’Vend si è già affermato come uno dei saloni leader del vending europeo, questo quanto affermato all'unanimità da espositori e visitatori. Dal 15 al 17 settembre 2005, 4.200 operatori sono venuti da 45 Paesi per informarsi sull'offerta presentata da 203 aziende di 18 Paesi. Eu’Vend ha puntato l'attenzione su distributori per la vendita e l'erogazione di prodotti, articoli per i distributori (alimentari e non), sistemi operativi, sistemi di pagamento e prestazioni di servizio. "Abbiamo fatto un notevole passo in avanti verso l'obiettivo che ci siamo prefissi, cioè di fare di Eu’Vend il salone guida europeo del mercato del vending", ha spiegato Norbert Monßen, dirigente dell'Associazione tedesca BDV. Secondo Wolfgang Kranz, dirigente dell'Ente Fiera Koelnmesse, l'ottimo andamento della fiera è dovuto ad una solida concezione fieristica, ad un intenso lavoro preliminare sul mercato e al supporto continuativo fornito dagli operatori del settore. "Oltre a rispecchiare la domanda e l'offerta del mercato mitteleuropeo, Eu’Vend deve essere anche una porta verso i Paesi dell'Europa orientale. L'aumento considerevole di visitatori da questi Paesi ci ha dato ragione". Su un totale di 4.200 visitatori, il 38 percento, cioè 1.600 esperti provenivano dall'estero. Fortemente rappresentate erano le nazioni europee confinanti: Paesi Bassi, Austria, Svizzera, Belgio, Francia, Italia e Gran Bretagna. Sono aumentati inoltre i visitatori di Eu’Vend provenienti dall'Europa orientale, in particolare dalla Russia, dalla Slovenia e dalla Bulgaria. Il salone però non è stato visitato solo da specialisti europei del settore: sono giunti fino a Colonia operatori da Israele e dagli Emirati Arabi
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Riuniti, dalla Tailandia e da Singapore, dagli USA e dall'Argentina. "Questo dato, insieme all'incremento delle partecipazioni dall'Europa orientale, conferma ulteriormente lo sviluppo molto positivo di Eu’Vend e l'importanza internazionale del salone", ha constatato Wolfgang Kranz. Rispetto alla prima del 2003, Eu’Vend è riuscito anche ad ampliare l'offerta espositiva e ad intensificarne l'internazionalità, passando da 178 aziende espositrici di 13 Paesi a 203 aziende di 18 Paesi. A Colonia erano presenti praticamente tutte le aziende leader del mercato e fra queste, per la prima volta, Coca Cola GmbH, Cup & Cino, Tomra, Unilever, Tchibo e Sinalco GmbH. Una prima analisi del sondaggio rappresentativo effettuato tra i visitatori conferma la loro alta qualificazione. Risulta che più del 73 percento dei visitatori di Eu’Vend è responsabile o partecipa alle decisioni aziendali in fatto di forniture e acquisti. Sempre una quota del 73 percento dei visitatori ha valutato l'offerta espositiva molto buona/buona. Inoltre l'80 percento degli acquirenti ha fatto rilevare quanto sia importante avere in Germania con Eu’Vend un salone autonomo per il vending. Diverse le novità di Eu’Vend, fra cui i sistemi per la trasmissione a distanza dei dati da e verso il distributore, che rendono agli apparecchi più facili da usare per l'utente e ne riducono la manutenzione. Vi è richiesta di sistemi di pagamento senza uso di contante e lettori di carte prepagate per distributori automatici. Un'altra novità sono i distributori che prevedono la modalità di pagamento tramite cellulare: si ordina il caffè col telefonino e lo si paga col credito telefonico. I distributori si stanno decisamente diffondendo anche nel settore non alimentare e non solo per le sigarette, ma anche per fiori, riviste e altro ancora. Fra le novità ha suscitato particolare attenzione un distributore dotato di un sistema di controllo delle calorie dei prodotti alimentari erogati dai distributori per scuole. Il dispositivo elettronico dell'apparecchio è dotato di una funzione speciale che memorizza non solo il prezzo del prodotto selezionato, ma anche il numero di calorie. Nuovo anche un distributore completamente automatico per il gelato self service. Il gelato contenuto nell'apparecchio viene suddiviso nelle porzioni richieste dentro a un sistema chiuso assolutamente igienico e sterile - assicura il fabbricante. Oltre alle rassegne speciali, il 16 settembre 2005 si è tenuto il simposio "Visions of Vending", nel quale relatori famosi hanno riportato esempi particolarmente interessanti del mercato dei consumi alimentari extradomestici. Circa 100 esperti hanno sfruttato il foro per informarsi su idee già circolanti e nuove possibili soluzioni. La manifestazione è stata promossa dalla rivista specializzata "gv-praxis" (edita dal gruppo editoriale Deutscher Fachverlag), in collaborazione con l'Associazione tedesca BDV e l'Ente Fiera Koelnmesse.
