NUMERO 136 OTTOBRE 2019
MONDO ASSOCIAZIONE VIAGGIO DENTRO CONFIDA
EVENTI SANA 2019 31ESIMA EDIZIONE
DAITALIA www.daitalia.it
NORMATIVA DIRETTIVA UE SULLA PLASTICA
• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019
EDITORIALE
LA CONFUSIONE SULLA PLASTICA CHE NON FA BENE NE' ALLA SALUTE NE' AL PIANETA È appena arrivata in redazione la notizia che da oggi, nel Regno Unito, la catena di ristoranti Burger King non includerà più piccoli giocattoli di plastica nei pasti per i bambini, per ridurre il consumo e lo spreco di plastica. La decisione sembrava inevitabile, dopo che due bambine inglesi di 7 e 9 anni avevano organizzato una petizione per chiedere alle principali catene di fast food di smettere di regalare giocattoli in plastica, al fine di salvaguardare l’ambiente, riducendo i rifiuti. La petizione ha raccolto in poco tempo più di 500mila firme. Nemmeno uno, del mezzo milione di cittadini britannici che ha firmato, si è probabilmente accorto che i giocattoli di plastica rispettano la norma EN71 e hanno il marchio CE, che garantisce la sicurezza per i bambini e l’assenza di sostanze nocive. Non sono prodotti monouso e, pertanto, non sono in alcun modo riconducibili alla normativa europea sulla plastica. Sono semplicemente piccoli giocattoli sicuri, che in molti casi possono essere riciclati al 100%.
talebani e ambientalisti, tutti pronti a difendere il mondo dal grande nemico del ventunesimo secolo, a costo di mettere da parte la sicurezza alimentare e di riaprire il buco dell’ozono. Se penso al bando dal 2021 dei bastoncini in plastica dei palloncini, studiati apposta per piegarsi e non rompersi come quelli in legno, per evitare di ferire i bambini, vedo già uno stormo di genitori felici di comprare i palloncini con l’asta in ecologico legno cinese, perché così salvano il pianeta…
Le alternative alla plastica sono ugualmente inquinanti per i mari. Un loro uso intensivo, invece di alleviare il problema dell’inquinamento, potrebbe avere ripercussioni ambientali ancor peggiori
Ma sul banco degli imputati ormai c’è semplicemente la plastica, basta leggere i post di qualunque piattaforma social in questi giorni (scritti da una tastiera di plastica) per rendersi conto di quanto la deriva “plastic free” abbia superato ogni ragionevolezza. Tra l’altro, la fuga verso i materiali alternativi è già sotto processo. Proprio in Inghilterra, la Commissione per l’Ambiente ha lanciato l’allarme: “Le alternative alla plastica sono ugualmente inquinanti per i mari. Un loro uso intensivo, invece di alleviare il problema dell’inquinamento, potrebbe avere ripercussioni ambientali ancor peggiori”. La commissione è ancora più esplicita sui bicchieri compostabili: “produrre questi materiali comporta maggiori emissioni di carbonio e, se un bicchiere biodegradabile finisce in mare, crea alla fauna marina gli stessi problemi di uno di plastica”. L’unica difesa per le aziende del vending è la conoscenza. Essere davvero informati su di una realtà che viene palesemente mistificata e deformata a qualunque livello. Conoscere i fatti e l’oggettività delle norme sulla plastica e cercare di comunicare il più possibile la semplice verità ai propri clienti. Ci aspettano mesi difficili, tra borracce e bicchieri in carta (magari di dubbia provenienza), tra tazze e beverini, tra neo
EDITORIALE DI ALESSANDRO FONTANA
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SOMMARIO
NUMERO 136 OTTOBRE 2019 RENZO GABRIEL BONIZZI DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF ALESSANDRO FONTANA DIRETTORE EDITORIALE EDITORIAL DIRECTOR LAURA GUASPARRI ART DIRECTOR ANTONIO VALESTRA GRAPHIC DESIGN DANIELA BISCOTTI COMMERCIALE COMMERCIAL NOEMI MARGAROLI REDAZIONE EDITORIAL STAFF ELENA FONTANA FOTO LUCINI OFFICINA D’ARTE GRAFICA SRL STAMPA PRINTERS D.A.ITALIA IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA PUBBLICAZIONE ISCRITTA AL TRIBUNALE DI MILANO, NUMERO DI REGISTRAZIONE 177 DEL 22 MARZO 2004
3 EDITORIALE
La confusione sulla plastica che non fa bene né alla salute né al pianeta
6 MERCATO DEL VENDING
Latest News
28 MONDO ASSOCIAZIONE
Viaggio dentro CONFIDA
36 NORMATIVA
DIRETTIVA UE SULLA PLASTICA. Facciamo chiarezza
50 EVENTI
SANA 2019, grande successo per la 31esima edizione del Salone del BIO
57 APPUNTAMENTO IN FIERA
VENDIBERICA 2019 HOSTMILANO 2019
ISCRIZIONE AL R.O.C. 31449 PERIODICITÀ MENSILE EDITORE ART&WORKS SRL UNIPERSONALE VIA ALESSANDRO ALGARDI 13 20148 MILANO P.IVA 04234310961 TEL +39 02 48958566 UFFICIO COMMERCIALE commerciale@daitalia.it www.daitalia.it POSTA ELETTRONICA info@daitalia.it ABBONAMENTI abbonamenti@daitalia.it LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DELLE ILLUSTRAZIONI E DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI SU D.A. ITALIA È PERMESSA SOLO SE AUTORIZZATA DALLA DIREZIONE. LA DIREZIONE NON ASSUME RESPONSABILITÀ PER LE OPINIONI ESPRESSE DAGLI AUTORI DEI TESTI REDAZIONALI E PUBBLICITARI. CONCEPT BY ART&WORKS SRL
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CAFFÈ BORBONE PRESENTA OPERA ON ICE 2019 Dopo i primi ballerini della Scala di Milano, la magica emozione di Caffè Borbone accompagnerà i più grandi campioni di pattinaggio artistico che il prossimo 4 e 5 ottobre si esibiranno nell'incantevole scenario del Foro Italico di Roma in occasione della nona edizione di “Opera on Ice”. A seguito del sold out delle scorse edizioni in Arena di Verona ed il successo televisivo di Natale su Canale 5, infatti, andrà in scena nella città eterna la prima mondiale di “Opera on Ice”, l’incredibile show unico nel suo genere con i più grandi campioni di pattinaggio artistico che si esibiscono nelle più belle location storiche del mondo danzando sulle arie più famose delle Opere Liriche. Un meraviglioso allestimento con una pista di ghiaccio centrale di circa 800 metri quadri, l’Orchestra Roma Sinfonietta, il Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano, i solisti dal vivo Elisa Balbo ed i giovani talenti della Fondazione Pavarotti, il tutto all’interno del tempio dello sport italiano: il Centrale del Foro Italico. “Luciano ha sempre voluto portare l’opera a tutti e spettacoli come Opera on Ice proseguono il suo cammino e la sua volontà. Ringrazio gli organizzatori perché fin dalla prima edizione del 2011 ci hanno voluto accanto e per noi è stato ed è un grande onore esserci.” dichiara Nicoletta Mantovani, moglie del Maestro Luciano Pavarotti e Presidente della Fondazione che ha creduto, già dalla prima edizione nel 2011, nel format dello spettacolo. Il quattro volte campione Olimpico Evgeni Plushenko e le grandi stelle del pattinaggio incanteranno il pubblico con le loro performance da brivido indossando costumi realizzati ad hoc per lo spettacolo. Il cast riunito per l’occasione è da brividi non solo per gli appassionati del pattinaggio, ma anche per il grande pubblico che ama virtuosismo e spettacolo: si esibiranno la Campionessa del Mondo e star giapponese Miki Ando, la coppia di danza campione del Mondo Anna Cappellini e Luca Lanotte, quest’anno anche in veste di coreografi; i campioni italiani Nicole Della Monica e Matteo Guarise; la spettacolare coppia di adagio Annette Dytrt e Yannick Bonheur; la squadra italiana di pattinaggio sincronizzato Hot Shivers e molti altri. Tante le sorprese in programma, tra le quali uno spettacolare tributo alla storica location, sede del Coni, in vista dei Giochi Olimpici Invernali 2026. "Un marchio unico al fianco di uno spettacolo unico. La scelta di Caffè Borbone di abbinarsi alla prima mondiale di Opera on Ice risponde alla mission aziendale, alla costante ricerca di unicità, che vede ancora una volta Borbone al fianco di eccellenze.” ha dichiarato Massimo Renda, fondatore Presidente operativo di Caffè Borbone: “Continua la ricerca della magica emozione, il nostro primo valore, che cerchiamo di sintetizzare in comunicazione utilizzando chi naturalmente, con il proprio talento, produce eccellenza ed emozione".
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FLESSIBILE, ELEGANTE E INNOVATIVA: SIGNORE E SIGNORI, ECCO LA SERIE ORCHESTRA EVOCA Group presenta Orchestra, la nuova serie Impulse del marchio Necta. La prima cosa che colpisce della serie Orchestra è l'eleganza del design: sul cabinet in metallo nero spicca l'area interfaccia in alluminio anodizzato con cornice diamantata. Il nuovo modello Orchestra ospita un ampio display grafico a colori e una tastiera numerica capacitiva, mentre Orchestra Touch propone uno schermo tattile e intuitivo attraverso il quale è possibile, non solo selezionare il prodotto desiderato ma anche consultare informazioni nutrizionali, promozioni e vedere video e spot.
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20/23MAGGIO2020 New location
Fieramilano Rho, HALL 8-12 Worldwide Vending Show
Venditalia 2020: il mondo del Vending si incontra a Milano Venditalia, il più importante Salone del Vending, rappresenta un’opportunità unica per scoprire le ultime novità del settore e un’occasione concreta per incontrare i protagonisti del Vending internazionale. Vi aspettiamo nella nuova location espositiva di Fieramilano Rho!
32.000mq Superficie Espositiva
promosso da
300
15.000
100
Espositori (26% internazionali)
Visitatori (31% Internazionali)
Paesi Partecipanti
organizzato da
tel +39 02 33105685 • email: venditalia@venditalia.com • www.venditalia.com 8
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NUOVE NOMINE PER IL GRUPPO SEM Gruppo SEM, tra i principali operatori in Italia attivi nell’imbottigliamento, produzione e distribuzione di Acque Minerali Naturali e soft drink, ha definito un nuovo assetto del proprio CdA e definito gli obiettivi a breve e medio termine che rafforzeranno il ruolo di SEM tra i principali operatori nel mercato di riferimento. Con deleghe operative specifiche, assumono il ruolo di Amministratore Delegato Stefano Piccinini e Claudio Turchi. Stefano Piccinini, già Presidente di Water Time, Amministratore Unico di Aquapoint, Presidente del Gruppo fabbricanti di prodotti di CONFIDA, e Vice Presidente di Venditalia srl, si occuperà delle aree Commerciale, Marketing e Gestione Operativa. A Claudio Turchi le deleghe in ambito Amministrazione, Finanza e Controllo. Confermato Presidente Vittorio Balugani, presenza storica in azienda con il fratello Aldo Balugani, socio fondatore di SEM - Sorgenti Emiliane Modena SpA -con sede a Spilamberto (Modena) dal 1984. Il Consiglio di nuova nomina si è riunito in data 3 settembre u.s. e ha definito gli obiettivi a breve e medio termine del Gruppo, che puntano ad un efficientamento della gestione operativa, a consolidare ed aumentare la partecipazione nel mondo Vending -di cui il Gruppo SEM è il terzo attore in Italia- e a rafforzare la presenza nel canale moderno (GDO - Grande Distribuzione Organizzata). In relazione al prodotto, la strategia di crescita del gruppo punterà, tra le altre cose, ad uniformare e razionalizzare i formati delle bottiglie di acqua, nel rispetto delle linee guida tracciate dalla Direttiva EU “Single Use Plastics” (“SUP”), tramite la produzione di contenitori realizzati con una percentuale fino al 30% di R-Pet (plastica riciclata).
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ESTATE DI FORMAZIONE PER LA PIATTAFORMA DIGITALE VENDING OPTO/MANGOPAY L'entrata nel vending italiano della banca francese Credit Mutuel Arkéa che gestisce Mangopay, la soluzione di pagamento endto-end per piattaforme Fintech, ha suscitato grande interesse tra i gestori, tanto che dopo i numerosi appuntamenti di giugno, anche a luglio si sono svolti nuovi corsi gratuiti di formazione e di presentazione della nuova piattaforma di pagamento digitale studiata da Paytec e Mangopay appositamente per il vending. La piattaforma Opto di Paytec, attraverso l'implementazione di Mangopay, si è dotata di un portafoglio elettronico molto performante ed estremamente competitivo sul fronte delle commissioni, un aspetto davvero cruciale nel caso dei micropagamenti tipici del vending.
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TRIESTE, IN SCENA A TEATRO L'OPERA "SONO SOLO MACCHINETTE" Lo scorso 27 agosto il Parco di San Giovanni di Trieste, in occasione del Lunatico Festival, ha ospitato un'opera teatrale davvero inconsueta: "Sono solo Macchinette", recitata dal gruppo di Scritture Mal-Educate, noto per includere persone con disabilità nel proprio percorso di recitazione teatrale. La storia vede al centro della narrazione un distributore automatico di bibite posizionato nel Distretto 4 di Trieste che incontra le solitudini di vari utenti. Per loro la macchina acquista voce e coscienza, intrecciando la meraviglia del dialogo, della lite, del sorriso e la voglia di sottolineare la malinconia della solitudine.
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COGES: LA ABSOLUTE VENDING EXPERIENCE VI ASPETTA A VENDIBÉRICA 2019 Coges continua ad innovare, per offrirvi tutti i vantaggi che la tecnologia può apportare nel vending. Con il sistema Engine, Coges mira sempre di più a soddisfare tutte le necessità delle Gestioni, integrando il cashless con gli altri prodotti della propria gamma per offrire l’esperienza di business più completa. In occasione di Vendibérica, fondamentale appuntamento per il vending europeo, Coges presenterà Nebular, il nuovo servizio per la connettività che estende le funzionalità di Coges Engine portandole ovunque l’utente ne abbia bisogno. Nebular è una soluzione integrata hardware e software che consente di trasmettere informazioni in modalità bi-direzionale da e verso il sistema di pagamento, rilevando in tempo reale i dati di vendita e permettendo l’aggiornamento di prezzi, parametri e firmware. Nebular consente inoltre di inviare rimborsi del credito direttamente all’utente finale, di gestire un database dei prodotti attraverso un intuitivo planogramma e di aggiornare da remoto firmware e database anche delle periferiche collegate ad Engine. La connettività può semplificare la vita e migliorare il nostro lavoro: gli operatori possono contare sull’esperienza Coges per connettere senza sforzo l’intero parco macchine alla rete, con Nebular. Coges Engine è ora inoltre compatibile con un nuovo lettore di carte di credito e debito, per consentire un’ulteriore opzione di pagamento cashless raccomandata in particolare per tutte le locazioni a transito frequente come aeroporti, stazioni della metropolitana e dei treni, ospedali, centri commerciali, ecc. Insieme all’applicazione Pay4Vend per l’acquisto con smartphone dal distributore automatico, queste novità dimostrano come le potenzialità di Coges Engine consentano un’evoluzione sempre più veloce per la distribuzione automatica. L’appuntamento di Madrid prevede anche la presentazione degli altri prodotti della gamma Coges, tra i quali il nuovo lettore di banconote Creos, evoluzione del precedente modello Lithos. Creos è stato riprogettato in alcune componenti fondamentali per portarne affidabilità e sicurezza su livelli ancora più elevati, pur mantenendo la compatibilità meccanica e software con la versione precedente.
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Dal 13 al 15 novembre 2019, Coges vi invita a scoprire la Absolute Vending Experience allo stand 7C08 a Vendibérica.
