Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. postale - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) - art. 1 comma 1, DCB Padova
PRIMO PIANO DIETROFRONT SULLE APERTURE DEI NEGOZI / 4 RICETTE RUSTICO FARCITO AGLI SPINACI / 10 QUI LOMBARDIA PUÒ RESTARE IL SOGNO O È GIÀ UTOPIA? / 15 fornaioamico.it – L’Arte Bianca online Anno LXVI
NUMERO 30 LUNEDÌ
Settimanale informativo della
12 SETTEMBRE
FEDERAZIONE ITALIANA PANIFICATORI, PANIFICATORI
2011
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p a n i f i c a z i o n e
i t a l i a n a
PASTICCERI E AFFINI
Al via il nuovo Consiglio direttivo A breve l’insediamento dei dirigenti federali e l’elezione della Giunta esecutiva L’EDITORIALE di Franco La Sorsa
Un testo tutto da verificare
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intensa attività politica della scorsa settimana, centrata sulla manovra che deve raddrizzare i conti dello Stato, ha tenuto sulla corda gli italiani, ansiosi di capire che tipo di contributo il Governo avrebbe chiesto a ciascuno. Tra una proposta e una controproposta, tra una variazione di rotta e qualche marcia indietro, è stato infine prodotto un testo che reca novità importanti per cittadini e imprese. Un testo da esaminare con grande attenzione per capire la reale portata delle misure decise e le conseguenze che potranno avere sul nostro sistema socio-economico. Sarà questo il primo, importante impegno del nuovo Consiglio direttivo federale che si insedierà prossimamente. La manovra predisposta dal Governo ci riguarda segue a pagina 2
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a pausa estiva è terminata. Ora ripartono i lavori della Federazione. E sono molteplici le questioni sui cui si concentrerà l’attenzione del nuovo Consiglio direttivo, che si insedierà nelle prossime settimane. Fra i principali temi all’ordine del giorno c’è l’elezione della Giunta, organo ristretto di guida della Federazione. In questo triennio, la composizione della stessa riveste una particolare importanza. Saranno infatti molteplici gli incarichi che verranno affidati ai suoi componenti. A PAGINA 2
L’arte bianca su tutti i mezzi di comunicazione
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COSTITUITO L’ENTE BILATERALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
Dopo l’intervista di Ruccolo al Corriere, i media hanno acceso i riflettori sulla categoria
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na breve intervista rilasciata al Corriere della Sera da Vinceslao Ruccolo, consigliere nazionale della Federazione italiana panificatori, ha suscitato nei giorni scorsi forte interesse tra i media. Così Ruccolo è diventato l’uomo da ascoltare per giornali e TV, finalmente interessati alle vicende della panificazione artigiana. E ha potuto sottoporre all’atten-
Si celebrerà a Verona la Giornata mondiale del pane egnatevi la data: il 16 ottobre. Sarà proprio quel giorno, durante il Congresso mondiale dell’Uib, che si celebrerà la giornata mondiale del pane. Un’iniziativa nata in seno all’Unione mondiale dei panificatori. Il Congresso dell’Uib si svolgerà dal 14 al 17 ottobre a Verona. L’evento è organizzato dalla Federazione italiana panificatori e da VeronaFiere A PAGINA 5
Il Consiglio federale dello scorso giugno
zione dell’opinione pubblica i problemi che affliggono la categoria, compreso il disinteresse manifestato nei confronti della panificazione artigiana da governo e istituzioni locali. Sono stati giorni di fuoco per il dirigente sindacale, interpellato da TG1, Canale 5, Italia 1, Rai 2, Radio Vaticana, Radio 24 ore, Rai 3 (Cominciamo bene estate) e Uno mattina.
Ruccolo intervistato dal TG5
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panificatori del Friuli Venezia Giulia da oggi possono contare su un nuovo strumento: l’Ente Bilaterale regionale della panificazione (Ebipan Fvg). L’accordo per la sua costituzione è stato firmato lo scorso 24 agosto.
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Prosegue in Europa il dibattito sulla riduzione del sale
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L’estate nei forni: toni grigi nelle nostre città più grandi
egli ultimi mesi il dibattito sulla riduzione dei quantitativi di sale nella dieta alimentare è cresciuto d’intensità. Fra smentite e contro smentite da più parti è stata ribadita la necessità di attuare politiche di riduzione dei quantitativi di sodio. Argomento che tocca da vicino sia i panificatori italiani sia i loro colleghi, come anche gli altri produttori di alimenti.
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on hanno avuto molte soddisfazioni i panificatori delle grandi città italiane, in questa estate che sta per giungere al traguardo. Mentre sono generalmente positive le notizie che si raccolgono nelle province costiere, dove i forni delle località balneari hanno lavorato a un buon livello, il quadro che riguarda i maggiori centri urbani presenta prevalenti toni di grigio.
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n. 30
Primo Piano
Al via il nuovo Consiglio direttivo A breve l’insediamento dei dirigenti federali e l’elezione della Giunta esecutiva
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a pausa estiva è terminata. Ora ripartono i lavori della Federazione. E sono molteplici le questioni sui cui si concentrerà l’attenzione del nuovo Consiglio direttivo, che si insedierà nelle prossime settimane. Fra i principali temi all’ordine del giorno c’è l’elezione della Giunta, organo ristretto di guida della Federazione. In questo triennio, la composizione della stessa riveste una particolare importanza. Saranno infatti molteplici gli incarichi che verranno affidati ai suoi componenti. La visione di una maggiore partecipazione alle politiche federali, emersa con forza durante l’Assemblea generale, sarà resa reale dalla Giunta. I dirigenti che andranno a comporla riceveranno precisi incarichi e avranno vari oneri a cui far fronte. Il tutto, sotto la guida del nuovo presidente federale Franco La Sorsa. All’ordine del giorno c’è il rinnovo del Contratto di lavoro, la cui scadenza è fissata al prossimo 31 dicembre. Non sono poche le questioni da trattare, fra le quali spiccano sicuramente l’Ebipan e il Fondo sanitario della panificazione. La struttura portante dell’Ente Bilaterale è stata ormai del tutto completata. Così come sono state definite in dettaglio le sue competenze. Per renderlo del tutto operativo manca solo la convenzione con L’inps, ormai in attesa di firma da mesi, necessaria per la riscossione dei contributi. Sul fronte del Fondo sanitario mancano da definire alcuni aspetti. Il primo riguarda sicuramente la compagnia assicurativa che avrà l’incarico di gestirlo. Il secondo, invece, riguarda la platea dei soggetti beneficiari dello stesso. Allo stato attuale interessa soltanto i dipendenti delle aziende di panificazione. La Federazione ha però intenzione di far estendere anche ai titolari delle stesse, come ai loro famigliari, la possibilità di iscrivervi. Richiesta che sicuramente farà parte delle trattative sul rinnovo contrattuale. L’incontro servirà anche per definire le iniziative federali. La prima in ordine di tempo sarà il Congresso Uib, che si terrà dal 14 al 17 otto-
bre nei padiglioni di VeronaFiere. Il programma della manifestazione ormai è stato del tutto definito, ma le eventuali proposte dei dirigenti federali saranno ben accolte. A seguire si parlerà del Dolce Natale Italiano e della Festa nazionale del pane fresco. Entrambe le manifestazioni nell’ultimo anno sono state un po’ trascurate ed è necessario rilanciarle in grande stile. Il presidente La Sorsa ha quindi pensato di affidare a un dirigente federale l’incarico di organizzarle in ogni dettaglio. Spetterà al Consiglio scegliere al proprio interno l’uomo giusto. Nella riunione si parlerà anche dell’incontro fra il presidente nazionale e il consigliere personale del Ministro del-
l’Agricoltura Francesco Saverio Romano, Antonio Razzi. La Sorsa nelle scorse settimane ha sollecitato un appuntamento con il parlamentare (si veda la lettera in pagina) e questi ha prontamente accolto l’invito. Lo scorso giovedì, Razzi è stato ricevuto presso la sede della Federazione. Durante il colloquio, il presidente nazionale ha più volte riportato l’attenzione del consigliere del ministro sui temi che stanno a cuore alla gente dell’arte bianca: l’approvazione del regolamento sul pane fresco e l’agevolazione fiscale concessa agli agricoltori-panettieri. Temi importanti per tutta la categoria che saranno al centro delle politiche federali anche per il prossimo triennio. <
LA LETTERA DEL PRESIDENTE NAZIONALE FRANCO LA SORSA AL CONSIGLIERE PERSONALE DEL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA ANTONIO RAZZI Illustre Onorevole, La Federazione Italiana Panificatori che mi onoro di presiedere è l’organizzazione maggiormente rappresentativa di una categoria produttiva che conta oltre 26.000 aziende diffuse su tutto il territorio nazionale e per la gran parte di dimensione artigianale con un indotto occupazionale stimabile in circa 350.000 unità lavorative. Un settore di estrema rilevanza per l’economia nazionale, ed in percentuale il più importante a livello europeo, che deve, purtroppo, registrare una scarsa attenzione delle istituzioni nazionali. Sono cinque anni, infatti, che la categoria attende che il Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con i Ministeri delle Politiche Agricole e della Salute adottino il decreto interministeriale (previsto con legge 248/2006) che valorizzi le nostre attività e le nostre produzioni con un’apposita disciplina sulle denominazioni di panificio e pane fresco. Nella ferma convinzione che la panificazione artigiana rappresenti una produzione di eccellenza della nostra filiera agroalimentare da valorizzare e tutelare, Le sarei grato se Ella volesse concederci un incontro urgente per approfondire le tematiche esposte e affrontare quelli che appaiono essere veri e propri nodi cruciali per il futuro delle nostre imprese. Il presidente Franco La Sorsa
L’EDITORIALE di Franco La Sorsa segue dalla prima
sia come cittadini sia come imprenditori e dobbiamo entrare nelle pieghe dell’articolato con grande attenzione, senza prevenzioni ma preparati a eventuali sorprese negative, di cui il Governo è stato spesso i prodigo nei nostri confronti. Cito ad esempio la concessione agli agricoltori di applicare alla loro produzione di pane il regime fiscale privilegiato applicato ai prodotti agricoli.
