Artintime - N.5 Maggio

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ART

IN TIME n.5 - Maggio 2013

ARTE | CINEMA | MUSICA | TEATRO | LETTERATURA | SERIE TV | INTERVISTE | EVENTI LONDON NEWS


L’EDITORIALE Panta rei, tutto scorre… O meglio dire: non c’è niente in grado di stare fermo ed esprimere assoluta staticità, niente al mondo. Per questo Artintime non sa stare fermo e, approfittando dell’onda di caldo che ha abbracciato tutta l’Italia in questo tardo – tardissimo ahinoi! – primo assaggio di primavera, maniche corte e prati in fiore, si è rinnovato ancora una volta. Sono due le novità fondamentali che troverete sfogliando e leggendo il nostro nuovo numero di maggio. Sempre in ambito artistico, come ci piace fare e come speriamo che piaccia anche a voi, per informarvi, progettare, sognare, fantasticare e, perché no, prendere tutte quelle cose immaginate e renderle finalmente concrete. Partiamo dalla prima nuova rubrica che, a partire da questo numero, troverete fissa tra le nostre classiche pagine dedicate al cinema, ai libri, alla musica, al teatro, alle diverse forme artistiche, e ancora alla tv, alle news from London e agli eventi. UnClassicArt, abbiamo deciso di chiamarla così. Sarà una rubrica interamente dedicata al mondo dell’Arte con la a maiuscola, non quindi gli esordienti nei differenti campi, che tanto ci sono cari, ma l’arte classica, quella che riempie i grandi musei e sale espositive e che richiama turisti e visitatori da tutto il mondo. A curare questo nuovo spazio sarà Roberta Colasanto, musicista e studentessa di arte, che avrà il compito di narrare e spiegare le grandi mostre con un occhio nuovo, fresco, giovane, attuale. Si comincia con la grande mostra dedicata a Tiziano e allestita, fino al prossimo giugno, alle Scuderie del Quirinale di Roma: una galleria che rivela tutto il suo potenziale, una tappa imperdibile per tutti coloro che passeranno per l’Urbe, magari approfittando del bel clima e della voglia di viaggiare un po’ in giro per il Bel Paese. Il secondo appuntamento del numero di maggio è con il Torino Fringe Festival, un evento dedicato al teatro, unico nel suo genere in Italia e al suo primo esperimento, in programma nella capitale sabauda dal 3 al 13 maggio prossimi. Artintime ha deciso di sposare la lodevole e coraggiosa iniziativa di un gruppo di compagnie teatrali torinesi, per lo più composte da giovani attori e sognatori, e seguirà da vicino la kermesse fatta di spettacoli nelle strade e in luoghi dislocati in giro per Torino. Il Fringe Festival trae ispirazione dal noto festival di Edimburgo, esempio di evento integrato a livello urbano, e noi, che promuoviamo i giovani e giovani siamo, ci siamo lasciati trasportare dall’entusiasmo e dalla sana ingenuità di questa che gli organizzatori definiscono “un’idea storta”. Nata dal basso, con la fatica e lo sforzo di tanti ma senza alcun sostegno da grandi forze politiche, il Fringe di Torino è una sfida che ci incoraggia a proseguire sulla nostra strada, puntando sempre al migliore dei risultati, sforzandoci anche, ma senza mai perdere di vista l’importanza dei contenuti, delle idee, e della ricaduta sul pubblico, il vero motore di tutto ciò che possiamo definire cultura. Sul nostro sito troverete scaricabile in pdf il programma completo del Fringe Festival torinese: per chi vive in Piemonte e vuole passare una giornata all’insegna delle performance dal vivo, o per chi deciderà di spendere così un weekend primaverile. Insomma, non ci facciamo mancare nulla e così neanche voi: siete ancora qui? Forza, cliccate lo sfogliabile, voltate la pagina e scoprite tutte le fantastiche rubriche di Artintime di maggio! www.artintime.it

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ARTINTIME SOMMARIO 4 . LE BRIGITTE by Alngelica Magliocchetti

6 . TUTTO PARLA DI TE by Francesca Cerutti

8 . CRISTIAN SONDA by Ilaria Chiesa

10. SORPRESE INASPETTATE E INUTILI REGALI

by Alessandra Chiappori

12 . SERIE TV: NOVITA’ by Manuela Raimo

14 . TUTTI PAZZI PER TIZIANO by Alessandra Chiappori

16 . IL NOMADISMO MODERNO by Barbara Mastria

18 . DAVIDE ZILLI by Angelica Magliocchetti

20 . DAI RECINTI ALLE MONGOLFIERE by Alessandra Chiappori

22 . URBANSOLID INVASION by Cristina Canfora

24 . LUCA DE MARCH by Ilaria Chiesa

26 . LA PAROLA SI FA IMMAGINE E RACCONTA by Francesca Cerutti

28 . MOVIELIST-MAGGIO by Francesca Cerutti

30 . EVENTS by Anna Moschietto

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ARTINTIME

LE BRIGITTE «Brigitte Bardot Bardot/Brigitte beijou beijou..» vi suona familiare? Molto probabile, in fondo chi non ha mai sentito questa celebre strofa del 1961 del brasiliano Jorge Veiga, anche solo in una delle sue innumerevoli, successive, rivisitazioni? Ebbene, passano gli anni ma il fascino della bella B.B. non accenna a diminuire, tanto che da più di un anno, oltralpe, è attivo sulla scena musicale un duo molto particolare che dall’attrice francese prende il nome: Le Brigitte. Non finisce qui, però, se da un lato troviamo un’affascinante Aurélie Saada, dallo stile più hippie e sensuale, dall’altro siamo di fronte a un gusto più prettamente ‘parisienne’ con Sylvie Hoareau, che sembra rimandare invece a un’altra celebre Brigitte: Brigitte Fontaine, cantante, scrittrice e poetessa francese. Qualunque sia stata la loro ispirazione si può di certo dire che ha creato un mix sensuale, ricercato e mai banale. Basti pensare che il loro primo album, “Et vous, Tu m’aimes?”, uscito nell’aprile del 2011 è arri-

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vato subito in vetta alle classifiche e ha ottenuto il disco di Platino in Francia; un esordio decisamente in grande stile. La chiave di questo successo è da ricercarsi non solo nel loro look rubato in parte agli anni ’60, ma principalmente nel loro sound, un po’ gipsy, un po’ pop e a volte, inaspettatamente, quasi elettronico. Con richiami al cantautore inglese Nick Drake, alle atmosfere degli Abba e dei The Zombies, le due autrici, compositrici e musiciste francesi creano, con cori dalle tonalità altissime, un ambiente vintage e accattivante, anche se a tratti dal sapore amaro. I testi, infatti, elegantemente ironici non lasciano spazio a malintesi; senza peli sulla lingua e con un tocco di umorismo Le Brigitte ci parlano di cattive ragazze dai fucili nascosti sotto la gonna che affrontano la vita a schiena dritta e di ragazzi amabilmente detestati e doverosamente amati. Si hanno così brani dal sarcasmo spietato come “C’est une victime”,“Il est fragile” o “Un superman à 3 centimes” e altri dal sapore (e dalla tematica) più intimista, quasi delicato come “Je

veux un enfant”, per poi riprendere quota e tornare alle leggerezze delle passioni adolescenziali come in ‘’Coeur de Chewing gum”. Un lavoro retrò armonioso, dunque, che mira a incantarci, quasi a ipnotizzarci mentre ci porta come su una giostra tra gli alti e bassi della vita. Lanciate da questo primo lavoro Le Brigitte sono ora impegnate nel loro tour europeo, con tappe previste anche in Italia; un’ottima occasione quindi per assaporare questa ventata di aria fresca, intelligente e non poco irriverente. Vorrete mica lasciarvele scappare? Per gli ultimi dubbiosi ancora un brano, per calarvi al meglio nelle atmosfere parigine, “Battez Vous”. E ora: Enjoy!

