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Poste Italiane s.p.a. - spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1 DCB Torino. N°6/2008

N°29 luglio-agosto/08

D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA

www.daitalia.it

Eventi: Vendomat e Punto Service NECTA Tour: Systema s.a.s. di Oliviero Castelli gestori: intervista con Sadaf Speciale Venditalia: Brita - D.A. Design Group - Esperia le case del vending: il Castello di Casiglio appuntamento in fiera: Hostelco 2008 mondo associazione EVA News recensioni: Beverfood Coffitalia®2008 AIABO News



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EDITORIALE

La formazione: ultima frontiera del vending

Negli ultimi anni il vending ha dimostrato di sapersi adattare molto bene alle continue sfide di un mercato sempre più complesso. A partire dalla grande sfida dell’euro, vinta su tutti i fronti e completamente autofinanziata dagli stessi operatori di settore, il vending è stato chiamato a risolvere una serie ininterrotta di problematiche sempre più ostiche e potenzialmente dannose. La finanziaria 2008, il RAEE e i distributori nelle scuole sono solo alcuni dei temi caldi di quest’anno, e dovranno assolutamente essere analizzati, affrontati e risolti. L’intera filiera del vending, per molte di queste tematiche ben rappresentata dalla sua Associazione Nazionale, svolge un lavoro prezioso e si ingegna continuamente per trovare le difficili risposte alle sollecitazioni di mercato. In questo contesto però, la vera sfida non è quella di scovare ogni volta un modo per rendere accettabili le conseguenze delle minacce dell’ambiente competitivo, ma di preparare gli operatori del settore, i quadri e la classe dirigente, ad affrontare con professionalità e competenza le principali problematiche. Non è più il tempo in cui alcuni illuminati imprenditori, l’Associazione o qualche operatore particolarmente esperto, prenda su di sé l’onere di inventarsi una soluzione. E’ arrivato il momento di creare le condizioni per la diffusione di una cultura d’impresa e di settore all’interno della distribuzione automatica, con l’obiettivo di migliorare la qualificazione professionale di tutte le categorie di addetti. La formazione è quindi l’ultima frontiera da superare per un settore relativamente giovane come il vending, per raggiungere la definitiva maturazione. Un plauso va quindi a tutte quelle iniziative volte a migliorare l’attuale situazione, come ad esempio quella intrapresa dal Gruppo Giovani di Confida che rilancia per il 2008 un corposo e valido progetto di Formazione Professionale. Sono comunque sempre di più le aziende in tutta la filiera che si stanno strutturando per sviluppare la formazione e numerosi training center stanno nascendo e sviluppandosi in tutto il territorio nazionale. Il passo successivo sarà probabilmente quello di interessare le istituzioni (regionali o accademiche) per creare dei corsi ad hoc sul vending. Questa rivista appoggerà con forza tutte le iniziative che andranno in questa direzione. Sarebbe infine sbagliato vedere la formazione come l’ennesimo costo da pagare per l’azienda, perché, come direbbe Henry Ford, “Smettere di fare formazione per risparmiare soldi è come fermare l'orologio per risparmiare tempo”.

Alessandro Fontana


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QUALITÀ DA INTENDITORI


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EDITORIALE La formazione: ultima frontiera del vending

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EVENTI 2008 Grande successo per l’evento organizzato da Vendomat e Punto Service

Numero 29 – Luglio/Agosto 2008 Direttore Responsabile Alessandro Fontana Condirettore Renzo Gabriel Bonizzi Hanno collaborato Orsola Mallozzi, Ilaria Sudati e Massimo Brisciani Progetto grafico Andrea Lottero Foto Alizia Lottero Stampa Diffusioni Grafiche Spa D.A.Italia – Il periodico della distribuzione automatica Pubblicazione iscritta al Tribunale di Milano, numero di registrazione 177 del 22 marzo 2004 Iscrizione al R.O.C.: 11412 Periodicità: mensile Editore: ART&WORKS Srl Via Garian 49 - 20146 Milano - P.IVA 04234310961 Tel +39 02 48958566 Fax +39 02 36521641 Ufficio commerciale: commerciale@daitalia.it Web: www.daitalia.it Posta elettronica: info@daitalia.it Abbonamenti: abbonamenti@daitalia.it Pubblicità inferiore al 45% La riproduzione totale o parziale delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su D.A. Italia è permessa solo se autorizzata dalla Direzione. La Direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari.

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S P E C I A L E N E C TA Systema s.a.s. di Oliviero Castelli, la prima tappa per scoprire il pianeta Necta

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I L M E R C AT O D E L V E N D I N G - G E S T O R I SADAF - Servizio, qualità e professionalità dal 1969

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S P E C I A L E V E N D I TA L I A 2 0 0 8 : Brita, D.A. Design Group ed Esperia

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LE CASE DEL VENDING Il Castello di Casiglio

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AIABO NEWS Assemblea generale Aiabo

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RECENSIONI Beverfood: nuovo annuario settoriale Coffitalia® 2008

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NOVITÀ NEL VENDING Poesia in chicchi: un concorso tra i detenuti

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C A F F È L AT E S T N E W S TriestEspresso Expo 2008

media partner

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E VA N E W S Payment systems: talking about a revolution?

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L AV O R O E I M P R E S A N E W S Retribuzione utile ai fini del TFR e contributi alla previdenza complementare

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A P P U N TA M E N T O I N F I E R A Hostelco 2008: ad ottobre la prossima edizione D.A.ITALIA 5


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EVENTI 2008

Grande successo per l’evento organizzato da Vendomat e Punto Service

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[ eventi ]

Sabato 10 maggio si è svolto a Stezzano (BG), nella suggestiva cornice di Villa Moroni, un evento organizzato da Vendomat e Punto Service, due delle principali rivendite del Nord Italia. L’importanza dell’incontro è stata sottolineata dalla presenza di Giampaolo Arpe e Fabrizio Rosellini di Lavazza, che hanno partecipato all’evento in qualità di relatori, illustrando ai più di 200 operatori presenti una convincente analisi sull’evoluzione del mercato del vending e sull’importanza di gestire un marchio di riferimento per accrescere il valore dell’azienda. L’incontro è stato interamente videoregistrato da una troupe di professionisti con ben 5 telecamere (coordinato da Francesco Galano) e trasmesso in due grandi schermi posti alle spalle dei relatori. Il video dell’evento è stato poi distribuito in diverse modalità ai partecipanti. Ha riscosso un grande successo l’intervento a sorpresa di Geppi Cucciari, uno dei volti più noti di Zelig, che ha intrattenuto gli ospiti con una simpatica performance tutta dedicata al mondo della distribuzione automatica. Anche i contenuti dell’evento non sono stati da meno, perché si sono presentati contemporaneamente sul palco: Luciano Pensante, Paolo Caporali e Luigi Galli, che hanno accettato di rilasciare un’intervista dal vivo al nostro direttore responsabile Alessandro Fontana, moderatore dell’evento. Al termine dell’incontro ha preso la parola il Presidente di Confida, Vincenzo Scrigna, che ha sottolineato lo straordinario lavoro che l’Associazione sta compiendo a difesa del settore e ha illustrato le numerose iniziative intraprese da tutta l’organizzazione negli ultimi mesi di intensa attività. La qualità e la ricchezza di contenuti emersi da questo evento (un plauso a Orsola Mallozzi di Art&Works che ne ha curato l’organizzazione), dimostrano quanto di positivo e di costruttivo sia in grado di sviluppare questo settore. E’ anche grazie a questi incontri che si comprende il valore e la professionalità del mondo del vending. Per tutti i nostri lettori che non hanno avuto l’occasione di partecipare all’incontro o visionare il video dell’evento, abbiamo selezionato una sintesi dell’intervento di apertura di Luigi Galli, le divertenti considerazioni di Geppi Cucciari e alcune riflessioni sui prezzi nel vending da parte di Alessandro Fontana.

L’intervento di apertura di Luigi Galli Mi chiamo Gigi Galli e sono l’Amministratore di Vendomat e di Punto Service, società gestite da Giuseppe Ferrario, Alfonso e Dario Barzissa e Glauco Reali, persone che hanno contribuito in modo determinante nell’arco di questi anni a far crescere le due aziende, dedicandosi con grande dedizione

al loro lavoro. Vendomat è nata oltre trent’anni fa grazie alla felice intuizione di una persona: Luciano Pensante, che ha avuto l’idea di creare la realtà delle rivendite e di dare sviluppo e concretezza al mercato del vending anche a piccoli e medi operatori del settore. La giornata di oggi ha lo scopo di far sapere quanto può essere vitale e importante il nostro mondo con l’aiuto

di brand e società che credono fortemente nel nostro settore. Sicuramente abbiamo bisogno di crescere, così come abbiamo bisogno di avere per le nostre aziende dei risultati economici che possano sostenere il nostro impegno quotidiano nel dare innovazione, avere personale sempre più qualificato attraverso la formazione e nell’effettuare continue ricerche di mercato al fine di offrire sempre più ai

clienti prodotti nuovi e di facile accettazione. Una delle aziende che crede di più in questo mercato è sicuramente Lavazza, che ha messo a disposizione al nostro settore strumenti e prodotti di alta qualità, che ci permettono di gestire un marchio di riferimento per accrescere il valore delle nostre aziende.

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EVENTI 2008

Geppi Cucciari e il suo rapporto con il vending Dopo il coffee-break, come specificato dal programma, c’era molta curiosità per capire chi fosse l’annunciato “esperto di vending”. A sorpresa si è presentato uno dei comici più amati di Zelig: Geppi Cucciari, l’attrice sarda protagonista della sit-com televisiva “Belli dentro”. Prima di intrattenere il pubblico con un travolgente monologo dedicato interamente alla distribuzione automatica, Geppi ha conversato sul palco con il nostro Direttore. Pubblichiamo uno stralcio del surreale dialogo che è scaturito da questo incontro. Sei intervenuta a questo importante incontro nella veste di esperta di DistribuzioD.A.ITALIA 8

ne Automatica. Ma in che senso sei un’esperta del vending? Sono molto esperta di vending, nel senso che voi vi assicurate di riempire i distributori automatici e io li svuoto. Sono intervenuta anche per una mia scelta di vita personale, proprio per assicurarmi che voi li riempiate sempre di più. Una splendida ragazza come te, taglia 40 (massimo 42), che rapporto ha con i distributori automatici? Ti ringrazio davvero per la spudorata menzogna con cui mi accogli…l’ultima volta che ho avuto la 42 avevo 12 anni. Ma forse! Rifammi la domanda perché a “taglia 42” ho smesso di ascoltarti tale era la gioia… Una splendida ragazza come te, taglia 40 (massimo 42), che

rapporto ha con i distributori automatici? Già che c’eri potevi anche dire 20 anni massimo 22. Anche l’elasticità giornalistica ha un limite, diciamo 30-32 anni. Cosa vuoi dire? Io sono una trentenne. Non è che mi hai fatto un complimento, devi togliermene 10 per lusingarmi! Va bene…Che rapporto hai con la distribuzione automatica, che esperienze hai? Secondo me noi donne abbiamo un rapporto un po’ conflittuale col vending, perché a casa nostra cerchiamo di mantenere un livello calorico sulle 1200-1400 calorie, poi andiamo in ufficio e vediamo questo potenziale ricettacolo di cellulite che ti attende e che ti

corre incontro…Lo so che state cercando di redimervi con la fruttina e le “sminchiettine” leggere, però io quando vedo uno snack al cioccolato non capisco più niente, dovete capirmi, è difficile resistere. Il vending è ancora un settore prettamente maschile. Secondo te perché? Perché voi uomini state cercando come al solito di lavorare il meno possibile: uno va al distributore e sceglie tutto quello che vuole senza neanche doversi ingegnare per prepararsi qualcosa da mangiare. So che state cercando di mettere dentro le macchinette qualsiasi cosa... Forse è meglio cambiare argomento. Tu viaggi molto. Hai incontrato distributori un po’ ovunque?