Non sarà compito facile per il Consiglio, viste le complesse vicende che hanno portato alla formulazione del testo e vi-
ste anche le diverse valutazioni sul risultato finale. Buono, ovviamente, per il Governo; buono anche per la UE;
Costituito l’Ente bilaterale del Friuli Venezia Giulia
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panificatori del Friuli Venezia Giulia da oggi possono contare su un nuovo strumento: l’Ente Bilaterale regionale della panificazione (Ebipan Fvg). L’accordo per la sua costituzione è stato firmato lo scorso 24 agosto da: Edvino Jerian, Claudio Cozzutti, Antonio Follador e Pierluigi Orlandi in rappresenta dell’Unione regionale dei panificatori; Michelangelo Chianciani (FlaiCgil) Pierpaolo Guerra (Uila-Uil) e Salvatore Giocacchino (Flai-Cisl) in rappresentanza dei lavoratori del Friuli Venezia Giulia. L’Ebipan Fvg è nato a seguito della creazione dell’Ente bilaterale nazionale della panificazione, da cui si ispira. Scopo dell’Ente è quello di monitorare il settore, di sviluppare la formazione professionale (anche l’apprendistato) e di seguire le contrattazioni sindacali che riguardino l’intera regione. In questo modo, i panificatori della regione avranno la possibilità di utilizzare uno strumento creato appositamente con l’intento di avvicinarsi maggiormente alla realtà locale. «Anche se gli attuali segnali economici non sono tra i più rassicuranti», ha spiegato il presidente dell’ Unione Edvino Jerian, «la costituzione dell’Ente è un ottimo passo in avanti che la categoria ha deciso di intraprendere: segno evidente di aziende vive e desiderose di crescere». < da buttare (era scontato) per l’opposizione, così così per un’altra fascia consistente di cittadini e operatori. In Consiglio lo esamineremo rinunciando a qualsiasi impostazione di parte ma guidati soltanto dalla volontà di presentare a tutti un panorama preciso dei provvedimenti e dei possibili impatti sul nostro comparto. Le conclusioni del Consiglio rappresenteranno le linee guida della Federazione nella sua azione di rappresentanza e tutela della categoria. presidenza@fippa.it
L’Arte Bianca La Panificazione Italiana Settimanale informativo della Federazione Italiana Panificatori, Panificatori-Pasticceri e Affini FONDATORE: Savino Bracco DIRETTORE RESPONSABILE: Igor Jan Occelli COLLABORATORI: Bruno Stella, Rosanna Iacovino, Carlo Gronchi, Claudio Zendroni, Graziano Monetti artebianca@fippa.it IMPAGINAZIONE: Annamaria Carlone PUBBLICITÀ: artebianca.com@fippa.it RESPONSABILE DEL TRATTAMENTO DEI DATI (D.LGS. 196/2003): Igor Jan Occelli DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀ
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Associato all’Unione Italiana Stampa Periodica
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Dietrofront sulle aperture dei negozi Cancellata dalla manovra bis l’estensione della liberalizzazione. Resta in vigore solo nelle città d’arte
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l governo fa marcia indietro. La contestatissima norma sulla liberalizzazione sfrenata delle aperture commerciali è stata ritirata. Il coro di proteste alzatosi all’indomani dell’adozione del provvedimento ha sortito l’effetto desiderato. Il provvedimento resterà in vigore soltanto nelle città d’arte e nei comuni turistici. Decisione, quest’ultima, contestata duramente dalla Federazione italiana panificatori che ha deciso di proseguire la sua battaglia in merito. Con la manovra bis il governo aveva voluto proseguire nella costruzione della strada varata da Ber-
sani. Con la cosiddetta lenzuolata di cinque anni fa, come i panificatori ricorderanno benissimo, si era dato il via a una liberalizzazione delle professioni. E all’abbattimento di molti vincoli relativi all’apertura degli esercizi commerciali. Il governo Berlusconi con la manovra bis si era spinto ancora più, prevedendo la liberalizzazione di tutti i vincoli relativi agli orari di vendita e di chiusura settimanale dei negozi. In questo modo gli esercizi commerciali sarebbero potuti rimanere aperti 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. La Federazione, immediatamente, si era scagliata contro il provvedimento.
L’approvazione di una tale norma avrebbe di fatto spianato la via alla grande distribuzione organizzata, unica in grado di recepire l’opportunità. La maggioranza delle aziende di panificazione non sono non avrebbe tratto nessun beneficio dalla liberalizzazione, ma avrebbe sofferto ancora dio più la già agguerrita concorrenza della gdo. Ora, grazie all’emendamento posto alla manovra, si è tornati a quanto approvato con la manovra di luglio. Negozi, bar, ristornati e centri commerciali potranno rimanere sempre aperti, ma solo nelle città d’arte e nei comuni turistici. Un provve-
dimento comunque osteggiato dalla Federazione. Negli ultimi anni, infatti, le città d’arte come i comuni a vocazione turistica sono aumentati a dismisura. Con la conseguenza che il provvedimento si trova ora ad essere in vigore su buona parte del territorio italiano. Da qui la decisione dei dirigenti federali di lottare affinché anche questa liberalizzazione venga cancellata. Le basi per dar battaglia ci sono: la Costituzione delega alle Regione la competenza riguardante le aperture degli esercizi commerciali. Se non sarà il governo a cancellare l’abuso, ci penserà il diritto a farlo. <
L’arte bianca su tutti i mezzi di comunicazione Dopo l’intervista di Ruccolo al Corriere della Sera, i media hanno acceso i riflettori sulla categoria
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na breve intervista rilasciata al Corriere della Sera da Vinceslao Ruccolo, consigliere nazionale della Federazione italiana panificatori, ha suscitato nei giorni scorsi forte interesse tra i media. Così Ruccolo è diventato l’uomo da ascoltare per giornali e TV, finalmente interessati alle vicende della panificazione artigiana. E ha potuto sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica i problemi che affliggono la categoria, compreso il disinteresse manifestato nei confronti della panificazione artigiana da governo e istituzioni locali. Sono stati giorni di fuoco per il dirigente sindacale, interpellato da TG1, Canale 5, Italia 1 (Studio aperto), Rai 2 (La vita in diretta), Radio Vaticana, Radio 24 ore, Rai 3 (Cominciamo bene estate) e Uno mattina. Ma, da una intervista all’altra, Vinceslao Ruccolo ha potuto richiamare l’attenzione degli italiani sui problemi reali della panificazione artigiana, sulle difficoltà di chi produce il loro pane quotidiano. Così si è parlato delle difficoltà, per le aziende, di trovare nuovi panificatori e del manifesto disinteresse del governo e delle istituzioni loca-
li nei confronti della categoria; dell’incredibile vicenda della legge 248/6, che avrebbe dovuto dare consistenza legale alle definizioni “pane fresco”, “panificio” e “pane conservato” e che giace da cinque anni, e del recente decreto che ha esteso anche all’attività di panificazione le agevolazioni fiscali concesse agli agricoltori, aggravando così il quadro della concorrenza (gdo, industria, abusivi, ecc,) con cui deve confrontarsi la panificazione artigiana. Un quadro complesso e preoccupante che, grazie a Ruccolo, è ancora una volta sotto gli occhi di tutti. Nell’intervista al Corriere della Sera, che è all’origine del nuovo interesse verso la panificazione artigiana, il dirigente sindacale richiamava l’attenzione dell’interlocutore so-
prattutto su una anomalia che si manifesta deleteria nel comparto dell’arte bianca: nonostante l’elevato livello della disoccupazione che travaglia il Paese, non si trovano panificatori. Solo in Abruzzo, sottolineava Ruccolo, ne mancano almeno cento e questo mette a rischio la stessa sopravvivenza della panificazione artigiana. Eppure, l’offerta di lavoro propone compensi allettanti. Nell’intervista, il consigliere nazionale parlava anche di tremila euro. Ma è una cifra molto difficile da raggiungere, come precisa lo stesso Ruccolo. «Chiunque pratichi il nostro mondo», ha spiegato, «sa che non è questa la realtà quotidiana. Ma il nostro contratto di lavoro contempla posizioni, come la A1 Super che possono realmente dare al lavoratore soddisfazioni
economiche di alto livello. Lavoro notturno, straordinari, lavoro festivo contribuiscono alla consistenza in maniera sostanziosa. E non dimentichiamo i picchi stagionali, che possono davvero creare situazioni difficili. Faccio un esempio personale: in vista di Ferragosto, dopo aver fatto un buon lavoro in luglio, avevo bisogno di ingaggiare un operaio che mi aiutasse ad affrontare la maggior produzione prevista per le due settimane successive e che mi avrebbe raddrizzato i bilanci dell’anno. Ma non riuscivo a trovarlo. In una situazione del genere, quanto può valere un buon professionista, con la qualificazione giusta?». <
Nessun reato per il fornaio “rumoroso” Disturbare il vicino fa scattare solo l’illecito amministrativo
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ornai tranquilli: se di notte fate troppo rumore e svegliate il vostro vicino non commettete alcun reato. La Cassazione, sentenza n. 33072 del 5 settembre 2011, ha spiegato che in questo caso si commette soltanto un illecito amministrativo. A uscire indenne dalle accuse è stato un panificatore vicentino. Per il suo vicino, egli di notte, lavorando nel forno, disturbava il suo sonno. Da qui la denuncia e la successiva condanna del fornaio. I giudici di primo grado, infatti, lo avevano ritenuto colpevole di “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” (art. 659 del codice penale). Fortunatamente, giunta in Cassazione, la vicenda ha subito un rovesciamento. L’art 659 del codice penale stabilisce che: “1. Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 309 euro . 2. Si applica l’ammenda da 103 euro a 516 euro a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell’Autorità”. Nei precedenti gradi di giudizio il fornaio era stato ritenuto colpevole in quanto “esercitando attività di panificazione, turbava la tranquillità e il riposo dei vicini”, abusando, nelle ore notturne, di strumenti sonori, quali carrelli di trasporto e strumenti di ventilazione dei forni. Un reato che, come recita il primo comma dell’articolo è punito anche con l’arresto. I giudici della Cassazione hanno però analizzato a fondo la questione. Gli “strumenti sonori” che disturbavano il sonno del vicino erano tutti strumenti di lavoro del fornaio. E lo stesso non disturbava un numero indefinito di persone, ma solo il proprio vicino. La Suprema Corte ha illustrato come nel momento in cui venga disturbata la quiete pubblica svolgendo il proprio mestiere, superando i limiti sonori previsti dai regolamenti, la lesione passa da reato a illecito amministrativo. Punibile, quindi, solo con l’ammenda. <
Si ringraziano per il sostegno all’attività del Gruppo Giovani le aziende
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Uib
Si celebrerà a Verona a la 6 Giornata mondiale del pane L’evento andrà in scena durante il Congresso Uib. Molte le iniziative in cantiere
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egnatevi la data: il 16 ottobre. Sarà proprio quel giorno, durante il Congresso mondiale dell’Uib, che si celebrerà la giornata mondiale del pane. Un’iniziativa nata in seno all’Unione mondiale dei panificatori, che vede impegnati tutti i Paesi aderenti all’organizzazione a rendere omaggio al re della tavola. Il Congresso mondiale dell’Uib si svolgerà dal 14 al 17 ottobre a Verona. L’evento, organizzato dalla Federazione italiana panificatori e da VeronaFiere, verrà ospitato all’interno degli stessi padiglioni in cui normalmente si svolge il Siab, la più importante manifestazione fieristica dell’arte bianca nostrana. All’incontro partecipe-
ranno una trentina di delegazioni provenienti da ogni parte del mondo. Si discuterà dei problemi che attraversano il settore, delle azioni da compiere per rilanciare i consumi di pane e si studieranno una serie di iniziative promozionali per dare una maggiore visibilità all’arte bianca. Azione, quest’ultima, che viaggia di pari passo con l’altra dello stesso tipo che la Federazione, insieme alle altre organizzazioni di categoria europee, sta conducendo in seno all’Unione per far approvare lo stanziamento di fondi comunitari per sponsorizzare il re della tavola. In tutto questo contesto, i delegati internazionali celebreranno anche la Giornata mondiale del pane. Un appuntamen-
to, giunto alla sua sesta edizione, che nel corso degli anni ha riscosso un sempre maggior successo e un crescente numero di adesioni. Come ricorderanno i lettori dell’Arte Bianca, è proprio in quest’occasione che i blogger di tutto il mondo si mobilitano e creano ricette sul pane. Lo stesso è previsto per quest’anno. Ogni paese, ovviamente, celebrerà il pane in maniera diversa. Allo stesso modo di come avviene in Italia e in Francia con la Festa nazionale, così saranno molteplici le iniziative messe in atto: feste in piazza, degustazioni, progetti di solidarietà eccetera. Nel corso del Congresso delegati le illustreranno in dettaglio: le migliori saranno
la base per le future manifestazioni. Il meeting dell’Uib non si fermerà soltanto a questo. Il centro dei lavori dell’Unione mondiale sarà rappresentato dalle riunioni delle Commissioni. Sarà proprio in queste sedi che i delegati analizzeranno e daranno vita a delle politiche per il rilancio dei consumi di pane e studieranno le strategie migliori per compiere azioni di lobbying a livello internazionale. Particolare rilevanza la riveste, infine, il Convegno sulle materie prime. L’andamento dei prezzi dei mercati agricoli e gli scenari futuri che attendono il comparto dell’arte bianca saranno analizzati con cura da esperti internazionali. <
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Imprese e Lavoro
Usuranti: le prime indicazioni Avv. E. Claudio Schiavone
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n attesa dell’emanazione del decreto ministeriale previsto dall’art. 4 del D.Lgs. n. 67/2011, il Ministero del Lavoro (Circolare n. 22/2011 del 10.08.2011) e, di seguito, l’Inps (Messaggio n. 16762/2011 del 25.08.2011) ha fornito le prime indicazioni operative per la compilazione e l’inoltro della domanda di accesso al pensionamento anticipato per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti di cui al D.Lgs. n. 67/2011. Di seguito una sintesi degli aspetti più importanti regolati dai richiamati documenti.
