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LA COPERTINA
from Artribune #72
by Artribune
Un becco, a metà tra lo scheletro e la carne, ci scruta. Non ha occhi, ma sappiamo che la sua attenzione è totalmente concentrata su di noi, riusciamo a percepire tutto il suo astio e il suo dolore. È un becco di gallina, anche se stentiamo a riconoscerlo in questa forma: lui non ha subito la mutilazione che riserviamo ai suoi fratelli. Se ne sta lì, in equilibrio su un filo dorato, sottile, fragile, ma anche potente e minaccioso.
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L’opera costringe l’osservatore a confrontarsi con il “fantasma” di una gallina e a riflettere sull’impatto dell’uomo sulle vite di questi animali da allevamento, i più consumati in Italia (e nel mondo). La nostra legge autorizza molte pratiche di mutilazione che, presentate come leggi a tutela del benessere animale, hanno il solo scopo di aumentare la produttività e ridurre spese e spazi. In particolare, l’opera riflette sul taglio del becco delle galline: una mutilazione standard negli allevamenti di carne e di uova, praticata sui pulcini di pochi giorni di vita. La necessità di smussare il becco delle galline nasce dal fatto che esse, costrette in spazi e con- dizioni di vita non adatti a quelli propri alla razza (o a quella di qualunque essere vivente), sviluppano aggressività e tendenza all’autolesionismo. Il taglio del becco limita le loro capacità offensive. La scultura rappresenta un becco di un esemplare adulto di gallina che è riuscito, non si sa come, a sfuggire alla pratica del taglio e, liberato dalla morte, ci guarda e ci giudica. Un esemplare sui seicento milioni che vengono uccisi ogni anno solo in Italia. Scopri i dettagli del progetto seguendo il QR qui a fianco.
IED x ARTRIBUNE
Il progetto Fragile Surface si propone di raccontare attraverso immagini e contenuti multimediali realizzati da studenti e Alumni dell’Istituto i temi centrali della contemporaneità. I progetti dei corsi della scuola di Arti Visive di IED danno vita a un percorso in cui il lettore potrà approfondire gli aspetti artistici, tecnici e relazionali alla base di ogni immagine scelta per la copertina che, realizzata in esclusiva per Artribune, sarà quindi il simbolo della soglia da attraversare per immergersi nella profondità e nella poliedricità di ogni progetto. La fragile superficie da rompere per potersi avventurare nell’immaginazione iperconnessa dei designer. Gli studenti del corso di Pittura e Linguaggi visivi dell’Accademia di Belle Arti Aldo Galli – Como, dopo un workshop di tre settimane sui temi dell’ultima Biennale di Venezia, hanno realizzato 10 progetti, tra cui la nuova copertina di Artribune, selezionata dalla redazione.
Due casi di rigenerazione urbana a Firenze e Milano. Factory di Manifattura Tabacchi e BiM
GLORIA VERGANI L Il Victoria and Albert Museum di Londra apre il nuovo Photography Centre, che comprende sette gallerie interamente dedicate alla sua raccolta fotografica (oltre 800mila opere), per la prima volta interamente visitabile. “Volevamo mostrare la fotografia in tutti i modi in cui essa esiste, dalla pagina di un libro al negativo su vetro, dalla stampa su parete a quella digitale”, racconta Martin Barnes, senior curator del dipartimento di fotografia. Il nuovo Photography Centre si trova nell’ala nord-est del museo; il progetto iniziale prevedeva tre gallerie, a cui poi se ne sono aggiunte altre quattro, ideate dagli studi d’architettura Purcell e Gibson Thornley, per oltre mille metri quadrati di spazio espositivo. Per questo nuovo progetto, il museo ha scelto di restaurare le sale 95, 96, 97 e 98, un tempo adibite a depositi e aule studenti. Il restauro ha svelato ampi soffitti a volta e archi con pannelli in legno originali rivestiti in tela di iuta che sono stati conservati e rivalorizzati.
