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a eoh.ù(? a guesta appass omr altte; mli aterfl a fi u+ifillil
avnyre[mrarsn fi
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§ezione del Corpo Forestale e di V.A.
Pregadoria de su buscu
Preghiera del bosco
Cunfortu ti do calore in dies rrralas de ierrr.r, urnt>ra in dies de inferfla, friscura in dies de sole.
di dò e <:a-k »t:e nefle brutte §c>tnate d'itttrettx,>, <>rnbt:a nelle §ontate d'Ltfertc>, fi:e s cut:a ttelle §cxnate di s c>le.
Soe nerr.iu'e dornos tuas e ffiesa" pfo pane e casì.], rrtaltca-ri a, bias forrìasu, pinnetta inue ti clras cando si soe lettu e tela,lzu soe linna
pesa su entlr; pro drornrnire pro ti 'estire 'e bastirnentr-
Jartna deo so' 'e cuile, rnaniga so' 'e t>istrale, rrta.flca.ri rni fettas rrrale, linna deo so'e' foghrile. Deo so'ckre cosa cafa, in cLrinzolu; no che irnboligu linna" o su t>alzolu soe pf e linna deo so' Pfo sa bara. lfrre ses de rnie pius forte, hrornine, rrrannittu o rrtarl-fltf, pro I) eLrs, floft rni fatte dattntt, ti prego, flo rni dias rrìofte. Enea
Eleccu
C<,>nfc>rtc->
ttet:vatut:a del-la casa tua e tan ol<,> perilpane e fc>tntaggic>,
S<»rt<>
anche se nti vedi nak:<>ttc:ic>, sofic) il capannc» dr->ve tr<->vi riS>ar<,> quandc> si al,za i) wentc>; s()r7 () lettc> 1>er d<,>tnire e telait> pervestirti sc>nct legna pet: f intbarcazic>ne. Pc>rtai<,> s()r7o
dell'ot ile,
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del nta-le,
tipregorTorTntidarelamc>rte-
L'Arcipelago de La Maddalena
Z
diAlessandroRuggero Lezioni di Micologia
8
diMarcoContu
"Arvures chi pariant pinnetas" di Leonardo
L'Erba di San Giovannr
10
Pilia
diMaurizioDeiana -L
Cala Sisine - CalaLuna di Sebastiano Cappai
-
L4
Un uomo, un albero, un continente.
t9
di Siro Vannelli
La trapanazione cranica in Sardegna Melis
-
20
diFrancesco Gioi
-
22
di Marco
S'Argia Frundide sos fusiles!
diVeraFarris -Z
In questo numero I'inserto centrale "Forestale News" a cure del Direttivo Regionale
ASS. FOR.
N c>tizrario Fc>r es tale Anno
IV
no 10-11 marx,o -
giugno 1998
Editore: ASS.FOR. Libera associazione senzafine di lucrofondata dagli appartenenti al Corpo Forestale e di V.A. della Regione Autonoma della Sardegna nel 1994
Direttore Respons abile Paolo Pais
Condirettore Responsabile editoriale Sergio Talloru
e amministrativo
Numero doppio marzo - giugno 1998. In questo numero: in allegato gli Atti della giornata preparatoria al "Secondo Congresso Nazionale di Selvicoltura" e gli atti del Convegno - Dibattito "Quale riforma per il futuro del Corpo Forestale proposte per la vigilanxa amhientale in ltalia"
Il Notiziario Forestale
Gli autori si assumono
la piena responsabilità
di ciò
che scrivono anche di"fronte alla legge. La direzione editoriale per qualsiasi insindacabile motivo può ridurre o rimaneggiare gli scritti. Il giornale può in qualsiasi momento utilizzare il materiale ricevuto anche riutilizzandolo. Il materiale fotografico inviato al giornale viene restituito solo su richiesta degli autori. Stampato presso la tipografia Solter - Cagliari
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Ninni Maruas
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60.000
E' la seta dl un giotno ptimaverile,
s1
avvicina la notte, il cielo si dipnge di rcsso mentre i1 sole scomparc dietro I'isola diLaMaddalena.
l'Isola prendere le giuste decisioni per valors.zzare il loro territorio, sfruttando in modo massimale f immagine estremamerl-
te positiva generat^ dal Parco stesso; successivameflte spetta a tutto il popolo sardo prendere
esempio afftnché quello de La Maddalena non resti un caso isolato.
La geogtafia Situato nella parte nordorientale della Satdegna, l'Arcipelago maddalenino fuota interamente inrorno alle due isole maggiori: La Maddalena e Caprua. La prima, la maggiore, si erge con Colle Guatdia Vecchia fino a 146 m s.l.m., presenta uno sviluppo costiero di circa 45 Km., ed è anche l'unica isola ad avere urì centfo urbano pefmanente La Maddalena cofl ufla po-
polazione stabile di circa 11.000 abitantt, in cui, ttal'altro, si può visitare il museo di archeologia navale. Nel territotio sono presenti alcuni campeggi, un Cen-
tro Yacanze e diversi piccoli borghi. Caprera pfesenta invece uno sviluppo costiero di circa 34Km ed appare molto più accidentata ed impervia della vicina La Maddalena, per la presenza di una vefa e propria catena montuosa che si estende nel versante orientale dell'Isola cr-rlminando con i 212 m di M. Telaione. Le vicende storiche che hanno caraterizzato questo terri torio sono ormai note. lnfatti nel 1856 essa venne prescelta da Garibaldi, l'eroe dei due mondi, quale sua ultima dimora (oggi diventata un museo); nel 1892 venne completamente requisita
dalla Marina Militare ltahana, che vi cosrrui diverse posrazioni e fortini, che ancora oggi permangono abbandonati tra la macchia in attesa di una adeguata valortzzazione; nel 1980 è divenuta una Riserva Naturale Orientata, affi.data al Corpo Forestaie dello Stato. Oltre al citato museo garibaldino, sono presenti sull'isola il piccolo borgo di Stagnali, il Centro Velico e il CIub Meditetranèe. Intorno alle due maggiori si trovano cinque isole di discrete dimensioni, S. Maria, S. Stefano, Sputgr, Budelli, Razzo[, ed una miriade di isolotti e scogli (lsola dei monaci, delle Bisce, Barrettini, Corcelli, etc.), che nel loro insieme costituiscono un ambiente unico, ma estfemamente gracile. Owiament e 7a parte più interes -
sante del territorio, soprattutto
il comune turista, ma flon soltanto pef esso, è rappresentata dalle coste, estremamente ftastagliate, frequentemente s olitarie e selvagge, rocciose ma spesso rinchiuse a proteggere splendide minute cale sabbiose. L'elenco de1le località degne di essere viste è piuttosto lungo e noto, noi ricordiamo: Giardinel1s,, Cala Majore, Cala d'Inferno, Punta Marginetto a La Maddalena, Cala Brtgantlna, Cala Coticcio e Punta Galera a Caprera ed infine le diverse piccole baie delle isole, cominciando daCaIa Corsata di Spatgi e finendo nella Spiaggia Rosa di Budelli. pet
Un consiglio è d'obbligo: se amate la tranquillità, il periodo
1991; Biondi, 1,992: Bocchieri 1992; Biondt e Brugiapaglia
1
995).
Particolarmente importaflte
^p
ta ed indiretta, l'evolazione socio-economica della popolazione, hanno dato otigine ad una vegetazione polimoda ed intefessante, nella quale possono essere individuati i seguenti tipi vegetazionali.
pare il contingente endemico, che si compone di diverse specie, rapptesentate sicuramente da Limonium cunicularium, una piccola cameffia vivente sulle rupi costiere, esclusiva dell'ar- MaccHra IGDITERRANEA TERMoFIcipelago, ma anche di altri en- ta: è sicuramente la forma di vedemismi di grande interesse getazione piu diffusa; essa siprescientifico ed estrema rarità, senta sotto diversi aspetti in recome: Drancunculus mus civol:us, Lazione alle condizioni microcliIjmonium sriaissimwn, Colchicum matiche e topografìche del biotopo in cui si estende e, sopratc o t sicum, Ro mulea rcveliei, etc. ; e non si possono neppure trascu- tutto, in rrlrazione alle specie che tare 7e diverse piante ad arcale in essa appaiono dominanti. Tra ridotto, come Gennaria diphylla, queste ricotdiamo: Junipetus phonocea, Olea europanea var. Ambtosina bassil e tante altre. La varietà" geomotfologica, l'in- sylvestis, Atbutus unedo, Quersularità, l' antropizzazione diret- cus ilex, Pistacia lentiscus,
migliore per visitare questi luo; ghi è rappresentato dalla primavera, quando la temperàtura è mite, la macchia è fiorita e soprattutto quando il mare e le spiagge sono quasi prive di natanti di ogni sorta.
