NUMERO 100 OTTOBRE 2015
NORMATIVA E DIRITTI JOBS ACT
DA N.100 INTERVISTA CON A. FONTANA
D.A.ITALIA www.daitalia.it
EVENTI EU'VEND & COFFEENA
Samba Touch: un tocco rivoluzionario
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D.A.ITALIA 100 OTTOBRE 2015
I CENTO PASSI Per qualunque rivista di approfondimento, riuscire a pubblicare 100 numeri è un traguardo davvero importante, perché significa mantenere vivo e interessante un prodotto editoriale per un periodo decisamente lungo. D.A. Italia ha impiegato 11 anni per compiere l’ultimo dei cento passi che hanno segnato il suo cammino in un settore che ha subito profonde modifiche e assomiglia sempre meno a quello che ha iniziato a descrivere nel suo primo numero. Per esaminare i mutamenti del settore del vending avvenuti in questo periodo temporale piuttosto ampio, abbiamo deciso di creare un contenitore digitale (www.daitalia.it/100.pdf) con tutti gli editoriali usciti sulla rivista dall’aprile del 2004 fino ad oggi. Speriamo che rileggere quali sono state le principali tematiche che hanno contraddistinto il settore e che per questo sono state oggetto di un editoriale, sia per i nostri lettori un’occasione per approfondire la recente storia del vending da un punto di vista insolito, ma decisamente interessante. Anche l’analisi dei termini utilizzati nei vari editoriali è utile per comprendere un po’
meglio questo settore. Sono ad esempio orgoglioso di aver citato per ben 70 volte la parola “qualità” e ancora di più di aver scritto 32 volte “etica”, 20 in più della parola “ristorno”. Purtroppo la parola “prezzo” compare 82 volte e il termine al plurale (“prezzi”) 67 volte, un segno inequivocabile di come il settore si sia arenato senza speranza sui listini post-introduzione dell’euro. Purtroppo scrivere per ben 60 volte “consumatore” non è servito a metterlo al centro dell’attenzione del mondo delle gestioni. La principale sfida del futuro rimane quella, ma ancora troppe poche realtà se ne rendono conto e attuano strategie mirate per soddisfare le specifiche esigenze del loro cliente finale.
improvvisamente una fonte di grave imbarazzo nel vending in tempi di antitrust. Resto totalmente convinto che uscire dalla crisi attraverso modelli cooperativi sia la cosa più sensata da fare e che la dimostrazione matematica della teoria dei giochi sia implacabilmente oggettiva ma oggi, nonostante ciò, sembra che tra concorrenti sia sbagliato e inopportuno perfino rivolgersi la parola. Una follia che meriterebbe delle prese di posizione più forti da parte di tutta la filiera. Forse è per questo che la parola “coraggio” compare solo sette volte in undici anni di editoriali. Un settore che è ormai al definitivo cambio generazionale dovrebbe (su questa problematica) cercare di guardare al passato e pren-
dere punto dai pionieri del vending, quelli che non dormivano perché avevano pagato le loro Faema E61 con un mare di cambiali. Una robusta dose di quella voglia di affermazione e della propensione al rischio imprenditoriale, che ha reso grande la distribuzione automatica italiana, servirebbe davvero tanto anche ai nostri giorni.
SONO AD ESEMPIO ORGOGLIOSO DI AVER CITATO PER BEN 70 VOLTE LA PAROLA “QUALITÀ” E ANCORA DI PIÙ DI AVER SCRITTO 32 VOLTE “ETICA”, 20 IN PIÙ DELLA PAROLA “RISTORNO”. PURTROPPO LA PAROLA “PREZZO” COMPARE 82 VOLTE E IL TERMINE AL PLURALE (“PREZZI”) 67 VOLTE
In tempi recenti è uscita dal vocabolario del vending la frase “fare sistema”, molto usata negli editoriali dal 2011 in avanti e miseramente sparita a metà del 2014. È davvero curioso che questa espressione, entrata di prepotenza nel vocabolario delle imprese e delle istituzioni italiane e subito diventata uno slogan utilizzato per affrontare molti dei problemi che attenevano alla sfera economica, politica e sociale del nostro Paese, sia
EDITORIALE DI ALESSANDRO FONTANA
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5 ISCRIZIONE AL R.O.C.: 11412
NUMERO 100 OTTOBRE 2015
IL MERCATO DEL VENDING LATEST NEWS
TORREFATTORI INTERVISTA CON CAFFE' PERA
EVENTI EU'VEND 2015 PHOTOGALLERY
PERIODICITÀ MENSILE EDITORE ART&WORKS SRL UNIPERSONALE VIA MARCANTONIO COLONNA 15 20149 MILANO P.IVA 04234310961 TEL +39 02 48958566 FAX +39 02 89694472
SOMMARIO
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UFFICIO COMMERCIALE COMMERCIALE@ DAITALIA.IT WEB WWW.DAITALIA.IT
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3 EDITORIALE
6 MERCATO DEL VENDING
ABBONAMENTI ABBONAMENTI@ DAITALIA.IT
La lotta allo spreco di cibo. Il vending non può restare a guardare
POSTA ELETTRONICA INFO@DAITALIA.IT
LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DELLE ILLUSTRAZIONI E DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI SU D.A. ITALIA È PERMESSA SOLO SE AUTORIZZATA DALLA DIREZIONE. LA DIREZIONE NON ASSUME RESPONSABILITÀ PER LE OPINIONI ESPRESSE DAGLI AUTORI DEI TESTI REDAZIONALI E PUBBLICITARI. CONCEPT BY ART&WORKS SRL
Latest News
18 MERCATO DEL VENDING TORREFATTORI
Caffè Pera Il volto nuovo dell’esperienza Intervista con Arnaldo Pera
24 HOST 2015
SIC dove il caffè diventa globale
28 EVENTI
Covim Incontri. Il road show di Padova ha superato ogni aspettativa Intervento di Claudio Picci D.A.ITALIA IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA PUBBLICAZIONE ISCRITTA AL TRIBUNALE DI MILANO, NUMERO DI REGISTRAZIONE 177 DEL 22 MARZO 2004 LUCINI OFFICINA D'ARTE GRAFICA SRL STAMPA PRINTERS NOEMI MARGAROLI REDAZIONE EDITORIAL STAFF DANIELA BISCOTTI COMMERCIALE/ COMMERCIAL ANDREA LOTTERO GRAPHIC DESIGN LAURA GUASPARRI ART DIRECTOR ALESSANDRO FONTANA DIRETTORE EDITORIALE EDITORIAL DIRECTOR RENZO GABRIEL BONIZZI DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF
Eu’Vend & coffeena Il vending europeo si incontra a Colonia
22 EVENTI
JOBS ACT L’Italia riforma il mercato del lavoro
12 NORMATIVA E DIRITTI
La D.A. secondo Alessandro Fontana Intervista con Alessandro Fontana
8 DA N.100 I cento passi
3 EDITORIALE
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DA N.100 INTERVISTA CON ALESSANDRO FONTANA
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EVENTI COVIM INCONTRI INTERVISTA CON CLAUDIO PICCI
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DA N.100
LA D.A. SECONDO ALESSANDRO FONTANA
IL MERCATO DEL VENDING INTERVISTA
INTERVISTARE ALESSANDRO FONTANA NON È STATO SEMPLICE. PRIMA DI TUTTO PERCHÉ, COME SA BENE CHI LO CONOSCE, È QUASI INAFFERRABILE TRA IMPEGNI, TELEFONATE E TRASFERTE E POI PERCHÉ HA SEMPRE RIFUGGITO L’IDEA DI UN ARTICOLO “CELEBRATIVO”. IL CURRICULUM VITAE DEL DIRETTORE EDITORIALE DI D.A. ITALIA RIASSUME PERFETTAMENTE LA SUA FIGURA PROFESSIONALE: UNA LAUREA ALLA BOCCONI DI MILANO ED UNA SPECIALIZZAZIONE IN MARKETING E COMUNICAZIONE COMPLETATE DA UNA FORMAZIONE DI TIPO INFORMATICO LO HANNO PORTATO ALLA CREAZIONE DEL PRIMO PORTALE E-COMMERCE EDITORIALE PRIMA E AL MONDO ASSOCIATIVO POI, PRIMA DI APPRODARE AL MONDO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA CON LA CREAZIONE DEI SITI WEB CONFIDA E 8
VENDITALIA. NEL 2004 FONDA ART&WORKS, MEDIA AGENCY E CASA EDITRICE DI D.A. ITALIA. NEGLI ULTIMI ANNI HA RIVESTITO INOLTRE DIVERSI RUOLI ALL’INTERNO DELL’ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA E DI VENDITALIA, OCCUPANDOSI SPESSO DI ATTIVITÀ CONGRESSUALE COME RELATORE E DI FORMAZIONE. LA SUA ESPERIENZA DI GIORNALISTA, UNITA ALLA CONOSCENZA DI QUESTO MERCATO, DEI SUOI MECCANISMI E DEI SUOI ATTORI, RENDONO IL SUO PUNTO DI VISTA ASSOLUTAMENTE INTERESSANTE E, PER CERTI VERSI, UNICO, DATA LA POSIZIONE PRIVILEGIATA DA CUI PUÒ OSSERVARE IL MONDO DEL VENDING. IN OCCASIONE DEL CENTESIMO NUMERO DI D.A.ITALIA LA REDAZIONE HA INSISTITO, RIUSCENDO A STRAPPARGLI QUALCHE RISPOSTA SERIA…
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INTERVISTA CON ALESSANDRO FONTANA D.A. Italia è arrivata alla pubblicazione n. 100. Cosa ti ha spinto, nel 2004, a dedicare una rivista al vending? È una domanda che mi faccio spesso anch’io, perché in quel periodo ero già socio di una start-up nel nascente mondo dell’editoria web e dirigevo una società di consulenza informatica. Purtroppo ho sempre
pensato che fosse necessario anche divertirsi mentre si lavora e quindi, quando con alcuni miei cari amici si è discusso di creare insieme una rivista nel vending, ho semplicemente detto: ”Facciamolo!”. Siamo partiti con grande entusiasmo, abbiamo affittato un loft da 300mq e costruito uno staff di persone di talento con le quali sviluppare il progetto. In quel periodo sembrava quasi di essere in una sit-com televisiva piuttosto che al lavo-
ro, ma i risultati sono stati sorprendenti. Qual era la tua competenza in merito? Avevo un buon curriculum universitario arricchito da un periodo di docenza in marketing strategico, ottime competenze in informatica ed ero un imprenditore alla mia quarta start-up, ma ovviamente di vending non sapevo praticamente nulla. I primi anni sono stati davvero duri ed istruttivi. 9
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Quali sono stati, in questi anni, i momenti di soddisfazione legati a questo progetto? La rivista ha avuto fin da subito un’ottima accoglienza da parte degli operatori e degli investitori, già alla fine del primo anno era in attivo e lo è rimasta per i successivi 11 anni. Anche i momenti di soddisfazione non propriamente economici sono stati tanti, soprattutto legati ad alcuni eventi collaterali, come la Vending Champions League di calcio a 11 che ha portato 500 tifosi a scatenarsi in tribuna durante la finale Necta-Bianchi. Inoltre sono piuttosto orgoglioso di aver portato un modello editoriale evoluto all’interno di alcune aziende del settore, attraverso una comunicazione giornalistica professionale applicata in strumenti come newsletter, notiziari on-line, comunicati stampa, eventi, road show e workshop. Ti ricordi la prima intervista realizzata? La prima in realtà è stata una video intervista. Il progetto originale del 2004 presupponeva di realizzare tutte le inter10
viste con una videocamera e poi proporre il montaggio di contenuti aggiuntivi su un sito internet dedicato. L’intervista era con Vincent Murphy di Nestlé ed è stata pubblicata sia in italiano che in inglese. Dopo una decina di video abbiamo deciso di abbandonare il progetto perché i numeri della comunità del vending erano decisamente troppo bassi per giustificare gli investimenti in una web tv, una decisione che continuiamo a mantenere anche nel 2015. Hai scritto 100 editoriali per D.A. Italia. È complicato riuscire a scriverne uno al mese o gli argomenti “forti” nel settore non mancano mai? Scrivere l’editoriale è di gran lunga la parte che preferisco della rivista. Mettersi davanti ad un foglio bianco e comporre un pezzo originale è il motivo che mi ha spinto a diventare giornalista. Fino ad oggi non mi è ancora capitato di restare senza argomenti per un editoriale. Merito di un settore decisamente molto dinamico e propositivo, ma anche sempre alle
prese con numerose problematiche. Sei l’autore del libro “Mezzo secolo di vending”: quali sono stati, a tuo parere, i personaggi, le aziende, le innovazioni che hanno segnato la storia del settore? Come ogni buon scrittore consiglio ai lettori di leggere il libro per scoprire la risposta a questa domanda. Devo però ammettere che durante la lunga fase di ricerca storica necessaria alla realizzazione del libro sono rimasto molto colpito dalla figura del “signor Faema”, Ernesto Valente e da Luciano Pensante di Ristora. Una curiosità: il primo numero di D.A. Italia ospitava una rubrica a cura di Lucio Pinetti, futuro presidente di CONFIDA. Quanto è durata la collaborazione? Lucio era uno degli amici con i quali avevamo discusso del progetto con una birra in mano alla fine del 2003 e ha gestito lo “speakers’ corner”, una sorta di contro editoriale, per i primi 6 numeri della rivista. La sua scomparsa nel dicembre del
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2014 è stato il momento più difficile della mia carriera giornalistica. Dover dare la notizia al settore nel nostro notiziario online aggiornato quotidianamente è stato straziante. Sono rimasto davanti alla tastiera per ore prima di riuscire a scrivere qualcosa. Quanto ha contato la tua partecipazione alla vita associativa nella tua personale crescita professionale? Confida è stata fondamentale per me, soprattutto nei primi anni della rivista. Entrare nel Consiglio Direttivo mi ha aiutato moltissimo a completare il mio percorso di formazione in un settore che è molto più complesso di quanto possa sembrare. D.A. Italia oggi è fruibile anche in versione digitale e dal portale DA si accede al sito di gossip www.fantavending.it . Come riesci a gestire due strumenti di comunicazione così diversi tra loro, ma entrambi “da maneggiare con cura”? Il portale che ospita Fantavending è sicuramente uno strumento da maneggiare
con estrema attenzione. Spesso dall’esterno non ci si rende mai davvero conto di quanto sia difficile gestire un così gran numero di voci di mercato e di segnalazioni anonime. Fortunatamente però la community è molto solida, la struttura dei corrispondenti locali in continua crescita e il sito è ben strutturato per riuscire ad ottenere le necessarie conferme ai gossip in tempi rapidissimi. D.A. Italia è invece ormai un format consolidato, anche se viene cambiato molto profondamente ogni 3-4 anni e la sua gestione crea meno problemi, anche grazie alla professionalità dello staff che lavora da anni su questo strumento di comunicazione ed ha maturato una grande esperienza specifica.