Vendomat e Punto Service

In America ci sono alcuni distributori automatici con un simbolino assurdo. Un omino che spinge la macchina sbarrato da un simbolo di divieto. C’è scritto che tentare di smuovere la macchina può provocare la morte, in virtù del rischio di essere travolti. Pare che in America muoiano più persone travolte dalle macchinette che cercano di derubare, che non uccise dagli squali. Dopo questa ventata di ottimismo, sarà meglio che vada e ti lasci il palco. No guarda, mi sto affezionando a te, se ti vuoi trattenere…

L’evoluzione dei prezzi del caffè nel vending (Alessandro Fontana) Il mercato del vending ha subito delle trasformazioni molto profon-

de dagli anni ’60 a oggi e sono stati fatti grandi passi in avanti: c’è stato un forte aumento della tecnologia e dell’innovazione ed è cambiata anche la fruibilità del distributore. Tutte le molteplici componenti del settore sono migliorate e anche il prezzo si è via via modificato, anche se non è certamente andato in una direzione logica e prevedibile. Parlando con alcuni storici operatori del vending si viene incredibilmente a sapere che quando il nostro settore ha mosso i primi passi, il caffè al bar costava 25 lire, mentre nel distributore bisognava inserire una moneta da 50 lire: un rapporto di 2 a 1. Questo avveniva anche perché al tempo sembrava incredibile poter avere un servizio come quello del bar all’interno dell’azienda, in quanto la localizzazione della macchina nel proprio

ambiente lavorativo era visto come un vero valore aggiunto. Poi, negli anni ’70-80 il prezzo del bar è cresciuto, arrivando a 400 lire, fino a raggiungere quota 1.000 negli anni ’80. Anche il prezzo del vending è cresciuto ma a tassi molto inferiori: è passato da 75 a 150 lire fino ad arrivare faticosamente a quota 500 lire. Oggi, nel 2008, la Fipe ha dichiarato che presto tutti i bar porteranno il prezzo del caffè a 90 centesimi di euro e quello sarà l’indicatore medio del prezzo. Nel vending invece siamo ancora a 0,30: un rapporto di 1 a 3, completamente ribaltato in poche decadi. Da tempo molte componenti della filiera del vending si battono per creare le condizioni in modo che davvero si possa: “Accrescere il valore delle nostre imprese”, che è poi il tema forte di questa giornata.

È incredibile che oggi, nonostante una tecnologia elevatissima e la fornitura di un ottimo servizio, il prezzo del vending sia rimasto così basso. Da molti test effettuati è emerso che oggi è quasi impossibile distinguere una tazzina di buon caffè ottenuta da un distributore e una tazzina del bar. Quindi un rapporto di prezzo 0.90-0,30 è qualcosa di inspiegabile, visti anche i continui aumenti dei costi. Normalmente vengono indicate cinque leve per riuscire ad aumentare il prezzo: l’innovazione, la qualità, la marca, la formazione e il servizio. Le potenzialità dell’innovazione sono evidenti: grazie all’offerta di qualcosa di innovativo e di diverso, viene riconosciuto un prezzo più alto e su questo aspetto il vending ha sempre fatto un ottimo lavoro. D.A.ITALIA 9


EVENTI 2008

Per quanto riguarda la qualità, è altrettanto fondamentale perché si può offrire lo stesso prodotto senza innovarlo a patto però che abbia una qualità superiore. Il consumatore se percepisce un aumento della qualità è disposto ad accettare anche l’aumento dei prezzi. I test effettuati sui distributori a doppia campana, hanno dimostrato che la maggior parte delle battute si realizzano con il prodotto di alta qualità e di prezzo più elevato. Per quanto riguarda la marca, il vending può fare ancora moltissimo perché ancora oggi, davanti alla maggior parte delle macchine free standing, viene scelto il prodotto, non il brand. Questo è abbaD.A.ITALIA 10

stanza strano se si pensa che siamo un canale distributivo e le caratteristiche positive della marca sono chiare ed evidenti. Luigi Galli di Vendomat ha svolto un ruolo molto importante nel settore, perché è riuscito a introdurre la marca in tutte le sue referenze (anche nel misto e nel freddo), dimostrando che il brand, anche sinonimo di qualità, può contribuire in maniera determinante a far aumentare il prezzo. Recenti inchieste hanno dimostrato che nel 2007-2008 gli italiani che consumano tramite le macchine vending sono circa 18 milioni. Si tratta di consumatori trasversali, gli stessi che vanno al supermercato, che guardano la televisione, che leggono i giornali e

che quindi vengono bombardati da centinaia di messaggi. Questo tipo di consumatore quando compra qualcosa al supermercato molto spesso privilegia i prodotti di marca, perché influenzato al momento dell’acquisto. Lo stesso accade nel vending, se si trova una marca conosciuta, evidentemente si è più orientati verso l’acquisto di quel prodotto e si è maggiormente disposti a pagare qualcosa in più. In questo momento nel vending uno dei pochi brand che sta affrontando molto seriamente il discorso della marca, con investimenti e progetti molto consistenti, è Lavazza. Lavazza Blue è oggi per il settore del vending uno dei driver più

importanti, perché riassume in sé tutte le caratteristiche necessarie per poter affrontare il mercato con gli strumenti idonei ad aumentare la marginalità. Il servizio è un’altra delle cinque leve, ma ormai sono pochissimi i gestori che ignorano questa variabile e quei pochi sono destinati progressivamente ad abbandonare l’arena competitiva. La formazione infine è onestamente forse il punto più debole, anche se è fondamentale, perché per aumentare il livello dei prezzi è necessaria una persona correttamente formata: un commerciale che conosca il suo prodotto e che riesca a trasmetterne i valori al cliente.


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Systema s.a.s. di Oliviero Castelli, la prima tappa per scoprire il pianeta Necta

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[ speciale necta ]

N&W, al fine di garantire un accurato servizio commerciale e una puntuale assistenza tecnica su tutto il territorio italiano, conta su una rete di Agenzie ufficiali Necta in esclusiva localizzate pressoché in tutte le regioni e tre Concessionari ufficiali situati in Sicilia e Sardegna. Essere presenti in modo capillare su tutto il territorio è obiettivo importantissimo per un Gruppo in costante crescita e, per sottolineare l’importanza di una presenza diretta in tutte le regioni, da questo numero di D.A. Italia iniziamo un giro virtuale per il Paese attraverso le Agenzie e i Concessionari Necta. La prima agenzia che la nostra redazione ha visitato è la Systema sas di Oliviero Castelli, Agenzia Necta per le zone di Milano, Bergamo, Pavia, Cremona, Sondrio e Lodi.

Oliviero Castelli con la moglie

INTERVISTA CON OLIVIERO CASTELLI Agenzia di vendita: Systema sas Gestione Servizi Tecnici: Systema Vending srl Quando è stata fondata Systema e come si è sviluppata fino a oggi? Systema sas nasce nel 1984. Prima di allora ero un dipendente Zanussi Vending (con la funzione di tecnico commerciale prima e di venditore poi, fino al 1982). Nell’84 sono diventato Agente Necta con la competenza di zona di Milano, Pavia, Cremona, Sondrio e Bergamo, un’area molto importante e con grandi potenzialità di sviluppo. La quota di mercato sviluppata fino ad oggi è decisamente consistente, grazie alla qualità dei prodotti Necta, e a tutte le persone della nostra organizzazione che hanno reso possibile questa crescita. Dopo oltre 25 anni di lavoro nella distribuzione automatica,

posso affermare che la professionalità e la competenza profusa per la crescita in questo settore sono i risultati di un successo di squadra portato avanti con i miei collaboratori. Quante persone lavorano oggi in Systema? Attualmente l’organico Systema è costituito da undici persone: - commerciale: tre persone; - assistenza tecnica: tre persone; - amministrazione: due persone; - servizio ricambi: due persone. Oltre vent’anni fa, all’epoca della fondazione, ha iniziato da solo o aveva già una struttura dedicata? All’inizio eravamo soltanto in due persone, poi nel corso degli anni

siamo cresciuti gradualmente. È importante evidenziare che in precedenza il ruolo dell’agente era diverso e non richiedeva una grossa struttura alle spalle. La figura era assimilabile a quella della persona con la valigetta che visitava i clienti per vendere i prodotti. Il servizio post vendita, la ricambistica, la gestione della consegna della merce e l’assistenza tecnica erano gestiti direttamente dalla sede. Nel 1989 nasce Systema Ricambi srl, ora Systema Vending srl, che si insedia in una struttura autonoma in grado di dare le risposte al mercato creando un servizio ricambi, un servizio di assistenza tecnica e soprattutto capace di offrire immediatamente la disponibilità di apparecchiature.

Da allora siamo passati dai 500 distributori automatici all’anno agli oltre 6.000 di oggi. Nel 2008 la struttura Systema si è ampliata: oltre agli uffici e al magazzino di Cinisello Balsamo abbiamo a disposizione un ampio magazzino a Grassobbio, in provincia di Bergamo, destinato allo stoccaggio delle apparecchiature. Cosa l’ha portata a cambiare l’organizzazione e la struttura dell’Agenzia? Ho deciso di cambiare per soddisfare le esigenze di mercato, perché dalla fine degli anni ‘80 si è modificata la tipologia dei servizi richiesti. Una necessità che si è rivelata una vera svolta in quanto ha comportato l’organizzazione di un magazzino, la creazione di una D.A.ITALIA 13


