DA ITALIA 142B

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NUMERO 142 MAGGIO 2020

EDITORIALE LE FILIERE VICINE

SPECIALE COVID-19

DAITALIA www.daitalia.it

SPEAKER’S CORNER MASSIMO FERRARINI





• DAITALIA 142 MAGGIO 2020

EDITORIALE

ALLARGARE L’ORIZZONTE ALLE FILIERE VICINE La FASE UNO dell’epidemia da Covid-19 è alle spalle e già il vending deve fare i conti con la difficile sfida rappresentata dalla FASE DUE. L’impressione che nulla sarà come prima serpeggia pericolosamente sia all’interno delle nostre aziende, che tra la moltitudine dei nostri clienti, creando un clima di sfiducia che bisogna per forza superare, per andare avanti. È chiaro che nessuna azienda può permettersi di fare tutto da sola e sarà necessario uno sforzo comune per uscire da questa situazione. “Fare rete per superare la crisi” era uno dei claim più utilizzati agli inizi del 2010, quando il sistema delle imprese doveva superare la difficile congiuntura economico finanziaria scatenata dal fallimento Lehman Brothers. Oggi questa necessità è ancora più sentita e sarebbe opportuno che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si esprimesse in modo chiaro ed inequivocabile sui confini delle best practices e della collaborazione reciproca legittima, piuttosto che porsi solo a giudice di meccanismi di mercato che ha già dimostrato in alcune occasioni di conoscere poco.

da richieste o voci isolate.Con questo spirito, a partire da questo numero, D.A. Italia ha deciso di riaprire la rubrica Speakers’ Corner e iniziare una collaborazione giornalistica con Massimo Ferrarini. Per chi non avesse la fortuna di conoscerlo, Massimo è un gestore lombardo, Presidente del Consorzio Coven e grande esperto di grande distribuzione organizzata, nonché del mondo del franchising. La sua esperienza trasversale potrà dare a questa testata un importante contributo e aprire un ponte anche con altri settori molto vicini al vending, ma spesso non analizzati con l’attenzione che meritano.

“Fare rete per superare la crisi” era uno dei claim più utilizzati agli inizi del 2010. Oggi questa necessitò è ancora più sentita.

Fatta questa doverosa premessa Antitrust, è chiaro che le imprese della filiera dovranno quantomeno ispirarsi ad un maggior spirito collaborativo, per poter affrontare il mercato con qualche speranza di successo. Forse sarebbe perfino il caso di allargare la prospettiva alle filiere vicine. Ad esempio, la battaglia contro la crociata “plastic free” è stata condotta non solo dal vending, ma anche in collaborazione con il mondo delle acque minerali, delle bibite e dei produttori di materie plastiche. O, ancora, il progetto Rivending è nato da una collaborazione tra Confida, Corepla e Unionplast. Sarebbe quindi il momento giusto affinché tutta la filiera alimentare, del packaging, della distribuzione e della produzione, trovasse delle battaglie comuni da condividere e da combattere insieme, perché dietro l’angolo ci sono “nemici” insidiosi come la burocrazia, la politica, il mondo del credito, che certo non si faranno condizionare

EDITORIALE DI ALESSANDRO FONTANA

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SOMMARIO

NUMERO 142 MAGGIO 2020 RENZO GABRIEL BONIZZI DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF ALESSANDRO FONTANA DIRETTORE EDITORIALE EDITORIAL DIRECTOR LAURA GUASPARRI ART DIRECTOR ANTONIO VALESTRA GRAPHIC DESIGN DANIELA BISCOTTI COMMERCIALE COMMERCIAL NOEMI MARGAROLI REDAZIONE EDITORIAL STAFF

3 EDITORIALE

Allargare l’orizzonte alle filiere vicine

6 SPEAKER’S CORNER

DISPOSIZIONI COVID-19 - chiarezza o confusione?

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IL VENDING AL TEMPO DEL COVID-19 - seconda parte

20 MONDO ASSOCIAZIONE

ELENA FONTANA FOTO

HA COLLABORATO MASSIMO FERRARINI

24 INNOVAZIONE

LUCINI OFFICINA D’ARTE GRAFICA SRL STAMPA PRINTERS D.A.ITALIA IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA PUBBLICAZIONE ISCRITTA AL TRIBUNALE DI MILANO, NUMERO DI REGISTRAZIONE 177 DEL 22 MARZO 2004

COVID-19, FIPE in audizione alla Camera

COVID-19: la fase 2 secondo Matipay

26 SICUREZZA AZIENDALE

SICUREZZA IN AZIENDA: TRIVENDING lancia il primo distributore di DPI con termoscanner

ISCRIZIONE AL R.O.C. 31449 PERIODICITÀ MENSILE EDITORE ART&WORKS SRL UNIPERSONALE VIA ALESSANDRO ALGARDI 13 20148 MILANO P.IVA 04234310961 TEL +39 02 48958566 UFFICIO COMMERCIALE commerciale@daitalia.it www.daitalia.it POSTA ELETTRONICA info@daitalia.it ABBONAMENTI abbonamenti@daitalia.it LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DELLE ILLUSTRAZIONI E DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI SU D.A. ITALIA È PERMESSA SOLO SE AUTORIZZATA DALLA DIREZIONE. LA DIREZIONE NON ASSUME RESPONSABILITÀ PER LE OPINIONI ESPRESSE DAGLI AUTORI DEI TESTI REDAZIONALI E PUBBLICITARI. CONCEPT BY ART&WORKS SRL

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020

SPEAKER’S CORNER

DISPOSIZIONI COVID-19 CHIAREZZA O CONFUSIONE? Vi ricordate il claim “facciamo chiarezza ” in merito alla questione plastic free usato da tutta la filiera del nostro settore, eletto a grido di battaglia dalla nostra efficiente associazione che ci sostiene, copiato dai rappresentanti di altre comunità legate al mondo della plastica: insomma usato a ragion veduta per perorare la nostra causa?

Però stiamo tranquilli, ora arriva la “fase due” e, consci degli errori commessi nella prima fase, avremo più chiarezza. Anche qui, però, restano solo le buone intenzioni. Quali e quanti clienti riprenderanno l’attività? Come gestiremo gli spostamenti tra le regioni?

Ci siamo però dimenticati di registrarlo, non è coperto da copyright ed ora lo usano tutti e pure gratis. Lodevole lo sforzo di chi ci guida in questa drammatica fase: politici, tecnici, manager, comitati, task-force dotati di buone intenzioni, si prodigano in decisioni volte a farci sopportare meglio le costrizioni di questo periodo. Per far questo utilizzano il claim a noi caro “facciamo chiarezza” .

“Posso rifornire un cliente fuori confine regionale? Si. Però meglio se dal cliente esiste un parente. Si, ce l’ho, è mio cognato, allora siamo a posto... Aspetta, mi dicono che la sorella di mia moglie si è separata, quindi suo marito non è più mio parente… ecco di nuovo il problema! Aspetta però: si potrebbe dire che è un disgiunto…ops! scusa, volevo dire un congiunto, così bypassiamo il problema”

Copiare non è bello, non è etico, non è educativo ma che, almeno, lo facessero bene! Fiducioso nella buona fede di chi decide per noi, sono convinto che l’intenzione sia quella di fare chiarezza, però si salva solo la forma e, nella sostanza, il claim diventa “facciamo confusione”. E anche tanta!

Scusate l’ironia, ma non siamo distanti dalla realtà. Penso che sia facile criticare chi deve prendere decisioni importanti e in tempi brevi per la sicurezza del nostro paese; condivisibili o no, rappresentano una pesante assunzione di responsabilità. Sono convinto, però, che la comunicazione può e deve essere più nitida e precisa, altrimenti non facciamo chiarezza, ma solo confusione.

