D.A.ITALIA N.81

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Numero 81 NOVEMBRE 2013

D.A.ITALIA

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w w w . d a i t a l i a . i t

Sistemi di Pagamento Payment Technologies

Design Rheavendors Otium

Memoria Adriani Majer Simonazzi





D.A.ITALIA 81 > NOVEMBRE 2013

, ,

Trasumanar significar per verba non si poria Paradiso 1,70 Dante Alighieri nello scrivere la terza delle tre cantiche della Divina Commedia si trova a risolvere un problema di complessa soluzione. Ancora in vita, ha vagato nei gironi dell’inferno, è entrato nel purgatorio e infine è giunto in paradiso. Purtroppo però il suo corpo mortale e imperfetto non può ascendere in un luogo di così assoluta purezza. L’unica soluzione possibile è quella di mutare sostanza e andare oltre la condizione umana (la trasumanazione). L’esperienza è talmente forte e radicale che nemmeno lui stesso, sommo poeta, trova le parole per descrivere questa indicibile esperienza. Il concetto di trasumanazione, così brillantemente illustrato da Dante, ha poi varcato i secoli e si è riproposto per tentare di descrivere un risolutivo cambiamento da una condizione ad un’altra. Nel mondo del business, ad esempio, quando si passa da uno scenario prefissato ad uno completamente differente, la considerazione strategica principale è che non si può compiere questo processo senza mutare profondamente la propria mentalità e il proprio operato. Continuare a comportarsi

come prima, in presenza di una situazione congiunturale completamente differente, non può funzionare. Se il cambiamento è molto profondo, ancora più profonda deve essere la strategia di adattamento dell’azienda.

Il mondo del vending è esattamente in questa condizione. Il tracciamento dei corrispettivi muterà radicalmente il settore. Il faticosissimo percorso tecnico/operativo/finanziario che porterà alla trasparenza fiscale, sarà solo l’aspetto più banale e pratico del cambiamento che è chiesto al comparto dei gestori. La vera rivoluzione sarà di natura culturale e riguarderà, contemporaneamente e in tempi molto ristretti, migliaia di operatori, dai più piccoli ai più grandi. Un certo modo di operare semplicemente sparirà da un giorno all’altro e se si vuole sopravvivere bisognerà incominciare ad adeguarsi al nuovo scenario immediatamente. Il profondo rispetto di una chiara etica d’impresa non sarà più un optional delle aziende virtuose, ma un preciso obbligo di filiera. Tutta la struttura sarà coinvolta e dovrà condividere nuovi obblighi e responsabilità. Insomma, tutto il comparto dovrà compiere un’autentica trasumanazione. Come ha insegnato Dante, cercare di descrivere a parole come fare è impossibile (“significar per verba non si poria”). Però una cosa la posso immaginare. Se si vuole entrare in paradiso non c’è davvero nessun’altra strada che operare un profondo cambiamento etico-culturale. Chi non avrà la forza o la voglia di farlo, non cambierà sostanza e potrà soltanto restare inchiodato in purgatorio in attesa del momento di scendere all’inferno.

Editoriale

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A l e s s a n d r o

F o n t a n a

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D.A.ITALIA 81 > NOVEMBRE 2013

Sommario

Numero 81 NOVEMbre 2013

3

>RENZO Gabriel bonizzi Direttore responsabile/ Editor in chief

6

>alessandro fontana

direttore editoriale/ EDITORial director

> LAURA

GUASPARRI ART DIRECTOR

> ANDREA

LOTTERO GRAPHIC DESIGN

> daniela

biscotti Commerciale/Commercial

> noemi

margaroli redazione/editorial staff LASERGRAFICA POLVER srl > stampa / p r int E R S d.a.italia >il periodico della distribuzione automatica P u b b lica z ione iscritta al Tribunale di Milano, numero di registrazione 177 del 22 marzo 2004 >Iscrizione al R.O.C.: 11412 >Periodicità mensile >Editore ART&WORKS UNIPERSONALE Srl V ia ma r cantonio colonna 15 20149 M ilano 04234310961 P. I VA Tel +39 02 48958566 Fax +39 02 89694472 >Ufficio commerciale commerciale@daitalia.it >Web www.daitalia.it >Posta elettronica i n f o @ d a i ta l i a . i t > A b b onamenti abbonamenti@daitalia.it La riproduzione totale o pa r z iale delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su D.A. Italia è permessa solo se autorizzata dalla Direzione. La Direzione non assume r esponsa b ilit à pe r le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari. CONCEPT ART & W OR K S

Editoriale

Trasumanar significar per verba non si poria (Paradiso 1,70)

Un Luogo della Memoria Mercato del Vending - Sistemi di Pagamento

16 Payment Technologies > il Valore Aggiunto al Business dei Gestori Design

24 Otium > l’Uso del Tempo Durante la Pausa Caffè Visti in Fiera

29 Eu'Vend & Coffeena Bilancio Positivo per la Biennale di Colonia

> Oranfresh Intervista con Enrico Musumeci > Coges One cashless for all > Crane Payment Solutions Anteprima del Nuovo Sistema GiroGo VendingtoGo

45 Firenze > Distribuzione Automatica e Corretta Alimentazione Eventi

50 Vending Service e Covim > Inaugurata la Nuova Filiale della Rivendita Siciliana a Palermo

Mondo Associazione

55 Confida > Aumento IVA, Conseguenze su Consumatori e Operatori del Settore Novità

57 Riso Scotti Snack > Rice Crash, il Gusto Dolce-Salato che Prima non c’era Stuffer > Yogurt Herakles agli Agrumi, il Nuovo e Fresco Gusto nella Vending Machine Coges > Mario Majo nominato Direttore Commerciale Epta/Iarp > Primo Bilancio di Responsabilità Sociale per il Gruppo Bahlsen > Arriva Pick Up! Choco & Caramel Yoga > Nuove Referenze per il Vending Appuntamento In Fiera

64 Host 2013 > I Numeri che Sfidano la Crisi

BY SRL

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Memoria

Un

Luogo

Ci sono articoli che non vorresti mai scrivere e foto che non vorresti mai cercare nel tuo archivio. L’unico motivo che ti spinge a farlo è la convinzione di poter creare un luogo della memoria, fatto di parole che resteranno per sempre stampate nella rivista e che inizieranno, con la pubblicazione on-line, un viaggio nell’oceano d’internet, sino a costruire uno spazio virtuale in cui le brevi frasi scritte in ricordo di persone eccezionali, possano rimanere a perenne testimonianza del loro passaggio nelle vite di molti di noi. La nostra comunità ha perso in pochi giorni tre dei suoi fondatori. Imprenditori con doti umane e professionali davvero fuori dal comune, che hanno saputo creare qualcosa di nuovo e il cui ruolo nel nascente settore del vending è stato davvero fondamentale.

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_di Alessandro Fontana

della

Memoria

Sebbene sia doveroso in questi casi soffermarsi sui loro successi e sulla crescita delle aziende che hanno fondato, sono convinto che questo sia in qualche modo riduttivo, perché i trionfi professionali non riescono certo a descrivere quello che hanno rappresentato. Oggi a tutti noi mancano soprattutto i valori umani che hanno saputo esprimere nel lunghissimo corso della loro carriera e solo parlando di queste caratteristiche possiamo rendere giustizia alla loro memoria. Ho avuto la fortuna e il privilegio di conoscerli, anche se appartengo ad una generazione di imprenditori dell’età dei figli e con i quali ho intrattenuto rapporti più frequenti. Proprio a loro ho chiesto una testimonianza sul rapporto padre/figlio-a che certamente riesce a raccontare di più sul valore dei loro genitori, di tanti discorsi legati al percorso delle loro imprese. Simonaz - Antonio

Erika Simonazzi

zi

che “est modus in rebus” oppure ci ricordava,

famiglia, gli amici del paese, la partita a carte

in tono scherzoso, che sia io che Daniele

del sabato sera con i cugini.

Il ricordo di mio padre fin da bambina è quello di

eravamo molto fortunati perché, diceva “siete

Questo suo modo di vivere, senza vizi né lussi,

un uomo fortissimo, coraggioso e dinamico, un

era coerente con la sua disarmante modestia;

concentrato di energia vitale che contagiava chi

liberissimi di fare tutto, ma proprio tutto quello che… voglio io!”.

gli stava attorno… a volte era un po’ burbero e

Era estremamente sintetico, pochi concetti chia-

duro ma sempre profondamente giusto e molto

ri, si divertiva a ricordarci il suo ruolo di genitore

generoso. In famiglia c’erano delle regole sem-

così: “Io ho il dovere di difendervi dal freddo,

chiedeva che lavoro facesse, non rispondeva

plici e chiare da rispettare, tutto qui.

dalla fame e dall’ignoranza, tutto il resto è su-

mai

Non ci sgridava o puniva mai, non ce n’era biso-

perfluo” in realtà era molto generoso, pronto

“sono un imprenditore” ma piuttosto “faccio bicchieri e piatti di plastica”,

gno, bastava un suo sguardo di rimprovero per

a soddisfare quelle nostre richieste superflue,

semplicemente.

convincerci ad ubbidire.

quel di più che teoricamente non ci era dovuto.

Al massimo, quando lo facevamo arrabbiare, ci ammoniva a non oltrepassare i limiti ripetendoci

non gli piaceva mostrare di aver fatto carriera, di aver creato una multinazionale conosciuta ed apprezzata in tutta Europa, anzi, a chi gli

Non aveva nessun timore di andare controcorLa sua vita privata era fatta di cose semplici: la

rente, se lo riteneva opportuno e non si è mai

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curato troppo di rispettare il protocollo, se non

alla Madonna la grazia di renderlo più ubbi-

consciamente anche dimostrare di essere

lo reputava giusto.

diente… si perché da giovane era un ribelle,

all’altezza di un padre, anch’esso imprendi-

gli piaceva correre in moto, fare scherzi agli

tore, che non aveva mai conosciuto, ma che

Ricordo che una volta mi venne a prendere

amici e con gli amici in giro per il paese, una

la madre e le persone del paese gli avevano

dopo una serata in discoteca, avevo 16 anni,

volta si arrampicò sulla torre dell’orologio del-

sempre descritto come un grande uomo, sia

era la festa di fine anno scolastico, un’età dif-

la chiesa e lo bloccò, il prete del paese in più

per le sue capacità imprenditoriali, sia per il

ficile in cui i figli vogliono mostrare di essere

occasioni lo aveva rincorso minacciandolo col

suo carisma e la sua bontà d’animo.

adulti ed autonomi, si vergognano spesso di

bastone.

farsi vedere in compagnia dei genitori. Non gli piaceva studiare, ci ricordava sempre

Kent Johannsson, americano allora responsa-

Al di fuori della discoteca la scena era sempre

con ironia che ai suoi tempi “il liceo scientifico

bile commerciale dell'azienda da cui mio pa-

la stessa: decine di macchine parcheggiate con

era molto più difficile di adesso tant’è che ci

dre acquistò la prima macchina per produrre i

nascosti all’interno i timidi genitori, che allun-

volevano 7 anni per finirlo” e questo perché

bicchieri, mi ha ricordato che venne in Flo alla

gavano il collo ogni volta che la porta della di-

lui ce ne aveva messi 7 invece di 5! Poi, nono-

consegna della macchina e si mise a montarla

scoteca si apriva e usciva qualcuno, speranzosi

stante il parere negativo dei suoi professori, si

con mio padre, loro due insieme, in un capan-

che fosse la volta del proprio figlio.

iscrisse all’università, chimica industriale, e si

none senza luce né riscaldamento …e quando

appassionò tanto alla materia da fumarla via in

un giorno, alle 10 di sera, la macchina comin-

fretta e guadagnarsi anche una borsa di studio.

ciò a produrre i primi bicchieri, mio padre chia-

Quella sera ero nella hall della discoteca a ritirare la giacca quando una mia amica mi fece

mò mia madre, sua madre e gli zii e li piazzò

notare molto contrariata che suo padre aveva

Decise di fondare la Flo all’età di 32 anni, una

in fondo alla linea a confezionare e mettere i

avuto la sfrontatezza di entrare nella hall sen-

decisione temeraria considerando che i soldi

bicchieri nei cartoni.

za aspettare fuori, il mio commento fu: “dai

erano pochi e mia madre era incinta del secon-

non prendertela, la prossima volta glielo spie-

do figlio, che ero io, ma fu supportato anche

La sua passione era la produzione, era il suo

finanziariamente da mio nonno, suo suocero,

gioco preferito, quando riusciva a suggeri-

che ha sempre creduto nelle sue capacità. Pri-

re soluzioni tecniche per un problema su una

ma della Flo, aveva lavorato come responsa-

macchina era decisamente soddisfatto. Il la-

bile commerciale in un’azienda produttrice di

voro era il suo hobby, andare in vacanza era

ghi che deve aspettare fuori” e tra me e me pensavo che effettivamente fosse stato poco opportuno. Poi, il padre di questa mia amica si avvicina e mi dice: “Erika tuo padre è entrato / indicandomi l’ingresso della pista da ballo / perché non ti ha voluto aspettare qui nella hall”, io corro dentro e lo trovo in mezzo alla pista ad aggirarsi tra i ragazzini che ballavano, senza un minimo di vergogna!! E quando mi vede dice: “eri in ritardo di un minuto così sono entrato”. Beh, quella volta non son riuscita neanche ad arrabbiarmi, anzi mi è scappato da ridere… e comunque non ho mai più ritardato neanche di 30 secondi!

contenitori per alimenti, una multinazionale di cui non condivideva le strategie. Capì presto che non gli piaceva lavorare sotto padrone, doveva far qualche cosa di suo, doveva decidere da solo, senza sottostare a superiori con cui spes-

quasi una scocciatura, necessaria però per accontentare mia madre. Il suo amico Luciano Pensante un giorno, al telefono con lui, dopo aver saputo che da lì a poco sarebbe partito per Madeira, aveva commentato: “Sei proprio diventato un fighetto, vai pure in ferie?” e lui si era sentito in dovere di giustificarsi: “Sì ma

so si trovava in disaccordo.

solo per 10 giorni o mia moglie brontola!”.

Probabilmente voleva in-

Quando mio fratello lo esortava a prendersi qualche giorno di riposo rispondeva: ”Perché devo andare in ferie se sto bene qui?

Mio padre non ha avuto un’infanzia facile, era figlio unico, suo padre Leandro era morto quando lui aveva solo 10 mesi, così mia nonna lo ha cresciuto da sola con pochissimi soldi e tante preghiere alla Madonna. Ogni volta che combinava un qualche pasticcio mia nonna prendeva la bicicletta e percor-

“faccio bicchieri e piatti di plastica”,

reva la strada da Sant’Ilario a Parma, solo per accendere una candela in chiesa chiedendo

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semplicemente.


