NUMERO 98 LUGLIO AGOSTO 2015
IL MERCATO DEL VENDING LATEST NEWS
FABBRICANTI FAS INTERVISTA CON G. BONONI
D.A.ITALIA www.daitalia.it
NORMATIVA E DIRITTI GARE D'APPALTO VENDING
le nuove miscele Gimoka studiate appositamente per la distribuzione automatica
Corpo, 100% Robusta, è una miscela dal gusto deciso che offre quella cremosità particolarmente apprezzata nel vending. Anima, con un 30% di Arabica, incontra il gusto di quel segmento di utenti alla ricerca di un aroma più rotondo.
Gimoka business partner nel vending
“Anima e Corpo” vuole essere anche espressione di una rinnovata filosofia di partnership di Gimoka: un supporto dedicato e una vicinanza al Gestore nella sua operatività quotidiana.
Andalo Valtellino (SO) · Tel +39 0342 685392
www.gimoka.it
macchine per caffè - milano
discover the secret formula for perfect coffee see you at the Eu’Vend & coffeena exhibition www.larhea.it
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
IL VENDING PRESO A BAMBINI IN FACCIA Un grande della letteratura sosteneva che Charles Dickens prendeva i suoi lettori a “bambini in faccia”. Pur non mettendo in dubbio il valore di testi immortali come Oliver Twist e David Copperfield, il ruolo dato ai suoi giovanissimi protagonisti ha generato qualche sospetto sulla possibilità che, dietro la nascita del grande romanzo sociale inglese, ci sia anche uno scaltro calcolo commerciale. Non è un mistero che inserire dei bambini nelle storie crea empatia con gran parte dei lettori: mamme, nonni, uomini con la sindrome di Peter Pan che si identificano con i protagonisti (solo per citare i casi più comuni), formano una platea vastissima ed emotivamente collaborativa. Con l’arrivo del XX secolo i bambini hanno preso ancora più importanza, con posizioni di dominio in alcuni ambiti specifici come il mondo della pubblicità e il cinema, settori che condizionano sempre di più le opinioni della società civile. Non poteva mancare la politica, che con il passare degli anni non si è accontentata più solo delle grandi foto di famiglia pubblicate nel periodo elettorale, ma ha in-
serito nei suoi programmi moltissime campagne a favore dell’infanzia. Purtroppo, come spesso accade, il nobilissimo scopo di proteggere le nuove generazioni, si è spesso trasformato in una serie di politiche di facciata inserite nei programmi solo per conquistare consensi. Il nostro settore ne è un esempio illuminante. Da anni ormai il vending è letteralmente preso a bambini in faccia, soprattutto all’interno delle scuole. I politici, di fronte a strutture fatiscenti, insegnanti demotivati e un livello d’istruzione troppo basso per risultare competitivo nel mondo del lavoro, hanno pensato bene di intraprendere violente campagne conto il cibo spazzatura presente nei distributori automatici. Un tema adatto per tutte le stagioni e che vede adesioni trasversali dall’intero arco costituzionale, tanto che i partiti non cessano mai di mettersi in fila per dimostrare che la salute dei nostri bambini viene prima di tutto. Peccato che all’interno delle scuole molti fumano, alcuni si drogano e altri fanno sesso filmandosi con il telefonino. Peccato che un contributo da parte di un gestore di 10.000 euro (quando
va bene) a volte fa dimenticare, anche al più integralista dei Presidi, la salute degli studenti. Peccato che i programmi di educazione alimentare passino sempre in secondo piano rispetto a prezzi, ristorni e contributi alla ristrutturazione di infrastrutture scolastiche. Peccato. Tutti sappiamo che se portiamo i nostri figli al centro commerciale e, al momento dello spuntino, li accompagniamo in un negozio di ortofrutta, rischiamo seriamente la vita per percosse. Si precipitano nei fast food a mangiare hamburger, patatine e bibite gasate, giocando con i personaggi dei cartoon americani (ma montati in Cina) generosamente inseriti gratis nelle colorate confezioni.
EDITORIALE DI ALESSANDRO FONTANA
L’educazione alimentare a scuola è pressoché assente, le famiglie sono sempre meno attente alla salute psicofisica dei propri figli e i problemi di enorme portata, conseguenti a questa situazione, vengono liquidati cercando di vietare i distributori automatici nelle scuole? Ma non si vergognano almeno un poco?
PECCATO CHE I PROGRAMMI DI EDUCAZIONE ALIMENTARE PASSINO SEMPRE IN SECONDO PIANO RISPETTO A PREZZI, RISTORNI E CONTRIBUTI ALLA RISTRUTTURAZIONE DI INFRASTRUTTURE SCOLASTICHE. PECCATO.
3
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
SOMMARIO
NUMERO 98 LUGLIO AGOSTO 2015 RENZO GABRIEL BONIZZI DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF
3 EDITORIALE
ALESSANDRO FONTANA DIRETTORE EDITORIALE EDITORIAL DIRECTOR
6 MERCATO DEL VENDING
LAURA GUASPARRI ART DIRECTOR ANDREA LOTTERO GRAPHIC DESIGN DANIELA BISCOTTI COMMERCIALE/ COMMERCIAL NOEMI MARGAROLI REDAZIONE EDITORIAL STAFF LUCINI OFFICINA D'ARTE GRAFICA SRL STAMPA PRINTERS D.A.ITALIA IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA PUBBLICAZIONE ISCRITTA AL TRIBUNALE DI MILANO, NUMERO DI REGISTRAZIONE 177 DEL 22 MARZO 2004 ISCRIZIONE AL R.O.C.: 11412 PERIODICITÀ MENSILE
Il Vending preso a bambini in faccia
Latest News
14 FABBRICANTI
FAS Easy Click, la vera innovazione nasce da una semplice idea Intervista con Gianpaolo Bononi
30 NORMATIVA E DIRITTI
Dall’ordinanza ARCA alla sospensione della gara dell’Università di Parma. Dieci indicazioni alla Pubblica Amministrazione per un bando rispettoso dei principi di sostenibilità economica e finanziaria della concessione. A cura dell'Avvocato Andrea Netti
30 EVENTI
Lavazza 120 anni di storia nel segno della sostenibilità Ghiaccio Sicuro il primo manuale italiano di buone prassi per l’uso del ghiaccio alimentare approvato dal Ministero della salute Osservatorio 2015 il nuovo consumatore è multicanale NI.SI. Felice Milani premiato a Madrid: “una vita dedicata al vending”
45 APPUNTAMENTO IN FIERA
Dal 23 al 27 ottobre il Salone Internazionale del Caffè a HostMilano Eu'Vend + Coffeena “Vending Star” 2015, rese pubbliche le nomination
EDITORE ART&WORKS SRL UNIPERSONALE VIA MARCANTONIO COLONNA 15 20149 MILANO P.IVA 04234310961 TEL +39 02 48958566 FAX +39 02 89694472 UFFICIO COMMERCIALE COMMERCIALE@ DAITALIA.IT WEB WWW.DAITALIA.IT POSTA ELETTRONICA INFO@DAITALIA.IT ABBONAMENTI ABBONAMENTI@ DAITALIA.IT LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DELLE ILLUSTRAZIONI E DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI SU D.A. ITALIA È PERMESSA SOLO SE AUTORIZZATA DALLA DIREZIONE. LA DIREZIONE NON ASSUME RESPONSABILITÀ PER LE OPINIONI ESPRESSE DAGLI AUTORI DEI TESTI REDAZIONALI E PUBBLICITARI. CONCEPT BY ART&WORKS SRL
Vending Star 2015 media_agency 5
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L IL MERCATO DEL VENDING » CANADA, LA PRIMA VENDING MACHINE CON UN ACCOUNT TWITTER L’Ente del Turismo di Edmonton in Alberta, Canada, apprezzata per i molti festival estivi, ha installato un distributore automatico collegato ad un account Twitter per attirare nuovi visitatori. Posto lungo la strada tra le località di Fort McMurray e Saskatoon, il distributore incoraggia gli abitanti delle zone limitrofe e non solo a visitare la cittadina questa estate, grazie alla cassa di risonanza del noto social e ai premi messi a disposizione dai tanti esercenti locali che hanno accolto l’iniziativa: soggiorni in hotel, carte regalo e pass per le manifestazioni, sponsorizzati dalla vending machine. Dopo aver acquistato un prodotto, agli utenti viene richiesto di includere l’hashtag #ExploreEdmonton all’interno di un proprio tweet per poter partecipare all’estrazione dei premi messi in palio. L’operazione sembra funzionare: l’account twitter di Edmonton, esistente dal 2009, in seguito all’installazione del distributore automatico ha raggiunto quota 12.000 followers » LAVAZZA E SLOW FOOD, NASCE ETIGUA Dalla collaborazione di lunga data tra Lavazza e Slow Food nasce Etigua, la nuova pregiata miscela di caffè che Lavazza ha voluto dedicare in esclusiva al canale Ho.re.ca. Etigua è unica perché unisce le attività di salvaguardia dei Presìdi Slow Food con i 120 anni di esperienza nell’arte della miscelazione di Lavazza. Ne deriva un caffè doppiamente buono, perché di altissima qualità e perché responsabile e sostenibile. Proprio in virtù del valore di sostenibilità, la miscela è stata presentata presso cascina Cuccagna ad Expo 2015, che ospita nel semestre milanese il Sustainability Hub Lavazza – Novamont, nel corso di una colazione offerta ai presenti e realizzata con ricette appositamente formulate per esaltare la miscela. Etigua è un caffè dalla decisa complessità aromatica, prodotto in quantità limitate con due diverse varietà: Harenna (Etiopia) e Huehuetenango (Guatemala). La materia prima è trattata in maniera naturale, come prevedono le tecniche di coltura, pulitura e lavorazione originali. Una tazzina di Etigua è quindi la dimostrazione che l’eccellenza e la tradizione produttiva, come quelle di Lavazza, possono coesistere con l’eccellenza culturale e il rispetto delle pratiche tradizionali che i Presìdi Slow Food tutelano e riconoscono come valore. » MYMUSIC COFFEE, IL CAFFÈ DA OGGI SI BEVE E SI ASCOLTA Presentato a Milano, presso il megastore laFeltrinelli di Piazza Piemonte, mymusic coffee è la nuova linea di capsule e cialde che coniuga musica e caffè strizzando l’occhio al pubblico giovane. La torrefazione siciliana Moak ha infatti realizzato una linea di caffè monoporzionati con il valore aggiunto di promuovere giovani band italiane. Sei le miscele di mymusic coffee, sei i generi musicali e sei le band selezionate da Paola Maugeri, già VJ di MTV e ora speaker di Virgin Radio. Ogni confezione di capsule, cialde o FAP di mycoffee contiene un QR code dinamico, “my selection”, che punta alla categoria musicale collegata alla miscela scelta (ad esempio, rock) e avvia la riproduzione di un brano della band selezionata. Il Gruppo laFeltrinelli sostiene il progetto ospitando all’interno dei suoi punti vendita un corner dedicato, nel quale gli amanti del caffè e della buona musica potranno trovare i prodotti mymusic. 6
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L » MESSICO, ARABICA DECIMATO DAL FUNGO ROYA
Si chiama Roya ed è il fungo che, secondo l’Associazione Messicana della Catena Produttiva del Caffè (AMECAFE), che raggruppa tutti i settori impegnati nella produzione del grano, avrebbe colpito il 40% delle coltivazioni di caffè del paese. Ma il morbo non si è limitato al Chiapas (50% delle piantagioni distrutte dalla fine del 2013), colpendo molti paesi dell’America Latina, dal Perù alla Repubblica Dominicana. In Guatemala e Honduras ha distrutto il 70% delle coltivazioni. Il fungo è presente nell’ecosistema messicano dal 1981 ma nel momento in cui, a causa dei cambiamenti climatici, si sono create condizioni di temperatura e umidità favorevoli, è esplosa un’epidemia che ha spinto cinque stati della repubblica messicana a chiedere al governo federale di dichiarare l’allerta fitosanitaria. Ma le autorità negano il problema e le associazioni denunciano » la mancanza di un piano nazionale per fronteggiare l’emergenza. Gli agricoltori locali, complice il progetto di una nota multinazionale, sostituiscono le piante di arabica con una qualità chiamata “robusta”, resistente al fungo, prodotta in monoculture che causano gravi impatti ambientali, alterando l’ecosistema dell’intera zona. » BRITA AMPLIA LA GAMMA PURITY C FINEST
BRITA amplia la gamma PURITY C Finest aggiungendo al formato C500 un formato più piccolo, C150, ed uno più grande C1100. Questa linea di filtri a cartuccia si caratterizza per il fatto di operare sulla durezza totale dell’acqua di rete, ossia di rimuovere selettivamente tutto il contenuto di sali di calcio e magnesio, al fine di garantire una protezione assoluta da depositi di calcare e gesso di ogni componente delle apparecchiature su cui vengono installati. In funzione della durezza totale dell‘acqua locale e dei volumi di lavoro della macchina, ogni operatore potrà ora contare su una capacità filtrante da 1.100 fino a 6.000 litri e fare affidamento come sempre sulla miglior qualità del trattamento. L‘adozione dei formati più piccoli della gamma di questa tipologia di filtro su distributori automatici con pompa ad immersione previene, in particolare, la possibile otturazione di tali componenti, riducendo la necessità di onerosi interventi manutentivi. Il formato C1100 è invece ideale per le utenze Ho.re. ca. altovendenti, in particolare dove è opportuno minimizzare i rischi legati alla gestione di altre tipologie di sistemi filtranti da parte di personale a frequente rotazione e non specificamente formato.Grazie a PURITY C FINEST, i consumatori apprezzeranno ancor di più un espresso dal gusto unico, dal corpo ricco e dall’aroma intenso, con una crema densa, fine e persistente. » USA, IL VENDING SANO ARRIVA IN MUNICIPIO È stata annunciata direttamente sul sito web della contea di Bismarck (Nord Dakota) l’intenzione di promuovere la sana alimentazione attraverso un distributore automatico di prodotti salutari installato presso il municipio cittadino. La vending machine “sana” è la prima del suo genere nel Nord Dakota ed è rifornita con alimenti scelti dai dipendenti comunali, che ne sono anche i maggiori clienti. Tutti i prodotti contenuti dal distributore rispondono alle linee guida USDA (il dipartimento dell’Agricoltura a stelle e strisce) in tema di corretta alimentazione e riflettono la consapevolezza dell’importanza di adottare uno stile di vita più sano. La macchina accetta contanti e carte bancomat e la sua posizione permette che venga utilizzata da un gran numero di utenti: l’obiettivo è quello di trasmettere i valori della giusta nutrizione e l’esperimento sembra funzionare. Del resto, se si propone un numero maggiore di cibi salutari tra cui scegliere, il cliente finale è stimolato a selezionarli più spesso. 7
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
#SLWAT EN E TS ST E NTEAWLS##SLWAT EN E TS ST E NTEAWLS#L » ICEBORN, IL GHIACCIO È SERVITO
Nella città di Pueblo, nel Colorado, è stata installata da pochi giorni la prima stazione vending IceBorn, che produce e vende ghiaccio in comodi sacchetti da 10 libbre (circa 4,5 kg). L'inaugurazione della nuova stazione automatizzata, posta nei pressi di un frequentatissimo centro commerciale, si è svolta il 19 giugno e nel corso della giornata sono stati distribuiti omaggi a tema, tra cui borse di ghiaccio e coni di neve. Il distributore IceBorn è in grado di creare ghiaccio che resta fresco per tutto il giorno; inoltre può essere monitorato in remoto e risolve, eliminandoli, i costi di trasporto. Un’idea banale? Tutt’altro: il ghiaccio è molto richiesto in queste zone, a causa delle alte temperature e la nuova locazione si aggiunge ad altre, che hanno già riscosso un grande successo di pubblico. IceBorn è un brand in ascesa negli USA e nel 2014 ha allargato il proprio franchising, spingendosi negli stati occidentali, del Nordwest e del Midwest per essere poi inserito nella “Franchise 500 List” degli imprenditori. » IL CAFFÈ TRAINA L’AGROALIMENTARE ITALIANO Con una crescita del 4% tra il 2009 e il 2013, il settore agroalimentare ha trainato l’economia italiana che, nello stesso periodo, ha perso oltre il 2% del PIL. Ai primi tre posti per crescita, redditività e sostenibilità finanziaria si situano i comparti del caffè, dei distillati e del food equipment. L’aspetto più importante risiede nel fatto che, in questi settori, la crescita è stata accompagnata dalla sostenibilità finanziaria: una combinazione di fattori che potrà garantire il successo anche su lungo periodo. In prospettiva futura, insieme a questi ultimi aspetti, si stima che innovazione, internazionalizzazione e comunicazione saranno fattori critici di successo per una crescita competitiva e duratura. È quanto emerge in sintesi dai risultati della prima edizione del Food Industry Monitor (#FoodMonitor15), il primo osservatorio permanente del settore agroalimentare italiano, realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche-UNISG insieme all’istituto di credito BSI. L’osservatorio ha analizzato le performance economicofinanziarie di 520 aziende suddivise in 10 comparti (acqua, caffè, distillati, dolci, food equipment, latte e derivati, olio e condimenti, pasta, salumeria, vino) dal 2009 al 2013. Il comparto caffè ha la struttura finanziaria più solida, i distillati la maggiore redditività commerciale e il food equipment la maggiore capacità di crescita sui mercati. A seguire, vino, olio e latte, mentre i segmenti salumeria e acqua hanno dimostrato criticità strutturali. » IL CASHLESS ALLA CONQUISTA DEGLI USA
Gli operatori americani alla fine si sono accorti dei vantaggi del cashless e i dati in arrivo da oltreoceano sono molto interessanti. Uno studio basato su ben 100.000 distributori ha dimostrato che i consumatori spendono in media il 32% in più quando pagano cashless. Oggi negli Stati Uniti, nei distributori ove è disponibile, il 37% degli utenti utilizza un sistema casheless, un aumento percentuale di quasi il 15% rispetto all'anno precedente. Una visione del vending storicamente "made in Italy", finalmente si afferma in uno dei principali mercati mondiali. » SENSOR WAKE, IL RISVEGLIO HA IL PROFUMO DEL CAFFÈ
8
Ideato da un diciottenne francese e finanziato attraverso il progetto di crowfounding Kickstarter, che ne ha reso possibile la produzione, Sensor Wake è il dispositivo che ti sveglia dolcemente, diffondendo in circa due minuti l’aroma selezionato, come ad esempio il profumo di caffè espresso e croissant appena sfornato, che sta riscuotendo un grande successo. Sensor Wake è un oggetto dal design contemporaneo, a forma di cubo e dotato di un display: al suo interno, il cubo bianco ospita delle cartucce (utilizzabili per 6 risvegli) in grado di rilasciare l’aroma preferito al momento della sveglia programmata.
