D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA novembre 2009 N¡ 41
mercato del vending: torrefattori Ð illy necta tour intervista con Paolo Paris Parivend eventi: SADAF Ð Convegno Sturziano Ð SATRO Ð 3¡ Consumer e Retail Summit Ð HOST novitˆ del vending: Riso Scotti Snack Ð Noberasco al fianco di Conserve Italia Ð Brita recensioni Ð Ò Faema Espresso 1945-2010Ó EVA News fisco news: lo scudo fiscale
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EDITORIALE
Il settore bambino
Il settore del vending è giovane. Se lo sento un’altra volta sto male. Cos’abbia di giovane questo settore ancora non riesco a capirlo. Nel 1953 arrivano a Milano i primi distributori di Coca Cola. Nel 1963 esce la E61 (caffè espresso). Nel 1968 il primo distributore di snack. La grande distribuzione organizzata (GDO) è più giovane di noi. Nel 1957 apre a Milano il primo punto vendita in Italia di una catena di GDO. Nel 1964 apre a Dalmine il primo Cash and Carry. Nel 1972 apre a Carugate il primo ipermercato italiano. Nel 1992 apre il primo discount. Se pensiamo alla storia evolutiva di questi due canali distributivi, qualche considerazione critica bisognerà pur farla. È giovane perché ha dimostrato di avere una continua adattabilità all’ambiente circostante mantenendo la freschezza dei nuovi trend di mercato? Non credo, visto che il caffè è a 500 lire da 20 anni e che gestire nuovi prodotti è spesso vissuto più come un fastidio che un’opportunità. Se si potesse ancora riempire un Fiorino con 200 chili di caffè e andare a fare il giro senza tanti grilli per la testa, in molti sarebbero perfino contenti. È giovane perché profondamente legato all’innovazione di prodotto, di processo o di servizio? Purtroppo no, perché i progressi compiuti nell’innovazione non possono far dimenticare che ogni anno vengono presentati sul mercato dei prodotti che non hanno ancora risolto evidenti problemi tecnici. È giovane perché ha investito in nuovi manager preparati ad affrontare le peculiarità del settore o perché si è fatto promotore di specifici corsi universitari che consentono un efficace ricambio di personale qualificato? Assolutamente no, anzi siamo parecchio indietro su queste importanti tematiche. È giovane perché è dominato dalle nuove generazioni? Ancora una volta no, e quando i padri fondatori lasceranno le loro imprese, saranno in pochi ad avere la possibilità di gestire degnamente la loro eredità. Allora alla fine viene spontaneo credere che ci sia stato un malinteso di fondo e che il vending non sia un settore giovane ma un settore bambino, perché spesso fa i capricci, è disubbidiente e fa fatica a seguire le regole, fa finta di ascoltare i professori e poi continua a comportarsi male, cerca di ottenere più possibile dalla mamma e poi nasconde le monete del resto. I suoi operatori si fanno continuamente i dispetti, anche quando non serve, e spesso si riuniscono in piccoli gruppi per non far giocare gli altri. Quindi prima della qualità, dell’innovazione, delle certificazioni, dei programmi di sviluppo e della nascita di importanti progetti futuri, bisogna innanzitutto maturare a tutti i livelli. Nel vending, più che in altri canali distributivi, serve la professionalità, una formazione seria e continua, un ricambio generazionale, una classe dirigenziale preparata, l’abbandono dei personalismi e l’affermazione della meritocrazia. Il punto chiave è sempre lo stesso: prima di iniziare a sviluppare un business o addirittura di nobilitare un settore, servono gli uomini.
Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. (San Paolo - Prima lettera ai Corinzi) Alessandro Fontana
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4 1 numero Numero 41 – Novembre 2009 Direttore Responsabile Alessandro Fontana Condirettore Orsola Mallozzi Progetto grafico e impaginazione Andrea Lottero Ufficio Commerciale Daniela Biscotti Hanno collaborato: Noemi Margaroli e Luca Mariotti Stampa Lasergrafica Polver srl D.A.Italia – Il periodico della distribuzione automatica Pubblicazione iscritta al Tribunale di Milano, numero di registrazione 177 del 22 marzo 2004 Iscrizione al R.O.C.: 11412 Periodicità: mensile Editore: ART&WORKS Srl Viale Lodovico Scarampo 41 - 20148 Milano P.IVA/C.F. 04234310961 Tel +39 02 48958566 Fax +39 02 89694472 Ufficio commerciale: commerciale@daitalia.it Web: www.daitalia.it Posta elettronica: info@daitalia.it Abbonamenti: abbonamenti@daitalia.it La riproduzione totale o parziale delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su D.A. Italia è permessa solo se autorizzata dalla Direzione. La Direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari.
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EDITORIALE Il settore bambino
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MERCATO DEL VENDING - torrefattori Illy – Un simbolo di qualità per una pausa caffè che migliora l’ufficio
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MERCATO DEL VENDING - speciale necta Il Tour Necta fa tappa in Toscana - Intervista con Paolo Paris
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SPECIALE EVENTI: SADAF, 40 anni di lavoro e passione per 1 minuto di relax Convegno Internazionale Sturziano 3° Consumer e Retail Summit SATRO, 75 anni di professionalità e dedizione al lavoro HOST 2009
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NOVITÀ DEL VENDING Riso Scotti Snack: naturalmente sani e realmente buoni La frutta a portata di mano: Noberasco nel vending al fianco di Conserve Italia Brita, novità in tema di filtri Il Vending nell’alta moda accanto a Calze Gallo
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LE NOSTRE RECENSIONI “Faema Espresso 1945-2010”: il nuovo libro di Enrico Maltoni
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IL MERCATO DEL VENDING ILLy – uN SIMbOLO DI quALITÀ PER uNA PAuSA CAFFè ChE MIGLIORA L’uFFICIO
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[torrefattori]
Fondata nel 1933 dall’ungherese Francesco Illy, illycaffè produce e vende in tutto il mondo un unico blend di caffè di alta qualità composto da nove tipi di pura Arabica. Dall’equilibrio di questi ingredienti provenienti da Sud America, America Centrale, India e Africa nasce l‘inconfondibile gusto illy, sempre costante in ogni tazzina e in qualsiasi parte del mondo. La sede della società è a Trieste che, grazie a illycaffè, si afferma come unica città al mondo in cui è presente l’intera filiera della produzione del caffè e con i più importanti laboratori di studio e di sperimentazione. L’azienda, guidata dalla terza generazione della famiglia Illy, persegue rotta verso l’internazionalizzazione, innovando i processi, la cultura e la ricerca della qualità. La passione per la scienza e la tecnologia percorre tutta la storia di illycaffè contribuendo alla sua crescita e al successo che le ha permesso di raggiungere con le esportazioni un giro d’affari pari al 54% delle vendite totali. L’Università del caffè, nata a Napoli nel 1999 e trasferitasi a Trieste nel 2002, è il centro di eccellenza creato da illy per promuovere e divulgare nel mondo la cultura del caffè di qualità attraverso specifiche attività teoriche e pratiche. Vanta altre quattordici sedi fuori dall’Italia. illy mira a realizzare il migliore caffè che la natura possa offrire, esaltato dalle più moderne tecnologie, nonché dall’emozione e dal coinvolgimento intellettuale. Il suo valore guida è la ricerca della perfezione, ovvero la passione per l’eccellenza e per l’etica, intesa come costruzione di qualità nel tempo attraverso la sostenibilità, la trasparenza e la valorizzazione delle persone. L’intera filiera produttiva, dalle piantagioni alla tazzina, deve generare valore per tutti gli interlocutori coinvolti. Il marchio triestino, leader nel settore bar e nella GDO, sta sviluppando importanti progetti anche nel canale del vending. Per approfondire le tematiche legate alla distribuzione automatica, D.A.Italia ha incontrato Giacomo Biviano, direttore generale della divisione EMEA di illycaffè e presidente di Itaca.
Giacomo Biviano
Intervista con Giacomo biviano Qual è stato il tuo percorso professionale all’interno di illycaffè e quale ruolo ricopri attualmente nell’organico societario? Lavoro in questa azienda da vent’anni, ho alle spalle una lunga carriera che mi ha visto passare dalla direzione export alla direzione commerciale per approdare infine alla direzione generale della Divisione EMEA, che si occupa di tutti i mercati di Europa, Medio Oriente e Africa e di tutte le attività produttive di illy, marchio presente in 140 paesi. Le mie competenze
riguardano anche tutte le attività produttive della illycaffè, oltre ovviamente al marketing e alle altre attività correlate. Inoltre sono presidente di Itaca, società nata dalla joint-venture tra illycaffè e importanti operatori del vending italiano. Avevate già un accordo con Itaca: perché avete deciso di investire in una joint-venture? Ho fortemente caldeggiato questa partnership perché l’ho ritenuta un passo fondamentale da compiere per entrare nel Vending con la maiuscola. In un primo momento
avevamo pensato di appoggiarci ad Itaca per distribuire caffè nella DA, ma successivamente ci siamo resi conto di quanto fosse necessario diventare soci ed essere coinvolti a tutti gli effetti. Unire le forze, far collaborare i nostri reparti marketing e ricerca e sviluppo ci permetterà di raggiungere progressi notevoli in tempi rapidi e di gettare le basi di un business ancora più importante.
illycaffè vanta una grande presenza nella GDO e nel bar, mentre fino ad oggi il suo
approccio verso il vending è sempre stato prudente: cosa vi ha spinto a puntare maggiormente su questo canale distributivo? Ancora oggi il bar rappresenta il core business di illycaffè, sia in Italia che all’estero, dove esportiamo più del 50% della nostra produzione. La GDO ci permette di soddisfare la clientela anche a casa. Ci siamo affacciati al vending solo quando abbiamo ritenuto di aver sviluppato un prodotto adatto e concorrenziale. Abbiamo iniziato con il nostro sistema a cialde E.S.E. D.A.ITALIA
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IL MERCATO DEL VENDING
e negli ultimi anni ci siamo resi conto di quanto fosse importante approfondire il discorso vending, visti i consumi negli uffici e in generale del fuori casa. Vogliamo esserci e accontentare il nostro cliente ovunque si trovi, offrirgli lo stesso servizio a casa, in hotel, al bar come sul luogo di lavoro. I vostri maggiori competitor, hanno una quota molto importante nel mercato delle cialde: qual è la strategia di illycaffè? La nostra è sempre stata un’azienda di nicchia, lavoriamo su un prodotto top per servire un cliente esigente, che ama vivere in un certo modo, che ama i buoni sapori e chiede un caffè di qualità. I nostri principali concorrenti sono dei colossi che servono tutte le fasce di mercato, mentre noi puntiamo solo sull’alta gamma.
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ti la resa in tazza della vostra cialda nel vending? La miscela illy è 100% arabica e ha dei risultati in tazza superlativi. Abbiamo vari gradi di tostatura e differenti granulometrie, per cui possiamo ottenere un espresso ristretto ma anche un caffè più lungo, come ad esempio è richiesto nel Nord Europa e questo è possibile gestendo nel modo corretto la fase della macinatura e della tostatura. Ci dedichiamo costantemente al miglioramento del prodotto, ma il risultato in tazza delle cialde appena lanciate con le nuove macchine Mitaca sono al di là delle aspettative. Il vostro sistema è ovviamente composto da cialda e macchina: pensate di aver fatto un passo avanti con Mitaca? Siamo soddisfatti di Mitaca, ma la ricerca continua e come tutte le aziende non ci fermiamo mai: l’innovazione è la prima regola per crescere. Abbiamo disegnato
una prima generazione di macchine con i modelli Cubo e Cubetto e da pochi mesi è nata Mitaca, di dimensioni molto contenute, adatta per l’ufficio, che garantisce ottimi risultati in termini di resa in tazza. Mitaca unisce un alto livello di prestazioni ad un prezzo competitivo rispetto alle funzioni ed è dotata di un sistema di estrazione automatico semplice e funzionale. Inoltre stiamo portando avanti una collaborazione con FAS, azienda di grande esperienza del vending, con la quale stiamo sviluppando il progetto di una macchina che vedrà la luce nel 2010. Si tratta di una macchina automatica in grado di erogare non solo caffè ma anche altre bevande e crediamo sarà la prima di una serie. Prevediamo di produrre nuove macchine, non solo nel segmento OCS, entro il prossimo anno, che andranno a completare la gamma e a coprire altri segmenti del mercato. State lavorando per portare il
vostro sistema anche sulle table top e sulle free-standing. A che punto è il progetto? È in fase molto avanzata, abbiamo iniziato i field test che verranno conclusi entro la fine dell’anno. La grande innovazione del sistema è che sarà multicialda e permetterà di lavorare sulla miscela con diversi tipi di tostature. Si potrà decidere di bere un decaffeinato, un ristretto o un caffè lungo illy, oppure si potrà optare (per chi desidera spendere meno senza rinunciare a un buon prodotto) per un caffè di gamma più bassa, con un prezzo più contenuto, vale a dire Star Cup. Pensiamo sia un sistema rivoluzionario nel mondo delle capsule; ad oggi le table top non permettono una grande varietà di scelta e sicuramente non danno la possibilità di decidere tra diverse fasce di prezzo. In questo modo una macchina da ufficio potrà soddisfare allo stesso tempo le esigenze di diverse fasce di utenza.