SPECIALE NECTA

giacenza che permettesse disponibilità immediata di distributori automatici e quindi una crescita di fatturato. Questa differenziazione ci ha permesso di allinearci con i nostri concorrenti, concessionari o rivenditori, che già da anni vendevano il prodotto in polvere per distributori oltre alle apparecchiature. Una scelta ponderata rivelatasi vincente che ha portato a dei risultati economici rilevanti. Quali sono le principali caratteristiche del modello organizzativo della vostra struttura? Systema Vending srl ha iniziato la gestione dei ricambi, in primo luogo, perché il mercato lo richiedeva. Questo ha consentito di creare le condizioni per informatizzare la mia azienda curando la programmazione e la gestione delle scorte. Il tutto finalizzato ad una D.A.ITALIA 14

ottimizzazione del servizio postvendita. Grazie ad una gestione puntuale del nostro magazzino Ricambi siamo in grado di soddisfare tempestivamente le richieste dei nostri clienti. Quali sono i rapporti con la casa madre? Riesce a gestire tutti i suoi clienti? I rapporti con Necta sono sempre stati ottimi; le competenze e i ruoli dell’agente sono ben definiti e chiari, in un contesto atto a perseguire obiettivi comuni. I grandi e i piccoli clienti sono gestiti insieme alla direzione commerciale, secondo logiche di strategie e di politiche aziendali condivise da tutta la rete di vendita, la quale, a sua volta, è partecipe per il buon conseguimento del business. La nostra professionalità deve

essere considerata una ricchezza e una fonte di informazioni in grado di poter supportare e migliorare il settore della distribuzione automatica. La rete di vendita NECTA è costituita da Agenzie e Concessionari e non da rivendite. Le Agenzie commissionano gli ordini per conto di Necta, la quale provvede alla fatturazione assicurando al cliente che l’ Agenzia abbia attivato la trasparenza dei prezzi, la garanzia del prodotto, la correttezza d’informazioni delle promozioni finanziarie, e il supporto tecnico finalizzato alla miglior conoscenza delle nostre apparecchiature. Il core business della Systema è la vendita di distributori automatici. Lavoriamo costantemente per assicurare al nostro cliente la massima professionalità e competenza relativamente al prodotto tecnico che

trattiamo; evitando di entrare in conflitto con coloro che vendono prodotti in polvere e assimilati. La mia professionalità si è sviluppata nel settore della distribuzione automatica e di tutto ciò che ruota intorno ad esso. Quindi, per soddisfare a 360 gradi le richieste della clientela, di comune accordo con i miei collaboratori, abbiamo inserito nella nostra gamma prodotti anche refrigeratori per automezzi, armadi climatizzati per vino e vetrine refrigerate, erogatori di bibite refrigerate, apparecchiature di prima colazione e tutto quanto concerne il mondo Ho.Re.Ca, linea su cui intendiamo sviluppare e concentrare parte delle nostre risorse. A proposito di Ho.Re.Ca, che tipo di problematiche e di opportunità comporta gestire questa linea di prodotti?


Systema sas

RBS s.r.l. Sigg. Redaelli Gianni - Bazzi Fabio

SYSTEMA s.a.s. Sig. Castelli Oliviero Via Fleming, 6/8 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Tel. 02/66040815 Fax 02/66046140 Zone: MI-PV-CR-SO-BG-LO

ADIGE VENDING s.a.s. Sig. Malaffo Diego

TORINO VENDING s.r.l. Sig. Gherardi Sergio

F.LL Sigg

AGNELLI PIERO s.r.l. Sig. Agnelli Piero

PAOLO PARIS Sig. Paris Paolo

Mentre nel Vending l’interlocutore conosce il prodotto ed è supportabile tecnicamente anche via telefono, nell’Ho.Re.Ca tutto questo diventa più difficile. Il post-vendita nell’Ho.Re.Ca. è un punto di forza ineludibile e insostituibile. Il Servizio Tecnico deve essere comparato al Servizio offerto dai gestori del Vending verso i loro clienti del settore pubblico; quindi reperibilità e operatività 7 giorni su 7. Questo comporta costi rilevanti, non sempre recuperabili nel conto economico di una prestazione offerta, con conseguente riduzione di marginalità. Si è appena conclusa Venditalia, una fiera importante durante la quale Necta ha presentato i suoi nuovi prodotti. Che impressioni ha avuto?

È stato fatto un salto qualitativo a livello di immagine delle apparecchiature. È cambiato il design, ora le linee sono più piatte, più pulite ed eleganti. Anche dal punto di vista tecnologico sono state presentate apparecchiature molto innovative, come il sistema di distribuzione SOFTVEND sulle macchine dello snack and food, la creazione di tutta una linea con la stessa elettronica (quindi apparecchiature compatibili fra loro), l’inserimento del nuovo gruppo caffè sulle macchine delle bevande calde, e l’introduzione di un sistema innovativo a pompe sulla caldaia solubile, cioè un sistema diverso di miscelazione delle bevande. I riscontri dei field-test effettuati sono estremamente soddisfacenti; in fiera abbiamo avuto modo di mostrare il nuovo Modello CANTO che ha rivelato l’assoluta qualità

del prodotto erogato. Il nuovo gruppo caffè Z4000 ha suscitato notevole interesse per la sua semplicità costruttiva e un’ottima impressione per la facilità di intervento. L’assistenza post-vendita è una caratteristica fondamentale nel nostro settore. Come siete organizzati a riguardo? Il team dell’assistenza tecnica Systema opera a supporto dei clienti sia telefonicamente che all’esterno garantendo un servizio tecnico di alto profilo con competenza professionale. L’alta professionalità dei servizi è ulteriormente accresciuta dai corsi tecnici organizzati all’interno di Systema in collaborazione con NECTA. L’attivazione del numero verde Necta, completa il Servizio postvendita offerto ai ns. clienti.

Visitando la vostra sede ci si accorge della grande importanza che date all’ordine. È una precisa politica aziendale? Un’azienda pulita e ordinata è un chiaro biglietto da visita che trasferisce un’immagine di organizzazione e di professionalità. Obiettivi perseguiti e condivisi insieme ai miei collaboratori. Un messaggio chiaro che i clienti apprezzano. Il territorio su cui agite è potenzialmente una delle migliori zone per il mercato in Italia, ma anche una delle più presidiate. C’è ancora spazio per crescere o è difficile riuscire a mantenere le proprie posizioni per via della concorrenza? Credo che nell’area in cui opero lo spazio di crescita sia ancora possiD.A.ITALIA 15


SPECIALE NECTA

bile in quanto si sono sviluppati nuovi canali e si sono aperte nuove opportunità con l’inserimento di distributori automatici per il food e non food, e di nuove apparecchiature come ROTARY per il segmento OCS, dotata di espulsione automatica delle cialde e delle capsule. Le sfide che siamo tenuti ad affrontare quotidianamente ci stimolano a riservare più attenzione alle esigenze del mercato e a monitorare meglio i nostri potenziali concorrenti; certi che il territorio lombardo, dove sono presenti tutti i principali costruttori e i grandi gruppi, rimane sostanzialmente il termometro dell’economia nazionale. La leadership di mercato che NECTA ha conquistato è una costante gratificazione anche del nostro lavoro e una D.A.ITALIA 16

valida certezza per il nostro futuro. Uno dei problemi più sentiti dai rivenditori è la presenza del cosiddetto “mercato parallelo”, che a volte complica l’operato di strutture come la vostra. Come vi ponete nei confronti di questa problematica? Si tratta di un problema di etica e di trasparenza, che dovrebbe essere presupposto fondamentale per un rapporto chiaro con il cliente. Oltre agli aspetti etici, sono convinto che la maturità del nostro settore abbia come logica evoluzione quella di diventare degli specialisti. Ritengo che nel futuro una sempre maggiore specializzazione porterà a poter approfittare delle

evoluzioni che il mercato subirà nei prossimi anni. Non voglio giudicare l’operato di chi ha deciso di seguire delle diverse logiche strategiche, anche aggressive; preferisco ribadire l’importanza di organizzazioni come la nostra, che mantengono un rapporto leale con il proprio costruttore. Ritengo infatti che un’ agenzia ben strutturata possa offrire un servizio fondamentale alle gestioni, di qualunque dimensioni esse siano, in particolare alcuni servizi, come la ricambistica e gli aggiornamenti tecnici continui. La linea d’azione scelta da NECTA, e che io stesso condivido, verte a proporsi con i nostri prodotti direttamente alle gestioni e non alle potenziali o improvvisate rivendite, per evitare speculazioni

sul mercato e mantenere un contatto diretto con il cliente. Il rapporto diventa estremamente semplice nel momento in cui la scelta del proprio fornitore è strettamente correlata ad una condivisione dei ruoli, e non a conflitti d’interesse. La mia scelta di non trattare prodotti (polveri in particolare e bicchieri/palette) ha ragionevolmente ridimensionato il conflitto d’interesse; così pure la scelta di non entrare a pieno titolo direttamente nelle gestioni ha dato credibilità e trasparenza alla mia società. Comunque, nonostante il mercato non sia semplice, il nostro trend di crescita annuo è in media del 10%, quindi possiamo ritenerci soddisfatti delle strategie intraprese e dei risultati ottenuti.



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IL MERCATO DEL VENDING SADAF: Servizio, qualità e professionalità dal 1969

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[ gestori ]

SADAF è una storica gestione piemontese nata circa 40 anni fa da un'idea di Luigi Lovera, attuale Presidente del Consiglio di Amministrazione. Grazie alla passione e al costante impegno dei numerosi collaboratori e del management, SADAF vanta una struttura molto ben organizzata, attiva in modo capillare su tutta la Provincia cuneese e su alcuni clienti di Torino ed Asti. SADAF nel corso del 2008, per continuare ad affrontare con successo le sempre più complesse dinamiche del mercato del vending, ha preso la decisione strategica di aggregarsi ad un grande gruppo di gestione. D.A. Italia per conoscere più nei dettagli questa importante realtà piemontese si è recata presso la sede di Savigliano (CN) dove ha incontrato e intervistato il fondatore Luigi Lovera e sua figlia Laura, Amministratore delegato di SADAF.

Intervista con Luigi Lovera - Sadaf Quando è stata fondata Sadaf e cosa l’ha convinta ad entrare nel settore nel vending? Ho fondato SADAF circa quarant’anni fa, nel 1969. Prima avevo svolto varie attività commerciali, tra cui alcuni anni di ambulantato ed ero quindi abituato ad un tipo di lavoro un po’ “nomade” che mi consentiva di andare ogni giorno in luoghi sempre diversi. Poi per motivi familiari ho deciso di rilevare un bar, ma lavorare all’interno di un locazione fissa non faceva per me, anche se alla fine è stato grazie a questa attività commerciale che sono approdato al vending. Nel bar infatti utilizzavo la macchina espresso della Faema e fu proprio il mio distributore a illustrarmi le potenzialità di un nuovo mercato che si stava sviluppando, quello della distribuzione automatica, dove Faema è stata un pioniere. Non mi sono quindi fatto sfuggire l’opportunità di un lavoro alternativo più stimolante, anche perché a

quel tempo il caffè al bar lo vendevo a 40 lire, mentre nelle macchine automatiche il prezzo era di 50 lire. Quali sono le prime macchine che ha acquistato? È stata dura all’inizio? Ho acquistato i miei primi tre distributori automatici da Faema. Erano macchine per il caffè liofilizzato (il modello DF2) che veniva accettato con difficoltà dal mercato, perché all’epoca il prodotto non era neanche frullato e il risultato in tazza era decisamente scarso. All’inizio è stata veramente dura perché ero da solo e senza nessun supporto tecnico, una cosa non da poco visto che non esistevano ancora i manuali delle macchine come oggi (al massimo uno schema elettrico) e, in caso di problemi, dovevo lavorare sui distributori durante la notte senza nessuna competenza specifica. Le potenzialità di mercato c’erano, gli spazi erano molti, ma io non avevo tanta esperienza, né una

struttura alle spalle e le risorse finanziarie erano scarse. Inoltre in quegli anni la mentalità della gente era molto diversa: la pausa caffè in azienda non era un diritto come lo è oggi e il servizio che noi offrivamo era quasi considerato come una impropria perdita di tempo dei dipendenti. Fortunatamente poi, con il passare degli anni, sono cambiate le generazioni e con loro anche le mentalità e l’azienda è potuta crescere. Io ho ceduto il bar e mi sono dedicato completamente a questa nuova attività. Avete avuto una crescita organica o vi siete sviluppati anche attraverso delle acquisizioni? Dal 1969 al 1981 abbiamo avuto una lunga fase di crescita organica, poi ho realizzato la mia prima acquisizione. Dal 1981 fino agli anni ‘90 le acquisizioni sono diventate tre e hanno sempre riguardato delle piccole realtà presenti sul

territorio. Indipendentemente dalle nostre strategie di sviluppo, abbiamo sempre avuto una crescita fisiologica che in media è stata dal 7 al 10% all’anno, sia per quanto riguarda acquisizioni di nuovi clienti, sia riguardo alle battute in più per ogni singolo cliente. La vostra sede è sempre stata in Provincia di Cuneo? Qual è la vostra copertura territoriale? All’inizio dell’attività la sede era in un piccolo locale del centro di Savigliano. Poi mi sono trasferito dove abito tuttora, sfruttando i diversi locali di una casa rurale. La sede attuale è stata costruita nel 1988. SADAF opera in tutta la provincia di Cuneo, su Torino città e nel pinerolese. Cuneo non è una zona facile, non a caso è chiamata la “provincia granda”, perché è molto dispersiva e i caricatori devono spesso fare molti chilometri per D.A.ITALIA 19