Angelica Magliocchetti


MUSIC

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MOVIES

TUTTO PARLA DI TE Alina Marrazzi, nota nel mondo cinematografico per il documentario “Un’ora sola ti vorrei”, torna al cinema e lo fa con una pellicola molto interessante che presenta allo spettatore diverse chiavi di lettura. In “Tutto parla di te” la regista analizza figure materne, madri, donne in attesa di partorire, o che vivono i primi mesi dopo il parto, le prime angosce e le prime depressioni. Sono molte le donne a raccontarsi in questo film, a narrare i loro problemi, le loro paure, le loro ossessioni: si aprono e si raccontano alla telecamera e le loro vicende vengono poi presentate al pubblico attraverso uno schermo televisivo, guardato in primis da un’altra donna, una figura all’inizio poco chiara, ma che è il fil rouge di tutto il film: Pauline (Charlotte Rampling). Pauline è una donna francese, come denota il suo nome, che torna a Torino dopo anni e rincontra l’amica Angela, direttrice di un centro per la maternità; il ritorno nella città sabauda è motivato proprio dalla volontà di ricercare e comprendere la psicologia di queste donne. La maggior parte di loro resta anonima, sono volti, persone che certamente hanno un nome, che tuttavia non viene detto, perché quelle storie possono essere comuni a molte donne. Storie di odio e amore verso il proprio figlio, che denotano quanto un’esperienza così magica come quella di mettere al mondo un figlio abbia in realtà dei riscontri dolorosi, non solo fisici come nel momento del parto, ma soprattutto psichici. La paura nel

momento in cui si scopre di essere madri, il senso di colpa che pervade alcune donne e poi al termine della gravidanza l’ossessione per il bambino che in alcuni casi estremi porta la madre a uccidere il piccolo. Tra le varie mamme ne emerge una: Emma, Elena Radonicich, una donna che ha vissuto con grande pessimismo la sua maternità, non riesce a entrare in simbiosi con il bambino, non è in grado di sentirlo parte di lei. Il piccolo è solo un problema, un ostacolo che la separa dal suo sogno: la danza. Dovrebbe imparare a portare il figlio all’interno della sua danza, invece continua a lasciarlo e a lasciarsi fuori dal mondo del palcoscenico. La situazione di Emma sarà per Pauline un modo per affrontare il proprio passato, i propri demoni, qui raffigurati da pupazzi che rappresentano una famiglia: una madre, un padre, una figlia e un figlioletto nella culla. “Tutto parla di te” è un film duro, ma che allo stesso tempo lascia trapelare un messaggio forte, un grande senso di responsabilità e una grande maturità nei confronti della maternità. Non si vuole convincere le donne a non avere figli, anzi, si cerca di alzare una voce, si vuole far capire al pubblico quanto sia importante aiutare queste donne, quanto l’Italia non faccia per seguire chi sta per diventare madre. Pauline è stata vittima: sua madre ha compiuto un gesto disumano proprio a causa della depressione post parto. Pauline ripercorre la vicenda attraverso foto, come già aveva fatto Bergman cercando di ricostruire

la storia di sua mamma, riascoltando le registrazioni delle sedute dello psichiatra: sono i media che fanno rivivere la donna, sono proprio quei “pupazzi” a raccontare la tragica vicenda che avviene dietro le quinte, come nelle tragedie greche. Quando si esce dalla sala sono molte le immagini che uno spettatore porta con sé, veri e propri fotogrammi, momenti, attimi che restano impressi indelebilmente: la telecamera si sofferma più volte sul volto di Pauline, su quelli delle madri, è lì che leggiamo la sofferenza, la disperazione, la preoccupazione, quelle immagini valgono più di molte parole. Quel volto che i bambini iniziano a riconoscere fin dai primi giorni di vita è una pagina scritta, ogni espressione, ogni linea racconta qualcosa e lo fa con una dolcezza e un’umiltà che scuotono nel profondo. “Tutto parla di te” è un film di grande impatto, vi si incontrano l’odio e l’amore, non si ha paura a raccontare la realtà dei fatti, il grande schermo diventa un luogo per testimoniare, un pulpito da cui lanciare una richiesta di aiuto per queste madri. Dal film ha avuto origine il progetto Tutto parla di noi, un sito dove le neomamme e i neopapà possono condividere le loro esperienze di vita, i loro problemi, affinché la loro messa in comune possa generare una sensibilizzazione nei confronti di difficoltà che spesso restano chiuse all’interno delle mura domestiche e che a volte possono degenerare in vicende spiacevoli.

Francesca Cerutti

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www.cristiansonda.com

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POP-ART Bio tratta dal sito dell’artista

CRISTIAN SONDA

Ilaria Chiesa

Cristian Sonda nasce a Milano nel 1976. Il primo contatto con il colore, le forme, l’arte, risale alla sua adolescenza, dovem con lo speudonimo SONDA, inizia a farsi largo nel circuito dei giovani street artist milanesi. Il suo stile, illustrativo e surrealista, rievoca situazioni paradossali, in cui l’uomo moderno viene deformato grottescamente, ironizzato e deriso per le proprie debolezze, fino ad essere esaminato nella propria coscienza, come nei personaggi fisiognomici che l’artista ritrae, umanoidi a naso lungo che ispirano l’antica concezione antropocentrica dell’uomo nel mondo, quindi nella falsità dell’essere.

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ARTINTIME SORPRESE INASPETTATE E INUTILI REGALI Le pagine si lasciano sfogliare una dietro l’altra, la storia corre sicura sui suoi binari, le rotaie del tram di una Milano classica, la Milano di chi, vivendoci, conosce l’odore e il colore delle sue strade, quelle anonime, lontane dal centro, quelle della vita quotidiana. È su questo sfondo urbano, indistinto quanto definito, che si svolge la storia di “Il mio regalo sei tu”, il racconto dei pochi mesi, circa un anno, che sanciscono il passaggio di Lidia, la diciottenne protagonista, da un’infantile sogno tardoadolescenziale alla franchezza un po’ cinica e arresa dell’età adulta. Ma non è un romanzo di formazione, questo esordio di Sarah Spinazzola, come la presentazione indurrebbe a pensare, è invece una storia intima, un po’ diario, un po’ favola triste, a pagine delicate e spiazzanti, dalla lettura rapida e il linguaggio scorrevole, che tuttavia non presuppongono banalità, anzi. I nodi, in questa storia, arrivano, e colpiscono, deviano traiettorie, cambiano le persone. Sarah conosce suo padre poco prima dell’esame di maturità: quasi vent’anni passati senza sapere nulla dell’uomo di cui possiede il dna, e poi all’improvviso eccolo lì, sullo schermo televisivo a condurre il tg. La vertigine è grande, il desiderio lo è ancora di più, lo stesso che fa scattare la molla, caricata da anni di tenerezza e affetto sognati e mai ricambiati, dal potenziale inespresso di una figura non solo assente, ma inesisten-

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te. Sarah va a conoscerlo, lo vede, gli parla. Noi lettori siamo con lei, tifiamo per quell’ingenuità così fragile che, scoperta la fonte di affetto perduto, ci si aggrappa con tutte le forze. Capiamo che ce n’è bisogno, che Lidia si merita qualcosa di più grande di una casa popolare il cui intonaco si sgretola e il legno degli infissi è intaccato dai tarli, si merita un sogno, e quel sogno è alimentato dall’improvviso ritorno di un padre prima inesistente e ora, quasi come per magia, divenuto centro e stabile contatto. La promessa di una nuova vita accanto alla figura del genitore ritrovato colma di speranze la protagonista, ma lo sappiamo, lo sentiamo che c’è qualcosa che non va. Perché non basta l’euforia che scombina Lidia rendendola incredula e felice da un momento all’altro della sua giovane vita: ci sono i punti che non tornano, le stranezze, i non detti, le bugie, i passaggi improvvisi dal nero al bianco. Ci sono regali inutili e sorprese inaspettate e non belle che Lidia non vorrebbe ricevere, attese riempite e voragini colmate dal fumo delle sigarette che sporcano i suoi primi mesi all’università. Ma Lidia ha deciso di studiare filosofia, lei lo sa che esistono i paradossi, che le cose si contraddicono in modi apparentemente inspiegabili. L’evoluzione dalla speranza illusionistica del ritorno del padre all’amara presa di coscienza della realtà è l’intima, personale e delicata storia di crescita della ragazza. A vent’anni, di regali non se ne