SAN BENEDETTO, THÈ VERDE ZERO, LA NOVITÀ PER UNA PAUSA SENZA ZUCCHERI San Benedetto ha presentato per questa estate una novità sugar free dedicata a tutti coloro che amano prendersi cura di sé: Thè Verde Zero. Dissetante, dal gusto leggero ed equilibrato e con pochissime calorie, il nuovo Thè Verde San Benedetto Zero è la bevanda in acqua minerale naturale ideale da bere in ogni momento della giornata per essere sempre in equilibrio con sé stessi. Dedicato prevalentemente alle donne che sono sempre più alla ricerca di prodotti leggeri e adatti al proprio benessere ma senza rinunciare al gusto. L’ultima novità firmata San Benedetto è disponibile nei formati da 0,5L, per il consumo on-the-go, e da 1,5L per un consumo in famiglia anche duranti i pasti. Il packaging accattivante, caratterizzato da un’etichetta opaca total black con elementi metallizzati dal design moderno, dona al prodotto carattere e grinta. Il Thè Verde con la sua tradizione orientale millenaria, rappresenta oggi una delle varianti di thè più amate in Italia; San Benedetto presidia questo comparto da leader con un prodotto “rilassante”, dissetante e da oggi ancora più leggero nella sua versione Zero Zuccheri. In questo modo, il Gruppo veneto, da sempre in prima fila nello studio dei trend di consumo e dell’evoluzione degli stili di vita dei consumatori, amplia la propria offerta con un prodotto fresco e attuale. 10
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CDA CATTELAN NEL 2018 HA DISTRIBUITO 1,3 MILIONI DI NUOVI PRODOTTI A FILIERA CORTA Ci sono la confezione di stracchino con i grissini, il succo e la purea di mela, il formaggio Montasio monodose, lo yogurt da bere. Sono alcune delle referenze che CDA Cattelan Distributori Automatici quotidianamente distribuisce nelle aree pausa gestite e che hanno una caratteristica essenziale comune: sono tutte prodotte in Friuli Venezia Giulia da aziende con le quali CDA ha avviato delle collaborazioni partendo da un’idea iniziale concretizzata negli anni in progetti con obiettivi specifici come offrire alimenti che hanno l'autenticità del territorio ed essere nuove per il vending. Il totale dei pezzi provenienti da diversi paesi della regione, considerando snack o bibite, erogati da CDA nel 2018 è di 1.300.000. Un dato che conferma la validità della direzione intrapresa e che va letto anche riferendosi agli stili di vita alimentari che si stanno affermando sempre di più. Le persone, anche nel caso di spuntini veloci chiedono genuinità, controllano la provenienza di ciò che mangiano ed hanno più fiducia se il prodotto è bio e locale.
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ICE DREAM ALGIDA, LA VENDING MACHINE INTERATTIVA CHE VENDE GELATI Ice Dream Algida è un progetto pilota avviato da Unilever a Milano, con la collaborazione di Accenture e Argenta. Tre i chioschi digitali installati negli store automatici Argenta siti a Milano in Via Sciesa, Via Rembrandt e Corso Lodi, in cui Algida propone per la prima volta tutti i suoi gelati, sia i classici che quelli ad edizione limitata. L’innovazione è stata sviluppata presso l’Accenture Customer Innovation Network (ACIN) di Milano, hub di innovazione riconosciuto a livello internazionale, dove Unilever e i professionisti di Accenture Interactive hanno lavorato insieme per ideare, prototipare e sviluppare una brand experience originale e unica in Italia. Andrea Grimandi, Out of Home Business Director di Unilever Italia, ha dichiarato in merito: “Il consumatore è sempre più alla ricerca di esperienze nuove, personalizzate, divertenti. Questo progetto si propone di rendere il processo di acquisto più coinvolgente ed interattivo ed è parte di un più ampio programma strategico per utilizzare le nuove tecnologie IOT ed iniziare un percorso di integrazione tra vendite off-line ed on-line. Grazie a questo tipo di nuove vending machine, infatti, potremo sfruttare l’apertura 24H di queste location e garantire in futuro la possibilità di ordinare il gelato direttamente da casa nelle zone coinvolte. È un programma realmente innovativo di piattaforma integrata per essere più vicini ai nostri consumatori, permettere di conoscere e gustare i nostri deliziosi gelati e fornire un migliore livello di servizio ed esperienza al consumo”.
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UNA START-UP PRESENTA IL DISTRIBUTORE AUTOMATICO PER CANI E GATTI Chiunque possieda un cane o un gatto, sa che non sono solo gli esseri umani ad essere colti da fame improvvisa e sentono l’esigenza di uno snack da gustare durante una passeggiata. Per questo Peggy Food, una start-up innovativa specializzata nella progettazione, sviluppo e commercializzazione di distributori automatici innovativi per la distribuzione di alimenti per cani e gatti, ha presentato PEGGY MACHINE, un distributore attivo 24 ore al giorno capace di erogare 16 referenze diverse. I prodotti sono sempre freschi grazie a particolari confezioni che possono contenere fino a 3kg di cibo adatto agli amici a quattro zampe.
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TRITECH BY FAS E COGES COLLABORANO PER UN VENDING SEMPRE PIÙ ECOLOGICO Il corretto trattamento dei rifiuti è diventato sempre più una necessità per il vending. Tritech by Fas e Coges collaborano da tempo ad una soluzione tecnologica in grado di trasformare la plastica stessa in una risorsa per la Gestione e per l’utente finale, grazie ad un suo corretto processo di riciclo. Il problema dello stoccaggio dei rifiuti presso la locazione ed il corretto avvio al processo di trattamento viene risolto dai compattatori e trituratori Tritech Touch, strumenti utili a semplificare e, grazie all’integrazione con i sistemi Coges, incentivare una corretta raccolta differenziata. Affiancandosi in batteria con i distributori automatici di bevande e snack, i sistemi Tritech Touch riducono infatti fino all’85% il volume dei rifiuti in plastica ed alluminio, abbattono i costi di logistica facilitando la raccolta e favoriscono, allo stesso tempo, una piacevole sensazione di pulizia sul luogo di consumo grazie a rifiuti nascosti e sanificati in automatico. Per stimolare il corretto comportamento degli utenti, anche in linea con la Direttiva europea, è possibile integrare le macchine Tritech Touch con i sistemi cashless Coges Engine, compatibili con le classiche chiavi MyKey o supporti Mifare. In questo caso è possibile accreditare un bonus sulla chiave dell’utente per ogni prodotto riciclato correttamente, coinvolgendo il consumatore per un comportamento sempre più ecologicamente responsabile e per una gestione più intelligente dello smaltimento dei rifiuti.
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IVS GROUP È IL PRIMO A CREDERE NELLO SVILUPPO FINTECH DEI PROPRI PUNTI VENDITA VENDING Adesso è ufficiale: IVS Group ha informato il mercato che la propria controllata al 100% CSH S.r.l., ha perfezionato l'acquisizione di Moneynet S.p.A., istituto di pagamento detenuto dal Gruppo NEXI (Nexi Payments S.p.A.), attivo nei servizi di pagamento e nell'assistenza tecnica a reti POS. Come comunicato in data 28 dicembre 2018, il closing dell'operazione prevedeva l'avverarsi della condizione sospensiva del rilascio della autorizzazione al trasferimento da parte della Banca d'Italia. In dettaglio, CSH S.r.l. ha acquisito il 76% del capitale di Moneynet S.p.A., mentre il restante 24% è stato acquistato, con quote individuali del 3%, da otto persone fisiche, amministratori e manager del gruppo acquirente, che saranno coinvolte nei futuri programmi di sviluppo di Moneynet. La notizia è arrivata sui media quasi in contemporanea con l'annuncio di Intesa San Paolo e Sisal che trasformano le tabaccherie in uffici fintech, creando di fatto una rete di proximity banking attraverso le tabaccherie convenzionate.
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L’OMS ASSOLVE LE MICROPLASTICHE NELL’ACQUA Da diversi mesi l'acqua in bottiglia di plastica era stata messa sul banco degli imputati (conteneva molte più microplastiche dell'acqua da rubinetto) ed era partita una vera e propria crociata mediatica sull'argomento. Peccato che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in un report appena pubblicato “Microplastic in drinking water”, ha affermato che, in base alle informazioni raccolte fino ad ora, le microplastiche non rappresentano un rischio per la salute. Lo studio evidenzia che è improbabile che le microplastiche superiori a 150 micrometri vengano assorbite nel corpo umano e si prevede che l’assorbimento di particelle più piccole sia limitato. Viene così fortemente ridimensionato l’allarme scatenato dai media senza attendere dati scientifici a supporto.
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il 2020 sarà un anno critico per molte gestioni del vending con sfide sempre più impegnative da superare: • IPERAMMORTAMENTO INDUSTRIA 4.0 • RIDUZIONE DEI MARGINI OPERATIVI • PROBABILE AUMENTO IVA SUI CORRISPETTIVI • BANDO O RIDUZIONE DI ALCUNI PRODOTTI MONOUSO IN PLASTICA • ALIMENTI E BEVANDE SENZA ZUCCHERO NELLE SCUOLE
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DISPONIBILE LA GUIDAONLINE VENDING & OCS DI BEVERFOOD La Guidaonline Vending OCS 2019 è una pubblicazione di editoria digitale, di durata annuale, dedicata innanzitutto agli operatori professionali del settore (gestori, produttori di distributori automatici, produttori di beni e servizi destinati alla D.A.), agli operatori della comunicazione, del marketing e della distribuzione e a tutti gli altri soggetti che in qualche modo vogliono conoscere e approfondire questa moderna realtà distributiva. La nuova Guidaonline fornisce inizialmente una panoramica del settore Vending e OCS con riferimento agli elementi più significativi del mercato: fatturato, numero e mix delle erogazioni e parco macchine. Questa sezione iniziale riporta anche “Le Parole del Vending”, un breve dizionario dei termini tecnici utilizzati in questo specifico settore. Segue la sezione dedicata ai gestori del vending, comprendendo sia le aziende di gestione in senso stretto (e i relativi gruppi) che le rivendite, ripartite per le varie regioni e province. Segue una seconda sezione con la segnalazione delle aziende fornitrici di impianti di distribuzione automatica, sistemi di pagamento, macchine da caffè OCS, impianti di erogazione e dispensing, materiali di complemento per il vending (articoli monouso, bustine zucchero, ecc.) e servizi vari. Una terza sezione è dedicata, infine, alle aziende fornitrici di food & beverage (caffè e bevande calde, acqua e bevande fredde, snack dolci e salati) che operano nel settore. Per scaricare la GuidaOnLine: www.beverfood.com/downloads/guidaonline-vending-ocs-italia/
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DOPO LE PALETTE IN LEGNO È ARRIVATO IL TURNO DELLE CANNUCCE IN CARTA I bicchieri in polistirolo (in uso nel vending) e le bottiglie in PET, non sono state messi al bando, come sembrano dimenticarsi un sacco di locazioni pubbliche ma dal 2021 tre prodotti in plastica presenti nella distribuzione automatica, se non ci saranno cambi di rotta, dovranno essere sostituiti con altri materiali. Quindi palette, cannucce e posate avranno ancora alcuni mesi di relativa tranquillità, prima che la direttiva europea faccia il suo corso. Se per le posate non si avverte particolare preoccupazione nel settore, visto che sono presenti in prodotti come yogurt, dessert, insalate e piatti pronti, che non hanno un impatto così importante nelle vendite, il discorso molto diverso per le cannucce, utilizzate nel vending in tutti i prodotti nel formato brick. Fortunatamente è stata confermata la news che Tetra Pak ha sviluppato una nuova cannuccia in carta certificata FSC, che può essere riciclata insieme al resto della confezione. Inoltre, l'azienda investirà 80 milioni di euro nei triennio 2019/21 specificatamente in cannucce di carta, tappi solidali alle confezioni e altre soluzioni destinate a sostituire le cannucce in plastica di origine fossile.
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CARIMALI FESTEGGERÀ AD HOST I SUOI 100 ANNI DI VITA Carimali, l’azienda bergamasca che produce ed esporta in tutto il mondo macchine per caffè professionali, festeggia quest’anno il centenario dalla sua fondazione, avvenuta nel 1919 a Milano in Via Ripa Ticinese con Angelo Carimali. Un secolo di attività è un traguardo davvero notevole che poche aziende riescono a raggiungere ed è giusto celebrare con diverse iniziative questa ricorrenza. Il 23 ottobre, subito dopo HOST (i festeggiamenti inizieranno proprio lì), sarà infatti organizzato a Bergamo un convegno internazionale: “Go higher, look further: a peek into coffee’s future” e un tour dell’azienda a Chignolo d’Isola.
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IL VENDING AMPLIA I SUOI ORIZZONTI. SERIM GESTIRÀ PER 20 ANNI UN MERCATO COMUNALE Una delle storiche strutture comunali di Milano, il mercato coperto di viale Zara, nel Quartiere Isola (uno dei più interessanti e vitali della città), sarà completamente rinnovato trasformandosi in un centro polifunzionale dedicato all'alimentazione. Il gestore unico della struttura per i prossimi venti anni sarà Serim, attraverso la controllata Mediolana. Fantavending era presente all'evento di presentazione del progetto al quale hanno partecipato il Presidente di Serim Bruno Mazzoleni, il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala e l'Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio, Cristina Tajani. Il messaggio è chiaro: la distribuzione automatica è un'eccellenza italiana ed è in grado di svolgere un servizio a 360 gradi in tempi estremamente ridotti. Una gestione è quindi il partner ideale ed efficiente per un progetto di aggregazione dei residenti sulla cultura del cibo.
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REGNO UNITO, LA NOTA CATENA ICELAND FA RETROFRONT SUL PLASTIC FREE Negli scorsi mesi Iceland, una nota catena di supermarket britannica, aveva messo al bando la plastica, compresi gli imballaggi della frutta, sull'onda emotiva della crociata antiplastica. Ebbene pochi mesi dopo è dovuta tornare indietro. L’Amministratore Delegato dell’azienda ammette, citando l'esempio delle banane, che almeno il 20% del prodotto è andato a male prima della vendita e che molti imballaggi in carta non hanno retto. In più, usare materiali alternativi costa troppo e ciò diventa un onere non sostenibile per i cittadini a basso reddito. Per cui ha ricomprato gli imballaggi in plastica (10 milioni di pezzi all'anno per le sole banane) e si è scusato per questa mossa avventata. Del resto i risultati del primo trimestre erano chiari: molto prodotto perso, un rialzo del prezzo e un conseguente calo delle vendite del 20%, un disastro da correggere al più presto.
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PERFETTI VAN MELLE ASSUME NUOVO PERSONALE E PRESENTA IL NUOVO PARTNER AMICA CHIPS Perfetti Van Melle prosegue il suo percorso di crescita e annuncia di avere diverse posizioni lavorative aperte in Italia. Attualmente sono circa 18.000 i dipendenti che lavorano per il gruppo dolciario nel mondo. L'attuale ricerca di diverse figure professionali include le seguenti posizioni: - Account Executive (Selection ADV Agency) – Milano - Financial Controller Intern – Lainate - Responsabile Team di Vendita – Torino, Cuneo, Asti, Valle d’Aosta - Collaboratore di Vendita – Messina e provincia, Agenti di Commercio – Province di Alessandria, Pavia, Bari, Barletta, Salerno, Avellino, Benevento, Lecce, Brindisi, Taranto, Savona, Imola, Carrara, Agrigento, Enna, Caltanissetta, Cagliari, Oristano, Sassari, Olbia-Tempio, Nuoro, Milano, Cosenza, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia. Tutto lo staff vending di Perfetti Van Melle si è trovato questa estate a Giardini Naxos (ME) per il meeting annuale, dove è stato presentato il nuovo partner Amica Chips.