forte alla comunicazione e un sentimen-
Questa rivista è nata con il claim “Diamo voce al settore”. Quanto conta la comunicazione e a che punto è in questo senso il vending? Quando è uscito il primo numero della rivista, l’intero settore aveva come claim “non parliamo di noi in giro”. C’era una chiusura molto
centrazione di settore (molti operatori
to di diffidenza verso i media di approfondimento critico. Ma era inevitabile che la situazione cambiasse ed oggi la comunicazione è diventata una variabile chiave, imprescindibile per il successo delle imprese. Come immagini il settore tra cinque anni? Credo che sarà molto diverso da oggi. Inevitabilmente si completerà il primo passaggio generazionale, già in fortissimo ritardo nel 2015. Poi ci saranno le conseguenze della certificazione dei corrispettivi, che riscriveranno le modalità operative di moltissimi micro operatori. Probabilmente dopo un’iniziale ed inevitabile fase di convenderanno l’attività), ci sarà una nuova generazione di imprenditori vending che si affaccerà al settore con regole nuove. Dalla qualità di questa nuova generazione dipenderà una buona parte del futuro della filiera del vending.
DA N.100 INTERVISTA CON ALESSANDRO FONTANA
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NORMATIVA E DIRITTI
JOBS ACT L’ITALIA RIFORMA IL MERCATO DEL LAVORO
NORMATIVA E DIRITTI
NEL CORSO DEGLI ULTIMI DODICI MESI, ABBIAMO SENTITO PARLARE A PIÙ RIPRESE DEL COSIDDETTO “JOBS ACT” (CHE DERIVA DA “JUMPSTART OUR BUSINESS STARTUPS ACT”, UNA LEGGE A FAVORE DELLE PICCOLE-MEDIE IMPRESE PROMULGATA DAL GOVERNO USA NEL 2012), UNA SERIE DI PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI TESI A RIFORMARE IL DIRITTO DEL LAVORO IN ITALIA, VOLUTI DAL GOVERNO RENZI. PER COMPRENDERE QUALI SARANNO I CAMBIAMENTI CONCRETI, IN PARTICOLARE A LIVELLO CONTRATTUALE E DI GESTIONE DEI COLLABORATORI, CONFIDA HA PROPOSTO UN MOMENTO DI APPROFONDIMENTO. MERCOLEDÌ 16 SETTEMBRE SI È SVOLTO PRESSO L’HOTEL MELIÀ 12
DI MILANO UN WORKSHOP “IL DIRITTO DEL LAVORO DOPO IL JOBS ACT”, TENUTO DA ESPERTI QUALIFICATI IN MATERIA, QUALI IL PROF. AVV. FRANCESCO BASENGHI, ORDINARIO DI DIRITTO DEL LAVORO PRESSO L’UNIVERSITÀ DI MODENA E REGGIO EMILIA ED IL DOTT. ALBERTO RUSSO, RICERCATORE DI DIRITTO DEL LAVORO PRESSO LA FONDAZIONE MARCO BIAGI DI MODENA. I DUE DOCENTI HANNO SAPUTO OFFRIRE AI PRESENTI UNA SEMPLICE MA ESAUSTIVA SPIEGAZIONE DELLE NOVITÀ INTRODOTTE, CORREDATA DA ESEMPI PRATICI. RIPORTIAMO DI SEGUITO UNA SINTESI DELLE LORO RELAZIONI.
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“LE NUOVE PARASUBORDINAZIONI, IL CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI, I CONTROLLI SULLE ATTIVITÀ DI LAVORO”, A CURA DI FRANCESCO BASENGHI “Da gennaio 2016 la disciplina del lavoro subordinato si applicherà anche alle collaborazioni continuative. Dovremo quindi distinguere all’interno delle co.co.co. un’area “genuina”, con la continuità e la preva-
lenza della prestazione, ma nella quale il collaboratore mantiene piena autonomia in merito ai tempi e ai luoghi dello svolgimento dell’attività (il co.co.pro. ci aveva abituati ad una diversa gestione del collaboratore, non autonomo). Un aspetto apparentemente limitativo della riforma ma che, rispetto alle prassi meno virtuose che le imprese seguivano, ostacola l’impossibilità di utilizzare il lavoratore co.co.co. come dipendente non autonomo. Ciò che conta è
come il rapporto è davvero gestito. Questa legge non suona come una novità, ma ora il lavoratore viene maggiormente tutelato rispetto alla sua autonomia. E non solo lui, anche l’imprenditore. Da questo punto di vista, la riforma infatti è positiva: se io personalmente fossi un datore di lavoro, sarei fortemente favorevole rispetto a questo tipo di assetto, anche perché l’Art. 69 1° comma, del D.Lgs. 276/2003, comprendeva la norma per cui se il contratto a pro13
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getto si fosse rivelato non adeguato sotto il profilo del progetto (non reale o mansioni extra progetto, o mancata formalizzazione regolare), si sarebbe immediatamente convertito in contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, per effetto sanzionatorio. Si tratta dunque di un’inversione del percorso evolutivo compiuto tra il 2003 e il 2012 e, di fatto, dell’esaurimento della forma del contratto a progetto, finalmente abrogato, come finora lo abbiamo inteso. Oggi una norma di questo tipo è scomparsa. Come l’Art. 69 bis, quel pezzo della riforma Fornero, nel 2012, che “colpiva” la prassi di usare per attività di lavoro continuativa anche le partite IVA. Per qualificare il rapporto di lavoro, il magistrato non valuta le fatture emesse ma se le fatture sono dodici in un anno, per importi simili, per lo stesso datore di lavoro, quel rapporto viene valutato come qualcosa di irregolare, di diverso rispetto ad una prestazione fornitore-cliente… Paradossalmente aver aperto partita IVA non è un escamotage per evitare l’inquadramento da dipendente, ma una confessione aperta: c’è la piena monocommittenza, c’è la predeterminazione dei corrispettivi, come vuole che sia la retribuzione del lavoratore dipendente, manca solo la confessione aperta. L’art. 69 bis quindi arrivava dall’intenzione di porre un freno anche a questo fenomeno. È naturale che l’imprenditore cerchi sempre di ottimizzare i costi, di spostare si verso tipologie contrattuali che siano le più comode, le più flessibili e le più economiche da gestire e se il legislatore appesantisce troppo il lavoro dipendente, ci si sposta verso la parasubordinazione e se appesantisce la parasubordinazione creando il contratto a progetto, è ovvio che ci si sposti verso le partite IVA. L’Art. 69 bis si muoveva seguendo questa logica: se si verificano due delle tre condizioni che il legislatore identifica per indicare una falsa partita IVA, quella è una falsa partita IVA. I tre indicatori sono: postazione di lavoro fissa, 80% dei redditi dipendenti da un solo committente, otto mesi di lavoro in 2 anni. Bastavano due di queste condizioni o che si presupponesse la natura parasubordinata del rapporto perché quel rapporto formalmente autonomo venisse considerato parasubordinato, che come tale dovesse avere un progetto, che il progetto ovviamente non fosse stato formalizzato e quindi, per sanzione, ci si trovasse a dover formalizzare un progetto e ad avere un dipenden14
te. Un doppio salto, addirittura. L’Art. 2, in vigore dal 1 gennaio 2016 riguarda tutte le forme di collaborazione, quindi anche quelle autonome pure, come la partita IVA. L’intento della legge è quello di regolare i rapporti di lavoro, ma non solo. Un Nuovo D.L. in via di approvazione, il precedente è del 1970, è quello sul controllo del lavoratore. Oggi si parla di telecamera o localizzatore (non mancano, in merito, accese discussioni anche tra garante della Privacy e parlamentari). La norma n. 4 del 1970 imponeva l’accordo sindacale per l’uso di tutti gli strumenti che avessero anche potenzialmente consentito di verificare il lavoro svolto dai dipendenti. Oggi questa legge è obsoleta, ma potenzialmente qualsiasi dispositivo è in grado di ricostruire il lavoro di un dipendente. Il nuovo testo recita che “è vietato l’uso di impianti audiovisivi che abbiano come unico scopo il controllo a distanza dei lavoratori”. Secondo il nuovo Art. 4, è possibile esercitare un controllo, ma in forme definite “umane”, non usando cioè strumenti che amplino la facoltà di controllo (es. pc). Possibile farlo invece attraverso le altre figure dell’organizzazione preposte al coordinamento (capireparto, ecc.). Vietato quindi è il controllo preterintenzionale, quello che avviene con apparecchi che non hanno scopo unico di controllare i clienti (es. sistemi di controllo produzione, sicurezza, ecc.) ma che sono in grado di farlo! Anche solo trattenere i dati del personale non è lecito, senza consenso. Gli apparecchi per il controllo produttivo o della sicurezza aziendale devono solo servire alla funzionalità del lavoro, previo consenso sindacale o della Direzione del Lavoro (ad esempio, non è possibile controllare con telecamere l’entrata/uscita dal lavoro). In sostanza, se io oggi fornisco strumenti operativi utili al lavoratore, ma questi strumenti implicano il controllo preterintenzionale e io non lo esercito, allora mi è consentito utilizzarli, come nel caso di un ARD dotato di palmare. Oggi è inoltre possibile il trattamento dei dati personali previo consenso, mentre l’Art. 4 nella sua vecchia formulazione non lo consentiva. Il controllo in ogni caso deve mantenersi indiscriminato, non persecutorio, questo è un punto fondamentale della legge. L’Art. 4 del 1970 risulta evidentemente superato dalla stessa evoluzione della tecnologia che utilizziamo nel quotidiano, in ambito professionale e sociale, per questo secondo la nuova legge il datore di lavo-
ro, se rispetta i limiti stabiliti dal principio della privacy, non incorre in una possibile denuncia da parte del dipendente. Un ulteriore argomento introdotto dal Jobs Act riguarda il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, che non rappresenta una nuova tipologia contrattuale ma si limita a disciplinare meno severamente il licenziamento. Di fatto si rende più semplice il licenziamento anche quando questo è illegittimo, ad esempio escludendo reintegrazioni o fissando una somma prestabilita che spetta al lavoratore (2 mensilità per ogni anno di lavoro, fino a un massimo di 18) per le aziende con più di 15 dipendenti. A questo va aggiunta l’agevolazione fiscale della durata di tre anni al momento dell’assunzione. Due provvedimenti a vantaggio del lavoratore, che viene così assunto e non parasubordinato, ma innegabilmente favorevole anche del datore di lavoro. Il regime si applica anche in caso di licenziamenti collettivi. Alcune forme di contratto all’apparenza più convenienti, non lo sono più, alla luce di queste novità. Naturalmente, questo vale unicamente per i futuri assunti e per le aziende con un numero di dipendenti inferiore a 15 vi sono regole diverse e specifiche. Non valgono inoltre accordi tra dipendenti e datore di lavoro, poiché le somme stabilite per legge sono già detassate. In caso di controversia, la revoca del licenziamento può avvenire entro 15 giorni dalla sua impugnazione, univocamente da parte del datore di lavoro. In linea generale, la normativa mira ad aumentare il numero delle conciliazioni attraverso accordi prestabiliti in caso di licenziamento, sia esso illegittimo o per giusta causa”.