Alessandro Fibbi
VALENTINA SILVESTRINI L Con la recente apertura della Factory, procede a Firenze il percorso di riattivazione multifunzionale della Manifattura Tabacchi. Il progetto architettonico, opera dello studio fiorentino q-bic (insieme al paesaggista Antonio Perazzi, cui si deve il giardino pensile pubblico denominato Officina Botanica), ha interessato oltre 21.000 mq dello storico complesso. Di questi più di 5000 mq sono stati destinati a commercio e ristorazione, mentre 11.220 mq ospitano spazi direzionali. Significativa la quota riservata alla funzione espositiva, con le aree per il Toast Project Space e l'Associazione Arte Continua e, soprattutto, con la zona attualmente sede della personale di Katja Novitskova (fino al 18 giugno), promossa nell’ambito del Fuorimostra di Palazzo Strozzi per la mostra Reaching for the Stars. Responsabile dell’operazione è MTDM Manifattura Tabacchi Development Management Srl, società di project management del gruppo Aermont attiva in parallelo in un analogo processo al via a Milano. Entro il 2026 due immobili inclusi nel vasto piano messo a punto da Vittorio Gregotti a metà degli anni Ottanta nel quartiere di Milano Bicocca, sul sito della ex fabbrica Pirelli, accoglieranno una pluralità di funzioni. L’impianto di BiM – Bicocca incontra Milano porta la firma dello studio milanese Piuarch, che ha lavorato con il paesaggista Perazzi per concepire un intervento di riqualificazione per una comunità ampia ed eterogenea. In attesa del completamento di lavori, ispirati alla logica del “retrofitting”, come già sperimentato a Firenze, una porzione del complesso è entrata in attività con un programma di iniziative culturali temporanee. Una modalità, chiarisce Michelangelo Giombini, Head of Product Development & CEO di MTDM, che “suggerisce e anticipa gli utilizzi futuri degli spazi fornendo un esempio concreto di come le aree in via di riqualificazione possano essere una risorsa fondamentale”.
DIRETTORE
Massimiliano Tonelli
DIREZIONE
Santa Nastro [caporedattrice]
Arianna Testino [Grandi Mostre]
COORDINAMENTO MAGAZINE
Alberto Villa
REDAZIONE
Irene Fanizza | Giulia Giaume
Claudia Giraud | Desirée Maida
Livia Montagnoli | Valentina Muzi
Roberta Pisa | Valentina Silvestrini
Alex Urso | Gloria Vergani
PROGETTI SPECIALI
Margherita Cuccia
PROGETTO GRAFICO
Alessandro Naldi
PUBBLICITÀ
Cristiana Margiacchi | 393 6586637 Rosa Pittau | 339 2882259 adv@artribune.com
EXTRASETTORE download Pubblicità s.r.l. via Boscovich 17 — Milano via Sardegna 69 — Roma 02 71091866 | 06 42011918 info@downloadadv.it
COPERTINA ARTRIBUNE
Fabiola Porchi 1 su 600.000.000, 2021, porcellana paperclay e ottone, 3 x 6 x 2 cm Progettazione del corso in Pittura e Linguaggi Visivi - Accademia Aldo Galli, Como Courtesy IED - Istituto Europeo di Design
COPERTINA GRANDI MOSTRE
Arturo Martini, La sposa felice, 1930, gesso, collezione privata. Foto Davide Degano
STAMPA
CSQ — Centro Stampa Quotidiani via dell’Industria 52 — Erbusco (BS)
DIRETTORE RESPONSABILE
Paolo Cuccia
EDITORE & REDAZIONE
Artribune s.r.l.
Via Ottavio Gasparri 13/17 — Roma redazione@artribune.com
Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 184/2011 del 17 giugno 2011
Chiuso in redazione il 10 maggio 2023
RiciclatoPEFC
Questoprodottoè realizzatoconmateria primariciclata www.pefc.it
Nuovi Spazi
GALLERIA FUOCHERELLO Volvera (TO)
Negli spazi della Fonderia de Carli di Volvera ha da poco inaugurato la galleria Fuocherello, con un focus particolare sulla scultura. Ce ne parla la co-fondatrice e direttrice artistica Miral Rivalta
Come nasce questa nuova galleria?
A marzo 2022, insieme ai tre proprietari di Fonderia de Carli e all’imprenditore Philippe Jacopin, decidiamo di intraprendere un percorso lavorativo insieme. Miscellanea, personale di Emanuele Becheri (inaugurata a maggio 2022), è stata la prima mostra organizzata con la reale consapevolezza delle nostre intenzioni.
