D.A.ITALIA_N_19

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Poste Italiane s.p.a. -spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1 DCB Torino. N°3/2007

N°19 maggio-giugno/07

D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA

www.daitalia.it

D.A.ITALIA7Cup rivenditori: PRO.GE.CA produttori: intervista a Perfetti Van Melle Convegno caffè equo e solidale: gli interventi di Scaltriti e Solari mostra Maltoni Novità nel Vending: Necta – A. R. Alimentare – Brita – Sodeb’O Convegno Assogepi Venditalia2008 Speciale fiere europee Avex 2007 – EUROvending – Eu’Vend 2007






Silplaster s.r.l. - Via G. Brodolini, 4 (z.i.) 15033 Casale Monferrato (AL) - Italia Tel. +39 0142 76145 - Fax +39 0142 452663 info@silplaster.com

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EDITORIALE

Il caffè equo e solidale incontra il mondo del vending

Sabato 2 giugno si è tenuto a Milano un importante Convegno Nazionale sul caffè equo e solidale dal titolo: “Antropologia del caffè. Un modo di bere cultura”. La nostra rivista si è molto impegnata affinché anche il mondo del vending venisse rappresentato in questo interessante momento di incontro, soprattutto perché (forse per la prima volta) si è aperto un vero tavolo di confronto tra realtà che vivono il mondo del caffè da posizioni e con visioni completamente differenti. A fianco del Presidente di Transfair, di rappresentanti nazionali dei circoli Arci, di storici, sociologi ed economisti molto vicini al mondo delle cooperative, si sono seduti il Presidente dell’Associazione Nazionale Torrefattori e il Presidente del Gruppo Argenta, che vengono dal mondo dell’imprenditoria e hanno sempre affrontato il mercato con un ottica e con obiettivi radicalmente diversi. Il vending è stato finalmente in primo piano e si è presentato come un canale di distribuzione molto attento alle tematiche sociali e ideale per veicolare dei prodotti con un forte valenza etica. È senza dubbio importante che il nostro settore partecipi ad iniziative come questa, possa farsi conoscere per le sue grandi potenzialità distributive e sia sempre più spesso associato a iniziative ad alta valenza sociale. L’interesse per il mondo del caffè è fondamentale per il vending. Troppo spesso negli ultimi anni ci si è soffermati sulla progressiva affermazione degli snack, sulla crescita del fresco o sulle potenzialità del mercato non food, dimenticandosi che il caffè svolge ancora un ruolo decisivo per la redditività e l’esistenza stessa del settore. Oggi sul caffè nel vending tornano ad affacciarsi le tensioni sul fronte dei prezzi e tutte le problematiche che esso comporta. L’anno scorso alla Borsa di Londra il prezzo del caffè robusta era di 1.200 USD/TON, oggi ha superato quota 1.900, con le conseguenze che tutti gli operatori possono ben immaginare. Purtroppo non si tratta di aumenti generati solo da fenomeni speculativi, ma questi valori sono destinati a durare nel tempo. I prezzi sono sospinti da una domanda crescente da parte dei paesi emergenti e, sul fronte dell’offerta, i principali paesi produttori (Vietnam in testa) hanno già raggiunto i massimi livelli produttivi. Se nel mondo dell’Ho.Re.Ca il problema avrà un impatto tutto sommato gestibile, nel vending la situazione sarà completamente diversa e le torrefazioni non saranno più in grado di sostenere gli attuali listini, già particolarmente compressi dalla forte competizione sul prezzo tipica del canale. Ci aspetta quindi un’altra estate calda sul fronte dei prezzi e il settore dovrà trovare nuovi equilibri di fronte ai generalizzati aumenti del caffè che dovrebbero attestarsi intorno ad un + 15-20%.

Alessandro Fontana



19 numero sommario 3

EDITORIALE Il caffè equo e solidale incontra il mondo del vending

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I L M E R C AT O D E L V E N D I N G – P R O D U T T O R I Perfetti Van Melle – qualità, innovazione e ricerca dell’eccellenza

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I L M E R C AT O D E L V E N D I N G – R I V E N D I T O R I Chily - lo snack di successo – arriva nel vending grazie a PRO.GE.CA.

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D . A . I TA L I A 7 C u p Al via il secondo Torneo di calcio delle aziende del Vending

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CONVEGNO CAFFÈ EQUO E SOLIDALE Antropologia del caffè. Un modo di bere cultura Gli interventi di Epaminonda Scaltriti e Luca Solari

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M O S T R A E N R I C O M A LT O N I Il rito quotidiano del caffè si mette in mostra a Milano

Numero 19 – Maggio - Giugno - 2007 Direttore Responsabile Renzo Gabriel Bonizzi Condirettore Alessandro Fontana Hanno collaborato Massimo Brisciani e Orsola Mallozzi Progetto grafico Andrea Lottero Foto Alizia Lottero Stampa Diffusioni Grafiche Spa D.A.Italia – Il periodico della distribuzione automatica Pubblicazione iscritta al Tribunale di Milano, numero di registrazione 177 del 22 marzo 2004 Iscrizione al R.O.C.: 11412 Periodicità: bimestrale Editore: ART&WORKS Srl Via Garian 49 - 20146 Milano - P.IVA 04234310961 Tel +39 02 48958566 Fax +39 02 36521641 Ufficio commerciale: commerciale@daitalia.it Web: www.daitalia.it Posta elettronica: info@daitalia.it Abbonamenti: abbonamenti@daitalia.it Pubblicità inferiore al 45% La riproduzione totale o parziale delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su D.A. Italia è permessa solo se autorizzata dalla Direzione. La Direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari.

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Continua il successo del Grand Tour 2007 di Necta Sodeb’O fa il suo ingresso sul mercato italiano Il nuovo nato in casa Brita si chiama Aquaroma Crema A. R. Alimentare entra nel vending con soluzioni innovative

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CONVEGNO ASSOGEPI La rintracciabilità, l’etichettatura e l’autocontrollo nel settore del vending

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MONDO ASSOCIAZIONE Torna Venditalia 2008 Onorificenza della BDV ad Aldo Majer

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E VA N E W S Operators Forum – Milan 22 June 2007

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L AV O R O E I M P R E S A N E W S Previdenza complementare: un aiuto dal Consulente del Lavoro

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SPECIALE FIERE EUROPEE AVEX 2007 featuring the Cooler Show Si è svolta a Madrid la IX edizione di EUROvending

55 media partner

LE NOVITÀ NEL VENDING

A P P U N TA M E N T O I N F I E R A Eu’Vend 2007 - Presentata a Milano la fiera del vending di Colonia



IL MERCATO DEL VENDING Perfetti Van Melle – qualità, innovazione e ricerca dell’eccellenza

[ produttori ]

+++ Perfetti Van Melle è uno dei leader mondiali per la produzione e distribuzione di chewing gum e caramelle. Grazie all’impegno di oltre 14.000 dipendenti

e 32 consociate (30 unità produttive), è presente in più di 130 paesi nel mondo. Alcuni dei suoi marchi sono universalmente riconosciuti e apprezzati: Air Action Vigorsol, Daygum, Brooklyn, Chupa Chups, Golia, Happydent, Mentos e Vivident (solo per citarne alcuni). Le due sedi principali del gruppo sono a Lainate (Milano) e a Breda (Olanda). Il gruppo Perfetti Van Melle si è sempre distinto per la sua ferma intenzione di svolgere un ruolo di primo piano all’interno del mercato della confectionery e per questo si è impegnato con costanza a realizzare prodotti qualitativamente eccellenti, innovativi e gratificanti per i propri consumatori. Perfetti Van Melle è presente da tempo nel settore del vending, dove sta incrementando, di anno in anno, la sua quota di mercato. Per comprendere meglio questa importante realtà e conoscere il suo impegno nel settore, D.A. Italia ha intervistato Fabrizio Nicosia, Responsabile Canale Vending.

Fabrizio Nicosia

Intervista a Fabrizio Nicosia – Perfetti Van Melle Perfetti in mezzo secolo di attività è arrivata a conquistare il mercato mondiale. Ci può raccontare in grande sintesi questa prestigiosa storia? La storia di questa importante azienda è iniziata a Lainate, un paese alle porte di Milano, quando i fratelli Ambrogio ed Egidio Perfetti decisero di fondare nel 1946 il Dolcifico Lombardo. La vera grande intuizione, destinata a proiettare l’azienda in una dimensione prima nazionale e poi mondiale, fu produrre a metà degli anni ’50 il chewing gum, il mito americano che era approdato in Italia assieme ai soldati alleati. Il primo chewing gum “made in Italy” si chiamava Brooklyn ed il successo di questo prodotto è stato così ampio da farlo diventare in breve tempo un’autentica icona culturale. Negli anni ’70 e ‘80 nacquero i grandi marchi che ancor oggi sono tra i preferiti dai consumatori di

tutto il mondo: Alpenliebe, Big Babol, Happydent, Morositas, Vivident, Vigorsol, etc. Da allora Perfetti ha avuto una crescita continua, grazie ad una politica innovativa che ancor oggi la spinge a proporre ogni anno nuovi prodotti e nuovi marchi. Quando è nato il Gruppo Perfetti Van Melle? Il Gruppo Perfetti Van Melle è nato nel marzo del 2001, con l’acquisizione da parte di Perfetti S.p.A. della società olandese Van Melle N.V., della quale Perfetti deteneva già il 37% del pacchetto azionario. Nell’estate del 2006 il Gruppo ha compiuto un’ulteriore importante acquisizione, assorbendo la società spagnola Chupa Chups. Oggi il Gruppo Perfetti Van Melle sviluppa un fatturato di 1.647 milioni di euro (dati 2006) ed ha un volume di vendita pari a 327.500 tonnellate.

Il mercato italiano è ancora centrale per il business di Perfetti Van Melle, oppure il fatturato si sviluppa maggiormente in Europa e nel mondo? Perfetti Van Melle è il terzo gruppo mondiale in un settore globale come quello del “confectionary” e ovviamente buona parte del fatturato viene sviluppata sul mercato estero, che è in forte crescita, soprattutto nell’aria asiatica. L’Italia mantiene comunque un peso importante, non solo per la significativa quota di fatturato, ma perché le strategie di business, le innovazioni tecnologiche e le politiche del Gruppo vengono sviluppate qui. Quando Perfetti Van Melle ha deciso di entrare nel vending in Italia? Quali sono le decisioni strategiche che vi hanno portato in questo particolare segmento di mercato?

Perfetti Van Melle è entrata nel mercato del vending alla fine del 2001, con l’aspettativa di cercare di aumentare le proprie quote di mercato in Italia. Lo scopo è di offrire ai nostri consumatori un maggior numero di occasioni di incontro con i nostri prodotti, pertanto diventava fondamentale esplorare e presidiare un canale emergente come è il vending. Alcuni vostri prodotti sono sul mercato in diversi formati (box, busta o barattolo). Non avete mai pensato di fare un formato specifico per il vending? La nostra è una azienda multi canale, che investe moltissimo in comunicazione. Abbiamo deciso di usufruire anche nel vending, della visibilità che ci viene offerta giornalmente dai media, adottando gli stessi formati che possiamo trovare comunemente in altri canali. D.A.ITALIA 7


IL MERCATO DEL VENDING

Un formato più ampio come la busta non darebbe maggiore visibilità? Non possiamo ignorare quali sono le principali caratteristiche del canale vending e quindi dobbiamo fare molta attenzione al prezzo. Le buste dei vari prodotti hanno un costo più elevato dei box e non è facile affrontare un mercato particolare, come il vending, con un prezzo di partenza così importante. Il vostro prodotto da alcuni anni è sempre più presente nelle macchine vending. Siete soddisfatti dei risultati? Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti, anche perché stiamo crescendo con un trend costante. Da quando abbiamo inserito una rete vendita più strutturata, riusciamo a coprire anche i clienti medio-piccoli e quindi a servire il territorio in modo sempre più capillare. D.A.ITALIA 8

La vostra struttura di vendita si è rapidamente sviluppata nel corso degli anni. Oggi quanti siete ad occuparvi del canale vending? La nostra evoluzione è stata molto rapida. Grazie a Perfetti Van Melle, che crede ed investe in questo canale, oggi, all’interno dello staff per il canale vending, collaborano circa 25 persone. Con quali prodotti della vostra gamma siete entrati nel vending? All’inizio, per nostra scelta, siamo entrati in questo mercato con parecchie referenze, dove abbiamo scelto di presentarci, nei chewing gum e nelle caramelle solo con il formato box. Abbiamo ritenuto, che questo tipo di formato sia ideale per i distributori automatici, perché è di grande impatto ed è conosciuto ovunque, ed inoltre perché è un prodotto

sicuramente macchinabile, non ha mai dato problemi all’interno di spirali. Oggi ci limitiamo a proporne undici, tra cui (solo per citarne alcune) le famosissime Daygum, Air Action Vigorsol, Golia, Alpenliebe, ecc. Quali sono i prodotti che hanno avuto i migliori risultati nel vending? I prodotti che hanno riscontrato un particolare interessamento da parte dei nostri clienti e dei consumatori finali sono sicuramente i chewing-gum, dove riusciamo a sviluppare gran parte del nostro fatturato. Le caramelle non offrono dei dati di vendita così interessanti? È una questione di spazi; quando i nostri clienti riescono a dedicarci degli spazi aggiuntivi, anche le caramelle (che ricordiamo hanno

dei brand famosi come Golia, Alpenliebe o Morositas) riescono ad avere delle vendite incoraggianti. Nel vending il prezzo è una variabile rilevante e i vostri prodotti hanno un costo abbastanza alto, come avete fatto a spingere un prodotto con queste caratteristiche? Il prezzo è stato un problema considerevole. Noi comunque abbiamo sempre cercato di far capire che ciò che offriamo al consumatore è un prodotto di marca, leader di mercato. Inoltre, il cliente comprende che il nostro è un prodotto che non cannibalizza gli altri, per cui la vendita di ulteriori snack si realizza in ogni caso. All’inizio non è stato facile e la decisione da parte di alcuni grossi gruppi di iniziare a lavorare con i nostri prodotti ci ha incoraggiato ad andare avanti e ad investire


Intervista a Perfetti Van Melle

sempre di più in questo mercato. L’alto prezzo di vendita si compensa con una buona marginalità per il gestore? Assolutamente sì. È chiaro che ci sono molti prodotti che hanno una rotazione più accentuata, ma la minore rotazione si compensa con una più alta marginalità. Se un gestore s’impegnasse a fare un conto economico della resa di una spirale in un anno, vedrebbe i nostri risultati; purtroppo però, molti tendono ancora a ragionare in numero di battute, indipendentemente dal valore del margine che ottengono dal prodotto. Avete a disposizione anche un distributore dedicato. Spingete molto questo prodotto? Il nostro è un distributore completamente dedicato ed è concesso ai

nostri clienti in comodato d’uso, qualora ne facciano richiesta, per particolari esigenze di location. È un prodotto che non pubblicizziamo particolarmente, ma se attraverso il nostro distributore, riusciamo a risolvere qualche problema ai nostri clienti, lo consegniamo senza particolari problemi. Avete un prodotto che ha un basso prezzo alla vendita e un marchio famosissimo: ChupaChups, avete mai pensato d’inserirlo nel vending? Chupa-Chups è un brand molto famoso anche in Italia e nel vending potrebbe ritagliarsi la sua quota di mercato. Stiamo lavorando affinché questa opportunità possa avere a breve il suo sviluppo. Il vending si sta evolvendo e c’è sempre più interesse verso nuove tipologie di prodotto. Credete che anche il vostro segmento beneficerà sempre

di più di questo trend di consumo? Il nostro è un prodotto d’impulso anche nei distributori automatici e la visibilità è molto importante. In questi anni siamo cresciuti molto e la proiezione futura è quella di continuare a farlo, grazie anche alla sempre più grande professionalità degli operatori di mercato. Se il consumatore finale si abitua a trovare un prodotto Perfetti Van Melle all’interno di un distributore automatico, continuerà poi ad acquistarlo attraverso questo canale.. Siete presenti da tre edizioni a Venditalia. Continuerete a partecipare alle fiere di settore, magari anche all’estero? Ci siamo presentati con un piccolo stand a Venditalia 2002, per poi partecipare e investire sempre di più nelle edizioni successive. Continueremo su questa strada e

saremo ancora presenti a Venditalia 2008. Non avendo un canale dedicato all’estero, probabilmente per ora non interverremo alle altre fiere europee. Come siete riusciti in Italia a mantenere delle quote di mercato così alte in questo settore? Il successo di un’azienda, quando si sviluppa in queste proporzioni, può solo derivare da una lunga serie di fattori. Innanzitutto il prodotto è di ottima qualità e incontra i gusti del consumatore, poi la rete commerciale di Perfetti Van Melle è senz’altro una delle meglio organizzate in Italia e, infine, l’azienda garantisce un livello di eccellenza nel servizio, sia a livello di logistica, che di prodotti, di marketing e comunicazione.