“D.LGS N. 81/2015, DISCIPLINA DELLE MANSIONI. IL NUOVO ART. 2103 DEL CODICE CIVILE”, A CURA DI ALBERTO RUSSO “Mentre il Jobs Act veniva elaborato, si è parlato a lungo di ricodificazione del diritto del lavoro. In realtà, il legislatore è intervenuto cercando di razionalizzare, di semplificare, creando un “codice” utile per l’operatore, cercando di riunire tutte le tipologie contrattuali utilizzabili. Tra i contratti eliminati, ad esempio, ricordiamo job sharing e contratto di partecipazione. Tra i contratti che sono rimasti troviamo invece il part-time, per il quale sono state
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L’innovazione come non l’avete mai Vista. Potrebbe essere l’ascensore ad elevata precisione per un’erogazione delicata dei prodotti food e non-food; oppure la tecnologia Touchscreen con monitor a 7” o 46” Multimedia; o ancora il design accattivante che permette l’integrazione di questo distributore in ogni ambiente e la maxi-capacità data dalle due colonne refrigerate per bottiglie
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fissate alcune regole: ad esempio, il contratto deve riportare precisamente luoghi e orari di lavoro, eventuali turni oltre alla sua durata (in forma scritta) per non permettere conversioni automatiche; scompare la distinzione tra part-time verticale ed orizzontale, anche se a livello di organizzazione del lavoro ovviamente rimane. Risolta la questione relativa al lavoro supplementare, applicata al solo part-time orizzontale, possibile fino a +15%, senza consenso del lavoratore, con opzione di legittimo rifiuto, prima retribuito solo se previsto da contratto collettivo, ora no). Nel caso del part-time verticale, passa per le cosiddette “clausole elastiche” la possibilità di variare per aumento le ore di lavoro, dietro preavviso di due giorni e compenso extra per il lavoratore. In assenza di disciplina collettiva, vi è una disciplina specifica che prevede la possibilità di variare la collocazione sulla base di un accordo di flessibilità, che deve avvenire davanti alle Commissioni di Certificazione, sempre entro il limite del +15%. La legislazione ha introdotto delle norme specifiche ovviamente per chi presenta particolari
patologie croniche. Per quanto riguarda il contratto a termine, il limite consisteva nell’utilizzare questa tipologia di contratto al massimo per il 20% dell’organico e alla violazione di questo limite era associata una sanzione amministrativa: il legislatore è intervenuto chiarendo che a questa sanzione non ne segue alcuna di tipo civile, escludendo quindi l’upgrade del contratto da tempo determinato ad indeterminato. Altro aspetto su cui è intervenuto il Jobs Act è la somministrazione di lavoro (ex interinale), ovvero quel contratto commerciale tra azienda ed agenzia, ma solo in caso le agenzie siano autorizzate dal Ministero. La novità è che non serve più, nel caso di somministrazione a tempo determinato, una causale per questo tipo di contratto. Un aspetto importante è invece la modifica della disciplina rispetto alla somministrazione di lavoro a tempo indeterminato, cioè la possibilità di non predefinire i limiti del contratto perché il lavoro è legato ad un’esigenza stabile: prima del decreto, questa possibilità era definita solo per alcune specificità stabilite dalla legge. Limite di utilizzo stabilito, 20% del perso-
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nale, anche in questo caso derogabile da accordi collettivi aziendali che possono essere stipulati all’occorrenza. In questo caso, lo sforamento del limite del 20%, limite previsto per lo staff leasing, non c’è solo sanzione amministrativa, ma anche civile, quindi la conversione del contratto. Lo staff leasing rimane possibile solo per dipendenti che siano stati assunti a tempo indeterminato dall’agenzia. Questo può avere ripercussioni positive per l’azienda, se si associa questa considerazione agli incentivi contributivi previsti dalla legge di stabilità. È infatti pratica ormai diffusa chiedere all’agenzia di dividere i vantaggi che derivano dall’assunzione di un dipendente a tempo indeterminato, con l’effetto di diminuire i costi. Il costo del contratto di somministrazione è la ragione per cui questa tipologia di contratto ha avuto poco successo: il suo istituto “concorrente” è l’appalto, più rischioso da un punto di vista di eventuali sanzioni, però enormemente più conveniente dal punto di vista del costo del lavoro (la somministrazione deve garantire la sostanziale parità di trattamento economico per i lavoratori, mentre 17
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nell’appalto questo non accade). Quindi la possibilità di usufruire dei vantaggi contributivi, potrebbe essere per le agenzie un abbassamento dei costi del servizio che significherebbe maggiore competitività. Voi, come somministratori di bevande o alimenti utilizzate dipendenti o padroncini, al bisogno ricorrete a cooperative esterne che gestiscono il lavoro e questo tipo di contratto va sotto la denominazione di “appalto”, soggetto alle rigide regole che normano l’appalto, soprattutto per quanto riguarda le conseguenze. L’appalto può essere un ottimo strumento di somministrazione del lavoro ma, qualora si appurasse la non autenticità dell’appalto, sarebbero molto noiose le conseguenze per il committente, perché vi è una sanzione penale di 50€ per ogni giornata di lavoro di ogni dipendente coinvolto (ed essere coinvolti a livello penale non è comunque mai bello). Il Jobs Act ha lasciato la sanzione penale in caso di rapporto illecito, però ha tolto la sanzione per somministrazione fraudolenta e, in caso di rapporto illegittimo, esiste
la sanzione che prevede la conversione del contratto. Quando si sceglie questa tipologia di contratto, occorre quindi prendersi tempo e farlo bene, sia da un punto di vista documentale, sia dal punto di vista operativo, per evitare di incorrere in spiacevoli sanzioni. Perché magari non capiterà mai la verifica da parte della Guardia di Finanza ma, laddove dovesse succedere, le conseguenze potrebbero essere molto gravi. La legge Biagi 10/2003 n. 276 dice che l’appaltatore deve avere autonomia organizzativa nei confronti dei propri lavoratori. Occorre una cultura dell’appalto legittimo, a partire da voi committenti. Un altro aspetto da considerare è il rischio di impresa per l’appaltatore. Se viene abbattuto, il contratto di appalto diventa assimilabile al lavoro subordinato. Il consiglio è cercare di costruire l’appalto in modo che il rischio d’impresa sia ripartito in modo corretto. Ad esempio i contratti con i “padroncini”, qualcosa che vi riguarda da vicino, sono contratti da lavoro autonomo, senza rischio d’impre-
sa in carico al lavoratore autonomo, ma qualora si verificasse da parte del committente un controllo pervasivo dei tempi e dei luoghi di svolgimento dell’attività, occorrerebbe fare attenzione, perché secondo l’interpretazione prevalente, anche in questo caso si parlerebbe di presunzione di subordinazione. Questo è un aspetto importante, perché si tende a ritenere la normativa applicabile ai co.co.pro, mentre riguarda tutte le collaborazioni autonome continuative. Questa presunzione può essere vinta laddove si dimostri che il contratto è certificato. Non significa che non ci saranno controlli, naturalmente, ma è naturale che il Ministero andrà a verificare ancora prima i contratti non certificati. Occorre anche fare attenzione al fatto che l’attività svolta dal collaboratore sia quella indicata sul contratto e non ne vengano svolte altre per quello stesso committente, dettagliando in maniera specifica l’attività richiesta, perché riuscendo a dimostrare che il lavoratore ha svolto quell’unica funzione, sareste facilitati nel provare che
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quel contratto è genuino. Infine, un aspetto interessante contenuto nella nuova normativa riguarda la modifica del lavoro e delle mansioni. La legge precedente prevedeva la possibilità, da parte del datore di lavoro, di cambiare le mansioni di un dipendente nei limiti del rispetto della equivalenza professionale. Questa la norma generica, anche se il concetto di equivalenza era abbastanza fluido... Questo concetto è stato sostituito dal concetto di appartenenza al medesimo livello e alla medesima categoria: sulla base del Jobs Act, tutte le mansioni che sono comprese in un livello di appartenenza potranno essere oggetto della variazione di mansione. Quindi si passa da un criterio sostanziale di equivalenza professionale a un criterio formale, dato dalla collocazione di quella mansione nel livello di inquadramento previsto dal contratto collettivo. Unico limite è quello dell’appartenenza alla medesima categoria legale: un operaio prima avrebbe potuto essere messo al posto di un im-
piegato, ora la legge lo esclude. L’impresa potrà assegnare quelle mansioni che appartengono alla medesima categoria contrattuale ma anche alla stessa categoria legale. Si rivitalizza cioè quella distinzione tra categorie che era andata un po’ a decadere. La variazione non deve avvenire in sede protetta, poiché rientra nei poteri dell’impresa. La legge prevede spostamento all’inquadramento immediatamente inferiore (es. da 4° a 3° livello) in caso di modifica dell’assetto organizzativo aziendale. Questa nozione lascia molta libertà di interpretazione, anche se la legge suggerisce di garantire il lavoratore. Per giudicare queste situazione il diritto applicherà probabilmente il principio dell’extrema ratio, presupposto generico, facilmente attaccabile. La cosa importante da segnalare è che la legge individua, rispetto a prima, un obbligo formativo a carico dell’azienda, in realtà depotenziato perché non annulla l’assegnazione e perché non comporta alcuna penalizzazione per l’azienda il fatto di non rispettarlo. Naturalmente il dipenden-
te non è responsabile delle conseguenze per questo mancato adempimento, nel caso non sia in grado di svolgere la mansione. A favore dell’azienda, anche tempi più lunghi per concedere la stabilizzazione della posizione, in assenza di contratto collettivo (sei mesi e non più tre). Il lavoratore ha però diritto a stabilizzare la posizione se questa è in essere da sei mesi continuativi, quindi è bene non ricorrere a “giochini” di cambi mansione frequenti o vicini alla scadenza dei sei mesi per frodare la legge! Il Comma 6 prevede che il cambio di mansione verso il livello inferiore sia possibile se avviene nell’interesse del lavoratore, ad esempio se questo provvedimento garantisce di mantenere il posto di lavoro o comporta orari vantaggiosi, migliore qualità di vita. Parità di retribuzione e di condizione vanno salvaguardate se non c’è interesse del lavoratore. Bisogna sempre e comunque fare attenzione a forzare il cambio mansione verso il basso perché il lavoratore può rivolgersi alla giurisprudenza, che tenderà a tutelarlo”.
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EVENTI
EU’VEND & COFFEENA IL VENDING EUROPEO SI INCONTRA A COLONIA
EVENTI
SI È CONCLUSA SABATO 26 SETTEMBRE L’EDIZIONE 2015 DI EU’VEND & COFFEENA, LA FIERA INTERNAZIONALE DEL VENDING E DEL CAFFÈ CHE SI SVOLGE PRESSO LA FIERA DI COLONIA. 186 ESPOSITORI PROVENIENTI DA 25 PAESI HANNO PRESO PARTE ALL’APPUNTAMENTO, PRESENTANDO AI VISITATORI LE TENDENZE E LE ULTIME INNOVAZIONI NELL’AMBITO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA: CAFFÈ, SNACK, 22
BEVANDE, SISTEMI D PAGAMENTO, ACCESSORI, BICCHIERI E ALTRI PRODOTTI MA ANCHE SERVIZI. CON UN’AFFLUENZA DI OLTRE 5.000 ADDETTI AI LAVORI DA 59 PAESI, LA FIERA HA REGISTRATO UN INCREMENTO NEL NUMERO DI INGRESSI. IN CRESCITA ANCHE IL NUMERO DELLE PRESENZE INTERNAZIONALI, IN PARTICOLARE DA ITALIA, SVIZZERA, AUSTRIA, PAESI BASSI POLONIA, CHE RAPPRESENTANO CIRCA IL 40% DEL TOTALE VISITATORI.
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“Nel calendario fieristico 2015 Eu’Vend & coffeena è riuscita a riunire le presentazioni di tutti i maggiori costruttori di distributori automatici in un’unica piattaforma“, ha spiegato Katharina C. Hamma, Chief Operating Officer di Koelnmesse: “Una varietà e qualità dell’offerta che i visitatori specializzati internazionali hanno onorato con la loro partecipazione numerosa. La fiera qui a Colonia rappresenta la piattaforma internazionale del settore“. Anche l’associazione tedesca del vending e della distribuzione automatica, BDV (Bundesverband der Deutschen Vending-Automatenwirtschaft e.V.), patrocinatore concettuale di Eu’Vend
& coffeena, ha avuto parole di elogio per l’ottimo risultato: “Il settore è molto soddisfatto di Eu’Vend & coffeena. La fiera è un’importante fonte d’impulsi. Le tante idee e i numerosi concetti qui presentati influenzeranno positivamente lo sviluppo del settore nei prossimi mesi“, ha dichiarato Karl-Heinz Blum, portavoce del comitato esecutivo dell’associazione. Oltre alla forte impronta internazionale che ha caratterizzato la fiera, la qualità del profilo dei visitatori specializzati è stata un importante criterio che ha contribuito a creare una buona atmosfera fra gli espositori della fiera: secondo un sondaggio 23
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effettuato fra i visitatori, infatti, il 67% degli intervistati partecipa o ricopre un ruolo decisivo nelle decisioni sugli acquisti all’interno dell’azienda che rappresenta. Tra le realtà che hanno preso parte all’evento, grandi operatori come Dallmayr Automatenservice, Coca-Cola, il Gruppo AP e il Gruppo CA, caffé & co., Maas, ServiPlus, Geile, Kaffee Partner, JOBmeal, SV e Selecta. Presenti alla manifestazione anche acquirenti del settore commerciale, come le catene tedesche GDO Edeka e Rossmann, nonché rappresentanti di grandi imprese come Airbus, Alte Leipziger, Bayer, Kimberly-Clark, KPMG, Siemens e Solvay. 24
Anche il mercato del Fuori Casa è stato rappresentato da grandi imprese e istituzioni come la Commissione Europea, Pelican Rouge, Aramark, Tank & Rast, Lekkerland, molte associazioni universitarie, nonché Tabaccoland.
