NUMERO 101 NOVEMBRE 2015
IL MERCATO DEL VENDING LATEST NEWS
CONFIDA STATI GENERALI DEL VENDING
D.A.ITALIA www.daitalia.it
GRUPPO ILLIRIA BILANCIO SOCIALE
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CAffÈ, ECCO COmE DOVREbbE ESSERE PENTAIR è la più grande produttrice di sistemi di filtrazione, trattamento acque e prodotti per l’erogazione di bevande nel mercato globale Foodservice. Il nostro obiettivo? Fornirvi con soluzioni efficaci ed intelligenti con tutti i nostri prodotti. Visita il nostro sito web per scoprire di più.
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LA COMPETITIVITÀ DEGLI STRUMENTI DI RESPONSABILITÀ SOCIALE Da decenni si parla di responsabilità sociale, un’azione volontaria che attesta l’impegno di chi fa impresa nei confronti degli stakeholder, una vasta comunità di individui e di soggetti giuridici che a vario titolo sono portatori d’interessi nei confronti delle iniziative aziendali. Chiunque abbia intenzione di garantire la continuità d’impresa, non può ignorare che il concetto di responsabilità ha ampliato moltissimo i suoi confini, superando la sfera puramente economica per espandersi in quella sociale ed ambientale, ambiti che formano l’ecosistema di riferimento per qualunque azienda. Essere oggi buoni imprenditori significa quindi assumersi responsabilità molto più ampie rispetto al recente passato e non privilegiare solo i propri clienti, ma riservare la stessa attenzione anche al proprio personale, all’opinione pubblica e a tutti i soggetti (attivi e passivi) che possono in qualche modo essere coinvolti nelle attività di un’impresa. La reazione degli imprenditori è stata lenta, ma non è tardata ad arrivare. Spesso però non ha avuto lo slancio spontaneo che il lodevole tema avrebbe meritato ed è
stata determinata più da un obbligo che dalla consapevolezza della sua importanza per l’intera comunità. Trovo poco comprensibile questa diffidenza e sono viceversa convinto che l’assunzione di responsabilità sociale può configurarsi non come un costo aggiuntivo, ma come un investimento in grado di contribuire alla competitività e al successo dell’impresa. Anche il mondo del vending è pienamente coinvolto in questo processo di cambiamento, ma meno di altri ha colto la grande opportunità che si nasconde dietro l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle sue operazioni commerciali e nei suoi rapporti con le parti interessate. Ad esempio, le imprese vending che pubblicano un bilancio sociale, il documento che comunica gli esiti delle attività d’impresa non limitandosi ai soli aspetti finanziari e contabili, hanno certamente un vantaggio competitivo non indifferente rispetto ai competitor, soprattutto in ambito pubblico. La competitività degli strumenti di responsabilità sociale non deve però far mai dimenticare che il bilancio
sociale rappresenta l’esito finale di un lungo percorso e non un documento fine a se stesso. Infatti si basa sull’assunto che “qualcosa di sociale” venga fatto davvero. Sarebbe una vera rivoluzione se per una volta il vending non restasse impantanato solo su riduzione dei costi e politica dei prezzi e che inizi ad attuare strategie a più ampio respiro. Basti pensare al caffè, il grande driver delle gestioni, che costituisce ancor oggi una fetta importantissima del suo business. Alcune realtà non si limitano più solo a partecipare all’eterna lotta di riduzione di 10 centesimi del prezzo al chilo (autentico totem della distribuzione automatica italiana), ma si preoccupano di convertire gli scarti di caffè in energia elettrica e in composti fertilizzanti per le azien-
EDITORIALE DI ALESSANDRO FONTANA
de agricole. Un’iniziativa di chiara matrice sociale che produrrà vantaggi per tutti gli stakeholder. Sarà questo tipo di progetti e questa attenzione alla responsabilità sociale uno degli aspetti che potrà determinare il successo delle imprese vending nell’immediato futuro? Lo spero davvero.
SONO VICEVERSA CONVINTO CHE L’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ SOCIALE PUÒ CONFIGURARSI NON COME UN COSTO AGGIUNTIVO, MA COME UN INVESTIMENTO IN GRADO DI CONTRIBUIRE ALLA COMPETITIVITÀ E AL SUCCESSO DELL’IMPRESA.
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Le capsuleËš Covim Opera sono disponibili nelle miscele Granbar, Orocrema, Gold Arabica e Suave Decaffeinato.
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SOMMARIO
NUMERO 101 NOVEMBRE 2015 RENZO GABRIEL BONIZZI DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF
3 EDITORIALE
ALESSANDRO FONTANA DIRETTORE EDITORIALE EDITORIAL DIRECTOR
6 MERCATO DEL VENDING
LAURA GUASPARRI ART DIRECTOR
La competitività degli strumenti di responsabilità sociale
Latest News
18 MONDO ASSOCIAZIONE
ANDREA LOTTERO GRAPHIC DESIGN
Stati Generali del Vending La distribuzione automatica tra ripresa economica e nuova normativa
DANIELA BISCOTTI COMMERCIALE/ COMMERCIAL
34 HOST 2015
NOEMI MARGAROLI REDAZIONE EDITORIAL STAFF LUCINI OFFICINA D'ARTE GRAFICA SRL STAMPA PRINTERS D.A.ITALIA IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA PUBBLICAZIONE ISCRITTA AL TRIBUNALE DI MILANO, NUMERO DI REGISTRAZIONE 177 DEL 22 MARZO 2004 ISCRIZIONE AL R.O.C.: 11412 PERIODICITÀ MENSILE EDITORE ART&WORKS SRL UNIPERSONALE VIA MARCANTONIO COLONNA 15 20149 MILANO P.IVA 04234310961 TEL +39 02 48958566 FAX +39 02 89694472
Successo internazionale per un'eccellenza italiana
38 EVENTI
Gruppo Illiria presentato a Expo il Bilancio Sociale 2014 “Non chiamatele macchinette”: il vending a misura d’uomo N&W Francia “People make the difference”
60 EVA NEWS
EVA pubblica l’ultimo market report sul vending europeo
61 ANUGA 2015
Uno sguardo sul futuro del food and beverage
63 WE ROME
Watercoolers Europe il mondo dell’acqua si è riunito a Roma
UFFICIO COMMERCIALE COMMERCIALE@ DAITALIA.IT WEB WWW.DAITALIA.IT POSTA ELETTRONICA INFO@DAITALIA.IT ABBONAMENTI ABBONAMENTI@ DAITALIA.IT LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DELLE ILLUSTRAZIONI E DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI SU D.A. ITALIA È PERMESSA SOLO SE AUTORIZZATA DALLA DIREZIONE. LA DIREZIONE NON ASSUME RESPONSABILITÀ PER LE OPINIONI ESPRESSE DAGLI AUTORI DEI TESTI REDAZIONALI E PUBBLICITARI. CONCEPT BY ART&WORKS SRL 5
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# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L IL MERCATO DEL VENDING » NASCE GRUPPO GIMOKA Dalla fusione di Gimoka Srl ed Espresso Italia Srl, è nato a novembre 2015 Gruppo Gimoka, espressione del nuovo assetto della realtà imprenditoriale valtellinese che fa capo alla famiglia Padelli. Esito di una governance manageriale che ormai da quasi due anni affianca la nuova generazione, questa nuova fisionomia societaria supporterà le strategie, gli assetti logistico-industriali e la gestione dei brand. Combinando assets -materiali e immateriali - e business fra loro complementari, il nuovo Gruppo rafforzerà le opportunità di mercato sia per il proprio portafogli marchi sia per il servizio di marchio privato storicamente offerto dall’azienda. Gruppo Gimoka rappresenta una realtà imprenditoriale di successo nata agli inizi degli anni ‘80 e diventato, grazie alle intuizioni del suo fondatore Ivan Padelli, la terza torrefazione italiana per volumi di caffè tostato. Il core business è il caffè a tutto tondo, sia esso macinato, in grani o confezionato in monodose. Il Gruppo controlla l'intera catena del valore: dall’approvvigionamento della materia prima, al presidio delle delicate fasi relative alla tostatura e macinatura, per proseguire con quelle di confezionamento / incapsulamento. Grazie al know how acquisito nel tempo e ai forti e continui investimenti industriali e distributivi, Gruppo Gimoka è presente nel canale Professionale (Ho.Re.Ca. e Vending) e nel canale domestico, con i propri marchi e tramite marchi privati italiani ed internazionali. L’evoluzione del Gruppo riflette la naturale propensione di Gimoka a interpretare le sfide di un mercato in costante evoluzione, attraverso una revisione continua delle proprie strategie e dei conseguenti assetti organizzativi, con l’obiettivo di affrontare e cogliere in maniera adeguata le opportunità che si presentano. La nuova configurazione societaria conferma e amplia la mission che ha sempre orientato le scelte industriali di Gimoka: ricercare sinergie e ottimizzazioni industriali tali da assicurare un assetto flessibile nonostante i volumi ed i canali gestiti, riuscendo ad adeguarsi alle esigenze più disparate, presidiando in modo ferreo lo sviluppo di miscele e riducendo il time to market dei molti progetti attivi in ambito internazionale. Lo spirito dinamico ed innovativo dell’azienda e l’attenzione ai nuovi trend di mercato sono testimoniati anche da una importante attività di sviluppo e progettazione di macchine per sistemi a capsule per il canale home e office. Ivan Padelli, Presidente di Gruppo Gimoka, commenta così il nuovo corso dell’azienda: “Grazie alla fusione saranno possibili livelli maggiori di investimenti a beneficio sia dell’assetto industriale, sia della fase di espansione e di crescita internazionale che negli ultimi anni è stata protagonista di una notevole accelerazione”. Massimo Faravelli è Amministratore Delegato del nuovo Gruppo. A lui, attraverso un pool di manager, fanno capo le diverse aree aziendali: Industriale, Logistica ed Acquisti, Controllo Qualità di Processo, Ricerca e Sviluppo Miscele e Commerciale. “Il mio operato all’interno del Gruppo Gimoka sarà nel segno del proseguimento del processo iniziato”, dichiara Faravelli, “ossia di quell’evoluzione manageriale che nell’ultimo biennio ha ispirato ogni nostra scelta: la razionalizzazione delle forze e l’organizzazione delle competenze, il presidio degli assetti qualitativi dei prodotti e dei processi, la focalizzazione sulla ricerca e sviluppo e l’internalizzazione. Obiettivo è costruire le basi per una solida crescita aziendale: il mezzo che ci ha portato a diventare Gruppo sarà sempre il fine di ogni nostra azione imprenditoriale e manageriale”. Paolo Torri, Sales & Marketing Director, è Responsabile delle tre aree di business a loro volta coordinate da professionisti con grande esperienza e competenza nei rispettivi mercati: 6
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# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L Angelo Vezzoli per l’Ho.Re.Ca., Andrea Sandini per il Vending, Giorgio Gurrera, per la GDO e Giovanni Leoni Business Development Un ufficio ad hoc è stato istituito per supportare efficacemente la clientela nei loro progetti di Private Label. Grande sviluppo ed attenzione dei mercati esteri, anche grazie all’introduzione di Michele Labaa in qualità di Export Manager. Sul fronte marketing l’azienda negli ultimi anni ha intrapreso un significativo percorso di rinnovamento della gamma prodotti, rivedendo la maggior parte delle miscele proposte in passato. A conferma la presentazione sul mercato di nuove referenze per la linea del porzionato, per il canale moderno, per l’Ho.Re.Ca e per il Vending. Una pietra miliare di questo nuovo processo è rappresentata dall’attività strategica di posizionamento marchi che Gruppo Gimoka ha intrapreso nel corso degli ultimi due anni. Patendo dalla vocazione storica di ciascun marchio, si è voluto agire nella direzione di un rafforzamento della distintività degli stessi con l’obiettivo di una loro valorizzazione, tramite processi di restyling che riassumono anche visivamente il nuovo corso.
Il portafoglio marchi di Gruppo Gimoka è così costituito: • Gimoka: marchio storico per riconoscibilità, è il brand attivo sia nel canale Home che Out of home. Il nuovo pay off “Coffee Instinct” è stato coniato per comunicare con immediatezza la passione che guida le dinamiche del brand. • Galleria CaffèSi, marchio storico della caffetteria milanese d’eccellenza, è stato fondato negli anni ’70. Si rivolge esclusivamente al canale Ho.Re.Ca. • Gran Caffè Garibaldi: marchio ricco di una sua storia specifica. Con l’entrata nel Gruppo Gimoka, Gran Caffè Garibaldi conoscerà un rilancio sia su scala nazionale che internazionale. A Host 2015 sarà possibile apprezzare la gamma rinnovata ed ampliata di miscele per il Canale Professionale a cui è destinato. • Espresso Italia: riferimento internazionale per il caffè porzionato e per le soluzioni innovative di macchine per sistemi a capsule. » CATENA DEL FREDDO, ARRIVA L'ETICHETTA INTELLIGENTE CHE CAMBIA COLORE E' in arrivo una vera e propria rivoluzione nel mondo del freddo, che premierà tutti i distributori con gruppi frigo efficienti. Si tratta di una speciale etichetta che cambia colore col variare della temperatura e che segue il percorso di un alimento (yogurt, insalate, panini) garantendone la corretta temperatura di conservazione. Progettata da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Imperial College di Londra, l'etichetta è incolore e rimane tale se durante il tragitto o la permanenza nel distributore la temperatura di conservazione rimane nell’ordine di +4 °C. Se invece l’alimento è esposto a una temperatura superiore, fino a +9 °C per non più di 30 minuti, l’etichetta assume rapidamente un colore blu chiaro. Questa tecnologia, basata su una reazione chimica, è semplice, economica e affidabile ed è in grado di registrare tutta la storia termica di un prodotto in modo facile e leggibile a occhio nudo. » OOHO!, L'ACQUA CHE PUOI MANGIARE La lotta ai rifiuti plastici sembra non aver fine. Dopo l'emendamento presentato in Francia che vuole vietare, a partire dal 2020, la vendita di bicchieri, tazze e piatti monouso che non siano compostabili e costituiti in tutto o in parte da materiali provenienti da fonti rinnovabili, la battaglia si sposta sulle bottiglie di plastica. Per sostituirle, è stato recentemente presentato Ooho!, un contenitore commestibile fatto con cloruro di calcio e con il derivato di un'alga chiamato arginato di sodio. Quello che i suoi creatori hanno definito "l'acqua che puoi mangiare" è un contenitore sferico per acqua che come forma e consistenza ricorda una protesi mammaria. Ooho! è biodegradabile, igienico ed economico.
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COMUNICATO STAMPA
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Zingonia di Verdellino, 02.10.2015
#SLWAT EN E TS ST E NTEAWLS##SLWAT EN E TS ST E NTEAWLS#L » LAVAZZA, IL FUTURO È DEGLI #EARTHDEFENDERS
Bianchi Spa concretizza la sua nuova strategia di sviluppo con il rafforzamen Presentato il Calendario Lavazza 2016 Vending “From Father to Son”: realizzato in collaborazione con Slow Food, è in della propria divisione Ho.Re.Ca. acquistando uno dei marchi più rappresentativi n vendita in edizione limitata per sostenere Terra Madre Giovani - We Feed the Planet (a Milano dal 3 al 6 ottobre). Il mercato delle macchine da caffè espresso: Brasilia. Già forte della propria linea di prod reportage fotografico di Joey L. scava nei riti e nei costumi della nuova generazione di “Earth Defenders”, dedicati amoderni bar, eroi ristoranti, società di catering e alberghi, l’azienda guidata dalla famig della terra che, grazie agli insegnamenti dei padri, nutrono Trapletti, questa operazione, si proietta in vetta a un mercato di importanza strategi il pianeta in modo equo econ sostenibile. Lavazza e Slow Food invitano tutti i cittadini a partecipare Grazie alle soluzioni acquistando il Calendario 2016 in edizione limitata o tecnologiche che hanno reso famosi in tutto il mondo i prodotti Brasi contribuendo direttamente sul sito Calendar2016.lavazza. così come ai brevetti industriali acquistati, la società bergamasca trasforma la prop com al progetto Terra Madre Giovani - We Feed the Planet e allo sviluppo della Rete Giovani di Slow Food. Inoltre, è in un nuovo fiore all’occhiello aziendale. È un’operazione di porta divisione Ho.Re.Ca. possibile sostenere i giovani Difensori della Terra sui canali social con l’hashtag #EarthDefenders. storica perché effettuata da un’azienda da poco uscita da un concordato. L’obiettivo
ritornare ad essere, oltre che leader nel segmento del Vending, uno dei più importa
» BIANCHI VENDING SPA ACQUISISCE BRASILIA
costruttori di macchine professionali da caffè espresso, come lo era Brasilia. Una sfida c
Bianchi concretizza la sua nuova strategia di sviluppo la famiglia Trapletti accetta di affrontare con l’obiettivo di spingere con il rafforzamento della propria divisione Ho.Re.Ca. acquistando uno dei marchi più rappresentativi mercato dei relativinel segmenti. delle macchine da caffè espresso: Brasilia. Già forte della propria linea di prodotti dedicati a bar, ristoranti, società di catering e alberghi, l’azienda guidata dalla famiglia Trapletti, con questa operazione, si proietta in vetta a un mercato di importanza strategica. Grazie alle soluzioni tecnologiche che hanno reso famosi in tutto il mondo i prodotti Brasilia,così come ai brevetti industriali acquistati,la società bergamasca trasforma la propria divisione Ho.Re.Ca. in un nuovo fiore all’occhiello aziendale. È un’operazione di portata storica, perché effettuata da un’azienda da poco uscita da un concordato. Restyling logo Brasilia L’obiettivo è ritornare ad essere, oltre che leader nel segmento del Vending, uno dei più importanti costruttori di macchine professionali da caffè espresso, come lo era Brasilia. Una sfida che la famiglia Trapletti accetta Per informazioni o approfondimenti di affrontare con l’obiettivo di spingere i propri marchi al Ufficio marketing, p.capelle@bianchivending.com +39 035 450 2111. vertice dei relativi segmenti. » HÖRMANN. LE PEDANE DI CARICO CON TECNOLOGIA RFID INTEGRATA In grado di registrare senza contatto i dati di movimento della merce trasportata, le pedane di carico messe a punto da Hörmann si distinguono per precisione e affidabilità, consentendo di rilevare facilmente le informazioni tecniche dei pallet fino a un'altezza di 180 cm e una larghezza di 240 cm. Realizzate con tecnologia RFID integrata, queste “pedane di carico intelligenti” non sono solo tra le più innovative disponibili sul mercato, ma anche tra le più sicure, grazie alle attente operazioni di collaudo a cui vengono sottoposte congiuntamente da Hörmann e dall’azienda tedesca Wilms, fornitrice di soluzioni per la logistica e sistemi integrati per la tecnologia RFID. In qualità di co-sviluppatore di pedane di carico con tecnologia RFID, il nuovo partner Hörmann, con sede in Germania, dispone di due punti di carico-scarico dotati di questa moderna tecnologia nel suo Logistic Process Center di Melle. » LEGGE DI STABILITÀ, SALE IL LIMITE DEI CONTANTI DA 1.000 A 3.000 EURO Via libera del Governo Renzi all'aumento del limite di contante in Italia, portato da 1.000 a 3.000€. Si tratta di un incentivo per favorire la ripresa dei consumi supportato dal crescente controllo della tracciabilità, possibile attraverso gli strumenti bancari, ma anche i dispositivi tecnologici, smartphone in testa. Lo scorso anno, le casse dello Stato hanno infatti beneficiato di quasi 4 miliardi in più di gettito IVA proprio grazie all'information technology. 8
i propri marchi al vert
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# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L » CAFFÈ CAGLIARI PRESENTA IL FRANCHISING CASA DEL CAFFÈ
Caffè Cagliari S.p.A. è lieta di annunciare la presentazione, in anteprima mondiale, del progetto di locali in franchising Casa del Caffè. In occasione di Host, in programma dal 23 al 27 ottobre a Milano, la torrefazione modenese ha presentato il suo nuovo concept store, nato per diffondere nel mondo il gusto e la cultura dell’espresso italiano. Il progetto si distingue per l’atmosfera accogliente e rilassante, dal design italiano che si ispira agli anni ’50, dove il caffè e il rito della sua degustazione ne sono protagonisti. Caffè Cagliari, da sempre radicata nel territorio e forte di una tradizione che conta quattro generazioni, punta sul binomio qualità dell’espresso ed eccellenze del territorio modenese. Il progetto Casa del Caffè si ispira infatti all'unicità di Modena, per ricreare in ogni locale l'atmosfera ospitale e accogliente tipica della città, così che ogni cliente possa vivere la storia incomparabile della famiglia Cagliari in un contesto senza eguali. Alessandra Cagliari, Amministratore Delegato di Caffè Cagliari S.p.A. afferma: “Il progetto Casa del Caffè nasce per diffondere in Italia e nel mondo la cultura dell’espresso italiano. Nel 1895 mio bisnonno Ambrogio Cagliari decise di cercare fortuna in Brasile, trovandola nella coltivazione e poi nell’industria del caffè. 120 anni dopo, per celebrare una grande storia di famiglia fatta di esperienza, qualità e passione per il caffè, siamo orgogliosi di presentare il nuovo concept store La Casa del Caffè.” I locali Casa del Caffè sono ambienti unici, ricchi di riferimenti e immagini che raccontano la storia dell’azienda e la città di Modena. Locali che guardano alla tradizione e che richiamano i valori di familiarità e convivialità tipici italiani, dove stare insieme significa sentirsi a casa, nella Casa del Caffè Cagliari. » TECNOLOGIA VENDING, I NANOFLUIDI NEI DISTRIBUTORI DEL FREDDO
Sono stati presentati nella sede della Fondazione Studi Universitari di Vicenza i risultati di un progetto di ricerca multidisciplinare che si è misurato con il tema della sicurezza alimentare e l'impiego di strumenti a basso impatto ambientale ed energetico. Di grande interesse per il nostro settore la sperimentazione sull'utilizzo di un nanofluido per raffreddare gli alimenti nei distributori automatici, che consente un abbattimento del 67% del fabbisogno energetico (rispetto al raffreddamento ad aria) e riduce notevolmente il tempo di messa a regime dei serbatoi, mantenendo così in tempi rapidi la temperatura di conservazione ottimale tra i 2 e i 3° C. » LE RIUNIONI ITINERANTI DI COVEN FANNO TAPPA A TAORMINA Sono molto ambiziosi i programmi del Consorzio Coven per il 2016, anno che vedrà attive le varie community social, studiate appositamente per creare un legame sempre più forte con il consumatore finale. Il progetto si sviluppa attraverso diversi componenti innovativi: una App dedicata, il riconoscimento univoco delle macchine, un portale internet e diverse strategie di engagement studiate in partnership con alcune grandi marche. Anche i temi della sostenibilità saranno al centro delle attività del Consorzio, come è stato deciso dall'incontro di Taormina all'interno della prestigiosa cornice dell'hotel Atlantis Bay di Taormina, ospiti del socio siciliano STIMA. 10
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# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L » SCUOLA E VENDING, PROPOSTI I DISTRIBUTORI AUTOMATICI DI FRUTTA E LATTE
Presentato negli scorsi giorni al Senato un disegno di legge (prima firmataria Leana Pignedoli - Pd) che prevede l'entrata dell'educazione al valore del cibo nel sistema di istruzione e formazione delle scuole primarie. Nel 2016 si prevede di utilizzare 15 milioni di euro delle risorse già destinate nell'esercizio 2015 sul Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche. Per il 2017 si prevede una spesa di 10 milioni di euro. Tra le buone pratiche alimentari per i ragazzi è prevista anche l'installazione di distributori automatici di frutta e latte. L'iniziativa legislativa integra quanto già previsto dal decreto su 'La buona scuola'. » ON LINE IL NUOVO SITO DI VENDITALIA 2016 Il team di consulenti Venditalia ha presentato, durante gli Stati Generali del vending, il nuovo sito della importante manifestazione che si terrà a fieramilanocity tra il 4 e il 7 maggio. Il sito riflette il nuovo posizionamento della fiera più grande del mondo, da international a worldwide vending. Un evento che si terrà ogni due anni a Milano (non ci saranno special edition negli anni dispari) e che cercherà di attrarre espositori e visitatori attraverso innovativi strumenti di lead generation. » SPECIAL COFFEE, INFLUENZA POSITIVA SULLE PERSONE E SUL PIANETA
La torrefazione lombarda Special Coffee punta sempre di più su Sostenibilità e Responsabilità Sociale d'Impresa come motori di innovazione. L'obiettivo è integrare sempre di più la Corporate Social Responsibility nei processi aziendali, ma non solo. Obiettivo dell’azienda è condividere la propria visione e il proprio impegno con tutti gli stakeholder, lungo tutta la filiera, andando oltre i confini delle attività aziendali, per favorire l’innescarsi di un circolo virtuoso che dia continuo impulso al miglioramento. » BWT MAIN SPONSOR DEL BARISTA CAMP A RICCIONE BWT Main Sponsor del Barista Camp tenutosi a Riccione dal 23 al 26 settembre, organizzato dal Barista Guid of Europe. Una grande manifestazione di respiro internazionale dedicata ai professionisti del settore ma anche ai semplici appassionati. Tre giorni dedicati al caffè e alle bevande da esso derivato, con oltre 200 baristi da tutta Europa partecipanti all’evento, coadiuvati dalla tecnologia filtrante di BWT water+more per la preparazione di bevande. Oggi più che mai, BWT water+more si impegna per una maggiore consapevolezza dell’importanza di un’acqua sempre correttamente bilanciata e ottimizzata per il settore Ho.Re.Ca., partecipando attivamente nella comunità caffeicola. BWT water+more ha provveduto, durante l’evento, alla fornitura dell’acqua ottimizzata per la preparazione dei migliori caffè di tutta Europa, sprigionando i migliori aromi in tazza. » DUOCUP: GRUPPO GIMOKA PORTA AD HOST LA SUA INNOVATIVA MACCHINA PROFESSIONALE Gruppo Gimoka ha presentato a Host 2015 DUOCUP, la sua più recente innovazione in fatto di attrezzature per il porzionato. Si tratta di un prodotto destinato al mercato professionale, della prima e unica attrezzatura che alloggia all’interno un sistema brevettato SYSMART che consente il riconoscimento e la gestione di due tipologie completamente diverse di capsule. Il pay-off di DUOCUP è “Delivering the best of the two worlds” in quanto la macchina può erogare bevande che fino ad oggi avevano necessità di due attrezzature con caratteristiche distinte: espresso italiano e caffè filtro americano. La macchina è dotata di un’avanzata interfaccia utente che, tramite il menu touch, consente in maniera intuitiva di personalizzare dosi e tipologia di erogazione, garantendo sempre un’eccellente esperienza di degustazione. Inoltre, il sistema di infusione per il caffè filtro vanta uno specifico brevetto la cui applicazione consente l’ottimizzazione dell’estrazione.