D.A.ITALIA 9



IL MERCATO DEL VENDING Chily - lo snack di successo arriva nel vending grazie a Pro.Ge.Ca.

[ rivenditori ]

+++ Pro.Ge.Ca. srl è una dinamica realtà bergamasca che da qualche anno si sta imponendo sul mercato grazie all’impegno e alla costanza del suo

management, guidato da Daniele Gerardi, un giovane imprenditore sempre molto attento alle novità e alle opportunità che il mercato è in grado di offrire. Nata nel 2004, in pochi anni Pro.Ge.Ca. srl è riuscita a sviluppare un fatturato interessante, anche e soprattutto in virtù del successo del suo prodotto di punta: Chily, una linea di snack dolci e salati confezionati in lattine sottovuoto, che sta raccogliendo numerosi consensi anche nel mercato del vending. Per conoscere meglio questa giovane azienda, D.A. Italia si è recata presso la sede di Lallio e ha intervistato Daniele Gerardi.

Daniele Gerardi

Intervista a Daniele Gerardi Quando è nata Pro.Ge.Ca. srl e quale è stato il vostro primo progetto? Pro.Ge.Ca. è nata nel 2004 e il nostro primo progetto è stato quello di commercializzare dei distributori di profilattici monodose. Dopo aver chiuso un accordo con una primaria azienda del settore (Artsana con il marchio Control), abbiamo iniziato a distribuire questo particolare prodotto. Successivamente si sono aggiunte altre iniziative, come il distributore di spazzolini da denti Be fresh, fino ad arrivare a Chily, che è il progetto che ci sta dando le maggiori soddisfazioni e sul quale stiamo investendo maggiormente. Pro.Ge.Ca. è un acronimo? Pro.Ge.Ca. è l’acronimo di: Progetto Gerardi Cassotti, che sono i soci fondatori dell’azienda. Cassotti è il cognome di mia moglie. Oggi in azienda, oltre a noi

due, lavorano altre tre persone. Siete nati da poco ma siete in procinto di trasferirvi per la terza volta. È il segnale di una crescita continua? Attualmente la nostra sede è all’interno di questo magazzino di Lallio, il secondo che ospita la nostra struttura, ma a gennaio ci trasferiremo in un terzo ancora più grande, perché il mercato ce lo richiede. In tre anni abbiamo cambiato tre magazzini e questo è un indice preciso della nostra crescita continua. In tre anni il nostro fatturato ha avuto uno sviluppo tale da rendere necessario un ulteriore ampliamento dell’attività. Il nuovo magazzino sarà comunque a poche centinaia di metri da quello attuale. Per molto tempo avete seguito principalmente il canale Ho.Re.Ca, mentre ora

riponete grandi aspettative nel vending. A cosa è dovuto questo cambiamento? I primi prodotti che abbiamo deciso di commercializzare erano rivolti specificatamente all’Ho.Re.Ca., poi però, quando abbiamo cominciato a sviluppare i prodotti della linea Chily, che pur andava molto bene nei bar, ci siamo subito resi conto che c’erano grandi possibilità di sviluppo anche nel vending. Il formato di Chily, il suo packaging accattivante e la possibilità di inserire senza problemi il barattolino nei distributori refrigerati, sono solo alcuni dei fattori che ci hanno indotto a valutare con grande attenzione anche questo importante canale. Quando avete avuto la possibilità di iniziare la commercializzazione dei prodotti della Salysol?

Abbiamo rilevato un’azienda di Bergamo che aveva l’esclusiva per la Lombardia e il Piemonte dei prodotti Salysol. Quindi abbiamo stretto il rapporto sempre di più con la casa madre spagnola, fino a che loro stessi ci hanno proposto il marchio personalizzato Chily, sempre di loro proprietà. Il progetto della personalizzazione dei prodotti si è sviluppato con un packaging scelto da noi, anche se ovviamente è ispirato alla loro linea. Sono stati adottati dei colori diversi per rendere i barattolini più accattivanti, per distinguere meglio i prodotti e per armonizzarli a caratteristiche estetiche più vicine al gusto italiano. Chily è etichettato in italiano? Il nuovo packaging prevede tutto il testo in italiano e la presenza di una seconda lingua (l’inglese) più in piccolo. Il marchio Chily, con queste nuove caratteristiche, ha D.A.ITALIA 11


IL MERCATO DEL VENDING

visto aumentare le vendite del 1520%. Cosa vi ha convinto ad investire nella commercializzazione di questo prodotto? La cosa che mi ha convinto fin da subito è stata la sua ottima rotazione, che abbiamo potuto verificare in tempi molto brevi e che ci ha spinto ad insistere nel progetto. I distributori meccanici che avevamo installato in varie locazioni lo dimostravano di continuo. Anche il packaging e il formato sono un’idea vincente, tanto che la prima cosa che rimane impressa del prodotto è senz’altro il barattolino. Infine c’è l’importante caratteristica del sottovuoto, che garantisce una durata di 4 anni e che permette una gestione del magazzino semplificata rispetto a prodotti con scadenze più ravvicinate. Il barattolo è piccolo ma la D.A.ITALIA 12

grammatura è ampia. Rispetto ai concorrenti offrite una quantità maggiore di prodotto? Chily offre senz’altro più prodotto. Nelle confezioni tipiche delle concorrenza, c’è meno della metà di prodotto rispetto al nostro marchio. Questo fa la grande differenza. Noi abbiamo una grammatura media intorno ai 5060 grammi, mentre i nostri principali competitors si attestano intorno ai 20-30 grammi. Come si compone la vostra offerta della Linea Chily? Oggi Pro.Ge.Ca distribuisce 10 prodotti a marchio Chily, selezionati tra i più venduti e che hanno dimostrato di avere la migliore rotazione. I prodotti che commercializziamo sono le arachidi salate, i pistacchi, il mais gigante e il cocktail di frutta secca. Poi abbiamo tre particolari

gusti per le arachidi (al barbecue, piccanti e al cioccolato) e tre prodotti dolci: frutta gommosa; frutta secca caramellata e frutta glassata. Siete soddisfatti della qualità del marchio Chily? Il packaging di Chily è l’elemento più attrattivo, ma il suo vero punto di forza è la qualità del prodotto. Salysol è sul mercato da più di 20 anni e ha certamente maturato l’esperienza necessaria per selezionare nel tempo i migliori fornitori. Oggi è senz’altro in grado di offrire un prodotto che raggiunge un eccellente livello di qualità. Questo è un grande vantaggio, perché siamo in grado di proporre un prodotto che si posiziona rispetto alla concorrenza nella fascia più alta e non solo per la qualità, ma anche per la sua dimensione. Il mais e le arachidi, ad esempio, sono mediamente il

doppio più grandi della media. Inoltre Chily è molto attenta alla combinazione dei sapori. Uno dei nostri prodotti di punta, Il cocktail di frutta secca, include anche l’uvetta che dona un caratteristico sapore “dolce-salato” che ha incontrato i gusti dei consumatori e ne ha decretato un grande successo. Quali sono i prodotti Chily che hanno la migliore rotazione? Generalmente tutti i nostri prodotti hanno una buona rotazione, anche perché sono stati già selezionati da una rosa molto più ampia. Comunque dobbiamo rilevare che i Pistacchi, le Arachidi e la Frutta gommosa, hanno performance notevoli e sviluppano numeri superiori agli altri prodotti. Il prezzo dei vostri prodotti è concorrenziale? Se viene considerata corretta-


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Intervista a Pro.Ge.Ca.

mente la grammatura, indice essenziale in campo alimentare, abbiamo dei prezzi assolutamente concorrenziali, pur avendo una qualità eccezionale. In alcuni casi ci troviamo a distribuire dei prodotti che pesano il triplo dei prodotti concorrenti, con un prezzo che è meno del doppio, nonostante ci sia un packaging funzionale e accattivante e tutta una serie di “plus” (come la scadenza lunghissima). Quando avete maturato la decisione di entrare nel settore del vending? Chily è un prodotto che si adatta perfettamente alle macchine del vending. Ha un diametro compatibile con le spirali e la lattina, anche in un distributore refrigerato, non subisce i possibili problemi di umidità che altri prodotti con il packaging in cartone possono avere. Abbiamo iniziato fornendo il prodotto a dei piccoli gestori vending, il gradimento è stato subito buono, la rotazione significativa e quindi abbiamo continuato a sviluppare anche questo canale di vendita. Avevamo riscontrato già dei risultati promettenti con il prodotto a marchio Salysol, poi con l’arrivo del marchio Chily la situazione è addirittura migliorata, tanto da darci la convinzione che questo prodotto, in questo canale, possa avere un grande futuro. Come sono i vostri rapporti con la casa madre? Intratteniamo con Salysol degli ottimi rapporti che si sono ancora di più consolidati in occasione di Venditalia 2006, dove abbiamo avuto la possibilità di affiancarci all’interno del loro stand e rappreD.A.ITALIA 14

sentare il prodotto Chily per il mercato italiano.

gustosa in grado di attrarre un buon numero di persone

Salysol ha una produzione che comprende molti prodotti oltre a quelli che commercializzate voi a marchio Chily. Pensate un giorno di aumentare la vostra gamma nel vending? Pro.Ge.Ca già oggi ha a disposizione tutta la gamma Salysol in magazzino. Chiaramente i prodotti che hanno i migliori risultati sono quelli a marchio Chily, perché li abbiamo selezionati apposta considerando i dati di vendita sul mercato italiano. Però abbiamo tutti i 24 prodotti Salysol e certamente valuteremo una loro possibile introduzione sul mercato del vending.

Quando avete cominciato a sviluppare il mercato anche nel vending tradizionale, non facendo solo affidamento ai vostri distributori meccanici? In realtà abbiamo sempre commercializzato il prodotto anche al di fuori dei nostri distributori e le vendite sono sempre state svincolate dall’acquisto di una macchina che poteva non essere adatta per alcune locazioni. Purtroppo quando ci siamo presentati in fiera a Venditalia non abbiamo pensato di mettere il nostro prodotto all’interno di un distributore a spirale e molti operatori ci hanno associati solo al distributore meccanico. Pro.Ge.Ca offre entrambe le alternative e il gestore può optare per il distributore meccanico solo quando ritiene di avere una locazione adatta a questo prodotto.

Se deciderete di introdurre un nuovo prodotto, lo farete a marchio Chily? Assolutamente sì. L’unico motivo per cui ancora oggi non abbiamo inserito dei nuovi prodotti è che consideriamo la possibilità di investire sulla sua introduzione a marchio Chily, solo dopo aver riscontrato un reale interessamento del mercato. Se ci saranno le condizioni, saremo più che lieti di aumentare la gamma della nostra offerta. Pensate che il vending possa assorbire anche prodotti particolari come le vostre olive? Riteniamo di sì, anche perché il vending è un canale distributivo che si rivolge a consumatori di passaggio e ad acquisti d’impulso, quindi l’oliva, da questo punto di vista, potrebbe essere uno piacevole diversivo ed una pausa

La crescita di Pro.Ge.Ca. dalla sua fondazione è sempre stata costante, cosa vi aspettate dal mercato del vending? La nostra crescita è stata costante e rispetto a quando siamo partiti abbiamo abbondantemente triplicato i consumi mensili della linea Chily. Ovviamente dal vending ci aspettiamo molto, anche se ci piacerebbe (oltre a fare dei numeri) che il mercato riconosca la particolarità dei nostri prodotti. Gli operatori che acquistano Chily possono ottenere una buona rotazione del prodotto, ma non devono trascurare il fatto che stanno offrendo alla loro clientela un prodotto innovativo, accattivante e di qualità. Come state impostando la

vostra politica commerciale? Punterete sulla vendita diretta ai gestori o pensate di rivolgervi alle rivendite? Principalmente l’idea è quella di rivolgersi ai rivenditori, che possono raggiungere un numero di clienti sicuramente molto più importante di quanto potremmo fare noi. La nostra strategia commerciale sarà quindi incentrata sulla ricerca, nelle varie zone, di quelle realtà distributive che potranno garantirci un’adeguata copertura. Oltre a Chily avete in progetto la commercializzazione di qualche altro prodotto per il canale vending? Stiamo valutando da tempo di entrare nel canale del vending con un prodotto assolutamente innovativo, ossia dei piatti pronti che hanno la grandissima particolarità di essere privi di conservanti, che vengono immagazzinati a temperatura ambiente e che hanno una “shelf life” molto alta (dai sei mesi all’anno), quindi assolutamente adatti al settore della distribuzione automatica, soprattutto per quegli operatori che non gestiscono la catena del freddo. Avete già fatto dei test su questi prodotti? Ovviamente prima di uscire sul mercato dovevamo avere la certezza di poter commercializzare un prodotto di qualità e che avesse un prezzo corretto. Abbiamo realizzato dei test di gradimento a livello locale e sul canale Ho.Re.Ca. A breve cercheremo di proporre questo prodotto anche al vending.


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Al via il secondo Torneo di calcio delle aziende del Vending Nella splendida cornice del Quanta Village di Milano, otto squadre stanno lottando per contendersi l’ambita D.A. Italia 7Cup. Dopo il grande successo della Vending Champions League, che ha avuto il suo atto finale durante Venditalia 2006, anche quest’anno D.A. Italia ha deciso di organizzare un torneo di calcio (questa volta a sette e non a undici) dedicato alle aziende del Vending. Sono già stati disputati nove incontri dei gironi eliminatori. Le prime due squadre classificate di entrambi i gironi disputeranno in settembre le semifinali. L’attesissima finale è prevista in ottobre, in concomitanza con l’appuntamento fieristico SIC-HOST. Si incominciano già a delineare le forze in campo e abbiamo già varie candidature per i numerosi premi collaterali, tra cui spicca la Coppa Fair Play offerta da BRITA, sponsor assieme a Monte Cimone (sponsor tecnico) della manifestazione. Pubblichiamo, per i nostri lettori appassionati di sport, le cronache della prime tre partite del Torneo, un reportage fotografico e le statistiche aggiornate al 15/06/2007. L’intero svolgimento del torneo è riportato sul sito internet www.daitalia.it/7cup/. Nelle ultime quattro settimane il web è stato letteralmente preso d’assalto con decine di migliaia di contatti e più di 3.000 utenti singoli che hanno letto le gesta dei giocatori impegnati sul rettangolo di gioco.