illy
A che livello di prezzo vi posizionerete con questo prodotto? Noi siamo dei produttori, quindi ci avvaliamo della collaborazione di gestori che posizionano il prodotto; noi suggeriamo dei prezzi ma saranno poi loro a decidere se applicarli o meno. Sicuramente siamo favorevoli ad una politica che non sminuisca il prodotto, un prezzo più alto delle singole erogazioni permetterebbe al settore maggiore operatività, maggiori investimenti in ambito di ricerca e sviluppo, comunicazione e promozione. A livello tecnologico il vending negli ultimi dieci-quindici anni ha fatto passi da gigante e si può solo immaginare dove arriverebbe se potesse contare su maggiori risorse. Nonostante questo, mentre il bar continua a far lievitare i prezzi delle consumazioni, nel vending si gioca al ribasso e si penalizza lo sviluppo. illycaffè ha come obiettivo quello di un prezzo del caffè giusto, attorno ai 60 centesimi,
al quale l’intero settore dovrebbe uniformarsi per il bene di tutti.
illy è un marchio molto amato dai consumatori. Le vostre macchine saranno brandizzate? illycaffè ha sempre lavorato sul marchio e sul consumatore. Siamo stati fra i primi torrefattori a portare avanti una politica di brand del caffè nel bar. Una volta il bar era un luogo anonimo e negli anni ’80 abbiamo cominciato a diffondere le insegne illycaffè, le tazzine con il logo aziendale, incoraggiavamo i consumatori a scegliere i bar che servivano la nostra miscela. Il consumatore ha imparato ad associare a illy la certezza di un caffè di qualità. Negli anni ’90 lo stesso tipo di messaggio è stato lanciato nell’ambito degli uffici con il sistema E.S.E., quando abbiamo brandizzato le macchine ed enfatizzato l’importanza della pausa caffè. Il nostro marchio quindi sarà presente sulle nuove macchine automatiche perché è una garanzia per il
consumatore finale, che sa quello che beve e probabilmente accetterà di spendere qualche centesimo in più per un caffè di cui conosce la qualità e la costanza di miscela. illycaffè con il suo marchio garantisce la miscela sempre uguale, sempre al top e di conseguenza ne attesta l’alto livello.
illy, anche attraverso l’Università del caffè a Trieste, presta una particolare attenzione a tutti i fattori che contribuiscono al risultato di un caffè qualitativamente superiore e ha condotto molti test sull’acqua. Come gestite questa importante componente? Sicuramente lavorando sui filtri: l’acqua è fondamentale per un buon caffè e il filtro è un elemento essenziale della macchina, per questo gli prestiamo la dovuta attenzione. A seconda del territorio bisogna trovare il filtro più adatto per l’acqua. Per quanto riguarda la manutenzione, crediamo sia molto
importante lavorare sul training e sulla formazione. L’Università del caffè forma più di diecimila persone ogni anno, che saranno operatori per il settore del bar ma anche consumatori. Pensiamo di fare altrettanto con gli operatori del vending e con altri consumatori affinché prestino una maggiore attenzione al caffè che si beve in ufficio. Itaca si sposterà a fine anno ampliando enormemente lo stabilimento e nella nuova sede è prevista una sala per i corsi di formazione e di aggiornamento, collegata all’Università del caffè di Trieste, per gli addetti ai lavori che perfezioneranno le loro conoscenze riguardo alle macchine. Parlando di gusto, il caffè illy nel Bar e il caffè illy nel Vending saranno realmente simili? L’obiettivo è arrivare verso un caffè che sia assolutamente identico. Se il caffè al bar per riuscire al meglio deve essere fatto con grande professionalità e capacità, nel vending D.A.ITALIA
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IL MERCATO DEL VENDING
possiamo contare su capsule molto performanti, che semplificano il processo di trasformazione che avviene al bar. Ogni capsula è un caffè perfetto. Oltre alla capsula ci sarà anche un sistema di caricamento facilitato nella macchina, quindi faremo noi direttamente la preparazione del distributore. Questo tipo di evoluzione non comporta qualche criticità in più? “Tutto quello che non c’è non si rompe” diceva Ford. Quando l’uomo ha deciso di andare nello spazio ha dovuto sviluppare idee complicate, altrimenti non avrebbe raggiunto l’obiettivo. Quindi se vogliamo riuscire a dare un servizio completo al nostro consumatore, una maggiore possibilità di scelta, dobbiamo affrontare alcune complessità in più. Lo sviluppo del progetto è in corso da oltre un anno e dopo tanto studio siamo finalmente arrivati a testare il prodotto. Siamo fiduciosi di raggiungere i risultati sperati. Quanto caffè contengono le capsule? Poco più di sette grammi e il risultato in tazza è strabiliante perché la crema persiste anche 10-15 minuti, il tempo di portarsi il caffè dal distributore alla scrivania e gustarlo in tutta calma. Un risultato eccezionale se si considera che contiene caffè 100% arabica. Come funzionerà il caricamen10 D.A.ITALIA
to del nuovo sistema multicialda? Bisognerà usare un sistema diverso di caricamento che permetterà di offrire la scelta della diversa tipologia di caffè, servirà un po’ più di attenzione rispetto allo svuotamento di un cartone, ma porterà via solo 30-40 secondi di tempo. Sarà un sistema di caricamento facilitato, la pratica di riempimento sarà così semplice che potrebbe farla direttamente il consumatore. Non c’è un’altra macchina con queste caratteristiche, che fornisca cinque varianti di prodotto: caffè scuro, lungo, ristretto, il caffè Star Cup e magari anche il caffè macinato e i solubili. Questo è il valore aggiunto che proponiamo e che giustifica un prezzo più alto rispetto alla media, indispensabile per far aumentare i margini. Nelle bevande composte il vostro caffè è abbinato al latte. Indirizzerete i vostri concessionari nella scelta di solubili di alta qualità? Ci stiamo impegnando molto affinché in Italia, come in altri paesi in cui operiamo, l’attenzione verso la qualità delle bevande topping aumenti. Cerchiamo di proporre prodotti solubili di alta qualità in abbinamento al nostro caffè. Riuscire a migliorare la qualità porta più guadagni ed è interesse di tutti gli operatori del settore migliorare la qualità del latte (topping, bevanda bianca) che si trova nel distributore. Un topping di bassa quali-
tà rende peggiore anche il miglior caffè e uno dei progetti-chiave di illycaffè è il latte in capsula. Sono già stati condotti degli esperimenti a riguardo. Come pensate di aumentare il numero di operatori che tratteranno il vostro prodotto nel vending? Abbiamo vari programmi mirati per ampliare la clientela, per aiutare i nostri rivenditori a valorizzare il prodotto e per coinvolgere chi ancora non vende caffè illy. Questo nel bar porta mediamente a un aumento dei consumi pari al 20% quando nuovi clienti passano a illy. Semplicemente si vendono più tazzine, nonostante una flessione generale dei consumi al bar dovuti alla crisi. Questo ci ha portati a considerare di applicare lo stesso tipo di strategia anche nel mondo del vending, l’obiettivo è far aumentare i consumi del nostro caffè anche in questo segmento, diffondendo tra gli operatori la cultura di un caffè di alta gamma come arma vincente. Ora molti stanno attenti a non spendere per il superfluo e preferiscono bere un caffè a casa o in ufficio piuttosto che fare colazione al bar spendendo quattro o cinque euro: per questo siamo convinti che sia necessario lavorare sulla qualità di servizio nell’OCS e nell’automatico: è qui che si recuperano i consumi persi nel segmento bar. La crisi economica generale è
stata avvertita anche da voi? Gli italiani non hanno smesso di mangiare bene, continuano a perseguire la qualità in campo alimentare, ma sono più attenti, più consapevoli, stanno eliminando gli sprechi e fanno acquisti più oculati. Per fortuna non rinunciano a premiarsi con un buon espresso anche se questo significa spendere di più. illy ne è un buon esempio. Noi questa crisi l’abbiamo sentita marginalmente: nei supermercati il prezzo stabile non ha compromesso le vendite e in termini di fatturato siamo ancora in crescita. Sulle quantità abbiamo perso un minimo di quote di mercato, ma questo non mi ha stupito, però abbiamo tenuto benissimo, su certe cose siamo ancora avanti. Il bar ha conosciuto un po’ di calo a causa del numero inferiore di colazioni consumate. Itaca, con le vendite illy è cresciuta rispetto all’anno scorso del 23%. Dal punto di vista commerciale come pensate di conquistare il mercato? Per il segmento OCS abbiamo una rete di rivenditori con la quale abbiamo coperto l’intero territorio nazionale. Con il nuovo progetto delle macchine automatiche stiamo ancora studiando una strategia, perché vogliamo proporre la nostra automatica nel modo più efficace possibile, visto il suo enorme potenziale.
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IL MERCATO DEL VENDING IL TOuR NECTA FA TAPPA IN TOSCANA. INTERVISTA CON PAOLO PARIS
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[speciale necta]
N&W, al fine di garantire un accurato servizio commerciale e una puntuale assistenza tecnica su tutto il territorio italiano, conta su una rete di agenzie ufficiali Necta in esclusiva localizzate pressoché in tutte le regioni e tre concessionari ufficiali. La redazione di D.A. Italia si è recata in Toscana per l’ottava tappa del Tour Necta e ha intervistato Paolo Paris (Parivend s.r.l.), da maggio 2008 concessionario in esclusiva per la Toscana, l’umbria e la provincia di La Spezia.
Paolo Paris
Intervista con Paolo Paris Qual è il percorso professionale che ti ha portato a diventare agente Necta per la Toscana? Sono un ingegnere gestionale, ma ho una formazione ibrida tra l’economia e l’ingegneria, infatti mi sono laureato a Dalmine nel 2003 e ho conseguito un Master in Marketing Internazionale, grazie al quale ho incontrato sul mio cammino Necta. Ho inviato il mio curriculum vitae e fortunatamente in quel momento stavano cercando una persona per la Divisione Marketing. Il mio primo compito è stato quello di partecipare all’organizzazione di Venditalia 2004 a Genova. Dopo il lavoro nel Marketing, nel 2005 sono passato all’Ufficio Vendite Italia come commerciale, dove sono rimasto fino al 2008. L’Ufficio Vendite Italia è costituito da un responsabile di mercato e da due figure commerciali che si occupano della gestione dei key account e dei vari clienti direzionali sparsi
sul territorio, soprattutto grossi gruppi e piccoli-medi clienti che da sempre hanno un rapporto diretto con Necta. La mia mansione era seguire questi clienti direzionali e collaborare sui progetti speciali con i produttori del beverage. Il mio arrivo in Toscana ha avuto un percorso piuttosto lungo, dopo una preparazione dalla sede, che ci permettesse di proseguire nell’attività in Toscana senza creare vuoti o inefficienze. L’agente è un professionista indipendente, non un uomo d’azienda: come spieghi e valuti questa tua nuova avventura professionale? L’agente Necta è una figura delicata e importante: la rete vendita è composta da persone che hanno alle spalle anni di storia nel vending, quindi non è un lavoro che si improvvisa, si tratta di collaboratori di fiducia, referenziati, a cui dare un’opportunità importante: quella
di far nascere una bella realtà imprenditoriale, che regala soddisfazioni. Per quanto mi riguarda, ho sempre avuto l’interesse ad intraprendere un’avventura imprenditoriale da solo e mi sono trovato a trent’anni ad avere l’opportunità e la voglia di mettermi in gioco. Conoscevo bene il mercato toscano perché seguivo già i clienti direzionali della zona e avevo gli elementi per progettare un business plan sul quale costruire la nascita di un’agenzia, grazie all’esperienza di commerciale, così mi sono candidato. Ho avuto la massima fiducia da parte della direzione e siamo partiti. Credo che anche per l’azienda sia stata la soluzione migliore: la scelta di mandare una persona direttamente da Bergamo che conosceva il mercato toscano e che conosceva Necta dall’interno si è rivelata vincente. Questo periodo è stato particolarmente impegnativo: c’è
stata una crisi congiunturale da affrontare, un’attività da far crescere e nuova gamma Necta da proporre. Come sono stati questi primi mesi di Parivend? Abbiamo aperto ufficialmente a maggio 2008, quindi quasi un anno e mezzo fa. Dal mio punto di vista è stato un periodo bellissimo ed entusiasmante. Se penso a quante cose abbiamo fatto dall’inizio ad oggi sono molto contento: mi fermavo in Toscana quattro giorni a settimana e in quel tempo dovevo valutare le richieste dei vari clienti. Dalla sede centrale avevamo fatto una comunicazione ufficiale per spiegare che il rapporto col vecchio agente era terminato. Il mercato continuava a chiederci risposte immediate perché molti avevano bisogno del prodotto Necta e non era semplice gestire le richieste da Bergamo. Inoltre dovevo trovare una struttura adeguata a livello logistico, c’era da costruire, D.A.ITALIA 13
IL MERCATO DEL VENDING
assumere del personale e formarlo. È stato veramente un grandissimo lavoro svolto dalle sette di mattina fino alle nove di sera tutti i giorni; però costruire qualcosa di tuo ti dà tanta energia e tuttora mi alzo la mattina contento. Quali sono i numeri di questa struttura? Disponiamo di una superficie di 750 mq, di cui più di 600 di magazzino interamente dedicati a prodotti Necta e relativi accessori. Una grande area è dedicata esclusivamente alla ricambistica originale che è disponibile in pronta consegna. La struttura si completa con 150 mq di uffici, in cui al momento lavoriamo in quattro, ma prima della fine dell’anno saremo in cinque. Christian si occupa della parte tecnica, Angelo si prende cura del magazzino e dà una mano al tecnico nel lavoro di preparazione delle macchine, Sara si occupa dell’amministrazione e io seguo sia 14 D.A.ITALIA
la parte commerciale, quindi sono l’agente vero e proprio, sia il coordinamento della struttura. Il personale è completamente rinnovato? Sì, sono tutti ragazzi giovani, con tanta voglia di lavorare, di mettersi in gioco e con l’entusiasmo di chi inizia un progetto in cui crede. Siamo probabilmente l’agenzia più giovane d’Italia. Qual è il tuo territorio di competenza? La Toscana, l’Umbria e la provincia di La Spezia, che storicamente viene gestita dall’agenzia toscana perché più pratica da servire in termini geografici. Ritieni di aver già raggiunto una buona operatività? C’è sempre da migliorare, ogni giorno è una grande scuola. Ho cercato di prendere il meglio dall’esperienza dei miei colleghi, confrontando-
mi anche con loro. Abbiamo un furgone con la sponda idraulica, con i mezzi per trasportare le macchine, il tutto per gestire in tempo reale le esigenze del cliente e ci siamo subito attrezzati con la migliore best practice disponibile. Non dimentichiamo che siamo tutti giovani con tanto da imparare, ci confrontiamo settimanalmente con i colleghi più esperti, che ci trattano come il nuovo agente da supportare, con cui fare squadra in maniera particolare perché appena nato. C’è molta coesione in generale tra tutti gli agenti Necta? Secondo me negli ultimi tempi sempre di più, perché i momenti sono difficili, nel senso che il mercato diventa più complesso e noi rispondiamo creando più coesione. Ormai non si può lavorare da soli, la nostra forza è quella di essere un gruppo unito che copre tutta l’Italia.