1. Lavoratori interessati Invero pochi sono i chiarimenti forniti in ordine alle categorie interessate dal beneficio disciplinato dal D.Lgs. n. 67/2011. Tanto la Circolare ministeriale, quanto il Messaggio Inps, infatti, si sono limitati a riepilogare le classi di lavoratori che, in quanto svolgenti (abitualmente) mansioni “particolarmente faticose e pesante” potranno avere accesso al pensionamento anticipato. Nello specifico: - lavoratori impegnati nelle mansioni particolarmente usuranti di cui all’art. 2 del DM 19 maggio 1999; - lavoratori a turni svolgenti attività lavorativa per almeno sei ore nell’intervallo compreso tra la mezzanotte e le cinque del mattino (art. 1, comma 2, lett. d) per un numero minimo di giorni lavorativi all’anno non inferiore a 78 per coloro che maturano i requisiti per l’accesso anticipato nel periodo compreso tra l’1.07.2008 ed il 30.06.2009, ovvero non inferiore a 64 per coloro che maturano i requisiti per l’accesso anticipato successivamente alla data dell’1.07.2009; - lavoratori che prestano attività lavorativa per almeno tre ore nell’intervallo compreso tra la mezzanotte e le ore cinque per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo; - lavoratori addetti alla c.d. linea a catena; sul punto, la Circolare Ministeriale n. 22/2011 ha chiarito che “...il richiamo testuale ai criteri di cui all’art. 2100 c.c. è evidentemente riferito al vincolo dell’osservanza, in conseguenza dell’organizzazione del lavoro, ‘di un determinato ritmo produttivo’ o alla valutazione della prestazione ‘in base al risultato delle misurazioni dei tempi di lavorazione’ e non al sistema del cottimo come metodo di retribuzione che, come tale, non può considerarsi un criterio utile a selezionare gli aventi diritto ai benefici introdotti dal d.lgs. n. 67/2011”; - conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a 9 posti adibiti a servizio di trasporto pubblico; con riferimento a tale categoria di lavoratori, la Circolare ministeriale ha chiarito che “in assenza di specifiche indicazioni da parte del Legislatore”, il limite minimo di capienza deve intendersi comprensivo del posto riservato al conducente. 2. Ulteriori condizioni per l’esercizio del diritto L’esercizio del diritto di accesso al pensionamento anticipato è subordinato, oltre che alla appartenenza ad una delle categorie espressamente enunciate dal decreto legislativo, anche all’espletamento dei lavori “particolarmente faticosi e pesanti” per un periodo di tempo minimo predeterminato dalla stessa normativa, ovvero: - sette anni - da intendersi comprensivi dell’anno di maturazione dei requisiti - negli ultimi dieci anni di attività lavorativa, per le pensioni aventi decorrenza entro il 31.12.2017; - almeno la metà della complessiva vita lavorativa, per le pensioni aventi decorrenza dall’1.01.2018. La Circolare ministeriale precisa che, ai fini della verifica della sussistenza di tale ulteriore requisito, si dovrà tener conto “dei periodi effettivi di permanenza nelle predette attività” e quale “criterio di computo” individua l’accredito di contribuzione obbligatoria (da considerarsi, tuttavia, al netto dei periodi totalmente coperti da contribuzione figurativa). Diversamente, si terrà conto, ai fini che computo che occupa, dei periodi misti, ovvero nei quali l’accredito di contribuzione obbligatoria sia integrato dall’accredito di contribuzione figurativa. 3. Misura del beneficio A regime – e dunque a far data dall’1.01.2013 - i lavoratori interessati dal beneficio potranno conseguire il diritto al trattamento pensionistico con una età anagrafica ridotta di tre anni ed una somma di età anagrafica e anzianità contributiva ridotta di tre unità rispetto ai requisiti di cui alla tabella B di cui all’all. 1 della l. n. 247/2007. Per il periodo compreso tra il 2008 ed il 2012, invece, la normativa detta una disciplina transitoria, prevedendo la maturazione del diritto al trattamento pensionistico: - per il periodo compreso tra l’1.07.2008 ed il 30.06.2009, al raggiungimento di un’età anagrafica ridotta di un anno
rispetto a quella indicata nella tabella A di cui all’all. 1 l. n. 247/2007; - per il periodo compreso tra l’1.07.2009 ed il 31.12.2009, al raggiungimento di un’età anagrafica ridotta di due anni ed una somma di età anagrafica e contributiva inferiore di due unità rispetto ai requisiti indicati per lo stesso periodo nella tabella B di cui all’all. 1 l. n. 247/2007; - per l’anno 2010, al raggiungimento di un’età anagrafica ridotta di due anni ed una somma di età anagrafica e contributiva inferiore di una unità rispetto ai requisiti indicati per lo stesso periodo nella tabella B di cui all’all. 1 l. n. 247/2007;
- per gli anni 2011 e 2012, al raggiungimento di un’età anagrafica ridotta di tre anni ed una somma di età anagrafica e contributiva inferiore di due unità rispetto ai requisiti indicati per lo stesso periodo nella tabella B di cui all’all. 1 l. n. 247/2007. Con riferimento alla categoria dei lavoratori a turni di cui all’art. 1, comma 2, lett. g), D.Lgs. n. 66/2003 che svolgano attività in “periodo notturno” per un numero di giorni inferiore a 78 nell’arco dell’anno e che maturino i requisiti di accesso al beneficio a far data dall’1.07.2009, la Circolare ministeriale – sulla scorta della disposizione di cui al comma 6 art. 1 D.Lgs. n. 67/2011 – ha ulteriormente chiarito che la riduzione del requisito di età anagrafica non potrà superare 1 anno per i lavoratori che svolgano tale attività per un numero di giorni lavorativi compreso tra un minimo di 64 ad un massimo di 71 giorni nell’anno e 2 anni per i lavoratori che, invece, svolgano tale attività per un numero di giorni lavorativi compresi tra un minimo di 72 ed un massimo di 77 nell’anno. La normativa in commento, da ultimo, fa salve le “norme di miglior favore”, precisando, tuttavia la non cumulabi-
lità tra queste ultime e le disposizioni di cui al D.Lgs. n. 67/2011. 4. Domanda di accesso al beneficio Ricorrendone tutti i presupposti, il lavoratore avente diritto avrà l’onere di presentare all’ente previdenziale di appartenenza (secondo le modalità da questo appositamente individuate) apposita domanda di accesso al beneficio entro i seguenti termini: 30.09.2011, in caso di maturazione dei requisiti agevolati entro il 31.12.2011 ovvero 1° marzo dell’anno di maturazione dei requisiti agevolati in tutti gli altri casi. La presentazione della domanda di accesso al beneficio in ritardo comporta il differimento della data di decorrenza del diritto al trattamento pensionistico anticipato di un mese, in tutti i casi di inoltro entro il mese successivo alla scadenza del termine, di due mesi, in tutti i casi di inoltro della domanda entro due mesi dalla scadenza del termine e di tre mesi in tutti gli altri casi. La Circolare ministeriale individua altresì il contenuto della domanda di accesso al beneficio e la relativa documentazione a corredo, precisando che “la documentazione, prodotta in copia, che il datore di lavoratore è tenuto a rendere disponibile per il lavoratore entro trenta giorni dalla richiesta, tenuto conto degli obblighi di conservazione della medesima, deve riportare, salvo i casi di comprovata impossibilità, la dichiarazione di conformità all’originale rilasciata dal datore di lavoro o dal soggetto che detiene stabilmente la documentazione in originale”. Per i lavoratori iscritti all’Inps, l’Istituto ha stilato e pubblicato, in allegato al Messaggio n. 16762/2011 del 25.08.2011, apposito modello di “domanda di riconoscimento dei benefici relativi allo svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti” (mod. LPFP – cod. AP45) e, con riferimento ai termini di presentazione, ha ulteriormente precisato che le domande di accesso inoltrate prima della pubblicazione del Messaggio stesso saranno ritenute validamente presentate “ancorché mancanti della specificazione dei periodi di svolgimento delle attività lavorative particolarmente faticose e pesanti e della documentazione rilevante ai fini della procedibilità, purchè comunque tali elementi siano integrati entro il 30 settembre 2011”. Medesima precisazione in ordine alla validità delle domande inoltrate a far data dal 2.05.2011 è formulata, invero, e con portata generale (non circoscritta, quindi, ai soli lavoratori iscritti all’Inps) dalla Circolare ministeriale. Entrambi i documenti, inoltre, introducono un onere a carico dell’Ente previdenziale di competenza di formulare tempestiva richiesta di integrazione della domanda con la documentazione specificata dalla Circolare ministeriale a tutti i lavoratori che abbiano provveduto all’inoltro della domanda in data antecedente a quella di pubblicazione dei chiarimenti in commento (10 agosto – Circolare ministeriale - e 25 agosto 2011 – Messaggio Inps). <
Assunzioni solo con permesso di soggiorno Non basta la semplice richiesta. Il datore di lavoro deve sempre accertarsi della regolarità dell’extracomunitario
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on basta la richiesta di soggiorno. Il datore di lavoro che intende assumere lavoratori extracomunitari deve essere certo che gli stessi siano “regolari”. Altrimenti rischia una sanzione penale. Così ha recentemente stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 32934 dello scorso 31 agosto. Ad impararlo a proprie spese è stato un imprenditore di Torino, “colpevole” di aver assunto due cittadini extracomunitari
irregolari. Cosa di cui l’uomo non era a conoscenza, poiché gli stessi, all’atto dell’assunzione, avevano presentato regolare richiesta di permesso di soggiorno. Un documento non sufficiente per i giudici, secondo i quali lo stesso avrebbe dovuto accertare che tale richiesta fosse andata a buon fine. Da qui la condanna per l’imprenditore nei primi due gradi di giudizio e la conferma della stessa in Cassazione. «La responsabilità del da-
tore di lavoro che assume alle proprie dipendenze uno straniero privo del permesso di soggiorno», hanno spiegato i giudici, «non è esclusa dalla buona fede invocata per aver preso visione della richiesta di permesso di soggiorno avanzata dallo straniero». E poco ha importato che la posizione dei due extracomunitari, di origini rumene, fosse poi stata “sanata” dall’ingresso del loro Paese nella Comunità europea. «L’avvenuta regolarizzazione della