GIRONE A

GIRONE B PRIMA GIORNATA

BIANCHI / ADA GESA-VENDOMAT / PERFETTI

3-1 4-7

N&W / ARGENTIA PRODOTTI – IL TUO CAFFÈ 4-1 RHEAVENDORS / PIT STOP MATIK giovedì 25/06/2007 SECONDA GIORNATA

BIANCHI / GESA-VENDOMAT PERFETTI / ADA

13-0 0-9

ARGENTIA PRODOTTI – IL TUO CAFFÈ / PIT STOP MATIK 5-2 N&W / RHEAVENDORS giovedì 12/07/2007 TERZA GIORNATA

BIANCHI / PERFETTI GESA-VENDOMAT / ADA

5-8 3-6

RHEAVENDORS / ARGENTIA PRODOTTI – IL TUO CAFFÈ 4-5 N&W / PIT STOP MATIK lunedì 18/06/2007

CLASSIFICHE GIRONI (aggiornate al 12/06/2007)

Girone A - classifica definitiva BIANCHI VENDING GROUP ADA PERFETTI VAN MELLE VENDOMAT / GESA

G 3 3 3 3

V 2 2 2 0

Pa 0 0 0 0

Pe 1 1 1 3

fatti 21 16 15 7

subiti 9 6 18 26

Punti 6 6 6 0

SI QUALIFICANO ALLE SEMIFINALI BIANCHI VENDING GROUP (PRIMA) E ADA (SECONDA)

Girone B ARGENTIA PROD.- IL TUO CAFFÈ N&W GLOBAL VENDING RHEA VENDORS PIT STOP MATIK

G 3 1 1 1

V 2 1 0 0

Pa 0 0 0 0

Pe 1 0 1 1

fatti 11 4 4 2

subiti 10 1 5 5

Punti 6 3 0 0

CLASSIFICHE MARCATORI (aggiornatA al 15/06/2007)

9 7 5 4 3 2

Prattichizzo (Perfetti) Brambilla (Argentia) - Rivoltella (BVG) Amoruso Luca (ADA) - Ferretti (BVG) Galli (ADA) Mediati (Argentia) - Palumbo (GeSa) - Vergani (ADA) Agates (Pit Stop Matik) - Bertoni (ADA) - Carlazzi (GeSa) - De Angelis (BVG) - De Giorgi (BVG) - Ricciardi (Perfetti) Santoro (Rhea) - Santabarbara (GeSa) - A. Venturella (BVG) - Zuliani (Perfetti) 1 Agazzi (N&W) - Bugada (N&W) - Colasuonno (Perfetti) - Corrao (Argentia) - De Giorgi (BVG) - Facoetti (N&W) - Ferrari (BVG) - Formica (BVG) - Giavini (ADA) - Intiso (Per) - Locci (Rhea) - Paternoster (Rhea) - Popolizio (ADA) - Tironi (N&W) - R. Venturella (BVG)



Bianchi Vending Group - ADA lunedì 07/05/2006

Si è giocato il primo incontro della D.A. Italia 7Cup. Bianchi vince per 3-1 contro ADA

Bianchi Vending Group ha vinto il primo incontro del Girone A contro una squadra forte e motivata come ADA. Convincente prova dei bergamaschi che puntano al primo posto del girone. Buono comunque l'esordio di ADA che ha mostrato un team equilibrato e con alcuni giocatori di valore. Milano, 07-05-2007 – Bianchi Vending Group, i vice campioni in carica, anche quest'anno sono stati sorteggiati per disputare il primo incontro del Torneo. Li affronta ADA, una storica impresa di gestione che fa il suo esordio D.A.ITALIA 20

nelle manifestazioni sportive organizzate da D.A. Italia. In una serata dalle condizioni climatiche ideali per una partita di calcio e con una ventina di spettatori che seguono con entusiasmo le prime battute di gioco, le due formazioni iniziano l'incontro. Maglia bianca per ADA che si presenta con: Della Canonica, Marino, Popolizio, Zucchini, Amoruso, Vergani, Giavini, Bozzato, Bertoni, Piras e Raimondi. Risponde Bianchi in maglia blu con: Ubbiali, Ferrari, Agliardi, Beccalli, De Giorgi, Venturella R., Bononi, Ferretti, Rivoltella, Colombo, Formica e Venturella A. Dopo una prima fase di studio e di equilibrio tra le forze in campo, Riccardo Venturella apre le danze con un tiro dai 20 metri che si perde di poco a lato del portiere. Al 5° minuto prima occasione da gol in favore della Bianchi con

Rivoltella - un nome, una promessa - che cerca di sorprendere Della Canonica (portiere ADA) con un velenoso pallonetto che esce di poco e danza sopra la rete dando l'illusione del gol. Passa un solo minuto e Rivoltella scocca un violento rasoterra che Della Canonica non può trattenere. Ferretti si fa trovare al posto giusto e al momento giusto e sigla con un piatto destro l'1-0. ADA non ci sta e Luca Amoruso riesce a penetrare nella difesa avversaria, il suo passaggio a Vergani è perfetto e solo un grande intervento in corner di Ubbiali impedisce all'attaccante di ADA di raggiungere l'immediato pareggio. Al 12° Popolizio tenta un gran tiro in acrobazia che avrebbe meritato maggior fortuna. Reagisce Bianchi che con Venturella R. va vicino al secondo gol, ma il tiro è leggermente troppo alto.

È solo il preludio al raddoppio che Rivoltella realizza al 17° con un preciso tiro al volo che si insacca imparabilmente alla destra dell'incolpevole Della Canonica. Al 18° grande azione di Amoruso che recupera il pallone a centrocampo e si proietta in avanti, dopo aver saltato un paio di difensori lascia partire un tiro che viene deviato in corner. Sugli sviluppi del calcio d'angolo, miracolo di Ubbiali che riesce a parare un tiro scoccato all'interno dell'area e a colpo sicuro da Zucchini. Rivoltella è in grande serata e danza tra la difesa avversaria riuscendo sempre ad essere pericoloso. Al 24° fa partire un tiro che viene provvidenzialmente deviato in angolo. Sugli sviluppi del corner, palo clamoroso della Bianchi in mischia. Al 28° grandissimo controllo al volo per Amoruso su un pallone


che sembrava perso. Gesto tecnico che da solo vale il prezzo del biglietto. ADA riesce a restare sempre in partita, soprattutto grazie alle continue folate offensive di Amoruso che insieme a Giavini, tiene in apprensione l'intera retroguardia della Bianchi. Finisce il primo tempo sul risultato di 2-0. La Bianchi inizia il valzer dei cambi e fa entrare Colombo, Formica e Agliardi. Al 2° minuto prima ammonizione dell'incontro, Ferrari finisce sul taccuino dell'arbitro e si guadagna un giallo per un intervento un po' troppo aggressivo. Riccardo Venturella si trova in buona posizione ma non riesce a centrare la porta, nel tentativo di recuperare il pallone, si butta con troppa foga sull'avversario e l'arbitro non ci pensa due volte ad

estrarre un cartellino giallo anche per lui. All' 8° ennesima iniziativa di Amoruso che si conclude con un preciso fendente che Ubbiali non trattiene, Bozzato cerca di intervenire, ma commette una carica sul portiere subito rilevata dall'arbitro. Al 10° ancora un'occasione per Venturella R. che però non si concretizza. La partita è un po' meno vivace del primo tempo, ma le squadre riescono spesso ad essere pericolose in avanti. Al 16° occasione per la Bianchi con Ferretti che sfiora il terzo gol. Al 17° grande evento della serata, entra in campo Angelo Venturella, dopo aver scontato una squalifica di circa 30 anni per motivi disciplinari. AL 21° è proprio A. Venturella, l'allenatore/giocatore di Bianchi, a fuggire sulla destra con uno scatto imperioso e scoccare un tiro che si

perde di un soffio (forse due) alla sinistra del portiere di ADA. Al 23° occasione di ADA per riaprire l'incontro con Giavini, ma l'occasione sfuma. Un po' di nervovismo in campo e Giavini e Agliardi vengono entrambi ammoniti per reciproche scorrettezze. Al 25° terzo gol della Bianchi che chiude definitivamente la partita. Un inspirato Degiorgi fugge in contropiede e anticipa il portiere con un elegante pallonetto. Colpo sotto e gran gol. Al 27° Bianchi rischia una mossa a sorpresa e fa esordire il suo secondo portiere Gianpaolo - Marble Cat - Bononi, che con la consueta agilità si precipita dalla panchina alla porta (finora molto ben difesa da Ubbiali). Al 29° grande azione di Amoruso che fugge sulla destra e dopo 40 metri di corsa fa partire un violen-

to tiro che letteralmente piega le mani a Bononi. Mancano 60 secondi e Ubbiali cerca di rientrare in campo per evitare altri problemi alla porta della Bianchi. In realtà Bononi, a causa della sua altezza, ha solo qualche problema nei tempi di discesa sui palloni bassi... Finisce l'incontro con il risultato di 3-1. Molto bene Ubbiali e Rivoltella per Bianchi e Amoruso e Giavini per ADA.

TABELLINO BIANCHI VENDING GROUP ADA - 3-1 P.T. 6’ Ferretti (BVG) 17’ Rivoltella (BVG) S.T. 25’ Degiorgi (BVG) 26’ Amoruso (ADA) D.A.ITALIA 21


Vendomat / GeSa - Perfetti Van Melle giovedì 10/05/2007 Perfetti Van Melle batte Vendomat/GeSa 7-4. Un grande Prattichizzo sigla sei gol

Eccellente esordio di Perfetti Van Melle nella D.A. 7Cup. La squadra di Lainate si impone per 7-4 contro GeSa e conquista la vetta del girone A. Prattichizzo segna ben sei reti e si candida al premio come miglior marcatore del Torneo Milano, 10-05-2007 – Seconda partita del Girone A della D.A. Italia 7Cup. Si schierano sul campo da gioco GeSa in maglia blu con: Romito, Mammone, Tarlazzi, Perrone, Palumbo, Santabarbara, Berra, Barzizza, Balan e Grigorie. Risponde Perfetti Van Melle con: Nicosia, Intiso, Scappini, Toffanin, Prattichizzo, De Grandis, Colasuonno e Orso (maglia gialla a strisce nere). GeSa deve purtroppo rinunciare dal primo minuto al portiere titolare e al suo posto entra uno dei giocatori: Ilario Mammone che, anche D.A.ITALIA 22

se cercherà per tutto l'incontro di ricoprire il ruolo nel migliore dei modi, non si rivelerà troppo a suo agio tra i due pali. La partita inizia all'insegna dell'equilibrio in campo e per alcuni minuti non si assiste a nessuna vera occasione da gol. Al 6° minuto, dopo un contrasto di gioco a centrocampo, si infortuna Tibaldo della Perfetti. Una botta al ginocchio che purtroppo non gli consentirà di rientrare per il resto della partita. Al 7° prima occasione per GeSa con Palumbo che da buona posizione non trova la coordinazione per battere a rete. In questi minuti iniziali prevalgono le difese. Autoritaria come al solito la presenza di Ermanno Berra (migliore difensore della scorsa edizione) per GeSa e di Nicosia per Perfetti. Perfetti va vicina al gol con una girata al volo di Intiso. Un gran bel gesto tecnico che fa scattare l'applauso del pubblico presente. Reagisce immediatamente GeSa che con un'azione lineare mette in condizione Palumbo di tirare e

segnare un bellissimo gol su cui nulla può Orso (portiere Perfetti). Daniele "arma letale" Pratichizzo inizia però il suo show personale facendo partire un tiro da centrocampo che vola all'incrocio. Solo un miracolo di Mammone riesce ad evitare il pareggio. Sul ribaltamento di fronte Romito sfiora il raddoppio con un tiro in mischia che si stampa sulla base del palo. Bella partita, con due squadre che finora si equivalgono. Al 16° occasione per Perfetti di pareggiare con una punizione dal limite che però si infrange sulla barriera posta a protezione di Mammone. Al 19° grande azione di Nicosia che parte dalla sua area e con una fuga sulla sinistra arriva fino in fondo. Solo l'ultimo controllo, un po' più lungo del dovuto, gli impedisce di trovarsi da solo davanti al portiere. Al 22° un tiro di Intiso finisce sul braccio di Berra. La Perfetti chiede il rigore, ma l'arbitro lascia correre e decide per l'involontarietà del gesto. Finisce il primo tempo 1-0 per

Vendomat/GeSa. Il secondo tempo inizia con il botto. Prattichizzo ben appostato all'interno dell'area non si lascia scappare l'occasione e realizza il gol pareggio. GeSa ha effettuato alcuni cambi e Berra non comanda più la difesa. Al 4° Prattichizzo semina due avversari a centrocampo, fugge sulla destra, salta con un doppio passo un difensore e per poco non chiude a rete una splendida azione personale. Ma il gol è dietro l'angolo. Punizione per Perfetti dai 25 metri, Mammone piazza la barriera in modo un po' affrettato e Prattichizzo non ha problemi ad insaccare a botta sicura con un preciso fendente. Dopo solo cinque minuti la partita prende una piega completamente diversa con Perfetti in vantaggio di un gol. Si scuote GeSa e Santabarbara si procura due grandi occasioni per segnare, ma in entrambi i casi la Perfetti si salva dal pareggio. Al 9° disattenzione difensiva di Romito che lascia Prattichizzo nella posizione ideale per calciare in


porta. Il centravanti della Perfetti non sbaglia e sigla una tripletta. Al 10° minuto GeSa prova a rientrare in partita con il suo uomo migliore: Santabarbara. Grande azione personale del numero 9 che, pur pressato da un difensore, riesce ad aggirarlo e siglare una splendida rete. GeSa però non ha fatto i conti con Prattichizzo che in azione solitaria sigla il suo quarto gol personale. La Perfetti sembra dilagare e un tiro di Scappini viene fermato dal palo a portiere completamente battuto. Al 14° un calcio di punizione per Perfetti si trasforma nel quinto centro per Prattichizzo. 5-2 e calcio spettacolo al Quanta Village. La Perfetti rischia di dilagare, ennesima fuga di Prattichizzo che si conclude con un clamoroso palo, ma il sesto gol non tarda ad arrivare e infatti al 19° il punteggio si fissa sul 6-2 (come Roma - Inter). Al 20° GeSa ha una reazione d'orgoglio e Santabarbara segna il 6-3. La squadra sembra voler reagire e su un'azione a percussione si guadagna un calcio di rigore, che Palumbo realizza con freddezza. 6-

4 a tre minuti dalla fine. Perfetti però chiude l'incontro con Intiso che realizza il definitivo 7-4. Sul finire dell'incontro in un contrasto a centrocampo, Intiso prende una violenta pallonata sul polso che lo fa uscire dolorante. Finisce la partita 7-4. Molto bene Prattichizzo per Perfetti e Santabarbara per GeSa.

TABELLINO Perfettti Van Melle – GeSa 7-4 (0-1) P.T. 12’ Palumbo (GeSa) S.T. 1’ Prattichizzo (Perfetti) 5’ Prattichizzo (Perfetti) 10’ Prattichizzo (Perfetti) 12’ Santabarbara (GeSa) 12’ Prattichizzo (Perfetti) 14’ Prattichizzo (Perfetti) 19’ Prattichizzo (Perfetti) 20’ Santabarbara (GeSa) 22’ Palumbo (GeSa) -Rigore24’ Intiso (Perfetti)


N&W Global Vending - Argentia Prodotti / Il tuo caffè lunedì 14/05/2006

Necta s'impone per 4-1 contro Argentia e si porta in testa al Girone B della D.A. 7Cup

N&W Global Vending ha vinto il primo incontro del girone B contro una squadra che ha comunque dimostrato un buon collettivo e un gioco di qualità. Ora i bergamaschi, vincitori della scorsa edizione, sono i favoriti per il primo posto del girone. Eccellente prova di Castiglione (portiere Argentia) che si candida a MVP del Torneo. Milano, 14-05-2007 – I vincitori della Vending Champions League tornano in campo a difendere la coppa conquistata in occasione di Venditalia 2006. Contro di loro si schierano i giocatori dell'Argentia

D.A.ITALIA 24

Prodotti / Il mio caffè, una formazione al suo esordio nei tornei organizzati da D.A. Italia. Maglia nera per N&W che scende in campo con: Cavagna, Angioletti, Capelli, Beretta, Brugnetti, Bugada, Facoetti, Avram Catalin, Tironi, Giupponi, Nava, Fumagalli, Agazzi e Passarella. Risponde Argentia in maglia Giallo/Blu con Castiglione, Colnaghi, Fuoco, Sisti, Mediati, Corrao, Brambilla, Ingegnieri, Balzano e Gironi. In una serata calda, ma comunque ideale per una partita di calcio, il gioco inizia all'insegna della prudenza. I primi 5 minuti passano senza che nessuna delle due squadre finisca nei taccuini dei cronisti per qualche azione pericolosa. Al 5° minuto Necta si crea una prima interessante occasione da rete con Bugada, specialista nei calci piazzati, che per poco non inquadra lo specchio della porta con una velenosa punizione che

Castiglione giudica correttamente fuori. La partita prende quota e Bugada trova per ben due volte il corridoio giusto per essere davanti al portiere, ma in entrambe le occasioni Castiglione si oppone da campione con due tempestive uscite. Al 12° l'episodio più contestato della partita, da posizione defilata Bugada fa partire un tiro che colpisce la traversa e danza sulla linea di porta. L'arbitro indica il centrocampo, ma la palla non sembrava proprio essere entrata. Le vibranti proteste di Argentia non fanno cambiare idea all'arbitro che assegna il gol alla Necta.