Hai avuto la grande opportunità di vedere gli agenti dalla Direzione Vendite: adesso che sei tu stesso un agente è cambiata la tua visione di questo ruolo? Adesso ho un punto di vista privilegiato, perché dall’azienda è più difficile valutare correttamente le sfumature di determinate situazioni, mentre da agente conosci veramente i problemi quotidiani dei gestori. Ti accorgi che nel mercato in cui opera il piccolo gestore le variabili sono molteplici: un conto è gestire dalla sede strutture commerciali solide e ormai rodate come i grossi gruppi, un conto è la filiale gestita da un piccolo cliente che affronta una varietà infinta di difficoltà. Per comprendere davvero bisogna esserci, viverlo di persona. Il tuo precedente rapporto con Necta ti permette di comunicare meglio con la Direzione?
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Senza dubbio sì e questo è molto bello perché da sede capiscono quelle che possono essere le mie difficoltà. In un certo senso mi sento ancora un uomo Necta, sia perché dopo diversi anni di lavoro mi sono affezionato, sia perché conosco le persone molto bene, ho un rapporto di amicizia con diversi colleghi e posso parlare con loro con una confidenza maggiore rispetto ad altri. Il tuoi collaboratori sono molto giovani. Quali sono state le loro precedenti esperienze professionali? Il mio personale, nonostante l’età, ha maturato delle significative esperienze nel settore: ad esempio il nostro tecnico Christian ha sette anni di lavoro alle spalle come piccolo gestore. Ha portato avanti l’attività per diversi anni da solo e quindi, oltre alle macchine, conosce anche la realtà della gestione. Ovviamente la sua preparazione
è stata completata dal personale Necta per essere aggiornato sulla gamma aziendale. A distanza di un anno vedo che oggi siamo in grado di dare risposte in tempi brevi, di fare assistenza tecnica, di preparare e installare le macchine come richiede il cliente. Il personale di Parivend è giovane ma capace e sempre pronto ad imparare, apprezza il lavoro e si dà molto da fare; avverto quotidianamente il loro impegno ed entusiasmo. Ci divertiamo e ci supportiamo a vicenda. Questo è fondamentale per una nuova realtà. La ricchezza di Parivend sono quindi i suoi uomini? Assolutamente sì. State crescendo in termini di fatturato? Dal mercato siamo considerati bene, acquisiamo clienti nuovi ogni mese. Sono soddisfatto dei nostri risultati, stiamo crescendo. I nu-
meri degli ultimi mesi sono molto incoraggianti, per questo mi sento sicuro nel prendere un’altra persona che ci aiuti nel migliorare il livello di servizio. Siamo pronti, ci siamo preparati al meglio e stiamo aspettando che il mercato riparta per crescere. La Toscana è una regione forte, importante soprattutto per quanto riguarda Necta, dove le quote di mercato potrebbero essere addirittura superiori rispetto alle altre regioni. Il lavoro fatto fino ad oggi ha avuto il risultato di far conoscere molto bene il prodotto, quindi Necta è richiesta ed apprezzata. I grossi gruppi hanno sempre avuto un buon rapporto con noi e la Toscana è da quel punto di vista una regione favorevole per l’azienda. Qual è stato l’impatto della nuova gamma sul mercato toscano? La nuova gamma ha in sé molte novità, è veramente un altro
prodotto rispetto ai precedenti, ha altre caratteristiche, un’altra tecnologia, quindi c’è bisogno di compiere un percorso di apprendimento importante da parte del gestore: deve provare la macchina, farla vedere, capirla e adattarla al suo business. Va considerato inoltre il fatto che il mercato è un po’ in contrazione, la crisi ha portato il gestore a concentrarsi sui clienti di fascia bassa proponendo loro macchine adeguate. Ci sono le premesse affinché l’anno prossimo si possa lavorare molto bene con la nuova gamma, avendo avuto anche la possibilità mettere a punto alcune caratteristiche tecniche suggerite dal mercato in questi ultimi mesi. Considero quella attuale una fase di field test prolungata fatta dall’intero mercato, che porterà l’anno prossimo, quando il gestore sarà pronto, ad investire in una fascia di mercato più alta. Potremo così contare su un prodotto affidabile da subito. D.A.ITALIA 15
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Che tipo di aiuto potete dare al piccolo gestore in termini di finanziamento? Necta lavora con una società di credito che fa parte del gruppo UBI (UBI Factor). La finanziaria non fa credito al cliente raccomandato da noi, finanzia il cliente che ha le credenziali per essere finanziato. Questa società conosce il mercato del vending e quindi valuta obiettivamente l’opportunità di finanziamento anche ai piccoli gestori sulla base di anni di esperienza. Il suo lavoro è infatti quello di valutare i bilanci e dare fiducia in base al tipo di business, senza concedere denaro in modo avventato. Questo garantisce da parte nostra un’equidistanza nei confronti di qualsiasi tipo di cliente. Il tuo magazzino è attrezzato per dare risposte immediate ai gestori? Nella nostra zona sono presenti diverse strutture di rivendita importanti dove il gestore è stato abituato ad avere un servizio a 360°, dalla richiesta alla consegna della macchina pronta all’uso chiavi in mano. Questo ci ha portato a riflettere: se vogliamo essere competitivi anche noi dobbiamo garantire questo servizio, perciò abbiamo pianificato il magazzino in funzione di questa logica. Oggi quanti ricambi riesci a 16 D.A.ITALIA
gestire? Oggi serviamo quasi il 70% delle referenze di Necta, quindi abbiamo il magazzino ricambi molto fornito, costruito da zero e progettato per questo. Operiamo molto bene con quei clienti che si possono permettere di fare programmazione e possono impegnarsi a portare a casa un certo numero di macchine al mese. Il gestore da noi trova i ricambi che gli servono. Oggi evadiamo il 90% degli ordini entro un paio di giorni, questo per il gestore è senza prezzo ed è felice di pagare per un servizio efficiente. Stai esplorando anche il mercato OCS e Ho.Re.Ca.? Per quanto riguarda il mercato OCS l’abbiamo affrontato quasi da subito con SGL, che è un marchio apprezzato e conosciuto per le macchine a cialde in carta. Ci siamo impegnati anche su questo fronte, con l’umiltà di chi inizia a conoscere un nuovo segmento. Inoltre contiamo di sviluppare il settore Ho.Re. Ca. nel prossimo futuro: riteniamo molto interessante il segmento dell’accoglienza, soprattutto in una regione come la Toscana, piena di strutture ricettive. N&W offre una gamma Ho.Re.Ca. di alto profilo, con le attrezzature a marchio Necta e SGL possiamo soddisfare tutte le esigenze del mercato dell’accoglienza e della ristorazione.
In Toscana il livello di concorrenza è sempre molto alto? La concorrenza c’è e siamo contenti che ci sia. Noi abbiamo l’entusiasmo dei giovani e vogliamo fare sempre meglio. Non dobbiamo abbassare la guardia, perché i concorrenti sono sempre pronti a conquistare quei clienti che potremmo trascurare. Da parte nostra possiamo corteggiare chi al momento utilizza i prodotti della concorrenza oppure possiamo proporci ai nuovi gestori, con i quali lavorare è particolarmente gratificante, perché li affianchi nel momento in cui nasce la loro azienda. L’Umbria è una regione molto diversa dalla Toscana: come lavorate in quella zona? Lavoriamo bene anche in Umbria. Naturalmente ci sono meno clienti, però abbiamo un ottimo livello di risposta. L’Umbria secondo me ha un patrimonio incredibile, un prezzo medio di vendita molto più alto rispetto al resto d’Italia. È un mercato da preservare, da guardare con attenzione; il gestore sa che grazie a un prezzo di vendita più elevato può investire nell’acquisto di nuove attrezzature. La tua area di competenza è a volte colpita dal mercato parallelo? Vivi questo problema o lo percepisci solo in modo marginale?
Noi lo viviamo nella misura in cui le strutture di rivendita propongono anche il nostro prodotto e magari, anche solo con qualche offerta, ci creano dei problemi. Quello che stiamo facendo è dialogare con tutti. Dialogare vuol dire chiedere il reciproco rispetto per il proprio lavoro, nella consapevolezza che farsi la guerra non avvantaggia nessuno. Non è facile, però sicuramente siamo su una buona strada. Il mio sogno è che si riesca a trovare un equilibrio duraturo nel tempo, che crei valore nella filiera del vending. Molti agenti Necta sono sul mercato da molti anni: il tuo obiettivo è restare a lungo sul mercato come agente Necta di riferimento? Sarebbe troppo semplice rispondere di sì; sicuramente resterò finché sarò entusiasta di fare questo lavoro. Un lavoro che amo e che permette di avere contatti con tutti le aziende che lavorano sul territorio, dalla più piccola alla più grande. Il mio è un lavoro molto vario e che regala grandi soddisfazioni. Si creano rapporti che vanno al di là del professionale, è impagabile. Quindi finché mi entusiasmerò a fare tutto questo, sicuramente sì, continuerò a farlo.
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SPECIALE EVENTI SADAF, 40 anni di lavoro e passione per 1 minuto di relax. +++
Sabato 10 ottobre, per festeggiare i 40 anni di attività, si è svolto a Savigliano (CN) un convegno organizzato da SADAF, storica gestione piemontese nata da un’idea di Luigi Lovera, attuale Presidente del Consiglio di Amministrazione. 40 anni di esperienza che significano conoscenza del territorio, della sua cultura, delle sue imprese e delle persone che vi lavorano ogni giorno. D.A. Italia era presente all’evento e riporta ai suoi lettori gli interventi di Luigi Lovera, SADAF e Aimo Natali Tanci, Gruppo Liomatic.
Intervento di Luigi Lovera – fondatore di SADAF Oggi posso dire con orgoglio che siamo una delle poche aziende del vending ad aver raggiunto i quarant’anni di attività e di questo vado molto fiero. SADAF, è nata nel 1969, quando ho scelto di lasciare un’attività che mi andava stretta per dedicarmi a qualcosa di diverso. Ho iniziato acquistando tre distributori Faema BF2 e ho abitato per anni in una casa di circa 50 mq che era allo stesso tempo abitazione, ufficio e magazzino. Le prime macchine permettevano tre possibili selezioni: caffè normale, caffè lungo, caffè macchiato e il prodotto era liofilizzato. A quei tempi il prezzo di un caffè al distributore era di 50 lire, mentre un caffè al bar ne costava 40: esattamente il contrario di quello che avviene adesso. L’attività è partita a luglio e fino ai primi di settembre non ho trovato potenziali clienti, così ero piuttosto scoraggiato, ma dopo l’estate gli acquirenti sono arrivati, ho installato le prime macchine e non mi sono più fermato. Nel 1972 sono comparsi i primi distributori per caffè espresso e la macchina Faema E61, un vero capolavoro di ingegneria per quegli anni, un distributore dotato di un gruppo di dimensioni e peso considerevoli. Il caffè era in grani, veniva macinato e inserito in un contenitore. Anche in questo caso venivano erogate solo tre varianti di caffè e nei primi modelli lo zucchero veniva dispensato in zollette.
