Dolce Vita Tutto il gusto del bien vivre
Anno II - n.3 - gennaio/marzo 2011
L’Oroscopo Il nuovo anno segno per segno Gianluigi Buffon E’ sport ambassador per PokerStars Nexus, “L’intreccio” Focus sul marchio di sigari che nascono nel cuore del Perù
1861-2011 L’Anniversario I 150 anni dell’Unità nazionale: una festa per il Made in Italy e l’eccellenza italiana
Tendenze La scrittura ai tempi dell’iPad
Normativa Distributori automatici e insegne d’esercizio
Questo numero di Dolce Vita dedica
la sua copertina ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Un traguardo e allo stesso tempo un punto di partenza per il nostro Paese. E’ ovviamente un traguardo importante da sottolineare, per una nazione come la nostra che ha vissuto gran parte della sua storia tra divisioni e se-
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parazioni e che dal 1861 si è ritrovata unita all’interno di un territorio condiviso. Da quel momento non è stata una passeggiata perché, come è noto, fatta l’Italia bisognava fare gli italiani. La lezione, 150 anni dopo, pare non ancora appresa del tutto in un Paese come il nostro in cui soffia ancora la brezza del particolarismo, del campanile, della paura per il diverso. Eppure ci scopriamo oggi ancora forti di una cultura che ci unisce, pur nelle sue mille espressioni, di uno stile che tutto il mondo ci invidia, di una capacità innovativa e creativa impareggiabile, di una propensione ad apprezzare il gusto delle cose belle e buone. Il piacere per la Dolce Vita è un tratto del nostro essere italiani. Per questo le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità sono anche un punto di partenza. Soprattutto in un momento difficile come questo, dove c’è
di Roberto Urbano
bisogno di ritrovare i valori che ci uniscono e ci rendono apprezzati in tutto il mondo. Bisogna lavorare sodo, quindi, per difendere il nostro Made in Italy, il nostro Italian Style, la nostra identità che ci rende un Paese straordinario. Una nuova sfida, insomma, da raccogliere per le famiglie, le imprese e le istituzioni. Lo sa bene anche una realtà come la ITA che ha fatto dei valori tipici del Made in Italy un cavallo di battaglia della propria avventura imprenditoriale. Per questo, ogni giorno, cerchiamo di dare una spinta innovativa al nostro lavoro; per questo, abbiamo creato e valorizziamo marchi tipici dello stile italiano come Ciao, Juego, Egoist e Chilling Time. E lo facciamo andando anche all’estero, come ha testimoniato la nostra presenza a Dortmund a Inter-tabac, la più importante manifestazione dedicata al mondo professionale del tabacco. Quindi, tutti noi abbiamo molto da fare per difendere e accrescere il valore del nostro paese. Già nel numero scorso abbiamo sottolineato l’importanza, nel tessuto sociale italiano, delle tabaccherie che rappresentano l’avanguardia, la terra di frontiera tra la gente e tutto ciò che sta dietro al grande mondo del tabacco. Quella T disseminata su tutto il territorio italiano è anch’essa un simbolo dell’unità di questo Paese. Tanti auguri Italia e buon 2011 a tutti.
Dolce Vita - gennaio/marzo 2011 Anno II - numero 3 Direttore Editoriale: Roberto Urbano Direttore Responsabile: Mauro Milesi Dolce Vita è una testata di proprietà di ITA - International Tobacco Agency Via G. Bortolan 28 31050 Vascon di Carbonera (TV) tel. 0422 4476 - fax 0422 447777 www.itagency.it - ita@itagency.it
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Si ricorda che il fumo nuoce gravemente alla salute e che la vendita di prodotti del tabacco è vietata ai minori di anni 16.
Dolce Vita n.3 gen/mar 2011
SOMMARIO
Dolce Vita
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Tutto il gusto del bien vivre
Anno II - n.3 - gennaio/marzo 2011
L’oroscopo Il nuovo anno segno per segno Gianluigi Buffon E’ sport ambassador per PokerStars Nexus, “l’intreccio” Focus sul marchio di sigari che nascono nel cuore del Perù
1861-2011 L’Anniversario
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I 150 anni dell’Unità nazionale: una festa per il Made in Italy e l’eccellenza italiana
Tendenze La scrittura ai tempi dell’iPad
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Normativa Distributori automatici e insegne d’esercizio
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Tabaccherie Continua il nostro tour nella provincia Italiana alla scoperta del mondo delle Tabaccherie, delle storie, dei protagonisti che hanno realizzato imprese locali di successo e che meritano di essere raccontate Lubinski L’azienda di Fermo fondata nel ’62 dal sogno imprenditoriale di Wojciech Lubinski è oggi protagonista nella produzione e distribuzione di pipe e accessori per il fumo puntando su qualità e assistenza Camacho La marca di sigari prodotti in Honduras è oggi punto di riferimento per qualità, innovazione e capacità imprenditoriale. Ecco il profilo dell’azienda e l’approfondimento su alcuni prodotti d’eccellenza Tendenze Voglia di “vintage”, dal cinema alla moda, dagli oggetti alla cucina: quello che era passato di moda, torna alla ribalta e contagia milioni di persone... L’analisi di un fenomeno che continua ad avere successo Shanghai E’ il più importante centro finanziario ed economico della Cina, ma è anche una città straordinaria con oltre 20 milioni di abitanti e dove convivono modernità e tradizione. E’ stata culla dell’Expo 2010
Oroscopo Come sarà il 2011
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Eventi Inter-tabac e Big Buyer
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Concorso La mano vincente
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Tabaccherie Viaggio nei punti vendita
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Nexus Il sigaro Made in Perù
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Lubinski Un’azienda d’eccellenza
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Camacho Spirito d’innovazione
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1861-2011 150 anni dell’Unità italiana
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Buffon Sport ambassador PokerStars
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Tendenze Quanto piace il vintage
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Personaggi Il mito del “Che”
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Attualità La scrittura ai tempi dell’iPad
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Maikii La chiavetta usb “Tribe”
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Peccati di gola Cibi e ricette afrodisiache
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Ricorrenze La festa di San Valentino
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Clipper L’accendino sicuro e ricaricabile
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Il circo Storia di un grande spettacolo
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Dal seme alla cenere Lo speciale di Davidoff
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Visual merchandising Vendere con la giusta vetrina
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Normativa Distributori automatici
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Luca Pagano Tutto sul Texas Hold’em
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Shanghai Città dalle mille meraviglie
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Call center Sempre pronti a rispondere
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Shopping Consigli per gli acquisti
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Ariete: quello passato non è stato un anno proprio facile. Nel
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l 2011 si preannuncia pieno di grandi novità ed opportunità di cambiamento per ogni segno zodiacale: sarà un anno frenetico ed impegnativo per tutti. La fine del 2010 si è contraddistinta per la grande quantità di scelte da affrontare e decisioni da prendere. Il 2011 ricompenserà gli sforzi e i sacrifici passati, soprattutto se si punterà ad una grande professionalità ed onestà in ambito lavorativo e nella vita privata. I veri protagonisti del 2011 saranno i segni di fuoco (Ariete, Leone e Sagittario), mentre quelli appartenenti gli altri tre elementi dovranno fare i conti con un po’ di fatica in più. Tutto questo sarà determinato da Giove, pianeta della fortuna che transiterà nel segno dell’Ariete, influenzando positivamente l’elemento del fuoco. Giove non eserciterà la sua influenza solo sui segni di fuoco. Infatti, nel corso dell’anno, a seconda del periodo (inizio, centro e fine anno), coinvolgerà anche i segni limitrofi: Pesci e Toro (vicini ad Ariete), Cancro e Vergine (vicini a Leone) e Scorpione e Capricorno (vicini al Sagittario). Saturno, pianeta che l’astrologia ricollega alla situazione professionale, per tutto il 2011 si troverà nel segno della Bilancia in congiunzione estremamente favorevole nel lavoro per Bilancia, Gemelli e Acquario. Cancro, Bilancia e Capricorno risentiranno negativamente della posizione di Giove nel segno dell’Ariete. I nati sotto il segno del Cancro dovranno anche affrontare Saturno contro; che sarà fronteggiato anche dall’Ariete (protetto da Giove) e dal Capricorno. Saturno è tuttavia il pianeta che protegge e aiuta i Capricorno, e infonderà loro i giusti ritmi ed il senso del tempo, permettendogli di affrontare con successo difficoltà e sforzi sovrumani.
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Toro: il vostro oroscopo 2011 è caratterizzato dal cambiamento. Dovrete sapervi adattare, soprattutto nel secondo trimestre dell’anno alle mutevoli situazioni che vi si faranno presenti. Vita, davvero brillante per i single, che potranno avvalersi di svariate circostanze davvero favorevoli. Cambiare il luogo di lavoro potrà essere non così tragico, nemmeno per chi avesse famiglia. Crescono le entrate fisse o inattese, ma dovrete saperle gestirete con grande abilità. Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
Gemelli: un inizio 2011 traballante: qualche situazione in ambito sentimentale da chiarire, qualche rapporto familiare da definire e il vostro costante rifugiarsi nel lavoro potrebbe essere eccessivo. Il secondo trimestre sarà all’insegna della positività: amicizie passate che ritornano restituendovi la loro positività e tante nuove occasioni in ambito lavorativo. Situazione economica stabile, evitate di buttarvi in investimenti ad “alto reddito” ma “azzardati”. Fine dell’anno in discesa: situazione stabilmente positiva senza sbalzi. Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
Cancro: siete stati titubanti in passato, e questo 2011 è la vostra opportunità per riacquisire sicurezza in voi stessi: di certo ne avrete le opportunità. Il vostro oroscopo 2011 è senz’altro positivo per quanto attiene il lavoro che si prefigurerà più intenso e motivante di quanto potreste aspettarvi. Le finanze sono sotto controllo e pare girino nel modo migliore. La vita sentimentale sarà movimentata, ma non ne risentirete affatto, e, anzi, sarà la vostra occasione migliore per approfondire tanti aspetti di voi stessi. Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
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Il 2010 ci ha costretto a grandi sacrifici e a scelte difficili, il nuovo anno ci consentirà di raccogliere i frutti di questi sforzi. Per le aziende è il momento di puntare su onestà e professionalità. Protagonisti saranno i segni di fuoco: Ariete, Leone e Sagittario.
Dolce Vita
2011, l’anno della rivincita
primo periodo del 2011 sarete in grado di recuperare l’ottimismo e quelle marce in più che forse vi sono mancate nel 2010. Il vostro oroscopo 2011 è positivo: prevarrà l’ottimismo e nel terzo trimestre dell’anno potrà esserci qualcosa di davvero interessante in ambito sentimentale. Bene il lavoro, cercate però di non farvi sopraffare dalla monotonia. Per quanto riguarda i guadagni non fidatevi dei grandi “affari”: solo le vostre effettive entrate non mentono! Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
L’oroscopo 2011 segno per segno
Oroscopo
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L’oroscopo 2011 segno per segno
Oroscopo
Leone: tanti progetti nuovi in cantiere e tante realizzazioni che nemmeno vi aspettavate. La fiducia riposta in voi stessi non è stata certo tradita, e i primi mesi di questo 2011 saranno liì pronti lì a dimostrarvelo. Il vostro oroscopo 2011 vi vede protagonisti in ogni occasione, e sempre al centro dell’attenzione, con i vostri amici e con i vostri partner. Da metà anno anche la situazione economica migliorerà: le spese saranno sotto controllo e gli investimenti più proficui. Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
Vergine: il 2011 sarà per voi un anno davvero in discesa: i frutti dell’anno 2010 sono davvero tanti e dovrete raccoglierli e farne tesoro. Fate molta attenzione a non trascurare mai la vostra salute. Nel terzo trimestre dell’anno il vostro rapporto con il partner sarà particolarmente stabile ed affiatato, oppure, se single, non vi mancherà l’approfondimento di vecchie conoscenza che forse avevate sottovalutato. In ambito lavorativo puntare in alto sarà un dovere, oltre che un piacere, e la vostra situazione economica sarà agiata per tutto il corso del 2011. Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
Bilancia: cercate di cogliere le tante occasioni che vi si presenteranno nei primi 2 mesi di questo 2011. Per i periodi successivi potrebbero rilevarsi davvero preziosi: soprattutto in campo lavorativo. Siate cauti nell’amministrare i vostri beni: non è tempo di sprechi. L’oroscopo 2011 dell’amore per il vostro segno è favorevole: sono assicurati periodi di grande stabilità e intesa col vostro partner. Cercate tuttavia di non approfittare di tutte le tante, forse troppe attenzioni che riceverete. Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
Scorpione: un anno il vostro 2011 all’insegna della novità. Periodi di grande positività in particolare nel secondo semestre. Vi sentirete davvero circondati dagli affetti, ma dovrete prestare attenzione a chi magari vorrebbe approfittarsene. Un oroscopo 2011 davvero positivo per quanto riguarda il lavoro: una promozione o un aumento potrebbero configurarsi nel secondo trimestre dell’anno. Le entrate di denaro sono garantite, meno agevolati forse gli investimenti economici. E’ bene comunque pianificare le spese. Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
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L’oroscopo 2011 segno per segno
Oroscopo
Sagittario: nel 2011, in ambito lavorativo sarà più favorevole il secondo semestre dell’anno e fino a maggio non dovrete farvi sopraffare dalle incertezze. Dal punto di vista remunerativo i soldi non mancheranno: l’andamento generale delle tue finanze è sotto controllo. Un’estate all’insegna del divertimento, in cui non mancheranno nuove occasioni e nuove conoscenze che potrebbero rivelarsi preziose in ambito sentimentale. Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
Capricorno: E’ giunto finalmente questo ambito 2011: una qualità di vita migliore e l’essere circondati da affetti, anche nuovi, saranno circostanze che renderanno favorevoli anche lavoro, umore e salute in generale. Un inverno davvero movimentato, ma sotto un aspetto positivo. Un umore che nel corso dell’anno sarà davvero alle stelle nonostante le turbolenze. La situazione economica è tranquilla e gli investimenti saranno più redditizi! Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
Acquario: il 2011 è ormai arrivato, e siete pronti per affrontarlo. Cercate di non immergervi troppo nel vostro lavoro, che amate tanto e non smette mai di soddisfarvi: qualcuno in famiglia potrebbe risentire del vostro troppo impegno. Cercate dunque di non trascurare mai chi vi circonda e chi vi vuole bene. Un oroscopo 2011 incredibilmente positivo, all’insegna del movimento e d e l l e n o v i t à . L e v o s t r e finanze si troveranno ad affrontare un viavai di uscite ed entrate; ma niente paura, alla fine ce la farete a far quadrare i conti! Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
Pesci: avete forse fatto uso di troppa razionalità nella fine del 2010. Il 2011 sarà l’anno ideale per lasciarvi guidare dall’istinto e da un po’ più di irrazionalità. Un oroscopo 2011, il vostro, davvero incredibile: viaggiare all’insegna di nuove scoperte ed emozioni sarà un toccasana per la vostra mente. La vita privata va a gonfie vele, così come quella lavorativa. La situazione economica sarà positiva nel corso dell’anno, ma attenti alle spese non preventivate. Salute: Fortuna: Amore: Lavoro:
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Fiere ed eventi
ITA protagonista alla fiera di Dortmund
International Tobacco Agency in primo piano a Inter-tabac, l’evento di rilevanza mondiale dedicato ai professionisti del mondo del tabacco
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iù di settemila visitatori professionali, poco meno di 300 espositori e una rappresentanza di 39 Paesi. Sono i numeri che raccontano il successo della fiera Inter-tabac di Dortmund, la più grande esposizione al mondo di articoli e accessori per fumatori che ha richiamato migliaia di addetti ai lavori e appassionati dal 17 al 19 settembre scorsi. Un appuntamento a cui ITA – International Tobacco Agency non poteva mancare per promuovere al mercato internazionale i numerosi brand dell’azienda di Treviso. Un evento importante nelle strategie marketing e commerciali della ITA che punta a valorizzare i propri marchi agli operatori internazionali. Grande successo hanno avuto i brand Ciao, Juego, Chilling Time ed Egoist, che si sono distinti per il loro gusto tipicamente Italian Style.
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Dolce Vita
Il 28% dei visitatori proveniva dall’estero: tra questi figurano curiosi venuti da Asia, Africa, Nord, Centro e Sudamerica, dal Medio e Lontano Oriente, persino dall’Australia secondo le stime di un istituto indipendente di ricerche di mercato. I rappresentanti dell’industria internazionale di articoli per tabaccai guardano a Inter-tabac come alla maggiore piattaforma in grado di offrire ai visitatori un’ampia gamma di informazioni, prodotti e soluzioni innovative. E ovviamente ITA non poteva mancare. |
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Inter-tabac, quindi, si è rivelata un’occasione importante per ITA. Infatti, con i suoi 7.100 visitatori professionali, la fiera ha fatto registrare un aumento del 7 per cento rispetto al 2009, dimostrando la rilevanza dell’evento a livello globale. Si tratta infatti dell’unica fiera a cui partecipa il 60% dei rappresentanti del mondo dei tabacchi: il target prevalente di visitatori è costituito da imprenditori, manager e responsabili di settore “Siamo soddisfatti del numero di visitatori internazionali e della folta presenza di rivenditori tedeschi specializzati che considerano la nostra fiera una delle principali piattaforme di riferimento - dichiara Stefan Baumann, Managing Director della Messe Westfallenhallen Dortmund Gmbh. Gli espositori hanno presentato prodotti innovativi di tabaccheria, articoli e accessori per fumatori, allestimenti di tabaccherie, superalcolici, vini, organizzazioni di supporto, letteratura specialistica, articoli di cartoleria e riviste in un totale di 10mila metri quadrati di spazio affittato (9540 nel 2009)”
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Fiere ed eventi
Big Buyer un successo per Nippen
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na manifestazione dedicata al mondo della cartoleria, dell’ufficio, della scuola e del fantasy. E’ Big Buyer, la fiera che si è svolta nella sua 15ª edizione a Bologna dal 24 al 26 novembre dello scorso anno. La formula di Big Buyer è quella di essere un “salotto’’ in cui i protagonisti del settore possono incontrarsi, confrontarsi, aggiornarsi. L’accesso alla manifestazione e ai convegni è, infatti, riservato agli espositori, ai distributori all’ingrosso, ai fornituristi ufficio, ai buyer della GDO e ai dettaglianti. La fiera è stata strutturata su quattro linee guida principali: Affari di Cuore (dedicata alle proposte per San Valentino); Back to School (tutto ciò che riguarda il mondo scuola); Design Forma & Funzionalità (per il settore dell’ufficio); Green Style (specializzata nell’ambito ecosostenibile). Big Buyer è un contesto importante per una realtà come ITA che si è strutturata nel mondo del tabacco e delle tabaccherie, ma che negli anni ha sviluppato competenze specifiche e brand che possono trovare un importante collocamento anche nel settore della cartoleria, dell’ufficio e della scuola. Un esempio lampante è il marchio Nippen, con la sua forte vocazione innovativa o i brand Juego ed Egoist, che si inseriscono in un contesto di giochi e regalistica di alto livello. Per questo Big Buyer è diventato un appuntamento fisso per ITA che sta studiando soluzioni e prodotti che possono trovare collocazione anche al di là del puro settore tabaccheria. |
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La promozione
La mano vincente Una promozione ITA dedicata a tutte le tabaccherie. Partecipare è facile e si cominciano ad accumulare Jolly fino a raggiungere gli obiettivi prefissati. Online si può sfogliare il catalogo virtuale con i premi e cominciare a sognare…
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n accordo commerciale per avvicinare ulteriormente il mondo delle tabaccherie alle novità e opportunità offerte da ITA - International Tobacco Agency. Si tratta della promozione “La mano vincente”, in corso dal primo gennaio 2011 al 31 dicembre 2011. Un’opportunità che consentirà a tutti i partecipanti di accumulare punti, ottenere importanti sconti e convertirli per avere dei premi davvero importanti. Una promozione in cui la fortuna lascia spazio all’abilità, alla professionalità e alle capacità commerciali di chi partecipa perché la ricetta è semplice. Secondo quanto stabilito da ITA, alle tabaccherie ver-
rà proposto di firmare un accordo commerciale dove gli obiettivi da raggiungere sono già stabiliti in relazione al fatturato dell’anno precedente. In sostanza, l’accordo che i commerciali ITA stringeranno con i rispettivi clienti, ha come scopo l’incentivazione all’acquisto di una quantità di prodotto espressa in fatturato e finalizzata all’eventuale ottenimento di uno sconto in natura. Il conseguimento di uno degli obiettivi consentirà al cliente di beneficiare di uno sconto espresso in “Jolly” come nelle carte da gioco. A un certo numero di “Jolly” corrisponderà uno o più oggetti scelti dal catalogo online “La mano vincente”. Per
accedere alla promozione, una volta siglato l’accordo commerciale, il cliente potrà collegarsi al sito www.lamanovincente. it dove avrà accesso ai propri dati (verranno forniti Login e Password personali). Nel corso dell’anno, con la crescita del fatturato attraverso gli ordini fatti a ITA si iniziano ad accumulare i Jolly fino a raggiungere l’obiettivo prefissato. L’estratto Jolly verrà aggiornato mensilmente consentendo ai diversi clienti di visualizzare la percentuale di obiettivo raggiunta. Un comodo e utile sms verrà inoltre spedito come promemoria. Durante l’anno inoltre saranno proposte delle promozioni speciali che come premio avranno dei Bonus “Jolly extra”, con un codice univoco da inserire all’interno dell’account. I Jolly saranno sommati a quelli accreditati. Insomma, la mano vincente è una promozione originale, efficace, che valorizza il lavoro dei tabaccai e li premia valorizzando le loro capacità commerciali. E tu cosa aspetti a cogliere la tua “mano vincente”?
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www.lamanovincente.it
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Luigi Pirandello, Ma non è una cosa seria 1918 Evoluzione tabaccheria
“Fa più o meno male della nicotina, la donna?”
A cura di Alfredo Trovato
In questo numero continua il nostro tour nella provincia Italiana alla scoperta del mondo delle Tabaccherie, delle storie, dei protagonisti che hanno realizzato imprese locali di successo e che meritano di essere raccontate
quale il consumatore può trovare una scelta di prodotto vastissima con tutti i formati più richiesti: da Cohiba a Montecristo e Partagas, ai nostri amati Davidoff, tutta la gamma dei Bundle, dei Camacho, dei Wiston Chirchill oltre che Zino Platinum, e naturalmente le nuove proposte del Puro d’Oro, il sigaro creato interamente in Repubblica Dominicana e che sta superando ogni più rosea
stesso, che unita ad una eccellente attività di P.R., lo hanno portato nel corso degli ultimi anni a diventare il centro di riferimento nell’organizzazione di eventi e manifestazioni di altissimo livello sia in ter-
dove i sigari sono conservati e custoditi a umidità e temperatura controllata. Un “walk-in humidor” da 3x2 mq., all’interno del
aspettativa nella risposta dei consumatori. E’ stata proprio la passione di Federico per il “buon fumo”, come ama dire lui
mini mediatici che di affluenza di pubblico. “All’inizio dell’attività siamo partiti con il cigar service ai matrimoni - spiega Fe-
Nella Sicilia di Pirandello e Camilleri, La Tabaccheria F.lli Marino
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e in tutta Italia è: “la tabaccheria”, a Palermo diventa: “u tabbacchinu”, cioè colui che commercia e vende il tabacco! In questo numero siamo andati a Palermo per incontrare Federico Marino tabaccaio di seconda generazione nella attività di famiglia: la “Riv. 179” del capoluogo siciliano. Nel 1968 Giuseppe Marino insieme alla moglie Anna fondano la rivendita che oggi è gestita dai figli, Federico appunto insieme al fratello Nicola e saltuariamente anche il maggiore Gianni. Il loro lavoro negli anni si è concentrato sullo sviluppo di un ramo fondamentale dell’economia della ri-
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derico - realizzavamo delle fascette personalizzate con il nome dell’evento o il nome degli sposi, insieme alla data, da regalare agli invitati per un sano digestivo, tipico da dopo matrimonio. Poi – continua - abbiamo visto che sempre più clienti, amici o semplici curiosi e appassionati ci chiedevano servizi maggiormente dettagliati e completi. Oggi infatti è nata la SLOWSMOKING & CO. vera e propria agenzia di organizzazione eventi, catering con tanto di servizio di sicurezza, uniti dal principio fondamentale che se ci siamo noi, bisogna poter fumare bene!”. I signori Marino ci hanno accolto nel loro ufficio a 50 metri dalla centralissima tabaccheria, dove abbiamo avuto modo di chiacchierare con un vero cultore del buon fumo, esperto e competente del tabacco, ma non solo. . .