Una precisazione da parte degli organizzatori. Il Quanta Village (che ospita la D.A. Italia 7Cup), ha in corso una ventina di Tornei a 7 e altrettanti a 5. Gli arbitri sono forniti dalla loro organizzazione e non hanno nessun rapporto né con

la rivista né tanto meno con il settore del vending. Quindi una decisione sbagliata di un arbitro è da imputare esclusivamente ad un errore umano. Regisce Argentia con un bel calcio di punizione che esce di poco a lato. La partita però vive qualche momento di agitazione e l'insicurezza mostrata dall'arbitro non favorisce certo il clima ideale. Al 13° Tironi decide di togliere dal campo il focoso Angioletti per evitare qualsiasi polemica. Al 14° ancora Necta in avanti e un gran tiro di Bugada trova ancora pronto Castiglione in una plastica deviazione in corner. Al 20° palla gol per Argentia che sfuma di un soffio, sul ribaltamento dell'azione, N&W va vicina al radoppio con il solito Bugada che non riesce a battere un insuperabile Castiglione. Al 23° Tirone scende in campo ed


è proprio lui a siglare l'ultima azione del primo tempo con un preciso fendente che si perde di un soffio alla destra della porta. Finisce il primo tempo sul risultato di 1-0. La partita riprende e dopo solo 3 minuti Brambilla si trova con la palla buona davanti a Cavagna e non si fa scappare l'occasione di pareggiare 1-1. Bella partita ben giocata da entrambe le squadre che probabilmente andranno lontano in questa coppa. Argentia sembra voler far suo l'incontro e preme per alcuni minuti la squadra avversaria. Su un’ incomprensione difensiva però Tironi rie-

sce a conquistare palla e a segnare un bel gol che vale il nuovo vantaggio Necta. Questa rete piega le gambe ad Argentia che non riesce a reagire e Necta, anche grazie ad una serie di sapienti cambi, sale in cattedra. Al 10° autentico miracolo di Castiglione in mischia, ma Agazzi realizza lo stesso il terzo gol che chiude la partita. Per una decina di minuti Necta attacca a testa bassa e solo un portiere in grandissima serata impedisce ai bergamaschi di dilagare. Prima Tironi e poi Angioletti arrivano ad un soffio dalla realizzazione, ma Castiglione dice sempre

di no. Al 20° grande azione di N&W, Tironi trova in area con un preciso cross Avram Catalin che al volo lascia partire un gran tiro. Quasi gol che incontra gli applausi del pubblico presente. Angioletti insegue con tenacia la realizzazione personale e un suo gran destro sembra proprio voler entrare in porta, ma Castiglione riesce a deviare in corner. C'è poco da dire, Castiglione è un fenomeno e oggi la nostra giuria lo giudicherebbe il miglior giocatore del Torneo. Allo scadere Necta realizza il quarto gol con Facoetti, che da buona

posizione non sbaglia e non lascia scampo alla difesa avversaria. Finisce la partita sul risultato di 4-1.

TABELLINO N&W Global Vending Argentia Prodotti / Il tuo caffè 4-1 (1-0) P.T. 12’ Bugada (N&W) S.T. 3’ Brambilla (Argentia) 9’ Tironi (N&W) 10’ Agazzi (N&W) 25’ Facoetti (N&W) D.A.ITALIA 25


Convegno: Antropologia del caffè. Un modo di bere cultura.

Da sinistra: Enrico Maltoni, Epaminonda Scaltriti, Alessandro Fontana e Luca Solari

Il caffè è così radicato nel nostro stile di vita da non poter più essere considerato un semplice prodotto, vista la profonda rilevanza che ha nella tradizione locale e nazionale. Raramente una qualsiasi altra categoria merceologica è riuscita ad assumere un valore così evocativo. Forse perché dietro ad un chicco si intersecano storie lontanissime di compagnie e bastimenti, contadini e dotte degustazioni, ordinarie abitudini e identificazioni collettive. Il mondo del caffè è per sua natura globale e in grado di condizionare le economie di intere nazioni ma è al contempo locale. Obiettivo del convegno “Antropologia del caffè. Un modo di bere cultura” è cercare di affrontare nella sua complessità l’argomento, cercando un approccio multidisciplinare. Capirne il valore sociale, ma anche ascoltare le voci che provengono dal mondo dei produttori e dei torrefattori, della distribuzione e dell’innovazione tecnologica, ma ancor più scandagliare assieme le possibilità di un’economia sostenibile con una maggior sensibilità etica. Per questo D.A. Italia si è fortemente impegnata nell’organizzazione dell’evento e ha insistito perché fossero invitate a dare il loro contributo anche importanti voci del mondo del vending. Si è tentato, probabilmente per la prima volta, di aprire un vero tavolo di confronto tra realtà che vivono il mondo del caffè da posizioni e con una visione completamente differenti. Hanno partecipato all’evento: Aldo Giannuli (storico, Università di Bari), Giorgio Triani (sociologo, Università di Verona), Andrea Di Stefano (economista), Carlo Testini, (vice presidente Transfair e responsabile Arci nazionale consumo consapevole), Luca Solari (Presidente Associazione Nazionale Torrefattori), Epaminonda Scaltriti (Presidente gruppo Argenta) ed Enrico Maltoni. Tra i moderatori del Convegno era presente anche il direttore della nostra testata: Alessandro Fontana. Pubblichiamo in questo articolo i due interventi che riguardano più da vicino il mercato del vending, utilizzando le trascrizioni originali che abbiamo realizzato per la pubblicazione degli Atti del Convegno.

Antropologia del caffè. Un modo di bere cultura Caffè e società: una miscela di culture - moderatore Graziano Fortunato (Arci provinciale) Aldo Giannuli (storico, Univ. Bari) Dall'illuminismo alle avanguardie: i caffè come luoghi di elaborazione culturale Giorgio Triani (sociologo, Univ.Verona) Il caffè fra società e pubblicità: valori, pratiche e immaginario Il fondo del caffè: economie di scala e società - moderatore Lorenzo Valera (Arci Scighera) Andrea Di Stefano (economista) La crisi del mercato internazionale del caffè e le soluzioni del commercio equo e solidale Carlo Testini, (vice pres.Transfair e resp.Arci nazionale consumo consapevole). Il Caffè prodotto simbolo del commercio equo e solidale: quali nuove frontiere? Pausa Caffè. Dal Guatemala al carcere Le Vallette di Torino: un'esperienza atipica di torrefattori Caffè e distribuzione: potenzialità del caffè tradizionale e equo - moderatore Alessandro Fontana (D.A. Italia) Luca Solari - Presidente ANT (Associazione Nazionale Torrefattori) Il mercato del caffè in Italia: il ruolo delle torrefazioni Epaminonda Scaltriti - Gruppo Argenta Le potenzialità del caffè equo e solidale nel mercato del vending - l'esperienza del Gruppo Argenta Enrico Maltoni - La collezione Maltoni: un'avventura itinerante tra design e cultura D.A.ITALIA 26


o s s e c c u s i d k c a n s lo

La linea “Chily” è composta da una varietà di snack dolci e salati, piccanti e tostati, che soddisfano anche i palati più esigenti. Il prodotto viene confezionato in lattine sottovuoto che ne mantengono il gusto e la fragranza. La veste grafica colorata ed accattivante è ideale per proporre un prodotto di successo all’interno di un distributore automatico. L’accurata selezione della materia prima e il controllo di tutte le fasi di lavorazione, dalla raccolta al confezionamento, fanno di Chily un prodotto di altissima qualità, perfetto per una pausa stuzzicante. PRO.GE.CA. Srl - Via Delle Rose, 5/A - 24040 Lallio (BG) Tel. +39 035 201488 - Fax. +39 035 203608 - www.gustosetentazioni.it - info@gustosetentazioni.it




Convegno: Antropologia del caffè Le potenzialità del caffè equo e solidale nel mercato del vending l'esperienza del Gruppo Argenta Il caffè equo-solidale ha una grandissima potenzialità anche e soprattutto nel vending. Oggi è sostanzialmente relegato in un mercato di nicchia, ma quando viene realizzata una corretta comunicazione, possiede una forza e dei valori che vengono molto ben percepiti dai consumatori. Quindi se si riesce a trasmettere che si può, bevendo un caffè proveniente dal mercato equo-solidale, ottenere qualcosa di eticamente e socialmente utile, di solito si trova un gran numero di individui disposti ad acquistare quel prodotto, anche se il prezzo è maggiore e la qualità leggermente inferiore. Per comprendere quali sono oggi le potenzialità del mercato del vending per lo sviluppo di un prodotto come il caffè equo-solidale, il comitato organizzatore del Convegno ha invitato ad intervenire Epaminonda Scaltriti (Presidente Gruppo Argenta). Pubblichiamo in originale la trascrizione dell’intervento. Saper leggere la situazione, agire nel migliore dei modi possibili in un contesto specifico, prendere decisioni importanti e risolutive valorizzando le risorse umane, sono caratteristiche peculiari della personalità di Epaminonda Scaltriti, autentico self-made man che, grazie ad una straordinaria lungimiranza è riuscito a creare dal nulla il Gruppo Argenta Spa, oggi leader indiscusso nella distribuzione automatica. Nato a Campogalliano il 18 dicembre 1941, Epaminonda Scaltriti, dopo l’esperienza decennale come barista e poi come gestore del noto bar Dorando di Carpi, nel 1968 decide di fondare, assieme ai suoi due soci storici, la società “Distributori Automatici Dorando Snc”, che nel 2003 diventa “Gruppo Argenta Spa”, entrando così nel mercato della distribuzione automatica. Nel 1988 Epaminonda Scaltriti ottiene la laurea ad honorem in Organizzazione Aziendale dalla prestigiosa Columbia University di New York, un riconoscimento che sottolinea la sua straordinaria capacità di leggere con lungimiranza i bisogni dei consumatori e le evoluzioni del mercato. Nel 1994, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro conferisce ad Epaminonda Scaltriti l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.

Da sinistra: Epaminonda Scaltriti e Alessandro Fontana

Intervento di Epaminonda Scaltriti (Presidente Gruppo Argenta) Il vending indubbiamente è la mia vita, provengo dai pubblici esercizi, sono uno di quelli della mia generazione che hanno incominciato a lavorare con le braghe corte. A volte dicono che ho fatto tutto da solo, però credo che quello che ho realizzato, l’ho D.A.ITALIA 30

ottenuto grazie a tutti i miei collaboratori; perché non si fa assolutamente nulla se non si rispettano e non si aggregano le risorse umane. Bisogna avere molto rispetto, molto calore, molto impegno e molta certezza insieme ai collaboratori. Se uno vuole anche oggi può fare impresa, ieri era più facile, ma servono sempre di più questi valori e naturalmente una formazione che deve essere il sale

della crescita dei colleghi. I miei sono collaboratori con i quali è stata fatta la storia del Gruppo Argenta. C’è qualche imprenditore che li chiama dipendenti, ma di chi? I dipendenti non esistono più, quell’imprenditore che chiama e considera i suoi collaboratori dei dipendenti, a mio avviso, non è molto lungimirante. Vengo da Carpi, dove è la sede, insieme al Gruppo Argenta, ai collaboratori, agli amici e ai soci

abbiamo fatto qualcosa di molto importante anche all’estero: oggi siamo presenti in dieci paesi. Il gruppo aggregato si attesta su un fatturato di 240 milioni di euro. I paesi con cui lavoriamo sono Spagna, Portogallo, Croazia, Romania, Polonia, Israele, Russia, Cina – perché se è vero che la Cina è il futuro bisogna essere presenti - e altri che stiamo sondando. Questo è stato realizzato con dei colleghi, che poi ho inserito come


soci, perché la logica delle stock options, che oggi va tanto di moda, posso dire di averla realizzata già quarant’anni fa. I migliori dei nostri giovani sono diventati soci perché lo meritavano e davano un contributo essenziale per crescere e per svolgere bene il nostro lavoro. Credo che la cosa più importante per fare impresa sia creare posti di lavoro: i nostri addetti complessivi sono 1.150 nel Gruppo Argenta ed altri 700 nel gruppo aggregato, tra estero e Italia. Arriviamo ad oltre 2.400 mila consumazioni al giorno e il gruppo aggregato supera i 650 milioni di somministrazioni complessive all’anno. Questi numeri si ottengono con 100 mila distributori e con 65 mila clienti in Italia, per non parlare di quelli all’estero. Tutto ciò non si realizza per caso, ma servono molto impegno e molta attenzione. Le idee ed i discorsi sull’equo-solidale per andare incontro a chi vive in una condizione di disagio sono molto belle, sono estremamente importanti, devono continuare e mi complimento con chi si dedica a questi progetti. Però bisogna anche tener conto che c’è un mercato, che fa i conti nella storia economica e che scrive i comportamenti dell’economia mondiale. Inoltre, se non vado errato, negli anni ’88-’89, sono cambiati i patti con le nazioni con la globalizzazione, che ha creato scompensi da una parte ed efficienza dall’altra. Ad esempio il Vietnam, che non è un paese altamente capitalistico, non produceva caffè ed ora lo produce, grazie al potere della globalizzazione delle multinazionali. Noi dobbiamo tener presente tutto ciò, perchè il mercato è chiaramente globalizzato, e per fare impresa bisogna continuamente crescere, avere iniziative, essere creativi e formare le risorse umane. Per fare impresa la prima garanzia è assicurare i posti di lavoro, perché questa è la vera ricchezza che deve

ottenere l’imprenditore, con la lungimiranza di capire dove va il suo lavoro. Se facciamo riferimento ai volumi del caffè, noi ne consumiamo 1.400 mila kg all’anno, 113 milioni di cialde e abbiamo 650 milioni di somministrazioni; questo per evidenziare i numeri che si creano quando si vuole fare impresa sul serio. Ci siamo dedicati anche al mercato equo-solidale, abbiamo valutato come avremmo potuto muoverci e qualcosa evidentemente lo stiamo facendo: consumiamo 1.500 kg l’anno, per l’equivalente di 500 mila somministrazioni. È una goccia d’acqua rispetto alle nostre quantità; però l’intenzione è quella di metterci attorno ad un tavolo e approfondire il tema, di scegliere cercando di trovare delle soluzioni insieme. Perché se uno volesse lavorare con una filiera cooperativa, non può certo pretendere di dettare le regole, non è così. La Coop ha accettato questi prodotti e spero ne aumenti la ricezione per ovvi motivi, ma io rappresento un’impresa privata importante, per questo è necessario parlarne insieme e decidere come si può agire. Non possiamo subire qualcosa di già fatto; vogliamo avere la possibilità di discuterne, dialogare e controllare. Condividiamo anche noi questi valori, che ci danno forza e motivazione per soddisfare nuove esigenze e raggiungere particolari clienti. L’importante è che si deve dare un contributo; anche se, come ho detto prima, chi fa il mercato sono sempre le multinazionali, però naturalmente non gestiscono tutto il mondo, ci sono degli spazi per potersi inserire, cercando di lavorare bene e fare meglio di loro. Oltre ad essere disponibili ad allargare i nostri consumi insieme agli amici dell’equo solidale e con il massimo impegno, le intenzioni del Gruppo Argenta non sono quelle di fermarsi qui, ma di essere disponibile a dedicare addirittura delle partecipazioni, perché non

Babybel & vending?

