NUMERO 92 DICEMBRE 2014
IMPRESE DI SERVIZI FOOD 24
EVENTI FLO 40째ANNIVERSARIO
D.A.ITALIA www.daitalia.it
STATI GENERALI DEL VENDING
we can make you different
©2012_www.imagination.it
Snack and Food buono e caldo!
Sistemi automatici per la ristorazione fuori casa Just Now
Sistema @DINING
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FOOD24 srl · 36010 · Zanè (vi) · via Monte Pasubio, 212 · Tel 0445.314002 · Fax 0445.314031 · info@food24.it · www.food24.it
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FARE LOBBY NON È UN HOBBY Uno dei misteri della lingua italiana, dovuta in gran parte dall’uso improprio del vocabolario da parte della nostra classe politica, è la connotazione negativa che spesso viene data alla parola lobbista. Il termine “lobby” deriva da una parola latina che significa “loggia” e in origine era semplicemente il luogo dove i deputati delle Camere dei Comuni inglesi incontravano i rappresentanti dei vari gruppi di interesse. Le persone che aspettavano i parlamentari in questa sorta di tribune per parlare con loro, vennero chiamati “lobbyists”. Lavorare per una lobby non ha nulla di riprovevole, è una professione che in molti stati è prevista e regolamentata, tanto da essere considerata parte integrante del processo democratico. Perciò si fa davvero fatica a comprendere come mai dei gruppi di persone che cerchino di comunicare in modo trasparente il proprio punto di vista e le proprie esigenze al mondo della politica, possano essere viste come fonte di un’indebita ingerenza o di illecite pressioni. Proprio per questo il Parlamento Europeo ha regolamentato l’attività di lobby attraverso un codice di condotta e un sistema di registrazione che conta oggi diverse migliaia di iscritti.
Il Registro della trasparenza, come viene chiamato, sancisce che “l’interazione tra le istituzioni europee e le associazioni dei cittadini, le ONG, le imprese, le associazioni commerciali e di categoria, i sindacati e i centri di studi, deve essere costante, legittima e necessaria per difendere la democrazia e per permettere alle istituzioni stesse di realizzare politiche adeguate che rispondano alle esigenze e alla realtà del momento”. La distribuzione automatica, che avrebbe senza dubbio disperato bisogno di costituire una lobby forte e coesa in ogni Stato europeo, è invece praticamente assente dal Registro. Solo tre realtà vi hanno aderito: due associazioni di categoria e un’azienda norvegese di reverse vending.
anche in Italia, non sarebbe affatto sconveniente che alcuni illuminati imprenditori del vending iniziassero a pensare seriamente a costituire una lobby dedicata alla difesa dei loro interessi. Un’organizzazione trasparente che possa contare su finanziamenti certi e che si avvalga di professionisti esperti in molteplici ambiti. Affrontare in questo modo le prossime sfide di mercato, significherà incamminarsi verso il proprio orizzonte accendendo almeno un lume, mentre si percorre il buio e incerto sentiero dalle molteplici possibilità di scelta che ci riserva il futuro.
Preoccupa soprattutto la mancanza d’iniziativa nel mondo dell’imprenditoria. L’intera filiera del vending italiana, eccellenza nazionale costruita da numerose grandi aziende, praticamente non svolge alcuna attività di lobby, attività che invece potrebbe tranquillamente esercitare in prima persona in maniera trasparente e utile.
LAVORARE PER UNA LOBBY NON HA NULLA DI RIPROVEVOLE, È UNA PROFESSIONE CHE IN MOLTI STATI È PREVISTA E REGOLAMENTATA, TANTO DA ESSERE CONSIDERATA PARTE INTEGRANTE DEL PROCESSO DEMOCRATICO.
In attesa che il nostro Parlamento finalmente emetta delle norme che regolamentino questo tipo di rappresentanza
EDITORIALE DI ALESSANDRO FONTANA
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SOMMARIO
NUMERO 92 DICEMBRE 2014 RENZO GABRIEL BONIZZI DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF ALESSANDRO FONTANA DIRETTORE EDITORIALE EDITORIAL DIRECTOR LAURA GUASPARRI ART DIRECTOR ANDREA LOTTERO GRAPHIC DESIGN DANIELA BISCOTTI COMMERCIALE/ COMMERCIAL NOEMI MARGAROLI REDAZIONE EDITORIAL STAFF LASERGRAFICA POLVER SRL STAMPA PRINTERS D.A.ITALIA IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA PUBBLICAZIONE ISCRITTA AL TRIBUNALE DI MILANO, NUMERO DI REGISTRAZIONE 177 DEL 22 MARZO 2004 ISCRIZIONE AL R.O.C.: 11412 PERIODICITÀ MENSILE EDITORE ART&WORKS SRL UNIPERSONALE VIA MARCANTONIO COLONNA 15 20149 MILANO P.IVA 04234310961 TEL +39 02 48958566 FAX +39 02 89694472
3 EDITORIALE
Fare lobby non è un hobby
6 MONDO ASSOCIAZIONE
Stati Generali del Vending Interventi di: Lucio Pinetti, Piero Angelo Lazzari, Antonio Tartaro, Carlo Sangalli, Anna Cinzia Bonfrisco, Daniele Capezzone, Luigi Casero e Cosimo Maria Ferri
20 EVENTI
FLO 40 anni di storia nel ricordo di chi l’ha iniziata
30 MERCATO DEL VENDING IMPRESE DI SERVIZIO
FOOD 24 La ristorazione automatica fuori casa Intervista con Marco Marcazzani
36 NOVITÀ
Kardex Remstar Smartpick 6000 supporta il prelievo degli ordini per zona Acqua Minerale San Benedetto riduce i consumi energetici del 15% grazie a E.ON L’OCS nello Spazio. Il caffè in orbita con Lavazza, Argotec e A.S.I. San Carlo lancia Ops una novità assoluta dal gusto unico ed esplosivo 2015: in arrivo il 60° anniversario di Suzo-Happ Target Informatica arrivano GD Shop e una nuova versione Android del software sui dispositivi mobili
44 BREAKING NEWS
Amica Chips, on air il nuovo spot A Berlino il distributore automatico di valvole per biciclette Lego vending machine Brita Filtermanager App 2.0 Melbourne bike share Suzo-Happ,, nuovo Presidente per le Americhe Necta #HeartofVending, vince il grande cuore di Serim
UFFICIO COMMERCIALE COMMERCIALE@ DAITALIA.IT WEB WWW.DAITALIA.IT POSTA ELETTRONICA INFO@DAITALIA.IT ABBONAMENTI ABBONAMENTI@ DAITALIA.IT LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DELLE ILLUSTRAZIONI E DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI SU D.A. ITALIA È PERMESSA SOLO SE AUTORIZZATA DALLA DIREZIONE. LA DIREZIONE NON ASSUME RESPONSABILITÀ PER LE OPINIONI ESPRESSE DAGLI AUTORI DEI TESTI REDAZIONALI E PUBBLICITARI. CONCEPT BY ART&WORKS SRL
Buone Feste!
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MONDO ASSOCIAZIONE
STATI GENERALI DEL VENDING 2014
MONDO ASSOCIAZIONE
IL 30 OTTOBRE A ROMA, NELLA SEDE DI CONFCOMMERCIO – IMPRESE PER L’ITALIA, SI SONO TENUTI GLI STATI GENERALI DEL VENDING. L’IMPORTANTE INCONTRO ANNUALE HA RAPPRESENTATO PER CONFIDA UN SUCCESSO ORGANIZZATIVO E UN IMPORTANTE MOMENTO DI ACCREDITAMENTO ISTITUZIONALE E DI PARTICOLARE VISIBILITÀ ALL’INTERNO DELLA CONFEDERAZIONE GENERALE. L’EDIZIONE 2014 DEGLI STATI GENERALI HANNO VISTO LA PRESENZA, OLTRE CHE DEL PRESIDENTE DI CONFCOMMERCIO CARLO SANGALLI, DI AUTOREVOLISSIMI ESPONENTI DI GOVERNO E DEL PARLAMENTO: LA SENATRICE ANNA CINZIA BONFRISCO - COMMISSIONE PROGRAMMAZIONE ECONOMIA E BILANCIO DEL SENATO, L’ON. DANIELE CAPEZZONE 6
- PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE FINANZE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, IL DOTT. COSIMO MARIA FERRI - SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA GIUSTIZIA E L’ON. LUIGI CASERO - VICE MINISTRO ALL’ECONOMIA E ALLE FINANZE. TUTTI INFORMATI E COINVOLTI SULLA PROPOSTA TECNICA DI CONFIDA IN ATTUAZIONE DI QUANTO LA “LEGGE DELEGA FISCALE” PREVEDE PER IL “CONTROLLO DELLE CESSIONI DI BENI EFFETTUATE ATTRAVERSO DISTRIBUTORI AUTOMATICI”. LA NOSTRA REDAZIONE ERA PRESENTE ALL’EVENTO E HA DECISO, VISTA L’IMPORTANZA DELLA TEMATICA, DI PRESENTARE AI SUOI LETTORI UN’AMPIA SINTESI DI TUTTI GLI INTERVENTI.