Dolce Vita
Al centro del mondo
vendita: la raccolta giochi, tanto da essere insigniti di una targa d’onore della SISAL come 1° ricevitoria d’Italia nella raccolta del superenalotto. Anche se fondamentalmente non hanno mai “snaturato” la vera essenza della tabaccheria di una volta, dove si può trovare dal sale ai fiammiferi e alle pietrine. Sono presenti tutti i prodotti di tabacco che offre il mercato, sia per quanto riguarda i trìnciati sia per le sigarette. Quello che merita un capitolo a parte sono i sigari. La famiglia Marino, ha realizzato una piccola stanza umidificata e climatizzata all’interno del negozio
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Luigi Pirandello Ma non è una cosa seria - 1918
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Evoluzione tabaccheria
a destra, Federico Marino dietro al banco
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sono state lo scenario di meravigliose serate a tema; degustazioni di sigari, cioccolato e rhum, piatti regionali abbianti a vini pregiati con finale di sigaro limited edition abbianato a distillati di svariate provenienze.
In fondo è proprio questo lo scopo del club, tenere insieme tanti amici appassionati del buon vivere, che sia buon fumo, buon bere, buon cibo o solo buona compagnia. Se passate da Palermo, vi consiglio di farlo tutto l’anno perché è bellissima, ma se andrete ad agosto del 2011, chissà che i Marino non stiano organizzando qualcosa di davvero unico. . . Tabaccheria F.lli Marino Riv. Tab. 179 in via Emilia 41/G, 90144 Palermo. www.slowsmoking.com
A Palermo da visitare assolutamente:
Palazzo dei Normanni, la Cattedrale, la Vucciria solo per citarne alcuni ma tutta la città richede almeno tre giorni di visita. . .
Cosa suggerisce lo chef:
dall’antipasto al dolce non perdetevi la cucina tipica palermitana, ma se proprio volete
due “dritte”, pasta con le sarde, le varietà di pesce e i mitici cannoli!!!
Palermo da bere:
Nero d’Avola, Syrah, Marsala e Bianco d’Alcamo, tante etichette di gusto.
Info utili per chi viaggia:
APT Palermo Piazza Castelnuovo, 35, 90141 Palermo tel. 091 331854 gennaio/marzo 2011
Dice Federico: “oggi, chi viene da noi deve avere la certezza che non lesiniamo su niente, dalla scelta di location esclusive, alla scelta del servizio catering e naturalmente la scelta delle materie prime, in fondo alle nostre serate trovi spesso le più alte personalità del mondo politico e militare, oltre a cariche pubbliche e personaggi del mondo dello spettacolo”.
Dolce Vita
La sua formazione è nata grazie ai corsi che ha seguito con le molte aziende presenti oggi sul mercato e dalla sua personale ricerca, per il piacere di saperne sempre di più. Dalla Davidoff al Toscano, da Lubinsky a Diadema: Federico Marino si piace definire un “consigliere” per la sua clientela e non un venditore “Perché – sostiene - se ad un neofita cercassi di vendere qualcosa di eccessivamente forte o difficoltoso per avvicinarsi al sigaro, rischierei di perdere per sempre un cliente di sigari. Il perché è logico: alle prime difficoltà molla tutto per tornare a quello che fumava prima, o peggio, smette del tutto.” Il suo personale slogan è infatti: “non vendo ma consiglio.” Probabilmente questa naturalezza nel trattare con i propri clienti, l’affabilità tipica nella gestione della rivendita, sono state il trampolino di lancio della nuova attività di realizzatore di eventi. Anzi per meglio dire: “Un hobby che è diventato business nel giro di pochi anni.” E’ il solito vecchio principio, secondo il quale se fai qualcosa con amore è quasi certo che andrà bene! La Slowsmoking & Co. oggi vanta a Palermo le serate mondane meglio riuscite, le location più esclusive
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Evoluzione tabaccheria
Petra Trischmann
sotto, lo staff del Charlie Brown Caffè
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iamo nel 2003, a Mombretto di Mediglia in provincia di Milano lungo l’asse della Paullese. Tre baldi fratelli: Michele, Emanuele e Pierangelo Avanzi, insieme a Giuseppe Galantucci, rilevano un’attività commerciale di Ristorante e Pizzeria abbinata ad una tabaccheria – ricevitoria totocalcio di modesta entità, denominata “Gallo d’oro”. I quattro danno subito il via a lavori di modifica e trasformazione dei locali ricavandone un bar tavola fredda e tabaccheria cui si abbina un’agenzia immobiliare e di assicurazioni. Il bar tabaccheria assume il nome di “Charlie Brown Caffè”, il nuovo locale registra una crescita costante di fatturato e vendita di sigarette nel corso degli anni, sino ad imporsi come una delle tabaccherie più importanti della zona. Gestito principalmente da Michele e coadiuvato da personale esterno fino al 2009, che rappresenta, per i temerari e coraggiosi imprenditori, l’anno della svolta. Per puro caso si libera da un contratto di locazione un locale adiacente al “Charlie Brown”, di proprietà di alcuni soci: i nostri
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Ed è così che Pierangelo, con la preziosa collaborazione della cognata Vanna comincia ad allestire il negozio inserendo nella linea di vendita principalmente prodotti originali ma di qualità. Inizia così la grande ricerca di articoli e di aziende in grado di soddisfare le esigenze più disparate. Nascono dunque le collaborazioni con aziende come Dal Negro, Enesco, Zippo, Perleberg e naturalmente ITA così da raggiungere una vasta gamma di prodotti ed offrire al pubblico un ventaglio ampio di articoli da collezione, accendini e accessori per fumatori, argenteria e bomboniere, giochi in scatola, carte da gioco di tutte le tipologie, scacchi, valigette e tavoli da poker: nasce il “CHARLIE BROWN STORE”!! Nel corso dello stesso anno viene affidata a Davide, uno dei collaboratori di famiglia, la gestione della vendita on-line e il Negozio fa la sua apparizione tra le pagine di E-Bay: incomincia una nuova avventura! A distanza di poco meno di un anno il Charlie Brown ha una nuova metamorfosi sia dal punto di vista logistico che della pianta organica: l’agenzia lascia spazio all’attività commerciale e la superficie di vendita, da un centinaio di metri iniziale passa a circa 300 metri disposti su due livelli: il Bar la cui insegna rimane Charlie Brown Caffè, si allarga negli spazi
ed è gestito da due collaboratori: Alessandro e Fabrizio. La tabaccheria viene abbinata al negozio e nasce così il nuovo “Charlie Brown Tabacco e Store” all’interno del quale tutto è diviso in settori. Trova spazio la zona fumatori, dove si possono trovare almeno 300 tipologie di sigarette, trinciati di ogni tipo, toscani e sigari, oltre ad un vasto assortimento di cartine, accendini e accessori per la linea sigari. Disponibile, inoltre, una vasta gamma di giochi da bimbo, gadget di ogni sorta ed eleganti penne. Al piano intermedio vi è un cospicuo assortimento di articoli medievali e repliche di armi storiche; il primo piano poi è una vera chicca, il paradiso per i più accaniti giocatori di poker e cultori del gioco da tavolo con uno showroom nel quale si passa dal gioco del Risiko agli shangai da oltre un metro, dal majong al cubo di rubik ed alle più svariate versioni del gioco degli scacchi. Non manca un assortimento di tutte la carte regionali e delle svariate versioni di carte da poker e ramino, oltre a tavoli, tappeti e accessori del gioco del poker. E’ stata allestita una sala al piano terra dove si possono ammirare dalle bomboniere agli orologi da parete, dalle mini chitarre alle più svariate versioni di angeli, fatine, gnomi, i famosissimi Troll. Ma la perla in assoluto sono le miniature Disney che han fatto tremare i polsi ai gestori del Charlie Brown. Oggi si sono fidelizzati clienti da tutta Italia che giungono personalmente nel piccolo centro del milanese per acquistare le famose statuette, che possono essere inviate, su richiesta, in tutto il mondo usufruendo della propria organizzazione di vendita. Concludendo … la favola del CHARLIE BROWN è divenuta piacevole …REALTA’. Riv. Tab. 7 di Avanzi Michele Via I° Maggio 1/A, 20060 Mediglia (Mi) Su Ebay E Skype: Cbstore74 Mail: Charliebrownstore@Gmail.Com
A Mediglia e dintorni, da visitare assolutamente:
nella pianura tra il Lambro e l’Adda, sono tante le località e i monumenti da visitare, se vi piace la natura sono tanti i percorsi da fare in bici costeggiando le alzaie dei fiumi, da vedere sicuramente l’Abbazia di Chiaravalle, la più famosa e meglio conservata abbazia “cistercense” Italiana, unica nel suo genere per lo stile architettonico inconfondibile.
Cosa suggerisce lo chef:
nella zona dell’oltrepò la cucina regala davvero grandi emozioni, il classico risotto alla milanese sicuramente, o nella sua variante alla monzese con la salsiccia, i brasati, o la caratteristica “cassoeula”
Mediglia da bere:
“La Versa” dell’oltrepò, “San Colombano”
Info utili per chi viaggia:
ACENTRO TURISMO MILANO Via Vittor Pisani, 7 20124 Milano tel. 02 6671 1811 www.acentro.it gennaio/marzo 2011
“Una pipa dà al saggio il tempo per riflettere, all’idiota qualcosa da mettere in bocca”
quattro eroi ne acquisiscono il possesso e decidono di non riaffittare quel locale, ma di utilizzarlo come sviluppo della tabaccheria attraverso la commercializzazione di prodotti per fumatori e articoli regalo.
Dolce Vita
A Mediglia il Charlie Brown caffe’ tobacco & store
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Al microscopio
Quel magico “intreccio”
A cura di Filippo Minelli
exus (dal latino legame, intreccio) vuole, già dal nome, rappresentare la stretta connessione che si instaura tra il sigaro e chi lo ama. Quell’alchimia un po’ magica che ti fa sentire appagato nel fumarlo. Ciò è reso possibile dal sapiente mix di caratteristiche e specificità che contribuiscono a dare personalità, gusto, equilibrio di aromi. In una parola, qualità. Questi sigari hanno origine nella zona più settentrionale del Perù, una regione equatoriale caratterizzata da verdi e rigogliose vallate particolarmente fertili, l’habitat ideale per la coltivazione del tabacco che qui è tradizione da secoli. Dopo anni di stagionatura, foglie dalle diverse qualità vengono selezionate e sapientemente miscelate per ottenere un sigaro armonioso, dalle particolari note di profumo ed aroma. I sigari
Nexus sono fatti tutti esclusivamente a mano. Ogni fase della lavorazione è frutto della sola abilità manuale dei nostri torcedores. I Nexus a tripa corta (short filler) sono caratterizzati da un ripieno costituito da misture selezionate di differenti tabacchi a foglie sezionate. Il ripieno - tripa in spagnolo - è avvolto da una prima foglia detta sottofascia e da una foglia di finitura, particolarmente pregiata, chiamata fascia. I Nexus Praemium, a tripa larga (long filler) sono caratterizzati dalla presenza di foglie intere dal diverso aroma, che vanno a costituire il ripieno. Il ripieno viene poi avvolto da una prima sottofascia e dalla fascia più esterna a completamento del sigaro.
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Dolce Vita
Il nome stesso è una garanzia: “Nexus”, l’intreccio, il legame che si crea tra il sigaro e chi lo ama. Alla scoperta di un marchio del fumo lento che nasce dal cuore del Perù per conquistare anche gli appassionati più esigenti
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Al microscopio - FOGLIE LIE SECO, meno intense e più asciutte, dal colore più chiaro, sono prese nella parte centrale della pianta, la loro bellezza è pari al loro aroma medio e raffinato, la loro maturazione avviene in circa 18 mesi. Esse sono ideali per la produzione di sigari.
Nexus, per saperne di più Sigari hand made I sigari NEXUS sono fatti interamente a mano: un sigaro fatto interamente a mano è un sigaro che non prevede alcun aiuto delle macchine, il cosiddetto “Hand made cigar”. Produrre i sigari a mano è un processo che richiede abilità e attenzione ai dettagli. Il ripieno è preparato ripiegando ogni singola foglia di tabacco su se stessa in modo che bruci uniformemente. Questo viene poi circondato da una foglia di tabacco (binder) che richiude il ripieno. Dopo aver equamente distribuito il filler e trovata la giusta forma, viene riposto in uno stampo di cedro. Dopo un’attenta ispezione della foglia, la parte migliore è tagliata secondo la forma ottimale per venire avvolta intorno al sigaro. Una piccola quantità di colla vegetale sarà poi applicata per mantenere la foglia ben chiusa. Ultimo ma non meno importante, una piccola parte di foglia di dimensione circolare viene tagliata in modo da andare a chiudere un’estremità del sigaro, la testa. Sigari short filler e long filler Il filler Il filler è il risultato dell’arrotolamento di più foglie assieme, accuratamente selezionate e strette quanto necessario per facilitare l’aspirazione e la combustione; in un sigaro fatto a mano vengono generalmente impiegate foglie di tre parti della pianta di tabacco. - FOGLIE LIGERO, prese dalla parte alta della pianta, dove la maggiore esposizione ai raggi solari rende le foglie più corpose, scure, ricche di aroma con un alto tenore di combustione. Queste necessitano di un lungo periodo di stagionatura, almeno tre anni, prima del loro impiego. Proprio per le loro caratteristiche, non tutte le aziende le utilizzano per la produzione di sigari, ma piuttosto per le miscele di tabacco.
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Si ricorda che il fumo nuoce gravemente alla salute e che la vendita di prodotti del tabacco è vietata ai minori di anni 16.
“Ligero”, ro”, “Seco”, “Volado”” sono le tre componenti onenti del filler. Dal sapiente accostamento nto di queste tre varietà di foglie, e dalle giuste proporzioni nel loro impiego si determina ermina il gusto ed il giusto livello di combustione ustione che si intende ottenere da un sigaro. garo. - Long g filler, è il termine utilizzato per quei sigari igari in cui vengono utilizzate foglie intere. Tutti i passaggi produttivi dall’inizio alla fine sono rigorosamente effettuati a mano. Nel sigaro le foglie interne sono separate ate dalla foglia esterna; questo metodo etodo di lavorazione è denominato nominato anche “costruzione one a libro”: se si incide verticalmente rticalmente il sigaro, il contenuto nuto si sfoglierà come le pagine gine di un libro. Es-
I Nexus a tripa corta sono presentati in confezioni da 3 sigari cellophanati singolarmente. In espositori da 10 scatole. I Nexus Praemium vengono proposti in pregiate scatole di legno di cedro da 5 sigari cellophanati singolarmente. Le confezioni contengono 2 scatole
Le varie tipologie di confezione dei sigari Nexus gennaio/marzo 2011
NEXUS A TRIPA CORTA da sinistra: Corona; Panatela; Robusto;
- Short filler, vengono realizzati con spezzettature di foglie di tabacco. Spesso questi sigari sono composti da una grande varietà di tabacchi, si possono raggiungere miscele composte da 10 o 12 varietà. La qualità è discreta anche se non paragonabile ad un sigaro long filler. Hanno generalmente un minore grado di umidità e per questo non necessitano di speciale conservazione. In normali condizioni climatiche e di stoccaggio, lunga possono avere una lung ga vita a scaffale.
Dolce Vita
NEXUS PREMIUM da sinistra: Premium Corona; Premium Robusto; Premium short Robusto; Premium short Corona; Premium Figurado
- FOGLIE LIE VOLADO, prese dalla parte più bassa della pianta, vengono selezionate per favorire vorire l’armoniosa e costante combustione ne del filler. In genere richiedono una stagionatura agionatura di almeno 9 mesi prima di essere ere utilizzate. Queste foglie sono le più grandi. andi.
sendo sigari di ottima qualità, necessitano di conservazione appropriata, all’interno di humidor per evitare che si secchino.
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Al microscopio
Iquitos
Trujillo Pucallpa Lima
PERU’
Cusco
Tarapoto
Il Paese, alcuni dati La regione di Tarapoto – San Martìn – presenta numerosi vantaggi per la coltivazione di tabacco: • Suolo eccellente e microclima che
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Tarapoto è la maggiore città della regione, conosciuta fin dai tempi degli Inca con il nome di Moyobamba – il nome dell’antico capoluogo. Come anche altre zone del Sudamerica, subì l’invasione coloniale europea, ma nel 1821 fu la prima regione peruviana a dichiarare la propria indipendenza. Grazie alla sua morfologia eterogenea, tuttora la regione è divisa in quattro aree, ognuna con una propria prerogativa. Come risulta anche dallo stemma araldico, il tabacco è uno dei più importanti fattori economico – sociali del paese. Le esportazioni di tabacco peruviano hanno resistito con successo agli osta-
coli rappresentati dalla crisi internazionale raggiungendo una crescita del 53% tra Gennaio e Novembre 2009 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’Associazione degli esportatori (ADEX). Negli undici mesi del 2009, le esportazioni sono state pari a USD 6 milioni 481 mila, superando i 4 miloni 234 mila del 2008. I principali Paesi di destinazione sono Cile (USD 5 milioni 284 mila), Stati Uniti (USD 514 mila nel 2009), Repubblica Dominicana. (USD 314 mila), Honduras (USD 174 mila) e Spagna (USD 91 mila). Tuttavia, il tabacco peruviano è stato esportato anche a Porto Rico, Giappone, Svizzera, Svezia, Brasile, Antille Olandesi, Paesi Bassi. In totale, sette tipologie di tabacco vengono esportate: la prinicipale è “tabacco biondo non scostolato”, che ha fruttato USD 5 milioni 177 mila e “tabacco bruno totalmente o parzialmente scostolato, con un fatturato di USD 1 milione 83 mila. La terra Le radici della pianta di tabacco sono particolarmente delicate ed esigono che la terra sia ben arata perchè possano prosperare. È importante in que-
Si ricorda che il fumo nuoce gravemente alla salute e che la vendita di prodotti del tabacco è vietata ai minori di anni 16.
Tutti i processi di lavorazione sono eseguiti interamente a mano. Dal “processo di germinazione” al confezionamento dei sigari, l’abilità manuale del personale è fondamentale per la riuscita di un buon sigaro. I processi finali nella fabbrica sono dedicati al raggiungimento di una perfetta presentazione dei sigari. In primo luogo, i sigari vengono classificati in non meno di 65 colori. •
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Durante la creazione di un sigaro vengono utilizzati 5 tipi di foglia La tripa, o ripieno, contiene una miscela di tabacco Ligero, Seco e Volado Quest’ultima viene avvolta in una sottofascia (capote), mentre la fascia (capa) “veste” il sigaro e gli dona la sua apparenza.
Tabacalera del Oriente Tabacalera del Oriente, riscattando una antica ma poco conosciuta tradizione nella coltivazione e fabbricazione del tabacco nella regione peruviana, sta vedendo il pro-
Piccoli…non inferiori: Una produzione pari a circa un decimo rispetto a quella di Cuba. Tuttavia, non mancano gli estimatori “importanti”. Nel 2002, durante una visita ufficiale in Perù, il presidente Bush degustò uno dei sigari prodotti da Tabacalera del Oriente, così come il re Juan Carlos di Spagna, durante un summit Ibero-Americano in Perù nel novembre 2001. |
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Un mestiere antico: Il Perù, così come gli altri Paesi del Sudamerica, produce sigari fin dai tempi del colonialismo, e gli investitori Olandesi nel 1960 svilupparono la locale industria del tabacco tanto da portarla ad essere anche apprezzata all’estero. Tuttavia, una riforma agricola del 1970, durante la dittatura militare peruviana, mise a dura prova l’economia e l’industria locale, costituendo una compagnia statale (ENATA) che durò fino al 1990. Nel 2003, BAT prese il controllo della ex Tabacalera Nacional, cominciando a gettare le basi per la crescita di un settore che tuttora non risente della crisi dei mercati globali. In questo scenario ITA raggiunge un accordo commerciale con “Tabacalera del Oriente”, che si è dimostrata un’inaspettata new entry nel mercato del tabacco, posizionandosi fin da subito come produttore di sigari di ottima qualità.
permettono di coltivare durante tutto l’anno. Questo permette di ottimizzare l’uso della manodopera e delle strutture. Grande rendimento: mentre i grandi produttori, come il Brasile, ottengono circa 2.700 – 3.000 Kg/Ha, in Perù si raggiungono i 3.500 – 4.000 kg/Ha Foglie di tabacco di grandi dimensioni e alta qualità paragonabili a quelle dei grandi produttori che fissano gli standard internazionali.
prio operato riconosciuto anche oltre i confini nazionali. Tabacalera del Oriente, costituita inizialmente nel 1997, ad oggi si configura come azienda di tutto rispetto nel panorama della produzione e commercializzazione di sigari - “puros” – in Sudamerica. Nata dalla visione lungimirante di alcuni imprenditori italiani, ha saputo acquisire nel tempo l’esperienza di alcuni maestri e tecnici cubani che costituiscono il patrimonio umano necessario alla lavorazione di un prodotto così particolare come i sigari fatti interamente a mano. Già da alcuni anni la società sta introducendo nuove varietà di semi di tabacco importati da Cuba e, grazie alla qualificata manodopera, ha iniziato la propria espansione da semplice “laboratorio di sigari” a vero e proprio concorrente dei grandi fabbricanti sudamericani.
Arequipa
Dolce Vita
Il Perù, una scommessa da vincere
sta fase che il suolo sia costantemente curato e che non si alteri la struttura naturale.
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Ritratti d’impresa
LUBINSKI
PAROLA D’ORDINE: ECCELLENZA L’azienda di Fermo fondata nel ’62 dal sogno imprenditoriale di Wojciech Lubinski è oggi protagonista nella produzione e distribuzione di pipe e accessori per il fumo. Col passare degli anni ha sviluppato sempre soluzioni innovative puntando su qualità e assistenza alla clientela
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Oggi il listino dell’azienda, diventata il più importante distributore di pipe e accessori per pipa in Italia, comprende oltre 4600 articoli tra: pipe di radica industriali ed artigianali italiane ed estere, Calabash viennesi, accessori per pipa, accessori per sigaro, accessori per sigaretta e oggettistica da regalo maschile
Dolce Vita
na storia iniziata nel 1962 dal grande sogno del polacco Wojciech Lubinski. Già ufficiale del reggimento del suo paese, aggregato agli alleati, Lubinski conobbe l’Italia nella cruenza delle battaglie della Seconda Guerra mondiale; nonostante ciò, la storia e il ricordo del Bel Paese lo accompagnarono nei pensieri e nei progetti imprenditoriali fino a guidarlo nell’apertura di un’azienda, proprio in Italia, a Fermo, per il commercio di articoli per fumatori, in particolare pipe e relativi accessori. Così 17 anni dopo la fine del conflitto fondò la Lubinski, iniziando la sua personale marcia verso il successo. Oggi il listino dell’azienda, diventata il più importante distributore di pipe e accessori per pipa in Italia, comprende oltre 4600 articoli tra: pipe di radica industriali ed artigianali italiane ed estere, Calabash viennesi, accessori per pipa, accessori per sigaro, accessori per sigaretta e oggettistica da regalo maschile. Dal 1975 l’azienda è guidata dal figlio Mario che ne ha ampliato l’attività anche con l’esportazione all’estero di prodotti artigianali; a partire dal 1973 sono stati acquisiti per l’Italia i marchi Stanwell, Peterson nel 1976, Ceppo nel 1978, Amorelli nel 1981 e Ashton nel 1982, ma nel corso degli anni ha selezionato e distribuito con successo oltre 30 marche di pipe italiane ed estere, industriali e artigianali, lanciando sul mercato nazionale nel 1966 le Butz Choquin, successivamente le mitiche Son, le Preben Holm, nel 1972 le Mastro de Paja, nel 1978 le James Upshall
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Ritratti d’impresa
I prodotti vengono distribuiti direttamente nei negozi qualificati in Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Austria, Cechia, Ungheria e Svizzera e indirettamente agli importatori nazionali specializzati nei 5 continenti
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La marcia verso il successo dell’azienda è proseguita nel 1998 in concomitanza con la liberalizzazione del commercio all’ingrosso dei prodotti da fumo soggetti ad accise. Occasione che ha portato Mario Lubinski a fondare Cigars&Tobacco Italy per l’importazione e distribuzione di sigari premium e di trinciati per pipa di alta qualità, rivolta alle Tabaccherie specializzate. Forte delle sfide passate vinte, dei primati conquistati e dei successi assicurati, la storia dell’azienda Lubinski va avanti con convinzione, coraggio e molta passione. |
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modelli, tutti originali e significativi. Altri fiori all’occhiello sono rappresentati da Stanwell che rappresenta il miglior esempio al mondo di produzione industriale di pipe, per tecnologia produttiva e accuratezza di esecuzione e le Ashton di Bill Ashton Taylor, eccellenti sul fronte del prodotto artigianale, uniche pipe realizzate completamente a mano in Gran Bretagna. Tra i marchi di Lubinski non manca il made in Italy tra cui le pipe Il Ceppo, nate nel pesarese nel 1978 e noto esempio di genialità ed eccellenza. Nel corso degli anni l’azienda ha sviluppato con successo anche il settore degli accessori per la pipa, spaziando dai portapipe in legno alla pelletteria per il fumatore più esigente, dai piccoli accessori agli accendini a fiam-
ma orizzontale. L’intraprendenza della famiglia Lubinski ha permesso di spaziare anche nel campo dei sigari, a partire dagli anni Ottanta, grazie alla lungimiranza di anticipare il boom americano del sigaro “premium”. In questo modo l’azienda è stata in grado di fornire oltreoceano astucci in cuoio, tagliasigari da tasca a ghigliottina, humidors e quant’altro il mercato richiedesse. Poi dagli Usa il boom è arrivato in Europa e quindi anche in Italia, ed è stato un altro successo.