IL MERCATO DEL VENDING

servire i clienti. L’ottimizzazione del giro dei caricatori vi ha permesso di recuperare un po’ di marginalità? È fondamentale che ogni caricatore abbia una sua zona e che questa sia ottimizzata, soprattutto quando si hanno un parco clienti e un territorio come il nostro. Per esempio, il cliente più distante che abbiamo è in Val Tanaro, verso la Liguria, a 85 km di distanza: quando il caricatore va in quella zona necessariamente fa anche tutta la vallata. I nostri tempi di risposta sono comunque abbastanza buoni: avendo sette tecnici sempre presenti sul territorio, riusciamo di norma a essere abbastanza tempestivi e a intervenire entro due ore lavorative dal momento della chiamata del cliente. Quali sono oggi i numeri della vostra struttura? Attualmente lavorano in SADAF 50 persone. Abbiamo 33 automezzi, circa 2.200 macchine installate e un migliaio di clienti. Che tipo di clientela servite? Vi siete specializzati in un segmento particolare? Serviamo ogni tipo di cliente, dal piccolo ufficio alla grande azienda, D.A.ITALIA 20

anche se siamo più focalizzati sulle aziende medio-grandi. Fin da quando ho iniziato questa attività sono sempre stato più orientato verso il cliente di una certa levatura, perché mi si sono presentate tali opportunità e ho deciso di perseguire questa strada. Oggi siamo comunque aperti al “piccolo” e anzi riteniamo sia un segmento di mercato molto interessante. Siete riusciti ad arrivare al milione e mezzo di battute nella vostra zona, pur operando da 40 anni in un mercato molto difficile: qual è il segreto del vostro successo? Sono molti i fattori che concorrono a determinare il successo di un’iniziativa imprenditoriale, ma se dovessi sceglierne uno, direi la costanza. Abbiamo sempre garantito al cliente un certo tipo di servizio con prodotti di buona qualità e in cambio abbiamo ottenuto la loro fiducia. Per nostra fortuna abbiamo dei clienti storici, alcuni acquisiti 30 anni fa e siamo riusciti ad attuare una certa fidelizzazione, nonostante ci siano offerte anche a prezzi inferiori. Cerchiamo di anticipare quelle che possono essere le loro richieste (ad esempio una sostituzione del parco macchine) e di proporre sempre innovazioni. Riteniamo di avere un ottimo rap-

porto con la nostra clientela e lo dimostra il fatto che siamo riusciti a mantenere alcuni importanti clienti per così tanto tempo. Questo anche perché abbiamo all’interno dell’azienda ancora le stesse persone e questo fa di noi un’azienda affidabile e seria, in grado di costruire nel tempo dei solidi rapporti umano. In tutti questi anni il vending è cambiato profondamente passando dal solo caffè e bevande a prodotti come snack, linee del fresco e piatti pronti. Anche voi avete seguito questo trend? Per quanto riguarda tutta una serie di nuovi prodotti, ci siamo mossi parecchi anni fa e stiamo facendo un discreto lavoro. Stiamo anche osservando con attenzione il mercato della catena del freddo e ci stiamo organizzando perché è sicuramente un segmento complesso, che richiede mezzi e distributori adeguati e un tipo di gestione diversa. Stiamo facendo dei test e siamo in attesa dei risultati. Credo che nei prossimi anni ci sarà una crescita dei prodotti freschi, dal panino allo yogurt. Noi dovremo ovviamente essere presenti per essere sempre in grado di soddisfare le esigenze del cliente ed evitare che si rivolga ad un altro fornitore.

Avete fatto dei test anche sui prodotti freschissimi: panini, insalate, macedonie e prodotti a scadenza brevissima? Abbiamo sviluppato solo il segmento dei panini con scadenza giornaliera, anche se i risultati non sono molto incoraggianti. Abbiamo molti resi perché ovviamente quello che non viene consumato in giornata deve essere subito ritirato e quindi non è semplice realizzare una certa marginalità. È infatti molto complesso andare ad offrire un panino a un prezzo superiore di quello proposto dai nostri concorrenti, perché sappiamo che il mercato difficilmente lo accetterebbe e quindi, per ora, vediamo questo particolare segmento solo come il completamento di un servizio globale. La situazione piemontese non è rosea: prezzi stabilmente bassi e un continuo aumento dei costi. Non è arrivato il momento di alzare i prezzi per favorire uno sviluppo più armonioso di questo settore? Questo è sicuramente un grosso problema che però scaturisce da una filosofia particolare: a fine giornata i soldi che abbiamo corrispondono a quello che abbiamo venduto, prima incassiamo poi vendiamo. Un grande privilegio, che però può risultare penalizzan-



Sadaf

te. I nostri fornitori sono pagati a seconda degli accordi presi e in pratica ci autofinanziamo con i loro soldi, mentre le macchine normalmente vengono acquistate con dei finanziamenti. È quindi probabile che qualche operatore non sappia letteralmente fare i conti e non abbia ancora ben compreso quali sono i reali costi di una gestione. Per trovare una soluzione all’attuale situazione di mercato ci vorrebbe in primo luogo un dialogo serio tra noi operatori. Solo così possiamo cercare di uscire da un circuito vizioso che vede aumentare i costi e mai i prezzi. Dopo 40 anni di indipendenza avete deciso di unirvi ad un grande gruppo di gestione. Come siete arrivati a questa decisione? Ho sempre avuto un senso della proprietà molto sviluppato, ma col passare degli anni mi sono reso conto che, per amore dell’azienda, era necessario guardare al futuro e D.A.ITALIA 22

pensare a qualcosa di diverso. Questa decisione è maturata nell’arco di alcuni anni, anche con l’aiuto di mia figlia Laura. Ho pensato proprio a lei, perché se un giorno deciderò di ritirarmi sarò tranquillo pensando che non la lascio da sola a gestire un’azienda complessa come la nostra. La formula più adatta alle mie esigenze e a quelle dell’azienda era senz’altro l’aggregazione ad una grande realtà. Ho scelto questo Gruppo in particolare perché già conoscevo le persone che ci lavorano e li ritengo dei veri imprenditori, non operatori speculativi. Abbiamo le stesse visioni del lavoro e la stessa mentalità, quello che è importante per loro lo è anche per noi, ovvero non solo la crescita dell’azienda ma anche quella del settore in generale. Un’aggregazione che in questo primo mese di collaborazione ha già portato a dei risultati?

Ci siamo confrontati con loro e con la loro visione molto più allargata rispetto alla nostra, visto che lavoriamo esclusivamente nella nostra provincia e ci siamo resi conto che dovevamo fare qualche cambiamento proponendo prodotti innovativi che non avevamo ancora offerto ai nostri clienti. Ora stiamo verificando i primi effetti positivi di quello che, sono convinto, sarà un cammino sempre in crescita. La sua famiglia è comunque rimasta all’interno della società? Sì. Abbiamo ovviamente effettuato una cessione di quote ma rimaniamo all’interno dell’azienda con le nostre mansioni. Il cambiamento c’è stato in termini di un allargamento della visione del mercato, di nuovi stimoli e di nuove idee, cosa che ci sta spingendo a un’evoluzione e ad un miglioramento. Come è stata vista dal mercato questa operazione?

Dopo la fusione abbiamo avuto un incontro con alcuni operatori della zona e direi che è stata valutata positivamente. Pensando al futuro, non siamo per una crescita forzata a svantaggio di qualche nostro concorrente e sicuramente non ci interessa acquisire dei clienti solo attraverso il prezzo. Ciò che ci interessa è uscire dalla situazione attuale facendo crescere il mercato e qualificandoci di più, ovviamente con un ritorno economico adeguato. Con questa fusione avete aumentato l’informatizzazione dell’azienda, integrando gli strumenti di gestione? In realtà abbiamo da molti anni un sistema personalizzato che viene periodicamente aggiornato secondo le nostre esigenze. Essendo prima un’unica realtà, non avevamo necessità di utilizzare nuovi sistemi, chiaramente con la fusione del gruppo, queste esigenze sono cambiate e stiamo aggiornando il nostro sistema informatico.