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www.bel-foodservice.it · Tel. 02.6187121


Convegno: Antropologia del caffè vorrei trascurare questo aspetto importante della solidarietà. Mi auguro che il nostro modo di vendere non sia più nuovo, perché ormai i distributori automatici sono in ogni dove; ma è ancora poco, perché il vending è una risorsa che deve avere l’utente, affinché possa farsi servire a determinati prezzi e a qualsiasi ora. Vorrei ricordare che una funzione della gestione dei distributori automatici è che va a calmierare i prezzi, in qualsiasi posto si può notare che tutto quello che viene erogato dai distributori ha un costo contenuto. Questo non solo col Gruppo Argenta, ma con tutti i gestori. La concorrenza è vita, guai se non ci fosse, la dovrei inventare, perché altrimenti ci mettiamo tutti a sedere e in questo modo non si potrebbe fare impresa, non si potrebbe gestire nulla. Dobbiamo cercare di credere in tutto quello che facciamo, mi rivolgo soprattutto ai giovani, che devono avere una sana ambizione, esprimere il proprio talento e creare intorno a loro le condizioni necessarie per emergere, partendo dall’autostima. Con molto orgoglio posso affermare che abbiamo raggiunto sulla qualità del servizio, ma soprattutto una qualità del prodotto erogato, dei livelli altissimi. Una volta, nei primi anni di quest’attività (1960 -1970), i nostri clienti andavano ai distributori e magari riuscivano a prendere il caffè, se la macchina lo erogava, perché non sempre accadeva e non sempre funzionavano. Invece oggi abbiamo delle apparecchiature che funzionano bene, con qualsiasi sistema di vendita, tendono ad erogare tutto quello che è possibile e inoltre la configurazione nei nostri distributori permette al cliente di soddisfare le proprie esigenze. Quello che importa è che davanti ai nostri distributori, in tutti gli ambiti di lavoro, sia privati che pubblici, si vive un momento di D.A.ITALIA 32

aggregazione, come giustamente deve essere il bar, sorseggiando un caffè o facendo una pausa con i prodotti. Negli ultimi vent’anni abbiamo dato queste risposte, offerto un sempre maggior livello qualitativo e soprattutto erogato dei prodotti da dei distributori igienicamente sani. Capiterà a tutti a volte di fermarsi in bar dove viene un po’ di diffidenza sulla corretta pulizia dalle tazzine del caffè e di tutto il resto. Nei nostri distributori niente è toccato con le mani, tutto viene distribuito automaticamente e di conseguenza l’igiene è garantita, se viene eseguito il corretto procedimento. Tutti gli altri prodotti sono di marca ed ermeticamente sigillati, perciò non abbiamo nessun problema in quest’ambito. Vorremmo giustamente diventare l’alternativa ai bar; siamo da sempre gli antagonisti che però non portano mai via più di quel tanto, ma che fanno bere caffè, tè e altro a consumatori che, probabilmente per motivi di lavoro, di distanza o di costo, non sarebbero di certo andati al bar. Il discorso futuro è quello di creare le condizioni affinché il vending possa essere in ogni luogo dove c’è aggregazione di persone; speriamo di riuscire ad ottenere tutte quelle autorizzazioni che ci consentano, rispettando le normative, di installare i distributori automatici. Questo in considerazione del fatto che il futuro dell’Italia deve essere basato sul turismo e penso sia giusto che i visitatori che vengono in Italia, soprattutto in certe città, abbiano l’opportunità di scegliere se farsi servire o se andare ai distributori automatici, ad esempio per non pagare una bottiglia d’acqua minerale più di 2,50 euro, come invece accade ad esempio nei bar di Venezia o nei posti turistici. Noi non la venderemmo di certo a quei prezzi. Questa può essere una risposta al sociale, come anche poter dare il ristoro 24 ore su 24 al pubblico, queste sono le nostre

aspettative, i nostri obiettivi, con le macchine adeguate alla famiglia. Cercare di servire i nostri prodotti laddove la clientela sceglie il nostro servizio, il servizio del vending, il servizio del Gruppo Argenta, perché lo ritiene vantaggioso e professionale. Cosa bolle in pentola per le prospettive del caffè? Stiamo verificando che le multinazionali del caffè stanno trasformando il caffè liofilizzato e quello in pacchetti in un contesto di cialde; non di carta, ma la cialda altamente specializzata e prezzata. Il nostro gruppo ha una partecipazione in uno di questi sistemi e posso assicurare che le multinazionali se potessero ci farebbero chiudere. Loro pensano che abbiamo copiato il brevetto, non è così, perciò noi andremo avanti. La novità del caffè in capsule crea del movimento, vuol dire avere le cialde nella famiglia, nel vending e naturalmente nei bar. Perché questo? Perché così facendo si lega il cliente a usare quel modello di capsula, altrimenti il bene strumentale adeguato al brand non funzionerebbe. Questo orientamento per il quale ci vorranno i prossimi cinque anni se non di più, se conquisterà il 40% del mercato mondiale, produrrà numeri incredibilmente alti, con dei profitti altrettanto elevati. Così è come per me potrebbe essere in parte il futuro del caffè, in riferimento sia ai consumi sulla nostra tavola, sia naturalmente al bar. Il bar professionalmente attento si presenterà alla clientela con il menù del caffè, il cliente sceglierà la capsula che riterrà più opportuna. Lo stesso accadrà nei ristoranti e nel vending, ci presenteremo con tre o quattro tipi di caffè da scegliere. Tutto ciò sarà di orientamento per bere un caffè sempre migliore, di qualità, il consumatore sa riconoscere ciò che è buono. Credo che questo migliorerà la cultura del caffè. Noi italiani siamo considerati i grandi bevitori del caffè espresso, del nostro tipo di caffè, ma non sempre guardiamo

nella tazzina o nel bicchiere il sapore, spesso ci lasciamo conquistare dalla crema. Invece il caffè migliore è quello che crema meno e che lascia un buon aroma in bocca, che fa venir voglia di berne un altro. Attraverso le capsule, sono convinto che si creeranno le condizioni per avere un valore aggiunto in più sulla qualità. Noi stiamo esportando il caffè all’estero: in Cina vendiamo i bicchieri pieni perché altrimenti non lo berrebbero, in Romania il caffè è acquistato prevalentemente liofilizzato, ma la cultura dell’espresso ha senz’altro la sua nicchia, ha i suoi consumi. Bisogna però cercare di andare verso una qualità ed una conoscenza sempre più professionale e noi, che siamo gli addetti ai lavori, dobbiamo creare le condizioni per dare ai nostri utenti un prodotto migliore, indubbiamente per vendere di più. Come si svolge il nostro lavoro? Abbiamo una sede centrale e ventidue filiali; da tutte le sedi ogni mattina partono un certo numero di operatori per recarsi presso i distributori automatici, secondo giri programmati con una logistica mirata, per soddisfare il cliente. Per noi essi sono estremamente importanti, perché rappresentano la nostra immagine che viene trasferita al cliente. Veniamo a sapere in diretta la presenza di eventuali guasti, che l’assistenza tecnica è in grado di riparare nell’arco di due ore. Poi ci sono i controller che verificano che tutto questo si realizzi. Alla sera i nostri operatori, i nostri colleghi rientrano, scaricano il denaro e fanno i ricambi, hanno una giornata molto piena. Il nostro lavoro viene svolto sempre con la massima attenzione verso il cliente. Per uno che come me lo fa da quarant’anni e che da cinquanta è nel mondo del caffè, dico che è il più bel lavoro del mondo.



Convegno: Antropologia del caffè Il mercato del caffè in Italia: il ruolo delle torrefazioni Luca Solari, nato a Genova nel 1964, si è laureato in Economia e Commercio nel 1989. Subito dopo la laurea ha iniziato la sua esperienza professionale presso un importante trader di caffè crudo, operando sia in Italia che in Brasile. Nel 1990 è entrato in Covim, storica torrefazione genovese, nella quale tuttora lavora come Responsabile Vendite (Export e canale GDO). Nel 1992 entra nel consiglio direttivo dell’ANT (Associazione Nazionale Torrefattori) della quale diviene presidente nel 2002. Nel 2005 ottiene un secondo mandato. L’ANT costituisce un punto di riferimento essenziale per gli operatori del settore della torrefazione del caffè ed ha svolto una funzione determinante a sostegno dello sviluppo economico del comparto. Luca Solari è anche Consigliere e Vicepresidente della ASSOCAF (Associazione Caffè e Droghe Coloniali) associazione legata al porto di Genova (Genova e Savona-Vado) che da qualche anno ha la leadership nel traffico del caffè verde in Italia. Assocaf nel 2005 ha ottenuto il riconoscimento dal Liffe di Londra come Delivery point per il caffè qualità Robusta.

Intervento di Luca Solari Il caffè Espresso Italian Style è un biglietto da visita per l’Italia in tutto il mondo, ma coinvolge comunque una nicchia di mercato, perché basta oltrepassare le Alpi e arrivare nei paesi del centro e nord Europa per notare che il caffè viene ancora consumato con il filtro o addirittura liofilizzato, con volumi di vendita importanti. L’ANT (Associazione Nazionale Torrefattori) nasce nel 1950 ed è aderente, tramite la Federgrossisti alla Confcommercio. Alla fine degli anni ’50 delle industrie di torrefazione di caffè italiane si associarono all’AIIPA (Associazione Italiana Industriali Prodotti Alimentari), aderente a Confindustria, formando una branca sui prodotti alimentari nel settore caffè. Tutte queste associazioni, insieme alla Federazione Caffè Verde, di cui fanno parte coloro che trattano la nostra materia prima, confidano nel Comitato Italiano Caffè (CIC), l’organismo unico con cui il mondo D.A.ITALIA 34

del caffè italiano ha titolo per andare a trattare con i ministeri o in sede ICO, a Londra. Anche se l’ICO non esiste più, resta sempre un embrione di uffici a Londra e questo fa sperare che prima o poi ricominci a funzionare e a regolare le quotazioni del caffè nel mondo. Aderiscono all’ANT circa cento torrefazioni, principalmente legate al mondo del canale bar.In Italia il mondo del caffè si divide in tre settori principali: il caffè venduto nei supermercati, quello distribuito nei bar ed il caffè venduto nella distribuzione automatica. I numeri maggiori vengono realizzati nel settore famiglia attraverso i supermercati, che rappresenta il 65-70% del totale, il settore bar è un 20-25%, mentre il canale vending ottiene il resto. Quello della distribuzione automatica è un canale che in questi ultimi anni ha avuto un’espansione di volumi elevatissima, dovuta a vari fattori, fra cui e non ultimo il miglioramento della tecnica di conservazione del prodotto.

Luca Solari

Per quanto riguarda il mercato del caffè verde, fra i dati importanti da rilevare possiamo parlare di speculazioni dei fondi d’investimento, assolutamente reali e con cui noi tutti i giorni ci scontriamo quando dobbiamo acquistare il caffè e con le problematiche ad esse legati. Il problema dell’oscillazione dei cambi è infinitamente inferiore, rispetto ai problemi che si hanno con le speculazioni sulle borse di New York o di Londra, è alle volte un terno all’otto riuscire a coglierle. Ci sono tantissime aziende di trader di caffè crudo che puntualmente saltano, colossi che hanno delle potenzialità e che muovono centinaia di milioni di euro che dalla mattina alla sera vanno falliscono. Altro fattore reale importante è dato dal secondo produttore al mondo di caffè, il Vietnam, che fino a pochi anni fa non esisteva. Ha generato un surplus di produzione mondiale che non è stata assorbita dai paesi consumatori, per cui, come

succede in tutti i mercati, a fronte di un incremento dell’offerta di merce da vendere, diminuisce il prezzo. Ciò ha creato tantissimi problemi nei paesi produttori, addirittura in tantissimi paesi fra cui il Brasile stesso, c’è stato un periodo in cui si stavano convertendo le piantagioni di caffè in coltivazioni di arancia o di soia, perché erano produzioni estremamente più remunerative. In certi paesi africani addirittura si abbandonava la coltivazione del caffè; per cui questi luoghi di coltivazioni pian piano lasciati a se stessi, hanno fatto sì che molte piante di caffè si perdessero. Le piante per iniziare a produrre necessitano di anni e quindi in questo modo e con una minor produzione da parte dei paesi storici produttori di caffè è stato in parte compensato questo surplus di caffè. La produzione mondiale di caffè è calcolata circa dai 115 ai 120 milioni di sacchi da 60 kg, all’anno. La quantità rilevante ai fini statistici è quella che i paesi produttori esportano verso i paesi


Un modo di bere cultura consumatori che consiste in 92 milioni di sacchi all’anno, dei quali la Comunità Economica Europea ne importa circa la metà, 46 milioni. L’Italia ha un trend crescente in quanto siamo, con 7,5 milioni di sacchi all’anno, il quarto paese consumatore di caffè dopo Stati Uniti, Germania e Giappone. In Italia, in questi ultimi anni, stanno aumentando molto le esportazioni, dovute al nostro ottimo caffè Italian Style nel mondo. Un grosso contributo per l’esportazione dell’espresso è dato dal porzionato monodose, soprattutto in cialde di carta, che consente, anche ai paesi che culturalmente e tradizionalmente non hanno particolari riguardi verso la ritualità del caffè, di avere attraverso la cialda un prodotto molto buono. Perché al di là di ogni successo commerciale ci deve essere una reale bontà del prodotto, altrimenti queste novità sarebbero delle meteore, che dopo il boom iniziale andrebbero ad esaurirsi. In Italia ci sono dieci aziende a carattere nazionale specialmente presenti nel canale supermercati ed esistono 700 torrefazioni. Fino a qualche tempo fa le torrefazioni erano molte di più, ma le realtà molto piccole, i negozi che hanno una piccola distribuzione vanno chiudendo perché le leggi in materia di normativa sulla sicurezza per l’HACCP e altre fanno sì che il lavoro diventi sempre più difficile e selettivo, in questo come in tutti i campi.

Dati recentissimi danno un aumento di export di volumi italiani tra aprile 2006 e aprile 2007 di +19.44% e rispetto ai 12 mesi dell’anno precedente di +15%, quindi il trend del caffè esportato è un dato sempre più interessante. La torrefazione acquista dai trader nazionali o internazionali il caffè verde che viene scaricato via nave attraverso i porti di arrivo. In Italia si è creato un sorpasso da parte del porto di Genova-Savona che ha superato Trieste, ora al secondo posto, seguono poi i porti di Gioia Tauro e Napoli. Il caffè verde arriva in stabilimento attraverso gli spedizionieri che provvedono al ricevimento in porto e all’eventuale pulitura. Infatti non va dimenticato che l’abbassamento del prezzo medio del caffè ha fatto sì che, specialmente per la qualità robusta, arrivano caffè sempre più sporchi, perché vengono trattati con poca attenzione da parte dei paesi esportatori. La merce è poco remunerativa quindi può succedere che i sacchi il caffè, di bassa qualità, sostino in piazzali e quando vengono riempiti manualmente si inseriscono impurità, pietre e pezzi di legno. Questi materiali da noi creano dei grandi problemi con dei gravi danni per i trasformatori. Il caffè giunto in torrefazione viene stoccato e miscelato prima del confezionamento. Il fiore all’occhiello dell’Italia è che difficilmente trattiamo dei caffè

mono-origine (sono tali tutti i caffè che presi singolarmente hanno delle qualità peculiari, particolari, per altro molto apprezzabili, ma uno dei limiti è che è un caffè per intenditori), il grande pubblico è abituato a dei gusti più rotondi, più armoniosi e quindi il buon caffè è frutto di una miscelazione; anche un 100% robusta o un 100% arabica sono frutti dell’unione di 3-4-5-6 tipi di arabica o di robusta. Fatto questo il caffè viene confezionato, preparato in base al canale distributivo di riferimento, in grani, macinato o confezionato in cialde. Ci sono alcune torrefazioni che lavorano principalmente per la grande distribuzione, altre che operano solamente per il canale bar, altre ancora che operano in tutti i settori. Dopodichè il caffè viene distribuito o alla grande distribuzione o alle aziende di vending o direttamente al canale bar. Ci sono delle piccole aziende di torrefazione italiane che magari non hanno conquistato una visibilità sul territorio nazionale, ma hanno trovato all’estero degli sbocchi molto interessanti, perché si trovano innanzitutto in un mercato più aperto dove c’è meno competizione e dove il non essere una grande marca nel paese di origine, non viene penalizzato come invece accade nel mercato interno. Tornando al porto di Genova è riuscito in pochi anni a superare quello di Trieste, che storicamente aveva la leadership del mercato

del caffè verde in Italia, per una serie di motivi anche di carattere legislativo. Trieste beneficiava di una legge austro-ungarica che prevedeva degli oneri doganali che venivano pagati differiti ad un tasso agevolato, per questo capitava che anche un torrefattore di Genova aveva più interesse a far passare il caffè da Trieste. Poi le accise sul caffè sono state eliminate, per di più il prezzo è sceso, gli oneri doganali consistono ora solo nell’IVA che si paga quando si importa il caffè e non ultimo il fatto che Genova è Delivery point della Borsa di Londra, tutte queste motivazioni hanno portato il porto ad essere il primo in Italia. Come ASSOCAF (Associazione Caffè e Droghe Coloniali) di Genova, associazione del 1901, siamo riusciti a far nominare Genova come Delivery point della Borsa di Londra. A Genova si sono creati enormi spazi perché si ha avuto la possibilità di stoccare il caffè nei suoi magazzini. Ora si cerca di far nominare Genova Delivery point della Borsa di New York. I quantitativi di arabica rispetto ai caffè robusta sono quasi doppi e questo rende la richiesta ancora più interessante. Ovviamente ci sono i porti del nord Europa che stanno osteggiando in maniera piuttosto evidente affinché ciò non avvenga, è una battaglia che stiamo portando avanti e che prima o poi confidiamo di riuscire a vincere.