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#SLWAT EN E TS ST E NTEAWLS##SLWAT EN E TS ST E NTEAWLS#L » IL DISTRIBUTORE AUTOMATICO DI RACCONTI A GRENOBLE
Ha conquistato in breve tempo i media italiani ed europei il distributore di racconti stampati su carta installato a Grenoble, all’interno delle stazioni della linea metropolitana e presso le fermate dei bus della città. La macchina, a seconda di quanti minuti l'utente dichiara di dover aspettare, rilascia una storia più o meno lunga. L’iniziativa è nata in collaborazione con la casa editrice Short Edition, ispirata proprio dai distributori di caffè e bevande installati nelle locazioni pubbliche che offrivano un momento di conforto agli utenti di passaggio.
» YOGA, INAUGURATA A CASCINA TRIULZA (EXPO) LA MOSTRA PER I 70 ANNI DEL BRAND Alla vigilia dei suoi primi 70 anni di storia, una mostra ripercorre le campagne di comunicazione del marchio Yoga, a partire dal famoso carosello televisivo del 1964 con Walter Chiari, “Solo io mi chiamo Yoga”. Inaugurata il 13 ottobre all’Expo Milano, alla presenza del presidente di Conserve Italia Maurizio Gardini, la mostra dedicata al marchio di succhi di frutta Yoga, di proprietà del consorzio cooperativo bolognese, è stata allestita presso gli spazi della Cascina Triulza fino alla fine dell’esposizione universale. La storia di Yoga, il cui marchio fu registrato ufficialmente a Roma nel 1946, comincia già alla fine degli anni venti a Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, sede della omonima industria Massalombarda, prima azienda italiana dedicata alla produzione di succhi di frutta. Il prodotto conobbe subito una larghissima diffusione su larga scala, a tal punto che Yoga divenne quasi una parola di uso comune per indicare i succhi di frutta. Conserve Italia, che rilevò il marchio nel 1995, ha saputo valorizzare con immutata intensità il valore dell’italianità del succo, preservando sempre quella “fedeltà alla frutta” che è garanzia di bontà e di naturalità. Le campagne di comunicazione esposte nel percorso della mostra muoveranno dal claim storico “Solo io mi chiamo Yoga”, ovvero il messaggio che nel corso degli anni è riuscito ad esprimere in maniera efficace e quasi lapidaria il concetto di unicità della marca. Yoga è unico, ma al tempo stesso anche vario e diverso, come i gusti dei succhi e della frutta proposti ai consumatori. Ed è stata proprio la frutta il soggetto e il mezzo con cui Yoga si è sempre proposta agli italiani: dentro alla famosa bottiglia di vetro si trova frutta vera, selezionata con cura e attenzione. All’interno della mostra sarà possibile rivedere anche altri Caroselli televisivi di Yoga, con l’indimenticabile Orsaghiotto, fino ai concorsi a premi (“5 milioni per 5 parole”) e alle recenti campagne di comunicazione di Conserve Italia che continuano a fare leva sull’unicità della marca e sulla bontà della frutta lavorata, necessaria per produrre succhi di altissima qualità. » IL GRUPPO SANT’ANNA FONTI DI VINADIO PROTAGONISTA AD ANUGA
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Gruppo Sant’Anna Fonti di Vinadio ha preso parte ad ANUGA con il suo portfolio prodotti completo. La nuova identità di gruppo, operante in diversi segmenti del beverage e non più solo nelle acque minerali, ha contraddistinto questa partecipazione all’edizione 2015 dell’importante Salone tedesco. l’Azienda ha portato a Colonia l’Acqua Sant’Anna, marchio leader in Italia e nella top 5 europea, il nuovo marchio di acqua di montagna Acqua Mia e Sant’Anna Bio Bottle, la prima bottiglia 100% di origine vegetale; nel settore delle bevande il Gruppo ha proposto invece le nuove linee di the freddi SanThè Sant’Anna e di nettari di frutta SanFruit Sant’Anna. Anuga rappresenta una vetrina importante per l’azienda italiana, che si presenta agli operatori internazionali come soggetto operante in diversi segmenti del settore beverage. L’Azienda sta attraversando una fase fondamentale per lo sviluppo del mercato export e, considerando il pubblico internazionale di questa kermesse, Anuga rappresenta una opportunità strategica per consolidare anche i rapporti internazionali sviluppati negli ultimi mesi.
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#SLWAT EN E TS ST E NTEAWLS##SLWAT EN E TS ST E NTEAWLS#L » AMBURGO, I D.A. DI SIGARETTE DIVENTANO LIBRERIE CHE PROMUOVONO I GIOVANI AUTORI
Cultura al posto del tabacco. Si chiama Hamburger Automatenverlag ed è una splendida iniziativa di una casa editrice di Amburgo: sostituire vecchi distributori di sigarette con piccole librerie di strada automatiche. Romanzi, fumetti, collezioni di poesie, guide turistiche…la selezione è varia e comprende soprattutto opere realizzate da giovani scrittori nati ad Amburgo. I libri sono in formato mignon racchiusi in una piccola scatola che ricorda molto il packaging delle “bionde”. Il prezzo a copia è di circa 4 euro, analogo quindi a quello di un pacchetto di sigarette. Esternamente, sulla vetrina, si può leggere una breve descrizione di ognuno dei libri esposti. Tutti i distributori sono stati riadattati artigianalmente per accogliere il materiale cartaceo creando un bellissimo ibrido che unisce l’arte e la cultura con lo spirito “street”. L’idea è proprio quella di creare delle piccole biblioteche automatiche, sparse per tutta la città (soprattutto vicino alle zone universitarie di Amburgo) svincolandosi dai costi di mantenimento di un negozio e dando visibilità ai talenti emergenti cittadini. Al momento sono cinque i distributori riadattati, ma il progetto di riadattamento di distributori automatici comprende anche le macchinette di chewing-gum, dolciumi e bevande in disuso. Hamburger Automatenverlag nasce nel 2010 da un’idea di Bettina von Bülow e Martin John, due editori amburghesi che hanno deciso di cambiare il modo di relazionarsi con il pubblico, proponendo un formato che rievoca quello dei grandi distributori di tabacchi e che hanno dichiarato: “Sostituiamo la nicotina e la dipendenza da sigarette, con quella da cultura!” » SAECO V&P ANNUNCIA LA NOMINA DI HEIN VAN GORP A NUOVO DIRETTORE COMMERCIALE Sarà Hein van Gorp a guidare le attività di sales, marketing e service di Saeco Vending & Professional. In precedenza, van Gorp ha ricoperto posizioni di leadership presso Ahold, Philips Lighting, ManpowerGroup e Lighting Science Group, lavorando per lunghi periodi negli Stati Uniti, in America Latina, in Africa ed Europa.Per Saeco V&P van Gorp ricoprirà anche il ruolo di Business Leader, succedendo ad Iwald Mons che, dopo aver prestato servizio presso Saeco in Italia negli ultimi sei anni, è tornato in Olanda per svolgere un nuovo ruolo all'interno di Philips.
» BRITA, LEZIONI DI ANALISI SENSORIALE DELL’ACQUA AD HOST 2015 Brita Professional, la business unit dedicata alle applicazioni professionali dell’azienda tedesca specializzata nella filtrazione dell’acqua destinata al consumo alimentare, nel corso di Host 2015 ha presentato le ultime novità di prodotto dedicate al mondo Ho.Re.Ca. I visitatori dello stand BRITA hanno inoltre avuto l’opportunità di sperimentare l’analisi sensoriale applicata all’acqua, scoprendo quali e quante esperienze di gusto, olfattive, persino tattili un semplice bicchiere d’acqua possa offrire. Nelle giornate di lunedì 26 e martedì 27 ottobre Birgit Kohler, responsabile del Laboratorio di Analisi Sensoriale di Brita GmbH e sommelier dell’acqua certificato, ha tenuto tre sessioni di dimostrazione presso lo stand dell’azienda. » FLO, PRESENTATO IL NUOVO BICCHIERE 165 SC
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Presentato in occasione dell’Open Day Vendomat, lo scorso 13 ottobre l’ultimo nato in casa FLO: il nuovo bicchiere 165 SC. Eleganza e design si sposano con l’intento pratico di esaltare le bevande corte, grazie ad una riduzione del diametro inferiore del bicchiere. 165 SC è entrato in produzione e si aggiunge al portafoglio prodotti FLO, azienda leader del settore presente sul mercato da oltre 40 anni.
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D.A.ITALIA 101 NOVEMBRE 2015
# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L » SUZOHAPP LANYARD SPONSOR DI EVEX
SUZOHAPP sarà lanyard sponsor di EVEX-The European Vending Experience, il prestigioso evento previsto a Malaga il prossimo 26 e 27 novembre. EVEX, che integra la EVA AGM and Conference, organizzato da EVA in collaborazione con ANEDA, l’associazione spagnola del Vending. L’evento radunerà i principali attori del settore della distribuzione automatica e del mercato dell’OCS a livello europeo e includerà una giornata espositiva aperta al pubblico. Una sponsorizzazione importante a cui Carles Aleixandre, Executive VP e General Manager Global Vending di SUZOHAPP, tiene molto: “Non siamo nuovi alle sponsorizzazioni nel settore della distribuzione automatica. Quest’anno SUZOHAPP ha già sponsorizzato il concorso inglese THE VENDIES, cui ha partecipato anche come concorrente, qualificandosi come vincitore nella categoria « Best Payment System », grazie a due prodotti dalla grande qualità e affidabilità: la rendiresto Currenza C2 e la gamma di sistemi cashless WorldKey. Il fatto di essere stati selezionati nuovamente come sponsor di un appuntamento tanto importante come EVEX 2015 ci riempie di orgoglio”. Aggiunge Fabienne Maire, Vending Business Development Director di SUZOHAPP: “SUZOHAPP sta acquisendo un ruolo sempre più attivo nel contesto del vending europeo. Il valore del nostro Gruppo è riconosciuto sempre più dal mercato della distribuzione automatica e non possiamo che esserne fieri”. » CAMPBELL’S LANCIA LA ZUPPA IN CAPSULE IN PARTNERSHIP CON KEURIG
La zuppa da oggi si prepara dalla capsula. Se nel mondo del caffè il porzionato conosce un successo che non pare arrestarsi, l’industria alimentare non resta a guardare. Lo storico marchio Campbell’s, dopo aver lanciato il brodo in capsule propone, per le macchine della Keurig, la zuppa di pollo con i noodle, dove la pasta è confezionata in una bustina a parte da versare poi nella tazza. Tre minuti, un bottone da pigiare e la cena è pronta. Due le ricette a disposizione, al momento: Southwest Style e Homestyle Chicken. Le capsule sono acquistabili nei supermarket americani, ma presto verranno vendute anche on line. » LA LOTTA ALLO SPRECO ALIMENTARE SARÀ INSERITA NELLA LEGGE DI STABILITÀ Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, in audizione ieri alla Camera dei deputati sulle proposte di legge sugli sprechi alimentari, ha anticipato che: “oggi recuperiamo 550 mila tonnellate di cibo ancora perfettamente commestibile che, attraverso il prezioso lavoro degli enti caritativi, viene distribuito a milioni di persone in difficoltà, ma possiamo e dobbiamo fare di più, l’obiettivo è arrivare entro il 2016 al recupero di 1 milione di tonnellate. Per raggiungere l’obiettivo del nostro piano SprecoZero, il primo passo fondamentale è la semplificazione delle norme. Con la legge di stabilità, attraverso il Ministero dell’Economia, siamo intervenuti per rendere più conveniente per le imprese donare che sprecare. Lo facciamo innalzando a 15 mila euro la soglia per l’obbligo di comunicazione preventiva in caso di donazione e lasciando a 10 mila euro la soglia per la distruzione. Questo esonero è esteso anche ai prodotti deperibili. Ora è importante arrivare quanto prima a un’approvazione della legge contro gli sprechi che può essere per l’Italia una delle grandi eredità di Expo”. 17
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MONDO ASSOCIAZIONE
STATI GENERALI DEL VENDING, LA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA TRA RIPRESA ECONOMICA E NUOVA NORMATIVA
MONDO ASSOCIAZIONE
CONFIDA HA ORGANIZZATO A MILANO, LO SCORSO 19 OTTOBRE, GLI STATI GENERALI DEL VENDING 2015. PRESENTI AL CONVEGNO, TENUTOSI PRESSO LA SALA ORLANDO DELL’UNIONE CONFCOMMERCIO-IMPRESE PER L’ITALIA, IL PRESIDENTE DI CONFCOMMERCIO CARLO SANGALLI, IL VICEMINISTRO DELL'ECONOMIA LUIGI CASERO, L'ONOREVOLE DANIELE CAPEZZONE, LA SENATRICE ANNA CINZIA BONFRISCO, L'ONOREVOLE ANDREA MAZZIOTTI E IL PRESIDENTE DI CONFIDA PIERO LAZZARI. NEL CORSO DEI LAVORI È STATO ANCHE PRESENTATO IL LIBRO "LA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA" ELLA COLLANA 18
“LE BUSSOLE” DI CONFCOMMERCIO. SOTTOTITOLO DELL’INCONTRO, “CALEIDOSCOPIO DISTRIBUZIONE AUTOMATICA - DIVERSIFICARE IL BUSINESS: NUOVI CONSUMI, TECNOLOGIE INNOVATIVE E OPPORTUNITÀ DI MERCATO”. DI QUESTO ED ALTRO SI È PARLATO DURANTE QUESTA INTENSA GIORNATA DI LAVORI, CHE HA TRA L’ALTRO VISTO LA PRESENTAZIONE DEI RISULTATI DI UNA RICERCA SUI CONSUMATORI (E DEI NON CONSUMATORI) DEL VENDING E DURANTE LA QUALE L’ASSOCIAZIONE HA FATTO IL PUNTO SULLE ATTIVITÀ DI VENDITALIA SERVIZI E SULLA PROSSIMA, ATTESISSIMA EDIZIONE DI VENDITALIA.