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L'accordo di collaborazione commerciale è ufficialmente partito lo scorso 2 settembre e prevede che la distribuzione dei prodotti a marchio Amica Chips nel canale vending vengano concessi in esclusiva a Perfetti.
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DIGISOFT ACQUISTA IL PRIMO FORNITORE DI SOFTWARE VENDING FRANCESE Digisoft Spa, storica realtà nel mondo della Distribuzione Automatica italiana e internazionale, e Distrilog Sarl, società di spicco nella fornitura di software verticali per il vending in Francia, hanno annunciato al mercato un grande nuovo inizio insieme: Digisoft Spa ha acquisito il 100% del capitale sociale di Distrilog con l’obiettivo di costituire il primo e più importante polo di fornitori di software e soluzioni informatiche per il Vending. L'unione delle due società servirà oltre 600 operatori del vending, con uno staff di 70 persone ed un volume di affari di 12 milioni di euro. I target strategici di questa importante operazione sono sintetizzabili in 3 punti principali: - Internazionalizzare l’offerta espandendone i confini sia geograficamente che funzionalmente. - Costituire il polo R&D di riferimento che guidi il mercato del vending nel processo di digitalizzazione ed automazione dei processi di business -Sviluppare servizi e prodotti altamente scalabili e rafforzare il know how nel settore di riferimento. La complementarietà delle attuali offerte consentirà la crescita esponenziale su mercati nuovi e già presidiati e una rapida evoluzione tecnologica per proporre soluzioni innovative al mercato globale del vending del futuro.
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I SUCCHI DI FRUTTA SUPERANO BRILLANTEMENTE LE ANALISI DI SALUBRITÀ Anche questa estate, in concomitanza con il periodo di maggior consumo di succhi di frutta, molti social media si sono scatenati chiedendosi se facciano davvero bene, tra pesticidi, micotossine e zuccheri, visto che sono consumati spesso dai bambini... Ebbene una rigorosa analisi de "Il Salvagente", noto mensile dei consumatori, li scagiona completamente. Le analisi hanno riguardato la presenza di elementi potenzialmente dannosi per l’organismo, pesticidi e sostanze chimiche in primis, ma anche la contaminazione di tossine e la quantità di zucchero. Sono stati esaminati dieci delle principali marche presenti negli scaffali dei supermarket. I risultati complessivi non sono allarmanti, anche nei succhi di frutta analizzati che hanno evidenziato tracce di sostanze sconsigliabili (fitofarmaci, tossine, ecc), le quantità rilevate sono talmente basse da non destare alcuna preoccupazione.
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ARRIVA MILA SKYR CON LATTE FIENO 100% DELL’ALTO ADIGE La cooperativa Mila – Latte Montagna Alto Adige, ha realizzato lo Skyr con il prezioso Latte Fieno STG 100% dell’Alto Adige, come indicato dal bollino sulla confezione. Il Latte Fieno è un prodotto di altissima qualità e dal sapore intenso, proveniente da bovine nutrite solo con erba fresca, fieno e piccole quantità di cereali, rinunciando completamente agli OGM e agli insilati (foraggi fermentati). Mila Skyr è una specialità a base di latte prodotta secondo un’antica ricetta islandese; contiene lo 0% di grassi e tantissime proteine ed è perfetto per chi cerca un’alternativa al classico yogurt. Dalla consistenza compatta e cremosa, Mila Skyr è ideale per chi ama stare in forma, per chi segue un’alimentazione sana ed equilibrata e per le persone attive e sportive. Perfetto a colazione, come spuntino energetico o come pasto sostitutivo dopo lo sport. Mila Skyr è disponibile in 8 referenze: le due novità Fragola e Caffè, Mango - Passion Fruit, Vaniglia, Bianco naturale, Albicocca, Lampone, Mirtillo nero. Mila Skyr è distribuito da Dispensa Zaniboni www.dispensazaniboni.it
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DISTRIBUTORI AUTOMATICI LOMBARDIA PRIMA PER NUMERO DI ATTIVITÀ Sono oltre 6.000 le attività legate al vending in Italia, tra sedi (3.620) e unità locali (2.676), e crescono del 4,1% in un anno e del 17,7% in cinque, grazie soprattutto all’apertura di nuove unità locali mentre le sedi di impresa restano stabili rispetto al 2018 e aumentano dell’1% dal 2014, passando da 3.588 a 3.620. È quanto emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese al secondo trimestre 2019, 2018 e 2014. Secondo CONFIDA, l’associazione italiana della distribuzione automatica, nell’ultimo anno è cresciuto anche il fatturato del settore (+ 4,7%) che ha sfiorato i 4 miliardi di euro, così come le vending machine installate nel nostro Paese hanno superate le 822 mila unità (822.175, + 1,4%) e le consumazioni si sono attestate a 12 miliardi. La Lombardia è la prima regione italiana per numero di attività nel settore, con 877 tra sedi di impresa e unità locali (di cui 525 sedi) e un peso del 13,9% sul totale nazionale. Milano ne concentra 353, seguita da Brescia (84, +1,2% in un anno), Bergamo (80, +9,6%) e Monza e Brianza (76, +2,7%). Varese è quinta con 62 attività (+3,3%). In cinque anni in forte crescita Lodi (+30,4%) e Cremona (+26,3%). A livello nazionale, Roma con 431 attività, 6,8% del totale italiano, Milano con 353 (5,6%) e Torino con 306 (4,9%) sono i primi tre territori per concentrazione, seguiti da Bari, Napoli, Cagliari, Taranto, Genova, Lecce e Firenze. Tra i primi dieci territori, crescono in un anno soprattutto Bari (+13,4%), Taranto (+12%) e Firenze (+8,9%). In cinque anni maggior aumento a Taranto (+211,8%), Bari (+125,2%) e Lecce (+80%). “Il settore della distribuzione automatica – Massimo Trapletti, Presidente di CONFIDA Associazione Italia Distribuzione Automatica, conferma i dati della Camera di Commercio – è un settore dinamico e in crescita in cui l’Italia è leader a livello europeo. Gli sforzi delle aziende del settore sono attualmente orientate all’innovazione tecnologica delle vending machine che oggi iniziano ad essere connesse, dotate di touch screen per una migliore esperienza d’acquisto del consumatore e di pagamenti cashless (APP, carte di credito, ecc). Ma l’impegno dell’intero comparto si sta orientando anche e soprattutto verso la qualità e la varietà dei prodotti alimentari offerti e verso la sostenibilità. La nostra associazione ha dato vita insieme al Consorzio Corepla al progetto RiVending che prevede la raccolta e il riciclo di tutta la plastica di bicchierini e palette del caffè che viene reimmessa nella produzione di altri bicchierini e palette dando vita così ad una perfetta economia circolare”.
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SECONDO UNO STUDIO L'83% DELLE BORRACCE È CONTAMINATO DA STAFILOCOCCHI O E-COLI Uno studio pubblicato sul Journal of Excercise Physiology Online, dopo aver analizzato campioni di borracce o bottiglie di persone che si allenavano in palestra, ha scoperto che l’83% dei contenitori era contaminato da stafilococchi o E-coli. Il motivo è semplicissimo: l’acqua e l’umidità sono un vero e proprio paradiso per invisibili alghe, funghi, muffe, batteri, spore e altro ed è dimostrato che una semplice sciacquata non basta per rimuove germi e batteri. Per evitare tutto ciò, tutti i giorni le borracce vanno lavate con acqua calda, detersivo (va bene quello per i piatti), risciacquata più volte e lasciata asciugare. Non c'è altro modo. Ogni borraccia ha una vita media -espressa in ciclo di lavaggi- quindi, passato questo termine, va sostituita con un'altra.
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019
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SPINEL AD HOSTMILANO 2019 Spinel, in qualità di ambasciatrice del Made in Italy nella produzione di macchine da caffè espresso in cialda e capsula, sarà presente ad Host, l’importante appuntamento internazionale dedicato al mondo della ristorazione ed accoglienza che si terrà a Rho-FieraMilano dal 18 al 22 Ottobre 2019. Spinel è da sempre attenta ai temi dell’ecologia e dell’ambiente: la scelta di componenti di lunga durata, gli accorgimenti tecnici per ridurre il consumo di energia elettrica, l’impianto fotovoltaico che copre più del 50% del fabbisogno aziendale, sono alcuni esempi concreti che confermano la filosofia produttiva nel segno della sostenibilità. Allo stesso modo, Spinel è attenta a cogliere nuove tendenze del mercato e rispondere prontamente alle esigenze degli operatori professionali: Host sarà l’occasione per presentare i suoi “gioielli” di innovazione e tecnologia industriale. CIAO si colorerà per adattarsi ad ogni ambiente e gusto ed avrà anche una veste total inox, per sedurre il consumatore alla ricerca di un look sempre più raffinato. Inoltre, CIAO con gruppo caffè in capsula garantirà le stesse prestazioni della versione in cialda. La nuova PINOCCHIO elettronica avrà di serie interruttori a membrana, termostato elettronico per la regolazione della temperatura, dosatura caffè corto/lungo temporizzata e sistema Energy Saving.
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A completamento della gamma BYE, ci saranno le versioni anche per i formati di capsule Lavazza Blue* e A Modo Mio*. Ampio spazio sarà dato ai modelli JESSICA e JASMINE, macchine per il settore Ho.RE.Ca. rese sempre più performanti con innovative soluzioni tecnologiche e accattivanti grazie alle nuove proposte di colori. Per scoprire tutte le novità e per risvegliare tutti i vostri sensi, visitate l’area Spinel presso il Pad. 22 Stand K15. (*) I marchi Lavazza Blue e A Modo Mio non appartengono a Spinel srl né ad aziende ad essa collegate.
VENDITALIA 2020 A SANA BOLOGNA L’edizione 2019 di SANA, svoltasi a BolognaFiere da venerdì 6 a lunedì 9 settembre, ha visto la presenza anche di VENDITALIA, con uno spazio all’interno della sezione SANA Food, la nuova area della manifestazione dedicata all’intera gamma di alimenti biologici e naturali che il mercato ha da offrire, alle ultime innovazioni e tendenze naturali in evoluzione. Un luogo dedicato anche agli incontri con gli operatori professionali: grande distribuzione, dettaglio specializzato, HoReCa e buyer internazionali. Il mondo dei distributori automatici sta sempre più guardando con attenzione ai prodotti biologici. L’ultimo studio di settore di Confida, realizzato in collaborazione con Accenture, ha evidenziato come il consumatore sia sempre più consapevole ed esigente e come stia orientando progressivamente le sue scelte verso prodotti bio, con meno zuccheri, a km zero e freschi ove possibile. La presenza a Sana si inserisce in un percorso di promozione della manifestazione che vedrà la mostra fare tappa anche ad Anuga, Host, Ecomondo, Sigep e Biofach. VENDITALIA a Sana è stata anche occasione per la presentazione della nuova immagine, già on air attraverso il sito www.venditalia.com.
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MOKADOR, 100% SOSTENIBILE Mokador nasce nel 1967 da un’idea di Domenico Castellari, che cominciò la sua attività con una bottega artigianale e, da allora, non ha smesso di crescere. Oggi questa solida realtà aziendale è nelle mani del figlio Matteo e conta più di 40 dipendenti e 30 agenti commerciali esclusivi; si estende su due stabilimenti entrambi collocati a Faenza, uno dedicato al canale Ho.Re.Ca. e uno al canale Vending, con una superficie di 5.000 metri quadrati dove si lavorano circa 1 milione e 200mila kg di caffè ogni anno. L’OCS e il vending sono i canali dedicati al caffè per gli uffici e le famiglie per cui Mokador produce, da oltre venti anni, cialde, capsule e grani studiati appositamente per i distributori automatici. La linea Mokador delle cialde ha un range di prodotti completa, che può soddisfare qualsiasi esigenza. I confini di Mokador si sono estesi al di fuori dell’Italia, portando il proprio caffè nel cuore dell’Europa, con uno sviluppo in crescita verso i Paesi dell’Est europeo. La partecipazione di Mokador ad alcune delle più importanti fiere del settore, ultime delle quali svoltesi a Londra, Amburgo e Parigi, rappresenta un ulteriore trampolino di lancio verso nuovi partner e progetti di sviluppo. LA SOSTENIBILITÀ PER MOKADOR Per Mokador è fondamentale il concetto di sostenibilità e rispetto dell’ambiente. Infatti l’azienda faentina si è impegnata per portare questo concetto nel canale Vending. Dal 2018 Mokador ha introdotto nella propria gamma di prodotti la cialda realizzata in carta filtro compostabile, ottenendo così la certificazione DIN CERTCO per cialda compostabile, riconoscimento internazionale valido per tutte le cialde caffè Mokador in tutti i formati distribuiti. È questo un grande traguardo per l’azienda che potrà da adesso in avanti comunicare che le proprie cialde sono 100% COMPOSTABILI, nel pieno rispetto dell’ambiente.
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Il termine compostabile va distinto dal termine biodegradabile. Un materiale è detto compostabile quando in seguito alla sua degradazione, naturale o industriale, si trasforma in compost. Materie organiche (come ad esempio residui di giardinaggio e scarti di cucina), decomposte in condizioni particolari da macro e microrganismi, si trasformano in una sostanza simile al terriccio che viene generalmente utilizzata per la concimazione in agricoltura o per il rinvaso di fiori e piante. La sua ricchezza di elementi organici, infatti, migliora la struttura del suolo e la disponibilità di elementi nutritivi. Qual è la differenza fra biodegradabile e compostabile? Per essere definito biodegradabile, la direttiva stabilisce che il prodotto biodegradabile deve decomporsi del 90 percento entro 6 mesi. Mentre, per essere definito compostabile, il prodotto deve disintegrarsi in meno di 3 mesi e non essere più visibile, inoltre i residui non devono presentare rischi di ecotossicità. Inoltre, nel portare avanti la filosofia sostenibile, Mokador ha da poco ricevuto l’attestato ENERGIA VERDE 100% CERTIFICATA, il quale dimostra che l’energia che Mokador acquista dall’esterno (circa il 75% dell’energia totale utilizzata all’interno dei propri stabilimenti) proviene da fonti rinnovabili, contribuendo così alla sostenibilità dell’ambiente. Il restante 25% dell’energia utilizzata è invece autoprodotta attraverso i pannelli fotovoltaici installati sin dal 2010 e situati su entrambi gli stabilimenti della torrefazione faentina. Mokador è una realtà 100% straordinaria e sostenibile!
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MONDO ASSOCIAZIONE
VIAGGIO DENTRO CONFIDA
NEGLI ULTIMI ANNI L’ASSOCIAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA, CONFIDA, HA VISSUTO UNA CRESCITA IMPORTANTE IN TERMINI DI ASSOCIATI CHE OGGI HANNO RAGGIUNTO LE 523 IMPRESE (DI CUI NEGLI ULTIMI DUE ANNI PIÙ DI 100 NUOVE) E DI SERVIZI OFFERTI: DALLA CONSULENZA STRUTTURATA ATTRAVERSO 8 SPORTELLI ALLA FORMAZIONE, DAGLI EVENTI ALLE RICERCHE DI MERCATO, DALLE CONVENZIONI ALLE CERTIFICAZIONI DI QUALITÀ. ANCHE IL TEMA DELLA SOSTENIBILITÀ HA AVUTO UN GRANDE SVILUPPO E SOPRATTUTTO L’ASSOCIAZIONE STA FACENDO UN GRANDE SFORZO PER POTENZIARE LA COMUNICAZIONE SIA INTERNA 28
VERSO GLI ASSOCIATI SIA VERSO L’ESTERNO VALORIZZANDO GLI ASPETTI POSITIVI DEL SETTORE E CONTRIBUENDO A MIGLIORARE L’IMMAGINE DEL VENDING. QUESTE NOVITÀ HANNO DATO SLANCIO ALL’ATTIVITÀ ASSOCIATIVA: GLI APPUNTAMENTI, INCONTRI E RIUNIONI DI CONFIDA SONO SEMPRE MOLTO FREQUENTATI. PER QUESTO DA ITALIA HA VOLUTO FARE UN VIAGGIO DENTRO L’ASSOCIAZIONE PER CONOSCERLA MEGLIO E CAPIRE COME È CRESCIUTA IN QUESTI ANNI E COME SI EVOLVERÀ NEI PROSSIMI. A FARCI DA GUIDA IN QUESTO VIAGGIO È MICHELE ADT CHE DA TRE ANNI NE È IL DIRETTORE.
• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019
A tre anni di distanza da quando sei
tare tante aziende del settore e di cono-
Quali sono i principali obiettivi che ti sei
entrato in questo settore, le tue “prime
scere e lavorare con molti imprenditori
posto appena arrivato e quali ti poni per
impressioni” sono state confermate?
ed esperti della distribuzione automatica
l’immediato futuro? I principali obiettivi
E quali caratteristiche del vending ti
e devo dire che da loro ho imparato molto
che tre anni fa avevamo condiviso col pre-
hanno invece sorpreso di più? Quello
e imparo qualcosa di nuovo ogni giorno.
cedente Consiglio Direttivo di CONFIDA
col vending e con CONFIDA stato un po’
Il vending ha tantissimi pregi, molti dei
erano: far crescere l’associazione sia in
un “amore a prima vista”. Fin da subito
quali sono però visibili solo “da dentro”: è
termini di numero di associati ma anche
sono rimasto colpito sia dalla tecnologia
proprio vero quello che si dice che fin che
e soprattutto in termini di servizi erogati.
dei distributori automatici sia dall’orga-
non ti interessi a questo settore non sai
E poi difendere il settore da leggi che
nizzazione che sta dietro al servizio. In
quello che “sta dietro ad un distributore
potessero danneggiarlo e infine miglio-
questi tre anni ho avuto la fortuna di visi-
automatico”.
rare l’immagine esterna del vending che
MONDO ASSOCIAZIONE CONFIDA
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019
era stata un po’ offuscata da una propaganda politica e ideologica negativa. A partire dal 2018, con l’elezione del Presidente Massimo Trapletti e col nuovo Consiglio Direttivo, questi temi sono stati integrati in un dettagliato Programma quadriennale per gli anni 2018 – 22 con obiettivi molto ambiziosi che con l’auto di tutti stiamo portando avanti. CONFIDA vuole valorizzare il vending italiano facendolo diventare sempre più un punto di riferimento internazionale. Da qui il nostro rinnovato impegno all’interno dell’associazione europea EVA perché siamo sempre più consci che, come nel caso della Direttiva Europea sulla Plastica Monouso o anche delle norme che regolano la costruzione delle macchine, ormai molte delle legislazioni che impattano sul nostro settore nascono a Bruxelles. Vogliamo inoltre valorizzare la nostra fiera Venditalia che è la manifestazione più importante del settore a livello internazionale. Dobbiamo proseguire con sempre maggior impegno nella difesa del nostro settore troppo spesso messo in difficoltà da legislazioni dannose e nel contempo cogliere oppor-
tunità di agevolazioni fiscali, come è stata quella dell’iperammortamento destinato alle vending machine interconnesse. Ci siamo anche impegnati a migliorare l’immagine del vending soprattutto nei confronti del consumatore finale. Molte opinioni negative sul vending, infatti, nascono dalla scarsa conoscenza del nostro settore. Vogliamo valorizzare gli aspetti d’eccellenza del nostro comparto: la tecnologia, il servizio, la qualità dei prodotti, la competenza e specializzazione delle nostre imprese. Abbiamo inoltre potenziato le relazioni con gli stakeholder sia istituzionali (Comuni, Regioni, Istituzioni Nazionali) sia con le altre associazioni. Il vending non deve rimanere isolato: deve invece fare squadra con altre rappresentanze di altri settori che hanno specifici interessi in comune col nostro. Un bell’esempio di queste collaborazioni è il lavoro svolto insieme a Federazione Gomma Plastica e con Corepla per dar vita al progetto RiVending e quello con Assobibe, Mineracqua e Italgrob per la difesa delle nostre imprese da legislazioni locali dannose. Su questo andremo avanti.
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MONDO ASSOCIAZIONE CONFIDA
Quali sono i progetti su cui state lavorando o lavorerete nei prossimi mesi? Stiamo svolgendo uno studio molto importante con l’aiuto di un gruppo di lavoro formato da ingegneri, informatici e gestori del nostro settore e con la consulenza del Dipartimento di Elettronica Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano sui protocolli informatici di comunicazione del vending. Le esigenze del cosiddetto vending 4.0 impongono infatti di ripensare ai protocolli del nostro settore che ormai hanno parecchi anni e limitato l’ulteriore sviluppo delle nostre tecnologie. Sempre sul tema delle tecnologie abbiamo ancora alcuni mesi per approfittare del cosiddetto iperammortamento al 270% per le vending machine interconnesse. Per aiutare le aziende associate abbiamo dato vita ad una convenzione con l’ente certificatore ICIM che fornisce ai nostri associati una consulenza gratuita e delle perizie tecniche a costi agevolati. Il 21 ottobre presso la fiera Host a Milano terremo un incontro dal titolo “Il beneficio dell’iperammortamento per le vending machine” a cui par-
teciperanno gli esperti di ICIM per fornire maggiori informazioni agli associati. A fine novembre organizzeremo invece a Roma presso Confcommercio gli Stati Generali del Vending che affrontano i più stringenti temi di attualità con la partecipazione di esponenti politici ed esperti del settore. Dal punto di vista legislativo stiamo monitorando i primi passi del nuovo Governo per capire come si muoverà in particolare sui temi della plastica, del fisco (dall’IVA alle scongiurabili proposte di tassare merendine e bevande zuccherate). L’autunno è per CONFIDA anche il periodo dedicato ai territori. Insieme al Presidente delle Imprese di Gestione Pio Lunel stiamo incontrando tutti le imprese di gestione associate nelle Delegazioni Territoriali. Questi incontri sono da un lato un momento di informazione degli associati su tematiche di attualità per il settore ma rappresentano anche un’eccezionale opportunità di ascolto delle esigenze delle aziende dei singoli territori. Anche le Commissioni Tecniche stanno portando aventi i propri lavori. Solo per fare un esempio, la Com-
missione Comunicazione sta realizzando, con l’aiuto di primarie società di ricerche, un monitoraggio sulla reputazione del settore che sarà la base di una campagna sulla qualità del vending che verrà lanciata il prossimo anno. Infine è da poco partita la promozione di Venditalia 2020 che quest’anno si terrà dal 20 e al 23 maggio nella nuova sede espositiva di Rho Fiera. L’aumento della base associativa è uno dei principali indicatori del buon andamento di Confida. Sei soddisfatto dei risultati raggiunti in questi tre anni? Devo dire di sì. Si può sempre fare meglio ma i risultati di questi anni sono decisamente soddisfacenti anche perché la crescita ha coinvolto tutti i settori merceologici degli associati. Il risultato più rilevante è certamente la crescita del numero delle imprese di gestione associate: dal 2017 sono entrate in CONFIDA 70 nuove aziende di gestione. Oggi l’associazione rappresenta un’ampia maggioranza delle aziende del settore e tra le prime 100 società del settore si contano sulle
MONDO ASSOCIAZIONE CONFIDA
dita di una mano quelle non associate a CONFIDA. Tuttavia la crescita ha coinvolto anche il Gruppo Merceologico delle aziende alimentari. Sono entrati o rientrati in associazione grandi brand dell’industria alimentare ma anche piccole e medie imprese d’eccellenza, aziende che producono prodotti nuovi per la distribuzione automatica (si pensi ad esempi alla frutta secca che nel canale del vending cresce a doppia cifra da tre anni). Un altro successo di questi anni è stato il rilancio del Gruppo Giovani di CONFIDA che oggi, guidato dal Presidente Roberto Pace, ha raggiunto i 72 iscritti ed è molto attivo in progetti e iniziative. Le attività associative, sotto la tua direzione, hanno avuto un importante impulso. Quanto è importante organizzare convegni ed eventi di qualità? Credo sia molto importante sia per gli associati sia per gli interlocutori esterni. Gli eventi interni per gli associati, penso agli Stati Generali o ai convegni organizzati in occasione dell’Assemblea Generale o di Venditalia sono un’occa31
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sione di approfondimento di tematiche tecniche o politiche dell’associazione e del settore. Quelli aperti agli stakeholder esterni, come quello organizzato in collaborazione col Sole24Ore lo scorso maggio, sono invece un’occasione per spiegare il nostro settore, farne vedere e apprezzare le evoluzioni tecnologiche, di servizio e il costante impegno delle aziende del settore nel miglioramento della qualità offerta a clienti e consumatori. Questi sforzi vanno comunicati perché non sempre gli interlocutori esterni li percepiscono. Infine abbiamo organizzato anche eventi esterni dedicati a target specifici di interlocutori come quello in Senato lo scorso aprile mirato ad aprire un dialogo e far sentire le opinioni e le richieste del settore ai decisori (membri delle commissioni Ambiente e Industria di Parlamento e Senato) che saranno chiamati a recepire in Italia la Direttiva Europea sulla Plastica.
ultimi anni abbiamo riprogettato completamente il sito internet dell’associazione che oggi è ricco di informazioni e strumenti, utilizziamo costantemente quattro socialmedia (Facebook, Linkedin, Twitter e Youtube), inviamo agli associati una newsletter (“Infonews”) puntuale sulle novità del settore e realizziamo una Guida Associativa per orientare gli associati tra i servizi che offre CONFIDA. Per quanto riguarda l’esterno abbiamo potenziato l’attività di ufficio stampa e oggi abbiamo un flusso costante di informazioni (nello scorso anno 383 articoli, in media più di uno al giorno) che tramite giornali cartacei e online arrivano all’opinione pubblica e che valorizzano gli aspetti positivi del nostro settore.
accompagnare l’implementazione di questa riforma. Negli scorsi anni CONFIDA, con l’aiuto di una delegazione di associati, ha lavorato nel tavolo tecnico con l’Agenzia delle Entrate da cui è emersa la soluzione tecnica finale per l’invio telematico dei corrispettivi. Successivamente ci siamo concentrati soprattutto sulla consulenza e assistenza agli associati attraverso incontri sul territorio con L’Agenzia delle Entrate, newsletter dedicate, video informativi, consulenza continuativa attraverso uno Sportello dedicato e un’area riservata sul sito internet dell’associazione. Il lavoro non è finito perché come è noto la soluzione tecnica in uso è “transitoria” mentre una soluzione “a regime” verrà attivata dal 2023.
Comunicare sia all’interno che all’esterno dell’Associazione è fondamentale. Quali attività ha svolto Confida in questo ambito? Oltre agli eventi, negli
Ti sei trovato in Confida in un periodo molto complicato per il settore del vending, dalla memorizzazione ed invio dei corrispettivi, alla plastica monouso. Cosa può fare e cosa ha fatto l’associazione per questi grandi temi? Sulla memorizzazione dei corrispettivi l’associazione è impegnata da diversi anni per
Come stanno funzionando gli otto sportelli Confida? Un anno fa abbiamo dato vita a 8 Sportelli (Legislazione d’Impresa, Fiscale, Sicurezza, Igiene e sicurezza alimentare, Impresa 4.0, Privacy, Corrispettivi e Normativa Appalti e Concessioni) che rappresentano le 8 materie in cui l’associazione fornisce consulenza agli
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associati. Questa attività è coordinata da Michele Evolvi e dietro ad ognuno di questi Sportelli c’è un consulente di CONFIDA esperto in materia. Direi che stanno funzionando bene ma occorre promuoverli ancora in modo che tutti gli associati possano percepire il valore di questa consulenza e ne possano usufruire. Ad oggi gli sportelli più utilizzati sono “Legislazione d’Impresa”, “Corrispettivi”, “Fiscale” e “Norma Appalti e Concessioni”. La formazione professionale svolta da Confida ha avuto ottimi riscontri. Proseguirete con l’impegno anche nei prossimi anni? Sì la formazione professionale, partita all’inizio del 2017, ha avuto un grande successo ed è cresciuta in questi tre anni. Ogni anno, a dicembre, sottoponiamo agli associati un questionario sui fabbisogni formativi e con le risposte costruiamo l’offerta di corsi. I corsi sulle vendite e sulla gestione del personale sono quelli maggiormente apprezzati, seguiti dai corsi sul digitale, ma ogni anno cerchiamo di introdurre qualche tema nuovo come è stato lo scorso anno
per i corsi sulla qualità del caffè e sul marketing category e quest’anno sul controllo di gestione al fine di arricchire il nostro catalogo. L’aspetto positivo di questi corsi è senza dubbio il rapporto qualità / prezzo. Per CONFIDA l’attività di formazione è un servizio che offre unicamente ai suoi associati e non una fonte di ricavi. Con quest’ottica ci concentriamo prima di tutto sulla qualità dei docenti e poi sul prezzo che deve essere contenuto e competitivo. Accanto alla formazione d’aula abbiamo una piattaforma digitale che offre gratuitamente ai soli associati la possibilità di seguire dei brevi video corsi tecnici, sul caffè, sulle vendite e le risorse umane e sul digitale. Dell’area formazione di CONFIDA si occupa Federica Bertoglio.
utilizzate sono quelle sulla benzina, sui veicoli commerciali (furgoni), le assicurazioni e i servizi di logistica e spedizioni ma abbiamo convenzioni anche per i servizi di ricerca e selezione del personale, l’abbigliamento da lavoro, hotel, noleggio auto e tantissime altre. Il nostro sforzo è soprattutto diretto alle moltissime piccole e medie imprese del settore affinché trovino, nelle convenzioni, anche un piccolo vantaggio economico dall’essere iscritti a CONFIDA oltre ai benefici in termini di informazione, formazione e consulenza. Di questa attività di occupa Patrizia Casonato.