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Io mi rilasso a lavorare”. Ed era vero. Lo stress non esisteva per lui, quando qualcuno azzardava a lamentarsi di essere stressato la sua reazione era immediata “che cos’è lo stress?” non sono mai riuscita a spiegarglielo, forse perché fondamentalmente la pensavo come lui, cioè che probabilmente lo stress era un problema di altri, che per noi veramente non esisteva, poteva esserci la rabbia, la tensione, l’ansia, ma già quest’ultima era più rara, lo stress no. Mio padre possedeva una grande autoironia ed un forte senso dell’umorismo, aveva sempre la battuta pronta e tante volte ha alleggerito, con il suo modo di fare, situazioni decisamente tese. Ci esortava sempre ad affrontare la vita con un po’ di humor,“perché / diceva / lo humor è il sale della vita, senza humor tutto diventa troppo serio”

Sant'Ilario d’Enza,

Era molto rassicurante, sul lavoro come nella

FLO. Classe 1941, Simonazzi è stato uno dei

vita privata chiedevo spesso consiglio a lui quando mi trovavo in difficoltà e lui mi tranquillizzava sempre e mi suggeriva una soluzione, semplice e di buon senso, a cui io immancabilmente non avevo pensato. Tra le cose più importanti che ci ha insegnato con l’esempio, è l’importanza di essere coerenti e avere coraggio di dire sempre la propria

Antonio Simonazzi, fondatore e presidente di pionieri della produzione delle stoviglie monouso: fu infatti lui ad avere l’intuizione che lo portò ad essere uno dei primi a realizzare i bicchieri per i distributori automatici di bevande, settore in cui ancora oggi FLO è leader

(Vendorplast a Parma, Flo Europe con sedi a Londra, Parigi e Monaco di Baviera, Isap a Verona). Nel maggio scorso Simonazzi ha inoltre ricevuto, durante l’assemblea annuale di Berlino del BDV, un importante riconoscimento europeo per il suo impegno imprenditoriale volto

in Europa.

sempre all’innovazione del prodotto.

“Nel 1972 mancavano i bicchieri, si vedeva-

Una crescita vertiginosa, in soli quarant'anni,

opinione o fare ciò che si ritiene giusto, senza

no i distributori incappucciati con la scritta

che non ha però cambiato il suo modo di vive-

timore di andare controcorrente o scontrarsi

«mancanza di bicchieri» / ricordava Simonazzi

re. “Quello che aveva lo ha sempre investito

con qualcuno.

a proposito dell’inizio della sua avventura im-

nell’azienda. Non era una persona a cui piace-

prenditoriale / È così che ho deciso di entrare a

vano le grandi macchine o le grandi case e non

Anche negli ultimi giorni della sua malattia,

fare parte di questo mondo. La gamma dei pro-

amava apparire / ricorda il genero .

quando era bloccato a letto, senza forze ma

dotti di largo consumo è stata inserita attorno

ancora agguerrito e convinto di potercela fare,

agli anni ’80, e ha contribuito notevolmente

Nonostante avesse viaggiato in tutto il mondo

gli ho chiesto l’ultimo consiglio, sapevo che

alla crescita delle dimensioni aziendali”.

e avesse una mentalità estremamente aperta alle novità, era legatissimo al suo paese d’ori-

era l’ultimo, su come affrontare una situazio-

gine, Sant'Ilario.

ne delicata, avevo paura che le mie idee non

Antonio Simonazzi era l’emblema del self-ma-

sarebbero state condivise e accettate e mi ha

de man: da giovane laureato in chimica indu-

risposto, con un filo di voce ma con la sicurezza

striale, con alle spalle una breve esperienza in

Amava dire che in tutta la vita non aveva mai

e la schiettezza di sempre: “Non preoccuparti e

una multinazionale che produceva contenitori

spostato la residenza di più di duecento me-

vai avanti decisa”…era la risposta in cui spe-

in plastica, fondò Flo nel 1973 e, in questi qua-

tri e, fino all’ultimo, ha coltivato le amicizie

ravo e che mi aspettavo da un grande come lui.

rant'anni, ha guidato la sua azienda verso un

dell’infanzia.

successo sempre crescente affiancato dalla

Sul lavoro però era particolarmente esigente

moglie Paola, dai figli Daniele ed Erika e dal

ma era il primo a dare l’esempio e chi lo co-

genero Tazio Zerbini.

nosceva sapeva che aveva un grande cuore”

ANTONIO SIMONAZZI Fonte: La Gazzetta di Parma Si è spento giovedì 3 ottobre, nella sua casa di

ricordano i famigliari. Oggi le dimensioni aziendali sono importanti: solo lo stabilimento di Fontanellato occupa circa

Un altruismo che anche loro hanno saputo ere-

200 addetti e alla sede storica si sono aggiunte

ditare chiedendo di destinare eventuali offerte

negli anni altre sedi produttive e commerciali

ai centri oncologici e alla lotta ai tumori.

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Guardando quell'oggetto pensai: non si potrebbe automatizzare il principio?

- Antonio

Adriani

Luca Adriani

"la ruota dei sogni"

Scrivere di un uomo di successo, scrivere di Papà mi emoziona come una vita intera, un uomo partito da zero, da niente. Solo con la forza delle Sue idee e con la sua determinazione ha saputo fare tante cose e lasciare in tutti noi un ricordo indelebile fatto di cose concrete e tanta simpatia. Un uomo che amava le sfide impossibili, solo quelle, come l’ultima che tre anni fa lo aveva riportato

Questa è la storia di un falegname, diventato tale non per titolo di studio o vocazione ma per necessità, che ha saputo trasformare, come un abile artigiano, un pezzo di legno in un'opera d'arte, con caparbietà ha saputo dal niente creare delle aziende, dare vita ad un sogno.

alla guida della Sua FAS con nuovi progetti ed entusiasmi, purtroppo spenti solo in pochi mesi da

Questo è Antonio Adriani.

una malattia incurabile.

Nato in Terra straniera, a Tripoli, il 16 settem

Ciao Papà

bre 1936, durante la guerra arriva profugo in Italia con la mamma e nove fratelli. Mamma Maria non ha risorse ma con enormi sforzi alleva dieci figli. Antonio inizia a fare qualche lavoretto ad appena 8 anni per prendere qualche lira, i suoi studi

FAS:

si fermano alla 5° elementare perché la vita è molto dura… Passano gli anni e Antonio, ormai un giovane di belle speranze, trova lavoro come falegname. L'idea del distributore automatico prende forma a metà degli anni 60, prima Antonio Adriani lavora come artigiano falegname per varie piccole aziende specializzate nella realizzazione di banchi bar. È proprio in un bar che nasce l'idea. "Ero entrato per vendere i prodotti dell'azienda di arredamento da bar per la quale lavoravo. Sul ban-

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la posa della prima pietra...1967

cone c'era uno di quei vassoi per antipasti che si

"mettono su" un'officinetta di componenti di

solidi, refrigerati e non. Gli Adriani lo capirono. Si

trovavano spesso nei bar, in quegli anni. Era diviso

carpenteria per rifornire un'azienda di imballaggio

resero conto che accanto al caffè e al cappuccino

in vari spicchi, ogni spicchio conteneva un diverso

della città. I fratelli avevano contato le loro forze

si poteva offrire anche la brioche, i biscotti.

stuzzichino e il vassoio era coperto da una cupolet-

iniziali ed avevano deciso di fare le cose per gradi:

E poi il panino per lo snack fuori pranzo, la barret-

ta di plexiglass trasparente: si girava con la mano

"cominciamo in piccolo".Per il terreno, s'è

ta di cioccolata, il succo di frutta, la bibita fresca.

il coperchio, lo si fermava sull' antipasto prescelto,

visto, nessun problema: appena più in là del tavolo

Insomma, tutta una serie di prodotti, in risposta

si apriva la cupoletta e si prendeva lo stuzzichino.

e delle sedie da giardino, gli Adriani tirarono su in

ai bisogni di una società che sul finire di quegli

Guardando quell'oggetto ed il modo manuale in cui

quattro e quattr'otto un capannoncino per iniziare

anni Sessanta creava nuove tendenze e nuove

bisognava usarlo, pensai di colpo: non si potrebbe

a lavorare.

esigenze. Individuato il prodotto emergente, la

automatizzare il principio? E come? Costruii arti-

Ma quello del lavoro per conto terzi, lo capirono

FAS vi si concentrò. "Tutto può essere venduto con

gianalmente un primo distributore, un prototipo di

subito, non era un orizzonte granché ampio per

i distributori automatici" e su questo principio sono

quello che avevo in mente. Poi, girando per varie

soddisfare la voglia di fare dei due fratelli Adriani.

stati perfino costruiti dei distributori "su misura"

fiere europee per lavoro, scoprii che la macchina

C'era poco da stare allegri: la prospettiva sarebbe

per vendere il pane. Per non dire dell'invenzione,

che io avevo pensato era già in commercio. L'ave-

stata quella di continuare per anni a, fare le solite

intorno la metà degli anni ottanta, della macchi-

va brevettata una grande azienda danese: c'era il

cose per i soliti clienti.

na per vendere fiori recisi e in pianta, quella che

cassone e, dentro, dieci dischi impilati con gli ali-

È a questo punto che arrivò provvidenziale, l'entra-

divenne famosa con il nome "Flower Vendor", un

menti inseriti negli spicchi. Quella macchina però,

ta al bar di Antonio. L'idea vincente era lì, chiusa

brevetto mondiale.

presentava un punto debole: ogni piano aveva un

nella sua testa, pronta solo a saltar fuori alla prima

Oltre all'innovazione l'azienda ha saputo trasfor-

disco azionato da un motore diverso. Dieci piani,

occasione e arrivò nel momento in cui l'occhio di

marsi nel corso degli anni da artigianale ad indu-

dieci motori. C'era spazio per un passo avanti: far

Antonio cadde sul famoso vassoietto degli anti-

striale, inserendo i propri prodotti nei circuiti inter-

girare dieci dischi indipendenti l'uno dall'altro e

pasti.Il motore unico per tutta la macchina fu la

nazionali per competere a livello mondiale con gli

azionati da un unico motore. Cominciai a progetta-

soluzione vincente. Voleva dire economizzare il

altri protagonisti del Vending.

re una macchina che potesse farlo”.

prodotto, semplificare il meccanismo e ridurre as-

Qualche anno prima fondò insieme al fratello San-

sai, di conseguenza, il rischio di noie meccaniche,

tino e al fidato amico Galdino Munari, la Coges

Il primo distributore automatico al mondo azionato

L'uovo di Colombo.

acronimo di Costruzione Gettoniere Schio. Anche

da un solo motore nacque così.

La bravura degli Adriani fu quella di anticipare

questa sarà un’idea vincente.

A partire da una lampadina accesasi in testa al

quello che sarebbe stato un bisogno destinato a

giovane Antonio Adriani quel giorno al bar davanti

crescere nel tempo.

Lo sviluppo delle due aziende negli anni è stato

al vassoietto degli stuzzichini.

I distributori di bevande calde erano già diffusi in

costante e continuo, come se quel fuoco acceso da

Ma le idee si sa, hanno bisogno di energie per es-

Italia e il mercato non sentiva la necessità di un

Antonio Adriani in quell’oramai lontano giorno del

sere realizzate.

nuovo costruttore. C'era però una nicchia comple-

1967, avesse riscaldato ed illuminato anche tutti

Antonio chiede aiuto al fratello Santino, abi-

tamente inesplorata, nuova anche all'estero: quel-

i vari dirigenti che hanno avuto l'onore di guidare

le carpentiere e nel giardino di casa nel 1967

la dei distributori automatici di prodotti alimentari

FAS e COGES in oltre 45 anni di storia.

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“Chi può lavorare 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, senza mai una pausa, mai un’assenza, mai uno sciopero? Solo un distributore automatico, naturalmente” Aldo Majer Presidente Rheavendors Group ajer - Aldo M

Si è spento lo scorso settembre all’età di 92 anni uno dei “padri fondatori” del vending, Aldo Majer, presidente e anima di rheavendors, l’azienda italiana della distribuzione automatica che ha avuto un ruolo importante nella diffusione della cultura dell’espresso italiano nel mondo. Presente in oltre 90 paesi, rheavendors nasce nel 1960 da un’idea di Majer il quale, appassionato di natura, sceglie personalmente di chiamare la sua nascente attività con il nome scientifico di un piccolo struzzo sudamericano, che “non vola ma

corre, e come!”

Convinto che il lavoro richieda osservazione, ma anche capacità, tenacia ed ingegno, Majer ha guidato la sua creatura per oltre mezzo secolo, senza mai risparmiarsi e dimostrando un’inesauribile passione per il suo lavoro, trasmessa ai collaboratori e ai figli, che hanno proseguito l’attività di famiglia. Se i distributori automatici fanno parte del nostro quotidiano è anche merito di Aldo Majer, che ne ha compreso le potenzialità fin dai suoi viaggi negli Stati Uniti a metà degli anni ’50.

Le macchine rheavendors, per volere di Majer, hanno rappresentato e rappresentano la perfetta sintesi tra design e tecnologia funzionale, a partire dal suo primo successo, un distributore di palline di chewing-gum, fino ad arrivare alla più recente gamma di vending machine. Majer, sempre attento al mondo circostante, ha inoltre saputo cogliere i cambiamenti della società nel corso degli anni: questa sua innata capacità ha permesso a rheavendors di “catturare” le esigenze e le nuove tendenze dei consumatori e di offrire loro un prodotto sempre al passo con i tempi. Grande carisma e personalità, Aldo Majer è stato un imprenditore abile e determinato, un datore di lavoro entusiasta, che ha saputo creare calore

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umano all’interno della sua azienda e un uomo dalle qualità personali diffusamente riconosciute.