La flota e la vegetazione La flora dell'Atcipelago de La Maddalena da sempte ha suscitato g1i interessi dei diversi botanici che giunsero nel1a nostra Isola, a cominciare dal 1800, durante il quale si possono tro-
vare importanti riferimenti ad essa già in Moris (1837-1859), Gennari (1870), Yaccai (1894, 1896,1908). Il primo studio floristico completo si deve però a Desole (1959) che presentò un'esaustiva descrizione della vegetazione ed un elenco flodstico di 460 specie; successivamente altri eminenti botanici contemporanei hanno completatola sua opera ed ancora oggi, nelle pirì autorevo[i riviste scien-
Calz-Brtgmrafi
tifiche, compaiono compendi ed addende (Arrigoni et a1., 1976-
con una tada macchia che
:
il vetsante centro-orientale dell isola di Capten appate montuoso, si
ina)nea
Qui Monte Telaione e Pogio Zonza
tra le si
rocce.
affacciano sulla piccola cala.
r
a
j
.P
Calycotome villo sa, Euphorbia dendroides, Myrtus communis tra gli arbusti, che spesso, nei luoghi più impervi e riparal,lontano dalla mano del1'uomo e dalle intemperie della natura, assumono portamento e dimensioni arborei; mentre tra i suffrutici e piccoli arbusti compaiono più spesso Genista corsica, Helichrysum italicum microphyllum, Cisrus sp., Erica scopatia, Rosmarinus officinalis. LeccEr,q: questa associazione vegetale boschiva, legata alla ptesenza di Quercus ilex e molto diffusa in tuttala Sardegna, dalle alte montagne fino al livello del mare, nell'Arcipelago ^ppare Ttmitata a qualche piccolo residuo ptesente su Tavolara e in formazione mista in pochi canaloni sulle isole minori.
PINgra: si tratta, come spesso accade nella nostra Isola, di una formazione artiftciale, i mpiantata con scopi estetici o per far fronte ai danm provocati dagli incendi. Nell'Arcipelago le pinete più estese, costituite prevalentemente da Pinus pinea, Pinus pinaster e Pinus halepensis, si trovarro nella parte occidentale di Caprera, ma piccoJi boschi si rinvengono anche a La Maddalena.
VpcEr.tzroNE cosrIERA: le piccole cale sabbiose, gli scogli degradantt vefso tl mare,le falesie precipiti, la miriade di isolotti e di scogli costituiscono l'ambiente ideale pet diverse forme di vegetazione, costituite da piante appositamente adattate per vivete in condizioni ambientali ostili. Si tratta di associazioni vegetali resistenti alle awetsità della natura, ma
Dopo aver okrepassato discesiper la
il
la
piccola catau montuosa otienale di Capren ed essere
suo tipido versante costieto, tta le rocce tosse
e
la vetde macchia
si
apre
piccola baia diCaIa Coticcio.
es
tremamente gracili in nanzt ad
una antropi zzazione inconttollata: è in questi biotipi che si tro-
vano le piante più rare ed esclusive.
senza della Riserva Naturale di Caprera e di vasti ambienti ancora selvaggi, l'enorme sviluppo costiefo, sono queste le catatteristiche che rendono l',\rcipelago maddalenino esttemamente
VpcsrazIoNE IGRoFII-A: con questo tetmine si vogliono riunire le divetse associazioni vegetali che si formano in ptossimità dei corsi d'acqua, pfesso le numerose pozze di ristagno o i bacini atificiali. Sitratta di formazioni vegetali molto interessanti ed in evoluzione, cofl una flora caratterizzata spesso dalla presenza di specie rare, di notevole interesse scientifico o endemiche,
importante dal punto di vista
come: Romulea requienii,
e
um lusitanic um, Ex a culum pusillum, Elatine macropoda, etc.
pazzola, Pettirosso, Fdnguello,
Ophi oglo
s
s
La fauna
La natùra acctdentata
faunistico. E,stremamente interessanre, sia qualitati vamen re che quantita-ti-
vamente, è l'avifauna, che comprende tra le specie nidificanti il Pellegdno, 1o Sparviere, lo Sterna comune, il Gabbiano cofso, la Berta minore, la Berra maggiore e il Cormoràno dal ciuffo, o1-
tre alla miriade di piccoli Passiformi che popolano la macchia le sue radure (X4agnanima, Ster-
Cardellino, Verdone, Merlo, Aveda piccola, Aveda capirossa, Scricciolo, etc.). Ma il terdtorio, soptattutto gJi invasi artifì-
e
ciali e le pozze di ristagno (come
polimorfa del terdtorio, la pre-
quelle di S. Maria), rap-
pfesenta anche un impoftante sito di sosta per l'avifauna di passo, che in questi ambienti trova riparo e cibo durante le tempesre; così che in questo periodo I'avifauna dell'r\rcipelago si arricchisce di nuove ed interessanti specie come l'Occhione, la Beccaccia, 1l Cavaltere d'Italia, la Garzetta, il Mignattaio, diversi Anatidi e tantt akri. Varia ed interessante si presenta anche l'erpetofauna, che comprende l9 delle 27 specie terrestri attualmente censite in Sardegna, tra le quali spicca, ancora ùrta volta, la prcsenza di endemismi come la Lucetola di Bedriaga e il Discoglosso sardo, e di specie rare come Testudo hermanni e Testudo marginata. E' invece piuttosto povera la mammalofauna, soprattutto se si pensa alla completa assenza degli Ungulati, compreso il Cinghiale, anche se fino a qualche tempo fa si supponeva la visita di qualche Foca monaca.
Ora al popolo sardo e in particolare a quelio dell'arcipelago l'atdua sentenza: vogliamo conservafe lo status quo, fatto di abusi contro di noi e contro la nostfa teffa, oppu.re vogliamo diventare un popolo civile, capace di difendere e valorizzarc la propria "casa"? Momentaneamente la Satdegna è l'unica Regione in tutta l'Eutopa a non avere un lembo di territorio protetto.
giunge il connubio con la Natura e le sue creature, tutela il pro-
prio territorio, ma soprattutto salvaguarda la propria salute e il proprio futuro. Il'parco è un progetto di sviluppo a lungo tetmine, pone dei vincoli, impone dei sacrifici, ma alla ftne genera dei frutti sotto forma di nuove risorse economiche, divalor.zzazione del territorio e dei suoi prodotti, di miglìore qualìtà della vita.
Conclusioni Sicuramenre il Parco impone delle regole, perche ogni socìetà civile è basata su regole e leggi
che devono essere prescrirte per
Nei punti strate§ci dell'isola di Caprera, ad iniziare dalla frne del 1800, la Marina Miliare si mimetbzarto
Italiana {ece cosauire divetsi {otini, che per ngioni di sicurezza militare
pet{ettamente trale rocce elavep;etazione. Quiuno deiresadelforte drPuntaRossa.
la sopral,viYenza civile dell'uomo stesso e per il rispetto delle
Bibliogafia
categode piu deboli della popo-
pùxte end erniÉW:
lazione. Un Patco impone, almeno nella sua fase tniziale, dei sacrifici, perché ogni progetto di sviluppo pef essere reaTtzzato e portato a termine deve essere costfuiro secondo canoni ben precisi. basati sulla abnegazione e sul* f impegno. Un Parco e sicuramenre la piu aLta forma di civiltà attualmente espressa dall'uomo, petché attfavefso le "sue regole" rag-
.,furigqni. $§,r
É1'
&Ln X97 6.1,?,91,' Lé,
della Satdepa,
l'202,
&4
§oc,rsardà.§rrAtrar.;voi:1§-1E..,,,,,
BiondiE., 1992, Studio litosociotogco del ll&rcipet8q, de I* Madd*tàaa §,ave1gtaqk"' ne cosdera, Coil. Phyasoc.,1,9: 183-223.
'
Biondi,E.' Bruglaph§liÉ E:,
Canwbuta
alla canoscen&
,1,&95';
froristira.delllAr.'
cipelaga diLa Maddalea4,66y. Soe" Sarda Scv. Nar., 30: 159^1r0. - Boechiui E-;, !992, Flom qf &e sslgll xJands of *earapeJago o{I4addalena (notlrrestem Sardiniay aad -§otistic
17,5. :.,.'r:,. ,.' ,.: :..,
naa;u Nlà: Sardw4@dsdogeri L{ilano,
coatiibutionte,'
'gqdiry same a{rhe r.riaiix islands a{the kci pq!agq,,FlaraMeditenanea,2:33-{t4. '-
iBotri M., $goelli
P',, -Ce§ar*ccio,'.G.,
Coni C., Finotelio P.; LaazaB., Tosmi G., 1988, Preltntnary norcs on the hetpetophau. aa o{ the,sateÌlite isla*ds o{Sardinia. Brill, Soc. Sarda Scl. Nar., 26: 149 165. - ColsmorS., 1992; Guida' aÌla n ttan dÉUa Satdegna, Ed. Arch. Fat Sarda, Nur;ro '
':.:'
-,Fratesi F.,:?as*i F.i,1973,' Giilda qì'
' Y*ccari,L,
189 4, FLo ra,
delÌ'Artip§aga
W211. : Y-accadÀ.,1896, SllppJemen ta alla {lara deni{rape&go- dt L*addaleaa, Malpi§tia, 10:.
di Maddalena §arde$a), Nàlpi§na&, :
A, 1!03, ,{giunte alla F}ora dell'Arcipélrya della Maddalenp,Matpigfria; 12: 15-24.