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L » SODASTREAM PORTA IN ITALIA I SUCCHI BIOLOGICI
Il leader mondiale della gasatura domestica punta su benessere e sostenibilità ambientale portando nel mercato nostrano gli sciroppi 100% naturali. Prodotti in Germania, vantano del conseguimento del certificato di “prodotto biologico” dall’ente austriaco, rinunciando all’uso di alcuni pesticidi, fertilizzanti e all'ingegneria genetica. Non prevedono inoltre esaltatori di sapidità, aromi artificiali o coloranti e conservanti ammessi. La linea Bio è composta da quattro aromi: ribes nero, rabarbaro, limone verde e sambuco. Alimenti apprezzati per le rispettive proprietà benefiche e nutritive, sotto forma di sciroppi biologici sapranno conquistare gli estimatori grazie al loro sapore autentico. Sono adatti a tutti, dai bambini ai vegani, ai celiaci. » L'ACQUA DA MEZZO LITRO SPOPOLA IN TUTTA EUROPA...
L'acqua in bottiglia è il prodotto che gli europei acquistano di più dai distributori automatici refrigerati e il 58% di coloro che utilizzano queste macchine lo fa almeno una volta alla settimana. Questo è uno dei principali risultati di un nuovo rapporto pubblicato da EVA :"Consumer Behaviour and OCS & Vending Market Reports". Il sondaggio online, gestito da Canadean, è costituito da un rapporto complessivo europeo e dalle relazioni specifiche provenienti da ben 11 paesi (AT, DE, ES, FR, IT, NL, PL, RO, RU, SE, UK). Lo studio ha anche riscontrato che il consumo medio settimanale nelle macchine del freddo è di € 3,98 (4,47 dollari), che tre consumatori su quattro preferiscono utilizzare il distributore nel pomeriggio e che il motivo principale per l'utilizzo delle vending machine è la convenienza dei prezzi. Per quanto riguarda il mondo del caldo, un quinto del campione intervistato ha dichiarato di bere almeno cinque bevande calde al giorno, e il 30% di loro ha detto che desiderano vedere una più ampia varietà di prodotti nei distributori automatici » SANTHÉ SANT’ANNA, NUOVO FORMATO IN LATTINA PER I GUSTI LIMONE E PESCA... Il the freddo SantThé prodotto da Sant’Anna, marchio leader dell’acqua minerale, da oggi triplica e arriva sul mercato, oltre che nei formati bottiglia e bicchiere, anche nella coloratissima lattina da 33 cl nei gusti Limone e Pesca. Questa bevanda rinfrescante esprime tutto il gusto autentico del the, perché è prodotto con un metodo messo a punto da Sant’Anna che rispetta la ricetta tradizionale (per infusione) delle migliori foglie di the. Nasce così un prodotto dal gusto autentico e di alta qualità, proveniente dalla selezione delle migliori materie prime e da un processo produttivo attento al minimo dettaglio. SanThé viene realizzato solo con ingredienti naturali ed è privo di coloranti e conservanti, per soddisfare al meglio le esigenze di gusto e benessere dei consumatori. » LA SVOLTA EQUOSOLIDALE DI FERRERO Ferrero, terzo produttore mondiale di prodotti a base di cioccolato, con acquisti di circa 4 miliardi di tonnellate l'anno, ha deciso che entro il 2020 tutta la sua materia prima sarà certificata. Si tratta di una svolta epocale, che avrà sicuramente influenza sui comportamenti dei competitor e che potrebbe indirizzare i consumatori finali verso una ancora maggiore attenzione per i prodotti equosolidali. L'importante comunicazione è stata diramata in occasione della presentazione dei dati FairTrade che si è tenuta all'EXPO di Milano. L'impegno si estende anche ad altri prodotti, come lo zucchero di canna, le nocciole, il latte, ecc... La scelta non sembra essere solo dettata da motivi etici, ma anche per gli ottimi risultati ottenuti sul fronte della resa dei terreni e della qualità del prodotto finale. A questo punto è consigliabile anche per il vending incominciare a guardarsi in giro per capire qualcosa di più sul mondo dell'equosolidale. 10
Per la gestione del servizio di assistenza tecnica. Da oggi disponibile con modulo SINCRO2 ON LINE /OFF LINETM e con firma grafometrica KEFIRMA® www.easyassistance.it
Per la gestione e l’ordinazione delle parti di ricambio. www.easyspareparts.it
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L# » ARRIVA LIBERO, IL CAFFÈ CON CONTENUTO GRADUATO DI CAFFEINA
Caffè Libero promette di offrire a tutti gli amanti del caffè espresso l’opportunità di graduare l’assunzione quotidiana di caffeina consentendo di contabilizzare i caffè consumati durante la giornata con maggiore libertà e serenità, concedendosene qualcuno in più. Caffè Libero è disponibile presso bar, caffetterie e in tutto il canale Ho.re.ca nel formato bustine monodose da 7.1 grammi di caffè macinato. Libero 40 contiene il 40% di caffeina e Libero 70 ne contiene il 70%. Il testimonial scelto per promuovere questo progetto sarà il noto speaker radiofonico Marco Baldini. » GERUSALEMME: LA TORAH È NEL DISTRIBUTORE AUTOMATICO Presso la stazione centrale degli autobus, a Gerusalemme, è possibile acquistare il testo sacro ebraico attraverso un distributore automatico. La Torah vending machine riscuote molto successo tra i passeggeri dei pullman, che possono così dedicarsi alla lettura e allo studio dei testi nei momenti di attesa degli automezzi. Suddivisi in capitoli, gli insegnamenti religiosi, ciascuno incentrato su un diverso aspetto del libro sacro, sono dispensati in un formato molto pratico e leggero da trasportare, dopo l’acquisto. Tra le vending machine di snack e bevande, ecco un distributore che soddisfa la fame di cultura... » NUOVA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE PER ACQUA SAN BENEDETTO Acqua Minerale San Benedetto rafforza il suo ruolo di leader di mercato, presentando la nuova campagna dal claim “Quando pensi ad un’acqua, pensi a San Benedetto”. Cinque episodi, on air dal 7 Giugno e per tutta l’estate sulle reti Rai e Mediaset, per raccontare le caratteristiche distintive e la poliedricità di un’acqua minerale, l’unica in grado di soddisfare davvero tutti i bisogni dei consumatori. Protagonisti nei nuovi spot sono le persone, ciascuna con i propri desideri, le proprie necessità e i propri “ci vorrebbe…” per le quali San Benedetto rappresenta la soluzione. La forza competitiva dell’Acqua Minerale San Benedetto risiede, infatti, nell’equilibrata composizione di minerali e oligoelementi che la caratterizzano e nell’ampia gamma di formati destinati ad ogni esigenza: da quelli famiglia a quelli per il consumo “on the go”, dalla linea “progetto ecogreen” dedicata a chi ama l’ambiente fino all’eleganza della linea “Prestige Rose Edition” per la ristorazione e alla “Baby Bottle” studiata su misura per i più piccoli e imbottigliata in ambiente protetto, un autentico valore aggiunto che significa protezione totale. » UNILEVER, SFIDA A NESTLÉ CON LE CAPSULE COMPATIBILI TÈ LIPTON
Lipton lancia sul mercato delle capsule di tè compatibili con le macchine da caffè Nespresso, con il dichiarato intento di raggiungere nuovi consumatori aggredendo il mercato domestico e sfidando di fatto il colosso del porzionato. La concorrente olandese di Nestlé punta sul segmento Home, che dispone già di macchine Nespresso, stimate in circa 4,2 milioni di unità nelle case dei francesi.. Le capsule saranno vendute dapprima in Francia, a partire dal prossimo settembre. 12
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
# L AT E S T N E W S # L AT E S T N E W S L » L'OMS CHIEDE DI RIDURRE LE QUANTITÀ DI SALE
Il sale, componente importante della dieta mediterranea, è un alimento prezioso, poiché l’apporto di sodio è insostituibile per il corpo umano. Un consumo eccessivo di sodio, tuttavia, è nocivo, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità richiede una riduzione del consumo di sale del 30% nei prossimi anni. In Italia, il consumo medio di sale è 10,8 g tra gli uomini e di 8,4 g tra le donne, una quantità doppia al fabbisogno consigliato dall’OMS. Queste motivazioni hanno favorito il lancio sul mercato di un nuovo sale marino che contiene il 50% in meno di sodio, che è già sugli scaffali di alcune catene di supermercati e che viene presentato ad Expo2015 nel padiglione “Cibus è Italia – Federalimentare”. Forse non sarà necessario rinunciare agli snack salati... » SUZOHAPP, UNO SGUARDO D’INSIEME SUI PRIMI SEI MESI DELL’ANNO
Nel 2014 SUZOHAPP ha messo in campo numerose azioni per rafforzare la sua presenza e consacrarsi protagonista in numerosi mercati self-service, tra cui il vending. L’acquisizione di Comesterogroup ha rappresentato l’evento più significativo nell’ambito di questa strategia di consolidamento. Il 2015 è iniziato al meglio con un’altra importante acquisizione, quella di SCAN COIN, azienda svedese leader nella fornitura di avanzate tecnologie, software e servizi per la gestione automatizzata del contante. in questo modo, SUZOHAPP ha raggiunto numeri importanti: un totale di 1.100 addetti di cui 310 impegnati nei processi produttivi, una squadra di 150 ingegneri professionisti specializzati in diversi campi d’applicazione, 10 fabbriche dislocate nel mondo, una presenza capillare in 19 Paesi, un catalogo di oltre 50.000 prodotti e un parco clienti che si aggira intorno ai 25.000. Il Gruppo ha partecipato attivamente alle principali rassegne di settore in ambito europeo per avvicinarsi sempre più al territorio e candidarsi come unico partner affidabile in grado di proporre soluzioni innovative nel campo dei pagamenti in contanti e dei pagamenti elettronici, senza dimenticare i componenti e gli accessori per i distributori automatici. Venditalia Special Edition, ad esempio, che ha registrato una grande affluenza di pubblico sullo stand, attratto dalla varietà dell’offerta per la gestione delle monete e delle banconote, ma anche per la gestione del cashless. Il pubblico ha potuto vedere in anteprima il progetto patent pending RFTech srl “Smart IrDA” che permette di raccogliere in modo pratico e veloce i dati contabili della vending machine tramite uno smartphone, protagonista anche nei pagamenti NFC tramite la testa di lettura WorldKey Galaxy. L’attenzione dei visitatori è stata poi catturata da “HAPPY”, il nuovo supporto di pagamento interamente personalizzabile che si aggiunge alle tradizionali chiavi, card, tag e sticker, offrendo una maggiore resistenza ad un prezzo più conveniente. SUZOHAPP è continuamente al lavoro per lo sviluppo di nuove soluzioni in grado di rispondere alle specifiche esigenze dei gestori, quali la rinnovata WorldKey UltraLite potenziata con nuove funzionalità, e gli accessori WorldKey Printer, WorldKey Scan e WorldKey WiFi Unit, rispettivamente per la stampa delle ricevute, la scansione dei QR-code e la raccolta dei dati contabili. SuzoHapp è inoltre stata finalista del concorso “The Vendies 2015”, nella categoria “Best Payment System”, dedicata ai sistemi di pagamento specificatamente progettati per la vending machine, selezionata grazie a due prodotti dall’indiscussa qualità ed affidabilità: Currenza C2 per il trattamento delle monete e la gamma di sistemi WorldKey, per i pagamenti cashless. Per il secondo semestre dell’anno, SUZOHAPP proseguirà con la sua strategia di consolidamento e parteciperà alle principali fiere di settore. Occhi puntati su Currenza C2, con il team internazionale di ingegneri R&D e addetti alla Produzione totalmente concentrato sulla realizzazione interna della rendiresto. La produzione della Currenza C2 sarà avviata per tutte le versioni attualmente disponibili: il prodotto sarà assolutamente identico alla rendiresto attuale dal punto di vista meccanico, elettronico e software, in modo da continuare a garantire la disponibilità dei ricambi dei moduli e dei componenti per tutte le Currenza C2 attualmente installate. In un’ottica di innovazione continua, il team è inoltre al lavoro per lo sviluppo di nuove versioni supplementari della rendiresto, così da rispondere agli specifici requisiti dei mercati vending globali.
13
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
FABBRICANTI
FAS EASY CLICK, LA VERA INNOVAZIONE NASCE DA UNA SEMPLICE IDEA
IL MERCATO DEL VENDING FABBRICANTI
LA VERA SFIDA DEL VENDING DEI PROSSIMI ANNI È RIUSCIRE A SODDISFARE LE ESIGENZE DEL CONSUMATORE FINALE E, PER RAGGIUNGERE QUESTO AMBIZIOSO OBIETTIVO, I GESTORI SARANNO OBBLIGATI AD UN CAMBIO PIÙ CULTURALE CHE TECNOLOGICO O OPERATIVO. I FABBRICANTI DI DISTRIBUTORI AUTOMATICI POSSONO SVOLGERE UN RUOLO CRUCIALE PER FAVORIRE QUESTA IMPORTANTE MODIFICA DI FOCUS PROSPETTICA, OFFRENDO AL MERCATO DEGLI STRUMENTI IDONEI PER APPROCCIARE CORRETTAMENTE IL CONSUMATORE. 14
FAS STA ANDANDO ESATTAMENTE IN QUESTA DIREZIONE, NON SOLO ATTRAVERSO UNA GAMMA COMPLETA DI DISTRIBUTORI DOTATI DI TOUCH SCREEN, MA ANCHE PRESENTANDO EASY CLICK: UN’INNOVAZIONE CHE NASCE DA UN’IDEA SEMPLICE MA ESTREMAMENTE EFFICACE, CHE FACILITA L’INSERIMENTO E LA SOSTITUZIONE DI PRODOTTI CON FORMATI DIVERSI ALL’INTERNO DELLA VETRINA.PER CONOSCERE PIÙ DA VICINO LE NOVITÀ DELLA GAMMA FAS, ABBIAMO INCONTRATO E INTERVISTATO IL NUOVO DIRETTORE COMMERCIALE: GIANPAOLO BONONI.
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
GIANPAOLO BONONI
INTERVISTA CON GIANPAOLO BONONI Sei uno dei pochi manager ad aver un’esperienza a 360 gradi del vending, avendo collaborato con primarie aziende in tutta la filiera. Quali sono le principali tappe che hai percorso nel settore? Sono stato in Coca-Cola dal 1982 al 1995. Dal 1995 al 2000 in San Pellegrino Group. Dal 2000 al 2011 in Bianchi
Vending, all’interno della quale c’è stata anche l’esperienza di Unionvending (2001-2003). Dal 2011 al 2014 ho lavorato in Ge.Sa. e, dal 2014, sono il Direttore Commerciale di FAS. Ho conosciuto il mondo dei costruttori, dei produttori, dei gestori e, in parte, anche l’universo delle rivendite, con Unionvending. Lavorare per tre anni all’interno di un grande gruppo di gestione ha cambiato
la tua prospettiva? Il primo passo per una persona che ha lavorato a lungo per un fabbricante e che approda in un gruppo di gestione, è quello di ammettere con umiltà di essere di fronte a qualcosa che non conosce. Il costruttore spesso ha la presunzione di comprendere quelle che sono le esigenze del settore, senza però riuscire a identificarle appieno. Credo che costruttore e gestore abbiano viaggiato per tanti anni su binari pa15
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
ralleli: il costruttore pensa di realizzare una macchina che risolva i problemi del gestore, mentre il gestore desidera un prodotto che sia fatto a sua immagine e somiglianza e le due cose molto spesso non coincidono. Nessuno dei due, inoltre, pensa mai a quel soggetto che mette dei soldi nel distributore, che compra i prodotti e che si chiama “consumatore finale”. Fare gestione, secondo me, vuol dire iniziare a comprendere quali sono i bisogni di chi fa il servizio di ristorazione e di chi lo richiede. Cosa ti ha fatto decidere di lasciare una realtà professionale solida come Ge.Sa., nella quale eri molto apprezzato, per accettare una nuova sfida professionale nel comparto dei fabbricanti? Ge.Sa. è un bellissimo gruppo, sono stato accolto benissimo e non ci sono stati motivi di malcontento da parte mia. Ho cercato di sviluppare tutto quello che mi è stato affidato e devo dire che le opportunità sono state tante. Ho cercato soprattutto di portare il mio valore aggiunto: guardare al business di riferimento con un occhio diverso rispetto al gestore tradizionale, sfruttando il fatto di aver avuto differenti esperienze. Il mio approccio è stato guidato dal proporre sempre idee nuove, comprendere le abitudini dei consumatori, capire dove posizionare le macchine e riconoscere la vera innovazione. Poi mi è capitato di dover affrontare un importante bando come quello di Unicredit, che mi ha dato la possibilità di sperimentare diverse soluzioni innovative. Un appalto che è probabilmente stato lo spartiacque in Italia a livello tecnologico: macchine touch screen, piatti pronti daily di alta qualità, 47 piani da ge16
stire e postazioni con i Tritech (compattatori per la raccolta differenziata - ndr) che saranno, a mio parere, uno dei punti fermi in futuro per la distribuzione automatica intesa come servizio al cliente. Sono tornato nel mondo dei costruttori e ho lasciato Ge.Sa. perché mi è stata nuovamente data la possibilità di riprendere
un progetto a livello internazionale, che è l’aspetto che ha contraddistinto tutta la mia carriera professionale. Poter girare, vedere culture, avere approcci differenti, conoscere persone e capire i diversi mercati per individuare nuove soluzioni da applicare in altri paesi. Questo è sempre stato il mio compito.