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LUCIO PINETTI E PIERO ANGELO LAZZARI
LUCIO PINETTI, PRESIDENTE DI CONFIDA "ABBIAMO BISOGNO DI CERTEZZA E PRATICABILITÀ DELLA NORMA, OLTRE CHE DI SGRAVI FISCALI" “La legge di delega fiscale può rappresentare un’opportunità per un intervento che superi il tradizionale dualismo tra fisco e contribuente. Come Confida abbiamo inteso fare la nostra parte, con un atteggiamento costruttivo, per presentare una soluzione tecnica in grado di fornire trasparenza e certezze all'Amministrazione e, al tempo stesso, economicità e sostenibilità di sistema da parte delle nostre imprese. La proposta, illustrata dall'Asso-
ciazione Italiana Distribuzione Automatica, contiene certezza e praticabilità della norma, ciò di cui abbiamo bisogno. Anche se la distribuzione automatica risente degli effetti della recessione che da alcuni anni è causa di una minore propensione ai consumi e lo possiamo osservare dalla particolare contrazione dei prodotti complementari nella pausa caffè da alcuni anni gli investimenti per l'acquisto di nuovi apparecchi si sono contratti: ne consegue che per un vero rilancio di tutta la filiera è necessario il sostegno alle nostre imprese attraverso il beneficio degli sgravi fiscali, ad iniziare dalle industrie manifatturiere del vending". 7
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PIERO ANGELO LAZZARI, DIRETTORE DI CONFIDA, HA PRESENTATO I DATI RELATIVI ALLA CERTIFICAZIONE DEI CORRISPETTIVI NEL VENDING IN EUROPA, RAFFRONTANDO IL VECCHIO CONTINENTE ANCHE CON ALTRI MERCATI DI RIFERIMENTO. “Attualmente, negli USA non c’è una specifica regolamentazione relativa al vending e l’Amministrazione non ha in previsione forme elettroniche di controllo. In Giappone, altro paese in cui il vending ha una forte presenza, non esiste una legislazione specifica per i distributori automatici, ma ogni azienda del vending deve dichiarare i propri redditi al fisco ogni anno, come avviene per tutte le altre categorie di business. In Europa, mentre in Austria ci si limita alla dichiarazione dei redditi ma non esiste una legislazione ad hoc per la DA, in Francia le aziende sono tenute anche alla compilazione del registro dei corrispettivi, così come in Germania, dove inoltre, negli ultimi anni, l’autorità fiscale sta procedendo all’introduzione della raccolta dei dati di vendita con supporto elettronico per molti settori commerciali, ma non ancora per il vending, per il quale si attende entro fine anno una specifica normativa. In Polonia le aziende effettuano un’autodichiarazione mensile o trimestrale (opzione) sui ricavi da inviare all’Autorità fiscale ed eventuali controlli sulla coerenza dei ricavi dichiarati avvengono mediante verifica delle fatture di acquisto, ma non è stata ipotizzata nessuna normativa specifica per i distributori automatici. In Romania non esiste al8
cun obbligo per i gestori di tenere un registro dei corrispettivi. Il controllo dell’autorità fiscale avviene sulla base dei dati rilevati attraverso il contatore delle vending machine oppure attraverso la registrazione dei movimenti del magazzino (in & out). Un anno fa il Ministero delle Finanze romeno ha comunicato a PRIV (Associazione di categoria) l’intenzione di procedere alla predisposizione di una metodologia per la rilevazione elettronica dei dati fiscali dai distributori automatici, chiedendo un contributo tecnico dell’Associazione per un’ipotesi di soluzione. La Russia non prevede l’obbligo di tenuta del registro dei corrispettivi e l’autorità fiscale accetta le autodichiarazioni sui ricavi effettuate dalle aziende, ma prevede una tassa fissa annuale per ogni distributore automatico installato. Il registro dei corrispettivi non è obbligatorio nemmeno in Spagna, dove semplicemente si comunica l’imponibile alla fine di ciascun anno sulla base dei dati bancari (per i piccoli operatori) e con il supporto di dati raccolti con i software gestionali (di solito COMPUTER o VEGA). Queste informazioni non vengono inviate all’autorità fiscale, ma devono essere conservate per eventuali verifiche. In Svezia e nel Regno Unito, come ogni altro settore business, tutte le aziende del vending devono dichiarare ogni anno i propri redditi al fisco, ma non c’è una legislazione specifica per i distributori automatici. Ancora, in Ungheria la normativa fiscale non prevedeva l’obbligo di tenuta del registro dei corrispettivi, poiché l’imposizione fiscale avveniva sulla base di una autodichiarazione mensile dei ricavi, ma una recente normativa ha introdotto nuove regole: dal 1° gennaio al 31 marzo 2015 sarà obbligatoria la registrazione
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ANTONIO TARTARO
sul portale governativo di tutte le vending machine (con un costo di 100€/macchina). A seguire, l’installazione di una Black box su ogni macchina, collegata on line con l’autorità fiscale, garantirà una comunicazione tempestiva dei ricavi. Unico, al momento, il caso della Bulgaria, dove è stata inserita una “fiscal box” direttamente all'interno delle vending machine. In Europa, quindi, la trasmissione telematica dei corrispettivi per le cessioni dai distributori automatici è una questione “recente”: oggi le tecnologie supportano una conoscenza più tempestiva e certa dei dati. C’è un approccio molto pragmatico (tempi e modalità di soluzione) da parte delle autorità fiscali dei paesi in cui il vending ha una presenza più radicata e diffusa per tener conto delle complessità legate alle più differenti locazioni e al parco macchine. Le Associazioni Nazionali del Vending hanno richiesto unanimemente la sostituzione dell’obbligo di documentazione dei corrispettivi relativi alle cessioni con la trasmissione telematica all’Amministrazione competente, che deve rispondere al criterio di certezza dei dati ma anche a quello della sua funzionalità, economicità delle applicazioni richieste e economicità gestionale. CONFIDA, grazie al patrimonio di competenze che le derivano dal rappresentare l’intera filiera del vending, si propone quale preferenziale interlocutrice dell’Agenzia delle Entrate per l’attuazione degli “strumenti di controllo” di cui all’Art. 9 lett. g) della “Legge di delega fiscale”. Una soluzione che potrebbe essere agevolmente accreditata anche negli altri Paesi europei”.
ANTONIO TARTARO, PRESIDENTE COMMISSIONE FISCALE CONFIDA LA CERTIFICAZIONE DEI CORRISPETTIVI NEL VENDING: LA PROPOSTA CONFIDA “Oggi in Italia l'incasso per le somministrazioni effettuate tramite distributori automatici deve essere annotato giornalmente nel libro dei corrispettivi. Come ogni altro settore del business, ogni azienda del Vending deve dichiarare i propri redditi al fisco ogni anno. Con la legge 11 marzo 2014 n. 23, lo scenario è cambiato: la lettera g), del comma 1, dell'articolo 9 prevede infatti che il governo sia delegato a prevedere specifici strumenti di controllo relativamente alle cessioni di beni effettuate attraverso distributori automatici. Questa norma, che peraltro rilancia una precedentemente abrogata, successivamente era stata preceduta da tutta una serie di uscite stampa, succedutesi a decorrere dal 2012 e lanciate soprattutto dagli organi di associazioni di consumatori. Iniziative con le quali si è intersecato un significativo articolo apparso su Fisco Oggi, organo dell'Agenzia delle Entrate, con il quale si descriveva in termini palesemente entusiastici l'esperienza bulgara di controllo delle vending machine In Bulgaria è stata inserita una "fiscal box" all'interno delle vending machine. Sulla base della precedente esperienza relativa ai registratori di cassa, che sono collegati on-line al server del ministero dell'Agenzia Nazionale delle Entrate (NAP), ad ogni ven-
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Schema di funzionamento della proposta Confida: Successivamente, al rientro dell’operatore in azienda, i dati sono trasmessi ad un pc, che, attraverso un altro software criptato e certificato, li raggruppa e li invia all’Agenzia delle Entrate
I dati accumulati nella memoria dei sistemi di pagamento presenti all’interno dei distributori automatici… Palmari e periferiche in dotazione agli operatori
…vengono raccolti dalle periferiche di cui gli operatori sono dotati (palmari in cui sarà stato precaricato un software certificato ovvero periferiche certificate: programmate sin dall’origine ed immodificabili) che : (i) raccolgono i dati di incasso ed i progressivi del periodo e (ii) li criptano con chiave NON in possesso del gestore. Gli archivi del software certificato sono dunque sicuri NON accessibili dal contribuente
dita realizzata dalla macchina viene attribuito un codice univoco, mostrato sul display della vending machine (o su un display speciale nel caso in cui la macchina non ne disponga e viene contestualmente inviato al server della NAP (autorità fiscale). A mio avviso, è stato possibile adottare questa soluzione perché il parco dei distributori automatici in Bulgaria è relativamente recente e non così rilevante in termini numerici. In Italia la situazione è totalmente diversa, visto che sono attivi circa 2 milioni e mezzo di distributori automatici, dotati di circa 690 mila sistemi di pagamento, entrambi suddivisi a loro volta in centinaia di marche, modelli e versioni diverse! Con questi numeri i costi che il settore dovrebbe sostenere per adottare una “soluzione bulgara” sarebbero evidentemente enormi! Lo scenario è per grandi linee il seguente: 1. Tempi e modalità: a. non meno di 2 ore a macchina, quando la macchina è upgradabile sul campo (circa il 35% del parco); b. non meno di 1 ora, ma in officina e dunque con necessità di rimuovere il distributore dal campo, sostituirlo (almeno temporaneamente) e poi reinstallarlo (circa il 40% del parco); c. Almeno il 25% del parco macchine/gettoniere non è upgradabile senza interventi profondi sull'elettronica. 2. Costi per le attività di cui sopra: a. non meno di 8 milioni di euro b. non meno di 9 milioni di euro per le opere in officina, non 10
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anagrafica fiscale dei punti vendita, anagrafica fiscale delle periferiche certificate e/o delle installazioni del software certificato i, report di riepilogo dell’incassato per punto vendita, report ponte tra somme incassate ed annotazione sul registro dei corrispettivi.
meno di altri 5 milioni di euro per la movimentazione delle vending machine coinvolte ed un altro milione di euro per le macchine muletto da utilizzare nella sostituzione c. si tratta di intervenire con hardware nuovi su poco meno di 200 mila apparati, con un costo stimato di circa 200 milioni di euro. Questi costi sono calcolati tralasciando il mero costo della cosiddetta “scatola nera”. Di fronte a questo scenario, che avrebbe un impatto devastante sul settore, con costi che l'industria del vending non è assolutamente in condizione di sostenere, Confida ha elaborato una proposta che contempera le esigenze in campo. Da un lato quelle di controllo e dunque di inoppugnabile “certificazione dei corrispettivi”, dall'altro contenere gli investimenti e gli impatti sul tessuto delle aziende. La soluzione proposta è stata ideata sfruttando l'attuale organizzazione di gran parte delle società di gestione attive nel vending ed è infatti fondata sui software attualmente già in loro uso. Appare infatti più agevole dotare le periferiche già attualmente utilizzate da gran parte degli operatori del vending, di librerie di software criptate, certificate ed omologate e che consentano un processo contemporaneo e parallelo a quello di rilevamento tradizionale dei dati, volto a trasmettere le informazioni di vendita all'Agenzia delle Entrate in modo sicuro ed immodificabile da azienda ed operatori. Il costo per dotare gli operatori attualmente sprovvisti di periferiche suscettibili di far girare tali librerie software ministeriali
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è infatti infinitamente inferiore a quelli appena visti. Ovviamente sarebbe auspicabile un credito d’imposta che aiuti il settore come quando si sono adottati i misuratori fiscali in Italia. La soluzione elaborata, al fine di consentire l'effettuazione dei controlli sul campo, prevede altresì che ogni distributore sia dotato, sulla porta, di una targhetta recante un codice unitario di riconoscimento alfanumerico. Questo codice sarà rilasciato dall'archivio centrale, tenuto dall'Agenzia delle Entrate (o da Confida stessa) e consentirà all'operatore ministeriale di sapere in tempo reale (via web, cellulare, ecc.) da chi è gestita la vending machine e dove essa risulta installata nell'anagrafica centrale, dunque di poterne riscontrare poi i dati, anche di vendita, prodotti dalla macchina, al fine di effettuare i riscontri del caso. In base alla proposta Confida le comunicazioni che le aziende del vending faranno all'archivio centrale andrà a sostituire tutto il dedalo di comunicazioni amministrative (Com5, Suap, Asl, ecc.) con le quali quotidianamente il settore è costretto a confrontarsi, apportando così una grandissima semplificazione amministrativa. Lo schema di funzionamento della proposta Confida è semplice".
CARLO SANGALLI, PRESIDENTE DI CONFCOMMERCIO-IMPRESE PER L’ITALIA "INSOSTENIBILI ALTRI DRENAGGI DI RISORSE E PENALIZZAZIONI" Sangalli ha sottolineato il clima di difficoltà e in cui sono costrette a muoversi le imprese del settore e non solo, rimarcando la necessità di una tassazione meno gravosa e l’importanza di una solida coesione sociale.