- Yaccad
dilhrcoContt
"T ezioni di Aflicologla-" Metodi per un appfoccio allo studio scientifìco dei funghi della Sardegna
T
a Sardegna, grazie alle Felce
I--rposizione geografica ed
al
clima favorevole, ospita una flora micologica piuttosto varta ed estremamente ticca. In estrema sintesi, tenuto conto proprio delprofilo edaficof ecologico, si può inquadtare il contingente di specie ftno ad ora accertate in quattro distinti gruppi, ciascuno dei quali annoverante entità caratteristiche. In particolare può distinguersi tra:
(I) numero di specie a distri", buzione paneuropea, non esigenti condrzions. climatiche ed edafiche parttcolart, e perciò comuni alla Sardegna e alla gran parte delle rimanenti regioni europee. Trattasi di un cospicuo numero di entità ascrivibili ad un gran numero di generi, sulla cui
ecologia e distribuzione i dati disponibili sono, allo stato, sufficienti (signifìcativi tisultano, a tale proposito, quelli pubblicati negli atti del simposio della C.E,.E,.M. tenutosi ad Ol-iena nel 1,994). Vale la pena sottolineàre,
tuttavia, che diverse fra
esse
fruttificano nell'Isola in ambienti e in condizioni edafiche del tutto differenti da quelli usuali: un
esempio tipico è costituito dall' Amanita muscaria (Linn) Pers. che, mentfe nel resto del
continente europeo frequenta i boschi freschi e soleggiati di latifoglie e conifere (Abies, Pinus, Castanea, Fagus, etc.),
ne1l'Isola riesce a svilupparsi solo
in stazioni patticolarmente aride e secche come le macchie medi-
tertanee
a Cistus sp.pl., i
frangivento artrfictah
ad
Eucalyprus sp.pl. e le pinete, sPecialmente costiefe, costituite da essenze quasi sempre impiantate artificialmente. Studi approfonditi sulle caratte-
ristiche sia macro che micromorfologiche di queste entità hanno consentito di accertare enziali non mutano significativamente in reche caratteristiche
es
s
lazione all'ambiente di svilupPo dei basidiocarpi;
(II) specie a distribuzione tipicamente continentale, tipiche di stazioridi montagna preferenti altitudini sovente elevate, feperibili nei massicci montagnosi caràtterizzati da un cJima piuttosto freddo ed umido, osservabili anche nell'Isola qualora queste e
condizioni edafìche siano riprodotte. Particolarmente caratteristico si presenta, sotto tale aspetto. il contingente di specie reperibili nel massiccio del Limbara, in Callura (Sardegna settentrio-
nale) ed
in diverse
località
dell'Ogliastra (Sardegn^ centràle) ove sono state ritrovate specie come Lactarius salmonicolor Heim & Lecl., Su.il1us bovinus (Linn.) Rouss., Hygrophoros
hypothejus Fr., Tricholoma vac cium Fr., etc., caf attefistiche dell'ambiente in discorso. Risulta mancante, invece, i1 ricco contingente di specie costituente la micoflora czratteristtca
di ambienti peculiari dell'Euro-
pa settenttionale come la microselva alpinaa salici nani, le torbiete a Sphagnum, i betuleti, le faggete e le pinete cosdruite da entità come Pinus nigra, cembra, etc.
Nei rari stanziamentt a Spbagnum segnalati nel massiccio del Limbara, tuttavia, sono state rinvenute alcune specie (Cortinarius, Galerina e Psilocybe soprattutto) meritevoli di studi più approfonditi;
(III)
specie ar,,ventizie perché de-
scritte e riportate come diffuse
in continenti geograficamente assai distanti dalla Sardegna e caratteflzz^ti da condiziont clt-
matiche ed edafiche profondamente differenti, ma adattatesi anche a biotopi dell'Isola. Vale Ia pena itmarcare che, all'interno di tale contigente, occorre ultedormente distinguere fra: a) entità comparse in ambienti artificiali ed antropizzati come serte, giardini botanici, etc., certa; mente le piu nulnerose (diveme appartenenti sopratlutto alla famiglia delle Lepiotaceae),la cui frutnficazione è probabilmente agevolata dal7'atjhzzo di sostrati proveniend in rutto o in parte dall'estero; b) entità osservate in ambienti ad influenza antropica molto ridotta o addirittura nulla, come Agadcu s haemato s arcu s H einem. & Go s s., Amaniu singeri Bas, Seri«myres viscidrilus Heiniln., etc., per i qualì non può ipottzzarciun vefo e ptoprio adattamento al clima mediterraneo dell'Isola atteso che, dagli studi compiuti, specie come Amanita singeri Bas, ortglnafla dell'Argentina, risulta ormai ampiamente diffusa in tutta l'Isola dove l'ho raccolta in innumerevoli occasioni; (l! specie a distribuzione prevalentemente o esclusivamente mediterranea, tipicamente xerotermofìle e f o amanttbiotopi particolari (macchia mediterranea, dune sabbiose, frangivento ad Eucalyptus, Cupressus, etc.). Trattasi di elementi più caratte-
ristici della flora micologica del-
la Sardegna e comuni anche
a
tutte le.rimanenti tegioni dell'area
mediterranea. L'appassionato che intenda ap-
L'impresa è dawero ardua se non si dispone sia di letteratura specialtzzata che di microscopio e reagenti chimici specifici. Un aiuto non indifferente viene, tutta-
profondire 1o studio dei funghi della nostra Isola deve essere consapevole di questa grande eterogeneità che cantteÀzza la nostra flora micologica. Per questo motivo la determina-
via, dall'importantissima Flote des
zione corretta di ogni singola raccolta molto spesso non è nè age-
Come dovrebbe essere fioto
vole nè tranqv:ihzz^nte se non si dispone della lettetatura indispensabile.
Mi pare, quindi, necessario espoffe qualche puntualsz-zazione in subjecta materia, assieme a qualche suggerimento di ordine pratico. Comincio subito col dire che la stragtande rrragglotànza dei funghi della Sardegna non è determinabile con i libri divulgati più
diffusi in commercio. Questo non perché detti libri siano malfattt o per altri motivi simili, ma semplicemente perché sono dav-
vero pochi quelli che consentono all'appassionato di fatsi almeno una vaga idea di quanto sia possibile reperire nella nostra Isola (ed è dawero tanto ...). E rimarco che, a mio awiso, è quantomeno semplicistico far itentrare pef forza ognt raccolta nelle specie descritte nei singoli testi i quali, nella migliore delle ipotesi, riportano le entità più comuni e di piu agevole riconoscimento. Ma questi testi descrivono, al massimo, 7-800 specie a fronte di un contirigente, per Jìmitarsi ai macrofunghi, ammontante ad oltre 3000 entità. Come farc per (tentare di) determinare (i.e. classifìcare) quelle che non rientrano nel noveto di queste 7-800 entità pubblicate?
C ampignon s Superieu s du Maro c,
pubblicata negli anni 1,970 e 1975 dat micologi francesi Georges Malencos e Raymond Ber-
tult. chi abbia un minimo dr'nfaÀnatara in fatto di micologia "satda",7a flora micologica della nostra Isola dsulta essere praticamente identica a quella del Nord Africa (Matocco, Tunisia, Algeria, etc.) onde la consultazione dei predetti testi potrà essere di notevole conforto. Ma, nonostante l'alto valore scientifi co dell'opera degli Autori francesi anzidettt,non posso non puntoiltzzare che la stessa, pet molti versi, risulta ormai supenta ef o insufficiente. Molte scoperte e molti studi specifici sono stati pubblicati sulla micofl ora mediterranea successivamente al 1975 ed essi non vanno assolutamente trascuf att. Ma quali sono questi lavori e come è possibile procutarseli? E, una volta acquisiti, come devono essere ati\zzaù? La risposta a queste domande costituirà l'oggetto delle parti successive di questo scritto. Per ora mi sembra sufiìciente puntaahzzarc che l'approccio allo studio scientifico dei funghi della Satdegna deve ptesupporre la conoscenza quarito-meno dell'estrema eterogeneità della nostra flora micologica e 1a coscienza che gli strumenti per procedere nello studio sono assai più numerosi e complessi di quanto non si possa immaginare. a
dileonardoPilia
Arrrure s clai p^rlrerr:t pinn ettas (Albed che sembnvano capanne di pasto$
Dai versi di un poeta Sardo, Peppino Mereu, vissuto nel secolo scorso tuttal'attuaTttà dei problemi dell'utilizzo del territono.
on ctedo sia semplice pet chi non ha dimestichezza con i vari idiomi della nostra Isola - esenti naturalmente i sardofoni nuoresi e logudoresi - riuscire ad interpretare, tras formandole nella lingua itahaoa, frasi come il titolo di questo racconto che, pur cariche di significato, possono, nella considerazione dei più, destare solamente indtfferenza. Per questo motivo ne ho indicato sotto la ffadtzione. Non l'ho inventata io questa frase da "frontespizio", ma l'ho presa in prestito da un poeta tonafese morto nel 1901. L'aedo tn questione si chiamava Peppino Mereu, morto a 29 a,nni consumatosi dalla tisi cl:'e "candel'è cheta", come scrisse egli stesso nei suoi versi. Perché Peppino Mereu? Chi era costui? Se dall'anno della sua scomparsa compio un balzo di oltre 90 anni e cito l'otecchiabile canzonetta resa famosa dal gfuppo musicale "Tzzeflda" e canticchiara un po'da tuttì igiovani, scoprjamo il personaggio. Eh, si, fu proprio questo figlio di Tonara a scrivere i versi "... nanneddu meu su mund'est gai" a sicut etat non tofiat mai. Se-
tnos in tempos de tirunnias..."(Giovanni mio il mondo è questo, iJ tempo che fu non tornerà mai ...).
,j.;;,ì,li
Peppino Mereu (da poesias, Fdtzioni Dalla Torre.)