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Mostra Enrico Maltoni Il rito quotidiano del caffè si mette in mostra a Milano.

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Storia, design, cultura e curiosità della macchina da caffè espresso all’italiana diventano oggetto di una mostra itinerante unica al mondo: Espresso made in Italy, storia, cultura, design. La mostra della Collezione Enrico Maltoni, una delle più grandi al mondo, è stata ospite al Circolo Arci “La Scighera” dal 29 maggio al 3 giugno, in occasione del convegno “Antropologia del caffè. Un modo di bere cultura” che si è svolto sabato 2 giugno nella sede del Circolo in Via Candiani 131, quartiere Bovisa. Più di vent’anni di attente ricerche, costanti recuperi e pazienti restauri da parte di Maltoni, - appassionato, studioso e collezionista di macchine da caffè espresso d’epoca - permettono oggi al visitatore di conoscere le più importanti macchine da bar di tutti i tempi, restituite all’antico splendore. L’inaugurazione della Mostra è stata curata da Stefano Maffei – Design Industriale, Politecnico di Milano - con una presentazione dal titolo: Quando il caffè è un capolavoro. 10 macchine da caffè della collezione Maltoni. Sono state esposte dieci macchine che hanno segnato le più importanti tappe della storia della macchina da caffè espresso dal primo Novecento ai giorni nostri. D.A. Italia è stata uno dei promotori e organizzatori dell’evento e ha colto l’occasione per intervistare Enrico Maltoni.

Intervista ad Enrico Maltoni Quando è iniziata la tua passione per le macchine del caffè? La passione è nata circa venti anni fa. Ho visto una macchina in un mercatino di Arezzo, che è il mercato d’antiquariato più antico d’Italia, una Faema del 1952 (modello Marte) che mi ha appassionato e l’ho acquistata, conquistato dalla bellezza della forma e della linea. Da quel giorno ho cominciato a collezionarle, anche se non avevo una vera conoscenza di quello che compravo. È stata una scoperta, nata e cresciuta macchina dopo macchina: ne ho acquistata una, due e poi sono aumentate, ma questo è accaduto non tanto con la mania di collezionismo di quantità, ho preferito fare i passi legati

alla conoscenza. Sono andato a cercare tutta la documentazione di ogni macchina, il perché sono state costruite e come erano nate. Ho condotto degli studi con grande difficoltà, perché in Italia, alla fine degli anni ‘80, non c’erano libri, non c’erano le odierne possibilità del web, l’ausilio dei siti dove carpire informazioni e soprattutto le aziende non avevano ancora investito in cultura e in ricerca. Quindi la mia è stata una passione che è andata oltre al collezionismo degli oggetti; è una ricerca completa, che parte dalla macchina per andare a parlare con chi le aveva costruite e a raccogliere testimonianze. Questo mi ha portato a sviluppare anche un archivio dove conservo tutti i documenti.

Oggi si può ancora vivere come collezionista? Questa figura è bellissima dal punto di vista culturale, ma è anche difficile da un punto di vista reale e siccome viviamo in un mondo reale, come riesci a conciliare la tua passione con il mercato? È stata un po’ una scommessa, perché, alla fine degli anni ’90, ho deciso di puntare sul progetto mostre. Ho chiesto a delle aziende leader nel settore se erano interessate a investire nel progetto di mostra itinerante e mi sono incontrato con Giuseppe Lavazza, da allora è nata la collaborazione con questa grande azienda che mi ha aiutato a esporre in vari paesi. Sicuramente il merito va a Lavazza

e dopo di lei sono arrivate altre collaborazioni con aziende del settore. Rancilio, che produce macchine per il caffè, è un’azienda storica e anche grazie al loro contributo c’è stata una forte c r e scita. Il progetto è culturale, non commerciale, ma ci lega a q u e s t e imprese che hanno investito nella promozione credendo nell’idea ed ora, dopo sette anni di collaborazione continua, mi ritengo fortuD.A.ITALIA 37


Mostra Enrico Maltoni

nato ad avere a fianco in questo percorso queste due grandi aziende. Nell’ultimo anno ha investito nel progetto espositivo un nuovo sponsor: Eat a cup. Infatti la mostra itinerante continua, ha trentacinque tappe in attivo in meno di sei anni. Ti ricordi la tua prima tappa e che tipo di difficoltà hai dovuto superare? Nella prima mi ricordo che pagai tutto io, dall’allestimento alla verniciatura dei cubi, alle cartoline, proprio perché credevo in questo progetto. L’ho fatta a Santa Lucia, un paesino del Veneto. Poi la successiva fu in un luogo storico che vende vestiti vintage; la mostra era inserita nel suo negozio, chi provava un vestito aveva la possibilità di vedere la mostra e poteva anche bere un caffè fatto con una macchina d’epoca. Queste sono state le prime due D.A.ITALIA 38

tappe auto-finanziate e realizzate con l’aiuto di amici per il trasporto, facevamo anche due o tre viaggi in auto mettendo le macchine nel baule. Adesso le cose sono cambiate, la mostra è strutturata su un sistema di logistica molto pratico e funzionale, con delle casse antiurto per il trasporto, quindi c’è stata una grande evoluzione dalla prima. Resta comunque un bel ricordo, mi sono sempre divertito a realizzare le mostre. Come sei arrivato alla pubblicazione del libro Espresso made in Italy 1901-1962? Il libro è stato un po’ un completamento. Mi sono sempre chiesto come mai in Italia, dov’è stata inventata la macchina del caffè e dove ci sono oltre trenta case costruttrici di macchine, non è mai stato scritto un libro che ne racconti la storia. Questo mi ha stimolato e mi ha fatto trovare l’energia

per elaborare il testo. La prima edizione è uscita nel 2001 e ad oggi ha avuto duemila copie, delle quali più della metà in tutto il mondo. Sono molto contento perché questo libro è andato bene e sicuramente c’è in programmazione di prepararne un altro. Hai realizzato un ottimo sito internet, anche con una mostra virtuale sul web. Com’è nata questa idea e come si sta sviluppando? Il web era necessario per comunicare con altri collezionisti sparsi un po’ in tutto il mondo. Il collezionismo della macchina del caffè è giovane, non è un fenomeno legato al ‘900 come per la motocicletta o per la macchina d’epoca, la mania di collezionare le macchine del caffè nasce circa negli anni ‘90, benché le macchine abbiano cento anni di storia. Il web è importante per mettere in

mostra la mia collezione, per comunicare oltre oceano con gli americani, che sono sempre molto attenti al collezionismo in genere, ma soprattutto per far conoscere in tutti i paesi questo progetto. C’è già una certa concorrenza in questo particolare settore del collezionismo? C’è una forte crescita del collezionismo, ci sono aziende che hanno incominciato ad investire nei loro musei e questo mi fa molto piacere, non la considero una concorrenza, ma un miglioramento culturale del settore. Certe imprese avevano prodotto per ottanta o cento anni e non avevano mai raccolto una macchina delle loro produzioni. Adesso il fenomeno sta già crescendo molto e conto oltre cinque aziende che hanno iniziato un loro museo con le proprie macchine. Poi ci sono altri collezionisti, non


Mostra Enrico Maltoni

mi ritengo l’unico, come non ritengo che la mia collezione sia la più grande. Nel mondo ci sono cinque collezioni grandi, ben fatte e ben curate, delle quali due in Italia e tre all’estero; sono collezioni molto consistenti sia come qualità che come suddivisione di modelli. Però questo fenomeno è appena nato ed ha tutti i presupposti perchè cresca. Tutti i collezionisti hanno una macchina che sognano e che ancora non possiedono, qual è la tua macchina dei sogni? Quella che sogno è una macchina disegnata da Gio Ponti, che dal 1949 al 1960 ne ha disegnate cinque, ne possiedo tre in collezione, me ne mancano due e ne sogno una. È un desiderio non solo mio, ma che condivido con amici collezionisti, è una Pavoni del 1949, ne sono stati prodotti pochi esemplari e al

momento nel mondo sappiamo che ne esistono solo due. Chi la possiede non la vende e spero di trovarla un giorno in qualche cantina. Questa è la macchina che andrebbe sicuramente a completare la collezione. Ho cercato, per ogni decennio, di selezionare le macchine che hanno rappresentato di più la storia, ma che possiedono anche delle caratteristiche estetiche e tecniche. Mi ritengo molto soddisfatto della collezione, però la Pavoni del 1949 rappresenta il mio sogno nel cassetto. Guardando la Mostra Maltoni risulta evidente come il design si è sempre confrontato con questo mondo. Perché c’è stato questo grande interesse per la macchina del caffè espresso? Il fenomeno nasce già all’inizio del ‘900, con una forte attenzione per

la macchina, per riuscire ad abbellire e valorizzare i locali importanti. Fanno parte di quel periodo storico che è il Liberty, comunque dell’Art Nouveau, i banchi bar con arredamenti completi di elementi decorativi molto imponenti e lampadari maestosi, nei quali la macchina ha avuto un ruolo rilevante. Doveva essere un sistema per estrarre il caffè e per preparare la bevanda, ma doveva avere anche delle caratteristiche decorative, per questo l’attenzione dei designer è sempre stata molto forte. Il passaggio dalla prima guerra mondiale alla seconda, fu difficile perché la costruzione delle macchine fu ridotta più del 50%, a causa della diminuzione dei consumi. Una forte ripresa caratterizzò gli anni ’40, per poi arrivare nel dopo guerra, nel 1950, ad un grande boom dove tutti i designer, tutti gli architetti progettarono importanti macchine.

Grandi architetti fra cui, oltre a Gio Ponti, Enzo Mari e Marco Zanuso hanno aperto la strada al disegno della macchina del caffè. Anche se in realtà esistevano delle macchine costruite negli anni ‘20 e ‘30 di grande bellezza, fatte da semplici artigiani, quindi senza una cultura di sviluppo del progetto, ma con mera abilità artigianale, che è sempre stata presente in Italia, con l’arte di costruire l’estetica, di fare il bello. Questa mostra, oltre ad avere bellissime macchine, ha anche un layout molto particolare. C’è stato il supporto di qualche architetto? Per il progetto dell’allestimento devo ringraziare Karim Azabi, architetto che collabora con Lavazza, che lo ha appositamente elaborato per la mostra. È un allestimento molto funzionale e molto interessante, perché c’è una luce D.A.ITALIA 39


Mostra Enrico Maltoni

all’interno del cubo che scalda l’ambiente e rende l’atmosfera un po’ magica. Questo è importante perchè le macchine di quell’epoca hanno sempre avuto una illuminazione interna, quindi la luce arancione rievoca i vecchi bar degli anni ’50 e ne vuole ricordare l’atmosfera. La tua collezione ha più di cento pezzi e tendenzialmente le tue mostre vanno da dieci a trenta esemplari. Hai l’ambizione di fare un giorno una mostra complessiva? Questo è un altro dei miei sogni nel cassetto, non sono mai riuscito a fare una mostra con tutta la mia collezione per problemi di spazio, realizzarla significherebbe avere a disposizione oltre 500 mq e comporterebbe un ampliamento dell’allestimento. In questo momento l’allestimento

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è di cinquanta cubi e mi consente quindi di arrivare ad esporre al massimo cinquanta macchine. Però il sogno di vederle tutte insieme è molto suggestivo. Ho visto tutte le macchine singolarmente e ad ogni mostra cerco sempre di aggiungerne altre a rotazione per dare delle novità, per presentarle tutte. Spero un giorno di vederle tutte insieme. Nel percorso storico dai primi del ‘900 ad oggi, c’è un periodo particolarmente impegnativo, molto difficile da coprire per i collezionisti? Il periodo più difficile è l’inizio secolo, con le macchine a vapore, a colonna a forma cilindrica a sviluppo verticale. Queste macchine sono difficili da trovare, perché, negli anni ’50, la sostituzione del funzionamento del sistema, con quello a pistone, ha messo nel

dimenticatoio l’imp i a n t o precedente. Quindi queste macchine, che non avevano più una funzionalità, essendo realizzate in bronzo e rame, con un peso di circa 80 kg, venivano portate in fonderia per essere fuse e poi riciclate, perché il metallo all’epoca costava tanto. Per questo è complicato recuperare le macchine degli anni dal ’10 al ‘40. Io soffro nella loro ricerca, ne ho circa quindici in collezione di questo periodo storico, ma qualche pezzo ancora manca e sono quelli più rari perché prodotti in poche unità. È anche difficile trovarli in stato di conservazione originale, che è quello che preferisco, perché la macchina restaurata non ha più la patina originale della carrozzeria. Le macchine sono tuttora funzionanti? Ho solo un paio di macchine di inizio secolo che funzionano, sono macchine che hanno cento anni di storia e anche dopo un restauro il non tenerle attive significa portarle

a situazioni critiche di consumi di guarnizioni e di ossidazioni, per questo è meglio non intervenire con un restauro completo. Ne mantengo in funzione un paio per svolgere dei laboratori, per dare la possibilità di assaporare il gusto del caffè espresso di un tempo. Nei primi del ‘900 il caffè era completamente nero e la crema non c’era, è arrivata nel dopo guerra. Le macchine degli anni ’50, invece, sono quasi tutte funzionanti, perché gli interventi di restauro sono un po’ più facili da realizzare e possiamo dire che il 60-70% funziona. Oggi siamo veramente arrivati ad un livello d’eccellenza oppure nel passato alcune macchine facevano un espresso comparabile agli espressi di oggi? Dalla qualità in tazza direi che dagli anni ’50 ad oggi non è cambiato moltissimo. Il gusto e il sapore li potrei definire pressoché uguali. Sicuramente l’evoluzione c’è stata nella macchina del caffè ed anche notevole, ci sono state delle innovazioni, delle caratteristiche elettroniche che hanno portato molto avanti, però più nell’ambito della funzionalità, praticità e della minor manutenzione, che della resa in tazza.



novità nel vending CONTINUA IL SUCCESSO DEL GRAND TOUR 2007 DI NECTA "Invitare qualcuno vuol dire incaricarsi della sua felicità durante le ore che egli passa come vostro ospite". Questa è la frase di A. BrillantSavarin che NECTA ha deciso di fare propria e di attuare nei confronti dei visitatori del “Grand Tour 2007”, che si sta svolgendo in alcune splendide dimore storiche italiane. Dopo il successo della manifestazione itinerante "Road Show 2003", quest’anno viene proposto un nuovo evento che, dalla primavera alla fine dell’estate, abbraccerà tutta l’Italia con sette appuntamenti. Il tour è stato inaugurato a maggio a Milano e si concluderà a settembre in Sardegna, in una data ancora da definire. Grande attenzione è stata dedicata alla selezione delle sedi in cui ha luogo l’iniziativa; gli edifici ricchi di arte, storia e cultura italiana sono immersi in scenari suggestivi e affascinanti, che accendono l’entusiasmo degli ospiti, ma anche degli organizzatori. Le tappe e le date del programma sono le seguenti: 5 maggio:

Villa Castelbarco - Vaprio d'Adda (MI)

12 maggio:

Castello del Catajo - Battaglia Terme (PD)

19 maggio:

Castello di Piea - Piea (AT)

26 maggio: 9 giugno: 14 luglio:

Tenimento di San Giuseppe - Foggia (FG) Villa Dafne Majestic - Roma Hotel Villa Diodoro - Taormina (CT)

settembre: Cagliari

Tutti gli incontri si svolgono di sabato, questa decisione è stata presa per favorire la partecipazione dei visitatori, liberi da impegni lavorativi e pronti a godersi con spensieratezza la visita dei parchi e dei saloni delle dimore, ma anche pronti a prestare il proprio interesse alle presentazioni dei prodotti NECTA. Lo staff tecnico e commerciale accoglie gli ospiti nella splendida cornice di eleganti saloni, dedicando loro tempo e attenzione, e mostrando le macchine in esposizione presentate con un’estetica nuova. I clienti hanno la possibilità di

visionare una selezione di macchine a marchio SGL, società leader nel settore del caffè porzionato, che è di recente entrata a far parte del mondo N&W e la linea Brio3. Durante l’evento viene mostrato in anteprima il nuovo sito internet italiano, prezioso strumento per gli addetti ai lavori.