Nel 1973 ho incontrato Leo Palumbo, allora responsabile della sede centrale Faema a Milano, per ottenere la concessione di una nuova macchina per la provincia di Cuneo; la macchina in questione era la Lio-Faemina, un apparecchio che ha fatto la storia del vending, un distributore semiautomatico adatto alle piccole aziende e agli uffici. Ci siamo accordati per l’acquisto di 200 macchine e la concessione al prezzo di un milione di lire. Per Faema si trattava di una somma quasi insignificante, mentre io ho staccato un assegno e ho passato il resto del giorno a firmare cambiali, cercando il modo di onorare l’impegno preso. In quello stesso anno SADAF si arricchisce della presenza di Luciano Arese, il mio primo collaboratore, attualmente ancora in forza all’azienda. A metà degli anni ’70 sono arrivati i solubili e i distributori pluriselezione Faema Granbar, che erogavano caffè, ma anche the, cappuccino, cioccolata e latte macchiato. I meno giovani se ne ricorderanno, quello è stato il periodo dei miniassegni, che le banche emettevano per far fronte alla carenza di moneta, ma che hanno creato a noi gestori il problema dell’incasso, perché ogni istituto di credito riconosceva solo i propri assegni e non era possibile versarli presso un’unica banca. Nel 1977 ho trasferito l’attività dal centro di Savigliano alla campagna,
dove abito. L’azienda ovviamente aveva dimensioni abbastanza ridotte ed era ancora possibile vivere e lavorare nel medesimo spazio. Durante l’anno successivo, il 1978, è arrivata la mia prima impiegata, Antonella, che all’epoca era una vicina di casa, frequentava le scuole medie e nel pomeriggio mi veniva ad aiutare, poi è rimasta con noi. Nel 1981 SADAF da s.a.s. è diventata una s.r.l. e abbiamo acquisito una serie di clienti importanti, tra cui Michelin, Bottero e Merlo, tre grandi aziende del cuneese che ancora adesso seguiamo. Per noi poter contare su una clientela fidelizzata è estremamente positivo, perché rappresenta la garanzia del lavoro che abbiamo fatto negli anni. Fino a quel momento ci siamo occupati quasi esclusivamente di
bevande calde, caffè e solubili, ed era sufficiente un’auto di piccole dimensioni per trasportare dieci chili di caffè, una scatola di bicchieri, quindici chili di zucchero e poco altro; ma nei primi anni ’80 la richiesta di acqua minerale è cresciuta. Un vero disastro, perché le bottiglie erano in vetro e chi come noi le consegnava si doveva occupare anche dei vuoti a rendere, cassette comprese. I costi del servizio non lasciavano grandi margini di guadagno e la gestione era molto complicata. Quindi abbiamo aumentato il prezzo del caffè, fermo ormai da molti anni. Visti i disagi che creavano i tagli diversi di moneta abbiamo introdotto il gettone, che inizialmente veniva erogato come resto e in seguito è diventato la moneta unica per la macchinetta. Abbiamo affiancato D.A.ITALIA 21
presto le cambia gettoni. Nel 1985 in azienda è arrivato il primo computer, un apparecchio delle dimensioni di un vecchio distributore automatico, Antonella ha cominciato a familiarizzare con la tecnologia e il computer si è rivelato uno strumento di lavoro prezioso. Il 1988 è stato un anno di forte crescita. Abbiamo assorbito alcune gestioni locali che avevano scelto di uscire dal settore e abbiamo ampliato il nostro mercato. Parallelamente abbiamo costruito una nuova sede, che è quella attuale e che negli anni è stata modificata e ampliata. A fine anni ’80 abbiamo introdotto un sistema molto innovativo, tuttora molto diffuso, la chiavetta elettronica: questo ci ha permesso di diversificare i prezzi con maggior facilità e di seguire, seppur lentamente, gli andamenti del mercato. Con gli anni ’90 sono arrivati i problemi legati all’enorme quantità di moneta da smaltire e con l’impossibilità da parte delle banche di raccoglierla. Nel vending gli incassi si fanno in moneta, soprattutto di taglio piccolo (infatti l’introduzione dell’euro con le monete di valore elevato ha peggiorato questo aspetto) e ancora adesso per SADAF la moneta rappresenta il 92% del totale incassato. Oggi ci sono soluzioni al problema dello smaltimento della moneta, ma una ventina di anni fa eravamo costretti a pagare i fornitori in moneta. All’epoca acquistavo da Zanussi i distributori e partivo a mezzanotte per andare a consegnare la moneta con un camion a Conegliano Veneto. Sempre agli inizi degli anni ’90 abbiamo esteso la gamma di prodotti agli snack. I distributori erano della Zanussi con sede a Valbrembo, poi Necta, come quelli che usiamo attualmente; il modello S210 si presentava come un mobile tutto chiuso, sopra aveva una specie di vetrinetta che mostrava cinque referenze tra cui scegliere. Poiché il consumatore acquistava con il gettone, dovevamo trovare cinque prodotti che si adattassero alla sua fascia di prezzo. Comunque le abitudini di consumo sono 22 D.A.ITALIA
speciale eventi
cambiate e se all’inizio i ragazzi portavano la merenda da casa con il tempo hanno cominciato a servirsi al distributore. Finalmente poi è arrivata la bottiglia d’acqua in PET: naturalmente è stata un’esigenza di mercato ma per noi operatori ha significato un incremento di vendite, anche se somministrare acque minerali è molto oneroso, a differenza della gestione di altri prodotti. Questo prodotto comunque ci ha portato a fare numeri molto interessanti perché il consumo dell’acqua è andato sempre crescendo. Nel 1994, un’altra data importante, i 25 anni di SADAF, festeggiati nella nostra sede, nel magazzino. In quell’occasione hanno partecipato tutti i collaboratori con le loro famiglie, lo ricordo sempre con molto piacere. Negli anni ‘90 arrivarono le lattine da 25 cl, un articolo che ha avuto successo solo col tempo, quando un cambio generazionale ha portato un maggior numero di giovani abituati a consumare le bibite gassate e ci ha permesso di fare più battute. Nel 1998, è arrivata mia figlia Laura e le ho dato spazio per crescere. Poi è iniziato l’incubo dell’euro, per noi è stato un dramma sia in termini economici che operativi, perché ha voluto dire acquistare e sostituire tutti i sistemi di pagamento senza alcun tipo di sostegno economico da parte delle istituzioni. È stata dura per tutto il settore. Abbiamo perso terreno ma siamo rimasti in piedi. Nei primi anni del nuovo millennio sono nati i grandi gruppi di gestio-
ne, che progressivamente hanno acquisito una buona parte delle gestioni esistenti sul territorio. Dal 2003 ho cominciato a dialogare con alcuni rappresentanti di queste grandi società, perché guardavo al futuro della nostra azienda e volevo poter garantire una continuità, una stabilità al nostro organico, tutelare tutti i nostri clienti e continuare a seguirli con amore, perché questo è sempre stato il nostro modo di concepire questo lavoro. Ero comunque indeciso, è difficile lasciare la propria creatura a qualcun altro dopo una vita e volevo trovare la persona giusta a cui affidare la mia azienda e il mio personale. Un giorno ho incontrato Paolo Caporali e Gigi Galli. Ci conoscevamo solo di fama e dopo una serie di riunioni e una visita di Laura alla loro sede di Perugia mi sono convinto a compiere il grande passo. Nel corso del 2008 sono successe due cose molto importanti: la prima negativa, l’alluvione del 30 giugno che ha colpito il Piemonte e che ci ha messi un po’ in difficoltà, anche se fortunatamente non abbiamo subito gravi danni; l’altra, molto più felice è stata l’ufficializzazione della collaborazione tra SADAF e il gruppo Liomatic. Per noi è stata la svolta e se oggi dovessi fare un bilancio mi sentirei di dire che sono felice di questa scelta. Per SADAF entrare a far parte di questo grande gruppo ha significato allargare di molto la nostra visione del mercato, prima legata al territorio. La nostra conoscenza del territorio è per Liomatic una risorsa, perché possiamo agire entro
confini che ci permettono di garantire ai nostri clienti tempestività di servizio, sia in termini di rifornimento che di assistenza e perché siamo radicati in questa zona da decenni e i clienti ci conoscono. Liomatic ci ha lasciato la gestione e l’autonomia, la libertà decisionale e questo per noi vuol dire molto e mette in luce l’elasticità mentale di questi imprenditori che non mirano al mero guadagno, ma cercano il risultato nel medio-lungo periodo, vogliono far crescere di più le aziende loro associate. Due anni fa pensavo di ritirarmi, magari di andare alla bocciofila, ma non è così semplice. Siamo arrivati a un punto strategico della nostra vita nel mondo del vending, ma sicuramente l’apporto che ci ha portato questo incontro ci ha fatti crescere moltissimo e ci potrà giovare negli anni a venire. Oggi stiamo vivendo un periodo di crisi, di difficoltà in tutti i settori; noi non ne siamo immuni perché subiamo quello che è l’andamento delle aziende. Se un’azienda è in crisi noi soffriamo di riflesso perché diminuiscono i consumi. Non dico che non ci preoccupiamo, ma siamo sereni perché stiamo lavorando a nuovi progetti e importanti programmi per il futuro e alla fine della recessione ci faremo trovare pronti. Questo, al di là di essere una grossa soddisfazione, un grosso orgoglio per l’azienda che rappresento, è una garanzia di tranquillità per il futuro di tutti i nostri collaboratori e dei nostri fornitori. Il futuro? Io continuo, ovviamente con cuore e passione.
sadaf
Intervento di Aimo Natali Tanci – Direttore Generale Gruppo Liomatic Il signor Lovera ha contribuito in maniera importante a fare la storia del vending, io ho solo dieci anni di esperienza, però ho tanta voglia di scoprire e di imparare da chi ha costruito questo settore. Ascoltando il signor Lovera ho colto molte similitudini con la nostra organizzazione. La prima si riferisce ad un dato prettamente anagrafico: anche Liomatic nel 2012 compirà 40 anni. Anni vissuti all’insegna del progresso e dell’innovazione. Come SADAF anche Liomatic nasce come impresa individuale, grazie a un’idea che nel tempo si arricchisce degli stessi valori e principi che saranno alla base della crescita futura. Dopo un periodo di gestione familiare, il 1995 rappresenta un punto di partenza per le seguenti fasi evolutive: inizia la nostra importante partnership con un fornitore che si rivelerà strategico, Lavazza, e grazie a una piccolissima acquisizione nel territorio apriamo la nostra prima filiale storica su Terni. Fondamentale è stato anche il 1998, anno in cui, in parallelo alla crescita esponenziale di Liomatic, abbiamo dato corso a una riorganizzazione aziendale molto importante, protesa a sostenere lo sviluppo. Abbiamo inaugurato la nostra sede di Perugia e abbiamo delineato funzioni e competenze dei nostri collaboratori. Incidentalmente è stato anche l’anno del mio inserimento in azienda e devo dire che all’epoca non mi sarei mai immaginato un giorno di assumere il ruolo di direttore generale. Nel 2001 ci siamo resi conto
che i confini regionali dell’Umbria erano limitati per cui si rende necessario cogliere alcune attività di aggregazione al di fuori della regione stessa. Dopo sette anni molto intensi e contraddistinti da una forte sviluppo della società, nel 2008 abbiamo sentito il bisogno e il dovere di rendere tutti consapevoli da una parte della crescita e dell’importanza che a questo consegue, ma soprattutto delle sfide che da lì a breve sarebbero arrivate e abbiamo deciso di fare la nostra prima convention aziendale. In quella, come nell’incontro di oggi, ho visto tanta partecipazione, tanta aggregazione: eravamo quasi 900 persone arrivate da tutta Italia. Durante la convention abbiamo presentato un modello organizzativo in linea coi bisogni della crescita già in corso: la struttura è la matrice e indica le necessità di condivisione e di relazione tra le varie direzioni e le varie funzioni che per me rappresenta la giusta benzina per il nostro motore. Lo scopo dell’organizzazione che abbiamo posto in essere, grazie a Ilaria Caporali che ne è la responsabile, è quello appunto di coinvolgere tutti i settori e tutte le nostre capacità in un unico fine, l’azienda. Nella nostra politica di sviluppo Liomatic è cresciuta anche grazie alla passione e alla storia delle aziende aggregate. Ognuna di loro, assieme ai sui collaboratori, rappresenta l’anello di congiunzione tra Liomatic e il territorio in cui operano. Questo ci permette da una parte l’aumento in volumi, ma
soprattutto quello in valore. Io ho avuto la fortuna di seguire personalmente alcune delle aggregazioni di cui ho parlato e ho imparato che le diversità culturali, territoriali e operative invece di rappresentare un ostacolo possono essere fonte di arricchimento reciproco, ma solo quando c’è la volontà di condividere e migliorare insieme. L’insegnamento che mi hanno lasciato è fondamentale per affrontare gli impegni del ruolo che l’azienda mi ha affidato. Ho imparato che tutto si può trasformare in risultati ed anche in opportunità di crescita. Proprio grazie a questa consapevolezza Liomatic ha scelto una via alternativa a quella dello sviluppo per acquisizioni: ha realizzato un’azienda-rete. Ciò significa essere partner di aziende che hanno la stessa nostra filosofia politica e soprattutto la nostra stessa passione. Non si tratta di vere e proprie acquisizioni, ma di una sorta di fidanzamento che garantisce ad ambo le parti una crescita professionale. In una regione come il Piemonte, così lontana geograficamente dalla nostra, stiamo incontrando aziende che condividono i nostri valori e i nostri principi. SADAF lavora ogni giorno con la stessa nostra passione e questo ci assicura di aver trovato un partner importantissimo su questo territorio. Si crea così un patrimonio di identità sociali frutto dello scambio tra il team di supporto e le persone locali. Sono persone che hanno sposato il progetto e sono praticamente in
affiancamento all’organizzazione per condividere il controllo, l’implementazione attraverso le aree commerciali, la formazione degli operatori, il controllo di gestione, l’area tecnica e i servizi operativi che sono tutte quelle attività di back office. Liomatic oggi è una realtà solida, equilibrata e tenace, ma la cosa che mi inorgoglisce di più è la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti che il mercato gli presenta. Il progetto era ed è ambizioso, ma bisogna saper affrontare le difficoltà che esso inevitabilmente impone. Occorre valorizzare le diversità, considerare gli ostacoli come un’opportunità di crescita. Sono sempre stato convinto, e oggi lo sono ancora di più, che il segreto di Liomatic si nasconda tra le persone che vi lavorano; non è solo il lavoro di squadra né il mero perseguimento di fini economici, il successo è da ricercarsi nelle relazioni che si creano tra le persone ovunque si trovano. La partecipazione, la condivisione e anche un po’ di sana competizione sono i punti di partenza e il motore del nostro successo. Soprattutto la cooperazione e il confronto creano le basi, le fondamenta perché qualunque sogno, anche il più ambizioso e apparentemente irraggiungibile possa diventare una realtà. È proprio grazie al contributo di ciascuno di noi, unito al lavoro di tutti, che possiamo continuare a crescere e costruire insieme il successo dell’azienda.