Le Convezioni che Confida offre ai suoi associati sono attrattive? Anche per questo servizio cerchiamo prima di tutto di capire i prodotti e i servizi che i nostri associati acquistano maggiormente per proporre convenzioni a prezzi vantaggiosi. Certamente le più apprezzate e
Qual è l’impegno della associazione in materia di sostenibilità ambientale? Il tema della sostenibilità ambientale è sempre più importante per imprese, clienti e consumatori. Nell’ultimo anno in particolare la forte campagna mediatica legata alla lotta alla plastica e quella sulle emissioni e sui cambiamenti climatici hanno dato un’accelerata a questo processo aumentando la sensibilità dell’opinione pubblica. Le imprese
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019 non possono più ignorare questo aspetto. CONFIDA fin dal 2014 ha dato vita ad un progetto chiamato “Vending Sostenibile” (www.vendingsostenibile.com) portato avanti da una Commissione in cui gli associati si confrontano sui temi della sostenibilità e mettono in comune le buone prassi. Dall’inizio del 2018, a seguito della pubblicazione della Strategia Europea sulla Plastica e poi della Direttiva Europea sulla Plastica Monouso, ci siamo concentrati su questo argomento. Purtroppo questo tema è stato affrontato non sotto il profilo scientifico ma sotto quello ideologico. La Direttiva Europea è stata pubblicata a giugno e fornisce indicazioni precise su quali prodotti dovranno essere sostituiti, quali ridotti e quali modificati indicando i tempi necessari (già molto brevi) all’industria che produce questi prodotti e alle imprese che li utilizzano per adeguarsi. La Direttiva Europea, tuttavia, per applicarsi al nostro Paese necessita di una legge nazionale di recepimento che l’Italia non ha ancora promulgato. In questo momento di “vuoto normativo” le Amministrazioni locali italiane (Comuni, Regioni ecc), spinte dalla forte campagna mediatica, hanno dato vita ad una serie di ordinanze “plastic free” i cui contenuti sono spesso in conflitto con la Direttiva stessa: ad esempio aboliscono prodotti come i bicchieri e le bottigliette in plastica che la Direttiva non vieta oppure anticipano i tempi della Direttiva. Queste ordinanze, secondo un parere legale che abbiamo richiesto, sono illegittime. A conferma della nostra posizione, in alcune regioni (Sicilia, Puglia, Abruzzo) sono partiti i primi ricorsi ai tribunali amministrativi che hanno portato a sospensive delle ordinanze. Nel contempo CONFIDA, insieme a COREPLA e Unionplast, ha dato vita al progetto RiVending (www.rivending.eu), un “ciclo chiuso” di raccolta e riciclo di bicchierini e palette di plastica dei distributori automatici. Il progetto è già attivo a Parma e presto esteso ad altre provincie italiane. È l’unico progetto che può definirsi “zerorifiuti” perché la plastica di bicchierini e palette gettati dopo l’utilizzo nell’apposito contenitore del RiVending viene riciclata e reimmessa nel ciclo produttivo di nuovi prodotti. 34
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NORMATIVA
DIRETTIVA UE SULLA PLASTICA. FACCIAMO CHIAREZZA
LA DIRETTIVA EUROPEA SULLA PLASTICA, APPROVATA NEGLI SCORSI MESI, INDIVIDUA MISURE DI MESSA AL BANDO, RIDUZIONE DI CONSUMO E DI RICICLO PER ALCUNI TRA I PIÙ UTILIZZATI PRODOTTI MONOUSO IN PLASTICA. L’INTENTO DELLA DIRETTIVA È RIDURRE L’INQUINAMENTO AMBIENTALE E IN PARTICOLARE MARINO, OBIETTIVO NOBILE E CONDIVISIBILE, MA CHE DEVE ESSERE AFFRONTATO CON RAZIOCINIO, ANALIZZANDO IL PROBLEMA ANCHE DA ALTRI PUNTI VISTA. CI SONO AMBITI E SETTORI IN CUI LA SOSTITUZIONE IMPROVVISA E NON PONDERATA 36
DEGLI IMBALLAGGI DI PLASTICA CON MATERIALE ALTERNATIVI, PUÒ CREARE NOTEVOLI PROBLEMI, SIA IN TERMINI DI SICUREZZA ALIMENTARE CHE OCCUPAZIONALI. L’ITER DELLA NORMATIVA HA SUBITO NEI MESI SCORSI NON POCHI RALLENTAMENTI E RIPENSAMENTI, IL CHE HA COMPORTATO L’INTERVENTO DEL MEDIATORE EUROPEO, CHE HA AVVIATO UNA PROCEDURA PER INVESTIGARE SU PRESUNTE LACUNE E PREGIUDIZI NELLA PREPARAZIONE DELLA DIRETTIVA DA PARTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA.
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LE AZIENDE PRODUTTRICI E IL GOVERNO SI IMPEGNANO ENTRO IL 2023 AD ADOTTARE TECNICHE AVANZATE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA CON REINTRODUZIONE DELLA PLASTICA NEL CIRCUITO PRODUTTIVO, SPERIMENTARE E SVILUPPARE BIOPLASTICHE – PREFERIBILMENTE ITALIANE, NON PROVENIENTI DA PAESI ESTERIE RACCOGLIERE INFORMAZIONI SCIENTIFICHE E REALIZZARE CICLI PRODUTTIVI CERTIFICABILI”.
IN ITALIA, IL FAVORE MEDIATICO VERSO QUESTA TEMATICA HA PORTATO AMMINISTRAZIONI LOCALI, UNIVERSITÀ ED ALTRI ENTI AD ANTICIPARE LA DIRETTIVA EUROPEA CON ORDINANZE, MOZIONI E REGOLAMENTI “PLASTIC FREE” DIVERGENTI TRA LORO E SPESSO CONTRASTANTI CON I CONTENUTI STESSI DELLA NORMATIVA. DATA LA STRETTISSIMA ATTUALITÀ DEL DIBATTITO SUL “PLASTIC FREE”, DA ITALIA PROPONE AI LETTORI UN’AMPIA SINTESI DEL CONVEGNO “DIRETTIVA UE SULLA PLASTICA: FACCIAMO CHIAREZZA”, ORGA-
NIZZATO DA CONFIDA, FAREAMBIENTE, COREPLA, UNIONPLAST LA SCORSA PRIMAVERA A ROMA, PRESSO SALA ZUCCARI DI PALAZZO GIUSTINIANI, SEDE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA. UN MOMENTO DI RIFLESSIONE SUL TEMA DELLA PLASTICA MONOUSO, DURANTE IL QUALE MONDO DELL’IMPRESA E MONDO SCIENTIFICO SI SONO CONFRONTATI CON I RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI, AL FINE DI APRIRE UN DIBATTITO SERIO E LIBERO DA IMPLICAZIONI IDEOLOGICHE.
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L’INCONTRO, MODERATO DALLA GIORNALISTA MARIA GIOVANNA MAGLIE, HA PRESO IL VIA CON LE PAROLE DI MASSIMO TRAPLETTI, PRESIDENTE CONFIDA CHE HA DATO VOCE ALL’INTERO SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA ATTRAVERSO IL SUO INTERVENTO, CHE RIPORTIAMO INTEGRALMENTE: “I distributori automatici sono presenti nella vita quotidiana di tutti: negli uffici, nelle metropolitane, nelle aziende, negli aeroporti. Sono distributori che erogano caffè, bevande calde, bevande fredde e snack. Una cosa che, sicuramente, è meno nota, è il fatto che il nostro comparto detiene la leadership a livello europeo. Siamo un’eccellenza italiana, Made in Italy. Alla nostra filiera appartengono aziende costruttrici di distributori automatici, marchi leader a livello internazionale per numero di macchine prodotte e vendute in tutto il mondo. Fanno parte di questa filiera 3.000 società di gestione nelle quali lavorano oltre 33.000 addetti, che erogano il loro servizio di caricamento e manutenzione dei distributori presso le locazioni, cioè i punti in cui i distributori sono installati. Partecipano a questa filiera le aziende che producono i prodotti presenti all’interno dei distributori automatici, che investono per rendere macchinabili i loro prodotti utilizzati e partecipano a questa filiera società che producono prodotti monouso specifici per il nostro mondo. La distribuzione automatica italiana è la catena di distribuzione di alimenti automatizzata più grande d’Europa. Parliamo di 38
810.000 distributori installati (la seconda è la Germania con circa 500.000) e queste macchine generano circa 3,5 miliardi di fatturato/anno e circa 11 miliardi di erogazioni/anno. Il nostro settore utilizza tre dei prodotti oggetto della normativa. Tre prodotti tecnici, difficilmente sostituibili. Le palette di plastica, che la direttiva vuole abolire entro il 2021, i bicchieri di plastica PET certificata 100% riciclabile (la direttiva non dice di eliminarli ma chiede di ridurne l’utilizzo entro il 2026) e le bottigliette in PET per acqua e bevande fredde. Anche in questo caso, la normativa non dice di eliminare, ma di regolamentare attraverso una modifica tecnica (garantendo che il tappo sia collegato) alla bottiglietta entro il 2025, che le bottigliette abbiano all’interno della composizione almeno il 25% del PET riciclato e che, sempre entro il 2015, venga riciclato il 77% delle bottigliette in plastica. Per darvi un’idea, attualmente si vendono 750 milioni di bottigliette per l’acqua: eliminarle significa una riduzione del 33% di posti di lavoro nel comparto vending, in cui la maggior parte degli operatori sono addetti al rifornimento dell’acqua. La Direttiva Europea ha avuto un percorso pericoloso: non si sono analizzate le conseguenze per le aziende che producono monouso, né per la catena che utilizza questo prodotto. Basti pensare che la Direttiva intende eliminare le palette di plastica, che sono per il vending un articolo tecnico e, come unica alternativa, abbiamo quelle di legno provenienti dai paesi asiatici che non sono riciclabili né certificabili e noi dovremo adeguarci a questa situazione. Altro problema riguarda i bicchieri e le bottigliette in PET: nel distributore au-
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tomatico non possono essere impiegati quelli in vendita nella GDO, perché non sono macchinabili. Sono attualmente in fase di test nuovi prodotti composti da materiali diversi, come le bioplastiche, ma il punto è che non garantiscono ancora la tenuta rispetto alle temperature delle bevande calde e, per sicurezza, non è ancora quindi possibile sostituire i bicchieri. Il settore della DA non avrebbe dovuto essere incluso nella normativa, per diverse ragioni. Innanzitutto, perché il 97% dei distributori è installato all’interno di luoghi chiusi, quindi locazioni in cui il rifiuto viene raccolto e gestito direttamente dalle aziende municipali addette. La Direttiva si pone come obiettivo quello di salvare i mari: noi del vending poco abbiamo a che fare con quel tipo di inquinamento. Una seconda ragione risiede nel fatto che palette e bicchieri sono prodotti tecnici e non qualcosa che si possa facilmente sostituire. Questi prodotti, come dicevamo, sono all’interno delle macchine in uffici, fabbriche, ma anche ospedali, scuole ecc. e assicurano igiene e sicurezza alimentare, due aspetti che non saremo più in grado di garantire. Nel settore siamo rimasti molto sorpresi quando il Ministero per l’Ambiente ha annunciato il progetto Plastic Free Challenge, che prende di mira proprio i distributori automatici, proibendo alcuni prodotti all’interno delle vending machine. Il Plastic Free contrasta del tutto con la Direttiva Europea, che non invita a eliminare la plastica, ma a riciclare. A parte questo, la Direttiva va applicata a tutti i canali distributivi, non solo alla DA. Peggio stanno facendo le Amministrazioni locali italiane -ne
abbiamo contate più di cento - con ordinanze, mozioni e normative locali che contrastano tra di loro e contrastano con la Direttiva. Ci sono alcune città che hanno preso provvedimenti contro la plastica monouso, applicando la normativa in modo del tutto scorretto e c’è un articolo (su Italia Oggi, ndr) che spiega molto bene come molte delle ordinanze comunali in merito siano illegittime rispetto alla direttiva. Questo non porta nessun vantaggio in termini di ambiente, ma produrrà solo un numero infinito di ricorsi da parte del nostro comparto, anche perché non possiamo subire direttive che non hanno una base su cui poggiare quando non ci sono ancora i presupposti perché la normativa possa essere davvero recepita. Per cercare di salvaguardare i lavoratori e le imprese italiane, ma soprattutto l’ambiente, perché di questo siamo qui a parlare, quello che dobbiamo fare lo dice la Legge del 13 febbraio della Comunità Europea, all’articolo 1, comma 802 della Legge di Bilancio: “Le aziende produttrici e il governo si impegnano entro il 2023 ad adottare tecniche avanzate di raccolta differenziata con reintroduzione della plastica nel circuito produttivo, sperimentare e sviluppare bioplastiche –preferibilmente italiane, non provenienti da paesi esteri- e raccogliere informazioni scientifiche e realizzare cicli produttivi certificabili”. Il fatto che si parli del 2023 è fondamentale, perché c’è differenza tra la crisi che può avere un’azienda che domani mattina viene costretta a cambiare processo produttivo e un’azienda che ha più tempo per farlo. Il nostro settore ha già risposto, ha già cominciato a lavorare su quella che potrebbe essere una soluzione, per quanto ci riguarda: ricordiamoci che palette e bicchieri sono composti dallo stesso materiale, 100% riciclabile. Abbiamo messo in piedi, insieme a COREPLA, un progetto partito nella città di Parma, che si chiama RIVENDING, molto facile da realizzare (non ci vogliono nemmeno grandi investimenti) che consiste nella presenza di contenitori specifici vicini alla macchina che, grazie al taglio del coperchio, possono essere impilati e grazie ai quale otteniamo tre risultati: il primo, la riduzione dell’ingombro nello spazio: il colore del sacchetto si differenzia, in modo che si possa selezionare senza fare alcun tipo di ricerca e consegnare direttamente a COREPLA, per eliminare alcune fasi del processo attuale di riciclo e, l’obiettivo che ci poniamo, è quello di poter riutilizzare al 100% materiale impiegato per palette e bicchieri per ricostruirne di nuove, in una perfetta economia circolare. A questo progetto hanno partecipato la città di Parma, il Comune, l’Università di Parma, società private tra cui Barilla, società di gestione che si sono messe a disposizione e FLO, azienda leader nella produzione di articoli monouso e questo a dimostrazione che si può fare sistema e raggiungere gli obiettivi. Un messaggio che voglio lasciare, chiudendo il mio intervento, ringraziando innanzitutto Istituzioni e rappresentanti politici che hanno aderito a questo convegno, è il seguente: salvaguardiamo il valore che è nelle eccellenze, nelle leadership che il Paese ha. Salvaguardiamo le imprese, i lavoratori. Secondo noi la politica ha il ruolo molto importante di migliorare la vita dei cittadini e lo fa soprattutto salvaguardando l’ambiente, ma deve farlo sulla base di indagini tecniche e scientifiche e attraverso la ricerca e lo sviluppo e non distruggere con una direttiva o con un “Plastic Free” il progresso tecnologico-scientifico di un intero comparto, raggiunto con molti anni di lavoro”.
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A seguito dell’intervento di Massimo Trapletti, sul palco si sono alternati altri due esponenti del mondo associativo: Giangiacomo Pierini, in rappresentanza di ASSOBIBE (Associazione Italiana Industria Bevande Analcoliche) e Ettore Fortuna, di Mineracqua. I due interventi hanno reso note le tante attività a favore dell’economia circolare e del riciclo portate avanti negli anni dalle aziende che si occupano di acqua e bevande e hanno portato al centro del dibattito le gravi conseguenze che l’industria italiana si trova ad affrontare a causa di un’applicazione prematura e confusa della Direttiva UE.
