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INTERVISTA CON IL PRESIDENTE ALBERTO SCURO
ASI VINCE!
NON SOLO NEL CONCORSO DI ELEGANZA DI PEBBLE BEACH, MA ANCHE IN ITALIA CON LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO CHE CONFERMA LA LEGITTIMITÀ DELLE MANIFESTAZIONI DI REGOLARITÀ ASI.
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di Roberto Valentini
Per l’Automotoclub Storico Italiano il mese di agosto è stato vincente non solo per il successo della Runabout della Collezione ASIBertone, ma anche per altre vicende legate all’Ente, a cominciare dalla sentenza del Consiglio di Stato del 25 agosto scorso che conferma la legittimazione da parte dell’ASI e dei suoi Club federati ad organizzare manifestazioni di regolarità. Per meglio spiegare ai nostri lettori che cosa è successo ripercorriamo insieme al presidente Alberto Scuro - che ne ha seguito tutte le vicende - la storia, che ha origine nel 2016, quando l’ASI e il Club Auto e Moto d’Epoca Francesco Sartarelli presentano al TAR del Lazio un ricorso contro l’ordinanza del Prefetto di Trapani che, in accoglimento della segnalazione di ACI (che sosteneva che la suddetta manifestazione non fosse stata autorizzata da ACI stesso) inibiva lo svolgimento della manifestazione di regolarità “12^ Notturna di Trapani - Coppa delle Saline”. “L’obbiettivo di tale iniziativa dei vertici dell’ACI nazionale - spiega Alberto Scuro - era di intraprendere una battaglia per impedire ai nostri Club di organizzare eventi di regolarità. Ovviamente l’ASI è subito intervenuta in aiuto del Club coinvolto ed è iniziato l’iter giudiziario del ricorso”. In quella prima fase il TAR del Lazio ha accolto il ricorso dell’ASI ritenendo corrette le nostre ragioni”. Ma ciò non è stato sufciente a chiudere la vicenda. “L’ACI - conferma Alberto Scuro - ha proseguito ricorrendo al Consiglio di Stato contro la sentenza di primo grado. A questo punto da parte nostra è stato ovviamente necessario ed indispensabile un nuovo intervento difensivo a sostegno delle nostre ragioni. Le questioni sollevate questa volta da ACI nel ricorso, nelle memorie e nelle repliche in parte erano ovviamente sovrapponibili a quelle discusse nel ricorso al TAR del Lazio ma in parte si articolavano e riguardavano argomentazioni più ampie. Abbiamo risposto punto per punto alle stesse sottolineando nuovamente per quali motivi in base alle normative vigenti in Italia l’Automotoclub Storico Italiano è competente nel poter organizzare manifestazioni motoristiche di regolarità senza sottostare ad alcun parere preventivo di altri Enti”.
Il presidente della Commissione Legale, Giuseppe Dell’Aversano puntualizza altri aspetti: “Nella sentenza si fa riferimento anche all’accordo tra FIA e FIVA la cui prima stesura risale al 1974 e rinnovato continuamente per tutti questi anni. La Convenzione al punto 4 stabilisce che le manifestazioni di regolarità storica, in cui le velocità medie previste non superano i 50 km/h, svolte su strade utilizzate in tutto o in parte per la circolazione normale non sono considerate manifestazioni sportive e possono attenersi sia ai regolamenti FIA che FIVA”.
“Il Consiglio di Stato ha ritenuto fondate tutte le argomentazioni di merito presentate da ASI - conclude l’avvocato dell’Aversano - ribadendo l’impossibilità che ACI sia titolare di un potere di controllo sulla natura ludico ricreativa o sportiva di ogni manifestazione in quanto ciò creerebbe, di fatto, un monopolio legale a suo favore, che non è ammissibile. Ha ribadito l’illegittimità di ogni regolamento che miri a scavalcare il valore superiore delle norme contenute nel codice della strada evidenziando come il dettato normativo dell’art. 9 comma 3 del codice della strada sia di per sé sufciente a garantire la natura non sportiva o competitiva delle manifestazioni di regolarità organizzate da ASI e riservate ai veicoli storici. In buona sostanza il Consiglio di Stato con questa storica decisione, accogliendo tutte le tesi presentate da ASI, ha ribadito la correttezza di quello che da decenni è il nostro modo di operare e la non necessità da parte nostra di chiedere preventivi pareri ad altri Enti per organizzare manifestazioni di regolarità per veicoli storici, proprio come recita testualmente l’art. 9,3 del Codice della Strada”.