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SPECIALE EVENTI Il vending tra i protagonisti del Convegno Internazionale Sturziano +++
A 50 anni dalla morte di Don Luigi Sturzo, nei primi giorni di ottobre, i comuni di Catania e Caltagirone hanno ospitato il Convegno Internazionale Sturziano, con il supporto della Regione Sicilia e della Provincia di Catania. Le due giornate in cui si sono svolti i lavori, patrocinati fra gli altri dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Senato della Repubblica, sono state l’occasione per presentare il progetto che prevede il recupero dei detenuti offrendo loro opportunità di lavoro. Tito Alescio, titolare di Sicilvending, si sta occupando della realizzazione di un’area di ristoro all’interno del Fondo Don Sturzo, nel quale saranno impiegati alcuni detenuti che, grazie al loro lavoro, saranno in grado di mantenere le proprie famiglie. Per completare l’allestimento del locale saranno necessari arredi e macchinari ed ogni passo avanti sarà possibile grazie alla generosità di chi intende contribuire alla realizzazione di questo ambizioso progetto. Il mondo del vending è stato rappresentato anche da Saeco, che ha donato al Fondo alcune macchine da caffè.
Avviato nel 2003 dalla Fondazione “Mons. Di Vincenzo” e dalla Caritas italiana su un Fondo agricolo di 52 ettari appartenuto agli Sturzo, oggi il Polo si arricchisce di nuovi insediamenti per realizzare produzioni agricole, apprendere mestieri e tecniche artigianali per la lavorazione del ferro e della ceramica. Il progetto “Carcere senza sbarre” prevede che la struttura detentiva diventi un centro per la formazione professionale e il reinserimento lavorativo, grazie alla sinergia con un gruppo privato attivo nel settore manifatturiero, che fornirà i macchinari e il personale qualificato per la formazione dei nuovi artigiani. Il gruppo si occuperà inoltre della commercializzazione dei capi di abbigliamento creati in filiera corta, per i quali si prevede la creazione di uno specifico brand. Tra gli obiettivi anche un percorso che culmini con lo sviluppo di una coscienza sociale, di educazione alla maternità e alla responsabilità nei confronti dei figli. Nel corso della terza giornata del Convegno Internazionale Sturzia-
no, svoltasi a Caltagirone, sono stati presentati i progetti finalizzati al recupero sociale della popolazione carceraria e non sono mancati interventi pieni di parole di speranza e proposte di lavoro ispirate alla lezione sturziana dell’aiuto agli “ultimi”. Per entità, modalità di intervento, quantità dei soggetti coinvolti e prassi operative e spirituali adottate, questi progetti ad oggi non hanno uguali in Italia e potranno costituire un modello di lavoro da sperimentare prossimamente in altre regioni, prime fra tutte Campania, Lazio, Veneto, Lombardia per attività analoghe. Tre i punti fondamentali su cui si basa il progetto: - la costituzione della prima Agenzia Nazionale Reinserimento e Lavoro (Anrel), nata dalla Convenzione tra Ministero della Giustizia e Fondazione “Mons. Francesco Di Vincenzo”. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con importanti enti e fondazioni, tra cui: Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Comitato nazionale per il microcredito, Regione Lom-
bardia, Regione Veneto, Regione Lazio, Regione Campania, Regione Sicilia, Caritas italiana, Rinnovamento nello Spirito Santo, Acli, Coldiretti, Fondazione “Sviluppo oasi città aperta”. L’iniziativa si rivolge a detenuti con una pena residua inferiore ai tre anni, ad ex detenuti a rischio di recidiva e privi di tutela per il reinserimento sociale e alle loro famiglie, con la finalità di creare percorsi di formazione professionale e una reale possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro, ma non solo: l’obiettivo, infatti, è quello di operare come un vero e proprio incubatore di impresa. - Il Polo di eccellenza per l’accompagnamento spirituale e la professionalizzazione per ex detenuti e per le loro famiglie, una rete di centri di consulenza per la diffusione di bandi di informazione relativi alla formazione e per la selezione delle domande di lavoro. Gli operatori della Fondazione abilitati ai colloqui creeranno inoltre schede personalizzate dei detenuti che verranno utilizzate in fase di selezione dei soggetti da avviare
ai programmi di formazione e di orientamento che avranno cadenza annuale. I centri si occuperanno anche dell’organizzazione di convegni e giornate di studio sui temi della formazione professionale, delle pari opportunità e delle problematiche connesse al reinserimento sociale e professionale degli ex detenuti. L’agenzia sarà anche un elemento di raccordo tra associazioni di volontariato e organizzazioni del terziario interessate alla politica di impiego di detenuti ed ex detenuti. - Una struttura dedicata, realizzata all’interno di due ville confiscate alla mafia, verrà destinata a donne detenute con figli per permettere a queste madri e ai loro bambini un percorso di crescita più sereno. I progetti saranno realizzati grazie ad un Fondo di garanzia costituito appositamente, che sarà alimentato da Enti pubblici e privati, da istituzioni finanziarie e creditizie che ne condividano le finalità, anche attraverso la eventuale devoluzione al Fondo di beni e patrimoni confiscati alle organizzazioni cri-
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minali. Caratteristiche comuni dei progetti messi in campo saranno la sostenibilità e la semplicità di riprodurre il modello. Ospite del convegno Ronald Nikkel, presidente della Prison Fellowship International, soffermandosi sulla figura del detenuto come uomo da amare e sostenere, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa che porterà rinnovamento e salverà delle vite. Presenti all’iniziativa anche alcune alte cariche istituzionali, come il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla Famiglia Carlo Giovanardi, il Vice Presidente del Comitato nazionale per il microcredito Sergio Vento, il Direttore Caritas italiana Mons. Vittorio Nozza, il Presidente nazionale delle Acli Andrea Oliviero, il Segretario generale Coldiretti Franco Pasquali e l’imprenditrice Marina Salomon. “Non basta sfollare le carceri o costruirne altre per risolvere il
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problema dell’alta percentuale di recidiva – ha dichiarato Salvatore Martinez, Presidente della Fondazione Mons. Di Vincenzo e di Rinnovamento nello Spirito Santo – il lavoro nelle carceri per il recupero spirituale e sociale dei detenuti è il vero unico antidoto alla reiterazione della condotta criminale. Le statistiche dimostrano che le persone a cui viene data l’opportunità di ricostruirsi una vita scelgono di non tornare a delinquere. L’obiettivo per il quale operiamo è quello di sperimentare un modello di intervento innovativo, per recuperare alla comunità persone che sappiano intraprendere la strada della responsabilità personale, uscendo dalle mere pratiche assistenzialiste e imparando a utilizzare il capitale per generare valore e valori”. Il Ministro della Giustizia, on. Angelino Alfano, ha parlato del progetto dell’Agenzia Nazionale di Reinserimento e Lavoro in favore dei detenuti e della necessità di
salvaguardare la dignità anche delle persone che hanno commesso degli errori, reinserendoli nella società e dando loro una prospettiva di lavoro. “Il Governo, lo Stato, sono vicini ai responsabili del progetto. Caltagirone è la patria morale di tutti i cattolici impegnati in politica, perché gli insegnamenti del calatino don Sturzo si possono sintetizzare in tre parole significative: amore, servizio e libertà”, queste le parole del Guardasigilli. Il Ministro si è poi soffermato sulla descrizione del progetto “Maternità e Fraternità, carcere senza sbarre per donne e bambini”, che nasce dalla convinzione che non ci possono essere bambini cresciuti in carcere da mamme detenute. Le due ville sequestrate alla mafia in cui saranno ospitate otto ragazze madri saranno inaugurate nei prossimi giorni. Questo progetto potrà realizzarsi anche grazie alla collaborazione dell’imprenditrice Marina Salo-
mon, che ha messo al servizio del progetto la sua struttura e la sua competenza perché crede nel rinnovamento nello spirito e ha particolarmente a cuore il tema di una seconda possibilità, soprattutto per le ragazze madri, poiché lei stessa, come ha raccontato nel suo intervento, è stata una ragazza madre, disposta a lavorare e indebitarsi per crescere dignitosamente suo figlio. Il Sottosegretario con delega alla Famiglia Giovanardi ha infine annunciato la sigla di un primo accordo tra Ministero della Giustizia, Dipartimento Famiglia presso la Presidenza del Consiglio e Fondazione “Mons. Di Vincenzo” per costruire residenze monofamiliari destinate agli ex detenuti e alle loro famiglie, che andrà ad ampliare ulteriormente il Polo di eccellenza presso il Fondo Sturzo.
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SPECIALE EVENTI SATRO, 75 anni di lavoro e successo +++
SATRO ha festeggiato il suo 75° anniversario al Casinò di Lippstadt insieme a più di cento ospiti, tra i quali molti rappresentanti delle maggiori aziende del vending europeo che hanno condiviso con gioia momenti di divertimento e di solidarietà.
Lunedì 12 ottobre scorso, nella città tedesca, c’è stato un ritorno agli anni ’30, precisamente al 1934, data della nascita di SATRO come industria di trasformazione del latte. All’interno del Casinò sono state illustrate otto grandi stazioni per rappresentare le pietre miliari che hanno caratterizzato ogni decennio di storia della SATRO. Vari partner dal mondo dell’industria e del commercio, assieme a tutto lo staff internazionale di SATRO e ai maggiori dirigenti della Royal Friesland Campina (la più grande industria cooperativa al mondo nel settore lattiero-caseario a cui SATRO è affiliata, con i suoi 250 impiegati, dal 2008), hanno passato una serata piacevole in un’allegra atmosfera ricca di richiami al passato. “Tutti gli ingredienti dell’indimenticabile serata sono stati mescolati con creatività e professionalità”, racconta Nicola Orzan, direttore commerciale SATRO per l’Italia. “Ambiente anni ’30, musica e cantanti live, attori, acrobati e artisti, show room con tutti i nuovi prodotti solubili SATRO e infine grandi immagini dall’archivio fotografico dell’azienda.” Ha inoltre completato la serata una campagna per la ricerca fondi a favore della Caritas locale, per l’acquisto di un furgoncino refrigerato adatto alla consegna di generi alimentari freschi alle persone bisognose. SATRO ha chiesto ai suoi ospiti di non portare doni, ma di unirsi a lei per la raccolta fondi e, da parte sua, ha donato la somma di 7.500 euro. SATRO è conosciuta nel mondo come partner forte e affidabile nei settori del vending, della grande distribuzione e dell’industria alimentare per la sua gamma di prodotti solubili di alta qualità. La base per relazioni di successo e di lunga durata sono la soddisfazione dei clienti e l’affidabilità dei prodotti. Per questo motivo gli slogan di SATRO “Creare partnership” e “Creare valori” sono stati volutamente tradotti in azione durante la serata: tra gli artisti più applauditi, gli acrobati che hanno, ad esempio, intrattenuto il pubblico esibendosi in esercizi spettacolari usando solamente la forza delle loro braccia. 28 D.A.ITALIA
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SPECIALE EVENTI
3° Consumer & Retail Summit del Gruppo 24 ORE +++
All’interno della splendida sede milanese del più diffuso quotidiano finanziario europeo, progettata da Renzo Piano, lo scorso 8 ottobre si è svolto il 3° Consumer & Retail Summit organizzato dal Gruppo 24 ORE. hanno preso parte all’evento importanti rappresentanti della grande distribuzione nazionale e internazionale, della stampa di settore e di società di consulenza e soluzioni per le aziende. I relatori hanno presentato e dibattuto sulle questioni fondamentali che oggi caratterizzano il mondo dei consumi, offrendo numerosi spunti di riflessione al numeroso pubblico presente in sala. La redazione di D.A. Italia era presente al convegno, di cui riportiamo alcuni estratti di interesse per il settore del vending.