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e negli anni ’80 i gioielli danesi di Bo North, Jess Chonowitsch, Teddy Knudsen, Vigen, Andersen, senza dimenticare Poul Winslow, W.O. Larsen, Caminetto e Chacom, che fanno tutt’ora parte del portfolio aziendale. Attualmente l’azienda si occupa di pipe e accessori realizzati in esclusiva per Lubinski da artigiani specializzati e commercio di altri articoli di pregio. I prodotti vengono distribuiti direttamente nei negozi qualificati in Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Austria, Cechia, Ungheria e Svizzera (circa 500 attivi) e indirettamente agli importatori nazionali specializzati nei 5 continenti (circa 50 attivi). Per l’Azienda il principale patrimonio è costituito da una clientela affezionata e qualificata, tanto da poter vantare di essere il principale fornitore dei negozianti più specializzati nel fumo. L’azienda importa in Italia alcune delle più note pipe estere tra cui la Kapp & Peterson che sviluppa linee assolutamente innovative, delle quali la più clamorosa per successo commerciale in tutto il mondo è senz’altro la serie Sherlock Holmes che vanta ben 14
Mario Lubinski, alla guida dell’azienda dal 1975
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Case history
Caffè Mokarabia, l’espresso italiano
la nuova macchina da caffè a capsule GRATUITAMENTE A CASA TUA
Storia di un’azienda nata nel 1950 dalla passione della famiglia Zanetti
E’
una storia lunga sessant’anni quella di Mokarabia. Nata con l’obiettivo di creare miscele di caffè di pregiata qualità da immettere nel mercato dei bar, l’azienda nasce nel 1950 e in poco tempo riesce ad affermarsi nel settore. La sua storia, da lì in avanti è tutta in salita e scandita da alcune fondamentali tappe: la prima è negli anni Settanta, quando viene acquisita dalla famiglia Zanetti che lega indissolubilmente il suo nome a quello di Mokarabia. Nel tempo l’azienda ha saputo ampliare la propria attività, dando vita nel 2000 a Mokarabia Spa, nata dalla fusione dello storico marchio milanese con la Caffè Roversi 1882 di Bologna e la Caffè Ruffo di Padova, aziende già facenti parte del gruppo guidato da Mario Zanetti. Questa operazione fa sì che l’azienda acquisisca una dimensione internazionale, fino ad arrivare nel 2009 ad avviare un’attività nello specificio settore delle capsule. Mokaservice, società commerciale nata da un accordo tra Marco Zanetti, amministratore delegato di Mokarabia, ed alcuni imprenditori veneti, si dedica così allo sviluppo di un segmento in costante crescita nel panorama italiano. Una scelta di qualità densa di tradizione e cultura quella della famiglia Zanetti, resa manifesta anche attraverso il nome
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Mokarabia. In questo nome, infatti, non possiamo dimenticare che è racchiusa buona parte della storia del caffè. Mocha era il porto più importante dell’odierno Yemen, allora Arabia Felix, dove sarebbe stata coltivata per la prima volta la pianta del caffè. Da qui moka è diventato il nome di una delle principali qualità di caffè coltivate in Arabia e anche il termine, non a caso, con cui si designa la caffettiera più diffusa nelle case degli italiani. Capricci è solo una delle linee di caffè firmate dallo storico marchio. Ben cinque le miscele disponibili: Classic, corposo e consistente come il classico espresso italiano; 100% Arabica, il più pregiato degli aromi; Bar, che si contraddistingue per l’aroma intenso come quello del bar; Decaffeinato, per chi ama un gusto più cremoso e delicato; Orzo, rinfrescante e dissetante adatto in ogni momento della giornata. Le bevande sono invece offerte in 3 diversi aromi, ideali per accompagnare ogni vostra pausa di quotidiana serenità: Green Tea, dal gusto morbido ed equilibrato, è un binomio classico per i più sopraffini. Black Tea, deciso ed elegante, risulta perfetto anche per pasteggiare. Relax, fresco e delicato, per una piacevole occasione di naturale distensione. |
info@mokaservice.it - www.mokaservice.it
Per informazioni sulla promozione telefona senza impegno al servizio clienti Mokaservice.
Sigari - Novità
CAMACHO
COROJO
A cura di Enrico Della Pietà
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n’ impresa solida, che ha saputo trasformare la passione per il tabacco in un’avventura imprenditoriale avvincente. E’ la Camacho Cigars, diventata negli anni una delle marche di sigari Premium più apprezzate dai consumatori esigenti. Fondata nel 1961 da Simon Camacho, la marca Camacho Cigars fu prelevata nel 1995 dalla famiglia Eiroa. Il fiore all’occhiello della marca Camacho è fabbricata nel Rancho Jamastran a Danli, in Honduras, e comprende diverse linee di sigari pregiati. La storia di questa azienda, dunque, affonda le sue radici cinquant’anni fa, quando i produttori di sigari iniziarono a cercare tabacco anche al di fuori dei confini cubani. Ricordiamo infatti che, fino alla fine degli anni Sessanta, i produttori di sigari americani dipendevano dal tabacco cubano. Quando l’America minacciò l’embargo a Cuba, si dovette cercare rapidamente un’alternativa. Fu così che Tino Argudin scoprì la valle di Jamastran. Approdò in questa terra con Julio Eiroa, figlio di Generoso Eiroa, coltivatore di tabacco dall’inizio del XIX secolo, il quale decise di stabilirsi in quella valle. Fu così che Jamastran, e in particolare Danlì, di lì a poco divennero la roccaforte della cultura del tabacco e della produzione di sigari in Honduras e nell’America Centrale. Oggi Julio Eiroa ha sessantasette anni e continua a condurre gli affari con passione e determinazione. Patriarca di Camacho è, invece, Julio Eiroa: quest’uomo, dalla for-
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te personalità, continuò a guidare l’azienda nonostante un incidente, avvenuto nel 1977 mentre era a bordo di un piccolo aereo per sorvolare l’Honduras, che gli provocò una paralisi parziale. Nonostante tutto, quarant’anni dopo, l’azienda di Julio Eiroa vanta un’estensione di seicento ettari e una capacità produttiva di venti milioni di sigari l’anno. “Produrre sigari non è un business, ma una forma d’arte spiega Julio Eiroa. E’ l’unico modo per creare della buona arte è realizzarla personalmente”. La stessa determinazione la troviamo oggi nel figlio Christian, entrato in azienda nel 1995. Quando fece il suo ingresso all’interno di questa realtà familiare già affermata nel settore dei tabacchi, il padre era contrario all’acquisto di tabacco proveniente dall’estero. Questo, tuttavia, non fu sufficiente per fermare Christian, il quale acquistò il tabacco fuori dai confini, consapevole che era l’unico modo per far crescere l’azienda: “Le banche mi accordarono prestiti considerevoli, consentendomi di acquistare il tabacco - racconta Christian -. Mio padre era all’oscuro di tutto. Avevamo sempre punti di vista diversi che ci hanno fatto spesso entrare in conflitto”. Eppure, proprio da queste opinioni constrastanti, l’azienda ha saputo cogliere al meglio le opportunità. Infatti, proprio la caparbietà di padre e figlio ha rafforzato e aiutato a crescere questa straordinaria impresa del tabacco.
Si ricorda che il fumo nuoce gravemente alla salute e che la vendita di prodotti del tabacco è vietata ai minori di anni 16.
Figurado : Formato Torpedo - L cm 15,5 - 0 cm 2,1 - in scatola da 25 pezzi Toro: Formato Toro - L cm 15,2 - 0 cm 2,0 - in scatola da 25 pezzi Monarca: Formato Robusto- L cm 12,7 - 0 cm 2,0 - in scatola da 25 pezzi Petit: Formato Petit Panatela- L cm 14,0 - 0 cm 1,5 - in scatola da 25 pezzi
TRIPLE MADURO
Con la sua inconfondibile miscela di cinque tabacchi extra All-Maduro™ fermentatidal sapore pieno, il Camacho Triple Maduro™ è il risultato di un lavoro di miscelatura di unintero anno. L’impatto visivo e tattile e l’innegabile ricchezza di questo sigaro appaganocompletamente chi lo fuma. Se vi sarà offerta l’opportunità di assaporareuno di questi sigari, prendetevi tutto il temponecessario, rilassatevi e apprezzate il fatto chela sua miscela è stata creata da uno dei piùgrandi estimatori di tabacco del mondo. Profilo di gusto: aroma ricco e intenso, corposità da media a piena E’ un sigaro: unico, ricco, esclusivo
Formato Robusto - L cm 12,0 - ring 50 - in scatola da 21 pezzi
COROJO MACHITOS Ha le stesse caratteristiche del Corojo, nel caratteristico formato Machitos. gennaio/marzo 2011
La marca di sigari prodotti in Honduras è oggi punto di riferimento per qualità, innovazione e capacità imprenditoriale. Ecco il profilo dell’azienda e l’approfondimento su alcuni prodotti d’eccellenza
Profilo di gusto: aroma pieno grande corposità E’ un sigaro: elegante classico, aromatico
Formato Petit Panatela - L cm 10,2 - 0 cm 1,2 - in scatola da 8 pezzi
Dolce Vita
UNA VISION INNOVATIVA
Si tratta della varietà di semi Corojo, perfettamente identici alla prima generazionecoltivata dagli Eiroa nella celeberrima valle diJamastran. Questo straordinario sigaro è l’unico con foglia da fascia, sottofascia e ripieno costituiti da autentico tabacco Corojo. Il Camacho Corojo, un sigaro dal profumo eccezionale e dalla piena maturità, ha sapore pronunciato ed è apprezzato dagli aficionados di tutto il mondo. È realizzato interamente a mano utilizzando tabacchi di annate selezinate, che gli conferiscono un profumo ricco e inebriante. Il tabacco è coltivato in una regione dal terreno perfetto e dalle condizioni climatiche ideali, paragonabili alla celebre regione cubana di Vuelta Abajo. Ne derivano sigari dal gusto straordinariamente elegante,ricco di sottili aromi. Profilo di gusto: aroma pieno, grande corposità E’ un sigaro: elegante, classico, aromatico
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150 anni d’Italia
Tanti Auguri ITALIA
Dolce Vita
gennaio/marzo 2011
Conto alla rovescia per le celebrazioni dei 150 dell’Unità Nazionale. La forza del Made in Italy, le eccellenze italiane nel mondo, la storia e le ricorrenze. E l’evoluzione del mondo del tabacco fin dai tempi della “Regia Pontificia dei Sali e Tabacchi”...
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150 anni d’Italia
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Un vero e proprio tributo all’Italia e all’italianità: è il marchio “Ciao” della ITA International Tobacco Agency - che si presenta con successo dall’inizio degli Anni Duemila distinguendosi per il suo carattere fortemente italiano. Design, creatività, qualità e sicurezza sono le caratteristiche principali di questo brand di accendini presente non solo in Italia
tecnologie del caldo e del freddo, nelle macchine per imballaggio e in quelle per lavorare il legno, i metalli, le ceramiche e le pietre ornamentali. Siamo i primi al mondo anche nell’esportazione di beni per la precisione e per la sicurezza e di prodotti per il divertimento e lo
sport (yacht di lusso, ma anche fucili da caccia e selle per le biciclette). L’Italia vanta inoltre il miglior saldo commerciale per
la frutta fresca tra i Paesi del G20 ed è anche prima assoluta nell’export dei prodotti della cosiddetta “dieta mediterranea” (pasta, derivati del pomodoro, olio vergine di oliva, vino, caffè tostato), dove precede la Francia. Come è specificato nella ricerca, le ottime prestazioni ottenute dal made in Italy nell’export sono riconducibili a una differenziazione qualitativa, basata su innovazione, design, scelta accurata delle materie prime, che consente ai nostri prodotti di posizionarsi su fasce elevate del mercato, sottraendosi quindi alla concorrenza sui costi.
LE ECCELLENZE DEL MADE IN ITALY Tanti e numerosi sono i settori e i marchi che hanno dato forma e sostanza al Made in Italy, permettendo all’industria italiana di affermarsi positivamente nel mondo. Dall’alta moda al design, dall’enogastronomia alla meccanica, la storia dei prodotti italiani che stanno facendo il giro del mondo, è ricca di volti, nomi e marchi sinonimo di prestigio, qualità e tradizione. Si parte dalla storica Fiat fino ad arrivare a Ferrari, Pininfarina e Ducati. Nel campo della nautica, primeggiano le imbarcazioni di lusso di Ferretti. Nel design domestico e nell’arredamento, si trovano Alessi, Boffi, Cassina, Natuzzi e Poltrona Frau. Quanto a fashion, capi firmati, collezioni e accessori, poi, spiccano nomi famosi come: Armani, Dolce&Gabbana, Loro Piana, Mariella Burani, Marni, Prada, Tod’s, Valentino, Versace, Bulgari (gioielli), Zegna (tessile di pregio, confezioni). Infine, nel cosiddetto Food & Beverage, ci limiteremo a citare i più classici: Campari, San Pellegrino, Ferrari (spumanti) e Illy (caffè).
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ma anche in Europa.
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a storia, la ricchezza di tradizioni in campo artigianale, artistico, manifatturiero e culturale, hanno permesso all’Italia di costruirsi non solo come un unico Paese ma, soprattutto, di trasformarsi in un vero e proprio marchio sinonimo di qualità ed eccellenza. Stiamo parlando del Made in Italy. La moda, il “design”, la cucina italiana, l’artigianato, le calzature e l’abbigliamento, il porcellanato e le ceramiche, tutti questi sono prodotti che nel corso degli anni hanno fatto conoscere e hanno rappresentato l’Italia in tutto il mondo. Secondo una ricerca condotta da Symbola e dalla Fondazione Farefuturo, nel 2008, solo nei macrosettori delle 4A (Abbigliamento e sistema persona, Arredo e sistema casa, Agroalimentare e Automazione) è stato generato un valore aggiunto di circa 138 miliardi di euro. Questo anche grazie agli oltre mille prodotti in cui l’Italia primeggia e che rappresentano in valore il 50% dei 290 miliardi di euro di esportazioni realizzati nel 2009. Nel corso di questi anni l’Italia si è rafforzata in molti settori puntando sulla qualità a discapito della quantità: “abbiamo dimezzato le paia di scarpe esportate, ma è aumentato il fatturato – specifica la ricerca. Produciamo il 40% in meno del vino rispetto alla metà degli anni 80, ma il valore dell’export è quadruplicato raggiungendo i 3,5 miliardi di euro”. Il nostro Paese primeggia nel settore cartario, metallurgico, nelle
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Come sottolinea un report pubblicato dal Ministero degli Esteri, il made in Italy risulta essere vincente anche nel contract, il settore specializzato nelle forniture di sistemi di arredo destinati ad alberghi, uffici, grandi collettività e di tutti i prodotti di allestimento per gli ambienti residenziali di ampia dimensione. Da Poliform a Matteograssi, da Unifor a Meritalia e Tre P & Tre Piu, le aziende italiane che arredano le megastrutture non conoscono battute d’arresto. Nel campo della moda, CCTV, la televisione di Stato cinese, ha premiato con servizi speciali l’eleganza delle sfilate milanesi di Giorgio Armani e di Gucci. “Elegant chic” è il com-
mento orientale alle collezioni femminili autunno-inverno degli stilisti, apprezzandone in particolare l’aggancio a una tradizione ultradecennale che ancora oggi proietta il suo messaggio di stile. Armani e Gucci, dunque, entrambi fra i più prestigiosi “artisti” d’Italia e del mondo, sempre in prima fila nell’esportazione dell’Italia dello stile e adesso a pieno titolo cittadini della Città Proibita.
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Sul fronte degli altri settori prendiamo in considerazione la birra, le cui vendite nel mondo sono scese del 5,6% nel 2009, dicono le stime diffuse dai produttori, ma la Peroni Nastro Azzurro continua a crescere all’estero: in particolare ha registrato un boom in Gran Bretagna con incrementi in doppia cifra, del 39% nel 2008 e del 21% nel 2009. Sul piano dell’high tech non abbiano nulla da invidiare al mondo: per la prima volta infatti il prestigioso prem i o A r thur C. Clarke, il famoso scienziato e scrittore, è andato ad un europeo: l’italiano Giuliano Berretta ha ricevuto il riconoscimento a Washington per l’impegno di
una vita a favore delle comunicazioni commerciali via satellite. L’Italia, inoltre, può vantare un record di brevetti, che conferma la fama nazionale: siamo un Paese di inventori. Dalle macchine biomediche ai nuovi procedimenti per imbottigliare il vino, dai contenitori per la pasta ai dispositivi ortopedici, fino al design d’autore: sono decine i campi in cui si sbizzarisce la fantasia degli abitanti della penisola. Tanto che negli ultimi dieci anni l’Italia ha registrato 36mila invenzioni presso l’Ufficio europeo brevetti, piazzandosi all’ottavo posto nella classifica internazionale. E registrando un incremento medio annuo più alto di quello di Francia e Germania: +4,6%. Lo dice una ricerca di Unioncamere: siamo più forti nel design, nella creatività e nell’innovazione di prodotto.
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Serie Ciao - ITALIA
UNITA’, 150 ANNI DI STORIA
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17 marzo, Festa nazionale – Cerimonia inaugurale presso il Complesso del Vittoriano di Roma, piazza Venezia e diretta televisiva in collegamento con Torino - Cerimonia al Pantheon in onore del Primo Re d’Italia; Riunione del Parlamento in seduta comune; Discorso al Parlamento e alla Nazione del Presidente della Repubblica; evento internazionale colazione capi di Governo. • 11 maggio, Marsala - Celebrazione “sbarco dei Mille” – inaugurazione nuovi spazi espositivi. • 2 giugno - Festa della Repubblica – Cerimonie militari presso il Vittoriano di Roma – concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI a Torino a cura del Comitato Italia150. Caprera, inaugurazione del restauro della Casa di Garibaldi e della realizzazione di nuovi spazi espositivi. 4 luglio, Caprera - Inaugurazione del nuovo Museo Nazionale Giuseppe Garibaldi, Forte Arbuticci 26 ottobre – Inaugurazione del monumento all’Unità d’Italia. Tre bandiere tricolore che rappresentano i tre giubilei del 1911, 1961 e 2011, in un collegamento ideale tra le generazioni, costituiscono il logo dell’anniversario che si celebrerà nel 2011. La valenza simbolica delle celebrazioni rimanda ad un messaggio di identità e unità nazionale e testimonia l’impegno di valorizzare il territorio nazionale come espressione di realtà e peculiarità di tutte le Regioni che lo compongono.
È possibile trovare il programma completo delle manifestazioni sul sito www.italiaunita150.it
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IL DESIGN L’Italia è all’avanguardia anche sul fronte del design. Lo dicono i dati, gli addetti ai lavori e lo dimostrano i prodotti e le realizzazioni che escono dalle nostre imprese. Il design nel nostro paese è nato nel Dopoguerra intorno a Milano, tra la Brianza e le Prealpi Venete. Qui sono nate le prime piccole aziende che costruivano mobili, oggetti di arredo, lampade, elettrodomestici capaci di competere nel mondo per la loro qualità e per il loro valore estetico. I grandi nomi storici del design italiano: Sottsass, Bellini, Castiglioni, Zanuso, Mendini, Munari, hanno iniziato ad operare negli anni ‘50 proprio in quest’area del Nord Italia. Il design non esiste solo al nord, vaste aree industriali si sono sviluppate nel nostro paese, con specializzazioni diverse, nelle Marche sulle colline pesaresi, in Toscana, dalla val d’Elsa all’hinterland fiorentino, intorno a Roma, nelle aree industriali pontine e tiburtine, nel sud Italia in Molise ed in Puglia. Oggi parlare di design italiano significa parlare di grande professionalità, di bellezza e qualità superiore.
1861-2011. Sono trascorsi 150 anni esatti da quando l’Italia, allora divisa in sette Stati, divenne un regno unico. Quel lungo processo di unificazione, partito dalla vittoria militare degli eserciti franco-piemontesi nel 1859 e dal contemporaneo progressivo sfaldarsi dei vari Stati italiani che avevano legato la loro sorte alla presenza dell’Austria nella penisola, si concluse il 17 marzo 1861 con la proclamazione di Vittorio Emanuele II re d’Italia. Centocinquant’anni fa è nato un Paese, una nazione, un popolo composto da 22 milioni di persone, unite sotto il tricolore di un’unica bandiera. Per il completamento del processo d’unificazione mancavano all’appello l’annessione del Veneto e dello stato Pontificio. Per il primo bisognerà attendere fino al 1866: con lo scoppio della guerra austro-prussiana, l’Italia si schierò con la Prussia con il premeditato intento di sottrarre il Veneto all’Austria (III Guerra d’Indipendenza). La guerra ebbe esito negativo per l’Italia, ma, grazie alle vittorie prussiane e alla pace di Vienna, il Veneto fu annesso al regno d’Italia. Quattro anni dopo fu la volta dello stato Pontificio la cui annessione non fu cosa facile. Di fronte infatti al rifiuto di Pio X che non voleva in alcun modo rinunciare al potere temporale, Garibaldi e i suoi volontari tentarono per due volte di occupare Roma ma Napoleone III, protettore dello Stato pontificio, glielo impedì. Con la caduta di Napoleone III a seguito della guerra franco-prussiana, truppe italiane guidate dal generale Cadorna entrarono a Roma dopo essersi aperti un varco presso Porta Pia (20 settembre 1870), ponendo fine al potere temporale del Papa. Nel luglio 1871 Roma divenne la capitale del regno d’Italia. L’unità d’Italia si era finalmente realizzata.