Di seguito, in una breve intervista, il ricordo personale di Carlo DOGLIONI Majer, suo figlio.

definito The Sacred Depths of Nature, “le sacre

e anche alla franca ammissione dei propri limiti e

profondità della Natura”: le dune del Saha-

difetti. Sì, non trovo altra maniera di dirlo: siamo

ra, le steppe della Mongolia, le solitudini artiche di

arrivati al rispetto e alla trasparenza. Molta gen-

Svalbard, i vulcani di fango del Kenya.

te vive una vita intera senza mai arrivare a sperimentare questo stato di grazia. Non li invidio, ma

Come si è sviluppato negli anni il vostro rap-

capisco che per arrivare a questo bisogna mettersi

porto? Quando ho compiuto 40 anni abbiamo fat-

in gioco continuamente: rischiare, non fermarsi

to una splendida cena sulla riva di un lago delle

ai luoghi comuni, non raccontarsi balle. Capisco

Alpi Bavaresi, vicino a Garmisch. Al momento dei

anche, adesso che ci penso, che questa maniera

Quanto tempo avete passato insieme? Ne-

brindisi gli ho detto: "OK, adesso che ho 40 anni

realistica di guardare le cose e i rapporti ha molto

gli ultimi anni tantissimo, prima dipendeva delle

sono pronto ad ammettere quanto ho imparato da

a che fare con l’essere imprenditori.

circostanze pratiche. Quando abitavo lontano, di

te. Ma tu: sei pronto a riconoscere quanto hai im-

solito prendevo la macchina o l’aereo e andavo a

parato da me?" Lui rise e rispose: "Questo da me

Come ricordi tuo padre nelle varie fasi del-

trovarli (lui e mamma) la domenica, nella casa di

non lo saprai mai." E io: "Mi accontento di questa

la tua vita: infanzia, adolescenza, età adulta,

campagna in Piemonte. E poi viaggiavamo, alme-

risposta". Nell’episodio c’è il riassunto del nostro

maturità? Qualche istantanea. Infanzia: papà mi

no un paio di viaggi l’anno. Nessuno dei due era il

rapporto. Per certi versi era un prodotto dell’epoca,

fa vedere con il cannocchiale dal balcone di casa il

tipo da ombrellone, non esisteva l’idea di vacanza:

si allineava su quel contrasto generazionale che

volo dello Sputnik, mi insegna (avevo quattro anni)

c’era il viaggio, con tutte le implicazioni cognitive

per comodità identifichiamo con il Sessantotto.

a pronunciare correttamente

e avventurose del caso. Ogni viaggio, mettendoli

Ma c’era un sacco di materiale prodotto in proprio.

mi spiega a tavola la crisi dei missili cubani men-

tutti in fila e in prospettiva, portava all’approfon-

Avevamo due personalità molto forti e apparen-

tre è in corso. Ancora (finora non abbiamo parlato

dimento comune di un’area concettuale. Una cosa

temente diverse. Per molto tempo, ho sentito il

di lavoro): gira con me nella nuova Metropolitana

che affascinava entrambi era l’infinita capacità di

bisogno di crescere lontano da lui. Ho fatto car-

Milanese a controllare "le macchinette delle

adattamento dell’uomo, la maniera di rispondere

riera per conto mio, ho creato e stabilizzato un mio

cicche", l’inizio di tutta la storia Rheavendors.

al contesto ambientale e culturale. Un’altra era un

mondo, e soltanto dopo sono tornato alla famiglia.

Nell’adolescenza, papà mi fa scrivere in inglese

senso quasi religioso (pur essendo entrambi non

Alla fine del percorso siamo arrivati a un grande

la corrispondenza che avrebbe portato alla nasci-

credenti) per quelle che una biologa americana ha

rispetto, a un affetto profondo e non sentimentale,

ta delle associazioni di settore, la crisi petrolifera

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"Liechtenstein",


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del ’73 (il fatturato di Rheavendors da un anno all’altro si dimezzò), i primi grandi viaggi. In età adulta ho avuto la soddisfazione di portare papà e mamma nei posti migliori, al centro del Großes Festspielhaus di Salisburgo, sede del più antico festival del mondo, a vedere uno spettacolo prodotto da me. Una settimana dopo eravamo a Beirut, con l’aeroporto bombardato dagli Israeliani dieci minuti dopo il nostro decollo… Negli anni della maturità: il lavoro insieme, giorno dopo giorno. Il confronto, la sintesi. In ultimo, il tempo della malattia. Come avete vissuto entrambi questo complicato periodo che ha chiuso l’intenso percorso vissuto insieme? Papà ha preso anche la malattia come un viaggio. Non ha mai perso di vista la destinazione finale, ma (come tutti i grandi viaggiatori) non ha perso occasione per soste non programmate e anche brillanti détours. In mancanza di meglio, si metteva ad analizzare la struttura organizzativa degli ospedali, indignandosi (e non so dargli torto) davanti alla patologica incapacità di standard professionali omogenei della Sanità italiana. Tutto questo l’abbiamo condiviso e discusso, giorno per giorno. A me spettava il ruolo di accompagnatore e di interprete. Ora che il suo viaggio è finito, mi rendo conto che negli ultimi anni ho vissuto per molte ore al giorno nella sua testa, nella testa di un uomo di novant’anni. Non è facile, è qualcosa che ti cambia nel profondo. Ma dicevo del rispetto e della trasparenza. Per quanto riguarda il primo, ho capito e condiviso fino all’ultimo la sua rabbia di dover morire, solo ho cercato di attenuarla, di portarle qualche conforto di bellezza, intelligenza, talvolta anche ironia. Quanto alla trasparenza, non gli ho mai nascosto nulla, ho sempre fatto in modo che potesse essere il solo padrone della sua vita anche quando raccontare una bugia sarebbe stato molto più semplice e confortante. Ma noi non ci raccontavamo bugie. Cosa ti ha lasciato tuo padre di veramente importante? Beh, naturalmente non posso che pensare a Rheavendors. E non penso tanto alla dimensione materiale, quanto al complesso di persone, relazioni, idee, modalità che rappresenta. Papà è l’autore di un solo capolavoro, a cui ha dedicato tutta la sua vita adulta. Non era un ideologo, voglio dire che di rado arrivava ad estrarre una teoria dalla pratica. Ma tutta la storia di Rheavendors è un manifesto ideologico fondamentale del fare impresa in Italia. Hai presente l’Allegoria del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti, l’affresco

che è a Siena? Ecco: Rheavendors potrebbe essere l’Allegoria della Buona Impresa. Tutte le scelte di Aldo Majer sono state scelte sane, lungimiranti, coraggiose. Non ha avuto paura di essere in certi momenti contro tendenza. Non si è mai fatto incantare dalle sirene della moda, dalla tentazione del denaro facile, o della crescita illimitata. Quando leggo sui giornali i continui inviti agli italiani a consumare, spendere, indebitarsi "per sostenere l’economia", mi viene una stretta al cuore… Quegli inviti sono l’espressione di un’economia da cortile, da maso chiuso, da circolo vizioso. Sono l’espressione di un’industria autarchica, che non si confronta con il mondo, che non porta vera ricchezza ma solo partite di giro… Poi penso a Rheavendors, che esporta la grande maggioranza dei suoi prodotti, e ammiro l’intelligenza, ma vorrei dire di più, la funzione sociale basilare, storica, di ciò che mio padre ha creato. Se più gente si fosse comportata come lui, se il microcosmo Rheavendors fosse servito da modello per il macrocosmo italiano, oggi il Paese non sarebbe nella piscina di materia organica in cui sta penosamente sguazzando.

be, l’occupazione tedesca (anche in casa), la necessità di inventarsi la vita giorno per giorno, ora per ora. La mia è stata una formazione borghese, iper-protetta, con le tate che ci portavano a spasso ben vestiti, la scuola privata, il collo di castoro sul cappottino, le vacanze a Cortina… Lui ci dava tutto quello che era mancato a lui, ma in qualche modo la cosa non aiutava… Come dicono gli inglesi, era un mixed blessing, una benedizione a metà.

Quali valori, da lui trasmessi, hanno inciso di più sulla tua personalità? Papà nella pratica quotidiana era un conservatore liberale, ma c’era una sotterranea vena anarchica nella sua maniera di leggere e interpretare il mondo. Fin da quando ragazzo a Belluno vide un comizio di Mussolini, diffidava dei poteri costituiti, della retorica, di quella che oggi in Italia chiamano “immagine” (cioè apparenza senza sostanza). Detestava la vita di società borghese, il teatrino degli status symbol, le signore che trattano male le cameriere senza aver lavorato un giorno in vita loro. Piuttosto preferiva, e lo ho fatto per molti anni, sedersi a giocare a scopa con gli operai. Soprattutto, non era dogmatico. Sapeva riconoscere intelligenza e valori umani dove c’erano, al di là della posizione sociale e del proprio interesse. E per finire, capiva e giustificava i limiti delle persone anche se lo irritavano indicibilmente. Tutto questo, seppure riformulato a modo mio, lo condivido. Di mio direi che ho aggiunto la conoscenza del Teatro (che vuole poi dire comunicazione e, forse, prestarsi maggiormente al gioco delle parti e delle apparenze). Quella che invece non saprò mai uguagliare è la sua granitica forza di volontà. Ma lì credo entrino in gioco (lo dico per consolarmi) delle variabili generazionali. Papà è stato formato dagli anni di guerra, ha vissuto dai 20 ai 25 anni sotto il costante pericolo delle bom-

In cosa eravate diversi e cosa invece vi accumunava? Il contrasto era una ricchezza per il vostro rapporto? Credo che il contrasto, o meglio il saper comprendere e vivere la diversità nell’uguaglianza, sia il terreno di crescita di qualsiasi rapporto, anzi di tutta la vita. Papà ed io sicuramente eravamo diversi, e ragionavamo in maniera diversa, ma poi curiosamente arrivavamo quasi sempre alle stesse conclusioni, almeno sui temi importanti.

Cosa ti mancherà di più? Tutto questo che ho detto, e molto altro. Tanti mi dicono: "Eh, adesso ti mancheranno i suoi consigli, il suo appoggio…" ma evidentemente non conoscevano bene Aldo Majer. Non era il tipo che ti dava consigli. Lui ti faceva domande. Come quel titolo di Eduardo De Filippo: Gli esami non finiscono mai. A volte era frustrante. Un giorno gli ho detto: «Papà, ho capito il tuo problema. Si chiama sindrome di Mike Bongiorno». Ma non era del tutto vero: perché, a differenza del signor Mike, lui ben di rado ti diceva se la risposta era giusta. E nemmeno sotto tortura avrebbe gridato "E abbiamo il campioneee!".

Non tanto tempo prima che se ne andasse, gli proposi una joint venture: "Papà, so che vuoi fabbricare bicchieri mezzi vuoti. A me interessa il mercato dei bicchieri mezzi pieni. Che ne dici se facciamo un business plan in comune? In fondo la tecnologia è la stessa..."

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Sistemi di Pagamento

Payment Technologies

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Sistemi

Payment Technologies srl è l’azienda di Rovellasca (Como) nata in seguito all’acquisizione di Paytec SpA, player storico nel mondo dei sistemi di pagamento. Con una struttura rinnovata ed un approccio propositivo, l’azienda riparte da prodotti affidabili e soluzioni integrate per conquistare il mercato e diffondere la cultura dell’innovazione, attraverso l’implementazione delle 16

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tecnologie più recenti declinate “a misura” del gestore. D.A. Italia ha intervistato l’ingegner Gianmarco Broggini, socio e Amministratore Delegato di Payment Technologies srl, per conoscere la struttura, il nuovo assetto societario e i progetti di questa realtà che conta oggi anche sul prezioso contributo professionale di Marco Sandro, nuovo Direttore Commerciale, al quale abbiamo posto alcune domande.


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Valore Aggiunto al Business dei Gestori

Intervista con Gianmarco Broggini A.D. Payment Technologies Il tuo percorso professionale ha spesso “incrociato” il mondo del vending. Ci puoi riassumere le tappe che ti hanno portato a diventare A.D. e socio di Paytec? Sono nato in Svizzera, a Locarno, ma sono cresciuto a Milano. Ho studiato al Politecnico di Zurigo, per non interrompere una tradizione familiare e mi sono laureato in Ingegneria Gestionale. Successivamente ho lavorato per Caterpillar, dove ho imparato come funziona una multinazionale, non solo a livello di valori, ma di processi, di professionalità e di visione globale del business.

Mi occupavo di marketing post-vendita. Dopo due anni ho conseguito un master MBA a Boston, dove ho trascorso un periodo bellissimo, durante il quale ho “fatto un bagno” nella cultura americana, frequentando il MIT (Massachusetts Institute of Technology), un’esperienza importantissima, a stretto contatto con il concetto di start-up americano. Da lì sono passato ad una società di consulenza a Londra, lavorando in tutta Europa, finché ho conosciuto mia moglie, di nazionalità spagnola e mi sono trasferito a Madrid, dove nel 2002 ho aperto una società di consulenza per seguire operazioni di acquisizione da parte di fondi di investimento. In questo periodo mi sono avvicinato, per una serie di circostanze, al vending, prima con Azkoyen, che mi contattò per studi strategici sul settore delle macchine e sui sistemi di pagamento prima e dopo aver rilevato Coges, poi con

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vari fondi di investimento nel seguire acquisizioni, come quella di Bianchi Vending Group. Nel frattempo ho lavorato per altre realtà del vending, ad esempio Vendo, facendo analisi sui mercati europei e per una grossa società di gestione in Spagna (Serventa) su temi operativi e di gestione, inoltre ho partecipato come conferenziere ai convegni EVA. Conosco la realtà del settore, la mentalità del gestore, dell’investitore e da lì è nata una buona conoscenza del vending che poi si è estesa alle macchine del caffè, all’Ho.re.ca e anche ai sistemi di sicurezza e di sorveglianza automatici. Cosa ti ha spinto a rilevare, insieme ad altri soci, un’azienda che si occupa di sistemi di pagamento? Per più di dieci anni ho fatto il consulente indipendente, finché non si è presentata questa opportunità. Mi propongo nel vending con l’ambizione di unire tre cose: conoscenza del settore, applicazione di metodi di management a livello globale e capacità di collegare il mondo del vending con nuove tecnologie, sempre più convergenti. Ho una formazione tecnica, sono ingegnere, ma mi piace molto occuparmi di Business Development ed ho molta esperienza in questo ambito. Inoltre, molto concretamente, ho scelto Payment Technologies perché la ritengo potenzialmente una piattaforma stupenda da cui partire. Come nasce Payment Technologies srl? Payment Technologies è la nuova società, nata nel 2012 sulle ceneri di Paytec Spa, che dal 2008 aveva unito Vesiel (ex Fage) e OTR, inglobando anche il marchio Hopper, sotto l’egida di un fondo di investimento. Dopo l’estate del 2011 l’azienda, che conoscevo bene ed apprezzavo tanto a livello di prodotti che di persone, entrò in un periodo di crisi, soprattutto a livello finanziario. In quel momento mi si accese una lampadina: trovai dei soci finanziatori interessati che nel settembre 2011 mi delegarono a trattare. Abbiamo quindi creato Payment Technologies Srl, che comprende 6 soci, tra cui il sottoscritto ed altri5 investitori privati. Queste persone, pur non essendo legate direttamente al vending, hanno fortissime competenze in diversi campi a livello internazionale (commerciale, marketing, sviluppo, finanza, gestione) e contribuiscono quindi con le loro conoscenze e contatti. . La trattativa è stata lenta e complicata, ma è arrivata ad una svolta nell’agosto 2012, quando la vecchia società Paytec SpA è stata messa in liquidazione. Il 3 settembre 2012 la Payment Technologies (nome scelto apposta per mantenere il marchio Paytec) ha ricevuto in affitto l’azienda, prendendo in mano l’attività senza il debito pregresso. Poi, qualche mese dopo, abbiamo acquistato l’azienda a titolo definitivo. Quale clima si respirava nelle prime settimane della nuova PayTec? Quando sono entrato in azienda abbiamo vissuto un settembre di apprensione ma anche di grande passione e ottimismo. Sono rimasto colpito dalla fedeltà dei clienti che hanno dato fiducia al nuovo progetto e dall’impegno messo in campo dai dipendenti per ripartire con la nuova compagine. C’è stato un lavoro febbrile che è durato diversi mesi per stabilizzare la situazione e gettare le fondamenta per una crescita sostenibile. Durante i primi mesi abbiamo stabilizzato la società a livello di costi, di struttura e di funzionamento di base, poi siamo partiti con gli investimenti. Quest’azienda ha dei prodotti molto validi e delle ottime capacità industriali e di assistenza. Quello che in questo momento manca, come a tutto il mercato, sono i volumi e la visibilità sul futuro. Abbiamo una struttura competente, che potrebbe sopportare molto più fatturato.. La priorità numero uno per me è stata quella di dare nuovo impulso al reparto commerciale, partendo dai due commerciali estremamente motivati e competenti: Andrea Costantin per l’Italia e Francesco Pelosin per l‘estero.