Federico Lalatta Costerbosa - bCG Consulting “Dalla crisi della domanda al risveglio dei consumi: come recuperare la fiducia del consumatore?” La nostra società di consulenza ha condotto uno studio che riguarda la fiducia del consumatore, partendo dall’idea che passato il periodo di maggiore difficoltà economica il consumatore tornerà a fidarsi. Per farlo abbiamo preso in esame un periodo di tempo piuttosto lungo, vent’anni, per analizzare i cambiamenti nei comportamenti del consumatore di fronte alla crisi. Possiamo affermare che la ripresa sarà lenta, avremo bisogno di circa due anni di tempo poiché, come affermato dal FMI aver iniziato la recessione a causa di una crisi finanziaria prolunga i tempi di ripresa economica. È importante sottolineare che il mercato da solo non potrà tirare fuori dai guai quelle imprese che non hanno operato per uscire dalla crisi, che non hanno intrapreso una nuova strategia. In questi ultimi mesi si è spesso sentito parlare di alcuni “miti” che i media, i manager hanno utilizzato e alimentato per trovare una scusa alla recessione e giustificare il perdurare della crisi e la mancanza di iniziativa. Naturalmente la crisi ha messo molti in difficoltà e senza dubbio ha cambiato il modo di comportarsi del consumatore, ma anche delle aziende, togliendo loro
parte del credito disponibile, ma questo non può essere un alibi. Il primo mito da sfatare riguarda la marca: non è vero che il brand è morto e che questa è l‘era delle private label e dei discount, né che al consumatore interessa solo risparmiare, anche se alcuni consumatori abbracciano la filosofia del “no logo”, rimane la fiducia nel brand. Un altro falso mito è quello secondo cui si può aspettare la fine della crisi per innovare e puntare piuttosto sui tagli: niente di più sbagliato, perchè l’innovazione è uno dei motori della ripresa e alcune aziende hanno compreso l’importanza di sperimentare nuovi canali di vendita. Ancora, non è vero che ci sia una guerra in atto tra retailer e fornitori, né che non ci sia il tempo per elaborare nuove strategie, né che nessuno possa sfuggire alla crisi. Infine, bisogna dimenticare l’idea che ci sia un ritorno alla frugalità e che non ci sia spazio per l’acquisto d’impulso o il trading up. Quello che è cambiato è il consumatore, che è diventato più attento e consapevole, disposto a rinunciare a qualche lusso. Però la tendenza al “lusso accessibile” resiste alla crisi, soprattutto in Italia, dove il tasso di trading up è più alto rispetto alla media europea. Le scelte dei consumatori oggi sono più consapevoli e ragionate, ma non necessariamente orientate a rinunciare alla qualità. È neces-
sario trovare nuovi spunti e sicuramente uno dei possibili trend da cavalcare è quello del consumo critico: l’acquisto di prodotti “green” è in ascesa in tutta Europa, per una crescente sensibilità nei confronti dell’economia sostenibile. Chi acquista non sta comprando solo un articolo, ma anche la sensazione del risparmio e di fare del bene in primis alla propria famiglia e poi anche agli altri. In un momento di crisi come questo la componente emotiva si rivela centrale, una leva da non sottovalutare: oggi si acquista un prodotto che duri nel tempo o con una maggiore qualità a prezzo ridotto. Le variazioni del comportamento d’acquisto sono differenti a seconda delle categorie di consumo: l’acquisto è più ragionato, più attento, ma il consumatore non resta del tutto insensibile al fascino della marca, del prodotto affidabile e di un’offerta ampia. Per convincere il cliente a spendere più di quello che si può permettere il brand deve saper comunicare un insieme
di valori che facciano desiderare di possedere quel prodotto, di raggiungere quello status, di avere una certa immagine. Il risveglio dei consumi è vicino. Come coglierlo nel migliore dei modi? È necessario monitorare i cambiamenti nei comportamenti d’acquisto e adattarsi, avere una visione completa, che tenga conto dei diversi segmenti, dell’impatto della crisi sulle diverse categorie di consumo, dei mercati, dei canali e della domanda; razionalizzare referenze, brand e prodotti che non aggiungono valore all’offerta proposta. Enzo Venneri – Amministratore Delegato TCPOS SA “Massimizzare le prestazioni dei canali di vendita: le architetture centralizzate” TCPOS è una piccola realtà multinazionale, un’azienda che realizza e sviluppa progetti di informatizzazione delle attività commerciali con una propria piattaforma applicativa. Abbiamo scelto da qualche D.A.ITALIA 31
anno a questa parte un’architettura di tipo centralizzato sposando il sistema operativo Microsoft, che si adattava meglio alla nostra idea di applicativo. Abbiamo circa 5.000 licenze in Italia e circa 23.000 in Europa, giornalmente circa 8.000.000 di transazioni di vendita sono prodotte e gestite grazie ai nostri sistemi. Siamo nati nel 1994 con una soluzione studiata per l’ambito della ristorazione e tra le prime undici attività di ristorazione per fatturato in Italia, sette di queste utilizzano il nostro sistema, evidentemente con soddisfazione. La soluzione TCPOS è stata sposata anche da altri ambiti che non hanno a che fare con la ristorazione: retail non food (telefonia, fashion, elettronica di consumo, orologeria) retail food, macchine automatiche (vending machine, ticketing, postazioni di ricarica carte) entertainment (parchi, fiere, cinema, navi, stadi), pubblica amministrazione (dogane, comuni), trasporti. Questa è la dimostrazione della flessibilità di questo sistema applicativo e di come pur avendo una struttura solida gli ambiti in cui questa si può calare siano i più svariati. Da quindici anni realizziamo soluzioni per la gestione e il controllo delle transazioni di vendita con logiche dipartimentali, ma dal 2004 abbiamo deciso di modificare il sistema perché era in atto una crescita tec-
nologica nei sistemi di comunicazione, una tendenza alla riduzione dei costi che poteva giustificare uno snellimento dei processi in azienda, sia dal punto di vista organizzativo che da quello prettamente tecnico in termini di fatturato e di costi per l’azienda; in un’architettura stabile e robusta invece l’inserimento di nuove funzionalità operative è realizzabile con una notevole riduzione dei tempi e quindi dei costi. Di qui la nuova versione aggiornata di TCPOS. Questo significa un abbattimento dei costi sui server di negozio: chi vive questo tipo di realtà sa bene che un punto vendita necessita dei costi per il controllo delle transazioni, di personale che magari deve gestire operazioni di back up senza avere questo tipo di competenze. Vengono abbattuti costi su hardware (server ed eventuale back up) software di base (sistema operativo, gestione back up, DBMS) servizi (installazione, manutenzione hardware, data management, application management); in tutti questi casi si hanno degli immediati ritorni in termini economici. Il semplice fatto di poter avere un’architettura così leggera permette di snellire non solo l’operatività di negozio, ma anche il supporto al punto vendita, ad esempio potendo raggiungere il punto cassa attraverso la rete internet, senza dover interagire fisicamente con
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qualcuno, senza spostamenti, con conseguente risparmio di tempo, oltretutto. Ai vantaggi e benefici di tipo tecnico e di gestione sistemistica si uniscono vantaggi di natura operativa, gestionale, finanziaria, che possiamo chiamare vantaggi diretti e vantaggi indotti. Vantaggi diretti del monitoraggio sono l’immediato riscontro nelle vendite, del magazzino, della redditività; vantaggi indotti sono la soddisfazione del cliente che percepisce un miglior servizio e la sua fidelizzazione (anche attraverso sistemi di carte clienti), migliori performance di vendita, minor incidenza delle perdite di vendita, minor volume di resi in magazzino. Oggi utilizzare la tecnologia TCPOS permette di non effettuare alcuna procedura di chiusura da effettuare a fine giornata (la chiusura fiscale viene “catturata” dal server automaticamente); approvvigionamenti razionalizzati di articoli verso i punti di vendita; riduzione dei resi verso il magazzino; riduzione delle ore di lavoro straordinario; raccolta e riscontro immediato del fatturato dei franchisee; fatturazione precisa e tempestiva delle fee ai franchisee; contatto diretto con la dirigenza (in pochi minuti il CFO e l’Amministratore Delegato ricevono in posta elettronica i report delle vendite grazie alla rapida trasmissione dei dati).
“Soluzioni per distributori automatici” TCPOS propone soluzioni software progettate per offrire al cliente una serie di strumenti versatili e flessibili implementabili anche su una vasta gamma di distributori automatici. Le vending machine sono dei pratici punti di vendita che offrono una vasta selezione di prodotti acquistabili utilizzando differenti metodi di pagamento: il consumatore sceglie il prodotto sulla macchina digitando il codice corrispondente e acquista attraverso contanti, chiavette elettroniche o carte clienti. TCPOS offre due possibili modalità operative: 1) il distributore non è collegato a TCPOS e trasferisce periodicamente, tramite un palmare, le transazioni effettuate in modo che vengano registrate e memorizzate insieme a tutte le altre; 2) il distributore è connesso ad una rete e, comunicando in tempo reale con TCPOS, può ricevere da TCPOS i prezzi dei prodotti e i saldi delle carte cliente o trasferire a TCPOS le transazioni di vendita. In tal modo il database di TCPOS diviene l’accentratore di tutte le transazioni, così da poter effettuare statistiche di vendita incrociate con un unico strumento.
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Berlino 1 agosto 2009 11.30 am
Adesso torno su in consiglio e glielo dico: "Kurt, noi tedeschi siamo bravissimi a organizzare tutto. Però le macchine del caffè lasciamole fare agli italiani".
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host 2009, un’edizione vivace nel segno dell’internazionalità Un’atmosfera di particolare vivacità ha caratterizzato i contatti business, gli eventi, i momenti formativi della 36° edizione di Host, il Salone Internazionale dell’ospitalità professionale che si è chiuso il 27 ottobre al quartiere fieramilano a Rho. Un’edizione caratterizzata da un clima sempre più internazionale, come confermano anche i numeri: le presenze di visitatori esteri sono state 33mila da 143 Paesi, oltre un quinto sul un totale di 125mila, dato quest’ultimo in linea con l’edizione 2007. Francia e Germania si attestano come mercati di riferimento in Europa. Un particolare interesse è stato inoltre dimostrato dagli operatori del Bacino del Mediterraneo, in primis Marocco e Turchia; dal Medio Oriente, soprattutto Arabia Saudita, Emirati Arabi e Israele, e dall’Asia, con in prima linea i mercati di Cina e India. Presenze importanti anche da Australia e Brasile. Si affacciano sul mercato anche alcuni Paesi dell’Africa. Soddisfazione è stata espressa dagli stessi espositori per quanto concerne il tasso di
internazionalizzazione e per la qualità degli incontri avuti. Per Remo Ottolina, presidente di Caffè Ottolina, “…il bilancio della nostra presenza in manifestazione è molto positivo. Abbiamo realizzato molti contatti utili, soprattutto in ambito internazionale che era quello che ci interessava di più”. Host è l’appuntamento delle aziende per presentare le loro novità, quest’anno focalizzate soprattutto su eco-sostenibilità, design e risparmio energetico. E i 1.445 espositori provenienti da 40 Paesi testimoniano da parte degli operatori, tutti altamente qualificati, una volontà di fare business che si è manifestata nell’attenzione approfondita alle soluzioni innovative proposte. Alberto Zanata, presidente di Electrolux Professional Products, dichiara che “…Host 2009 ci ha dato la possibilità di presentare concetti, più che prodotti, che rispondono in modo strategico ai segnali di dinamicità che notiamo nel settore, in particolare in alcuni segmenti e aree geografiche nel mondo”. Il clima di fermento negli incontri
di business ha caratterizzato trasversalmente tutti i settori di Host, dal bar all’hôtellerie. Dal punto di vista del settore bar, spiega Luca Dussi, direttore marketing del Gruppo Cimbali: “Abbiamo esposto un’offerta di modelli in grado di soddisfare le più svariate esigenze. E la risposta dei visitatori è stata decisamente positiva, significativa soprattutto la presenza di operatori esteri”. Un ricco calendario di eventi e momenti formativi, con oltre 350 appuntamenti in cinque giorni, ha fatto da cornice al contesto espositivo. Grande successo, in particolare, per le aree speciali. A Hotel Emotion, protagonista il connubio tra eco-sostenibilità, design e tecnologia con le aree Double Face Room, e WT Hotel by Host, ‘assaggi’ dell’albergo del futuro ipertecnologico e iperconfortevole, e Host In Translation, viaggio ideale nei luoghi di transito e soggiorno. Il Villaggio del Caffè ha ospitato per la prima volta in fiera eventi dedicati all’intera filiera: dalla pianta verde alla torrefazione, dalla degustazione alla formazione.
Tra i numerosi appuntamenti il tradizionale concorso Cono d’Oro e il 1° Gran Premio Italiano della caffetteria. Sempre dedicato al caffè, la mostra Le Dame del Caffè che ha portato a Host le più belle macchine espresso del XX secolo. La Piazza del Gelato ha visto le selezioni lombarde del 5° Campionato Italiano Gelatieri oltre a corsi Master e dimostrazioni innovative. Infine, nell’area Ristorazione Professionale e Mippp – Milano Pane Pizza Pasta, una serie di workshop a tema organizzati da Host e AB Tech Expo, e avvincenti sfide e dimostrazioni pratiche che hanno visto protagonisti i maestri pizzaioli del 1° Campionato Italiano Pizza di Qualità, i pizzaioli acrobati del Master Pizza di Qualità e squadre di chef italiani vincenti nel mondo, come il team Veneto Chef reduce dalla vittoria all’International Kremlin Culinary Cup di Mosca. Host dà appuntamento alla 37° edizione, che si terrà al quartiere fieramilano a Rho da venerdì 21 ottobre a martedì 25 ottobre 2011.