Nemmeno lui avrebbe immaginato tanto successo Postumo pef questa poesia scrjtta per Giovanni Sulis, uno dei suoi miglioti amict, chiamato amichevolmente "Nanneddu". I1 periodo storico in cui ha vissuto, la vita del villaggio, le dolorose scelte che dovette compiere (tra le quali la ribellione alla famiglia medioborghese) e la denuncia dei soprusi commessi in danno della povera gente, feceto assumefe alle opere di questo poeta ie sembianze di una cinghia di trasmis-
sione dei dolori del popolo satdo. Non acaso)congedatosi dalla Reale Arma, fu Peppino Mereu a rendere pubblico l'abuso perpetrato da chi era lautamente retribuito per fat tispettare la glustzia. Come le leggendarie rime dell'inn o " Su pattiottu Sardu a sos feudatatios" (il patriota sardo contro i feudatarl, scritte
in esilio da Frances co lgnazio Mannu di Ozieri, che inizia con la celebre "Ptocutate e modetate Baton'e sa tifinnia...", fi a7tfettanto famosa e amata dal-
l'tntera comunità sarda la terzina scritta dal Mereu: "Deo non rsco sos catabinieris - in logu nosttu ptoite si sune - e non afiestant sos bangatutteril' (Io non so gché i carabinieri nei luoglti nostri perché ui siano e non arestano ibancarottie$. Il movimento letterario dei crepuscolari che pressappoco coincise con la sua breve esistenza, lo hanno fatto collocare da molti critici nosttani come 1o "scapigliato dei poeti sardi". Per i suoi concittadini fu "su poeta malitttu" (il poeta maledetto), soprannome riflettente i suoi vetsi duri e sinceri, Ia sua ironia ora piacevole ora sferzante e, di contrasto, la tristezza impror,'visa
che ammanta le sue poesie e che
sono, a mio awiso, ltltazioniin-
controllabili della traglca lotta intedore contro la malattta che
lo
divotava.
A me,
appassionato di poesia
sarda e ultras da curva sud del-
I'autore di Nanneddu meu, mi sia concess a. un' ^ulofrzzazione: quella di inserire Peppino Mereu come il forestale tra poeti sardi. Fu il primo, infatti, tra i vate nostfani ad accorgersi e denunciate le improwide utthzzazioni e le speculazioni legate al taglio dei boschi di alto fusto oper^te ne)la nostra Isola alla fine del XIX secolo. Egli intuì già all'epoca quarito sarebbero co-
state ai sardi quelle scellerate spoJiazioni del patdmonio boschivo e le sconfinate ricchezze che esse producevano in favore di uomini "bennidos daemare" (venuti dal mare), formulando una critica spietata verso i compJici sardi che con il loro inqualiftcante comportamento favorirono quella politica di rapina, avviando così l'indebolimento delle nosffe risorse forestali. Per rendere piu tangibile il pensiero del Mereu e inserido di difltto tra i discepoli di San Gualbetto, non resta che affidarsi a queste terzine che vanno dal numero 48 al numero 52 della poesia avente per titolo "A Nanni Sulis".
diMawizioDeiana Le piante officinali della Sardegna
L'Frba di San Gio\ra,fil:rj (HipericurnpefforatLt@ li ultimi decenni del nostro
I dati storici relativi alle piante
il dif-
alltzzate dai popoli per fini curativi risa§ono al pedodo delle grandi civiltà del passato: la piu remota opera di fitotenpia cr rimanda al regno dell'Imperatore Cinese Ching Nong Q700 a.C.); precisi riferimenti si rinvengono anche nell'antica medicina indiana (aJ,urvedica), nei papiri egizi e nella Bibbia. Si può quindi senz'altro iponzzare che l'uso delle piante nella cura delle malattie possa farsi dsalire ai pdmordi dell'umanità. Bacche di Sambuco, ad esempio, sono state trovate in scavi di prlafitte dell'Età del Rame. Le Civiltà Egtziana, Greca, Rollaàfia, hanno ffàmandato, anche attraverso gli Arabi, flumerose nonzie sulle proprietà e l'uso delle piante medicinali. Durante l'età Rinascimentale venne approfondita la rcerca scientifìca e si atnrò un generale lavoto di riordinamento e riorgani zzazione delle esperienze del passato. Dopo la fine del X\{II secolo, il rapido progresso della scienza moderna ha arricchito e divetsiftcato di molto la conoscenza delle piante officinali e oggi, nonostante il grande sviluppo raggiunto dalla chemiotetapia,la fttotenpia è dtornata in auge. La Sardegna, questa anlcÀ terra posta al centro del Meditertaneo) ci offte uno spettacolo stupendo
secolo hanno visto
fondersi e l' affermatsi via via più crescente delle cosiddette me-
dicine "alternative" o "dolci" quali Omeopatia, Agopuntura, Floriterapia, Iridologia, Training Autogeno, Medicina Ay'urvedica, Shiatsu, etc. Un sempte maggior numero di persone, deluse dalla Medicina
ufficiale (detta anche allopatica), ha rivolto la propria attenzione ad un approccio di cuta diverso da quello tradizionale, diretto per lo più a1la soppressione del sintomo anziché all'eliminazione delle cause delle varie patologie. L'uso indiscriminato dei farmaci di sintesi con i loro effetti collaterah. e la loro tossicità, ha svelato l'anima tfoppo "scientista" e materialista della medicina allopatica, e la mancanza di un vefo rapporto umano tra medico e paziente ha messo in evidenza i suoi limiti e le sue contraddizioni. Nell'ambito delle medicine naturali od "olistiche", che hanno cioè una visione globale e unitaria dell'uomo, visto come un'unità dt Psiche e Soma (Anima e Corpo), riveste un ruolo di p rtmana finp o rtanza la F itoterapia owero la medicina che ricorre all'uso delle piante offìcinali e dei loro principi attivi.
LTpen«t
con le sue nulnefose e notevo[ rtcchezze naturali. La sua Flora, addirittufa non ancora completamente conosciuta, è da ritenersi tra le più interessanti del Mare Nostrum, itcca com'è di essefize utili all'uomo che nel-
l'Isola trovano
il loro
habitat
migliore. Tra Ie circa duemila specie floristiche dnvenibili in Sardegna, almeno duecento sono da considerarsi oFficinafi ed i loro princi-
ccr,c\ Forcsta"Ie rs" k^l^;*A lt;,rlp*X;,o* e.où,u* c aàlina y'aora co.dfualo arlr adfdr at
'GI,I U'I'ILI IDIO!'I" ,rr/uJaro
/4"<14l-^7!
Quando le tue attese non trovano g'iusta affermazione,passi molto tempo per capire e farti una ragione del perché quello che tu ritieni giusto altri 1o ritengono assurdo o irrrealizzable. Sooo passate così, accompagnate da questi pensieri, le giomate successive al voto negativo del Consiglio Regionale sull'ernendamento a favore della nostra tanto invocata indennità di P.S.. La lotta per riavere questo dconoscimento, mi ricotdano i forestali più anziani, risale ai tempi del passaggio degli uomini del CFS alla dipendenza della Regione Autonoma della Sardegna. Ma in questi ultimi anni (in particolate dal1996), dopo gli innumetevoli attentati contro il personale (Padru e Igle-
ipiù dammatici), questa lotta è ricominciata cor injtziative più incalzanti e determinate. Tutti, ASS.FOR., UIL e CGIL, in questi sias
ultimi due anoi, richiedono ed approvano risoluzioni in assemblee e dunioni di direttivi regionali nelle quali si rivendica l'attuazione di questo prowedimento. Nei primi mesi del 1997 girerà nelle aule del Consiglio Regionale unaproposta dilegge eL.3t0 / I-ADU - LODDO - AM.{DI) che chiedein due sem-
plicissimi artic olila paifrcazione delle coperture da rischi uguali agli altri dipendenti pubblici dello Stato Italiano (estensione ai fotestali Sardi di quanto previsto dalla legge dello Stato n. 466) e a quelli degli altri Corpi Forestali d'Italia (con il riconoscimento dell'in-
Il
1997 passerà tra ptomesse, pacche sulle spalle e interminabili crisi di giunte. L'unico sussulto p) viene dal Presidente
dennità di P.S.).
della prima Commissione del Consiglio Regionale (Salvatorc Sanna del PDS) che con nota prot. 91,24 / S.C. del 29 settembte 1997 annuncia di sospenderel'esame sulla proposta di legge (?.L. 310), in quaato sono emerse, nel corso della iunione della Commissione del24 settembre, nrunetose questioni sulle quali è indispensabile avere il patete della Giunta Regionale. Da questa nota è importante ricordare alcuni passaggi che denotano come esistevano già sottoscritti impegni tra Giunta e OO.SS. per scong,iutare qualche giornata di sciopero delpersonale forestale. A talproposito riportiamo fedelmente rxr breve stralcto: ...:ulla prEosta di bge (310) in ogetto, il cli esame à itenato ugerute aacba dalla Ciunta
Contiaua aptg3 di Salvatore Scdva
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&ll' /tts.t0P,.
otil *aao 4oa. ? 2ltorya - Et4rr@ Pqf
L'A§INAIìA: I,'IS0[A CHB NON C'l]llÀ! I.'AFFASCINANID YIAGGIO DI DUD TOND§TAI.I AI,IÀ §COPTTNTA DI UN NUOVO T} BICONOUI§TAIO CONTINf, NIIT L'haano defnita la Guyana d'Italia, in realtà è solo un pezzo di Nura che si è staccato dall'Isola madre senza, petò, avete il coraggio di allontanarsene troppo. Da Stintino a Fornelli, infatti, sono poche miglia che la motonave "Ogliastra'' percoffe in meno di me zz' ora e serua affamarsi troppo; a bordo, oltre all'equipaggio, solo il personale tumante per la Stazione deputata a garantire il nuovo status di parco per l'ex isola penitenziario. Petsonale tumante che non costituisce, a dite il verq una forzz da fare pa:ural. un appuntato che giunge cofl me fin dai lontani uf6ci centrali di Cagliari @aniele, come sempre indisciplinatq irriverentg efficientissimo); due appuntati che vengono dalla Stazione di Sassari (Gianni e PaolQ ed un brigadiere (iQ. La prima rogna è meramente buoctatica.