D.A.ITALIA 101 NOVEMBRE 2015
La distribuzione automatica è un settore,
gli snack (-8,01%). Dall'aggiornamento
chine OCS. Si registra una sostanziale
con i suoi oltre 30 mila addetti e un fattu-
dello studio di settore curato da Accenture
tenuta dei distributori di bevande calde
rato di filiera pari a circa 3 miliardi, che fa
per conto di Confida da ormai diversi anni, il
(-0,1%) in linea con la tenuta della ‘pausa
registrare applicazioni sempre più inno-
parco macchine installato nel 2014 è di cir-
caffè'. Si nota come il calo sia stato comu-
vative con l'utilizzo di tecnologie di ultima
ca 2.350.000 distributori automatici di cui
ne, con dei picchi negativi nel caso delle
generazione, ma che è ancora fortemente
circa 1.600.000 riguarda le macchine OCS,
bevande fredde e degli snack. Le consu-
legato alla tradizione del caffè espresso
mentre la restante parte è riferita ai gran-
mazioni delle bevande fredde, condizio-
e alla pausa ristoro nei luoghi di lavoro. Il
di distributori automatici di bevande calde,
nate dalle temperature molto basse della
calo dei consumi nel 2014 è stato molto
fredde e prodotti solidi preconfezionati. Il
stagione estiva, sono diminuite (-7,33%)
significativo, con dei picchi negativi nel
parco macchine mostra una diminuzione
rispetto al 2013. La strada della qualità
caso delle bevande fredde (-7,33%) e de-
del 3%, trainata dal forte calo delle mac-
intrapresa dalla distribuzione automatica, 19
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anche grazie a due certificazione di Settore: la certificazione di servizio TQS Vending e la certificazione DTP-114 per le miscele di caffè in grani specifiche per il vending, assicura maggiori garanzie al consumatore. Da non dimenticare poi l'aumento dell'aliquota IVA dal 4 al 10%, entrato in vigore il 1° gennaio 2014, che ha sicuramente penalizzato il settore ed ha generato un adeguamento dei prezzi delle consumazioni. Continua il difficile il momento per il comparto manufatturiero della filiera, in particolare per i produttori di distributori automatici, sistemi di pagamento e accessori, che sono stati la prima componente a risentire di anni di recessione economica e minore propensione ai consumi. Più recentemente il settore è stato interessato da uno specifico provvedimento contenuto nel Decreto legislativo n. 127/2015, in attuazione della Legge delega al Governo in materia fiscale, vale a dire la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori automatici. "A poca distanza dal forte impatto che sul Settore e sulle singole imprese sono derivanti dall'incremento dell'aliquota Iva dal 4 al 10 per cento”, ha dichiarato Piero A. Lazzari presidente di Confida, “mi rendo interprete della più profonda preoccupazione per la nuova ed autentica emergenza, sia sotto il profilo organizzativo che dei costi in capo alle singole aziende, per far fronte agli obblighi derivanti dal D. lgs n. 127/2015. Con l'occasione è mia premura rinnovare l'appello che i costi non ricadano sulle imprese attraverso la previsione di un credito di imposta che renda meno gravoso l'onere finanziario".
CARLO SANGALLI, PRESIDENTE CONFCOMMERCIOIMPRESE PER L’ITALIA “Buongiorno a tutti e benvenuti in Confcommercio. CONFIDA è una delle realtà associative più significative della nostra realtà federale. Quindi, anche se 20
solo per un saluto, volevo essere presente a questo incontro per tre ragioni: la prima ragione ha a che fare con una persona. Io me lo ricordo come fosse ieri: Roma, un anno fa, 30 ottobre 2014, Stati generali del Vending, Lucio Pinetti mi veniva incontro, accogliente, con le braccia a perte e gli occhi pieni di gioia, era felice non perché c’era Carlo Sangalli, era felice perché c’era il presidente di Confcommercio, era felice perché, anche se sapeva che sarebbe stata la sua ultima assemblea, la affrontava
siete la sua Associazione e che ne portate l’eredità. Vengo quindi alla seconda ragione per cui mi trovo qui, oggi: la ragione è la stessa CONFIDA. CONFIDA è un’associazione se vogliamo non tanto grande ma che rappresenta un comparto allo stesso tempo molto particolare e molto diffuso. Più della metà degli italiani dichiara di aver utilizzato almeno una volta un distributore automatico nell’ultimo anno. Eppure, se andate per strada e chiedete a una persona qualsiasi cos’è il vending, molto probabilmente non sarà in grado di rispondervi. Ciononostante, CONFIDA ha una forza particolare come associazione, che la rende un caso interessante per la nostra rappresentanza, perché CONFIDA è più di un categoria, rappresenta una filiera. Sono associati i produttori, chi si occupa delle macchine, chi dei contenuti, chi della manutenzione e della gestione. CONFIDA va oltre i nostri classici schemi associativi, proponendo una rappresentanza più verticale che orizzontale della filiera, tra imprese che fanno lo stesso mestiere e ci aiuta a ripensare la nostra rappresentanza per stare vicini alle imprese. È importante, soprattutto in questo momento così delicato della nostra economia. Siamo infatti in una fase di transizione, i ‘segni meno’ sono ormai archiviati, la fiducia di imprese e famiglie è ai massimi e si può dire che sia in corso un risveglio dei consumi. In altre parole, la ripresa c’è, ma la prudenza è d’obbligo. È d’obbligo perché molte famiglie e imprese non l’hanno ancora toccato con mano, queCARLO SANGALLI sto risveglio, perché molte pica testa alta, consapevole che stava ragcole imprese dei nostri settori continuano giungendo un risultato importante per la a soffrire, perché, soprattutto il Sud, è risua Associazione e lo stava facendo in casa masto indietro. La prudenza è d’obbligo Confcommercio, era orgoglioso di quella perché, dopo molti anni di crisi che hangiornata, come se fosse stato l’ultimo reno colpito il sistema produttivo e hanno galo che faceva alla sua associazione. Luanche ridotto drasticamente la ricchezza cio, il 30 ottobre 2014 aveva le ore contate a degli italiani, tornare a crescere è difficicausa della malattia, ma era ancora capace le. Ecco perché il Governo deve vincere la di regalare agli altri tempo e disponibilità. scommessa di trasformare questa ripreQuell’episodio è stato una lezione di dignità sa in una vera crescita robusta, diffusa. E e di passione che mi è rimasto nel cuore e deve farlo riducendo le tasse su famiglie che oggi ho voluto condividere con voi che e imprese: con la legge di stabilità varata
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pochi giorni fa sicuramente il governo ha intrapreso la strada giusta, che è quella della riduzione delle tasse, perché e non perdiamo questo triste primato di una pressione fiscale tra le più alte al mondo, qualsiasi prospettiva e ipotesi di crescita diventa certamente incompatibile. La legge di Stabilità per noi si traduce in diverse buone scelte. Ci sono però una nota dolente e un’aspettativa mancata: tra le buone scelte, bisogna senza dubbio contare l’aver sterilizzato le clausole di salvaguardia, nel 2016 non ci sarà l’aumento dell’IVA, questo è certamente un fatto molto importante (tutti voi sapete come Confcommercio si è battuta su questo argomento senza ‘se’ e senza ‘ma’). L’incremento della franchigia IVA, la proroga delle agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie e l’Ecobonus. La nota dolente, ne parlavo con l’On. Mazziotti e il Vice Ministro Casero, è che sulla strada dell’abolizione della TASI, si doveva arrivare anche alla totale deducibilità dell’IMU sugli immobili strumentali, compresi negozi e alberghi. L’aspettativa mancata è che ci sarebbe piaciuto un po’ più di coraggio nella riduzione della spesa pubblica improduttiva per avere quelle risorse necessarie e indispensabili per arrivare ad una generalizzata diminuzione delle aliquote IRPEF. Fino a ieri la politica economica è stata sottrazione di risorse attraverso l’eccesso di imposizione fiscale. Oggi deve essere invece sottrazione di ostacoli all’attività delle imprese. Infine, il terzo motivo per cui ho voluto essere qui: la ragione è questo libro, questo volume della collana “Le Bussole”, dal titolo “La distribuzione Automatica”. In questi anni di crisi, la distribuzione automatica è stata capace di offrire, più di altri settori, soluzioni ai cambiamenti dettati dai nuovi stili di vita, dall’organizzazione del lavoro, dal trascorrere fuori casa molto più tempo rispetto al passato. Mi ha molto impressionato, ad esempio, leggere come nel vending si sia passati in pochi anni dalla macchinetta, che era un po’ il simbolo della pausa caffè un po’ ‘grigia’ che si faceva
in tanti uffici, ad un sistema di distribuzione automatica che ha coinvolto anche il lusso e la personalizzazione del prodotto. Questo è un comparto in cui l’innovazione tecnica organizzativa, distributiva, ha un impatto importante e, devo dire, anche vincente. Avere dedicato al vending un volume della collana editoriale di Confcommercio che si occupa proprio di innovazione in tutti i diversi settori, è una scelta certamente indicativa. una scelta che vuole, da un lato, aiutare gli imprenditori di questo comparto
PIERO A. LAZZARI, PRESIDENTE CONFIDA
“Un ringraziamento di cuore a voi tutti per essere qui, a questo nostro appuntamento annuale, così numerosi. Grazie per questa grande partecipazione, a conferma del nostro modo di “essere Associazione”: dove si discute insieme, dove si fa sintesi sui temi “vitali” per il settore e dove, soprattutto, si dà voce collettiva a ciascun associato. E infatti, con questi nostri Stati Generali vogliamo porre al centro dei nostri approfondimenti un tema vitale quale quello delle prospettive del nostro Settore, partendo dalle sue dinamiche di mercato e dalla possibilità di compiere quella decisa virata che, sotto il profilo strategico, è in grado di favorire la ripresa di ciascuna delle componenti della nostra filiera. Per introdurre questi nostri lavori lo faccio partendo proprio dalla parola iniziale del nostro tema: caleidoscopio, uno strumento che ha in sé qualcosa di magico; se guardi al suo interno, puoi vedere una molteplicità di figure che ogni volta mutano geometrie e cambiano colore, senza mai essere le stesse. Il caleidoscopio può essere preso a simbolo di ciò che è economia, società, costume e quanto altro ancora, che è sempre in mutazione e che nel suo evolversi non è mai uguale. Ma la parola “caleidoscopio” sta a significare “vedere bello” e allora vogliamo pensare che anche in un contesto in evoluzione che ti cambia le situazioni c’è sempre un “nuovo” e un “bello” da scoprire. Allora vogliamo PIERO A. LAZZARI guardare all’interno del caleidoa crescere, ma che vuole anche, dall’altro scopio vending per renderci conto di come lato, raccontare, spiegare un pezzo delil mercato si sta modificando per effetto la nostra economia a chi desidera aprire delle nuove tecnologie o per le aspettative una nuova attività. E poi lo abbiamo fatto, dei consumatori e come si stanno riconficome vedete, di un bel colore che indica gurando i nuovi modelli di business. speranza, che spero sempre possa portare Si parla molto di cambiamento, di innofortuna. Io vi ringrazio, ringrazio gli onorevazione ma, in questo contesto evolutivo, voli parlamentari presenti e vi auguro un cosa dobbiamo intendere veramente per buon lavoro. Anche se abbiamo a che fare “cambiamento” e cosa significa realmente con i distributori automatici, non dobbiamo “innovazione”? dimenticare che questo comparto si basa Nei cicli di crisi economica, quale quello di sulle persone, ovvero tutti noi”. questi anni, l’innovazione, se da un lato fa
MONDO ASSOCIAZIONE STATI GENERALI DEL VENDING
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emergere la fine di alcuni segmenti di mercato, allo stesso tempo rappresenta una opportunità perché immancabilmente apre nuove prospettive, stimola nuove visioni e spinge verso il cambiamento. Nel 1908, Henry Ford diceva: “Se avessi chiesto alla gente cosa volesse, mi avrebbero risposto: ‘un cavallo più veloce’, mentre io volevo vendere loro un’auto!” Questo il pensiero vincente di un imprenditore che, ancor prima di essere stato un campione di business, si è rivelato un autentico “rivoluzionario” dei nostri comportamenti sociali. Allora il modello di innovazione a cui fare riferimento non fa perno sulla sola capacità di interpretare le evoluzioni della domanda che viene da clienti e consumatori. Per carità, questa capacità è apprezzabile, ma potrebbe di per se non essere sufficiente, perché quello che oggi viene richiesto è saper proporre nuovi modelli e soluzioni: con un’altra espressione “saper generare la domanda”. E questo, con riferimento al consumatore, vuol dire fargli vivere un’esperienza capace di soddisfarlo durante tutte le fasi del processo di interazione con: tecnologia, prodotto, servizio, un processo certamente complesso e nel quale nessun aspetto va tralasciato. “Essere innovatori e protagonisti del cambiamento” è il messaggio forte che traspare dalla guida “La Distribuzione Automatica” che oggi viene presentata. Questa è l’immagine del nostro Settore che vogliamo consegnare attraverso la nostra presenza nella collana “Le Bussole” di Confcommercio-Imprese per l’Italia. Una presenza che è motivo di onore e, al tempo stesso, di orgoglio, perché ci rende parte integrante del grande patrimonio di conoscenze, di cultura e di capacità imprenditoriali che la nostra Confederazione Generale esprime e rappresenta nel panorama economico e sociale del Paese. A questo riguardo, vorrei usare una bella espressione del Maestro Riccardo Muti: “Il bello della mia Italia e quelle eccellenze da valorizzare”. Sì, perché tra le eccellenze di questo nostro Paese c’è la Distribuzione Automatica in tutta la sua filiera: dalla leadership sui mercati internazionali, con oltre il 70% dei distributori automatici e sistemi di pagamento “made in Italy”, alla eccellenza dei prodotti e al riconosciuto primato dei modelli organizzativi delle imprese di gestione del servizio e di commercializzazione. Voglio ricordare un passaggio della relazione del Presidente Sangalli all’Assemblea 22
confederale di quest’anno, nel quale con passione sollecitavi al “coraggio nell’essere portatori di una visione dell’economia in cui le nostre imprese siano protagoniste di modernità e di innovazione”. Ma subito dopo, con grande concretezza, aggiungevi e facevi appello anche al “coraggio di fare impresa, nonostante tutto”. Sì, perché, se guardiamo a cosa sta dentro a questo “nonostante tutto”, allora bisogna proprio avere tanto, ma tanto coraggio, non solo per un contesto economico da troppo tempo in recessione e che ha fatto venire “il nodo alla gola” a imprenditori e famiglie, ma anche perché, in particolare il nostro Settore, nel brevissimo arco di questi due anni è stato oggetto di provvedimenti che hanno e stanno incidendo pesantemente sul piano finanziario delle aziende e sulla loro liquidità disponibile. Faccio riferimento alla legge n. 98/2013 che, dal gennaio 2014, ha incrementato l’aliquota IVA dal 4 al 10%, ben 6 punti, per finanziare l’Eco-bonus, ma sottraendo al circolo virtuoso degli investimenti nel nostro settore ben 104 milioni di euro, a cui assommare alcune decine di milioni di costi per gli interventi commerciali e tecnici sostenuti direttamente dalle imprese. Di quest’anno il provvedimento relativo alla memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi. La norma, modificata rispetto alla sua prima stesura grazie all’attenzione riservataci, in particolare, dal Vice Ministro Casero e dall’On. Capezzone [e da altri autorevoli membri delle Commissioni Finanze della Camera e del Senato], è certamente apprezzabile perché tiene conto delle problematiche e delle difficoltà di cui ci siamo fatti portavoce, soprattutto con riferimento al parco macchine installato o comunque prodotto. Tuttavia, non posso ignorare e sottacere che comunque le imprese del Settore dovranno far fronte ad un ulteriore esborso di liquidità per l’acquisto di nuove applicazioni e la gestione dei dati, visto e considerato che i distributori automatici non sono stati progettati per essere dei “misuratori fiscali”. Un nuovo onere ed un costo per il Settore a fronte del quale appare del tutto giustificata e legittima la nostra istanza, che qui rinnovo, di un credito di imposta. Caro Presidente, in queste condizioni è veramente tanto, ma tanto difficile “fare impresa”! Però qui, anche oggi, a questo nostro an-
nuale appuntamento, vedo tanti amici imprenditori, i numerosi volti dei nostri associati e allora mi viene da considerare che in questo nostro Settore, “nonostante tutto”, c’è ancora spazio per il coraggio, c’è ancora voglia di mettersi in gioco e di guardare al futuro. Questi nostri Stati Generali stanno proprio a significare questo, che siamo qui non per rincorrere il cambiamento, ma per promuoverlo! Per usare una espressione a Te cara, siamo qui perché “vogliamo giocare in attacco” e “giocare in attacco - anche per la nostra Associazione - vuol dire aiutare le nostre imprese ad essere sempre un passo avanti”, per vedere ciò che è bello nel nostro futuro e, soprattutto, per realizzarlo”.