ricevono più, e la sconfitta nella scoperta del menefreghismo e della brutalità di un padre totalmente assente, distante, inconcepibilmente inutile è la sanzione finale che chiude la favola in minore di Lidia. Resta una specie di magone inespresso, la voglia di piangere per le coccole perdute, la presenza cercata e mai affermata di una base solida cui fare riferimento, la consapevolezza limpida che, anche se ritrovato e ricercato con tutte le forze, quel padre non avrebbe svolto la propria funzione. Lidia cerca abbracci e bene, ciò che le è restituito è una farsesca sceneggiata priva di alcuna maturità adulta. Proprio quella che la protagonista deve costruirsi da sola, andando a sbattere più volte nella solitudine, nella falsità, nell’ingiustizia. Nel vuoto che certi adulti sanno offrire a una diciottenne abbandonata per le strade della vita, che addosso porta le cicatrici brucianti di un’infanzia non vissuta pienamente e di una delusione troppo immensa per poter essere esternata in una lacrima. Ma questa è la vita, sembra accarezzarla in chiusura la madre, che forse è davvero l’unico personaggio da cui Lidia riceve una valutazione finale positiva, una sorta di regalo: quello del passaggio all’età adulta, una porta che sbatte in faccia e fa male, una privazione contro cui è inutile combattere, un male che fortifica, e forse, solo allora, diventa un dono prezioso per la vita.

A lessandra Chiappori


BOOKS

“Oggi sono rimasta io ad aspettare con una bambina. Dopo mezz’ora arriva il papà. Non lo vedeva da tutto il giorno, e lei gli corre incontro con un regalino in mano. «Questo regalo è per te!» «Grazie!» dice lui «ma il mio regalo sei tu». Mi sono commossa. Certi giorni io me lo chiedevo che cosa sarebbe stata la mia vita, se avessi avuto un padre. E quando sentivo quello che sentivo, cioè il nulla, era come un uovo che mi si apriva dentro e mi faceva piangere. Mi sarebbe piaciuto avere un padre. Invece mi sembra di essere sempre stata tagliata fuori. Di non avere avuto la possibilità.” Il mio regalo sei tu, Sarah Spinazzola, Marcos y Marcos, 2012.

Sarah Spinazzola È nata a Milano nel 1983 l’esordiente Sarah, come racconta nel suo aggiornatissimo sito www.sarahspinazzola.it, che contiene tutte le sue interviste dopo l’uscita di “Il mio regalo sei tu”, suo primo romanzo. Un traguardo raggiunto con coscienza dalla giovane autrice che, come lei stessa racconta, una volta intrapresa la strada della scrittura ha deciso di percorrerla, nonostante i no e le difficoltà di sorta. Ha iniziato con piccole cose, racconti pubblicati nell’antologia “Scontrini. Racconti in forma d’acquisto”, e nell’«Accalappiacani», settemestrale di letteratura comparata al nulla. E poi è approdata al romanzo, evoluzione natura e meta prediletta di ogni autore: siamo curiosi di seguirla e leggere i suoi prossimi lavori!

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ARTINTIME SERIE TV: NOVITA’ Siamo quasi alla fine di questa stagione, ma le cable hanno ancora qualcosa da raccontare BATES MOTEL – A&E ogni lunedì dal 18 marzo Trama: In seguito alla morte del padre, Norman Bates (Freddie Highmore) cambia nuovamente città e casa insieme alla madre Norma Louise Bates (Vera Farmiga) arrivando al neo acquistato Bates Motel. Il figlio maggiore Dylan (Max Thieriot) è completamente all’oscuro della decisione, e una volta fatta la scoperta, non la prende bene. Per Norman ormai è abitudine spostarsi e cambiare casa, scuola e rari amici e non impiega molto a legare con Kennedy (Conchita Campbell), la sua amica Bradley (Nicola Peltz) ed Emma (Olivia Cooke), una compagna di scuola. Norma invece attira subito l’attenzione di sceriffo Romero (Nestor Carbonell) e del vice Shelby (Mike Vogel). L’acquisto del motel ha dato molto fastidio al precedente proprietario, che ha perso tutto, e sapere che Norma è da sola con Norman lo porta a pensare che potrebbe approfittare e riprendersi quello che è suo: non potrebbe fare mossa più sbagliata. La prima impressione: Il film Psycho a cui si ispira è molto presente in tutta la serie vista finora:

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seguire l’adolescenza di quello che diventerà lo spietato assassino psicotico del film è un punto di vista interessante dell’ambizioso progetto tv. La trama è convincente così come i protagonisti, bravi, espressivi ed estremamente calati nella parte. ORPHAN BLACK – BBC USA dal 30 marzo ogni sabato Trama: Sarah (Tatiana Maslany) ha sicuramente una vita non facile, problematica e misteriosa, ma l’idea di scambiarsi con una ragazza identica a lei che si è suicidata sotto un treno davanti ai suoi occhi, non è stata sicuramente buona. Perché anche la povera poliziotta di cui ha preso il posto aveva qualche problema: un fidanzamento complicato, grane sul lavoro e più di un segreto che probabilmente l’ha portata al gesto folle. Così Sarah tra depositi di soldi, misteriose valigette, un collega che sembra anche troppo zelante a rimetterla in riga, un ex fidanzato asfissiante e un amico adorabile, si ritrova con la scoperta che lei, la morta e forse altre ragazze sono esattamente identiche nell’aspetto, un caso alla “Terzo Gemello” di Ken Follett che è senz’altro tutto da scoprire. La prima impressione: Avvin-

cente già dai primi minuti, dopo poco tempo si vuole già sapere tutto di Sarah, le molteplici gemelle ignare ma non troppo, chi è stato e perché, chi sta cercando di ucciderle e come può salvarsi la nostra protagonista. Da non perdere! DEFIANCE – SYFY dal 15 aprile ogni lunedì Trama: Irisa (Leonidas Stephanie) e Nolan (Grant Bowler) arrivano a Defiance, quella che una volta era chiamata S. Luis. Dopo la guerra post apocalittica gli abitanti superstiti ora convivono non senza qualche difficoltà con sette razze aliene. Tra gli umani ci sono oltre a Nolan, Amanda Rosewater (Julie Benz) il neo sindaco che fa l’impossibile per mantenere l’ordine e l’armonia tra gli abitanti e gli alieni. C’è poi Kenya (Mia Kirshner) la tenutaria del locale The Need/Want, dove cerca di soddisfare ogni fantasia. Tra gli alieni, oltre a Irisa, i coniugi Tarr Stahma (Jaime Murray) e Datak (Tony Curran), lei ambiziosa all’eccesso, lui molto più terra terra e anche irascibile, tutto sommato una coppia discretamente affiatata che nel loro mondo sarebbe stata vista come uno scandalo per la enorme differenza di casta tra i due. La prima impressione: Uno dei pilot più attesi dell’anno, progetto


SERIES

ambiziosissimo di Syfy che lancia quasi in contemporanea un videogioco sparatutto interattivo e una serie tv che promette di travolgere lo spettatore tra azione, astronavi, effetti speciali e un po’ di romance che non manca mai. Il doppio episodio del pilot piace e convince, anche se non siete amanti del genere sci-fi potreste trovare elementi che vi faranno comunque proseguire entusiasti nella visione. Nel prossimo numero sarà già tempo di dare uno sguardo alle novità che ci attendono da settembre: non perdetevi Artintime di giugno!