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T e c h n o l o g i e s


Avete diversi marchi, alcuni molto noti e apprezzati nel settore: quale sarà la vostra scelta strategica a livello di comunicazione? Punterete su un unico brand? Sì, io credo che sia necessario fare un po’ di chiarezza su come comunicare il nostro marchio, vista la presenza di storici brand vending come Fage, Vesiel e OTR. Abbiamo stabilito di concentrare gli sforzi e le risorse sul marchio Paytec. Anche se può essere inizialmente associato ad un periodo aziendale non felice, è un marchio propositivo, tecnologico ed internazionale. Sarà una bella storia di rinascita dalle ceneri. La scelta di affidare a Marco Sandro la direzione commerciale da cosa è stata determinata? Marco Sandro è una persona dalle competenze indiscutibili ed è una figura riconosciuta nel vending. Senza dubbio è stato scelto perché vogliamo dare ai nostri clienti affidabilità e conoscenza specifica del settore. Inoltre, lo conosco da dieci anni e so che comprende il mio pensiero non solo a livello professionale, ma anche in termini di valori personali. Un professionista per cui non è stato necessario alcun “periodo di prova”. Inoltre vedo in Marco la voglia di mettersi in gioco, di tornare dalla parte del fabbricante e di accogliere una nuova sfida. Spero infatti di averlo convinto con un progetto che appena partito e in cui c’è ancora tutto da costruire. Ci sono decisioni da prendere insieme a tutto il team di gestione. La nostra non è una multinazionale, è una realtà piccola, dove regna un clima collaborativo e di responsabilità condivise.

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Quale strategia intendete seguire per riposizionarvi sul mercato? La strategia di partenza prevede una società formata da 30 persone con una reputazione, un certo bagaglio storico e un ruolo preciso, anche se piccola rispetto ai colossi che si stanno creando adesso nel mercato. Possiamo sviluppare una gamma di prodotti internamente, ma soprattutto muoverci nella logica di networking con altre realtà tecnologiche. Noi dobbiamo essere quelli in grado di declinare le numerose tecnologie che si stanno affacciando al mercato ( per il pagamento ma non solo) per il mondo vending e creare applicazioni hardware o software per questo settore, tradizionalista per vocazione. Quindi l’attenzione alle nuove tecnologie sarò uno dei vostri punti di forza? Vogliamo convogliare nuove tecnologie nel vending. Spesso non abbiamo le risorse per farlo da soli ed il passato ci insegna che voler fare tutto all’interno dilata i tempi e porta ad una perdita di competitività. Vogliamo però essere i traghettatori, coloro che prendono le tecnologie e le “impacchettano”, adattandole al settore di riferimento. Ci sono tante realtà hardware e software e noi possiamo giocare un ruolo di rilievo in questo ambito. Siamo sufficientemente piccoli per essere davvero agili: le decisioni si prendono a questo tavolo e con una rilevante capacità di visione anche fuori del mondo vending. Abbiamo una discreta base di clienti che ci appoggiano, una buona reputazione e sono fermamente convinto che possiamo proporre soluzioni innovative ed interessanti per i gestori. Nei vostri progetti attuali o futuri è già presente anche l’integrazione della carta di credito come strumento di pagamento nel vending? Stiamo lavorando con un partner già da alcuni mesi ad un progetto integrato. Non abbiamo l’ambizione di avere il lettore di carte di credito, però ci sono soluzioni alternative per il mercato. Abbiamo già fatto tutti i test di compatibilità con la nostra gettoniera, ma vogliamo dimostrare qualcosa in più, cioè che il cashless pubblico (carta di credito) è perfettamente compatibile col cashless privato (chiavetta) per caricare importi su chiave da carta di credito e ridurre sensibilmente, la circolazione del contante, abbattendo allo stesso tempo i costi di transazione.

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Il lettore di banconote farà parte della vostra gamma futura? Il lettore di banconote è un altro esempio di prodotto che stiamo sviluppando proprio in questi mesi. Paytec ha sempre commercializzato diverse soluzioni esterna, senza mai averne una propria.Stiamo attualmente valutando alcune soluzioni adatte al vending, per comprare o licenziare delle tecnologie per poi adattarle alle esigenze specifiche dei gestori. Il mondo dei ticket restaurant lo state seguendo? Lo stiamo seguendo in Francia, dove il pagamento con i ticket è autorizzato. Stiamo cercando di capire quale tipo di lettore di banconote possa essere programmato per leggere i ticket, piuttosto che i codici a barre. Payment Technologies ha una struttura molto snella, quindi il vantaggio di essere flessibili. Però siete anche pochi: sarete in grado di dare risposte sia per quanto riguarda l’R&D che l’after sales? Oggi come oggi credo che siamo strutturati in modo adeguato. Il nostro Ufficio Tecnico è composto da sei persone, quindi è perfino sovradimensionato rispetto al nostro fatturato attuale. L’ex A.D. di una grande azienda nazionale, nota a tutti in in Italia è venuto a trovarci ed ha osservato che proporzionalmente investiamo tanto in R&D. Possiamo contare su persone che conoscono il prodotto a memoria, sono in grado di adattare le soluzioni alle necessità e sanno molto bene cos’è il vending. Per quanto riguarda l’assistenza tecnica ci sono tre persone che si occupano di assistenza e di riparazioni. Sono estremamente competenti e stanno facendo un lavoro magnifico per ridurre le code di lavoro e fornire un’assistenza di alto livello. Il nostro piano è che queste persone possano sempre di più essere in contatto con i clienti, soprattutto fornendo corsi di formazione e di aggiornamento presso i gestori. È un aspetto molto importante per tornare a farci conoscere ed apprezzare sul mercato. La vostra è un’azienda “vending centrica” o si divide equamente in vari settori? Payment Technologies è sicuramente vending centrica. Quasi il 90% del nostro business è nel settore della distribuzione automatica. Gaming e Tobacco sono per noi segmenti d’interesse minore e, a posteriori, è stata una scelta saggia abbandonare il car wash e il laundry o la produzione di distributori di nicchia. In quegli ambiti possiamo sempre proporre accettatori o rendiresto, ma è un altro settore, non è il nostro mestiere. Il mercato è sempre più competitivo e specializzarsi è divenuto un obbligo. Noi dobbiamo puntare sulla produzione di componenti su larga scala e vendere soluzioni. Quali sono i prodotti vending su cui punterete maggiormente? Parliamo soprattutto di gettoniere e sistemi cashless. Sono i nostri prodotti di punta. Per il cashless, Paytec è un marchio noto e riconosciuto, lavoriamo anche molto su Mifare, soprattutto all’estero, e questo è un vantaggio. Sulla gettoniera abbiamo la possibilità di poter proporre la nostra 6 tubi in una nuova versione, più stabile e performante rispetto alla prima, insieme alla classica 4 tubi, che in molte applicazioni vending probabilmente è già sufficiente. L’idea è fare una campagna “aggressiva” nel mercato, andando a spiegare al gestore quali sono i vantaggi, non solo di costo, di questo tipo di prodotto. Ma non escluderei altre innovazioni anche fuori da questi campi tradizionali. Avere in gamma due gettoniere sarà un plus concorrenziale? La 6 tubi è un prodotto performante che soddisfa esigenze particolari, ma è comunque importante dare al cliente la possibilità di scegliere tra due soluzioni ben distinte, sia in termini di prestazioni che di prezzo, è un vantaggio competitivo rispetto ad altri players. La 4 tubi ha tutto quello che serve al gestore: protocolli, modalità master/slave,

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ecc. e il prezzo è competitivo. Tutti ormai stanno andando verso una tecnologia aperta, quindi abbiamo le 4 tubi MDB only e doppio protocollo. Per i mercati esteri, soprattutto qualli emergenti, dove spesso bisogna competere a livello di prezzo, proponiamo una 4 tubi MDB Only. Abbiamo quindi soluzioni cash adatte ad ogni segmento di mercato, tanto in Italia come nei mercati esteri. Inoltre, la predisposizione all’accoppiamento con il nostro sistema cashless rende la soluzione combinata estremamente attrattiva a livello di prezzo e di facilità di uso (installazione, diagnostica, audit...)

anche sul nostro sito aziendale, per comunicare i nostri valori e per trasmettere il nostro spirito di innovazione ed entusiasmo.

Intervista con Marco Sandro

Quando pensate al futuro, quale immaginate sarà l’evoluzione dei sistemi di pagamento? Il futuro ormai prevede l’acquisto tramite il cellulare. Le persone lo usano ormai per tutto. Tra 5 anni il caffè pagato con il telefono sarà nel nostro quotidiano. Ci sono delle criticità legate alle commissioni bancarie, ai costi degli operatori telefonici che bisognerà risolvere, ma la direzione è questa. Un aspetto importante sarà la profilazione del consumatore finale. I sistemi di pagamento possono dare un contributo in questo senso? Ritengo di sì, assolutamente. Credo che fabbricanti di sistemi di pagamento possano dare un contributo essenziale in questo aspetto. I fabbricanti di macchine, con cui abbiamo ottimi rapporti professionali e personali, stanno puntando molto sull’estetica, e sul miglioramento dell’interfaccia utente. I sistemi di pagamento rimangono però al centro della transazione con l’utente e possono svolgere un ruolo di catalizzatore nell’identificazione dell’utente, dei suoi gusti e delle sue abitudini. La vostra azienda propone ai suoi clienti dei servizi aggiunti: Kasko e Paytec University: di cosa si tratta? Il servizio Kasko, che permette di rimpiazzare il prodotto in 24-48 ore in caso di malfunzionamento o rottura, lo abbiamo messo in campo da circa un anno: funziona, anche se non tutti i clienti lo sfruttano come potrebbero. Può darsi si sia trattato di un problema di comunicazione da parte nostra, poiché a causa dei molti impegni sul fronte interno non abbiamo spiegato adeguatamente i vantaggi di questo servizio al cliente, che ritengo molto attrattivo. Il progetto University nasce invece in seguito ad una indagine di customer satisfation svolta negli ultimi mesi e creata nell’ottica di un percorso di qualità. Uno dei punti emersi dall’indagine è che il cliente apprezzerebbe delle visite, in cui il commerciale, magari coadiuvato dal tecnico, possa ripassare ed aggiornare il gestore sulle funzionalità del sistema installato. Come detto, il personale dell’assistenza tecnica si sta trasformando sempre di più in un commerciale aggiunto, passando molto tempo fuori sede presso i clienti.. Punteremo sempre di più su questo aspetto per soddisfare le richieste del gestore emerse nella Customer Satisfaction. Come avete gestito la vostra comunicazione in questi ultimi mesi? Fino a poche settimane fa, la comunicazione è stata gestita da Francesco Pelosin, referente commerciale, insieme a Marco Chiarion, che in realtà svolge molte attività di Marketing Communication, occupandosi dei manuali tecnici, della newsletter del sito web, dell’organizzazione di fiere, della parte amministrativa e di molte altre cose. Lui è la parte operativa ed è coadiuvato da Pelosin. Il messaggio di base, urgente, era quello di rassicurare il mercato sulla continuità aziendale, e per questo abbiamo avuto molti contatti con i nostri clienti, attraverso una campagna telefonica e l’attività dei commerciali. Inoltre abbiamo seguito le iniziative di CONFIDA, come Vending to Go, che sposava perfettamente la nostra esigenza di andare sul territorio a far sentire ai gestori la nostra presenza ed il nostro impegno. Successivamente ci siamo dedicati alla newsletter (inviata con cadenza trimestrale tramite mail up) con notizie aggiornate, che vengono riprese

Sei un professionista molto noto nel mondo vending. Puoi dirci in sintesi qual è stato il tuo percorso nel settore? Ho approcciato il vending nel 2004 in qualità di direttore commerciale in Coges, dove sono rimasto fino al 2008, seguendo i reparti marketing, vendita, post vendita. In quel periodo Coges ha anche aperto una filiale a Colmar, in Francia, della quale ero membro del CdA. Nel settembre 2008 sono passato a Rheavendors, per poi approdare nel settembre 2009 in Trivending, dove sono rimasto quattro anni gestendo la filiale in Austria. Cosa ti ha spinto ad accettare questa nuova e impegnativa sfida professionale? Ho accettato la proposta di Broggini per diverse ragioni. Avevo seguito tutti i passaggi della vicenda, anche se a distanza, per amicizia personale e quindi mi sono sentito un po’ partecipe alla sua evoluzione. Sicuramente Paytec rappresenta per me una sfida avvincente perché si tratta di investire e di creare un ambiente, una struttura che porti l’azienda ai livelli che si merita raggiungere. Mi aspetto che in tempi ragionevoli, Paytec possa diventare un’azienda di riferimento nel nostro settore, lavorando ovviamente sui prodotti dedicati alla distribuzione automatica, ma anche creando quell’innovazione che possa portare reali benefici al vending e non sia puro esercizio di stile. Questa sfida è quello che mi ha spinto ad accettare, anche tenendo presente che il mondo dei costruttori mi piace. Il rapporto personale con l’Ing. Broggini ha avuto un peso importante nella tua scelta? L’amicizia ha funzionato da vero e proprio ago della bilancia. Avevamo già lavorato insieme, ci conosciamo bene e le sue competenze e le

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sue capacità manageriali sono indiscusse. L’attività lavorativa la svolgiamo tutti anche per guadagno, ma personalmente mi piace pensare di poter imparare dalla mia occupazione sempre qualcosa e ritengo che Paytec possa valorizzare quelle che sono le mie capacità. A mia volta, voglio essere partecipe nel ricostruire questa organizzazione, per farla tornare ad occupare il posto che gli compete nel panorama del vending. E poi, come dico sempre: “Sicuramente ci divertiamo!”. Se la tua professione ti piace, il clima è disteso e i collaboratori sono validi, l’idea stessa di “fare”, di avere davanti un foglio bianco, ripartendo quasi da zero, è per me molto stimolante. Poter unire lavoro e piacere, poter esprimere quello che ho imparato nella mia vita lavorativa e trovarmi nella posizione di imparare, rappresenta senz’altro un’occasione da non perdere. Qual è la tua idea di sviluppo della rete commerciale di PayTec? Ci muoviamo a piccoli passi. Come prima cosa dobbiamo adeguare la struttura a quella che è la nostra effettiva capacità, per non fare il passo più lungo della gamba. Sicuramente l’idea è quella d‘incrementare la nostra forza vendita, ed inoltre faremo degli inserimenti nel “post vendita” perché vogliamo essere “vicini” al cliente, capire le sue esigenze e saper dare risposte adeguate nei tempi e nei modi: è una conditio sine qua non. Il mio compito sarà poi quello di gestire questa struttura e di dare una mano; poi è sempre un piacere andare sul campo insieme ai colleghi, condividendo tutta quella che è stata la mia esperienza precedente nel vending. In che modo la tua esperienza del settore porterà un vantaggio a PayTec?