“Ci siamo preparati alla fiera per un anno e mezzo nel quale abbiamo sviluppato un nuovo lancio della marca con l’intento di presentare al pubblico specializzato di Eu’Vend & coffeena la nuova marca ‘La Rhea’. Questa è stata accolta molto bene. La qualità dei colloqui alla fiera è stata di un livello nuovo, d’alto valore, molto professionali. Riassumendo, questa è sta-
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ta l’edizione di Eu’Vend & coffeena di maggior successo a cui abbiamo partecipato finora, con risultati eccellenti. Il massimo è stato poi il riconoscimento con il premio ”Vending Star” per il concetto tecnico dei distributori automatici della nuova marca”, ha affermato Frieder Steigler, socio amministratore di Servomat steigler Vertriebs-und Beratungs- GmbH, azienda tedesca specializzata nella vendita e consulenza di distributori automatici. Eu’Vend & coffeena ha soddisfatto gli espositori, ma anche i visitatori. In particolare, l’offerta espositiva della fiera è sta-
ta ancora una volta convincente, come dichiarato dall’81% dei visitatori specializzati intervistati. Oltre ai più recenti distributori automatici, prodotti di riempimento e innovazioni, il tema della sostenibilità e la digitalizzazione hanno svolto un ruolo centrale: fra i trend messi sotto la lente di ingrandimento sono emersi soprattutto i distributori con grandi schermi tattili e le applicazioni per l’erogazione del caffè. Tendenze ed innovazioni sono state presentate anche nell’ambito del premio per l’innovazione “Vending Star”, conferito da BDV e da Koelnmesse. Per la categoria “Dispositivo tecnico”
EVENTI EU'VEND & COFFEENA
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il premio è andato a Servomat Steigler per la serie di distributori automatici “La Rhea”. Nella categoria “Mezzi ausiliari per il funzionamento di distributori automatici di vending” il riconoscimento è andato a Hug-Witschi per il prodotto “DeLight - Controlled Vending”. L’impresa Ernst Kühner è stata premiata nella categoria “Concetto” per il “LadeGenussCenter+” ed il premio per la categoria “Prodotto innovativo per distributore automatico” è stato assegnato a Flexoco per “Moouw 100% Milch“ (100% latte). Durante l’intera fiera la “Vending Innovation Area” ha offerto un ampio spazio a tutti i candidati ai premi. 28
Nuovi spunti di riflessione sono stati dati dalle presentazioni e serie di discussioni sul noto “Rote Sofa” (il Divano Rosso), cosí come dalla tavola rotonda “Visions of Vending”, momenti di approfondimento che hanno visto la partecipazione di relatori internazionali esperti. Vasto interesse ha suscitato anche la mostra speciale “Water Works” che si è occupata delle opportunità e dei vantaggi dell’utilizzo d’erogatori d’acqua per gli operatori. Come ogni edizione, Eu’Vend&coffeena ha goduto del supporto di EVA, European Vending Association.
EVENTI EU'VEND & COFFEENA
MACCHINE DA CAFFÈ ESPRESSO
Cialde
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EVENTI COVIM INCONTRI
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campagne pubblicitarie radiofoniche e televisive a sostegno di tutta la nostra rete distributiva nazionale del canale Vending, della grande distribuzione e del canale HO.RE.CA. Proprio in questi giorni abbiamo firmato un contratto per 440 spot che andranno in onda da domani 13 settembre per circa 1 mese su RAI 1, RAI 2, RAI 3 e RAINEWS e LA 7 stiamo concludendo un accordo analogo per
ottenere una certificazione sul caffè tostato in grani destinato alla distribuzione automatica che definisce, per le singole miscele, parametri qualitativi funzionali superiori a quelli già definiti per legge. Abbiamo dedicato anche importanti risorse alla comunicazione, come le inserzioni sulle riviste di settore, la partecipazione a fiere ed eventi, la cura del packaging e soprattutto le
le reti Mediaset (68 spot su Rete 4 Canale 5 e italia 1). Adesso lascio la parola al mio socio e compagno di molti anni di fruttuoso lavoro Luca Solari e Vi do appuntamento alla manifestazione fieristica Host che si svolgerà alla fiera di Milano di Rho dal 23 al 27 ottobre. Grazie per l’attenzione”.
CE per le regioni Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli, ai quali recentemente si è aggiunto anche Riccardo Rabitti della RR VENDING per l’Emilia Romagna. Abbiamo così rafforzato la rete distributiva per il canale Vending anche in questa zona in cui era già presente un nutrito numero di affezionati clienti gestori alcuni dei quali sono oggi qui presenti e che ringrazio per la loro partecipazione.
Covim, che ha iniziato a dedicarsi al canale vending da 25 anni, detiene oggi una quota di mercato del caffè in grani di circa il 25%, ed ha nel tempo sviluppato le competenze necessarie per produrre direttamente tutta la gamma di caffè porzionati monodose compatibili con i più diffusi sistemi presenti sul mercato e che vi abbiamo oggi potuto mostrare in abbinamento alle valide macchine da caffè
EVENTI COVIM INCONTRI
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per l’office coffee system, ed al distributore Vending Necta Brio 3 per l’utilizzo delle capsule autoprotette Covim Opera. In questi anni di congiuntura economica negativa non ci siamo fermati e, oltre ad aver intensificato gli investimenti nel reparto produttivo, siamo anche una delle primissime torrefazioni italiane a rispettare lo standard “DTP 114 – Qualità per Vending” e ad 31
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tri è il nome degli eventi da noi ideati per ufficializzare la partnership con i nostri clienti rivenditori che operano sul territorio e, assieme a loro, illustrare agli operatori del vending la validità della nostra offerta. Prima di tutto vorrei salutare i nostri partner che già da tempo collaborano con noi: Piero Agnelli e Sergio Gherardi (Piemonte), Gianni Redaelli e Oliviero Ca-
stelli (Lombardia), Paolo Paris (Toscana ed Umbria), Lucio Di Donato (Marche e Abruzzo), Giancarlo Meloni (Sardegna), Valentino Paroncini (Lazio), Nunzio e Mario Galano (Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) ed Alfio Petrullo (Sicilia). La collaborazione con questi amici, che fanno parte della rete di agenzie di un noto fabbricante di distributori automatici, ci permette di diversificare meglio l’offerta e di
proporre un servizio completo e alternativo a quello di altre organizzazioni presenti sul mercato. Oggi Vi abbiamo invitato in questa splendida Villa Pisani perché dopo anni di corteggiamento, finalmente siamo riusciti a convincere ad entrare in collaborazione con noi anche Diego Malaffo, Manuel Puppin e Franco Puppin, rispettivamente della Ditta ADIGE VENDING, PITRES e NORDEST SERVI-
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CONFERMATA L’ENTRATA NEL MONDO DELL’AUTOMATICO DEL NUOVO DISTRIBUTORE N&W “NECTA BRIO3 COVIM” PER LE CAPSULE AUTOPROTETTE COVIM OPERA. UNA NUOVA OPPORTUNITÀ COMMERCIALE DA POTER GESTIRE CON UN MARCHIO CHE STA INVESTENDO TANTISSIMO IN COMUNICAZIONE NAZIONALE E CHE SI STA VIA VIA SEMPRE PIÙ AFFERMANDO NEL CONTESTO ITALIANO. PIERO LAZZARI, PRESIDENTE DI CONFIDA, ERA PRESENTE ALL’EVENTO E HA PARTECIPATO AL BREVE CONVEGNO DI PRESENTAZIONE DELLE NUOVE PART-
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NERSHIP. NEL SUO INTERVENTO HA RIBADITO IL FORTE LEGAME CHE SI È STRETTO NEGLI ANNI TRA COVIM E L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI CATEGORIA. D.A. ITALIA ERA PRESENTE ALL’EVENTO E PUBBLICA L’INTERVENTO INTEGRALE DI CLAUDIO PICCI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI COVIM SPA INTERVENTO DI CLAUDIO PICCI Buongiorno a tutti, vi do il benvenuto al Covim Incontri e Vi ringrazio di essere intervenuti così numerosi. Covim Incon29
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EVENTI
COVIM INCONTRI. IL ROAD SHOW DI PADOVA HA SUPERATO OGNI ASPETTATIVA
EVENTI
SABATO 12 SETTEMBRE SI È SVOLTA A VESCOVANA (PD) L’ULTIMA TAPPA 2015 DI COVIM INCONTRI, IL FORMAT DI SUCCESSO ORGANIZZATO DALLA TORREFAZIONE GENOVESE. OLTRE 150 OSPITI HANNO PRESO PARTE ALL’EVENTO, SUPERANDO OGNI ASPETTATIVA DI PARTECIPAZIONE. COVIM INCONTRI OTTIENE CONSENSI E RISCONTRI POSITIVI PERCHÉ È PRIMA DI TUTTO UNA PIACEVOLE GIORNATA CONVIVIALE VISSUTA IN UNA SPLENDIDA LOCATION, UN MOMENTO DI AGGREGAZIONE TRA OPERATORI DEL VENDING, DOVE SI RISCOPRE LA GIOIA DI
STARE TUTTI INSIEME E DIALOGARE SULLE PRINCIPALI TENDENZE DI SETTORE. L’EVENTO È STATO RICCO DI CONTENUTI E DI NOVITÀ. SONO STATE PRESENTATE LE NUOVE PARTNESHIP COMMERCIALI DI COVIM CON ADIGE VENDING, PITRES, NORD EST SERVICE E R.R. VENDING, IMPORTANTI ED AFFERMATE REALTÀ CHE OPERANO IN VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA, TRENTINO ALTO ADIGE ED EMILIA ROMAGNA, REGIONI STRATEGICHE PER IL MERCATO DEL VENDING. DURANTE QUESTA TAPPA DI COVIM INCONTRI È STATA
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> CAFFÈ CAGLIARI PRESENTA AD HOST LA CASA DEL CAFFÈ, IL FRANCHISING CHE UNISCE TRADIZIONE E MADE IN ITALY Caffè Cagliari S.p.A., storica torrefazione modenese, sarà presente ad Host Milano dal 23 al 27 ottobre 2015. Per l’occasione, sarà presentato in anteprima mondiale la Casa del Caffè, il progetto di locali in franchising nato per diffondere nel mondo la cultura dell’espresso e l’anima del locale di tradizione italiana. Il progetto si distingue per l’atmosfera accogliente e rilassante, dal design italiano ispirato agli anni ’50 dove il caffè e il rito della degustazione sono protagonisti, per offrire un’esperienza di gusto ed eccellenza. “Il progetto Casa del Caffè è il risultato del forte impegno che da oltre cento anni guida la filosofia aziendale.”, afferma Alessandra Cagliari, Amministratore Delegato di Caffè Cagliari S.p.A.: “Nel 1895 mio bisnonno Ambrogio Cagliari decise di cercare fortuna in Brasile, trovandola nella coltivazione e poi nell’industria del caffè. 120 anni dopo, per celebrare una grande storia di famiglia fatta di passione, qualità e amore per il caffè, siamo orgogliosi di presentare un nuovo concept store: un locale dove i clienti possono degustare l’espresso italiano e, al contempo, scoprire le eccellenze del Made in Italy”. Caffè Cagliari, da sempre radicata nel territorio e forte di una tradizione che conta quattro generazioni, punta sul binomio qualità dell’espresso ed eccellenze del territorio modenese. I locali Casa del Caffè sono ambienti unici, ricchi di rifermenti e immagini che raccontano la storia dell’azienda e la città di Modena. Locali che guardano alla tradizione e che richiamano i valori di familiarità e convivialità tipici italiani, dove stare insieme significa sentirsi a casa, nella Casa del Caffè Cagliari.
> L’OFFERTA COMPLETA LAVAZZA PER IL CANALE HORECA A HOST 2015 Lavazza sarà presente a Host 2015, 39ma edizione dell’Hospitality Exhibition dedicata all’accoglienza professionale che si terrà in Fiera Milano dal 23 al 27 ottobre, con uno stand di 300 metri quadri presso PAD 24 STAND B28 – B36, proponendo la sua offerta completa per il canale Ho.Re. Ca., con corner dedicati alle diverse proposte per il settore. Tra i prodotti protagonisti le Specialties e Origins della caffetteria firmata Lavazza presenti ad Host: iTierra!, Kafa ed Etigua. Lavazza ¡Tierra! è la pregiata miscela dal gusto intenso e dalle note cioccolatate di caffè 100% sostenibile proveniente da aziende agricole certificate Rainforest Alliance in cui si coniugano eccellenza del prodotto, rispetto per l’ambiente e attenzione sociale. Nasce dall’omonimo progetto di responsabilità sociale interamente realizzato dalla Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus che, dal 2002 a oggi, ha coinvolto oltre 3000 coltivatori in 8 Paesi del mondo per migliorare le condizioni sociali e ambientali e le tecniche produttive delle piccole comunità di produttori di caffè Lavazza Kafa è un’altra interessante specialità proposta a Host: una pregiata ed esclusiva Arabica 100% dalla fragranza aromatica che proviene dal cuore dell’Etiopia, nella regione di Kafa, dove tutto ebbe origine e dal cui nome deriva la parola caffè. L’esperienza sensoriale di questo caffè è unica come la sua origine, rendendolo uno dei caffè più pregiati al mondo. Uno degli ultimi progetti dell’Azienda si chiama Lavazza Etigua ed è la prima pregiata miscela prodotta in collaborazione con Slow Food, che unisce le attività di salvaguardia dei Presìdi Slow Food con i 120 anni di esperienza nell’arte della mi-
HOST 2015
scelazione di Lavazza. Etigua è un caffè unico, dalla decisa complessità aromatica, prodotto in quantità limitate con due diverse varietà: Harenna e Huehuetenango. La fierezza etiope si fonde con l’allegria guatemalteca, chiaramente espresse nei caffè dei due Presìdi Slow Food. Nello spazio Lavazza ad Host ci saranno inoltre corner dedicati all’offerta Lavazza caffè filtro e i prodotti per la Caffetteria Classica (Espresso, Cappuccino, Orzo&Ginseng, …), la Ristorazione e l’Hotellerie in generale. Lavazza non è solo offerta prodotto ma è anche expertise e sperimentazione sul caffè. Per questo ogni giorno ad Host, alle 11.00 e alle 16.00, Lavazza organizza 2 workshop con il Training Center Lavazza, la struttura che dal 1988 si dedica alla formazione e all’innovazione di prodotto. Oggi è un network capillare con oltre 50 sedi in tutto il mondo che si occupa sia di formare i professionisti del settore, diffondendo e preservando la cultura dell’autentico espresso made in Italy, sia della continua ricerca di nuove ed originali ricette a base di caffè.