Convegni, mostre e cerimonie: tante le iniziative in programma per festeggiare i 150 dell’Unità d’Italia. Le manifestazioni, partite ufficialmente il 5 maggio 2010, da Quarto dei Mille per ricordare l’impresa guidata da Garibaldi, si concluderanno il 4 novembre 2011 con la Festa delle Forze Armate. Sono stati individuati circa 400 “luoghi della Memoria” e su una trentina di essi si è concentrata l’attenzione per le iniziative del 2011, tra cui Quarto, Caprera, il Gianicolo, S. Martino della Battaglia. Poi ci sono i musei, tanti musei, oltre 280, che parlano di Risorgimento. Il programma delle celebrazioni per l’anniversario prevede, inoltre, iniziative di carattere culturale e scientifico dislocate su tutto il territorio nazionale e, in particolare, nelle città di preminente rilievo per l’evoluzione dell’Unità d’Italia, nonché qualificati interventi ed opere infrastrutturali. Tra i numerosi appuntamenti che permetteranno di ripercorrere la storia del nostro Paese, e della conquista della sua unità, ricordiamo: • 9 febbraio, al Colle del Gianicolo di Roma: “Festa della Repubblica Romana” - Inaugurazione del “Parco degli Eroi” che prevede il restauro di: monumento nazionale a Giuseppe Garibaldi, monumento ad Anita Garibaldi, il Faro dell’Unità d’Italia, il Monumento Ossario ai caduti per Roma al colle del Pino, il piccolo museo di cimeli garibaldini nella Porta di San Pancrazio, restauro di tutte le 83 erme, il dislocamento della statua di Angelo Brunetti, un’installazione della Costituzione della Repubblica Romana e la creazione del Museo di Porta San Pancrazio dedicato alla storia della Repubblica Romana. • 16 – 17 marzo “Notte tricolore” nei capoluoghi italiani
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LE PRINCIPALI INIZATIVE IN PROGRAMMA PER I 150 ANNI
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Il marchio nasce nel 1969 su idea dei Monopoli Di Stato. Il nome MS viene dal latino Messis Summa (Miglior raccolto). Rapidamente MS diventa la sigaretta più amata dal mercato italiano.. Le MS e r a n o commercializzate dall’Ente Ta b a c c h i Italiani, oggi asssorbito dalla BAT AT Italia (Briitish Ameerican Toobacco). Negli anni ’90 si assegnano le quote te di produzione dei tabacchi agli Staati comunitari, e in Italia le superfici investite a tabacco si dimezzano. o. Viene riorganizzato il settore della a ricerca sul tabacco, i consumi di taa-
bacco, sotto la spinta di provvedimenti legislativi restrittivi iniziano progressivamente a ridursi. Il mercato è dominato dalle sigarette, con prevalente tendenza verso le sigarette leggere di tipo americano. Sul finire del secolo prende avvio la riforma e la privatizzazione dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) e viene costituito l’Ente Tabacchi Italiani (ETI), al quale vengono demandate le attività produttive e distributive dei tabacchi lavorati. |
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tipo americano, si manifestano le prime crisi per le varietà di tabacchi scuri e per i levantini, soprattutto nelle regioni meridionali. Per consentire il ridimensionamento delle superfici tra le diverse tipologie di tabacchi viene rivoluzionato il settore della ricerca, che avrà un ruolo fondamentale negli anni ’60 nella lotta contro l’epidemia di peronospora, che distruggeva i raccolto. Nel 1970 viene attuata in Italia l’Organizzazione Comune del Mercato europeo, con la liberalizzazione della coltivazione del tabacco. In questo contesto nasce lo storico marchio MS, uno dei più radicati nella storia delle sigarette in Italia.
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IL TABACCO, NASCITA E STORIA IN ITALIA Il tabacco arriva in Italia agli inizi del Sedicesimo secolo, inizialmente a scopo medico e successivamente, con la differenziazione in varietà diverse, viene utilizzato per fiuto e per fumo. Con il diffondersi dei consumi del tabacco e con l’espandersi della coltura nella penisola, nei diversi Stati s’istituirono i primi vincoli fiscali, con lo scopo di trarre un profitto per gli erari. Con la formazione del Regno d’Italia (1861), lo Stato assunse tutta la politica relativa alla produzione e commercio del tabacco, riorganizzando l’industria dei tabacchi e uniformando i metodi di riscossione delle imposte. A metà del secolo scorso, la produzione di tabacco a Roma era suddivisa in tre diverse manifatture: nel convento di S. Margherita si produceva il tabacco da fiuto, nell’ospizio di S. Michele si producevano i sigari forti, ed infine nei locali attigui a Santa Maria dell’Orto si realizzavano i sigari leggeri. Nel 1859 la Regia Pontificia dei Sali e Tabacchi, costituita nel 1854, ottenne l’autorizzazione a predisporre un progetto di costruzione di una grande manifattura in un terreno attiguo alla chiesa di S. Maria dell’Orto. Con l’unificazione del Regno d’Italia e una legislazione unica della produzione, il nostro Stato divenne il primo produttore continentale di tabacco. Dopo il primo conflitto mondiale vennero estese le superfici investite a tabacco; aumentarono i punti di vendita dei generi di monopolio e si istituirono le Rivendite di Stato per la vendita di prodotti esteri di lusso mentre il consumo delle sigarette fece registrare una rapida ascesa. Nel 1927, con la formazione dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), azienda del Ministero delle Finanze, vennero incrementate le attività di ricerca sulle coltivazioni e sulle trasformazioni e lavorazioni industriali del tabacco. Negli anni ‘30 furono immesse sul mercato diverse marche di sigarette nazionali, costituite principalmente con miscele di tabacchi orientali, e introdotte nuove marche estere formate da miscele american blend, che incontrarono subito il favore dei consumatori (Camel, Lucky Strike, Chesterfield). Sigarette molto popolari erano le Macedonia, le Serraglio, le Africa, confezionate con tabacchi scuri conciati con melassa e vino bianco; molto richieste dalle fumatrici erano le Eva e le sigarette Regina iride, confezionate in astucci da 14 pezzi, ognuno con cartine di colore diverso. Con l’introduzione di nuovi tipi tropicali di tabacco per sigari, e di miscele americane di tabacchi da sigarette chiare ed aromatiche, più adattate alle esigenze dell’industria manifatturiera, si ridussero sensibilmente le importazioni del prodotto greggio, mentre le vendite complessive dei tabacchi lavorati aumentarono costantemente, soprattutto delle sigarette. Nel dopoguerra iniziò il processo di ricostruzione industriale delle manifatture e delle strutture produttive danneggiate, con l’immissione di nuove attrezzature e macchinari. I provvedimenti in favore dei tabacchicoltori consentirono un notevole incremento delle superfici investite a tabacco, e dell’occupazione nel settore, soprattutto femminile. Con i cambiamenti nei consumi di tabacco, orientati verso le sigarette di
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Personaggio
Buffon, tempo di nuove sfide I
l miglior portiere del mondo, campione con la Nazionale e con la Juventus, scende in campo con una nuova sfida. “Gigi” Buffon si è infatti avvicinato al mondo del Poker e da pochi mesi è protagonista della nuova campagna pubblicitaria di PokerStars. it - la prima poker room d’Italia. Gigi, fuoriclasse in campo, legato alla Juventus dal 2001 e capitano della Nazionale dalla fine dei Mondiali del Sudafrica, ci racconta il suo approccio verso questa nuova avventura sportiva: allenamento, concentrazione mentale e senso della sfida sono gli ingredienti essenziali per riuscire.
Il portiere campione del mondo ha scoperto la passione per il Texas Hold’em ed è Sport Ambassador di PokerStars. Per lui è il momento di assaporare questa nuova avventura sportiva dove contano concentrazione e senso del rischio
Gigi Buffon, Sport Ambassador di PokerStars.
Da quanto giochi a poker? Un anno e mezzo.
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Cosa ti piace del poker? Che devono coincidere una serie di fattori, dalla condizione psicofisica, alla componente fortuna. E poi ragionamento, capacità di calcolo e aggressività.
Dolce Vita
Cosa prevede la tua collaborazione? Sono impegnato in tornei online come il ‘Buffon Challenge’ e quando non sono impegnato con ritiri o allenamenti o competizioni calcistiche partecipo volentieri a tornei live.
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Com’è nata la collaborazione con PokerStars.it? La collaborazione con Pokerstars.it è stata favorita da un evento di beneficenza che si è tenuto nel mio stabilimento balneare in Versilia. Poi mi sono appassionato al Texas Hold’em e da li è nato tutto…
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Personaggio La biografia Gianluigi “Gigi” Buffon (Carrara, 28 gennaio 1978) esordisce in Serie A a soli 17 anni difendendo la porta del Parma. Difende la porta dei ducali per sei anni vincendo anche l’edizione 1998-99 della Coppa Uefa. Nel 2001 si trasferisce alla Juventus, squadra nella quale milita tuttora. Con il club bianconero vince i campionati 2001-02 e 2002-03. Buffon ha collezionato 102 presenze nella Nazionale Italiana, debuttando a 19 anni nella partita Russia - Italia 1-1 diventando titolare l’anno seguente. Con gli Azzurri partecipa ai Mondiali di Francia ’98, Corea e Giappone 2002, Germania 2006 e Sud Africa 2010 e agli Europei di Portogallo 2004 e Austria – Svizzera 2008. Insieme a Fabio Cannavaro è il simbolo della vittoriosa spedizione di Germania 2006, torneo in cui subisce solamente due gol: l’autorete di Zaccardo contro gli Usa e il rigore di Zidane nella finale contro la Francia. Grazie a questa grandissima prestazione viene premiato come miglior portiere del torneo e arriva secondo nella classifica del Pallone d’Oro alle spalle del suo capitano. Gigi Buffon viene premiato ripetutamente come miglior portiere del mondo (2003/04/06/07). Gigi Buffon è un grande appassionato di texas hold’em e dal maggio 2010 è lo Sport Ambassador di PokerStars.it
Che tipo di giocatore di poker sei? Per me influisce molto l’approccio psicofisico come detto, di base sono un buon giocatore. Come definiresti il tuo “livello di gioco”? Ripeto, a seconda delle condizioni psicofisiche ho un certo approccio alla gara. Mi auguro sempre di esser in forma per mostrarmi aggressivo! Quanto diffuso è il poker in Italia? Il Texas Hold’em in Italia ha ‘sfondato’! Inequivocabilmente! Un gioco trasversale che ha catturato tutte le fasce sociali. Proprio assistendo al PokerStars IPT San Remo ho avuto modo di toccare con mano quanto sia grande il popolo del poker. Contro quali altri sportivi hai giocato a poker? Secondo te chi sono i migliori calciatori/giocatori di poker? Mi sono scontrato con Gattuso, Mar-
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chisio, Chiellini e Grosso. Tutti competitivi. So che anche Francesco Totti è in gamba. Che similitudini ci sono tra il gioco del calcio e il poker? In entrambi gli sport bisogna aver conseguito un’ottima forma fisica e mentale. Sono requisiti determinanti per essere all’altezza della competizione. Che differenza c’è tra vincere uno dei maggiori tornei di poker e vincere uno dei maggiori tornei di calcio? Il calcio ha una cassa di risonanza che non conosce confini, per me è la scelta di vita. Il poker pur essendo uno sport molto praticato è limitato nel confronto e per me oggi è un divertimento, un hobby. Pensi che un giorno quando ti ritirerai dal calcio potresti diventare un giocatore di poker professionista?
Diciamo che mi piacerebbe avere le capacità e aver acquisito l’abilità del professionista. Non vorrei avere però l’impegno che ha un professionista Quanto tempo dedichi in media a questa attività e a giocare? Sei ore a settimana, con buona costanza. Quali sono i segreti per essere un campione anche sul tavolo verde? Capacità di concentrazione, imperturbabilità, una buona dose di fortuna. Quali sono le caratteristiche e i requisiti per giocare su un sito di scommesse on line e perchè sia affidabile? Che abbia la licenza AAMS, poi diventa tutto una questione di feeling, io l’ho trovato con PokerStars.it
Acquista una bottiglia di Chivas Regal, potrai vivere con altri 9 fortunati l’indimenticabile esperienza di una full immersion con Luca Pagano, il grande campione di Texas Hold’em, che vi insegnerà tutti i segreti di un mondo magico ed emozionante. Per partecipare all’estrazione spedisci a: Concorso Chivas Casella Postale 16077 - 20110 Milano entro il 15/01/2011 in busta chiusa e affrancata, lo scontrino comprovante l’acquisto di una bottiglia di Chivas assieme a tutti i tuoi dati (nome, cognome, indirizzo, telefono, email) aggiungendo la frase: “Autorizzo il trattamento dei miei dati ai fini della partecipazione al concorso”. Il premio è comprensivo di volo A/R da qualsiasi aeroporto italiano a Milano, corso di Texas Hold’em con Luca Pagano, cena e pernottamento in hotel****.
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Voglia di “vintage”, dal cinema alla moda, dagli oggetti alla cucina: quello che era passato di moda, torna alla ribalta e contagia milioni di persone... L’analisi di un fenomeno che continua ad avere successo A cura di Jelena Petakovic
Q
uella strana espressione “Vintage” inizialmente ci sembrava una parola se non impronunciabile quanto meno incomprensibile e di dubbia provenienza. Si pronuncia alla francese o all’inglese? Malgrado derivi da una espressione antica d’oltralpe, “vendenge”, ovvero la vendemmia dei vini più pregiati , anche questa volta vince l’English. Qualche anno fa, quando sono apparsi per la prima volta gli indumenti usati nei servizi di moda delle più rinomate riviste, sembrava si trattasse di un’infatuazione temporanea, dell’ennesimo eccentrismo di fashion snob troppo annoiati. Invece abbiamo dovuto ricrederci; il vintage non è solo stata la moda di un attimo, ma “i suoi 5 minuti di gloria” continuano ancora dopo anni. E’ come un virus irrefrenabile che tende a diffondersi in tutti i settori della nostra vita. Partendo dalla moda, di seguito ha influenzato le nostre case, le auto, per arrivare anche in cucina dove abbiamo assistito alla resurrezione di ricette ormai dimenticate da decenni o alla riscoperta delle vecchie tradizioni culinarie povere. Ma se all’inizio vintage era riferito soltanto agli oggetti e ai vestiti usati e creati almeno 20 anni prima, adesso la situazione è notevolmente cambiata. Non si tratta più di una moda di nicchia ed è sempre più difficile fare un distinzione netta tra “vintage” e “second hand”. C’è da dire anche
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che non a tutti piace mettersi i vestiti usati che spesso odorano di naftalina. Perciò nascono i falsi vintage ovvero le reinterpretazioni degli stili degli anni che furono. Che dire, c’è ne per tutti i gusti! Per i veri “vintage victim” è imperdibile un salto a Londra alla boutique Rellik che presenta una vasta scelta di abiti dei più rinomati designer come Westwood, Dior, Pucci, Alaia, per nominarne solo alcuni. Il periodo spazia dai fantastici anni ‘20 per arrivare fino agli anni ‘80 così tanto in voga negli ultimi tempi. Rellik, più di un semplice fashion store, assomiglia alla caverna di Ali Babà. Ma non serve prendere l’aereo per trovare qualcosa di particolare. L’Italia di sicuro non è da meno. Tra varie fiere, manifestazioni e carinissimi negozietti la scelta è veramente vasta. Attenzione però che anche il vintage ha le sue regole. Non bisogna esagerare ed è sempre meglio un dettaglio originale che essere avvolti dalla testa ai piedi in abiti vecchi. L’effetto potrebbe essere opposto: non più alla moda ma definitivamente démodé. E comunque, bisogna seguire anche le tendenze vintage. Perché, non lasciamoci ingannare, il vintage non nasce spontaneamente dentro di noi ma siamo noi ad essere facilmente malleabili alle suggestioni della moda. Ed ecco che anche quest’anno i vari stilisti e creatori di tendenze giocano con noi premendo sul tasto della nostalgia. Questa volta farà capolino lo stile degli anni ‘50 che si estende e prende il meglio anche del decennio successivo. Possiamo già assistere al grande ritorno delle borse stile Kelly, ai vestiti e le gonne a ruota che, sì nascondono le gambe però esaltano la femminilità. Sembra che torneranno in auge anche i cappelli rimasti nel dimenticatoio per ben 50 anni.
Attenzione però che anche il vintage ha le sue regole. Non bisogna esagerare ed è sempre meglio un dettaglio originale che essere avvolti dalla testa ai piedi in abiti vecchi un pò scontati ma con il così rassicurante lieto fine. Le case erano sempre pulite, il pranzo sempre pronto, la vita in genere era molto meno stressante. O almeno ci pare così a distanza di anni. Ed è proprio su questo che puntano i vari Marc Jacobs (v.d. collezione Louis Vuitton), Fendi, Prada quando ci propongono quello stile bon ton così tipico per quegli anni. Ricordatevi però che seguire questo stile significa anche essere sempre impeccabili e perfetti, e che le signore di una volta di solito facevano solo le casalinghe e i mariti non le aiutavano in casa. Quindi c’è il rischio che la nostra voglia di una vita più semplice e tranquilla ci porterà solo ad un maggiore stress. Ma non bisogna fermarsi solo agli abiti; questa moda contagia anche il mondo della cartoleria e dell’oggettistica. Anche le varie cartoline e quaderni vintage non fanno altro che evocare i ricordi piacevoli, ci fanno venire in mente le nostre origini, i tempi semplici quando le distrazioni erano minori e il mondo era fatto a misura d’uomo. Non indietreg-
gia neanche internet, quel mezzo super tecnologico, che però anch’esso segue la moda e così ci presenta numerosi siti con un look decisamente d’annata. Possiamo prendere spunti anche dai vari film, partendo dai veri vintage come i film di Hitchcock (“La finestra sul cortile”, “La donna che visse due volte…”) oppure scegliendo quelli più recenti come “Single man” di Tom Ford o “Lontano dal paradiso” di Tod Haynes. Di grande aiuto ci può essere anche il telefilm “Mad man” ora in tv. Assieme agli oggetti di quegli anni sembra siano tornati di moda anche certi hobby delle nostre nonne tra cui il lavorare a maglia. Una volta era una necessità ed oggi viene usato soprattutto come un antistress. Sembra infatti che quel gesto ripetitivo dello sferruzzare abbassi il livello di cortisolo e di conseguenza ci calma. Un po’ come lo yoga o le preghiere. Se non siamo bravi a lavorare a maglia possiamo sempre precipitarci in cucina a fare il pane o le marmellate. Spingendosi ancora oltre e andando a scavare sempre più nel mondo retrò si viene a scoprire un mondo parallelo - il mondo delle “time warp wives” o le mogli vintage. La maggior parte di noi, almeno una volta nella vita, ha fantasticato di tornare indietro nel tempo e vivere in un’epoca diversa. Ebbene ci sono persone che effettivamente hanno fatto un salto temporale, una specie di viaggio nel tempo. Entrando nelle loro case
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Anni di nostalgia
Ma perché proprio gli anni ‘50/’60? Perché malgrado il fatto che la maggior parte di noi non li abbia vissuti, creano comunque in tutti noi un senso di sicurezza. Ci assalgono i ricordi dell’infanzia, veniamo subito avvolti dai profumi dei dolci appena sfornati dalle nostre nonne, ci vengono in mente i vecchi film in bianco e nero, sì forse
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Tendenze
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Tendenze
ci si imbatte nei mobili anni ‘50, mai in secondo piano. D’altra parrecuperati nei vari mercatini; si te anche gli uomini fanno la loro cammina sui pavimenti ricoperti parte. Sono tenuti a comportarsi di moquette, dai grammofoni ar- da veri gentleman e a riprendersi i riva la voce di Frank Sinatra; la tv lavori che una volta erano una loro è in bianco e nero e la padrona di esclusiva - come fare benzina, le casa, vestita alla perfezione, ci sa- piccole manutenzioni di casa ecc.luta con quell’immancabile rosset- tutte quelle piccole cose che una to rosso sulla bocca offrendoci il signora per bene di certo non può cocktail vecchio stile. Le proprieta- fare da sola. rie di queste case all’antica si au- E cosa dire di tutto questo? Si, la moda è divertente, todefiniscono “mogli retrò”, sono di un età La nostalgia va bene a ma non deve dicompresa tra 30 e piccole dosi, perché non ventare un’ossessione, non bisogna 40 anni, e non sono vogliamo svegliarci rimanere schiavi di solo le solite appasfrustrati a 70 anni essa e tanto meno sionate della moda vintage. C’è qualco- scoprendo di aver vissuto basare la propria sa di più che le spinla fotocopia della vita dei vita cercando di ricreare il passage ad abbandonare nostri nonni. to. La nostalgia va la vita moderna e a bene a piccole dosi, tuffarsi nel passato. Hanno una diversa visione del perché non vogliamo svegliarci mondo e vogliono vivere una vita frustrati a 70 anni scoprendo di più protetta e meno caotica. Non aver vissuto la fotocopia della vita comprano i quotidiani e spesso i dei nostri nonni. telegiornali sono banditi dalle loro Perciò cerchiamo di accontentarci abitazioni. Ciò non vuol dire che con qualche dettaglio vintage che rinnegano totalmente la vita mo- ci darà quel tocco in più e ci farà derna. Tante fra loro sono blogger star meglio, ma non rinneghiamo appassionate però i computer sono la lotta delle nostre madri per otteben nascosti perché non stonino nere l’uguaglianza delle donne; lacon l’arredamento. Credono di es- sciamo il passato alle spalle, dove, sere nate in un epoca sbagliata, del resto, appartiene. Usiamo pure adorano l’eleganza degli anni ‘50 la macchina d’epoca nelle giornae credono nei valori di quei tempi. te speciali e sempre d’estate, ma Sono contente di prendersi cura d’inverno, in una gelida giornata di dei loro mariti come lo facevano gennaio, preferiamo di gran lunga le loro nonne e, malgrado il fatto la macchina meno appariscente, che spesso debbano lavorare fuori banale, con 30 gradi sparati e sencasa, il lavoro casalingo non passa za spifferi. |
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PURO D’ORO
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Nuoce gravemente alla salute
Miti intramontabili
Ernesto “Guevara
, l uomo e il mito
Storia di un personaggio che è diventato un eroe per un’intera generazione. Oggi la sua celebrità non è scalfita dal tempo e il suo fascino continua a resistere, diviso tra ammiratori e detrattori
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Sanchez de Lozada, nel 1997. Da allora i suoi resti si trovano nel Mausoleo di Santa Clara di Cuba. La figura di Ernesto Guevara è assurta con il passare degli anni alla dimensione del “mito”, essendo divenuto un’icona di livello internazionale per quella parte di persone che si riconoscono nei suoi ideali rivoluzionari, ma non solo. È innegabile affermare che Guevara è diventato un simbolo nel quale ognuno può riconoscersi e trovare qualcosa di positivo. Tutto questo ha fatto si che diventasse un’icona pop del ventesimo secolo e ha reso la sua immagine una delle più popolari al mondo. Proprio a testimonianza della grande risonanza mediatica dell’immagine di Guevara si può portare ad esempio il fatto che la fotografia del Che scattata il 6 marzo 1960 dal fotografo Alberto Korda e da questi regalata all’editore italiano Giangiacomo Feltrinelli è diventata una delle immagini più famose del secolo, tanto da essere considerata la più riprodotta in assoluto della storia della fotografia. Ancora oggi sono ricercatissime t-shirt, bandiere e merchandising di qualsivoglia natura raffiguranti il Che. Il rivoluzionario più citato al mondo non si è limitato a far sentire la sua voce solo attraverso il merchandising, ma diventando oggetto di culto e di studio da parte di milioni di persone in diversi settori. La letteratura si è occupata del fenomeno Guevara e lo dimostrano i tantissimi libri pubblicati prendendo spunto dalla sua vita,
La sigaretta dedicata al Che Che Guevara è certamente un personaggio che affascina, un mito che resiste nel tempo. Per questo ITA ha colto al volo l’occasione di distribuire in Italia una marca di sigarette interamente dedicata al “comandante”. Una vera novità sul mercato italiano che si presenta con un pacchetto originale in cui la sagoma del “Che” rimane visibile anche dopo aver aperto l’involucro. La miscela è 100% tabacco naturale senza additivi e il prezzo è estremamente concorrenziale per una sigaretta di qualità.