posizione dei lavoratori stranieri successivamente all’accertamento dell’illecito, anche a seguito dell’adesione della Romania all’Unione Europea, come correttamente rilevato dai giudici di appello, rappresenta un dato di per sé inconferente, non escludendo esso la sussistenza della condotta antigiuridica dell’imputato, né la punibilità del reato a lui contestato». Il datore di lavoro, in sintesi, deve essere più che certo della regolarità dello straniero. <
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Manovra
Torna ancora il Sistri L’avvio fissato per il 9 febbraio 2012
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istri sì, Sistri no questo il dilemma. Fortunatamente (finora) risolto dalla Commissione Senato. Il nuovo Sistema di tracciabilità dei rifiuti partirà definitivamente il 9 febbraio 2012. Cancellato dal governo con la manovra bis, è stato ripristinato da un emendamento al decreto della Commissione stessa. Stando alle nuove disposizioni, la partenza del nuovo sistema sarà unica per tutti gli operatori. Sono state quindi abrogate le due vecchie partenze, fissate rispettivamente al 1°settembre 2011 e al 2 gennaio 2011. La Commissione Senato ha anche ammorbidito l’utilizzo del sistema, soprattutto per gli operatori che trattano rifiuti pericolosi. Sono state previste procedure di snellimento: il ministero dell’Ambiente dovrà individuare particolari tipologie di questi che possano essere trattate come i
non pericolosi. Di interesse per i panificatori (il Sistri è rimasto obbligatorio per tutte le imprese produttrici di rifiuti con più di dieci dipendenti), invece, il test che il nuovo sistema dovrà superare. Dopo le criticità riscontrate nella sperimentazione del Sistri, la Commissione ha previsto un check informatico da realizzarsi in collaborazione con le associazioni di categoria. Ciò anche in funzione di un ulteriore semplificazione delle procedure. Le nuove norme, oltre a dover essere codificate, diventeranno operative solo dopo il voto finale del Parlamento sulla manovra bis, dl. 138/2011. Il termine massimo per la conversione in legge del decreto è il 12 ottobre. Fino a quella data e, salvo ulteriori colpi di mano, fino al 9 febbraio 2012 resteranno in vigore le vecchie procedure cartacee per la gestione dei rifiuti. <
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suna conseguenza se il bene è concesso in questo modo. In caso contrario, con un corrispettivo inferiore, invece scatteranno le sanzioni. In aggiunta a ciò, è stato inserito l’obbligo di comunicare i beni concessi in godimento. Il non rispetto di questi obblighi prevede: - una sanzione del 30 percento della differenza tra il valore di merca-
Il cento per cento delle somme riscosse grazie a loro andrà ai comuni ben presto inizieranIli.sindaci no a stanare gli evasori fiscaCon la manovra bis, ai comuni che parteciperanno attivamente alla lotta all’evasione andranno il cento per cento delle somme riscosse. L’incentivo sarà attivo per il triennio 2012-2014, tempo dopo il quale si tornerà all’attuale bonus del 50 percento. L’unica condizione per la concessione del beneficio è che i comuni stessi, entro il prossimo 31 dicembre, diano vita a un proprio consiglio tributario. Organo appositamente studiato per ideare e gestire le attività di accertamento. Sarà pro-
to del diritto di godimento e il corrispettivo pattuito nel caso in cui tale differenza non sia stata tenuta in conto nella dichiarazione dei redditi da parte dei soci o nel caso in cui l’impresa abbia dedotto i costi dei beni; - una sanzione da 258 a 2.065 euro per la mancata comunicazione se le diposizioni fiscali sono state rispettate. Sul fronte della comunicazione c’è da aggiungere un altro particolare. I soggetti che avranno ricevuto i beni in godimento saranno controllati dalle Entrate al fine di ricostruire il loro reddito. <
Tasse sempre più regionali Il governo concede la possibilità di aumentare l’addizionale Irpef
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partire dal 2012 le Regioni potranno aumentare o diminuire le addizionali Irpef. Il governo ha anticipato di un anno questa possibilità, lasciando inalterati alcuni parametri. Le Regioni non potranno decidere aumenti indiscriminati. Per il 2012 la soglia massima è stata infatti fissata allo 0,5 percento. Per gli anni successi le addizionali regionali potranno subire incrementi: fino all’1,1 percento per il 2014 e al 2,1 per-
cento per il 2015. Unica eccezione a questi ulteriori aumenti sono stati fissati per le Regioni che hanno ridotto l’Irap. Nelle intenzioni del legislatore, questi aumenti dovrebbero compensare i tagli effettuati con la manovra e andranno di pari passo con la riduzione
L’evasione fiscale si combatte (anche) con l’iPhone
SINDACI A CACCIA DI TASSE
Nel mirino i beni dell’impresa anificatori attenti: i beni dell’impresa lasciati in godimento ai soci o ai famigliari devono avere un corrispettivo pari al valore di mercato. Altrimenti fioccano le sanzioni. A intervenire su questo aspetto è un emendamento alla manovra bis. Con le modifiche introdotte, la concessione dei beni è possibile soltanto tramite un congruo corrispettivo annuo. L’importo dello stesso deve essere parametrato al valore di mercato del bene secondo quanto indicato dall’articolo 9 del Testo Unico delle imposte sui redditi. Non ci sarà nes-
Creata un app per segnalare chi non rilascia gli scontrini
dell’aliquota base statale. In questo modo, le nuove addizionali non dovrebbero (condizionale d’obbligo) avere effetti diretti sui contribuenti. Gli importi da pagare, in sintesi, sarebbero gli stessi ma verrebbero riscossi in misura maggiore dalle Regioni. A partire dal 2013, inoltre, saranno proprio queste ultime a poter predisporre di apposite detrazioni fiscali in favore delle famiglie, come anche misure di sostegno sociale. <
prio ai consigli tributari che lo Stato darà accesso ai dati dei contribuenti, in modo da rendere più facile la scoperta di eventuali evasori. Oltre a questo, la manovra ha concesso ai sindaci la possibilità di mettere online i redditi dei propri cittadini. Un’idea già partita dal 2007, ma subito accantonata dalla levata di scudi dei contribuenti e del Garante della privacy. Ancora non è chiaro come quest’ultimo provvedimento sarà attuato: i dati non dovrebbero essere nominativi, però, ma indicare solo determinate categorie di soggetti. <
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a adesso bisognerà stare sempre più attenti a rilasciare gli scontrini fiscali. L’ingegnere Edoardo Serra ha infatti sviluppato un app per l’iPhone e per tutti gli smartphone con sistema operativo Android. Un app che già dal titolo rendere chiara l’idea: Tassa.li. Attraverso questa semplice applicazione, scaricabile gratuitamente online, chiunque potrà segnalare in tempo reale, con tanto di grafica e indicazioni, un esercizio commerciale, un ristorante e quant’altro che non abbia rilasciato lo scontrino fiscale. I dati confluiscono tutti sul sito web dello sviluppatore e sui principali social network. E di certo, per non finire marchiati dall’app bisognerà stare attenti: a distanza di poche settimane dal suo rilascio, sono già giunte oltre 2 mila segnalazioni per un ammontare di oltre 10 milioni di euro di importi evasi. <
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Attualità
Prosegue in Europa il dibattito sul sale Fondamentale la riduzione dei quantitativi nei cibi. Chiesto l’aiuto della scienza per compensare l’eventuale perdita di sapore
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egli ultimi mesi il dibattito sulla riduzione dei quantitativi di sale nella dieta alimentare è cresciuto d’intensità. Fra smentite e contro smentite da più parti è stata ribadita la necessità di attuare politiche di riduzione dei quantitativi di sodio. Argomento che tocca da vicino sia i panificatori italiani (che hanno sottoscritto un apposito protocollo in merito con il ministero della Salute) sia i loro colleghi, come anche gli altri produttori di alimenti. E si è arrivati a chiedere l’aiuto di università e scienziati per ridurre il sale senza far perdere gusto e conservabilità ai prodotti. Non è un aiuto per le malattie. Anzi sì A sminuire l’importanza della riduzione del sale negli alimenti è stata l’ultima revisione Cochrane. Questa revisione è stata realizzata dalla Cochrane Collaboration, una iniziativa internazionale noprofit nata con lo scopo di raccogliere, valutare criticamente e diffondere le informazioni relative all’efficacia degli interventi sanitari. Le sue revisioni sistematiche sintetizzano e valutano criticamente tutte le prove disponibili in letteratura su un argomento ed esprimono un giudizio relativo all’efficacia dei trattamenti. Riguardo alla riduzione dei quantitativi di sale, la revisione Cochrane ha stabilito che la stessa non ha effetti sulla diminuzione degli ictus o degli attacchi cardiaci. A seguito di questa ricerca è stata realizzata una controanalisi pubblicata su The Lancet, la più importante rivista scientifica mondiale del settore della medicina. Utilizzando gli stessi dati della revisione Cochrane, gli studiosi sono giunti a conclusioni contrarie: ridurre di 2 grammi al giorno i quantitativi di sale, comporta una diminuzione del 20 percento del rischio ictus e del rischio infarto. Per tale motivo gli autori della ricerca, sostenuti da molti autorevoli esperti mondiali, hanno incoraggiato l’adozione di politiche volte a ridurre l’assunzione di sale. «Una riduzione dell’apporto di sodio nella popolazione»,
hanno spiegato gli autori, «avrà importanti effetti benefici sulla salute con risparmi sui costi sanitari in tutti i paesi del mondo». Quel pane un po’ troppo salato L’esempio italiano, dove si è già dato il via a una progressiva riduzione del sodio nel pane, ben presto dovrebbe essere seguito anche nel Regno Unito. Una ricerca condotta in Gran Bretagna, pubblicata dal Daily Mail, ha infatti scoperto che una forma di pane su quattro conterrebbe in una sola fetta più sale di un’intera busta di patatine. A raccogliere i dati è stato il gruppo Consensus Action on Salt and Health, secondo il quale gli inglesi consumerebbero un po’ troppo sale: in media 8,6 grammi al giorno, contro il massimo raccomandato di 6 grammi (il 43 percento in più). È stato proprio il gruppo ad analizzare oltre 240 tipologie di pane confezionato e fresco, scoprendo come il 28 percento del campione contenesse una maggiore quantità di sale per fetta, rispetto a una busta di patatine. L’aiuto della scienza per non perdere il sapore Il problema inizia quindi a diventare urgente. Ecco perché il British Retail Consortium (BRC) e la Federazione Alimenti e Bevande inglese hanno chiesto aiuto a scienziati e università, invitandoli ad