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to monoporzionato; Luigi Morello di SCAE e il presidente Paul Stack; David Moorhouse di ICO, esperto di dati di mercato; Marco Anya di Allegra che illustrerà le tendenze chiave. Non mancherà l'accademia, con Jonathan Morris della Hertfordshire University e Luigi Bonizzi dell’Università di Milano. Lino Alberini di Misterlino si focalizzerà su servizi e motivazione, mentre la materia prima sarà al centro del contributo di Massimo Battaglia dell’Istituto Agronomico di Firenze. Rhi Sausi dell’Istituto Latino Americano si focalizzerà sui progetti sostenibili e Tanadej Kamonchan di Coffee T&I Magazine parlerà della storia di caffè e tè in Oriente. Francesco Torrigiani di Oxfam racconterà come si è evoluto il mercato in Italia negli ultimi tre anni e Massimiliano Fabian di Demus parlerà di mercato, sostenibilità e ricerca del decaffeinato. Enrico Finzi di Astra Ricerche presenterà l’abstract di un’importante inchiesta sul consumo di caffè in Italia e Angela Borghi di TradeLab analizzerà il ruolo del caffè nel fuori casa.
Infine, formazione sotto i riflettori di Luigi Odello, Centro Studi Assaggiatori, e punto di vista del grande cliente business per Massimo Barbieri di Burger King. A braccetto con la formazione va poi la degustazione “formativa”, che sarà assicurata dal Coffe District, strutturato come un raffinato brew bar, curato da Andrej Godina, trainer SCAE e coffee expert, e del tre volte campione italiano di caffetteria Francesco Sanapo.
“Per la prima volta portiamo al grande pubblico del metodo di assaggio con la tecnica professionale del ‘cupping’, commenta Godina: “Si versano 10 grammi della miscela in una tazza da cappuccino, vi si versa sopra direttamente l’acqua calda e si lascia in infusione fino a quando raggiunge la temperatura di assaggio di 60 gradi. A differenza dell’espresso, che determina una bevanda con caratteristiche chimiche e organolettiche più complesse, il cupping permette di valutare in maniera più diretta la qualità e le peculiarità di gusto e aroma della miscela”. Le degustazioni, che si terranno ogni ora saranno dedicate ciascuna a una
specifica macroarea, Paese o addirittura a singole ‘fincas’ che porteranno il meglio della loro produzione. “Per rappresentare nel modo migliore la tradizione italiana, due volte al giorno avremo anche speciali momenti ta-
sting dedicati all’espresso”, conclude Godina. I momenti dedicati al caffè non finiscono certo qui: si chiama What it takes to be Great: WCE All-Stars l'evento con il quale WCE, World Coffee Events, porterà a Host2015 i vincitori dei campionati mondiali 2015 della caffetteria, con prestigiose figure del settore ad esibirsi raccontando le loro esperienze e illustrando le abilità necessarie per essere grande nel mondo del caffè. Tra interviste, dimostrazioni ed eventi SCAE, Speciality Coffee Association of Europe, sarà presente con le dimostrazioni e presentazioni didattiche di Barista Bonanza in due postazioni: il Coffee Stage, con seminari di 45 minuti sui tipi di caffè e argomenti di natura economica e commerciale, e una seconda postazione dove famosi baristi faranno degustare caffè speciali provenienti da tutto il mondo.
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> PROPRIO COME IL CAFFÈ, IL PROGRAMMA DI WORKSHOP, SEMINARI, INCONTRI E TASTING PREVISTO AD HOST È FORTE, INTENSO, E VARIO. PERCHÉ TOCCA E APPROFONDISCE TUTTE LE SFACCETTATURE DELL'UNIVERSO CAFFÈ. I workshop organizzati nello spazio del Coffee District da CPC (Consor-
zio Promozione Caffè), organismo che raggruppa le principali aziende che producono e commercializzano caffè nelle varie tipologie (torrefatto, decaffeinato, solubile e porzionato) con UCIMAC, Associazione dei costruttori di macchine per caffè espresso ed attrezzature per bar, sono di altissimo profilo. In quattro dense sessioni, agli interventi dei più grandi torrefattori italiani
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quali illycaffè e Lavazza, e di alcuni tra i più interessanti esteri come Square Mile Coffee Roasters – che parlerà della nuova sfida dello speciality coffee in porzione singola – si affiancheranno esperti come Patrick Hoffer, presidente di CPC; Maurizio Giuli, presidente di UCIMAC, che discuterà dei mercati a più alto potenziale di crescita; Giandomenico De Franco di Competitive Data, che illustrerà le tendenze del merca25
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HOST 2015 > SIC DOVE IL CAFFÈ DIVENTA GLOBALE
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CONOSCERE PIÙ DA VICINO TUTTE LE DECLINAZIONI DEL CAFFÈ, IL LUOGO MIGLIORE È HOST2015 E IN PARTICOLARE SIC, IL SALONE DEDICATO A BAR, MACCHINE PER CAFFÈ, VENDING E GELATOPASTICCERIA. I VISITATORI POTRANNO TROVARE OLTRE 500 AZIENDE DEL SETTORE RAPPRESENTATE, DISTRIBUITE IN QUATTRO PADIGLIONI DI RHOFIERAMILANO. MARCHI ITALIANI MA NON SOLO: IL 30% INFATTI PROVIENE DA 31 PAESI ESTERI, TRA CUI LE NEW ENTRY SINGAPORE, CIPRO E NORVEGIA. TOP
PLAYER, MA ANCHE PICCOLE REALTÀ EMERGENTI, CHE POTREBBERO ENTRARE A FARE PARTE DEI “BIG” IN UN FUTURO NON LONTANO. ULTERIORE MOTIVO DI INTERESSE SONO LE POSSIBILI, INTERESSANTI SINERGIE CHE, PARTENDO DALLA MACROAREA CAFFÈ - TEA BAR, MACCHINE CAFFÈ, VENDING E GELATO PASTICCERIA SI POTRANNO ATTIVARE CON LE ALTRE AREE ARREDO E TAVOLA E RISTORAZIONE PROFESSIONALE (PANE PASTA PIZZA), TUTTI AMBITI COMPLEMENTARI AL FOOD ITALIANO, LA CUI ECCELLENZA È RICONOSCIUTA.
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ricordare il compianto Lucio Pinetti, un amico, con il quale avevamo anche un rapporto di reciproca stima personale. Ottime relazioni, sia aziendali che personali, si sono instaurate da subito anche con il Presidente Lazzari. Siete un marchio storico del vending: che rapporto avete con Venditalia, la principale fiera di settore? Non abbiamo mai partecipato in qualità di espositori, anche se siamo presenti in visita tutti gli anni e durante tutti i giorni di fiera. Insieme ad Host la riteniamo la fiera per noi più importante. Parteciperete a Venditalia 2016? È una possibilità davvero concreta. Entro la primavera avremo portato a compimento il progetto di rinnovamento totale dell’immagine aziendale e Venditalia 2016 potrebbe essere la vetrina ideale per poterla presentare a tutti gli operatori del settore, insieme alle nostre nuove capsule compatibili.
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nodose abbiamo recentemente acquistato due nuovi impianti per avere una maggiore autonomia produttiva ed il controllo totale della filiera per quanto riguarda le capsule FAP e le compatibili BLUE, A Modo Mio e Nespresso. Ad alcuni clienti storici, con i quali esistono solide relazioni e volumi importanti, offriamo anche il servizio di personalizzazione delle miscele. Molte compatibili Nespresso non hanno una buona resa in tazza, a causa delle oggettive difficoltà dovute alla scarsa grammatura delle capsule. Siete riusciti ad ottenere un buon risultato? Ci riteniamo molto soddisfatti da questo punto di vista. È un formato molto complicato da gestire, ma arrivando un po’ “tardi”, abbiamo imparato anche dagli errori degli altri. Per la capsula abbiamo scelto un partner commerciale del nostro territorio e optato per un modello che si sfonda a pressione e che quindi evita il problema degli aghi delle macchine Nespresso. In termini di miscela, abbiamo studia-
to molto bene le più diffuse e amate dai consumatori italiani per ottenere una resa in tazza ottimale. Quale diffusione nazionale hanno i vostri prodotti? Esportate molto caffè anche all’estero? Commercializziamo i nostri caffè in tutta Italia, con prevalenza nel Centro-Nord. Abbiamo clienti direzionali, ma ci appoggiamo anche ad alcune rivendite. Disponiamo anche di un deposito in Puglia che si occupa di seguire l’Ho.Re.Ca. Nonostante il forte incremento dell’estero in questi ultimi anni, l’Italia rimane il nostro core business, sia per volumi di vendita che per fatturato. In che modo è ripartito il vostro business? Quanto incide il vending? Il fatturato vending rappresenta il 55% del totale, il bar il 25%, l’estero (vending e Ho.Re.Ca) il 20%, ma è in crescita costante. Il vending ha sempre avuto il peso maggiore. Inoltre i volumi del ca-
nale bar, rispetto a quelli della distribuzione automatica, sono davvero diversi. Una è più una vendita al dettaglio, l’altra all’ingrosso. Per quanto riguarda il nostro fatturato generale, stiamo implementando una nuova strategia commerciale, basata su una nuova immagine coordinata del brand. A nostro avviso questa strategia di riconoscibilità del marchio aiuterà noi e la nostra clientela a crescere e a rimanere competitivi in un mercato sempre più esigente, selettivo e orientato al brand. L’obiettivo è di portare la nostra esperienza e la nostra storia all’interno di un processo di rinnovamento indispensabile per affrontare i rapidi cambiamenti di mercato, ma senza perdere le nostre radici e la nostra identità. Siete associati a CONFIDA? Sì, siamo iscritti a Confida. I nostri rapporti con l’Associazione sono sempre stati eccellenti e, a questo proposito, vorrei
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ding era molto considerato e ben valorizzato, basti pensare che un caffè costava 40 lire al bar e 50 lire alla macchinetta! Vending e Ho.Re.Ca. sono due mondi piuttosto distanti. In che modo li affrontate? Si tratta di due comparti molto particolari, sicuramente diversi tra loro e che richiedono competenze specifiche. Per affrontare il mercato del vending servono prima di tutto persone che conoscano a fondo la distribuzione automatica, mentre l’Ho.Re.Ca. richiede un grande sforzo dal punto di vista della riconoscibilità del marchio, in particolare all’estero. In Italia, a parte i grandi gruppi, siamo tutti un po’ carenti rispetto alla comunicazione. Se il tuo marchio non è riconoscibile, sei solo uno dei tanti. Proprio per questo stiamo rivedendo interamente la nostra immagine aziendale e l’aspetto comunicativo. Ritenete la comunicazione una variabile critica per poter avere successo nell’arena competitiva del vending? L’im-
magine e la comunicazione, nel vending del 2015 e ancora di più nell’Ho.Re.Ca., sono fondamentali. Proprio per questo ci siamo convinti che fosse arrivato il momento di compiere un restyling della nostra immagine aziendale. Siamo usciti da logiche vecchie e non costruttive, perché non potevamo restare fermi, l’arena competitiva ha le sue regole e noi dobbiamo mantenere i nostri numeri, quindi seguiamo il cambiamento. Probabilmente anche altri andranno in questa direzione, perché il mercato pretende questo tipo strategia. Le grandi torrefazioni trattano enormi quantità di caffè crudo. Hanno dei consistenti vantaggi negli acquisti, rispetto a realtà più piccole? Le grandi torrefazioni acquistano senz’altro grandi quantità di caffè verde, ma non bisogna credere che i paesi produttori lo cedano ad un prezzo troppo basso: in paesi come Cina o Vietnam le classi imprenditoriali locali sono molto cresciute e il prodotto non viene di certo svenduto.