SODEB’O FA IL SUO INGRESSO NEL MERCATO ITALIANO Sodeb’O Italia nasce nel 2007 come sede italiana del Gruppo Sodeb’O, uno dei primi gruppi agro-alimentari francesi e leader in Francia nella produzione di sandwich, pizze fresche, snack e prodotti etnici. Il Gruppo Sodeb’O nasce in Francia nel 1973, dall’ispirazione dei coniugi Joseph e Simone Bougro, ed è già presente in 9 paesi europei (Francia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Belgio, Lussemburgo, Germania, Danimarca, Svizzera). Dal 1995 al 2006 il fatturato del Gruppo è aumentato del 400% fino a raggiungere la quota di 450 milioni di euro. Il Gruppo oggi conta circa 2.000 dipendenti, impegnati nella produzione presso lo stabilimento di St. Georges-de-Montaigu e nella continua ricerca di innovazione e selezione di materie prime di qualità. Sodeb’O Italia riunisce un team di esperti di D.A.ITALIA 42

ricerca, marketing e comunicazione e una rete di distribuzione moderna ed efficiente. Una struttura che distribuisce prodotti che riuniscono in sé l’esperienza e la forza del Gruppo Sodeb’O e la visione tutta italiana del gusto. Sodeb’O fa infatti il suo ingresso nel mercato italiano con una nuova gamma di sandwich di alta qualità, freschi e pratici.




novità nel vending A. R. ALIMENTARE ENTRA NEL VENDING CON SOLUZIONI INNOVATIVE A. R. Alimentare S.p.A. è un'azienda italiana che progetta, realizza e produce soluzioni alimentari monodose innovative e alternative per clienti in tutto il mondo. Opera principalmente nel mercato aeronautico e HO.RE.CA, e sta facendo ora la sua entrata nel mercato del vending. L'azienda dinamica ha centrato nella ricerca di una continua innovazione il perno della sua strategia. Attualmente ARA sta lanciando la prima famiglia di prodotti assortiti serviti caldi da un unico distributore automatico. L’assortimento di prodotto consiste inizialmente in pizza, panini e primi piatti, grazie anche ad una nuova tecnologia brevettata per packaging che permette di ottenere una notevole fragranza di prodotto per le pizze e i panini. La soluzione offerta, oltre al distributore automatico e all’assortimento di prodotti, prevede anche assistenza tecnica, supporto e avviamento logistico, formazione e altri servizi complementari. Una proposta completa al servizio del cliente per allargare il suo business nel mercato del vending.

IL NUOVO NATO IN CASA BRITA SI CHIAMA AQUAROMA CREMA AQUAROMA CREMA è la soluzione per il trattamento dell’acqua nel mercato dell’OCS (office coffee systems) capace di eliminare i fermi macchina dovuti al calcare, gli odori e i sapori sgradevoli che possono compromettere l’erogazione ottimale delle bevande (es. cloro). AQUAROMA CREMA è un filtro totalmente innovativo sia per la sua durata sia per alcune sue caratteristiche tecniche. La principale caratteristica del filtro è la presenza dell’AROMA RING (anello dell’aroma), che permette di miscelare l’acqua nel modo ottimale a seconda delle zone in cui il filtro viene utilizzato. Il filtro viene agganciato sul fondo della tanica recuperando volume per una maggiore autonomia idrica della macchina stessa. Alla data attuale è disponibile l’adattatore per tutti i modelli LAVAZZA PININFARINA, ESPRESSO POINT E MATTINEE. Come tutti i prodotti BRITA, anche AQUAROMA CREMA è certificato per uso alimentare da un istituto indipendente esterno (TUV).

DURATE POSIZIONE AROMA RING

Durezza 10 KH

Erogazioni da 25 ml

Erogazioni da 35 ml

Erogazioni da 40 ml

A

220 litri

8.800

6.200

5.500

B

150 litri

6.000

4.285

3.750

C

80 litri

3.200

2.285

2.000 D.A.ITALIA 45


Il convegno: La rintracciabilità, l’etichettatura e l’autocontrollo nel settore della distribuzione automatica. Sabato 12 maggio 2007, presso la Sala Arcelli del CNA di Modena, si è tenuta l’Assemblea Annuale di Assogepi (Gruppo di Lavoro delle Piccole e Medie Imprese di Gestione di Distributori Automatici). Nell’occasione è stato organizzato un convegno pubblico dal titolo: “La rintracciabilità, l’etichettatura e l’autocontrollo nel settore della distribuzione automatica di alimenti e bevande”, al quale hanno partecipato un buon numero di operatori del settore. Francesco Manfredi, Presidente Assogepi, ha presieduto i lavori, ai quali hanno partecipato in qualità di relatori: Giuseppe de Giovanni, Consulente Ministero Politiche Agricole e Ministero Sviluppo Economico; Maria Rita Fontana e Giuseppe Valluzzi, Responsabili S.I.A.N. - AUSL Modena – Regione Emilia Romagna e Giovanni Flori, Responsabile Provinciale CNA.COM e CNA Alimentare. In chiusura è stato presentato il nuovo sito internet di Assogepi: www.assogepi.it

ASSOGEPI Gruppo di Lavoro delle Piccole e Medie Imprese di Gestione di Distributori Automatici Alla fine dello scorso anno l’Associazione Provinciale di Modena - CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa) ha promosso la costituzione di ASSOGEPI, un nuovo gruppo di imprese costituito da CNA Alimentare per curare gli interessi delle piccole e medie imprese di gestione e manutenzione dei distributori automatici di prodotti alimentari. L’assemblea di ASSOGEPI, tenutasi a Modena nell’ottobre del 2006, ha provveduto anche alla nomina di un presidente, l’imprenditore modenese Francesco Manfredi. Già individuati anche i primi punti di intervento: innanzitutto la creazione di un marchio che identifichi il gruppo di lavoro, la stesura di un disciplinare a garanzia delle imprese e dei consumatori, e l’assistenza legislativa legata alla corretta interpretazione delle normative del settore. ASSOGEPI nasce non solo per la Provincia di Modena, ma è intenzionata a diventare in breve tempo un punto di riferimento per tutto il territorio emilianoromagnolo.

Il convegno pubblico L’intervento di apertura del Presidente ASSOGEPI Francesco Manfredi Francesco Manfredi ha presieduto i lavori del Convegno e ha aperto gli interventi con alcune interessanti considerazioni. “Ci sono stati dei grandi cambiamenti nel settore del vending negli ultimi anni. Abbiamo assistito a grandi fusioni e a numerose acquisizioni da parte dei grandi gruppi di gestione, siamo in pieno ricambio generazionale, gli imprenditori che hanno fondato e sviluppato questo settore stanno progressivamente lasciando spazio a nuovi soggetti. Ci sono stati cambiamenti organizzativi dovuti all’affermazione di nuove tecnologie, c’è un’attenzione sempre maggiore ad un’alimentazione salutare, con un interesse sempre crescente per i prodotti freschi, biologici, del commercio equo e solidale, ed anche alla sicurezza alimentare e alle norme igieniche. Questi cambiamenti devono essere percepiti dai gestori come uno stimolo a crescere, a differenziarsi ed aggiornarsi. Il piccolo gestore non deve rimanere indietro, perché per affrontare questo mercato è necessario evolversi e trasformarsi in veri e propri imprenditori del vending. Con la costituzione di Assogepi cerchiamo di offrire a tutti i gestori un sostegno concreto per poter diventare un po’ più imprenditori e un po’ meno operatori delle cosiddette “macchinette del caffè”. Dobbiamo guardarci intorno e reagire attivamente all’ambiente che ci circonda. Insomma, non si può lavorare sempre a testa bassa, bisogna alzarla. Con questo primo convegno organizzato da ASSOGEPI su rintracciabilità, etichettatura e autocontrollo nel settore della distribuzione automatica, speriamo di fare il primo passo di un cammino indirizzato verso una nuova generazione di piccoli imprenditori del vending.” D.A.ITALIA 46


L’intervento di Giuseppe de Giovanni, Consulente Ministero Politiche Agricole e Ministero Sviluppo Economico Segnaliamo volentieri questo interessante intervento di uno dei maggiori esperti in Italia (se non il principale) sulle problematiche legate all’etichettatura dei prodotti. Oggi infatti tutti i distributori sono a norma, in quanto riportano sulle confezioni dei vari prodotti le etichette con tutte le indicazioni necessarie al consumatore per una corretta informazione. Il problema però è che le attuali norme saranno modificate e progressivamente si avvicineranno all’impianto normativo comunitario che parte da basi molto diverse. Infatti non basta che il prodotto sia correttamente etichettato, perché il nocciolo della questione risiede nella certezza che il consumatore possa sempre ottenere una corretta informazione prima dell’atto di acquisto. Difendere i diritti dei consumatori e difendere le categorie che soffrono di alcune patologie legate all’alimentazione, significa poter garantire una completa informazione sugli ingredienti che formano il prodotto. Oggi purtroppo molti prodotti che vengono venduti nelle macchine vending contengono degli allergeni (latte, farina, uova, ecc.) e se gli ingredienti non sono visibili, perché magari posti nel retro del packaging, il consumatore se ne può accorgere solo dopo l’atto di acquisto. Quindi non è assolutamente il caso di creare eccessivo allarmismo, ma, anche se è evidente che oggi i distributori automatici rispettano correttamente la normativa, questa situazione non durerà per molto, visto che l’impianto legislativo é in via di modifica e andrà sicuramente nella direzione di garantire innanzitutto il consumatore e il suo diritto ad una informazione chiara. Un consumatore che (ad esempio) è allergico alle mandorle, non può acquistare uno snack da un distributore automatico e accorgesi solo nel momento in cui lo preleva dal cassetto che all’interno c’è questo ingrediente. Dovrà essere informato preventivamente. È evidente che tutte le Associazioni professionali dovranno muoversi in questo ambito e dialogare con le istituzioni, al fine di anticipare il problema offrendo soluzioni alternative che consentano di superarlo. Oggi sono stati identificati dieci allergeni e altri due sono in via di definizione. Nel caso ci siano all’interno dei distributori automatici dei prodotti che li contengano, sarà necessario predisporre dei messaggi che informino correttamente il consumatore prima dell’atto di acquisto.

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G RAND T OUR 2007 “Invitare qualcuno vuol dire incaricarsi della sua felicità durante le ore che egli passa come vostro ospite”. A. Brillant-Savarin Regalatevi del tempo, veniteci a trovare. Nella suggestiva cornice di antiche dimore storiche italiane, presenteremo alcune interessanti novità del 2007. Godetevi cinque appuntamenti esclusivi, espressamente dedicati a voi:

Villa Castelbarco – Vaprio d’Adda (MI) 5 maggio 2007 Castello del Catajo - Battaglia Terme (PD) 12 maggio 2007 Castello di Piea - Piea (AT) 19 maggio 2007 Tenimento di San Giuseppe - Foggia 26 maggio 2007 Villa Dafne Majestic - Roma 9 giugno 2007 Se desiderate saperne di più, scriveteci all’indirizzo grandtour@nwglobalvending.com


mondo associazione TORNA VENDITALIA 2008 Aprirà i battenti il 16 aprile 2008 la 6° edizione di Venditalia, la Fiera Internazionale della Distribuzione Automatica. La manifestazione, che si svolge ogni due anni, avrà luogo presso il quartiere fieristico di Fieramilanocity, dopo il successo avuto nell’edizione 2006 per la prima volta a Milano. Venditalia è la più grande rassegna nell’ambito del Vending, sia per le dimensioni dell’area espositiva che per il numero di aziende espositrici e di visitatori. A partecipare saranno espositori e visitatori da tutto il mondo, pronti a scoprire e a presentare in anteprima i propri prodotti, le tecnologie più innovative e gli ultimi ritrovati del settore che sta rivoluzionando le abitudini alimentari degli italiani. Il settore del vending vede l’Italia ai vertici mondiali per la produzione e l’export di macchine e tecnologie. Basti pensare che il valore delle esportazioni all’estero è pari al 60%. La stessa quantità e la tipologia di distributori per il grande pubblico è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni. Si va dai classici distributori di bevande calde, fredde e snack, fino ai distributori di mazzi di fiori, libri, cellulari e software open source. All’appuntamento del settore della ristorazione fuori casa, protagoniste sono tutte le imprese di fabbricazione di distributori automatici, di sistemi di pagamento, di accessori, le imprese di fabbricazione di prodotti per il vending e le imprese di gestione e di servizi. Alla scorsa edizione, che si è sviluppata su 20.000 metri quadrati di esposizione, hanno partecipato 256 espositori, con un incremento di 10 punti percentuali rispetto al 2004 (+10%). A partecipare non solo aziende italiane, ma di quasi tutti i paesi europei, oltre a USA e Giappone. Nella fiera del 2006 gli espositori stranieri hanno fatto registrare un decisivo incremento delle loro presenze, che ha portato la loro percentuale al 16% del totale. Prima fra tutti la Germania, seguita da Regno Unito, Spagna, Belgio, Francia, Olanda, USA; seguono Austria, Canada, Giappone, Israele, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Repubblica di San Marino e Svizzera. I visitatori sono stati oltre 10.000, provenienti da tutto il mondo. Gli ospiti stranieri in ordine sono giunti per la maggior parte da Francia,

Spagna, Svizzera, Germania e Portogallo; seguono Croazia, Gran Bretagna, Slovenia, Austria e Grecia, considerando sole le prime 10 nazioni di maggior provenienza. ONORIFICENZA DELLA BDV AD ALDO MAJER In occasione del congresso annuale tenutosi a Dresda, l’Associazione federale delle aziende tedesche rivenditrici di distributori automatici (Bundesverband der Deutschen VendingAutomatenwirtschaft, BDV) ha conferito l’onorificenza a vita al Dr. Aldo Majer, fondatore e proprietario Norbert Monßen e Aldo Majer della ditta produttrice di macchine automatiche Rhea Vendors di Caronno Pertusella (Italia). L’ottantaseienne Majer, tuttora operante nell’azienda insieme ai figli, fondò Rhea Vendors nel 1960. Dopo aver cominciato con la produzione di distributori automatici di dimensioni più ridotte – tra cui rivenditori di candele per il Vaticano – Majer avviò, già negli anni ’60, la produzione di macchine da caffè Table-Top. Poco tempo dopo ci fu lo sviluppo di stand automatici di bevande calde, cui fece seguito quello dei rivenditori automatici di snack. Rhea Vendors è divenuto nel frattempo uno dei produttori leader su scala mondiale di distributori automatici di bibite calde Table-Top. Nel suo elogio, il direttore generale della BDV Norbert Monßen ha sottolineato i meriti straordinari di Aldo Majer: ”Soprattutto grazie allo sviluppo delle innovative macchine automatiche Table-Top, Aldo Majer ha dato importanti impulsi al settore europeo, rendendo possibile l’apertura di nuovi mercati. Aldo Majer ha così fornito un contributo essenziale all’accettazione odierna dei distributori automatici di vendita”.