MONICA BALOCCO E ALESSANDRO FONTANA, STAFF VENDITALIA Monica Balocco - “Innanzitutto, ringrazio CONFIDA per averci dato la possibilità di lavorare a questa edizione 2016. Vorrei cominciare parlandovi del nuovo logo Venditalia, che ha subito un restyling grafico, naturalmente, ma vorrei soffermarmi sul nuovo payoff: da “international vending exhibition” a “worldwide vending exhibition”, perché intendiamo sottolineare che Venditalia è una fiera globale. Venditalia è la più importante fiera del vending al mondo e vogliamo che questa globalità, a partire dal 2016, continui ad aumentare. Oggi contiamo il 70% di visitatori italiani e il 30% esteri, ma vogliamo cambiare questa percentuale, aumentare il numero dei visitatori e portarlo a un 50-50%. Vogliamo affermare di essere la fiera più importante al mondo perché lo siamo, con i nostri 250 espositori, 20.000 visitatori e 27.000 mq e vogliamo utilizzare il made in Italy, perché il vending è made in Italy: oltre il 70% dei distributori sono prodotti da fabbricanti italiani e l’Italia è uno dei paesi più importanti (per non dire il secondo al mondo) nel vending. Ma, soprattutto, vogliamo utilizzare il made in Italy, questo bollino di qualità che ci contraddistingue per rendere questa manifestazione sempre più internazionale come, ad esempio, il caffè espresso. Venditalia si terrà ogni due anni a Milano, questo lo dico perché nel 2015 c’è stata un’edizione speciale in occasione dell’inizio di Expo, ma Venditalia è una manifestazione che intendiamo biennale, che si terrà negli anni
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questa nuova fiera. Io nel ’98 lo facevo per pari. Abbiamo rinnovato la collaborazione lavoro, mentre Lucio ci metteva una pascon FieraMilano, perché Milano che rimasione incredibile. Cercheremo di mettere la ne la città di questa manifestazione. Non ci stessa passione, io e tutto lo staff operativo, dimenticheremo degli anni dispari, ma voanche in questa decima edizione di Vendigliamo lavorare su degli impianti un po’ più talia, che purtroppo è la prima senza Lucio. soft, che ci permettano di mantenere vivo il Utilizzeremo nuovi strumenti di promozionetworking e la collaborazione tra tutte le ne. C’è una parola magica che usa spesso componenti della filiera. Ancora, la nuova il marketing, lead generation: “lead” vuol campagna di comunicazione, dove questa dire potenziale cliente, quindi “generazione “V” è sinonimo di vending ma soprattutto di nuovi potenziali clienti” e noi cercherevuole diventare sinonimo di Venditalia, che mo, con gli strumenti attuali dell’informatidiventa finestra per affacciarsi sul monca, di ottenere una cosa molto importante, do del vending e su quelli che sono i nuovi cioè avere un target di riferimento estretrend e le innovazioni di questo mercato. mamente preciso. Noi andremo a “colpire”, Venditalia è al centro di questo mondo al livogliamo andare a contattare le persone vello globale. Non ultimo il nuovo sito, a sviluppo verticale, quindi compatibile con tutti i device mobili e che ovviamente verrà aggiornato nel corso dei mesi in avvicinamento alla fiera. Oggi è focalizzato sugli espositori, poiché abbiamo aperto le iscrizioni; man mano che ci avvicineremo alla fiera sarà ALESSANDRO FONTANA E MONICA BALOCCO sempre più che possono essere realmente interessate orientato ai visitatori, alle istruzioni per e questo ci è consentito attraverso diversi raggiungerci, per partecipare alla fiera e strumenti: prima di tutto la DEM, mail speche andrà ad aumentare di giorno in giorno dita a 20.000 contatti di Venditalia e 105.000 di contenuti che, di volta in volta, andremo a contatti di FieraMilano, molti dei quali estecostruire, piuttosto che il nostro piano conri. Abbiamo anche una partnership con alvegni, la nostra cena di gala e tantissime tre fiere estere che ci consentiranno di otaltre novità”. tenere il grandissimo obiettivo di spostare in due edizioni a percentuale di visitatori Alessandro Fontana - “Permettetemi, anesteri dal 30 al 50%. abbiamo anche una che a nome dello staff, un ricordo di Lucio politica di re-targeting, sempre assieme a Pinetti. Lucio ha fortemente voluto queFieraMilano. Il re-targeting non è altro che sta fiera nel 1998, quando era Direttore di una politica marketing web specifica per CONFIDA. Io anche allora ero nello staff quelli che hanno già dimostrato interesse operativo di Venditalia e ricordo quante per un determinato argomento, che hanno notti abbiamo passato insieme prima della già fatto un click che li ha identificati come prima edizione a studiare come realizzare
interessati alla DA e ai suoi prodotti. Quindi nulla andrà perduto. Avremo anche un banner sul sito Mixer Planet e sui siti delle riviste specializzate. La prima DEM che abbiamo realizzato sarà una DEM grafica, abbiamo voluto un impatto non solo testuale ma anche visivo molto importante. Il piano DEM sia per i visitatori che per gli espositori è già stato programmato, abbiamo varie iniziative da qui ad aprile, specifiche, mirate per inviare delle mail a un target di riferimento identificato con grande precisione e che parlerà di argomenti sempre diversi ma che possono, argomento per argomento, interessare i potenziali acquisitori. Faremo lo stesso, ovviamente, con i visitatori. Ricordiamo che il portale, come le DEM, saranno multilanguage e quindi riusciranno a colpire un numero davvero impressionante di potenziali visitatori. C re d i a m o quindi attraverso queste politiche di incrementare moltissimo il numero di visitatori di Venditalia 2016. Ci sarà una collaborazione importante con le riviste (stiamo chiudendo accordi con riviste di settore, mondo del caffè e Food&Beverage in generale) e troverete la lista sempre aggiornata dei media partner sul sito. Social media marketing, soprattutto per i visitatori: saremo molto social, avremo un profilo Facebook, un profilo Twitter e un profilo LinkedIn, messi in linea proprio in concomitanza con gli Stati Generali del Vending. Venditalia offrirà nuovi servizi, c’è una concezione leggermente diversa rispetto alle precedenti nove edizioni: avremo sale riunioni e magazzini, un auditorium, un kindergarten e altre new entry, delle offerte che abbiamo studiato
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specificatamente per questa edizione. Sale riunioni e magazzini significano dare la possibilità di prenotare spazi per le merci o di usufruire di sale riunioni messe a disposizione da Venditalia. Questo è importantissimo perché noi crediamo che degli stand molto belli, molto rappresentativi facciano davvero bene al vending e purtroppo alcuni di questi spazi vengono dedicati a dei magazzini, a delle sale riunioni, a degli spazi che ci devono essere in fiera. Se noi li collochiamo in un’altra zona, ma sempre vicino allo stand, riusciamo a valorizzare al 100% l’area espositiva, quindi fare un favore sia all’azienda, sia ai visitatori, che avranno più spazio per visitare lo stand. Avremo un auditorium con un intenso programma di convegni e appuntamenti, con talk show internazionali, per il pubblico di altre nazionalità. Ad esempio, un visitatore tedesco potrà assistere a un incontro tenuto in tedesco da un personaggio noto in Germania che parlerà di vending con il suo linguaggio, inteso non solo come lingua madre, ma come temi che sono cari all’operatore vending di quel Paese. Avremo anche un’area New Entry Business Matching e Reading Room, per dare l’opportunità a chi non si è mai affacciato al mondo del vending, con un piccolo investimento, di avere uno spazio a disposizione, per presentare i suoi prodotti a tutto il mercato. Avremo un kindergarten per i ragazzi sotto gli 11 anni: sappiamo quanto sia importante, soprattutto per chi compie viaggi lunghi, portare con sé tutta la famiglia. Stimo lavorando inoltre a dei “pacchetti su misura” pensati per le aziende, con offerte travel e hospitality all’interno di Venditalia. Tutti i relatori hanno detto che il distributore automatico (o il vending stesso) deve trasferire emozione. Ecco, forse l’emozione della fiera può essere ancora più grande se, alla visita di Venditalia riusciamo ad aggiungere l’offerta di un pacchetto viaggio, per cui una persona può rimanere a Milano e fare delle attività all’interno della città o nelle immediate vicinanze, concedendosi una piccola vacanza”
LAURA OSTINI, “LA FOTOGRAFIA DELLE PRATICHE DI USO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA IN ITALIA”
2012 del 44,2%, fino ad arrivare al 51,9% di quest’anno, quindi un tasso di crescita davvero importante. Il tasso di penetrazione è sicuramente cresciuto in modo significativo, ma abbiamo ancora un bacino d’utenza con un potenziale di consumatori che la “Nell’ottica di tracciare un ritratto del conDA potrà pensare di accogliere in futuro. sumatore (e del non consumatore) del venIn particolare, siamo andati a capire chi fosding, abbiamo intervistato 800 persone se il non utente, rispetto al genere (maschirappresentative della popolazione di età le o femminile) e rispetto all’età. Per quancompresa tra 18 e 60 anni, in modo da aveto riguarda uomini e donne, possiamo dire re un quadro generale di quella che è l’atche non ci sono differenze significative: entuale penetrazione della distribuzione autrambi approciano la DA in modo assolutamente similare (50,6% uomini, 49,4% donne). La concentrazione maggiore rispetto all’utilizzo della DA l’abbiamo nella fascia di età 25-44, quindi “da convertire” all’utilizzo del distributore sono le fasce di popolazione più giovane e più anziana. Per quanto riguarda le aree geografiche, non ci sono differenze rispetto a quelle che sono le percentuali di diffusione nazionale, mentre c’è un indice molto più basso di concentrazione di utilizzo della DA nei piccoli centri fino a 10.000 abitanti. Probabilmente è dovuto al fatto che c’è una densità di popolazione lavoratrice inferiore in questi centri. Abbiamo poi rilevato la frequenza di utilizzo al distributore automatico e non abbiamo registrato risultati molto diversi rispetto al passato. Quello che abbiamo notato, è che il 27% di coloro che dichiarano di aver prelevato dal distributore automatico almeno una volta nell’ultimo anno, dichiara di farlo una volta al giorno. Quindi quasi un terzo degli intervistati ogni giorno acquista dal distributore auLAURA OSTINI tomatico. Il 30% dichiara invece di prelevare con frequenza settimanale, tomatica in Italia. Il 48,1% della popolazione fino ad arrivare al 19% di consumatori che non è utente del vending, mentre un 51,9% dichiara frequenza mensile ed un 24% che si dichiara utilizzatore di un distributore audichiara una frequenza ancora inferiore. tomatico: in questo caso non parliamo di Abbiamo quindi diviso tra heavy users, frequenza di utilizzo ma solo di chi, nel corlight users, medium users, occasional so dell’ultimo anno, ha dichiarato di aver users. Ovviamente il nostro compito è queleffettuato almeno un prelievo dal distribulo di fidelizzare quanto più possibile quel tore automatico. Non è il primo anno che 27% di heavy users, ma sui medium e light viene condotta un’indagine quantitativa reusers c’è molto margine di possibilità di lativamente al settore, ma è evidente che convertirli a utilizzi più frequenti. Quello nel 2009 (data del precedente rilevamento) che i dati ci dicono è che abbiamo un 30% di avevamo una penetrazione del 41,9%, nel
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questi users da fidelizzare, più un 70% di quelli che non abbiamo identificato come top target su cui sicuramente possiamo fare un grande lavoro di reclutamento e spingerli ad incrementare la frequenza di utilizzo del distributore automatico. Importante sottolineare che questo 30% ha a disposizione un distributore automatico, mentre il 48,1% dei non-users in una certa misura potrebbe vivere in luoghi non serviti. Possiamo fare persino la supposizione che quel 12% di users occasionali abbia una ragione simile, ovvero delle ragioni esterne che impediscano di diventare utenti, ma su quei heavy, su quei medium e su quei light, non abbiamo scuse: i light devono diventare medium, i medium heavy e gli heavy vanno conservati e diventare “ambasciatori” del vending, perché se prelevano tanto devono essere anche piuttosto soddisfatti. Abbiamo poi chiesto a chi nell’ultimo mese ha effettuato degli acquisti quali sono i loro stili alimentari: abbiamo un 46,9% di attenti (linea, salute, etica, ecc.) abbiamo un 14,2% di disordinati e un 32,6% di intermedi, che hanno un approcio più rilassato nei confronti dell’alimentazione a cui aggiungiamo un 6,3% di problematici, ovvero con particolari esigenze mediche (intolleranze alimentari, ecc.). Questi ultimi, naturalmente, incontrano difficoltà oggettive ad acquistare prodotti alimentari al distributore automatico e non solo. Questa analisi è stata fatta perché ci sembra importante segnalare che il target dei consumatori attenti è densamente popolato ed è alla ricerca di alimenti e bevande che riescano a soddisfare le sue esigenze. In quali luoghi vengono approciati i distributori automatici? Abbiamo diviso il campione in due categorie: utenza stanziale (coloro che hanno prelevato sul luogo di lavoro o di studio) e utenza in movimento (locazioni pubbliche). Naturalmente gli heavy users appartengo-
no all’utenza stanziale, quotidiana. A questo proposito, pensiamo che il vending potrebbe svilupparsi moltissimo all’interno delle scuole e delle università, sopratutto se si tiene conto del fatto che andrebbe maggiormente coinvolta l’utenza più giovane, come abbiamo visto. Per l’utenza in movimento, invece, i luoghi di maggior prelievo sono rappresentati dalle strutture sanitarie e, a seguire, dagli uffici pubblici, luoghi di transito e commerciali. I negozi automatici rappresentano ancora una realtà piuttosto limitata (11%), perché limitata è la loro presenza sul territorio: da segnalare che gli heavy users e la popolazione più giovane fanno comunque un elevato utilizzo rispetto agli altri target di analisi di prelievo dal negozio automatico. Sempre tra coloro che hanno dichiarato di aver usato un distributore automatico nell’ultimo anno, le bevande con il 98% di prelievi rappresentano la tipologia di prodotto maggiormente utilizzata, gli alimenti seguono con un 70%; bevande calde 90%, bevande fredde 77% dei prelievi. Da notare che anche l’utilizzo di snack dolci (59%) e salati (52%) è elevato, mentre piatti pronti e alimenti freschi hanno percentuali molto più contenute. Il prelievo, dunque, è estremamente calibrato sulle diverse tipologie di prodotto, non c’è un prodotto veramente vincente rispetto all’altro all’interno dei prelievi stessi. Un 42% degli intervistati dichiara di prelevare entrambe le tipologie di prodotto, sia bevande che alimenti; ma ci sono anche coloro che utilizzano in modo esclusivo, prelevano in modo esclusivo o bevande (37%) o alimenti (29%): questo va detto, per sottolineare che è fondamentale offrire un buon livello di assortimento per essere in grado di catturare le esigenze di una popolazione con bisogni molto variegati ed in particolare diversificare rispetto alle fasce d’età. Seguono i consumatori di piatti pronti (21%) e
alimenti freschi (10%). Interessante il 20% di utenti che acquistano chewing-gum o caramelle dalla vending machine. Per quanto riguarda i metodi di pagamento, il più diffuso rimane la moneta (79%), a seguire le chiavette (33%) e poi carta-moneta (22,5%) o carta di credito (12%), seguite da una App sul telefono (3%). Spesso la moneta o la carta di credito, va ricordato, vengono utilizzate per ricaricare i sistemi di pagamento cashless, dati in dotazione a chi lavora in un’azienda. Da notare che uno dei problemi più riscontrati dall’utenza è la difficoltà di avere a disposizione la moneta “contata”, ecco spiegato quindi il successo di utilizzo delle chiavette elettroniche, dove queste sono date in dotazione. Abbiamo inoltre riscontrato un altro problema in questo senso: circa un terzo degli utilizzatori è scontento della mancata erogazione del resto, dichiarata (29%) o del fatto che la macchinetta se lo “mangi” (26%), quindi che il dispositivo funzioni male. La situazione comunque si sta evolvendo rapidamente. Non è più solo chi non ha un bar nelle vicinanze a ricorrere al vending: può darsi che al distributore vada proprio chi un bar nelle vicinanze ce l’ha, ma non è soddisfatto della qualità del prodotto. Naturalmente succede anche il contrario, perché c’è anche la competizione tra canali e non ci possiamo sottrarre a questa logica, ma sicuramente il vending ha saputo guadagnare punti sul piano della qualità e del servizio. A coloro che hanno dichiarato di non utilizzare il distributore automatico (48,1%) ne sono stati chiesti i motivi. La ragione principale risulta legata al luogo di utilizzo: il momento in cui si beve un caffè e si crea un momento di stacco è importante che venga effettuato in un luogo piacevole e molto spesso capita che il distributore non venga collocato in un punto particolarmente attrattivo. Per quanto riguarda il pagamento,
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come abbiamo visto, la maggior barriera di utilizzo è legata al fatto che se la moneta è il metodo più diffuso, non sempre la moneta è disponibile e queste sono tutte occasioni perse di prelievo dal distributore. A questo va aggiunto il fatto che il distributore non dia resto o che non lo restituisca. Ancora, l’assortimento, importante anche rispetto a coloro che si dichiarano salutisti, gli “attenti”. Il consumatore vuole sempre più un assortimento variegato di prodotti, mentre il vending porta con sé l’idea che i prodotti siano sempre gli stessi, un po’ noiosi e che quindi questo porti un rifiuto al prelievo stesso dal distributore automatico. Ancora, il prezzo, perché data la qualità percepita non così elevata (gli users non riconoscono i prodotti!), anche il rapporto qualità/ prezzo non è in linea con gli standard dei consumatori che non approciano la DA e che quindi preferiscono spendere e trovare un rapporto più conveniente in altri luoghi. C’è poi un’area molto importante legata al funzionamento e alla gestione della macchina, per cui l’utente si aspetta di avere degli elevati standard di manutenzione, di pulizia della macchinetta che in qualche modo certifichi la qualità della macchina e dei prodotti al suo interno. Per cui abbiamo avuto dai consumatori delle richieste circa una maggiore manutenzione da parte dei gestori per garantire dei servizi e delle pulizie elevati sulla macchina. Abbiamo poi un 32% che non ha motivi particolari per non approciare la DA, ma semplicemente non è interessata. Questa domande sono rivolte a chi non utilizza la DA, quindi sono giudizi obiettivi ma ci sono anche un sacco di pregiudizi, come il fato che il caffè della macchinetta sia cattivo. Dobbiamo ovviamente farci carico dei giudizi ma anche dei pregiudizi e dimostrare loro che molti di questi sono sbagliati e scalzarli uno a uno. Andiamo invece a capire quali sono i motivi prevalenti di utilizzo per coloro che dichiarano di aver utilizzato almeno una volta nell’ultimo mese il distributore automatico: abbiamo un 23% che dichiara di farlo “per necessità”, perché non ha nelle vicinanze un bar; un 16% per necessità, perché non gli è consentito allontanarsi dal lavoro; abbiamo però anche tanti consumatori che approciano il distributore automatico in modo più positivo, nel senso che scelgono di passare il tempo della pausa al distributore perché diventa un momento di convivialità con amici e colleghi. esiste quindi l’elemento della necessità, ma esi28
ste anche un approcio positivo: per molti la vending machine è un luogo di rifornimento comodo, veloce, adatto a soddisfare appetito o la sete ed è vantaggioso in termini di prezzo. A coloro che dichiarano di aver utilizzato il d.a. nell’ultimo anno abbiamo chiesto anche qual è il loro livello di soddisfazione. Non c’è un problema in questo senso, perché i livelli di soddisfazione sono complessivamente molto positivi (molto/ abbastanza soddisfatto). Quello che ci lascia perplessi è che c’è un 17% di utilizzatori che si dichiarano estremamente soddisfatti: un po’ di questo 60% di “abbastanza” andrebbero convertiti... Analizziamo per un attimo i consumatori potenziali, intesi come medium o light users: tra loro solo 1/3 si dichiara veramente soddisfatto, mentre tra i light users i molto soddisfatti si attestano sul 20%. Quindi, i livelli di soddisfazione in generale sono alti, ma non così alti se parliamo di estrema soddisfazione. C’è molto da fare perché effettivamente coloro che sono i nostri top target (heavy users) possano consumare di più e perché i nostri medium/ light users non siano più utenti settimanali o mensili del distributore, ma acquistino con frequenza settimanale/giornaliera. Abbiamo chiesto a coloro che hanno prelevato almeno una volta nell’ultimo mese quali nuove tipologie di prodotto che vorrebbero trovare nelle macchine vending. E non solo, abbiamo anche cercato di capire se la frequenza sia legata alla presenza o meno di determinate tipologie di prodotti del distributore stesso. Da un punto di vista di alimenti, quello che il nostro target ci sta chiedendo è la presenza di panini e tramezzini che consumerebbero regolarmente (40%), quindi l’idea di un pasto, di uno snack più sostanzioso rispetto i prodotti presenti nella maggior parte dei distributori automatici; ma c’è, parallelamente, la richiesta di prodotti light, in linea con i nuovi trend di consumo e gli stili alimentari, quindi la richiesta di insalate, frutta e verdura, latticini freschi, che rappresentano una tipologia di prodotto molto interessante. Ricordiamo che l’assortimento non abbastanza ampio era anche una causa di non utilizzo! Dal punto di vista delle bevande, va segnalato che tanti consumatori stanno chiedendo variazioni sul tema caffè: in particolare, quasi la metà degli intervistati dichiara che vorrebbe avere un maggiore assortimento in questo senso. Ma non solo: abbiamo anche una richiesta di miscele diverse per
quanto riguarda il tè, chiesto anche senza zucchero dall’utenza più esigente e di varie soluzioni dolcificanti per le altre bevande calde. Ancora, i contenitori, i bicchieri e i supporti in genere: un aspetto che potrebbe rendere il consumo al distributore automatico più gradevole, confortevole per il nostro consumatore. Quali sono quindi le aspettative dei consumatori in termini di evoluzione del vending? In ordine di importanza: richieste relative al funzionamento esaudite; manutenzione e gestione (anche igienica) della macchina e del personale più assidue per una maggiore efficienza e una maggiore qualità; sistemi di pagamento alternativi; macchine più attrezzate e confortevoli”.