TORREFATTORI CAFFÈ PERA
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Inoltre il prezzo non è l’unico fattore critico che caratterizza questa materia prima. Le diverse origini di caffè vanno riconosciute, così come i loro paesi produttori e un buon torrefattore deve conoscere a fondo tutte queste dinamiche. La nostra azienda non prende mai grandi rischi nell’acquistare caffè. È la nostra politica e ci permette di restare sempre sul mercato proponendo un prodotto a condizioni economico/qualitative compatibili con i canali che presidiamo. All’interno dell’azienda chi si occupa dell’acquisto di materia prima? Me ne occupo personalmente. È un compito davvero delicato, che determina il bilancio di una torrefazione. È chiaro che se acquisti male, vendi anche male. Come si compone la vostra gamma di offerta nel caffè in grani? Abbiamo tre diverse miscele di caffè in grani destinate al vending, che sono da anni il nostro cavallo di battaglia e tre miscele per il settore dell’ospitalità. Sul fronte del mo21
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in pieno boom economico. Io sono entrato in azienda a metà anni ‘70, facendo transitare l’azienda da realtà artigianale con collaboratori a prevalenza familiare a realtà industriale con collaboratori esterni ed un mercato più ampio. A inizio 2011 è iniziato il percorso interno di Alessandro, mio figlio maggiore, che attualmente è l’amministratore delegato e si occupa in particolare di sviluppare il mercato estero di Caffè Pera SpA. Naturalmente essere arrivati fino a questo punto è un grande motivo di orgoglio per ognuno di noi. Lavorare in una torrefazione è una professione molto particolare. Hai sempre “respirato” questo mestiere? Decisamente sì. Abitavo sopra l’azienda e fino ai primi anni ’70 la torrefazione è stata per me luogo di gioco, un ambiente quasi domestico. L’intero organico era composto da amici e membri della famiglia. Solo dopo l’acquisto del nuovo impianto, avvenuto nel 1975 e che ha comportato il trasferimento nella nuova sede, abbia-
mo iniziato a selezionare i collaboratori. Io stesso sono entrato ufficialmente in azienda in quell’anno. Quali ruoli hai ricoperto in tanti anni in azienda? Ho iniziato a lavorare in torrefazione a diciotto anni, appena diplomato, con il ruolo di tostatore, ma in realtà già da ragazzino (nel dopo scuola e nei mesi estivi) l’azienda di famiglia è entrata nel mio vissuto quotidiano. In azienda i diversi ruoli li ho veramente ricoperti tutti, dalla tostatura fino a scaricare il caffè dai camion in arrivo da Trieste o da Genova. Dal 2003 sono diventato Presidente dell’azienda ed oggi ho la responsabilità strategica di indicare e guidare lo sviluppo futuro della Caffè Pera SpA. Siete stati tra i primi torrefattori a privilegiare il vending rispetto ad altri segmenti di mercato. A cosa è dovuta questa scelta? La decisione di entrare nel vending risale a metà degli anni ‘60, quando sia la nostra azienda che il mercato della distribuzione automatica
erano agli inizi. Di fatto abbiamo seguito tutta l’evoluzione del comparto dalla sua nascita fino ai giorni nostri. In quegli anni nasceva e si sviluppava la GDO, ma noi non avevamo gli impianti per garantire i volumi necessari a quel mercato, in Italia c’era un solo colosso che poteva permetterselo e che aveva le risorse per investire in comunicazione televisiva ottenendo una grandissima popolarità grazie ad un celebre Carosello. La mia famiglia ha quindi scelto di orientarsi sull’Ho.Re.Ca. e il nascente mercato del vending, più alla nostra portata. La distribuzione automatica negli anni ’60 com’era? A quei tempi le capsule non esistevano, il vending era un servizio che si poteva trovare solo nelle grandi fabbriche, dove lavoravano almeno 300 dipendenti e le macchine erano le Faema E61 o le prime Bianchi. Solo con la Faemina il vending è entrato anche nelle aziende di dimensioni più piccole. I gestori erano pochi e solo Coca-Cola e altri giganti erano presenti nel settore. Però il ven-
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INTERVISTA CON ARNALDO PERA Caffè Pera è una torrefazione storica del vending italiano, nata nel secondo dopoguerra. Cosa ha spinto la generazione dei fondatori ad intraprendere questa avventura imprenditoriale? Quando i miei genitori hanno iniziato, negli anni ’50, il denaro scarseggiava, ma sicuramente non mancava la voglia
di lavorare e la determinazione ad affermarsi in campo professionale. Non “era meglio”, come a volte si sente dire, ma i tempi erano senz’altro diversi. Oggi i paesi in via di sviluppo si trovano in quella situazione, a cercare di emergere e di ottenere tutto quello che manca. I miei genitori hanno iniziato senza alcuna esperienza nel mondo del caffè, ma con fortissime motivazioni. Superate le ovvie difficoltà iniziali, l’azienda è cresciuta e,
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da bottega a conduzione familiare, è diventata una realtà industriale. In che modo ogni singola generazione Pera ha influito sulla storia dell’azienda? Tre generazioni di torrefattori sono tante ed è normale che ogni nuova generazione porti qualcosa del suo vissuto. Mio padre ha fondato l’azienda con enormi sacrifici, tanta passione e voglia di emergere in un periodo in cui l’Italia era 19
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TORREFATTORI
CAFFÈ PERA IL VOLTO NUOVO DELL’ESPERIENZA
IL MERCATO DEL VENDING TORREFATTORI
CAFFÈ PERA SPA, CON SEDE AD ALESSANDRIA, È NATA NEL 1953 ED È STATA UNA DELLE PRIME TORREFAZIONI ITALIANE A CREDERE NELLE POTENZIALITÀ DEL VENDING, MERCATO CHE SERVE ININTERROTTAMENTE DA MEZZO SECOLO. NEL CORSO DEGLI ANNI L’AZIENDA È CRESCIUTA AL PUNTO CHE OGGI PUÒ CONTARE SU UN ORGANICO COMPLESSIVO DI CIRCA CINQUANTA COLLABORATORI, UNO STABILIMENTO PRODUTTIVO DI 9.500 MQ E UNA CAPACITÀ PRODUTTIVA DI CAFFÈ TOSTATO PARI A 18.000 KG GIORNALIERI, OTTENUTI GRAZIE A DUE IMPIANTI TECNOLOGICAMENTE AVANZATI.
UN SISTEMA EFFICIENTE E ALTAMENTE AUTOMATIZZATO PERMETTE DI CONTROLLARE IL PROCESSO PRODUTTIVO IN OGNI SUA FASE E DI OTTENERE UN PRODOTTO DALLO STANDARD ELEVATO E COSTANTE. IL MARCHIO CAFFÈ PERA È COMMERCIALIZZATO NEL VENDING SU TUTTO IL TERRITORIO ITALIANO NEI FORMATI GRANI, FAP E CAPSULE. LA REDAZIONE DI D.A. ITALIA HA VISITATO LA SEDE DI PERA SPA, DOVE HA INTERVISTATO ARNALDO PERA E INCONTRATO IL FIGLIO ALESSANDRO, RISPETTIVAMENTE LA SECONDA E LA TERZA GENERAZIONE DELLA FAMIGLIA TITOLARE DELL’AZIENDA PIEMONTESE.
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# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S » BRITA PRESENTA ACQUAGUSTO
Pratica soluzione filtro per macchine per caffè espresso con serbatoio dell‘acqua Utilizzabile sia per macchine OCS sia per apparecchiature per ristorazione e bar, il filtro AquaGusto, garantendo la miglior funzionalità degli apparecchi, influisce sulla costanza qualitativa del caffé. Abbattendo i sali di calcio e di magnesio dell‘acqua, riduce infatti l‘accumulo di calcare nella macchina. Il filtro può essere utilizzato praticamente in qualsiasi macchina per caffè. I suoi punti di forza sono la semplicità di utilizzo, nonché il pratico indicatore di sostituzione in dotazione. Per non dimenticarsi più di cambiare il filtro. Grazie a questo indicatore di sostituzione è possibile cambiare il filtro sempre in tempo utile per garantire una protezione costante e continuativa dell‘apparecchio che ne viene equipaggiato. È sufficiente applicare l‘indicatore in una posizione ben visibile e tenere premuto il pulsante per tenere sotto controllo il grado di esaurimento del filtro. » IL NASONE TECNOLOGICO DI ROMA
Le fontanelle tipiche dei vicoli romani, affettuosamente soprannominate "nasoni", saranno soppiantate da moderne case dell'acqua hi-tech che offriranno gratuitamente acqua liscia, frizzante e ricariche per i cellulari. In questo modo, il sindaco Ignazio Marino cerca di combattere il fenomeno dell'abusivismo nella vendita dell'acqua da mezzo litro che quest'estate è imperversato su Roma. La vera novità è che i grandi nasoni tecnologici di ACEA posti al Colosseo e ai Fori dovrebbero offrire anche degli snack, diventando delle vere e proprie vending machine collocate in location pubbliche di assoluto prestigio. » SAECO V&P: IMPORTANTI CAMBIAMENTI NELLA STRUTTURA MANAGERIALE Per l'area Marketing, Saeco Vending ha incaricato Laura Nicolosi nel ruolo di Product Marketing Manager. Nicolosi è da oltre 4 anni nel gruppo Philips-Saeco, in qualità di Marketing Manager nel settore Espresso Consumer e di OCS Program Manager nel settore Vending&Professional nell’ultimo anno, e vanta una precedente lunga esperienza come Consumer Marketing Manager in Philips-Avent Londra. Laura Nicolosi prende il posto di Luigi Maddalena, che dopo una proficua collaborazione lascia il Gruppo e riporterà all’Amministratore Delegato, Iwald Mons. Entrerà inoltre a far parte dell’area Commerciale Roberto Tarenzi, con l’incarico di Sales Manager Italia, sostituendo Massimiliano Cortellazzi. Tarenzi, 41 anni, proviene da Comestero Group, dove ricopriva l’incarico di Area Manager Italia per il settore vending ed in precedenza il ruolo di Sales Account Manager Lombardia Canale Mass Market in Coca Cola HBC Italia. Il Manager collaborerà sotto la direzione di Christian Palmieri, Regional Sales Manager e avrà il compito di sviluppare il mercato italiano. » VENDING USA: I DISTRIBUTORI AUTOMATICI SONO SEMPRE PIÙ SOCIAL Il mondo dei social media è sempre più presente nei nuovi progetti vending statunitensi. Ad esempio, ha fatto molto parlare di sé un progetto lanciato all'interno del campus della Michigan State University, dove la valuta è espressa in “tweet” e non in denaro. I distributori automatici hanno infatti tutti un profilo Twitter attivato e gli studenti per acquistare qualcosa devono scrivere un messaggio direttamente dal monitor della macchina (un #hashtag specifico ad un @handle dedicato). Appena il tweet viene inviato la macchina eroga il prodotto. Per tutto settembre i distributori social saranno presenti in diversi punti del campus universitario. 17
Snack and Food buono e caldo! ©2012_www.imagination.it
Sistemi automatici per la ristorazione fuori casa
· Sistema automatico di prenotazione e distribuzione pasti. · Prenotazione tramite touch-screen o via web. · Gestione del credito e delle prenotazioni con carta o chiave elettronica. · Sistema collegato on-line in grado di fornire ogni tipo di informazione riguardo lo stato delle macchine e dati sulla distribuzione/prenotazione dei pasti. · Mantenimento dei pasti a +4°C e riscaldamento fino a +65°C per la distribuzione durante le ore successive.
· Il distributore automatico con forno a microonde integrato in grado di servire uno snack caldo in 20 secondi. · In soli 80 cm di larghezza dal frigo al forno e lo snack è servito. · Ampia scelta di prodotti.
Sistema @DINING
Just Now
FOOD24 srl · 36010 · Zanè (vi) · via Monte Pasubio, 212 · Tel 0445.314002 · Fax 0445.314031 · info@food24.it · www.food24.it
AT E S T N E W S L AT E S T N E W S
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# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S » NASCE EDO, L'APP CHE ANALIZZA LE ETICHETTE E TI DICE COSA MANGI
Le App per smartphone iniziano ad entrare sempre di più nella vita di tutti i giorni e non poteva mancare anche un'applicazione (tutta italiana) che analizza gli ingredienti presenti in etichetta e i valori nutrizionali del prodotti e li mette in relazione con il fabbisogno di ogni consumatore. Grazie a EDO è possibile sapere che cosa si mangia avvicinando il telefonino al prodotto, facendogli leggere i codici a barre presente nella confezione ed aspettare il collegamento ad una banca dati dove sono presenti oltre 15mila prodotti alimentari. Alla fine della ricerca si ottiene un punteggio da zero a dieci che segnala quanto è sano un prodotto, una sintesi delle sue caratteristiche positive e negative, se è adatto a celiaci o intolleranti al lattosio, una lista di alternative più sane, guidando il consumatore verso una scelta più consapevole. Il consumatore è sempre più informato, sarà lui a dirigere le scelte nel mercato del vending fra qualche anno? » UNION CAFÉ PERFEZIONA L'ACQUISIZIONE DI PLOH, LEADER POLACCO NEL VENDING Grazie all’acquisizione della società PLOH SP. Z.o.o, conclusasi recentemente con successo, Union Café è entrata nel mercato polacco della Distribuzione Automatica. PLOH SP. Z.o.o, è il secondo player in termini di fatturato nel settore vending in Polonia e ha una capillare organizzazione su tutto il territorio: con una sede principale a Varsavia, sette filiali che coprono l’intero territorio polacco e una seconda sede nella città di Katowice, la società polacca di gestione opera attivamente in tre segmenti complementari: gestione di distributori automatici free standing, gestione di distributori table-top e dispenser di acqua refrigerata. Union Café srl ha acquisito l’intera partecipazione dal fondo di Private Equity Oresa Ventures. “Data l’attuale situazione economica del mercato polacco della distribuzione automatica, grazie a questa operazione condotta da Union Café, Ploh conoscerà ottime opportunità di sviluppo”, è stato il commento in merito da parte del Dott. Allegrino, Presidente dell’azienda. Nell'operazione Euromerger Italia ha svolto il ruolo di advisor finanziario. Lo Studio Associato Servizi Professionali Integrati - Crowe Horwath il ruolo di advisor legale. Oresa Ventures è stata assistita da Pekao Investment Banking e dallo studio legale Maruta Wachta. » CAMBIANO LE REGOLE SU INSALATE E MACEDONIE Da fine agosto si applicano le norme previste dal decreto attuativo dell'articolo 4 della legge n.77/2011 sulla preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di IV gamma, ossia quelli freschi pronti per il consumo. Il principale obbligo riguarda il mantenimento della catena del freddo sotto gli 8 gradi. Bisogna anche aggiungere sull'etichetta la dizione: "consumare entro due giorni dall'apertura della confezione e comunque non oltre la data di scadenza". Chi non si è messo in regola entro lo scorso 20 agosto, rischia di essere sanzionato. » NUOVO STABILIMENTO NESPRESSO, ALTRI MILIARDI DI CAPSULE IN ARRIVO
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Nespresso ha inaugurato a Romont (Friburgo) il suo terzo centro di produzione in Svizzera. "Questo centro di produzione costituisce un investimento strategico a lungo termine al fine di soddisfare l'aumento negli anni a venire della domanda di caffè Nespresso di alta qualità", ha dichiarato Paul Bulcke, il presidente della direzione di Nestlé. Il nuovo sito di produzione è costato 300 milioni di franchi svizzeri (273 milioni di euro) ed ha già permesso la creazione di 125 posti di lavoro, portando in Svizzera il numero totale di collaboratori Nespresso a oltre 2300.