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SPECIALE VENDITALIA 2008 Le novità viste in fiera Continuiamo anche in questo numero la visita virtuale a Venditalia 2008, presso gli stand di: Brita, D.A. Design Group ed Esperia

Brita ha presentato Purity C, il sistema filtrante a cartucce di nuova generazione

Dopo lunga attesa è stata presentata la nuova linea di cartucce Brita destinate al mercato vending e Ho.Re.Ca.: la nuova gamma di prodotti denominata come Purity C, che permetterà un ulteriore incremento delle quote di mercato di Brita nel mercato dei sistemi filtranti a cartuccia. La nuova generazione di prodotti Brita, infatti, avrà un costo di impianto inferiore a quello degli attuali addolcitori inox da 8 litri, ma con capacità e prestazioni ben superiori. Il nuovo sistema filtrante Brita permette di utilizzare 3 dimensioni di cartucce, andando così a coprire distributori automatici capaci di erogare da 200 battute a 7.000 battute al mese: Purity c 50 fino a 600 litri con una durezza di 10 Kh°, circa 14.000 battute in totale; Purity C 150 fino a 1.700 litri con una durezza di 10° Kh° circa 42.000 battute in totale; Purity C 300 fino a 3.400 litri con una durezza di 10 Kh° circa 85.000 battute in totale. Purity C, oltre a eliminare la presenza del calcare, rimuove anche sostanze indesiderate come cloro, metalli pesanti e determinati pesticidi. Una minima presenza di argento, come da parametri suggeriti dall’Organizzazione mondiale della Sanità (O.M.S.), permette l’inibizione della proliferazione batterica all’interno delle resine dove l’acqua è solita ristagnare più a lungo. La nuova testata del sistema filtrante è unica per le diverse misure di Purity C permettendo così il passaggio dell’acqua e quindi l’utilizzo del distributore anche in mancanza di filtro inserito. Il sistema filtrante è già certificato da istituti indipendenti come idoneo all’uso alimentare. Venditalia 2008 è stata anche l’occasione per Brita per presentare un accordo sia con Saeco che con Lavazza per la gamma di cartucce destinate al mercato delle macchine OCS e Table top. Aqua Aroma Crema infatti rappresenta la soluzione ottimale per macchine

appartenente al mercato sopramenzionato. La vera innovazione, rispetto al vecchio sistema BC06, è che nella testata non sono presenti o-ring, che sono invece montati direttamente sul filtro. Tutte le volte che si sostituisce il filtro si sostituiscono dunque anche gli elementi di tenuta, cosa che garantisce la testata per 10 anni. Per ottenere questo risultato Brita ha ulteriormente migliorato la sua tecnologia, in particolare per ciò che riguarda l’impacchettamento della resina, un “segreto” che permette al filtro di offrire performance molto più elevate. Tutti i sistemi rispettano le normative sull’impatto ambientale. Oltre alle novità prodotto, Brita ha ampliato il proprio organico, aggiungendo un collaboratore che si occupa del Sud Italia e che porta il team in totale a cinque persone con specifiche tecnico-commerciali divise per zone: oltre al Sud, una per il Nord-ovest, una per il Nord-est, una per il Centro e un general manager che coordina il lavoro. Altre novità sempre legate ai sistemi di filtrazione, soprattutto per la distribuzione automatica, sono in arrivo ma sarà una sorpresa che Brita lancerà entro ottobre 2008: un prodotto particolare che si avvicina ancora di più a quelle che sono le esigenze del vending soprattutto per il prezzo, mantenendo sempre le qualità elevatissime tipiche dell’azienda.

Il negozio automatico a prova di vandalo di D.A. Design Group

System Strong e il negozio automatico sono le ultime novità firmate D.A. Design Group, articoli innovativi presentati in Fiera che hanno avuto un riscontro positivo da parte dei visitatori. D.A.ITALIA 25


LE NOVITÀ VISTE IN FIERA Nuove schiacciate Esperia: buone come il pane

System Strong è un sistema antivandalico realizzato con pannellature in lamiera di acciaio al carbonio da 15/10 e verniciate con polvere epossidica che permette al gestore di posizionare i distributori all'aperto senza preoccuparsi di eventuali atti vandalici. La struttura, comprensiva di insegna con scritta, è a copertura totale, formata da colonne portanti in alluminio estruso. Le macchine vengono fissate al suo interno su pedane in acciaio rialzate, bloccate prima alla struttura e poi fermate a terra. Nessuna cerniera, vite o bullone a vista: tutta la struttura è fissata dall’interno per rendere ancora più ermetica la composizione. Con System Strong è realizzato Automatic Bar, il negozio automatico D.A. Design Group, un sistema che permette sia ai gestori che ai privati di poter realizzare in soli 25 mq un esercizio aperto 24 ore su 24. Una formula che presenta indubbi vantaggi, come l’assenza di vincoli di franchising, un impegno dell’operatore non continuativo e la possibilità di essere realizzata con estrema facilità grazie a elementi modulari.

Tra le novità Esperia per il vending ce n’è una che è stata presentata al pubblico in occasione di Venditalia 2008 e che l’azienda ha in esclusiva nazionale. Si tratta di snack salati prodotti a Valencia, in Spagna, da un'azienda che ha 30 anni d'esperienza nella fabbricazione di prodotti da forno. Croccanti schiacciate di pane in otto diverse versioni: ai cereali, con semi di girasole, al formaggio, di pane integrale e crusca di grano, con arachidi, con gocce di cioccolato, bastoncini di pane e bastoncini di pane con semi di girasole. Questi gustosi prodotti sono ideali per una merenda o una pausa durante la giornata e rispecchiano l’esigenza di un’alimentazione equilibrata. Tra gli ingredienti principali ci sono infatti farina e crusca di grano e olio d’oliva. Le confezioni sono pratiche e maneggevoli, con un peso netto di 50 grammi (30 per i bastoncini di pane) e una scadenza di sei mesi.



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IL CASTELLO DI CASIGLIO

Il Castello di Casiglio di Erba, costruito in pietra con pianta a “U” e torre angolare, si erge su un’altura con orientamento nord-est, direzione cardinale tipicamente prescelta in periodo medievale per le strutture fortificate. La sua autentica data di nascita risale al 900 d.C. quando sull’altopiano venne innalzato un avamposto militare con due accessi con volta a botte che introducevano nel nucleo centrale a pianta quadrata, all’interno della cui corte era situato un pozzo. Al 1100 risalgono il primo piano e la torre a pianta quadrata. Nel 1200 l’edificio fu ampliato e la corte prese la sua caratteristica di struttura centrale. I resti del nucleo più antico sono visibili nella facciata che guarda verso il cimitero, originariamente costituito da quattro locali allineati costruiti su due piani più un seminterrato, oltre che da una torre e da un muro di delimitazione tra il castello e la chiesa. Durante il 1400 il castello divenne probabilmente sede del Console di Giustizia di Milano e la costruzione fu restaurata e adibita in parte a servizi pubblici. Fu proprio in questo periodo che vennero affrescate le pareti del piano superiore e l’edificio venne ampliato, senza però modificare la struttura dell’impianto esistente. Nei secoli successivi la struttura centrale fu sviluppata con strutture secondarie di contorno poi riutilizzate a uso rurale. Nell’età sforzesca appartenne ai Conti Del Verme, mentre nella seconda metà del 1500 il Castello passò dalla famiglia Parravicini, vissuta durante la prima metà del XVI secolo, alla nobile famiglia dei Galimberti. Successivamente se ne appropriarono di volta in volta i nuclei familiari della borghesia locale. Si racconta che la sua costruzione sia stata voluta dal Cardinal Beltramino Parravicini, personaggio influente che fu Vescovo a Chieti, Como e Bologna. Un documento d’archivio parrocchiale riferisce della nascita di Beltramino all’interno del castello, lasciando così intuire che egli non lo abbia fondato ma restaurato e portato a splendore. La sua tomba, che si trova nella chiesa di Castiglio, è avvolta dal mistero: si dice che alla sua riapertura, nel 1941, il suo cadavere sia stato trovato intatto ma con gli abiti a brandelli e senza l’anello al dito. Ciò suscitò un forte clamore tanto che la gente pensò ad un miracolo e Beltramino fu proposto per la beatificazione.





Ivan Padelli durante la presentazione della Queen Cup al Castello di Casiglio


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Aiabo news ASSEMBLEA GENERALE AIABO Il 9 aprile scorso si è svolta l’assemblea generale degli associati AIABO. Gli argomenti all’ordine del giorno sono stati molteplici, trattati e discussi dopo aver verificato il quorum e la conseguente validità dell’assemblea: l’aggiornamento degli associati Aiabo; la relazione del bilancio consuntivo al 31 dicembre 2007 e lo stato patrimoniale; la relazione del bilancio preventivo 2008; le attività dell’associazione europea EBWA (meeting a Nizza del 26-27-28 marzo 2008, attività commissioni e comitati e decisioni del board); la presentazione della Carta dei Servizi AIABO; la normativa RAEE e la convenzione con il consorzio Certo. Si è inoltre parlato di Venditalia e dello stand istituzionale che Aiabo presenterà in Fiera; dell’identificazione merceologica dell’attività; dello status ministeriale del manuale di corretta prassi igienica; della newsletter AIABO; della modifica al contratto in essere con Ecoricerche, Societa’ di certificazione accreditata per eseguire gli audit delle Aziende associate, e della situazione relativa al superamento degli audit degli associati. L’assemblea si è poi conclusa discutendo alcuni importanti argomenti quali la proposta di modificare le quote associative a partire dal 2009, l’aggiornamento della vicenda AIABO in riferimento al DL 27/2002 e la proposta di effettuare una ricerca di mercato che riguardi specificatamente il nostro settore. La giornata è stata aperta in mattinata dal Presidente Nicola Di Paola che ha salutato tutti i presenti e ringraziato tutti gli associati, in particolare i membri del Consiglio Direttivo per la disponibilità dimostrata e il lavoro svolto negli ultimi anni. Il Vice Presidente e tesoriere Stefano Piccinini ha poi presentato il bilancio consuntivo del 2007, lo stato patrimoniale al 31/12/2007 e il bilancio preventivo del 2008, che sono stati approvati all’unanimità dall’Assemblea. Successivamente il Presidente ha relazionato i partecipanti circa gli argomenti presentati al meeting dell’EBWA a Nizza, durante il quale era stata discussa la possibilita’ del il cambio di nome dell’Associazione europea in seguito alla possibile estensione anche al settore del POU; in questa sede Di Paola aveva espresso la posizione favorevole del Cd di AIABO; al momento della votazione, 13 aziende si erano espresse a favore e 12 contro, determinando la decisione di sospendere la modifica in attesa di approfondimenti cin le Associazioni contrarie a tale decisione. Di Paola ha poi riportato in sintesi le altre attività dell’EBWA, tra cui le riunioni dei vari Comitati (education and Audit, Suppliers and trade fair, Standard and technical, bottle neck standardization, POU, Environmetal), ai quali tutti gli Associati fanno riferimento attenendosi alle decisioni dagli stessi deliberate; gli incontri con Associazioni Nazionali e le riunioni del Board composto da 25 membri (16 associazioni nazionali, 4 rappresentanti dei comitati, 5 fornitori internazionali) che approvano o meno le deliberazioni dei Comitati. I vari punti della Carta dei Servizi, unitamente ai vantaggi dell’essere membri di AIABO, sono stati illustrati dal consigliere Piergiorgio Calanchi: l’assicurazione a copertura delle aziende associate aventi sede nel territorio italiano; le convenzioni con il Consorzio Certo (Consorzio Nazionale Eco Trattamento Rifiuto Tecnologico) per lo smaltimento dei water cooler; la convenzione con Ecoricerche (accreditata presso EBWA), per la consulenza tecnica e l’audit che certifica il rispetto di definiti standard qualitativi di tutte le aziende associate; i corsi di sanificazione; il know-how garantito grazie alla rete di consulenti qualificati; il manuale di Corretta Prassi Igienica specifico del settore riconosciuto e validato dal Ministero della Salute. Si è poi discusso di IVA confermando la priorità per ogni azienda di risolvere l’annosa questione della corretta aliquota IVA da applicare, attraverso la definizione di una corretta identità merceologica dell’attività specifica riferita al nostro settore che deve essere riconosciuta dalle Camere di Commercio. Il Presidente dell’associazione greca Theodore Argyriou ha riferito che in Grecia esistono solo 3 codici identificativi per tutto il settore: uno riferito al commercio, uno all’imbottigliamento e uno alla produzione. Di Paola ha poi riportato il comunicato del Ministero della Salute, che il 27 marzo scorso ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’approvazione del “… manuale per la distribuzione di acqua in boccioni (vol.2) …” redatto da AIABO in collaborazione con CONFIDA. La parola è poi passata ad Ecoricerche, rappresentata dal suo titolare Basissi, che ha presentato gli aggiornamenti della Convezione per gli Audit, in particolare il rinnovo dei costi di trasferta e di pernottamento, che saranno equamente suddivisi tra le aziende associate indipendentemente dalla dislocazione delle loro sedi. Nella revisione della Convenzione è stata poi introdotta un’estensione ad altri servizi, fatta salva però la premessa che Ecoricerche non potrà effettuare verifiche su consulenze prestate da suo personale , nè effettuare analisi sull’ acqua degli stessi associati, salvo preventive autorizzazioni scritte dall’Associazione. Successivamente si è presentato il progetto della newsletter, che riporterà tutte le novità associative e di settore, e si è presa la decisione di inviarne una copia via mail a tutti gli iscritti. Ogni newsletter sarà sempre pubblicata in un archivio nel sito web www.aiabo.net. Il consigliere Damiano Galbiati ha poi presentato le proposte di modifica delle quote associative per l’anno 2009, votate all’unanimità dall’Assemblea, e che hanno riguardato in particolare la nessita’ di una regolarizzazione indicando il riferimento economico della sede principale dell’Azienda associata: conseguentemente le quote non saranno più calcolate sul fatturato della sede minore. Le modifiche riguarderanno anche i nuovi associati, che dovrebbero poter usufruire di quote agevolate: 300 euro per il primo anno, 600 euro per il secondo anno e a regime normale dal terzo anno, con obbligo di audit pagato per intero dal primo anno. Ulteriori modifiche proposte dal consigliere sono state una riduzione del 50% per le Aziende facenti parti di un gruppo già associato, che volessero iscriversi autonomamente, l’aumento di 100 euro delle quote attuali e il rispetto delle scadenze. L’Associazione ha proposto di incrementare ulteriormente i servizi con consulenti aziendali a supporto e vantaggio dei soci anche in materia di 626 e HACCP e di proporre un sito internet sempre più vivace, con la pubblicazione di un elenco di fornitori di prodotti per il settore. Di Paola ha infine riassunto tutto l’iter burocratico che l’Associazione ha seguito per il DL n.27 del 2 febbraio 2002, che può essere visionato anche sul sito. D.A.ITALIA 36