Decreto del 11 marzo 2020: si chiude tutto? No, si chiude solo una parte. Quindi nel nostro settore che si fa? Non si capisce. Le nostre aziende possono aprire? I nostri ARD possono rifornire le aziende ritenute di pubblica utilità? Che modulo di autocertificazione dobbiamo usare? Questi solo alcuni dei quesiti della prima fase. Poi si prosegue: esce un’ordinanza e, nella regione più colpita, si dimenticano del nostro settore. Panico! Le aziende restano ferme in attesa di una correzione che arriva solo due giorni dopo e poi avanti: prima il decreto, poi l’ordinanza, quale prevale? La divisione dei poteri dovrebbe essere chiara, ma anche qui non si capisce. Si può uscire dalla regione per servire un cliente che si trova oltre confine? Che certificazione devo usare: quella dell’ultimo decreto oppure attenermi all’ordinanza regionale? Dobbiamo essere autorizzati dai prefetti, si recita. Non so se qualcuno di voi ci ha provato, penso sia più facile scalare il passo del Pordoi con una bicicletta tipo la vecchia Graziella, ve la ricordate?!

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SPEAKER’S CORNER DI MASSIMO FERRARINI

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SPECIALE

IL VENDING AL TEMPO DEL COVID-19 (SECONDA PARTE)

PROSEGUIAMO CON IL NOSTRO SPECIALE: “IL VENDING AL TEMPO DEL CORONAVIRUS”: RITENIAMO INFATTI DOVEROSO SCRIVERE UN AMPIO APPROFONDIMENTO SUL TEMA, UN’INDELEBILE MEMORIA D’INCHIOSTRO SU QUESTI MESI DEL 2020, CHE NON SARANNO COSÌ CANCELLATI DALL’ENORME PROLIFERARE DELLE INFORMAZIONI DIGITALI PRESENTI SUL WEB, CHE DI FATTO IMPEDIRANNO IN FUTURO UNA CORRETTA RETROSPETTIVA STORICA DI QUE8

STO DIFFICILE PERIODO PER IL VENDING ITALIANO. SU QUESTO NUMERO DI D.A. ITALIA DESCRIVIAMO I PRINCIPALI FATTI ACCADUTI IN ITALIA E NEL MONDO (DATA IN ROSSO) E NEL VENDING (DATA IN VERDE) DAL 14 MARZO 2020 AL 4 MAGGIO 2020, CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE TANTISSIME INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ INTRAPRESE NEL PERIODO DALLE AZIENDE DELLA FILIERA DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA.


• DAITALIA 142 MAGGIO 2020

14 MARZO 2020 In Italia l’allarme è sempre più alto, i contagiati aumentano quotidianamente in maniera esponenziale. Il 10 marzo erano ancora sotto le mille unità (977), oggi sono saliti a quota 3.497 e i decessi totali sono ormai 1.441. Viene sottoscritto il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”. Questo documento avrà grande influenza anche per il settore del vending, perché il protocollo dà indicazioni circa il contenuto e le modalità delle informazioni da fornire, le regole per l’accesso del personale, di fornitori esterni e nel caso di svol-

gimento di attività in appalto. Sono previste regole e comportamenti riguardo alla pulizia dell’azienda e si ribadisce che, qualora si renda necessario, per rispettare le regole del protocollo, sospendere l’attività, ciò costituirà motivo di ricorso agli ammortizzatori sociali. Si raccomandano regole di igiene personali a cui il personale deve attenersi, con l’onere per il datore di fornire adeguati detergenti. Viene trattato l’uso dei DPI e, in particolare, delle mascherine. Sono poi inserite indicazioni relative all’organizzazione aziendale e quindi, si favorisce l’uso di tutti gli strumenti aziendali che possano conseguire la rarefazione sociale attraverso smart working, rimodulazione delle eventuali turnazioni, utilizzo di ROL e altre analoghe previsioni della contrattazione, nonché ferie maturate.

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020 15 MARZO 2020 Le aziende del settore della distribuzione automatica, pur colpite in maniera estremamente pesante dalla pandemia, iniziano un’incredibile attività di solidarietà in favore della comunità in cui operano. La prima iniziativa che viene diffusa dai media settoriali riguarda sei aziende della filiera del vending che si sono unite per effettuare una donazione a favore della Regione Lombardia per sostenere l’emergenza Covid-19: Ada Vending, Gruppo Illiria, Miami Ristoro, Nisi, Trivending e Torrefazione Varanini. Nonostante il grande momento di difficoltà che il loro settore sta vivendo, hanno fatto rete e hanno deciso di dare il loro contributo, sostenendo la campagna di raccolta fondi emanata dalla Regione Lombardia. La Regione Lombardia, al momento, ha il maggior numero di contagiati. Gli ospedali del territorio stanno affrontando un’emergenza sanitaria, tutto il personale ospedaliero combatte quotidianamente una dura battaglia per curare i cittadini lombardi, e non solo, affetti da Covid-19. “Non potevamo astenerci dal fare la nostra parte”, commentano i responsabili delle 6 aziende: “Per noi la comunità in cui operiamo sarà sempre al primo posto, soprattutto in situazioni di emergenza come quella che stiamo vivendo. Le donazioni saranno utilizzate per acquisti straordinari di materiali di consumo e strumentazioni necessari alle strutture sanitarie, ai medici, agli infermieri e al personale, per curare al meglio i malati e limitare le occasioni di contagio”. “Il passo successivo”, continuano i sei imprenditori “sarà quello di coinvolgere in questa operazione tutti le aziende del nostro settore e sensibilizzare i nostri stakeholder a effettuare una donazione. Ci auguriamo che tutte le persone ospedalizzate vedano migliorare le proprie condizioni di salute e che il nostro Paese possa rialzarsi con la forza e la tenacia che ci caratterizzano”.

16 MARZO 2020 La data è importante in prospettiva storica, perché viene approvato in via ufficiale il DL per l’emergenza Coronavirus. Il provvedimento anti Covid-19, è stato infatti approvato dal Governo nel corso del Consiglio dei Ministri del 16 marzo 2020. Le novità principali sono state presentate in conferenza stampa dal Premier Conte, che inaugura così una lunga stagione di dirette televisive e social. Il decreto, soprannominato “Cura Italia” è solo il primo provvedimento volto ad affrontare l’emergenza economica causata dal virus. Si attende un ulteriore decreto ad aprile (che in realtà non si vedrà fino a maggio). Il decreto anti Covid-19 si compone di cinque titoli e comprende anche quelli che giornalisticamente sono stati denominati “pacchetto sanità” e “pacchetto famiglia”: Titolo I - Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale; Titolo II - Misure a sostegno del lavoro; Titolo III - Misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario; Titolo IV - Misure fiscali a sostegno della liquidità delle famiglie e delle imprese; Titolo V - Ulteriori disposizioni. 10

Il decreto prevede uno stanziamento di circa 25 miliardi di euro, cifra per la quale il Governo ha avuto già l’autorizzazione del Parlamento. Purtroppo, alla data del 4 maggio (inizio della FASE DUE) molte di queste urgentissime misure non saranno ancora state attuate e centinaia di migliaia di Partite IVA non avranno ricevuto il bonus simbolico di 600 euro, l’INPS non avrà erogato la Cassa integrazione ai milioni di beneficiari e delle misure a sostegno della liquidità aziendale non si avrà ancora traccia.

16 MARZO 2020 La società di gestione GeSa intraprende una lodevole iniziativa che sarà ripresa nei giorni successivi dalle gestioni di tutta Italia. In tre ospedali lombardi riduce a 5 centesimi il prezzo di tutte le bevande calde per tutto il personale ospedaliero. Un modo concreto per ringraziare gli operatori sanitari di quelle strutture per tutto quello che stanno facendo. Il giorno dopo sarà la volta di Serim presso la Croce Rossa di Bergamo e di IVS al Policlinico di Milano. Il gruppo Lavazza interviene a supporto dell’emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia, agendo direttamente sul proprio territorio di appartenenza e stanziando 10 milioni di euro a progetti di sostegno a sanità, scuola e fasce deboli della Regione Piemonte. Lo comunica il gruppo in una nota, spiegando che di questi dieci milioni di euro, sei milioni saranno destinati alla Regione Piemonte - Sostegno emergenza Coronavirus, rispondendo all’iniziativa di raccolta fondi «Iocisono» organizzata a suo favore, per l’acquisto di quanto necessario a sostenere le strutture sanitarie e tutto il personale fortemente impegnato in prima linea ad affrontare questa situazione.