LE AZIONI DELL’ACI CONTRO I CLUB ASI ORGANIZZATORI
Il ricorso al CdS non è stata l’unica azione messa in atto dall’ACI in questo campo. Sono state compiute varie azioni di “disturbo” nei confronti delle manifestazioni dell’ASI, in particolare di quelle inserite nel Circuito Tricolore, ma non solo. “All’inizio di quest’anno - spiega Alberto Scuro - alcuni Club ASI afancati dalla Federazione si sono trovati a dover fronteggiare problemi derivanti da segnalazioni fatte da parte dei vertici nazionali dell’ACI presso le Prefetture competenti che miravano ad inibire lo svolgimento delle manifestazioni da loro organizzate. Oltre al merito della questione una cosa non condivisibile è stata che questi interventi sono quasi sempre stati fatti all’ultimo momento, spesso quando i partecipanti erano già arrivati per prendere parte alla manifestazione, creando grande sconcerto e disappunto sia da parte degli organizzatori che da parte dei partecipanti stessi. Curioso poi il fatto che ai nostri Club non siano state anticipate via mail le segnalazioni inviate alle Prefetture, e che le stesse siano pervenute agli organizzatori via posta solo dopo che le manifestazioni si erano già svolte”. Tutto è cominciato in occasione del Valli e Nebbie. “Al “Valli e Nebbie”, la prima manifestazione presa di mira, si è scelto in via prudenziale di rinunciare a svolgere le prove di abilità in modo di minimizzare il rischio che i partecipanti oltre al disagio di veder cambiata la tipologia di evento dovessero tornare a casa con un nulla di fatto.” A Bari si è risolto il problema all’ultimo minuto. “Il problema si è ripresentato in occasione del Gran Premio di Bari, nel quale posizionare qualche rilevamento cronometrico serviva soprattutto a controllare e regolare la velocità delle vetture che partecipano alla rievocazione, tra l’altro supportata e patrocinata dal Comune con il sindaco Antonio Decaro, presente in quasi tutte le sue fasi. In questo caso si è anche svolto un incontro presso la Prefettura al quale erano presenti oltre a varie autorità locali gli organizzatori e lo stesso Presidente dell’ACI nazionale. Alla fine di tutto anche in questo caso la manifestazione non è stata sospesa, ne è stata rivalutata la formula e si è svolta riscuotendo un grandissimo successo”. L’ACI, sempre attraverso i suoi vertici, ha poi proseguito questa azione nei confronti di altri eventi tra cui la Vernasca Silver Flag, la Coppa della Perugina, la Leggenda di Bassano, il Circuito di Avezzano, il Giro del Lario (alcuni facenti parte del Circuito Tricolore e altri no). Tutte queste manifestazioni si sono svolte regolarmente e con un notevole successo anche quando gli organizzatori hanno deciso di mantenere il loro format originario che in alcuni casi comprendeva prove di regolarità. “In ogni caso - spiega Alberto Scuro - ci siamo trovati a dover afrontare problematiche impiegando le nostre risorse “Legali”, prima fra tutte la Commissione Legale, per assistere i Club organizzatori di manifestazioni che, come poi confermato dal Consiglio di Stato, erano legittime”. Quindi si è rivelata giusta l’idea di proseguire con la via giudiziaria. “Certamente! Non ho mai avuto dubbi al riguardo. Gli elementi a nostro favore erano tanti e li abbiamo evidenziati nelle memorie conclusionali e repliche che abbiamo presentato. Dall’articolo 9 terzo comma del Codice della Strada si evince chiaramente la legittimità del nostro operato”. La sentenza del 25 agosto scorso stabilisce definitivamente che ASI per organizzare una manifestazione di regolarità come prevista dall’art. 9 del Codice della Strada non deve chiedere parere preventivo al CONI. Queste manifestazioni possono essere organizzate sia nel rispetto dei regolamenti FIA che di quelli FIVA a cui l’ASI è afliata. “Da parte nostra non vi erano dubbi o incertezze - prosegue il presidente dell’ASI, Alberto Scuro - e viene nuovamente afermato ed in modo definitivo la legittimità di quello che è stato il nostro operato per tantissimi anni. Dopo il TAR del Lazio anche il Consiglio di Stato ci ha dato ragione. Non possiamo che esserne soddisfatti, in particolare per i tanti club organizzatori federati all’ASI e per i moltissimi appassionati che partecipano con entusiasmo a questo genere di attività con i propri veicoli storici”. In seguito a questa sentenza c’è chi auspica un riavvicinamento tra i due enti. “Da parte nostra non ci sono preclusioni ed anzi l’auspicio che ciò possa avvenire quanto prima. Lo abbiamo già dimostrato in diverse occasioni e le sinergie a pro degli appassionati sarebbero tantissime ma tutto ciò può avvenire solo se c’è volontà da entrambe le parti (condizione oggi non presente) e a patto che non si prevarichino le rispettive competenze. Le dirò che nei territori, con la gran parte delle delegazioni ACI locali, i rapporti sono sereni e collaborativi e da parte nostra continueranno ad esserlo volentieri. Questa tenzone è dipesa da scelte che derivano direttamente dalla dirigenza nazionale ACI e ancora oggi per noi sono incomprensibili perché i ruoli dei due Enti sono chiari e ben distinti tra loro; qualsiasi strategia di sviluppo e di allargamento delle proprie competenze e interessi a danno dell’ASI, non ha trovato spazio perché la cultura e i valori che storicamente l’ASI ha sempre rappresentato, sono un patrimonio difcilmente soppiantabile tanto meno sperando che vadano a segno iniziative discutibili tipo quelle a cui abbiamo appena assistito. Io ho profondo rispetto nei confronti dell’ACI e mi piace pensare a due Enti forti che hanno storie e peculiarità diverse che, rispettandosi a vicenda, collaborano al meglio per il bene degli appassionati e del motorismo storico. Dispiace aver dovuto dedicare sforzi ed energie per arginare le problematiche venutesi a creare per volontà di chi dovrebbe essere al nostro fianco a favore di tutti gli automobilisti, compresi quelli che amano i veicoli storici. Ora, senza nessuna arroganza o prevenzione per il futuro, speriamo che si possa ripartire e rilanciare collaborazioni nell’interesse comune”.