PAOLA ROSSI, “MANTENERE IL PARCO UTENTI, INCREMENTARE GLI ACCESSI-SUPERARE LE BARRIERE” “Mi sento in dovere di spiegare perché questa ricerca è stata condotta. In questo caso, la ricerca è stata integrata, quantitativa e qualitativa, perché serviva a due obiettivi: il primo, ‘fare la fotografia’ a chi oggi fa i prelievi al distributore automatico, sapere prima di tutto quanti sono, farne un ritratto. Altrettanto importante è l’altra faccia della medaglia, ovvero chi è il non utente della distribuzione automatica? Ci vogliamo rassegnare al fatto che resti un non utente per sempre? La fotografia si basa su un campione rappresentativo della popolazione italiana, come abbiamo visto. Il secondo obiettivo è capire cosa vuole l’utente evoluto, di cosa si lamenta, come immagina la distribuzione automatica in futuro. Per ogni settore di sviluppo -e questo lo è, lo dicono i dati, ovvero l’utenza cresce di anno in annoè fondamentale andare a sentire il suo consumatore esigente, perché è lui che avrà le critiche più aspre da fare, avrà suggerimenti da dare, alcuni praticabili e alcuni no, perché sulla fattibilità tocca ai professionisti dare la propria opinione. In questo secondo caso abbiamo preso un campione rappresentativo piccolo, 30 soggetti, li abbiamo sentiti però per 10 giorni consecutivi, con il metodo della “virtual room”, dove venivano riuniti due volte al giorno per confrontarsi, scambiarsi opinioni. Tenete presente che tra questi soggetti il 50% spendeva almeno 3 a 5 € a settimana e l’altro 50% da 5 a 10 € per la distribuzione automatica, quindi frequentatori abituali del canale e quindi le
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loro opinioni valgono a raccontarci in che direzione dovrebbe andare la DA per corrispondere ai bisogni di questa popolazione esigente. Dialoghi in remoto: l’analisi qualitativa è stata svolta questa volta, per volere della committenza, non “faccia a faccia”, ma in una stanza virtuale in cui i soggetti interessati erano obbligati ad entrare due volte al giorno per rispondere alle nostre domande, senza vincoli di orario, purché si collegassero, come da accordi. I colloqui sono stati registrati tra il mese di giugno e quello di luglio. Vi dico subito che sono successe cose molto interessanti, come spesso accade quando si esce dalla griglia del questionario strutturato e le persone possono dire quello che pensano. Ve ne racconto qualcuna... Di quel campione altospendente (3-10€/settimana), è interessante vedere che opinione hanno su prodotti, alimenti, macchine, servizio e pagamenti. Il vending, dal punto di vista dei consumatori, è senz’altro una cosa diversa dal vending in questa stanza. Per loro il vending è il prodotto che prendi dalla macchina, la macchina stessa ecc., sono molto concreti. Partiamo dagli alimenti: riguardo al tè dicono: “si trova già zuccherato, acidulo, senza latte: perché non è previsto che si prendano l’acqua calda, la bustina e, separatamente, lo zucchero?”. Sul caffè: “perché non c’è un decoroso caffè lungo?”. Per molti inoltre, è stato valorizzante aggiungere caffè di marca accanto al caffè anonimo, i consumatori lo percepiscono e lo apprezzano, lo vedono come un passo avanti. “Ci vorrebbero un sacchetto di mandorle, scaglie di parmigiano, spremute preparate al momento, soft drink minisize, dolci per le ricorrenze...”, tra le varie richieste di prodotti alternativi. Panini e dai tramezzini: quelli nel distributore automatico scadono dopo 40 giorni “ma ti pare possibile?”. Gli utenti chiedono anche street food: può sembrare assurdo, ma il vending è un canale di vendita su strada! E poi ci chiedono le temperature di conservazione differenziate, il ghiaccio nelle macchine e, addirittura, arrivano a immagi-
nare dei piatti 4 stelle, cioè alimenti di alta ristorazione. Naturalmente non nei corridoi di un liceo ma all’aeroporto, nelle pensiline del treno alta velocità, nei pressi di monumenti o luoghi di interesse culturale. Uscendo dal food (per i consumatori questa separazione non è ovvia né nettissima), nelle macchine di stazioni e aeroporti vedono benissimo spazzolino, dentifricio, libri da viaggio, alcuni metterebbero dei gratta e vinci per Emergency, quindi toccando anche un pochino la sfera dell’impegno sociale e
staziona all’interno della macchina ed è poco propensa ad acquistarlo. Più in generale, abbiamo capito che, dal momento che dentro la macchina non possiamo mettere tutto il mondo, che la completezza nella DA non la possiamo perseguire, allora dobbiamo in qualche modo perseguire l’assortimento e la rotazione. Inoltre, molto interessante il discorso sulle specialità territoriali, che probabilmente riuscirebbero a fare elevare l’immagine degli alimenti messi a disposizioni dalla DA, slegandola dal pregiudizio degli snack “noiosi”, uguali dappertutto. Le specialità di cui il nostro territorio è straricco, i prodotti di norcineria, i latticini stagionati, i dolci locali: tutte questa cose ne valorizzerebbero molto l’immagine. E poi lo street food, perché se la modalità di prelievo dal distributore automatico è quella su strada, è così facile immaginare al suo interno cibo di strada... Mi rendo conto che queste suggestioni vanno poi confrontate con la praticabilità, di cui ne sapete di più voi costruttori, voi gestori, voi responsabili della logistica. Ma se non si comincia ad andare un po’ incontro a queste esigenze, non riusciremo mai a superare il pregiudizio che il cibo della DA non sia buono. La metà degli italiani già non lo pensa, ma vogliamo rinunciare a convincere l’altra metà? Sulle macchine: le macchine vecchie hanno un’aria trasandata. Vetrine rigate, plastiche opache, qualche botta qua e là, sistemi di pagamento univoci, grafiche sorpassate: da una macchina vecchia non ti viene voglia di prelevare niente! Mi rendo conto che è costoso sostiPAOLA ROSSI tuire una macchina invecchiata dell’etica. Sul piano delle bevande calde, che funziona ancora, ma una macchina vecappare molto insistente la richiesta di un’echia fa un bruttissimo servizio al vending e voluzione del tè; abbiamo capito inoltre che ne danneggia molto l’immagine. Piace invela presenza del caffè branded è molto prece la vetrina che mostra i grani e il macina miante, però è vero che se venisse erogata caffè, ecc. Non stiamo chiedendo la luna, la variante americana del caffè, quella nelle alcune richieste sono possibili da accogliemaxi cup (oggi un consumo in crescita) sare, sono praticabili. Se installo una macchirebbe sicuramente oggetto di richiesta rina evoluta i consumi alla DA crescono. Encorrente. Poi va risolto il problema degli trando nel merito della macchina che snack freschi, anzi freschissimi, perché l’udialoga con il consumatore, l’utente preferitenza italiana non è disposta a pensare che rebbe che la macchina parlasse con la sua ci sia un prodotto fresco che per un mese centrale, per l’assortimento o per un allar-
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me tempestivo al primo segno di malfunzionamento. Sul servizio, ci dicono: “io non so chi debba farlo, ma deve essere assicurata l’igiene della pulsantiera e del cassetto di caduta: molte macchine sono indecenti in queste due aree, proprio dove vai a mettere le tue mani”. E ancora: “Io preleverò dal distributore automatico quando introdurranno dei sistemi di controllo delle scadenze e l’eliminazione garantita dei freschi non prelevati”; “servono dei piccoli supporti al consumo pulito (accessori) anche per il personale che effettua il caricamento delle macchine. Veniamo poi agli aspetti di ecosostenibilità: la DA è energivora, come tutti gli impianti che restano accesi 24 ore su 24, ben illuminati. Bisogna limitare i danni, quindi, per esempio installando pannelli fotovoltaici su quelle installate in strada o dotare gli ARD di mezzi di trasporto elettrici, almeno nei centri cittadini”. Questi sono più che altro dei correttivi, qualcosa che compensi i consumi della macchina, inevitabili. Ad esempio, sono invocati i compattatori di rifiuti e bicchieri. “Possono fare molto per migliorare il servizio: bastoncini per mescolare della misura adeguata rispetto a quello che si beve”, “un design un po’ più attraente”, “copribicchieri per le bevande calde da trasportare”, “cannucce per le lattine”, “prodotti in carta”, sono alcuni dei suggerimenti. Cosa emerge da questa analisi? è quasi lapalissiano che, per far crescere la distribuzione automatica bisogna far spendere di più chi già spende al distributore automatico: quel 52% che, abbiamo visto, ha fatto più di un prelievo nel corso dell’ultimo anno noi dobbiamo trattenerlo, ma dobbiamo far crescere tutte le usership: light, medium, heavy. Seconda strategia per crescere è far accedere alla DA tutti coloro che adesso non vi accedono. C’è un 48% che magari abita nel centro sperduto -conosciamo la conformazione del territorio italiano,
ma sappiamo anche che il territorio italiano è molto penetrato dalla DA- ma ce ne sono moltissimi altri che invece passano davanti a una macchina vending due o tre volte al giorno e queste persone vanno convinte. Come? Ci sono dei provvedimenti sul campo dell’immagine da prendere, se non li abbiamo già presi, perché da utente mi rendo conto che moltissimo è stato fatto negli ultimi dieci anni. Non basta. Ovvero, bisogna cancellare dalla DA tutto quel pregiudizio che ancora un po’ le aleggia intorno, quell’aria di “superato”. Certo, se frequentiamo le fiere, vediamo l’opposto di un settore antiquato, ma se andiamo in giro, nelle locazioni pubbliche come nelle aziende, la situazione è diversa: macchine vecchie, metodi di pagamento non aggiornati, assortimento non adeguato ai trend di consumo. Nostro dovere è anche togliere dalla DA il vissuto di “obbligatorio”: in che misura prelevare dal distributore è una scelta e in quale misura è ancora un obbligo? Come vediamo, c’è una componente di scelta che sta crescendo ed è determinata dalla comodità/immediatezza del canale, il vending è il canale più economico, è un luogo di socializzazione, ma c’è ancora una componente di obbligo. La macchinetta viene scelta solo quando non c’è un’alternativa. Questa storia dell’obbligo è estremamente nociva per il vending: bisogna arrivare a considerare la DA un canale a tutti gli effetti, come qualsiasi altro, a cui si può accedere o non accedere. Dobbiamo convincerci noi di essere un canale che compete al pari degli altri, è la precondizione per cui il consumatore smetterà di considerare la DA un surrogato di altri canali, a cui far ricorso solo in momenti estremi. Conclusioni: la DA è automatica ed è sempre più digitale. Il futuro è automatico e digitale. Questo è un humus fantastico! Siamo il canale che più di tutti, insieme all’e-commerce, è automatico e digitale,
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siamo in naturale sintonia con il futuro. Non potremo essere sempre “sul pezzo” come i cellulari, ma possiamo essere sempre in fase di rinnovamento e di applicazione delle nuove tecnologie. Macchine e assortimenti desueti o sempre uguali, questi sono i principali motivi dell’immagine negativa della DA, vale la pena ricordarlo. Infine, la comunicazione. Sappiamo di non essere un settore così ricco da permettersi grandi campagne, ma ognuno fa comunicazione anche quando esce con i furgoni, quando fa indossare all’ARD la divisa, quando trasmette un messaggio attraverso le macchine brandizzate. La DA funziona alla grande sui posti di lavoro, non a caso. Certo, sul lavoro si prende un caffè, ma soprattutto si socializza davanti alla macchina, si passa qualche minuto di relax senza fare pause troppo lunghe. Laddove la DA si sgancia dalle motivazioni prettamente funzionali ed entra nel campo del relazionale, del piacere, della curiosità verso nuovi prodotti, ha delle chance supplementari. I gestori dovrebbero muoversi come operatori della ristorazione fuori casa, non come operatori della logistica. Sono i vostri strumenti, le vostre tecnologie a dover girare, non la vostra logistica. E i fabbricanti di macchine dovrebbero pensare di riuscire a vincere solo affermando il proprio primato tecnologico. Così come è importante dimostrare la vostra coscienza ambientale, altro valore fondamentale per il consumatore, in particolare quello evoluto, che percepisce la macchina vending come energivora. I produttori di alimenti, che fino ad ora (con poche eccezioni) hanno messo nelle vending machine formati e referenze che sono soliti posizionare sugli scaffali della GDO, dovrebbero cominciare a mettere all’interno del distributore automatico alimenti e bevande studiati apposta per il canale, esclusivi. Anche questa cosa contribuirebbe alla valorizzazione del canale”.
marcolucaferri.com
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HOST 2015 SUCCESSO INTERNAZIONALE PER UN'ECCELLENZA ITALIANA
SI È CONCLUSA MARTEDÌ 27 OTTOBRE HOSTMILANO 2015, LA MANIFESTAZIONE LEADER MONDIALE NELL’EQUIPMENT, COFFEE AND FOOD, QUEST’ANNO PIÙ CHE MAI CARATTERIZZATA DALLA PRESENZA INTERNAZIONALE. UN’EDIZIONE DA RECORD CHE SI È SVOLTA IN CONCOMITANZA CON LE ULTIME BATTUTE DELL’ESPOSIZIONE UNIVERSALE, RAGGIUNGIBILE DIRETTAMENTE DAI PADIGLIONI DI HOST. 34
CALA IL SIPARIO SU UN'EDIZIONE CHE SEGNA UN PASSAGGIO CHIAVE NELL'EVOLUZIONE DI HOSTMILANO: RIVISTE AL RIALZO TUTTE LE PREVISIONI DELLA VIGILIA, CON UN INCREMENTO DEL 13,5% NELLE PRESENZE DI VISITATORI PROFESSIONALI, A QUOTA 150.968. E, SOPRATTUTTO, CON UN AUMENTO ESPONENZIALE DEI PROFESSIONISTI ESTERI: 60.383 MILA PRESENZE DA 172 PAESI, IL 40% DEL TOTALE E IN CRESCITA DEL 17%.
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"Più che un processo, l'internazionalizzazione di Host è ormai un fatto acquisito, che sta nelle dimensioni, nei numeri e nella qualità" ha commentato l'Amministratore Delegato di Fiera Milano, Corrado Peraboni, "Non solo. Host riflette il nuovo scenario geopolitico e apre a mercati come Iran, Africa e Cuba. All'aumento del 13,5% dei visitatori hanno contribuito diversi fattori: la focalizzazione nel supportare le aziende a tutto campo e a lungo termine, il grande impegno nello scouting all'estero, anche grazie alla collaborazione con ITA-ICE, e la sinergia con la città e con quello che rappresenta per il Made in ltaly. Una strada intrapresa con successo da Host, e che ci vedrà impegnati per accele-
rare l'internazionalizzazione anche delle altre manifestazioni". Ed è anche stata un successo la gestione logistica connessa alla contemporaneità con le giornate finali di EXPO, che si sono confermate ad altissima affluenza di pubblico: "In costante coordinamento con le Forze dell'Ordine, con l'efficace collaborazione di tutti i soggetti deputati al trasporto pubblico e, grazie alle tecnologie di cui è dotata, Fiera Milano ha gestito un numero elevatissimo di persone e mezzi con la massima flessibilità ed efficienza, confermando la consolidata competenza nei grandi eventi," ha aggiunto Peraboni. Il valore aggiunto della collocazione a Milano è stato sottolineato da molti professionisti esteri. "C"è molta voglia di stile italiano negli 35
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Emirati" ha dichiarato Andrej Trajkovski di Zadea, importatore di Doha (Qatar) che ha la rappresentanza di prestigiosi marchi occidentali "Ad esempio, stiamo scoprendo i prodotti tradizionali mediterranei. E questo è il luogo migliore per trovare questo stile e le tecnologie per produrli". Stile, ma anche innovazione che si dirige verso mercati sempre nuovi: "Nonostante i macchinari europei siano penalizzati da dazi molto alti" ha spiegato Miguel Annessi, Direttore Operazioni e Acquisti di David Rosental & Hijos di Rosario, Argentina: "veniamo qui a Host a selezionarli perché la tecnologia in esposizione è molto più avanzata di quella disponibile da noi". 36
HOST 2015
Host2015 è stata anche vivacizzata da oltre 400 eventi fra seminari e workshop, gare, campionati, show-cooking e degustazioni. Il comasco Gianni Cocco è stato Incoronato Migliore barista d'Italia, mentre Il Campionato mondiale di pasticceria ha visto a sorpresa la vittoria del Giappone. Medaglia d"argento per l'agguerrita Nazionale azzurra. Appuntamento nel 2017, quando HostMilano celebrerà l'edizione numero 40, presso i padiglioni di fieramllano a Rho da venerdì 20 a martedì 24 ottobre. > Nel prossimo numero verrà pubblicata l'ampia galleria fotografica che D.A. Italia ha realizzato durante i giorni della manifestazione.
IL CAFFÈ NELLA SUA FORMA MIGLIORE.
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EVENTI
GRUPPO ILLIRIA PRESENTATO A EXPO IL BILANCIO SOCIALE 2014
EVENTI
GRUPPO ILLIRIA, LEADER NEL FRIULI VENEZIA GIULIA E TRA I PRINCIPALI GRUPPI DI GESTIONE A LIVELLO NAZIONALE, HA SCELTO EXPOMILANO 2015 PER PRESENTARE IL SUO PRIMO BILANCIO SOCIALE, RELATIVO ALL’ANNO 2014. QUESTO IMPORTANTE DOCUMENTO È NATO COME STRUMENTO PER DAR CONTO DELLE INIZIATIVE DI MIGLIORAMENTO E DEL PERCORSO DEL GRUPPO ATTRAVERSO LE ATTIVITÀ DI SOSTENIBILITÀ SOCIALE E AMBIENTALE E DI PROMOZIONE DI INIZIATIVE PER LA SALUTE E IL BENESSERE, PRESTANDO LA DOVUTA ATTENZIONE 38
ALLE ASPETTATIVE DI TUTTI GLI STAKEHOLDER. L’EVENTO, CHE HA COINVOLTO IL MANAGEMENT ILLIRIA, SI È SVOLTO NEI PRESSI DELL’ALBERO DELLA VITA, ALL’INTERNO DI UNA SALA CONFERENZE MESSA A DISPOSIZIONE DA SAN PELLEGRINO, PARTNER ORGANIZZATIVO DELL’INCONTRO INSIEME A NESTLÉ. D.A. ITALIA, RAPPRESENTATA DA ALESSANDRO FONTANA, OSPITE DELL’EVENTO INSIEME A PIERO LAZZARI (CONFIDA) E MASSIMO TRAPLETTI (IVS), RIPORTA DI SEGUITO UN RESOCONTO DELLA GIORNATA E DEI CONTENUTI DEL BILANCIO SOCIALE ILLIRIA.
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LISA CATTARINUZZI
JOSÉ MARIA CATTARINUZZI, PRESIDENTE GRUPPO ILLIRIA SPA, HA DATO IL VIA AI LAVORI CON UN BENVENUTO AGLI OSPITI ED ILLUSTRANDO BREVEMENTE LA GENESI E LA STORIA DELL’AZIENDA:
“Ringrazio voi, i nostri clienti speciali, i nostri collaboratori, quelli presenti in sala e non solo, i nostri ospiti. Vorrei spendere due parole per parlare del
Gruppo Illiria e della sua evoluzione. Nel 1976 Coca-Cola dismise il ramo vending, perché non era più remunerativo. In quel periodo sono nate diverse società, tra cui la nostra ed altre. Io e Mario Toniutti ci conoscevamo, ci siamo frequentati e ci siamo detti che non aveva senso restare “piccoli” nel tempo nel mercato del vending. Avevamo debiti e pochi soldi ma abbiamo unito gli sforzi con l’obiettivo di crescere, abbiamo creato un gruppo
coinvolgendo altre società di gestione. Nel 1996 è nata una prima collaborazione e nel 2001 abbiamo creato una holding con tutte queste società, separate ma facenti capo alla stessa casa madre. Nel 2007, dopo aver individuato strategie aziendali condivise, abbiamo deciso di creare Gruppo Illiria srl, oggi SpA. Tutto quello che ci ha mosso è stata l’idea di creare qualcosa di bello, di strutturato, con un senso. Abbiamo investito tutte le 39
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JOSÉ MARIA CATTARINUZZI
nostre risorse nella società. Oggi possiamo dire di essere un’azienda strutturata, sana sotto il profilo finanziario e che cerca di essere nel mercato nel modo corretto, dando qualità, cercando di essere anche, perché no, di riferimento, non stravolgendo il mercato, non rovinando il mercato anche se, bene o male, nel momento di crisi “spinge” da tutte la parti e senz’altro non è semplice mantenere un’etica, una situazione in cui si può dare un servizio fatto bene al giusto prezzo. Oggi siamo qui per il Bilancio Sociale, un altro tassello creato per dare immagine, ma anche per dimostrare agli altri come lavoriamo e per fare in modo di essere coerenti e dare un aiuto alla società per non sprecare e fare le cose nella giusta maniera. Vi ringrazio ancora per il tempo che ci avete dedicato e per la vostra presenza”. A SEGUIRE, L’INTERVENTO DI MARIO TONIUTTI, DIRETTORE GENERALE, VICEPRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO GRUPPO ILLIRIA, CHE HA 40
INTRODOTTO AI PRESENTI ALCUNI CONCETTI FONDAMENTALI PER COMPRENDERE IL VENDING E LE SUE RECENTI EVOLUZIONI, COME IL RUOLO DELL’IMPRENDITORE O LE ABITUDINI DI CONSUMO.