Altri tre milioni di euro verranno devoluti alla Fondazione La Stampa - Specchio dei tempi, che è scesa subito in campo in questi tre ambiti: dotare gli ospedali di nuove apparecchiature e di materiale sanitario per le terapie intensive e i pronto soccorso. Ma anche fornire kit igienizzanti gratuiti alle scuole torinesi che ne fanno richiesta; portare agli anziani in difficoltà fisiche ed economiche generi di prima necessità. Un milione di euro verrà inoltre destinato a favore di una pluralità di enti e associazioni

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020 attive sul territorio piemontese, a sostegno delle fasce più deboli e disagiate della popolazione. Il gruppo Lavazza, insieme ai suoi collaboratori, “desidera dare un segnale positivo e di impegno concreto, nella convinzione che con il contributo congiunto e immediato di tutti si possa uscire dall’emergenza e consentire all’Italia di ripartire”, spiega il Gruppo.

Gruppo e trova un ulteriore rafforzamento nella decisione di questi giorni di attivare una raccolta fondi a favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che sta combattendo in prima linea questa emergenza sanitaria. Azioni di tutela sono garantite anche per tutti i dipendenti delle nostre filiali estere che stanno vivendo una situazione molto simile alla nostra”.

17 MARZO 2020 Per motivi che non si comprendono, in diverse regioni inizia una lunga battaglia contro i negozi automatici H24. Ad esempio, a partire dal 17 marzo, in Puglia vengono redatte diverse Ordinanze per disporne la chiusura. In contemporanea con i comuni di Molfetta e Bitonto, il sindaco di Bari dispone la sospensione della vendita h24 mediante distributori automatici su tutto il territorio cittadino. A seguito di una relazione redatta da agenti della Polizia locale e dalle “numerose” segnalazioni pervenute da parte della cittadinanza relative a frequenti situazioni di assembramento di avventori nei pressi dei distributori automatica h24 di bibite e alimenti, Il Sindaco ha deciso che si è reso necessario disporre la sospensione della attività fino al 3 aprile, poiché nei locali dove questi sono situati, sia per le modalità di vendita sia per le loro caratteristiche strutturali, non è possibile controllare e contingentare l’accesso degli avventori, così come prevede il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 marzo 2020 e successivo DPC M 9 marzo 2020. “In questi giorni tante sono le segnalazioni arrivate sugli assembramenti di giovani e meno giovani all’interno dei locali dove sono installati i distributori automatici e visto che i gestori non hanno provveduto a quanto indicato nel decreto del governo sulla gestione degli ingressi abbiamo disposto la chiusura” – spiega il sindaco Decaro. “Come abbiamo fatto per altre situazioni, dove non arriva la responsabilità dei singoli è necessario intervenire con provvedimenti di chiusura perché il nostro primo e unico obiettivo in questo momento deve essere tutelare la salute pubblica”. Per i titolari di negozi automatici, CONFIDA inizia a consigliare, senza pretesa di esaustività, l’apposizione di cartelli informativi, prima dell’ingresso al locale e di fronte al distributore automatico, nonché l’apposizione a terra di segnaletica orizzontale tesa a delimitare visivamente la distanza di un metro. Potrebbe essere utile altresì immaginare l’installazione di una telecamera bidirezionale (che consenta ad un operatore da remoto di parlare a chi si trova dentro il negozio) al fine di far rispettare la distanza, suggerisce l’Associazione. Intanto, proseguono le iniziative di solidarietà: Evoca Group, nel rispetto dei suoi valori, ha preso misure importanti, in accordo con le rappresentanze sindacali, per la tutela della salute dei suoi dipendenti e ha avviato una raccolta fondi a favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per supportare l’emergenza sanitaria in atto. Evoca Group era stata la prima grande azienda a chiudere gli uffici: “Abbiamo anteposto senza esitazione la salute e la sicurezza dei dipendenti, decidendo già il 9 marzo la sospensione temporanea delle nostre attività produttive” - dichiara Andrea Zocchi, Amministratore Delegato di Evoca Group. “Questa scelta rappresenta in modo integrale e genuino la filosofia del nostro

18 MARZO 2020 Le attività produttive sono in gran parte ferme, ma le gestioni vending continuano ad operare ed informare la propria clientela attraverso i loro profili social. Ecco un appello inviato da Sellmat il 18 marzo: “Sono giorni difficili quelli che stiamo attraversando e che richiedono lo sforzo di tutti noi. Nel rispetto di tutte le precauzioni necessarie per combattere l’epidemia, Sellmat continuerà comunque ad essere operativa, sebbene in forma limitata e contenuta, permettendo di selezionare la propria pausa a tutte quelle aziende pubbliche e private rimaste aperte. Abbiamo così chiuso i reparti non strettamente necessari alla normale attività e concesso giorni di ferie al numero più elevato possibile di Collaboratori. Ogni giorno sarà premura dei nostri tecnici e addetti al caricamento sanificare, con appositi prodotti, sia l’esterno che l’interno dei distributori ad ogni passaggio. Chiediamo ai Consumatori di accedere alle macchine uno alla volta e di occupare le zone dedicate alla pausa solo lo stretto necessario per prendere il prodotto. Ringraziamo tutti e rassicuriamo che, fino a quando sarà consentito, continueremo a rifornire le nostre macchine dove richiesto. #tuttoandràbene”.

20 MARZO 2020 L’emergenza Covid-19 si aggrava sempre più e Massimo Trapletti, Presidente di Confida, decide di scrivere una lettera a tutti gli Associati

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020 Cari Associati, stiamo vivendo giorni veramente difficili sia dal punto di vista umano, come sapete io vivo e lavoro nella provincia di Bergamo una delle più colpite dall’epidemia del Coronavirus, sia dal punto di vista lavorativo. Molti dicono che siamo in guerra contro un nemico invisibile e pur non avendo vissuto fortunatamente nessuna guerra personalmente vi assicuro che è la sensazione che mi attanaglia ogni giorno aspettando la sera per conoscere il bollettino dei malati ma soprattutto dei defunti. Abbiamo visto settimana dopo settimana i consumi dei distributori automatici crollare prima per le chiusure di scuole e università, poi per ferie e smart working che hanno svuotato le imprese ed infine con il fermo totale di molte aziende. È una situazione a cui certamente non eravamo preparati. Ma d’altronde era impossibile esserlo data l’eccezionalità di questa epidemia. In questi momenti ci si sente soli con problemi enormi da gestire: da un lato gli incassi sono quasi scomparsi dall’altro tutti i costi sono rimasti da pagare: personale, mutui, canoni ecc. Ai gestori i pochi clienti rimasti aperti, anch’essi presi dal panico, chiedono interventi eccezionali come la sanificazione quotidiana, in alcuni casi più volte al giorno, delle pulsantiere dei distributori automatici, altri chiedono i passaggi quotidiani pur avendo la metà del personale al lavoro, altri l’installazione immediata di distributori per sopperire a nuove esigenze momentanee ed altri ancora chiedono la chiusura del servizio su alcuni distributori per evitare assembramenti. E tutto ciò penalizzando ulteriormente i Gestori che si vedono da una parte costretti a mantenere attivo il servizio, possiamo dire eroicamente con tutte le difficoltà nella movimentazione, e dall’altra l’aggravarsi dei costi di fronte a cali di fatturato che questa settimana stanno raggiungendo il 50% giornaliero rispetto a solo il mese di febbraio. Oltre alle difficoltà dei Gestori anche molte aziende di fabbricazione dei distributori automatici, sistemi di pagamento e accessori della nostra filiera hanno dovuto fermare la produzione in seguito alla mancanza di personale, assente per malattia, e la non consegna delle materie prime da parte di fornitori asiatici e nazionali. I produttori di alimenti che servono il nostro settore hanno di conseguenza subito drastiche riduzione di fatturato e hanno ridotto il processo di produzione. E’ un problema che attraversa tutta la filiera del vending. La politica, veloce nel decretare giustamente le restrizioni, si è mostrata lenta nel partorire un decreto che venisse incontro a queste difficoltà delle imprese del nostro e degli altri settori colpiti dalla conseguenza della crisi. Il Decreto “Cura Italia” ha certamente al suo interno degli aspetti positivi ma non è sufficiente per risolvere gran parte dei problemi che stanno vivendo le nostre imprese. Di fronte a questa situazione è facile essere presi dalla rabbia o dallo sconforto. Però proprio in questo momento dobbiamo essere consapevoli di chi siamo, qual è la nostra storia, il nostro DNA … Il nostro settore possiamo dirlo è stato forgiato dalle difficoltà e da solo si è sempre saputo rialzare. E anche questa volta sarà così. Non dobbiamo farci prendere dal panico e perdere lucidità. Questa epidemia passerà, ci vorrà del tempo, ma passerà. Nel frattempo, noi dobbiamo fare le scelte giuste, non quelle dettate dalla paura. In questo l’associazione è l’unica realtà che vi è vicina. 12