INTERVENTO DI GIANGIACOMO PIERINI, VICE PRESIDENTE ASSOBIBE “Rappresento l’Associazione che accoglie le industrie delle bevande analcoliche e, chiaramente, la Normativa europea sulla plastica monouso ci riguarda molto da vicino. La nostra è un’industria importante per il Paese, che conta cento stabilimenti distribuiti sul territorio nazionale, una filiera di 80.000 dipendenti. Siamo un’Associazione che rappresenta piccole-medie aziende del Made in Italy così come grandi multinazionali presenti sul territorio anche da cent’anni e un settore che in questo momento sta combattendo tante battaglie: IVA tra le più alte dell’UE, consumi tra i più bassi in Europa, calo delle vendite (-25% dal 2009) e la battaglia sulla plastica. La plastica per noi è un elemento imprescindibile, la usiamo per produrre bibite, prodotti che quotidianamente consumiamo e che distribuiamo. Il 70% degli imballaggi che utilizziamo è PET, abbiamo anche vetro ed alluminio, ma la plastica è indiscutibilmente il materiale che noi utilizziamo di più ed è insostituibile per il nostro business, 40
perché offre vantaggi in termini di imballaggio e di distribuzione. Riguardo alla plastica si dicono molte inesattezza e vogliamo fare chiarezza: le due immagini che noi abbiamo, oggi, sono quelle della tartaruga nel sacchetto di plastica e quella della bottiglietta abbandonata sulla spiaggia, come se quella plastica ci fosse finita da sola, sulla spiaggia. Noi siamo parte del problema, ma voglio in questa misura: il pack che noi immettiamo sul mercato e che poi diventa rifiuto rappresenta l’1% delle plastiche immesse e il 6,3 dei rifiuti trovati sulla spiaggia. Noi comunque contribuiamo al problema, ma vogliamo anche essere parte della soluzione e, per questo, da anni lavoriamo su quello che è il punto di partenza del concetto di economia circolare, cioè la riduzione della plastica immessa sul mercato. Abbiamo perfezionato all’interno delle nostre industrie processi di lightweighting in media del 20%, anche se con il limite fisico del fatto che gran parte del nostro prodotto è frizzante, quindi necessita di quel tipo di contenitore, altrimenti non sarebbe possibile commercializzarlo… Certo, ridurre la plastica significa ridurre i costi per la materia prima, ma significa anche altri costi per la gestione del prodotto (più rotazione, meno shelf life del prodotto a scaffale) e costi più alti per il magazzino. Ad oggi la plastica era insostituibile per diverse ragioni, ma stiamo cercando, oltre a ridurre, di introdurre la plastica riciclata all’interno dei nostri cicli produttivi. A livello industriale la plastica offre delle garanzie importantissime, è un packaging facile da gestire, leggero, ha un impatto molto positivo sul ciclo di vita del prodotto: non voglio fare paragoni con il vetro, che noi pure utilizziamo, come l’alluminio, ma a livello logistico, noi possiamo trasportare 25.000 bottiglie in PET che arrivano preformate e poi soffiarle all’interno dello stabilimento e riempirle di prodotto,
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quindi risparmiando moltissimo a livello di spazio e limitando il trasporto su ruota: ogni camion di vetro si può sostituire con un metro cubo di plastica. La plastica è inoltre più semplice da trasportare perché meno delicata, quindi più sicura e ha facilità di gestione anche nei punti vendita. Tutti i materiali che utilizziamo sono importanti hanno tutti una propria ragion d’essere in specifici contesti di consumo. Non c’è conoscenza della discussione che sta avvenendo in Europa a livello locale. Assistiamo ogni giorno al proliferare di ordinanze e decreti a livello cittadino e regionale che vietano l’uso delle bottiglie monouso in plastica che fanno riferimento ad una normativa UE che non conoscono, non hanno letto né capito perché, di nuovo, vedere la foto della tartaruga con il sacchetto di plastica in testa è più facile che leggere, studiare, informarsi e approfondire temi che richiedono un po’ di attenzione e forse non siamo abituati ad approfondire, in questo momento. Questo per noi è un problema. A questa direttiva poi se ne associano altre, che vietano prodotti in vetro nei centri storici, impediscono l’utilizzo di vetro e lattine quando ci sono grandi eventi, ad esempio. E noi come portiamo quel prodotto al punto vendita, a un distributore? Con i secchi? Questo punto non è chiaro. E la filiera su cui questa serie di interventi sporadici e scoordinati e confusi stanno già impattando è quella realtà economica. Ci sono delle intenzioni per quanto riguarda il riciclo delle bottiglie in PET, la riciclabilità dei prodotti e, in particolare, il tappo collegato alla bottiglia: detta così sembra una cosa facile, ma in realtà è molto complessa da realizzare, con investimenti ingenti sulla produzione e con un beneficio che è tutto da chiarire. Stiamo raccogliendo dei dati in questo senso e -dipende dai diversi paesi- sembra che il 90-95% dei tappi arrivino già allo smaltimento insieme alle bottiglie perché, banalmente, uno beve l’ac-
qua, schiaccia la bottiglietta e la richiude col tappo. Quindi, bisogna capire quale sia la vera entità del problema. Quello che è invece sicuro è l’entità dei costi per risolvere questo problema, soldi che l’industria deve attualmente sottrarre ad altre voci. Su questo noi però noi siamo già avanti, come industria abbiamo già assunto impegni che vanno nella direzione in cui sta andando la legislazione Europea e verso la quale auspichiamo vada la legislazione italiana – pur tenendo conto delle difficoltà evidenziate- perché riteniamo sia un dovere dell’industria partecipare a trovare delle soluzioni ai problemi che ci sono, soluzioni che devono essere graduali, informate e devono andare nella direzione trattata. Già molte industrie che fanno parte di Assobibe utilizzano packaging 100% riciclabile, ne mancano veramente poche e presto saranno la totalità; già adesso si utilizza sempre di più Recyclable PET (stiamo cercando di risolvere qualche problema di approvvigionamento) ed esistono Consorzi per sostenere la raccolta e il riciclo di questi prodotti. In questo contesto, c’è da tenere in considerazione anche un altro elemento, un ambito di educazione, perché anche il consumatore fa parte di questo concetto di economia circolare: il famoso sacchetto, non si è suicidato gettandosi in mare: qualcuno ce l’ha messo! Quello che auspichiamo, come industria, è che si applichi il buonsenso nell’implementazione della normativa, che si tenga conto della realtà, del materiale che stiamo utilizzando, che si lavori in armonia con la legislazione europea, senza inutili “fughe in avanti” in un paese come il nostro, che più di altri è esposto alla tematica, che si tenga sempre presente che, quando si parla di plastica, si parla di posti di lavoro, di chi la produce, chi la utilizza (come noi) e di chi la vende e che si sostengano le imprese anche nella crescita, nel miglioramento e nel raggiun-
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019 gimento degli obiettivi che ci siamo dati, valutando però l’impatto a 360°, approfondendo il tema, non parlando per slogan o per immagini, perché è facile –chi fa comunicazione lo sa- ma non è probabilmente il modo corretto. Poi ci sono fenomeni che stanno nascendo in Europa, che mi hanno molto colpito. La settimana scorsa ero in Norvegia e mi hanno detto di una legge che dovrebbe impedire la vendita di vini del valore inferiore ai 15€ nel vetro, saranno invece venduti nelle bottiglie in PET! Insomma, il mondo sta andando in maniera bizzarra, per questo è importante analizzare i problemi in modo obiettivo, approfondirli e arrivare a soluzioni che consentano di arrivare a quegli obiettivi senza distruggere e devastare importanti settori industriali del Paese”.
INTERVENTO DI ETTORE FORTUNA, VICE PRESIDENTE MINERACQUA “Ascoltando gli interventi precedenti, su una materia che conosco molto bene, mi sono un po’ depresso: stiamo parlando di ignoranza, strumentalizzazione, demagogia. L’industria che rappresento lavora sui temi della sostenibilità da molti anni. Forse ha sbagliato a non comunicarlo, perché oggi si vive nel mondo della comunicazione. Noi abbiamo ridotto il peso delle bottigliette del 40% di plastica. Fino al 2010, in Italia, un decreto ministeriale vietava l’utilizzo di plastica PET riciclata nella fabbricazione di nuove bottiglie: abbiamo chiesto ed ottenuto il decreto che abrogasse quel divieto. Ci sono voluti due anni, abbiamo stipulato una convenzione di studio con l’Istituto Superiore di Sanità, abbiamo girato l’Europa, siamo andati a studiare i sistemi e abbiamo chiesto il decreto. Se non fosse stato per noi, che lo abbiamo promosso, oggi l’Europa ci avrebbe chiesto di usare la plastica riciclata, ma non avremmo potuto farlo! L’industria ha bisogno di tempo, di soldi da investire. Si parla di bioplastiche, ma sono chiacchiere: ci sono studi in merito, si fa ricerca, ma ancora non ci siamo. Ci arriveremo. Lasciamo lavorare l’industria. Piuttosto evitiamo che queste tematiche diventino strumento di concorrenza tra imprese. C’è qualcuno che si vanta di fare la bottiglia biodegradabile: intanto non è biodegradabile, ma è compostabile e io vorrei sapere dov’è un centro di compostaggio e poi, magari fai un milione di queste bottiglie ma ne fai comunque un miliardo in PET. Da un punto di vista industriale lo trovo una degradazione di questo sistema demagogico. Le caraffe d’acqua che oggi abbiamo qui sul palco, mi fanno arrabbiare! Offrirei volentieri alla signorina Greta (Thunberg, ndr) un po’ di quell’acqua, perché mentre io parlo, c’è chi dentro quelle caraffe si sta divertendo: i batteri, dei veri latin lover! Vorrei analizzarla, quell’acqua. Le borracce di alluminio riciclabile sono prodotte da CIAL, il Consorzio che insieme a noi fa parte di CONAI: ma è assurdo, ci fa concorrenza! Oltretutto, in quelle borracce metteremo acqua del rubinetto che, con grande rispetto, è un’acqua diversa da quella in bottiglia. Come citato in un’ordinanza, parliamo di acque “ontologicamente diverse”, perché una è pura all’origine mentre l’altra è trattata e disinfettata. Inoltre, quando proponiamo le borracce di alluminio riciclabile, qualcuno si è chiesto quali problematiche igienico-sanitario possono recare? La sostenibilità è un grande problema, ma forse prima viene
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anche la questione della salute e dell’igiene. Tutto questo viene trascurato, perché viviamo nella massima disinformazione, ignoranza e, soprattutto, demagogia. Sono tutti atteggiamenti che vogliono far presa sul consumatore che, attenzione, è molto meno stupido di quello che si crede. Perché il consumatore italiano non solo legge l’etichetta, ma sa che questo dibattito è “pompato”. Dal 1° gennaio stiamo ancora crescendo, come mercato, dopo un +8% nel 2017, quindi la nostra è un’impresa florida, un’impresa che imbottiglia un prodotto che è un fiore all’occhiello dl Made in Italy: noi ne esportiamo un miliardo e mezzo di litri, con un saldo attivo di 500 milioni e stiamo raggiungendo la Francia (circa 600 milioni). Quindi noi andiamo avanti, ma ogni giorno ci arrabbiamo, leggendo i giornali. Il problema, come ho sentito dire anche ad un comico in TV, non è la plastica, è la mentalità di chi butta la plastica. Qui ci sono dei soggetti che si nascondono: in primis Comuni e Regioni, perché è vero che attraverso il sistema CONAI-COREPLA stiamo lavorando molto, ma ovviamente più aumenta la raccolta più aumenta la percentuale del CAC (contributo ambientale) a carico delle imprese; oltre a questo, dobbiamo insistere affinché venga fatta la raccolta differenziata (a Roma un municipio su venti!). Venissero, questi signori, a vedere come lavorano le aziende, l’attenzione alla sicurezza, alla sostenibilità che mettono ogni giorno nella loro attività. Su cosa si basa la sostenibilità? Mi pare si basi prevalentemente sulle emissioni di CO2. Per le emissioni di anidride carbonica, il ciclo della plastica è il meno inquinante. Perché è leggera, perché abbiamo sgrammato tantissimo nel corso degli anni, perché altri materiali si lavorano a temperature altissime: il vetro si produce a 1700 gradi in altoforno, viaggia vuoto, viene riempito, torna pieno, è pesante. Chiariamo, una volta per tutte: la sostenibilità passa attraverso il controllo delle emissioni di CO2. Un’ulteriore considerazione: è strano come, in una situazione italiana in cui tutte le forze italiane ce l’hanno con l’UE, viene fatta una bozza di Direttiva e tutti la “cavalcano” anzitempo, vantandosi di anticiparla. Tutto questo è illogico: a pochi passi da qui, a Montecitorio, viene contestata ogni giorno l’Europa e poi ci si beve questo “bibitone” condito di ideologia, in cui ci finisce tutto quello che gira sul web, come l’isola di plastica che, a proposito, è alimentata da venti fiumi, nessuno dei quali è europeo. Un altro esempio di informazione scorretta è lo studio divulgato in occasione della giornata mondiale dell’acqua, che parla della presenza di microplastiche nell’acqua che beviamo dalle bottigliette: lo studio non si basa su un metodo scientifico validato! Analisi di questo tipo necessitano di essere eseguite secondo un metodo scientifico riconosciuto e devono essere ripetibili. Cioè, qualsiasi laboratorio del mondo, utilizzando quella metodica, deve giungere alle stesse conclusioni. Ci hanno ammorbato con queste microplastiche nell’acqua: certo che ce ne sono, le microplastiche sono ovunque, esistono anche alla fonte, sul Cervino, come su altri monti e questo è provato da studi scientifici validati. Ci sono impieghi nobilissimi del PET, al di là di un ritorno al bottle to bottle, e su quelli dobbiamo lavorare. Infine, un ultimo problema: dovremo utilizzare il 25% di plastica riciclata entro il 2025, il 30% entro il 2019: ma dove lo troviamo questo materiale riciclato? Ce n’è pochissimo! Sarà difficile attendere le previsioni, non per la tecnologia, ma per l’offerta che c’è sul mercato di questa
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materia. E poi c’è un ultimo dettaglio. Se noi andiamo a prendere il riciclato dalla Cina, i NAS ci fanno chiudere il giorno dopo! Dobbiamo fare i conti con un problema di sicurezza alimentare, non possiamo compromettere la salute del consumatore”. Particolarmente accorato l’appello di Elisabetta Gardini, parlamentare del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, che ha difeso la posizione dell’industria italiana e di fronte alle decisioni di Bruxelles e ha invitato i presenti a portare avanti le battaglie necessarie per salvaguardare le specificità della nostra economia. “Grazie all’industria italiana vivo i momenti più belli, più concreti e più formativi della mia esperienza a Bruxelles. Dal 2008, quando ho iniziato questa avventura ho imparato ad amare l’Italia e a conoscerla molto meglio. Noi siamo il paese della biodiversità, non soltanto perché abbiamo tante piante o tanto agroalimentare: noi abbiamo la più grande delle diversità proprio nelle nostre piccole e medie imprese. Noi dobbiamo essere lì presenti a Bruxelles, perché dobbiamo rappresentare una tale molteplicità di realtà che esistono e sono già straordinarie, meravigliose, “avanti”, perché la circular economy, le nostre piccole-medie imprese l’hanno creata prima che la pensassero quelli della Commissione. Detto questo, penso che siamo ad un momento di svolta e chi di noi pensa che siamo davanti ad un cambiamento importante deve avere il coraggio di dire le cose come stanno, senza paura di andare contro il pensiero unico, senza aver paura di andare contro delle etichette che sono malsane, anche se sembrano buone. Tante volte i politici sono intimiditi perché temono di votare contro qualcosa che, per come viene presentata, sembra assolutamente positiva. Io dico sempre che, se mi regalano una bellissi-
ma bottiglia di Amarone, ma dentro ci hanno messo la granatina, io non la bevo solo perché c’è una bella etichetta, sarebbe idiota! Però c’è un problema, che è la comunicazione. Sono anni che, ogni volta che incontro il mondo delle Associazioni, soprattutto Confindustria, dico che dovete investire nella comunicazione, perché non si riesce a rompere questo fronte unico e omologato, perché se dici le cose “giuste”, tutti i giornalisti ti intervistano, sei nei talk show, spieghi, racconti, altrimenti no. Anche i vostri media, lasciatemelo dire, spesso sono omologati e le notizie vere non hanno mai i titoloni in prima pagina, non finiscono in rassegna stampa, hanno un taglio basso, nelle pagine meno importanti. Questo è il problema che noi abbiamo: sfidare la pubblica opinione, il pensiero unico con la sola voce, che non arriva, se non ha i media che la trasportano. In questo panorama, noi italiani siamo un unicum negativo. I rappresentanti degli altri Stati, nel parlamento UE, non temevano un “effetto domino” delle polemiche, perché loro hanno una pubblica opinione informata, perché nei talk show ci sono i ricercatori da una parte e gli animalisti dall’altra, parti entrambe necessarie per un dibattito costruttivo, per uno stimolo, per un controllo. Ma non posso accettare chi parla della ricerca sui topolini usando il termine “vivisezione”! È la battaglia delle parole, la battaglia dei contenuti, della sfida al pensiero unico e bisogna romperlo avendo il coraggio di esporsi. Guardate chi votate, informatevi. Oggi c’è internet, i mezzi li abbiamo. Chi ha votato questa normativa sulla plastica monouso, non ha nulla a che vedere con la tutela ambientale, lo ha fatto per pura ideologia! È stata una cosa fortemente voluta da Frans Timmermans, candidato dei Socialisti alla Commissione, per mettersela come una coccarda.