Guidare delle start up con un approccio rivolto al mercato e gestito direttamente sul campo. A tuo parere, cosa manca oggi alla gestione per compiere un ulteriore salto di qualità? In primis, secondo me, bisogna investire tantissimo sulla formazione dei caricatori, che rimangono “la faccia” della gestione e su quella dei commerciali, che in questo momento più che mai devono poter rispondere alle esigenze dei clienti. E, come già detto, bisogna ascoltare davvero le richieste del consumatore finale e di chi gli offre un servizio. Una delle novità più interessanti di Venditalia 2015 Special Edition è stata Easy Click, questo nuovo sistema di configurazione interna della macchina che risolve un punto critico dei gestori. Come siete arrivati a questa idea, semplice ma mai proposta prima? Proprio come i calciatori che, dopo aver segnato, portano la mano all’orecchio per ascoltare gli applausi, alle volte ci si dovrebbe davvero fermare e dare attenzione a chi lavora sul campo: ARD, tecnici, etc. In officina, i tecnici ci hanno spiegato le difficoltà incontrate tutte le volte che lavorano sulle macchine per cambiarne le configurazioni, cosa che succede molto spesso (i commerciali tendono ad assecondare le richieste del cliente in fase di vendita) e che li costringe a dover continuamente alzare o abbassare i cassetti utilizzando il cacciavite, un passaggio particolarmente macchinoso. EasyClick, che abbiamo chiamato “up and down”, rende semplicissimo togliere le guide che reggono i cassetti, sul mo-
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
dello di un comune scaffale. Si possono alzare e abbassare le configurazioni molto velocemente, senza il cacciavite o l’ausilio di altri strumenti, un’operazione che può essere tranquillamente svolta anche dall’ARD. Naturalmente EasyClick riduce i costi del gestore, che non deve far intervenire il tecnico e non impiega l’officina. Inoltre, tutti i grandi gruppi che hanno la configurazione estiva e invernale, potranno modificare l’interno della macchina in modo facile, veloce, intuitivo e senza costi. Nell’ottica dell’approccio al consumatore, il formato del prodotto è decisivo per la vendita d’impulso. FAS è pronta ad accettare formati particolari anche nel vending? Il formato è un aspetto senz’altro molto importante. Oltre ad EasyClick, che nasce per inserire velocemente prodotti con misure diverse, FAS ha trovato un’altra soluzione vincente nella macchina con la bocca più larga. In mercati come Spagna e Francia, dove i formati dei prodotti erogati erano più grandi e non c’era possibilità di estrarli dalle bocche tradizionali presentate dai vari costruttori, la nostra macchina XXL (la cui parte sottostante ha dovuto essere rivista e per la quale è stato utilizzato un materiale per coibentare e per dare più spazio ad un lampeggio per evidenziare il prodotto) ha soddisfatto una necessità, perché consente maggiore spazio all’erogazione. Inoltre, i vari uffici acquisti, avendo a disposizione una macchina più grande, potranno decidere di comprare anche prodotti che fino a questo momento non avevano potuto prendere in considerazione unicamente per il formato. Siete riusciti a non rendere più semplici
i furti sulle macchine XXL? Il vetro sulla bocca non aumenta la predisposizione al vandalismo? I furti non sono aumentati, perché sui distributori con bocca XXL è stata installata la stessa chiusura adottata anche su Skudo, la nostra macchina blindata. Per limitare i furti nel vending abbiamo dovuto casomai modificare la restituzione
monete, visto che gli episodi vandalici sono in aumento. Sulla XXL, il vetro da cui vediamo il prodotto si è rivelato un elemento d’inibizione e non di incentivo per i vandali, che probabilmente hanno cambiato il loro comportamento. A volte ci rendiamo conto che alcuni problemi sono diversi da come immaginava-
FABBRICANTI FAS
mo e che le soluzioni da adottare non sono quelle pensate in origine. Anche per noi diventa interessante capire dove dobbiamo andare. Le macchine vending di ultima generazione puntano molto su altre tecnologie, come il touch screen... Touch screen, App e via dicendo sono senz’altro soluzioni belle da vedere e interessanti in prospettiva futura. Ma prima di questo, costruttori e produttori dovrebbero dare al gestore degli strumenti validi per migliorare l’offerta e il servizio al cliente. Manca un po’ di collaborazione tra costruttori e aziende produttrici, non solo alimentari, ma anche di packaging, perché è necessario lavorare molto di più sull’estrazione facilitata del prodotto. Bisognerebbe evitare di incorrere nei soliti errori: realizzare una macchina che funziona benissimo in show room ma che poi, quando viene installata e se ne vedono i limiti, costringe a correre immediatamente ai ripari. Un’altra soluzione presentata in fiera è Tritech by FAS. Sei convinto che un prodotto sostanzialmente di nicchia e piuttosto costoso, possa svolgere un ruolo importante nel settore? Dico sempre che la vendita è di conseguenza e non “di forzatura”. Se io dovessi utilizzare la mia esperienza come gestore, partirei dall’allestimento dell’area break. Tritech si in17
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
serisce perfettamente in un contesto come quello attuale, in cui le locazioni hanno bisogno di spazi e possono sostituire le classiche “ondine”, sempre piene e sempre sporche. Questi tritarifiuti e compattatori danno un senso di pulizia ad un’area break che magari è stata configurata in maniera eccellente, ma viene penalizzata dall’incuria nella zona dedicata allo smaltimento. Se io ho una macchina 700 bicchieri e produco un sacco di plastica al giorno, con un Tritech produco un sacco alla settimana. Questo tipo di concetto va venduto al cliente, perché comporta dei saving importanti sulle pulizie. Inoltre si può costruire un progetto di reverse vending, restituendo un centesimo a chi smaltisce il rifiuto dopo l’acquisto, come è stato sperimentato in alcune locazioni. Bisogna iniziare a diffondere il concetto che il costruttore non deve vendere solo distributori, ma anche tecnologia a supporto.
La rete commerciale FAS che tu dirigi ha subito grandi cambiamenti? Stiamo ristrutturando la rete commerciale Italia, inserendo persone nuove e stiamo pensando anche a una modalità diversa, che stiamo testando in alcune aree, creando la figura dei “segnalatori”. A questo proposito, abbiamo aperto una rivendita esclusiva a Cardano al Campo (VA), con Food&Drink. Per quanto riguarda l’estero, come vi state muovendo? Abbiamo avuto un’impasse, come gli altri costruttori, con la Russia, che in questo momento pare si stia riprendendo; va molto bene in Spagna e stiamo analizzando la situazione in Francia per comprendere quale sia la soluzione migliore, dopo aver chiuso le vecchie filiali che si sono rivelate solo un costo. Inoltre abbiamo aperto una collaborazione per tutto il Sud America con un’organizzazione locale che ci sta dando grandi soddisfazioni.
FABBRICANTI FAS
Quali sono i progetti per l’immediato futuro di FAS? Puntiamo al rilancio delle due macchine del caldo: FAS 500 e Perla, entrambe con tecnologia tablet 13.3”, un nuovo supporto presentato in anteprima in fiera e che arriverà entro la fine dell’anno. Abbiamo chiuso un accordo esclusivo per un protocollo Android e per tutta una serie di specifiche che il gestore potrà utilizzare senza acquistare varie licenze. Inoltre, ad ottobre ci sarà la presentazione sul mercato del nuovo modello Elettra, che ha già riscosso notevole interesse. Elettra è la nuova macchina FAS per il segmento medio che ha la possibilità di montare 6-7 cassetti con un display monocromatico e molto intuitivo incluso nella macchina. Elettra può essere utilizzata in batteria con un’altra tipologia di macchina, in accoppiata con FAS 500 o con la nuova macchina FAS, che arriverà all’inizio del prossimo anno e di cui, per ora, non intendo anticipare nulla.
19
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
NORMATIVA E DIRITTI
DALL’ORDINANZA ARCA ALLA SOSPENSIONE DELLA GARA DELL’UNIVERSITÀ DI PARMA. DIECI INDICAZIONI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE PER UN BANDO RISPETTOSO DEI PRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ ECONOMICA E FINANZIARIA DELLA CONCESSIONE.
NORMATIVA E DIRITTI
20
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
A CURA DELL'AVVOCATO ANDREA NETTI Negli ultimi mesi si sono susseguiti una serie di provvedimenti di annullamento o di sospensione della procedura di gara avente ad oggetto la selezione del miglior gestore del servizio di vending. I provvedimenti in parola sono giunti, sempre, a seguito dell’invio da parte di un Operatore Economico di una serie di censure al bando, sotto forma di richieste di chiarimenti, incentrate per lo più sull’assenza della stima del reale valore della concessione. In altri termini si è chiesto alla P.A. di annullare la procedura in quanto il valore della concessione era stimato sulla base del ristorno a base d’asta, mentre, sulla base di una serie di norme, la stima sarebbe dovuta essere parametrata al “fatturato” generato dalla concessione durante il tempo del contratto. Tuttavia, l’esplicitazione del fatturato, nel più ampio quadro delle norme in materia di Partenariato Pubblico Privato e Concessioni, non esaurisce il quadro delle indicazioni basilari delle quali ciascuna P.A. Concedente dovrebbe tenere conto nel momento in cui intende indire una gara per la distribuzione del servizio di vending. In ultima analisi, l’esplicitazione del “fatturato” rappresenterebbe il primo (in ordine logico) di una serie di elementi della struttura della gara che, soltanto se esplicitati correttamente, potranno portare gli Operatori Economici a formulare una “offerta consapevole”.
Il presente lavoro intende quindi enucleare – in dieci punti (tre strutturali e sette subordinati) – le coordinate all’interno delle quali una P.A. dovrebbe operare per, si auspica, progettare e indire una gara rispettosa delle complessità giuridiche e tecniche sottese al contratto di concessione di un servizio di vending.
Le tre indicazioni strutturali – che con enfasi chiameremo “le tre colonne portanti” – possono essere sintetizzate nei punti
AVVOCATO ANDREA NETTI 21
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
che seguono:
1. Esatta determinazione del valore della concessione sulla base del fatturato stimato, tenuto conto di ogni eventuale proroga – precisazioni in ordine alla esplicitazione nei documenti di gara del metodo oggettivo utilizzato per stimare il valore della concessione;
2. Esatta ripartizione, fra Stazione Concedente e Operatore Economico, del rischio operativo – precisazioni in ordine alla gestione del servizio in esclusiva;
3. Piano economico e finanziario della concessione, individuazione della soglia (incomprimibile) costituita dalla somma del “costo del servizio e dell’ordinario utile di impresa”, in ogni caso “perseguimento dell’equilibrio economico e finanziario degli investimenti e della connessa gestione” – precisazioni in ordine ai principali parametri del PEF, alla “doppia leva” ed all’individuazione dell’ “offerta anomala”.
§.1 – LA PRIMA COLONNA: IL VALORE. ESATTA DETERMINAZIONE DEL VALORE DELLA CONCESSIONE SULLA BASE DEL FATTURATO STIMATO, TENUTO CONTO DI OGNI EVENTUALE PROROGA. Il valore della concessione è determinato Il Parere di precontenzioso nr. 96 del 26.11.2014, con il quale l’allora Autorità di Vigilanza ha, infatti, sottolineato: “Ai sensi dell'art. 29, comma 1, del d.lgs. 163/2006 il calcolo del valore stimato degli appalti pubblici e delle concessioni di lavori e servizi pubblici è basato sull'importo totale pagabile al netto dell'IVA, valutato dalle stazioni appaltanti. Per le concessioni, nella nozione di importo totale pagabile è da ricomprendere il flusso dei corrispettivi pagati dagli utenti per i servizi in concessione. Dovrà altresì essere computato nel calcolo il canone a carico del concessionario, ove previsto, e gli altri flussi economici che incidono sul piano economico finanziario (da redigersi anche nelle concessioni di servizi, in base al combinato disposto dell'art. 143, comma 7, e dell'art. 30, comma 7, del Codice). L'erronea individuazione dell'importo a base di gara può riflettersi sulle modalità di pubblicità della procedura e sulla quantificazione delle cauzioni in garanzia, oltre che del contributo all'Autorità, nonché sulla circostanza che i requisiti richiesti ai concorrenti possono risultare non proporzionati rispetto al valore dichiarato del servizio. Essa può determinare l'assenza di una trasparente e corretta informazione agli operatori economici sui reali 1
22
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
sulla base di una stima effettuata dalla Stazione Concedente (cfr. art. 29 – 30 d. lgs. 163 del 2006) del fatturato generato – in termini di flussi di cassa – per tutta la durata del contratto, proroghe eventuali comprese1 (cfr. art. 8 Direttiva 2014/23/ UE del 26 febbraio 2014, in corso di recepimento da parte del Parlamento Italiano). A supporto delle operazioni di “stima” può senza dubbio essere prodotta la dichiarazione, da parte del gestore uscente, circa il fatturato generato negli anni precedenti (nel caso di specie il politecnico chiede che il dato abbracci l’ultimo triennio) tuttavia si ritiene che la mera equiparazione della “stima” al dato fornito dal gestore non corrisponda esattamente a quanto richiesto dal Legislatore. Sul punto è quindi necessaria particolare attenzione. Le norme citate al primo paragrafo chiedono espressamente, infatti, che la “stima” abbia riguardo al fatturato che la concessione andrà a generare e pertanto l’analisi della Stazione Concedente dovrà porsi, con fare prognostico, nell’ottica di definire non “quelli che sono stati” i flussi di cassa della concessione ma “quelli che saranno”, tenendo conto di alcuni ed importanti dettagli che andranno comunicati ai potenziali concorrenti tutti riconducibili ad una sorta di gap analysis fra ciò che oggi offre la concessione e ciò che si chiede di offrire nella prossima. Ad esempio: potrà dirsi corretta una stivalori della concessione che la stazione appaltante intende affidare. Difatti, laddove l'importo stimato del contratto non è rappresentativo della piena utilità economica che può derivare all'impresa dalla gestione del servizio, risulta arduo per gli operatori economici apprezzare il carattere remunerativo del servizio sulla base di tale parametro e quindi formulare "un'offerta economica consapevole". La Deliberazione n. 40 del 19 dicembre 2013, con la quale l’allora Autorità di Vigilanza ha, ribadito : “…secondo il consolidato orientamento di questa Autorità, quindi, per il calcolo del valore della concessione, la stazione appaltante deve considerare la totalità dei ricavi provenienti dalla gestione economica del servizio…. (AVCP, Delibera n. 13 del 12.03.2010; AVCP, Deliberazione n. 75 del 01/08/2012). Ancora, con deliberazione n. 56, Adunanza del 6 ottobre 2010, l’AVCP: “… non è conforme alle disposizioni di cui all’art. 29, del D. Lgs. n. 163/2006, effettuare il calcolo della base d’asta utilizzando solo l’elenco dei rispettivi canoni minimi da corrispondere all’Ente concedente e non anche la procedura seguita nel definirli. La normativa di settore, invece, prevede altresì la stima, a monte della gara, degli introiti
ma di fatturato equiparata alla dichiarazione del gestore uscente se il numero potenziale di utenti non sia variato (da intendersi come dipendenti della struttura, avventori esterni, studenti nel caso di università, pazienti nel caso di ospedali etc.), se il numero dei distributori (e quindi il necessario rapporto fra popolazione e distributori) sia sempre lo stesso, se l’ubicazione degli stessi sia sempre la stessa, oppure se i prezzi di vendita siano sempre gli stessi, oppure se, infine, il paniere di prodotti sia sempre lo stesso o meglio, se i margini di scelta dei prodotti da inserire all’interno del paniere siano sempre gli stessi. La variazione di uno soltanto di questi parametri avrebbe di certo impatti (positivi o negativi) sulla stima di fatturato ed è in tal senso che si ritiene che una mera parametrazione del valore della concessione alla dichiarazione del gestore uscente risulti essere poco rispondente al volere del Legislatore. Il corpo motivazionale della stima potrà essere quindi scarno ed impugnabile oppure ricco di elementi e quindi sostanzialmente corretto e rispondente ai principi espressi dalla legge. A chiusura dell’impianto motivazionale circa la stima del valore della concessione giunge l’art. 8, punto terzo, della Direttiva Europea citata, il quale impone espressamente che la Stazione Concedente, qualunque sia la stima che abbia fatto, espliciti nei documenti di gara “il per il concessionario provenienti dall’utenza per tutta la durata della concessione, in altri termini la stima della prevista remuneratività del servizio per l’operatore economico sulla base dell’esperienza degli anni precedenti e delle peculiarità materiali e temporali del nuovo servizio. Si rileva, infatti, che, sebbene ai sensi dell’art. 30 del D.Lgs. 163/2006 (richiamato dalla stazione appaltante) la controprestazione a favore del concessionario sia costituita dal diritto di gestire e di sfruttare economicamente il servizio, lo stesso art. 30 richiama espressamente l’art. 143, comma 7, del medesimo D.Lgs. 163 (cfr. comma 7), il quale prevede, per le concessioni, che l’offerta contenga il c.d. “piano economico-finanziario” della gestione per tutto l’arco temporale prescelto. Quanto precede si rileva anche nell’interesse della stessa Stazione Appaltante, al fine di individuare un canone minimo più congruo, che permetta all’ente di conformarsi anche al principio di economicità, ossia all’obbligo di ottenere un determinato risultato (nella fattispecie de qua la migliore gestione dei propri impianti sportivi) impiegando le risorse a disposizione in modo ottimale…. per l’individuazione del canone minimo si sarebbe dovuto considerare anche quanto sopra osservato (cfr. art. 29, comma
NORMATIVA E DIRITTI
metodo oggettivo” utilizzato per arrivare alla suddetta stima. In poche parole, con questa norma di chiusura il Legislatore nel pieno rispetto del principio di trasparenza espone al giudizio degli operatori economici la metodologia utilizzata per giungere alla determinazione del valore della concessione. A questo punto si comprendono ancor meglio i suggerimenti di cui ai paragrafi precedenti in quanto :
– i bandi che, pur indicando il fatturato della concessione, non dovessero esplicitare il “metodo oggettivo” di determinazione del valore del contratto saranno autonomamente impugnabili;
– i bandi che, dopo aver indicato il fatturato della concessione, dovessero indicare, quale “metodo oggettivo” utilizzato per la stima, quello del mero richiamo alla dichiarazione di fatturato effettuata da parte del gestore uscente, dovrebbero essere ritenuti impugnabili ed il rischio di impugnazione sarebbe crescente laddove l’operatore economico dovesse rilevare differenze sostanziali fra le modalità di gestione che hanno generato il fatturato di cui alla dichiarazione e quelle richieste nel nuovo bando (gap analisys); – i bandi che, invece, fossero ricchi di dettagli e curati nella determinazione del valore, tenuto conto sì del fatturato di1, del D.Lgs. 163/06, il quale chiaramente prevede che “il calcolo del valore stimato degli appalti pubblici e delle concessioni di lavori e servizi pubblici è basato sull’importo totale pagabile al netto dell’IVA, valutato dalle stazioni appaltanti”, importo che, nel caso delle concessioni, proviene come ricordato dall’utenza)”. La Deliberazione n. 9 Adunanza del 25 Febbraio 2010: “….Per le concessioni, nella nozione di “importo totale pagabile” di cui all’art. 29, del D. Lgs. n. 163/2006, è sicuramente da ricomprendere il flusso dei corrispettivi pagati dagli utenti per i servizi in concessione. Infatti, così come nella stessa nozione è ricompreso il corrispettivo pagato dalla stazione appaltante nel caso di appalto, qualora si tratti di una concessione, non essendovi un prezzo pagato dalla stazione appaltante, ma solo quello versato dagli utenti, sarà quest’ultimo a costituire parte integrante dell’“importo totale pagabile” di cui è fatta menzione nella norma sopra citata; il canone a carico del concessionario potrà, altresì, essere computato ove previsto, ma certamente proprio in quanto solo eventuale non può considerarsi – come avvenuto nel caso di specie – l’unica voce indicativa del valore della concessione”. 23
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
chiarato dal gestore uscente ma con una analisi circa le differenze fra “le attuali modalità di gestione” e “le nuove modalità di gestione richieste”, potranno certamente essere incensurabili.