Per distinguerci dal Corpo Forestale dello Stato noi Forestali dell'amministrazione regionale satda abbiamo un nome lungo e complesso (ed uno stipendio più contenuto, ma questo è un altro discorso): "Corpo Fotestale e di Vigilanza Ambientale"; per cui, prima di sbarcare, devo certificare
Aire llo bianco dell'isola dellAsiura percorrendo una strada in cemento, due stri-
minzite cotsie che seguono fedelmente le infinite tortuosità della costa orientale dell'isola. A dire ilvero in fatto di tortuosità non schetzano nepprre le coste occidentali, quelle metidionali e quelle settentdonali non a caso il nome delllsola pate derivi da un aotico "Sinuada" che non sembra lasciate spazio a molte interpretazioni.
l'awe-
nuto trasporto sulla motonave firmando'Tl sottufficiale comandante interioale la stazione del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientde dell Asinara, btigadiete etc etc". Nlezza pagyta ed il crampo dello scrivaao. Il collega cui do il cambio mi lascia gli ordini cui attenetmi, mi stritola la mano già indolenzita dal sopra citato crampo e s'imbarca soddisfatto sull' "Ogliastra" lasciandoci tutta l'isola a disposizione. Come da ordini superiori (la butoctazia ha la sua logica: probabilmente prevede anche ordini infetiori visto che ogni volta esige la specificazione) ci dirigiamq pertanto, verso il Comando Stazione che sta a Cala d'Oliva
COìIPANTOC.F.Y.A.
UNIIÀ TBA I.B TNB §IOID §INI}ACAI.I: 1A IIDDIAZIOND D§I,['A§§.FON. Dopole tecenti divisioni tra i sindacati, in una lettera inviata a GGIL, CISL, UL, r Associazione del Corpo Forestale auspica maggiore unità e chiede un incontro per riapùe il confronto sui problemi teali della categoda: riforma C.F.V.A..; adeguamento all'indennità di P.S., sicutezza del personale, nuovi concorsi:
Pietonio Cuboni
Continua
tpag4
di Claudio Maullu
ItrSTATII: Itilpo Pn§wsfl ) tIoLTo Nwoill§o Iianticiclone della contestazione è stabile sull'isola, si ptevedono scioperi e Ie solite gazzose giornalistiche Siamo in estate (e questo vuol dire, da sempte, che ci sono gli incendi che bruciano la Sardegrra) insieme alle prime alte pressioni che si stabilizzano sul cuore del mediterraneo, arrivaoo al pettine anche i nodi di una infinita serie di malcontenti che inevitabilmente sfoceranno in vad scioperi. Le varie incompiute di questa,tmministrazione Regionale sono sewite a farnascere in Sardegna il più $ande mal contento orgaoizzato dt tutta la sua storia, al confronto la cacciata dei Piemontesi sembta un fattetello senza più alcun a ilevzrza storica. Comitati contro l'istituzione dei Parchi Nazionali e Regionali istituiti ir ogru paese, Sindacati,
nuovi pattiti o movimenti nati per
essere
contro. Evero anche che siamoinpienacampagrra elettorale per le prossime regionali,
Coatinua apag2
segue
I'la,r.ja - q;4,*,a
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'lEstatd'
dallapdmapzgina
per cui ci potrebbe essere il dubbio che tutto questo movimento "con&o" nasca ad arti6cio pet sostenere il nuovo (?) che domani (anzi già da ieti) si candiderà alla guida della nostra Regione. La realtà è che dmangono sul tappeto una miriade di vertenze aperte. I sindacati del nostro comparto (opetai forestali compresi) chi pet una cosa chi per altre arunmciano sciopeti. Statemo a vedere quanti di questi proclami si concretizzerarulo e quanti si scioglieranno come neve al sole ai primi tepod stagionali. Certo è che le noste rivendicazioni oon dowaano fungere da stampella a nessun politicante o giomaletto
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di partitq la grzzosr fatte da ceti giornali non ha mai aiuato le nostre cause. A tal pto-
posito è sconcertante l'operazione attuata dall'Unione Sarda che neigiomi scorsiha ttovato spazi in pdma e seconda pagina per uti-
lizzatevttnostra protesta contro uo detetminato tipo di serviziq solo perché questo pote servire (politicamente) al suo propdetado per spatare a zero contto il suo naturale rivale politico. In questa circosanza per condire l'articolo sono state impropdamente usate foto e dichiarazioni mai rilasciate a nessun organo di sampa. Denunciamo il gtande disappunto di chi non volutamente si è trovato coinvolto conla pubblicazione della propria foto o con dichiatazioni fuoti luogo, perchè rilasciate in altte circosanze (mai pet la stampa, ma sottoscdfte congiuntamente a divetse 6gue istituzionali enon solo dPresidente della Giuna) e pet scopi ben diversi da quelli che quel giomale petsegpe. Quando si è soffercnti per qudche cosa che oon si ha, può capitare di
ad altri per essete inviate
trovare nell'insulto genetùizzrto verso gli altri,la forma di sfogo migliote pet smaltire il proprio disappunto, ma non è per niente edificante perpetrare, pet lungo tempo, questa sftateggia. Noi non vogliamo essere lulo strumento da usare pet questi bassi 6ni e tutte le volte che ciò si dovesse ripetere denrurceremo queste forme di strumenalizzazione nei modi più appropdag. Sempre su questo fronte stiamo ancora aspettando di sapera, ddla magisftatua, l'esito di una nostra querela presentata contro questo giomale e il suo dLettore per I'articolo pubblicato il 4 agosto del 1997 (Gorilla antipomodorQ che offendeva profondamente la 6gura prcfessionale degli uo,rnini del Cotpo Forestde. Satvatore Scdva
A.I. I9O8 I,'IIIJI§TICO §'È BOTII}?
CATIPAGNA
Dopo tante Campagne A.I. ttascorse inventandoci efEcienza e funzionalità, ci accorgiamo oggi come sia staa mal dpagata ddl'Amministrazione lt pazierzr e la disponibilità dimostrata ieti. In passatoaon ci siamo mai soffemrati criticamente prcapire cosa fosse
Y#é: il'tsREMACFf'
(è forse un autocaffo? o
un
Autobotte? - alle Motonzzazionillatdua sentenza) i o l' atomizzatore "nuvola" (in termini di sicurezzaL626),o le carenze di comunicazioni (dodè il sofisticato apparato tadio regionale?) o a che cosa possano servire le visite mediche, prima di affrontare gli sfotzi della lotta d fuocq tra fumi ed alte tempetature. Pet anni con graade incoscienza ci siamo messi alla guida di questi mezzi, a:bbiamo utilizzato ciò che era peticoloso e anche ciò che non esisteva (come le tadio) seaza farci tante domande. Dopo la drammatica camp€na antincendi del 1997, dove ben quattto operatori dell'apparato di lotta al fuoco hanno perso lavit4lelegittime preoccupazioni fteoano og:ri incosciente entusiasmo. Ricorrdate I'autobotte di Villacidto, precipitaa da un dirupo in località Gragasu? Ricordate i due morti Bruno Saiu e Antonio
I,E INVENZIONI DEI, §ECOIII: II, BEGGICANET rlr:rn3r ust!
Ù3.to
ol otruuE mur:iTo
aitrrro r la,ala ttYtlloi! 'hsY 9À?-r
Sulcis? Provate a chiederc in Sfro quanto vale la vita di uo aritobottista sardo plr lo Stato Italiano? Ricordate il sacdficio diAngelo Falconi e Gianni Sechi? Speriamo che il ricordo di queste vicende drammatiche serva da monito contro gliincendiari e che sia un deterente pet fatcapire dre il fuoconon è solo distruzione, ma anche morte. Per noi forestali, che per primi abbiamo dovuto rqlistrere nelle nostre menti qrEste sconvolgenti immagÉni di morte, tutto questo ci
spinge ad una dflessione molto critica su quello che è stato il ruolo assunto dall'Amministrazione Regionde nella gestione della Campagna Antincendi dalla scelta ddtmezà al nonprevedereapposite visite mediche per il personale.
A.I
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I r:ctaco tÉi clxl oltaxtrlo ,XOIÉ 'itoct.