CONFIDA non può certo fare quello che dovrebbero fare le Istituzioni ma sta lavorando attivamente per tenervi aggiornati quotidianamente su decreti, provvedimenti e iniziative relativi all’emergenza Coronavirus che state ricevendo tramite l’Infonews dell’associazione. Stiamo lavorando con i nostri consulenti esterni, legali e commercialisti, per fornirvi pareri, approfondimenti e anche strumenti pratici per far valere i vostri diritti. A questo proposito vi ricordo il parere legale e l’istanza di revisione dei canoni concessori degli Enti Pubblici che vi abbiamo inviato lo scorso 6 marzo e la Guida sugli Ammortizzatori Sociali che vi abbiamo mandato questa mattina. Il nostro obiettivo è mettervi nelle condizioni di accedere agli strumenti del decreto “Cura Italia” che come si è detto rappresenta un primo passo ma non è sufficiente. Stiamo lavorando, insieme a Confcommercio che ha dato vita a una task force dedicata all’emergenza Coronavirus, per cercare di coprire le mancanze del “Cura Italia” con successivi interventi normativi che verranno promulgati. Stiamo anche cercando di sederci direttamente ai tavoli che decidono gli interventi anche se come potete ben pensare non è assolutamente facile. CONFIDA è al vostro fianco anche per analizzare tutte le problematiche locali che stanno emergendo. Ci tenevo però a mandarvi un messaggio di coraggio e di speranza. Ho visto infatti le numerose iniziative di solidarietà che le aziende della nostra filiera stanno facendo per ospedali, associazioni e persone in difficoltà e devo dire che mi hanno commosso e mi hanno dato speranza. Le stiamo raccogliendo e la prossima settimana le comunicheremo ai media per mostrare la responsabilità sociale del nostro settore. Le aziende che in un momento così difficile hanno la forza di pensare anche agli altri sono aziende che avranno la forza di uscire da questa crisi e tornare ad essere più forti di prima. C’è una favola che sta circolando in rete in queste ore che parla di un incendio in una foresta africana. Tutti gli animali, anche i più forti come il leone, fuggivano dall’incendio impauriti. Solo un piccolo colibrì volava in direzione opposta. Il leone gli chiese “Ma dove stai andando da quella parte c’è l’incendio?” il colibrì gli rispose: “Vado verso il lago per portare un po’ d’acqua sul fuoco”. Il leone gli rispose: “Ma come puoi pensare tu così piccolo di poter spegnere un incendio così grande?”. Il colibrì gli rispose: “Io sto facendo solo la mia parte”. Alla vista dell’impegno che il colibrì stava mettendo per spegnere il fuoco anche altri animali si misero ad aiutarlo e via via tutti aiutarono a spegnere il fuoco. Al termine il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti, ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che insieme si può spegnere un grande incendio”. Noi insieme ce la possiamo fare! Forza! Un abbraccio Massimo Trapletti

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020 22 MARZO 2020 Questa giornata è probabilmente la più complessa dell’intera FASE UNO dell’epidemia. Alle ore 18:00 della sera precedente, Angelo Borrelli il capo del Dipartimento della Protezione Civile, annuncia un numero spaventosamente alto di nuovi positivi: 6.557. Nessuno al momento si rendeva conto che sarebbe stato il picco del contagio e che dal giorno successivo i numeri quotidiani sarebbero iniziati a scendere. Il panico si diffonde a tutti i livelli e filtrano sempre più voci ed indiscrezioni che il vending rischia di venire definitivamente chiuso in ogni locazione. In quelle ore, infatti, il Governo è al lavoro per scrivere ulteriori misure restrittive per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 e in molti ritengono che le misure potrebbero colpire specificatamente anche la distribuzione automatica. La mattina del 22 il portale informativo Fantavending.it pubblica un appello alla politica: non chiudete il vending! “La distribuzione automatica da settimane, pur tra mille difficoltà, offre un servizio essenziale a tutte le categorie direttamente impegnate nella battaglia contro il COVID-19. Medici, infermieri, forze dell’ordine, riescono a fare una brevissima pausa dalla loro fondamentale attività solo attraverso i distributori installati negli ospedali, nelle caserme e nelle questure. Un caffè caldo e una bottiglietta d’acqua fresca, sono una piccolissima consolazione, ma fanno la differenza. È per questo che centinaia di addetti del vending continuano a lavorare dalle 5 del mattino per garantire una sosta a chi oggi ne ha davvero bisogno. Fateci fare quello che sappiamo fare, fateci aiutare chi è al lavoro, regalandogli un momento di pausa, fateci contribuire alla lotta attraverso questo piccolo, ma indispensabile gesto. NON CHIUDETE IL VENDING!” Il clima è talmente teso che al sito arrivano centinaia di messaggi di violenta critica, principalmente da operatori del settore che hanno legittimamente paura di contagiarsi durante il lavoro. Nel pomeriggio anche CONFIDA lancia il suo appello. “I distributori automatici – spiega il Presidente di CONFIDA Massimo Trapletti – devono essere considerati servizi di pubblica utilità. Le vending machine sono presenti all’interno di ospedali, caserme e aziende delle filiere essenziali, si pensi all’alimentare o al farmaceutico. Offrono ristoro a medici, infermieri, poliziotti. Per questo riteniamo che sia fondamentale che rientrino nelle attività che restano aperte. Sarebbe un grave errore chiuderle” L’Italia infatti ha la più ampia catena distributiva automatica d’Europa: oltre 800 mila distributori automatici all’interno di aziende, ospedali, caserme, penitenziari, scuole, università, stazioni e aeroporti. “In un momento di emergenza come questo, le vending machine sono una risorsa: una tecnologia italiana ampiamente diffusa sul territorio che può distribuire prodotti alimentari e non solo. Si possono distribuire dispositivi di protezione individuale come guanti e mascherine e altri prodotti necessari per fronteggiare l’emergenza sanitaria”, conclude Trapletti.

del Consiglio dei Ministri 11 marzo 2020” in cui il vending era espressamente escluso dalle chiusure. Anche per CONFIDA e Confcommercio, le attività di cui all’allegato 1 del DPCM dell’11 marzo tra cui il vending possono proseguire l’attività, fermo restando quanto prevede l’ordinanza del Ministro della Salute del 20 marzo (per la quale Confida ha chiesto un chiarimento al Ministero) e le indicazioni di cui all’art. 7 dello stesso decreto 11 marzo 2020 e quanto previsto dalle diverse ordinanze delle amministrazioni locali.