che possono derivare da un rischio sul lato della domanda o sul lato dell’offerta ovvero contestualmente da un rischio sul lato della domanda e sul lato dell’offerta.”,
– sempre la medesima lettera precisa §.2 – LA SECONDA COLONNA: IL RISCHIO. ESATTA RIPARTIZIONE, FRA STAZIONE CONCEDENTE E OPERATORE ECONOMICO, DEL RISCHIO OPERATIVO – PRECISAZIONI IN ORDINE ALLA GESTIONE DEL SERVIZIO IN ESCLUSIVA. La Stazione Concedente, nel momento in cui opera per la costruzione della concessione da immettere nel mercato, deve chiarire la portata del rischio operativo che andrà a trasferire in capo al Concessionario. L’operazione di allocazione del rischio operativo fra Stazione Concedente e Operatore Economico è necessaria ed imposta dalla Legge e la carenza o assenza di tale attività, tenuto conto della sua importanza strutturale, sarebbe motivo certo di autonoma censura di illegittimità della lex specialis. Tale obbligo in capo alla P.A. è senza dubbio rinvenibile in una serie di passaggi della Direttiva Europea citata, nonché all’interno del Codice degli Appalti vigente, che ai principi comunitari fa espresso richiamo. Nell’ordine: – la lettera del 18° considerando della Direttiva Europea citata espressamente chiarisce che “… la caratteristica principale di una concessione … implica sempre il trasferimento al concessionario di un rischio operativo di natura economica che comporta la possibilità di non riuscire a recuperare gli investimenti effettuati …”;
– la lettera del 20° considerando della Direttiva Europea citata espressamente chiarisce che “… il rischio operativo dovrebbe essere inteso come rischio di esposizione alle fluttuazioni di mercato, 24
ulteriormente che “… per rischio sul lato della domanda si intende il rischio associato alla domanda effettiva di lavori o servizi che sono oggetto del contratto …” In buona sostanza la “domanda effettiva”, nel caso della distribuzione automatica, si tradurrebbe: a. nella possibilità che gli utenti non acquistano prodotti dalle macchine installate oggetto della concessione;
b. nella possibilità che gli utenti, nel caso di specie i dipendenti della struttura, non acquistano prodotti dalle macchine installate oggetto della concessione perché la Stazione Concedente autorizza gli stessi ad installare all’interno dei singoli uffici piccole macchine di distribuzione di caffè ed altri infusi;
c. nella possibilità che all’interno del perimetro del bando la Stazione Concedente autorizzi l’attivazione di servizi che si possano porre in tutto o in parte in concorrenza con il servizio oggetto della gara. E’ specifico obbligo della Stazione Concedente fornire ogni più opportuno dettaglio circa la portata del “rischio operativo” e tale obbligo, la cui violazione porterebbe con sé la possibilità di censurare il bando, discende direttamente dall’art. 3, comma 15-ter, del d. lgs. 163 del 2006 il quale, appunto, obbliga espressamente la P.A. nei contratti di Partenariato Pubblico Privato ad allocare chiaramente ed in maniera trasparente il rischio, quanto resta in capo alla P.A. e quanto invece viene trasferito al concessionario, “ai sensi delle prescrizioni e degli indirizzi comunitari”, appena richiamati. Può senza dubbio ritenersi che il contratto di concessione per la somministrazione di alimenti e bevande mediante distributori automatici (vending) sia dato in condizioni di “esclusiva2” quando la Stazione Concedente escluda chiara-
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
mente le ipotesi “b” e “c”, lasciando così il “rischio operativo” nel mero alveo della volontà dell’utente al quale è rimesso libero ed incondizionato arbitrio nell’utilizzo del servizio di vending. Nell’ipotesi in cui, invece, la Stazione Concedente intendesse non concedere “l’esclusiva” e autorizzare una o entrambe le ipotesi di cui alle precedenti lettere “b” e “c” – oltre ad esporsi a non indifferenti censure di sostenibilità economica e finanziaria della concessione - dovrebbe operare ancor più difficili e convincenti argomentazioni nella determinazione del valore della concessione, quindi del fatturato. E’ infatti assodato che quasi al totalità delle concessioni in essere abbiano generato fatturato in un regime di sostanziale esclusiva, da ciò deriverebbe che anche il fatturato generato dal gestore uscente dovrebbe essere considerato come generato in un alveo ben preciso di “rischio operativo”; nell’ipotesi in cui, pertanto, la nuova concessione immessa a gara andasse a modificare il grado di rischio, in pejus, la P.A. dovrebbe andare necessariamente a ritoccare a ribasso la stima di fatturato.
mare il valore della concessione del vending con il fatturato generato durante il triennio precedente? E’ ovvio che, pur con il dato di fatturato alla mano fornito dal gestore vending uscente, tenuto conto della diversa impostazione del rischio operativo, la Stazione Concedente dovrebbe operare una correzione a ribasso di tale fatturato tenuto conto della coesistenza della costituenda attività di bar.
§.3 LA TERZA COLONNA: LA SOSTENIBILITÀ. PIANO ECONOMICO E FINANZIARIO DELLA CONCESSIONE, INDIVIDUAZIONE DELLA SOGLIA (INCOMPRIMIBILE) COSTITUITA DALLA SOMMA DEL “COSTO DEL SERVIZIO E DELL’ORDINARIO UTILE DI IMPRESA”, IN OGNI CASO “PERSEGUIMENTO DELL’EQUILIBRIO ECONOMICO E FINANZIARIO DEGLI INVESTIMENTI E DELLA CONNESSA GESTIONE” – PRECISAZIONI IN ORDINE AI PRINCIPALI PARAMETRI DEL PEF, ALLA “DOPPIA LEVA”, ALL’INDIVIDUAZIONE DELL’ “OFFERTA ANOMALA”.
Si guardi ad esempio alla P.A. che all’interno del proprio plesso intenda indire la gara per il vending contemporaneamente aggiungendo una gara per la costruzione e gestione di un bar. Inutile dirsi che entrambi i gestori, tanto quello del vending quanto quello del bar, dovrebbero formulare una offerta tenendo in considerazione la dimensione e portata del rischio operativo che vedrebbe, nello stesso contesto, la coesistenza di due attività concorrenti su gran parte dei beni (certamente quelli principali) oggetto del paniere. In tale contesto, che senso avrebbe sti-
Il percorso fino ad ora delineato consente alla P.A. di poter stimare correttamente il valore della concessione, o meglio consente alla P.A. di poter stimare correttamente il fatturato che si andrà a generare nel tempo del contratto, ovviamente, tenuto conto del rischio operativo correttamente allocato in capo all’operatore economico. Concettualmente l’esatta determinazione del fatturato, l’esplicitazione del metodo oggettivo per calcolarlo e la corretta allocazione del rischio operativo costituiscono, in tutto e per tutto, veri e propri antecedenti logici rispetto alla individuazione dell’ultimo passaggio che deve compiere una Pubblica
2 Il Tribunale di Pavia, con Sentenza del 5.05.2014 pronunciata nell’ambito del ricorso r.g. n. 13/2011 ha ribadito che “…. “l’esclusiva in favore del fornitore di servizi (ndr. di vending) è elemento connaturale al contratto in questione. L'ente che appalta o concede il servizio, se intende far operare altre Imprese, deve farne espressa menzione nel contratto (e, prima, nel bando di gara) eventualmente circoscrivendo le aree territoriali o le tipologie di servizi che permettano di discernere i limiti di legittima operatività del
diversi soggetti ammessi ad erogare i servizi. Dal punto di vista economico, l'esclusività della concessione giustifica la previsione del canone fisso …. e l'obbligo di praticare prezzi fissi per tutti o parte dei prodotti (obbligo che non avrebbe senso laddove dei terzi potessero operare di fatto o sarebbe addirittura penalizzante qualora i terzi ottenessero contratti a diverse e migliori condizioni). L’inadempimento e la violazione del diritto di esclusiva legittima il blocco del pagamento dei canoni di concessione”.
NORMATIVA E DIRITTI
25
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
Amministrazione durante la fase di progettazione di una concessione: la costruzione di un Piano Economico e Finanziario dell’operazione. In definitiva una concessione non può “presumersi” sostenibile (come se la sostenibilità fosse un assioma), la sostenibilità economica e finanziaria di una concessione deve essere “ipotizzata” dalla P.A. sulla base di elementi matematici certi ed il più possibile verificabili ex post; la sostenibilità economica e finanziaria rappresenta in ultima analisi la pietra angolare dell’operazione economica, ciò in quanto è precipuo obbligo della P.A. quello di mettere l’operatore economico, in condizioni operative normali, nella possibilità di rientrare del proprio investimento durante il tempo del contratto. A conforto di quanto appena scritto si possono senza dubbio citare:
i. in generale, la Direttiva Europea 23/2014, la quale prevede che, al netto della portata dei “rischi operativi” (trasferiti dalla P.A. all’operatore economico) ed in “condizioni operative normali”, il concessionario sia messo nelle condizioni di poter recuperare gli investimenti effettuati ed i costi sostenuti per realizzare il servizio (cfr. 18° considerando ed art. 5° della Direttiva),
ii. l’art. 30 del d. lgs. 163 del 2006, il quale espressamente prevede, al secondo comma, due limiti fondamentali nella costruzione della concessione da immettere nel mercato: il primo che si assicuri (ovviamente in condizioni operative normali) al concessionario di non lavorare al di sotto di una soglia invalicabile caratterizzata dal “costo del servizio e dell’ordinario utile di impresa”, il secondo che comunque la concessione sia caratterizzata dal “perseguimento dell’equilibrio economico e finanziario de3 Si veda sul punto Ordinanza Tar Milano, Sez. III, n. 1182 del 6.11.2013 emessa nell’ambito del ricorso r.g. n. 2339/2013 promosso da Ge.S.A. S.p.A. contro l’Agenzia Regionale Centrale Acquisti (ARCA), per l’annullamento, previa sospensione cautelare, del Bando di gara, pubblicato da ARCA Lombardia sulla G.U.U.E. 2013/S 155270819 del 10/08/2013 e sulla G.U.R.I. n. 95 del 14/08/2013 con cui l’Agenzia Region-ale Centrale Acquisti (ARCA) ha indetto una procedura aperta per l’affidamento in concessione del servizio di somministrazione alimenti e bevande mediante distributori automatici per n. 19 Lotti, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e di tutti gli atti ad esso inerenti.
26
gli investimenti e della connessa gestione”,
iii. l’art. 147, comma 7°, sempre del d. lgs. 163 del 2006, espressamente richiamato dall’art. 30 citato, il quale espressamente prevede che “l’offerta e il contratto devono contenere il piano economico e finanziario di copertura degli investimenti e della connessa gestione per tutto l’arco temporale prescelto e devono prevedere la specificazione del valore residuo dell’investimento non ammortizzato al termine della concessione, anche prevedendo un corrispettivo per tale valore residuo.”. Che la sostenibilità economica e finanziaria rappresenti la pietra angolare della struttura della concessione nel vending (come in ogni altro settore economico) è stato anche recentemente affermato dal TAR Lombardia, il quale in punto di “anti-economicità della concessione di vending”, ha avuto modo di censurare l’impostazione di una procedura ad evidenza pubblica indetta, limitandosi addirittura soltanto a censurare la mera carenza della lex specialis in ordine alle indicazioni circa la esatta ubicazione dei distributori automatici all’interno dei plessi oggetto di gara. Ritenendo, più che correttamente, che ciò incidesse sulle valutazioni da parte dell’operatore economico e, soprattutto, che ciò incidesse sulla sostenibilità dell’intero contratto3. Attraverso la citata ordinanza il Tar di Milano ha, infatti, sospeso gli atti oggetto di impugnativa ravvisando, già in sede cautelare, la fondatezza del ricorso alla luce dell’ “evidente anti-economicità e la non sostenibilità finanziaria del servizio”. L’ordinanza in parola è stata poi confermata dal Consiglio di Stato ed il merito è a tutt’oggi in corso. Si tratta in ultima analisi dell’ipotesi che questo documento intende scongiurare ovvero quella che la P.A. si limiti a sanare la precedente istruttoria inserendo il fatturato senza però tener conto di tutta una serie di ulteriori e fondamentali aspetti la cui carenza o inosservanza, come nel leading case, porterebbero comunque ad una impugnazione. 4
Nell’ottica di voler agevolare al meglio la S.V. nella costruzione di un P.E.F. si esporrà qui di seguito un leading case. Omettendo, per ragioni di corretezza, il nome della Pubblica Amministrazione, va però detto che il bando in parola è stato selezionato in quanto è stato impugnato pur avendo la P.A. inserito nel bando il fatturato complessivo4. Cià in quanto, pur sussistendo l’indicazione di fatturato:
– non veniva esplicitato il metodo oggettivo di calcolo del medesimo (ed i chiarimenti forniti certificarono che la P.A. non era nelle condizioni di poter esplicitare il “metodo oggettivo” così come richiesto dall’art. 8 della Direttiva Europea);
– non veniva esplicitato il perimetro dell’esclusiva (e nei chiarimenti la P.A. lasciava l’operatore economico nell’impossibilità di sapere se nel periodo del contratto la portata del rischio di domanda sarebbe stata modificata con l’apertura di attività concorrenti);
– e, per ciò che qui importa, non veniva prospettato alcun Piano Economico e Finanziario nonostante si trattasse, in termini di impegno economico, di uno dei bandi (dimensionalmente e territorialmente) più grandi dell’ultimo quinquennio6 (anzi sul punto, la P.A. con fare apodittico si limitava ad affermare che la concessione in parola si “presumeva”
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
sostenibile tanto da un punto di vista economico quanto finanziario). Ovviamente il PEF non può fondarsi su mere “presunzioni” e nella prospettiva di ausilio illustrativo ed esplicativo di questo lavoro si renderanno qui di seguito alcuni grafici rappresentativi del conto economico della concessione di cui al leading case. Innanzi tutto andava prospettato un conto economico, partendo dal fatturato annuale così come stimato dalla P.A.: %
Anno No IVA
Fatturato Costo prodotto I MARGINE A.R.D. I MARGINE Tecnico Esterno Personale Struttura
100% 32,8% 67,2% 15,2% 52,0% 3,0% 18,4%
2.280.000 747.913 1.532.087 346.560 1.185.527 69.251 418.485
Ristorno
25,9%
589.950
A) C.E. P.A.