Le nostre recensioni: BEVERFOOD: NUOVO ANNUARIO SETTORIALE COFFITALIA® 2008

attuali presidenti, mentre Sabrina Marin ci conduce alla scoperta delle fascinose macchine del caffè della collezione Enrico Maltoni. La sezione si conclude con un’ampia Galleria sugli annunci pubblicitari (56) delle principali imprese del caffè al fine di dare un’idea concreta su come viene sviluppata l’immagine del caffè in Italia e sui vari posizionamenti scelti dalle imprese. Segue la SEZIONE TORREFATTTORI (oltre 200 pp), che, regione per regione, mette a fuoco oltre 600 produttori italiani di caffè (l’85% del totale universo delle torrefazioni esistenti, pari al 95% del giro d’affari totale del settore), con le schede informative essenziali su società e prodotti, con maggiore o minore ampiezza in funzione delle dimensioni delle società e delle informazioni raccolte e fornite dalle aziende stesse. È la prima volta che viene fornita una panoramica così ampia del mondo della torrefazione in Italia.

Con 2.600 milioni di euro di fatturato dei produttori, di cui oltre 600 ottenuti dall’esportazione, 700 aziende impegnate nella torrefazione e circa 7.000 addetti specifici, il settore del caffè è uno dei più dinamici e importanti dell’industria food & beverage del nostro paese. Ad esso va anche riconosciuto il merito di aver conquistato con il caffè espresso all’italiana e con le relative macchine da caffè un ruolo di grande prestigio nel mercato internazionale; non a caso oggi tutta una serie di termini italiani (espresso, cappuccino, barista, ecc.) sono diventati parte della lingua internazionale. Era quindi doveroso dedicare un annuario a questo settore al fine di mettere in evidenza con completezza e precisione i vari aspetti ed i vari soggetti portanti di questo business, di cui l’Italia può sentirsi molto orgogliosa. COFFITALIA® 2008, il nuovo annuario dedicato al settore del caffè in Italia, appena edito dalla società editoriale Beverfood, ricostruisce e aggiorna l’intera mappa settoriale con riferimento a: mercati e quadro competitivo, prodotti, comunicazione, torrefattori, operatori del coffee trading, produttori di macchine del caffè e distributori automatici, fornitori di impianti e macchinari per la torrefazione, fornitori di packaging, fornitori di materiali per i punti di vendita, fornitori di servizi, aziende di gestione del vending, associazioni, ecc. La SEZIONE MERCATI & PRODOTTI (circa 100 persone) si apre con un servizio di Giada Giupponi sul business internazionale del caffè, fornendo un quadro essenziale degli aspetti relativi a produzione di caffè verde, esportazioni e importazioni, consumi, dinamiche prezzi e player internazionali. Segue il Profilo del Mercato Italiano del Caffè, curato da P. Muraca, con una panoramica sulle importazioni, la produzione le esportazioni, i consumi, i canali di vendita ed il quadro competitivo. Questa sezione ospita anche dei servizi speciali di Gianni Pistrini sulla Geografia del Caffè, di Luigi Odello sull’Analisi Sensoriale del Caffè Espresso e della Nutrition Foundation of Italy su Caffè e Salute, con una rassegna completa di studi e ricerche nell’ultimo biennio 2006-07. Max Fabian e Vicenzo Sandaly presentano rispettivamente SCAE e Associazione Caffè Trieste di cui sono

Una terza sezione (oltre 60 persone) è dedicata a tutte le aziende che svolgono un ruolo di fornitura di beni e servizi all’attività di produzione, distribuzione e vendita del caffè. La SEZIONE FORNITORI SPECIALIZZATI, mette a rubrica ca. 400 aziende fornitrici, con riguardo ai seguenti segmenti di attività; operatori del coffee trading, produttori di macchine del caffè e della distribuzione automatica, fornitori di macchine e impianti per la torrefazione, fornitori di packaging, fornitori di materiali e supporti per la vendita e somministrazione del caffè, fornitori di servizi vari. Una quarta sezione è dedicata al VENDING, che, come noto, ha il proprio core business (2/3 del totale giro d’affari) nel servizio del caffè e altre bevande calde. Dopo un’introduzione storica e istituzionale di Vincenzo Scrigna, presidente di Confida (l’Associazione della Distribuzione Automatica in Italia), segue la rubrica, articolata regione per regione di oltre 550 aziende di gestione di distributori automatici. L’Annuario si conclude con la solita SEZIONE PER SAPERNE DI PIU’, che mette in rassegna tutti gli enti e associazioni, nazionali e internazionali, in qualche modo collegati con il mondo del caffè e del vending (una sessantina in tutto), oltre alle testate appartenente alla stampa specializzata che si occupa del mondo del caffè. L’annuario si chiude con degli utilissimi indici sitografici (produttori, fornitori specializzati, aziende del vending) per consentire al lettore di individuare immediatamente le fonti informative originarie di tutti gli operatori del settore, a cui risalire per ottenere ulteriori informazioni. COFFITALIA®, per la completezza delle informazioni riportate rappresenta un punto di riferimento fondamentale ed un prezioso strumento di consultazione per tutti coloro che vogliono operare con consapevolezza nel settore e che comunque vogliono documentarsi sul complesso ma affascinante mondo del caffè, su cui l’Italia gioca un ruolo di primo piano nello scacchiere internazionale. È possibile consultare l’indice completo e analitico dell’annuario sul portale www.beverfood.com. L’annuario può essere ordinato on line o rivolgendosi direttamente all’azienda mail@beverfood.com

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novità nel vending POESIE IN CHICCHI: UN CONCORSO TRA I DETENUTI Le sue origini leggendarie ma soprattutto il suo aroma sublime sono vera poesia per molti: perché allora non sbizzarrirsi e buttare su carta poesie, pensieri, massime o aforismi dedicati al caffè? Ci ha pensato l’associazione non profit èvita con “Poesie in chicchi”, un concorso poetico che ha come tema proprio la bevanda più amata dagli italiani. L’iniziativa ha finalità solidali ed è destinata in particolare ai detenuti, i quali devono inventare e scrivere i loro elaborati dedicati al caffè sulle 120 mila cartoline inviate in tutti i penitenziari d’Italia. Le più belle composizioni, giudicate e scelte da un'apposita commissione di cui faranno parte anche alcuni personaggi dello spettacolo e dello sport, verranno in seguito raccolte e pubblicate in un grazioso libretto sul caffè. Scopo dell’associazione è quello poi di poter a vendere il volumetto su tutto il territorio nazionale, per raccogliere fondi che verranno devoluti a Enti di beneficenza in favore di bambini bisognosi. èvita sta anche cercando partner che vogliano collaborare alla realizzazione del progetto, che ha già ottenuto l'approvazione del Ministero della Giustizia, attraverso alcune sponsorizzazioni (hanno già aderito: Necta - attraverso Automatic s.n.c – e il Gruppo illiria). Il logo di chi vorrà sostenere l’associazione apparirà su tutte le migliaia di cartoline stampate e fatte circolare presso i penitenziari.

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CAFFÈ NEWS TriestEspresso Expo 2008

È grande attesa per la fiera biennale TriestEspresso Expo, che Fiera Trieste Spa organizzerà, nel comprensorio fieristico del capoluogo friulano dal 12 al 15 novembre di quest’anno, in collaborazione con l’Associazione Caffè Trieste. L’appuntamento, ormai diventato punto di riferimento mondiale per tutti i soggetti della filiera e che ha ricevuto la qualifica di “Internazionale”, è stato letteralmente preso d’assalto dai maggiori produttori europei che hanno già occupato gli oltre 5.500 mq dei piani terra dei padiglioni fieristici (il totale delle aree è di 8.000 mq). Non è un caso che nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia si sia sviluppato questo settore: nel solo territorio provinciale il comparto fattura quasi 500 milioni di euro. A Trieste sono insediate 54 unità locali che danno lavoro a oltre 800 persone. Il porto è il primo scalo del Mediterraneo con un traffico di caffé che comprende ben il 15% dell’intera filiera nazionale. Proprio a Trieste, “città cerniera” con l’Est Europa, si è realizzato il Distretto del Caffè che, grazie alla sua vetrina più illustre rappresentata dal TriestEspresso Expo, vuole far conoscere i propri obiettivi: progetti innovativi realizzati attraverso la collaborazione tra caffé e ricerca e portati avanti con l’Università di Trieste e le diverse realtà scientifiche giuliane, che contribuiscono a sviluppare gli aspetti legati alla logistica e ai traffici portuali. L’edizione 2008 del TriestEspresso Expo si aprirà il 12 novembre alla Stazione Marittima con un convegno sul tema “Il mercato mondiale ed il futuro della produzione caffeicola”, che vedrà la partecipazione dei più importanti produttori di caffè verde e illustri relatori. Nel 2007 le importazioni italiane di caffè sono ammontate a 7.402.301 sacchi, con un incremento del 6,78% rispetto al 2006. Sempre l’anno scorso le esportazioni di caffè tostato sono state di 1.935.035 sacchi, con un incremento

del 11,23% sull’anno precedente. Se si considera che nel 2000 le esportazioni di tostato erano di 987.000 sacchi circa, si è registrato un raddoppio in soli sette anni. Per quanto riguarda gli sdoganamenti del chicco nero, nel 2007 il porto di Trieste è risultato il primo tra gli scali italiani con il 27,16%, seguito da Savona con il 25,67% e da Genova con il 14,84%. Le giacenze nel Porto di Trieste a fine febbraio 2008 ammontavano a 1.139.537 sacchi (da 60Kg), di cui 233.875 sacchi di Arabica naturali e 72.121 di Altri Dolci e 833.541 sacchi di Robusta. (dati Comitato Italiano Caffè ndr).