Ho conosciuto costruttori, ma anche operatori piccoli, medi e grandi ed ovviamante ho vissuto l’ambiente delle rivendite. Adesso sto cercando di avvicinarli ai prodotti PayTec, anzi ai nostri prodotti , perché è chiaro che uno dei nostri obiettivi è anche quello di crescere in termini di fatturato. In futuro avremo degli importanti sviluppi, ma tutto verrà portato avanti mantenendoci in linea con le nostre capacità, perché ogni passo sia ben equilibrato e ben ponderato. I vostri obiettivi sono ambiziosi ma raggiungibili o le aspettative degli investitori vi condizionano? Mi hanno insegnato e mi piace spesso ribadirlo ai miei collaboratori che un target è tale solo se è ambizioso,ma raggiungibile e in un definito periodo di tempo.. Altrimenti non lo è, è semplicemente un wish. I nostri investitori sono sei soci privati, Hanno acquistato un’azienda in difficoltà e ad oggi possiamo affermare che ne è valsa la pena. L’hanno rimessa in condizione di stabilità, tanto operativa come finanziaria. Adesso dobbiamo proseguire questa strada e farla ripartire. È una piattaforma che ha tutte le caratteristiche per funzionare al meglio, perché la struttura ha le dimensioni ideali: non è un transatlantico, ma è una nave agile, perfetta per navigare. È poi naturale che gli attuali soci/investitori vogliano vedere dei “risultati”, ma non c’è la fretta che spesso contraddistingue per vari motivi la vita di talune aziende, C’è la giusta aspettativa per un investimento serio, che deve portare dei ritorni, ma con tempi corretti e in linea con le politiche aziendali.


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Design

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Una delle novità più interessanti viste a Colonia è stata senz’altro il concept di Otium del designer italiano Marco Goffi, presentato da rheavendors in uno stand creato apposta per l’occasione. Otium è un elemento d'arredo concepito per riprogettare gli spazi interni e avere più funzioni. È un supporto adatto 24

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per qualunque macchina OCS ed ha la capacità di creare un ambiente unico e riconoscibile. Ogni singola ala laterale può muoversi rendendo possibile il raggiungimento di un numero illimitato di configurazioni. La nostra redazione ha incontrato ad Eu’vend Marco Goffi e gli ha posto alcune domande sul suo innovativo progetto.


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Otium, l’Uso del Tempo Durante la Pausa Caffè Intervista con Marco Goffi Com’è nato il progetto Otium? L’idea di base era quella di non parlare di caffè, perché avendo in previsione di lavorare con una realtà ben consolidata che offre un prodotto di altissima qualità, il progetto avrebbe potuto trasmettere tutto, tranne quello. È una cosa che si sapeva già: come quando ti siedi sulla Ferrari e dai per scontato che la pelle della poltrona sia di qualità superiore. Quindi il concept si è concentrato sull’uso del tempo che si fa nel momento della pausa caffè. Ho cercato di suggerire un nuovo comportamento nell’approccio a questo importante momento di pausa. Il progetto infatti si concentra su quello che è un lusso della vita contemporanea: il tempo. Volevo un oggetto che potesse identificare il luogo, essere un “condensatore” e che facesse riflettere su questa entità, che è un po’ astratta senza in realtà esserla. Il nome Otium deriva da queste tue riflessioni? Ho trasmesso queste mie sensazioni al copy con cui lavoro ed è stato lui a propormi il nome. In italiano qualcuno potrebbe associarlo ad un concetto negativo, ma in latino “otium” è contrapposto a “negotium” e significa “svago”, un concetto fondamentale per l’equilibrio. In Germania (tedeschi secondi latinisti nel mondo) è stato subito compreso. Otium sembra più un’opera d’arte che un arredamento vending. Tanta bellezza non rischia di creare distanza? Otium non è assolutamente una cosa solo da guardare. Prima della fiera ho insistito molto su questo punto

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arrivando perfino ad consigliare: “sporcatelo, mettete le tazzine, le sedie e gli accessori”, perché questa è la sua vera natura. Questo elemento di arredo ha una sua collocazione consigliata? Ha bisogno di spazi appositi? Può adattarsi a qualunque spazio espositivo, può stare appoggiato ad un muro o può essere messo in un angolo, anche se la sua forza è quella di stare nel mezzo di un’area aperta, perché le sue ali, oltre ad essere vassoi per esporre prodotti da abbinare al caffè, diventano anche un organizzatore dello spazio (aperto raggiunge i 3,30 metri) e si possono mettere dietro delle poltrone o un divano. Quali materiali hai scelto per questo progetto? Tutto il progetto parte dal concetto di natura e sostenibilità. Ho scelto il legno perché si associa perfettamente alla naturalità del caffè. Le ali sono realizzate con una nuova resina che al 50% è formata da risorse naturali rinnovabili. Realizzata da un’industria italiana, l’abbiamo concepita meno di un anno fa, vincendo un prestigioso premio ad Hannover. Oltre ai materiali, il progetto Otium ha dato grande attenzione al LCA (life circle assessement), una metodologia che valuta un insieme d’interazioni che un prodotto o un servizio ha con l'ambiente, considerando il suo intero ciclo di vita e che include le fasi di pre-produzione, produzione, distribuzione, uso, riciclaggio e dismissione finale. Tutte queste valutazioni sono state fatte, anche perché lavorando nel settore del design e non nel vending (nel vending è la prima esperienza) è una necessità, al di là di una sensibilità personale. Il percepito è importante, soprattutto nei mercati non solo italiani. Otium trova la sua perfetta collocazione in uno spazio attrezzato? Secondo me sì, perché si presta all’ambientazione con altre attrezzature. Il suo plus, visto che il progetto vuole suggerire un modo nuovo di concepire la pausa del caffè, lo vedo proprio in uno spazio attrezzato, con due poltrone ad esempio, magari mentre si carica un’iPad attraverso l’equipaggiamento elettrico di Otium. Hai avuto un’autonomia creativa assoluta o avevi dei parametri rigidi da rispettare? No, anche perché non dovendo pensare alla macchina vending, che ha dei requirement specifici, ero come un bambino al parco giochi. Avevo solo pochissime limitazioni, principalmente legate alla lavabilità e alla facilità di accesso alla macchina

Il Mercato del Vending/Design > O t i u m


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Una curiosità personale. Come mai i cavi elettrici sono visibili? È una scelta in controtendenza rispetto a quasi tutti gli altri e risponde alla volontà di dichiarare tutto quello che c’è. Non ho cercato un elemento rosso fuoco che evidenziasse la raccolta dei cavi della macchina, perché nel settore vedo che tutti cercano di nasconderli nel retro. La mia ambizione è quella di far concentrare l’utilizzatore su quello che deve fare. Il cervello funziona per gradi e nessuno si accorge dei cavi, perché ad un primo impatto ci si chiede solo a cosa serve Otium. A quel punto la missione è compiuta dal punto di vista della comunicazione e del design. Lo studio progettuale si è spinto anche all’imballaggio? Sì, assolutamente. Sempre per il discorso LCA, tutto l’oggetto è smontabile perché un imballaggio ridotto significa meno costi di trasporto e meno emissioni di CO2. Otium avrà un prezzo compatibile con il canale? Ho molta esperienza nel mio settore, ma non conosco il vending, quindi mi hanno dato un range di riferimento in termini di politiche commerciali. Ci sono anche tante opzioni, ad esempio una versione chiusa davanti e accessibile ai lati oppure accessibile ai lati e chiusa davanti e perfino quella tutta aperta. Inoltre sono disponibili diverse altezze, diverse possibilità di customizzazione, extraposti e una lunga lista di accessori.

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Visti in Fiera

Eu'Vend & Coffeena Bilancio Positivo per la Biennale di Colonia

Con una presenza di forte impatto gli operatori

mento e concept per il caffè. I 217 espositori,

internazionali della distribuzione automatica e

provenienti da 23 paesi, riferiscono soddisfatti

del caffè hanno sottolineato l’importanza del

di buoni colloqui con potenziali partner com-

Katharina C. Hamma, direttrice dell’amministrazione Koelnmesse GmbH.

doppio momento espositivo Eu’Vend & coffee-

merciali e di un pubblico di visitatori di alto

“Il mercato della distribuzione automatica si

na quale momento di riferimento dell’anno per

profilo.

è profilato ancora con molte innovazioni. Gli

i loro business.

“Eu’Vend & coffeena anche nell’attuale

operatori del settore hanno dato molte nuove

Dal 19 al 21 settembre scorsi, circa 5.000 ope-

situazione economica difficile per il settore

idee e concept ai loro clienti che risulteranno

ratori di 60 paesi diversi sono intervenuti a Co-

offre una fiera affidabile improntata al mercato

vantaggiosi per tutti i protagonisti del

lonia per informarsi, confrontarsi sul business

e al business. Il risultato stabile in termini

dei distributori automatici, su nuove tecnologie

di espositori e visitatori è un chiaro indice

mercato”, ha spiegato inoltre Karl-Heinz Blum, portavoce della direzione BDV,

e dotazioni per apparecchi, prodotti di riempi-

dell’apprezzamento da parte del mercato”,

l’associazione tedesca della distribuzione

ha confermato

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D.A.ITALIA 81 > NOVEMBRE 2013

automatica, ente patrocinatore di Eu’Vend.

ha esposto a coffeena, ha così sintetizzato

internazionali “Visions of Vending”.

Gli espositori considerano questa edizione del-

in

la

Ancora, l’ormai noto “Vending Star”, il pre-

la fiera ben riuscita, in base a due importanti

qualificazione dei visitatori, tutti di alto livello

stigioso concorso internazionale indetto dagli

indici di valutazione, ovvero l’alta qualificazio-

decisionale. L’offerta di alto livello informativo

operatori della distribuzione automatica, vinto

ne dei visitatori e la previsione di un business

sull’intera filiera del caffè ha prodotto colloqui

quest’anno da CA Vending Krugmann GmbH &

successivo alla manifestazione. I colloqui tra

molto fruttuosi”.

Co. KG.

i protagonisti del mercato vertevano da una

Si sono registrati in fiera operatori del compar-

La rassegna speciale “Vending Innovation

parte sulle innovazioni, dall’altra su temi im-

to molto importanti, tedeschi e internazionali,

Area” ha offerto infine un’interessante pano-

portanti per il futuro, quali la sostenibilità e

così come rappresentanti di grandi player della

ramica delle innovazioni presentate in fiera.

l’efficienza energetica. Hanno attirato l’atten-

GDO e di catene di coffe shop. Sul versante

Partner ufficiale in materia di formazione nel

zione, in particolare, macchine da caffè inno-

dei visitatori, significativa la presenza di ope-

settore del caffè, Specialty Coffee Association

vative, concepite per i coffee-shop dagli spazi

ratori del mercato dei consumi extradomestici,

of Europe (SCAE), ha organizzato workshop du-

ristretti.

tra cui i rappresentanti delle maggiori catene

rante i quali i professionisti hanno potuto rac-

“L’estetica e la struttura degli stand erano

di fast food e di servizi di ristorazione self-

cogliere informazioni e acquisire know-how.

curate

service.

Eu’Vend è stata patrocinata inoltre da EVA (Eu-

disponibilità ad investire da parte degli

Il profilo dei visitatori di Eu’Vend & coffena è

ropean Vending Association).

Aris

stato ancora una volta “internazionale”: netta-

La manifestazione non ha dunque deluso le

mente aumentati i visitatori di alcuni mercati

aspettative, ponendo le premesse ideali per la

La professionalità della fiera e dei suoi

emergenti, tra cui la Turchia e la Russia.

prossima edizione di Eu’Vend & coffeena, che

visitatori ha convinto anche gli operatori

Gli eventi collaterali alla manifestazione han-

si svolgerà dal 24 al 26 settembre 2015.

Holger Preibisch, direttore dell’Associazione tedesca del caffè (Deutsche Kaffeeverband), che

no fornito input stimolanti. Grande l’affluenza

e

sofisticate

a

conferma

operatori del settore”, ha osservato

Kaschefi, direttore BDV.

del settore del caffè.

della

proposito:

“Buona

l’affluenza

e

alle conferenze e ai dibattiti al “Rotes Sofa” e ottimi riscontri anche per il dibattito di esperti


EU’VEND 2013> Oranfresh A.A.T.

(Agroindustry Advanced Technologies S.p.A.), con il marchio Oranfresh® , sviluppa e produce macchine agroindustriali con l’impiego di tecnologie e processi altamente innovativi. L'azienda, con stabilimenti produttivi e il centro di ricerca a Catania, produce e vende una vasta gamma di macchine spremiagrumi, centrifughe commerciali, una linea di vending ed altri prodotti, venduti in oltre 50 paesi nel mondo tra cui Giappone, USA, Australia, Paesi Europei e naturalmente Italia, dove le macchine Oranfresh ® sono presenti da quindici anni negli oltre 700 punti ristoro Autogrill delle più importanti città italiane, nella rete autostradale ed in molti altri prestigiosi punti di ristorazione.