23 MARZO 2020 Il vending quindi resta aperto, ma non tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine l’hanno compreso. Inizia il delirio delle Autocertificazioni (al 4 maggio ne saranno pubblicate 5 versioni differenti), delle spiegazioni sui codici ATECO, delle fotocopie dei decreti e dei pareri legali. Una giungla di carta che invade i furgoni degli ARD, già alle prese con i tanti problemi lavorativi in condizioni spesso estreme. Nel frattempo, prende vita un’altra lodevole iniziativa di solidarietà di un’azienda della nostra filiera: Perfetti Van Melle. Ecco il comunicato stampa: “In questa emergenza epocale che mette a dura prova il nostro Paese, la determinazione e la passione degli operatori sanitari ci stimolano a fare la nostra parte perché più vite umane possibili possano essere salvate. Per questo motivo il Gruppo Perfetti Van Melle ha deciso di effettuare una donazione del valore di 2 milioni di euro alla Fondazione Fiera per la realizzazione del nuovo Ospedale in Fiera Milano. Il nostro contributo vuole essere un segnale di solidarietà e fiducia nelle capacità e nello spirito combattivo delle istituzioni e in particolare di medici, infermieri, volontari e di tutti coloro che instancabilmente lottano per dare una speranza alle tante persone colpite da questa drammatica emergenza. Siamo certi che con la collaborazione di tutti, e con un grande gioco di squadra la Lombardia vincerà questa sfida per realizzare una struttura indispensabile in tempi record, aiutando l’intero Paese che si rialzerà e ne uscirà più forte. Facciamo tutti la nostra parte. Coraggio Italia!

Alle ore 22:30 viene reso pubblico il nuovo Decreto. Il Testo non è affatto chiaro (come troppo spesso è accaduto durante tutta la pandemia) ma, fortunatamente, le nuove disposizioni “si applicano, cumulativamente a quelle di cui al decreto del Presidente

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020 24 MARZO 2020

30 MARZO 2020

Il vending resta aperto, ma non i negozi H24, che vengono chiusi in molte regioni. Il divieto è infatti esplicitato nelle ordinanze della regione Lombardia e Piemonte: “Sono chiusi i distributori automatici cosiddetti H24 che distribuiscono bevande e alimenti confezionati”. Il divieto nelle regioni più colpite sarà tolto solo nella FASE DUE.

Il vending perde l’80%. CONFIDA lancia una proposta shock: stop alle tasse di giugno. La crisi innescata dall’epidemia di Coronavirus sta facendo gravi danni al settore della distribuzione automatica. Sebbene il comparto, che in Italia da lavoro a oltre 33mila persone, sia ancora attivo in quanto il DPCM dell’11 marzo lo inserisce tra le attività commerciali essenziali (porta ristoro in ospedali, caserme, aziende rimaste aperte e prigioni), il giro d’affari del vending si è ridotto dell’80% rispetto al mese scorso. La preoccupazione del settore, espressa dall’associazione di categoria CONFIDA, riguarda la liquidità delle imprese necessaria a non farle fallire in una situazione di brusca frenata dell’attività. “Il Decreto Cura Italia ha introdotto le prime misure a sostegno della liquidità ma sono ancora del tutto insufficienti rispetto alla drammatica situazione che stiamo vivendo. È necessario un “intervento shock” per salvare le nostre imprese prima che sia troppo tardi – spiega il Presidente di CONFIDA Massimo Trapletti–. L’investimento totale potrebbe attestarsi attorno ai 200 miliardi di euro. E’ però necessario che questi soldi arrivino direttamente ai soggetti economici e privati come hanno fatto negli Stati Uniti e in particolare:1) alle imprese, attraverso l’abolizione delle tasse di giugno (IRPEF, IRAP, TARI, TASI E IMU, IRES) finanziando a lungo termine la necessità di liquidità attuale e mantenendo gli ammortizzatori sociali in deroga applicati già oggi; 2) alle famiglie posticipando i mutui, riducendo il cuneo fiscale e le tariffe di energia e gas; 3) ai lavori pubblici, finanziando opere pubbliche quali gli investimenti in ponti, strade che danno occupazione e rimettono in moto l’economia”. Queste iniziative porterebbero beneficio immediato in particolare alle PMI che rappresentano la gran parte delle aziende italiane: “Penso alle aziende che fatturano 5-10 milioni e tantissimi esercizi commerciali che fatturano fino a 1-2 milioni. Se queste realtà chiudono, tante famiglie resteranno senza un reddito e conseguentemente non consumeranno più. Insomma, l’intero Paese rischierebbe il default”. Uno spiraglio di luce in questa crisi nasce dalla posizione della Banca Centrale Europea che ha dichiarato la sua disponibilità all’acquisto dei titoli dei singoli Stati: “I 200 miliardi– conclude Trapletti – potrebbero essere coperti dall’emissione di titoli a 1015 anni e con le entrate fiscali che tutte le imprese e le famiglie salvate pagheranno potremmo onorare senza problemi gli interessi sul debito”. L’analisi del Presidente di CONFIDA parte dalla decisione presa dall’Unione Europea di derogare al Patto di Stabilità, ossia quell’insieme di regole che governano le politiche di bilancio degli Stati membri che fissano un limite di deficit/Pil al 3% e un debito sotto il 60% della ricchezza nazionale.

26 MARZO 2020 Iniziano a manifestarsi nel vending le avvisaglie di qualche corto circuito nei pagamenti. La prudenza nel corrisponderli sembra diventata un dogma religioso e la possibilità che “nessuno paghi nessuno”, inizia a spaventare la filiera. In questo clima, Fas international va in completa controtendenza e comunica a tutti i suoi fornitori che onorerà i pagamenti in scadenza. Ecco il comunicato: “Spett. Fornitore, le recenti disposizioni del Governo, finalizzate al contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid - 19, hanno generato una situazione mai affrontata prima d’ora, che sta rendendo davvero difficile e molto complessa l’attività delle nostre imprese. La nostra azienda come noto è chiusa nel rispetto dei DPCM 4,8, 11 ,22 marzo ed a migliore garanzia di salvaguardia della salute del Patrimonio Umano aziendale e collettivo, dal 16 marzo u.s e lo rimarrà, salvo nuove disposizioni governative, fino al 03/04/2020. In questo momento così complicato e nella volontà di minimizzare reciproci effetti negativi, siamo a comunicarVi che i pagamenti in scadenza al 31/03/2020 verranno puntualmente onorati. Nonostante la nostra azienda stia ricevendo continue comunicazioni da parte dei nostri clienti, che anticipano la richiesta di spostamento per le scadenze di fine mese o la conferma unilaterale che le stesse non verranno saldate, abbiamo ritenuto, fino a che ci sarà possibile, di passare un messaggio positivo e di agire in modalità attiva a salvaguardia dei nostri fornitori e del nostro personale. Nella speranza che al più presto si risolva questa situazione e si possa ripartire assieme con l’entusiasmo di un tempo, Vi ringraziamo ed auguriamo buon lavoro”.

1 APRILE 2020 Per quanto strano possa sembrare oggi, in origine tutte le misure di contenimento erano pensate solo sino al 3 aprile e c’era una ragionevole aspettativa che da quella data sarebbe potuta iniziare la FASE DUE. Ma la curva dei contagi non lascia nessuna speranza e il Governo sarà costretto a mettere

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020 di nuovo mano allo strumento del DCPM e disporre la proroga dal 3 aprile fino al 13 aprile 2020 dell’efficacia delle disposizioni contenute nei decreti del Presidente del Consiglio emanati in data 8, 9, 11 e 22 marzo 2020, nonché di quelle previste dall’ordinanza del Ministero della Salute del 20 marzo 2020 e dell’ordinanza del 28 marzo 2020 adottata dal Ministero della salute di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. In sostanza, il nuovo decreto rinnova e prolunga le restrizioni fino allora vigenti.