“È veramente con grande piacere che intervengo a questo importante incontro e approfitto di questa importante circostanza per esprimere stima e riconoscenza da parte di Confcommercio per la preziosa attività che CONFIDA, la sua dirigenza e Lucio Pinetti in particolare, svolgono al servizio dei nostri Associati. L’incontro di oggi deve essere interpretato come uno stimolo per proseguire in un cammino che richiede soprattutto capacità di guardare al futuro con fiducia, di innovare, di rispondere con tempestività ed efficacia alle esigenze, ai bisogni crescenti delle società. Certamente in questi ultimi anni il settore della distribuzione automatica di alimenti e bevande più di altri è stato capace di offrire soluzioni ai cambiamenti dettati, anche per necessità, dai nuovi stili di vita, dall’organizzazione del lavoro, dal trascorrere fuori casa molto tempo rispetto al passato. Un comparto dunque di particolare importanza e rilievo per l’economia nazionale che, in un periodo troppo lungo di recessione, sente il bisogno di salvaguardare, di tutelare il proprio ruolo, le proprie strategie e la propria crescita. Un settore che sente anche la responsabilità di dover compiere scelte importanti e decidere per il futuro puntando sull’innovazione, sulla qualità dei prodotti, sul valore del servizio e su nuove formule distributive. Un’idea di futuro pertanto che ha il prerequisito della programmazione, della costruzione per dare adeguate risposte a chi oggi in Italia mantiene come voi fortissima la voglia di fare impresa e ambisce ad una maggiore competitività dell’intero Sistema Paese. Tuttavia, un’appropriata e attenta gestione delle imprese del settore passa inevitabilmente dalla creazione da parte del Go12
CARLO SANGALLI
verno e delle Istituzioni di condizioni ambientali idonee e di strumenti di supporto adeguati all’attività imprenditoriale. Esigenze che, con il protrarsi di questa crisi che pare non finire mai e che sta colpendo tutti i territori e tutti i settori, oggi è più che mai fortemente sentita dalle imprese del terziario di mercato. Stagnazione dei consumi, che restano fermi al palo, pressione fiscale da record mondiale, credito dato con il contagocce, fiducia in diminuzione: tutte queste cose costringono il sistema imprenditoriale a fronteggiare un quadro economico purtroppo ancora di profonda crisi strutturale. Secondo le nostre previsioni quest’anno chiuderemo con un PIL negativo di -0,2% e per il 2015 prevediamo una crescita dello 0,6%. In questa situazione è evidente che non è sostenibile per le imprese, soprattutto come le nostre che vivono di domanda interna, un ulteriore drenaggio di risorse o ulteriori penalizzazioni. Mi riferisco in modo particolare al vostro settore, che quest’anno ha subito il passaggio dal 4 al 10% dell’aliquota sulla somministrazione di alimenti e bevande a mezzo distributore automatico. Un passaggio che ritengo importante sulla Legge di Stabilità: noi lo abbiamo detto e lo voglio ripetere anche oggi, alla presenza dei parlamentari, che la Legge di Stabilità, a mio parere, va nella direzione giusta, perché ha come obiettivo la riduzione della pressione fiscale. Chiediamo però che questa riduzione venga scritta a caratteri cubitali nell’Agenda di Governo, perché con urgenza, con coraggio si imbocchi un percorso certo e compatibile di riduzione delle tasse su famiglie e imprese, per consentire di ritornare a crescere e per evitare cadute pericolose, in cui il
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rischio fa parte in modo strutturale del nostro futuro. Tuttavia però la Legge di Stabilità presenta alcune preoccupanti criticità. Perché, se da un lato, ad esempio, viene tolta l’IRAP dal costo del lavoro, dall’altro per le imprese senza dipendenti l’IRAP continua a restare al 3,9% con la sparizione di 1,5 miliardi di euro che erano stati annunciati a favore dei lavoratori indipendenti e autonomi. I tagli su Regioni ed enti locali possono portare queste amministrazioni locali ad un aumento delle imposte che sicuramente annullerebbe la già esigua riduzione delle tasse stesse. E poi c’è una fortissima preoccupazione, che deriva da una probabilità elevata di un aumento dell’IVA sia nell’aliquota ridotta del 10% che di quella ordinaria dal 22%, fino al 25% nel giro di tre anni. Questa sarebbe davvero la Caporetto dei consumi. Significa davvero uccidere in maniera definitiva quella domanda interna che sappiamo tutti vale l’80% del PIL per investimenti e consumi. Un’altra criticità è quella che riguarda il fondo “taglia tasse”: questo fondo è stato istituito dal governo Monti e ripreso dai governi Letta e Renzi. Ebbene anche questa volta non è entrato in funzione, infatti dopo lo scambio epistolare tra il governo e Bruxelles, i 3,3 miliardi del fondo tasse sono spariti. Ecco, sono queste cose che ci fanno dire che tutti noi siamo consapevoli della necessità di un’accelerazione dell’azione di Governo con provvedimenti economici per il rilancio della crescita e la via per uscire da questa situazione è una via obbligata, che noi da tanto tempo continuiamo a suggerire. La via che il Governo deve attuare è quella poderosa operazione di sottrazione: meno tasse e meno spesa pubblica, altrimenti il Paese è destinato a rimanere ancora fermo al palo. Solo così si può dare una scossa tangibile alla nostra domanda interna, perché deve essere chiaro a tutti che questo livello di pressione fiscale è incompatibile con qualsiasi ipotesi, qualsiasi prospettiva di crescita, di sviluppo, di occupazione. Approfitto della presenza di autorevolissimi parlamentari per dire che la pressione fiscale negli ultimi due anni è crescita costantemente e ha creato dei veri e propri “ingorghi fiscal”. Mi riferisco a questo mix esplosivo: IMU, TASI, TARI, che ha certamente disorientato le famiglie ma ha creato ulteriori disagi, come se non ne avessero già, alle imprese, in particolare le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti. Deve essere altrettanto chiaro che in un paese normale le tasse non si possono pagare tre volte: la prima come imposte, la seconda come burocrazia e la terza come incertezza. Fino a ieri la politica economica è stata sottrazione sottoforma di eccesso di pressione fiscale; oggi deve essere sottrazione di ostacoli all’attività delle imprese. Io ricordo l’intervento di un vostro associato, Mario Toniutti, che ha chiesto in maniera molto forte di togliere tutto questo eccesso di burocrazia che attanaglia, strozza le attività delle nostre imprese. È necessaria una semplificazione, un approccio fiscale che favorisca e non penalizzi l’imprenditore e il contribuente. Ciò racchiude anche il senso delle vostre proposte rispetto agli strumenti di controllo sui distributori automatici previsti nella Legge Delega in materia Fiscale, di cui si discute oggi. Mi auguro che i lavori di questa giornata diano un contributo importante nel cercare di uscire il più presto possibile da questa situazione pesante che il nostro Paese sta vivendo. Per noi il punto fondamentale è mantenere la coesione sociale e secondo noi in questo momento si mantiene chiedendo a tutti un
ANNA CINZIA BONFRISCO
supplemento di responsabilità e soprattutto rafforzando sempre di più il dialogo tra Governo e parti sociali. Questi momenti di confronto sono importanti. Senza la vita associativa, ci sarebbero in piazza migliaia di forconi. Ecco l’importanza di rafforzare sempre più e sempre meglio questo rapporto tra Governo e parti sociali, in una prospettiva d’interesse generale”.
SANGALLI HA POI LASCIATO SPAZIO ALLE CONSIDERAZIONI DEL SENATORE ANNA CINZIA BONFRISCO, COMMISSIONE PROGRAMMAZIONE ECONOMIA E BILANCIO DEL SENATO, DI CUI RIPORTIAMO L’INTERVENTO INTEGRALE: “Sono onorata di essere qui oggi, perché questo vuol dire testimoniare al mio paese quella responsabilità che Sangalli ha richiamato prima. Se questo paese è arrivato ad essere, fino a pochi anni fa, tra i primi paesi del mondo per aver saputo costruire, negli anni del dopoguerra e fino ai giorni nostri, una dinamica e una progressione di crescita, lo ha fatto per quella saldatura straordinaria e quasi unica al mondo, modello peraltro studiato da tutti i sistemi economici degli altri paesi. Ricordate quando giapponesi ed americani venivano a osservare le PMI? Ecco, quelle PMI, delle quali voi siete una delle ossature fondamentali, sono la saldatura ancora prima che di un sistema economico, della cultura di un paese che nella tradizione della sua storia sociale ed economica si regge su due fondamenti: la famiglia e
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l’impresa. L’incrocio tra famiglia e impresa si realizza e si materializza nel modo più evidente nella piccola impresa artigianale e nell’impresa del commercio. Ecco perché io non posso che essere qui stamattina, nonostante una votazione al Senato che, sotto alle sigle che spesso non sempre è facile comprendere, nasconde che altri 4,5 miliardi dei nostri soldi se ne vanno verso l’Europa. E 4,5 miliardi di soldi degli italiani sono tanti, soprattutto in un momento come questo. Ma tornando alla vicinanza che noi dobbiamo a quello che poi è il 96% delle nostre imprese (il sistema economico italiano è fatto per il 96% di piccole e medie imprese, con numero medio di 9 addetti ndr), i numeri di CONFIDA sono i numeri di un settore che interpreta, attende un cambiamento che viviamo attraverso la presenza capillare sul territorio: 35.000 addetti, 2,5 miliardi di fatturato. Questi sono i numeri del nostro Paese e questi sono quelli che noi dobbiamo difendere da una pressione fiscale che vi ha visto protagonisti recentemente, in questa sequenza di governi che negli ultimi tre anni, saranno stati in emergenza, ma hanno solo saputo aumentare le tasse e non riuscire a tagliare le tante cose cattive che andrebbero tagliate. Non siamo riusciti a salvare nemmeno le cose buone che dobbiamo salvare che, diversamente, per essere mantenute in vita dovranno vedere gli enti locali, soprattutto i nostri comuni, ancora impegnati a fare la sola cosa possibile, ovvero aumentare la tassazione locale. Ecco il nostro vero problema: la caduta della nostra produttività, che scende perché sono venuti meno i consumi in questo paese. È questo che non riusciamo a capire: il fatto è che il PIL scenda perché noi non riusciamo a sostenere i nostri consumi. Non c’è espansione, in questa Legge di Stabilità, ma non ci serve leggere il testo di questa legge, ci basta aspettare la prossima settimana, quando l’ISTAT ci fornirà gli ultimi numeri sul PIL del terzo trimestre e potremmo fare i conti di quest’anno, che saranno drammatici. Come potrà essere di espansione una Legge di Stabilità che dovrà trovare altri 7 miliardi per bilanciare il fatto che il PIL continua a scendere? Nessuna di queste leggi di stabilità ci ha portati da qualche parte, c’è una sola speranza: lo sforzo che comunque questo governo e questo parlamento sta facendo per realizzare la Delega Fiscale. Voglio dire grazie a Daniele Capezzone, che “contiene”, corregge la visione maniacale di una burocrazia ce non ha vissuto nemmeno un giorno della sua vita nella realtà. Altrimenti avrebbe alzato l’aliquota dal 4 al 6, non al 10%! A loro basta che il registro dei conti la sera torni, pazienza se hanno compromesso la produttività, se hanno tolto agli italiani la voglia di credere nelle nostre imprese. So quanto è difficile combattere quella burocrazia e scrivere la Delega Fiscale, le cose giuste, quelle che non assecondano luoghi comuni, come quello del contante. Spesso vendo segnalata perché sono quella senatrice che si batte contro l’idea che dobbiamo far sparire il contante dalla circolazione e dal nostro Paese. Lo so che la sparizione di quel contante è invece determinante per molte delle nostre strutture commerciali, per il turismo in particolare, ma quel contante che non circola più è innanzitutto il segnale della nostra povertà. La tracciabilità di un sistema come il vostro può essere garantita in molti modi. C’è un solo modo di conciliare il patto di stabilità con le esigenze delle imprese: non farlo costare alle imprese!”. 16
DANIELE CAPEZZONE
DANIELE CAPEZZONE, PRESIDENTE COMMISSIONE FINANZE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI “Devo ringraziare Confcommercio, non solo il presidente Sangalli ma tutta l’organizzazione, perché io non dimentico che quest’estate, siete stati i primi a dire, con coraggio, pagando dei prezzi, che ‘il re è nudo’ e a mostrare i dati dell’economia reale e la situazione, la fotografia del Paese e non così come ahimè, a ratifica, conviene presentare. Sono un esponente della minoranza parlamentare, anche all’interno del mio partito sono tra quelli che vorrebbero che il centrodestra si svegliasse e drizzasse la schiena, sono un liberale che pro-tempore ha l’onore di presiedere la Commissione Finanza della Camera, disponendo di 4 voti su 40, quindi diciamo forte del potere dell’ipnosi. Con questa legislatura alla Camera dei Deputati siamo riusciti a organizzare alcune cose che non sono sufficienti, ma almeno salvano la dignità ed il decoro di chi ancora crede nell’impresa e in un rapporto diverso tra cittadini e contribuenti di questo Paese. Io voglio citare una riforma storica come quella di Equitalia: impignorabilità della prima casa, della seconda casa, impignorabilità dei beni dell’azienda, possibilità di rateizzazione, possibilità di arrivare a 8 rate senza perdere la rateizzazione. Forse è ancora troppo poco, ma secondo le mie stime ci sono 5 milioni di italiani che non sono stati massacrati
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come accadeva fino a un anno e mezzo fa. Sono cittadini come noi, qui non si tratta di evasori, ma di cittadini che hanno dichiarato tutto e che poi non ce la fanno a pagare per la crisi. E’ doveroso che lo Stato lavori per consentire a queste persone di restare in piedi, non per metterle ancora più in ginocchio. Poche considerazioni: prima sulla Legge di Stabilità, poi sulla Delega Fiscale e quindi sul tema in questione. Sulla Legge di Stabilità condivido in toto la vostra analisi: il problema di questa legge è che fa troppo poco. Il vero rischio è che il Presidente del Consiglio, che ha molto consenso e una grossa forza comunicativa, rischia molto presto, se continua così, di sciupare un’occasione storica come probabilmente è successo ad altri negli anni passati. Questa è una Legge che anche quando va nella direzione giusta, resta in un ordine di grandezza da “zero virgola” che non ha alcuno choc positivo sull’economia e sulla crescita. Per ciò che riguarda le imprese bisogna andare all’obiettivo del taglio consistente della tassazione e per quello che riguarda le famiglie occorre intervenire almeno sulle tasse della prima casa e per ciò che riguarda i consumi bisogna far retrocedere l’aliquota IVA almeno di due punti. Costa, lo so, ma vogliamo cominciare a dire che è possibile farlo? Perché il tema delle municipalizzate che è stato agitato per mesi è sparito dalla Legge di Stabilità? Perché non si può tagliare sugli enti locali per davvero, cominciando a prevedere sanzioni per gli enti che non vendono e che non alienano? Fermare i fiumi di trasferimenti, intervenire sul pozzo degli acquisti della Pubblica Amministrazione? Quindi ci sono gli spazi per intervenire. Vengo alla Delega Fiscale. Ho scritto i passaggi più innovativi, che vanno davvero nella direzione del taglio di spesa e del taglio delle tasse. C’è scritto nero su bianco il principio di compensazione debito/credito fiscale, anziché il solito balletto dei pagamenti alle imprese. Questa legge approvata dal Parlamento quasi all’unanimità potrebbe entrare subito in vigore, basta un decreto delegato. Questa Delega Fiscale è andata in Gazzetta Ufficiale nel marzo scorso, sono passati sette mesi. Dopo questo lungo periodo ci ritroviamo qua, con un decretino sulle commissioni censuarie, un decretino sulle semplificazioni e infine un decretino che, tanto per fare una cosa nuova, aumenta le accise sulle sigarette. Ma vi pare possibile che dopo sette mesi il bilancio sia questo? Mi pare si stia facendo un circo equestre per fare presto per una delega sul lavoro, dopodiché c’è una delega fiscale da sette mesi, sottoscritta a larga maggioranza, che aspetta. Arrivo infine alla previsione sul vostro settore. Cominciamo col dire che il vostro settore è stato ferito, dall’allora governo Letta, che ha respinto la proposta (con ben cinque diverse coperture possibili) per evitare quell’aumento IVA, che è stato il primo aumento di tasse di questa legislatura. Voi pagate già questa ferita subita e io non solo condivido la vostra proposta, ma penso andrebbe previsto anche un credito di imposta. Se non c’è un risarcimento per le spe-
LUIGI CASERO
se, per il disagio sostenuto, la cosa non è francamente accettabile. Rimettiamo in ordine le priorità. Se la priorità di questo Paese è rilanciare i consumi, tagliare le tasse e la spesa pubblica, l’ordine di priorità giusto non è quello che si sta seguendo” .