II MARGINE Costi Fissi Generali Margine Operativo Lordo (M.O.L.) Ammortamenti D.A. Leasing Risultato Operativo (R.O.) Oneri Finanziari Oneri Straordinari Risultato Netto (R.N.)
4,7% 107.841 12,4% 283.773 -7.7% (175.932) 47.2% 1.077.015 0,0% 0 -55,0% (1.252.947) 0,2% 3.877 0,0% 0 -55,1% (1.256.824)
Per poi confrontare i numeri espressi nel conto economico con quelli di mercato rilevati da una recente analisi di mercato6 (tabella 2). Per poi arrivare ad alcune preliminari considerazioni oggettive:
i. Il PRIMO MARGINE. Nel conto economico ALFA7 il costo del prodotto al netto delle rimanenze di magazzino è pari al 32,8 % del fatturato generato. Il dato risulta essere in linea con la media della maggiori cinque imprese italiane che spendono il 31,8 % e sensibilmente più basso rispetto alla media nazionale che invece si attesta al 34,7 %. La conoscenza per la P.A. della fascia media entro la quale si attesta la spesa per l’acquisto dei prodotti da inserire nei distributori rappresenta senza ombra di dubbio un primo dato significativo che consente alla P.A. di costruire una sorta di “primo margine” del PEF dato dal FATTURATO – COSTO del PRODOTTO. 5 Si trattava infatti della concessione di 570 aree break, per un numero complessivo di 1140 macchine nuove. 6 La tavola sinottica è stata creata attraverso i dati depositati con il bilancio conforme ai parametri UE de-positato presso la Camera di Commercio. All’interno della colonna MEDIA si è
ATTIVITÀ
ALFA SPA
CONTO ECONOMICO Ricavi A1 Incrementi per Lavori Interni Ricavi A5 RICAVI Acquisto Prodotti per la Vendita Variazione Rimanenze TOTALE ACQUISTI PER LA VENDITA Servizi e Beni di Terzi TOTALE ACQUISTI ESTERNI VALORE NETTO DELLA PRODUZIONE Altri Costi Operativi VALORE AGGIUNTO Costo del Lavoro MARGINE OPERATIVO LORDO Ammortamenti Altri Accantonamenti e Svalutazioni UTILE OPERATIVO Proventi e Oneri Finanziari RISULTATO GESTIONE CORRENTE Rettifica Attività Finanziarie Proventi e Oneri Straordinari UTILE ANTE IMPOSTE Imposte UTILE NETTO
47.737 0 643 48.380 16.449 -575 15.874 12.982 28.856 19.524 560 18.964 12.090 6.874 5.512 1.362 -104 1,258 0 355 1.613 609 1.004
MEDIA
98,7% 149.854 0,0% 92 1,3% 4.949 100,0% 154.883 34,0% 49.196 -1,2% -968 32,8% 48.228 26,8% 36,517 59,6% 84.745 40,4% 70.138 1,2% 1.422 39,2% 68.717 25,0% 42.385 14,2% 26.332 11,4% 17.637 77 2,8% 8.675 -0,2% -6.324 2,6% 2.351 0,0% -13 0,7% 408 3,3% 2.746 1,3% 995 2,1% 1.751
BEST 100
96.8% 100.000 0,1% 3,2% 100,0% 100.000 31,8% 34.700 -0,6% 31,1% 34.700 23,6% 22.000 54,7% 56.700 45,3% 43.300 0,9% 0 44,4% 43.300 27,4% 26.000 17,0% 17.300 11,4% 10.500 5,6% -4,1% 1,5% 0,0% 0,3% 1,8% 0,6% 1,1%
6.800 -3.000 3.800
3.800 1.800 2.000
100,0% 0,0% 0,0% 100,0% 34,7% 0,0% 34,7% 22,0% 56,7% 43,3% 0,0% 43,3% 26,0% 17,3% 10,5% 6,8% -3,0% 3,8% 0,0% 0,0% 3,8% 1,8% 2,0%
TABELLA 2
ii. Il SECONDO MARGINE. Dal Primo Margine al MOL (margine operativo lordo) . I costi inclusi in questa seconda parte del conto economico sono: il costo per gli A.R.D. (o addetti alla ricarica dei distributori automatici, in parte dipendenti ed in parte prestatori d’opera ex art. 2222 c.c.), altri lavoratori dipendenti (tecnici esterni ed altro personale operativo), costi fissi generali, servizi e beni di terzi ed ovviamente la globalità dei canoni concessori pagati dalla Società. Nel Bilancio UE ALFA la totalità di questi costi assorbe il 53 % del fatturato; svolgendo le comparazioni si può notare come le cinque maggiori Aziende dedichino per questa parte del bilancio il 50,6 % delle proprie risorse, mentre nella media nazionale l’importo complessivo di queste voci vada ad assorbire il 48 % del valore complessivo generato.
fronte di un 10,5 % del mercato analizzato.
8
Sulla base di questi dati è possibile formulare alcune osservazioni critiche sul PEF della P.A. presa ad esempio come leading case:
i. Il SECONDO MARGINE nel contro economico della P.A. – tenuto conto dell’abnorme ristorno richiesto9 – arriva ad assorbire il 74,9 % del fatturato, contro il 53 % di ALFA, 50,6 % delle maggiori cinque imprese e 48 % del mercato. E’ quindi evidente che l’incidenza del ristorno così come richiesta dalla P.A. risulti assolutamente sproporzionata e finanziariamente insostenibile. ii. Tenuto conto della percentuale media
ti. In conclusione sulla analisi aggregata dei dati di bilancio può dirsi che ALFA impiega, assolutamente in linea con le cinque Aziende principali di settore, una quota dell’11,4 % del fatturato per gli Ammortamenti, a
degli investimenti, stando al fatturato dichiarato dalla P.A. (2.200.000,00 euro ca.) l’ammontare degli investimenti annuali dovrebbe essere pari ad una somma pari a circa 242.000,00 (pari all’11% del fatturato), quando invece l’ammortamento annuale richiesto arriverebbe a pesare il 47,2 % dell’investimento, con buona pace dell’utile di impresa.
trattato di aggregare i dati delle cinque principali aziende italiane del settore della distribuzione automatica. Quanto invece alla colonna denominata BEST 100 si è trattato di aggregare i dati di oltre 100 imprese di varie dimensioni, sempre operanti nel settore del vending, iscritte all’associazio-
ne aventi le Sedi dislocate in tutto il territorio nazionale. 7 Società operante nel settore del vending avente un fatturato superior a 50 Ml di euro. 8 Per MOL si vuole intendere nel presente lavoro l’universalità dei costi sostenuti dall’Azienda prima degli ammortamenti.
iii. La terza: il margine per gli ammortamen-
NORMATIVA E DIRITTI
27
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
Alcune note conclusive contenenti le ulteriori sette indicazioni che si vanno ad aggiungere alle tre strutturali costituenti le citate “colonne portanti”. I tre pilastri enucleati all’interno del presente lavoro consentono di guardare ed immaginare il futuro delle procedure di selezione pubblica nel vending e di dar forza ad un elenco di proposte in parte innovative, in parte figlie dell’evoluzione dell’ultimo quinquennio delle gare nella distribuzione automatica e semiautomatica che ben potrebbero tradursi in criteri di selezione dell’operatore economico. Il tutto con l’auspicio sincero che ciascuna P.A. possa attingere a piene mani dal presente lavoro al fine di coniugare il raggiungimento dei propri interessi con quelli di sostenibilità e, più in generale, di salvaguardia del settore10. Per quanto concerne la Documentazione Amministrativa:
4. A corollario, l’esatta stima del fatturato consentirà alla P.A. di definire meglio il livello di pubblicità da dare alla gara, i tempi intercorrenti fra la data di pubblicazione e la data di deposito delle buste contenenti l’offerta, i contributi da pagarsi all’ANAC, nonché, infine, le soglie di ingresso all’interno delle gare laddove, in quelle di rilievo Nazionale o comunque in quelle all’interno delle quali si andranno ad installare un numero di macchine superiore a 25, si intendesse limitare l’accesso ad Operatori Economici che abbiano un fatturato specifico generato nel vending superiore ad una determinata soglia;
6. La Pubblica Amministrazione dovrebbe – definito il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa quale criterio di selezione e dopo aver attribuito all’offerta tecnica un punteggio non inferiore a 60 e non superiore a 75 punti – attribuire un peso specifico importante (pari a 30/40 punti) alla tipologia di investimento che l’operatore economico intenderà effettuare. La sezione dovrà essere declinata nel modo che segue:
a. La descrizione dell’investimento incentrata su tre direttrici la tipologia e caratteristiche delle macchine, la tipologia e caratteristiche dei break point, la tipologia e caratteristiche dei sistemi di pagamento;
b. L’importo complessivo dell’investimento che l’operatore economico intende effettuare al netto dell’IVA;
c. La durata del contratto. Detto che la P.A.
tutto adottare una vera e propria rivoluzione sulla durata del contratto alla luce della Direttiva Europea 23/201411: la durata del con-
dovrà fissare un range minimo e massimo della durata del contratto che è disposta ad accettare (proroghe escluse), sarà poi l’Operatore economico, tenuto conto dell’importanza dell’investimento che vuole mettere in campo, ad inserire nella proposta tecnica la durata del contratto (a parità di investimento sarà preferito l’Operatore che avrà offerto una proposta contrattuale della minor durata).
9 Il ristorno medio pagato annualmente da ALFA è del 4 %. Detto che sulle voci del SECONDO MARGINE si rileva un gap fra ALFA ed il mercato di 5 punti e che questo ben potrebbe essere speso fra maggiori investimenti o maggior ristorno, non si comprende bene sulla base di quale valutazione economica la P.A. del leading case abbia stimato nella misura del 25,9 % il ristorno dovuto a base d’asta. 10 Sul ruolo della Pubblica Amministrazione nelle
procedure ad evidenza pubblica nella distribuzione au-tomatica ci permettiamo di richiamare “La responsabilità sociale della Pubblica Amministrazione in tema di vending”, A. Netti, M.Bigonzoni, DA Italia, nr. 83, gennaio / febbraio, 2014, pagg. 26 – 30. 11 Mentre l’Unione Europea dichiara battaglia aperta ai contratti di concessione dalla durata “illimitata” o comunque di durata superiore a quindici anni, nel vending assistiamo a fenomeni diametralmente op-
Per quanto concerne la Documentazione Tecnica:
5. La Pubblica Amministrazione dovrà anzi-
28
tratto non sarà più un elemento essenziale del rapporto e varierà – all’interno di un range minimo e massimo fissato dalla P.A. – a seconda dell’entità dell’investimento proposto dall’Operatore Economico concorrente. In buona sostanza la durata del contratto è stimata non in maniera apodittica ma in relazione all’entità degli investimenti ed alla possibilità che in quel lasso di tempo l’Operatore economico sia messo nelle condizioni di poterli recuperare, “insieme con un ritorno sul capitale investito”. All’interno di queste coordinate si muove una piccola rivoluzione del sistema di selezione nel vending.
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
7. Alcune precisazioni sulle modalità di calcolo dell’investimento da parte della P.A. e sulla durata del contratto. Il tempo di ammortamento fiscale di una macchina per la distribuzione automatica è di 7 anni, tenuto conto di questo dato fondamentale il range proposto dalla P.A. dovrà essere compreso fra 5 e 7 anni (proroghe escluse). In tal senso, l’Operatore economico che sarà portato ad installare macchine nuove e di ultima generazione chiederà un periodo temporale più lungo, mentre l’Operatore economico che sarà portato ad installare macchine meno nuove e non ultima generazione potrà approfittare di ammortamenti già effettuati (almeno in parte) e puntare ad un periodo temporale più breve. Al fine di poter calcolare in maniera oggettiva il valore dell’investimento la P.A. dovrà inserire nel bando la seguente clausola contrattuale che introduce un criterio semplice, oggettivo e di immediata gestione da parte della Commissione “Ai fini del calcolo del valore di investimento delle macchine, sistemi di pagamento e altri beni mobili contenuti nell’offerta la Stazione Concedente riterrà di imputare al valore dell’investimento dichiarato in sede di offerta il 100 % della spesa in fattura laddove questa sia stata effettuata nel medesimo anno di esercizio in cui è avvenuta l’aggiudicazione provvisoria, mentre laddove la spesa sia stata effettuata in esercizi precedenti, per ogni anno, dalla spesa in fattura verrà decurtato convenzionalmente il 15 %”. Per quanto concerne invece la Documentazione contenente l’offerta economica:
8. Sempre più spesso si assiste all’introduzione del criterio della “doppia leva” nei bandi del vending. Si tratta in buona sostanza del criterio che vede premiato l’Operatore Economico che offre il prezzo più basso (sul quale il bando stimola una gara al ribasso) ed il ristorno più alto (sul quale il bando stimola una gara a rialzo). La posti ed il periodo di durata del contratto mediamente inserito nei bandi è di 3 anni, rarissimi sono i bandi di durata quinquennale, molto frequenti i bandi di durata annual (soprattutto nelle Istituzioni Scolastiche minori). A dimostrazione del fatto che “la durata” del contratto di concessione non è frag li elementi essenziali del bando di gara giunge in maniera chiara l’Allegato V della Direttiva, rubricato “Informazioni da inserire nei bandi di concessione di cui all’art. 31”,
struttura in sé della “doppia leva” appare illegittima e l’illegittimità è desumibile dalla semplice lettura dell’articolo 30 del d. lgs. 163 del 2006. Se la P.A., infatti, chiede all’Operatore Economico – o direttamente o per effetto di un meccanismo da essa introdotto nel bando – di applicare un prezzo “inferiore a quelli corrispondenti alla somma del costo del servizio e dell’ordinario utile di impresa” si dovrebbe addirittura ricadere nell’ipotesi in cui la P.A. medesima dovrebbe intervenire con un sostegno economico all’Operatore, struttura questa che confligge chiaramente con l’ulteriore aspetto della “doppia leva” dato dal fatto che sempre l’Operatore dovrà pagare un corrispettivo per la gestione del servizio. Sulla base di tale evidente incompatibilità della “doppia leva” con le regole dell’art. 30 citato sarà quindi opportuno che la P.A. scelga anzitutto quale sistema di Partenariato Pubblico Privato intenda perseguire:
a. quello del sociale “del prezzo politico”, ed allora propenderà per una gara sul ribasso dei prezzi;
garantita. Nella quasi totalità dei bandi si assiste a richieste irrisorie di garanzie da parte della P.A. sull’importo offerto come ristorno (molto spesso la P.A. erroneamente mutuando dalla prassi degli appalti chiede fideiussioni finali pari al 2 % del canone offerto). Questo sistema non funziona e andrebbe modificato radicalmente in quanto favorisce “offerte anomale” e poco meditate, fatte tanto per aggiudicarsi la gara, e inadempimenti e trattative infinite ed estenutanti fra P.A. e Operatore in sede di esecuzione del contratto, fra chi vuole essere pagato e chi vuole “uno sconto” sulla base delle più disparate motivazioni… Diverso sarebbe se altrettanti 10/15 punti fossero distribuiti per la percentuale dell’offerta economica garantita secondo la seguente clausola “Al concorrente che garantirà l’offerta economica formulata nella misura del 100 % verranno attribuiti 15 punti o meno in proporzione alla percentuale effettivamente garantita. Saranno comunque attribuiti 0 punti laddove la garanzia non sia di un Istituto primario ed a prima richiesta”.