“Come già detto dal presidente Cattarinuzzi, questa è un’avventura nata tanti anni fa, un’avventura difficile perché noi, che veniamo dalla terra dei friulani, storicamente sappiamo quanto sia difficile costruire una realtà imprenditoriale, ma anche quello che è tutta la nostra vita, perché in un territorio che ha 1.200.000 abitanti, con un terremoto che nel 1976 ci aveva messo in ginocchio, ricominciare daccapo e ricostruire, impostare un’azienda, credetemi, non è stato facile. Devo dire, con estrema soddisfazione, nella nostra regione siamo riconosciuti come un’azienda di riferimento perché, magari le persone non lo sanno, l’area triestina rispetto a quella goriziana e a quella friulana-pordenonese ha un campanilismo, una competizione piuttosto
vivace, da sempre e riuscire a mettere insieme dei soci e le loro attività imprenditoriali, condividendole per creare qualcosa di importante e grande, non è stato scontato e sicuramente è stato merito del signor Cattarinuzzi, che è riuscito a trasmettere questo concetto in tutte le figure dei soci che oggi fanno parte di Gruppo Illiria. Io, come è naturale che sia nell’evoluzione delle generazioni, sto assumendo questo incarico importante e quando ho cominciato la mia avventura in questo settore (che sinceramente a me neanche piaceva, è stato proprio José a convincermi a proseguire questa strada!) mai avrei pensato di essere un giorno di condurre una società di 350 dipendenti con oltre 40milioni di fatturato con una presenza territoriale a livello nazionale veramente importante e di trovarmi ad Expo, in Italia, a presentarne il bilancio sociale. Voglio spendere anche io qualche parola di ringraziamento per tutti i clienti presenti. Per noi questo è il primo evento e non è stato semplice organizzarlo, insieme a Nestlé/San Pel-
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legrino, che ringrazio, all’interno di una struttura difficile come questa, anche se mi sembra abbia portato un ottimo risultato e ne sono soddisfatto. Il ringraziamento più importante va sicuramente a tutte le persone che quest’anno (per noi difficilissimo a livello di mercato, competitor, scenario) hanno dedicato il loro impegno per riuscire a realizzare il bilancio sociale, in modo particolare Lisa Cattarinuzzi, che li rappresenta tutti e che ha dedicato molto tempo a questo progetto, che sarà meritatamente lei stessa a presentarvi. Infine, un grazie alla famiglia Ferrarini, per aver dato lo spunto e per aver collaborato al raggiungimento di questo obiettivo. Cominciamo da quello che all’interno del nostro codice civile è definito “imprenditore”, ovvero chi esercita ufficialmente un’attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi. Oggi fare azienda è difficile, il cliente ci percepisce giustamente come un fornitore e come tale deve metterlo
in competizione con la sua concorrenza. Però molto difficile da trasferire è che l’imprenditore che ha una propria morale, che non sfrutta tutta l‘azienda per bene proprio e quindi tutto ciò che è l’utile, il risultato finale di un anno intero di lavoro, prosciuga l’azienda per cose che riguardano solo i soci o solo se stesso (nell’eventualità si trattasse di un imprenditore socio unico) è cosa diversa da quello che invece lascia all’interno dell’azienda una parte dei propri utili per poterli reinvestire e creare qualità di servizio e valore al nostro settore. Quello che invece ad oggi io sposo personalmente, come tutte le persone che collaborano con me per portare avanti Gruppo Illiria, è la figura dell’imprenditore inteso come chi esercita professionalmente un’attività superando una sfera puramente economica per espandersi in quella sociale e ambientale. Quindi, lo sforzo da parte nostra e della nostra azienda è teso a reinvestire una parte dei propri utili anche in quello che è un impe-
gno morale nei confronti dell’ambiente e del sociale, con una serie di obiettivi futuri che Illiria si impegna a raggiungere. Il nostro settore è quello del vending, un termine inglese che molti di voi probabilmente non conoscono e che indica servizio attraverso distributori automatici. Servizio che molti percepiscono come “quelli delle macchinette”: qui c’è il presidente Lazzari e sa bene a cosa mi riferisco...io trovavo anche il termine “macchinette” riduttivo rispetto a tutto quello che oggi fanno gli operatori del settore. In realtà molti del mondo della distribuzione automatica., molti nostri clienti conoscono questo servizio come “la macchinetta” e quando il nostro compianto presidente Lucio Pinetti mi disse che questo non era un termine dequalificante, perché era un riferimento, un segnale chiaro e riconosciuto del lavoro che stai facendo pensai (ed ero tra i pochi) che forse quella sarebbe stata la strada giusta per valorizzare il nostro settore. Vending oggi significa 2,5 milio-
MARIO TONIUTTI
EVENTI GRUPPO ILLIRIA BILANCIO SOCIALE 2014
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ni di distributori automatici installati, 6 miliardi di momenti di consumo/anno, 20 milioni di utilizzatori, due miliardi di euro di fatturato, 30.000 addetti ai lavori. Non è un settore molto importante per lo Stato, per questo vive una grande sofferenza nelle comunicazioni con le Istituzioni, per tutte quelle che sono le leggi che ci regolano per esercitare la nostra attività. Purtroppo devo dire che le maggiori difficoltà che hanno oggi i gestori sono proprio legate a tutta questa burocrazia che ci è caduta addosso e che non ci permette di dedicare tempo allo sviluppo del nostro business. Oggi siamo spesso e volentieri occupati a risolvere problemi che lo Stato ci crea: l’ultimo è stato l’aumento dell’incidenza dell’IVA dal 4 al 10% sul prezzo di vendita, adesso abbiamo un problema serio con l’approvazione a fine luglio della certificazione degli incassi, dovremmo ingegnarci per certificare ogni moneta introdotta all’interno del distributore automatico...ve ne ho nominate solo due, ma si tratta di numerose problematiche, spesso complesse. Interessante è stata un’indagine CONFIDA di quest’ultimo periodo relativamente all’utilizzo dei distributori automatici. Ho chiesto aiuto a Piero Lazzari, perché penso che per i nostri clienti sia utile sapere come è composto il nostro settore. L’indagine è stata condotta quest’anno su 800 campioni e ha dato un risultato interessante da analizzare. Nell’ultimo anno il 51,9% delle persone ha utilizzato il d.a. contro un 48,1% che non lo ha utilizzato. Dal 2009 al 2015 abbiamo aumentato del 10% i nostri consumatori, ma il vending è indubbiamente un settore che ha ancora il 50% di possibilità di crescita: un numero enorme, per quanto riguarda i gestori e il settore, perché se oggi sono occupate 30.000 persone per questo mestiere, la possibilità è che ce ne possano essere altri 30.000, se riuscissimo un giorno ad arrivare al 100% degli utenti. 50% uomini e 50% donne compongono il campione, mentre la fascia di età più interessata a questo canale è quella 25-44 anni, come è normale che sia. Destinata a crescere anche quella 18-24, poiché le nuove generazioni hanno una maggiore facilità di approccio alla macchina. La frequenza
con cui si presentano davanti ai d.a. è: 27% quotidianamente, 20% due-tre volte a settimana, 11% una volta alla settimana, 14% 2-3 volte al mese, 5% una volta al mese, addirittura 24% meno di una volta al mese. Sono tutti numeri che vogliono dire moltissimo per chi gestisce questo business, perché danno un’idea di quanti margini di crescita ci possano essere nel nostro settore. Alla domanda: “Si avvicina a descrivere maggiormente il suo regime alimentare...” il 13% risponde “sono molto attento alla linea, acquisto anche alimentari leggeri, con poche calorie; il 34% “sono attento a mangiare in prevalenza cose sane e genuine senza farmi particolari problemi”; il 14% dice: “mangio quello che capita in maniera disordinata, spesso di fretta e fuori da pasti”; il 32% “mangio di tutto”; il 6,3% afferma “l’acquisto di alcuni alimentari mi è escluso perché soffro di allergie/intolleranze”. Raggruppando queste categorie si vede quanto sia importante la quota dei salutisti (47%) totale, 32% “intermedi”, solo il 14% i “disordinati” e il 6,3% i “problematici”. Tutti questi dati forniscono indicazioni precise ai gestori su quali sono gli alimenti che devono essere proposti affinché si possano avvicinare sempre più utenti. La motivazione che più frequentemente spinge a scegliere di acquistare dal distributore automatico è la comodità: “è disponibile proprio dove ne ho bisogno” 35%; “la voglia di un caffè” 33%; “per necessità” (no bar o supermercato nelle vicinanze) 23%; “per velocità, è il metodo più rapido per saziarmi” 23%; la sete 22%, ecc. Convenienza e comodità sono in cima alla lista delle ragioni per cui si acquista dalla macchinetta: “acquisti al volo, senza attesa al banco o alla cassa”, “il risparmio: due caffè al prezzo di uno al bar” “la macchinetta mi ‘salva la vita’ durante gli attacchi di fame improvvisa” “dalle mie parti il caffè costa il 100% in più al bar: ho calcolato cha con un caffè e una bottiglietta d’acqua al giorno risparmiate ci pago un weekend di vacanza”... Queste sono tutte risposte date dai consumatori che indicano l’elemento determinante che li avvicina al nostro servizio. Tra gli altri valori aggiunti attribuiti al vending, la socializzazione: “mi
piace tantissimo l’idea dell’alzarmi dalla scrivania per scambiare due chiacchiere con i colleghi davanti alla macchinetta” o la generosità, con il caffè della macchinetta lo si diventa tutti, la mia chiavetta è sempre lì in vista e non mi preoccupo se qualcun me la scrocca, perché un caffè a 0,35€ lo offro volentieri... entri a far parte di un team quando, da neoassunto, entri in possesso della mitica chiavetta che, oltre a farti risparmiare ti accomuna al gruppo: “se devo fare una confidenza a una collega, preferisco farla davanti alla macchinetta che seduto alla scrivania con gli altri attorno”. Questo è il nostro settore. Per gran parte delle persone che trattano il servizio, è un accordo per l’inserimento di macchine in una locazione che deve durare un anno, due anni o più, con un termine economico che lo regoli; per i gestori invece vuol dire regalare ai consumatori la pausa, un momento fondamentale. Il business, noi del Gruppo Illiria, lo muoviamo proprio basandoci sul fatto che non è il distributore, ma sono la qualità, il servizio ad essere determinanti, per cui spendiamo tutte le nostre energie in questo. Ma la cosa fondamentale è formare i nostri operatori perché capiscano che davanti al d.a., il cliente ha un momento di pausa e nel momento di pausa scarica le proprie tensioni, perché si alza, “stacca” dal proprio lavoro, si presenta al distributore, perché socializza, cerca un momento di pace. È vero, consuma, vuole che il caffè sia buono, che l’acqua minerale scenda e non si incastri come a volte capita, però l’elemento fondamentale è proprio la tensione che il consumatore ha nel momento in cui va davanti alla macchinetta. Questa è una delle difficoltà maggiori che i gestori del vending hanno, perché formare un operatore che quotidianamente deve lavorare, caricare i prodotti nelle vending machine, guidare, essere sempre attento, sempre gentile coi propri clienti, credetemi, è una delle cose più complicate del nostro business. Spero che queste due giornate per voi siano state interessanti e sicuramente i nostri commerciali che vi verranno a trovare vorranno sentire direttamente da voi come è andata, come noi tutti speriamo. Grazie”
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EVENTI GRUPPO ILLIRIA BILANCIO SOCIALE 2014
collaborazione costante di tutti i dipendenti. D.A.ITALIA 101 NOVEMBRE 2015
Controllo remoto del distributore tramite la Sala Regia.
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10 Interazione in tempo reale fra operatore e sede della filiale attraverso apparecchiature GPS, così da garantire elevati livelli di qualità sia sul rifornimento sia sul funzionamento delle macchine.
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SISTEMA
Effettuazione di un piano di campionamento di analisi microbiologiche delle bevande in erogazione dei distributori automatici.
È STATA LISA CATTARINUZZI, VICE DIRETTORE GRUPPO ILLIRIA, CHE HA COORDINATO LA REALIZZAZIONE DEL BILANCIO SOCIALE 2014 A DARE ALCUNE INTERESSANTI ANTICIPAZIONI DEL DOCUMENTO, DISPONIBILE SUL SITO UFFICIALE DEL GRUPPO. DI SEGUITO, IL SUO INTERVENTO INTEGRALE.
“Il nostro Bilancio Sociale io lo descriverei così: una fotografia di quello che la nostra azienda ha fatto negli anni in modo spontaneo, in ambito socio-ambientale. Dico in modo spontaneo perché, a differenza di tutte altre aree in cui Gruppo Illiria, come ogni altra azienda che voglia stare sul mercato, si dà una programmazione chiara degli obiettivi, dei budget e dei risultati che deve raggiungere, in questo ambito l’azienda non se li è mai dati, almeno fino ad oggi. Diversi passi, comunque, sono stati compiuti in questa direzione. Questo vuole essere il primo di questi passi, il più importante, vuole segnare un‘assunzione più consapevole di responsabilità in questo settore e risponde a un’esigenza che 44
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“In un’era dominata dall’apparenza, Gruppo Illiria ha scelto di essere. Ecco perché quello che propone ai clienti, ovvero un servizio di qualità, è espressione della sua identità organizzativa interna”
Massimo rispetto della catena del freddo e dell’integrità degli alimenti grazie ai Piani di rilevazione delle temperature di conservazione delle derrate alimentari negli automezzi, tutti allestiti con pozzetti refrigerati e rivestiti internamente.
Responsabile Qualità Gruppo Illiria
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Effettuazione di un piano di campionamento di tamponi ambientali al fine di verificare l’effettiva applicazione del protocollo di sanificazione da parte del personale viaggiante di Gruppo Illiria.
Le derrate dei fornitori vengono controllate al loro arrivo, viene rilevata e registrata la temperatura e in caso di rilevazione di non conformità si procede con le azioni correttive.
ILLIRIA
Effettuazione di un piano di campionamento di analisi di potabilità delle acque degli stabili.
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Si inizia dall’accettazione della merce e dalla gestione dei magazzini. I magazzini sono tutti oscurati per mantenere inalterata la temperatura. E’ prevista, inoltre, una gestione in remoto delle celle refrigerate presenti nei magazzini stessi.
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Controlli sistematici per assicurare un tempestivo intervento e un’efficace politica di manutenzione preventiva.
Sanificazione regolare di tutte le parti del distributore.
abbiamo, come azienda, di capire quanto siamo performanti, non solo da un punto di vista economico (spesso si parla di mission omettendo che la prima missione di un’azienda è fare utile), perché nel 2015 credo che un’azienda non si possa esimere dal considerare anche i propri impatti, non solo economici ma anche sul tessuto sociale e sugli interlocutori con cui si interfaccia a vario titolo, dai clienti ai fornitori, alle comunità locali, ai soci, ai finanziatori... Da oggi noi ci diamo consapevolmente degli obiettivi. Dal punto di vista metodologico, il bilancio è stato redatto secondo le guide-linea del GRI (Global Reporting Initiative) e del gruppo di studio 2013 sul bilancio sociale. La periodicità di rendicontazione corrisponde al bilancio di esercizio. Gruppo Illiria ha 12.232 distributori installati, 7.369 macchine OCS, 304 dipendenti, 8 sedi operative (la sede dell’Emilia-Romagna si occupa anche del territorio toscano), 3 società controllate e 2 partecipate, 192 automezzi per gestire circa 12.000 clienti. A proposito di mission, la nostra è sempre stata quella di soddisfare il cliente
con un servizio quanto più possibile di qualità. Ed è proprio in quest’ottica che è nato il “sistema Illiria”: si tratta di un processo standardizzato che nasce dalla filosofia dell’azienda, ovvero creare uno standard condiviso in modo che il nostro consumatore che mette la chiavetta nel distributore di Udine possa avere lo stesso servizio del cliente che acquista il suo prodotto nella sede di Milano. Questo ha richiesto un impegno notevole perché, naturalmente, spostarci e uscire dal Friuli, dove siamo nati per creare delle sedi operative, strutturarle e portarle ad operare tutte nello stesso modo non è cosa facile, però per noi “fare sistema” ha voluto dire 13 soprattutto questo, creare un sistema che sotto ogni aspetto, dal magazzino alla sala amministrativa, funzioni alla stessa maniera. Per quanto riguarda i valori, i nostri sono: qualità, innovazione, intesa come innovazione di prodotto, quindi la continua ricerca di soddisfare il nostro cliente, esigenze che sono mutevoli, ad un ritmo molto elevato (ad esempio, un tempo era fuori discussione il pranzo a casa, oggi invece è
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la normalità pranzare fuori) innovazione tecnologica, la telemetria, ad esempio, cioè il controllo a distanza dei distributore automatico che permette di sapere, senza dover andare davanti alla macchina, se quella macchina ha delle spirali vuote: sono tutte cose che ci permettono di avvicinarci al nostro obiettivo principale, un servizio di qualità al consumatore. Il terzo valore è quello della responsabilità, intesa soprattutto come rispetto per l’ambiente e promozione di stili di vita sani. Il “sistema Illiria”, da un punto di vista gestionale, assicura un controllo sistematico di ogni aspetto dell’organizzazione e questo credo sia un punto molto interessante per il cliente, dal CdA alla gestione delle singole aree e sedi. Venendo agli stakeholders, i più importanti siete voi, i clienti. I nostri clienti sono del tutto trasversali, anche perché un distributore automatico c’è dappertutto, dalla casa di riposo al reparto maternità di un ospedale, alla scuola, all’azienda e questa trasversalità rende più difficile l’identificazione delle esigenze delle tipologie di consumatori per quanto il fatto di intuire, anticipare e rispondere a queste esigenze è sicuramente uno degli obiettivi che l’azienda si pone. Soprattutto anticiparle, riuscire cioè a rispondere all’esigenza nel momento stesso in cui si crea, senza dover correrci dietro. Vediamo che le aziende commerciali, aziende industriali, aziende private e aziende pubbliche costituiscono un buon 50% dei nostri clienti, che peraltro vanno a coprire tutte le aziende, tutte le scuole, le palestre, l’outdoor (metropolitana, treno, ecc.). Un questionario di soddisfazione che somministriamo a un campione rappresentativo di clienti ogni anno ci indica, tra le varie informazioni utili, un dato per noi significativo: il grado di soddisfazione per l’azienda espresso dai clienti è buono, in alcuni casi, ad esempio per quanto riguarda la cortesia degli ARD o l’assistenza commerciale, abbiamo la miglior risposta in questo senso. Questo ci indica che siamo sulla strada giusta, quindi che i risultati che ci poniamo sono abbastanza in linea con i riscontri che poi abbiamo da parte dei clienti. Un altro aspetto riguarda l’analisi delle chiamate ricevute dal nostro call center. Naturalmente la maggior par-
te di queste chiamate riguardano l’assistenza tecnica, i guasti, che coem è abbastanza prevedibile con un parco macchine vending installate di 12.200 unità e 7.400 OCS. Forse il dato da sottolineare in questo caso è quello dei tempi in cui noi interveniamo per riparare: nel 76% dei casi il guasto viene riparato entro 8 ore, di cui un 40% entro un’ora (ma questa stima comprende anche le macchine OCS che si considerano riparate quando sostituite, andando ad aumentare il tempo medio..). Nel 2014 abbiamo portato avanti un progetto per rendere fruibili anche alle persone con disabilità visiva i nostri distributori automatici, con tastiere per ipovedenti e ci stiamo muovendo per implementare le locazioni in cui portare avanti questo progetto. Naturalmente è ininfluente che ci siano o meno ipovedenti tra i fruitori del nostro parco macchine: l’attenzione “vera” si vede proprio quando non ci sono dei numeri significativi a supportare una scelta. Come ad esempio la vendita di DPI in alcune realtà dove c’è l’esigenza per i clienti di erogare questo tipo di prodotto: il distributore, in questo caso, permette anche all’azienda che lo ha installato una gestione di magazzino più semplice ed efficiente. Un altro importante stakeholder per noi sono i fornitori: fornitori di prodotti, di servizi e di distributori. Sicuramente un impatto sul territorio Gruppo Illiria, nel suo piccolo, ce l’ha: nel 2014 abbiamo effettuato acquisti per 18milioni di euro. Riportiamo nel nostro bilancio sociale anche i valori, i principi che animano il rapporto con i fornitori: trasparenza, uguaglianza, lealtà, libera concorrenza. Aderiamo a CONFIDA, a Confindustria e a COVEN, un consorzio di cui fanno parte alcune aziende del settore e che ha un taglio più orientato al consumatore, all’analisi dei desiderata del consumatore. Gli obiettivi che ci siamo posti nei confronti degli stakeholders sono: ampliare i test di gradimento dei nuovi prodotti (sempre per raggiungere l’obiettivo di rispondere alle esigenza del cliente, anche programmando dei test sui nuovi prodotti sempre più dettagliati, non basati sulle nostre analisi e su quello che pensiamo voglia il cliente); un altro progetto mosso dallo stesso obiettivo è la configurazione dei distributori, ovvero pensare le
vending machine secondo i criteri del category management, quindi “vestire” il distributore in base alle reali esigenze della clientela di una determinata locazione, per centrare meglio, per rispondere in modo puntuale a quello che il cliente chiede. Intendiamo andare avanti con il progetto delle macchine per le fasce più deboli tra i nostri clienti e vogliamo anche approfondire il monitoraggio dei fornitori, non valutarli cioè solo dal punto di vista economico e del prezzo ma anche, ad esempio, dal punto di vista del packaging utilizzato (es. ecosostenibile, riciclabile o con minore utilizzo di materia prima). Un altro progetto in quest’ambito è quello di standardizzare sempre di più l’operato dell’ispettore. L’ispettore è quella figura al nostro interno che verifica che il servizio che noi vogliamo rendere corrisponda effettivamente a quello che sul campo rendiamo. In merito alle risorse umane, possiamo vedere che quasi tutte le persone assunte da Gruppo Illiria sono assunte a tempo indeterminato (292 su 300). Notiamo un aumento del personale dal 2013 al 2014, dovuto in realtà all’incorporamento di una società, DIA srl, che costituisce la nostra attuale sede dell’Emilia-Romagna. A parte questa fusione, il nostro personale è rimasto stabile: un buon risultato, considerando che non possiamo certo ignorare la crisi economica che ha portato molte aziende a licenziare. Una cosa che siamo riusciti ad evitare e che è per noi motivo di orgoglio: non abbiamo licenziato, ma anzi lievemente incrementato (al netto dell’acquisizione). per quanto riguarda l’età, la fascia più nutrita tra coloro che compongono il nostro personale è quella compresa tra i 31 e i 45 anni, il genere è a preponderanza maschile, non per disparità, ma perché si tratta di un lavoro che oggettivamente si presta maggiormente a chi dispone di una certa forza fisica, infatti il 65% delle donne assunte ha un ruolo impiegatizio. La stabilità lavorativa all’interno di un’azienda può essere analizzata attraverso il turnover, diciamo che misura il tasso con cui un’azienda ricambia il proprio personale. Il nostro indice di turnover (rapporto tra entrata e uscita, ndr) ci fa vedere che tendenzialmente il nostro personale non se ne va, abbiamo un buon tasso di perma-