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019 E va bene tutelare l’ambiente, ma non si può applicare una normativa in tempi così brevi, facendo una cosa che può sembrare, a chi è distratto, a chi non consoce i dettagli, una cosa pro-ambiente. Hanno fatto pagare il conto all’Italia, perché hanno scelto di mettere al bando proprio quei prodotti che sono italiani. Quindi gli italiani che hanno votato a favore di questo non hanno capito o sono stati intimiditi dal “can-can” che è stato montato su questo tema. Abbiamo fatto tanti incontri, abbiamo invitato i parlamentari a vedere, alcuni sono venuti, altri no; sono venuti però quelli della Commissione. Messi alle strette, quando gli abbiamo detto che, se un prodotto monouso finisce nell’acqua, che sia di plastica o di un altro materiale, non fa tanta differenza, ci è stato risposto che “ci sono dei prodotti che sono simbolo di uno stile di vita e dobbiamo educare i cittadini”. Ma noi dobbiamo avere un funzionario che decide di educare mezzo miliardo di cittadini? Questo è il mostro in cui si è trasformata questa Europa. I cinesi potrebbero arrivare sul nostro mercato, in questo caso con prodotti giudicati migliori dei nostri: non è la prima volta che l’Europa “prepara” dei bei mercati ai cinesi! Pensiamo ai pannelli solari o alle macchine elettriche. Quanti incentivi abbiamo messo? Eravamo pronti? No! Se non ci danno il tempo di riconvertire l’industria europea, distruggeremo un comparto traino per la nostra industria e cederemo il mercato alla concorrenza orientale. Le riflessioni da fare sono tante e non soltanto su questo settore. Capire quest’Europa come ha potuto trasformarsi in questo modo, come può dire di muoversi su basi scientifiche e poi contraddire clamorosamente non solo le basi scientifiche, ma il buonsenso, il raziocinio. Abbiamo fatto una battaglia per la questione dei fertilizzanti, io ne sono stata relatrice e, con pazienza, in tre anni, siamo riusciti a portare a casa qualcosa di buono per le nostre piccole-medie imprese, ma siamo dovuti partire da lontano e questa esperienza ci restituisce un po’ la cifra di quello che è questa Europa: quando sono venuti i nostri esperti, professori universitari italiani, sono rimasti sconvolti perché a Bruxelles si pensa che l’agricoltura del nostro paese sia ferma agli anni ’70! Oggi l’agricoltura è tecnologica, si parla di satelliti, di droni e altri strumenti avanzatissimi. C’è una discrepanza tra la loro pretesa di essere sempre basati dalla scientificità e la contraddizione di una scientificità che viene sempre umiliata, disattesa e che resta inascoltata. Sono venuti, a proposito di plastica, a presentarci degli studi dell’Università dell’Ulster, che riporta altri studi dell’UCLA: questi dicono che, togliendo ad esempio i bicchierini monouso da alcuni luoghi, si andranno a moltiplicare le possibilità di contaminazione e quelle gravi, da ricovero, aumenteranno del 25%. La plastica non si è diffusa per un complotto, si è diffusa perché è efficiente! E l’Italia l’ha inventata e ne è un produttore eccellente, di cui andare orgogliosi. L’applicazione della plastica ha reso i trasporti più leggeri, si consuma meno carburante (quindi si inquina di meno), si salvaguarda l’igiene: pensate ad un ospedale senza prodotti monouso! Capite bene perché questo materiale sia tanto diffuso e perché la strada maestra debba essere quella della raccolta differenziata e del riciclo. La plastica si ricicla, così come si ricicla l’acciaio. Ma io penso, sono maliziosa, che ci sia “sotto” anche una battaglia commerciale, perché che tutte queste belle etichette apposte da questi bravissimi funzionari che fanno direttive e rego-
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lamenti che non sono neutrali dal punto di vista del mercato o nel favorire una tecnologia piuttosto che un’altra. Secondo voi, perché tutti i paesi che producono cellulosa sono stati tra i più attivi nel votare questa normativa? Quando c’è di mezzo il Nord, quando c’è di mezzo il legno, ad esempio il pellet, non si pensa mai che inquina l’aria in modo scientificamente provato. Mai toccare i paesi del Nord! Io credo che, a questo punto, dobbiamo davvero essere chiari. In Parlamento si è discusso anche di vietare i palloncini, ma “sembrava brutto” dire ai bambini che non avrebbero potuto avere palloncini alle loro feste di compleanno, così si sono vietate le bacchette di plastica che li reggono, le uniche ritenute sicure dalle aziende produttrici di giocattoli. La proposta era di sostituirle con bacchette di alluminio e c’è stato un pediatra che ha riferito di non aver mai avuto come paziente un bambino ferito da una bacchetta di alluminio: siamo arrivati al ridicolo! Questa non è l’Europa che vogliamo. Non è che perché non abbiamo l’Europa vera, quella politica, quella della politica estera in cui si fa una sana difesa comune dobbiamo riempirci di tutte queste regolette. Forse dovrebbero iniziare ad imparare anche, dai paesi del Sud, che hanno una complessità tale da poter accompagnare e suggerire la soluzione migliore per alcune decisioni. La politica è confusa. Io devo fare una denuncia, qua. La cosa mi tocca da vicino, sul personale, perché ha coinvolto le mie scelte di vita politica ultime. Il Presidente del gruppo di Forza Italia in Europa che ha invece plaudito questo attacco alle industrie italiane, affermando che “per questo Parlamento diventa essenziale e urgente una politica di tolleranza zero verso la plastica monouso”. A me dispiace, personalmente. Questa cosa fa male all’Italia. La tolleranza zero sulla plastica monouso non ha senso. Io non posso continuare la mia battaglia con un capo politico di questa sorta. E voi, per favore, uscite dal politicamente corretto quando si parla di politica. Io non ci sarò, forse, nel prossimo Parlamento, ma voi andate a vedere chi votate e cosa vota, se hanno fatto battaglie a viso aperto a favore della verità e contro questa ideologia imperante. Detto questo, mi troverete sempre a fianco a voi, a fare le battaglie che servono per un’Italia che deve essere leader in Europa e per la consapevolezza che, difendendo l’Italia, difendiamo una parte d’Europa, una delle migliori, quella in cui ha avuto origine la nostra civiltà. L’Europa non è solo Bruxelles. Credo che abbiamo il dovere di dire le cose come stanno. La chiarezza a questo punto è fondamentale. Se continuiamo ad essere tiepidi, questa Europa non la cambiamo. Come ha detto monsignor Crepaldi nella sua lectio magistralis, noi dobbiamo forse rallentare un po’ nelle istituzioni dell’UE, capire quale Europa vogliamo. Non voglio prendere ad esempio l’immagine di Notre Dame che brucia, ma in quel momento noi ci siamo riunificati, perché noi siamo Europa e lo siamo prima dell’Unione Europea e queste istituzioni vanno modificate. In Europa oltre alla forza dei numeri, ci vuole quella che chiamano fairness: la giustizia, l’equità. Come diceva Giovanni Paolo II, “non c’è pace senza giustizia e senza perdono”. Non basta che non ci siano conflitti armati tra di noi, bisogna che ci sia parità, che non ci sia qualcuno che vince e qualcuno che perde, diritti e doveri equamente distribuiti. Questa è la vera battaglia per un’Europa che tutti vogliamo ma che non può rimanere nelle mani di pochi funzionari”.
NORMATIVA DIRETTIVA UE SULLA PLASTICA
• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019 LA CONCLUSIONE DEI LAVORI È STATA AFFIDATA A VINCENZO PEPE, PRESIDENTE NAZIONALE E FONDATORE DI FARE AMBIENTE, OLTRE CHE DOCENTE DI DIRITTO COSTITUZIONALE COMPARATO E DIRITTO DELL’AMBIENTE ITALIANO PRESSO LA SECONDA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI. ESPONENTE DELL’AMBIENTALISMO REALISTA E RESPONSABILE, PEPE HA RAPPRESENTATO L’AMBIENTALISMO RAZIONALE ITALIANO PORTANDO IL SUO PREZIOSO CONTRIBUTO AL CONFRONTO SUL TEMA DELLA PLASTICA. “Dodici anni fa, quando insieme ad alcuni colleghi, professori universitari, parlavamo dell’ambientalismo italiano, consideravamo che quel tipo di ambientalismo non ci piaceva. Perché si tratta di un ambientalismo post sessantottino, ideologico e fondamentalista, che fa identificare l’ambiente con un “no” a tutto! E questo non è sviluppo sostenibile. Prima viene lo sviluppo e lo sviluppo comporta un rischio che deve essere sostenibile. Non esiste uno sviluppo “a rischio zero”. Qual è il rischio minore per una buona qualità della vita? Perché l’ambiente è qualità della vita, è benessere, è stare bene. Abbiamo aggiunto la parola “Fare” al nome della nostra associazione, perché gli altri facevano solo contemplazione. Noi eravamo professori, avevamo difficoltà organizzative. Eravamo totalmente digiuni, in termini di associazionismo e di attività di promozione, ma avevamo un pensiero forte, l’idea dell’ambientalismo ragio-
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nevole, cioè l’ambientalismo dello sviluppo sostenibile, il saper coniugare il progresso del paese con il benessere, in contrapposizione all’idea di un sociologo di nome Latouche, il quale predica una decrescita: ma il progresso è andare avanti, è la ricerca. Anche l’economia circolare è innovazione, è progresso. Io sono contro il pensiero unico, sono per il dibattito, il confronto tra idee, per lo sviluppo ragionevole di questo paese, perché il fondamentalismo, di qualunque tipo, nuoce alla causa. Noi invece riteniamo che questo paese debba avere una forte sensibilità ambientalista, perché l’ambiente è valore. L’ambiente non è una materia. Dentro l’ambiente c’è il mare, ci sono i trasporti, c’è la salute, c’è l’agricoltura, la finanza, c’è tutto. Ognuno di noi deve avere ogni giorno un certo comportamento rispetto all’ambitus, a tutto ciò che ci circonda e questo atteggiamento parte dall’educazione ambientale. Oggi si è parlato anche di introdurre l’educazione ambientale come materia obbligatoria nelle scuole. Noi già dodici anni fa abbiamo tentato di proporre l’obbligo dell’educazione ambientale, come l’educazione artistica o quella musicale. L’educazione ambientale è il comportamento che noi dobbiamo tenere verso tutto ciò che ci circonda, poste o non poste le norme. Nei confronti della plastica cosa devo fare: buttare, riciclare? E questo vale per qualunque altro tipo di prodotto: pensate alle sostanze chimiche che utilizziamo ogni giorno e sulle quali non abbiamo educazione. Non ci siamo riusciti, allora. Eravamo appena nati, con questa idea bella di ambientalismo “altro”. L’idea di tutelare l’ambiente, ma anche valorizzarlo e promuoverlo. Non ci siamo riusciti perché, in teoria tutti sono d’accordo, ma la pratica è un’altra cosa.
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019 Quello che dobbiamo considerare è quale sia il rischio minore, atteso che lo sviluppo comporta sempre un rischio. Per questo ho abbracciato subito la causa di CONFIDA. Cosa significa “Plastic Free”? Come la definizione di “comune denuclearizzato”. Ci sono comuni che si dichiarano denuclearizzati ma hanno farmacie, laboratori di analisi, ecc: usano l’ambiente come organizzazione di consenso. Un consenso che, oltretutto, non porta grandi numeri, perché l’ambientalismo italiano non riesce nemmeno a tradursi in forza politica! Questo diversamente da altri paesi, dove l’ambientalismo è moderno, in cui l’ambientalismo raggiunge un consenso forte. Ma forse né in Italia né altrove c’è bisogno che un partito si occupi solo di ambientalismo: piuttosto, è un valore che si dovrebbe trovare al primo posto nella gerarchia di ogni formazione politica, perché coincide con il benessere. E, in questo senso, diventa anche immateriale, lo stare bene con l’ambiente in cui ci si trova. Sicuramente io voglio essere ragionevole. Non voglio senz’altro morire in un mondo di plastica, ma nemmeno demonizzare la tecnologia a priori, questo non è ambientalismo ragionevole. Questo è essere contro lo sviluppo sostenibile e l’economia circolare, che non è buonismo, ma un concetto complesso. Non è una formula magica che permette di risolvere tutti i problemi. Abbiamo analizzato la Direttiva assieme alle organizzazioni degli imprenditori, che vogliono lo sviluppo del paese e che noi, ritengo, dobbiamo guidare e aiutare, nella crescita. Innanzitutto, promettiamo che il dibattito non finirà qua, oggi. Perché questo tipo di sentimento, di sensibilità, di ambientalismo ragionevole, quello di Patrick Moore, quello europeo, dobbiamo diffonderlo nel nostro paese.
Non c’è solo Greta, con le treccine, anche simpatica, che ha svolto un ruolo importante, ha portato avanti il sentimento dell’ambiente, il valore dell’ambientalismo si declina in molti modi, ci sono sensibilità diverse ed è giusto che sia così. Dieci anni fa una trasmissione, Ambiente Italia, mi “sfumò”, perché dissi che la TAV forse aiutava lo sviluppo sostenibile del paese, perché il trasporto su rotaia era meglio rispetto a quello su gomma, mi risposero che non ero un ambientalista. Oltre ad essere presidente di FareAmbiente, sono docente da venticinque anni di Diritto dell’Ambiente, quindi qualcosa ogni tanto la capisco! Non avevano il diritto di sfumarmi solo perché non mi sono uniformato al pensiero dominante. Voglio essere politicamente scorretto, quando ritengo di avere una ragione da portare avanti. Poi, i cittadini scelgono, nel pluralismo che ogni dibattito dovrebbe garantire. Oggi la sensibilità è cambiata. Qui oggi sono presenti tutti i gruppi parlamentari e questo è un segnale importante. Dico a CONFIDA: vogliamo le audizioni nelle Commissioni, chiederemo di andare a rappresentare un altro pezzo del cielo, quello che dice che bisogna, con ragionevolezza, utilizzare le nuove tecnologie, perché se oggi l’aspettativa di vita supera i novanta anni lo dobbiamo a questo, pensiamo alle tecnologie che permettono di essere curati con efficacia in ospedale e che non c’erano 50 anni fa. Detto questo, l’industria usa le tecnologie e produce un rifiuto, quindi, in modo responsabile, va smaltito. Io non posso dire che andrebbero chiuse le aziende che producono plastica, perché “come sarebbe bello senza monouso”. Quello che chiediamo ai parlamentari è che vi siano audizioni in ogni
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019 Commissione, che il recepimento sia parlamentare, con un’ampia discussione e che ci sia un vero potenziamento della raccolta differenziata e del riciclo, nell’ottica dell’economia circolare. In ospedale, per motivi igienico-sanitari, sceglieremmo un bicchiere di vetro o quello in plastica monouso? Ovviamente il secondo. Perché se ambiente è qualità della vita, devo scegliere la soluzione migliore. Non posso demonizzare a priori, è sempre sbagliato. Per venire fin qui ho preso il taxi: per non impattare sarei dovuto venire a cavallo! Ma il cavallo non c’era. E con il taxi ci ho messo venti minuti e questo ha migliorato la mia qualità della vita. Più impianti e tecnologie per il riciclo: questo punto fa ben capire quanto sia centrale l’educazione ambientale. Parliamo della plastica da riciclare e non abbandonare in mare, ma noi in mare abbandoniamo tante altre cose. È il grado di sensibilità, di civiltà, la questione. Da venticinque anni c’è un’emergenza rifiuti in Campania, eppure non c’è un impianto di compostaggio. I rifiuti vengono mandati ad Amsterdam e questo è un atto di inciviltà, perché esiste un principio di Diritto Ambientale, a livello comunitario, che dice: “chi inquina paga”, che non significa pagare una sanzione, ma prendersi il rischio e la responsabilità di un impianto per pagare il benessere del mio consumismo. Quindi, più impianti e chi dice che non vuole fare impianti, vuole il male di questo paese, perché portare rifiuti all’estero significa non soltanto i costi, ma portare avanti un atto di inciviltà. Meccanismi premianti per l’uso delle materie prime seconde e un credito di imposta per i prodotti contenenti plastica riciclata: questo lo dico ai parlamentari, è un bellissima iniziativa. E poi un’efficace campagna di educazione e sensibilizzazione
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dell’opinione pubblica sulla raccolta differenziata. Di queste non se ne faranno mai abbastanza. Infine, due parole su queste ordinanze “Plastic free”. È così romantico! I sindaci, i Consorzi, dichiarano i loro comuni o le loro attività “plastic free”. Che significherebbe, letteralmente, totale eliminazione della plastica. Ma secondo voi è possibile? Bisogna fare educazione per il riciclo, per il riutilizzo sostenibile e razionale, per la prevenzione e la ricerca. Noi siamo molto attenti al biodegradabile, al compostabile, ecc. ma poi dobbiamo valutare se e quando ne vale la pena. Per queste considerazioni sono stato querelato più volte anche da altre associazioni ambientaliste. Prima ci stavo male, ora no, perché mi accorgo che forse vado a toccare sensibilità consolidate e le metto in discussione. Le ordinanze “plastic free” sono nulle, perché vanno contro la Direttiva e denunciare significa smuovere qualche cosa. Io sono soddisfatto, ma dobbiamo continuare questa battaglia molto complessa, perché implica scrostare concezioni ideologiche fortissime in tema di politica ambientale. Però noi ci siamo e siamo contenti di esserci e di fare. Per questo ci chiamiamo Fare Ambiente. Homo faber fortunae suae: siamo noi gli artefici del nostro futuro. Dobbiamo pensare allo sviluppo sostenibile del paese. Lo sviluppo è sostenibilità, non è buonismo, non è un’immagine bucolica dell’ambiente, è valutazione del rischio. Nello sviluppo il rischio zero non esiste. Come non esiste il rifiuto zero. Io vorrei che il rifiuto in eccesso andasse a creare energia negli impianti, non che finisse in discarica, che è il male peggiore per l’ambiente. Insieme a COREPLA e a tutti voi, continuiamo a Fare l’Ambiente!”