10. Infine, sarà necessario che in ogni Gara b. o quello di business, teso ad ottenere il massimo rendimento dal PPP, ed allora propenderà per una gara sul rialzo del ristorno. Lasciare tout court le due leve senza porsi il problema di come garantire la sostenibilità, favorirebbe le imprese grandi (capaci di permettersi gare in perdita) a discapito di quelle piccole, che invece non hanno tali spazi di manovra (non a caso il dumping è unanimemente ritenuto un vero e proprio abuso di mercato). Si tratterebbe in buona sostanza di una pratica illegittima censurabile innanzi al Tribunale.
da indire la P.A. introduca le verifica della anomalia dell’offerta e dettagli “di coordinamento” in ordine all’applicazione del dettato normativo previsto dal d. lgs. 163 del 2006 con la struttura della lex specialis e la struttura del PEF così come elaborato di volta in volta.
nomica che dovrebbe pesare per un massimo di 10/15 punti, la vera rivoluzione sarebbe quella di attribuire il maggior punteggio all’offerta economica maggiormente
In ogni caso e conclusivamente si auspica che la P.A. si renda conto che la base d’asta del ristorno della gara successiva non possa essere calcolata sulla base di quanto paga oggi l’operatore uscente. In quanto si tradurrebbe nel chiedere al mercato un rialzo sulla migliore offerta economica della gara precedente! E’ evidente che si tratta di una metodologia che dimentica a monte i vari e più volte richiamati principi di sostenibilità che invece dovrebbero indirizzare l’azione amministrativa.
il quale al punto 4 espressamente riporta quanto segue “descrizione della concessione: natura e quantità dei lavori, natur e quantità dei servizi, ordine di grandezza o valore indicativo, e, se possibile, durata del contratto. (…)”. In ogni caso è di fondamentale importanza il principio espresso dall’art. 18 della Direttiva il quale chiede alla P.A. che la durata del contratto non sia calata apoditticamente ma sia “stimata dall’amministrazione aggiudicatrice o dall’ente
aggiudicatore in funzione dei servizi richiesti al concessionario” in ogni caso “per le concessioni ultraquinquennali la durata massima della concessione non supera il periodo di tempo in cui si può ragionevolmente prevedere che il concessionario recuperi gli investimenti effettuati nell’esecuzione dei servizi, insieme con un ritorno sul capitale investito tenuto conto degli investimenti necessary per conseguire gli obiettivi contrattuali specifici”.
9. A fianco di un punteggio all’offerta eco-
NORMATIVA E DIRITTI
29
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
EVENTI
LAVAZZA 120 ANNI DI STORIA NEL SEGNO DELLA SOSTENIBILITÀ 31 GHIACCIO SICURO MCPI 37 OSSERVATORIO 2015 IL NUOVO CONSUMATORE È MULTICANALE 41 NI.SI. FELICE MILANI PREMIATO A MADRID 44
EVENTI
30
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
LAVAZZA 120 ANNI DI STORIA NEL SEGNO DELLA SOSTENIBILITÀ
NELL’ANNO DEL SUO 120° ANNIVERSARIO E DELL’ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEDICATA ALLA NUTRIZIONE E ALLA SOSTENIBILITÀ, LAVAZZA HA PRESENTATO A MILANO, NEL SUO SUSTAINABILITY HUB DI CASCINA CUCCAGNA, IL PRIMO BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ 2014 PREDISPOSTO SECONDO LE LINEE GUIDA DEL “GLOBAL REPORTING INITIATIVE” (GRI) PER IL TRIENNIO 2012-2014, CON LO SCOPO DI RENDICONTARE IN MANIERA TRASPARENTE, MISURABILE E COMPARABILE LE PERFORMANCE IN MATERIA DI SOSTENIBILITÀ ECONOMICA, SOCIALE E AMBIENTALE.
Il documento è stato dai due Vice Presidenti, Giuseppe e Marco Lavazza insieme ad alcuni dei partner consolidati che hanno accompagnato Lavazza nel percorso della sostenibilità e che hanno contribuito a costruire una delle storie più belle e avvincenti dell’imprenditoria italiana: Carlo Petrini, compagno di viaggio della famiglia torinese da più di 20 anni e oggi con Slow Food partner nel progetto Earth De31
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
fenders; l’architetto Cino Zucchi, che ha progettato la nuova sede, candidata alla certificazione LEED (Leadership in Environmental and Energy Design) di livello GOLD e che nel 2016 aprirà ai dipendenti e riqualificherà un intero quartiere di Torino con forti e positive ricadute sociali; Ralph Appelbaum, architetto che sta sviluppando il Museo Lavazza nel quale il passato guarda al futuro; Ferran Adrià, ideatore di elBulli Foundation, con il quale Lavazza ha contribuito a trasformare il caffè in icona di creatività e ricerca; Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia, con cui Lavazza sta realizzando un progetto tra Haiti e Repubblica Domenicana in un’ottica di sostenibilità economica, sociale ed ambientale; Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont, il cui supporto tecnico ha consentito a Lavazza di lanciare la capsula compostabile in Mater-Bi® in chiave di economia circolare. Ognuno di questi esperti contribuisce a tracciare un percorso nella visione olistica della sostenibilità di Lavazza in maniera sinergica con tutti gli altri, in un processo di co- creazione con l’azienda.
“La sostenibilità non è un viaggio in solitaria” ha dichiarato Giuseppe Lavazza “ma è necessario attingere dalle esperienze più varie e diverse che devono essere integrate nel modello di business e messe a sistema. Solo così le aziende possono continuare a cre32
scere, creando valore condiviso con i propri stakeholder interni ed esterni e investendo risorse ogni anno per rendere più sostenibili ed efficienti i processi produttivi”. A sottolineare il concetto è stato chiamato Wayne Visser, insigne professore dell’Università di Cambridge e direttore di Kaleidoscope Futures, che con il suo modello ‘Creating Integrated Value’ (ossia la CSR 2.0) vede molti punti di contatto con la visione di Lavazza: un modello sistemico in cui la sostenibilità sociale ed ambientale sono parti integranti della sostenibilità economica. “A conferma della concretezza di questa visione, gli investimenti per una maggiore efficienza dei processi produttivi che hanno generato nel solo 2014 un risparmio economico del 3,9% rispetto al totale dei costi industriali di produzione del 2013, verranno reinvestiti in sostenibilità, creando così un cerchio virtuoso in grado di generare e rigenerare valore condiviso” ha affermato Marco Lavazza. In questo senso, i numeri sono decisamente positivi: > l’indice di emissione di CO2 per tonnellata di caffè processato (emissioni dirette) nel 2014 ha avuto un calo del 17% rispetto al 2012; > il 100% di energia elettrica approvvigionata per l’operatività degli stabilimenti produttivi italiani deriva da fonte rinnovabile;
> i consumi elettrici specifici, ovvero per unità di caffè confezionato, nel triennio 2012-2014 sono scesi dell’8%; > i consumi termici nel triennio di riferimento sono diminuiti sia in termini assoluti (circa il 6%) sia per unità di caffè confezionato (oltre il 17%).
“La sostenibilità va condivisa lungo tutta la catena di trasformazione, dalla materia prima al prodotto finito: questo è il modello ‘Life Cycle Thinking’ che considera il prodotto come frutto di un percorso dove la sostenibilità economica, sociale ed ambientale è integrata in ognuno dei processi che ne fanno parte” ha detto Virginia Antonini, CSR manager di Lavazza, che ha aggiunto: “Il coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali è stato fondamentale per dare concretezza a questa visione che ha prodotto il Bilancio validato da parte del “Global Reporting Initiative” (GRI)’ Un traguardo di grande prestigio che rende merito ad un’azienda che considera la sostenibilità come leva funzionale al proprio sviluppo”. Lavazza inoltre è da sempre attenta al patrimonio umano ed alla sostenibilità delle relazioni con i propri stakeholder interni e esterni. Lo dimostrano il 98% dei contratti a tempo indeterminato e l’aumento qualitativo e quantitativo della formazione, passando da 17.812 ore nel 2012 a 22.892 ore nel 2014. Risulta altresì fondamentale il rapporto a due vie con i consumatori e i fornitori. Nel primo caso, particolarmente
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
significativi sono gli oltre 270.000 contatti registrati dal Customer Service nel solo 2014, che testimoniano l’attenzione di Lavazza nei confronti dei bisogni dei consumatori. Nel secondo caso, attraverso il Codice Etico e il Codice di Condotta fornitori, l’azienda trasmette e condivide i propri valori lungo tutta la catena del valore. Due esempi possono dare ancora più la visione concreta dell’approccio di Lavazza alla sostenibilità: la Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza e il nuovo Centro Direzionale. Nel 2004 viene istituita ufficialmente la Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza, dedicata alla seconda generazione della famiglia. La Fondazione Lavazza realizza progetti internazionali a supporto delle comunità nei paesi produttori di caffè e, parallelamente, si impegna a promuovere il benessere sociale e il miglioramento delle condizioni economiche. Nel triennio 20122014, le erogazioni alla Fondazione
sono aumentate in modo esponenziale (+166%), passando da 750.000 a circa 2 milioni di euro, finanziando 34 progetti che hanno interessato 11 paesi in 3 continenti, coinvolgendo oltre 65.000 coltivatori. Il nuovo Centro Direzionale a Torino punta a promuovere una sede di lavoro funzionale e innovativa e dimostra la grande attenzione per la storia della città. Il progetto, frutto di un investimento di oltre 100 milioni di euro,ha coinvolto istituzioni locali e i cittadini già dalle prime fasi e recupera un’intera area industriale. Questo significa per tutti i collaboratori Lavazza un ambiente di lavoro che stimola lo spirito di squadra, la trasparenza, il benessere personale e per i cittadini un quartiere rinnovato e innovativo, che permette una nuova vivibilità anche grazie all’utilizzo di alcune aree completamente riqualificate. “La sfida per l’anno di EXPO è agire ancora più in profondità sulla sostenibili-
tà come motore d’innovazione” hanno concluso i due vicepresidenti. “Per Lavazza, questo significa integrare sempre di più la sostenibilità nei processi aziendali e condividere la propria visione e il proprio impegno con tutti gli stakeholder interni ed esterni, per favorire l’innescarsi di un circolo virtuoso che dia continuo impulso al miglioramento, non solo all’interno dell’azienda, ma lungo tutta la filiera”. Per Lavazza, innovazione e tradizione sono da sempre unite. Sono la forza dell’azienda e la base da cui ripartire per reinventarsi: una visione del mondo che racchiude gli elementi necessari per la progettazione del futuro. Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda di proprietà della famiglia omonima da quattro generazioni. Al settimo posto nel ranking dei torrefattori mondiali, l’azienda è oggi leader in Italia nel mercato retail con una quota a valore del 44,9% (dati Nielsen), forte di 3.100 collaboratori e di un fat-
DA SINISTRA: FERRAN ADRIÀ, MAURIZIA IACHINO, CARLO PETRINI, GIUSEPPE LAVAZZA, MARCO LAVAZZA, CINO ZUCCHI, CATIA BASTIOLI, WAYNE VISSER E RALPH APPELBAUM
EVENTI LAVAZZA
33
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
turato pari a 1.344 milioni di euro (dati al 31.12.2014) realizzato in cinque siti produttivi, quattro in Italia e uno all’estero. Presente in oltre 90 Paesi attraverso consociate e distributori, Lavazza esporta oggi oltre il 49% della sua produzione. Lavazza ha inventato,
proprio alle sue origini, il concetto di miscela, cioè l’arte di combinare diverse tipologie e origini geografiche del caffè, caratteristica che ancora oggi contraddistingue tutti i suoi prodotti. Inoltre, l’azienda conta 25 anni di tradizione nel settore della produzione e della commercializzazione di
sistemi e prodotti per il caffè porzionato, prima realtà italiana a lavorare sui sistemi a capsula espresso. > Il testo integrale del Bilancio di Sostenibilità 2014 è consultabile e scaricabile sul sito istituzionale www. lavazza.it
paytec.it
EAGLE PLUS
PIT
FOUR PLUS
GIODY
Mifare®
CASHLESS
CASTOR
CHIAVI PIT & MIFARE PAYMENT TECHNOLOGIES srl Rovellasca • Como ITALY T. +39 02 9696141 info@paytec.it
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
EVENTI
GHIACCIO SICURO IL PRIMO MANUALE ITALIANO DI BUONE PRASSI PER L’USO DEL GHIACCIO ALIMENTARE APPROVATO DAL MINISTERO DELLA SALUTE
ICE CUBE, PRIMO PRODUTTORE IN ITALIA DI GHIACCIO ALIMENTARE CONFEZIONATO, HA PRESENTATO LO SCORSO 20 MAGGIO, IN COLLABORAZIONE CON NFI (NUTRITION FOUNDATION OF ITALY) E MINISTERO DELLA SALUTE, IL PRIMO “MANUALE DI CORRETTA PRASSI OPERATIVA PER LA PRODUZIONE DI GHIACCIO ALIMENTARE”. UN VADEMECUM UNICO NEL SUO GENERE, IN ITALIA E IN EUROPA, DEDICATO ALL’APPROFONDIMENTO DEGLI ASPETTI IGIENICI E DI SICUREZZA ALIMENTARE LEGATI ALLA PRODUZIONE INDUSTRIALE DI GHIACCIO CONFEZIONATO E ALLA PRODUZIONE PER AUTOCONSUMO DI GHIACCIO ALIMENTARE.
La sicurezza alimentare è una sfida globale. Nell’anno di EXPOMilano 2015, l’Italia presenta il primo vademecum dedicato all’uso corretto del ghiaccio alimentare, consolidando ancora una volta l’immagine di paese leader nella difesa dai rischi alimentari. Con questo spirito, nasce “Ghiaccio Sicuro”, il primo manuale italiano, inedito a livello europeo e comunitario, ideato per normare la produzione, la conservazione 37
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
e l’impiego di ghiaccio per uso alimentare (ristorazione anche ambulante, bar, locali notturni, punti vendita alimentari di prodotti ittici, trasporto prodotti). Non basta il processo di congelamento, infatti, per abbattere gli agenti infettanti. È necessario anche che il ghiaccio, per essere considerato ad uso alimentare, sia prodotto, manipolato e conservato in modo da evitare ogni contaminazione. Buone pratiche che tutelano la salute dei consumatori e rappresentano un chiaro segnale di eccellenza per l’imprenditoria italiana, da sempre attenta al Food Safety. Il progetto del manuale “Ghiaccio Sicuro” è nato con il sostegno di Ice Cube, azienda Italiana leader e oggi unica marca presente sul mercato. Avendo maturato una pluriennale esperienza, anche all’estero, Ice Cube ha ritenuto opportuno intraprendere questo percorso, condividendo il progetto con Confindustria, che se ne è fatta promotrice verso le Istituzioni competenti. L’industria, presente e futura, che si avvicina a questo nuovo mercato, deve
dimostrare un approccio responsabile e le realtà commerciali che autoproducono il ghiaccio, hanno il dovere di operare nel rispetto delle regolamentazioni vigenti per gli alimenti, a tutela dei consumatori. A presentare il testo e i suoi obiettivi è Andrea Poli, presidente di NFI: «A pochi giorni dall’avvio di Expo 2015, la più grande manifestazione al mondo interamente dedicata al cibo e al nutrimento del pianeta, abbiamo voluto sottolineare ancora una volta l’impegno dell’Italia quale Paese capofila nella difesa dai rischi alimentari. Il Manuale è inedito per completezza, per autorevolezza e per specificità dei temi trattati e indica per la prima volta tutte le norme necessarie a garantire che il ghiaccio per uso alimentare arrivi al consumatore privo di contaminanti fisici, chimici, ma soprattutto biologici. La contaminazione biologica, infatti, rappresentata da batteri come Salmonella ed Escherichia, ma anche da virus, parassiti e micotossine, può causare danni anche gravi alla nostra salute: ecco perché è
importante fare chiarezza su una filiera della catena alimentare che viene troppo spesso sottovalutata» “Dobbiamo mantenere alta l’attenzione sulla qualità del ghiaccio che beviamo, ricordando chequesto alimento non è sterile di per sé. Il processo di congelamento dell’acqua non produce l’inattivazione di agenti infettanti causa di malattia, ma solo la loro attenuazione e il rischio di contaminazione può essere altissimo, sia in fase di produzione che di conservazione”, ha aggiunto Simone De Martino, titolare Ice Cube, azienda che ha svolto un ruolo di primo piano nella stesura del Manuale, avvalendosi di un’esperienza pluriennale nella produzione e commercializzazione di ghiaccio per uso alimentare, certificato secondo gli indicatori di Qualità ISO9001:2008 e di prodotto IFS (International Features Standards) FOOD (HigherLevel). “Molti bar, discoteche, pub, ristoranti e altri operatori del settore turistico e ristorativo”, ha ripreso De Martino, “producono
FAS - PP Easy Click DA Italia 24x16cm_Layout 1 26/06/15 14:11 Pagina 1
EASY CLICK up&down
La vera innovazione nasce da una semplice idea Vuoi inserire o sostituire prodotti con misure diverse? Basta un click per adattare le altezze ai prodotti che VUOI TU in base alle richieste dei clienti. Da settembre su tutta la linea Faster/TM/Skudo ...allo stesso prezzo! (per nuove matricole prodotte)
STEP 1 Guida cassetti montata
STEP 2 Con semplice click aprire la guida
STEP 3 Togliere la guida laterale
Easy Click
STEP 4 Riposizionare la guida all’altezza desiderata
Per una configurazione della macchina a spirali più semplice e veloce con pratici gesti e senza l’ausilio di strumenti tecnici, facendo risparmiare tempo e denaro.