LUIGI CASERO, VICE MINISTRO ALL’ECONOMIA E ALLE FINANZE, è intervenuto sottolineando l’aspetto di semplificazione che la proposta di CONFIDA porta con sé. Di seguito una sintesi delle sue parole:
"La vostra proposta è nello spirito dell'evoluzione del fisco digitale e della semplificazione e ritengo che la sfida del credito d'imposta possa essere accettata. La delega fiscale va portata avanti con urgenza, per aumentare semplicità, certezza e tecnologia della macchina fiscale e per ridurre il peso della pressione sul contribuente. La legge di stabilità cerca di dare stimolo alle imprese per far ripartire il Paese. Abbiamo cercato di diminuire la pressione fiscale per renderlo più competitivo e riteniamo la riduzione dell’IRAP una riduzione utile e forte, anche se ovviamente va a beneficio soprattutto di chi ha molti dipendenti. In sede parlamentare auspico un intervento per la vasta fascia mediana di imprenditori che sta tra partite IVA e grandi imprese, come nel vostro caso”.
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COSIMO MARIA FERRI, SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA GIUSTIZIA Con il suo discorso ha ricordato la necessità di un legame positivo tra Impresa e Fisco, un ente percepito come ostacolo più che come guida per la crescita economica delle aziende.
“Credo nella vita di associazione, in chi come voi soci CONFIDA, oltre ad essere imprenditore, si impegna a raccogliere le voci di tutta una filiera particolare di cui tutti noi beneficiamo, siamo tutti utenti dei distributori automatici e quindi ne conosciamo l’importanza. Non dico questo per essere retorico, ma perché ci credo. Arrivo da un convegno nel quale ha parlato la dottoressa Orlandi, Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate e si parlava di Delega Fiscale, un tema che racchiude anche tanti aspetti giuridici importanti. Sapete che alcuni decreti della Delega Fiscale sono stati attuati, tre in particolare: le accise, le commissioni censuarie e la semplificazione e stiamo lavorando sugli altri. Quindi la sfida della politica è intanto correre, perché è importante per il vostro settore ma non solo, tutta l’impresa e i cittadini si aspettano una semplificazione che è essenziale. Citavo la dottoressa Orlandi perché mi ha colpito. Sono contento che abbia colto lo spirito della Delega, che è quello di un nuovo rapporto tra fisco e contribuente, un rapporto che deve basarsi sulla modernità, trattando la rivisitazione di alcuni strumenti che, anche per quanto riguarda la tutela giurisdizionale del contribuente, saranno una garanzia del diritto di difesa. L’impresa deve sapere quello che chiede l’Amministrazione Finanziaria, deve esserci un confronto, deve esserci una guida che aiuti l’imprenditore anche nelle scelte. Certo l’imprenditore è libero e deve rimanerlo, ma deve vedere il Fisco come un ente giuridico che non è pronto solo a sanzionare, ma che dialoga, costruisce e aiuta l’imprenditore. Oggi ci sono circa 16.000 interpelli e poi non si capisce quali seguire, perché c’è il problema dell’interpretazione, delle cose non chiare e dell’abuso del diritto. Tutto questo dobbiamo semplificarlo e dare un messaggio diverso, per consentire all’imprenditore di lavorare con serenità e non avere timore di avere in qualche modo violato una norma, perché poco chiara, oppure perché può avere più interpretazioni. Questi sono i temi su cui secondo me dobbiamo riflettere. Io ho visto le vostre proposte e le trovo costruttive, perché soprattutto siete i primi a puntare sulla trasparenza, sull’efficacia e sulle regole chiare. Nel momento in cui l’impresa è in difficoltà e deve garantire occupazione, voi giustamente chiedete trasparenza, ma non oneri che aggiungano dei costi. Su questa proposta quindi il governo può ragionare, anche perché proponete delle soluzioni tecniche e mi sembra che questo sia un approccio, un modo di dialogare estremamente costruttivo. Un altro aspetto importante della vostra attività e non solo, che coinvolge aspetti giuridici, è la materia degli appalti. Dico da tempo che gli appalti, pubblici o no, vanno rivisti. Lo dico da membro della magistratura, perché da lì provengo: 18
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stiamo tentando di riformare la giustizia civile e penale e anche di intervenire su tempi e qualità dei giudizi, oltre a cercare di cambiare mentalità, risolvere l’arretrato, introducendo soluzioni alternative alla sola figura del giudice, altrimenti sarà difficile dare a questo paese un servizio di giustizia efficiente. Parlavamo della materia degli appalti perché oggi si va avanti guardando all’offerta più bassa, non si pensa all’impostazione delle regole delle gare, con conseguente utilizzo di materiali o prodotti scadenti. Si ricorre poi alle riserve e si creano contenziosi, quindi altre cause. Nel vostro caso non parliamo d’infrastrutture, ma di servizio, quindi possiamo parlare di qualità del prodotto, essenziale in questo campo. Parlo da cittadino, da utente, da chi beneficia di questo vostro servizio. A volte per me è anche difficile capire il prezzo, la differenza tra un gestore e l’altro, ma è essenziale la qualità. Chi fa impresa deve perseguire l’interesse del cittadino, quindi garantisce la qualità del prodotto e del servizio che gli offre. Voglio concludere ribadendo un concetto: la volontarietà. L’impresa deve essere libera ma deve poter contare su un fisco ‘amico’, deve contare su quel patto sociale che ci deve essere tra fisco e cittadino, perché lo Stato deve avere interesse a ricevere le imposte, quindi ad avere delle Entrate, ma deve esserci una realtà reciproca di chiarezza, di trasparenza e di dialogo”.
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EVENTI
FLO 40 ANNI DI STORIA NEL RICORDO DI CHI L’HA INIZIATA
EVENTI
VENERDÌ 7 NOVEMBRE SI SONO SVOLTI A PARMA I FESTEGGIAMENTI PER IL 40° ANNIVERSARIO FLO, L’AZIENDA DI FONTANELLATO LEADER DI MERCATO NELLA PRODUZIONE DI BICCHIERI MONOUSO PER LA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA, REALTÀ CRESCIUTA E FORTEMENTE INTEGRATA SUL TERRITORIO PARMENSE. LA FAMIGLIA SIMONAZZI, AD UN ANNO DALLA SCOMPARSA DEL FONDATORE ANTONIO, HA INVITATO PIÙ DI TRECENTO TRA CLIENTI, FORNITORI E AMICI PER CELEBRARE QUESTO IMPORTANTE TRAGUARDO. UN ITINERARIO TRA STORIA, ARTE 20
E GASTRONOMIA CHE HA VISTO GLI OSPITI CENARE NEGLI AMBIENTI SUGGESTIVI DEL CASTELLO DI ROCCA DI SORAGNA PER PROSEGUIRE, NELLA GIORNATA SUCCESSIVA, IN UN TOUR CULTURALE, ARTISTICO E GASTRONOMICO DEL TERRITORIO. PRESENTE ALL’EVENTO, LA REDAZIONE DI D.A. ITALIA HA REALIZZATO UN REPORTAGE FOTOGRAFICO CHE HA CATTURATO L’ATMOSFERA ELEGANTE E RILASSATA DELLA SERATA E RIPORTA DI SEGUITO IL RICORDO COMMOSSO DI ANTONIO SIMONAZZI DA PARTE DI CHI LO HA CONOSCIUTO.
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A introdurre gli ospiti le parole di Daniele Simonazzi che oltre a ricordare il forte legame tra FLO e il territorio emiliano, uno dei valori fondanti dell’azienda, ha affermato: “Quarant’anni sono un’età interessante per una società, oserei dire ‘l’età della maturità’. Quelli in cui, nonostante ci sia una struttura stabile e ben delineata, si ha la percezione di non essere arrivati, specialmente oggi, con tutti i cambiamenti di scenario che stanno avvenendo. Però nello stesso tempo si ha la sicurezza che una base solida è stata costruita e sarà fondamentale nell’affrontare il mercato. Un ricordo particolare lo vorrei dedicare a mio padre Antonio. La sua grande visione e determinazione, condivisa da molti di voi presenti stasera, ha permesso di creare il suo sogno
imprenditoriale, di cui oggi festeggiamo il quarantesimo compleanno”. Erika Simonazzi, intervenuta subito dopo il fratello, ha dato il suo benvenuto ai presenti: “Stasera vorremmo raccontarvi la storia dei 40 anni di FLO. Lo facciamo oggi perché l’azienda è nata nel ‘73 ma la produzione è partita nel ’74 e anche perché, come sapete, lo scorso anno mio padre, Antonio Simonazzi, fondatore di FLO, è deceduto pochi giorni prima di quella che avrebbe potuto essere la data della festa. Lui ci teneva tantissimo ad incontrare tutti quelli che erano stati suoi collaboratori, sia all’interno di FLO, sia coloro che in tutto il mondo ha incontrato in qualità di 21
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ERIKA SIMONAZZI
DANIELE SIMONAZZI
fornitore, i suoi partner storici. Vorremmo farlo in un modo che secondo noi è il migliore: siccome non c’è lui a raccontare questi 40 anni e noi figli non abbiamo preso parte ai primi passaggi determinanti dell’azienda, ho chiesto a chi li ha vissuti di parlare in questo contesto. E quindi ho invitato quelli che per me sono dei VIP, perché oltre ad essere degli imprenditori eccezionali, hanno davvero segnato con la loro partnership, la loro collaborazione con mio padre, la storia dell’azienda e hanno aiutato FLO ad essere quello che è oggi. Nel contattare queste persone ho capito quello che già sapevo, ma ne ho avuto ulteriore conferma e cioè che FLO ha una storia basata sul rapporto personale di fortissima stima e rispetto che mio padre è riuscito a creare con i partner durante il suo percorso e noi, come seconda generazione FLO, vogliamo mantenere questi rapporti intatti, perché è stato questo che sempre ha decretato il successo dell’azienda”.