Intervista con Enrico Musumeci Export Area Manager - Oranfresh Cosa vi ha spinto a partecipare ad Eu'Vend? A.A.T. ha una chiara vocazione internazionale e una forte predisposizione all’export, tanto che l’85% del nostro fatturato lo realizziamo all’estero. Pensiamo che la Germania sia un mercato interessante. In questo paese, come in tutta Europa, è in atto una ”rivoluzione” del vending, con una sempre maggiore attenzione all’aspetto salutistico. Tutta la Comunità Europea ha istituito corsi di educazione alimentare nelle scuole e ha in programma di educare i ragazzi a consumare prodotti salutari. Vendiamo quindi sempre più spremuta d’arancia nelle scuole, negli uffici pubblici, ma anche nei centri commerciali, nelle palestre e il riscontro sul nostro prodotto è decisamente positivo. In Italia si è spesso pensato al succo d’arancia come alternativa al caffè per la colazione, ma da qualche anno non è più così. Ci confermi questo trend? Il succo d'arancia è un prodotto complementare al caffè, lo dimostrano i molti "menu" per la prima colazione proposti sempre più comunemente nei bar italiani. Menu che compongono una colazione completa con: un prodotto dolce, un caffè e una spremuta. Anche nel vending, i nostri clienti hanno quasi sempre una

macchina per il caffè o per gli snack accanto alla nostra. Come funziona il vostro modello di business nel vending? In quanti anni si riesce ad ammortizzare il costo della macchina? Abbiamo calcolato che in Europa, in base al prezzo medio del kg di arance (1,50€) la macchina viene ammortizzata in circa un anno. La macchina ha un costo un po’ più elevato rispetto ad una macchina snack a spirale, però il ritorno dell’investimento si ha in tempi piuttosto brevi. Riuscite a garantire la fornitura delle arance al gestore durante tutto l’anno solare? Oggi con la globalizzazione il problema del rifornimento è risolto, perché c’è una disponibilità di arance dodici mesi l’anno, in tutto il mondo. Quando finiscono quelle dell’emisfero Nord (Sicilia, Spagna, Marocco, Israele), iniziano quelle dell’emisfero Sud (America Latina, Australia, Sudafrica) la continuità è garantita. Noi come azienda diamo la possibilità di avere la macchina e anche le arance, nazionali e di importazione, in qualunque periodo dell’anno. Ad Eu’vend presentate una macchina per il consumo to go: avete pensato di coprire anche questa importante nicchia di mercato? Sì. Questo è il nostro prossimo target, il consumo take away, con due potenziali categorie di consumatori: i clienti del supermercato (la spremuta come prodotto alternativo al brick, al confezionato pastorizzato) o i frequentatori di luoghi di grande passaggio, che potranno così portare la spremuta in ufficio o in macchina. OR Juice Take Away, è la prima macchina che eroga succo d'arancia fresca appena spremuta in una

pratica confezione da asporto, termicamente sigillata in modo che il contenuto possa essere consumato, se conservato in frigo, entro 48 ore dall'erogazione. OR Juice Take Away è unica al mondo, con brevetto internazionale depositato. OR Juice Take Away eroga bicchieri da 400 ml. Come mai una quantità così rilevante di prodotto? Il bicchiere più piccolo finisce immediatamente, mentre quello più grande magari lo bevi poco alla volta, lo porti a casa, lo condividi o lo porti in ufficio. È riferito ad un target diverso da quello del vending tradizionale. Da qui la necessità di un bicchiere che contenesse una maggiore quantità di prodotto. Uno dei timori dei gestori rispetto a questo tipo di macchine è la manutenzione. Da questo punto di vista che tipo di lavoro avete fatto? uesto è un aspetto di assoluta importanza. Quella che presentiamo oggi è la sesta generazione di distributori automatici Oranfresh ed abbiamo minimizzato la manutenzione ordinaria e straordinaria. Oggi un buon operatore riesce a fare la manutenzione in 15-20 minuti comprese le operazioni di carico, scarico e pulizia interna della macchina. È un tempo paragonabile a quello necessario per qualunque altra macchina di snack. Il numero dei passaggi dell’addetto al rifornimento deve essere quotidiano? È auspicabile, perché significherebbe che tutte le arance presenti nella macchina sono state consumate. Ma ci sono, ad esempio, le macchine negli uffici, chiusi sabato e domenica. In quel caso il prodotto residuo non è un problema, perché la mac-

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stefanoserafini.com

cashless red evolution

Coges Engine è il sistema di pagamento per il Vending piÚ completo ed evoluto: le piÚ avanzate funzioni cashless si integrano con la rilevazione dei dati e la telemetria in un unico sistema compatto e flessibile, che si rinnova nel tempo adattandosi a qualsiasi esigenza.


D.A.ITALIA 81 > NOVEMBRE 2013

china è refrigerata, quindi tutto ciò che è all’interno viene conservato a temperatura controllata. Abbiamo anche dei generatori di ozono che controllano l’atmosfera, quindi impediscono la proliferazione di eventuali parassiti della frutta. La pulizia può essere effettuata anche ogni 3-4 giorni, non è un problema. La macchina inoltre viene controllata anche a distanza, attraverso la telemetria, quindi è davvero semplice gestire la manutenzione e il rifornimento. Lasciare bene in vista quello che succede all’interno della macchina è una vostra scelta precisa? Certamente, lo riteniamo un nostro punto di forza. Abbiamo investito in queste ampie finestre per far vedere al consumatore quello che andrà a bere in pochi secondi. È importantissimo, perché queste macchine sono uniche nel settore e ci sono da superare i cosiddetti dubbi da primo impatto dei nostri utenti, che altrimenti non capiscono se aggiungiamo zucchero, acqua o altri additivi. In questo modo il cliente della macchina riesce a verificare in prima persona che si tratta solo di succo d’arancia spremuto al momento. E poi è anche bello osservarne il meccanismo, è affascinante: spesso troviamo sul vetro le impronte dei bambini che si mettono a guardare all'interno della macchina! È un processo tecnologico molto piacevole da osservare. La qualità della spremuta a seconda delle arance è molto diversa? La macchina utilizza un sistema brevettato universalmente, che permette di separare gli oli amari dalla buccia, perciò quello che si va a bere è solo il succo e la polpa intera dell’arancia, il che garantisce una qualità costante della spremuta. Ovviamente ci sono delle qualità di arance più o meno dolci, più o meno succose, dipende dalla stagione Anche il colore ovviamente può cambiare. Le arance rosse siciliane sono ovviamente insuperabili! Però devo

dire che ormai anche le arance d’importazione sono di ottima qualità. Il mercato delle arance subisce particolari fluttuazioni come quello del caffè o di altre materie prime? I prezzi cambiano al massimo due volte l’anno in base alle stagioni, ma c’è una fluttuazione di qualche centesimo, non di più. Le arance vengono raccolte in moltissimi paesi, quindi se in un determinato luogo va male un raccolto, si possono reperire da un’altra parte. Le vostre quote di mercato stanno crescendo? Assolutamente sì. C’è molto interesse, ci siamo aperti da poco a mercati interessanti, come la Cina e ne siamo rimasti sorpresi, perché anche lì producono macchine simili alle nostre, però le comprano da noi e non dal produttore locale, quindi questo ci gratifica in termini di riconoscimento della qualità del nostro lavoro. A Pechino, una città che conta 24 milioni di abitanti, abbiamo in progetto di installare 3.000 macchine all’università e all’aeroporto. Dove vengono prodotte le vostre macchine? Le macchine Oranfresh sono fabbricate al 100% da noi, a Catania. Ovviamente acquistiamo componenti esteri, ma tutti di ottima qualità (dalla Germania, dal Giappone, ecc.). L’affidabilità, per affacciarsi ai mercati internazionali dev’essere del 100%. In questo settore la concorrenza è particolarmente accesa o ancora ci sono pochi player? Ci sono pochi player rispetto ad altri tipi di macchina, ovviamente non c'è la concorrenza che

esiste per le macchine del caffè, però abbiamo competitor spagnoli e asiatici: cinesi, indiani e coreani, che a volte copiano la nostra macchina e cercano di inserirsi, però il nostro marchio fortunatamente è molto conosciuto. Quali sono i vostri obiettivi per l'immediato futuro? Oltre al business internazionale di cui parlavamo prima, produciamo anche le macchine da banco per bar e ristoranti, però il nostro focus per il 2013 e per i prossimi anni è senza dubbio il vending, soprattutto con le nuove macchine che stiamo presentando in questa fiera. Abbiamo in progetto di installare in molti paesi, compresi gli USA.


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COGES > One cashless for all “One cashless for all” scelto da Coges per rappresentarsi davanti al pubblico di Eu’Vend. Un cashless per tutti significa prima di tutto un solo sistema di pagamento cashless, il nuovo Coges Engine, in grado di accettare qualsiasi forma di pagamento, dalle chiavi e tessere Coges alle carte di credito, dal contante tramite i lettori di banconote e le gettoniere che è possibile collegare, fino agli sviluppi futuri che possono includere potenzialmente qualsiasi tecnologia. Un cashless per tutti, allo stesso tempo, si riferisce alla versatilità del nuovo sistema: Coges Engine può essere utilizzato come centralina di rilevamento dei dati contabili con telemetria integrata, come sistema di pagamento cashless per il vending all’interno di un distributore automatico o come sistema di pagamento per la gestione delle casse mensa all’interno di aziende o luoghi pubblici, adattandosi senza fatica ad esigenze e a protocolli tecnologici diversi. L’interesse riscontrato nei confronti del sistema Coges Engine e di tutti i prodotti Coges ad Eu’Vend è stato considerevole. Per il secondo anno consecutivo, Coges ha partecipato alla fiera di Colonia in uno stand condiviso con il proprio rivenditore autorizzato in Germania, l’azienda Money Control GMBH di Heroldstatt. Questa soluzione ha permesso a Coges e a Money Control di unire le forze per continuare ad offrire i migliori prodotti al cliente, conoscere più da vicino i desideri e le esigenze del mercato tedesco e confrontarsi immediatamente con il rivenditore sul territorio per proporre i nuovi prodotti e le soluzioni migliori ad eventuali richieste specifiche. Presente inoltre una rappresentanza di Money Control Austria.

Possibile scoprire Coges Engine anche tra i prodotti selezionati per il prestigioso riconoscimento Vending Star innovation e presso importanti clienti e partner Coges, come Emca Soft, Sielaff o Feig. Coges non si stanca di cercare nuove soluzioni tecnologiche per migliorare il business del vending dei propri clienti: oltre al sistema cashless Coges Engine, le novità presentate in fiera sono state molte ed altre ancora saranno presentate nei prossimi mesi. Tra queste, il nuovo aggiornamento firmware di Coges Engine (scaricabile gratuitamente dal sito Coges) che permette l’utilizzo di nuove funzioni, tra cui un menu Wizard per semplificare e rendere più veloci le operazioni di programmazione e nuove tipologie di bonus volte a migliorare la fidelizzazione della clientela e a far aumentare i guadagni del gestore, come la possibilità di definire dei “menu” (snack,bibita,caffè) a prezzo scontato sul distributore automatico o un piccolo credito omaggio sulla chiave a seguito di una ricarica con una banconota di taglio elevato. Un’altra novità che riguarda il Coges Engine è un progetto in corso anche in Germania per utilizzare il

sistema in un distributore di dispositivi di protezione individuale, in modo da tenere un registro preciso ed un monitoraggio in tempo reale dei dispositivi utilizzati e delle persone che li hanno richiesti. Un altro prodotto presentato ad Eu’Vend che sarà presto disponibile per l’acquisto è il nuovo modulo per la telemetria Comunica 2. Il Modulo Comunica 2, evoluzione della versione precedente, è un dispositivo compatto che può essere installato su qualsiasi distributore automatico per inviare e ricevere informazioni via GPRS, come ad esempio dati contabili o allarmi. Le principali novità del nuovo modello sono il gateway MDB integrato, due sonde per il controllo della temperatura nei distributori per il freddo, un contatto per monitorare l’apertura della porta ed una batteria tampone per assicurare funzionamento al modulo anche durante momenti di blackout. In questo modo, il Modulo Comunica 2 amplia il raggio delle sue funzionalità per permettere sempre di più al gestore di centralizzare la raccolta dati, risparmiando costose visite di ispezione e tendendo sotto controllo le proprie macchine.


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Crane Payment Solutions > Anteprima del Nuovo Sistema GiroGo Eu’Vend 2013 è stata l’occasione per Crane Payment Solutions di presentare la sua gamma completa di prodotti di alta qualità high e le sue soluzioni tecnologiche per il marcato del vending, oltre ad aver offerto la possibilità ai visitatori di scoprire di più circa l’azienda e le persone che ne sono parte. Tra i prodotti esposti presso lo stand Crane, currenza c², currenza c² airport cambaimoneta; currenza clip cashless payment system; i recenti validatori v² colibri (3,5” and 5”), NRI v² eagle e CashCode SMv2; i lettori di banconote MSMv2 e MSM. “Eu'Vend è andato molto bene per noi e abbiamo avuto la possibilità di incontrare molti dei nostri clienti e discutere le loro esigenze di business”, ha dichiarato Michael

Pfeil, Business Development & Sales Manager Germany Crane Payment Solutions: "Siamo orgogliosi di essere una società di servizio vicina al cliente e abbiamo voluto comunicare il fatto che la nostra gente è una parte importante del nostro successo. I visitatori hanno potuto incontrare il nostro personale

di diversi reparti, tra cui la gestione degli ordini e della R&S, potendo incontrare queste persone che forse avevano solo conosciuto per telefono o e-mail. Abbiamo anche colto l'occasione per comunicare alcuni dei nostri lavori di responsabilità sociale, promuovendo il nostro sostegno alle comunità locali". In Germania, Crane Payment Solutions supporta l’asilo infantile del "Lebenshilfe Buxtehude" institute (http://www.lebenshilfe-buxtehude.de/) e per questa ragione del materiale informativo che illustra il lavoro di questa strutturao è stato distribuito presso lo stand Crane nei giorni della manifestazione. L’istituto, che si dedica al supporto diretto di famiglie e bambini indigenti e di disabili, è uno dei molti progetti umanitari sostenuti concretamente da Crane Payment Solutions nel mondo. Ai visitatori dello stand Crane è stato inoltre chiesto di compilare un questionario relativo ai sistemi di pagamento, realizzato con lo scopo di aiutare Crane

a capire meglio le esigenze dei clienti e i nuovi trend del mercato e dei consumatori. Lo stand ha inoltre ospitato ed esposto in anteprima assoluta il prototipo del nuovo sistema di

pagamento cashless di Crane Payment Solutions, GiroGo.

GiroGo system è stato ideato per il mercato tedesco della distribuzione automatica ed è il successore ideale del sistema Geldkarte. Si tratta di un sistema di pagamento contactless che avviene attraverso un sistema prepagato che può essere ricaricato presso gli sportelli bancomat oppure online, mentre per le transazioni inferiori a 20€, il consumatore può pagare senza PIN direttamente tramite POS. Micheal Pfeil added ha concluso: “Abbiamo ricevuto feedback positivi circa il sistema GiroGo e guardiamo con attenzione a quelle che saranno richieste del mercato nei prossimi mesi, oltre a discutere i requisiti di questa tecnologia con molti clienti”.


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VendingtoGo

VendingtoGo Firenze Distribuzione Automatica e Corretta Alimentazione

Venerdì 4 ottobre si è tenuto a Firenze, all’interno della Fortezza da Basso, prestigiosa sede della terza tappa del VendingtoGo organizzato da Venditalia Srl, un convegno dal titolo: “La distribuzione automatica: un servizio di qualità, un consumo consapevole, un'opportunità per la ripresa”. L’importante momento d’incontro è stato moderato da Alessandro Fontana (Consigliere delegato Confida alla Comunicazione) e ha visto la partecipazione di prestigiosi relatori. Un indirizzo di saluto agli operatori del

vending è stato fatto dalle numerose autorità locali presenti in sala, tra cui Aldo Cursano, Vicepresidente Vicario di FIPE e Presidente regionale in Toscana; Cristina Scaletti, Assessore alla Cultura, Turismo e Commercio Regione Toscana e Andrea Nardin, Direttore Confcommercio Toscana. Riportiamo ai nostri lettori l’intervento di Emanuela Balocchini che ha sintetizzato, in un quadro d’insieme, uno dei temi di più stretta attualità: il rapporto tra vending e corretta alimentazione. 45


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> Emanuela

Balocchini

Distribuzione automatica e corretta alimentazione Emanuela Balocchini, Dirigente Servizio Prevenzione Sanità Pubblica Regione Toscana

sanitario non possono essere viste soltanto come “costi da contenere”, bensì come investimenti a medio lungo termine.