Manuela Raimo

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ARTINTIME TUTTI PAZZI PER TIZIANO Roma. Il “Ritratto di Paolo III Farnese” dipinto da Tiziano tappezza letteralmente la città, lo si trova su ogni cartellone pubblicitario, nei corridoi della metropolitana, sulle fiancate degli autobus, testimonial della grande mostra sul pittore veneto alle Scuderie del Quirinale fino al 16 giugno prossimo. La mostra “Tiziano” curata da Giovanni Carlo Federico Villa e ampiamente pubblicizzata è un vero e proprio evento: la considerevole quantità di opere del maestro, trentanove in totale, che da tutto il mondo sono state riunite a Roma (impresa non da poco se si considera la gelosia con la quale i musei custodiscono i loro capolavori) costituisce un’occasione pressoché unica per gli studiosi, gli amanti del bello, i curiosi. Chi era Tiziano Vecellio? Una celebrità già ai suoi tempi, una sorta di rockstar del Cinquecento che a distanza di cinque secoli non ha smesso di suscitare l’attenzione e l’ammirazione del grande pubblico. Conteso ai suoi tempi da nobili e potenti (in prima fila nientemeno che il Papa e l’Imperatore), fu pittore longevo: visse per circa ottant’anni. Le opere esposte in questa mostra testimoniano bene le varie fasi e l’evolversi della sua lunga carriera con un allestimento movimentato e non scon-

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tato, che si sgancia da un rigoroso filo cronologico e propone il nucleo di opere a soggetto sacro prima, i ritratti e infine le opere profane. Se deciderete di cogliere l’occasione e andare a porgere omaggio al grande Tiziano vi ritroverete così a (ri) scoprire l’opera di questo indiscusso maestro: sfruttate l’opportunità di poter osservare questi capolavori così da vicino (quando la guardia di sala si distrae) da riuscire a seguire ogni sussulto della pennellata e dopo allontanatevi per farvi stupire da quei guizzi di colore puro che folgorarono gli artisti arrivati dopo di lui. Non occorre essere esperti studiosi per farsi sconvolgere dal sublime “Crocifisso” dell’Escorial di Madrid, davanti al quale molti visitatori hanno sostato increduli, travolti dalla tragica bellezza di questa versione del tema sacro. Non sottovalutate i ritratti (genere tradizionalmente considerato “noioso” dagli studenti e non solo), ricordiamoci che è di Tiziano che stiamo parlando. Il bravo ritrattista ferma sulla tela il carattere dei suoi soggetti tramite i gesti e gli sguardi, finge coi suoi pennelli i velluti, le barbe lanuginose, le superfici riflettenti delle pietre preziose, e ancora non smette di affascinare con le opere di carattere profano, dalle voluttà della “Danae”

alla pennellata sfratta e sconvolta dell’opera che chiude la mostra, la drammatica “Punizione di Marsia”, dipinto che risale all’ultimo periodo dell’attività del pittore e che oggi ha sede stabile nella Repubblica Ceca. Mi trovo proprio davanti a quel famoso “Paolo III Farnese”, capolavoro indiscusso della ritrattistica cinquecentesca, quando accanto a me si riunisce un gruppetto di studenti di storia dell’arte in libera uscita che iniziano a commentare l’opera, studiata fino a quel momento solo sui libri, con un certo qual entusiasmo. Poco dopo passa una signora dall’aria annoiata che in men che non si dica si libera degli auricolari con l’audioguida e si accoda al gruppo di studenti. L’audioguida sicuramente fornisce nozioni più accurate, spiegano gli studenti. Ma è l’autentica passione per la storia dell’arte che lei preferisce.

Roberta Colasanto


UNCLASSICART

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TEATRO

IL NOMADISMO MODERNO : INCONTRO TRA MUSICA, TEATRO, GIOCHI E AMBIENTE ARTISTICHE. L’artista è girovago per lo più. È bello immaginarlo come colui che, riconosciuta la propria missione, spazia per il mondo alla ricerca di nuovi incontri, luoghi da scoprire, persone con cui entrare in contatto e creare, continuare a creare. Un esperimento di questo tipo è quello della Carovana Balacaval, che percorre in lungo e in largo i territori piemontesi dal cuneese al Ticino. La compagnia nasce nel 2010 per opera di diversi musicisti che hanno riscoperto la bellezza del viaggiare lentamente e con leggerezza per cinque mesi all’anno. Munita di carrozze e cavalli, la compagnia raggiunge città e piazze stabilendosi nel cuore di esse e richiamando a sé artisti di ogni genere. La convivenza con le persone del luogo nel quale decide di fermarsi è un’occasione, sia per gli ospitanti che per gli ospitati, di sperimentare nuove forme di convivenza civile e innovative modalità di creazione artistica. Non solo la musica caratterizza la Carovana Balacaval, ma anche teatro e laboratori. La Carovana crea una

fitta rete di incontri tra il possibile pubblico e gli artisti: ovunque essa si fermi, il suo scopo è quello di riunire attorno a sé la popolazione e smuovere l’ordinarietà quotidiana, introducendovi delle note di musica e arte insospettabili. Con la Carovana Balacaval si scopre il territorio e allo stesso tempo si valorizzano le ricchezze e le potenzialità di chi lo abita. Si possono chiudere gli occhi: ciascuno potrà immaginare la piazza del proprio paese, un prato sconfinato o il cortile di una vecchia cascina. Ad esso si devono aggiungere le carrozze disposte a semicerchio, tavolate, luce soffusa la sera e la musica di un violino in lontananza. Qualche bambino curioso che cerca di valicare il confine astratto tra la piazza e il cortile ricreato dalla carovana: un lento ma progressivo passare da una parte all’altra di qualcosa che naturalmente non ha delimitazioni: la possibilità di stabilire la scena tra gente comune ricca di idee, di non giungere in un luogo e imporre la propria presenza, ma l’apertura e la vo-

lontà di collaborare con chi in quel lembo di terra si impegna giorno dopo giorno per la formazione della creatività. Questo è la Carovana Balacaval che si anima alle luci del giorno. E il teatro conferisce senso e armonia all’intero progetto. È una fra le arti proposte, ma anche quella che fa da sfondo a tutte, perché il teatro è musica, recita, viaggio, incontro, vita.

Barbara Mastria

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ARTINTIME

DAVIDE ZILLI Immaginate di scoprire che il vostro professore di italiano in realtà ha una doppia vita. Immaginate che la sera si sieda lì, al suo piano, nel suo appartamento in condivisione e componga canzoni. Immaginate, a questo punto, che dopo anni di esibizioni, concerti e un EP autoprodotto, decida di pubblicare il suo primo album, “Coinquilini”. Ebbene, questa è la storia di Davide Zilli, coinquilino, insegnante, ma soprattutto musicista dal talento ancora tutto da scoprire. Andiamo con ordine. Dopo un diploma al Conservatorio di Milano, si lascia tentare dalle sonorità jazz, lavorando con Roberto Cipelli (Paolo Fresu Quartet) e, nel 2003, suona nello spettacolo Reload al MEI di Faenza sotto lo sguardo attento di Alberto Cottica dei Modena City Ramblers e di Cristina Donà. La partecipazione a numerosi concorsi prosegue di pari passo con la sua attività di musicista classico tanto che insieme al gruppo dell’Eos Ensemble mette in piedi uno spettacolo ricco di musica e teatro dedicato al maestro Ennio Morricone. Nel 2010 esce quasi in sordina “Coinquilini”, pubblicato da

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Enovisioni e prodotto dal dj Bob Alessi (disponibile solo su iTunes o durante le performances); in questo primo album, composto da sette brani cantati e uno strumentale, si assapora quella particolare miscela di pop e jazz che rende l’artista di Crema così originale nel panorama musicale nostrano. Al centro di tutto uno sguardo ironico, seppur solidale, alla generazione della precarietà (non solo lavorativa) vista con i suoi piccoli drammi e i suoi grandi sogni, passando sarcastici e sornioni per i noti luoghi comuni. Nella carrellata dei brani incontriamo allora il mondo estraniante e forzatamente alla moda di ‘’Funny Milano’’, la vita e gli incontri del pendolare di ‘’Nel vagone meno affollato”, lo scontro con la realtà di ‘’Jazzabestia’’ e l’immobilità eclatante di ‘’Provinciopoli blues”. Allo stesso modo partendo da basi di jazz morbide e leggere, con il dipanarsi dei personaggi e nello scorrere delle tracce, si assiste a improvvisi cambi di stile, arrivando a briosi tratti da bossanova brasiliana. Si può dire, quindi, che si tratta di un primo lavoro dagli impeccabili arrangiamenti e dai testi pensati e

gustosissimi, che, in fondo, parlano un po’ di tutti noi. Interessantissimo, infine, il brano che dà il titolo all’intero album: ‘’Coinquilini’’. Un frizzante spaccato di una situazione sempre più diffusa tra i giovani d’oggi, che mette in stretto contatto persone sconosciute costrette a condividere un tetto, ma non necessariamente un’amicizia. Ennesima situazione in bilico; “Non confondere l’affitto con l’affetto, siamo uniti per pagare la bolletta, siamo nomadi di tutti i condomini, siamo clandestini.” Rapido, orecchiabile e avventuroso; un po’ fa sorridere e un po’ fa riflettere, in linea perfetta con il migliore cantautorato italiano. Enjoy!