dalle sue rivoluzioni e dai suoi scritti. Innumerevoli le case editrici che hanno puntato su un fenomeno che nel corso degli anni sembra non essersi mai esaurito. Tra i libri più recenti possiamo trovare: “La guerra rivoluzionaria a Cuba” (Mondadori 2008); “Giustizia globale” (Oscar Mondadori 2006) e “Leggere Che Guevara, Scritti su politica e rivoluzione” (Feltrinelli 2005). Troppi i titoli per poterli elencare tutti, ma uno in particolare va menzionato: “Latinoamericana”. Un diario per un viaggio in motocicletta (Feltrinelli 1993) non può non essere citato. Il libro ripropone in forma narrativa tutte le note e gli appunti raccolti durante il lungo ed avventuroso viaggio intrapreso dal giovane Ernesto Guevara ed il suo amico Alberto Granado attraverso l’America Latina, inizialmente in sella alla motocicletta di quest’ultimo (una Norton 500 M18 del 1939 soprannominata “Poderosa II”) e successivamente a piedi o con i più disparati mezzi di fortuna. Questo viaggio permetterà al giovane protagonista di
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ono tanti i miti, le passioni, gli ideali che scuotono le generazioni, ma c’è un personaggio in particolare, che nel corso del tempo continua ad essere esempio, positivo o negativo, per migliaia di giovani. Stiamo parlando di Ernesto “Che” Guevara, un mito del secolo scorso, una figura storica che si colloca fra i grandi personaggi che hanno animato la storia mondiale del dopoguerra con il fascino dell’eroe. Un eroe ambiguo che per degli ideali non ha esitato a compiere atti discutibili. La storia del Che è risaputa: rivoluzionario e guerrigliero argentino, Guevara fu membro del Movimento del 26 luglio e, dopo il successo della rivoluzione cubana, assunse un ruolo nel nuovo governo, secondo per importanza solo a Fidel Castro. Dopo il 1965, lasciò Cuba per attuare la Rivoluzione popolare in altri Paesi, prima nell’ex Congo Belga (ora Repubblica Democratica del Congo), poi in Bolivia. L’8 ottobre 1967 venne ferito e catturato da un reparto anti-guerriglia dell’esercito boliviano - assistito da forze speciali statunitensi costituite da agenti speciali della CIA - a La Higuera, nella provincia di Vallegrande (dipartimento di Santa Cruz). Il giorno successivo venne ucciso e mutilato a polsi e caviglie nella scuola del villaggio. Il suo cadavere - dopo essere stato esposto al pubblico a Vallegrande - fu sepolto in un luogo segreto e ritrovato da una missione di antropologi forensi argentini e cubani, autorizzata dal governo boliviano di
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Miti intramontabili
BIOGRAFIA IN BREVE •
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1928: Ernesto Guevara de la Serna nasce nella città argentina di Rosario il 14 giugno del 1928. 1951: a dicembre Ernesto intraprende con l’amico Alberto Granado un viaggio in motocicletta per l’America Latina. 1953: il forte entusiasmo per la riforma agraria promulgata dal Presidente del Guatemala Jacobo Arwbenz, spinge Ernesto a trasferirsi in Guatemala dove consoce Hilda Gadea, esiliata peruviana, che lo mette in contatto con un gruppo di rivoluzionari cubani. Saranno loro da dargli il soprannome “Che”. 1955: trasferitosi a Città del Messico nel 1954, nel luglio dell’anno seguente il Che incontra Fidel Castro. Fra i due scatta subito una forte intesa politica ed Ernesto decide di prendere parte alla spedizione per liberare Cuba dal “tiranno” Fulgencio Batista. 1958-1959: il 28 dicembre 1958 Guevara, a capo della propria divisione militare, vince la decisiva battaglia di Santa Clara e dopo pochi giorni, il 2 gennaio 1959 il Che entra vittoriosamente all’Avana. 1961: Guevara viene nominato Ministro dell’Industria cubana. Il 15 aprile dello stesso anno partecipa attivamente alla difesa dell’isola di Baia dei Porci contro il tentativo di invasione della CIA. 1966: non completamente soddisfatto dei risultati della rivoluzione cubana il Che lascia il paese e riparte per un’altra rivoluzione, quella Boliviana. Qui si aggrega a un focolaio guerrigliero. 1967: l’8 ottobre, vicino al villaggio di Higueras, durante uno scontro a fuoco con le forze governative, Guevara è fatto prigioniero. Non si conosce la data esatta della sua morte, ma sembra ormai accertato con buona approssimazione che il Che sia stato giustiziato il 9 ottobre 1967.
osservare la miseria e la povertà del popolo latinoamericano, di iniziare ad analizzare i nefasti effetti dei sistemi economici vigenti, scoprendo l’esigenza di un mondo più equo. Dal libro, divenuto fin dalla sua pubblicazione un cult, nel 2004 è stato tratto il film “I diari della motocicletta”, con Rodrigo De la Serna nel ruolo di Granado e Gael García Bernal nel ruolo di Guevara. Oltre alla letteratura qundi, anche il cinema ha contribuito ad accrescere e mantenere vivo nel tempo il mito di questo eroe contemporaneo. Tra gli ultimi film dedicati a questo personaggio troviamo “Che - L’argentino” e “Che – Guerriglia”, film biografici del 2008 diretti da Steven Soderbergh. La prima pellicola è basata sulla vicenda del rovesciamento della dittatura cubana di Fulgencio Batista da parte di Ernesto “Che”
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LA NUOVA RIVOLUZIONE : Guevara, interpretato da Benicio Del Toro, e un gruppo di esuli cubani guidati da Fidel Castro, nel 1956. Il film è ispirato dal libro “La Guerra Rivoluzionaria a Cuba” scritto dallo stesso Ernesto Guevara. Il secondo film prende spunto dalle vicende sul rovesciamento della Guerra Rivoluzionaria e del Movimento Simon Bolivar sorto in Bolivia nel 1965. Distribuiti in Italia a partire da aprile 2009, hanno ottenuto un enorme successo al botteghino, dando ancora una volta prova di quanto sia forte l’attaccamento e l’interesse per una figura chiave del secolo scorso.ww Il personaggio di Che Guevara è destinato a essere ancora a lungo uno dei volti più noti del pianeta. Il suo carattere severo e riservato, incosciente e scrupoloso, il suo essere guerrigliero e sognatore hanno posto le basi per la nascita di un mito che, alimentato dalla cultura popolare e non solo, continuerà ad essere uno dei simboli della lotta per la libertà e i diritti. |
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Il fumo nuoce gravemente alla salute
La scrittura oggi
Il valore della scrittura ai tempi dell’iPad
ietro al semplice gesto di una lettera e di una parola scritta si nasconde una storia affascinante, antica e ricca di volti, tecniche e tratti diversi. Una storia che oggi sta lasciando il posto all’ancora più semplice gesto del cliccare su una tastiera o del toccare, se non sfiorare, un palmare. Alla lunga storia di romanzieri, saggisti e narratori che hanno portato l’Italia e la sua cultura tra gli scaffali di tutto il mondo, si sono aggiunti i moderni blogger e appassionati di informatica che hanno creato siti web ricchi di contenuti di qualità. Scrivere oggi significa imbattersi in tecnologie nuove; significa conoscere e imparare a utilizzare strumenti e forme di scrittura differenti e, soprattutto, non fossilizzarsi solo sui metodi di comunicazione tradizionali. Il mondo sta cambiando: cambiano le persone, gli interessi, le passioni, i canali con cui trasmettere notizie, informazioni, emozioni e sensazioni. Il pennino e la cara vecchia macchina per scrivere hanno lasciato il posto a tastiere reali e virtuali, al più moderno iPad che sta rivoluzionando
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l’approccio con la lettura e la scrittura: i giornali, i libri o un semplice documento vengono sfogliati in qualsiasi luogo, in piedi o comodamente seduti non più alla propria scrivania
Scegliere la tastiera al posto della classica penna porta quindi a un impoverimento sul fronte delle emozioni e delle sensazioni. Gli scritti sono tutti uguali e il rischio è proprio l’omologazione. Perdere la passione per la scrittura a mano può rappresentare un sintomo di fragilità, di non voglia di caratterizzarsi, di emergere e differenziarsi ma al tavolo di un locale, su una panchina del parco o sul divano di casa propria. La scrittura diventa un racconto multimediale, la lettura una scoperta emozionante e interattiva. Una rivista si sfoglia muovendo le immagini nelle direzioni destra-sinistra,
mentre per leggere gli articoli il testo si scorre dall’alto al basso. Si scrive toccando uno schermo, gli errori vengono corretti automaticamente; il corsivo o lo stampatello, i diversi stili, le differenti grandezze sono impostate con un click e quando ci si ritrova, per caso, con una penna e un foglio bianco in mano si scopre di aver perso confidenza con quel gesto. Oggi le parole vengono abbreviate, ridotte ad acronomi e le lettere tendono a perdere significato. Di contro la tecnologia ci permette di scrivere in modo chiaro, veloce e di duplicare all’infinito ciò che vogliamo comunicare. Tutto questo rappresenta un’evoluzione o un’involuzione? Domanda d’obbligo soprattutto di fronte a una serie di dati che riguardano, proprio, la perdita di una certa manualità nello scrivere. Secondo un’indagine infatti, in Francia la perdita del corsivo è considerata un’emergenza e in Italia, il 50% dei ragazzi tra i 14 e i 19 hanno un pessima grafia; secondo quanto riporta un articolo apparso su “La Reppublica”, si ricorre per lo più allo stampatel-
Il progresso tecnologico, ovviamente, ha portato a un netto cambiamento della scrittura e della comunicazione in generale, ma la scrittura e la comunicazione scritta non sono morte come
Come? L’iPad rappresenta la più esplicita dimostrazione del nuovo che avanza. Eppure, pur cambiando le modalità, finchè ci sarà la voglia di scoprire e comunicare, finché ci sarà la curiosità di voler leggere, di approfondire e avvicinarsi a mondi diversi e, insieme, di voler trasmettere le conoscenze e i saperi, allora la scrittura resterà il principale veicolo e il ponte per comunicare con il mondo. Tecnologia e fascino della scrittura possono e devono convivere. |
Tutte le novità Nippen Nippen non delude le aspettative per coloro che amano la scrittura e presenta tante originali novità. Le linee Fun e Master si arricchiscono con nuovi e accattivanti prodotti. Arrivano le NipRoyal, fantastiche penne impreziosite con brillanti tipo Swarovski, e le Baby Ball, simpatiche penne a pois con originale cappuccio magnetico, tutte disponibili in vari colori. La serie Wendy, con la versione Pen e Pencil, colpisce per la sua forma singolare: sembrano dei matitoni di legno, ma in realtà si tratta di una penna con
sistema a scatto e un portamine leggero e facile da impugnare. Per chi ama oggetti unici e dal design innovativo, Nippen presenta Nipstick, una serie di quattro astucci rigidi con tre evidenziatori, una penna e un portamina. Pratici, comodi ma soprattutto originali, con quattro splendidi disegni stile “japan”. E come non pensare ai piccoli esploratori? Nippen ha dedicato loro un kit completo con tanti preziosi strumenti per chi ha sempre voglia di avventura. Completano la lista due portatori sani di allegria: Froggy, una dolce ranocchia-cucitrice e Snail, una simpatica lumachina porta nastro adesivo. Disponibili in una scatola personalizzata, sono delle perfette idee regalo.
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molti affermano. Sono solo cambiate, si s o n o adattate ai cambiamenti.
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La tecnologia avanza con la sua efficienza e praticità, ma si corre il rischio dell’omologazione. Dietro i tratti di una scrittura a penna ci sono ancora l’emozione e il sapore di un gesto antico che resta vivo e attuale ancor oggi
lo, anonimo e omologato. Perde purtroppo quota il corsivo, da sempre veicolo e fonte di emozioni, segno identificativo della propria unicità. Scegliere la tastiera al posto della classica penna porta quindi a un impoverimento sul fronte delle emozioni e delle sensazioni. Gli scritti sono tutti uguali e il rischio è proprio l’omologazione. Perdere la passione per la scrittura a mano può rappresentare un sintomo di fragilità, di non voglia di caratterizzarsi, di emergere e differenziarsi. Scrivere le pagine del proprio diario o di un qualsiasi quaderno significa interrogare i propri stati d’animo e avere così un approccio più personale e intimo con le lettere e le parole.
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Tecnologie Testatina
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The USB Tribe: tecnologia in Tabaccheria
Forte della sua capacità di cogliere i gusti e le mode giovanili, Maikii si propone oggi sul mercato con una straordinaria collezione di chiavi USB che in pochissimo tempo si è dimostrata un successo
Frank la Scimmia
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Kiki la Giraffa
Leo la Zebra
’azienda trevigiana Maikii ha lo sguardo lungo, di chi sa dove vuole arrivare. L’esperienza l’ha maturata in questi anni sul campo, ma ha saputo mantenere intatto il carattere di azienda giovane, con la forza di credere nelle proprie idee. E con USB Tribe è stata premiata. La sfida? Vendere le chiavi USB in tabaccheria e nei luoghi di ristoro, un mercato del tutto nuovo e inesplorato ad oggi per questo prodotto. Ha studiato un display di chiavette USB dalle sembianze di simpatici animaletti, proposti ad un prezzo incredibile: solo € 9,90. Il risultato? Oltre 400 punti vendita raggiunti in una sola settimana di vendite, e prodotti esauriti ovunque!
pronto a giocare e divertirsi: infine Leo la Zebra - in cerca di nuovi amici. I protagonisti di The USB Tribe sono molto più che divertenti e colorate chiavette USB, sono oggetti da collezione! Ognuno di essi, infatti, può scambiare il proprio corpo con gli altri - quasi come fossero abiti - e dare vita ai più improbabili animali di fantasia: la sciraffa, la zemmia o il panbra! Le chiavette USB Tribe sono contenute in un divertente display, facile da montare e collocare sul banco: impossibile non notarle. La loro forma e il prezzo super competitivo vi invoglieranno a collezionarle tutte.
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Paul il Panda
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The USB Tribe è un’idea regalo insolita, divertente e adatta a tutti, ad un prezzo davvero interessante: 9,90 euro a soggetto. I personaggi che compongono questa simpatica tribù sono 4, tutti con una capacità di memoria da 2 GB: Kiki la Giraffa - dinamica e positiva; Frank la Scimmia curioso e a caccia di guai; Paul il Panda -
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WKH /XFN\ WKH /XF FN\
Presto un nuovo componente si unirà alla tribù, il suo nome è Tyson ma i suoi poteri e le sue caratteristiche non sono ancora stati svelati; continuate a seguire le avventure di USB Tribe per non perdervi questa e tutte le altre novità in arrivo! USB Tribe. To be continued… |
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Kiki K ikii
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Vita di coppia
Peccati di gola… Dalla tavola alle lenzuola: il legame tra cibo e sesso. Già nell’antichità alcuni piatti erano considerati al pari di elisir d’amore. Ancora oggi i cibi afrodisiaci trovano il giusto spazio sulle nostre tavole, ma gli ingredienti non bastano. Bisogna sapere che…
Ma scegliere il cibo giusto non basta: il modo con cui questi cibi e spezie vengono associati, preparati e presentati in tavola è fondamentale per conservare il loro potere afrodisiaco
Ricette afrodisiache Kuku Sabsi: per una serata da “Mille e una notte” La principessa Sheherazade usava preparare questa ricetta al suo re, e la leggenda vuole che queste piccole frittatine fossero consumate dai 2 innamorati durante le loro lunghe serate adagiati su un comodo tappeto persiano a raccontarsi fantastiche favole. Ingredienti per 2 persone: 1 porro tagliato a fettine molto sottili; 50 g di spinaci surgelati; 4 uova; 3 cucchiai di erbe miste (prezzemolo - cipollina - menta) tritate finemente; 1 cucchiaio di noci tritate; 1 cucchiaio di pinoli; olio; sale e pepe q.b. Procedimento: In una padella antiaderente fate cuocere, a fuoco lento, il porro in un cucchiaio di olio. Aggiungete gli spinaci scongelati e ben strizzati e continuate la cottura per qualche minuto mescolando bene. Sbattete le uova in una ciotola, aggiungete gli spinaci, le erbe, le noci, i pinoli e condite con il sale ed il pepe. Imburrate una pirofila e versatevi il composto che farete cuocere in forno a 160 gradi, coperto con un foglio di alluminio, per circa 20 minuti. Togliete l’alluminio e continuate la cottura per altri 5 minuti in modo che possa dorarsi
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ai cibi pregiati, non si possono non citare tartufo (soprattutto quello bianco), ostriche e molluschi, alcuni pesci e crostacei e caviale. Oltre al salato anche il dolce può prendere l’altra metà per la gola e scaldare gli animi. Si può quindi decidere di puntare su cacao e cioccolato, che per gli Atzechi era il cibo degli dei. Il cioccolato, infatti, è ricco di antiossidanti e sostanze eccitanti.
bene. Di solito il Kuku si serve tagliato a fettine e viene mangiato sia
Ma scegliere il cibo giusto non basta: il modo con cui questi cibi e spezie vengono associati, preparati e presentati in tavola è fondamentale per conservare il loro potere afrodisiaco. L’effetto è strettamente legato alle modalità in cui il cibo viene consumato, cioè l’atmosfera, l’intimità che si è in grado di creare. Per conquistare il partner è quindi molto importante curare, oltre agli ingredienti, anche la presentazione del piatto, i suoi aromi e l’atmosfera. La componente emotiva del desiderio sessuale è fondamentale in quanto agisce potenziando i meccanismi fisiologici che danno origine al desiderio. I cibi afrodisiaci agiscono con tutta probabilità su questa componente “mentale” contribuendo a scatenare fantasie e a liberare la parte più istintuale di una persona.
sceicco, che in un paio d’anni divenne il patriarca di una numeros-
Le Melanzane dello sceicco La leggenda vuole che questa antica ricetta sia stata inventata dallo speziale dello sceicco Ala ed Din. Lo sceicco si era rivolto allo speziale perché non riusciva a concepire un erede da nessuna delle sue concubine. La ricetta si rivelò una magica soluzione ai problemi dello sissima famiglia. Ingredienti per 2 persone: 1 melanzana grande, 1 cipolla, 4 cucchiai di olio d’oliva, 2 pomodori, 1 spicchio d’aglio, 1 pizzico di chiodi di garofano in polvere, 1 cuc-
Se la ricetta ha funzionato ed è il momento di passare ai fatti, meglio essere al sicuro.
chiaino di zucchero, 3 cucchiai di parmigiano o pecorino grattugiato, sale, pepe, burro.
Muchacho è la linea di preservativi in distri-
Preparazione:
buzione anche nel circuito delle tabaccherie
Tagliate la cipolla a fettine trasparenti e tritate l’aglio, quindi fateli
italiane e nei distributori automatici con un
soffriggere nell’olio d’oliva. Unitevi i chiodi di garofano, lo zucchero,
piccolo plus, molto divertente in “certe oc-
sale e pepe. Coprite il tegame e fate cuocere a fuoco basso per 3 mi-
casioni”. Il “Love Toy” è un gioco che stimola il piacere e che si trova nelle apposite
nuti. Intanto tagliate a rondelle la melanzana e i pomodori e portate il forno alla massima temperatura. Mettete uno strato di melanzane in una pirofila imburrata, ricopritela con una parte del trito d’aglio
confezioni di Muchacho. Attenzione nella
e cipolla, cospargite un po’ di formaggio grattugiato, poi disponete
linea Muchacho di “piccante” c’è solo
uno strato di pomodori e il resto della cipolla e del formaggio. Infine,
l’amore: l’immagine del peperoncino sulle scatole ha un valore solo simbolico. Non sono, infatti, profilattici al peperoncino.
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Vere o non vere che siano le virtù sopra decantate, provare e sperimentare una cena a base di cibi afrodisiaci può rivelarsi un modo alternativo ed intrigante di passare una serata con il proprio partner. Per questo motivo vi consigliamo alcune “ricette piccanti”, legate a leggende e tradizioni passate. Starà a voi credere nelle loro potenzialità, senza dimenticare che ciò che conta oltre a quello che c’è nel piatto è anche saper giocare con l’immaginazione. |
caldo che freddo.
sparpagliate qualche ricciolo di burro, ricoprite la teglia con un foglio d’alluminio e infornate. Dopo mezz’ora toglite la stagnola e lasciatre la teglia nel forno caldo per far ammorbidire le melanzane (circa 10 minuti). Il piatto va accompagnato con del riso.
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a sempre il cibo è strettamente collegato al piacere. L’appagamento del gusto porta sempre all’appagamento dei sensi, dando vita a un’intensa sensazione di benessere e piacere. Il legame esistente fra cibo e sesso è fortissimo: innanzitutto hanno la stessa localizzazione cerebrale e stimolano gli stessi circuiti neuroendocrini (sono pulsioni controllate dagli stessi ormoni); inoltre entrambi puntano al raggiungimento di una soddisfazione personale. Sin dall’antichità i piaceri della gola e della sessualità sono strettamente connessi. Popoli, culture e civiltà diverse, hanno inventato “pozioni e filtri d’amore” per sedurre, incantare l’altro sesso e per migliorare le proprie prestazioni. Ancora oggi si crede che in alcuni cibi risieda una componente afrodisiaca, capace di scaldare l’atmosfera ed aumentare la libido. Un posto in prima fila per il popolo del Mediterraneo lo ha sempre avuto il peperoncino, che stimola la vasodilatazione periferica ed è con tutta probabilità l’alimento che più di ogni altro possiede delle reali basi scientifiche sui cui si fondano le sue proprietà afrodisiache. Questa spezia, grazie ai suoi principi attivi, al suo sapore, al suo colore e alle sue mille qualità, è senz’altro una delle piante più adatte a stimolare il desiderio sessuale. Sono considerati alimenti afrodisiaci anche asparago, sedano, mandorla, pinoli e anice. Nei paesi asiatici sono rinomati per le loro proprietà afrodisiache ginseng, ginko biloba, spezie come lo zafferano e lo zenzero. Volendo poi passare
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siste un giorno in cui l’amore è protagonista assoluto. Stiamo parlando del 14 febbraio, giorno dedicato a San Valentino, il patrono degli innamorati. Passano gli anni e le mode, cambia il modo di farsi gli auguri e i regali col tempo si fanno sempre più hitech, ma la leggenda non tramonta mai e ancora oggi pare conservare tutto il suo fascino. Da dove nasce questa ricorrenza? La notorietà di San Valentino trova le sue origini nei Paesi anglosassoni, dove il culto del santo dell’amore si affermò molto rapidamente. A lui sono legate molte leggende che raccontano delle sue gesta. In Francia e in Inghilterra, ad esempio, si diffuse la leggenda secondo la quale San Valentino era solito regalare ai ragazzi e alle ragazze che attraversavano il suo giardino qualche fiore. Fu così che due giovani si innamorarono e vissero una felice vita matrimoniale. Da allora accadde spesso che le coppie in procinto di sposarsi e i fidanzati si recassero nel suo giardino, tanto che egli ben presto fu costretto a riservare una giornata dell’anno per la benedizione nuziale generale. Il giorno stabilito fu il 14 febbraio, poiché si narra che in quel giorno egli si recò in Paradiso per celebrare le sue nozze. Ma questa non è l’unica leggenda legata a questa ricorrenza. Altre leggende fanno risalire l’origine della festa alla storia tra un giovane centurione romano di nome Sabino e una ragazza di nome
In tabaccheria allestire uno spazio “Per innamorati” Se c’è la festa, c’è il regalo. Perché è vero che siamo di fronte alla celebrazione dell’amore, ma anche il business vuole la sua parte. Insomma, San Valentino è un’occasione da non perdere anche per i tabaccai che devono sfruttare al meglio le potenzialità di questa ricorrenza. Allestire uno spazio adeguato, con prodotti mirati e la giusta valorizzazione potrebbe offrirvi il giusto ritorno economico. Su quali colori puntare? Ovviamente il rosso che è simbolo di passione. Anche le immagini a forma di cuore possono colpire subito nel segno. Quindi date slancio alla vostra creatività per avere un maggior successo nelle vendite.
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La festa degli innamorati non perde il suo fascino. Dalle origini ad oggi, la leggenda è diventata una tradizione immancabile per le coppie. Insomma, offrire un dono al proprio partner è d’obbligo.