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# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S IL CAFFÈ MONOPORZIONATO IN ITALIA SFONDA QUOTA 1 MILIARDO DI EURO NEL 2014
Nel 2014 la produzione di caffè monoporzionato, che include anche l’importazione di capsule speciali, cresce dell’8,4% a valore, attestandosi a 1.064,0 Mn di euro. La crescita delle esportazioni è stata dell’11,3%, pari a 364,0 Mn di euro, mentre il mercato interno cresce del 6,9%, per un controvalore di 700,0 Mn di euro. Il canale famiglie, che comprende le vendite realizzate attraverso la grande distribuzione organizzata, piccolo dettaglio, boutique, coffee specialist, door to door, internet, ecc. cresce del 10,9% a volume nel 2014, mentre la crescita a valore è stata del 14,7%, frutto dell’aumentata incidenza del peso delle capsule speciali rispetto alle merceologie cialde e capsule fap. Flette del 3,2% a volume la vendita di caffè monoporzionato nel canale fuori casa, dove al suo interno flette del 5,5% il segmento uffici (OCS), e cresce del 17,2% l’Ho.Re.Ca. Tra le varie merceologie di caffè monoporzionato sono le capsule speciali a far registrare la performance migliore, + 14,3% nel 2014, grazie a: un notevole ampliamento dello spazio dedicato sugli scaffali della Grande Distribuzione Alimentare, il costante aumento del numero di torrefazioni che inseriscono in gamma una o più capsule cloni dei sistemi a capsule speciali delle aziende leader, l’incremento del numero di piccoli negozi specializzati nella vendita di sistemi monoporzionato. Ma nell’arena competitiva si sta assistendo anche all’ingresso di player provenienti da altri settori, e intermediari che grazie al contoterzismo inseriscono in gamma capsule a marchio proprio. Lo stesso mix dei fattori critici di successo per operare nel business sta subendo sensibili modificazioni, con un’immagine di marca che da sola non garantisce più il successo.
» NASCE IN FRIULI IL PRIMO PROGETTO DI REVERSE VENDING DI QUARTIERE Sono sempre di più gli esperimenti di reverse vending nel nostro paese, ma quello promosso in Friuli dall’Associazione udinese Animaimpresa, lo dimensiona in modo molto originale, limitandolo ad uno specifico quartiere di Udine. Il progetto consiste nell’installazione sperimentale di un macchinario compattatore per le bottigliette vuote in plastica e per l'alluminio. In cambio di ciascuna immissione, la macchina rilascia uno scontrino chiamato "Eco-Bonus" che attribuisce all’utente uno sconto. Con il supporto dell’Associazione “Amici del Borgo Aquileia”, la promotrice Eva De Marco ha attivato una rete di sedici esercizi commerciali della via, indicati sul pannello frontale del macchinario, i quali, a fronte dell’esibizione di ciascun Eco-Bonus, forniscono sconti sugli acquisti. » KIMBO RILANCIA SUL CALCIO. SARÀ PREMIUM SPONSOR DI BEN 15 SQUADRE In agosto la Società Sportiva Calcio Napoli era stata lieta di annunciare che Caffè Kimbo sarebbe diventato il nuovo partner istituzionale per le stagioni 2015/2016 e 2016/2017, oggi la torrefazione napoletana ha rilanciato e annunciato un accordo con ben 15 squadre di calcio, tredici delle quali militanti in Serie A: Milan, Inter, Lazio, Fiorentina, Genoa, Sampdoria, Chievo, Verona, Palermo, Carpi, Frosinone, Empoli, Udinese, Cagliari e Bari. Kimbo infatti, grazie a un accordo con Infront Sports & Media, la società leader in Italia nella gestione dei diritti media, marketing e pubblicitari nel mondo dello sport, sarà Premium Sponsor della maggioranza delle squadre della massima serie, accompagnandole in tutte le partite previste dal calendario. 13
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# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S TWIX TI PORTA DA PROTAGONISTA A “TU SI QUE VALES”
TWIX® sarà partner ufficiale della seconda edizione di "Tù Sì Que Vales", il talent show di successo prodotto da Fascino che celebra le capacità artistiche dei suoi concorrenti attraverso delle straordinarie performance. Una scommessa vinta sotto tutti i fronti per il programma Mediaset che ha esordito nel 2014, condotto da Francesco Sole e Belen Rodriguez insieme ai tre giudici cardine del programma: Maria De Filippi, Rudy Zerbi e Gerry Scotti. TWIX® sarà presente "on stage" con una forte brand integration in tutte le 9 puntate, all'interno dello studio infatti verranno posizionate in punti strategici 2 vending machine che saranno a disposizione del pubblico, dei concorrenti e dei giudici del programma. Attività on line - Parallelamente verrà lanciato sui canali digital di TWIX® con rimandi sui canali del programma (WittyTV. it) il concorso TU SI QUE TWIX®,: un invito a mostrare le proprie capacità e poterle presentare al grande pubblico attraverso lo schermo televisivo. » BUONA LA SEMESTRALE DI AZKOYEN. IL GRUPPO TORNA A DISTRIBUIRE DIVIDENDI. ll Gruppo Azkoyen ha registrato un utile netto nel primo semestre 2015 di 1.780.000 euro, il quadruplo del dato dello scorso anno. Il fatturato consolidato della multinazionale ha registrato un incremento del 3,1%, raggiungendo 60,4 milioni di euro. Eccellente anche la marginalità, con un incremento del 68% dell'utile operativo netto (EBIT) a quota 3,97 milioni di euro, mentre il margine operativo lordo (EBITDA) è salito del 20,1% a 6,26 milioni di euro. Il Consiglio di Amministrazione ha perciò ripreso la sua politica di remunerazione degli azionisti e ha approvato un acconto sul dividendo pari a 1 milione di euro, che corrisponde a un importo lordo di poco superiore a quattro centesimi per azione.
» IL DISTRIBUTORE AUTOMATICO SI PAGA CON IL SUDORE La nuova campagna social di Gatorade è su youtube. La protagonista incontrastata di 11 video pubblicati dal noto marchio di Pepsico è una vending machine posta all'interno di un campus universitario. Il distributore però non accetta soldi, ma soltanto sudore. Infatti il motto della campagna è: "You don’t sweat it you don’t get it” e tre famosissimi giocatori di football americano, i fratelli Manning (quaterback), mascherati da allenatori, sono pronti a far sgobbare i giovani che passano davanti al distributore Gatorade. I video in pochi giorni sono diventati virali e hanno ottenuto oltre 2 milioni di visulaizzazioni. » UN CARBURANTE PIÙ PULITO DAI FONDI DEL CAFFÈ Il caffè può darti la carica e non solo se lo bevi! L'energia può arrivare direttamente dai suoi scarti e diventare un ottimo combustibile. Alcuni scienziati della Corea del Sud hanno infatti scoperto che attraverso l'ammollo e il riscaldamento del materiale di scarto della bevanda più consumata al mondo, si produce carbonio attivato che permette di inglobare e trattenere in modo sicuro il gas metano. I risultati dell'esperimento sono stati pubblicati sulla rivista “Nanotechnology”. Oltre a dare una seconda vita a quello che era un rifiuto, immagazzinare metano attraverso il carbonio attivato derivante dai fondi di caffè fornisce un doppio ritorno ambientale: rimuove dall'atmosfera un gas nocivo che provoca l'effetto serra e lo immagazzina correttamente in modo da poterlo utilizzare come combustibile, tra l'altro più pulito rispetto a carbone e petrolio. 10
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# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S » NUOVE TENDENZE: I PRODOTTI SUDDIVISI PER TIPOLOGIE TERAPEUTICHE
# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L La GDO è già da tempo orientata ai nuovi trend salutistici e negli ultimi mesi è fortemente aumentata la migrazione di prodotti sani e calibrati dai banchi delle farmacie agli scaffali dei supermercati. Oggi la sfida si è spostata ancora più in là e iniziano ad uscire prodotti rivolti a specifiche esigenze terapeutiche, che non sono più solo limitati a problematiche molto diffuse come la riduzione del colesterolo o l'azione antiossidante. Oggi la nuova offerta alimentare non tralascia alcuna parte del corpo e si possono reperire prodotti specifici per la pelle, le ossa, il cuore, l'intestino e gli anticorpi. Tutti prodotti che fino a poco tempo fa erano disponibili solo nelle farmacie e che sarebbe interessante veder erogati da distributori automatici. I dati di consumo sono incoraggianti le nuove tendenze dei consumatori andrebbero seguite... » FABIENNE MAIRE NOMINATA VENDING BUSINESS DEVELOPMENT DIRECTOR DI SUZOHAPP SuzoHapp è lieta di annunciare la nomina di Fabienne Maire a “Global Business Development Director” per il settore del Vending. Maire si dedicherà all’espansione del business nel mercato globale del Vending. Maire detiene una comprovata esperienza nell’ambito dello sviluppo del business e del management delle vendite e ha lavorato per oltre 5 anni nell’industria del Vending. In SUZOHAPP collaborerà strettamente con i Dipartimenti strategici dell’azienda, in particolare R&D, marketing e vendite, al fine di portare le soluzioni SUZOHAPP sul mercato globale del Vending. Il ruolo primario di Maire sarà lo sviluppo del parco clienti e la crescita delle opportunità commerciali attraverso la relazione con i maggiori produttori e operatori del settore. Carles Aleixandre, Executive VP e General Manager Global Vending dà il benvenuto a Fabienne Maire in SUZOHAPP, dichiarando: “Siamo felici di accogliere Fabienne a bordo. La creazione di questa nuova posizione mostra l’impegno di SUZOHAPP a dedicarsi sempre più al mercato della Distribuzione Automatica e ad offrire ai propri clienti soluzioni ad alto valore aggiunto. Fabienne ricoprirà un ruolo chiave nella nostra crescita a livello mondiale.” Fabienne Maire dichiara: “Sono davvero entusiasta di entrare a far parte del team SUZOHAPP e non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con la sua squadra di professionisti, sviluppando insieme nuove opportunità e soluzioni innovative di prodotto. Gli operatori del settore Vending riconosceranno presto SUZOHAPP come il miglior partner in grado di soddisfare ogni loro esigenza. Sono orgogliosa di poter contribuire a questo successo”. » DERBY BLUE LANCIA “SMEMO FRUIT”, TRE NUOVI SUCCHI CON MIX INSOLITI E TRENDY La gamma nasce da identità e valori condivisi tra il brand e il “mondo” di Smemoranda, l’agenda cult amatissima da molte generazioni di studenti. Derby Blue sa innovarsi nelle scelte di prodotto, ma anche nella ricerca di partner con i quali sviluppare e avvalorare la propria identità. Proprio dalla forte sintonia di valori, identità e tendenze nasce la partnership tra Derby Blue e Smemoranda, l’agenda divenuta un vero e proprio must per giovani e meno giovani, in quanto laboratorio culturale, creativo e satirico. Una ricerca di Smemoranda ha analizzato gli orientamenti e le scelte di un panel di fruitori della pubblicazione circa gusti e preferenze nelle bevande alla frutta, facendo emergere un dato importante: la preferenza è nettamente per i succhi di frutta e tra i vari marchi Derby Blue è leader nel gradimento. La nuova linea di succhi di frutta è distribuita nel canale Ho.Re. Ca., ma con una versione ad hoc per il vending. 8
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#A LT ATEESSTTNNEE W WS# L LAAT T EESSTT N E W WSS » PRIME INSTALLAZIONI DEL NUOVO ECR-POS INGENICO
Ingenico Italia, perseguendo la propria strategia di diffusione di terminali innovativi per l’accettazione dei pagamenti con carta e/o telefono Nfc, ha sviluppato questo prodotto con l’obiettivo di offrire ai commercianti l’opportunità di aggiornare e semplificare le dotazioni presenti al punto cassa. La società ha confermato che le prime installazioni del nuovo prodotto sono attive sul mercato italiano: le categorie che hanno mostrato maggiore interesse sono quelle già identificate dei piccoli commercianti con anche attività a domicilio (fioristi, centri estetici, ambulanti e piccola ristorazione). Il dispositivo Ingenico iWE280 è un terminale portatile in grado di funzionare in mobilità. È stato certificato a livello bancario dal Consorzio Bancomat e, anche grazie alla collaborazione con Comufficio, come misuratore fiscale dall’Agenzia delle Entrate. Il nuovo ECR-POS possiede tutta la tecnologia e la sicurezza necessarie per gestire le diverse funzionalità secondo le regole in vigore. iWE280 rappresenta il primo di una nuova linea di terminali di ultima generazione destinati ad allargare ulteriormente il mercato di riferimento di Ingenico. “E’ sorprendente l’interesse che il mercato ha rivolto alla nuova soluzione lanciata solo due mesi fa”, ha commentato Luciano Cavazzana, Presidente e Amministratore Delegato di Ingenico Italia: “Ingenico dimostra, ancora una volta, di avere colto nel segno sviluppando una soluzione innovativa che, per le sue funzionalità, la semplicità d’uso e la portabilità, potrà garantire significativi benefici a tutti i commercianti che la adotteranno“.