Angelica Magliocchetti


MUSIC

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ARTINTIME DAI RECINTI ALLE MONGOLFIERE Esiste un posto lontano dal tempo e lontano dalla geografia dove Judith, dieci anni e un cuore grande di tenerezza e ingenuità tutta infantile, vive la sua piccola e modesta esistenza a fianco al padre. La fantasia della bambina è grande, ed è ciò che le tiene compagnia in una vita assolutamente priva di divertimenti, agi, spensieratezze che le dovrebbero invece essere familiari. Ma è proprio lì, all’interno della famiglia, che hanno sede i radicati problemi affrontati ne “il posto dei miracoli”. Judith e il padre fanno parte di una comunità religiosa minoritaria, una sorta di setta, verrebbe da pensare: insieme a un altro gruppo di persone leggono la parola di Dio nella Bibbia e predicano per avvisare dell’imminente fine del mondo, l’Armageddon. Privazioni, letture forzate, un sistema di vita pesantemente regolamentato che impedisce di mangiare fish and chips, di festeggiare il Natale, di guardare la televisione: questo crea di Judith una piccola esiliata dal mondo dei coetanei. E in una realtà provinciale e piuttosto disagiata come intuiamo essere quella che fa da sfondo al romanzo, il passo da una condizione di emarginazione alla persecuzione sociale è breve. Judith va malvolentieri a scuola perché in classe un gruppetto di bulli la perseguita, minacciandola di scherzi pesanti, come metterle la testa nel water. La bambina non frequenta nessun amico, ed è guardata come diversa, estranea. La pesantezza della sua situazione e il senso di impotenza schiacciante

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che salta dalle pagine al cuore del lettore sono dovuti al fatto che Judith è cresciuta in questa sorta di bolla sociale, senza altri riferimenti per confrontarsi con uno stile di vita differente, più sereno. Per lei è normale inghiottire a forza agnello ed erbe amare, leggere passi della Bibbia dopo cena, non dialogare quasi con un padre ferito nell’amore, e che per disperazione e abitudine ha fatto proprie le abitudini della sua religione e non abbraccia mai la figlia, non le regala neanche un momento di affetto spontaneo. Che da questo sfondo di semi-follia fondamentalista derivino problemi è innegabile: non solo la discriminazione da parte della comunità circostante e dei bulli di paese, che arriva ad atti di spregio forti e pericolosi per la vita, ma anche una più sottile eppure sempre terribile violenza interna. Judith, lasciata a se stessa e alle sue fantasie, si costruisce un mondo, un mondo concreto, che lei chiama la Terra dell’Adornamento, da citazione biblica, che riproduce in camera sua con materiale di riciclo trovato per strada. E questo mondo si anima, fino a creare una voce – la voce di Dio, un immaginario amico, il Diavolo, o un’emanazione psichica del disagio, questo non ci sarà mai chiarito, ad alimentare l’angoscia e il senso di impotenza del lettore – che guida i gesti di Judith, che la illude di poter fare miracoli e di trovarsi e gestire dei poteri. Ed ecco la farina che imbianca le montagne della terra dell’Adornamento diventare neve reale, ecco la situazione in classe ri-

specchiare la rabbia della bambina e, parallelamente a sviluppi positivi come il cambio dell’insegnante, portare però ulteriori guai e malesseri. È una chiusura, una cappa pesante a schiacciare questa vita della protagonista e del padre, che diventa insopportabile e che tuttavia non escluderà una finale, seppure sofferta e incerta, apertura. Sentimenti chiusi a doppia mandata nei cassetti della memoria riaffioreranno, un nuovo sole scioglierà la neve, miracolosa o meno che fosse, e un orizzonte di speranza allieverà il peso della colpa esistenziale che Judith sopporta ignara del fatto di non avere colpe, se non quella del tutto contingente di essere nata in una famiglia aderente a una minoranza religiosa il cui pensiero risulta assurdo e intollerabile al lettore più sensibile e razionale. Una storia forte ma delicata, che scava in reami sociali concreti per metterci a nudo di fronte alla coscienza di una decenne, alla sua ingenuità di bambina e alla dolcezza di un amore per il padre e le piccole cose che, nonostante le privazioni, le fa tollerare ubbidientemente l’insensatezza di continuare solamente a sognare le mongolfiere colorate oltre al recinto della propria vita, senza poterle vedere dal vivo.

A lessandra Chiappori


BOOKS

“I miracoli non devono per forza esser grossi, e possono succedere nei luoghi più improbabili. A volte sono così piccoli che la gente non se ne accorge. A volte i miracoli sono timidi. Ti sfiorano una manica, ti si posano sulle ciglia. Aspettano che tu te ne accorga, poi si sciolgono. Un sacco di cose cominciano essendo piccole. È un buon modo di cominciare perché così nessuno si accorge di te. Sei solo una piccola cosa che passa furtiva, facendosi gli affari suoi. Poi cresci”. Grace McCleen, Il posto dei miracoli, Einaudi, 2013

Grace McCleen Cresciuta come Judith, la protagonista del suo romanzo d’esordio, in un ambiente religioso fondamentalista del Galles, l’autrice de “Il posto dei miracoli” è nata nel 1981 e, dopo aver lasciato la comunità di origine, si è trasferita a Oxford e a York per studiare letteratura. Il suo primo libro ha vinto il prestigioso Desmond Elliott Prize per l’opera prima ed è stato giudicato uno dei quattro debutti più promettenti del 2012 dalle autorevoli pagine del The Sunday Times, nonché uno dei migliori libri dell’anno passato secondo A.S. Byatt, autrice di fama internazionale. Aspettiamo con curiosità di leggere i nuovi lavori di penna di questa giovane promessa della narrativa inglese, che al momento vive a Londra e, oltre a scrivere, si dedica anche alla sua attività di musicista.

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ARTINTIME

URBANSOLID INVASION L’arte prende possesso delle strade, dei muri di mattoni, del cemento, così a Londra come a Torino. Per comunicare, dissentire, esistere. La Street Art è, ad oggi, un mezzo scelto da molte voci contemporanee. È questo il caso del duo UrbanSolid, ex studenti della Accademia di Belle Arti di Milano attivi sulla scena da ormai due anni e mezzo. Nei loro lavori mescolano l’anatomia umana agli scenari urbani creando istallazioni tridimensionali che permettono un’esperienza tattile oltre che visiva. Si tratta di messaggi ironici e provocatori sull’uomo comune e la città stessa, strettamente legati agli avvenimenti odierni e alla frenesia del mondo che ci circonda: “Lavoriamo esclusivamente in contesti che mostrano già un severo degrado urbano, su muri inutilizzati e fatiscenti senza danneggiare alcun elemento”. Recentemente approdati a Shoreditch, nota fucina creativa dell’East London, hanno collaborato

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con gli Expanded Eye, Jade Tomlinson e Kevin James, ai progetti Turn the fucker of! e Shake your head… is empty, inglobando la loro opera Televiewer ovvero il calco in gesso di una faccia che tiene in bocca un telecomando. Proprio le parole degli Expanded Eye chiariscono l’idea alla base della congiunta creazione: “Il predominio della televisione genera una cultura di massa che celebra le più umilianti caratteristiche possedute dal genere umano – avarizia, falsità, truffa. Il nostro ultimo pezzo sollecita le persone a svegliarsi e smettere di fare da spettatori al tremolante mondo della finzione. I nostri amici in 3D, gli UrbanSolid, ci hanno gentilmente concesso alcuni dei loro calchi, permettendoci di usarli a nostro piacimento”. In foto il risultato finale che da qualche mese ormai troneggia sui muri della capitale inglese. A Torino, invece, potete trovare i loro lavori alla galleria Square 23. Il direttore,

Davide Loritano ci spiega com’è nata la collaborazione con gli UrbanSolid: “Ho adocchiato una loro opera a casa di un collezionista, rapito dalla scultura mi sono fatto dare i loro contatti e li ho chiamati. Molto cordiali, hanno subito accettato di esporre in galleria. A me non bastava. Con l’aiuto di un giornalista de La Stampa abbiamo chiesto al Comune di poter far istallare permanentemente delle loro opere all’interno della metropolitana di Torino in modo tale da unire la mostra in galleria e le opere pubbliche. Il mix è piaciuto molto, a noi e a loro, da qui è nato un connubio spontaneo e sincero”. Il futuro prossimo degli UrbanSolid sarà ancora da Londoners. Nel frattempo potete ammirare il loro operato sul sito www.urbansolid.org E dal vivo alla galleria Square 23 in via San Massimo 45, Torino.