Serapia. Sabino chiese ai genitori di Serapia di poterla sposare ma ricevette un secco rifiuto: Sabino era pagano mentre la famiglia di Serapia era di religione cristiana. Per superare questo ostacolo, la bella Serapia suggerì al suo amato di andare dal loro vescovo Valentino per avvicinarsi alla religione della sua famiglia e ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore. Purtroppo, mentre tutto procedeva al meglio, Serapia si ammalò di tisi. Valentino fu chiamato al capezzale della ragazza oramai moribonda. Sabino supplicò il vescovo affinché non fosse separato dalla sua amata. Valentino battezzò il giovane ed unì i due in matrimonio e mentre levò le mani in alto per la benedizione, un sonno beatificante avvolse quei due cuori per l’eternità. Già nel Medioevo, inoltre, era idea comune che in questa stagione gli uccelli cominciassero ad accoppiarsi: nacque così il detto che a San Valentino ogni Valentino sceglie la sua Valentina. Per questo fin dalla fine del XV secolo in Inghilterra prese piede tra i fidanzati l’uso di scambiarsi piccoli doni, dolcetti e bigliettini, a simboleggiare la “scelta”. Da lì la tradizione passò in tutto il mondo occidentale e in seguito anche in Giappone. Tanto che oggi uno dei tratti più caratteristici della festa di San Valentino proprio è lo scambio di “Valentine”, i celeberrimi bigliettini d’amore. A partire dal XIX secolo, questa tradizione ha alimentato la produzione industriale e commercializzazione su vasta scala di biglietti d’auguri dedicati a questa ricorrenza. Pensate che la Greeting Card Association ha stimato che ogni anno, il 14 febbraio, vengono spediti circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, come numero di biglietti acquistati e spediti, dopo Natale. A confermare la popolarità della festa dedicata agli innamorati è il proliferare, nel giro degli ultimi anni, di siti dedicati a questa ricorrenza, nei quali si possono trovare tutti i suggerimenti utili per trascorrere un San Valentino indimenticabile. A dimostrazione che l’amore è un sentimento che non passa mai di moda. |
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San Valentino, l’amore non passa mai di moda
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Mondo accendini
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pesso quando ci si sofferma sull’acquisto di un accendino si tiene conto di alcuni elementi importanti come il prezzo, il design e le grafiche, ma in molti sottovalutano l’aspetto più importante di tutti: la sicurezza. Un fattore che è strettamente legato col concetto di qualità che oggi rappresenta una caratteristica peculiare anche in riferimento alla normativa internazionale che fissa una serie di parametri ben precisi per la produzione e la vendita degli accendini in tutto il mondo. Tutto questo lo sa bene una realtà di primo livello come Flamagas, azienda spagnola che produce gli accendini Clipper, brand apprezzato e riconosciuto in tutto il Pianeta. Qualità e sicurezza sono dei veri e propri cavalli di battaglia per Clipper che può vantare tutta una serie di controlli in fase di lavorazione atti a garantire la massima qualità del prodotto che finisce nelle vostre mani. Inoltre Clipper rispetta la normativa internazionale ISO 9994 relativa alla sicurezza degli accendini, in particolare per: • altezza della fiamma, per impedire il rischio di ustionare o bruciare viso e capelli • estinzione della fiamma, per impedire il rischio d’incendi • superamento della prova di caduta, per impedire il rischio di scoppio, ustioni, tensioni • giusta dose di carica, per evitare il rischio di scoppio ad alte temperature. • Clipper è dotato anche del sistema di resistenza del tasto d’accensione per evitare il pericolo di manipolazione da parte dei bambini. Tutto questo sottolinea la cura e l’attenzione per un prodotto che si è sempre distinto sul mercato per la sua sicurezza. Ma non solo, Clipper ha anche un’anima fortemente ecosostenibile essendo stato un pioniere del ricaricabile fin dagli anni Settanta: ricaricando un accedino si risparmiano ben 4 chili d’olio. Inoltre, questi accendini vengono prodotti con materiale riciclabile, riducendo anche i rifiuti d’imballaggio e sono alimentati con gas isobutano puro, che riduce drasticamente le emissioni nocive nell’ambiente. |
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E’ apprezzato dai giovani grazie alle grafiche accattivanti e sempre alla moda realizzate da un team di designers, piace agli adulti per eleganza e praticità. Di anno in anno la gamma dei prodotti si amplia per soddisfare la maggior parte dei consumatori, dall’accendino ricaricabile a quello in metallo da regalo fino agli accessori come le ricariche di gas e gli accendigas da cucina. Punto di forza e di unicità è la sua forma tondeggiante creata nel 1972 a Barcellona che fa di Clipper pioniere dell’accendino in plastica ricaricabile. Clipper un accendino diverso da tutti: Perchè è un vero ricaricabile. Ricarichi il gas e sostituisci la pietrina. La capicità del serbatoio è il doppio rispetto ad un normale accendino in commercio. Ricaricando il tuo Clipper risparmi il 90% rispetto ad acquistarne uno nuovo. Fatto con materiali di prima qualità, super resistenti e con un esclusivo sistema di protezione per i bambini. Durante la fase di produzione vengono effettuati oltre 45 controlli di qualità su tutti i componenti. I prodotti rispettano la norme di sicurezza ISO 9994. La maggior parte dei componenti Clipper proviene di materiali reciclati, contribuendo a proteggere l’ambiente che ci circonda. Sigarette alla Clipper Way! Il sistema estraibile per ricaricare la pietrina é un utile strumento per preparare le tue sigarette.
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Accendini sicuri, che rispettano tutte le normative internazionali, per offrire massima garanzia a chi li commercializza. Inoltre questi prodotti hanno un’anima fortemente ecosostenibile: dalla ricarica all’impiego di materiali riciclati
Perchè scegliere Clipper
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Qualità e sicurezza: la forza di Clipper
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Spettacolo
Uno spettacolo intramontabile che ha conservato il suo fascino nei secoli pur evolvendosi: dal Circo Massimo nella Roma Antica al Cirque du Soleil fino al Circo di Mosca, ecco una storia tutta da scoprire A cura di Jelena Petakovic
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na esplosione di colori, musica
IV secolo a.C. nello spazio tra i col-
zione dell’arte circense e che furono
allegra ed assordante, acroba-
li Palatino ed Aventino. Inizialmente
proprio loro a riportare nell’Europa
zie improbabili, tigri addomesticate e
fu in legno, poi lo rifecero più volte
del XIV secolo queste ormai dimen-
buffi clown che spuntano all’improv-
e l’ultima versione costruita in pie-
ticate tradizioni.
viso; queste sono solo alcune delle
tra poteva accogliere circa 250.000
Però torniamo al circo moderno,
immagini che emergono appena pro-
persone, era larga 90 metri e lunga
quello che si avvicina sempre di più
nunciamo la parola Circo. E malgra-
400. E’ curioso il fatto che all’epoca
allo spettacolo che la maggior par-
do le innumerevoli varianti ed evo-
il circo era l’unico evento pubblico
te di noi ha conosciuto durante l’in-
luzioni di questo spettacolo, siamo
dove allo spettacolo uomini e donne
fanzia. La persona responsabile di
soliti immaginarlo come una allegra
potevano partecipare assieme. Forse
questo rinascimento circense è Phi-
combriccola di persone che viaggiano
fu questo un fattore in più che contri-
lip Astley e, tra gli altri, il contributo
di paese in paese per esibirsi sotto
buì alla crescente popolarità di questi
maggiore che egli diede fu l’introdu-
quel classico tendone a righe verticali
giochi e, vista la partecipazione delle
zione dei numeri con i cavalli. Questo
rosso fiammante.
masse, a Roma costruirono tanti altri
a sua volta influenzò la forma dello
In origine, però, non fu così. La parola
circhi. I più importanti furono il circo
spazio utilizzato per l’esibizione e così
circo deriva dal termine latino “circus”,
di Flaminio e quello di Nerone. Con la
nacque il circo come lo intendiamo
che a sua volta trae origini dal greco
salita al potere della chiesa cristiana
noi: un’arena circolare con la parte
antico “kirkus” che significa cerchio. E
arrivarono le prime critiche e richie-
centrale del diametro minimo di 13 m
non da sempre la parola circo aveva
ste di abolizione del circo e l’ultimo
(necessari per effettuare il galoppo)
lo stesso significato. Questo termine
spettacolo fu quello voluto da Totila
circondata da gradinate più o meno
inizialmente designava il circuito in
nel 549 d.C.
confortevoli. Successivamente Astley
cui si svolgevano, nella Roma repub-
Così anche lo spettacolo sprofondò
affiancò ai soliti spettacoli cavallerizzi
blicana ed imperiale, i ludi circenses
nel buio del Medioevo e l’Europa ri-
anche i saltimbanchi, gli equilibristi, i
che inizialmente includevano soltanto
mase senza il circo fino al 1768, data
giocolieri, i cani addestrati e i clown e
le corse dei carri. Successivamente lo
che viene segnata come l’anno di na-
così creò il circo moderno anche se,
spettacolo si arricchì con vari numeri
scita del circo moderno. Però i veri
c’è da dire, non usò mai il termine
di acrobazia, giocoleria, animali ad-
appassionati del circo non devono
circus per i suoi spettacoli. Il ritorno
domesticati ecc. Ma il circo non na-
dimenticare i vari acrobati e gioco-
di questa parola fu merito di un al-
sce con l’Antica Roma. Le sue origini
lieri che nel periodo che varia tra il
tro inglese e suo concorrente, John
sono ben più lontane e basta pensare
XIV e il XVI secolo viaggiavano per
Hughes, che eresse il suo Royal Cir-
ai giochi ad Olimpia dove in occasioni
l’Europa e si esibivano durante le fie-
cus non lontano dall’arena di Astley.
particolari lo stadium ospitava i gio-
re e feste paesane fino a rinnovare
In Inghilterra in quel epoca però, gli
chi atletici, o le corse dei carri im-
l’interesse del popolo per i circhi. Si
spettacoli circensi si tenevano in ap-
mortalate dai vasi greci. A Roma il più
crede che anche gli Zingari avessero
positi edifici costruiti nelle grandi cit-
antico fu il Circus Maximus sorto nel
un ruolo importante nella preserva-
tà. Per arrivare ad un circo nomade
Dolce Vita
DEL CIRCO
gennaio/marzo 2011
LA GRANDE MAGIA
71
Spettacolo
con il suo bel tendone bisogna spostarsi più a ovest, negli Stati
allenamento dei ginnasti russi. Questi artisti venivano protetti
Uniti. Fu sempre un inglese, John Bill Ricketts, che portò il pri-
dallo stato e godevano di una posizione privilegiata. Certo que-
mo circo moderno in America e il primo spettacolo fu nell’Aprile
sta immagine si allontana parecchio da quel circo romantico con
1793. Il fatto che a uno degli spettacoli successivi in mezzo al
i melanconici clown, storie d’amore tra l’artista del trapezio e
pubblico si trovasse George Washington, rende l’idea dell’impor-
la bellissima cavallerizza, oppure quelle più tragiche con l’adde-
tanza di queste esibizioni. Gli americani però, non solo accolsero
stratore sbranato dal leone. Il circo cresciuto dietro la cortina di
a braccia aperte questo spassoso passatempo, ma vi applicaro-
ferro, di sicuro non era come i suoi predecessori però, una volta
no modifiche significative. Nel 1825 Joshuash Purdy Brown fu il
alzata la tenda, quando ci si trovava davanti allo splendido spet-
primo proprietario del Circo che usò un’enorme tenda
tacolo, si dimenticavano i metodi utilizzati e si possono soltanto
in tela per le esibizioni. Successivamente P.T Barnum
ammirare i risultati del duro esercizio. Un grande giornalista ita-
e William Cameron Coup rivoluzionarono il circo in-
liano scriveva sul circo russo: “Per capire il popolo russo bisogna
troducendo tra le altre cose il freak show, ovvero
osservarlo al circo”. Ed era effettivamente così. Nel circo i russi
le esibizioni di donne barbute, uomini giganti, ge-
sembravano dimenticare il grigiore del comunismo e le prigioni
melli siamesi, ecc. Coup fu anche il primo ad uti-
siberiane. Potevano esprimersi liberamente, e così fecero. I loro
lizzare il treno come mezzo di spostamento del
costumi variopinti ispirati alle sagre paesane e le loro acrobazie
circo in lungo e in largo per gli Stati Uniti. Nel
mozzafiato portavano bambini (e non solo) in un mondo immagi-
1840 il circo con la tenda sbarca in Europa dove
nario, il mondo delle favole. I circhi russi venivano così applauditi
tra i più importanti innovatori c’era anche
72
in giro per il mondo e la loro fama continua ancora.
un italiano - Giuseppe Chiarini a cui va
Nello stesso momento in Europa fecero la loro entrata spetta-
il merito di aver fatto conoscere gli
colare anche i circhi del lontano Oriente: quello cinese ma, non
acrobati cinesi al pubblico del vec-
da meno, quello coreano. Il loro punto di forza fu ed è ancora
chio continente. Da quell’anno, la
l’acrobazia. Ma non solo quella “semplice” delle donne di gomma
tenda, gli spostamenti in treno e
- contorsioniste con le gambe attorcigliate attorno al collo - bensì
vari altri elementi del circo ameri-
atleti che stupivano con acrobazie eseguite a dieci, venti metri
cano divennero parte importante
d’altezza eseguendo vari numeri volando in aria o camminando
di quello europeo che così, con una
sulla fune senza avere la benché minima protezione. C’erano
veste nuova, entra nel XX secolo.
scene che toglievano il fiato e non solo per lo spettacolo in sè,
All’inizio del Novecento a diventrare
ma anche per la paura che si provava per la vita dei protago-
dominante nella scena mondiale fu
nisti. Esistono anche documentari che immortalarono le scuole
il Circo Russo. In pratica, nel 1919,
circensi cinesi dove i bambini venivano avvicinati a quest’arte in
Lenin esprime il desiderio che il
un modo che, dal punto di vista odierno, era tutt’altro che civile
circus diventi l’espressione dell’ar-
ed innocuo.
te popolare russa e, che dire, così fu. Nel
In Occidente le prime scuole di circo nascono in Francia alla
suo splendore il circo eguagliò il balletto e l’opera rus-
fine degli anni Settanta e sono anche viste come l’anteprima del
sa. Nel 1927 fu creata l’Università del Circo, meglio conosciuta
“nouveau cirque”. Di seguito ne nascono anche altre e in Italia
come Scuola del circo moscovita, dove vari acrobati, clown e
la più vecchia è l’Accademia d’Arte Circense di Verona. Nata nel
giocolieri venivano istruiti secondo le tecniche e i programmi di
1988 la scuola ogni anno accoglie circa un quarantina di ragazzi
Spettacolo di età compresa fra gli 8 e i 16 anni di età.
stratrice di colombe. Ma questo non le
A differenza di quella russa dove gli acro-
bastò e, negli anni a seguire, è arrivata
bati per ottenere il diploma devono dedi-
a partecipare anche in una quarantina
carsi al duro lavoro per ben 7 anni, qui ne
di film. La sua immagine kitsch è ben
bastano soltanto 4. Le tecniche saranno
impressa nelle menti di milioni di per-
migliorate o l’accorciamento del periodo
sone. Le labbra giganti rosso fuoco, ca-
scolastico va a discapito della qualità? A
pelli nero corvino anche adesso all’età
voi il giudizio. E anche se ormai sia molto
di 80 anni e attorcigliati in una specie
raro che gli artisti del circo nascano con
di turbante, trucco pesantissimo ed un
il circo nel sangue ed è sempre più fre-
carattere esuberante e schietto l’hanno
quente che si avviciniano a questa arte
resa indimenticabile anche nella mente
strada facendo, ci sono ancora nel mondo
di quelli che non hanno mai avuto pia-
alcune celebri famiglie di acrobati e pre-
cere di vederla in scena.
stigiatori. Di sicuro una delle più famose è
Un altro personaggio degno di nota è si-
la famiglia Orfei, una famiglia circense di
curamente il principe Ranieri di Monaco. E’ vero che non ha mai pre-
74
so attivamente parte ad un
a divertire il pubblico con i 7 spettacoli
spettacolo circense, anche se
stabili, ognuno con differenti tematiche.
poteva essere un trama adat-
Questo circo, a parte la qualità e la parti-
tissima per i film degli anni
colarità degli spettacoli che offre, è anche
‘60, ma di sicuro ha contribu-
decisamente più in linea con le richieste
ito tantissimo alla divulgazio-
delle varie associazioni animaliste che da
ne di quest’arte. Lui nel 1974
anni si battono per un trattamento etico
creò il festival di Montecarlo,
degli animali e che più di una volta si sono
il più famoso festival di cir-
scontrati con i proprietari dei circhi con-
co al mondo. Questo evento
testando l’uso improprio degli animali nei
promuove l’arte circense nelle
vari numeri degli spettacoli. Certo ades-
categorie di Clown, Acrobatica
so, dal punto di vista di un adulto, non
aerea e a terra, Equitazione e
gli si può dare torto, ma sono comunque
numeri con animali. I vincitori
contenta di aver, in passato, visto gli ele-
sono premiati con i prestigiosi
fanti camminare su due zampe e le tigri
Clown d’oro e d’argento, i veri
rotolarsi davanti all’uomo in frac come se
Oscar del circo.
fossero innocui mici di casa.
Ma il circo d’oggi è decisa-
E, per finire, forse i nuovi circhi lasciano
mente cambiato molto: gli
meno spazio ai sogni e al romanticismo,
artisti non fanno più una vita
ma in molti probabilmente sono curiosi di
da fame, non dormono più
vedere almeno uno spettacolo nel nuovo
nelle carrozze, si spostano
circo di Mosca momentaneamente in co-
con gli aerei e pernottano
struzione. Una struttura di vetro super mo-
negli alberghi spesso di lusso.
derna, con 3mila posti a sedere e con l’are-
Il circo più famoso di questi
na centrale che, grazie ad un meccanismo
tempi è il Cirque du Soleil che
sotterraneo, può essere sostituita davanti
lunga tradizione, che con il tempo diventò
si distingue dagli altri circhi per l’assenza
agli occhi dello spettatore da una piscina,
il simbolo stesso del circo in Italia, e con
di numeri circensi che utilizzino animali,
da una pista di ghiaccio o da un arena vec-
il loro circo, Circo Orfei, sono diventati co-
dedicando il palco ad artisti di mimo, acro-
chio stile con gli animali selvatici.
nosciuti ed apprezzati anche nel resto del
bati, giocolieri. I loro numeri affascinano
Sui grandi schermi laterali compariranno
mondo. Di sicuro tutto ciò ha reso pos-
grandi masse per l’elevata valenza artisti-
le scene di flora e fauna di tutto il mondo
sibile la nascita dell’icona italiana, Moira
ca. Fu fondato nel 1984 a Montreal, dove
come ultimo effetto inventato per dare
Orfei (di origini Sinti o detto in modo più
è tutt’ora basato, da un ex-mangiatore di
una spinta in più allo spettacolo, perché,
popolare Zingare). Nata nel 1931 in que-
fuoco Guy Laliberté e da Daniel Gauthier.
anche se può sembrare triste, neanche
sta famiglia già famosa, nel 1960 forma il
Si tratta di una struttura enorme con cir-
il circo può rimanere perennemente le-
suo circo dove prende attivamente parte
ca 3.000 dipendenti, di cui una parte è
gato alle tradizioni e perché come can-
esibendosi come cavallerizza, trapezista,
perennemente in tournée con tendoni in
tava Freddy Mercury: “The show must
acrobata, domatrice di elefanti e adde-
tutto il mondo, mentre l’altra
go on!” |
continua
P
Speciale - Dal seme alla cenere
A cura di Enrico Della PietĂ
Dolce Vita
gennaio/marzo 2011
Alle origini del tabacco
Uno speciale a puntate in collaborazione con Davidoff interamente dedicato al pianeta dei sigari: dal seme alla cenere. Il tabacco è frutto di complessi cicli produttivi che partono dalla coltivazione alla raccolta, dalla stagionatura fino ad arrivare alla manifattura. In questo numero trattiamo l’affascinante fase della coltivazione
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77
Speciale - Dal seme alla cenere
La semina inizia a fine settembre nei semenzai appositamente preparati e coperti con paglia di riso per mantenere l’umidità del terreno. Verso la metà di novembre le piante più sane e forti vengono trapiantate nei campi di tabacco veri e propri, dove saranno irrigate regolarmente. La raccolta comincia a inizio gennaio e dura diverse settimane
la Cordigliera Centrale, nel nord-ovest dell’isola. Un territorio ideale, dove gli elementi della natura e un microclima unico al mondo si sposano con le proprietà straordinarie del terreno per diventare una sorta di Champagne del tabacco. La mentalità con cui lavorano gli esperti Davidoff, infatti è simile a quella dei migliori produttori al mondo di vino. Le zone di produzione vengono accuratamente selezionate per microclima, morfologia, struttura del terreno e i loro nomi de Ciba Valle o evocano emozione SANTIAGO tra gli appassioLA VEGA SAN EL SEIBO JUAN nati: Navarrete, SAN CRISTOBAL Palmarejo, Villa Gonzàlez, Jacagua e La Canela. Tutti questi territori sono perle custodite nella Valle del Cibao, una fascia di terra lunga oltre 100 chilometri con un’ampiezza compresa tra i dieci e i trenta chilometri. Qui sole, acqua e umidità danno vita a una vegetazione rigogliosa e la terra è fertile e ricca di minerali importanti per la crescita delle piantagioni del tabacco. Ma come avviene la coltivazione? Si snocciola in passaggi e fasi meticolose frutto dell’esperienza di una tradizione che risale al XVI secolo. Davidoff punta la propria selezione su
MONTE CRISTI
PUERTO PLATA
ESPAILLAT
SANTIAGO RODRIGUEZ
SALCEDO
SAMANA
DUARTE
LA ESTRELLETA
SANCHEZ RAMIREZ
AZUA
BAORUO
PERAVIA
DISTRITO NACIONAL
LA LA SAN PEDRO ALTAGRACIA DE MACORIS ROMANA
INDIPENDENCIA
BARAHONA
g n i sigaro racchiude un mondo a sè fatto di tradizioni, volti e nomi di chi lo ha visto “nascere”, di lunghe e complesse fasi di produzione e innumerevoli cicli di lavoro che diventano racconti da tramandare e, perchè no, frangenti di storia di una terra, di un paese. Piccoli e grandi tesori che rendono unici i sigari arrotolati a mano, composti per il 100% da tabacco selezionato e frutto di singole fasi, dalla coltivazione delle piante di tabacco, alla raccolta, alla stagionatura, alla manifattura e infine alla commercializzazione. Per capire la filosofia che sta dietro il pianeta del fumo lento bisogna
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partire da qui, dal lungo viaggio che si svolge per arrivare alla degustazione di un prodotto di culto, quale è il sigaro. Un viaggio che comincia proprio dalla terra, perché l’origine di tutto è nel terreno, nella sua composizione e soprattutto nella sua posizione: elementi che diventano fondamentali per la crescita dei migliori tabacchi. Uno dei marchi più celebri al mondo come Davidoff ha scelto il paradiso della
Rep u b blica Dominicana per far crescere il proprio tabacco, in particolare nella regione di Santiago de los Caballeros, nella fertile valle del Cibao che si estende tra la Cordigliera Settentrionale e
Dolce Vita
O
gennaio/marzo 2011
PEDERNALES
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Speciale - Dal seme alla cenere
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tre varietà di tabacco: San Vincente (leggero), Olor (medio-leggero) e Piloto (forte). Verso la fine di settembre avviene la semina in terreni specifici, definiti “semenzai”, appositamente preparati e coperti con paglia di riso per mantenere l’umidità del terreno. Le piantine appena germinate vengono curate ed irrigate quotidianamente. Trascorsi dai 40 ai 45 giorni, verso la metà di novembre, le piante più sane e forti vengono trapiantate nei campi di tabacco veri e propri. Qui la cura dei cosecheros, dei coltivatori di tabacco, è totale: le piante vengono regolarmente irrigate, le erbacce vengono estirpate per consentire una crescita ottimale e uniforme, infine, i germogli laterali e le infiorescenze vengono asportati per ottenere foglie più grandi e vigorose. La raccolta comincia a inizio gennaio
e dura diverse settimane: le foglie mature vengono staccate in quattro-cinque passate incominciando dal basso e suddivise e classificate in base al livello dato dalla loro posizione sulla pianta. Per indicare i vari livelli delle foglie di tabacco dal basso verso l’alto della pianta i coltivatori hanno scelto nomi precisi: volado, seco, ligero e picadura. La tipologia di foglie preferite da Davidoff sono quelle che stanno nella parte centrale della pianta, le cosiddette seco e ligero, quelle da cui nasce il tabacco più aromatico. La suddivisione delle foglie è rigorosa e avviene tenendo conto della differenza di aromi e di contenuto di nicotina che aumenta mano a mano che si sale verso l’apice della pianta. Questo procedimento, quasi chirurgico e studiato appositamente da Davidoff, consente di dare una certa costanza alle miscele di tabacco. Dopo la fase di coltivazione e di raccolta si passa alla prefermentazione e all’essicazione. Di questo e di altri importanti capitoli della lavorazione del tabacco parleremo sul prossimo numero. |
Dolce Vita
Cibao, riferita solitamente come “EL Cibao” è una regione della Repubblica Domenicana situata nella parte settentrionale del paese. “Taíno esprima Cibao,” significa “il posto in cui le roccie abbondano”. Il nome della regione del Cibao trae origini da questo concetto usato durante la conquista spagnola per riferirsi a un territorio straordinario in cui la terra convive con le rocce e la montagna guarda l’oceano negli occhi. La regione del Cibao occupa la parte settentrionale di tutto il territorio dominicano. A nord e a est della regione c’è l’Oceano Atlantico, ad ovest il confine con Haiti e a sud la catena montuosa centrale che separa naturalmente “El Cibao” dalle altre regioni dominicane. All’ interno di questo territorio convivono quattordici province: Dajabón, Duarte, Espaillat, La Vega, María Trinidad Sánchez, Monseñor Nouel, Monte Cristi, Puerto Plata, Hermanas Mirabal, Samaná, Sánchez Ramírez, Santiago, Santiago Rodrígueze Valverde. La popolazione è principalmente riunita nel centro della regione, dove sorge la capitale Santiago de los Caballeros, che costituisce il centro amministrativo ed economico della zona. Due dei più grandi fiumi della Repubblica Dominicana scorrono all’ interno di quest’area: lo Yaque del Norte e lo Yuna. Entrambi i corsi d’acqua sono ritmati da dighe che permettono la fornitura idrica alle coltivazioni e forniscono energia idroelettrica. Le principali coltivazioni, oltre al tabacco, riguardano il riso, il caffé e il cacao. Nella zona montuosa persiste un’ importante attività estrattiva dove sorgono le miniere d’oro, ferro e nichel. Il litorale atlantico è assai noto turisticamente per le sue belle spiagge. Qui sorgono rinomate località turistiche tra cui Sosúa, Cabarete (conosciuta in particolare dai surfisti) e Samanà, diventata famosa per l’ecoturismo e l’avvistamento delle balene. La valle è non solo un’unità geografica, ma anche un’unità culturale e linguistica. Un tipico dialetto spagnolo viene parlato nella zona, una parlata con espressioni particolari e una fonetica inconfondibile. Qui si balla e si suona il Merengue ad opera dei Pericos Ripiaos, gruppi musicali tipici della regione. A cavallo tra gennaio e febbraio si svolgono parecchi carnevali. Il più popolare appartiene alla provincia di La Vage e risale ai tempi dei primi insediamenti europei. Il tema dei riti carnevaleschi si muove attorno al concetto di vittoria del bene sul male.