Sì, assolutamente. Per me è importante lasciare agli artisti la scelta del curatore, così che possano avere al loro fianco, oltre a noi, una figura teorica con cui confrontarsi, che già conosce il loro lavoro o con cui desiderano collaborare. Abbiamo già lavorato con Davide Ferri e Gabriele Tosi, entrambi curatori che stimo e che continueranno a far parte della programmazione di Fuocherello.
Che rapporto avete con il territorio e la città?
La fonderia artistica è aperta da una trentina di anni, per questo è già molto inserita nel territorio. Moltissime delle fusioni realizzate in Fonderia de Carli sono destinate a importanti gallerie, fondazioni e musei piemontesi e nazionali. Inoltre abbiamo una rete ampia di produttori e artigiani con cui collaboriamo frequentemente.
Un cenno ai vostri spazi espositivi. Lo spazio espositivo centrale di Fuocherello si trova a circa 20 minuti da Torino. La superficie è di 60 mq circa con ampie vetrate e pareti bianche, con una piacevole vista sulle Alpi e sulla campagna circostante.
Cosa proporrete dopo la mostra inaugurale?
Descrivi in poche righe il vostro nuovo progetto.
Fuocherello vuole essere una galleria policentrica la cui programmazione è incentrata sulla sperimentazione. In galleria gli artisti possono modificare e sviluppare gli allestimenti e le opere durante l’intera durata della mostra, permettendo così agli spettatori di vedere la pratica e l’approccio di un artista al proprio lavoro, compresi i ripensamenti e lo scenario che lo forgiano, lati altrimenti nascosti.
Chi siete?
Oltre a me ci sono Giulia Gotta, assistente di galleria, i proprietari della fonderia e Philippe Jacopin, che sono gli altri fondatori di Fuocherello, e gli artisti che sono parte integrante dell’ideazione e programmazione di Fuocherello: Emanuele Becheri, Andrea di Lorenzo, Davide Rivalta, Lorena Bucur e Bekhbaatar Enkhtur. Infine, tutti gli operai della Fonderia de Carli, che spesso forniscono supporto tecnico e logistico.
In programma per quest’estate c’è la residenza di Andrea di Lorenzo, Lorena Bucur, Francesco Bendini e Bekhbaatar Enkhtur. D’estate la fonderia chiude e gli artisti saranno soli, con tutto lo spazio e i materiali a disposizione. A settembre presenteremo le opere che scaturiranno da questa esperienza. A novembre ci sarà una personale di Victor Fotso Nyie, che affronterà per la prima volta la fusione.
PEFC/18-31-992
Vi avvarrete della collaborazione di curatori esterni?
Volvera (TO) Via 25 aprile 37 366 3969562 contact@fuocherello.com fuocherello.com
NUOVE NOMINE NEI MUSEI: SANTA MARIA DELLA SCALA, SPOLETO, TATE MODERN, BIENNALE ARTE ARABIA SAUDITA
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CHIARA VALDAMBRINI
A SANTA MARIA DELLA SCALA, SIENA
L’archeologa toscana, già direttrice del Museo d’Archeologia e dell’Arte di Maremma a Grosseto, è stata scelta per assumere la direzione della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, funzione vacante dal 2019. Classe 1978, laureata all’Università di Siena in Archeologia, a lei spetterà il compito di alimentare un ambizioso progetto culturale di rilancio dell’istituzione museale senese.
SAVERIO VERINI ALLA GUIDA
DEL SISTEMA MUSEALE DI SPOLETO
Curatore dell’ambiente romano, ma nato a Città di Castello, Saverio Verini dirigerà il nascituro polo comunale di Spoleto, pensato per inglobare in una fondazione tutte le strutture culturali del territorio, da Palazzo Collicola al Museo delle miniere, fino alla Chiesa di Santi Giovanni e Paolo. L’incarico si protrarrà per un triennio, con un budget di 25mila euro annui.
KARIN HINDSBO ALLA TATE MODERN
Dal 2017, Karin Hindsbo ha guidato il processo di realizzazione del National Museum di Oslo, oggi il più grande polo museale scandinavo. Da settembre 2023, la storica dell’arte danese raccoglierà il testimone di Frances Morris alla guida della Tate Modern di Londra.