FROM LONDON

From London to Turin, Art is taking possession of the streets, landing on brick walls and concrete. In its attempt to communicate, dissent, exist. Nowadays Street Art is a way of expression for multiple contemporary voices. UrbanSolid duo is one of these voices. Former students at the Academy of Fine Arts of Milan, the two artists behind the project started to create common work of art two years and a half ago. Their plaster casts recreate anatomic part of the human body then inscribed in the urban landscape for their installations, giving a sense of threedimensionality. “We work exclusively in contexts that already show severe urban decay, on crumbling and unused walls without spoiling or damaging any building or any other urban element”. Lately seen in one of the most creative area of London, Shoreditch, they embraced a collaboration with local artists Jade Tomlinson and Kevin

James, known as Expanded Eye. Giving them the Televiewer, their remote controlled plaster cast faces, they contributed to the new pieces Turn the fucker of! and Shake your head…is empty. “Television dominance breeds a mass culture which celebrates the most demeaning characteristics human beings can possess - greed, deceit and fakery. Our latest piece urges people to wake up and stop spectating in the flickering world of the make believe. Our 3 dimensional friends at Urbansolid Art kindly gave us a couple of their remote controlled plaster cast faces, allowing us to do as we pleased”. That’s what the Expanded Eye duo said about the concept behind the artistic creation. You can see the result in the linked picture. If you are in Turin, instead, you can find UrbanSolid works at Square 23 gallery. Davide Loritano, director of the gallery, explained us how

everything has begun: “I’d seen one of their works at a collector’s place, enchanted by the sculpture I asked for their contacts and I called them. They accepted to showcase their work in my gallery straight away, but for me it wasn’t enough. A journalist from La Stampa helped me asking the council to put permanently some of their works inside Turin Tube Station so we can connected the indoor showcase with public displays. It was a success for both of us. So, almost accidentally, a sincere and spontaneous collaboration has begun. The near future for UrbanSolid duo is still between Londoners. In the meantime have a look at their pieces on the website www.urbansolid.org. Or live at Square 23 gallery, Via San Massimo 45, Turin.

Cristina Canfora

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ARTINTIME In collaborazione con Spazio San Giorgio, Bologna

LUCA DE MARCH

Ilaria Chiesa

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Luca De March, artista torinese, inizia la sua produzione come autodidatta, con installazioni, opere di street art per un’arte mai convenzionale. Appassionato di disegno a mano libera, si avvicina poi al mondo della pittura, sul quale si concentra. I suoi soggetti sono sempre ispirati da immagini e situazioni appartenenti alla maggior parte della gente: si tratta di vecchie fiabe, celebri film, ma anche opere d’arte del periodo classico, riviste in chiave ironica. “I miei quadri sono molto leggibili – racconta di sé - perché per me l’arte deve tornare a essere patrimonio di tutti. Abbasso le opere enigmatiche che hanno bisogno di sottotitoli e spiegazioni interminabili per essere comprese!!”. E prosegue poi soffermandosi sul ruolo dell’arte: “L’arte deve saper emozionare tutti, bambini compresi. Sono convinto che presto ci sarà un ritorno alla semplicità, alla “leggibilità” delle opere d’arte. Il messaggio che l’autore vuole portare, nel campo dell’arte così come in quello della letteratura, è secondario. Ciò che conta è l’emozione che viene suscitata in chi guarda le opere”. Da sempre impegnato nell’ambito della comunicazione, Luca De March conduce su Radio Flash (Popolare Network, Milano) un programma di attualità, in cui a ogni puntata viene dedicato uno spazio all’arte contemporanea.


MIX-ART

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ARTINTIME

LA PAROLA SI FA IMMAGINE E RACCONTA Il cinema racconta attraverso le immagini, questo è il concetto base della settima arte e questo è quello che ritroviamo ogni volta che guardiamo un film o un cortometraggio. Questo però non è ciò che accade in “The Symptoms Of His Madness Were As Follows” di Sheryl Jenkins. In questo brevissimo cortometraggio sono infatti le parole a divenire protagoniste: raccontano, vengono fotografate e attraverso la stop motion si muovono, si ingrandiscono, si rimpiccioliscono, affollano il foglio oppure lo lasciano vuoto. Segni neri su un foglio bianco che si muove nello spazio, cammina e con lui e su di lui scorrono le parole, si sovrappongono e soprattutto narrano. La storia che ispira questo cortometraggio e che è riportata interamente in esso, è stata scritta da Roger Morris, scrittore inglese, o come si definisce lui “another bloody crime writer”, un altro scrittore di crimini sanguinari. “The Symptoms Of His Madness Were As Follows” non narra direttamen-

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te di un crimine sanguinario, non ci sono nomi di personaggi, si parla di un uomo e di una donna, lui si innamora di lei e questa infatuazione diviene un’ossessione. Gradualmente, man mano che si avanza nella narrazione di “The Symptoms Of His Madness Were As Follows”, gli sfondi si alternano: pietre, legno, cartone, piastrelle, cemento, mattoni le parole cambiano forma, diventano grandi, i caratteri perdono la loro linearità, le parole seguono il dramma incalzante della storia accompagnate da una musica che lo enfatizza, escono dagli spazi prestabiliti, prendono il sopravvento e aggrediscono la vista dello spettatore. Quello che la regista ha voluto rappresentare attraverso queste scelte stilistiche è proprio la follia che viene raccontata nella storia: si cerca di esplorare il suo andamento, le varie schizofrenie e quanto essa possa diventare distruttiva per chi ne è affetto. Non sono le immagini a colpire, non ci sono volti, in “The Symptoms Of His Madness Were As

Follows” la parola diviene immagine, si piega al suo servizio, diviene personaggio, vive quello che di fatto significa. È animazione, “personaggio” di un cartone animato, prende vita e dà vita alla storia, esprime le sue caratteristiche in base allo spessore, allo stile, alla forma. La storia di Roger Morris, “The Symptoms Of His Madness Were As Follows”, è divenuta immagine, in un modo diverso da quello che siamo abituati a vedere al cinema, ma riesce ugualmente a colpire lo spettatore e a portarlo, entro la fine della visione, a percepire il vero dramma della storia. La musica stessa nel finale colpisce e termina con un suono costituito da una sola nota, è un’interruzione, la musica prende il posto delle parole e il foglio svanisce, finisce nel nero. L’uomo avrà ucciso la donna? La risposta è ovvia.

Francesca Cerutti


MOVIES...