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novità del vending a cura di Noemi Margaroli
RISO SCOTTI SNACK: NATURALMENTE SANI E REALMENTE BUONI
Riso Scotti Snack, società partecipata Riso Scotti, azienda di riferimento del settore fuori casa, propone i suoi prodotti a base di riso, in linea con le nuove esigenze alimentari dei consumatori, sempre più attenti ad un’alimentazione sana ed equilibrata. Prodotti leggeri, salutari e gustosi, giusto compromesso tra bontà e corretto apporto nutrizionale, nati dall’approccio innovativo dell’azienda unito all’esperienza nel settore risiero. La gamma di snack secchi sviluppata per il canale vending in risposta ai nuovi stili di vita, offre soluzioni pratiche e veloci per un break gratificante e sano. L’offerta di cibi monoporzione infatti aiuta chi vuole abituarsi a suddividere l’alimentazione giornaliera in quattro 40 D.A.ITALIA
o cinque appuntamenti, come consigliano i nutrizionisti, evitando così di arrivare ai pasti principali in preda ai morsi della fame. Il momento del break deve essere strettamente legato al gusto ma senza dimenticare la salute: per questo Riso Scotti Snack ha sviluppato prodotti gustosi ed equilibrati, frutto di una ricerca continua e di una particolare attenzione alla qualità degli ingredienti. Gli snack di riso sono pensati per realtà come le scuole, ambienti in cui i ragazzi formano la propria coscienza alimentare, ma non solo: la gamma Riso Scotti Snack risponde alle esigenze di consumatori diversi e copre differenti momenti del consumo fuori casa. Riso Scotti Snack ha abbracciato già da anni nella sua fase di svi-
luppo prodotto il concetto che un’alimentazione equilibrata e un’attività fisica sufficiente sono fattori fondamentali per la salute e ricorda che il cibo deve nutrire ma anche migliorare durata e qualità della vita, prevenendo patologie e aiutando a mantenere un buon livello di benessere psicofisico. Uno stile alimentare corretto, se adottato e rispettato, consente di vivere meglio: questa è la filosofia che l’azienda suggerisce e sostiene anche nell’ambito del consumo d’impulso. A partire dalla fine del 2002, Riso Scotti Snack ha concentrato la sua attenzione verso la distribuzione automatica, creando una divisione aziendale interamente dedicata e sviluppando prodotti specifici per il vending. Dal 2003 l’azienda ha
debuttato nel settore con i primi prodotti ad hoc, a cui ne sono seguiti altri, con l’obiettivo di realizzare una gamma di soluzioni adatte a momenti di pausa: oggi è presente nel vending con nove referenze molto apprezzate dai consumatori, una rete vendita apposita, personale formato e circa seicento clienti, dai grandi gestori alle piccole rivendite, sparsi sul territorio nazionale. Riso Scotti è inoltre particolarmente attenta alla comunicazione, che considera uno strumento imprescindibile per avvicinare i consumatori e sensibilizzarli in materia di prodotti salutari. Per questo, oltre alla newsletter mensile inviata a più di 10.000 utenti registrati, l’azienda ha in programma un progetto d’informazione nelle scuole,
in ottemperanza alla “Strategia globale su dieta, attività fisica e salute” dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), sottoscritta tra gli altri anche dalle associazioni CONFIDA ed EVA. Fra i prodotti Riso Scotti Snack per il vending presentiamo: - MINI RISETTE: croccanti e leggeri dischetti di riso e mais, impreziositi dal gusto dell’olio extra vergine di oliva, le Mini Risette sono disponibili nei gusti formaggio e pizza. Non fritte, contengono oltre il 30% in meno di grassi rispetto alle classiche patatine in sacchetto, delle quali sono un valido sostitutivo quando si ha voglia di un break salato. Inoltre i grassi presenti non sono idrogenati e il valore delle fibre contenute nel prodotto contribuisce al benessere intestinale di chi le consuma. La pratica confezione permette di portarle
facilmente nella borsetta o addirittura nella tasca della giacca. - CRACKERS DI RISO: stuzzicanti, spalmabili e croccanti, sono perfetti per accompagnare cibi dolci e salati al posto del pane. Sono una fonte di carboidrati facilmente assimilabili, a basso apporto calorico e racchiudono le proprietà nutrizionali del riso, per questo il loro consumo è consigliato all’interno di regimi dietetici controllati. Senza glutine, sono uno snack che anche i soggetti allergici potranno concedersi in ogni momento della giornata, anche come complemento dei pasti principali. - CANNOLO DI RISO: ideale per un break sano di metà mattina o come alternativa al croissant a colazione, la confezione contiene due croccanti cannoli di riso ripieni di cioccolato gianduia. Il Cannolo di Riso è uno snack croccante che concilia la bontà del cioccolato
alla leggerezza del riso, visto che contiene pochi grassi e poche calorie. Una vera gratificazione per chi ama gli snack dolci, compreso chi deve stare attento alla linea o chi è costretto a rinunciare a causa dell’intolleranza al glutine, dal momento che il prodotto ne è privo. - CIOCCOeRISO: una barretta capace di unire il piacere del fine cioccolato al latte, con la naturalità e la fragranza del riso soffiato. Pratica, da tenere portata di mano per una carica di energia da gustare in qualsiasi momento della giornata, questa barretta verrà apprezzata soprattutto da coloro che non vogliono rinunciare al piacere del cioccolato pur rimanendo leggeri. - PLUM CAKE DI RISO: morbida merendina monoporzione prodotta con sola farina di riso, rappresenta la soluzione ideale per la prima colazione o per la merenda
dei ragazzi a scuola; farcita ai frutti rossi o al cioccolato, ha un apporto ridotto di grassi, grazie anche all’assenza di zuccheri aggiunti. - GEMMA DI RISO: due delicati biscotti di farina di riso a forma di fiore, sono disponibili nelle due varianti di gusto cioccolato e cocco; una delizia da accompagnare al the, al caffè o al cappuccino durante la prima colazione o come alternativa per i momenti di pausa.
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novità del vending LA FRUTTA A PORTATA DI MANO: NOBERASCO NEL VENDING AL FIANCO DI CONSERVE ITALIA
Noberasco - l’azienda di Albenga che vanta cento anni di tradizione familiare nel settore della frutta secca e disidratata - ha siglato un’importante accordo commerciale per il canale della distribuzione automatica con Conserve Italia – il gruppo cooperativo agroalimentare leader nella produzione e commercializzazione di nettari, succhi e bevande alla frutta e prima industria conserviera italiana con circa 500.000 tonnellate di materie prime lavorate nell’ultimo esercizio, un fatturato 2008 superiore a 1 miliardo di euro (+5% rispetto all’anno precedente), oltre 6.500 dipendenti (2.173 fissi e circa 4.684 stagionali) e leader nei succhi di frutta con una market share del 30% –. Il canale del vending è oggi un 42 D.A.ITALIA
nuovo veicolo di promozione della marca sempre più diffuso e particolarmente utilizzato ed amato dalle nuove generazioni, nel quale tuttavia, malgrado la sua interessante crescita, le grandi aziende produttrici investono ancora poco a causa della necessità di sviluppare prodotti ad hoc, di gestire in modo diverso distribuzione e logistica, delle difficoltà oggettive a raccogliere dati. Conserve Italia rappresenta il partner ideale per Noberasco, grazie al know-how acquisito, alle specifiche Divisioni Marketing e Commerciale e ad una rete commerciale dedicata al settore del vending. La collaborazione nasce dalla comune volontà di affrontare il mercato utilizzando nuovi canali distributivi e valorizzando le
specializzazioni delle singole parti aderenti all’accordo. Noberasco ha realizzato appositamente per le macchine automatiche la serie di snack di frutta disidratata FRUT&GO, tra cui Misto Esotico, con papaya e ananas, e due monogusto: Albicocche e Noci in gherigli. I nuovi snack FRUT&GO sono la scelta perfetta per chi decide di regalarsi una pausa sana ricca di energia senza rinunciare al gusto. “Noberasco – ha affermato Gabriele Noberasco, direttore generale – è leader assoluta in GDO, ma per il canale vending ci siamo avvalsi di Conserve Italia quale partner più idoneo per inserirci nel settore, sia per l’entratura commerciale che per le affinità merceologiche dei nostri portafogli
prodotti”. Mentre Angel Sanchez, direttore generale Conserve Italia in seguito all’accordo ha dichiarato “La partnership esclusiva con Noberasco per la distribuzione dei suoi prodotti nel vending è una grande sfida commerciale perché gli snack del marchio leader in Italia della frutta essiccata sono l’ideale completamento della nostra offerta per il vending, sinora composta da un’ampia gamma di succhi e bevande alla frutta. Le due aziende hanno molti valori comuni, come la cultura della marca e della qualità, soprattutto per la selezione e controllo delle materie prime e per l’intero processo produttivo”.
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novità del vending BRITA: NOVITà IN TEMA DI FILTRI In occasione di HOST 2009, Brita, leader da oltre quarant’anni nella produzione di sistemi di filtrazione dell’acqua per uso domestico e professionale, ha lanciato un nuovo prodotto, il filtro Purity C 500 QUELL ST. Ad un anno dal debutto del filtro Purity C, l’azienda di Dalmine ha presentato questa nuova cartuccia che va ad aggiungersi alla gamma Purity C. Già disponibile sul mercato, Purity C 500 QUELL ST ha una capacità filtrante pari a 6.800 litri, con una durezza carbonica di 10kh° ed un by pass del 40% ed è pensata per le postazioni Ho.Re. Ca. con un volume di erogazioni superiore ai 30kg alla settimana. L’occasione è servita a Brita per rilanciare l’intera gamma Purity C: nel corso dell’anno infatti le ca-
pacità filtranti delle cartucce sono state testate e verificate attraverso le installazioni avvenute sul mercato. L’osservazione ha permesso di constatare, a parità di by pass e di durezza carbonica dell’acqua, un sensibile miglioramento delle capacità filtranti per tutte le cartucce della linea Purity C rispetto ai primi mesi di produzione. Altra novità per il vending di casa Brita è Memobrand, un adesivo da applicare all’esterno della vending machine che segnala la data d’installazione della cartuccia filtrante e che di conseguenza aiuta a ricordarne la data di sostituzione. Con l’acquisto di ogni filtro della gamma Purity C (C25, C50, C150) si ha diritto ad un adesivo relativo all’anno di riferimento. Memobrand si applica sul distributore al
momento del primo inserimento (o sostituzione) di una cartuccia Brita e sarà cura dell’operatore indicare il mese di installazione del filtro, che a partire da quel momento avrà una durata di dodici mesi. In questo modo viene comunicato al consumatore quale filtro è installato all’interno della macchina e che attraverso un cambio regolare della cartuccia si mantiene alto il suo livello di efficienza e di qualità dell’acqua che viene utilizzata per le erogazioni. L’espansione che ha
interessato il mercato dei sistemi filtranti sia a livello domestico che professionale ha reso necessario il trasferimento di Brita in una nuova sede. Gli uffici commerciali di viale Kennedy a Pedrengo, in provincia di Bergamo, consentiranno l’utilizzo di una sala tecnica dedicata all’analisi dell’acqua e ad alcuni aspetti tecnici legati all’applicazione dei filtri e ospiteranno inoltre una sala formazione per circa venti persone.
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novità del vending IL VENDING NELL’ALTA MODA ACCANTO A CALZE GALLO A Firenze nel 2006, Pitti Immagine Uomo, una tra le manifestazioni di moda più importanti del mondo, ebbe fra le sue attrazioni un distributore automatico. A sceglierlo fu Gallo Spa, da oltre ottant’anni marchio prestigioso del made in Italy, per distribuire le sue prestigiose calze da donna e da uomo. Non un distributore qualsiasi, naturalmente, perché ogni icona ha i suoi codici di riferimento: righe in multicolor, riconoscibili a distanza dai cultori di un prodotto icona dell’estetica chic, che non possono rinunciare all’oggetto del desiderio nemmeno a negozi chiusi. Il primo esperimento di distribuzione del prodotto attraverso il vending avvenne poi presso un noto locale notturno milanese, “Le Biciclette”, dove Insert Coin attirava l’attenzione dei giovani e distribuiva la linea di calze Collection, che ha la particolarità di essere dispo-
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nibile in taglia unica per donna e taglia unica per uomo. In seguito Insert Coin è stato messo in funzione presso lo scalo milanese di Linate: è un distributore automatico che mette buonumore, fuori dagli schemi perché variamente colorato a righe orizzontali, che invoglia ad avvicinarsi e che eroga calze al paio nelle fantasie più amate della nota azienda bresciana. Gallo è un’azienda di moda che ha deciso di sperimentare soluzioni di vendita innovative per un prodotto di culto che non ha bisogno di presentazioni e realizza oggi la fantasia di molte consumatrici che desiderose di acquistare un paio di calze eleganti e coloratissime, potranno farlo anche all’ultimo momento per necessità, per avere un cadeau glamour e originale per l’invito a cena o per far pace dopo un litigio oppure semplicemente
per gratificarsi. Grande il successo di vendita e d’immagine: il distributore è accattivante e incuriosisce il pubblico, quindi è riuscito brillantemente a svolgere la funzione di campagna pubblicitaria ma, visto il prodotto, in maniera decisamente originale. Per queste ragioni la società ha deciso di aumentare il numero dei distributori e, oltre agli aeroporti e ai locali notturni, sta studiando nuove possibili locazioni. Gallo è il nome storico della calzetteria italiana, marchio noto per qualità, tradizione e innovazione. Dal 1927 il lavoro di 70 “mastri
calzettai” ha portato l’azienda a raggiungere oggi livelli di eccellenza unici al mondo. Per le sue creazioni utilizza solo materiali di prima scelta, il filo viene tinto nei colori esclusivi della Casa che vanta una gamma di mille tonalità. Calze, ma non solo: cravatte in cachemire e seta, boxer da uomo, costumi da mare uomo e donna, T-shirt, sciarpe e berretti, borse, scarpèz – le scarpette friulane in velluto - e polo per lui e per lei che magari, in futuro, verranno distribuiti con le vending machine.
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le nostre recensioni “FAEMA ESPRESSO 1945-2010” IL NuOVO LIbRO DI ENRICO MALTONI.
“Faema Espresso 1945-2010”, il primo libro che racconta la storia della Faema, è stato presentato dall’autore Enrico Maltoni a Milano, durante la fiera Host. Faema, inizialmente produttrice di fornelli, accessori per i vagoni dei treni e caschi per permanente, è poi diventata l’azienda che ha saputo maggiormente scrivere il futuro delle macchine da caffè. Nel racconto sono narrate le storie del fondatore dell’azienda, delle innovazioni tecniche raggiunte nel corso degli anni, dei cambiamenti sociali e dei costumi che nel frattempo hanno attraversato l’Italia. Lo accompagnano cinquecento immagini di cui trecento inedite, donate dalla famiglia Valente a Enrico Maltoni che ha potuto da queste ricostruire il principio della storia. Un libro che riporta anche la vita di un uomo, di un imprenditore illuminato che ha saputo cogliere lo spirito dei tempi e adattare ad essi anche l’anima di una bevanda che aveva trasformato ogni sua occasione di consumo in un rito. Carlo Ernesto Valente consolidò la tradizione di celebrare questo rito, estendendolo a più luoghi e persone attraverso l’applicazione di una sola regola valida per tutte le fabbriche del gruppo: l’ammodernamento continuo. Una regola accanto a cui “vigeva” una formula: le innovazioni dovevano sempre conciliarsi, oltre che con la comodità dell’utilizzo e della preparazione, con l’eccellenza del risultato in tazza. È seguendo questi binari che dagli stabilimenti della Faema sono uscite le prime macchine da caffè prodotte in serie, le prime macchine a fare il caffè senza il vapore, le prime per la distribuzione automatica negli uffici e nei luoghi di lavoro, le prime “a colori”, le prime a “scendere in piazza” e le prime a entrare nelle case. È quest’azienda che ha creato anche il paradosso della macchina da caffè: il caffè liofilizzato, quello che si prepara senza macchine da caffè. Anche dopo il ’74, anno in cui Carlo Ernesto Valente ha deciso di ritirarsi a vita privata, l’azienda ha continuato, e lo fa ancora oggi, a produrre modelli che esprimono la perfetta sintesi fra l’innovazione tecnica, il design e la qualità del caffè prodotto. Ne sono un chiaro esempio macchine come la “Tronic” dell’anno 1981, disegnata dall’architetto Sottsass, la “Star”, la “E91” e la “E92” del 2001, disegnata da Gianfranco Salvemini. Inoltre per celebrare il 40º anniversario della “E61” è stata creata per tutti gli appassionati di questo storico modello una versione celebrativa: la “E61 Legend” che, oltre ad essere caratterizzata dall’originale design, ha mantenuto la propria identità al di là del tempo, degli stili e delle mode che si sono succedute in quarant’anni. Così come l’ultima nata di casa Faema: la “Emblema” disegnata da Giugiaro Design. Un viaggio nella storia del costume e del design come solo uno studioso appassionato poteva riuscire a scrivere e che per copertina non poteva non avere l’annuncio della prima campagna pubblicitaria della Faema, il manifesto realizzato dal pittore, disegnatore e pubblicitario Gino Boccasile.