Le strategie internazionali di riferimento

Guadagnare Salute: una nuova cultura della prevenzione

A livello internazionale Guadagnare Salute rientra nella cornice della

Investire nella prevenzione e nel controllo delle malattie croniche per

strategia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche

migliorare la qualità della vita e del benessere degli individui e della

“Gaining in health”, promossa dall’Oms nell’autunno del 2006. Un altro

società in generale, promuovendo stili di vita sani e agendo in partico-

documento di riferimento è l’Action Plan Oms 2008-2013 sulle malattie

lare sui principali fattori di rischio delle malattie cronico-degenerative

non trasmissibili dove vengono definiti gli obiettivi e le azioni che devono

di grande rilevanza epidemiologica. Questa è l’idea che sta alla base

essere implementate nell’arco di 6 anni. Nel documento sono fissati gli

del programma nazionale “Guadagnare Salute. Rendere facili le scelte

indicatori di rendimento che devono guidare il lavoro dell’Oms, con parti-

salutari” approvato dal Governo con Decreto del presidente del Consiglio

colare attenzione verso i Paesi a basso e medio reddito.

dei ministri (Dpcm) il 4 maggio 2007 in accordo con Regioni e Province autonome.

Il progetto “…e vai con la frutta”

L’obiettivo primario è quello di agire in modo integrato e coordinato sui

Per contrastare la diffusione in Italia di malattie croniche legate per lo

quattro principali fattori di rischio modificabili (fumo, alcol, scorretta ali-

più, a comportamenti scorretti o dannosi acquisiti fin dalla più tenera

mentazione e inattività fisica) che sono responsabili da soli del 60% della

età, il 5 gennaio 2007 il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politi-

perdita di anni di vita in buona salute in Europa e in Italia. Questi fattori

che Sociali e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

di rischio devono essere affrontati non solo dal punto di vista sanitario

hanno sottoscritto un

ma come veri e propri fenomeni sociali. È per questo che la strategia di

strategie comuni e a realizzare interventi finalizzati alla prevenzione del-

Guadagnare Salute, partendo dai fattori di rischio, identifica quattro aree

le malattie croniche e al contrasto di fenomeni tipici dell’età giovanile.

Protocollo d’Intesa impegnandosi a definire

tematiche (o programmi specifici):

In questa ottica, l’ alleanza

• promozione di comportamenti alimentari salutari

obiettivi del Programma Guadagnare Salute approvato con DPCM del 4

• lotta al tabagismo

maggio 2007 (GU 2, n. 117 del 12 maggio 2007 S.O.), rivolto alla preven-

• contrasto ai consumi rischiosi di alcol

zione delle malattie croniche attraverso la promozione dell’attività fisica

• promozione dell’attività fisica.

e di una corretta alimentazione.

Informare, educare, assistere, stimolare la responsabilità individuale,

Il progetto “Buone pratiche di alimentazione – Intervento di promozione

affinché ogni persona diventi protagonista e responsabile della propria

del consumo di prodotti ortofrutticoli freschi” ” più noto come “..e Vai

salute e delle proprie scelte. Un investimento da valutare a lungo perio-

con la Frutta” è promosso d’intesa fra il Ministero della Salute e il MIUR

do, con la riduzione del peso delle malattie croniche sul sistema sanitario

e coordinato dalla Regione Toscana tramite il CREPS dell’Università di

e sulla società e, nel breve, con il miglioramento della qualità della vita

Siena.

dei singoli individui.

L’intervento si realizza nelle Regioni

Un investimento per il futuro dal momento che le spese in campo socio-

Sicilia e Toscana con l’obiettivo di incrementare il consumo di frut-

46

tra Scuola e Salute

rientra fra gli

Campania, Marche, Puglia,


ta e verdura a scuola e nei luoghi di lavoro attraverso l’attivazione di percorsi formativi differenziati, con l’ausilio di materiali promozionali e supporti didattici, sia per i ragazzi che per i docenti, e la predisposizione di campagne informative e di sensibilizzazione. Per garantire scelte alimentari e stili di vita più sani si interviene facilitando l’accesso

ai prodotti ortofrutticoli freschi

negli am-

bienti di vita, di studio e di lavoro, coinvolgendo anche le famiglie e la comunità locale e promuovendo contestualmente l’attività fisica. Le scuole coinvolte in ciascuna Regione sono suddivise in: scuole di intervento, con offerta didattica e accesso facilitato alla frutta e verdura e scuole di controllo , senza offerta didattica né offerta di frutta. Alle scuole di controllo sarà comunque consegnato alla fine del progetto gli strumenti didattici utilizzati. Tramite un questionario pre/post è possibile valutare i risultati ottenuti in seguito all’intervento. Tutto ciò consentirà di

valutare i risultati dell’intervento

per

orientare nel futuro gli obiettivi, le azioni e individuare modelli di intervento integrati scuola-istituzioni-comunità locale, che possano favorire l'acquisizione di stili di vita più salutari degli alunni, delle loro famiglie e della comunità.

Il progetto in Toscana Per l’anno 2012 l’iniziativa “...e vai con la frutta!” è stata riproposta autonomamente dalla Regione Toscana, all’interno del progetto “Azioni per facilitare il guadagno di salute dei giovani con la scelta del movimento e dell’attività fisica”. Il progetto, finalizzato a promuovere processi permanenti volti a favorire sani stili di vita nei giovani attraverso l’attività fisica, la sana alimentazione e lo star bene insieme, vede coinvolte tutte le ASL della Regione Toscana, il CREPS e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, capofila del progetto. I risultati incoraggianti dell’edizione 2011 di “...e vai con la frutta!”, sono serviti per orientare gli obiettivi e le azioni del nuovo intervento, per consolidare modelli di partecipazione integrati scuola - istituzioni - comunità locale, utili a rafforzare l'acquisizione di stili di vita più salutari. Il consolidamento del lavoro iniziato con l’edizione precedente, continua con l’attivazione di interventi formativi ad hoc nelle scuole primarie, in quelle secondarie di I e II grado e nei luoghi di lavoro, con il supporto di materiali didattici e promozionali. Il materiale didattico prevede percorsi differenziati, sia per i ragazzi sia per i docenti, per accrescere e consolidare l’acquisizione di stili di vita salutari attraverso l’incremento del consumo di frutta e verdura. Viene riproposta la predisposizione di campagne informative e di sensibilizzazione rivolte alla comunità lavorativa, in luoghi di lavoro individuati in ciascuna ASL per illustrare, anche attraverso l’uso di cartoline divulgative, le finalità del progetto con il suggerimento di pochi e incisivi consigli pratici per sani stili di vita.

L’alleanza con la Scuola Proposta di criteri per l’aggiudicazione del servizio di distribuzione automatica di alimenti e bevande nelle scuole per: diffondere nella distribuzione automatica l’offerta di frutta e verdura e di altri alimenti conformi ai principi della sana alimentazione; supportare i Dirigenti scolastici nell’assegnazione degli appalti dei distributori; facilitare scelte informate e consapevoli da parte dei consumatori. Nelle scuole secondarie di II grado l’intervento consiste in:


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•Offerta di F&V tramite distributori con CONFIDA •Questionario prima/dopo •Kit didattico: Open Mind e…Vai con la frutta Le finalità sono state quelle di promuovere scelte consapevoli di stili di vita sani, favorendo il consumo variegato e facilitando l’acceso di prodotti ortofrutticoli freschi negli ambienti di vita, di studio e di lavoro.

I distributori automatici DISTRIBUTORE DEDICATO MACEDONIA DI FRUTTA DI IV GAMMA, CONFEZIONE MONOFRUTTO DI IV GAMMA, VERDURA DI IV GAMMA (CAROTINE), POLPA DI FRUTTA SENZA ZUCCHERO, YOGURT DA BERE ALLA FRUTTA, SUCCHI AL 100% DI FRUTTA SENZA ZUCCHERI AGGIUNTI, FRUTTA SECCA, ACQUA

DISTRIBUTORE MISTO In aggiunta agli otto prodotti del distributore dedicato (obbligatori) in quello misto possono essere distribuiti anche: SNACK A BASE DI PARMIGIANO E CRACKERS, SUCCHI DI FRUTTA AL 70%, TARALLINO ALL’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA, LATTE UHT BIANCO E AL CIOCCOLATO, GALLETTE E CRACKERS DI RISO SENZA GLUTINE, BARRETTE DI CEREALI, CROSTATINE E MERENDINE BIOLOGICHE, FRULLATO DI FRUTTA SENZA ZUCCHERO

Risultati Nel complesso l’analisi evidenzia miglioramenti pre/post, statisticamente significativi nelle tre aree: conoscenze, atteggiamenti e comportamenti. In particolare il 73.1% degli alunni delle scuole primarie, il 77.7% dei ragazzi delle scuole di I grado e il 68.5% dei ragazzi delle scuole di II grado consuma la frutta più di una volta al giorno, con un incremento significativo rispetto all’inizio dell’intervento. Tali progressi, a volte si registrano anche nel gruppo di controllo, ma risultano essere sempre più evidenti in maniera significativa nel gruppo d’intervento.


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Eventi

Vending Service e Covim>

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Eventi

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Inaugurata la Nuova Filiale della Rivendita Siciliana a Palermo

Sabato 11 ottobre, presso la suggestiva cornice di Villa Igiea, Vending Service s.a.s. e Covim Spa hanno inaugurato la nuova filiale di Palermo della rivendita catanese. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi clienti intervenuti da tutta la Sicilia Occidentale nel capoluogo dell’isola oltre che di Alfio Petrullo, titolare Vending Service e Claudio Picci, socio di Covim Spa. Durante la giornata gli ospiti hanno potuto confrontarsi direttamente con i rapresentanti delle due aziende e provare il caffè in grani, cialde e capsule a marchio Covim per il vending. Con l’apertura della nuova filiale, Vending Service consolida importante presenza della propria struttura e del brand Covim in Sicilia, offrendo ai gestori locali un servizio ancora più capillare sul territorio e rafforzando la propria partnership con la storica torrefazione genovese. Di seguito, alcune immagini catturate nel corso della giornata. >>

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Eventi & Road Show > C o v i m


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Macchine per Caffè Espresso

PANAFE’ è un marchio


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Mondo Associazione

Confida> Aumento IVA ...Conseguenze su Consumatori e Operatori del Settore

Più amara la pausa caffè per 23 milioni di italiani e per le aziende del comparto. Oltre ai consumatori, saranno infatti

penalizzate anche le imprese, costrette a spendere dai 30 ai 50 milioni di euro per adeguare gli impianti.

“Sarà difficile spiegare ai 23 milioni di clienti

dovrà spendere tra i 30 e i 50 milioni di euro”,

porterà un aumento di 5 centesimi sul caffè e le

che ogni giorno in uffici, ospedali, posti di lavoro,

ha affermato

Lucio Pinetti, presidente di

bevande calde e di dieci centesimi sulle bevande

fabbriche, scuole e università consumano a prezzi

CONFIDA, che ha aggiunto: “Ancora più diffici-

fredde e gli snack.

contenuti caffè, cappuccini, bevande e snack vari

le sarà comunicare a migliaia dei nostri 30 mila

“L’adeguamento al nuovo regime fiscale, poi, non

nei circa 100 milioni di distributori automatici, che

dipendenti la necessità di dover rinunciare alla

può essere oggetto di trattativa con il singolo

saranno loro a pagare la “colpa” di un momento di

loro prestazione per motivi di equilibrio dei bilanci

cliente”, ha concluso Pinetti: “L’IVA è un’imposta

consumo voluttuario, a causa dell’Iva che il Gover-

aziendali. In poche parole, se dovessero calare i

che per legge grava sul consumatore finale e le no-

no ha portato dal 4% al 10% per finanziare l’Eco-

consumi dovremo rinunciare a centinaia, forse mi-

stre aziende hanno l'obbligo di trasferirla a valle.

bonus attraverso il D.L n.63 del 4/6/2013.

gliaia di posti di lavoro in tutta Italia”.

Nessun cliente può chiedere alle nostre aziende di farsene carico, non può per legge e sarebbe del

Pesanti difficoltà anche per le nostre aziende. Per adeguare i distributori automatici, il settore del

L'incremento dell'imposta sui prodotti sommi-

tutto improponibile per la sopravvivenza delle no-

vending (30 mila addetti e più di mille imprese)

nistrati attraverso i distributori automatici com-

stre imprese".

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N o v i t à Riso Scotti Snack

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N o v i t à

> Rice Crash, il Gusto Dolce-Salato che Prima non c’era Un’altra novità di prodotto che porta la firma Riso Scotti Snack. Dopo tante proposte dolci, ecco il gusto diverso, che non ti aspetti. Rice Crash è un cracker dolce-salato, prodotto con farina di riso e lievito madre, seguendo un lungo processo di lievitazione naturale che si protrae per ben 23 ore garantendo al prodotto una maggiore digeribilità e conservabilità. Il risultato è uno snack che soddisfa il gusto a 360 gradi, naturalmente sano e buono, come

promettono e mantengono tutti i prodotti Riso Scotti Snack. Rice Crash nasce da un mix equilibrato di farina di riso e di frumento, non utilizza grassi idrogenati, e privilegia la ricerca dei sapori tradizionali, come testimoniano la riscoperta e l’utilizzo del lievito madre. Molto contenuto l’apporto calorico: solo 27 kcal a cracker, per un break leggero e gustoso in ogni momento della giornata. Perfetto come rompi digiuno, al posto del pane durante i pasti, prima dello sport

o a scuola, tra una materia e l’altra! Rice Crash è disponibile nel canale ho.re.ca., presso i migliori bar ed è distribuito nei principali circuiti vending. È acquistabile anche direttamente presso la vending machine on line dell’azienda, direttamente al link: www. risoscottisnack.it/onlinevending-machine.php insieme a tutte le altre proposte dolci e salate Riso Scotti Snack.

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N o v i t à Stuffer

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N o v i t à

> Yogurt Herakles agli Agrumi, il Nuovo e Fresco Gusto nella Vending Machine Da oggi c’è un motivo in più per scegliere Stuffer. L’azienda di Bolzano lancia in questi giorni sul mercato una piacevole novità: yogurt Herakles agli agrumi, che unisce freschezza e gusto. La nuova referenza va ad aggiungersi alla linea ispirata al classico yogurt greco dai sapori intensi e dalla consistenza cremosa e vellutata, grazie all'aggiunta di crema di latte intero. Il giusto equilibrio tra l'acidità degli agrumi e la freschezza dolce della panna fanno di questa bontà, adatta a chi cerca un inedito contrasto, capace di evocare i caratteristici sapori mediterranei.

noci e frutta fresca per colazioni o pause energetiche. La nuova fresca referenza, che va ad aggiungersi ai gusti bianco e fragola, è priva di conservanti e di glutine e sarà in vendita nelle vending machine nel vasetto da 125 g. Herakles agli agrumi è una delle tante novità che l’azienda altoa-

tesina ha in serbo per la stagione 2013. La famiglia Stuffer da sempre guarda alle necessità del consumatore moderno: una storia commerciale iniziata nel 1919 da Heinrich Stuffer e che prosegue dal 1965 con la moderna azienda Stuffer creata da Klaus, nipote del fondatore.