Quando il giovane Antonio Simonazzi ha deciso di abbandonare Superbox per intraprendere un cammino diverso, lui lo aiutò come una guida, come quel fratello maggiore che voleva aiutare questo ragazzo ad avere una carriera da imprenditore. Nel ’74 FLO fece partire la produzione. La prima macchina per produrre bicchieri automatici sotto consiglio del dottor Ricotti, fu acquistata dall’azienda americana e arrivò dagli USA un allora giovane e rampante venditore in FLO ad aiutare mio padre anche ad assemblare questa macchina. Ed io ho chiamato questa persona, che non collabora più con noi da anni, perché venisse qui dagli Stati Uniti a parlare della sua esperienza con mio padre. Lui in due secondi ha detto “I will”.
Erika Simonazzi ha poi proseguito con il racconto dei primi anni dell’azienda: “Il dottor Ricotti era negli anni ‘60 il Direttore Generale di Superbox, filiale italiana della multinazionale Metalbox, un’azienda che produceva vaschette e capsule in alluminio. Il suo ruolo in Superbox, un’azienda molto grande, era quello di sviluppare il mercato della plastica ed è stato lui a produrre il primo bicchiere per la distribuzione automatica per il caffè espresso collaborando con Faema e quindi bicchieri che funzionavano nella prima macchina italiana per il vending, la E61. Lui fu anche, negli anni ‘70, il capo di mio padre alla Superbox. 22
Con queste parole è stato presentato Kent Johansson, nel ’73 responsabile commerciale della Braun, azienda Americana produttrice di macchine termo formatrici, che ha portato il suo personale ricordo di Antonio Simonazzi e ha raccontato un aneddoto riguardo l’assemblaggio della prima macchina per produrre bicchieri.
“Per me sarà difficile parlare, innanzitutto perché anche per me Antonio Simonazzi è stato soprattutto un grande amico e mi manca veramente. Sono arrivato qui in Italia come un giovane che lavorava per l’azienda americana che aveva realizzato questa macchina nel 1973. Potrei parlare ore di Antonio e di quella che è stata la nostra esperienza insieme, ma vorrei concentrarmi su quelli che sono stati i passaggi fondamentali della nostra
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ANGELO RICOTTI
KENT JOHANSSON
collaborazione in FLO e per la sua nascita. Non c’è voluto molto a capire che non avevo trovato semplicemente un cliente, ma un ottimo amico. L’anno che io ho lavorato in azienda, tra il 1973 e il 1974, la struttura era ancora in costruzione, con i mattoni a vista. Quando ho iniziato era il periodo tra novembre e dicembre di uno degli inverni italiani più rigidi e ricordo che lo stabilimento non aveva né finestre né camino. In quei giorni, Antonio parlava tedesco e non parlava inglese, io non parlavo tedesco ma un po’ di inglese, perché vivevo in Svezia, quindi la comunicazione non era facile e per questa ragione Antonio aveva ingaggiato una giovane ragazza di nome Elvira, di cui mi innamorai immediatamente, perché ci facesse da interprete. L’inverno era talmente freddo che decidemmo di mettere una tenda al centro dello stabilimento con uno scaldino e l’immagine che ricordo è quella di questa interprete di cui si vedevano solo gli occhi e la bocca, perché completamente coperta e che cercava di tradurre quello che noi dicevamo. Non avevamo nemmeno la strumentazione per spostare le macchine, quindi nessun carrello elevatore, nessuna gru, ricordo Antonio che si chiedeva come spostare una macchina dalla piattaforma. Inizialmente non sapevamo come fare, poi ci è venuto in mente di utilizzare il crick della macchina e abbiamo iniziato a spostarla pezzo dopo pezzo da questo pallet: Ci siamo riusciti, ma ci abbiamo messo due giorni! A venti centimetri alla volta, abbiamo spostato la macchina, l’abbiamo fissata, assemblata e fatta partire. Dopo tanti cambiamenti, aggiustamenti, una sera verso le dieci la macchina prese a funzionare in modo impeccabile. Sono con-
vinto che questo succeda alle brave persone. Chiamò la moglie suoi altri parenti, che credo lavorassero in un negozio di materiale elettrico, non per comunicargli la notizia, ma perché venissero in stabilimento a confezionare i bicchieri che uscivano dalla macchina! Antonio era sicuramente un grande commerciante, un negoziatore: se io gli proponevo un prodotto a 100$, ero certo che non me ne avrebbe mai dati più di 60. Un giorno però arrivò un nuovo venditore, un signore inglese. Antonio aveva ordinato uno stampo e, sei mesi dopo, mi confessò che aveva ricevuto solo mezzo stampo. Non ne sapevo niente, quindi ho contattato il venditore inglese e lui mi ha risposto dicendo che, siccome Antonio non smetteva di trattare sul prezzo, lui gli aveva mandato solo metà dello stampo! Ho ricordato questi episodi, ma dal momento del mio arrivo fino a quello dell’addio, gli aneddoti da raccontare sarebbero tanti. Vorrei infine ringraziare la famiglia Simonazzi per avermi invitato, con la certezza che comunque chi non è presente ci sta guardando…”
EVENTI 40° FLO
“Un’altra tappa importante per FLO, un anno di cambiamento tecnologico fu l’86”, ha raccontato Erika Simonazzi, riprendendo il filo del discorso: “Mio padre, ancora sotto consiglio del dottor Ricotti, che era diventato in quegli anni Presidente della FLO, acquistò una macchina davvero performante, un salto tecnologico che portò l’azienda ad un aumento notevole di fatturato e ad una svolta. L’azienda al tempo aveva un fatturato di otto miliardi, la macchina ne costava due, quindi parliamo davvero di un investimento oneroso. Mio padre ce la fece anche grazie all’inter25
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HANS VAN DELFT
ROBERTO MISTURA
vento economico di quello che è il nostro più importante cliente europeo, uno dei primi di FLO, Depa, azienda olandese che commercializza prodotti monouso, leader in Olanda ancora oggi nel settore retail e Horeca. Il fondatore di Depa, Hans Van Delft, sostenne FLO nell’acquisto di questa macchina. Addirittura mio padre ci ricordava sempre di aver ricevuto i soldi in banca in anticipo e parliamo di molti milioni. Quando ho chiamato Hans per chiedergli di partecipare, mi ha detto: “Se stai cercando informazioni, dei fogli che documentino i rapporti tra Depa e FLO negli anni, non ne troverai, perché tutto si basava su di una stretta di mano”. Van Delft ha portato la sua testimonianza e ha voluto ringraziare la famiglia Simonazzi per i trentacinque anni di affari e di amicizia, sottolineando la grande capacità professionale di FLO, miglior produttore di monouso in Europa.
Nupik Internacional, azienda produttrice di prodotti in plastica
“Negli anni è stato importante il rapporto con i partner esteri e FLO ha sviluppato società all’estero per cercare di affermarsi nel mercato europeo, per non fermarsi all’Italia. FLO ha fondato una società in Francia, FLO Europe, proseguendo poi nell’89 con Nupik-FLO UK, azienda commerciale inglese particolare nel suo genere, perché era derivata dalla fusione con un’azienda concorrente, Nupik International. E questa partnership creata in Inghilterra, è maturata negli anni grazie agli investimenti della nostra famiglia ma anche di quegli imprenditori fatti nel tempo”. Con questa presentazione Erika Simonazzi ha lasciato la parola a Joaquin Campo, proprietario e direttore generale di
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monouso leader in Spagna nel settore Retail e Horeca. Campo è intervenuto a sua volta ringraziando ancora una volta FLO e dando un’idea ben precisa del riconosciuto valore e della stima di cui l’azienda gode in tutta Europa. È stata affidata a Roberto Mistura, unica figura interna a FLO tra le persone chiamate a spiegarne le vicissitudini, la chiusura di questo momento di ricordo. Mistura, Direttore Commerciale FLO, ha lavorato fianco a fianco con Antonio Simonazzi ricoprendo tante funzioni, dal direttore del personale al controllo dei costi, al commerciale, ma soprattutto è stato trent’anni il braccio destro del fondatore e oggi lavora con i suoi figli. Oggi anche Direttore Generale di FLO Europe, fiore all’occhiello dell’azienda, una sede di grande importanza, perché permette di servire il mercato del Nord Europa ed oggi la maggior unità produttiva del settore in Francia. Mistura ha sottolineato l’importanza di investimenti in macchinari ad alta tecnologia e per la modernissima struttura della sede di Fontanellato, che vanta un magazzino automatizzato d’eccellenza. Grazie a competenza, impegno e passione di uomini e donne che lavorano all’interno degli stabilimenti e filiali e grazie alla forza vendite, FLO è leader europeo del vending. Mistura ha concluso spiegando che grazie al suo ruolo ha potuto imparare molto e che Simonazzi è stato per lui prima di tutto qualcuno che gli ha insegnato valori fondamentali. 27
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IMPRESE DI SERVIZI
FOOD 24 LA RISTORAZIONE AUTOMATICA FUORI CASA
IL MERCATO DEL VENDING IMPRESE DI SERZIVI
FOOD24 È UNA SOCIETÀ COMMERCIALE E DI SERVIZI CHE OPERA NELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA. L’AZIENDA È STATA FONDATA TRE ANNI E MEZZO FA DA LUCA ADRIANI CHE, CON DETERMINAZIONE E IMPEGNO, HA VOLUTO TRADURRE IN REALTÀ L’IDEA ORIGINALE DEL PADRE ANTONIO (FONDATORE DI FAS INTERNATIONAL) DI DISTRIBUIRE PASTI MEDIANTE VENDING MACHINE E DI REALIZZARE UNA MENSA AUTOMATIZZATA. GRAZIE A UNA STRUTTURA DINAMICA, FOOD24 OFFRE SOLUZIONI AUTOMATIZZATE PER I PASTI FUORI CASA MEDIANTE I DISTRIBUTORI AUTOMATICI FAS, DI CUI 30
GESTISCE LA RETE VENDITA NEL TRIVENETO, FORNENDO ANCHE I RICAMBI. I DISTRIBUTORI AUTOMATICI DEDICATI VENGONO PROPOSTI CON UNA LINEA DI PRODOTTI DOLCI E SALATI A MARCHIO FOOD24, PERFETTAMENTE MACCHINABILI E ADATTI ALLA COTTURA O AL RINVENIMENTO NEL FORNO A MICROONDE. A DISTANZA DI QUALCHE ANNO DALLA PRIMA NOSTRA INTERVISTA, REALIZZATA ALL’AVVIO DEL PROGETTO, D.A.ITALIA HA INCONTRATO A ZANÈ (VI) MARCO MARCAZZANI, NUOVO DIRETTORE COMMERCIALE FOOD24, CHE CI HA PARLATO DELL’EVOLUZIONE DELL’AZIENDA E DEI SUOI PROGETTI FUTURI.