aiutare i produttori di alimenti a tagliare il livello di sale nei prodotti da forno, nei prodotti dolciari e negli altri alimenti. Come in Italia, il problema principale risiede nel gusto che il sale conferisce ai prodotti, specialmente al pane. Anche nel Regno Unito sono stati fat-
COS’È IL MEZZOSALE E COME FARE PER PRODURLO l MezzoSale è un pane a riImetà dotto contenuto di sodio (la di quello comunemente utilizzato nelle normali produzioni). È stato ideato e realizzato dalla Federazione italiana panificatori in attuazione del Protocollo d’Intesa siglato con il Ministero della Salute nell’ambito del programma “Guadagnare Salute”, per favorire un’alimentazione povera di sale e contribuire, così, alla prevenzione dell’ipertensione arteriosa e delle gravi malattie ad essa correlate, quali l’infarto del miocardio e l’ictus cerebrale. I panificatori che vogliono aderire all’iniziativa potranno ritirare gratuitamente il kit (contenente il manifesto da apporre fuori il panificio il cartellino-ingredienti, la ricetta e il disciplinare di produzione) direttamente presso la propria associazione territoriale di riferimento. Mentre gli aderenti alla Federazione nella cui provincia non è presente un’associazione, potranno telefonare nella sede nazionale di Roma (tel. 06.8541138) per farsi inviare tutto il materiale direttamente in azienda.
ti importanti progressi, ma c’è il rischio che un’ulteriore riduzione dei quantitativi di sodio provochi nei consumatori un rifiuto dei prodotti. Oltre a questo ci sono poi tutti quei fattori, che i panificatori conoscono bene, a complicare il quadro: il sale non dà solo sapore, ma influisce sulla lavorazione e sulla durata del prodotto finito. Gli scienziati sono stati quindi invitati a risolvere il problema: in palio per loro 18 mila sterline. I progetti dovranno essere presentati entro il 23 settembre e saranno resi pubblici a metà ottobre. E forse potranno anche essere utili per i panificatori italiani. In Italia Il dibattito sulla riduzione del sodio nel nostro Paese è già andato più avanti. La Federazione italiana panificatori, insieme alle altre associazioni di categoria, già dal 2009 ha firmato un protocollo d’intesa con il ministero della Salute per diminuire del 5 percento all’anno il sale nel pane. E, in più, ha dato vita al Mezzosale, pane inserito all’interno del programma ministeriale Guadagnare Salute, che ormai è diventato un prodotto più che collaudato. In tutte le province dove è iniziata la produzione i risultati, in termini di vendite e apprezzamenti, sono stati più che ottimi. I panificatori italiani, insomma, stanno facendo da capofila in Europa <
La crusca migliora la shelf-life dei prodotti da forno
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a crusca potrebbe aiutare ad allungare la durata dei prodotti da forno, contribuendo anche a migliorare il loro gusto. La novità arriva da uno studio condotto dall’Università tecnica nazionale di Atene. Nei risultati ottenuti, pubblicati sul Journal of Food Science, i prodotti da forno hanno avuto una shelf-life più lunga fino al 60 percento. E, stando alla ricerca, l’enzima della crusca modificato ha reso i prodotti anche più interessanti per i consumatori che li hanno assaggiati. «La procedura sviluppata e i risultati possono essere utilizzati dal settore della panificazione per realizzare prodotti di fibre e prodotti da forno a basso costo con migliori caratteristiche sensoriali», hanno spiegato Dimitra Lebesi e Constantina Tzia, le due ricercatrici che hanno condotto lo studio. La ricerca greca si è concentrata sui prodotti da forno, e in particolare sui dolci, perché, a differenza del pane, la loro shelf-life è stata poco studiata. In questi prodotti la durata è influenzata da una serie di ingredienti e questo rende sicuramente più difficile allungarla. Nel loro studio, i ricercatori hanno realizzato diversi prodotti, fra cui anche torte, sia con l’enzima di crusca modificato che senza. Ebbene quelle realizzate con l’enzima sono diventate stantie dopo un tempo molto maggiore (45-50 percento in più in media per arrivare anche al 60 percento). Degustati da un panel di 32 volontari, i risultati hanno mostrato, inoltre, che i prodotti realizzati con l’enzima di crusca modificato hanno ottenuto un punteggio superiore, sia allo stato fresco che conservato, rispetto agli altri dolci. «I risultati dello studio», hanno concluso i ricercatori, hanno dimostrato che l’uso di fonti enzimatiche modificate di crusca può essere efficace nella produzione di dolci con migliori caratteristiche nutrizionali e con una conservabilità prolungata». <
Cereali africani per il pane
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a ricerca di cereali alternativi al grano per realizzare nuovi prodotti da forno si sta intensificando negli ultimi tempi. Spinti dai consumatori, alla ricerca di sapori nuovi e da prodotti considerati più nutrienti e sani, numerosi studi scientifici hanno focalizzato la loro attenzione su questi nuovi ingredienti. Fra questi sono recentemente spuntati due cereali africani: la Acha (Digitaria exilis) e l’Iburu (Digitaria iburua). Entrambi, stando alla ricerca realizzata dall’Università d’Agraria della Nigeria e pubblicata dal Journal of Food Science, ottimi per realizzare un pane a lievitazione naturale. La ricerca è stata guidata dall’italiana Raffaella Di Cagno che ha spiegato come i cereali antichi del continente africano sia sempre di più interessando i paesi occidentali. Ma lo studio è stato portato avanti principalmente perché la possibilità di utilizzarli in alternativa al grano ridurrebbe i prezzi relativi alla farina (oggi legati agli alti costi di importazione del frumento). I due cereali, l’Acha e l’Iburu, noti come fonio bianco e fonio nero, sono invece largamente disponibili nel continente. I ricercatori hanno confrontato il pane prodotto dalle farine dei due cereali con quello prodotto da farine di grano. Durante la fase di lievitazione il comportamento dei batteri è stato praticamente identico in tutti i prodotti. Riguardo la digeribilità, il pane di Acha ha mostrato valori simili a quelli del pane di frumento, mentre quello di Iburu ha avuto un valore leggermente inferiore. Mentre per quello che riguarda la durezza e la durata i cereali africani hanno ricevuto ottimi giudizi, superiori al grano, e sono stati apprezzati anche per il gusto e il sapore. <
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Interviste ai panificatori
La formula Valentino, un solo punto vendita che soddisfi il cliente A
ntonia Valentino, 46 anni, è panificatrice a Conversano, città di 25 mila abitanti, 30 chilometri a sud di Bari. All’arte bianca è arrivata sposando Michele Brunetti, panificatore per tradizione familiare. Con il matrimonio, dunque, ha acquisito non solo un coniuge, ma anche il suo lavoro. Michele, è stato per anni in società con il fratello; poi, nel 2000, ha aperto il suo forno e, con la moglie, ha dato vita a una bella azienda, ben radicata nel territorio. “Provengo da una famiglia tradizionalista”, racconta Antonia, “e sono stata abituata a fare il pane in casa. Così ho sviluppato l’amore e la sensibilità per questo indispensabile alimento della nostra dieta. Poi, crescendo i nostri figli, abbiamo pensato che
fosse una buona idea investire in una nostra impresa di famiglia. Oggi, oltre a me e mio marito, in azienda trovano lavoro anche i miei figli Pierluigi e Angelica e tre dipendenti, impegnati sia nella vendita sia nella produzione”. L’azienda si sviluppa su 140 mq totali, con due laboratori e un punto vendita. Nei laboratori si producono pane, dolci, rosticceria e gastronomia. Nel punto vendita ogni produzione ha il proprio spazio ben definito e c’è anche il banco salumi e formaggi. La rosticceria va dal semplice supplì al panettone gastronomico fino alla gastronomia completa di primi, secondi e contorni. “Nel 2000 siamo già partiti con una produzione diversificata e poi siamo cresciuti sia nell’offerta dei prodotti sia come
Antonia Valentino e il suo gruppo di lavoro
numero di dipendenti”, spiega Antonia. “La mattina abbiamo tutto ciò che serve per la merenda di chi va a scuola, dal pan ciock alla focaccia ripiena. A metà mattinata cominciamo a proporre la gastrono-
mia e in tarda mattinata intensifichiamo il lavoro per le pizze. Il pane c’è sempre e sforniamo tutto durante tutto il giorno. Nella fascia serale intensifichiamo la pizzeria. Siamo aperti dalle 4 di mattina, per-
ché facciamo il servizio per chi lavora in campagna, fino alle 14,30 e poi dalle 17,30 fino alle 22. Riusciamo a darci il cambio anche se noi di famiglia lavoriamo di più. Ovviamente, se serve, stiamo anche nella rivendita”. Chiediamo ad Antonia, che è iscritta al Gruppo Giovani, come definisca oggi l’andamento della sua azienda. “E’ vero che rispetto allo scorso anno ci sono stati dei cambiamenti”, risponde, “ma lavoriamo bene anche se non siamo ai livelli elevati del passato; va bene così, perché la flessione è minima. Stiamo cercando di aiutare le famiglie di coloro che hanno perso il lavoro perché ci rendiamo conto della difficoltà del momento. Siamo però convinti che la forza di un’azienda familiare di tradizione e
di esperienza non si indebolisce facilmente. Noi non chiudiamo mai per ferie e ci conforta ora vedere che i nostri figli, quando ce n’è bisogno, riescono per qualche giorno a mandare avanti l’azienda da soli”. Progetti per il futuro? “Da poco abbiamo ristrutturato la rivendita nell’ottica di ampliare la pasticceria, inserendo un frigorifero per i semifreddi. Vogliamo crescere”, conclude Antonia, “senza pensare a un secondo punto vendita, che rischierebbe di far trascurare l’attenzione al prodotto, che noi invece amiamo curare nel minimi dettagli. La nostra formula è un unico punto vendita che soddisfi il cliente tanto da far venire la gente anche da fuori”. Rosanna Iacovino (ro.iacovino@tiscali.it)
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Ricette a cura di Rosanna Iacovino
Rustico con verdura in doppio strato di pasta I
rustici ripieni rappresentano un vero pasto completo per la presenza di vari ingredienti che garantiscono l’apporto calorico necessario in un alimento di qualità artigianale. La proposta è quella di un rustico con doppio strato di pasta, ripieno di pancetta, spinaci e parmigiano.