Il nuovo yogurt Stuffer Herakles agli agrumi è una prelibatezza da assaporare in ogni momento della giornata. Particolarmente gustoso, si abbina a cereali, miele,

Coges

> Mario Majo nominato Direttore Commerciale Coges ha annunciato nelle scorse settimane la nomina del nuovo Direttore Commerciale, Mario Majo, chiamato a ricoprire questa carica dal 1° Ottobre 2013. Mario Majo ha maturato una lunga esperienza nel settore del vending, principalmente come Country Manager per MEI Italia, dove ha lavorato negli ultimi quindici anni. Lavorerà presso la sede di Coges a Schio e

collaborerà a stretto contatto con la Direzione dell’azienda, per sviluppare ulteriormente il successo commerciale di Coges in Italia e all’estero, alla guida di un team dinamico e pieno di risorse. Mario Majo si è laureato in Ingegneria presso il Politecnico di Milano e la sua esperienza, sia in ambito tecnico che commerciale, lo rende un leader ideale

per l’azienda veneta, garantendone un’integrazione rapida e di successo.

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N o v i t à Epta/Iarp

N o v i t à

> Primo Bilancio di Responsabilità Sociale per il Gruppo Epta presenta il suo primo Corporate Social Responsability Report: un importante passo strategico per il Gruppo, che riconferma il suo approccio orientato alla sostenibilità. Trasparenza e massima obiettività: alla luce di questi due parametri è stato concepito il Report, certificato dal TUV Austria Cert GmbH. Ad ulteriore prova, il documento ufficiale vanta il livello C+ nell’applicazione delle linee guida del Global Reporting Initiative (GRI), organizzazione non-profit, impegnata nella definizione dei parametri che guidano l’attività di reporting delle aziende, a favore di un’economia sostenibile globale. La sostenibilità è ormai diventata un imperativo per le imprese e quando una società investe in progetti di CSR, diventa promotrice di un processo strategico globale, con importanti ricadute positive sull’ecosistema e sulle persone, oltre che sulla propria crescita economica. “Crediamo che il CSR Report abbia un ruolo centrale all’interno della filosofia di Epta, quale esemplificazione concreta dei nostri principi ed espressione massima del nostro modo di essere e di agire come Azienda”, ha commentato Sergio Chiostri, A.D. Epta. Tutti i brand del Gruppo, infatti, hanno in comune la medesima vocazione volta a promuovere uno sviluppo ecosostenibile. Questo interesse si esprime attraverso Eptology, un concetto rivoluzionario grazie a cui Epta abbraccia, ogni giorno, l’idea di contribuire ad un futuro migliore. Un CSR Report ricco di iniziative concrete, grazie anche alla Ricerca

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& Sviluppo, da sempre, impegnata nello studio di nuove tecnologie, come ad esempio gli impianti di refrigerazione interamente a CO2. Si stima, infatti, che, per un punto di vendita delle dimensioni di 1500 m2, l’utilizzo di questi sistemi con refrigeranti naturali, si traduca in una riduzione pari a 474 tonnellate di CO2 in 10 anni, valore che corrisponde a 50 ettari di una foresta costituita da circa 11.026 nuovi alberi. Presupposto implicito per quantificare l’impatto ambientale sui prodotti è il metodo scientifico LCA (Life Cycle Assessment). Con l’adozione di questo criterio, l’azienda prende in considerazione non solo gli effetti ambientali dei suoi impianti di produzione, bensì l’intero ciclo di vita delle sue soluzioni, dalle materie prime, fino alla valutazione dell’efficienza delle prestazioni, durante il loro utilizzo nei punti vendita. In tal senso, i materiali maggiormente utilizzati nei banchi (acciaio, alluminio e vetro) sono riciclabili in percentuale diversa. Allo stesso tempo, anche gli stabilimenti sono stati resi più efficienti: ne è un esempio Limana, in provincia di Belluno, presso il quale è stato installato un impianto di cogenerazione in grado di soddisfare l’80% del fabbisogno energetico termico ed elettrico dell’intera struttura. Un sistema che, oltre ad abbattere i consumi di circa il 16% per la lavorazione di 22.440 tonnellate di materiale, produce energia pulita ed è in grado di assicurare il funzionamento dei macchinari anche in caso di black out. L’impianto fotovoltaico, implementato successivamente, ha infine consentito al sito bellunese

di diventare completamente autonomo, dal punto di vista energetico. Altro focus importante sono le persone, cuore dell’azienda. Nell’ottica di condividere il proprio knowhow con gli operatori del settore e potenziare il proprio capitale umano, Epta promuove ogni anno corsi di aggiornamento per formare più di 100 professionisti presso il CO2 Training Centre di Epta in Inghilterra. Inoltre, grazie alla piattaforma di e-learning, in uso dal 2009, il Gruppo eroga ai propri dipendenti, annualmente, circa 11.000 ore di training. Epta, a garanzia di un’elevata qualità, ha ottenuto, già a partire dal 1996, numerose certificazioni riconosciute a livello mondiale. Fra le più recenti spiccano, la OHSAS 18001 (Occupational Health and Safety Assessment Series), conferita agli stabilimenti di Hendaye in Francia e di Bradford in Inghilterra e la HACCP based Food Safety Programme, per le celle commerciali Serie K1 di Misa, garanzia di massima salubrità ed eccellente conservazione dei prodotti. “Il CSR report rappresenta uno stimolo continuo che ci spinge a confrontarci con le sfide della tecnologia e dei tempi che cambiano, ma anche un dovere che ci incoraggia a pretendere sempre di più dal nostro lavoro e da noi stessi”, ha dichiarato Sergio Chiostri, concludendo: “Per questo, abbiamo voluto lanciare il cuore al di là dell’ostacolo e stabilire, sin da ora, quali saranno gli obiettivi per i prossimi tre anni: da un lato, la riduzione del 33%, dell’energia utilizzata nella produzione di banchi refrigerati, dall’altro un incremento, fino al 33%, dei nostri prodotti ad alta efficienza”.


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N No vo iv ti àt à | | N No vo iv ti àt à Bahlsen

> Arriva Pick Up! Choco & Caramel Bahlsen presenta il nuovo PickUp! Choco & Caramel, una tavoletta di vero cioccolato al latte con un ripieno di cremoso caramello, disponibile per il vending Uno snack che unisce un insieme di elementi prelibati, che ne fanno uno squisito spuntino valido a tutte le ore.

tre, sono ritornati gli spot televisivi di PickUp! Sui canali digitali e satellitari di MTV: una programmazione articolata per mantenere alta l'attenzione del pubblico verso i

prodotti Bahlsen ed incuriosire con storie sempre nuove.

purea di mirtillo (20%). Il pack è slanciato ed elegante, per rimarcare la differenza con la linea dei nettari classici e il suo sviluppo in verticale ha permesso di riprendere i tratti distintivi della grafica della linea Yoga pet ml 250. Confezione di grande impatto e riconoscibilità all’interno dei di-

stributori automatici anche grazie alla grafica bi-facciale e la cannuccia trasparente applicata sul retro della confezione. Particolare attenzione è stata dedicata alla logistica del prodotto: il cartone è composto da cinque termo da 6 pezzi, per una migliore trasportabilità.

I prodotti Bahlsen per la distribuzione automatica

Dall'inizio di settembre, inol-

Yoga

> Nuove Referenze per il Vending A partire dal mese di ottobre, Conserve Italia distribuisce i nuovi succhi di frutta Yoga Slim da 200 ml per il vending. La linea si compone di due referenze, entrambe senza glutine: 100% Ananas e Arancia, che sostituiscono il formato lattina ml 160 e una bevanda a base di

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N o v i t à Ingenico

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N o v i t à

> Prime Installazioni per iSelf-Service e Nuovo e-commerce Sales Director La nuova linea di terminali Ingenico iSelf-Service è composta da dispositivi per la gestione dei pagamenti cashless nel mondo dei sistemi Self-Service non presidiati. Si tratta di una soluzione modulare, basata su tecnologia Telium2, articolata in quattro elementi distinti e facilmente integrabili in chioschi, biglietterie automatiche, distributori o vending machine: iUP250, PIN Pad intelligente e sicura con funzione di controller iUR250, lettore ibrido di carte magnetiche e chip iUC150, lettore di carte contactless/ Nfc iUC180, lettore di carte contactless/ Nfc con anche funzione di controller La sicurezza è garantita dalle certificazioni PCI-PTS e EMV, oltre che dalla omologazione CB2 per la gestione delle carte di debito nazionali PagoBancomat. La prima installazione delle soluzioni Ingenico iSelf è stata effettuata a Firenze. La collaborazione strategica tra Ingenico e UBIS - UniCredit Business Integrated Solutions, ha portato a realizzare un nuovo sistema di bigliettazione automatica in una location di assoluto prestigio: l’Opera del Duomo di Firenze. Lo scorso 1 agosto sono stati installati i primi prodotti Ingenico iSelf sui nuovi self-service sviluppati dal System Integrator Totem Srl all’ingresso del Duomo, atti all’erogazione elettronica dei biglietti d’ingresso. In particolare, nelle nuove biglietterie automatiche sono stati integrati il lettore di carte Ingenico iUR250 e la PIN Pad intelligente Ingenico

iUP250 impiegata per interagire con l'utente con i messaggi, l’inserimento del PIN e la connettività (USB, Ethernet, GPRS e MDB). Il sistema scelto per questa installazione prevede di default la lingua inglese, ma è in grado di riconoscere la nazionalità del circuito della carta di pagamento inserita e di adattarsi al linguaggio del proprietario della carta. Per scelta, il sistema accetta tutte le tipologie di carte di credito, per favorirne l’utilizzo da parte dei turisti. Solo nel mese di Agosto sono state registrate oltre 6.000 transazioni di pagamento, gestite da UBIS, società del Gruppo UniCredit, con ampia soddisfazione da parte degli utenti. “Sono orgoglioso di quanto realizzato e la partnership con Ingenico è elemento chiave per realizzare la strategia di UBIS”, ha commentato Fausto Bolognini, Responsabile della Product Line Carte di UBIS, che ha aggiunto: “Contactless, dematerializzazione, multimerchant loyalty e applications sono le sfide che vogliamo affrontare per portare valore ai merchant.” “Il successo di questo progetto è sicuramente merito della qualità e dell’affidabilità dei dispositivi Ingenico, unite alla proficua collaborazione con UBIS, che si è rivelata fondamentale per la buona riuscita dell’iniziativa”, ha inoltre dichiarato Luciano Cavazzana, A.D. di Ingenico Italia. > Marco Rizzoli nuovo e-commerce Sales Director Ingenico comunica un nuovo importante ingresso nella propria organizzazione: Marco Rizzoli dal 1 otto-

bre è il nuovo e-commerce Sales Director e si occuperà di gestire la strategia commerciale in ambito e-commerce, con riporto diretto all’Amministratore Delegato, Luciano Cavazzana. Rizzoli, classe 1976, vanta oltre 17 anni di esperienza nel settore bancario e dei sistemi di pagamento, maturata con ruoli diversi all’interno di realtà importanti come Deutsche Bank, BankAmericard e Gruppo ICBPI. In particolare, tra le sue ultime esperienze prima di Ingenico, Rizzoli è stato Responsabile Sviluppo Mercati di Key Client Cards & Solutions e Responsabile Vendite di CartaSi. “Una grande esperienza, quella di Marco Rizzoli, che darà valore ad un’evoluzione già in atto nella nostra azienda e che permetterà di accelerare il percorso di diversificazione intrapreso dal Gruppo Ingenico con l’acquisizione di Ogone, indirizzando la Società verso nuovi traguardi e opportunità di business”, ha commentato Luciano Cavazzana, Presidente e A.D. Ingenico Italia. Nel suo ruolo, Rizzoli collaborerà con il team di Ogone, società belga leader in Europa per i pagamenti online acquisita da Ingenico lo scorso marzo con l’obiettivo di integrare l'offerta tradizionale con la nuova piattaforma on-line di Ogone a completamento della propria capacità di gestire ogni tipologia di pagamento elettronico. Compito strategico di Rizzoli sarà quello di sviluppare questo mercato in Italia, coordinando le sinergie che potranno svilupparsi in seguito alla crescita di opportunità e all’incremento del numero di transazioni e servizi on-line.

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Appuntamento in Fiera

Host 2013

i numeri che sfidano la crisi > 133.000 presenze in cinque giorni di manifestazione (+7% sul 2011) > 38,7% visitatori internazionali (+21% rispetto all’edizione 2011) > Conferme a due cifre da USA (+28%), Russia (+64%), Emirati Arabi (+141%), Giappone (+24%) e Germania (+14%) > 1.700 espositori da 48 paesi (+6,5% con 350 new entry) dei quali 559 esteri (+16,5%) I risultati di Host 2013 confermano la leadership italiana del settore, con 133.000 visitatori professionali da 162 paesi durante l’e-

Il business dell’ospitalità professionale non conosce crisi.

dizione appena conclusa del Salone, che si è svolta presso i padiglioni di fieramilano da venerdì 18 a martedì 22 ottobre. Rispetto al 2011 il progresso è nell’ordine del 7%, con un boom dei visitatori professionali stranieri pari a 51.600 (+21%), a dimostrazione della rilevanza assunta dall’appuntamento biennale di fieramilano. La crescita dei visitatori professionali è costante e generalizzata da tutti i Paesi rappresentati, con picchi sia da realtà ad alto tasso di crescita come Emirati Arabi e Russia, sia da paesi storici come Giappone e Germania. Vincente l’idea di Fiera Milano dell’agenda Expo Matching Program, che ha permesso di organizzare 38.400 appuntamenti tra produttori, fornitori e catene della distribuzione.

“Segnali che confermano la leadership mondiale di Host nel settore della ristorazione professionale”, ha dichiarato Michele Perini, Presidente di Fiera Milano SpA, che ha aggiunto: “Da tutto il mondo si guarda a questa manifestazione come un appuntamento irrinunciabile per costruire e rafforzare opportunità di business. I risultati

assumono un valore rilevante anche per il sistema-Paese e invitano tutti a non abbandonarsi alla logica del declino. Per gli operatori Host rappresenta l’occasione per proiettarsi nei mercati globali, perché nell’arco di cinque giornate c’è la possibilità di entrare in contatto con tutti gli attori della filiera e far conoscere le eccellenze di questo settore. Il nostro impegno non si ferma all’evento: Fiera Milano continua a essere partner delle imprese che vogliono stare sui mercati globali”. Impressionante l’incremento degli espositori provenienti da paesi “storici” come Gran Bretagna (+33%), Paesi Bassi (+28%), Spagna (+19%) e Stati Uniti (+17%). Per la prima volta si sono inoltre affacciate ad Host aziende provenienti da Bahrain, Israele, Kenya, Romania, Singapore, Slovacchia, Ungheria, Taiwan, Venezuela e Vietnam. Oltre 400 gli eventi organizzati nel corso della manifestazione tra workshop, seminari e presentazioni di chef pluristellati. Infine, un ampio spazio è stato riservato alla formazione, nella convinzione che puntare sullo sviluppo del know-how sia la carta vincente per mantenere e rafforzare la leadership italiana nel settore.

La prossima edizione di Host si svolgerà dal 23 al 27 ottobre 2015, in occasione dell’Esposizione Universale di Milano.


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