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ul*'tr.tut4t' Segue dalla prima pagina
Gli utili idioti
n§onale - comc ha rferito in Comrissiou lAsBallem nelh $duta dtl settenbn 1997in nla{one ,Sl, i*prCri ùlla Gilnta medeima
i
uron
assmti
l"la.r.jn
yr;*t3
nn h oryaniga{oni indacali in
occado-
nwca delb rciopem del personale del Corpofore$ah e di a.a., ini{almmteproclaaatoper la ne della
netà di agcsto. Questa nota arriverà oell'ufficio di Gabinetto della Presidenza della Giunta t12.10.7997 ma per incomptensibili motivi non uscirà mai una risposta ufficiale scrita da qlelpaluzo. Gli Assessori al Personale e
all'Ambiente dell'epoca leggetanaoQ)la aoa solo petconoscenza. Nel 1998 siripate "all'attacco": i tre sindacati (CGIL CISL e UIL) indicono una giomata di sciopero generak a cui si uniscono i Territodali dell -ÀSS.FOR. di Oristanq Lanusei e Cagliari pet condividere i contenuti che la piattaforma dveodicadva e I'azione sindacale di sciopetare, si
pro-
pongono. L'opera di sensibile attenzione, verso i nostd problemi, dimostrata dall'As-
za di dare un nuovo assetto al govemo dell'ambienJe e del terdtorio. Seguiamo con interesse ciò che sta maturando nel govemo centrale; ci conforta sentire il leader di qual-
popolarmente Àitta lz firma dall'emenda-
anche pergridare forte e denrmciareche questa classe di governo regionale non è capace
mento
di prowedere nemmeno alliadeguamento
delle pii favorevoli norme di legge statali vigenti. La mtracatlza di idee chiare in materia ambienAle è allaunante: invece di costruire i parchi, i nostri governanti con la loto
"non politica" sono riusciti afarnascetettt la gente taflto di quel malcontento che oggr invece dei parchi abbiamo solo la costituzione di comitati antiparco io og* paese della
dipendenti rischia di autodistrygersi. Ma
il 13 maggio;
IASS.FOR: decide di partecipare, in virtu di quanto delibetato nell'assemblea del lontanissimo 18 gennaio 1997 aTranaaa (OR) a cti parteciparono anche le vittime degli attentati di Padru e Iglesias e I'Assessore Onida - per dvendicare i suoi dititti in tema di sicurezza,. Qualche utile idiota accuserà, in queste giornate di lotta, I'ASS.FOR. e il suo Presidente di assunere iniziative che secon-
do alcuni il più delle volte non esprimono: ...h necessaia e daaerota equidioan4z tra le aaie opinioni, ognma tgtalmente ritPcttabile, cbe cir' colano tra i componenti del CF-I/A - secondo altri bisogpa ...lscin alb sco?erto ed esprinen chiaramezte la oolottà di wbr s»ndere quei aabi coxtpftamantalf,. pnr quattro §oldi ...oPpoggiando idqiatiac che squalificano fiderrtità dell',*tocia{one... portawn e spalh sob delkUIL. Pet me è stata solo una semplice dimostramorali
zione
e
di coetetlrz sugli impegni
presi. La
solidarietà è una cosa seria, non sono solo le patole legate dalla commozione che la esprirnono, rna sono più le azioni conctete, costanti e coetenti che la rendono veta. Siamo arivati così aigiorni incui fiumare di fangq in Iryiila, ptovocano una nuova emergenza ambientale, cancellando paesi e sep-
pellendo vite umane. Riesplode nel Paese, coinvolgendo tutti i partiti politici, I'esigen-
'I-Ul". Gtardo
do per quattro lire d'indennità di P.S., ma
petenti @ e i tre sindacati ci sarà chi in queste
ne programmato per
n'è occrpato
tab) quello che in tanti anni rcn si àfatto". C'ètn fondo la sperarza che qualcrmo ddl'alto s'accorga di quanto non si è fatto per l'ambiente e per il territorio anche qui da noi, in Satdegna. I forestali sardi non staffro protestan-
che partito affetmate: 'Noi iamo al goaerno per ceran difan in qilestr carrrPo (anbien-
anche
Sardegna. E impossibile poi pensare di pardforne della Regione. Il già poco e disastrato che esiste, mantenuto in vita per la buona volontà dei
giomate utilizzerà il fax per plrnll:r.hzz rel^ propria posizione sulla vertenza in cotso, altri chiederanno al personale di ritrovarsi insieme in pubblica assemblea per decidere le azioni più idonee per risolvere i vari ptoblemi della vertenza. L'incontro sindacale otgaaizzato dalla UIL per tutto il petsonale vie-
se
fiqg
quelle facce con stupore e capisco che la strada intapresa, del date ascolto a questa gente, sarà molto accidentatae pochissime saranno le spcranze di concludere qualcosa di positivo. E il 27 mzggjo, quando il Consiglio Regionale della Sardegna alle ore L2,20 dopo congnra Q) discussione vota per appello nominale, sull'emendamento da noi sollecitato. Diplomaticamente c'è chi si allontana dall'aula, chi inopportunatnente arriva, chi im-
I-oddo convince le organinzzziolai sindacali a rinviare lo sciopero. Seguono divetsi incontri tta Assessori comsessore al Personale
to teapo...perché
- qu*^a
lare, con queste petsone, di
ritorniamo al 13 maggio quando aCafliar| in un salone di albergo vicino alla sede del Consiglio Regionale, si dtovano i forcstali Sardi. Di buon ora sono partiti da Sassari, Berchidda, Lanusei, Nuoto, Sorgono e Oristano; questo non è solo il popolo dei forestali UIL, ma ci sono aoche autorevoli dirigenti di altri siodacati e un gtan numero di forestali che non si dtrova iscritta in nessun sindacato e che crede solo nell'ASS.FOR.. L'Assessore Loddo intervieoe e ricorda le dif6coltà rappresentate dalle altre sigle sindacali nel cotso di definizione della nostra vertenza. Poco dopo decidiamo di andare in Consiglio Regionale, la folla si trattiene sotto il palazzo di via Roma, meotre una delegazione dell'ASS.FOR e della UIL incontred i Capi gruppo dei vati partiti presenti in Consiglio' Si spiega ai politici i motivi della hrnga vertenza in atto con l'Ammioi§trazione Regiorrùe,Noi iaao qaapercbé wgliaao, da aoi ttttti, ma risposta politica nncreta.Vogliamo che tstto il Consiglio fu§onale d cEiaa cbiaramentc ttti natenùi del P.L310 ere arr' Documenti alla mano si distribuiscono le copie delle altri leggi regionali che rccepiscooo ciò dre oggi noi stiamo dvendicando. Su tutti i politici per con-
cretezza, spicca
l',kv.
Biancareddu che
dice:...Dal mio pazto di ùsta (legale)
è
fattibib...basta h whntà politica di t dti e d ?,.ò fan...cbc nsa abbiamo rui in aeno ùlla Regioaa Sicilia?- (Qualcuno lo accusa di fare campagna elettorale con facili promesse) - Tra tanti tira e molla dmango particolatmente turbato quaodo qualcuno ride alle spalle di qualche On. (oggi qui assentQ e qualcuno ci far-
frigliz; Adcsso capisa pnhé
aaele perso così
tat'
e
chi preferisce girate
a
largo dal Coa-
si diciannove assenti. La maggioratza Qa Giunta siglio. Trentasette no, ventiquattro
Palomba) è salva, ma noi non abbiamo certo operato perché questa giunta cadesse tra i colpi di franchi tkatori, abbiamo solo chie516 2l fe65iglio Regionale della Satdegna di dare una pdrna risposta politic a chi*ta, forte e decisa ar problemi della oostra sianrezza.
Gli "utili idioti' sono accontentati, Per loto ciò che ha votato il Consiglio Regionale va più che beoe. Per me
è
difficile spiegate ad
Angelo (che da più di un anno si guatda allo specchio e vede nel suo volto una cicatdce che gli ricorda e citicordala tragicaimboscaa di Padru), a Giuseppe e Pierpaolo (che sentono iloro cotpi appesantiti da qualche gtammo di piombo), a Ferdinando (che ha dovuto impegnare tutta la sua liquidazioae per dcostruite, distrutta da una bomba, rura casa alla sua famiglia), a Giovanni (che a perso i cavalli e cheha salvato la suavita, quelladella sua farn§lia e dei suoi amici spegnendo la miccia di una potente bomba venti secondi pdma della deflagtazione), a tutti gli altd che per pudote si sono rispatmiati il tempo e il fiato di andate a taccontare i piccoli dispettucci subiti pet aver fatto il loto dovete, a questi amici dovrò dire (in cuot miq con grande vetgogn Q: ragafi graSe al wstm sactificio di ieri, donani ai Sindaci della Sardegta u s*cccderà q aabosa mam a a-n§one pagherà, dinentichianoci il parsato ciò cbe à §tato è itato. Gli *utili idioti' @eati lorQ questi problerni non se
li porranno mai.
È già passata una settirnana da quel infausto grornq ftugando ua le frequenze della mia autoradio, rni soffermo ad ascoltate tra una canzooettzel'dtra ilparere diun illustre Professore che, con tono convincente, afferma: h ogni atabiente di laaom, in ogti tficio, irt ogni
oryiniqry{one sente h pnsenla di u inbecille. l-c persone htclligenti (i diignt) ritobono i prubleni mano le $ntttm e gli otdinazcati, doae i aediocti ui operana egli iabecilli o idioti etryot o senqa mai capin o cbicùrti m percbé. Se non ci forcm gli idioti tatto mlhnbbe.... Gnzie ù professore, dopo tanta sofferenza' ho scoPelto che setvono anche loro, gli "utili idioti". P.S.: Vista lc aagioranqe clx riesnno ad aggr* gan c? d'attspicasi cbe non iconano anclte hm (coae è stccesso già
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L'Isola che non c'eta Il dubbio etimologico è, invece, dietro l'angolo e bruca allegramente: un asinello bianco (uno di quelli, percapirci, che sono dtenuti eponimi dell'isola) che è bianco dawero e piccolo mica da ridere, diciamo all'incirca quanto u Ero!.o ceae o poco più. Il ciuco continua la sua operazione per nulla distutbato dal tonfare in fa diesel maggiote del nostro Land Rover e si gode la già piacevole frescura dell'ombra proietata dal carcere di massima sicutezza di Fomelli, un edificio immensq un unico bagliore di calce spes-
so interrotto dall'azztuo squillante delle molte parti metalliche quali garitte, porte e sbarre.