2 APRILE 2020 Esce la lettera congiunta: “Tuteliamo il vending! Cerchiamo di aiutarci e sostenerci a vicenda”, inviata a tutti gli associati CONFIDA e firmata dal Presidente di CONFIDA, dai Presidenti dei Gruppi Merceologici e dal Presidente Gruppo Giovani dell’Associazione in relazione all’emergenza Coronavirus.

“Cari Associati, la situazione in cui versa il nostro settore a seguito dell’epidemia da Covid-19 è grave ma il nostro messaggio congiunto vuole essere di incoraggiamento e un invito a stare uniti perché siamo convinti che il futuro del vending dipende da noi! Fortunatamente, da alcuni giorni, la crescita percentuale della diffusione dell’epidemia è in costante diminuzione. Non ne siamo ancora fuori, ci vorrà ancora del tempo ma per la prima volta intravediamo da lontano “la fine del tunnel”. Gli interventi del Governo sul piano sanitario stanno generando i primi risultati. Questo è importante, sia per la sicurezza di tutti ma anche sul piano del morale. Noi imprenditori si sa, appena si apre anche un piccolo spiraglio di opportunità, siamo i primi a muoverci; e così dobbiamo fare anche questa volta. Purtroppo, le chiusure di scuole, università e imprese e oltre al largo utilizzo dello smart working, se da un lato sono stati funzionali al contenimento dell’epidemia, dall’altro hanno creato una crisi economica inaspettata e senza precedenti. I consumi sono calati drammaticamente e con essi le entrate dei gestori, primo anello della nostra filiera. Ma la crisi ha toccato anche i fabbricanti che oggi hanno chiuso le proprie attività a seguito dei decreti ministeriali. Infine i produttori alimentari che hanno visto contrarsi fortemente le vendite dei loro prodotti nel canale del vending così come le rivendite. La nostra filiera è però interdipendente: questo significa che

quello che fa una parte ha effetto sull’altra. Per questo occorre che, in questa difficile prova, restiamo uniti, non ci facciamo prendere dal panico e ci confrontiamo come abbiamo sempre fatto, talvolta anche con toni accesi, ma sempre con un obiettivo comune: tutelare il “nostro” settore. Il vending infatti è “nostro”, è un patrimonio di noi tutti a prescindere da quale “parte del tavolo siamo seduti”: gestori, fabbricanti di tecnologie, produttori alimentari, rivendite, fornitori di accessori o servizi; è un “bene comune” che ha sostenuto e, siamo sicuri continuerà a sostenere, le nostre famiglie, le nostre imprese, i nostri collaboratori con le loro famiglie. Sappiamo anche bene (lo abbiamo sperimentato centinaia di volte sulla nostra pelle!) che fuori dal nostro settore non c’è nessuno che ci difende o ci tutela: nessuno! Anzi se possono metterci i “bastoni tra le ruote” lo fanno senza particolari riguardi. E di questo aspetto erano consapevoli anche i fondatori della nostra Associazione che nel 1979, quando hanno dato vita a CONFIDA, l’hanno creata come una filiera: hanno creato una casa comune per chi fabbricava i distributori, chi li gestiva e chi produceva e distribuiva i prodotti alimentari. Anche allora c’era una crisi economica, nata non da un’epidemia ma dalla cosiddetta crisi petrolifera degli anni 70. In quell’occasione il nostro settore scelse di unirsi anziché dividersi per risolvere i problemi. Anche per questa volta la tenuta del sistema economico della nostra filiera dipende da noi e dai nostri comportamenti. Stiamo vivendo una crisi economica che sta diventando una crisi di liquidità. Questo aspetto certamente fa paura ma noi dobbiamo affrontare questa situazione con coraggio e con l’ottimismo di chi sa che la bufera passerà. Per questo, il nostro primo invito è dunque a quello di mantenere il dialogo tra le varie componenti della filiera; ma un dialogo che deve essere costruttivo per trovare insieme soluzioni per utili a superare questo periodo difficile. Il secondo invito che vi facciamo è quello di approfondire tutte le opportunità che stanno emergendo con le misure economiche emanate dal Governo, quali ad esempio gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e cassa integrazione in deroga) che sono accessibili a tutte le aziende a prescindere dal settore e dalla grandezza. Collegate a queste peraltro c’è una convenzione realizzata dall’Associazione Bancaria Italiana che consente alle banche che vi aderiscono di anticipare il pagamento dell’ammortizzatore sociale al lavoratore senza che debba intervenire l’azienda. Ognuno di noi, inoltre, può far ricorso ai propri istituti Bancari di riferimento che già incominciano a proporre linee di credito chirografarie a lungo termine con tassi interessanti: in poche parole, ognuno di noi può e deve attivarsi per trovare formule che possano permettere alla propria azienda di sopravvivere in attesa della ripartenza, senza scaricare i propri problemi sugli altri ma dialogando con gli altri e trovando soluzioni. Nelle prossime settimane arriveranno altri e, speriamo, più consistenti aiuti governativi. Il Presidente del Consiglio Conte ha annunciato un decreto legge contenente misure urgenti proprio per la liquidità delle imprese che dovrebbe essere emanato tra pochi giorni. CONFIDA è dalla vostra parte per tenervi costantemente informati e aiutarvi ad accedere alle misure già emanate ed a quelle che verranno emanate dal Governo nel prossimo futuro.

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020 Cerchiamo quindi di aiutarci e sostenerci a vicenda. Tuteliamo il vending! E … forza! Forza perché siamo sicuri che torneremo più forti di prima! A presto!” Massimo Trapletti - Presidente CONFIDA Pio Lunel - Presidente Gruppo Imprese di Gestione Roberto Pellegrini - Presidente Gruppo Imprese di Fabbricazione di Distributori Automatici e Accessori Stefano Piccinini - Presidente Gruppo Imprese di Fabbricazione di Prodotti per la Distribuzione Automatica Ernesto Piloni - Presidente Gruppo Imprese di Servizi e Commercializzazione Roberto Pace - Presidente Gruppo Giovani

5-6 APRILE 2020 Il vending si ferma in Lombardia e migliaia di chiamate arrivano a tutti i gestori della regione per comprendere perché il servizio non venga erogato.

7 APRILE 2020 Dopo 48 ore di febbrili trattative, finalmente Regione Lombardia torna sui suoi passi e pubblica un’ordinanza con la quale riapre il vending dal 7 aprile in poi.

3 APRILE 2020 10 APRILE 2020 La situazione di blocco delle attività del vending risulta sempre più evidente, tanto che, a seguito di un quesito presentato da CONFIDA, l’Agenzia delle entrate pubblica un chiarimento all’interno della circolare 8/E relativo alla sospensione del termine di 60 giorni tra una rilevazione dei dati dei corrispettivi da vending machine e la successiva nel periodo di emergenza. Pertanto, nel caso sia impossibile effettuare il rifornimento e di conseguenza la rilevazione e la trasmissione dei dati, questo dovrà avvenire anche dopo i 60 giorni al primo accesso utile. Segnaliamo in questa data anche un’altra bella iniziativa della filiera del vending in favore degli operatori sanitari impegnati nella lotta al COVID-19. La torrefazione genovese Covim ha deciso di sostenere con un gesto semplice, un attimo di sosta con un caffè, le persone impegnate ogni giorno nella lotta al coronavirus all’interno della nave ospedale Gnv Spendid, attraccata a Ponte Colombo. Diventata operativa dal 19 marzo la nave ospedale è stata consegnata dalla compagnia di navigazione GNV a Regione Liguria che l’ha trasformata in una struttura attrezzata per fornire assistenza ai pazienti affetti da Covid-19 e alle persone in fase di dimissione ospedaliera che devono trascorrere un periodo in strutture controllate prima di rientrare nelle proprie abitazioni. #espressoinprimalinea

Anche la data del 13 aprile si è rivelata troppo ottimistica e il Governo emana il DPCM 10 aprile 2020 che proroga le misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 al 3 maggio 2020. Questa volta però ci azzecca, perché effettivamente la FASE DUE inizierà in tutta Italia il 4 maggio.