UTE META BAUER ALLA BIENNALE D’ARTE IN ARABIA SAUDITA
La Fondazione Diriyah Biennale ha nominato la curatrice tedesca Ute Meta Bauer alla guida della seconda edizione della Diriyah Contemporary Art Biennale, che si terrà a Riyadh nel gennaio 2024. Bauer, già curatrice del Padiglione di Singapore all’ultima Biennale d’Arte di Venezia, succede a Phil Tinari.
Livia Montagnoli
Al Magazzino Italian Art di New York apre il Germano Celant Research Center
GIULIA GIAUME L Un centro dove onorare la carriera e la vita del celebre critico e storico dell’arte Germano Celant apre negli Stati Uniti. Il primo Germano Celant Research Center è stato inaugurato all’interno del museo Magazzino Italian Art a Cold Spring, nello stato di New York, in occasione del terzo anniversario della morte di Celant, avvenuta il 29 aprile 2020. La grande istituzione, dedicata allo studio dell’arte italiana dagli anni Cinquanta al contemporaneo, ha considerato il tributo un gesto dovuto, oltre che di stima, considerato il ruolo di Celant come personaggio tra i più influenti al mondo per l’arte del Dopoguerra. Il nuovo Germano Celant Research Center dispone di una biblioteca di oltre 5mila pubblicazioni (tra cui 330 libri rari, materiale d’archivio, fotografie e poster) e un archivio di pubblicazioni prevalentemente dedicate all’arte italiana ma anche a design, architettura, ceramica, gioiello d’artista contemporaneo e vetro di Murano. Con un focus sul movimento dell’Arte Povera, su cui sono qui raccolti quasi mille volumi, il Centro di Ricerca offrirà l’opportunità di consultare le più importanti pubblicazioni su questo argomento – definito nel 1967 proprio dal critico con la celebre mostra alla Galleria La Bertesca di Genova – e di comprendere al meglio le opere esposte nel museo e l’arte italiana in generale.
Opera Sexy
Il Rosa John Wesley
Oggi sembra caduto in un temporaneo dimenticatoio, ma non se lo merita. Ebbe un fugace italico momento di gloria nel 2009, quando addirittura l’incontestabile divo Germano Celant ne curò una succosa antologica retrospettiva, dagli Anni Sessanta in poi, per la Fondazione Prada negli spazi della Fondazione Cini a Venezia.
Allora John Wesley, nato nel 1928 a Los Angeles, era ormai più che ottantenne; se n’è andato l’anno scorso, ultranovantenne. Ma (almeno di tanto in tanto) va ricordato, e dunque facciamolo, perché la sua produzione artistica presenta caratteristiche tutt’altro che banali.
Di solito lo si posiziona a metà strada tra la Pop Art e il Minimalismo, e in effetti elementi di entrambi i generi sono presenti nei suoi acrilici su tela. Qualcuno parla anche di Surrealismo.
Prima, però, fermiamoci un attimo a considerare con che cosa si è costruito. Da ragazzo si deliziava con i fumetti di Popeye, Blondie e poi Dennis the Menace; da giovane lavorò in un ufficio postale tra timbri, francobolli e marchi; la sua seconda moglie fu la pittrice minimalista Jo Baer, e poi frequentò gente riservata come Dan Flavin, Sol LeWitt, Donald Judd; le sue passioni estetiche storiche includevano l’Art Nouveau, gli ukiyo-e di Utamaro, l’evoluzione delle carte da parati. Ora, sapendo che maturò all’ombra di altri tipi influenti quali Lichtenstein, Warhol, Rosenquist, il quadro comincia a delinearsi. A proposito di linee: la sua è precisa e pulita come quella dei fumetti. E la sua impaginazione grafica è ora ritmica e geometrica, come nelle tappezzerie, e ora asettica e funzionale, come quella dei francobolli e dei distintivi, tanto da mantenere molto spesso anche una regolare cornice dipinta di bianco tutt’intorno. Pop? Un momento: i suoi soggetti non sono mai oggetti inanimati, ma volentieri corpi nudi, di preferenza femminili, caratterizzati da un pervasivo, delicato color rosa e poi altre tiepide tinte pastello. Minimalista? Ma la sua narrativa è decisamente erotica, sovente misteriosa, volentieri irriverente. E dove si è mai visto un minimalista pop tanto caldo, così oltraggioso e insieme beneducato? Rivalutiamolo, orsù: è un originale e magnifico birichino, altro che...
FERRUCCIO GIROMINI