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019
EVENTI
SANA 2019, GRANDE SUCCESSO PER LA 31ESIMA EDIZIONE DEL SALONE DEL BIO
SANA, SALONE INTERNAZIONALE DEL BIOLOGICO
QUESTA EDIZIONE, DI 1.000 AZIENDE ESPOSITRICI,
E DEL NATURALE, SI CONFERMA E RAFFORZA IL
950 NOVITÀ DI PRODOTTO, 60.000 MQ DI AREA
PROPRIO RUOLO DI CAPITALE DEL BIOLOGICO E
ESPOSITIVA E UNA INCISIVA PARTECIPAZIONE DI
DEL NATURALE, A SUPPORTO DELL’AGRICOLTURA
BUYER INTERNAZIONALI CHE HANNO DATO VITA
E DELL’AGROALIMENTARE DEL NOSTRO PAESE, IN
AD UNA AGENDA DI OLTRE 2.500 INCONTRI.
PROGRESSIVO SVILUPPO E CON UN RUOLO SEMPRE
L’EVENTO, ANCORA UNA VOLTA, HA SAPUTO COIN-
PIÙ IMPORTANTE PER L’AMBIENTE E L’ECONOMIA.
VOLGERE E CREARE SINERGIE FRA LE MAGGIORI
IL BIOLOGICO ITALIANO È UN COMPARTO IN
ISTITUZIONI E LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA DEL
SALUTE: NE È TESTIMONIANZA LA PRESENZA, IN
SETTORE.
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019
In occasione di SANA - organizzato da BolognaFiere, in collaborazione con AssoBio e FederBio, con i patrocini del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e con il supporto di ITA (Italian trade agency) e il contributo di Cosmetica Italia, la neo Ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Teresa Bellanova, ha indirizzato agli operatori del settore, un significativo messaggio: “Il nostro obiettivo è evidente: rimettere l’agricoltura e l’alimentare al centro dell’Agenda del Paese, sostenere sempre più e sempre meglio qualità, eccellenza, tracciabilità, sicurezza, posizionamento
delle nostre imprese e dei nostri prodotti in Italia e nel mondo. E questo anche alla luce dei dati diffusi proprio in questa occasione che certificano il nostro Paese come leader in Europa per imprese e 2 milioni di ettari di superfici biologiche certificate. La buona agricoltura e il buon mangiare sono irrinunciabili, il che significa da parte nostra assoluto sostegno alle imprese di qualità e contemporaneamente contrasto altrettanto assoluto e prioritario alle contraffazioni, alla pirateria alimentare, alle agromafie, al falso Made in Italy, al lavoro irregolare in tutte le sue forme. L’incremento dei terreni destinati alle coltivazioni biologiche è un buon segno ma non è ovviamente l’unico.
EVENTI SANA 2019
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019 Vogliamo lavorare per rendere sempre più sostenibili le nostre produzioni e per garantire sicurezza al consumatore attraverso controlli rigorosi. Anche per questo va completato l’iter della legge sul biologico. Le nostre imprese meritano regole più chiare, efficaci, meno burocratiche. In questa direzione il ruolo che svolge una Fiera come il Sana, ormai punto di riferimento internazionale per il bio, è di grande importanza. Auguro a tutti voi buon lavoro e buona conclusione della Fiera”. I numeri del biologico italiano sono la testimonianza della dinamicità del settore: l’Italia è primo esportatore dell’Unione europea (2 miliardi di fatturato annuo) con 2 milioni di ettari di superfici agricole a coltura bio (+3% rispetto al 2017) e si trova ai vertici mondiali per il numero di aziende che trasformano prodotti biologici. Un settore, il biologico, che ha in SANA il suo appuntamento di riferimento annuale.
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Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, ha spiegato: “Il successo di questa 31esima edizione di SANA, che è espressione anche della forte dinamicità del settore, e la ricerca di ulteriori canali distributivi per i prodotti biologici, sono alla base di una nuova iniziativa di BolognaFiere che faciliterà il contatto fra i produttori (bio food e non food) e le grandi insegne della distribuzione moderna che ogni anno, nel mese di gennaio, si ritrovano a MarcabyBolognaFiere, Private label conference and Exhibition. L’iniziativa, che abbiamo chiamato SANA UP, presenterà le novità esposte a Sana agli operatori di Marca 2020. Nel novembre 2019 daremo inoltre vita a un percorso formativo per illustrare, agli operatori del bio, le migliori strategie per entrare e crescere nella grande distribuzione sempre più sensibile alle filiere bio. In cinque anni, è raddoppiato il fatturato dei prodotti bio in GDO: SANA UP nasce per rispondere a questa esigenza del mercato”
EVENTI SANA 2019
Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio, ha commentato: “Si è appena conclusa una settimana molto importante per il biologico, iniziata con gli Stati Generali dove sono stati presentati i punti al centro del Manifesto 2030, proseguita con il grande successo della 31a edizione di SANA e la Festa del Bio. Il Manifesto del bio 2030 rappresenta un contributo concreto e importante che FederBio, insieme ad AssoBio e a BolognaFiere, propongono per impostare una strategia all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte. A consolidare il ruolo di protagonista del biologico e la valenza di questa edizione di SANA anche le dichiarazioni del neo Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, che punta sul bio come motore di sviluppo dell’agricoltura italiana. La crescita continua del settore richiede una serie di strumenti indispensabili per strutturare in maniera adeguata il sistema d’imprese e garantire il rispetto dei valori fondanti del vero biologico e per questo è fondamentale che l’approvazione in via definitiva della legge sul bio avvenga in tempi rapidi. Questa posizio-
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019 ne del Ministro è sicuramente un buon inizio per il mondo del biologico e può essere l’avvio di un percorso per una programmazione strategica del settore, che possa cogliere le opportunità che il biologico offre all’agricoltura italiana. I dati presentati a SANA ne attestano l’incremento costante sia in termini di mercato, sia come numero di operatori e superfici dedicate”. DALLA RIVOLUZIONE VERDE ALLA RIVOLUZIONE BIO: GLI STATI GENERALI LANCIANO IL MANIFESTO DEL BIO 2030 Gli Stati Generali del BIO, l’iniziativa promossa da BolognaFiere in collaborazione con FederBio e AssoBio e con il sostegno di ITA, che si è conclusa con il Convegno di apertura di SANA, hanno portato alla presentazione del Manifesto del BIO 2030, frutto del confronto tra le Istituzioni e Associazioni coinvolte e articolato in 10 punti programmatici:
1 - un’agricoltura attiva per affrontare la sfida climatica; 2 - l’importanza dell’approccio agro-ecologico; 3 - rafforzare gli elementi distintivi del biologico; 4 - conversione della zootecnia al biologico; 5 - il ruolo cruciale di regolamentazione e controlli; 6 - il ruolo fondamentale di innovazione e rivoluzione digitale; 7 - modelli di sviluppo territoriale; 8 - informazione e importanza della tracciabilità; 9 - adozione di un logo nazionale; 10 - comunicazione e consapevolezza: potenziamento dell’educazione alimentare diffusa e il ruolo del consumatore proattivo; AssoBio e Fiera Bologna sono stati anche organizzatori dell’evento “Dalla Rivoluzione Verde alla Rivoluzione BIO. Il biologico tra presente
e futuro”: l’incontro è servito per fare il punto sul mercato del biologico e, più che mai, a creare il manifesto da attuarsi entro il 2030. Roberto Zanoni, presidente di AssoBio, ha dichiarato: “I numeri sono particolarmente soddisfacenti sia per quanto riguarda l’Italia (cresce in tutti i settori) e sia per l’estero (cresce del 10%), quest’ultimo consente al biologico italiano di essere il primo esportatore in Europa e il secondo nel mondo dopo gli Stati Uniti d'America. Ancora una volta le imprese associate hanno avuto la possibilità di confrontarsi con gli operatori internazionali del bio presenti a SANA, attivando importanti opportunità di business”. L’edizione 2020 di SANA dà appuntamento a Bologna da venerdì 11 a lunedì 14 settembre. C
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019
APPUNTAMENTO IN FIERA
WELCOME TO THE VENDING WORLD TORNA VENDIBERICA, IL SALONE SPAGNOLO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA
APRIRÀ LE SUE PORTE DAL 13 AL 15 NOVEMBRE A MADRID VENDIBÉRICA, LA FIERA DEL VENDING PER GLI OPERATORI DEL MERCATO SPAGNOLO ED INTERNAZIONALE ORGANIZZATA DA IFEMA E PROMOSSA DA ANEDA (ASSOCIAZIONE SPAGNOLA DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA) STRATEGIE COMMERCIALI
VERSO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA: UNA NUOVA AREA ESPOSITIVA DEDICATA, CHE SARÀ PUNTO DI RIFERIMENTO E DI INCONTRO PER TORREFATTORI, COSTRUTTORI DI MACCHINE, OPERATORI VENDING E OCS E PER TUTTI GLI ATTORI DELL’INDUSTRIA PROFESSIONALE DEL CAFFÈ IBERICI ED EUROPEI.
I PADIGLIONI DI FERIA DE MADRID OSPITERANNO TRE GIORNI DI NETWORKING ED ESPOSIZIONE NEI QUALI SI DARANNO APPUNTAMENTO, PER DEFINIRE STRATEGIE COMMERCIALI E ACCORDI, OLTRE A CONOSCERE LE NOVITÀ DI SETTORE I RAPPRESENTANTI DI SETTE DIVERSE CATEGORIE: DISTRIBUTORI AUTOMATICI, SOLUZIONI TECNOLOGICHE, PRODOTTI ALIMENTARI, ATTREZZATURE E COMPONENTI, MINIVENDING, SERVIZI E MUNDOCAFÉ.
"WELCOME TO THE VENDING WORLD": VENDIBÉRICA È PIENA DI NUOVE FUNZIONALITÀ E RIUNIRÀ ANCORA UNA VOLTA L'INTERA CATENA DEL VALORE DEL SETTORE, RIUNENDO OLTRE 200 AZIENDE ESPOSITRICI E 10.000 VISITATORI PROFESSIONALI PROVENIENTI DA 55 PAESI.
PROPRIO QUEST’ULTIMA SARÀ LA NOVITÀ DELLA PROSSIMA EDIZIONE, A DIMOSTRAZIONE DELLA CENTRALITÀ DEL CAFFÈ ALL’INTERNO DELL’UNI-
INOLTRE, SI TERRÀ NUOVAMENTE IN COINCIDENZA CON EAT2GO, UN PUNTO DI INCONTRO COMMERCIALE PER I PROFESSIONISTI DEL SETTORE FOOD DELIVERY & TAKE AWAY CHE GIÀ NELL’EDIZIONE 2017 È STATO VALUTATO COME SINERGIA IDEALE PER ATTRARRE UN NUOVO PROFILO PROFESSIONALE.
APPUNTAMENTO IN FIERA VENDIBERICA 2019
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• DAITALIA 136 OTTOBRE 2019
APPUNTAMENTO IN FIERA
HOSTMILANO2019 L’ESPRESSO ITALIANO AL CENTRO DELLA PROSSIMA EDIZIONE L’ESPRESSO ITALIANO HA ANCORA MOLTO DA DIRE E LA SUA PATRIA VIENE ANCORA OGGI CONSIDERATA UN PAESE D'ECCELLENZA.
MANCANO POCHI GIORNI ALL’ATTESISSIMA EDIZIONE 2019 DI HOSTMILANO - DAL 18 AL 22 OTTOBREE IL CAFFÈ TORNA AL SALONE MILANESE ANCORA UNA VOLTA DA PROTAGONISTA. PER APPROFONDIRE IL TEMA, SCENDE IN CAMPO A HOSTMILANO L'ISTITUTO NAZIONALE ESPRESSO ITALIANO (INEI) CHE TUTELA E PROMUOVE LA CULTURA DELL’ESPRESSO E DEL CAPPUCCINO ITALIANI DI QUALITÀ ATTRAVERSO LA CERTIFICAZIONE SENSORIALE E LA FORMAZIONE, PROPONENDO UNA SERIE DI ATTIVITÀ DURANTE L'EVENTO. Con “L’espresso italiano: cinque stili per un’Italia” si parlerà di miscela, espressione della creatività italiana nell’espresso e oggetto di interesse, conversazione e discussione soprattutto all’estero, dove molti Paesi si stanno avvicinando a un’idea di tazze con maggiore complessità. Forse non tutti sanno però che gli “stili” della miscela italiana sono cinque, codificati tramite un’indagine su centinaia di miscele realizzata dall'Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac). Cinque stili che saranno protagonisti di un viaggio sensoriale nel punto d’assaggio all’interno dello stand. La creazione di una miscela, inoltre, è un'arte complessa, che vale la pena di essere raccontata. A questo penseranno gli specialisti delle aziende Inei (35 tra torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altre aziende della filiera) che si alterneranno nel raccontare la propria idea di miscela secondo un taglio specifico: tecnico, antropologico o di marketing.
A gestire il punto di assaggio degli stili dell’espresso italiano sarà chiamato il Dream Team dell’Espresso Italiano composto da specialisti, formatori e finalisti di Espresso Italiano Champion. Una squadra globale, che racconterà la bellezza dell’espresso italiano attraverso estrazioni in tazza di miscele di stile diverso, tutte però accomunate dalla ricerca di profili complessi e bilanciati. Infine, non poteva mancare la sfida: l'Espresso Italiano Champion è la gara dedicata ai professionisti che desiderano mettersi alla prova secondo i canoni dell’Espresso e del Cappuccino Italiani Certificati. Giunta alla sesta edizione internazionale, quest'anno avrà concorrenti da Italia, Germania, Regno Unito, Bulgaria, Russia, Cina, Corea, Taiwan, Giappone e Tailandia. Le semifinali sono in programma venerdì 18 e sabato 19, mentre domenica 20 si terrà la finalissima.
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