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nenza in azienda. Il tasso di compensazione (che, se superiore a 100 indica incremento del personale) indica che c’è stato un buon incremento del personale anche se, come ho detto, in parte dipesa dall’acquisizione. Ancora, Gruppo Illiria investe parecchio nella formazione del personale: le ore del 2014 sono di molto inferiori a quelle “spese” nel 2013, ma solo perché alcuni nostri programmi di formazione hanno cadenza biennale. È un aspetto sicuramente strategico per l’azienda: il personale formato fa crescere l’azienda, quello non formato non lo fa. In merito alla sicurezza, gli infortuni sono lievemente aumentati, ma sono diminuiti i giorni di infortunio, quindi parliamo di incidenti di lieve entità e infatti siamo stati tra i primi ad avere tutta una serie di certificazioni tra cui la BS OHSAS 18001:2007 che riguarda la salute, la sicurezza dei nostri lavoratori nello svolgimento delle proprie mansioni. In questo ambito, ci diamo l’obiettivo di aumentare la formazione di operatori ed ispettori proprio perché sono sul campo, sono gli artefici più immediati della qualità (alta o scarsa) del nostro servizio e anche di portare all’interno alcune attività formative legate a queste figure, perché ci permettono un approccio più “calato” nella realtà del vending: spesso i formatori esterni sono validissimi, ma è davvero difficile trovare qualcuno che faccia forma-
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zione in modo così mirato. Per quanto riguarda l’aspetto dell’igiene, ogni tanto cerco di guardare le cose dall’esterno e penso che il consumatore, non interessato più di tanto al mondo del vending, voglia comunque avere delle informazioni, sapere ad esempio se il gruppo caffè della macchina viene sostituito, ogni quanto, per sapere se il prodotto che consuma viene erogato da una macchina efficiente, come un’auto che viene regolarmente revisionata e sicuramente mi garantisce di essere in condizione di non avere incidenti dati dalla meccanica. Gruppo Illiria fa manutenzione preventiva alle macchine, tutta quella serie di attività che noi facciamo in modo programmato (e non solo quando il distributore automatico non funziona!) tramite un programma settimanale che indica all’operatore su quale distributore deve andare a intervenire. L’intervento viene registrato sul palmare che dirà, in un secondo tempo, quando dovrà tornare a sostituire determinati componenti. Allo stesso modo, comunichiamo se controlliamo la temperatura, se sanifichiamo le macchine, quante ispezioni per il rifornimento facciamo, quante ore dedichiamo alla manutenzione, alla taratura e alle indagini sui prodotti. Tra il 2013 e il 2014 queste ore sono aumentate in tutti i casi, quindi l’attenzione all’igiene dei nostri distributori è sempre più elevata. Unica ec-
cezione, le ore di pulizia del magazzino o dei mezzi di trasporto, perché non sono aumentate né le dimensioni del primo né il numero dei secondi. Un plus che forse vale la pena indicare è la sanificazione delle componenti interne dei distributori automatici, un aspetto che ci caratterizza abbastanza perché non molte gestioni tra quelle che conosco lo fanno. Così come per la manutenzione preventiva, l’operatore esce a scadenza programmata e la sera carica il suo kit (mixer, vaschetta e griglia della station cup, scivolo, beccuccio dello zucchero) ovvero gli strumenti per la sanificazione di tutte quelle parti più soggette a contaminazione. Periodicamente, queste parti verranno sostituite con componenti sterili e portate all’interno dell’azienda per la sanificazione in sala lavaggi. Questa è un’attività a mio parere degna di nota, che il consumatore finale dovrebbe conoscere, ma che spesso è difficile comunicare. Farlo o non farlo può davvero fare la differenza su quello che adiamo ad offrire. La tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle risorse naturali sono per l’azienda un obiettivo ad alta priorità. Sicuramente l’aspetto ambientale più significativo riguarda lo smaltimento dei rifiuti: negli anni la nostra differenziazione e il rispetto della raccolta differenziata è sempre più aumentato in modo progressivo negli
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ultimi anni. Diminuiscono solo gli smaltimenti di ferro e acciaio ma semplicemente perché abbiamo nell’ultimo anno deciso di vendere all’estero (invece che rottamarli) distributori che non utilizziamo perché non rispondono ai nostri standard e sono dismessi. Un progetto di cui vale invece la pena parlare è uno studio del 2014, con l’obiettivo di implementarlo nel 2015, è quello che riguarda l’utilizzo dei fondi di caffè, uno dei principali sottoprodotti della nostra attività, infatti vediamo che nel 2014 abbiamo smaltito 800.000 kg di caffè, un quantitativo imponente. Dovremmo, sulla base delle analisi condotte nel 2014, utilizzare questo prodotto per le centrali a biogas, dove la materia organica viene degradata grazie all’assenza di ossigeno e alla temperatura controllata. Il risultato di questa degradazione è triplice: il biogas, che genera energia elettrica, il calore per il riscaldamento e il digest-up, un fertilizzante più performante del letame, utile all’agricoltura. Mi piace portare l’attenzione su questo progetto perché è il classico progetto “we win”, dove cioè vincono tutti. Noi perché troviamo un metodo efficiente di smaltimento dei fondi di caffè e l’ambiente, perché andiamo ad inquinare di meno e a produrre energia alternativa. Sempre in tema di risparmio energetico, grazie alla gestione da remoto dei distributori abbiamo modo di diminuire le chia-
mate da rifornimento e quindi offrire un servizio migliore, diminuire i km percorsi e avere un minore impatto ambientale. Uno dei nostri obiettivi infatti è quello di estenderla alle sedi in cui attualmente non è presente (abbiamo iniziato i test a Udine Gorizia e Trieste e vogliamo estenderlo a tutte le sedi). Distributori in classe energetica in A, A+ e A++, quindi doppio vantaggio, per il cliente e per l’ambiente, con l’obiettivo di aumentare sempre il numero di installati. Le nostre certificazioni: ISO:14001 gestione ambientale, ISO:9001 Qualità, la ISO:22001 in tema di sicurezza alimentare, il TQS Vending che è una certificazione voluta da CONFIDA specifica per il livello di servizio nella D.A.; la Carta dei Servizi, simile al TQS Vending ma conseguita noi come azienda e la 18001, già citata, in materia di salute e sicurezza dei lavoratori. Un’azienda che ha ottenuto queste certificazioni, forse finora non si è data un programma preciso, ma è sicuramente un’azienda attenta a tutti questi aspetti. Negli anni siamo stati promotori di una serie di iniziative anche sulla sana alimentazione: questo ci porta a classificare i prodotti sulla base di alcune caratteristiche che vedete. Il consumatore è sempre più attento a tutti questi aspetti, a supermercato come al distributore. Quindi darci la possibilità di selezionare il prodotto sulla
base della richiesta del cliente è una cosa che adesso siamo in grado di fare. E non è stato semplice, perché c’è stato un lavoro di analisi e di revisione delle schede organolettiche dei prodotti davvero imponente. Abbiamo portato avanti un altro progetto, “Free From”, ovvero prodotti liberi da glutine, OGM, pesticidi e additivi chimici. Anche qui osserviamo che, negli anni, la vendita di questi prodotti è progressivamente aumentata, anche se non esponenzialmente. Infine, vorrei spendere due parole sulla donazione dei prodotti alimentari, specie in questi anni in cui il problema della povertà tocca anche il nostro paese, l’attenzione a donare i prodotti in prossimità di scadenza è una cosa secondo me doverosa. Infatti stiamo valutando anche la possibilità di donare anche i prodotti con dicitura “da consumare preferibilmente entro il” (oltre ad estendere l’iniziativa alle sedi di Bologna e Roma, attualmente non coinvolte), che per qualcuno fa la differenza, atteso che stiamo parlando di prodotti comunque integri. In termini di investimento nel sociale, ad esempio l’iniziativa che portiamo avanti con la Leonorso Rugby che, in termini di ricaduta sul territorio, è un’associazione che si spende molto nelle scuole con progetti legati allo sport e all’alimentazione. Un progetto che portiamo avanti da anni insieme alle campagne natalizie per la donazione, la sostituzione
EVENTI GRUPPO ILLIRIA BILANCIO SOCIALE 2014
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del regalo natalizio con un omaggio solidale, il cui ricavato nel 2014 è stato devoluto, ad esempio, all’AIBI, che aiuta i bambini in difficoltà. Obiettivi di miglioramento in questo ambito: dimezzare la quantità di resi, estendere alle sedi che non lo fanno la donazione dei resi e aderire al progetto “Pranzo fuori casa”, che nasce dall’esigenza dell’AIC per fare in modo che i celiaci abbiano dei punti di riferimento, come già avviene per ristoranti e pizzerie, anche per il vending, in modo che possano trovare prodotti a loro dedicati anche nei distributori automatici. Situazione patrimoniale: Il 66% del valore aggiunto è per la remunerazione del personale, quindi sicuramente il fattore personale in un’azienda di servizi è predominante e del fatto che l’utile viene reinvestito in azienda, chiaro segno di un’azienda che crede in se stessa e reinveste per crescere. Infine, voglio dire questo: al di là di ogni sdolcinatezza, che spesso si accompagna ai bilancio sociale, io credo che lo scopo dei bilanci sociali sia etico ma che, in ultima analisi, sia anche economico, al-
meno nella misura in cui lo stato civile ma anche le aziende accordano sempre più fiducia alle aziende attente a questi aspetti. Quindi, alla fine, è anche un vantaggio competitivo per l’azienda. Chiaramente non lo fa solo a quel fine, ma lo fa. E dico ‘per fortuna’, perché finché non è la società civile a stare attenta ad accordare la propria fiducia ad aziende di questo tipo, è un po’ un circolo vizioso che, secondo me, dobbiamo far diventare virtuoso insieme ai nostri clienti. Un ringraziamento a tutto il personale interno che mi ha aiutata in questo progetto e che tengo a nominare: Andrea Zani, Fausto Zuliani, Rosanna Papaleo. Spero di non dimenticar nessuno: ringrazio, per CTE Consulting, Fulvio Ferrarini e Giorgia, che oggi ho il piacere di avere qui e che ci hanno aiutato moltissimo nella redazione di questo bilancio. Grazie a Carlotta per l’organizzazione della giornata, per niente facile, a causa della folla presente qui ad Expo. Grazie a tutti”.
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EVENTI GRUPPO ILLIRIA BILANCIO SOCIALE 2014
L’INCONTRO SI È CHIUSO CON LA PRESENTAZIONE DI ALCUNI DEI COLLABO-
RATORI PIÙ PREZIOSI DEL GRUPPO, TRA CUI FRANCO LORBER, AREA MANAGER PER TUTTE LE FILIALI DEL FRIULI VENEZIA-GIULIA E NUMERO 3 DEL CD, SANDRO PEZZARINO, DIRETTORE COMMERCIALE GRUPPO ILLIRIA, ALBERTO TONIUTTI, DIRETTORE ACQUISTI DEL GRUPPO E SOCIO ILLIRIA, BORIS DEGOLETTA EX TECNICO E AREA MANAGER PER LE FILIALI FUORI FRIULI-VENEZIA GIULIA E MARCO BARAZZUOL, DA FEBBRAIO 2015 NEL GRUPPO, CHE HA CHIUSO L’INCONTRO SALUTANDO COSÌ I CLIENTI INTERVENUTI:
“In questi giorni ho avuto l’occasione di incontrare clienti che non avevo ancora conosciuto, è stato un piacere. Non è stato facile e vi saluto con un ‘ciao’, un termine di cui parlavo poco fa, ricordando che la sua etimologia viene dal veneto ‘sciavo’, ovvero ‘servo suo’ che, un tempo, veniva usato dal servitore, successivamente dai nobili per corteggiare le dame. ‘Al vostro servizio’: noi siamo davvero orgogliosi di essere al servizio dei nostri clienti e quindi... ciao!”
L’AROMATIKA S.r.l. Zona ASI Loc. Pascarola SNC - 80023 Caivano (NA) - ITALY - Tel. +39 0817528822 - Fax 0815598822 - www.caffeborbone.it - info@caffeborbone.it Caffè Borbone Usa Inc. - 29 C Commerce Road - 07004 Fairfield - New Jersey USA - Phone 0019732277799 - Fax 001932277785 - www.caffeborboneusa.com - borboneusa@aol.com
Confindustria Bergamo presenta: D.A.ITALIA 101 NOVEMBRE 2015
TECHNOLOGIES FOR FOOD INDUSTRY
EVENTI
“NON CHIAMATELE MACCHINETTE”: IL VENDING A MISURA D’UOMO
NELL’AMBITO DEL CICLO DI INCONTRI “TECHNOLOGIES FOR FOOD INDUSTRY-EXPO 2015”, PROMOSSO DA CONFINDUSTRIA BERGAMO, IN COLLABORAZIONE CON BERGAMO SCIENZA E LA CAMERA DI COMMERCIO DI BERGAMO E CON IL SOSTEGNO DEL PARTNER UFFICIALE UBI-BANCA POPOLARE DI BERGAMO, SI È SVOLTO LO SCORSO 13 OTTOBRE L’EVENTO DEDICATO AL VENDING DAL TITOLO “NON CHIAMATELE “MACCHINETTE”: IL FUTURO HI-TECH DEL VENDING”, IN COLLABORAZIONE CON N&W. L’INCONTRO HA AVUTO LUOGO PRESSO IL CENTRO DELLE PROFESSIONI, ALL’INTERNO DEL CELEBRE KILOMETRO ROSSO. MOLTI I PROTAGONISTI DEL VENDING COINVOLTI: N&W, INTEL, DIGISOFT, SERIM (PROGETTO VENDING
ZONE) E LAVAZZA, CHE HANNO DIBATTUTO CIRCA IL VENDING DI OGGI E SUL FUTURO PROSSIMO DEL SETTORE. FRA IL PUBBLICO ANCHE ANDREA ZOCCHI, AMMINISTRATORE DELEGATO N&W, IL DIRETTORE DI CONFINDUSTRIA BERGAMO GUIDO VENTURINI E IL DIRETTORE MARKETING DI KILOMETRO ROSSO LEONARDO MARABINI. UN PROGRAMMA RICCO E INTERESSANTE A CURA DI RELATORI D’ECCEZIONE PER UNA GIORNATA CHE SI È CONCLUSA CON UNO SHOW COOKING A CURA DELLO CHEF MIRKO RONZONI, VINCITORE DELL’ULTIMA EDIZIONE DEL PROGRAMMA TV “HELL’S KITCHEN”, CHE SI È CIMENTATO CON I PRODOTTI DI UN DISTRIBUTORE AUTOMATICO CREANDO DAL VIVO PIATTI DI ALTA CUCINA. 51
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ENZO BAGLIERI
Grazie alle nuove tecnologie, il vending ha creato un collegamento fra la tradizionale qualità del mangiar bene italiano e i frenetici ritmi di vita moderni. In tempi e luoghi difficilmente gestibili con altri mezzi, le vending machine permettono di consumare non soltanto merendine, ma cibi sani, gustosi e bilanciati come frutta e verdura. A tal proposito, nel corso dell’evento è stato presentato il progetto Vending Zone: Serim ha messo a punto una card prepagata per studenti, che durante l’intervallo possano acquistare solo da un distributore rifornito di prodotti salutari, approvati dalla ASL. Il pubblico ha mostrato forte interesse anche per lo sviluppo di soluzioni sofisticate come la tecnologia telemetrica: i distributori automatici N&W possono inviare in tempo reale informazioni e dati su eventuali anomalie e vuoti di prodotto, riducendo al minimo i tempi di intervento, così da tutelare l’integrità dei prodotti. Uno spazio particolare è stato riservato alla batteria touchless di N&W e Intel: il prototipo con tecnologia Real Sense ha letteralmente conquistato i presenti. 52
Nelle prossime pagine, gli interventi di Enzo Baglieri, docente dell’Università Luigi Bocconi di Milano e Marcello Arcangeli, Direttore Training Center Lavazza, che hanno riscosso grande successo e interessa da parte della platea.
INTERVENTO INTEGRALE DI ENZO BAGLIERI, PROFESSORE SDA BOCCONI “Io mi occupo di gestione dell’innovazione e della tecnologia e ho cominciato a collaborare con N&W alcuni anni fa proprio intorno al tema dell’innovazione. In questi anni mi sono permesso, a volte anche in modo provocatorio, di sollecitare l’azienda intorno al tema e oggi vi presenterò alcne di queste innovazioni, di cui vedrete i risultati proprio nei prodotti che loro stanno realizzando. Il mondo è molto cambiato: se confrontiamo una foto relativa all’elezione di papa Giovanni Paolo II ed una del Conclave che ha eletto Papa Francesco, notiamo che la differenza fondamentale è, nel secondo caso, che erano tutti persi a guardarsi il filmato
dell’arcivescovo che dice “Habemus papam”. Un po’ come alla recita della materna: nessuno guarda i figli, tutti registrano per poi riguardare il filmato o condividerlo sui social... può sembrare patologico, ma questo è come siamo e sempre più diventeremo e in cui la dimensione virtuale è estremamente connaturata con la dimensione fisica, nel senso che i due mondi (virtuale e reale) si fondono moltissimo. Ciò che è in mezzo tra i due mondi è ciò che, anche dal punto di vista tecnico, del modo di fare business nei prossimi anni, sarà differente. Noi facciamo business in modo sempre più diverso, i comportamenti dei consumatori sono cambiati, i comportamenti delle aziende sono diversi: spesso raccontiamo che sempre più aziende stanno nascendo e si stanno sviluppando tutto sommato senza avere la struttura fisico-tecnica che in passato era necessaria per fare impresa. Le aziende nascono, crescono (pensate agli esempi classici come Facebook, Google, ecc.) considerate modelli interessanti a cui guardare, quotate in Borsa, ma che si basano su poche persone, tanto ser-
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BRUNO MAZZOLENI
ver, tante informazioni, una struttura estremamente semplice dove, paradossalmente, se andate a guardare le pagine facebook dei vostri amici o vostre, i contenuti siete voi a crearli. State lavorando voi per Facebook, in modo che poi qualcuno gestisca quei contenuti per far fare business a qualcun altro ancora. In passato guardavate la TV e c’era chi produceva contenuti perché la TV ve li mostrasse. Adesso li producete principalmente voi. Questo è un elemento su cui fare una riflessione. Qual è il denominatore comune tra prodotti di merceologia e prezzo diverso come una Mc Laren, Baggio che sbaglia rigore, un paio di scarpe, un caffè, un cannolo siciliano? Apparentemente, nulla. In realtà, l’elemento in comune tra tutte queste è che le compriamo, le consumiamo o le guardiamo perché cerchiamo un’emozione. Cerchiamo emozioni. Non siamo, per fortuna, in una condizione economica in cui mangiamo per soddisfare un bisogno primario della sazietà, siamo già sazi. Noi mangiamo soprattutto perché cerchiamo nel cibo sensazioni diverse. Prendiamo un caffè con gli amici non per il caffè in sé, ma
per vivere quel momento. Esattamente come accade davanti alla macchinetta, abbiamo bisogno di qualcosa che ci attragga. Faccio sempre presente che in Bocconi le macchine sono così brutte che non ispirano nessuna voglia di consumare un caffè lì, quindi io vado al bar. Ma non perché voglio andare al bar: se per me il caffè deve essere un’emozione, un breve momento di piacere, la macchinetta mi deve trasferire una sensazione di piacere. Questo non è un tema banale. Io conosco N&W e so quanto innova. Quando parlo di macchine brutte, mi dicono che probabilmente è colpa del gestore. Allora, probabilmente il gestore non ha capito che, se vuole aumentare il business, forse molto più che basarsi sui criteri tradizionali del passato, bisogna cominciare a capire come trasferire al cliente qualcosa di più, qualcosa che sia emozionante. Sapete cosa cerca oggi ciascuno di noi nella vita? Cerca esperienza. Noi siamo in un’economia in cui il prodotto è finito: trent’anni fa si diceva che una donna non compra il rossetto, compra bellezza. Io non compro una cravatta perché mi serve
una cravatta. E nemmeno compro una cravatta di marca. Piuttosto, siccome voglio un’esperienza, la cravatta me la faccio fare su misura e con le mie iniziali: costano di più, ma sono solo mie. Questo è importante, perché a parità di prezzo o a prezzo superiore, anche rispetto alla marca, questo prodotto ha significato per me un’esperienza assolutamente unica. In un’economia in cui il prodotto genera esperienza e i servizi servono a generare esperienza e il prodotto si arricchisce sempre più di esperienza se eroga servizi e i servizi si arricchiscono di esperienza se utilizzano il prodotto per arrivare al cliente. Prendiamo ad esempio Microsoft, che produce hardware per portare i propri servizi al cliente e comunica la qualità dei software attraverso la qualità fisica dei dispositivi. Ma cos’è l’esperienza? È un momento memorabile. Voi alla fine di questa giornata ricorderete alcune cose, imparerete cosa c’è dentro una macchinetta, prima non lo sapevate. Il caffè avrà un sapore diverso, perché vi è stata trasferita la conoscenza. È un concetto molto relativo nello spazio e nel tempo, perché un’espe-
EVENTI “NON CHIAMATELE MACCHINETTE”
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rienza fatta oggi potrebbe non essere tal quale domani, per cui bisogna poi continuamente fare una manutenzione, gestire il life-circle, così come abbiamo imparato a gestire il life-circle delle macchine, della tecnologia. Ed è un’esperienza che varia nel tempo, perché ciò che è esperienza per voi da bambini non lo è necessariamente più da adulti, quindi bisogna capire anche come modulare questo concetto. Siamo influenzati dalle esperienze precedenti. Se una capsula mi ricorda un formato che conosco, caffè diversi che stanno nella stessa capsula per me avranno un gusto diverso. Probabilmente non è così, o magari il gusto è migliore ma, siccome io sento un gusto diverso, per me sarà un’esperienza peggiore. Dipende dalle mie skill, dalle mie esperienze, anche dal contesto culturale: ciò che vale per un italiano non è detto valga per un americano. Fare la coda da Starbucks per gli americani è un piacere, perché trasferisce loro il principio di ordine a cui sono abituati fin da piccoli. Fare la coda per un italiano e sentirsi chiedere se lo consuma sul posto o lo porta via, non è sempre apprezzato. Nel futuro in generale del business, probabilmente non dovremo più progettare il prodotto o il servizio, ma dovremo partire dall’esperienza che eroghiamo al cliente attraverso il prodotto e attraverso il servizio. Quali sono i fattori su cui lavorare, da che cosa dipende l’esperienza? Per prima cosa, dal processo, ovvero da come viene erogato il prodotto/servizio, quindi dall’esperienza. Il modo in cui io comunico con questa macchinetta, tutto ciò che accade in termini di processo nella produzione e nell’erogazione del servizio è un elemento che influenza la mia esperienza. Banalmente, il modo in cui vi sto trasferendo dei contenuti, oggi, è il modo in cui sto generando per voi una parte dell’esperienza che oggi avrete vissuto. Questa esperienza dipende anche da altri fattori, ad esempio dipende dalla presenza o meno di personale di contatto: la qualità della persona con cui si interagisce fa la differenza; avete avuto l’esperienza di uno speech molto bello e di uno meno bello, dove i contenuti erano affascinanti in entrambi i casi, magari ma un relatore più bravo fa la differenza rispetto ad un relatore meno bravo. E questo è importante perché paradossalmente il valore 54
di quello che viene erogato dipende dal contenuto, dal modo e da chi ha effettuato questo trasferimento. Poi il contesto: questa aula è un luogo che influenza, il luogo in cui è installato un distributore automatico influenza la mia propensione ad acquistare da lì. Le caratteristiche fisico-tecniche e il luogo dell’erogazione di un servizio sono determinanti. Io molto spesso dico in modo provocatorio ai miei amici di N&W che molto si può fare sul design della macchinetta (un esempio ben riuscito sono le macchine N&W Pininfarina, che danno l’idea di qualcosa di tecnologicamente avanzato, di nuovo ed elegante). Le informazioni che io ricevo dal cliente e che do al cliente, fanno la differenza dell’esperienza. Se sto tenendo una lezione sull’innovazione dei servizi e improvvisamente nomino Serim (loro non sanno che ho letto della loro partecipazione prima), l’operatore di Serim penserà che so fare il mio lavoro e che conosco il suo business, mentre la cosa è assolutamente casuale, ho acquisito un’informazione e la trasformo, la utilizzo nella mia lezione per fargli percepire che erogo un servizio personalizzato, che risponde al suo fabbisogno. In realtà sto dicendo delle cose standard, solo che le ho veicolate rispetto a come avrebbe gradito sentirle. Questa è una componente fondamentale dell’esperienza d’aula. Ultimo punto, il cliente stesso: ricordate l’esempio di Facebook? Più fate lavorare il cliente più è contento. Come con i mobili Ikea, che si pagano subito, sono da montare, ne va smaltito l’imballaggio ecc. ma entusiasmano il consumatore. Tre sono i momenti importanti dell’esperienza: prima, durante, dopo. Non è banale: quanta innovazione si può fare sulla macchinetta? Tantissima, perché oggi noi facciamo una pura transazione (con un sistema a dir poco antiquato!) ma cosa accade prima e dopo non lo sa nessuno. Il distributore automatico è una straordinaria piattaforma, perché le persone lo cercano per vivere un’esperienza, stanno lì ferme, aspettano che accada qualcosa, guardano la macchina e quando la guardano sono passive e noi non gli facciamo fare nulla, non gli restituiamo nulla, non gli chiediamo nulla. Ora io non dico che innovazione si può fare sulla macchina e sulla combinazione prodotto/servizio, perché ci sta lavorando
N&W, ci lavorano i loro partner. Ma vi assicuro che siamo ancora molto lontani non dal futuro, ma dalla realtà che già esiste, partendo dal principio che in ogni contesto, anche business to business, le persone hanno bisogno di emozioni e di esperienza e se noi progettiamo l’esperienza loro proveranno il prodotto e il servizio”.