Rustico farcito agli spinaci INGREDIENTI Per la pasta farina 350 W lievito burro sale timo maggiorana Per il ripieno spinaci lessati pancetta a cubetti parmigiano olio extra vergine di oliva sale per con dire
Procedimento Lavorare gli ingredienti della pasta nell’impastatrice a spirale per 3 minuti in 1° velocità e 4 in 2°. Formare una palla, metterla a riposare per 30 minuti in un mastello e ungerla con olio extravergine di oliva. Per il ripieno: far saltare in padella con olio la pancetta per 1 minuto, poi aggiungere gli spinaci lessati e il resto del condimento. Stendere la pasta a 5 mm di spessore e ricavarne due dischi, con il primo foderare una tortiera, coprire con il ripieno e chiudere con il secondo disco. Bucherellare la pasta, pennellare con olio e cuocere a 200° C per 20-25 minuti circa.
500 g 25 g 50 g 5g 20 g 20 g
400 g 200 g 100 g 40 g
Tortino rustico con crema di melanzane e zucchine
Rotolo di pasta di pane farcito con il pesto
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iamo ancora nel periodo delle melanzane e questo rustico dal sapore ottimo valorizza proprio questo ingrediente abbinato alla zucchine con cui forma una delicata crema.
Rotolo al pesto INGREDIENTI Per la pasta farina 300 W farina integrale lievito latte tiepido acqua tiepida zucchero sale burro Per farcire pesto
Tortino al sesamo con crema di melanzane INGREDIENTI farina 300 W olio di sesamo semi di sesamo lievito secco acqua tiepida sale Per la crema melanzana grande zucchine grandi cipollotti olio extra vergine di oliva albume uova parmigiano grattugiato sale e pepe per condire
na ricetta facilissima, ma dal risultato eccellente in termini di sapore e colpo d’occhio. Un rotolo di pasta viene farcito con il pesto creando un gradevole sapore e gioco di colore.
220 g 20 g 40 g 10 g 80 ml circa 5g 1 4 2 60 g 1 1 40 g
Procedimento Per la pasta, lavorare gli ingredienti nell’impastatrice e far riposare per circa 1 ora. Per preparare il ripieno: cuocere in un tegame le melanzane e le zucchine con i condimenti e ridurre in una purea, poi passarle nel frullatore e aggiungere l’albume montato e l’uovo battuto. Stendere la pasta in una tortiera foderando il bordo, riempirla con il ripieno e decorare il bordo come arricciando la pasta. Cuocere in forno a 200° C per 30
250 g 125 g 12 g 100 ml 50 ml 5g 8g 25 g 120 g
Procedimento Lavorare gli ingredienti per la pasta nell’impastatrice (4 minuti in 1° velocità e 4 in 2°), poi far riposare per 60 minuti. Stendere la pasta a forma di rettangolo 20x40 cm e spalmarvi sopra il pesto. Arrotolare nel senso della lunghezza. Lasciar riposare per 60 minuti. Infornare a 180° C per 30-35 minuti.
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Ricette a cura di Rosanna Iacovino
Pudding con crema Dolce il sapore di prugne e nocciole del pane con le patate U
n dolce che coniuga la bontà del pane artigianale di nostra produzione con una crema di prugne, ancora di stagione. Gradevole nel sapore, abbastanza nuovo come idea e lavorazione.
Pudding con le prugne INGREDIENTI uova zucchero semolato zucchero vanigliato limone uova passa nocciole di mandorle tritate latte prugne farina pan carré gelatina nocciole o mandorle tritate
5 250 g 100 g 1 200 g 200 g 750 ml 200 g 40 g 8 fette circa 2 fogli 200 g
Procedimento Sbattere insieme le uova con lo zucchero semolato e vanigliato. Aggiungere la buccia di limone e metà delle nocciole, la farina, il latte, l’uva passa e le prugne sbucciate e cotte in padella per 5 minuti con 50 grammi di zucchero. Imburrare uno stampo da plum cake o dal bordo alto, ricoprirlo con le fette di pane lasciandone due o tre per coprire. Riempire con la crema preparata e chiudere con la fette di pane. Far cuocere in forno per 60 minuti, far riposare 8 ore in frigorifero e una volta tolto dallo stampo, guarnire con gelatina e con le nocciole avanzate.
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uesta ricetta di pane vede l’utilizzo delle patate: grattugiate e non lessate, come avviene di consueto. Un’idea da provare per un risultato appagante.
Pane alle patate INGREDIENTI patate lievito sale latte caldo farina 350 W
1,25 kg 15 g 10 g 375 ml 500 g
Procedimento Sbucciare e grattugiare grossolanamente le patate, strizzarle in un panno, poi metterle nell’impastatrice a spirale con gli altri ingredienti. Lavorare 5 minuti in 1° velocità e 3 in 2°. Far riposare la pasta per 60 minuti, poi darle la forma preferita, si consiglia la pagnottina. Cuocere in forno a 200° C per circa 60 minuti.
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Province Liguria, verso la costituzione dell’Unione regionale panificatori
L’estate dei forni: toni grigi nelle nostre città più grandi S N
on hanno avuto molte soddisfazioni i panificatori delle grandi città italiane, in questa estate che sta per giungere al traguardo. Mentre sono generalmente positive le notizie che si raccolgono nelle province costiere, dove i forni delle località balneari hanno lavorato a un buon livello, il quadro che riguarda i maggiori centri urbani presenta prevalenti toni di grigio. Non è andata male; per qualcuno, anzi, abbastanza bene. Ma dal comportamento della clientela emergono segnali che indicano un certo affanno e che vanno valutati. Milano, per esempio. Pietro Restelli, presidente dell’Associazione provinciale panificatori, sot-
Pierto Restelli
tolinea che, soltanto la settimana dopo ferragosto si è registrato una certa calma, evidentemente a seguito dell’ultimo turno di partenze dalla città. Per il resto, è andata “abbastanza bene”, però... Ci sono pochi quattrini in giro, osserva Restelli, la gente va meno nei supermercati e torna più spesso nei negozi sotto casa dove “un po’ pagano e un
po’ segnano, cosa che non possono certo fare nei supermercati”, dice Restelli. Insomma, un andamento che ricorda lo stile degli acquisti alimentari degli anni ’60. Da Torino, Giovanni Gai, presidente dell’Associazione provinciale panificatori, dà indicazioni un poco diverse ma trae le stesse conclusioni. “Meno gente ha lasciato la città, ma egualmente non abbiamo avuto grandi soddisfazioni. Un po’ si è fatta sentire la crisi, un po’
Giovanni Gai
ha pesato l’incertezza del momento politico. E
poi si è sentita forte, nell’estate, la concorrenza dei supermercati, che stanno aperti otto giorni su sette. Un segno da valutare è una certa maggior tendenza a “segnare”: si paga a fine settimana, a fine mese. Pochi soldi, dunque, e molta oculatezza nelle scelte. A Roma, “Abbiamo tenuto le posizioni e forse abbiamo registrato un lieve aumento di vendite rispetto allo scorso anno”, dice Bernardino Bartocci, presidente dell’Associazione provinciale panificatori. Ma Roma è una realtà urbana anomala che d’estate presenta due fenomeni diversi: l’invasione dei turisti, che quest’anno è stata superiore al 2010, e l’esodo di tanti cittadini, magari solo per arrivare a Ostia, a Fregene o a una qualunque delle tante località costiere, nel tentativo di sfuggire alla morsa del caldo. “C’è anche da tenere
Il polemico
C
he si può dire ancora per rinfacciare ai nostri politici l’assurdità dei privilegi di cui godono? Carta stampata e TV hanno scritto di tutto e di più per mettere a nudo l’abissale distanza che separa la Casta dai comuni cittadini. Perciò, da qualche settimana, l’opinione pubblica è percorsa da giuste ondate di sdegno, la Casta pare nell’angolo e stimolare ulteriore ira nei Pantaloni italiani, che pagano per tutti, potrebbe sembrare azione da Maramaldo: quasi come sparare sulla Croce Rossa. Personalmente non credo sia così e credo opportuno tenere sveglia l’attenzione sulla questione. Altre volte, negli anni passati, la gente ha proclamato: “Siamo stufi dell’invadenza della politica, dei costi dei partiti, degli incredibili compensi i politici si elargiscono. Siamo stanchi di essere strizzati quando, ai livelli più alti, ogni proposta di sacrificio, anche minimo, viene respinta con voto pressoché unanime”. Ogni volta è durata qualche giorno. Poi, i media hanno trovato altri argomenti, la gente ha ricominciato a pensare ai casi suoi, con l’occhio attento ai bilanci famigliari, sdegno e indignazione sono stati dimenticati. Nello stanzino delle scope sono finiti anche tanti buoni propositi di civico impegno.