Le cifre finali di Eu’Vend 2005 Su una superficie espositiva lorda di 14.000 mq hanno partecipato all'edizione 2005 di Eu’Vend 203 aziende, provenienti da 18 paesi, di cui il 35 % dall'estero. Hanno partecipato 120 espositori tedeschi, più 11 aziende tedesche rappresentate, nonché 61 espositori più 11 aziende rappresentate dall'estero. Incluse le stime per l'ultima giornata fieristica, hanno visitato Eu’Vend 4.200 operatori, provenienti da 56 paesi, di cui circa 1.600 dall'estero.
diamo la parola al settore IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA PROMOZIONE ABBONAMENTI 2006
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Appuntamento in fiera TEA&COFFEE World Cup 2005 ha conquistato Amburgo
Dall’11 al 13 Settembre si è svolta TEA&COFFEE World Cup 2005, manifestazione dalla spiccata connotazione tecnica, organizzata dall’omonima rivista con cadenza biennale ed una assai pragmatica formula itinerante. Nella splendida cornice di Amburgo durante la fiera hanno avuto luogo il 2005 European World Cup Latte Art Championship ed il 2005 European World Cup Barista Championship, sponsorizzata tra gli altri dalle italiane da CMA, Astoria e BRASILIA (GRUPPO ROSSI). Durante le tre giornate l’afflusso è stato discreto; numerosi gli operatori dei paesi di nuova adesione UE, che hanno potuto confrontarsi impianti di torrefazione, macinacaffè, linee per il confezionamento di cialde (distribuzione automatica e non solo) e macchine da caffè ossia tutti gli equipaggiamenti della catena produttiva dal chicco verde……al bicchierino! Tra i costruttori nazionali presenti tra gli altri: BRIEL ITALIA, ICA, ICO-PERFEX, OPEM, PETRONCINI IMPIANTI, STA IMPIANTI e WEGA.
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D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA
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agili e contenute (è alto 1.830 mm, largo 540 e profondo 650, per 126 Kg di peso), Kikko Max si posiziona come un distributore di bevande calde per locazioni dove solitamente non si possono posizionare macchine di dimensioni superiori. Rispetto a Kikko, presenta la stessa configurazione interna ma è in grado di offrire 120 bicchieri e 100 palette in piĂš. E in abbinamento con Snakky Max, diventa l’ideale completamento della gamma Necta di distributori automatici, perchĂŠ copre perfettamente le esigenze della fascia di mercato intemedia. Ăˆ arrivato Kikko Max, fate posto a nuovi clienti.
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IL RITORNO due sensazioni unica soluzione DEL VENDING!
Non sorprende che la AVEX abbia deciso di tornare ad Earls Court 2 nel 2005 dopo il successo strepitoso dell’edizione del 2003, che ha visto l’affluenza di 8.574* visitatori, 64% di livello manageriale o superiore. Ovviamente per la AVEX 2005 si prevede un pubblico ancora piÚ numeroso visto il grande interesse generato da quest’industria, non solo a livello nazionale per via delle problematiche legate all’obesità della popolazione, ma anche considerando i progressi tecnologici nella gestione dei distributori automatici, l’introduzione di nuove leggi ambientali sul loro smaltimento e la miriade di lanci di nuovi prodotti/servizi che da sempre contraddistinguono la AVEX. *ABC – incluse le visite ripetute
Il mercato in Regno Unito
Attualmente il mercato britannico è alquanto roseo: www.imagination.it
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Oltre mezzo milione di distributori automatici di bevande in commercio Oltre 9 anni di crescita costante nel numero dei distributori Entrate annue pari a 1,5 miliardi di sterline
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8 milioni di caffè e 2 milioni di tè venduti ogni giorno L’enfasi sui prodotti sani stimola il mercato Progressi tecnologici nel controllo dei distributori Effetti dell’introduzione di leggi sullo smaltimento dei distributori
L’alta reputazione di AVEX si base su una storia di oltre 37 anni, in cui si è sempre confermata come trampolino di lancio per i prodotti e i servizi nel settore del vending. Ăˆ indubbiamente la fiera piĂš importante nel calendario dell’industria e crea il contesto per la crescita futura. Ăˆ inoltre un mercato essenziale per tutti gli operatori impegnati nell’acquisto e nella specifica dei prodotti e dei servizi per il vending.
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I visitatori alla AVEX includono titolari, direttori e dirigenti di aziende, responsabili per la ristorazione, gestori di strutture, responsabili per l’acquisto e manager di uffici nei settori di ristorazione, fitness e tempo libero, scuole, enti locali, trasporti, produzione e commercio, oltre naturalmente all’industria del vending.
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REGISTRATEVI OGGI STESSO ALLA AVEX 2005
Ecco alcuni commenti sulle scorse edizioni della AVEX
Ingresso GRATUITO. Entrata libera per i visitatori del settore.
“Quando Londra funziona, è indubbiamente la sede migliore per una fiera nazionale e penso che questo sia decisamente vero nel caso della AVEX.â€?
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“Quasi tutte le persone con le quali ho parlato durante e dopo la fiera erano entusiaste del numero dei potenziali clienti, del calibro dei visitatori ‘professionali’, dell’ottima organizzazione dell’evento e della sede e della qualitĂ degli espositori e del loro marketing.â€? Simon Heath, Teknowledge Group
“Vorrei congratularmi con voi per la scelta della sede e per l’organizzazione – perfetta, cordiale ed efficiente. Il numero dei visitatori ed il loro ‘calibro’ erano davvero di tutto rispetto.� Bertrand Emond, Campden & Chorleywood Food Research Association
“Siamo molto soddisfatti del numero di visitatori dal Regno Unito e dall’estero�. Martyn Herriot, AM Foods
“La AVEX mi ha molto impressionato: era ben organizzata, con display vividi e di grande impatto che illustravano egregiamente la natura altamente tecnologica ma funzionale del vending�. John M Sunderland, Cadbury Schweppes
Preregistratevi ONLINE a
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