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Cialde Mokasirs: la bellezza di 15 gusti.
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EVA News
VENDING REquIREMENTS IN A CONTACTLESS DEbIT/CREDIT PAyMENT SOLuTION In this new era of contactless payment, the EVA’s Cashless Committee has monitored the various payment solutions available in the US market and the introduction of similar systems in Europe. A contactless debit/credit offers a promising improvement to current bank card solutions. That is, a new payment solution which would extend the existing chip contact or magnetic stripe cards to contactless payment. For contactless payment, a simple “touch” of the device activates the payment transaction. This seems to be an ideal payment solution for small amounts (defined as less than 15 euro by the banking industry) and offline transactions. The Vending Industry has on numerous occasions met and discussed the implications of a contactless payment in unattended points of sale, with credit card institutions (MasterCard, Visa, AMEX, JCB). However, a number of technical and commercial concerns still need to be resolved. Today, the EVA’s release of the Cashless Vending Specification (CVS) version 1.3 brings forward some differences as summarised below: The purpose of the CVS specification is to give guidance to manufacturers and operators on the design and implementation of cashless payment devices in the vending industry. The vending industry already uses its own vending standards, which are open and which the EVA and NAMA jointly produce and maintain. The protocol for internal communication between the VMC and its peripherals e.g. payment terminal, is the MDB-ICP version 3.0. Any new communication technology, regardless of its purpose, must comply with the existing standards. VENDING REQUIREMENTS WITH A CONTACTLESS DEBIT/CREDIT PAyMENT The vending industry has considered the following points relevant to a successful implementation of a cashless system : Credit First is the key. First give credit to the vending machine and then make a selection which determines the payment amount. This is how consumers currently use vending machines with cash. (ref table 1) Speed is crucial. Cashless Transactions should not take longer than cash transactions. It is estimated that transactions taking greater than 4 seconds will not be accepted by the consumer. Pricing: At current transaction cost, cashless will only have limited application in vending. For mass adoption, transaction cost will have to go down substantially. Technology: The EVA supports the adoption of contactless schemes (such as cards, NFC e.g. mobile phone enabled payments) and other systems as they are best suited to the vending environment. Earlier technologies such as chip and pin may require a receipt printer and a secure keypad, which inflates the hardware costs to an unacceptable level. Horizontal compatibility: systems should operate to common standards so that the experience for the consumer remains consistent with existing methods of making a purchase. Feedback: there must be some form of communication between the machine and the consumer to indicate that the transaction has been successful. Systems clearly communicate what occurs if a vend fails and how the consumer may be reimbursed. Simplicity: The user interface should be user-friendly and easy to understand. Ideally, the consumer should be able to avoid having to present their card for every selection made. Certification: The vending industry requires a simple generic process for (bank) certification of contactless payment devices in vending machines. The vending operator cannot be made responsible for the technical integration of payment systems. Communication: The banking industry would prefer all machines to have online capability. This could prove to be a significant barrier to the full adoption of contactless payment systems. The EVA welcomes participation from all parties involved and will be very interested in participating in any forum that will address the contactless debit/credit applications in vending, be it to describe the vending requirements in greater detail, or to give any clarification on its existing standards.
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fisco news
a cura di Luca Mariotti – Dottore Commercialista in Firenze
Scudo Fiscale SCUDO FISCALE PROSSIMO ALLA SCADENZA Con la legge 141 del 3 ottobre (che ha fatto notizia per le numerose assenze tra i banchi dell’opposizione, che hanno determinato l’approvazione del provvedimento) si definisce il quadro normativo dello “scudo”. A seguito di ciò l’Agenzia delle Entrate ha diramato la Circolare 43/E del 10 ottobre che chiarisce alcuni punti controversi e può finalmente fornire un riferimento piuttosto esaustivo sulle regole da adottare. IN COSA CONSISTE È la facoltà concessa dalla legge di regolarizzare il possesso all’estero di denaro, attività finanziarie, immobili e altri beni determinatosi in violazione delle norme sul monitoraggio valutario. Le predette attività possono essere quindi riportate in Italia o lasciate all’estero senza incorrere in sanzioni, a condizione di versare un’imposta del 5% entro la scadenza prevista. Viene mantenuto l’anonimato e tale operazione non può essere utilizzata per determinare accertamenti. Al contrario anzi, come meglio si vedrà nel seguito, il fatto di aver regolarizzato una somma può determinare la copertura da accertamenti fiscali nei limiti di quell’importo. Termine per l’emersione delle attività detenute all’estero. Il limite temporale per avvalersi dello scudo scade è quello del 15 dicembre 2009. La Circolare precisa tuttavia che se le operazioni per il rimpatrio o la regolarizzazione hanno natura complessa e richiedono più tempo è consentito comunque di usufruire della sanatoria se: 1) dette operazioni vengono ultimate in un tempo “ragionevolmente” breve 2) l’imposta dovuta per il
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rimpatrio o la regolarizzazione viene versata comunque entro il 15 dicembre. REGOLARIZZAZIONE E RIMPATRIO La regolarizzazione consente di conservare le attività detenute all’estero nel luogo dove si trovano. Il rimpatrio comporta il trasferimento fisico (o giuridico, come vedremo poi) il Italia. La regolarizzazione è consentita solo per le attività ubicate in Paesi UE e per quelle localizzate in Norvegia e Islanda (Stati SEE), Australia, Canada, Corea del Sud, Giappone, Messico, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Turchia (Stati Ocse con scambio di informazioni). Il rimpatrio è invece l’unica modalità per “scudare” attività detenute negli altri paesi (es. Svizzera, San Marino, Lussemburgo e Liechtenstein). RIMPATRIO «GIURIDICO» Il rimpatrio, tipicamente “fisico” può aversi anche se venga stipulato un contratto di amministrazione di beni per conto terzi con una società fiduciaria italiana. La fiduciaria deve quindi detenere il bene, che fisicamente può anche restare all’estero. Un’altra possibilità per il rimpatrio è conferire i beni a una società con sede nello stato in cui sono ubicati e rimpatriando le partecipazioni. La società deve possedere solo questo bene. Inutilizzabilità dello scudo. Ai sensi del comma 3 dell’articolo 13-bis del decreto 78/2009, le operazioni di emersione non possono in ogni caso costituire elemento utilizzabile a sfavore del contribuente in ogni sede amministrativa o giudiziaria, civile, amministrativa ovvero tributaria, in via autonoma o addizionale, con esclusione dei
procedimenti in corso. COPERTURA DA ACCERTAMENTI Lo scudo preclude ogni accertamento tributario e contributivo limitatamente agli imponibili oggetto di rimpatrio o di regolarizzazione. Ciò sia per le attività direttamente costituite all’estero (es. operazioni estero su estero non dichiarate) sia per le attività esportate. È poi preclusa l’attività di accertamento nei confronti dei soggetti obbligati in via solidale con il contribuente. Con le recenti precisazioni è chiaro che la copertura da accertamenti riguarda anche tributi diversi dalle imposte sui redditi. Viene coperto anche l’accertamento sintetico (ovvero il famigerato redditometro) se il tenore di vita del contribuente non può essere giustificato dai redditi dichiarati ma può divenire congruo invocando lo scudo e motivando coi redditi precedentemente non emersi. In caso di accertamento, se si vuole opporre lo scudo, è necessario rendere nota al Fisco la dichiarazione riservata o al momento dell’accesso o entro 30 giorni dalla notifica di un accertamento o di un atto di contestazione. SOCIETà Lo scudo non può essere utilizzato da società di persone o di capitali. Solo da società semplici. Inoltre La copertura dello scudo da accertamenti opera, per chi è socio di una società di persone o di una associazione, solo in assenza di attività di controllo avviata nei confronti della società partecipata. Ciò naturalmente con riferimento esclusivamente ai redditi imputati per
trasparenza dalla società. Possibile aderire allo scudo, dopo le recenti modifiche normative, per le società estere controllate da italiani (CFC, ovvero Controlled Foreign Companies). Lo scudo delle CFC copre il socio pro-quota. REATI Il nuovo testo della norma comporta l’esclusione della punibilità penale: - per i reati tributari come dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o di altri documenti; dichiarazione fraudolente mediante altri artifici; dichiarazione infedele;omessa dichiarazione; occultamento o distruzione di documenti contabili; - per i reati penali in materia societaria: false comunicazioni sociali; false comunicazioni sociali in danno delle società, dei soci e dei creditori; - per reati penali come falsità materiale commessa da privato; falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico; falsità in registri e notificazioni; falsità in scrittura privata; uso di atto falso; soppressione, distruzione e occultamento di atti veri; falsità riguardante documenti informatici; false copie autentiche che tengono luogo degli originali mancanti. OBBLIGHI DEGLI INTERMEDIARI Gli estremi dei conti di deposito nei quali confluiscono il denaro e le attività finanziarie rimpatriate non devono essere comunicati all’Amministrazione finanziaria. Rimane invece l’obbligo, per la normativa antiriciclaggio, di segnalare le operazioni sospette che configurino reati diversi da quelli coperti dallo scudo.
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D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA novembre 2009 N°41
mercato del vending: torrefattori – illy necta tour intervista con Paolo Paris Parivend eventi: SADAF – Convegno Sturziano – SATRO – 3° Consumer e Retail Summit – HOST novità del vending: Riso Scotti Snack – Noberasco al fianco di Conserve Italia – Brita recensioni – “Faema Espresso 1945-2010” EVA News fisco news: lo scudo fiscale
Iª ducale COVER D.A.ITALIA 41.indd 1
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IIª brita
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EDITORIALE
D.A. Italia compie 5 anni
Il 22 aprile del 2004 veniva per la prima volta distribuita nel settore del vending una nuova rivista bimestrale di settore: D.A. Italia. Nonostante l’iniziale scetticismo del mercato, oggi questo prodotto editoriale è diventato uno dei punti di riferimento informativi del vending in Italia e in Europa. Un successo che è doveroso dividere con l’intera redazione e con tutti i collaboratori che hanno partecipato in questi anni al progetto. Moltissime le novità previste per festeggiare degnamente il nostro primo lustro di vita. Innanzitutto abbiamo completamente ristrutturato il nostro sito internet. La rivista, grazie ad una nuova tecnologia informatica, potrà essere sfogliata virtualmente direttamente sul web. Sarà quindi possibile leggere, stampare e salvare sul proprio computer, D.A. Italia, nella sua impaginazione originale. Gli abbonati alla rivista avranno anche la possibilità di leggere in anteprima il numero in stampa e consultare l’intero archivio. Abbiamo inoltre quasi concluso la fase progettuale di una nuova rivista del vending che avrà una tiratura molto alta e che uscirà dai confini del settore per rivolgersi ad un pubblico decisamente più vasto, che comprenderà i decisori delle aziende che installano i distributori, le istituzioni, i comuni e tutte le principali categorie interessate a questo canale distributivo. Il vending non può più restare chiuso in se stesso e deve iniziare a rivolgersi all’esterno, coinvolgendo e informando tutti quei soggetti che hanno interesse ad installare un distributore automatico o a conoscere meglio le sue particolari caratteristiche. Quest’anno siamo diventati un mensile e per il 2010 costruiremo un quotidiano su internet che informerà in tempo reale tutti gli operatori della filiera sulle principali novità del mercato. In questo modo ridurremo i tempi di una informazione di settore che si rivelerà sempre più decisiva per confrontarsi con i concorrenti all’interno dell’arena competitiva. La rivista in edizione cartacea continuerà ovviamente ad esistere e a svolgere il suo fondamentale ruolo di approfondimento. La diffusione dei progetti editoriali non si fermerà al solo territorio italiano. Stiamo chiudendo accordi e testando vari collaboratori in altri paesi europei e porteremo il nostro modo di fare informazione anche al di fuori dei confini nazionali. Continueranno le nostre collaborazioni con le Associazioni italiane, estere e europee, in modo da contribuire a diffondere una corretta cultura del vending e informare sulle principali normative che coinvolgono la nostra filiera. Tutto questo è ovviamente possibile grazie al continuo sostegno dei nostri lettori e alla vitalità di un settore che, anche in un momento congiunturale così difficile, consente di pianificare progetti per il futuro con la ragionevole convinzione di poterli sviluppare con successo.
Alessandro Fontana
17 noberasco
2 comesterogroup
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18 la tazza d’oro
Ne facciamo di tutti i colori... e per tutte le acque
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11 fas international
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Colori compositi
M
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