gennaio/marzo 2011
La Valle del Cibao
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Visual merchandising
Vendere di più con la vetrina giusta. Piani e livelli espositivi Prosegue il nostro percorso nell’ambito del Visual merchandising. Ecco alcuni pratici consigli su come funzionano i piani e i livelli espositivi in vetrina e nel negozio
C
ontinua su questo numero di Dolce Vita il nostro speciale dedicato al Visual Merchandising. L’attività di valorizzazione del prodotto passa in primis dall’organizzazione dello spazio espositivo per cui un’adeguata collocazione delle merci all’interno di un punto vendita permetterà di attirare l’attenzione del cliente. Per fare un buon lavoro di visual merchandising, in ciascuna area espositiva/vetrina bisogna fare in modo che l’esposizione si sviluppi su tre dimensioni:
La maggior parte dell’offerta merceologica si concentra invece nella fascia espositiva centrale, parte intermedia tra la “vetrina” e il fondale espositivo. In quest’area bisogna dare alla clientela un’idea di completezza e varietà di 82
Il primo piano espositivo è il
La maggio parte
Il fondale espositivo rappre-
primo gradino, quello costituito
dell’offerta merce-
senta il terzo gradino dell’effet-
dalla parte anteriore dell’area
logica si concentra
to tridimensionale ed è costi-
espositiva considerata. Serve
invece nella fascia
tuito dalla parete di fondo. In
a presentare e illustrare un
espositiva centrale,
questa fascia espositiva sono
aggiornato “campionario” dei
parte intermedia tra la
esposti i prodotti che contrad-
prodotti in vendita del reparto
“vetrina” e il fondale
distinguono e caratterizzano il
retrostante
espositivo.
punto di vendita
Dolce Vita
Il primo piano espositivo è il primo gradino, quello costituito dalla parte anteriore dell’area espositiva considerata. Serve a presentare e illustrare un aggiornato “campionario” dei prodotti in vendita del reparto retrostante, mettendo in evidenza le caratteristiche più rilevanti, ma che pure confermano e ribadiscono l’immagine globale del punto di vendita. Più che singoli prodotti, questo primo piano espositivo normalmente presenta insiemi di prodotti significativamente coordinati (merceologicamente, per destinazione d’uso, per colore, ecc.). Vi si utilizzano attrezzature espositive basse (solitamente non più di un metro, un metro e venti), ma di notevole potenzialità espositiva.
gennaio/marzo 2011
• il primo piano (o frontale) espositivo; • la fascia espositiva centrale; • fondo espositivo.
83
Visual merchandising
Il fondale espositivo rappresenta il terzo gradino dell’effetto tridimensionale ed è costituito dalla parete di fondo. Qui si utilizzano attrezzature espositive per lo più alte ma
Se il negozio non consente di realizzare al suo interno più aree o reparti, il gioco delle tre dimensioni si può comunque realizzare su tutto il punto di vendita, posizionando il primo gradino espositivo appena oltre l’entrata, il terzo gradino espositivo in corrispondenza delle pareti di fondo, e il secondo gradino espositivo in zona intermedia. I quattro livelli espositivi Oltre a determinare i criteri, le modalità espositive e lo spazio da assegnare a ciascun prodotto, dobbiamo scegliere il livello espositivo in cui collocarlo. Nella vendita visiva, ci sono quattro livelli espositivi principali: livello cappello, livello occhi, livello mani e livello suolo. Il livello occhi è quello su cui naturalmente si sofferma più facilmente e maggiormente lo sguardo del cliente, una volta di fronte all’attrezzatura di vendita. Da qui lo sguardo si muove poi verso destra o verso sinistra, verso il basso o verso l’alto: per osservare il resto dell’esposizione. Il livello mani è quello a cui è più agevole e naturale allungare la mano per prendere qualcosa. E quindi attira maggiormente l’interesse della clientela in termini di accessibilità fisica e di (eventuale) prelevamento. Perciò è anche detto livello di presa. Ed è un livello espositivo che gode pure di buona visibilità. Il livello suolo e il livello cappello sono quelli meno agevolmente raggiungibili. Grazie a un buon visual merchandising si riesce comunque a valorizzare gli spazi naturalmente meno felici. Per ottimizzare il rendimento dei vari spazi è utile variare il posizionamento dei prodotti e delle famiglie ai diversi livelli espositivi, mettendo ad esempio nei ripiani più bassi i prodotti più voluminosi, più attrattivi e ad acquisto frequente. Nei ripiani centrali si possono invece posizionare i prodotti a rotazione media e quelli a minor margine. Per superare le rigidità espositive e gli eccessivi allineamenti, anche i livelli espositivi vanno variati e animati.
Il livello occhi è quello su cui
Il livello suolo e il livello cap-
naturalmente si sofferma più
pello sono quelli meno age-
facilmente e maggiormente lo
volmente raggiungibili, ma
sguardo del cliente
comunque valorizzabili grazie a un buon lavoro di
Il livello mani è quello a cui è
visual merchandising
più agevole e naturale allungare la mano per prendere qualcosa.
livello cappello
livello occhi
livello mani
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Se c’è spazio, qui si utilizzano attrezzature espositive di altezza medio-alta (non superiore all’altezza media della clientela).
pur sempre accessibili alla clientela. In questa fascia espositiva sono esposti i prodotti che contraddistinguono e caratterizzano il punto di vendita o il reparto.
livello suolo
Dolce Vita
offerta merceologica: la merce deve essere esposta in modo chiaro e funzionale; disposta in adiacenze e sequenze logiche e comode per la clientela-target.
84 85
Questioni normative
a cura di Avv. Pietro Pilenga - Avv. Carlo Montefiori - www.avvocatispadapilenga.it
S
ono ormai sempre più frequenti le lamentele di tabaccai che hanno dovuto corrispondere alle relative amministrazioni locali l’imposta sulla pubblicità e sulle affissioni in virtù di scritte presenti sui distributori automatici di sigarette di cui sono dotati; in proposito si precisa che tali scritte sono state a loro tempo predisposte dagli stessi produttori di detti distributori e generalmente recano il nome del produttore e/o il suo marchio di fabbrica e/o la sigla dello stesso distributore automatico. Il problema rappresentato da molti esercenti circa la sottoponibilità all’imposta comunale sulla pubblicità delle scritte presenti sui distributori automatici raffiguranti il marchio del loro stesso produttore necessita, per essere risolto, di un preliminare inquadramento normativo che chiarisca i termini della questione con particolare riferimento a cosa debba intendersi con il termine pubblicità e in base a quali criteri questa venga distinta dalla semplice insegna d’esercizio che, come vedremo più oltre, beneficia, nel ricorrere di determinate condizioni, di un regime fiscale agevolato. Il Decreto Legislativo 507/93. L’imposta comunale sulla pubblicità (ICP), come istituita e regolata dal 86
citato decreto, grava su coloro i quali, in qualsiasi forma, diffondano un messaggio avente contenuto pubblicitario in luogo pubblico o aperto al pubblico o, addirittura, che possa essere percepito da tali luoghi. Soggetto passivo dell’imposizione è, in via principale, colui il quale dispone del mezzo che reca il messaggio pubblicitario, laddove, invece, chi produce il bene pubblicizzato viene considerato obbligato solidale per il pagamento dell’imposta. L’imposta viene calcolata nel suo ammontare in misura proporzionale alla superficie del mezzo pubblicitario utilizzato senza che a questo fine sia rilevante il numero dei messaggi in esso riprodotti. E’ il soggetto passivo dell’imposta che deve denunciare al Comune l’avvenuta installazione dei mezzi pubblicitari corredata di tutti gli elementi necessari per la definizione del tributo e tutte le eventuali successive variazioni rilevanti ivi compresa, ovviamente, la sua rimozione. L’insegna d’esercizio Come premesso, tuttavia, la normativa riportata deve essere incrociata con quella relativa all’insegna d’esercizio che con il suo particolare regime determina la misura della sua concreta applicazione. La definizione d’insegna d’esercizio si
rinviene nell’ art. 47 del Regolamento di attuazione del nuovo Codice della Strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495) che così, appunto, la definisce “[...] la scritta in caratteri alfanumerici completata eventualmente da simboli o da marchi, realizzata e supportata con materiali di qualsiasi natura installata nella sede dell’attività a cui si riferisce o nelle pertinenze accessorie alla stessa. Può essere luminosa sia per luce propria che per luce indiretta.” La legge finanziaria 2002 (L. 28 dicembre 2001 n. 448) e l’intervento esplicativo del Ministero dell’Economia e delle finanze. L’art 10 della legge finanziaria per il 2002 ha stabilito che “L’imposta (ICP) non è dovuta per le insegne d’esercizio di attività commerciali e di produzione di beni o servizi che contraddistinguono la sede ove si svolge l’attività a cui si riferiscono, di superficie complessiva fino a cinque metri quadrati.” La statuizione sopra riportata a dispetto della sua apparente semplicità ha generato una serie di questioni interpretative risolte solo grazie ad un intervento del Ministero dell’Economia e delle Finanze che con la nota 11159 del 19 marzo 2007 ha chiarito i nodi problematici della disciplina di esenzione.
L’applicabilità dell’imposta (ICP) ai distributori automatici di tabacchi. Il quadro normativo fin qui delineato sembra, soprattutto alla luce dell’intervento ministeriale, escludere con ragionevole certezza che alle classiche scritte presenti sui distributori automatici di tabacchi recanti il nome del produttore stesso e/o il nome del “macchinario” possa essere riconosciuta la natura di messaggio pubblicitario e la conseguente sottoposizione all’ICP. A conferma di questa ricostruzione milita la considerazione per la quale tali scritte non si riferiscono certo a prodotti venduti nell’esercizio commerciale cui accedono. Probabili fraintendimenti Si conclude offrendo un ulteriore spunto di riflessione circa la possibilità che il fenomeno dei ripetuti interventi sanzionatori da parte delle competenti autorità possa trovare una diversa giustificazione. Il citato D.Lgs. 507/93 si struttura in tre capi distinti il primo dedicato, appunto, all’imposta comunale sulla pubblicità e sulle pubbliche affissioni, il secondo alla tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche e il terzo alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Del capo secondo, l’art. 48 è rubricato: “Distributori di carburante e di tabacchi. Determinazione della tassa.” I di-
stributori automatici di tabacchi sono dunque esplicitamente oggetto della disciplina recata dal D.Lgs. 507/93, ma non di quella che al suo interno regola l’ICP, bensì di quella che si occupa della tassazione dell’occupazione di suolo pubblico. Escludendo il ricorrere di improbabili coincidenze viene facile pensare che all’origine del problema oggetto della presente analisi vi sia un fraintendimento alla cui genesi hanno probabilmente contribuito sia le amministrazioni che gli esercenti. Non c’è dubbio infatti che la tassa di occupazione di suolo pubblico sia dovuta ai Comuni anche quando il distributore sia solo in parte collocato su di esso e che, quando questa non viene versata, legittimamente l’autorità competente proceda all’irrogazione della sanzione prevista, sanzione questa che fa necessariamente riferimento al D.Lgs. 507/93 decreto che si apre con la disciplina sull’ICP e che pertanto, può generare confusione sul titolo in base al quale il pagamento viene preteso. |
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Le rivendite che hanno un distributore automatico spesso sono costrette a corrispondere l’imposta sulla pubblicità e sulle affissioni agli enti locali. L’analisi, l’applicabilità e i probabili fraintendimenti...
Dolce Vita
Distributori automatici e insegne d’esercizio
Il Ministero ha infatti chiarito che: • qualora sulla facciata di un esercizio commerciale vengano esposte più di una insegna queste saranno esenti dall’imposta se di superficie complessivamente inferiore a cinque metri quadrati; • quando, invece, detta soglia venga superata il tributo verrà commisurato all’ intera superficie occupata senza che possa essere sottratta al calcolo la superficie di cinque metri quadrati che, dunque, non va a costituire una “franchigia”; • ogni altro mezzo pubblicitario che sia finalizzato all’attrazione della clientela non potrà essere considerato insegna d’esercizio con conseguente applicazione dell’ICP. • Tutto ciò significa che ad essere esentate sono solo le insegne d’esercizio di superficie inferiore all’indicata soglia laddove, invece, il tributo sarà dovuto per tutti gli altri mezzi pubblicitari ivi compresi quelli riproducenti i marchi dei prodotti venduti nell’esercizio commerciale interessato.
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Texas Hold’em Testatina
Luca Pagano racconta: “Cercate il vostro stile”
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dal vivo o anche in televisione. È una leggenda e ogni volta che lo vedo capisco perché ai miei esordi lo consideravo un modello da imitare. È sempre il più elegante, non rinuncia mai alla giacca e alla cravatta anche se sta giocando da ore e se attorno a lui ci sono bestie da tavolo sudate e maleodoranti, ma soprattutto non si siede mai senza il suo marchio di fabbrica, gli occhiali da sole portati alla rovescia. Ricordo che mi sentivo uno sbarbatello di fronte a lui, che invece mi trattava come uno del “Circle of Outlaws”, il circolo dei fuorilegge. Marcel creò questa specie di associazione con lo scopo di finanziare nuove stelle del poker e per mia fortuna l’olandese volante puntò subito forte su di me. L’ho studiato a lungo, ma per quanto abbia cercato di snaturare il mio stile di gioco, la mia tattica, credo di non aver assimilato le sue qualità. Io sono un giocatore solido, lui dal mio punto di vista è un “pazzo scatenato”, anche se nel senso buono del termine. Il suo istinto lo porta a giocare mani geniali, ma a volte anche tragiche. Luske resta senza dubbio un buon amico, ma la mia vera fonte di ispirazione è Jeff Lisandro. Fino all’anno scorso era rimasto un po’ nell’anonimato e la vera svolta per lui è arrivata nelle World Series of Poker del 2009, quando ha vinto tre titoli mondiali nel giro di qualche settimana. È secondo me il giocatore perfetto e lo era anche prima della sua definitiva consacrazione. Gioca le mani giuste, non perde mai soldi inutilmente, sa aspettare il suo momento. Per me, è questa la tattica vincente. |
Salve Michele, la tua domanda mi fa molto piacere e mi stimola a chiarire un punto fondamentale: nel poker la fortuna esiste ma non è determinante quanto l’abilità. Per questo il poker non è un gioco d’azzardo (come ad esempio quelli presenti nei casinò, pur se legalizzati in quel caso): la componente aleatoria è presente ma è bilanciata da fattori tecnici e non solo. L’aspetto psicologico gioca un ruolo determinante, così come quello tatticostrategico nelle formula torneo. Trattandosi di un gioco ad “informazione parziale”, ovvero un gioco in cui gli elementi per la scelta dell’azione da compiere sono disponibili solo in parte, la capacità di “leggere la mano” avversaria fa sì che le doti logico-deduttive, unitamente a quelle psicologiche, siano determinanti. Ma soprattutto ci sono due differenze principali rispetto ai giochi da casinò: il primo è che la competizione si svolge contro altri giocatori e non contro il banco (che ha sempre un vantaggio in tutti i giochi); il secondo è che si può sempre scegliere quando e quale mano giocare. Questo fa una grande differenza e il forte giocatore di poker sa quando entrare in gioco e il modo con cui farlo. Diventare un professionista di poker è prima di tutto una scelta di vita: si decide di trasformare un gioco in un lavoro. Ovviamente vincere tornei o per lo meno piazzarsi a premio con continuità è la condizione per poter proseguire la propria carriera. Poi, quando si comincia ad ottenere qualche risultato importante, può darsi che arrivi la sponsorizzazione di qualche pokeroom, e questo è un passo decisivo verso il professionismo. E’ quello che è successo a me con PokerStars.
Lorenzo, 19 anni, Vicenza Buongiorno Luca, è un piacere leggere la tua rubrica, soprattutto per me che ti considero un idolo. Senti, scusa la domanda stupida ma almeno mi tolgo il dubbio, anche perché solo alle prime armi, anche se sogno di diventare bravo e famoso come te. Giocando con amici mi sono trovato in questa situazione. Io
avevo 10 di fiori e l’avversario Q di fiori. A terra è uscito A di fiori J di fiori 6 di fiori 3 di fiori e 3 di picche. A questo punto non o capito perché ho perso, non si doveva dividere il piatto… Buongiorno Lorenzo, ti ringrazio molto per i complimenti che mi fai. Rispondo subito alla tua domanda, che riguarda la modalità con cui nel Texas Hold’em ci si aggiudica il piatto: si deve sempre guardare la mano migliore composta da 5 carte. In questo caso è costituita dalle 4 carte a fiori sul “board” (cioè comuni) e dalla Q di fiori del tuo avversario, che essendo più alta del tuo 10 di fiori, costituisce una mano “a colore” più alta. Si divide il piatto solo nel caso in cui la mano più forte sia tutta sul board (cioè composta dalle 5 carte comuni) oppure quando due giocatori (o più) contribuiscono con la loro mano a realizzare il medesimo punto vincente (ovvero hanno una o entrambe la carte uguali). Non è possibile utilizzare carte diverse di due o più giocatori per costituire la mano che si aggiudica il piatto.
Antonio, Forlì
...recentemente mi è capitato di giocare ad un tavolo con un personaggio che rispondeva tranquillamente al cellulare. Io non penso che sia permesso, l’ho trovato molto sgradevole. Credo ci sia un regolamento che impedisce certi comportamenti, almeno me lo auguro. Complimenti per la rubrica, completa ed interessante. Un appuntamento fisso al quale non posso più rinunciare. Antonio, hai perfettamente ragione ad essere un po’ arrabbiato. Il regolamento internazionale vieta espressamente l’uso di cellulari e altri strumenti tecnologici, anche per evitare che i giocatori si aiutino (o ricevano indicazioni dall’esterno) in merito alle decisioni di gioco. Senza dubbio il tuo avversario ha commesso un’azione sanzionabile dal direttore del torneo, oltre che decisamente poco sportiva.
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un po’ il filosofo potrei dire che la risposta è dentro di voi. In effetti non si può dire che una strategia sia più o meno affidabile, bisogna solo capire qual è lo stile che più si attaglia alla propria personalità e renderlo il più efficace possibile in base alle varie situazioni. Non è saggio ad esempio contro rilanciare senza troppa prudenza la puntata di un giocatore chiuso, come non è il caso di chiamare sempre chi vede o rilancia con qualsiasi mano. Lo stesso discorso vale ovviamente per la contrapposizione che c’è tra la tecnica aggressiva e quella passiva. Alcuni, come me, preferiscono sfruttare le mani buone spingendo e attaccando per non rischiare di rendere vano il vantaggio iniziale e per ottimizzare i guadagni nel caso di fronte ci sia un avversario altrettanto convinto della propria mano. C’è invece chi preferisce non dare mai punti di riferimento e si limita a chiamare le puntate degli altri giocatori. Io non la considero la migliore delle tecniche, specialmente se il vostro obiettivo in un torneo è il primo posto.Nel poker però, come ho detto in passato, non ci sono certezze. Una carta girata dal dealer può smentire qualsiasi ragionamento e l’unica cosa che si può fare è capire se è stata fatta la scelta giusta, al di là di quello che è stato il risultato. E da qui passa la ricerca del proprio stile, correggendolo e mettendolo in discussione ad ogni bivio che ci viene proposto dalle carte. E poi bisogna sempre imparare da chi è più bravo di te. Uno dei primi miti che ho cercato di inseguire da questo punto di vista è stato Marcel Luske. Sono sicuro che questo nome ha strappato un sorriso a chi ci ha giocato contro, lo ha visto
Ho notato, con piacere, la nascita della nuova rubrica sul poker. La mia è una domanda magari stupida ma la pongo ugualmente. Sento dire che ci sono persone che fanno del poker il loro lavoro, è vero? Ma come si può vivere puntando su un gioco di fortuna? E, una curiosità, quando diventa un giocatore di poker professionista? Deve vincere un tot di tornei o di soldi?