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MARCO SMIDERLE, LUCA ADRIANI E MARCO MARCAZZANI
INTERVISTA CON MARCO MARCAZZANI Food24 si è affacciata sul mercato nel 2011. Quali passi avanti ha compiuto dalla sua fondazione? In questi tre anni e mezzo, Food24 è cresciuta notevolmente, muovendosi in tre differenti direzioni: il vending, la distribuzione automatica pubblica “on the road” e la ristorazione collettiva.
Per quanto riguarda il vending, che è da sempre nel nostro DNA, abbiamo sviluppato alcune soluzioni specifiche, come la macchina Just Now FAS con forno a microonde incorporato, per soddisfare l’interesse crescente per il pasto fuori casa da parte del consumatore e per il quale stiamo ottimizzando l’erogazione di snack caldi e di primi piatti. In alternativa alla macchina con forno integrato offriamo anche la soluzione distributore automatico con microonde affiancato.
Nel vending “on the road” siamo cresciuti grazie alla progettazione di chioschi e negozi automatici, mentre nella ristorazione collettiva abbiamo portato avanti il nostro progetto di mensa automatica, costantemente migliorato nel tempo e reso sempre più semplice e fruibile. Oggi Food24 propone un totem di prenotazione che consente anche la distribuzione manuale dei pasti, sia veicolati che preriscaldati. Grazie a questo totem, il cliente può prenotare e pagare il suo pasto e poi 31
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MARCO SMIDERLE E MARCO MARCAZZANI
ritirarlo di persona presentando un ticket prestampato, oppure confermando la sua presenza al momento del ritiro al punto di distribuzione. Alla tradizionale distribuzione dei pasti è stata integrata l’automazione, ma soprattutto il pagamento del pasto, possibile sia tramite Ticket Restaurant che attraverso le ricariche in contanti. Un’altra soluzione possibile prevede la distribuzione tramite una vending machine, sia a 4° che per il caldo. Sei arrivato solo di recente in Food24. A che punto del tuo percorso professionale hai incontrato il vending e come sei arrivato a collaborare con questa dinamica realtà? La mia conoscenza del settore risale agli anni ’80, perché attraverso mio padre sentivo spesso parlare dei primi distributori automatici, anche se non sapevo ancora come fossero fatti. Ho lavorato a lungo in un altro mondo, l’industria tessile, ma nei primi anni duemila ho avuto la possibilità di entrare in FAS come Area Manager. È stato un percorso interessante, perché ho conosciuto un 32
settore nuovo, vitale, molto diverso dal tessile, che ormai stava morendo. Come “palestra” mi è stato assegnato il Triveneto che, paradossalmente, non vedeva presente l’azienda, perché FAS aveva sempre utilizzato una rete distributiva che non era diretta sul mercato, ma che si appoggiava a grandi società di rivendita. Tutti conoscevano il prodotto, ma FAS non conosceva chi lo utilizzava e per coprire questa lacuna, abbiamo deciso di intraprendere un ardua ricerca attraverso le Pagine Gialle e gli strumenti informatici del tempo. In seguito la mia attività è stata estesa al Centro-Sud, per cui ho potuto vedere un altro tipo di gestioni, fatto da imprenditori giovani e meno influenzata dalle dinamiche di mercato. Poi hai lasciato FAS per approdare in una nota gestione lombarda, Stop&Go. Perché hai deciso di cambiare? Il mio percorso professionale, per fortuna, è sempre stato una scelta. Per tutta una serie di motivazioni ho deciso di passare dall’altra parte della barricata, seguendo
l’area Nord Ovest. Non è stato semplice, perché dopo tanti anni in cui ero ben inserito in azienda, avevo anche stabilito degli ottimi rapporti con il mercato. Però FAS aveva fatto cambiamenti importanti e, con la provvisoria uscita dall’azienda di Luca Adriani, mi è venuto a mancare un punto di riferimento e ho deciso di cambiare. Non è stato semplice, per la distanza geografica e per tutta una serie di ragioni, però è stata un’esperienza molto interessante, perché mi ha fatto riprendere in esame alcuni concetti che, da produttore, avevano bisogno di una rielaborazione. È stato formativo. Oggi, alla luce di un’esperienza vissuta interamente “sul campo”, vedo le cose in modo diverso. In Stop&Go, come capoarea, mi sono occupato del coordinamento del personale del territorio, ricoprendo una serie di mansioni organizzative, commerciali e gestionali. La mia area di competenza comprendeva il Veneto, la Lombardia fino a Brescia e una parte dell’Emilia-Romagna. Eravamo di fatto una vera e propria filiale.
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Cosa ti ha convinto allora a lasciare Stop&Go? Mi ha convinto il progetto Food24. Il dinamismo che un’azienda come questa riesce ad avere sul mercato. Basti guardare la trasformazione di questi tre anni: quando è nata, Food24 aveva una certa impostazione, mentre oggi ha cambiato completamente la propria attività. Questo è secondo me sinonimo di voglia, di energia, di flessibilità e funzionalità, è l’espressione di un’azienda moderna, molto attenta alle esigenze del mercato. Credo inoltre di poter dire che io e Luca Adriani abbiamo una visione simile, per quanto riguarda il futuro di Food24, quindi penso di aver scelto la sfida professionale giusta per me. I vostri prodotti sono molto evoluti, con quale modello di vendita affrontate il mercato? Per vendere è necessaria una rete commerciale dinamica, con un plurimandato ed una presenza capillare sul territorio. Non tanto per vendere il prodotto, perché questo richiede una specifica preparazione tecnica, ma per andare a discutere con un cliente che, nel nostro settore, è spesso anche proprietario, responsabile tecnico, caricatore e manutentore e intercettare le sue esigenze o le sue insoddisfazioni. A quel punto subentra l’area manager o il commerciale dedicato, ma solo quando la vendita è già quasi finalizzata. Appoggiarsi oggi ad una rete distributiva plurimandataria significa mappare il mercato e poi “portare a casa” i clienti che sono ben disposti all’acquisto fornendogli i valori aggiunti dei nostri prodotti. Bisogna quindi saper cogliere gli stimoli del mercato e per farlo è necessario avere una struttura flessibile. Oggi qual è l’obiettivo principale di FOOD24? L’obiettivo è avere clienti fidelizzati. Nella mia esperienza lavorativa ho avuto la fortuna di interfacciarmi con imprenditori e aziende di tutti i tipi, ho imparato a conoscere molto bene il mercato italiano bussando porta a porta da tutti i gestori. Ho capito che bisogna dare particolare valore al cliente fidelizzato, e lo considero un criterio di valutazione molto importante oltre ai soli numeri di fatturato. Credo molto nelle prospettive future delle medio-piccole gestioni che si muovono nei mercati locali, dal mio punto di vista hanno una redditività maggiore e sono molto bravi a mettere “il fieno in
cascina”, anche in un momento economico difficile come questo, per riuscire sempre ad onorare i pagamenti.La mia filosofia è di sostenere particolarmente il gestore che acquista al 100% distributori commercializzati da Food24, indipendentemente dai numeri espressi che inizialmente possono essere, in termini assoluti, poco rilevanti. Qual è la carta vincente di Food24 per fidelizzare il cliente? Sono dell’opinione che oggi un cliente si fidelizzi attraverso la collaborazione costante e continua, proponendo nuove soluzioni che rispondano alle necessità del mercato. Bisogna essere capaci di innovare ed introdurre sempre nuovi servizi. Dobbiamo offrire qualcosa di più e di diverso rispetto agli altri competitor, anche a livello di prodotto. Il cliente percepisce il valore aggiunto, quindi dobbiamo essere noi a proporre soluzioni sempre interessanti, al passo con le esigenze dell’utente finale. Il servizio è e deve essere sempre un’opportunità di business. Food24 cosa offre al cliente, oltre alla macchina? Oggi per noi il gestore, spesso un piccolo operatore, è un cliente che va portato a conoscenza di alcuni aspetti della nostra azienda che probabilmente ancora non conosce. È nostra responsabilità creare, anche grazie alla nostra rete vendite, una cultura diversa, spiegare che il servizio non è solo garantire assistenza la domenica mattina ed essere scelti solo perché magari il grande gestore non s’impegna a farlo. I gestori offrono più o meno le stesse cose, le vetrine delle vending machine si assomigliano un po’ tutte. Bisogna portarli a conoscenza di progetti alternativi che hanno ancora ampie possibilità di sviluppo, come la ristorazione automatica, magari non in gestione diretta, ma in collaborazione con centri di cottura locali. Per quanto riguarda Just Now, ad esempio, stiamo cercando di far interagire l’utente con l’intero sistema integrato, incoraggiando il gestore a fare cultura e a proporre prodotti e servizi complementari al caffè o alla bottiglietta d’acqua. Il gestore conosce realmente le funzioni e le potenzialità del distributore automatico che acquista? Nella maggior parte dei casi no, o ne utilizza solo una
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piccola parte. Questo è un aspetto che ci vede “colpevoli” perché siamo consapevoli dell’importanza di una formazione davvero efficace, fatta quotidianamente sul campo. In questo senso una delle figure più importanti per Food24 è Marco Smiderle, che si è formato per tre anni e mezzo all’interno dell’azienda. L’esperienza maturata ha accresciuto la sua capacità di capire il problema, risolverlo e prestare assistenza. La sua attività lo vede impegnato nell’avvicinare il mercato in itinere, non con corsi programmati e ho constatato che questo sta aiutando moltissimo i gestori che scelgono FAS. A volte, infatti, il gestore non utilizza al meglio il prodotto solo perché non conosce le sue applicazioni. Il vostro progetto di ristorazione collettiva attraverso delle macchine automatiche dedicate è molto ambizioso, ma anche estremamente innovativo. Il mercato è pronto per questo genere di prodotto? Crediamo molto in Just Now e in generale nel servizio di ristorazione automatizzata, perché i trend di consumo indicano inequivocabilmente che i pasti fuori casa sono in costante aumento e sono destinati a crescere ancora nel prossimo futuro. Just Now, in particolare, è un prodotto davvero esclusivo, ma a mio parere non è stato ancora assimilato nel modo corretto. Oggi purtroppo il gestore confonde quello che è il progetto con il conto economico, quindi inizialmente utilizza i prodotti originali Food24, poi comincia a caricare quelli utilizzati anche nel vending tradizionale, per ridurre i costi. Così il modello virtuoso decade e il consumatore non è contento, perché si creano problemi legati al packaging dei prodotti, che non sono microondabili. Questo è un progetto che va venduto nella sua totalità, partendo dai prodotti per arrivare al mercato, passando da Just Now. Non può essere vissuto “a pezzi”. In questi tre anni che metamorfosi ha avuto la macchina e che cambiamenti ha subito il prodotto? Quali sono i lati positivi e quelli negativi che hai riscontrato nel periodo? L’evoluzione più importante della macchina riguarda l’integrazione di un forno con una maggiore capacità, che può contenere non solo prodotti di dimensioni ridotte, ma anche di formati più grandi, come i primi piatti. Inoltre, 33
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c’è sicuramente stato un miglioramento in termini di prestazioni e di affidabilità rispetto ai primi modelli e questi due aspetti sono fondamentali. Anche i prodotti si stanno evolvendo in maniera rapidissima, rispetto a tre anni fa e questi sono i dati positivi. Il tasto dolente è invece la cronica difficoltà a reperire sul mercato prodotti microondabili di qualità a cui apporre il marchio Food24. Per il vending, la sola azienda con la quale lavoriamo bene è Alba Tramezzini, che non a caso è il brand più venduto nelle nostre macchine, mentre per la parte “piatti pronti” è decisamente più complesso identificare un produttore che abbia davvero creduto in questo progetto. Ci vogliono una shelf life importante ed un pack dedicato, in grado di integrarsi alla perfezione nel progetto globale. Per questo segmento non c’è ancora, ma siamo fiduciosi arriverà presto, il partner ideale.
verso une batteria vending sta procedendo? Sì, ma purtroppo è penalizzato dalla qualità stessa del prodotto dolce, molto alto per la media del canale e quindi proposto ad un prezzo elevato. Ci scontriamo con un prodotto da GDO confezionato che ha un costo decisamente più basso. Il progetto procede grazie alla qualità riconosciuta, ma non con i ritmi sperati, poiché viene “bocciato” per il prezzo, spesso senza nemmeno essere testato. Serve una visione diversa, senza preconcetti. Se ci si ferma al prezzo, cogliere le grandi opportunità di questo progetto è difficile.