Il nome più che l'edificio evoca non lontane memorie di supercarced, terrotisti e mafiosi, commissioni parlamentari d'inchiesta, battaglie sacrosante per il rispetto "a prescindere" dei dititti dell'uomo. La sttada in cemento è dawero infemale e Daniele la rende più pepata con bnrschi
colpi
di sterzo e col racconto, dettagliato e puntuale, dell'ultima volta che ha ptepatato un cadavete per I'autopsia. Quando parla del suo ptecedente lavoro di tecnico di anatomia patologica, l'appuntato diviene Iidco e la sua voce si vena di una sottile nota di dmpianto; a me resta la consolazione, fra la descrizione di un costotomo ed una curva afftootata alla voglio una vita spe-
ricolata, di sapere che proprio non soffro il mal d'auto. Ci fermiamo (meno male, a tutto c'è un li."it ) , vedere I'ossado dei prigionied di gueffa austoungarici. 6.000 scheletri racchiusi nelle teche. Povera gente abituata d fresco delle montagne austriache mandata a modre in urfisola tormentata dal ventq dal sole, dalla salsedine, dalla sete. Ha ragione chi dice che nulla è più brutto della gu.erta se non una gueffa Persa. Spero solo che sia verq come ho letto, che i soldati italiani si prodigarono strenuamente per limitate le conseguenze di un'epidemia esplosa fra i prigionieti: è così rassicurante sapere che i campi di stetminio li hanno inventati gli altri, popoli lontani dalla nostra cultura e dalla nostra pietas meditertane , persone capaci di odiare 6no alla fine i ptopri nemici o quelli che teputano tali. A Trabuccato un'dtra serie di ediEci perritenziari ed iI pensiero già represso a Fomelli: '1i dentro" come si stava nelle ore infinite delle estati toffide, nelle giornate tomentate da uno scirocco non osacolato da alcuna altua e capace di coptire ogni cosa con rma sorta di sudore oleoso e salmasto, con i rubinetti inutili e l'acqua divenuta quasi un desiderio
sbiadite indicano un'antica competenza delalla Sanità che qui gestiva un lazzatetto, una serie di locali per la quamntena. A Cala d'Oliva troviamo la nostra Stazione ed un villaggio minimo con qualche segno di vita offerto dal personale della Polizia Peniteaziaria e dei Carabinieri che ancora dsie-
I,T]TTIIBII AI, GIOIÌNAI,II:
aelllsola corr le ptopde famiglie. Un tempq ci dicono, a Cala d'Oliva vi era molta più animazione e, negli anni ormai
per espdmere il mio apprezzamento
l',tlto Commissadato
de
lontani, una vera e propria comunità, estema dle struthrre carceratie anche se da esse condizionata,le cui tracce sono rinvenibili nel vicino cimiterq un tettangolo cir,:ondato da
sento in dovete di scrivere due righe
per
il lavoro svolto
e le iniziative
intraprese dalla nostra organizzràore
sindacale per portare avanti le rivendicazioni di vitde importaflza pet
il Corpo. Devo fare notare
con
atr,^rezzz alle Signorie Vostte che portato giustamente avanti la richiesta di non effettuare il ripianamento degli
sotto gli sca:poni awertiamo as1»erità ttoppo regolari i)er non destare sospetti: senza voledo stiarno camminando su tombe costituite daun semplice tumulo di tera quasi
organici pet non creare danni
appiattito dal tempo e da una croce di legno priva di qualsiasi indicazione. Tombe povere, senz'dtro di detenu{le tombe degli
*altri",infatti, stanno dirimpetto ed
hanno marmi, qualche fotografirt, nomi ancora leggibili, sia pure con difficoltà. La chiesetta è pdva di infissi e mostra solamente lo scheletro di un altare, dal quale il sacetdote celebtava dando le spalle all'assernblea, mentte a desfta, nella cappella, è ancora
intatto un tavolo autoptico, inclinato e col foro di drenaggio. Sepolta dall'erba più alta un'altra fila di tombe in marmo interrompe la teoria di quelle in semplice terra. Irgni e marmi cancellati, in tutto o in parte, dalla poca pioggia e dal molto vento dell'isola, sotto di essi bambini affidati a questa terra da genitori che,lasciando I Asinara, hanno probabilmente incadcato altti di depore
un fiore; etgastolani morti forse con la coscienza dei propri delitti ed il lacerante ricotdo delle loro case lontane, donne giunte da paesi lontani al seguito del ptoprio uomo e ridivenute sPose, come il giomo delle nozze, nell'iscrizione firnebre.
Quando usciamo la fresca brezzo{tna che c) ha accompaga.ati 6n qui è divenuta, nel
frat-
tempo, rut ventaccio sizzoso che, in ogni caso, è preferibile alla oppressiva quiete del camPosanto.
Questo potente maestrale, infatti, non solo libera il cuore dai tristi pensied, proibisce anche il mare ai pescatod atttatti in barba a norme che noi dobbiamo far dspettare, dalle fantasticate ricchezze ittiche delle coste isolane. Il che significa effettuare un servizio rzeatila-
Claudio Maullu
il ricordo di un dtro
e
nell'assemblez del 13/05/ 98, si
asPetto
Cala Reale
M
Corpo Fore$ale
Daniele ed io entriamo calpestando l'etba che ci arriva abbondantemente oltre il ginocchio;
dell'isola: sulla facciata di un edificio lettere
A
Al Direttiuo U.I.L allASS.FOk
mura e concluso da url edificio tt:ligioso.
to quanto basta (e avatza) ma, tutto sommato, dlassante. Sempte che Daniele si dimentichi, mentte è alla guida, della sua ptecedente ptofessione.
ossessiÒnante?
- qu^{r^a Mqg
è
(soprattutto economici ai colleghi che lavorano vicino a casa o addirittura nel loro paese) dimenticando totalmente
quella miootarza di colleghi che
stanno subendo l'ingiustizia di lavorare a centinaia di chilometri da casa, e per di più in stazioni a rischio e con catenza di personale. Con queste due righe voglio sottolineare come si stia spendendo notevoli eneqfe per non permettere che vengano creati disagi di vario genere a chi non ne ha , e non si sta facendo niente per quella minortnza che da sei o sette anni chiede di essere messo alla pari dei colleghi, sia per quanto riguarda la distanza chilometriche dal posto di
lavoro, sia pet quanto riguarda lo stipendio reale (pet stipendio reale intendo ciò che ti resta in mano quando
hai detratto tutte le sPese Per
ottenerlo), sia per il tempo libero che ti viene a rn rtcarte, in quaoto ne devi investite molto in viaggo. Penso che sia ora che il sindacato inizi a tutelare con tempestività e decisione anche gli interessi delle minotanze, che sono diventati pesanti e improrogabili. Ci tengo a fate notare che i Comandi a rischio e con catenza di Petsoaale stanno funzioaando grazle ad wa cinquantina di colleghi che perrecarsi a lavoro devono attravetsare l'isola in lungo ed in largo. Il mio non vuole
.sé...rt
rimptovero ma un invito ad
verso i una maggiore ^tten'zior,e problemi del petsonale (tutto) mi rendo disponibile anche aparteciparc alle contrattazioni qualora nes§ull compoflente del direttivq se la senta di portare avanti un argomento così antipopolare
Ftancesco Catta Staz. Fot le Alà dei Sardi
pi attivi risultano essere molto più intensi e potenti delle
stesse
piante che crescono, ad esempio, nell'Italia peninsulare.
Senz'altro
in passato nell'ambi-
to della civiltà contadina e pastorale sarda le erbe erano meglio conosciute ed uti\zzate, sot-
to forma di infusi, decotti, fumenti ed impacchi per curare sia gli uomini che gli animali. I1 moderno sviluppo tecnologico, disordinato, totaltzzante ed omologante de1la cosiddetta società dei consumi, hain gtan parte eliminato un patrimonio di conosceflze popolari più che millenario ma, come già detto prima, si assiste a vart tentativi di fecupero delle antiche conoscenze, parùTelameflte al rinnovato interesse per le culture "etniche" locali ed identità storiche ancestraLi.
Le piante medicinali della Sardegna hanno una distribuztone dal
livello del mare alle cime dei monti più alte, dalle zone piu adde e secche a quelle più umide e fresche, interessando globalmente tutta l'isola, con le limitaziori legate alle abitudini e alle esigenze delle diverse specie. Di recente è divenuto oggetto di grande interesse (anche negli USA) una pianta molto diffusa nella nostra isola, caratterizz^ta da grandi proprietà medicamentose ed officinali: I'erba di San Giovanni o Iperico, classificata da Linneo col nome latino di Hypericum perfontum. L'Ipetico è una pianta erbacea perenne della famigha delle Guttiferae, alta citca20-80 cm., molto diffusa in tutta l'isola dal livello del mare fno alTe-zone di alta montagna, essa predilige i terreni ben esposti al sole e la rjtroviamo nei prati aridi, nelle boscaglie, ai bordi
dei boschi, nei campi incolti, in luoghi asciutti erbosi, vicino a.lle siepi e sui cigli dei campi coltivati. Ptesenta un fusto efetto e legnoso alla base con foglie opposte, fiorisce in Sardegna da maggio fino ad agosto, mostrando fiori di colore giallo oro posti alla sommità dei tami. Il frutto è costituito da wna capsula triloba la quale se schiacciata produce un liquido di un colore rossastro intenso. Alcuni autori fanno derivarc la parolalperico dal greco yper (sopra) ed eicon (tmmagine), forse intesa nel senso di spettro, fantasma, dal cui significato si rar,rrisalaftaùzionale magja della pianta.
Nel giorno di San Giovannt Q4 gugno) subito dopo il solstizio d'estate, simbolo di poteri solari di luce e calore, l'Iperico brilla coi suoi {tonalmassimo dei suoi poteri curativi. Nei tempi passati in alcune regioni europee le ragazze ne intrecciavano corofle e chi ballava attorrio al fuoco di San Giovanni doveva portare in capo una ghirlanda chtamata appunto la cororra di San Giovanni. Durante questa notte si gettavano pezzi della pianta ftorrta in acqua e le rugazze vergini cercavano di indovinate in base alla rifroÀtura dei fiori secchi se si sarebbero sposate nell'anno a venire.