Fas InternatIonal spa 36015 Schio (VI) Italy · Via Lago di Vico, 60 T +39 0445 502.011 · F +39 0445 502.010 info@fas.it · www.fas.it
seguici anche su
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
ghiaccio che in molti casi non può essere considerato alimentare. Anche il ghiaccio prodotto da appositi macchinari, è risultato non a norma dalla maggior parte delle analisi fatte, poiché spesso la macchina non viene sottoposta alle necessarie operazioni di pulizia e manutenzione. Consideriamo che uno studio (fonte Bain) ha stimato un consumo annuale di ca. 78.0000.000 milioni di kg di ghiaccio nel solo canale bar e ho.re.ca. Immaginiamo quanto di questo non sia prodotto con le dovute attenzioni. Ecco, dunque, perché abbiamo ritenuto importante impegnarci in prima persona nella definizione di un prontuario della salute alimentare che possa supportare e tutelare sia chi il ghiaccio lo produce sia chi lo consuma”. Il mercato del ghiaccio alimentare confezionato è molto ampio e interessa svariati comparti: a livello mondiale vale quasi 4 miliardi di euro, in Europa supera i 280 milioni di euro. L’Italia, in cui le stime al momento parlano di un giro d’affari per 3 milioni di euro, è indicata come il paese europeo con il potenziale di crescita più alto, con richieste che, secondo quanto rilevato dall’International e European Packaged Ice Association, sfiorerebbero i 200milioni di euro. La richiesta di ghiaccio per uso alimentare è in aumento e con essa crescono inevitabilmente i rischi. A oggi, l’Italia dispone di un sistema di allerta rapido delle frodi alimentari (RASFF), istituito a livello europeo, ma il settore soffre l’assenza di una vera e propria normativa comunitaria. Il Manuale appena approvato, si propone quindi come base di partenza per lo sviluppo di una legislazione condivisa volta a favorire anche la nascita di un’area industriale innovativa per il settore. Al momento, infatti, esistono solo piccole realtà dedite alla produzione e diffusione di ghiaccio sicuro per uso alimentare tanto che, in attesa della formazione di un’Associazione nazionale di categoria, è stata Confindustria a stimolare l’intervento ministeriale per la revisione e l’approvazione del Manuale, il cui pdf è scaricabile a breve sul portale del Ministero della Salute (www.salute.gov.it) e sul sito www.ghiaccioalimentare.it dell’Istituto Nazionale Ghiaccio Alimentare (INGA), realtà nata proprio per promuovere i contenuti del Manuale tra le istituzioni e gli addetti ai lavori.
DI PARTICOLARE INTERESSE ANCHE PER IL SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA, IL CAPITOLO DEDICATO AL CARICO DEGLI AUTOMEZZI ASSEGNATI AL TRASPORTO DEL GHIACCIO ALIMENTARE NEL RISPETTO DELLA NORMATIVA CHE REGOLA LA “CATENA DEL FREDDO”. DI SEGUITO RIPORTIAMO IL TESTO INTEGRALE, CONTENUTO ALL’INTERNO DEL MANUALE (CAPITOLO 5.1.10)
“Il carico automezzi può avvenire attraverso baie di carico dotate di sistemi telescopici che permettono di isolare il vano carico dall’esterno e di metterlo in diretta comunicazione con lo stabilimento, oppure tramite carico con carrelli elevatori nelle aree esterne allo stabilimento. In questo caso le aree di carico devono essere come minimo coperte da tettoia. I carrelli elevatori utilizzati per il carico devono essere mantenuti in buone condizioni di pulizia e di manutenzione e non devono rappresentare rischi per la contaminazione dei pallet caricati (ad esempio con i lubrificanti utilizzati o tramite forche non pulite). Le attività di pulizia dei carrelli devono essere programmate, descritte in istruzioni per metodologie e prodotti da utilizzare e registrate. I mezzi utilizzati per il trasporto devono garantire il mantenimento della catena del freddo. Sulla base delle indicazioni del D.P.R. 327/1980 le temperature durante il trasporto della categoria “altri alimenti congelati”, nella quale il ghiaccio alimentare dovrebbe rientrare in assenza di un maggior dettaglio, dovrebbe essere di – 10 °C con un rialzo termico di + 3 °C, tollerabile per periodi di breve durata. I veicoli impiegati pertanto devono garantire il mantenimento di queste temperature durante tutto il trasporto, al fine di evitare liquefazioni e possibili sviluppi microbici. Tali temperature, anche se forse eccessivamente basse per il ghiaccio alimentare, sono idonee a garantire il mantenimento delle caratteristiche di alcune tipologie di ghiaccio, ad esempio di quello sottoposto a processo di asciugatura. I veicoli utilizzati devono rispondere ai requisiti per il trasporto di derrate deperibili in regime di temperatura controllata emanati dal Ministero della Sanità e dal Ministero dei Trasporti. I veicoli utilizzati devono perciò rispondere alla normativa A.T.P. (Accord Transport Perissable) che impone determinate regole nella costruzione degli allestimenti isoter-
EVENTI GHIACCIO SICURO MCPI
mici per i trasporti frigoriferi refrigerati destinati al trasporto di alimenti deperibili a temperatura controllata e determinate prescrizioni per gli utilizzatori. I veicoli utilizzati devono essere almeno di classe B. Tale requisito deve essere definito contrattualmente con i fornitori del servizio di trasporto al cliente. Tutti i mezzi utilizzati devono essere in possesso del certificato ATP valido (non scaduto) e riportante la classe del veicolo. Prima di effettuare il carico gli automezzi devono essere sottoposti a una procedura di controllo che deve comprendere: > verifica dello stato igienico del vano carico (pulizia visiva del vano carico con assenza di muffe, residui di alimenti, sporco, odori estranei, liquidi sul piano di carico, assenza di alimenti trasportati allo stato sfuso e in confezioni non sigillate, integrità delle altre merci eventualmente trasportate, assenza di prodotti chimici, assenza di pallet in cattivo stato e di schegge/frammenti di legno sul piano carico; > verifica della temperatura del vano carico: si deve verificare la temperatura riportata nel termometro del mezzo e possibilmente con un termometro le temperature all’interno del vano carico. Pertanto l’impianto frigorifero del mezzo deve essere attivato prima di caricare i prodotti finiti al fine di garantire il mantenimento della catena del freddo. I portelloni di carico del vano refrigerato devono essere mantenuti chiusi fino all’inizio delle operazioni di carico; > le azioni da svolgere in caso di non conformità (rifiuto del carico, richiesta di pulizia, attesa di raggiungimento di temperature idonee, segnalazione alla società di trasporto e richiesta di azioni correttive). Tutti i controlli svolti prima del carico dell’automezzo devono essere registrati. Si dovrebbe inoltre considerare, periodicamente ed in accordo con i trasportatori, di effettuare delle verifiche del mantenimento delle temperature tramite utilizzo di data logger. I risultati di queste verifiche, se effettuate, devono essere valutati e condivisi con i trasportatori”.
39
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
EVENTI
OSSERVATORIO 2015 IL NUOVO CONSUMATORE È MULTICANALE
Sono stati resi noti il 10 giugno, presso l'Aula Carlo de Carli del Campus Bovisa, i risultati della Ricerca dell'Osservatorio Multicanalità condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano insieme a Connexia e Nielsen e giunta al suo ottavo anno di attività. L'edizione 2015, realizzata con il supporto di Accenture Digital, Carl Zeiss Vision e Poste Italiane si è
confermata un appuntamento ormai irrinunciabile per conoscere il nuovo profilo del consumatore. L'Osservatorio Multicanalità ha studiato ancora più in profondità i comportamenti di acquisto multicanale dei consumatori, studiando nel dettaglio il loro processo di acquisto, gli stili mediali e i profili valoriali, fornendo così elementi di supporto alla definizione
di piani marketing e business model multicanale. Un occhio di riguardo è stato riservato all'eCommerce: motivazioni, fattori abilitanti, barriere, pattern di acquisto ricorrenti e specificità delle diverse categorie merceologiche (l'analisi si è concentrata su categorie di prodotti del largo consumo, con proiezioni sui comportamenti “a tendere”). Si è inoltre preso in esame come il consuma41
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
tore si stia muovendo dalla semplice logica di eCommerce ad un approccio di Everywhere Commerce: luoghi, dinamiche di interazione nell'acquisto online su più device (pc, tablet, smartphone) e interazioni multicanale in punto vendita (digital signage, tecnologie interattive) sono tra gli aspetti a cui è dedicata un'attenzione particolare.
utenti, online per circa due ore in media per persona". È un dato di fatto che il consumatore italiano non si separi mai dal telefonino e che questo abbia modificato profondamente le sue abitudini, influenzando inevitabilmente anche i suoi comportamenti all'acquisto: gli analisti evidenzia-
> IL 60% DEGLI ITALIANI È MULTICANALE In Italia si compra ovunque e in qualsiasi posto, fisico o virtuale. Oltre il 60% degli italiani ha un'esper ienza multicanale quotidiana nel processo di acquisto e indipendentemente dalle categorie merceologiche acquistate. I risultati della Ricerca 2015 fotografano i trend che rivelano nuovi comportamenti e nuove dinamiche nell’acquisto e nelle relazioni con prodotti e marche. "Il mobile sposta la competizione dei brand dallo spazio fisico al tempo”, ha spiegato Stefano Cini, Business development Manager Nielsen, “a conferma di come la multicanalità sia ormai parte della quotidianità sono i dati di scenario digitale: a marzo 2015 sono stati 28,5 milioni gli utenti che si sono collegati almeno una volta. La total digital audience, ovvero l’audience totale di Internet, nel giorno medio è stata di 21,5 milioni di 42
no come l'accesso a Internet da mobile sia aumentato del 20% in un anno, passando da 14,5 a 17,4 milioni di utenti unici nel giorno medio. Significativo il dato comparato rispetto alla navigazione da pc: nel 2014 l'audience giornaliera era di 13,3 milioni, calata a 12,5 nel 2015. Considerando il tempo di utilizzo del telefonino nel giorno medio, risulta che il 65% del tempo degli smartphone addicted è dedicato ad attività in vario modo connesse alla rete.
> CUSTOMER RELATIONSHIP
MANAGEMENT 3.0, INTERNET DIVENTA METAFONTE DI INFORMAZIONI Lo showrooming rimane ancora tema di disquisizione per il marketing e la distribuzione, che vedono i clienti aggirarsi per i punti vendita non solo per comparare i prezzi ma anche per confrontare un prodotto su un qualsiasi catalogo virtuale. L'obiettivo? Toccarlo con mano in negozio per sondare la corrispondenza emozionale e confermare o meno la scelta (compiuta on line oppure off line) in base a una serie di variabili, in cui il prezzo rappresenta ancora una forte motivazione). La multicanalità, infatti, coinvolge aspetti psicologici e sociali come mai è successo fino ad ora. Il tema d e l l 'a t t e n z i o nalità, a questo proposito, è significativo: il customer journey, infatti, diventa un itinerario attraverso una serie di touch point diversi che possono essere una vetrina, un negozio, un supporto cartaceo (volantino, smart poster, billboard, pagina di un quotidiano) dotato di qr code, un punto vendita fisico, un temporary store, un messaggio on line (mail marketing, sito o social communication sempre più influente e preponderante) ma anche un momento di confronto su un qualsiasi social media, blog inclusi. "Internet resta la fonte principale di informazioni nel pre-acquisto e il luogo in
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
cui si forma la decisione. Cambia invece la rilevanza delle singole fonti utilizzate”, ha spiegato Andrea Boaretto, senior research della School of Management Politecnico di Milano: “Decresce in generale il numero di consumatori che dichiarano di essere influenzati da informazioni raccolte sui siti delle aziende (passando dal 38% del 2013 al 34% di quest’anno), mentre restano stabili al primo posto i siti e gli ambienti digitali dove recuperare e confrontare le opinioni degli altri utenti (41% nel 2015)".
> DALL'E-COMMERCE ALL'EVERYWHERE SHOPPER Lo shopping online è un trend in continua crescita: non solo aumenta il numero di consumatori che ha acquistato un prodotto/servizio su Internet nell’ultimo anno (+11%) ma aumenta soprattutto la frequenza degli acquisti online. Sono 4,8 milioni le persone che nell’arco di un anno acquistano online almeno 10 volte. Per questi individui, che l’Osservatorio Multicanalità ha definito con il nome di Everywhere Shopper, l’eCommerce è una pratica ricorrente: in prevalenza uomini (59%) e maggiormente concentrati nella fascia d’età 25-44 (60%) presentano un livello socio-economico marcatamente sopra la media. I dati della ricerca degli analisti del Politecnico entrano nel dettaglio, richiamando la clusterizzazione dei vari profili dei consumatori multicanali, aggiungendo un nuovo protagonista. Ai 4,6 milioni di Newby (over 55 e abitudinari), ai 5,3 milioni di Old Style Surfer (45-62 anni, razionali e pragmatici anche negli acquisti), agli 8,7 milioni di Social Shopper (over 45, molto informati e attenti), ai 12,5 milioni di Hyper Reloaded ( 2044 anni amanti delle tecnologie ma anche dei servizi di contorno all'acquisto) si aggiungono gli Everywhere Shopper. Cadono le barriere legate all'età e si definiscono piuttosto le tendenze: gli ES sono aperti all’innovazione senza lasciarsi trasportare dal fattore moda, amano prendersi cura di sé e sono gui-
dati dal desiderio di realizzare le proprie aspirazioni individuali; utilizzano la tecnologia in maniera pragmatica e intelligente, in cerca di un alto livello di servizio. Al momento si parla di 1,7 milioni di persone ma in futuro gli equilibri sociodemografici porteranno a un cambiamento di valori e bilanciamenti tra gli innumerevoli percorsi di acquisto che la distribuzione sta progettando per loro.
“Nell’era dell’everywhere commerce il punto vendita richiede un forte ripensamento come punto di contatto nella fase di pre-acquisto”, sottolinea Giuliano Noci, ordinario di Marketing Politecnico di Milano, concludendo: “nell’ottica non tanto di una bulimia tecnologica messa in atto per inseguire fattori moda (beacon, NFC e via dicendo), ma con il fine di fornire maggior engagement, anche con un potenziamento del fattore umano”. Le marche devono essere rapide nel creare un'interpolazione tra i vari touch point fisici e digitali creando un'unica soluzione di continuità di ciò che fa della shopping experience un grandissimo business. Il processo di acquisto, infatti, non è più lineare: cambiano gli obiettivi e le funzionalità sia del prodotto che dell'acquisto. Nella psicodinamica dello shopper multicanale bisogna abbandonare il concetto di target.
> BIG DATA MANAGEMENT: È L'ORA DEL MARKETING AUTOMATION Dallo smartphone allo smartshopper il passo è breve. Anche i brand devono diventare più smart e utilizzare quanto più possibile gli strumenti che la digitalizzazione ha affinato negli ultimi anni. Business Intelligence e Big Data Management da un lato, oggetti connessi e comunicanti dall'altro per rendere nell'era dell smart city più intelligenti e comunicanti i prodotti e i negozi, attraverso installazioni capaci di ragionare attraverso nuove strategie convergenti. È l'ora del marketing automation che, tra email marketing, social management, proximity marketing, identifi-
EVENTI GHIACCIO SICURO MCPI
cazione univoca, programmi di loyalty personalizzati, sistemi di pagamento digitali e associati a iniziative inedite di couponing, esplodono il concetto di customer centricity arrivando a una personalizzazione di massa come mai è stato prima possibile immaginare.