Il progetto di poter offrire al consumatore finale una colazione completa calda (ad esempio cappuccio e brioche) attra-
Fodd24 è riuscita con Just Now a proporre una macchina funzionale e un ottimo prodotto. L’operatore è però sempre in grado di offrire un servizio adeguato, caricando correttamente la macchina (temperature di cottura)? Può capitare che l’operatore possa sbagliare, ma questo accade non tanto a livello di temperatura, ma di prezzi. Uno dei suggerimenti che diamo è quello di assegnare le fasce di prezzo “per cassetto” e restare, per
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quanto riguarda invece il riscaldamento, su massimo tre fasce. Anche in questo caso è una questione di cultura: alcuni gestori hanno scelto di far caricare il prodotto ad operatori dedicati e correttamente formati e che non incorrono quasi mai in alcun problema. State portando avanti la collaborazione con ENI per i chioschi automatici “on the road”? L’esperienza dei bar automatici ci è piaciuta molto, perché abbiamo potuto toccare con mano l’idea di un vending senza confini e abbiamo potuto contare su un investitore prolifico di idee. Questo tipo di distribuzione porta però con sé un aspetto molto delicato legato al servizio. Siamo partiti con l’idea di muoverci a livello nazionale, ma oggi abbiamo scelto di dedicarci ad un territorio più ristretto, perché il negozio automatico richiede un’assistenza tecnica continua, visto che chi mette in atto il progetto spesso non è un operatore professionale. Ci piacerebbe che questa esperienza coinvolgesse anche gli operatori del vending. Sarebbe una cosa positiva. Purtroppo, con qualche
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eccezione, non è così. Quindi, pur essendo alla nostra portata, questo tipo di attività non rientra nei nostri obiettivi futuri. Cosa c’è nell’immediato futuro di Food24? Nel 2014 raggiungeremo un fatturato molto interessante. Questo ci spinge da una parte a proseguire con l’attività commerciale legata alle macchine FAS nel Nord Est, e dall’altra a portare avanti il nostro progetto di mensa automatizzata a livello nazionale. Saremo presenti a Venditalia 2015 Special Edition in occasione di EXPO, con il concept di un software legato alla ristorazione collettiva che potrà gestire il consumo in funzione delle calorie, calcolate in funzione dell’età, dell’orario in cui il pasto viene consumato, ecc. Un progetto perfettamente in linea con il concetto di sana alimentazione, tema centrale dell’esposizione universale. Continuiamo ad impegnarci nel fare cultura e proporre soluzioni sempre innovative e capaci di fare la differenza. Questo è il nostro impegno e ce la metteremo tutta.
Grande successo per l’Open House tenutosi nelle giornate di Venerdi 21 e Sabato 22 Novembre presso la sede FAS, in collaborazione con Food 24, rivenditore autorizzato per il Triveneto. Numerosi i gestori presenti alla manifestazione che hanno potuto ammirare e toccare con mano le ultime novità presentate, in particolar modo i modelli supportati da elettronica di nuova generazione (GCD Graphical Color Display) quali Winning e Winning Touch, Winning SK, Skudo Max e Faster, ma anche Faster TM, il nuovo distributore con tasca di prelievo dalla capacità maggiore e Just Now, il distributore a spirali con forno a microonde integrato.
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ANTEPRIMANTEPRIMANTEPRIMA KARDEX REMSTAR SMARTPICK 6000 SUPPORTA IL PRELIEVO DEGLI ORDINI PER ZONA
Kardex Remstar, con due siti produttivi in Germania (Bellheim e Neuburg), sviluppa e produce magazzini automatici per lo stoccaggio e il prelievo, per i quali fornisce anche assistenza. L’azienda è un fornitore leader di magazzini verticali a piani traslati, magazzini verticali a piani rotanti, caroselli orizzontali, software per la gestione del magazzino e servizi di assistenza. A oggi ha installato con successo, in tutto il mondo, oltre 140.000 sistemi dinamici di stoccaggio. Kardex Remstar è presente, con una vasta rete di vendita, in oltre 30 paesi e ha circa 1200 dipendenti in tutto il mondo. Il nuovo pacchetto software Smartpick 6000 di Kardex Remstar, utilizzato con i caroselli orizzontali, permette di implementare le strategie di prelievo degli ordini che fanno risparmiare tempo e risorse. Le prestazioni di evasione degli ordini aumentano notevolmente combinando più magazzini automatici in un’unica zona. Molti articoli, ordini piccoli, tempi di consegna brevi: per gestire queste situazioni, Kardex Remstar ha creato il pacchetto software Smartpick 6000, basato sul proprio software di gestione di magazzino Power Pick Global 4.0, che consente di raggiungere la massima efficienza dei collaudati magazzini automatici rotanti orizzontali.
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Combinando più caroselli orizzontali è possibile migliorare notevolmente le prestazioni di evasione degli ordini. Da 2 a 4 magazzini automatici vengono uniti in un’unica stazione di prelievo, gestita normalmente da un solo operatore. A seconda del layout dell’impianto e delle strategie utilizzate, un solo operatore per ogni turno può prelevare parecchie migliaia di righe d’ordine. Sono possibili differenti layout a seconda degli spazi disponibili: i caroselli orizzontali possono anche essere previsti come stazione doppia con accessi perpendicolari. In caso di grande varietà di prodotti con alta frequenza di accesso, l’impianto può essere organizzato in stazione tripla o quadrupla con forma “L” oppure come sistema a più livelli. La forma a “L” riduce notevolmente i percorsi dell’operatore, poiché i punti di accesso sono molto vicini tra loro, mentre i magazzini automatici orizzontali operano contemporaneamente. Questo evita tempi di attesa improduttivi per gli addetti al prelievo. Con Smartpick 6000 è inoltre possibile definire delle zone all’interno di un apparecchio, per esempio quando è necessario limitare gli accessi a determinati articoli. Rispetto alle scaffalature statiche, i caroselli orizzontali riducono, fino all’85%, i tempi
relativi agli spostamenti, che incidono non meno del 65% sui tempi totali di prelievo degli ordini. Inoltre, le strategie di picking supportate da Smartpick 6000, quali il prelievo raggruppato e il prelievo multi-utente, accelerano ulteriormente il processo. Nel picking raggruppato, diversi ordini vengono consolidati in un unico raggruppamento. Di conseguenza, è sufficiente un unico prelievo per articolo e le quantità vengono smistate nei rispettivi ordini. Nel picking multi-utente, viene assegnato un colore a ogni operatore. In questo modo, più operatori possono lavorare nella stessa stazione di picking. Ulteriori strategie, supportate da Smartpick 6000, sono pick-to-clear (prelievo a svuotamento) e put-to-fill (deposito a riempimento). Lo scopo di entrambe è di concentrare gli articoli in locazioni specifiche per risparmiare spazio e ridurre i tempi di prelievo. Smartpick 6000 incrementa la propria efficienza se utilizzato con sistemi di indicazione visiva sui caroselli e nel luogo di prelievo, portando la precisione dei prelievi a oltre il 99%.
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ANTEPRIMANTEPRIMANTEPRIMA ACQUA MINERALE SAN BENEDETTO RIDUCE I CONSUMI ENERGETICI DEL 15% GRAZIE A E.ON E.ON, tra i più grandi gruppi energetici al mondo a capitale interamente privato, con più di 62mila dipendenti che operano in Europa, Russia e Nord America, realizzerà per Acqua Minerale San Benedetto S.p.A. una nuova soluzione “on site” per la produzione combinata di generazione elettrica, riscaldamento e raffreddamento (CHCP), che consentirà alla società italiana una riduzione dei costi energetici del 15% l’anno e di diminuire le emissioni di CO2 di circa 17.300 tonnellate stimate l’anno. Nel dettaglio, E.ON si occuperà della progettazione, realizzazione e gestione di un impianto di trigenerazione dalla capacità di 13,2 MW presso lo stabilimento di Scorzè, a Venezia. Sulla base di un accordo di lungo termine, il nuovo impianto, che sarà completamente operativo nell’inverno del 2015, fornirà ogni anno 100 GWh di energia elettrica e circa 70 GWh di energia termica, insieme a vapore e acqua refrigerata. Acqua Minerale San Benedetto è oggi un’azienda leader nel mercato italiano delle bevande, nel quale si è affermata grazie al know-how tecnologico di cui dispone, che le ha consentito di apportare rilevanti innovazioni di prodotto e processo, insieme all’adozione di strategie e visioni di mercato che si sono dimostrate vincenti. L’azienda ha siglato nel 2009 e rinnovato nel 2011 un accordo con il Ministero dell’Ambiente impegnandosi a ridurre le emissioni di CO2 a partire dalla misurazione della carbon footprint e definendo un modello virtuoso nel settore delle acque minerali. Il Presidente di Acqua Minerale San Benedetto, Enrico Zoppas, ha affermato: “L’accordo con E.ON è volto a ridurre il costo dell’energia e di conseguenza incrementare la nostra competitività. Dal momento
che responsabilità ambientale e sostenibilità costituiscono delle parole chiave per le divisioni del gruppo San Benedetto, siamo molto soddisfatti del notevole risparmio di tonnellate di CO2 raggiunto con la soluzione integrata di E.ON”. Miguel Antoñanzas, Presidente e Amministratore Delegato di E.ON Italia, ha aggiunto: “Siamo convinti che la generazione distribuita rappresenti un elemento chiave per uno sviluppo energetico sostenibile, per questo da tempo siamo impegnati nella messa a punto di soluzioni innovative in grado di rendere più efficiente e vantaggioso l’utilizzo delle risorse energetiche dei circa 800.000 clienti di E.ON in Italia. E la partnership di successo con Acqua Minerale San Benedetto ne è un esempio”.
Robert Hienz, CEO di E.ON Connecting Energies (ECT), business unit internazionale del Gruppo E.ON specializzata nella messa a punto di soluzioni integrate di efficienza energetica per clienti industriali e commerciali, ha infine commentato: “Siamo lieti che Acqua Minerale San Benedetto ci abbia scelti come partner per la fornitura di energia efficiente che saremo in grado di generare direttamente presso lo stabilimento di Scorzè. Per E.ON si tratta di un nuovo successo nell’ambito dell’energia distribuita in Italia, dove, grazie alle partnership attivate con diverse aziende, possiamo contribuire allo sviluppo del settore industriale del Paese offrendo risparmi significativi sui costi e riducendo le emissioni di CO2” .
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ANTEPRIMANTEPRIMANTEPRIMA L’OCS NELLO SPAZIO IL CAFFÈ IN ORBITA CON LAVAZZA, ARGOTEC E A.S.I. È stato inaugurato ISSpresso, il primo sistema espresso a capsule in grado di lavorare nello spazio. Nasce da un’idea di due aziende italiane, Argotec e Lavazza, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana. Nelle stazioni spaziali ormai si poteva trovare di tutto, mancava solo il caffè espresso, ma da oggi il sogno degli astronauti è diventato realtà. Argotec e Lavazza hanno lavorando, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), per portare nello spazio l’autentico espresso autentico. Il Capitano dell’Aeronautica Militare, Samantha Cristoforetti, impegnata nella missione Futura, la seconda di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana sulla Stazione, è stata non solo la prima donna italiana ad andare nello spazio, ma anche il primo astronauta della storia a bere in orbita un caffè espresso fatto a regola d’arte. Il sistema si chiama ISSpresso e prende il suo nome dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Nasce da un progetto di Argotec, l’azienda ingegneristica italiana specializzata nella progettazione di sistemi aerospaziali e leader europea nella preparazione di alimenti sani e nutrienti da consumare nello spazio, e di Lavazza, lo storico brand made in Italy del caffè. Rappresenta un vero gioiello tecnologico e ingegneristico, in grado di erogare un caffè espresso in assenza di gravità.
