IL PERSONAGGIO
LA CISITALIA
DA TIGRE A RACCONIGI
L’Autoar Coupé e la Rural de Madera, i due modelli più aggraziati della gamma pensata per essere adatta al pessimo stato delle strade argentine. Sotto, la prima pagina della relazione di Dusio al Consiglio di Amministrazione in cui si prospetta una “soluzione argentina”.
LA GRANDIOSA SAGA DEI DUSIO GIUNGE AL TERMINE. IN QUEST’ULTIMA PUNTATA L’AVVENTURA ARGENTINA, L’AVVICENDAMENTO DI CARLO E IL NAUFRAGIO DEL “SOGNO CISITALIA”. di Massimo Grandi, Lorenzo Morello, Rino Rao (Commissione Cultura)
D
usio, per quanto consapevole della gravità della situazione in cui versava la Cisitalia, si ostinò a portare a termine la costruzione della 360, confermando quanto disse a Savonuzzi: “Ingegnere, io mi rovino, ma la F1 la faccio!” E Dusio, travolto dalla sua ambizione, si rovinò senza riuscire a farla debuttare nel Campionato del Mondo o a conquistare altri allori. Quando Dusio riuscì a fermarsi e a riflettere compiutamente sull’ingarbugliata situazione venutasi a creare, pensò che le vie d’uscita potessero essere poche: rallentare il progetto 360 (ma senza interromperlo, poiché dal 1952 il regolamento del Campionato avrebbe imposto motori aspirati da 2 litri), preminente causa del dissesto, ma cercando comunque finanziamenti governativi per ultimare il prototipo e i tre esemplari; ridurre il numero dei dipendenti; ridurre i costi di produzione delle 202, più cara delle coeve Fiat 1100 Sport, 1100 ES e Siata Daina; sollecitare le autorità sportive per la creazione di categorie GT per la 202 e Corsa per le D46, per smaltirle; abbandonare ogni progetto acquistato da Porsche. Dusio ottenne dalla CSA l’istituzione della categoria Gran Turismo Internazionale e Corsa 1100, ridusse la forza lavoro ed abbandonò gli sviluppi degli altri progetti; diminuì i prezzi delle 202 e migliorò l’organizzazione delle linee di montaggio. Rimase irrisolto l’affaire 360.
86