Le news dall’associazione Europea EVA

Operators Forum – Milan 22 June 2007 The European Vending Association is organising the 1st European Operator's Forum kindly hosted by Confida (the Italian Vending Association) in Milan, Italy on 22 June 2007! The objective of the Forum is twofold: for operators to discuss daily business issues and challenges in an international, non-competitive, environment; for operators and National Associations to discuss the representation of operators on the EVA Executive Committee. The agenda will include, among others: The Vending Market in Europe; - Overview of mature and emerging vending markets; - Existing barriers: administrative, legal, fiscal, others; - General consumer trends; Operators’ everyday business issues;

- Service provided; - Relation with customers Interpretation in English, French, German and Italian Timing: 22 June 2007 from 12.00 till 17.00 12.00-13.00 Registration and welcome lunch 13.00-15.00 Meeting 15.00-15.30 Coffee Break 15.30-17.00 Meeting

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lavor o e i m p r e s a n e w s

a cura di Massimo Brisciani, Consulente del Lavoro

Previdenza complementare: un aiuto dal Consulente del Lavoro La riforma della previdenza complementare (DLgs 252/2005) chiama i datori di lavoro alle prime scadenze. Entro il prossimo 31 maggio i lavoratori in forza al 31 dicembre 2006, che non abbiano ancora espresso una scelta sulla destinazione del TFR, devono ricevere le informazioni riguardo alle conseguenze del silenzio-assenso che si perfeziona il 30 giugno. Dal 16 luglio i primi versamenti al fondo di Tesoreria e la riforma entra a regime. Scadenze tecniche, dunque, ma anche un’occasione per interrogarsi sul ruolo del consulente del lavoro presso le aziende nelle dinamiche imposte dalla riforma. Al di là degli adempimenti operativi credo che il consulente del lavoro abbia tre compiti principali: - Assistere il datore di lavoro

nella fase di informazione ai lavoratori. - Gestire la contrattazione aziendale collegata all’eventuale adesione a fondi aperti. - Informare il datore di lavoro sulle opportunità offerte dalla nuova normativa per gratificare i lavoratori mediante versamenti integrativi alla previdenza complementare.

Assistenza nella fase di informazione ai lavoratori L’obbligo di informazione stabilito dalla legge all’inizio del semestre utile alla scelta di destinazione del TFR può ritenersi assolto con: 1. l’indicazione delle opzioni disponibili di previdenza complementare e delle caratteristiche fondamentali del sistema; 2. la consegna al lavoratore dei

modelli per la manifestazione della scelta di destinazione del TFR. L’informativa, trenta giorni prima della scadenza del semestre, può limitarsi ad uno scritto, nel quale si ricorda quale sarà l’effetto del silenzio-assenso se il lavoratore non esprimerà una decisione entro la scadenza. In realtà il datore di lavoro, affiancato dal consulente, può offrire al lavoratore un supporto informativo molto più esteso, che metta in condizione quest’ultimo di effettuare una scelta consapevole. Si apre per il datore di lavoro un’importante opportunità di fidelizzazione del lavoratore su un tema nuovo, che soltanto ora la gran parte dei lavoratori cominciano ad affrontare. Per il consulente è invece un’ulteriore area di intervento, tipica e

peculiare della professione. Come si può assistere il lavoratore nella scelta? Si parte sempre dalla valutazione della situazione previdenziale, cioè dalla stima degli anni di contribuzione e di età anagrafica mancanti al pensionamento nel sistema pubblico, ad un calcolo orientativo della rendita pensionistica di base e, da ultimo, ad una proiezione della rendita complementare nell’ipotesi di contribuzione parallela. In questa attività di supporto deve risultare evidente al lavoratore quale sia il ruolo del datore di lavoro e del consulente, che è quello di informare e non di guidare il lavoratore né di orientarne le scelte. Nella tabella seguente sono indicati i requisiti di accesso e i metodi di calcolo dei due principali tipi di pensione garantiti dalla previdenza obbligatoria.

PENSIONE DI VECCHIAIA SISTEMA DI CALCOLO

APPLICAZIONE

RETRIBUTIVO

Lavoratori con almeno 18 anni di con- -

Cessazione rapporto di lavoro;

tributi al 31-12-95

-

età 65 anni (60 donne);

-

20 anni di contribuzione;

MISTO

CONTRIBUTIVO

REQUISITI FINO AL 31 DICEMBRE 2007

Lavoratori con meno di 18 anni di -

Cessazione rapporto di lavoro;

contributi al 31-12-95

-

età 65 anni (60 donne);

-

20 anni di contribuzione;

REQUISITI DAL 1 GENNAIO 2008 Nessuna modifica

Nessuna modifica

Lavoratori alla prima occupazione -

cessazione rapporto di lavoro;

dopo il 1-1-96

-

importo pensione almeno 1,2 volte l’assegno sociale; -

importo pensione almeno 1,2 volte l’assegno sociale;

-

57 anni con almeno 5 anni di contributi

65 anni (60 donne) con 5 anni contribuzione

oppure -

-

cessazione rapporto di lavoro;

oppure

indipendentemente dall’età, 40 anni contribuzione. -

35 anni di contributi e 60 di età (dal 2008), 61 anni (dal 2010), 62 anni (dal 2014)

oppure -

40 anni di contributi indipendentemente dall’età

PENSIONE DI ANZIANITÀ SISTEMA DI CALCOLO

APPLICAZIONE

RETRIBUTIVO

Lavoratori con almeno 18 anni di con- -

Cessazione rapporto di lavoro;

-

Cessazione rapporto di lavoro;

tributi al 31-12-95

-

età 57 anni;

-

età 60 anni, 61 anni (dal 2010), 62 anni (dal 2014);

-

35 anni di contribuzione;

-

35 anni di contribuzione;

MISTO

REQUISITI FINO AL 31 DICEMBRE 2007

REQUISITI DAL 1 GENNAIO 2008

oppure

oppure

-

-

indipendentemente dall’età 40 anni contribuzione.

Lavoratori con meno di 18 anni di

indipendentemente dall’età 40 anni contribuzione.

-

Cessazione rapporto di lavoro;

contributi al 31-12-95

-

età 60 anni, 61 anni (dal 2010), 62 anni (dal 2014);

-

35 anni di contribuzione;

oppure CONTRIBUTIVO D.A.ITALIA 50

v. pensione di vecchiaia

indipendentemente dall’età 40 anni contribuzione.

v. pensione di vecchiaia


La scelta di attivare la previdenza complementare è strettamente collegata alla prevista decorrenza della pensione principale e alla stima dell’ammontare di questa. Naturalmente non è un compito del datore di lavoro quello di effettuare proiezioni di calcolo, ma resta il fatto che un’esemplificazione attuata mediante elaborazioni di casi “standard” costituisce un aiuto importante al lavoratore. Infatti la rendita complementare avrà la stessa decorrenza di quella obbligatoria e la somma dei due trattamenti sarà la complessiva “pensione” sulla quale il lavoratore potrà fare affidamento. Il secondo step è l’illustrazione delle forme di previdenza complementare disponibili: fondo chiuso previsto dal contratto coltivo, fondi aperti e piani assicurativi. Non si tratta di esaminare le caratteristiche di ciascuno (incidenza dei costi di gestione, performance, ipotesi di riscatto previste in aggiunta a quelle di legge), ma soltanto di informare il lavoratore del fatto che la contribuzione aziendale – salvo diversa intesa – compete unicamente in caso di scelta del fondo chiuso previsto dal CCNL e di fornirgli l’indicazione dei rendimenti rilevati in media del risparmio affidato a fondi chiusi, fondi aperti, e del TFR. Allo scopo può essere utile illustrare al lavoratore la tabella disponibile sul sito internet di COVIP (www.covip.it).

Gestire la contrattazione aziendale collegata all’eventuale adesione a fondi aperti Il datore di lavoro può offrire la medesima contribuzione prevista per il fondo chiuso anche in ipotesi di adesione a fondo aperto, realizzata mediante convenzione. Se esiste questa disponibilità, si potrà sottoscrivere un accordo individuale plurimo tra l’azienda e i singoli lavoratori interessati che disciplini modalità di adesione e di contribuzione al fondo aperto. Se vi fosse anche la disponibilità delle rappresentanze sindacali aziendali (RSA o RSU) ad un’intesa di questo tipo – più probabile se manca un fondo chiuso di categoria - si potrebbe predisporre un contratto collettivo aziendale. Questo, a differenza del-

l’accordo individuale plurimo, potrebbe determinare anche la destinazione del TFR nei casi silenzio-assenso.

L’opportunità di gratificare i lavoratori mediante versamenti integrativi alla previdenza complementare La contribuzione del datore di lavoro può rappresentare in futuro una forma di gratificazione collettiva e individuale conveniente sia per il datore di lavoro che per il lavoratore. Infatti il contributo del datore di lavoro si configura come una forma sui generis di retribuzione differita che: - per il lavoratore sfugge al prelievo fiscale entro i limiti del plafond annuale di deducibilità; - per il datore di lavoro comporta un onere contributivo del 10%, contro il 30% circa delle forme ordinarie di incentivazione in denaro o in natura, e non determina incidenze su altri istituti di retribuzione diretta o indiretta. La contribuzione “aggiuntiva” alla previdenza complementare potrebbe dunque diventare nel prossimo futuro un terreno di contrattazione collettiva aziendale. Ma la norma apre anche alla possibilità di una contrattazione individuale, quando afferma all’art.8, c. 10 che “il datore può a sua volta decidere, pur in assenza di accordi collettivi, anche aziendali, di contribuire alla forma pensionistica alla quale il lavoratore ha già aderito, ovvero a quella prescelta in base all’accordo”.

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AVEX 2007 featuring the Cooler Show La fiera del vending inglese ha sempre delle caratteristiche particolari, perché è il paese che più si avvicina al modello di business statunitense e quindi è un po’ lontano dal modo di interpretare il settore tipico dell’area mediterranea d’Europa. Anche la scelta di non dare grande peso al segmento delle bevande calde, ma spingere di più su altri prodotti (soprattutto gli snack), allontana sia gli espositori che i visitatori, relegando questa fiera ad un ambito regionale (nord-europa), più che continentale. Alcuni dei principali “nomi” del vending italiano erano presenti all’evento, ma con investimenti decisamente inferiori a quelli tipici di Venditalia o ad altre importanti fiere internazionali. D.A. Italia, come di consueto, ha visitato la fiera di Londra e pubblica un breve reportage fotografico.



Si è svolta a Madrid la IX edizione di EUROvending Si è svolta a Madrid, dal 24 al 26 maggio 2007, la IX edizione della fiera spagnola del vending, organizzata dall’ANEDA (Associazione Nazionale Spagnola dei Distributori automatici), con periodicità biennale. Il Comitato Direttivo di ANEDA, in accordo con un vasto ambito di soci, espositori e visitatori della scorsa edizione e con raccomandazione di EVA, ha deciso di spostare le date originariamente previste, per evitare la coincidenza con la fiera britannica del vending. Si è elusa così una concomitanza che avrebbe portato ad una rivalità inevitabile e inutile per entrambe le fiere, e si è permesso ai professionisti di dedicarsi agli eventi, senza dover rinunciare a nessuno dei due. Sono state 91 le aziende espositrici, fra cui le maggiori imprese del settore spagnolo e una rilevante presenza di stranieri. Per l’elevato numero dei partecipanti, ANEDA ha dovuto ampliare considerevolmente la superficie espositiva rispetto a quella inizialmente prevista. EUROvending è una delle grandi fiere europee di riferimento nel settore del vending, unitamente ad altri quattro grandi saloni del continente: Venditalia in Italia, Eu’Vend in Germania, D.A. Vending Expo in Francia e Avex in Inghilterra. Prova del successo è data dai suoi numeri in constante crescita per superficie espositiva, imprese rappresentate e visitatori. Due i punti forti: la fedeltà dei suoi espositori e la competitività dei suoi prezzi. Le principali firme spagnole e alcune straniere hanno dato fiducia a questa fiera fin dalla prima edizione. EUROvending 2007 è stato un foro internazionale in cui sono confluiti espositori e visitatori professionisti del settore di nazionalità diverse, fondamentalmente europee, ma anche visitatori dal continente americano, asiatico e dai paesi economicamente emergenti. ANEDA ha promosso una campagna speciale di lancio per i “nuovi soci” dell’Unione Europea (Bulgaria e Romania). Nel centro della fiera, il 25 maggio, si è tenuta la Gran Cena di Gala di chiusura di EUROvending 2007, durante la quale il “Club di Veterani del Vending” ha consegnato i tradizionali trofei di riconoscimento a coloro che hanno dedicato gran parte della loro vita professionale al settore della distribuzione automatica. Madrid è una città aperta, ospitale e piena di attrattive, che mantiene in questo periodo dell’anno un’ampia offerta alberghiera a prezzi eccellenti e una gamma infinita di possibilità di spettacoli e divertimenti che coincidono con la festa del patrono San Isidoro. D.A. Italia era presente in qualità di espositore e pubblica un breve reportage fotografico.


Eu’Vend 2007 - Presentata a Milano la fiera del vending di Colonia Il 31 maggio scorso si è svolta a Milano una tavola rotonda per la presentazione di Eu’Vend 2007, che si terrà dal 20 al 22 settembre, presso il nuovo padiglione 8 del quartiere fieristico di Colonia. La fiera svolgerà due funzioni: non solo vetrina dell’offerta e della domanda mitteleuropea, ma porta verso i Paesi dell’est europeo, ed inoltre indicherà nuove strade, si svilupperanno concetti innovativi e si scopriranno nuovi target per il mercato del vending. Grandi nomi hanno confermato la loro presenza ed è prevista la partecipazione di circa 230 aziende. Oltre ai gruppi merceologici consueti, Eu’Vend presenterà l’insieme tematico dell’arredamento e dei materiali di allestimento per distributori automatici e della relativa logistica, ed inoltre le dotazioni per chiostri (dai dispositivi self service ai terminal per le informazioni, dalle tecnologie innovative ai software adatti). Visitatori potenziali saranno le aziende di trasporto, i mercati del fai da te e di materiali edili, i centri di giardinaggio, i rivenditori di mobili, i grandi magazzini, i medici, i commercialisti, le associazioni e le organizzazioni. Il padiglione 8, tutto al piano terra, offre ad espositori e visitatori ottimi servizi e condizioni sotto il profilo logistico ed è dotato delle più moderne tecnologie di telecomunicazione e multimediali. La superficie complessiva è di 286.000 mq. Grazie alla collaborazione con l’Accademia tecnica di Colonia, la fiera si presenterà come una città: “Vending City”, in cui si visualizzeranno le prospettive del vending, in modo da rendere concretamente l’idea di quanto è fattibile. Verranno utilizzati, per l’orientamento dei visitatori, elementi della vita urbana quotidiana: frecce segnaletiche, lampioni, pannelli informativi e strisce pedonali. Un boulevard in posizione centrale sarà l’arteria di collegamento, dove i visitatori potranno sedersi in angoli appositamente allestiti, dotati di “estintori della sete”. Alcuni spazi saranno configurati come aree tipicamente urbane di vario

www.euvend.com

tipo: piccoli parchi, laghetti o piazze, sempre con riferimenti al vending (distributori di fotocamere usa e getta e di cartoline postali). Nella mostra speciale “I muri raccontano”, sarà incorporata la storia dei distributori automatici. Gli apparecchi di oggi devono vivere, suscitare emozioni, stimolare la comunicazione e inserirsi armonicamente nell’ambiente. Il concorso di architettura “Public Vending – le innovazioni negli spazi pubblici” vuole spingere architetti, urbanisti e fabbricanti di distributori verso una tempestiva e necessaria collaborazione. Altro concorso “Innovazioni per il vending”, con cui evidenziare le idee innovative e fornire stimoli mirati agli operatori del settore; al vincitore verrà conferita la “Vending Star”.

I prossimi appuntamenti fieristici internazionali Settembre 20-22 Germania (Cologne) EU VEND www.euvend.de

Ottobre 11-13 - USA - Illinois (Chicago) NAMA Expo www.namaexpo.org

30/10/07-2/11/07 - Ukraine - Kiev WORLDFOOD UKRAINE www.worldfood-ukraine.com

Settembre 18-21 – Russia (Mosca) WORLD FOOD MOSCOW www.worldfood-moscow.com

Ottobre 19 al 23 - Milano SIC – HOST www.sic.expocts.it

Aprile 16 al 19 - Milano VENDITALIA 2008 www.venditalia.com

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elenco inserzionisti

Iª bianchi

1 ducale

13 fas

IIª a.r. alimentare

2 silplaster

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6 esperia

10 ariete

15 covim

16 bottoli

27 pro.ge.ca.

28 lavazza

29 lavazza

36 elkey

40 sogeca

41 didiesse

43 spinel

47 biemme

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53 global

vending

D.A.ITALIA 56

vending

19 sem

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