Rancilio: acquisita la quota di maggioranza di Egro Coffee Systems Rancilio spa ha acquistato, lo scorso 5 giugno, il 53% della società svizzera Egro Coffee Systems AG, storico marchio del comparto delle superautomatiche per bar. L’azienda deteneva già il 25% del capitale, arrivando ora così a controllare la società residente a Niederrohrdorf, nei pressi di Zurigo, con il 78%. Nuovo direttore di Egro Coffee Systems è Giorgio Rancilio, presidente e CEO di Rancilio, mentre al figlio Luca è stata conferita la carica di CFO (Chief Financial Officer). Il marchio Egro e la società sono state costituite nel lontano 1849 da Castor Egloff che, nel 1972, ha sviluppato e prodotto su un primo modello del 1934 “Mikado”, la prima macchina da caffè superautomatica professionale mai realizzata al mondo. La società, che nel 2007 vantava un giro d’affari di 26 milioni di franchi svizzeri e 80 dipendenti, attualmente dispone di una filiale commerciale in Svizzera, una in Germania e un ufficio commerciale a Hong Kong. Il gruppo Rancilio pertanto può ora contare su molteplici sedi produttive e commerciali nel mondo e, di conseguenza, sulla possibilità di fare ricerca su ogni fronte tecnologico e avere relazioni e partnership worldwide. Sin da subito, i risultati consolidati attestano il gruppo quale leader del canale Ho.Re.Ca. e nel segmento delle macchine per caffè professionali, con un volume di ricavi superiore a 60 milioni di euro. Per il presidente del gruppo, Giorgio

Rancilio, “questo evento rappresenta una tappa fondamentale nel processo di crescita e sviluppo della società: la strada da percorrere è ancora lunga, ma possiamo dire con serenità e fiducia che l’impegno e il lavoro di tutte le donne e gli uomini impegnati da sempre per i marchi Rancilio ed Egro sono la certezza su cui desideriamo costruire il nostro futuro”.

L’aroma del caffè attiva i geni del risveglio Le narici di quale italiano non amano essere pervase al mattino dal piacevole aroma del caffè? Un piacere irresistibile che può contribuire al risveglio quasi come sorseggiare effettivamente la bevanda. La scoperta però viene dal Giappone: secondo Yoshinori Masuo del National Institute of Advanced Industrial Science and Technology di Tsukuba, infatti, l'aroma è in grado di attivare nel Dna dei topi (che è quasi del tutto simile a quello umano) gran parte di quegli stessi geni accesi dalla bevanda, probabilmente importanti per il risveglio. "E' la prima volta - scrivono gli autori del lavoro nel loro articolo pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry - che si trovano indizi di un effetto anti-stress dell'aroma del caffé e anche di un suo potenziale effetto antiossidante". Gli esperti hanno studiato gruppi di topolini: alcuni dormivano normalmente, mentre ad altri veniva negata una notte di sonno e parte di questi era esposta all'aroma del caffé. Guardando all'attività di numerosi geni, gli scienziati hanno in primis dimostrato che la carenza di sonno ne “scombussola” l'attività di almeno 13 importanti per la funzione cerebrale. Poi, confrontando i topolini assonnati che avevano odorato l’aroma di caffè e quelli che invece avevano dormito, i ricercatori hanno notato che nei primi l'attività dei geni 'spenti' dal sonno riprendeva a livelli quasi fisiologici, in particolare quella di GIR, gene coinvolto nel controllo neuro-endocrino, e di NFGR, che controlla lo stress ossidativo.

ERRATA CORRIGE - COGES - D.A. ITALIA N°28 Ci scusiamo con Coges e con i nostri lettori per un’imprecisione pubblicata nel numero 28 all’interno dell’articolo: Coges presenta il vending del futuro (pag. 41). L’intervista realizzata all’interno dello stand di Coges a Venditalia 2008 è stata rilasciata da Marco Adriani, mentre in un punto dell’articolo viene erroneamente citato Marco Sandro. D.A.ITALIA 42


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EVA news

Payment systems: talking about a revolution? New methods of payment have been around for more than 40 years, and the so-called “payment revolution” has been signalled a number of times without ever actually materializing. There is a lack of clarity in the current situation where, on the one hand, plastic payment is well established and newer forms of payment are being developed and tested, and, on the other hand, the demand for cash has never been as high, and is still growing. Against this background, it is difficult for companies, such as vending operators, to develop strategies on the forms of payment they should adopt, and which ones they should abandon. The EVA will be trying to shed some light or at least ask the right questions – for want of definite answers – at its upcoming conference on 11-12 September in Brussels. So what’s the situation of payment today and what can we say about its possible development tomorrow? As indicated in a recently published study on “The Future of Cash” (published by Agis Consulting and jointly sponsored by SCAN COIN and Innovia Films), there has never been so much cash around in Europe. In the euro area, cash has grown by 175% in six years of euro circulation, and cash in circulation accounts for 8% of the GDP (up from 4% in 2002). Cash is the most widely used payment instrument, as 8 out of 10 transactions in the euro area today are made in cash. Why such growth? The study goes on to illustrate that 3 factors can explain this phenomenon: Hoarding: only a small portion of cash in circulation is actually used in transactions International use of the euro by non-residents, as the euro has grown into becoming the second global currency after the US Dollar Low-value transactions for which cash remains the most efficient and convenient tool for small payment Cash is, nevertheless, being challenged by “new” payment instruments, and has been for quite a while, with attempts to replace it by prepaid cards and electronic wallets. These attempts have not yet succeeded on a large scale and success stories are limited to certain segments or geographical areas, for example mass transit cards in Asia (Singapore, Japan and Hong Kong). However, to this date, no payment tool can be realistically presented as a genuine threat to cash in the short to medium term. Nevertheless, payment providers, such as VISA and MasterCard, have developed better and more user-friendly electronic payment tools, which they are willing to impose as alternatives to cash for low value payment (branded respectively as Visa Wave and Paypass). Will they succeed and how fast is the million euro question. Experience has shown that consumers are slow in changing their behavior, but with technosavvy young consumers who can’t live without their mobile phones mp3’s and laptops or palmtops, we should be on the lookout for future developments. What does this all mean for the vending industry? There is no simple answer, because the interests are not necessarily the same: Operators want cheap, efficient and reliable solutions. So far, this has meant a single form of payment, most often coins in public sites, and coins or tokens or proprietary cashless in closed sites; Payment systems providers want efficient, reliable and secure products, and of course they want to sell their up-to-date, sophisticated payment

management tools to a thriving vending industry. Reliability and security is becoming quite a challenge in the Euro area, particularly with coins, with potentially 27 euro area countries, at least as many Mints, national sides, commemorative coins, etc. Card providers want to find the right model that is at least as attractive as cash, which means that ideally it should be as universal, safe and anonymous as cash. This is also a challenge as fraud is an issue, and what’s more consumers don’t like their personal details to be gathered and shared by commercial or public entities. Consumers want convenience, speed, security, and acceptance of whatever it is they carry in their pocket. In this context, it is interesting to take a look at how similar industries transact. Both attended and unattended points of sale generally accept at least 2 or more forms of payment. Compared to these, vending has poor acceptance of more than one, generally coins. Naturally this is due to both the currency situation (the Euro has many coins, including high value coins like the 1 and 2?), and the fact that vending is still a relatively low transaction value environment. But this too may change in the future. Higher value products are being tested in vending and hopefully the average price for great quality products should also increase. Should vending then start thinking about broadening the forms of payment it accepts? In public vending in Italy, for example, it is quite common to accept banknotes and provide change. As public vending increases, this should be taken into account by operators, alongside with any challenges that this may entail. What about cards? Should vending accept debit cards, or credit cards, or both? In some airports this is already the case, as travellers often won’t have the right change on hand to buy from the machine. How about the newer cards, i.e. the tap and go cards developed by VISA and MasterCard? These are certainly more convenient than their predecessors and are better adapted to an unattended environment, as these no longer require the machine to be on line, have a lengthy authorization process or transaction time. Whenever these electronic payment tools would be integrated into vending, would it not then be appropriate to think of added plug-in functionalities, such as telemetry and the back-office management tools that they offer? Might this offer a more attractive experience to the consumer and at the same time boost the image of vending? We are all consumers. Wouldn’t giving more than one alternative for payment meet with the consumer’s approval? And what is the actual percentage of lost sales for not providing these alternatives? Or, in other words, what is the percentage of increased sales that could be made by offering more than one form of payment? Beyond these questions, what forms of payment will be developed tomorrow and into the future? Will biometrics be developed to the point that it becomes the payment tool we always carry with us? From eye verification to fingertip; which part of our body will become tomorrow’s coin and note alternative? The EVA will tackle all these questions at its conference on 12 September, preceded by a networking cocktail on 11 September. For more information and on-line registration, visit: www.vending-europe.eu

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lavor o e i m p r e s a n e w s a cura di Massimo Brisciani, Consulente del Lavoro RETRIBUZIONE UTILE AI FINI DEL TFR E CONTRIBUTI ALLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE La retribuzione utile al calcolo del TFR è argomento di rinnovato interesse da quando con la riforma della previdenza complementare il trattamento è divenuto la principale fonte di finanziamento della previdenza integrativa. Di grande rilievo è poi la questione se alla retribuzione utile debbano concorrere o meno i contributi versati dal datore di lavoro alla previdenza complementare, dopo che il Ministero del lavoro ha chiarito la natura di tali oneri in un recente intervento di risposta ad interpello (n. 11/2008). GLI ELEMENTI DI PAGA DA CONSIDERARE I criteri di determinazione della base di computo del trattamento di fine rapporto sono dettati dai primi tre commi dall’art.2120 c.c. Il primo comma ha fissato la regola di calcolo del TFR, generale e inderogabile dalla contrattazione collettiva o individuale, stabilendo che per ciascun anno di calendario venga accantonata una quota pari alla retribuzione complessivamente percepita divisa per 13,5. La quota di calcolo individuata dalla legge pari a 13,5 non può essere modificata né in diminuzione né in aumento. Il secondo comma individua "la retribuzione annuale" su cui calcolare il TFR in "tutte le somme, compreso l’equivalente delle prestazioni in natura, corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non occasionale e con esclusione di quanto è corrisposto a titolo di rimborso spese". Il principio di omnicomprensività degli emolumenti adottato dal secondo comma dell’art.2120 c.c. è derogabile dalla contrattazione collettiva, che può escludere o inserire determinati istituti dalla base di calcolo del TFR. Sono in ogni caso esclusi per legge dalla retribuzione annua utile i rimborsi per spese di lavoro. La retribuzione annua accantonabile corrisponde dunque a quella di competenza dell’anno, costituita da tutti i compensi divenuti liquidi ed esigibili nell’anno medesimo, anche se corrisposti successivamente. D.A.ITALIA 46