» CON N&W E INTEL ALLA IDF 2015 DI SAN FRANCISCO VA IN SCENA IL FUTURO DEL VENDING L’Intel Developer Forum (IDF) è una fiera di settore che due volte all’anno raduna gli specialisti di tecnologie di tutto il mondo. Fin dalla sua inaugurazione, nel 1997, l'evento continua ad attrarre un numero sempre crescente di visitatori, attratti dall'opportunità di valutare personalmente i nuovi prodotti Intel e le possibili applicazioni di tecnologie innovative, in grado di cambiare il mondo. Anche l’edizione 2015 di Agosto a San Franciso non delude le aspettative, con la presentazione di un distributore automatico semplicemente rivoluzionario. Creato da N&W, il prototipo ospita al suo interno le migliori tecnologie Intel, incluse Real Sense, Audience Analytics, Predictive Maintenance e IT Antivirus Security. Inoltre, il distributore di bevande e quello di snack - protagonisti dell’evento dedicato al Vending e presentati da Brian Krzanich, CEO Intel - sono equipaggiati rispettivamente con un ampio schermo ad alta definizione e una porta trasparente, su cui scorrono immagini in movimento. Unendo le forze, N&W e Intel arrivano a trasformare totalmente il processo di acquisto nel vending: la macchina è infatti in grado di tracciare i movimenti davanti al pannello di controllo grazie al sensore Real Sense e il cliente non deve più toccarla per comprare il prodotto. In più il dispositivo Audience Analytics integrato permette al distributore automatico di determinare i dati demografici principali relativi all’utente, come genere ed età, non appena transita davanti al dispositivo. Questo significa che il distributore del futuro potrà anticipare le richieste dell’utente e fornire suggerimenti per l’acquisto nello stesso momento in cui raccoglierà le informazioni relative al consumatore, che diventeranno così un patrimonio importante per chi gestisce i dati di un vending evoluto. Siamo molto orgogliosi della collaborazione con Intel su questo progetto; una cooperazione che consolida la posizione di N&W come leader mondiale nel campo delle tecnologie e innovazioni dedicate al vending. Ogni giorno, il futuro del vending si avvicina sempre di più. 7
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# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S IL MERCATO DEL VENDING » GLI STATI UNITI TUTTI PAZZI PER IL CAFFÈ FREDDO È un ottimo momento per chi commercializza caffè freddo, in particolare negli USA. Secondo Beverage Marketing Corporation, il consumo di caffè di bevande ready-to-drink, in particolare i caffè freddi (aromatizzati e non), è salito a +52% lo scorso anno rispetto al 2009, anno dell’ultimo rilevamento. La popolarità del caffè freddo artigianale ha fatto passi da gigante grazie a roaster famosi come Starbucks e Peet, ma è un’altra la società che sembra aver dato il contributo maggiore nella diffusione di questa bevanda: la Stumptown Coffee Roasters, con sede a Portland, Oregon, che ha puntato fin dalle origini sul caffè freddo, scegliendo di incrementarne la vendita al dettaglio e, con operazioni mirate, attraverso il canale OCS. La sfida più grande per Stumptown è il mantenimento della qualità e della temperatura durante la distribuzione: un obiettivo facilmente aggirabile utilizzando distributori automatici del freddo. Chissà che l’idea non stuzzichi anche qualche torrefattore italiano… » GO CUBE, IL CAFFÈ CHE NON SI ROVESCIA L’azienda statunitense Nootrobox, che si autodefinisce produttrice di “nutrienti per il tuo cervello” ha messo a punto un modo per trasformare caffè freddo in cubetti di caffè masticabili, chiamati Go Cubes. Al momento è stata lanciata una campagna di crowdfunding per circa 20,000 dollari (obiettivo quasi raggiunto), per tradurre il progetto in realtà e far partire la commercializzazione del prodotto dal prossimo novembre. "ll futuro del caffè" è disponibile in tre gusti: classico, moka, latte e ogni cubo bite-size contiene l'equivalente di una mezza tazza di caffè. Meglio quindi evitare di mangiare questi cubetti al caffè come fossero mentine… i cubi, infatti, contengono non solo caffeina, ma anche mix di integratori (vitamine del gruppo B e amminoacidi) che aiutano a mantenere alti i livelli di concentrazione. » LA CREATIVITÀ DI AMICA CHIPS CI SORRIDE ANCHE PER STRADA Dall’inizio dell’anno non è difficile notare sulle autostrade e strade d’Italia la nuova flotta di 60 camion Amica Chips (l’azienda mantovana leader nel mercato delle patatine e degli snack salati) sorprendentemente “vestiti “con i ritratti dei dipendenti dell'azienda. In occasione dei suoi primi 25 anni di attività, infatti, che ricorrono quest’anno, e per sottolineare lo spirito di coesione e di collaborazione che si respira nei suoi stabilimenti, Amica Chips ha voluto far rivestire i camion con le gigantografie dei propri dipendenti, scelti tra tutti i reparti - dalla produzione all'amministrazione, dalla logistica allo spaccio aziendale -, ciascuno immortalato durante un momento del proprio lavoro. “L’idea”, racconta Laura Moratti, responsabile marketing di Amica Chips, “è nata per ringraziare il nostro personale, in occasione del venticinquesimo anniversario dall'azienda. Abbiamo, quindi, deciso che ad ogni prodotto venisse affiancata la foto della persona che lo produce. I camion, rivestiti dei volti sorridenti di persone “vere” e riconoscibili, fotografate con alcune note referenze di Amica Chips, stanno avendo un grande impatto in termini di positività ed allegria sulle strade. Del resto, stupire con una comunicazione un po’ fuori dal coro, è diventata ormai una consuetudine per Amica Chips.” 6
NUMERO 100 OTTOBRE 2015 RENZO GABRIEL BONIZZI DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF ALESSANDRO FONTANA DIRETTORE EDITORIALE EDITORIAL DIRECTOR LAURA GUASPARRI ART DIRECTOR ANDREA LOTTERO GRAPHIC DESIGN DANIELA BISCOTTI COMMERCIALE/ COMMERCIAL NOEMI MARGAROLI REDAZIONE EDITORIAL STAFF LUCINI OFFICINA D'ARTE GRAFICA SRL STAMPA PRINTERS
NUMERO 100 OTTOBRE 2015
IL MERCATO DEL VENDING LATEST NEWS
TORREFATTORI INTERVISTA CON CAFFE' PERA
D.A.ITALIA 100 OTTOBRE 2015
EVENTI EU'VEND 2015 PHOTOGALLERY
SOMMARIO
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3 EDITORIALE
La lotta allo spreco di cibo. Il vending non può restare a guardare
6 MERCATO DEL VENDING Latest News
18 MERCATO DEL VENDING TORREFATTORI
Caffè Pera Il volto nuovo dell’esperienza Intervista con Arnaldo Pera
24 HOST 2015
SIC dove il caffè diventa globale
28 EVENTI
Covim Incontri. Il road show di Padova ha superato ogni aspettativa Intervento di Claudio Picci
D.A.ITALIA IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA PUBBLICAZIONE ISCRITTA AL TRIBUNALE DI MILANO, NUMERO DI REGISTRAZIONE 177 DEL 22 MARZO 2004 CONCEPT BY ART&WORKS SRL LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DELLE ILLUSTRAZIONI E DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI SU D.A. ITALIA È PERMESSA SOLO SE AUTORIZZATA DALLA DIREZIONE. LA DIREZIONE NON ASSUME RESPONSABILITÀ PER LE OPINIONI ESPRESSE DAGLI AUTORI DEI TESTI REDAZIONALI E PUBBLICITARI. ABBONAMENTI ABBONAMENTI@ DAITALIA.IT POSTA ELETTRONICA INFO@DAITALIA.IT WEB WWW.DAITALIA.IT
Eu’Vend & coffeena Il vending europeo si incontra a Colonia
22 EVENTI
JOBS ACT L’Italia riforma il mercato del lavoro
12 NORMATIVA E DIRITTI
La D.A. secondo Alessandro Fontana
8 DA N.100 I cento passi
3 EDITORIALE
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SOMMARIO
PERIODICITÀ MENSILE ISCRIZIONE AL R.O.C.: 11412
NUMERO 100 OTTOBRE 2015
DA N.100 INTERVISTA CON ALESSANDRO FONTANA
NORMATIVA E DIRITTI JOBS ACT C
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EVENTI COVIM INCONTRI INTERVISTA CON CLAUDIO PICCI
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le nuove miscele Gimoka studiate appositamente per la distribuzione automatica
Corpo, 100% Robusta, è una miscela dal gusto deciso che offre quella cremosità particolarmente apprezzata nel vending. Anima, con un 30% di Arabica, incontra il gusto di quel segmento di utenti alla ricerca di un aroma più rotondo.
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“Anima e Corpo” vuole essere anche espressione di una rinnovata filosofia di partnership di Gimoka: un supporto dedicato e una vicinanza al Gestore nella sua operatività quotidiana.
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D.A.ITALIA 100 OTTOBRE 2015
LA LOTTA ALLO SPRECO DI CIBO. IL VENDING NON PUO' RESTARE A GUARDARE
zione sostenibile. Ad esempio, nel nostro settore lo spreco dei prodotti freschi è elevatissimo ed in alcune realtà supera anche il 50% delle vendite. Pur non essendo una categoria così determinante nei consumi vending (è pari al 5,8% del totale degli snack), più di 20 milioni di monoporzioni all’anno restano invendute. Riuscire a ridurre questa percentuale e gestire correttamente quella in scadenza, potrebbe essere un primo passo verso una maggiore sensibilizzazione al problema. Negli ultimi mesi, in concomitanza con EXPO 2015, sono fiorite in tutto il mondo iniziative contro lo spreco alimentare. In Belgio in alcuni comuni c’è una nuova norma che impone ai supermercati di donare alle associazioni di volontariato i pro-
soprattutto se si pensa che ogni anno vengono buttate via quasi 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, un terzo della produzione mondiale e che circa un quarto degli alimenti sprecati consentirebbe di nutrire tutte le persone che soffrono la fame nel mondo, quasi 800 milioni di individui. Le interconnessioni con ambiente ed economia sono evidenti. Secondo diversi studi il cambiamento climatico (riscaldamento globale e diminuzione delle precipitazioni) contribuirà nei prossimi decenni ad un forte aumento dei prezzi dei beni alimentari (fino all’80%) con conseguenze dirette sui budget delle famiglie e poter ridurre gli sprechi sembra una delle poche strategie potenzialmente valide per affrontare il problema. L’incidenza sull’ambiente è an-
cora più forte. In Italia lo spreco di cibo determina una perdita di oltre un miliardo di metri cubi d’acqua e produce l’immissione di 25 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. L’assorbimento dell’anidride carbonica prodotta dal solo spreco domestico (poco più della metà del totale) richiede una superficie boschiva maggiore di quella presente in Lombardia. Anche il vending dovrà fare la sua parte, intervenendo sull’intera filiera e inserendo delle corrette procedure aziendali che favoriscano un’alimenta-
Expo 2015 si avvia alla conclusione, ma prima che a fine ottobre si chiudano i battenti sul più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione, appare doveroso iniziare ad anticipare alcune importanti riflessioni sulle principali tematiche affrontate durante l’Esposizione Universale. La vera eredità di questa lunga kermesse internazionale sarà a mio avviso il “Protocollo di Milano”. Sottoscrivere un impegno concreto per ridurre lo spreco di cibo del 50% entro il 2020 è un traguardo davvero ambizioso,
dotti invenduti; in diversi paesi europei ci sono specifici progetti nelle scuole; in Portogallo 300 volontari girano in bicicletta per ristoranti, negozi di alimentari e panetterie per recuperare il cibo in eccesso, per poi portarlo alle mense dei poveri; in Germania si sono creati speciali frigoriferi di quartiere, posti nei cortile dei condomini; negli Stati Uniti diversi progetti di “food sharing”, attraverso specifiche community on-line, sono diventati in breve tempo delle realtà consolidate. Sarebbe molto interessante che anche il nostro settore si ponesse all’avanguardia su questo tema e avanzasse dei progetti specifici. Un primo importante passo è già in cantiere: le problematiche connesse al Protocollo di Milano saranno infatti uno dei grandi temi affrontati a Venditalia 2016, un ottimo inizio per l’intera filiera e una grande
EDITORIALE DI ALESSANDRO FONTANA
occasione per capire come può contribuire il mondo della distribuzione automatica al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che questo importante documento programmatico si pone. Sono certo che per una volta tutti condivideranno questa battaglia e s’impegneranno per partecipare attivamente ai futuri progetti su questo tema. Ne vale davvero la pena.
SOTTOSCRIVERE UN IMPEGNO CONCRETO PER RIDURRE LO SPRECO DI CIBO DEL 50% ENTRO IL 2020 È UN TRAGUARDO DAVVERO AMBIZIOSO, SOPRATTUTTO SE SI PENSA CHE OGNI ANNO VENGONO BUTTATE VIA QUASI 1,3 MILIARDI DI TONNELLATE DI CIBO, UN TERZO DELLA PRODUZIONE MONDIALE E CHE CIRCA UN QUARTO DEGLI ALIMENTI SPRECATI CONSENTIREBBE DI NUTRIRE TUTTE LE PERSONE CHE SOFFRONO LA FAME NEL MONDO
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NUMERO 100 OTTOBRE 2015
IL MERCATO DEL VENDING LATEST NEWS
TORREFATTORI INTERVISTA CON ARNALDO PERA
EVENTI COVIM INCONTRI PADOVA
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