presente”, aggiunge Bartocci, “che con il caldo la gente varia la dieta e consuma meno pane...”. Insomma, l’afflusso dei turisti ha compensato, almeno in parte, il minore consumo dei romani. “Teniamo presente”, conclude Bartocci, “che
B.Bartocci
Roma è molto grande e che i forni del centro hanno certo lavorato assai più che non quelli di periferia. Volendo dare una indicazione media, comunque, possiamo dire che la panificazione romana, in questa estate se l’è cavata discretamente bene”. <
ta prendendo forma, in Liguria, un embrione di Unione regionale dei panificatori. L’elemento principale su cui si fonda la proposta di aggregazione è l’ipotesi di una legge regionale sul pane; il gestore dell’iniziativa è la ex-presidente dell’Associazio- Luigina Barabino ne provinciale di Savona e consigliere nazionale della Fippa, Luigina Barabino. La necessità di una legge sul pane è fortemente sentita anche nella regione ligure e l’associazione savonese ha assunto l’iniziativa di predisporre un testo da sottoporre ai rappresentanti dei panificatori delle altre tre province della regione: Genova, Imperia e La Spezia. L’articolato segue la traccia della legge adottata dalla Regione Toscana, con gli aggiustamenti utili per meglio adattarla alle esigenze liguri, e ripropone i temi principali contenuti anche nella proposta di legge a suo tempo formulata dalla Federazione italiana panificatori e inutilmente giacente da anni negli uffici governativi. In sostanza: la denominazione di «panificio» da riservare alle imprese che svolgono l’intero ciclo di produzione del pane, dalla lavorazione delle materie prime alla cottura finale; la denominazione di «pane fresco» da riservare al pane prodotto secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento, alla surgelazione o alla conservazione prolungata delle materie prime, dei prodotti intermedi della panificazione e degli impasti, fatto salvo l’impiego di tecniche di lavorazione finalizzate al solo rallentamento del processo di lievitazione, da porre in vendita entro un termine che tenga conto delle tipologie panarie esistenti a livello territoriale; l’adozione della dicitura «pane conservato» con l’indicazione dello stato o del metodo di conservazione utilizzato, delle specifiche modalità di confezionamento e di vendita, nonché delle eventuali modalità di conservazione e di consumo. Luigina Barabino è impegnata da settimane in un giro di contatti con i panificatori di tutta la Liguria, nel quadro delle trattative con i sindacati dei lavoratori per il contratto di secondo livello. Una attività che ha evidenziato, tra i panificatori, una forte rivalutazione dell’associazionismo che potrebbe portare, finalmente, alla nascita di una Unione regionale ligure. “Sto mettendo insieme un tavolo di lavoro per portare a fattor comune i tanti problemi del nostro comparto. E le premesse mi sembrano davvero positive”. <
di Bruno Stella
C’È PENSIONE E PENSIONE Accadrà così anche questa volta, non appena l’iter della manovra sarà concluso e i media non avranno più lo stimolo giusto per continuare a confrontare il mondo dorato di chi ha scelto la politica e quello, assai più difficile, di chi semplicemente lavora e al quale la politica periodicamente si rivolge per chiedere sacrifici per raddrizzare i bilanci del Paese. Ma con l’atteggiamento di chi dice: armiamoci, partite, ritorneremo vincitori. Perché i sacrifici che chiede agli italiani, la gente della Casta sa schivarli con incredibile destrezza. Per esempio. Con gli ultimi ritocchi alla manovra il governo ha deciso di mettere mano anche alle pensioni. L’adeguamento dell’età pensionabile femminile è stato anticipato al 2014 e, entro il 2026 anche le dipendenti del settore privato lavoreranno fino a 65 anni. Per contro, nessun accenno ai vitalizi d’oro dei politici. Nel 2011, i vitalizi hanno pesato per 196 milioni di euro sui bilanci di Camera e Senato, ma i contributi versati sono stati pari soltanto a un undicesimo della cifra sborsata. Situazioni analoghe si registrano anche a livello locale: la Regione Lazio incas-
sa contributi pari a un decimo di quanto paga per i vitalizi. E chi provvede a integrare i fondi? Ovviamente paga il solito Pantalone italiano. Tanto per restare in tema di trattamento pensionistico è interessante rilevare uno tra i tanti dati offerti da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, che nel loro ultimo libro: “Licenziare i Padreterni” ricordano il privilegio dei consiglieri regionali pugliesi ai quali è riconosciuta, a fine attività, una buonuscita (o assegno di reinserimento) pari a 2,4 stipendi mensili per anno di lavoro. C’è un politico che, dopo vent’anni di assemblea ha ottenuto un assegno di 492.000 euro. Come reinserimento non è davvero male, specie considerando che i giovani d’oggi privi di santi in paradiso faticano a mettere insieme 1200 euro il mese. Meglio chiudere qui questa squallida panoramica. Anche perché mi è venuta a mente mia suocera: la pensione di reversibilità che le ha lasciato il marito, un artigiano che aveva lavorato per una cinquantina d’anni, è oggi di 530 euro il mese. Ma lei, almeno, una rivalsa se la sta prendendo: è arrivata a 97 anni e spera di continuare ancora abbastanza, così da pareggiare i conti con l’INPS. Auguri.<
Lunedì 12 settembre 2011,
L’A RTE B IANCA - L A PANIFICAZIONE I TALIANA
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Province
Adria, la città madre della Ciabatta I
l pane Ciabatta, nato ad Adria (Rovigo) una trentina di anni fa e oggi universalmente noto (lo si trova anche in qualche panetteria di Santiago del Cile), da alcune settimane è protagonista di una campagna che coinvolge una quindicina di associazioni ed enti della cittadina polesana, compresa l’Associazione provinciale panificatori, guidata da Bruno Rondina. Questa “Iniziativa per Adria città del pane Ciabatta”, denominata “E noi ci crediamo”, intende raccogliere i fondi necessari per installare nel territorio diciannove cartelloni turistici che annunciano la città e ribadiscono che proprio qui è nato il famoso pane. I cartelloni recano la scritta: “ADRIA, dove è nato il pane CIABATTA” e sono stati approvati a suo tempo dalla Giunta comunale. Ora, però, servono 4 mila euro per sistemarli nei punti in-
dividuati ed ecco la singolare iniziativa. L’ideatore della ricetta, il dott. Arnaldo Cavallari, molitore, è stato a suo tempo un pilota automobilista di fama internazionale, vincitore di molti campionati di rally in Italia e anche all’estero. Queste sue esperienze le ha raccolte in un libro intitolato “Una vita nel sole” ed è proprio questa speciale
DALL’INVENTORE DELLA CIABATTA, UNA LETTERA A CHI TRATTA DI PANE l dott. Arnaldo Cavallari, ideatore della ricetta del Pane CiaIlettera, batta, ha inviato anche alla redazione dell’Arte Bianca una indirizzata a “fornai, media, persone od enti interessate a questo assai italico argomento”, cioè al pane, in cui fornisce alcuni chiarimenti sulla utilizzabilità del termine “ciabatta”, insieme con un invito a promuovere questo pane. “Tengo a precisare”, scrive il dott. Cavallari, “che la parola ‘ciabatta’ non è di mia proprietà perché, a suo tempo, questa parola non l’ho mai registrata. I marchi da me registrati sono: Ciabatta Polesana nel 1983, Ciabatta Italia nel 1989, Ciabatta Natura nel 2006. “Pertanto la ricetta del Pane Ciabatta è stata ideata dal sottoscritto, è nata nella città di Adria ma la proprietà del Pane Ciabatta è della Nazione Italia e quindi di tutti gli italiani i quali la possono anche usare o registrare, ma sempre con il nome Ciabatta seguito da un aggettivo. Esempio: milanese, laziale, di...Canicattì, ecc. ecc.
Reggio Emilia: il Pan de Re protagonista alla Giareda
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al 2 all’8 settembre si è svolta a Regio Emilia la 32° sagra della Giareda che ha trasformato Corso Garibaldi in una grande vetrina delle eccellenze reggiane: dall’artigianato ai prodotti dell’agricoltura, agli stand culinari legati al progetto «Pan de Re», che hanno animato la zona attorno alla basilica della Madonna della Ghiara. E’ stata una Festa del pane, dei forni e dei mulini, promossa dall’assessorato provinciale all’Agricoltura, i visitatori hanno potuto possibile il Pan de Re (pane da re o
pane di Reggio), il primo pane a qualità certificata e filiera corta, che l’anno scorso ha riscosso un notevole successo, con 900 quintali di pagnotte vendute nel primo anno di produzione. Il Pan de Re, nato nel 2008, è il prodotto della collaborazione tra i panificatori artigiani, con in primo piano il Gruppo provinciale guidato da Mario Cervi, e il locale assessorato all’Agricoltura. Il nuovo pane, spiega l’assessore, Roberta Rivi, è stato da subito un successo: “Il nostro scopo era creare un
prodotto naturale, salubre, senza conservanti né additivi chimici e fatto con le materie prime del nostro territorio, e penso che ci siamo riusciti. La nostra idea è quella di proseguire con questa filosofia, però presentando ogni anno nuove specialità gastronomiche». In occasione della festa, è stata anche presentata la crostata di prugna zucchella, un dolce realizzato solo con ingredienti locali e con la susina zucchella, un frutto piccolo e tondo dall’alto grado zuccherino. <
GdF sequestra forni abusivi
N
el corso di controlli effettuati nel paese di Torricella (Taranto) dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza in collaborazione con il Dipartimento di prevenzione della Asl, sono stati sequestrati due forni e un furgone, utilizzati per attività abusiva di panificazione. L’ispezione ha accertato gravi carenze igienico-sanitarie e la totale assenza di autorizzazioni. I due forni, uno elettrico di tipo industriale, in funzione e pronto per la
cottura dei prodotti solitamente commercializzati da panifici, e l’altro con alimentazione a gpl, tramite bombole, di tipo industriale, erano in una abitazione privata. Sono stati sequestrati anche una impastatrice da 25 chilogrammi, di tipo professionale, un furgone privo dell’autorizzazione sanitaria, utilizzato per il trasporto e la vendita del pane, 50 chilogrammi di impasto pronto per la cottura, una cesta in plastica contenente 10 chilogrammi di pane duro, due tavolieri di legno,
per la lavorazione e la preparazione dell’impasto. I locali non erano assolutamente idonei all’attività di panificazione e le carenze riscontrate potevano creare gravi rischi per la salute e l’incolumità dei consumatori. Una persona e’ stata denunciata all’autorità giudiziaria per violazioni delle normative e per frode nell’esercizio dell’attività commerciale. Nei confronti del titolare sono in corso approfondimenti di natura amministrativa e fiscale. <
“Quindi per favore, aiutate il propagarsi e la produzione di questo tipo di pane, perché ormai affermato anche dai francesi e dagli spagnoli, si sta consolidando come il miglior pane del mondo. Anche perché, tengo a precisare, nel 2007, a Lione, in Francia, abbiamo vinto, con il Pane Ciabatta, il titolo Olimpionico del pane”. Scrive ancora il dott. Cavallari: “Finalmente abbiamo superato la famosa baguette francese ed ora, tutti insieme, cerchiamo di migliorare sempre più le caratteristiche di questo italico pane, caratterizzato dal fatto di venire prodotto da una farina “pulita” e la lavorazione eseguita senza l’aggiunta di qualsiasi coadiuvante. Se, tutti insieme, fornai e media, seguiremo questo percorso, ne trarrà senz’altro vantaggio l’italianità e il turismo stesso”. “Sono a completa disposizione”, conclude il dott. Cavallari, “per continuare a dare consigli e precisazioni, anche pratiche, nel mio panificio sperimentale”.