"Gli effetti della multicanalità” ha affermato Paolo d'Ammassa, Ceo e Founder Connexia “sono la capacità di arrivare a una mappatura georeferenziata dei consumi, degli itinerari, dei tempi di permanenza e di interazione che convogliano conoscenza esplicita e conoscenza implicita in un unico percorso di relazione esperenziale ad alto tasso informativo per i brand. Quindi se ad oggi la modalità di implementazione delle inziative di comunicazione multicanale ad oggi vede il 78% differenziato e il 22% indifferenziato oggi più che mai le marche devono puntare a una progettazione della comunicazione coerente su tutti i canali e capace di gestire anche per performace più intangibili della customer experience, ovvero brand awareness, brand image, fedeltà e soddisfazione". In futuro quello che differenzierà un brand dall'altro sarà dunque l'uso degli smart data. Non è più solo una questione di velocità quanto, piuttosto, di approccio: il canale tradizionale sta perdendo consistenza, ma non il suo valore. CMR 3.0, Web, Mobile, email, sensori e installazioni interattive sono tutti tasselli su cui il retail e la produzione potranno cucire nuove strategie di comunicazione ad alto tasso di monitoraggio. Il futuro è data driven e la Mobile Marketing Automation che, attraverso strumenti di analisi dei comportamenti reali e strategie di comunicazione e di ingaggio evolute, consentirà di intraprendere azioni strategiche. Multicanalità, infatti, significa riuscire a intercettare le informazioni relative alla shopping experience di ogni singolo consumatore, potendo prendere decisioni di relazione e comunicazione in tempo reale a supporto del business. 43
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
EVENTI
NI.SI. FELICE MILANI PREMIATO A MADRID: “UNA VITA DEDICATA AL VENDING”
Il 12 giugno il prestigioso Hotel Meliá di Avenida de America a Madrid ha ospitato la seconda edizione de “Noche del Vending”, la serata che ANEDA (Asociación Nacional Española de Distribuidores Automáticos) dedica al settore della distribuzione automatica e nel corso della quale l’associazione di categoria spagnola ha tenuto l’Assemblea Generale Ordinaria ed eletto il suo 44
nuovo presidente, Raúl Rubio. Davanti ad una platea di oltre 350 persone sono stati premiati “a sorpresa” alcuni rappresentanti del vending che hanno dato un contributo importante allo sviluppo di questo settore. Durante il momento speciale della serata “Una vida dedicata al vending”, un riconoscimento particolare è stato assegnato tra gli altri a Felice
Milani, titolare di Ni.Si. srl, azienda leader mondiale nella produzione di palette, che con il suo lavoro ha scritto un pezzo di storia della distribuzione automatica italiana e non solo. Milani è stato l’unico italiano tra i premiati con una targa commemorativa, che recita: “Per la sua dedizione e il suo contributo a favore del nostro settore durante più di 20 anni”
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
APPUNTAMENTO IN FIERA
DAL 23 AL 27 OTTOBRE IL SALONE INTERNAZIONALE DEL CAFFÈ A HOSTMILANO CAFFÈ: ITALIA IN PRIMA LINEA, PER UNA BEVANDA CHE PIACE AL MONDO: SOLO A MILANO 20 MILIONI LA SPESA AL MESE, PASSIONE PER IL 90% DEI LOMBARDI. La “tazzulella” piace agli italiani e si scopre che sono proprio i milanesi ad esserne i più entusiasti. Ma questa bevanda rappresenta anche un baluardo internazionale, tra ricette differenti di preparazione e modi per noi originali di consumarla. Dalla Madonnina al mondo, il caffè è una vera e propria passione per nove milanesi e lombardi su dieci, che lo consumano perché piace (52%) e aiuta ad affrontare la giornata (21%) e in un caso su otto lo bevono in grandi quantità. E solo a Milano città, tra caffè consumato a casa, bar e ufficio, la spesa supera i 20 milioni di euro al mese. Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su oltre mille persone, svolta nel mese di maggio 2015. Caffè da consumare a casa (in un caso su tre) o al bar (un caso su cinque), che ormai è un’abitudine da ufficio (circa 40%). Un rito
da colazione (45%), accompagnato da pane o fette biscottare con burro e/o marmellata (12%) o latte (26%), o dopo pranzo (45%). È il caffè corto quello che va per la maggiore (42%), seguito dal macchiato e dal lungo, con uno su cento che lo ama freddo soprattutto d’estate e uno su tre che lo prende amaro. Uno su due ne beve da tre a cinque tazze al giorno, per un consumo che è rimasto costante negli anni per due su tre e che è molto veloce, in media non più di 2 minuti per berne una tazzina. E se la maggior parte è pronta a provarlo anche all’estero, a uno su dodici piace solo come si fa in Italia e c’è anche chi non si fa problemi perché tanto viaggia sempre con la caffettiera personale in valigia (uno su cento). Il caffè è comunque sinonimo di momento per riposare (per uno su due) o stare in compagnia di colleghi o amici (22%). Tre su quattro sono molto soddisfatti della qualità del prodotto nella propria città. La spesa media per chi lo consuma è di oltre 25 euro al mese. E uno su cento non lo beve ma ama sentirne l’odore per casa. A Milano 8.700 le imprese legate al settore, tra produzione, commercio all’ingrosso e al dettaglio specializzato e bar e caffè. Quasi 26.000 le imprese in Lombardia su 151.000 in Italia, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al 2015. Costanti in un anno (+0,3%). A Milano la crescita è del +0,6%. Prime per diffusione di imprese del settore: Milano con 8.682, Brescia con 3.839, Bergamo con 2.805, Varese con 1.974, Monza e Brianza con 1.618. Ma l’abitudine del caffè non è soltanto italiana. Così il gesto di ospitalità di offrire un buon caffè unisce, per esempio, Italia e Vietnam, Russia ed Egitto, Turchia e Portogallo. Tra le curiosità, emerse da una ricerca qualitativa elaborata dall’Osservatorio di HostMilano, International Hospitality Exhibition organizzata da Fiera Milano, appare che il caffè è “gusto”, apprezzato in ogni nazione, ma soprattutto “tempo”, quello speso per sorseggiare una tazzina. Un rito lento per molti Paesi come nella flemmatica Turchia, dove per bere un caffè non si impiegano meno 45
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
di 10 minuti. Abitudine legata anche alla preparazione tipica di questo Paese, un’infusione che richiede lunghi tempi di decantazione prima di essere consumata. Tra le altre curiosità raccontate dagli intervistati, per esempio, si può scoprire che in Vietnam quella del caffè è una tradizione molto diffusa, così come in altri paesi asiatici, dove ci si aspetterebbe invece esclusivamente il consumo del tè. Il caffè è occasione di incontro e ritrovo con amici e colleghi, sia all’estero che in Italia, ma sembra che gli ungheresi, come gli italiani, siano particolarmente dediti a questa bevanda proprio nella pausa ufficio. E se in Italia il caffè si accompagna generalmente con qualcosa di dolce, come un cornetto, in Russia lo si consuma con snack salati, come i toast, così come in Egitto, dove lo si preferisce come accompagnamento
dei panini al formaggio. Una varietà di tendenze e gusti che proprio a Milano tutto il mondo troverà la sua vetrina professionale all’interno di SIC - Salone Internazionale del Caffè nell’ambito di HostMilano, da venerdì 23 a martedì 27 ottobre prossimi a fieramilano. Durante SIC, grazie ai rappresentanti di tutta la filiera, da CIC (Comitato Italiano Caffè) ad AssofoodtecUCIMAC (Costruttori Macchine per Caffè Espresso ed Attrezzature per Bar) sarà possibile scoprire ulteriori tendenze, con il confronto diretto tra costruttori di macchine per il caffè, grandi produttori di miscele, torrefattori e baristi.
Per restare in tema di caffè, Host ha annunciato per le giornate del 30 settembre e 1 ottobre 2015 l’appuntamento con Global Coffee Forum, una convention internazionale, aperta a tutti i “Coffee Lovers”, sul tema del caffè, organizzato in partnership con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali; Comitato Italiano del Caffè, Expo Milano e Fiera Milano Congressi e grazie alla collaborazione di illy e Lavazza. L’occasione offre uno spazio di dialogo sul mondo del caffè e attorno alle sue principali virtù: piacere, salute e sostenibilità. Le due giornate di incontro si terranno alla presenza di esponenti del mondo scientifico e culturale e di illustri rappresentanti del settore, a pochi passi da Expo e dal Cluster del Caffè.
E se il futuro di questa bevanda avrà forse nuove dimensioni, è certo che non mancherà mai chi, in qualunque parte del mondo andiate, sarà sempre pronto a dimostrare la sua ospitalità offrendovi un buon caffè.
Maggiori informazioni disponibili sul sito: www.globalcoffeeforum.com
55
44
38
36
37
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
APPUNTAMENTO IN FIERA
Vending Star 2015
EU'VEND + COFFEENA “VENDING STAR” 2015, RESE PUBBLICHE LE NOMINATION A tre mesi dall’inaugurazione di Eu’Vend & coffeena 2015, la manifestazione fa già parlare di sé. Quando la fiera internazionale del vending e del caffè aprirà le sue porte dal 24 al 26 settembre 2015 nel quartiere fieristico di Colonia, oltre che d’affari e di networking si parlerà naturalmente anche di sviluppi ed innovazioni all’interno del settore. Per sottolineare ciò in modo particolare, Koelnmesse in collaborazione con l’associazione tedesca degli operatori del vending (Bundesverband der Deutschen Vending- Automatenwirtschaft, BDV), sponsor concettuale di Eu’Vend & coffeena, assegnerà per il quinto anno, nell’ambito della fiera il premio per l’innovazione “Vending Star“. Il riconoscimento verrà conferito per la prima volta quest’anno nelle quattro categorie “Mezzi ausiliari per il funzionamento di distributori automatici”, “Prodotto innovativo per distributore automatico”, “Concetto” e “Dispositivo tecnico”. Per ogni categoria, una giuria d’esperti internazionali ha nominato nel frattempo tre candidati. Fino a metà maggio le imprese del settore vending sono state chiamate a candidarsi per il “Vending Star” con le loro innovazioni e i più recenti sviluppi dei loro prodotti. Per la giuria d’esperti composta da Helmut J. Düvel (CA Vending Krugmann GmbH & Co KG), Dr. Aris Kaschefi (BDV), Hans-Jürgen Krone (casa editrice Lebensmittel Praxis Verlag), Ralf Lang (JAM Verlag), Asim Loncaric (casa editrice per riviste specializzate Forum Zeitschriften ), Michal Piotrowiak (Mastercup Vending, Polonia), Matthias Schlüter (Koelnmesse), Eric Schwaab
(Vending Report), Wolfgang Schwarzenberger (Dallmayr Automaten-Service serviPlus), Gerald Steger (café+co International, Österreich), Gerold Stüwer (Stüwer GmbH) e Jan Marck Vrijlandt (Selecta Group), la scelta dei candidati al premio è stata di nuovo un compito arduo. Dopo aver vagliato e valutato attentamente le numerose candidature, sono arrivate le nominations. Criteri centrali delle nomine sono stati ancora una volta la forza innovativa, il valore aggiunto e l’idoneità all’uso quotidiano delle proposte. Questi i dodici candidati al premio Vending Star 2015 per categoria e in ordine alfabetico:
ding.social Ernst Kühner e.K. – LadeGenussCenter+ Categoria “Dispositivo tecnico” AST International equipment – Mindap Mistral Constructeur – Evopure ToBeSure Servomat steigler Vertriebs – und Beratungs-GmbH (vendita e consulenza). I premi “Vending Star 2015” delle rispettive categorie verranno assegnati nell’ambito della “Eu’Vend & coffeena Night“ il 25 settembre 2015, in una cornice ufficiale nel ristorante Rheinterrassen. Tutte le proposte nominate al premio verranno presentate ai visitatori professionali di Eu’Vend & coffeena nella “Vending Innovation Area”.
Categoria “Mezzi ausiliari per il funzionamento di distributori automatici” Coveris Rigid Deutschland GmbH – VenDuo Hug-Witschi AG – DeLight – Controlled Vending MICROTRONIC AG – e-vending
> KOELNMESSE 2014, NON SOLO EU’VEND: BILANCIO POSITIVO A CAVALLO DI DUE ANNI DA RECORD
Categoria “Prodotto innovativo per distributore automatico” FleXoco ApS – Moouw 100% Milch (100% latte) Kuchenmeister GmbH – Quark-RosinenSchnecke 90 g (Focaccina a chiocciola con quark e uvetta) Uelzena GmbH – Grubon Choco Clou Protein Choc
Nettamente al di sopra delle previsioni, nel 2014 Koelnmesse ha registrato cifre molto migliori del previsto. Come comunicato dalla Direzione ai media nel corso dell’annuale conferenza stampa, il fatturato si aggira su Euro 231,2 mln, superando quindi di 8 milioni le previsioni d’inizio anno. Persino la perdita d’esercizio, cioè un disavanzo di Euro 3,3 mln, è risultata di Euro 16 mln migliore del pronostico.
Categoria “Concetto” Betriebsverpflegung Blum e.K. – Mobile Fresh To-Go Box Babos Automation GmbH – veso – ven-
“Il 2014 è stato un esercizio formidabile, nonostante il disavanzo”, riassume Gerald Böse, presidente del Comitato 47
D.A.ITALIA 98 LUGLIO AGOSTO 2015
Direttivo, “siamo riusciti a recuperare, siamo cresciuti a livello nazionale e internazionale e ci avviamo al futuro con chiare visioni e fermi obiettivi”. Nel suo ruolo di presidente del Consiglio di Vigilanza, aggiunge Jürgen Roters, sindaco di Colonia, che “Koelnmesse si è data un orientamento nuovo e proficuo a lungo termine. Possiamo guardare con fiducia al futuro”. Per l’anno corrente, Koelnmesse prevede risultati mai finora conseguiti, con fatturato 2015 superiore a Euro 300 mln. Nei prossimi cinque anni, premesso un solido andamento economico, Koelnmesse conta su un avanzo complessivo di circa Euro 60 mln, che verrà interamente reinvestito nella società. Al totale di 81 fiere e saloni del 2014 hanno aderito più di 34.000 aziende da 96 paesi, attirando oltre 2,1 milioni di visitatori da 198 nazioni. 23 eventi propri e 26 eventi ospitati si sono svolti a Colonia, altri 32 saloni all’estero. Il buon andamento dei singoli saloni di riferimento ha contributo in larga misura alla netta crescita del risultato. Secondo i dati forniti da AUMA, la Federazione delle Società fieristiche, nel 2014 il numero di presenze ed espositori è aumentato in Germania dell’1%, con situazione stagnante a riguardo della superficie espositiva, mentre il cartellone di Colonia ha fatto registrare una crescita di quasi il 6 per cento a confronto con le rispettive edizioni precedenti, e di oltre il 30% accumulato a confronto con gli scorsi quattro anni. Ciò vale a prescindere che si tratti di saloni su temi futuristici digitali quali dmexco e gamescom, di eventi tradizionali come ad esempio imm cologne, ORGATEC, la fiera delle ferramenta ed hardware INTERNATIONALE EISENWARENMESSE KÖLN, o anche ISM e ART COLOGNE, nonché della h+h cologne e Kind+Jugend. Al successo economico ha contribuito inoltre il risultato conseguito dell’affiliata Koelnmesse Ausstellungen GmbH nel ramo delle manifestazioni ospitate: un totale di 26 eventi ha richiamato a 48
Colonia nel 2014 quasi 7.600 esposi-
Il programma prevede inoltre un nuo-
tori e 390.000 visitatori, il fatturato si attestava a Euro 15,6 mln, equivalente ad un avanzo di Euro 6,6 mln prima del trasferimento degli utili. Il crescente significato di questo business sarebbe riconducibile secondo Gerald Böse al fatto che tanti organizzatori ospiti apprezzano gli eccezionali vantaggi della nostra città espositiva al centro dell’Europa. Nelle attività all’estero sono progredite bene le manifestazioni in Cina, India e altri Paesi asiatici e della regione araba. Nel recente passato si sono aggiunti la Turchia, che ospita ANUFOOD Eurasia, e il mercato sudamericano. Nel 2014 è stata fondata una nuova filiale in Brasile, dove Koelnmesse organizza ANUTEC – INTERNATIONAL FOODTEC BRAZIL e il salone UrbanTec Brasil. Un mercato del futuro oltremodo interessante è la Columbia, sia per il suo potenziale economico sia anche per la posizione geografica nell’America Latina. La partnership siglata nello scorso ottobre con la società fieristica colombiana Corferias di Bogotà continua a dar frutti, sostenuta da attività strettamente congiunte nel salone delle tecnologie d’imballaggio Andina-Pack e nell’Alimentec, il principale salone del food & beverage delle Ande. Come osserva Gerald Böse, che oltre allo sviluppo delle fiere di riferimento a Colonia punta sull’espansione all’estero, potenzieremo l’impegno di Koelnmesse sul mercato latino-americano con voluta enfasi nel campo dell’alimentazione, il settore di competenza distintiva di Koelnmesse. Nel 2014 Koelnmesse ha già posto solide basi per l’avvenire. Con voto unanime dei soci ha avviato il piano d’investimenti 3.0 “per mantenere anche in futuro la nostra posizione nel gruppo di testa tra i quartieri fieristici”, come ha spiegato il sindaco Roters. Koelnmesse 3.0 sta per l’ammodernamento in tre fasi, entro il 2030, soprattutto dei padiglioni sud, per migliorie sulla viabilità e situazione dei parcheggi, sta inoltre per padiglioni più attraenti e percorsi di collegamento più agevoli.
vo padiglione 1plus, che con un’area di 10.000 m2 dovrà supplire alla perdita temporanea di spazio espositivo in seguito a opere edilizie, un padiglione CONFEX® per i nuovi formati misti tra Conference & Exhibition, e un nuovo terminal d’accesso ai padiglioni sud, che si presenterà da boulevard estovest invitante e funzionale. Il volume d’investimenti approvato dal Collegio di Vigilanza ammonta a ben 200 milioni di Euro nella prima fase fino al 2020. Precisa Böse: “Tutto sarà realizzato completamente senza sovvenzioni. In effetti, Koelnmesse conta tra la cerchia esclusiva delle società fieristiche tedesche in grado, in termini sia operativi sia d’investimento, di ottemperare durevolmente al proprio mandato senza il sostegno finanziario dei soci”. Le premesse ci sono: Koelnmesse, oltre al necessario finanziamento esterno, può investire anche capitale proprio, avendo già estinto quasi tutti i vecchi debiti. Nel 2014 il capitale proprio si aggirava su €106,8 mln, con ragguardevole indice d’indipendenza finanziaria del 42,1%. La solidità sul versante patrimoniale risulta buona, anche grazie al positivo flusso di cassa generato dalle operazioni correnti. L’attuazione di Koelnmesse 3.0 è già partita con le opere di riattamento; in quanto alle nuove strutture è in corso una gara per l’affidamento dei lavori agli architetti. Per l’autosilo, che sarà dotato di circa 1.700 posti auto, è già avviata la procedura di autorizzazione nel quadro del piano regolatore. L’autosilo dovrà essere completato entro la metà del 2017, come primo progetto edilizio del programma d’investimenti. Dovrà garantire che anche in occasione di grandi fiere siano contenuti al massimo i disagi dovuti al traffico automobilistico e di mezzi pesanti nei quartieri limitrofi a destra del Reno. Da metà maggio 2018 sarà disponibile il padiglione 1plus, mentre nel 2021 diventerà operativo il padiglione CONFEX®. Nel 2014 infine, stando all’attuale tabella di marcia, aprirà il nuovo terminal d’accesso ai padiglioni sud.
Il portale web della distribuzione automatic a