“Il caffè italiano è una bevanda senza confini – commenta Giuseppe Lavazza, vice presidente di Lavazza – e pensiamo alla sfida di portare l’espresso anche nello spazio da tempo. Già dieci anni fa, infatti, avevamo “mandato in orbita” l’espresso artisticamente con gli scatti di Thierry Le Gouès e con il calendario Mission to Espresso, che all’epoca poteva sembrare un’opera di fantascienza e che, invece, era solo visionaria. Oggi infatti siamo in grado di rompere i limiti dell’assenza di peso e di bere davvero un buon espresso, simbolo indiscusso del made in Italy, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Siamo orgogliosi di aver collaborato attraverso l’Innovation Center Lavazza, la nostra
divisione dedicata alla ricerca e innovazione di prodotto, a questo importante progetto con Argotec: una sfida scientifica e ingegneristica che speriamo possa migliorare la qualità di vita e alimentare degli astronauti impegnati in missioni di lunga durata”. Ma viene spontanea una domanda: come si beve il caffè nello spazio? Una normale macchina OCS sfrutta la forza di gravità, riscalda l’acqua fino a fargli raggiungere la
temperatura di circa 90° e la spinge verso le capsule che contengono la miscela. Ma in assenza di gravità tutto è davvero più complesso e il tubo, appositamente progettato in acciaio, deve poter ricevere una pressione di quasi 400 bar. Ovviamente poi non si possono usare le classiche tazzine, perché il caffè non scende. Si ovvia all’inconveniente rinchiudendolo in uno speciale contenitore che gli astronauti devono bucare con una cannuccia.
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ANTEPRIMANTEPRIMANTEPRIMA SAN CARLO LANCIA OPS UNA NOVITÀ ASSOLUTA DAL GUSTO UNICO ED ESPLOSIVO San Carlo presenta le nuove OPS, un prodotto completamente inedito in Italia, che si differenzia da tutti gli altri snack salati. OPS sono deliziose arachidi tostate ricoperte da un guscio croccante al gusto paprika. Una doppia croccantezza pensata per tutti, ma in particolare per un pubblico giovane, che verrà conquistato da un sapore ed una consistenza nuovi e sorprendenti. Una vera e propria novità nel mercato del
fuori pasto, che si contraddistingue grazie alla sua simpatia ed energia. Uno snack mai visto prima, che intrigherà i consumatori con il suo packaging divertente e pratico, ma allo stesso tempo elegante, in perfetto stile San Carlo: uno sfizio a cui in pochi sapranno rinunciare! Perfette per l’acquisto di impulso, e nuove OPS sono disponibili per le vending machine nel formato 35 g con il prezzo simbolico di 1 €.
2015: IN ARRIVO IL 60° ANNIVERSARIO DI SUZO-HAPP
Il 2015 sarà un anno molto speciale per SuzoHapp: il Gruppo festeggerà infatti i 60 anni di attività. Suzo-Happ è il più grande fornitore globale di pezzi di ricambio e componenti per le aziende: le sue soluzioni sono richieste in diversi mercati, con una domanda sempre in crescita, in particolare nei settori vending e industriale. Il mercato dell’intrattenimento e del gaming, alle origini dell’attività di SuzoHapp, rimane comunque il segmento di business più importante per l’azienda. “La parte europea del gruppo – Suzo International – è stata fondata nel 1955”, spiega Harald Wagemaker, Suzo-Happ Executive Vice President of
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Sales and Marketing of Gaming and Casino EMEA, proseguendo: “Siamo molto orgogliosi di celebrare nel 2015 il nostro 60° anniversario: intendiamo farlo in grande stile, con una serie di eventi studiati ad hoc, a partire dalla fiera ICE di febbraio. Il nostro motto per il 2015? Celebrare il passato, guardando al futuro. Il nostro obiettivo è quello di divenire leader anche nei settori Vending e Industriale. La recente acquisizione di Comesterogroup e la possibilità di integrare nella nostra offerta i prodotti a marchio Currenza per il mercato EMEA non sono che due degli esempi della strategia di crescita che stiamo mettendo in campo. Ci stiamo impegnando a rafforzare ancora di più la nostra posizione anche nei mercati tradizionali del Gaming e dell’Intrattenimento: ad ICE, infatti, presenteremo in anteprima una nuova linea completa di soluzioni che daranno un grande valore aggiunto al mercato”.
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ANTEPRIMANTEPRIMANTEPRIMA TARGET INFORMATICA ARRIVANO GD SHOP E UNA NUOVA VERSIONE ANDROID DEL SOFTWARE SUI DISPOSITIVI MOBILI Dopo oltre 16 anni di attività nello sviluppo di soluzioni software per il vending con l’obiettivo dichiarato di rispondere alle nuove esigenze di un settore in continua evoluzione, Target Informatica presenta due importanti novità: > GD Shop, una nuova versione della nota piattaforma software per il vending dedicata al settore dei coffee shop, dell’OCS ed al mercato dell’utenza domestica. Particolari funzionalità sono state introdotte in una
specifica interfaccia per gestire il punto vendita, come ad esempio il collegamento con registratori di cassa e stampanti fiscali o la gestione di fidelity card. > Applicazione Android del software di base per gli operatori sul campo, finalizzata a ridurre l’investimento su terminali portatili professionali nei casi in cui non siano strettamente necessari o al momento del primo approccio all’informatizzazione aziendale.
D.A.ITALIA 92 DICEMBRE 2014
BREAKINGNEWS
AMICA CHIPS, ON AIR IL NUOVO SPOT In onda dal 16 al 30 novembre sulle principali emittenti televisive italiane (Rai, Mediaset, La7 e Sky), radio (RTL 102.5) e sul web, il nuovo flight di Amica Chips, che vede protagonista degli spot (da 30’’ e da 15’’) la patatina classica. La campagna pubblicitaria intende, appunto, rafforzare il positioning di questa patatina che, con un aumento del 4,5% delle vendite a volume, si conferma essere la preferita dai consumatori italiani. Cuore della strategia
comunicativa della campagna, firmata M&C Saatchi, è l’amicizia intesa come condivisione di tanti momenti di vita, raccontata con la simpatia che è propria del mondo Amica Chips, anche perchè a condividere questi momenti con il protagonista è un sacchettone di patatine animato. In sinergia agiscono sia il remix della famosa canzone di Venditti “Ci vorrebbe un amico” (che qui diventa “Ci vorrebbe un’amica”), che l’esplicito pay-off.
A BERLINO IL DISTRIBUTORE AUTOMATICO DI VALVOLE PER BICICLETTE La capitale tedesca è nota per le sue piste ciclabili, di gran lunga più utilizzate e trafficate delle carreggiate destinate alle automobili e per il numero di biciclette circolanti. Farrad Schläuche, azienda che commercializza gli articoli di numerosi produttori di camere d’aria e accessori per biciclette, ha installato così alcuni distributori automatici brandizzati di ricambi per le biciclette del tutto uguali a
LEGO VENDING MACHINE Installata a Monaco di Baviera, all’interno della stazione centrale della città, una vending machine a marchio Lego, che ovviamente eroga confezioni dei mattoncini assemblabili per costruzioni più famosi e amati del mondo. Il distributore è collocato in un punto strategico, per consentire acquisti dell’ultimo minuto ai genitori in partenza o in arrivo nella città tedesca, che non hanno avuto tempo di portare 44
un regalo ai loro bambini, ma non solo: Lego infatti è adatto agli appassionati di tutte le età. Colorata e vivace, con l’inconfondibile logo dell’azienda danese, la macchina ha un’ampia vetrina che consente di osservare con facilità i formati delle confezioni contenute, mentre un display touch screen informa circa i prezzi e permette la selezione dei prodotti, disponibili anche durante le ore di chiusura dei negozi.
quelli che erogano sigarette o preservativi, posti agli angoli delle strade, immediati da trovare ed utilizzare per i ciclisti berlinesi costretti ad una sostituzione “al volo”. Tra i più curiosi, il distributore di valvole per le camere d’aria, che ne eroga sei diverse tipologie, con tanto di specifiche tecniche relative a materiali e formati del prodotto.
BREAKINGNEWS
D.A.ITALIA 92 DICEMBRE 2014
BRITA FILTERMANAGER APP 2.0 BRITA Professional annuncia l’arrivo in App-Store della versione 2.0 di Brita Filtermanager App Version 2.0, l’applicazione dedicata agli utilizzatori dei prodotti Brita Professional
(centri assistenza, operatori professionali, utilizzatori finali), appositamente sviluppata per gestire in maniera semplice ed efficace la sostituzione delle cartucce filtranti utilizzando il proprio smartphone o altri dispositivi portatili. Anche la versione Android sarà resa disponibile sull’App Store Google Play a breve. Rispetto alla prima versione, questa app presenta alcuni miglioramenti tecnici. Tra questi: la semplificazione dell’inserimento dati, una gestione d’inserimento dei promemoria più agevole e la maggior precisione
nella pianificazione, poiché i promemoria sono ora inseribili su base settimanale. Tutti i dati già salvati nella versione precedente saranno importabili nella nuova versione, seguendo i suggerimenti indicati nel proprio smartphone. È necessario aggiornare l’app su tutti i dispositivi (es. iPhone ed iPad), in modo da impostare efficacemente la sincronizzazione tra device.
MELBOURNE BIKE SHARE Il vending arriva nel bike sharing, per definizione “self service”. Il servizio urbano di noleggio biciclette della città australiana di Melbourne mette a disposizione degli utenti, oltre ai punti di raccolta dislocati in zone ad alta frequentazione, una vending machine di caschi di sicurezza per ciclisti. La macchina, installata presso la stazione metropolitana Southern Cross Station and Melbourne University, proprio accanto all’ateneo cittadino, distribuisce elmetti al prezzo di 5 dollari australiani ciascuno, con la limitazione di massimo due unità erogate per ciascun utente. Un’alternativa rapida di acquisto ed un incentivo a rispettare le più elementari regole del codice stradale, con un riguardo alla sicurezza.
SUZO-HAPP, NUOVO PRESIDENTE PER LE AMERICHE Ronald Partridge è entrato a far parte del Gruppo in qualità di Presidente SuzoHapp per l’America settentrionale, centrale e meridionale. Partridge è approdato a Suzo-Happ dalla Panduit Corporation di Tinley Park, Illinois, dove ha rivestito vari ruoli negli ultimi vent'anni. La posizione ricoperta più a lungo è stata quella di Vicepresidente del Gruppo, Marketing e Vendite globali. Partridge si concentrerà verso le tendenze del mercato, le innovazioni del prodotto, il valore dei clienti e l'efficienza operativa. Nel suo ruolo dovrà, tra l'altro, lavorare per costituire partnership strategiche con clienti, fornitori e azionisti. Farà capo direttamente all'AD e la sua sede lavorativa sarà presso l'ufficio aziendale di Mount Prospect, Illinois.
NECTA #HEARTOFVENDING, VINCE IL GRANDE CUORE DI SERIM Ha suscitato grande interesse in Italia e in ambito internazionale #HeartofVending, l' asta benefica lanciata da N&W per festeggiare i 20 anni del distributore automatico “Venezia”. In palio, lo ricordiamo, un pezzo unico di “Venezia”, prodotto per l'occasione e serigrafato con grafica personalizzata. Il successo dell'iniziativa ha confermato il grande cuore del Vending e l'affetto immutato dei clienti N&W per i modelli storici del Gruppo. Ad aggiudicarsi il premio è stata SERIM, azienda specializzata in servizi di ristoro con distributori automatici, confermando la propria sensibilità sociale e la sua vocazione a sostenere con iniziative concrete di solidarietà il territorio in cui opera. L’intero ricavato dell’asta, unitamente a un contributo una tantum di N&W, sarà devoluto all’associazione “CAF Onlus” – Centro di aiuto al bambino maltrattato e alla famiglia in crisi. 46
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