Concetto di non occasionalità Il carattere non occasionale degli elementi di retribuzione annua da considerare ai fini del calcolo del TFR, secondo l’orientamento consolidato della giurisprudenza, attiene alla “qualità” e al titolo delle erogazioni. In altri termini è irrilevante la ripetitività, regolare e continua, e la frequenza delle prestazioni e dei relativi compensi. Devono computarsi nella retribuzione utile tutti gli emolumenti riferiti ad eventi collegati al rapporto lavorativo o connessi alla particolare organizzazione del lavoro o in diretta dipendenza con le mansioni stabilmente svolte dal lavoratore in seno all'azienda. Si devono escludere solo i compensi sporadici ed occasionali, cioè quelli collegati a ragioni aziendali del tutto imprevedibili e fortuite. Così, ad esempio, la Cassazione ha escluso dal computo le somme erogate una tantum a titolo di liberalità, non collegate al rendimento del lavoratore o all'andamento aziendale. Retribuzione variabile La natura non occasionale dei compensi variabili, quali ad esempio il compenso per lavoro straordinario e i premi, determina la loro inclusione nella retribuzione utile. Il compenso per lavoro straordinario va escluso dalla retribuzione utile per il TFR solo se erogato per prestazioni a carattere saltuario, legate ai c.d. “picchi anomali” (Cass. 26 maggio 2004 n. 10172). Ai fini dell’inclusione è sufficiente che il compenso sia riconosciuto per prestazioni espletate con frequenza, ma non necessariamente con periodicità assoluta, connesse alla particolare organizzazione del lavoro (Cass. 5 febbraio 1994 n. 1202). Vanno inclusi i compensi corrisposti in modo forfettizzato o a cadenza fissa dal datore di lavoro a titolo di maggiorazione per il lavoro straordinario. Da includere sono anche i compensi per lavoro notturno che, in genere dipendono dalla normale programmazione per turni dell’attività aziendale (Cass. 13 agosto 2001, n. 11078). Il riferimento più sicuro per queste

voci è sempre la contrattazione collettiva, che stabilisce a volte l’esclusione del compenso dalla base di calcolo oppure afferma –con lo stesso effetto pratico– che le maggiorazioni per lavoro straordinario e notturno sono state determinate tenendo conto dell’incidenza sul TFR. Queste clausole sono legittime proprio in forza dell’autonomia riservata alla contrattazione collettiva dall’art. 2120 c.c. Anche per i premi in via generale si può affermare la loro inclusione nella retribuzione utile, si tratti di gratifiche collettive o dei c.d. bonus o premi di risultato ad personam. Contributi ai fondi di previdenza complementare e base di calcolo del TFR Le quote contributive del datore di lavoro alla previdenza complementare non hanno natura di retribuzione e quindi non entrano nella base di calcolo del trattamento di fine rapporto. 1) Lo stabilisce in primo luogo la Corte Costituzionale, la quale ha più volte affermato che i versamenti ai fondi pensione non sono emolumenti retributivi ma sono strutturalmente contributi con funzione e natura previdenziale (v. Corte Cost. 8 settembre 1995, n. 421; v. anche Corte Cost. 8 giugno 2000, n. 178; Corte Cost. 16 aprile 2002, n. 121). 2) La contribuzione del datore di lavoro ai fondi di previdenza complementare, inoltre, non è sempre dovuta: l’obbligo di versamento scatta solo se si verifica la duplice condizione: - che il lavoratore aderisca al fondo di categoria istituito dal contratto collettivo - che il datore di lavoro applichi quel contratto collettivo, per espresso rinvio contenuto nel contratto individuale, per appartenenza all’organizzazione che lo ha stipulato, oppure per applicazione di fatto della relativa disciplina. Negli altri casi, cioè se il lavoratore non aderisce ad alcuna forma di previdenza complementare oppure aderisce ad un fondo diverso da quello categoriale, la contribuzione del

datore di lavoro non è dovuta. È evidente che se le quote aziendale di contribuzione alla previdenza complementare entrassero nella base di calcolo del TFR si determinerebbe un ingiustificato vantaggio a favore dei lavoratori che aderiscono al fondo chiuso rispetto agli altri. 3) La legge prevede la possibilità di destinare gli accantonamenti per il trattamento di fine rapporto al finanziamento della previdenza complementare: è evidente che se il TFR versato al fondo pensione fosse considerato utile ai fini del calcolo del TFR stesso, si determinerebbe un circolo vizioso tale da moltiplicare in modo irrazionale la base di calcolo dell’istituto. 4) L’art. 2120 c.c. comprende come nel calcolo del TFR tutte le erogazioni che sono state effettivamente corrisposte al lavoratore, mentre l’obbligazione del datore di lavoro verso il finanziamento della previdenza complementare comporta, nel corso dell’anno, una erogazione non a favore dei lavoratori interessati bensì al fondo pensione di riferimento. Per questi motivi non può affermarsi che le quote contributive del datore di lavoro alla previdenza complementare costituiscono retribuzione utile per il calcolo del TFR. Anche il Ministero del Lavoro si è espresso di recente sul punto, rispondendo ad un interpello del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro (Risp. Interpello n.11/2008). Il Ministero ha affermato che le quote datoriali alla previdenza complementare hanno la speciale natura di retribuzione differita con funzione previdenziale, che non rientra nella retribuzione garantita sancita dall’art.36 della Costituzione, ma va piuttosto collegata alla funzione previdenziale dell’art.38, c.2, della Carta. Ma ciò non significa affatto che dette quote entrino nella base di calcolo del TFR. Del resto non si può forse affermare che lo stesso TFR rappresenta oggi una forma di retribuzione differita con funzione previdenziale? E va da sé che il TFR non genera TFR.


Hostelco 2008: ad ottobre la prossima edizione del XIV Salone Internazionale Ho.Re.Ca.

Si terrà dal 17 al 21 ottobre 2008 la prossima edizione di Hostelco, che riunirà tutto il settore della distribuzione automatica all’interno dello spazio Intervending. Nella splendida cornice di una città giovane e cosmopolita come Barcellona, verranno presentate macchine distributrici di bevande calde e fredde, prodotti alimentari e non, oltre a distributori per l’acqua e nuove tecnologie quali macchine cambiasoldi, sistemi di sicurezza, informatica e telefonia, minivending, attrezzature, servizi e materiali per gli operatori (componenti, ricambi e prodotti di vario tipo). Oltre 2.300 saranno gli espositori, tra diretti e rappresentati, riuniti all’interno del quartiere fieristico di Montjuic, completamente dedicato all’offerta commerciale e alle attività collaterali, mentre sono attesi oltre 100.000 visitatori professionali. Un’intera area sarà totalmente dedicata alle ultime tendenze, con novità inedite sul mercato spagnolo ed europeo. Non mancheranno inoltre giornate tecniche e incontri professionali dove si discuterà delle strategie di marketing per i punti vendita e di altri temi chiave. I dati relativi alle edizioni di Hostelco fino a oggi parlano in media di 98.000 visitatori tra professionisti della ristorazione, delle collettività, dell’industria alberghiera e di tutti gli altri ambiti chiave per la sua crescita. Cifre significative, che rendono il salone il luogo ideale per la promozione del mercato e che lo confermano come evento leader del settore in Spagna e secondo più importante in Europa. Organizzato da Fiera di Barcellona e Felac – Federazione Spagnola delle Associazioni dei Produttori di Macchinari per l’ospitalità, Collettività ed Industrie Affini – Hostelco presenterà la più ampia offerta in fatto di attrezzature e macchinari per l’ospitalità e la ristorazione, articoli da tavola e forniture alberghiere, programmi di gestione e controllo, uniformi e biancheria, arredo e decorazione. Darà inoltre particolare rilievo a quattro settori: Areacafè, con l’offerta più completa di prodotti e servizi; Expolimp, dedicato alla pulizia professionale; Food Service, alimenti per il canale Ho.Re.Ca. e Intervending, con le proposte più innovative della distribuzione automatica. A quattro mesi dall’inizio del salone si è registrato un aumento degli spazi espositivi dell’8% rispetto alla stessa data nel 2006. Hostelco pertanto ha aperto per la prima volta il secondo piano del padiglione n.2 e ha allargato l’esposizione nell’Avenida Ma Cristina. Per agevolare la mobilità all’interno del quartiere fieristico ci sarà un servizio di shuttle interno a disposizione dei visitatori. La scorsa edizione del 2006, che coincise con il 25° anniversario di Hostelco, si concluse con successo pieno: 2.300 aziende espositrici su una superficie di 62.000 mq nel quartiere fieristico di Montjuic. L’80% degli espositori proveniva dalla Spagna e il rimanente 20% da 40 nazioni con in testa l’Italia seguita da Portogallo e Francia. Il 10% dei 98.000 visitatori era straniero, proveniente da 104 paesi. Il 79,5% era proveniente dall’Unione Europea con la Francia al primo posto, seguita da Portogallo, Italia, Regno Unito e Germania. Secondo gli esperti, il vending di prodotti alimentari è cresciuto seguendo due direttrici principali: il vending privato, all’interno di strutture aziendali o di altre collettività, con macchine per il caffè e per la distribuzione di bevande fredde (in lattina), snack, prodotti al cioccolato e il vending pubblico, situato in strada, nelle stazioni della metropolitana, aeroporti, e che offre una più ampia gamma di prodotti. Se il vending privato evolve in maniera simile in tutti gli stati, il vending pubblico presenta grandi differenze. Il Giappone, ad esempio, è in testa alla classifica per macchine distributrici per numero di abitanti, che vendono anche la prelibata carne di Kobe, mentre in Russia ci sono macchine distributrici di caviale. In Spagna ci sono circa 7 macchine per ogni 1.000 abitanti, con una concentrazione maggiore nel Nord del Paese, dove si moltiplicano le aree di vending pubblico e le macchine collocate nelle vetrine dei negozi. Grazie all’evoluzione tenologica, questi distributori possono servire alimenti elaborati come hamburger, hot dog, mini pizze e panini. Tra le novità di Hostelco 2008 segnaliamo anche Hotel Universe, uno spazio di 600 mq dove saranno presentate le ultime tendenze nel mondo in fatto di ospitalità. Hotel Universe sarà diviso in 7 aree tematiche: l’Arte del recibir, dove sarà ricreata la reception di un hotel di gran lusso; Todos con la Naturalezza, dedicata alla protezione del paesaggio e alla sostenibilità; Sensaciones, con le proposte del wellness; Hablemos, uno spazio per dibattere sul futuro del settore; La huella del viajero, che mostrerà tramite un video le ultimissime novità dell’industria dell’ospitalità dai 5 continenti e una proposta di un hotel dell’anno 2050; Oi Gus, una zona gastronomica per i gourmet più esigenti; Intimidad, allestita con due suites e una camera low cost dotate delle soluzioni tecnologiche di ultima generazione. D.A.ITALIA 47


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