biografia che consentirà di raccogliere i quattrini necessari a installare i cartelloni. Il dott. Cavallari, infatti, ha messo a disposizione dell’organizzazione 200 copie del suo libro e gli enti e le associazioni che hanno aderito all’iniziativa si danno da fare ora per venderle. Questi gruppi di volontariato, precisa un volantino di larga diffusione, “tengono a disposizione il libro per tutti i cittadini di buona volontà che desiderano acquistarlo per confermare che Adria è senz’altro: La Città Madre del Pane Ciabatta”. < INSERZIONISTI Alpi Bombieri Butterback Casteggio Lieviti Ireks Italia Komplet Novapan Real Forni R.P. Grassi
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L’A RTE B IANCA - L A PANIFICAZIONE I TALIANA
Lunedì 12 settembre 2011,
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Qui Lombardia Pagina a cura di Graziano Monetti
Può restare il sogno o è già utopia?
C’
è di che essere delusi, scontenti, amareggiati e, soprattutto, molto confusi. La coincidenza negativa di una situazione economica mondiale di difficoltà come l’attuale poteva, anzi doveva ragionevolmente costituire l’opportunità per porre finalmente mano al risanamento e riordino italiano. In maniera sostanziale e soprattutto credibile. Così non è! Per responsabilità (insipienza?) di tutti! Di chi “comanda”. Di chi difende il proprio orticello senza guardare più in là dei suoi interessi. Di chi alza barricate ideologiche solo per danneggiare l’avversario politico. Di tutti: politicamente a destra e a sinistra; socialmente in gruppi collettivi o singoli individui. Tutti, purtroppo! Gli indispensabili, doverosi e urgenti tagli ai costi sproporzionati, agli sprechi e ai privilegi della burocrazia, della politica e dell’elefantiaca macchina amministrativa sono stati nuovamente rimandati a un futuro indefinito. Così come tutte le necessarie riforme del fisco, dell’amministrazione, del lavoro e per l’incentivazione agli investimenti. Ma soprattutto la riduzione delle spese che sono enormi, ingiustificate, inutili. Se lo Stato è la proiezione dilatata della famiglia, anche nelle famiglie se le entrate non bastano si eliminano i costi di ciò che non ci si può permettere. Si rinuncia a qualcosa (non è così difficile) e si fanno quadrare i conti nella giusta proporzione tra entrate e uscite. Invece ancora una volta si verifica una mancata assunzione di responsabilità delle cosiddette maggioranza e opposizione e si continua ad abusare di noi cittadini che abbiamo perso fiducia e stiamo abbandonando la credibilità. Il sistema è definito inefficiente, autoreferenziale, corrotto, inefficace, redditizio per chi lo gestisce ma del tutto iniquo nei confronti degli italiani. Eppure neanche quest’occasione ha consentito di iniziare finalmente a cambiarlo. Anziché elaborare un disegno politico in grado di raggiungere - oltre al pareggio di bilancio che l’Unione europea ci richiede - anche la ripresa della crescita, si è preferito rimandare, temporeggiare, proporre per poi rinunciare. Con un balletto stucchevole, di misure annunciate e ad una ad una ritirate, che rende l’Italia sempre meno credibile. Ma è davvero impossibile a chi dovrebbe rappresentare la collettività, agli eletti di ogni colore, riuscire a trovare il coraggio di fare scelte magari dolorose ma davvero utili? Ridimensionando la propria spasmodica ricerca di consenso delle clientele? Agendo con lodevole indipendenza dalle pretese dei potentati al fine di riequilibrare le risorse, l’equità sociale e rivitalizzare il senso civico? Trovare e adottare finalmente e senza tentennamenti le decisioni indispensabili per il miglioramento vero dell’Italia è destinato a rimanere un sogno o, purtroppo, si è già trasformato in utopia?
G. Monetti
Bando FRIM della Regione Lombardia
Contributi per lo sviluppo aziendale È
stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia l’approvazione del Bando FRIM “Linee di intervento per lo Sviluppo aziendale, la Crescita dimensionale d’impresa e il Trasferimento della proprietà d’impresa” volto a sostenere in particolar modo le imprese di servizi e le imprese artigiane, orientate all’innovazione e allo sviluppo competitivo sul mercato interno ed internazionale, sostenendo la loro crescita dimensionale ed il consolidamento sul territorio. Nel dettaglio il bando prevede tre linee di intervento: • Linea 1 - Sviluppo aziendale basato su investimenti di ammodernamento e ampliamento produttivo, come: - opere murarie, opere di bonifica, impiantistica e costi assimilati fino al 40% dell’investimento complessivo ammissibile; - macchinari, impianti specifici ed attrezzature, arredi – nuovi di fabbrica o usati – necessari per il conseguimento delle finalità produttive; - sistemi gestionali integrati (software & hardware) fino al 10% dell’investimento complessivo ammissibile; - acquisizione di marchi, di brevetti e di licenze di produzione; - spese di commissione per garanzie nel limite massimo del 2% del programma di investimento ammissibile;
- spese generali e di gestione del progetto in misura forfettaria nel limite massimo del 10% del programma d’investimento ammissibile. • Linea 4 - Crescita dimensionale mediante l’acquisizione di partecipazioni al capitale d’impresa terza non collegata. È ammissibile il prezzo di acquisizione della partecipazione all’impresa target, il cui valore dovrà essere documentato da perizia asseverata disposta da professionista abilitato. • Linea 5 - Trasferimento della proprietà d’impresa tramite operazioni di acquisizione d’impresa da parte di nuove società di capitale costituite da persone fisiche anche con l’obiettivo di favorire il passaggio generazionale (pari al 50% del prezzo di acquisizione dell’intera proprietà dell’impresa con esclusione delle partecipazioni detenute da eventuali investitori istituzionali). Il valore della transazione dovrà essere documentato da perizia asseverata disposta da professionista abilitato. Possono presentare la domanda le micro, piccole e medie imprese che alla data di presentazione della domanda operino nel settore manifatturiero, nel settore delle costruzioni o siano imprese artigiane o imprese di servizi; inoltre le suddette tipologie di imprese devono essere iscritte al registro delle im-
Termine di presentazione domande
Riconoscimento di eccellenza artigiana
R
iteniamo utile ricordare a tutte le imprese lombarde della panificazione che il termine per presentare la domanda di riconoscimento di eccellenza artigiana è il 30 settembre 2011. Il riconoscimento premia le imprese che si distinguono per la professionalità ed esperienza necessarie per operare nel settore della panificazione, con il fine di valorizzare l’artigianato, la creatività e la qualità dei prodotti proposti. Per presentare la domanda saranno neces-
sari i seguenti documenti: • Copia della carta d’i-
dentità del titolare o socio; • Curriculum vitae;
• Visura camerale; • Documentazione fotografica dei manufatti/prodotti, del laboratorio e delle attrezzature utilizzate; • Copia di attestazioni, riconoscimenti, partecipazioni a manifestazioni espositive, ecc.. che certifichino l’attività d’impresa. L’Unione di Como ha istituito un apposito sportello di assistenza ai panificatori associati e, pertanto, invita gli interessati ad affrettarsi per non perdere questa opportunità, contattando gli uffici allo 0312441, per avere tutta l’assistenza necessaria. <
prese e/o all’albo artigiani, risultare in attività ed avere sede operativa in Lombardia. Gli interventi finanziari sono concessi attraverso due forme tecniche: - Co-finanziamento a medio termine con risorse del FRIM e degli Istituti di credito convenzionati con il Soggetto Gestore; - Locazione finanziaria di beni strumentali, esclusivamente per la linea d’intervento 1, con risorse del FRIM e delle Società di Leasing convenzionate con il Soggetto Gestore. L’importo dell’intervento finanziario concedibile va
da un minimo di € 20.000,00 ad un massimo di € 1.500.000,00, in funzione della linea d’intervento prescelta: - Linea 1 da € 20.000,00 ad € 1.500.000,00 - Linea 4 da € 50.000,00 ad € 1.500.000,00 - Linea 5 da € 20.000,00 ad € 1.500.000,00 La domanda di partecipazione al bando dovrà essere presentata esclusivamente on-line a partire dalle ore 10.00 di lunedì 3 ottobre 2011 . Si ricorda che la presentazione delle domande è a sportello fino all’esaurimento delle risorse. <
Pane in Piazza a Lecco
Riscoperta di un alimento semplice e prezioso
L’
Associazione Panificatori della provincia di Lecco, aderente alla Confcommercio Lecco – Unione Commercianti Lecchesi, in collaborazione con la Provincia di Lecco, il Comune di Lecco, la Camera di Commercio di Lecco e l’Associazione San Vincenzo di Lecco ha organizzato la manifestazione “Pane in Piazza”, nei giorni dal 22 al 25 settembre p.v. presso Palazzo del Commercio, in piazza Garibaldi 4. Le scorse edizioni sono state largamente apprezzate, riportando finalmente l’attenzione su questo prodotto artigianale sano e completo, fondamento di ogni dieta alimentare. L’iniziativa prevede l’allestimento di una zona laboratorio dove sarà visibile a tutti i passanti la lavorazione del pane, unitamente ad uno spazio di animazione rivolto in particolare ai bambini, i quali avranno la possibilità di cimentarsi nella realizzazione del pane, dalla pasta alla cottura, seguiti da maestri panettieri che li introdurranno nel mondo della panificazione con esaurienti descrizioni, dando risalto soprattutto ai prodotti tradizionali del territorio. Quest’anno poi, tutti i pomeriggi saranno allietati da: • “La merenda in Piazza” nel corso della quale verrà distribuita a tutti i presenti una golosa merenda a base di pane e cioccolato, alle ore 15 • wMomento di degustazione di pane e prodotti tipici, alle ore 18 Durante la manifestazione avverrà una raccolta fondi per sostenere alcune iniziative benefiche. <