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ARTINTIME TORINO FRINGE FESTIVAL

Una chiamata alle arti per 10 giorni di teatro a 360 gradi Dal 3 al 13 maggio Torino si prepara a ospitare un’invasione di colori per quella che è stata lanciata come una vera e propria esplosione teatrale: il Torino Fringe Festival, dieci giorni di teatro declinato in tutte le sue forme, dalle performance in sala e in spazi urbani, ai dibattiti tra operatori del settore, e ancora workshop, musica, feste. Quella del Fringe è un’idea che sbarca per la prima volta in Italia. Si tratta di un modello di festival teatrale diffuso liberamente tratto dal noto festival di Edimburgo e reinterpretato secondo le esigenze, gli spazi e lo spirito della capitale sabauda. “Sarà un Festival in movimento, che prevede un programma intenso, con repliche quotidiane di ogni spettacolo – spiegano gli organizzatori - L’intento è quello di colorare Torino, di accendere la cittl: ci saranno spettacoli teatrali, nelle sale e in strada, e tutto avrà il fondamentale scopo di dare spazio all’arte coinvolgendo direttamente la città”. Non solo performance ma riflessione sul teatro stesso: il ricchissimo programma di Torino Fringe Festival [che potete consultare e scaricare anche dal nostro sito www.artintime.it N.d.R.] include anche interessanti momenti di confronto e dibattito. ToFringe Agorà sarà la piazza dove avranno

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luogo le conferenze e gli incontri, momenti di scambio con i protagonisti stessi del mondo del teatro: attori, produttori, autori. Si partirà dal racconto del festival di Edimburgo, si passerà alla scrittura e poi al mestiere dell’arte, il tutto in compagnia di professionisti del settore. “la nostra è stata una chiamata alle arti a cui hanno risposto circa cinquecento compagnie da tutta Europa – proseguono i ragazzi del Fringe - il che è rilevante considerato il momento storico in cui ci troviamo. Da questi numeri sono stati selezionati circa cinquanta tra artisti e compagnie che porteranno al pubblico torinese esperienze di diversa natura”. L’atmosfera di Fringe è quella del grande laboratorio, di un esperimento partito a giugno 2012 e ora giunto alle soglie della prova: “non eravamo coscienti – scherzano ancora i ragazzi - è un’esperienza grande, innovativa, difficile ma bella. Il punto di forza è che è un progetto aperto, è qualcosa di proposto, all’interno del quale si cercano dei momenti di incontro e scambio anche con gli operatori che lavorano sul territorio torinese”. L’idea dell’apertura è una delle costanti del festival, la finalità è infatti quello di accogliere e interessare direttamente anche persone che non lavorano nel mondo del teatro.

A questo scopo Fringe è attivo già da dicembre con eventi allestiti e organizzati a Torino sia per raccogliere materialmente fondi, sia per diffondere tra i giovani e tutta la popolazione lo spirito del Fringe, il suo fascino, la sua magia e poesia, che sono poi le caratteristiche dell’intero mondo del teatro. Le feste di FringeBefore, oltre ad aver raccolto fondi dal basso necessari all’allestimento e organizzazione di un evento così capillare, hanno anche rivelato al pubblico l’assoluta non verticalità della struttura organizzativa che sta dietro alla macchina festivaliera: artisti, teatranti, ragazzi, un mondo dove la politica e gli opportunismi non sono stati fatti coscientemente entrare. Coinvolgimento, presenza, energia e stile, queste le parole chiave dei FringeBefore, gli appuntamenti che hanno fermentato l’attesa dell’esplosione festivaliera prima del mese di maggio. Ma il Festival è ora alle soglie della partenza e sta per offrire un ventaglio di eventi e opportunità. Durante i giorni del Fringe ci saranno degli After con ospiti musicali previsti per il 4, 10 e 11 maggio. Sempre per restare in tema di programma, il 3 maggio si aprirà il sipario con un Warming Up alle ore 19 in Piazza Castello durante il quale si daranno cenni e assaggi della grande esplosione me-


EVENTS

taforica di quella incantata bomba chiamate Fringe. “È un’idea pratica, ma anche politica – proseguono gli organizzatori nel raccontare la grande esperienza del Fringe che li vede protagonisti in duplice maniera - gli artisti organizzano e dirigono un festival, sono occupati e preoccupati, hanno deciso di assumersi personalmente la responsabilità, il loro fine è quello di costruire una società più responsabile, una condivisione sana e atossica di pensiero. Durante questa puntata zero del Fringe gli artisti saranno produttori e programmatori, nella gestione degli spazi teatrali (ben sette sparsi per tutta la città), nell’accoglienza degli artisti ospiti, del pubblico e degli spettatori in un clima di allegria. Costruire un’Europa più sensibile e meno asservita in un modo non tossico, aperta a tutti grazie alla presa di coscienza di una

responsabilità civile è per il Fringe un’utopia possibile”. Ed è anche una risposta attività alle difficoltà che sta attualmente attraversando il mondo della cultura: l’unione di forze dal basso per creare un’opportunità per gli artisti e la città di Torino. L’idea vincente del Fringe è che nasce da dentro, dagli artisti stessi, da chi il teatro lo fa e si è voluto, organizzando questo festival, creare uno spazio di possibilità. Una partenza, questa del 2013, che ha tutto l’aspetto di portarsi dietro un bagaglio di entusiasmo e carica molto, molto lungimirante. E adesso basta leggere: tutti in giro per Torino a seguire gli spettacoli di Torino Fringe Festival!

Alessandra Chiappori

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ARTINTIME DA MAGGIO AL CINEMA! Effetti collaterali M2 Pictures Regia: Steven Soderberg Genere: Thriller Trama: Un thriller provocatorio che racconta la storia di Emily e Martin (Rooney Mara e Channing Tatum), una coppia di successo di New York il cui mondo si sconvolge quando un nuovo farmaco, prescritto dallo psichiatra (Jude Law) di Emily rivela imprevisti effetti collaterali. Interpreti: Channing Tatum, Vinessa Shaw, Jude Law, Catherine Zeta-Jones Rooney Mara. Lo attendiamo perché: dopo Contagion, siamo tutti curiosi di vedere la nuova opera di Soderberg. Uscita: 1 maggio

La casa Warner Bros Regia: Fede Alvarez Genere: Horror Trama: Mia e David sono due fratelli che hanno perso da poco la madre. Mia sta soffrendo di più, visto che ha trascorso la maggior parte dei suoi giorni a vedere la madre deteriorarsi all’ospedale. Un giorno i due fratelli si riuniscono insieme ad alcuni amici in una capanna di montagna e qui Mia decide di buttare in un pozzo la droga che le è rimasta. Quando viene trovato il Libro dei Morti, però, Mia subisce gli effetti di una specie di possessione demoniaca. Interpreti: Jane Levy, Shiloh Fernandez, Lou Taylor Pucci, Jessica Lucas, Elizabeth Blackmore. Lo attendiamo perché: è il remake del cult horror che ha lanciato il regista Sam Raimi. Uscita: 9 maggio

Il grande Gatsby Warner Bros Regia: Baz Luhrmann Genere: Drammatico Trama: Nella primavera del 1922, l’aspirante scrittore Nick Carraway lascia il Midwest per trasferirsi in una New York dominata dal jazz e da un allentamento delle rigide norme morali. Inseguendo il suo grande sogno americano, Nick entra in contatto con il mondo del plurimilionario Jay Gatsby, un tempo amante di sua cugina Daisy, andata poi in moglie al nobile e donnaiolo Tom Buchanan. Interpreti: Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher. Lo attendiamo perché: è tratto da uno dei romanzi chiave della letteratura americana del Novecento ed è simbolo di un’epoca. Uscita: 16 maggio

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MOVIELIST - MAGGIO... A cura di Francesca Cerutti

Fast & Furious 6 Universal Pictures Regia: Justin Lin Genere: Commedia Trama: Da quando Dominic Toretto e l’ex agente Brian O’Conner hanno compiuto la rapina in Brasile e rovesciato l’impero di un boss malavitoso, la loro banda è rimasta con 100 milioni di dollari e loro due sono spariti nel nulla. A lungo andare, però, non sopportano più la vita da latitanti. Intanto, l’agente Hobbs segue il caso di un’organizzazione di violenti piloti mercenari. Interpreti: Dwayne Johnson, Vine Diesel, Gina Carano, Michelle Rodriguez, Paul Walker. Lo attendiamo perché: dopo i primi cinque episodi fortunati di questa serie i fan di Toretto e O’Conner non potranno perdersi questa nuova avventura che promette azione e scene mozzafiato. Uscita: 22 maggio

Akira Nexodigital Regia: Katsuhiro Otomo Genere: Animazione Trama: Da un famoso fumetto giapponese, venduto in tutto il mondo, le avventure di Tetsuo. Costui è vittima di un esperimento che ha reso la sua mente alterata e allucinazioni e incubi si sommano a situazioni pericolose. Interpreti: Mitsuo Iwata, Nozomu Sasaki, Mami Koyama, Tessho Genda, Hiroshi Otake. Lo attendiamo perché: è tratto da uno dei più famosi fumetti giapponesi. Uscita: 29 maggio