4 MAGGIO 2020 Dopo quasi due mesi termina la FASE UNO. Ecco l’andamento nazionale della pandemia da Covid-19 dall’inizio della crisi

4 APRILE 2020 Sabato notte, in modo del tutto inaspettato, esce un’ordinanza della Regione Lombardia che di fatto chiude il vending in tutto il suo territorio. Sono ore frenetiche in cui tutta la filiera si mobilita per impedire una serrata forzata (anche per il rischio “effetto domino” in altre regioni).

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020

MONDO ASSOCIAZIONE

COVID-19, FIPE IN AUDIZIONE ALLA CAMERA

CINQUE CRITICHE AL GOVERNO SU QUANTO FATTO FINO AD ORA E CINQUE PROPOSTE PER VENIRE INCONTRO ALLE ESIGENZE DEL MONDO DELLA RISTORAZIONE E DELL’ACCOGLIENZA. È QUESTO IL BILANCIO DELL’INTERVENTO DEL DIRETTORE GENERALE DI FIPE (FEDERAZIONE ITALIANA DEI PUBBLICI ESERCIZI) ROBERTO CALUGI, IN AUDIZIONE DAVANTI ALLE COMMISSIONI FINANZE E ATTIVITÀ PRODUTTIVE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, 20

IMPEGNATE NELL’ESAME DEL DL LIQUIDITÀ. VENTI MINUTI PER RIEPILOGARE COSA NON HA FUNZIONATO DOPO IL LOCKDOWN IMPOSTO A 300.000 IMPRESE E CHIEDERE UN’INVERSIONE DI ROTTA PER SALVARE UN SETTORE CHE CONTA 300.000 IMPRESE, OLTRE 1 MILIONE DI LAVORATORI E CHE RISCHIA DI CHIUDERE IL 2020 CON 34 MILIARDI DI EURO DI PERDITE COMPLESSIVE.


• DAITALIA 142 MAGGIO 2020

CON RIFERIMENTO ALLA POSSIBILITÀ DI EFFETTUARE VENDITA PER ASPORTO NON VI È MOTIVO DI DUBITARE CHE, DIVERSAMENTE DA QUANTO PREVISTO DA ALCUNE REGIONI, SIA RICOMPRESO ANCHE L’ASPORTO DI BEVANDE.

“A due mesi dal blocco delle attività – sottolinea il Direttore generale - solo l’1,4% delle imprese italiane della ristorazione è riuscito ad accedere al credito bancario garantito dallo Stato e questo, insieme al mancato arrivo ai lavoratori dei soldi degli ammortizzatori sociali, è il motivo per cui il clima di sfiducia e preoccupazione si sta diffondendo a macchia d’olio. Ciò che vorremmo è che il governo dimostrasse quell’attenzione e quell’orgoglio per il comparto della ristorazione e del turismo italiani. Noi abbiamo messo sul tavolo le nostre richieste e ci aspettiamo risposte puntuali nel merito. Noi oggi sappiamo solo che non apriremo fino al primo giugno, niente sappiamo di aiuti concreti e a fondo perduto per le nostre imprese”.

LE PROPOSTE In sintesi, le principali richieste della Federazione italiana dei Pubblici Esercizi all’indirizzo di governo e Parlamento: • Prevedere contributi a fondo perduto per il settore, parametrati alla perdita di fatturato durante le 14 settimane di chiusura; • Disporre una moratoria sugli affitti e le utenze per le aziende e i rami d’azienda; • Esentare le imprese dal pagamento delle imposte locali e nazionali, in particolare Imu, Tasi e Tari, per il periodo di chiusura; • Estendere gli ammortizzatori sociali a tutta la durata della cri-

MONDO ASSOCIAZIONE FIPE

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020 si, fino al momento in cui le imprese non potranno tornare a operare a regime; • Predisporre un piano chiaro e condiviso per le riaperture. “L’ultimo punto non deve essere sottovalutato – spiega Calugi - gli imprenditori devono sapere quali saranno le misure di sicurezza che dovranno utilizzare e quali i criteri per il distanziamento. Senza queste informazioni come si fa a capire se è conveniente o meno aprire? Noi abbiamo predisposto un protocollo di sicurezza che abbiamo inviato alle istituzioni, aspettiamo delle risposte”.

LE CRITICHE • Attualmente, su un campione di 780 imprese del mondo della ristorazione, dei catering e dei locali notturni, solo 10 attività sono riuscite ad ottenere un prestito dalle banche, mentre il 36% degli imprenditori si è sentito rispondere che ci vorranno almeno altre quattro settimane. • Il secondo problema è rappresentato dagli ammortizzatori sociali: ancora nessun lavoratore ha ottenuto alcuna forma di sostegno al proprio reddito. • Preoccupa anche il tema degli affitti, affrontato attraverso il credito d’imposta ma limitatamente al mese di marzo. Così come preoccupano gli adempimenti fiscali, che al momento sono stati posticipati ma non annullati.

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• L’ultimo problema sollevato è quello della riapertura, con la data slittata senza alcun confronto con le associazioni di categoria, ma soprattutto senza che sia stato comunicato alcun piano per la sicurezza sanitaria ed economica delle imprese. “Complessivamente non ci siamo – conclude Calugi – si è intrapresa la strada dei prestiti garantiti, appoggiandosi al sistema bancario e questo si è rivelato un errore, soprattutto per imprese piccole e medie come quelle della ristorazione che vivono di cassa. Non tutto è perduto, ma occorre fare presto e invertire subito la rotta, attraverso contributi a fondo perduto a compensazione delle perdite e un piano serio e condiviso sulle riaperture”. Ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett. aa) del DPCM 26 aprile 2020, a partire dal 4 maggio 2020, fino al 17 maggio, le attività dei servizi di ristorazione (vale a dire tutte quelle ricomprese nel Codice Ateco 56, tra cui bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, pizzerie, birrerie, caffetterie ecc.), sebbene restino sospese (ad eccezione di mense e catering continuativo su base contrattuale che possono ordinariamente proseguire la loro attività), potranno fornire ai clienti sia il servizio della consegna a domicilio (delivery), sia l’asporto (take away).

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Pertanto, a partire dal 4 maggio, bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie ecc. potranno: • proseguire a fornire la consegna a domicilio, nel rispetto delle norme igienico sanitarie, sia per l’attività di confezionamento che di trasporto; • effettuare anche la ristorazione con asporto, fermo restando l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze degli stessi. Con riferimento alla possibilità di effettuare vendita per asporto, stando al tenore letterale della norma – “ristorazione con asporto” – non vi è motivo di dubitare che, diversamente da quanto previsto da alcune Regioni, sia ricompreso anche l’asporto di bevande, oltreché di alimenti. Tuttavia, è bene sottolineare che il Provvedimento, ai sensi dell’art. 10, comma 2, stabilisce che si continueranno ad applicare le misure di contenimento più restrittive adottate dalle Regioni, anche d’intesa con il Ministro della Salute, relativamente a specifiche aree del territorio regionale, ragion per cui sarà importante verificare eventuali provvedimenti maggiormente restrittivi adottati dalle amministrazioni regionali (con riferimento agli orari, alla categoria merceologica oggetto del servizio, ecc.).