INTERVENTO DI MARCELLO ARCANGELI, LAVAZZA “Vi parlerò di quella Lavazza che forse conoscete di meno, quella Lavazza che cerca di dare esperienze ed emozioni. Nel mio background professionale c’è la formazione, ma soprattutto cè l’innovazione. L’innovazione di prodotto che va oltre la classica miscela, la cialda, il caffè in grani, il macinato, tutte le cose che conoscete. In particolare, volevo condividere con voi tutta una serie di innovazioni che noi portiamo avanti grazie al nostro “incubatore di idee”, il Training Center Lavazza. Alcune di queste abbiamo voluto applicarle al mondo del vending. Raccogliamo idee anche collaborando con alcuni chef, utilizziamo tecniche che vengono anche dall’alta cucina: non facciamo prodotti standard, perché vogliamo andare oltre la classica esperienza che si ha bevendo un espresso o il caffè da una macchinetta piuttosto che da una caffettiera o una macchina professionale. Al di là del fatto che oggi questa esperienza viene da un centro di formazione che nasce a Torino 25 anni fa (e oggi sono 25 i centri di formazione Lavazza nel mondo) è proprio perché il nostro impegno costante è quello di andare oltre i classici servizi. Oggi noi raccontiamo la qualità, ma per noi è quasi scontato parlarne, però dobbiamo cercare comunque di trasferire ai nostri clienti, distributori e baristi la conoscenza non solo del prodotto ma anche della preparazione, perché attraverso di noi devono cercare di vendere un’esperienza e non solo soffermarsi sulle caratteristiche tecniche del prodotto. Queste sono le due anime, le due attività principali che noi svolgiamo, ma vorrei soffermarmi questa sera sulla coffee experience. Voi conoscete Lavazza in ufficio, al bar, a casa, ma c’è una parte di Lavazza che pensa e cerca di immaginare il futuro anche nel mondo vending. Quello che noi facciamo da circa 15 anni internamente
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MARCELLO ARCANGELI
è lavorare con i fisici, con gli chef, è cercare di cambiare, lavorando sul principio dei 5 sensi a volte la consistenza, a volte la temperatura o l’aspetto di un prodotto, ma senza snaturarlo. Ad esempio, il cappuccino è dato da 1/5 di espresso, 1/5 di crema di latte e viene montato, quindi ha queste micro bolle all’interno, ad una certa temperatura ha quel gusto, quell’equilibrio e quella consistenza. La domanda è: io posso ritrovare esattamente cambiando la consistenza, quindi cambiando il suo contesto? Partiamo dal prodotto standard, il caffè. Lo tostiamo, lo maciniamo, diventa miscela, si trasforma in bevanda ed è qui che entra in gioco questa Lavazza che conoscete di meno, questo incubatore nel quale, in effetti, cerchiamo di generare nuove soluzioni: è nato qui il Coffee design, un mondo su cui Lavazza ha iniziato a lavorare e che abbiamo sviluppato noi. Modi diversi di ripensare il caffè, fino ad arrivare al protagonista della serata, il Cappuccino Byte, il “morso di cappuccino”. Nel 2004-2005 con Ferran Adrià (dal 2002 i due team d’innovazione lavorano insieme) abbiamo sviluppato questo
prodotto molto particolare. Dopodiché, due anni fa, dopo che abbiamo firmato l’accordo per lo sviluppo di una nuova tecnologia e si preparava la missione di Samantha Cristoforetti nella stazione orbitale, abbiamo pensato che questo prodotto, a cui avevamo già lavorato, fosse quello perfetto per questo tipo di esperienza. Doveva essere un prodotto con percentuale di acqua pari a zero, non doveva fare briciole, doveva avere una shelf-life di due anni, doveva passare tutta una serie di controlli da parte della NASA. Abbiamo nuovamente studiato e migliorato questo prodotto, abbiamo preso caffè e latte, un po’ di panna, l’abbiamo montato come si fa con un cappuccino, solo che così non potevamo mandarla nello spazio. Quindi lo abbiamo emulsionato, abbiamo ottenuto una schiuma e lo abbiamo liofilizzato direttamente, lo abbiamo “fissato” riproducendo oltretutto le microparticelle di aria, quindi le cavità, all’interno della schiuma. È venuto fuori un biscotto senza farina, senza uova, senza niente, solamente con questi ingredienti (caffè, latte e panna) liofilizzato dopo essere stato emulsionato
e ci abbiamo aggiunto il cacao. La schiuma liofilizzata si scioglie e riproduce la stessa cremosità che ci dà la crema del cappuccino quando puliamo la tazza col cucchiaino. L’anno scorso sono state postate moltissime immagini, Samantha Cristoforetti ha portato con sé 100 di questi cappuccini e li ha mangiati, li ha condivisi con i suoi colleghi della stazione spaziale, il giorno di Natale ha regalato al collega russo alcuni di questi Cappuccino Byte. Samantha è tornata, i cappuccini sono rimasti in orbita (secondo me li ha mangiati tutti!) e questa sera il Cappuccino Byte lo farò provare ad uno di voi. Questi sono prodotti che noi prepariamo per tutta una serie di eventi, per far vivere un’esperienza, per regalare un’emozione. Cerchiamo di raccontare la qualità in modo nuovo. La tecnica di realizzazione di questi prodotti sembra molto semplice, a spiegarla, ma non lo è. Noi esportiamo l’espresso e il cappuccino, il re e la regina: questo è il cappuccino di Lavazza in cui la forma, la consistenza è cambiata, ma il gusto è rimasto esattamente lo stesso, l’icona del made in Italy nel mondo”.
EVENTI “NON CHIAMATELE MACCHINETTE”
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EVENTI
N&W FRANCIA “PEOPLE MAKE THE DIFFERENCE”
La filiale francese del Gruppo N&W ha mantenuto la promessa fatta alcuni mesi fa di incontrare i clienti sul campo e presentare le proprie novità. Per farlo, lo scorso settembre sono state rese disponibili sei date per partecipare al grande tour Strasbourgo/Lyon - Avignon/Toulouse - Nantes/Parigi. Clienti e partner che hanno preso parte al tour, si sono spostati in gran numero in occasione
di questo evento particolare, all’insegna del relax e dell’originalità, partecipando ad attività sorprendenti e inedite, come un giro sul simulatore di volo o il battesimo dell’aria. Con 600 partecipanti all’iniziativa, N&W ha dimostrato ancora una volta la propria capacità di riunire le persone attorno ai suoi marchi Necta, Sgl e Wittenborg. Lo staff N&W ha presentato nell’oc-
casione le proprie novità di prodotto, che hanno ottenuto dei riscontri molto positivi in termini di qualità dell’offerta e di quantità di modelli esposti. Tra queste, Opera Plus doppia caldaia, Opera IN High Speed con la sua grande velocità di distribuzione e Canto Touch con la nuova interfaccia. Il segmento Snack&Food ha occupato il posto d’onore con Jazz, new 57
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entry fra le macchine per snack, che riprende i codici estetici della gamma attuale e della piattaforma elettronica N&W. Proposta anche l’ultima tecnologia dei vassoi elettronici ETL, installata su Tango e Melodia Food, che permette di fornire più informazioni e una maggiore reattività nella massima semplicità. Molto apprezzati anche i numerosi modelli touch screen, in particolare
Samba Touch e Mambo, il nuovissimo modello dedicato alle locazioni semipubbliche, che coniuga una grande capacità di prodotti con una grande flessibilità. Le offerte dei prodotti per Ho.Re.Ca. hanno colpito nel segno, con la proposta chiamata “Corner Simply” per Krea e Karisma, ma anche con novità come la versione Istant di Krea e il nuovo modello di marca Wittenborg,
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EVENTI N&W FRANCE
che ritorna in forze sul mercato francese: la 9100, dotata di touch screen e della nuova piattaforma elettronica N&W. Presentati infine il nuovo sistema cashless "Hi", che utilizza le ultimissime tecnologie (Mifare, NFC) e, per il settore OCS, Easy, Capsy, Podsy. Un concorso a premi ha infine messo in palio la macchina compatta Flexy Pop Art in edizione limitata.
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D.A.ITALIA 101 NOVEMBRE 2015
EVA NEWS
EVA PUBBLICA L’ULTIMO MARKET REPORT SUL VENDING EUROPEO 2015 Market Report on European Vending & Office Coffee Service (OCS)
11.8 BILLION
3.74 MILLION
The number of vending machines in Europe
78 MILLION
Items dispensed per day by European Vending machines
77%
Total turnover of European Vending in Euros (€)
6 in 10
Vending machines are hot drinks machines
The total percentage of the European vending and OCS industry that the largest 6 markets account for
Available exclusively at www.vending-europe.eu
European Vending Association (EVA) ha reso nota la pubblicazione della sua relazione sul Vending e OCS 2015. Il rapporto appena pubblicato fornisce uno sguardo completo e recente sul vending e sull’Office Coffee Service (OCS) e ne rivela le tendenze osservate in tutta Europa. Mentre lo studio riconosce che il numero di distributori automatici nei mercati tradizionali dell'Europa occidentale è leggermente diminuito nel 2014, una crescita di nuovi mercati come la Russia e la Polonia è riuscita a mantenere la media europea complessiva sostanzialmente stabile. Inoltre, il settore della distribuzione automatica è indissolubilmente legata alla performance complessiva dell'economia generale e questo è confermato dal fatto che i pa-
luoghi in cui le economie sono stagnanti. Questa è la terza edizione della relazione di mercato sul settore fornito dal EVA e consiste in una sintesi europea con una panoramica di 21 paesi, oltre a 9 rapporti individuali di mercato dettagliati. Un certo numero di statistiche del rapporto fornisce anche l’immagine di una possible evoluzione dei prossimi cinque anni del settore, al fine di contribuire a fornire e identificare alcune tendenze, che possono aiutare le decisioni di business per la pianificazione futura. In particolare, il rapporto include i dati sul fatturato dei distributori automatici di vari paesi, installato, valore di mercato per tipo di macchina e dei volumi di vendi-
esi con le maggiori percentuali di calo dell’automatico sono nel complesso i
Ecco qualche dato tra i più significativi: > Mentre il parco machine installato
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ta (vends) per ogni categoria di macchine.
globale in Europa è leggermente diminuita a 3,74 milioni di macchine, il fatturato totale è aumentato a € 11,8 miliardi. I "Big 6" (Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Paesi Bassi) rappresentano il 77% del totale machine installate. > il 60% dei distributori automatici europei sono distributori di bevande calde. > Ogni giorno ci sono 78 milioni di articoli distribuiti dalle macchine in Europa I membri EVA hanno accesso libero e completo sia al Sommario che ai profili dei singoli paesi, scaricabili direttamente dall’Area Riservata del sito web dell’Associazione. Per dettagli: www.vending-europe.eu
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ANUGA
ANUGA 2015 UNO SGUARDO SUL FUTURO DEL FOOD AND BEVERAGE
DOPO IL RECORD DI ESPOSITORI ANNUNCIATI, ANUGA HA INCREMENTATO CON L’EDIZIONE 2015 ANCHE I SUOI DATI DI AFFLUENZA. CIRCA 160.000 VISITATORI PROVENIENTI DA 192 PAESI HANNO INFATTI PARTECIPATO ALLA MANIFESTAZIONE, CHE SI È SVOLTA A COLONIA DAL 10 AL 14 OTTOBRE.
"Anuga è ineguagliabile come piattaforma di business e di informazioni per l'industria alimentare mondiale", ha detto Gerald Böse, Presidente e Chief Executive Officer di Koelnmesse: "Ancora una volta quest'anno, ha rafforzato il suo ruolo di fiera internazionale". 7.063 aziende provenienti da 108 paesi hanno partecipato ad Anuga in uno spazio espositivo che copre 284.000 mq. Tra
queste, 769 espositori provenienti dalla Germania e 6.294 espositori provenienti dall'estero (89%) oltre a circa 160.000 i visitatori, provenienti da 192 paesi (68% la quota degli esteri). La 33 ° edizione di Anuga è stata inaugurata sabato 10 Ottobre da Christian Schmidt, ministro tedesco per l'alimentazione e l'agricoltura ed Evangelos Apostolou, il ministro greco per lo Sviluppo Agricolo e Alimentare. La Grecia 61
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è stata infatti il paese partner di Anuga 2015 ed è stata rappresentata con successo da oltre 200 espositori che hanno presentato l'intera varietà e la qualità del settore alimentare ellenico. La rilevanza internazionale di Anuga per il settore alimentare è stata anche l'occasione per numerose delegazioni politiche di alto rango provenienti dalla Germania e all'estero per visitare l’esposizione.
"Anuga 2015 ha superato le nostre aspettative. L'elevato interesse dimostrato dagli espositori e visitatori provenienti dalla Germania e dall'estero è impressionante e sottolinea l'importanza di Anuga come fiera leader per il food and beverage", ha osservato Friedhelm Dornseifer, Presidente dell'Associazione della tedesco commercio alimentare (BVLH), molto soddisfatto: "Anche quest'anno i visitatori sono stati in grado di testare migliaia di alta qualità e prodotti innovativi. L'enorme diversità riflette chiaramente le tendenze alimentari che ci accompagnano già da qualche tempo. Buon gusto e prodotti freschi sono sempre stati importanti per i consumatori. Inoltre, il tema della praticità ha acquistato una sempre maggiore rilevanza: oggi, il nostro cibo deve essere facile da consumare e facile da cucinare. Le aziende che riescono a collegare queste caratteristiche con aspetti sani e sostenibili hanno buone prospet62
tive di raggiungere alti livelli di vendita". "Anuga è il mercato globale e trendsetter per cibo e bevande ogni due anni. Ancora una volta nel 2015, siamo stati in grado di dimostrare quali misure le imprese tedesche assumono ogni giorno per la qualità, la sicurezza e la diversità del sigillo “Made in Germany" e come i produttori di cibo soddisfino i desideri dei consumatori di tutto il mondo, con una gamma personalizzata di prodotti”, ha commentato Wolfgang Ingold, presidente della Federazione di Cibo e Bevande tedesca (BVE) "Quindi, abbiamo raggiunto i nostri obiettivi: Anuga offre ai partecipanti le giuste opportunità di sperimentare tutto il mondo del cibo e bevande in tutta la sua straordinaria diversità, come nessun’altra fiera”. Ingrid Hartges, amministratore delegato dell'Associazione federale DEHOGA, traccia un bilancio positivo per la fiera: "Anuga 2015 è stata una manifestazione straordinaria, in cui le tendenze, i prodotti e le soluzioni più innovative di oltre 100 nazioni sono stati nostri ospiti qui a Colonia. Un ‘eat and drink’ che collega il mondo. La fiera è stata una fonte di ispirazione e un importante stimolo per molti professionisti della ristorazione. Per cinque giorni, il nostro mercato dei servizi è stata una piattaforma comunicativa, in-
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novativa e internazionale e punto centrale di contatto per la ristorazione, grazie alla presenza di esperti, a contatti di business di qualità e grazie alle molteplici esperienze gustative possibili". Per gli espositori, Anuga ha rappresentato una vetrina ideale per presentare nuovi prodotti e concetti ad un pubblico interessato e la loro presenza si è tradotta in concrete opportunità di partnership. In evidenza, una grande scelta in tema di prodotti vegani, vegetariani, equo-solidali, per intolleranze alimentari o bio (richiesta in aumento), ma soprattutto pratici con un’attenzione particolare per l’acquisto d’impulso, quindi per il mercato fuori casa ed il consumo to go. Visitatori ed espositori si sono dimostrati molto interessati ai momenti di approfondimento e alle informazioni riguardanti i nuovi trend di consumo e gli sviluppi del mercato internazionale food and beverage. Di grande richiamo concetti come la valorizzazione del cibo, la riduzione dei rifiuti alimentari soprattutto nei paesi industriali, la tracciabilità, il benessere degli animali e la sostenibilità che, ne siamo certi, continueranno a plasmare la discussione sul food & beverage anche in futuro. La prossima edizione di Anuga si terrà a Colonia dal 7 all’11 ottobre 2017.
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WE ROME
WATERCOOLERS EUROPE IL MONDO DELL’ACQUA SI E' RIUNITO A ROMA
L’HOTEL CAVALIERI WALDORF ASTORIA DI ROMA È STATO LA SPLENDIDA CORNICE PER LA CONFERENZA ANNUALE DI WE (WATERCOOLERS EUROPE) E PER LA PREMIAZIONE DEI VINCITORI DEGLI EUROPEAN AQUA AWARDS 2015. TRA IL 23 E IL 25 SETTEMBRE SCORSI, I PRINCIPALI ATTORI DEL SEGMENTO ACQUA IN BOCCIONI E POINT OF USE SI SONO DATI APPUNTAMENTO NELLA CAPITALE PER UN MOMENTO DI CONFRONTO E APPROFONDIMENTO, MA ANCHE DI SVAGO.
LA TRE GIORNI ROMANA È INIZIATA CON UN TOUR GUIDATO DELLA CITTÀ, È PROSEGUITA CON LA GIORNATA DEDICATA ALLA CONFERENZA ANNUALE E AI WORKSHOP TEMATICI TENUTI DA ESPERTI DEL SETTORE, CULMINATA NELLA CENA DI GALA E NELLA PREMIAZIONE DEI VINCITORI DEGLI AQUA AWARDS E SI È CONCLUSA CON UNA VERA E PROPRIA FIERA RISERVATA AGLI OPERATORI. DI SEGUITO, LA CLASSIFICA DEI FINALISTI EUROPEAN AQUA AWARDS 2015 E I VINCITORI. 63
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BEST PRODUCT INNOVATION 1. Electrotemp 2. Blupura 3. Sip Well
BEST ENVIRONMENTAL PRACTICE/GREEN INITIATIVE 1. Blupura 2. Oasis 3. Oasis
BEST WEBSITE 1. Sip Well 2. Blupura 3. Oasis
BEST PROMOTION OF HEALTH &HYDRATION 1. Blupura 2. Cumpana 3. La Fantana
BEST MARKETING CAMPAIGN 1. Sip Well 2. Blupura 3. Dolphin
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WE ROME EUROPEAN AQUA AWARDS 2015
2015
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