Una notte da leoni 3 Warner Bros Regia: Todd Phillips Genere: Commedia Trama: La terza puntata della saga “Una notte da leoni” che rivedrà ancora protagonisti: Alan Doug e Stu. Questa volta la trama dovrebbe essere diversa dalle due precedenti, infatti non sarà un addio al celibato il fulcro della narrazione e i nostri eroi finiranno a Los Angeles. Interpreti: Bradley Cooper, Zach Galifianakis, Ed Helms, Mike Tyson, Justin Barha. Lo attendiamo perché: dopo i primi due fortunatissimi episodi torna l’esilarante commedia degli addio al celibato, dove finiranno e cosa combineranno questa volta i nostri eroi? Uscita: 30 maggio

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ARTINTIME FESTIVAL DELLA TV E DEI NUOVI MEDIA

DIGITAL EXPERIENCE FESTIVAL

FESTIVAL DELLE TERRE

Dal 3 al 5 maggio a Dogliani si terrà la seconda edizione del “Festival della Tv e dei Nuovi Media”, la manifestazione che si propone, con l’intervento di ospiti ed esperti, di indagare le nuove forme di comunicazione e di individuarne i percorsi evolutivi. Un evento che vedrà protagonisti rappresentanti dei principali broadcaster nazionali, personaggi televisivi e innovatori del mondo della comunicazione e dei nuovi media. Tre giorni di incontri e dibattiti che racconteranno passato, presente e futuro della televisione. Maggiori informazioni sul sito www. festivaldellatv.it.

A Torino dal 3 al 20 maggio si svolgerà la quarta edizione del “Digital Experience Festival”. L’evento si articolerà in quattro tematiche principali (Job, Business, Creativity, People) e proporrà incontri, workshop, presentazioni e iniziative speciali per cercare di comprendere come il mondo digitale possa migliorare la quotidianità sia nel lavoro che nella vita. Un appuntamento giovane e dinamico in cui emergeranno idee, innovazioni e sperimentazioni del campo della digital experience. Maggiori informazioni sul sito ufficiale dell’evento: 2013.digitalfestival.net.

Dal 7 al 10 maggio a Roma, presso il Nuovo Cinema Aquila, si terrà la decina edizione del “Festival delle Terre”, la rassegna cinematografica internazionale dedicata a documentari, film d’inchiesta e animazioni, incentrati sul tema dei diritti legati alla terra. Un evento che propone una selezione di produzioni indipendenti che affrontano il tema della biodiversità attraverso volti e realtà molteplici e diversificate. Un’opportunità per il pubblico di apprezzare nuove realtà, anche attraverso l’incontro diretto con gli autori dei film. Per maggiori informazioni www.festivaldelleterre.it.

MIFF

TOOLKIT FESTIVAL

SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO

Tredicesima edizione per il “Film Festival Internazionale di Milano”, che dall’8 al 18 maggio presenterà al pubblico lungometraggi, corti e documentari inediti di registi italiani e stranieri. Le opere comprenderanno produzioni indipendenti internazionali e del panorama televisivo italiano, e verranno giudicate da una giuria composta da ospiti d’eccezione. La kermesse accoglierà infatti artisti, autori e volti noti della televisione e cinematografia italiana, che prenderanno parte al festival con incontri, interviste e dibattiti. Per informazioni sul programma: www.miff.it.

Ideato dall’artista Martin Romeo e giunto alla sua terza edizione, torna l’appuntamento con “Toolkit”, il festival dedicato all’arte interattiva. L’evento, che si terrà a Venezia dal 9 all’11 maggio, riunirà artisti provenienti da tutto il mondo che si esibiranno in mostre, concerti e performance di carattere tecnologico-sperimentale. Un momento di incontro tra le correnti artistiche contemporanee internazionali che si presenteranno al pubblico per farsi conoscere ed apprezzare. Per maggiori informazioni vi invitiamo a visitare www.toolkitfestival.com.

Dal 16 al 20 maggio, presso il Lingotto Fiere di Torino, si svolgerà la ventiseiesima edizione del “Salone Internazionale del Libro”, la fiera-mercato dedicata agli amanti della letteratura e dei libri. L’evento avrà come temi creatività e innovazione e darà spazio alle produzioni letterarie internazionali, in particolare provenienti dal Cile, Paese ospite d’onore dell’edizione. Un’occasione di confronto con i grandi nomi della letteratura del passato e del presente, tra cui spiccano i nomi di Isabel Allende, Luis Sepúlveda e Javier Cercas. Per maggiori informazioni visitate www.salonelibro.it.

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EVENTS

A cura di Anna Moschietto

YOUNG JAZZ FESTIVAL

EFEBO CORTO

FIM

A Foligno dal 22 al 26 maggio si svolgerà la nona edizione del “Young Jazz Festival”, la rassegna musicale dedicata ai giovani talenti del jazz italiano e internazionale. Un evento che si propone di promuovere le nuove generazioni di musicisti e le nuove tendenze del jazz contemporaneo. Tra gli artisti che interverranno all’evento i norvegesi Bjorn Torse, Steinar Raknes, Arve Henriksen, Jan Bang Duo, ma anche Guano Padano, Cristiano Arcelli Quartet, Dinamitri Jazz Folklore, Mauro Ottolini & Trio Marrano e Jellico. Maggiori informazioni su www.youngjazz.it.

Nona edizione per il festival dedicato alla cinematografia breve “Efebo Corto”, che si svolgerà dal 23 al 26 maggio nella consueta località di Castelvetrano, in provincia di Trapani. L’evento, che si rivolge principalmente ai giovani, ha come obiettivo la divulgazione della cultura cinematografica e audiovisiva, come mezzo per la crescita culturale, sociale e creativa delle nuove generazioni. Uno strumento di confronto e scambio tra studenti e film makers provenienti da svariate realtà e regioni italiane. Informazioni sul programma dell’evento su www. efebocorto.eu.

Il 25 e 26 maggio nella località di Villanova d’Albenga, in provincia di Savona, si svolgerà la seconda edizione della “Fiera Internazionale della Musica”. La manifestazione, che ha come obiettivo quello di creare un punto di incontro tra musicisti, appassionati e professionisti del settore musicale, proporrà incontri, dimostrazioni, laboratori, workshop, mostre e concerti. Un’occasione per entrare in contatto con diverse realtà legate al business della musica e per conoscere le nuove offerte del settore. Per informazioni visitate il sito www.fimfiera.it.

BFF

FIERA DEL LIBRO

LE CORDE DELL’ANIMA

Trentunesimo appuntamento con il “Bellaria Film Festival”, la kermesse cinematografica dedicata al cinema indipendente di Bellaria Igea Marina, che quest’anno verrà inaugurata il 30 maggio. Quattro giorni di festival in cui verranno presentate le opere di giovani cineasti che gareggeranno nelle due sezioni competitive Italia Doc e Radio Doc. Una rassegna che come ogni anno darà spazio al documentario e al cinema indipendente, con proiezioni e retrospettive omaggio a registi nazionali e internazionali. Per maggiori informazioni sul programma: www.bellariafilmfestival.org.

A Imperia dal 31 maggio al 2 giugno si svolgerà la dodicesima edizione della “Fiera del Libro”, la rassegna sulla cultura mediterranea che quest’anno ha deciso di dedicare la sua attenzione al tema “A-Mare il Benessere Possibile”. Tra gli ospiti che interverranno nelle tre giornate di fiera, alcuni volti noti della televisione italiana, musicisti e autori, tra cui Beppe Bigazzi, Giacomo Crosa, Danila Satragno, Lorenzo Amurri e Piero Bianucci, che prenderanno parte ad incontri, dibattiti e conferenze. Per maggiori informazioni sul programma: www.fieradellibroimperia.it.

Dal 31 maggio al 3 giugno, nella splendida cornice della città di Cremona, si svolgerà la quarta edizione del festival “Le Corde dell’Anima”, la manifestazione che unisce letteratura e musica in un unico e coinvolgente evento. Tra gli ospiti che parteciperanno, alcuni dei protagonisti della scena musicale e letteraria nazionale e internazionale, che prenderanno parte a incontri, readings, concerti, spettacoli e anteprime. Tre giornate di evento ricche di appuntamenti di cui potrete trovare il programma completo sul sito www. lecordedellanima.tree4.it.

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STORIE DI GIOVANI CHE INVESTONO SUL LORO FUTURO

WWW.YOURGENERATIONTV.IT


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