• DAITALIA 142 MAGGIO 2020

INNOVAZIONE

COVID-19: LA FASE 2 SECONDO MATIPAY

IL SISTEMA DI PAGAMENTO MOBILE E TELEMETRIA PER IL VENDING, PREMIATO AL CES DI LAS VEGAS, INTEGRA IN APP UNA NUOVA FUNZIONALITÀ DI SOCIAL DISTANCING PER LA GESTIONE DEGLI ASSEMBRAMENTI NEI PUNTI RISTORO E PER AUTOMATIZZARE LA DISTRIBUZIONE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE. 24

MATIPAY, LA FINTECH COMPANY FINANZIATA DA NEVA FINVENTURES, SOCIETÀ DI INTESA SANPAOLO, INTEGRA IN APP “TAKE 5”, LA NUOVA FUNZIONALITÀ PER IL DISTANZIAMENTO SOCIALE CHE GESTISCE IN MANIERA EFFICIENTE L’ACCESSO AI DISTRIBUTORI AUTOMATICI, EVITANDO OGNI GENERE DI ASSEMBRAMENTO.


• DAITALIA 142 MAGGIO 2020

MATIPAY LANCIA TAKE 5, LA FUNZIONALITÀ SMART PER LE PAUSE CAFFÈ E LA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA DELLE MASCHERINE

Con l’avvio della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus sono 4,5 milioni gli italiani che, dopo mesi di stop e smart working, sono tornati alle loro postazioni di lavoro. Un ritorno che richiede alle aziende l’applicazione di nuove regole volte a garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori, mediante l’incremento dei livelli di igiene, il distanziamento minimo delle scrivanie e specifici protocolli per l’utilizzo degli spazi comuni. In Italia, primo Paese europeo per numero di vending machine installate - oltre 822 mila, di cui più del 60% collocate in ambienti professionali pubblici e privati (Fonte: Centro Studi MatiPay su dati Confida e Statista) – il tema della gestione dei punti ristoro, dove sono collocati i distributori automatici, diventa un tema quanto mai più urgente. Attraverso TAKE 5, MatiPay va così incontro alle esigenze di lavoratori e datori di lavoro, offrendo agli utenti la possibilità di prenotare velocemente la propria pausa al distributore tramite app e alle aziende di adeguarsi alle disposizioni INAIL, garantendo al contempo sicurezza e i servizi di ristoro. Il sistema di prenotazione e gestione dei turni si basa, infatti, sulla possibilità di verificare da remoto, sul proprio smartphone, il numero di persone presenti nei pressi del distributore, che potrà disabilitarsi automaticamente in caso di assembramento eccessivo e prolungato. La nuova funzionalità offrirà, inoltre, la possibilità di avviare, senza sforzo organizzativo, la distribuzione di mascherine, gel disinfettanti e altri dispositivi di protezione individuale, necessari negli ambienti di lavoro più affollati. “La grande diffusione dei distributori automatici”, sottolinea Matteo Pertosa, Ceo di MatiPay “è una risorsa unica, che il Paese potrebbe sfruttare per una veloce e capillare distribuzione delle mascherine. Le vending machine sono presenti in ogni azienda e noi di MatiPay abbiamo voluto dare il nostro contributo per continuare ad utilizzarle con serenità”.

COME FUNZIONA Lanciata l’App di MatiPay, per prenotare il proprio turno al distributore basterà semplicemente: • Accedere, tramite la funzionalità TAKE 5 presente in Home e nella sezione Servizi, al calendario personalizzato con l’indicazione dei giorni e degli orari disponibili. • Selezionare in quale area ristoro dell’azienda di desidera svolgere il break o ritirare il dispositivo di protezione (es. la mascherina). • Selezionare il giorno e l’orario, con la possibilità di attivare una prenotazione ricorrente ad una data ora e/o le notifiche di promemoria. • Confermare con un tap la prenotazione, verificando quante persone sono presenti. • Recarsi al distributore, scegliere e ritirare il prodotto da consumare o la mascherina, avvicinando il proprio smartphone con l’App MatiPay alla vending machine. • Godersi la pausa in tranquillità. TAKE 5 consentirà anche agli operatori di gestire quotidianamente, da remoto e in collaborazione con le aziende, i distributori nei diversi luoghi di ristoro (regolazione orari, numero di persone consentito per break), notificare ai dipendenti messaggi di responsabilità sociale (buone norme di convivenza e di igiene). Inoltre, attraverso programmi di fidelizzazione, sarà possibile incoraggiare gli utenti a frequentare le aree di ristoro negli orari meno affollati.

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• DAITALIA 142 MAGGIO 2020

SICUREZZA AZIENDALE

SICUREZZA IN AZIENDA: TRIVENDING LANCIA IL PRIMO DISTRIBUTORE DI DPI CON TERMOSCANNER

TUTELA DELLA SALUTE E GESTIONE ATTENTA DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE RIVESTONO OGGI UN RUOLO CRUCIALE PER LE IMPRESE, EVIDENZIANDO LA NECESSITÀ DI AVVALERSI DI SISTEMI EFFICACI PER DISPORRE E MONITORARE L’IMPIEGO DI QUESTE DOTAZIONI. IL SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA È L’UNICO CAPACE DI OFFRIRE SOLUZIONI PUNTUALI, PENSATE PER RISPONDERE ALLE ESIGENZE DI SICUREZZA, 26

RISPETTO DELLA NORMA E OTTIMIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE E MATERIALI DI OGNI AZIENDA. IN SEGUITO ALL’EMERGENZA SANITARIA INFATTI, LA RIPRESA DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE È STRETTAMENTE LEGATA ALL’APPLICAZIONE DI RIGOROSI PROTOCOLLI DI SICUREZZA: ELEMENTI STRUTTURALI DELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE, CHE SI PROSPETTA ESSERE SEMPRE PIÙ EFFICIENTE, TRACCIABILE E AUTOMATIZZATA.


• DAITALIA 142 MAGGIO 2020

Grazie a una proposta tecnica strutturata, Trivending elabora software altamente evoluti per la gestione logistica automatica di qualsiasi elemento del ciclo produttivo aziendale, dai DPI agli utensili, fino alla cancelleria. Una tecnologia sempre su misura che tiene conto delle singole necessità, come anche delle regolamentazioni specifiche a cui è sottoposta l’azienda; sia essa una piccola o una grande impresa. Il valore della customizzazione si estende infine anche all’assistenza continua e all’elaborazione di soluzioni finanziarie – come leasing, finanziamenti e noleggi operativi – che permettono di proporre al proprio cliente la migliore gestione possibile dell’investimento.

CONTRO IL COVID, IL PRIMO DISTRIBUTORE CON TERMOSCANNER Specializzata nella progettazione di software complessi e consulenze articolate, Trivending ha scelto di rispondere all’emergenza sanitaria con una tecnologia dall’utilizzo immediato, per consentire ad ogni azienda di ottemperare tempestivamente alle nuove norme di sicurezza per il Covid-19.Si tratta del primo distributore di DPI con termoscanner per la rilevazione della temperatura corporea, dotato di un software plug&play, attivabile al momento dell’installazione e successivamente riconvertibile per un nuovo utilizzo più specifico e complesso. L’unico sistema che assolve agli obblighi di legge per l’ingresso in azienda, verificando la temperatura idonea – inferiore a 37,5 gradi – e registrando il ritiro della dotazione minima necessaria per lo svolgimento delle attività lavorative, come ad esempio guanti e mascherine. Operazioni sempre tracciabili e certificate ai fini delle nuove normative, che rilevano in tempo reale i possibili casi a rischio.

SISTEMI PERSONALIZZATI PER LA GESTIONE DEI DPI Trivending, storico gruppo veneto e leader italiano nella distribuzione automatica dei DPI, mette a disposizione delle società di gestione un’esperienza di oltre 20 anni nel settore specifico, con soluzioni personalizzate per ogni tipologia d’azienda, quali industrie, retail, ed enti pubblici.

Questa soluzione all’avanguardia, firmata Trivending, consente alle società di gestione di fornire ai propri clienti la totale protezione contro i rischi legati al mancato rispetto delle nuove procedure anti- Covid. Un prodotto altamente avanzato che caratterizza l’offerta dei gestori, contribuendo a elevarne reputazione e immagine. Per informazioni: staialsicuro.it

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