Dolce Vita
on ti fermare all’analisi della partita. Non pensare solo all’arrocco o a come preparare al meglio l’attacco con le tue torri. Ogni tanto alza la testa e guarda il tuo avversario, i suoi occhi ti diranno molto sulla sua strategia”. Una delle più grandi lezioni di poker mi fu data parecchi anni fa dal mio maestro di scacchi. Era convinto che ci fossero molte coincidenze tra la personalità di un giocatore e il suo modo di impostare la partita. “Se è estroverso molto probabilmente cercherà di schiacciarti sulla difensiva, altrimenti penserà prima a non prenderle”. Non so quanto sia reale questo collegamento, ma senza dubbio mi ha insegnato a studiare qualsiasi aspetto del mio avversario. Le carte infatti non sono più importanti della personalità e del carattere dei giocatori che abbiamo di fronte. Ognuno ha uno stile ben definito e intuirlo aiuta a prevedere le sue giocate e a mettere in atto le contromisure per portare a casa le mani che non puoi vincere contando solo sulla fortuna. Sono le mani più importanti. Nel poker esistono quattro macro categorie di giocatori: aperti o chiusi, aggressivi o passivi. I primi due stili descrivono il giocatore in base alla quantità di mani che vede in una partita. Un player aperto non ha paura di accettare la sfida anche con due carte che non hanno ottime chances di darti un buon punto, mentre il giocatore chiuso è più paziente, preferisce aspettare il momento giusto per non rischiare le fiches quando si sente debole. Quindi, è meglio giocare tante mani, tentando di pescare qualcosa di interessante con il flop, oppure è più vincente la tattica dell’attesa? Facendo
Domande e Risposte a Luca Pagano
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Da Michele, Varese
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Viaggi - Shanghai
Mille e una
Shanghai
Shanghai
hanghai ovvero “Le Mille e una notte” dell’Asia; una città nuova e frizzante, “la Parigi d’Oriente”, dove è facile respirare un’aria di rinnovamento e cambiamento, dove ogni occasione diventa opportunità e realtà. Shanghai è diventata la megalopoli dell’innovazione; qui affari e design hanno permesso di scrivere pagine nuove che hanno reso Shanghai il fulcro della Cina moderna con i suoi 20 milioni di abitanti, donandole quell’aurea sofisticata e una bellezza rara e scintillante. La città è un fiorire di grattacieli, centri commerciali ed economici che hanno trasformato Shanghai in una nuova Manhattan costruita da zero in poco tempo. Rappresenta il più importante centro finanziario e commerciale della Cina. Posta lungo La riva destra del fiume Huangpu, la sua fortuna è dipesa dalla sua posizione in prossimità del mare e dal suo grande porto aperto ai traffici di tutto il mondo. La vivacità economica della città è ben rappresentata dai numerosi 90
e moderni grattacieli del distretto finanziario di Pudong, che riproduce l’aspetto dei maggiori centri finanziari americani ed europei e ospita gli uffici di numerose imprese straniere. Pudong testimonia la storica vocazione internazionale della città, il ruolo di Shanghai come finestra sull’intera Cina e la sua economia emergente e dinamica. Negli ultimi 5 anni la Metro di Shanghai è salita da 3 a 9 linee e il totale delle stazioni arriva a circa 150 unità, diventando la rete più vasta in Cina e la sesta al mondo. Nei sei mesi di Expo 2010, la città “verso il mare” (questo il significato del nome Shanghai) è stata visitata 73 milioni di persone, con una media di circa 405.000 persone al giorno. Nell’anno appena trascorso la metropoli ha mostrato a tutto il mondo il suo fervore, la sua voglia di emergere e quella volontà di rivoluzionare lo stile di vita in ogni settore, in ogni ambito sociale.
Chiuso il sipario su Expo 2010. Si guarda al 2015 Expo 2010 di Shanghai è stata l’Esposizione Universale più maestosa, scenografica e costosa della storia, nonché la prima organizzata da un paese emergente: ha visto la partecipazione di 189 paesi e 57 organizzazioni internazionali. Il tema scelto per la Expo 2010 di Shanghai è stato Better city, better life (Città migliore, vita migliore) ovvero migliorare la qualità della vita in ambito urbano. Si è voluto discutere del problema della pianificazione urbana e dello sviluppo sostenibile nelle nuove aree cittadine, ma anche del come effettuare
le riqualificazioni nel tessuto urbano esistente. Ora il testimone passa all’Italia per l’organizzazione di Expo 2015 a Milano. Il tema proposto per l’Expo è “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, e vuole includere tutto ciò che riguarda l’alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo, a quello dell’educazione alimentare, fino alle tematiche legate agli OGM. Geografia e clima Shanghai, situata sul fiume Huangpu presso il delta del Chang Jiang, è la più popolosa città della Cina e una delle città più popolose del mondo
La metropoli si estende su una superficie di circa 6.340 chilometri quadrati e conta una popolazione complessiva di poco meno di 20 milioni di abitanti. La municipalità è divisa in 19 suddivisioni con status di contea: 18 distretti e una contea. Nove distretti amministrano i quartieri e i sobborghi di Puxi, la città storica sulla riva occidentale del fiume Huangpu. Pudong, la nuova parte della città sulla riva orientale del fiume Huangpu, è governata da un unico distretto. Otto distretti amministrano sobborghi, città satellite e aree rurali della municipalità. L’isola di Chongming e le due isole minori
Dolce Vita
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E’ il più importante centro finanziario ed economico della Cina, ma è anche una città straordinaria con oltre 20 milioni di abitanti e dove convivono modernità e tradizione. E’ stata culla dell’Expo 2010 con punte di oltre 400mila visitatori al giorno
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Viaggi - Shanghai
Shanghai, il viaggio di Florence e Roberto
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I Giardini di Yuyuan sorgono lungo il muro di contenimento del fiume Yangtze; vennero fatti costruire dalla famiglia Pan, ricchi funzionari della Dinastia Ming, nel XVIII secolo. La Pagoda Longhua si trova nella zona sud-ovest della città ed è un tempio molto frequentato, costruito mille anni fa e restaurato nel 1954, da cui si può godere di un meraviglioso panorama sul fiume Huangpu. Altri siti di maggior interesse culturale della città sono: il Museo di Shanghai, il Gran teatro di Shanghai, il tempio di Jing An, la cattedrale di Xujiahui, la più grande chiesa cattolica di Shanghai, la cattedrale di Dongjiadu, la cattedrale She Shan, la moschea di Xiaodaoyuan e la sinagoga di Ohel Rachel.
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Cosa visitare Storia, architettura, spiritualità, innovazione e tradizione. È quanto offrono le vie, i monumenti e i “tesori” da scoprire di Shanghai. Tesori che parlano di una storia lontana, di una cultura ben radicata negli edifici, lungo le strade, nei templi e nei giardini della città e, insieme, capaci di convivere con la ricerca del nuovo e del bello che già da anni ha permesso a Shanghai di essere proiettata verso un futuro di successo. Tra le nuove vie della città, la principale è Nanjing Road che si estende dal Bund fino a Yanan Xilu: è una delle vie commerciali e turistiche più importanti di Shanghai. Percorrendo-
la si può apprendere molto della storia e della cultura cinese. Da vedere anche Shanghai Old Street, sede della vecchia Shangai, suddivisa in due parti: quella orientale, con le costruzioni tipiche della Dinastia Qing e dei primi anni repubblicani, e quella occidentale, dove prevalgono edifici risalenti alla Dinastia Ming e Qing. Nella città vecchia si trova, al centro di un piccolissimo lago, la più antica casa da tè di Shanghai, la Huxingting Chashi, uno dei punti d’incontro preferiti da giovani e anziani. Il Tempio del Budda di Giada è il tempio buddista più famoso di tutta Shangai, e uno dei più noti dell’intera Cina. Il nome deriva dall’enorme statua, alta più di 2 metri, che si trova all’interno: in giada bianca, raffigura il Buddha seduto.
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Dolce Vita
di fronte a Pudong, alla foce del fiume Yangtze, sono governate dalla Contea di Chongming. Shanghai ha quattro stagioni distinte, l’autunno e la primavera sono i periodi migliori per visitare la città. Le temperature sono piacevoli ed è meno affollata. Settembre e Ottobre possono essere a volte ventosi e portare anche un tifone fuori stagione. I mesi estivi (Luglio ed Agosto) possono essere molto caldi con temperature che spesso vanno oltre i 35 gradi con l’80 per cento di umidità. Sono anche i mesi più piovosi per la città. Se viaggiate in questo periodo è consigliato prenotare l’hotel con ampio anticipo. L’inverno è spesso molto freddo con le notti che vedono scendere le temperature sotto lo zero, rendendo difficile o fuori questione fare escursioni.
Shanghai è una megalopoli, da 20 milioni di abitanti , la nostra intenzione era visitarla nei nostri due giorni liberi tra una fiera e l’altra, missione ancor più ardua se si considera che abbiamo trovato un tempo pessimo. Armati di ombrello e kway (rigorosamente comprati alle bancarelle cinesi) siamo andati alla ricerca dell’Expo. La nostra prima tappa era andare a visitare questa tanto chiacchierata manifestazione e scoprire tutte le novità che ci riserva il futuro e da quali parti del mondo arriveranno. Mai ci saremmo aspettati di trovare di fronte a noi la più grande e visitata manifestazione del mondo moderno. Un’impresa mastodontica. Tutti i paesi del mondo in gara tra loro agli occhi dell’universo per accaparrarsi il titolo di padiglione più creativo, innovativo, imponente. Tecnologici e attrezzati avevamo scaricato un’application per telefono che ci guidasse in questo “mondo nella città”. Arrivati alle 10.30 di fronte all’ingresso abbiamo acceso l’applicazione ed è apparsa la seguente frase, “Benvenuto, oggi sei il 300.959 visitatore che entra all’expo”: 300.959 visitatore alle 10.30 di mattina di martedì? Terrore! E così scopriamo che in 6 mesi l’expo è stato visitato da 73 milioni di persone, con una media di circa 405.000 persone al giorno. Ben presto abbiamo constatato che c’erano file di 6/9 ore per visitare i padiglioni, per cui abbiamo deciso di puntare per primi verso quello italiano dove sapevamo di poter entrare senza fare la fila perché muniti di passaporto. Noi “Italians, do it better”. Il padiglione era diviso in più aree, ognuna dedicata ad una delle attività che ci rende famosi nel mondo. CIBO: un’installazione fatta con bottiglie di vino, pasta e formaggi. ARTE: una riproduzione a grandezza reale dell’orchestra del teatro alla Scala appesa a 90° su una parete. MODA: Manichini giganti e una mega statua a forma di scarpa. Vestiti di Prada, Dolce Gabbana, Versace e Valentino. TECNOLOGIA E INNOVAZIONE: dimostrazioni di tecnologia e design come: Ferrari, Aprilia, La Vespa, Brembo, Callegaris e Artemide. ARTIGIANATO: meraviglia delle meraviglie, una ricreazione di un’officina di mastri liutai, con dei veri mastri liutai all’interno che lavoravano! Il Consorzio di liutai di Cremona aveva inviato 8 maestri liutai a lavorare sotto gli occhi di tutti dentro il padiglione Italiano. Esperienza veramente incredibile e di impatto. Usciti dal padiglione italiano decidiamo di abbandonarci ad una visita veloce della città. I molti amici cinesi che conosciamo ci avevano suggerito come tappa obbligata gli YU YUAN Gardens. Un tempo i giardini della tranquillità di un governatore Ming oggi dimora di chiassosi e caotici mercatini, bancarelle, negozietti di chincaglierie e reliquie pseudo comuniste (come potrete immaginare è facile dubitare dell’originalità di un artefatto in Cina!!). Qui abbiamo fatto scorte di gadget e souvenir
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Viaggi - Shanghai
Shanghai, lo sapevate che... A Shanghai l’autobus passa sopra alle auto. La Shenzhen Hashi Future Parking Equipment Co., Ltd ha infatti progettato un nuovo mezzo pubblico di trasporto che dovrebbe diminuire del 20-30% il traffico urbano, consentendo agli altri veicoli di continuare la marcia anche durante le fermate.Un bus ecologico alimentato da celle solari ed energia elettrica che può trasportare 1200-1400 passeggeri ad una velocità massima di 60km / h. Il bus passerà sopra le auto, o meglio, le auto avanzeranno attraverso la sua immensa struttura di metallo, consentendo ai veicoli di continuare la marcia anche durante le fermate.
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A Shanghai esiste una vera e propria scuola dell’arte per quanto riguarda shampoo e acconciature; quasi tutti i parrucchieri lavorano con un target indipendentemente sia maschile che femminile, e il loro stile è di altissimo livello. È stata introdotta a Shanghai una nuova legge per limitare il numero dei cani in città, imponendo un massimo di un cane per nucleo famigliare; questo perchè i 20 milioni di abitanti dell’imponente cittadina affronta ogni giorno il problema dello spazio ridotto, spazio che rischia di venire occupato dagli amici a quattro zampe. Inoltre i proprietari di cani devono passare tramite agenzie di adozione approvate dal governo prima di dare in affidamento i cuccioli, se vi sembra esagerato pensate che i numeri non mentono sono infatti stimati a
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circa 800.000 i cani della classe media cinese di Shanghai.
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Dove comprare Shanghai è conosciuta per essere un paradiso dello shopping. Le zone commerciali di Shanghai sono divise nelle quattro strade principali: Nanjing Road, considerata la numero uno del commercio, presenta una grande varietà di negozi, dai più antichi ai più moderni centri commerciali. Huaihai Road, non meno famosa di Nanjing Road, è celebrata per la sua eleganza: qui si possono trovare i migliori marchi degli stilisti di tutto il mondo. A North Sichuan Road invece è possibile trovare merce più economica. La quarta via, Medio Tibet Road è invece il punto di riferimento per il settore alimentare e per il turismo. Vale la pena di visitare Parkson Shopping Center sulla Road Huaihai dove è possibile trovare offerte speciali, promozioni e occasioni uniche. A Maison Mode, situato a No.1312 di Huaihai Road, si possono trovare marchi leader come Gucci, Ferragamo, Hugo Boss, Bally, Kenzo, e molti altri. Yuyuan Shopping City è il punto di riferimento dove trovare le specialità cinesi e le migliori espressioni dell’artigianato locale. A Shanghai è possibile fare shopping griffato nel distretto di Xintiandi, una sorta di Manhattan orientale ricca di boutique appena inaugurate, dove comprare una borsa o una sciarpa glam da Shanghai Tang o una tracolla di stoffa da Shanghai Trio, la firma più cool per accessori dal sapore orientale. |
più disparati. Per prima cosa abbiamo contrattato l’acquisto di un paio di rotelle da attaccare alle scarpe per camminare più velocemente. Poi abbiamo fatto scorte di tessuti, quaderni con design tipicamente cinesi, carillion antichi, insetti sotto spirito, pietre dai poteri magici e amuleti. Per riposarci un attimo ci siamo seduti nello sgabuzzino di uno scultore che in diretta ha modellato per noi dei minime, ovvero delle statuine in miniature che ci riproducevano in tutto e per tutto! Sulla via del rientro in albergo abbiamo incrociato i banchi delle specialità culinarie di Shanghai. Torri di ravioli al vapore in ceste di bambù, scatole piene di granchi pelosi ancora vivi (specialità stagionale tipica della città), e poi pentoloni che ribollivano zuppe con ingredienti sconosciuti non sempre invitanti. Dopo una breve pausa in albergo ci siamo diretti a cena nel quartiere di Xiantiandi, zona pedonale molto elegante dove trovare ristoranti e locali notturni. Questo quartiere è l’unico che ospita ancora una SHIKUMEN ovvero una casa tipica cinese di inizio secolo. Una piccola perla nascosta in mezzo a grattacieli. E qui abbiamo scoperto una cosa molto interessante: le Shikumen erano tutte disposte in viuzze e alla testa di ogni singola viuzza c’era una “YAN ZHI”, una tabaccheria aperta 24 ore su 24!!! I cinesi da sempre sono uno dei popoli più “fumanti”, si
pensi che oggi giorno quasi il 30% dei fumatori al mondo parla cinese. Le tabaccherie ancora oggi sono sparse ovunque nella città, dalle più “fai da te” alle più eleganti con sale da fumo incorporate. Proprio al centro dello Xiantiandi infatti si trova la lussosissima Davidoff Lounge, dove siamo entrati per dare un’occhiata. Il secondo e ultimo giorno lo abbiamo dedicato alla ricerca del Design made in China, per cui ci siamo diretti nel quartiere degli artisti Taikang Lu. Qui ci siamo persi nella ragnatela di vie e di vicoli non più larghi di un metro, pieni di negozi di ogni sorta. La moda cinese delle nuove generazioni si è ispirata molto all’Europa, facendo però propria l’esperienza e rivoluzionandola. Forti della manodopera a basso costo i designer cinesi possono realizzare praticamente qualsiasi idea che gli passi per la mente! Anche qui abbiamo trovato gadget e prodotti di tutti i tipi. Sfiniti siamo corsi in albergo per prendere le valigie e scappare in aeroporto perché purtroppo il nostro tempo a disposizione a Shanghai era scaduto. A parte il freddo, il vento e la pioggia, Shanghai è una città che merita sicuramente una visita e tanta voglia di essere esplorata. Noi nel nostro piccolo torniamo a casa con un sacco di immagini che ci frullano per la testa e 15 kili di bagaglio in più a testa da caricare sull’aereo!
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Cosa e dove mangiare Nei locali adibiti a ristorazione non è d’uso corrente il coltello e la forchetta, qui si usano prevalentemente e quasi esclusivamente le posate cinesi, ovvero i bastoncini. La rinomata cucina di Shanghai è chiamata anche “Bengbang” o “Haipai” e comprende le specialità della regione a sud del fiume Yangtze di Haipai, fra cui vi sono le specialità di Pechino, del Sichuan, di Canton, della cucina europea e della cucina vegetariana di Gongdelin. La cucina di Shanghai è conosciuta per le pietanze a base di pesce di mare e d’acqua dolce, di carni bianche e selvaggina e di verdure di stagione. Tra i metodi di cottura più diffusi è facile trovare la cottura a vapore a base di zuppe e lo stufato a base di salsa di soia. Il piccante è molto amato. Fra i piatti più conosciuti vi sono: le uova di gamberi con cetrioli di mare dawusen, le uova di granchio fritte, kousansi, i germogli di bambù con rape, la coda di carpa nera brasata, i germogli di bambù fritti, il pollo Guifei (concubina imperiale), il pesce mandarino con pinoli in agrodolce, le melanzane saltate con salsa di soia, le verdure saltate con polpa di granchio. I mantou di Nanxiang sono fatti con una pasta di farina di grano che racchiude un ripieno di carne. Serviti in cestelli di bambù, sono teneri, succosi e dal sapore delicato. Leishatuan è una palla fatta di riso glutinoso con ripieno di carne macinata, farina dolce di fagioli rossi e sesamo. Sucai Baozi è una sottile sfoglia di pasta bianca che racchiude un ripieno verde costituito da
Shanghai, il viaggio di Florence e Roberto
Dolce Vita
Un tratto culturale tipico di Shanghai è l’abitazione di tipo Shikumen: consiste in edifici di due/tre piani a mattoni neri/grigi. Ogni abitazione è collegata alle altre e disposta in stretti vicoli. Ogni vicolo ha un’entrata caratterizzata da un arco di pietra il cui nome è letteralmente Shikumen.
verdure, glutine, funghi profumati, germogli di bambù e tofu essiccato speziato. Accanto alla cucina tradizionale, troviamo lo “street food”: infatti su ogni strada si affacciano decine di bancarelle gastronomiche. Qui potremo trovare i Bao Tzi, fagottini di pasta di pane cotti al vapore e ripeni di verdure o carne, o i Jiao Tzi, ravioli fritti serviti in un cartoccio di plastica. Da provare anche gli spiedini di carne o pesce, e le “uova dei cent’anni”.
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Servizi innovativi
Sempre pronti a rispondere Il call center ITA è al servizio dei clienti per migliorare l’assistenza, promuovere iniziative e prodotti in anteprima, consolidare il rapporto diretto tra ITA e il mondo delle tabaccherie
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Il Call Center ITA propone ai clienti offerte convenienti a prezzi veramente concorrenziali e un servizio telefonico che offre molti vantaggi:
Il Call Center ITA nasce anche per proporre al cliente delle offerte sempre convenienti con prezzi concorrenziali e garantiti dall’azienda stessa. L’obiettivo principale è quello di ampliare il portafoglio clienti e alla stessa maniera di offrire un servizio di customare care più efficiente di quelli già in corso, un sistema di contatto telefonico di consulenza e presentazione delle novità e delle anteprime. Di fronte a un mercato sempre più informatizzato e sempre più in grado di comparare i livelli di servizio erogati dai diversi call center, ITA ha avviato collaborazioni con personale altamente qualificato, dimostrando ancora una volta la propria capacità di anticipare trend di mercato e di soddisfare le aspettative. | 96
Assistenza al cliente prima, durante e dopo l’acquisto Gestione dell’ordine in maniera diretta, rapida ed efficiente
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Nessuna spesa di spedizione
JLENIA jlenia.artuso@itagency.it ANGELA angela.schieven@itagency.it CRISTINA cristina.alquati@itagency.it Il servizio è attivo da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e risponde al numero sotto indicato
Offerte esclusive e vantaggiose Offerte stagionali Novità e promozioni in costante aggiornamento Sconti e omaggi per il rivenditore News dal mondo del tabacco
Dolce Vita
Per questo, l’anno scorso ha sondato il terreno del telemarketing e quest’anno ha formato una piccola squadra specializzata nel dialogo con le tabaccherie: il Call Center ITA. La struttura è composta da personale specializzato, propenso alle relazioni interpersonali con capacità di ascolto e comprensione e capace di soddisfare le esigenze degli interlocutori.
CONTATTI
gennaio/marzo 2011
a ITA - International Tobacco Agency è al servizio delle Tabaccherie da circa 35 anni ed oggi è diventata una realtà leader nel settore con oltre 5.000 articoli commerciali e prodotti di tabacco tra i più apprezzati dai consumatori. Come ogni favola che si rispetti sta cercando di consolidare la sua collocazione nel mercato del tabacco e nel mondo delle tabaccherie attraverso servizi innovativi che migliorino il rapporto e il contatto diretto con i clienti.
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Shopping
Spunti, idee, novità: consigli per lo shopping
NINTENDO WII - La console Wii riporta il gioco alla semplicità innovando al tempo stesso il modo di sviluppare i videogiochi. Il telecomando Wii, assolutamente unico, permette a genitori e nonni di giocare con i propri figli e nipoti. Per quelli che con i videogiochi ci sono cresciuti, la console Wii dimostra che i giochi hanno avuto lo stesso percorso. Inclusi nella confezione della console Wii ci sono gli Wii Sport. € 189,00
PIONEER - I tuoi film preferiti a casa in un 3D cristallino. Pioneer debutta nel mercato del Blu-ray in 3D con il modello BDP-430 che unisce la riproduzione in 3D a funzioni di rete avanzate, prestazioni audio di livello superiore e controllo con iPod/iPhone. Collegalo a un sintoamplificatore e a un display 3D compatibili per goderti un’esperienza in 3D sorprendente grazie alla riproduzione a 24 fps (frame per secondo), come al cinema, in full HD 1080p. Goditi anche i tuoi DVD – il modello BDP-430 è in grado di elevare la qualità dei DVD video alla purezza di immagine HD. Da CD, USB e tramite LAN potrai riprodurre formati media popolari compressi, quali MP3 e DivX HD. € 299,00
CELLULARE DUAL GSM - Fotocamera da 0,3 Mega/ pixel, connessione bluetooth, supporto FM, display da 2”, pesa 80 gr e ha una capacità della batteria in stand by di 3-6 giorni. € 99,00
EASYSCAN - Scanner portatile con sensore f.to A4 a colori. Risoluzione massima 600x600 dpi e supporto di memoria esterna SD da 32 Gb. Scannerizza producendo file formato jpg e ha una velocità d’esecuzione di 13 secondi per una scansione a colori a pagina intera. E’ dotato di porta USB 2.0, pesa 180 grammi. € 99,90
SAMSUNG TV LED 26C4000 - UE26C4000PW: 26” (66cm) - Risoluzione 1366 x 768 - Processore video DNIe+ - Wide Color Enhancer Plus - Pannello 50 Hz - Clear Motion Rate 100 fps - Tuner Digitale terrestre HD integrato - Input & Output CI Slot Si (CI Plus) - Design Ultra Slim - Colore Rose Black. Eco Consumo in Stand-by < 0,06 W - Consumo in uso (IEC 62087 Edition 2): 41 W - Dim. con base (L x A x P): 65,3 X 48 X 22,2 cm - Dim. senza base (L x A x P): 65,3 x 42,3 x 3 cm. Peso con base: 6,2 Kg - Peso senza base: 5,5 Kg. € 497,00
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PANCA SUPER MAGIC - Panca multifunzione, in acciaio a sezione quadrata da 50x50 mm, verniciata con polveri epossidiche ad alta resistenza. Sedile e schienale con poggiatesta imbottiti e rivestiti in eco-pelle bicolore. Schienale inclinabile per essere usata anche come panca per addominali. Leg extension a resistenza elastica a 2 livelli di intensità. Ercoline elastiche regolabili in 5 posizioni e 3 livelli di intensità. DIMENSIONI cm: H 113 - B 133 - P 128 / PESO Kg: 16 / PESO MASSIMO ATLETA Kg: 120. Punti di forza imbottiti in schiuma. Pieghevole per ridurne l’ingombro. NON SERVONO MANUBRI E BILANCIERI. € 183,00
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