Sempre nell'antichità l'Iperico era noto col nome dt Cacciadiavoli perché dTontanava gli spititi malefìci e r,'uole la leggenda che il diavolo avesse tanto in odio questa plafltà al punto di cercare dt neutraltzzaila mangiandone le foglie, ma dovette desistere da tale proposito À caùsa del suo grande "potere solafe". Rimasefo a "testimoflianza"
di quei morsi delle piccole cicatrici owero quei piccoli puntini rossi che si possono inffavedere guardando le foglìoline in controluce, i quali spiegano anche la denominazione scientifi ca " P er fo ratlm", cioè buchetellato.
L'Iperico è utshzzabtle in infuso, ma è anche molto efficace sotto formadi tintura. L'oleolito ('olio di San Giovanni) è un vero tocc s na per le ustioni e le scottature della pelle, per le piaghe e per le ferite, ma non solo, anche per le lesioni da sforzo, gli strappi muscolari e glì sdramenti tendinei. Assunto per via interna possiede una valida azione sedativa ed analgesica a tal punto da essere indicato per chi soffre di mal di testa dol'uto ad un eccessivo nervosismo o tensione, per le insonnie ed addirittura si rileva effi.cace per combattere gli stati ansiosi e depressivi. Sempre per via interna si dimostfa un buon rimedio per cufare l'asma ed altre patologie dell'appatàto respiratorio, dando prova di essere un efficace balsamico ed antiflogistico. Sono da ùltzzarsi per uso tera-
peutico le sommità fiorite della pianta (fiori e foglie), la c,i nccolta dovrà essere effettr:ata possibilmente in una bdla g1ornata di sole estiva, per beneficiare al massimo dei suoi principi attivi. Essendo una pianta molto diffusa in Sardegna, dal piano fino al monte, senza pàticolari esigenze di substrato, sarebbe interessante un suo sfruttamento a livello piccolo industriale, sia per quanto nguarda la prcparazione di rimedi medicinali (erboristeria), sia per ciò che concerne il campo della fitocosmesi (ozioni per il viso e per la pelle) e per quello della liquoreria.
di Sebastiano Caooai
Sisine Ca"LaI---u.na l'ultirna \ zilderl:t-e s s -I Ca"La
Descrizione dell'entusiasmante itinerario costiero che, passando sulle alte falesie della selvaggia e dirupata costa del salto comunale di Baunei, unisce Cala Sisine a CaIa Luna. I rrampicandoci suglì alti ba -f \sroni calcarei, scendendo dietro le precipiti forre che si lanciano sul Tifreno, ripercorendo antichi ffattùfldei carbonai ed atditi sentieri pastorali ormai i disuso da decenni, ci immetgiamo nel profumo della macchia medtteranea, dei boschi di ginepro
e del mare color smeraldo che solo in questi luoghi emanatanta suggestione. Tanto che la fatica necessarta alla sua realtzzazione svanisce sotto l'effetto inebriante delle visioni mozzaftato che ci accompagnano.Tale fattca, con l'opera conclusiva, è dedicata alla memoria perenne di Agosuno Sogos, la cui prematura scompafsa nell'estate 1,997,ha
lasciato un vuoto incolmabile nelle persone che hanno avuto la fortuna di conoscedo. Nel ricordo della sua grande passione per le aree catsiche è stata partotita l'idea di percorrere questo lembo d'Ogliastra con un temerario sentiero. La prima esplorazione compiuta nella pflmà-verz- del 1 996, con Agostino, Franco e Sergio, aveva subito evtdenziato le difficoltà di attraversamento di questo
tetritorio cata.tterizzato
da comun'orografia plessa di imponenti falesie, forre, aggrovigliata e
burroni e strapiombi. Forse senza l'impulso emotivo
causato dalla sua mofte, non avfemmo mai concluso quest'opera che ora perpetuerà in noi la sensazione di avedo ancora vicino mentfe percorfe queste balze rocciose. Sinora la possibilità di raggiungere Cala Luna da Cala Sisine era legata ad un'antic a mulattieta (tracciata dal Club Alpino ltaltano e fistfuttvrataper una buona parte dal comune di Baunei) che spingendosi nell'entroterra sino al solco vallivo di Badde Lupiru, permette dtaggyare le difficoltà
sentiero raggiunge prima Cuile Girove Mannu, splendido esempio di arcaica architettuta pasto-
di un percorso
(senzaconsiderare il percorso di awicinamento a1le calette), con
costiero.
Rilevabile sulle catte I.G.M., tale
rale (ertoneamerìte indicato come Cuile Saccederano), poi transita sotto punta Onamarra per discendere Badde Lupirucosteggiando Sedda Eranue lo stupefacente arco natuale denominato S'Atcchitteddu Lupiru, sino
a risalire il costone di
Su
Masongiu, bastione naturale della sottostante Cala e Lune. L'itinerario costiero ha invece
uno sviluppo di circa 800 Km
sulle carte come Bacu Orruatgiu.
dispensa (indicata dall'I.G.M.), e
Si perwiene all'incantevole Cala di Sisine salendo dall'abitato di
ripercorre per
"Gfotta del Bue Marino",
Baunei sull'altipiano del Golgo; una sterfata non agevole ci condurrà prima alla chiesettà campestre di San Pietro e quindi per 10 Km alf intetno del canyon di CoduLIa Sisine, con le sue imponenti pareti che a Serra Ovara ci sovrastano dall'altezza di 600 metri. Dal punto in cui si lascia una
dell'altimetro e della bussola. Dovendo attraYersare una Yasta
normale autovettura occoffe poco piu di un'ora per perveni-
evtdenziata dal C.A.I. Giunti ad un bivio a qùota 170, lo abbandoniamo per proseguire lungo la costa, salendo progressivamente fino a qt. 240 ove, tralasciando un'evidente mulattiera che risale verso l'interno, si attraversa in discesa una valletta affluente di Girove Longu, tra secolari e contorti ginepri fenici, per ativare in una panoramica sel1a rocciosa (qt. 200), posta sulla parte
regione completamente disabita-
re
terrninale della lama di roccia che
ta, potrebbe risultare oltremodo
alla spiaggia denominata dai conttafforti Punta Plumare, con-
pedcoloso avverìtufafsi senza le dor,-ute precauzioni. Nei periodi piu caldi è unle non lesinare con la scorta di liquidi, in quanto gli ambienu carsjci sono quasi privi di un'idrografta dr superficie e L'acqua è reperibile solo in paticolari grotte, come Sa Cattedina, ubicata presso Sedda Eranu, od in eccezionali risorgenze come quella di Bacu sa Ena, affluente della codula di Sisine, indicato
siderati come le più alte falesie dei Mediterraneo. Ci accolgono le stupende strutture del bar-ristorante in funzione periodo estivo, mirabilmente inserite tra maestosi carrubi ed edificate con pletra iocale e ginepro, a memoria dell'architettura pastorale del luogo. Tarattgli altimetri, il nostro sentiero si diparte da dietro la sttuttuta edificata sui ruderi dell'ex
precipita verso il mare sbatrandoci il passo. Qui una cengia rocciosa ci guida verso f interno (ovest), pet scendere sul letto di Girove Longu, arrivando su urìa piazzola dei carbonai; proseguendo sulla sx idrografica scendiamo verso il mare per cengie rocciose fino a qt.100. Voltandoci indietro verso la selletta rocciosa possiamo notare da questa prospettiva un caratferistico pinnacolo roccioso che sembra, per
superamento di 600 mt di dislivello in salita e altrettanti in discesa e puo essere escguito anche in se nso inverso. Il progetto si propone ad
un'escutsionista esperto ed av-
Yezzo a confrontatsi con i Supramonti. Egli ci richiede una buona capacità di coordinamento delle indicazioni fornite con
la lettura delf indispensabile tavoletra I.G.M., denominata
il primo tratto i
totnanti della
mulattiera
il candido colore e per la sua forma, un enofme pvpzzzo di neve che osserva divertito il nostro incedere.
Arrivati in prossimità della
anivare poco dopo all'unico punto da cui è possibile uscire dagli strapiombi di questa forra. Intuendo sulla sx idrografica una rraccia lasciata dalle capre, si ri-
forti
falesia, si riprende ufl'antica mulattiera che con un percorso parallelo alla costa (qt.140), ci
pendenze. giungendo subito ad un angusto passaggio
porta nel bosco di leccio e cedro licio sottostante il torrione terminale della dorsale rocciosa denominata Schina Interattas (indicato sull'I.G.M. con qt.323). Si ersa questo speldido bosco ^ttraY che ammanta tl, tratto terminale di Girove Mannu, costeggiando pareti incarsite ricche di anftatti e piccole grotte, sino ad un passaggio obbligato, qt.90, posto ue le due enormi torri di calcare indicate dall'I.G.M. con le quote 185 e 127. Qui una tortuosa mulattiera ci permette di scendere sul letro dell'ostico canyon di Sos Girovinos, racchiuso tra precipiti strapiombi e ^ppàrentemente invalicabile. Seguiamo il letto di questo paleofiume verso il mare, superando con l'ausilio di un tronco di ginepro un Piccolo salto di alcuni metri, per
confine tr^ zofle di Pascolo. Dopo avedo superato si prose-
sale
sbarrato con dei rami, antico
gue verso est per mitigare con dei tornanti la forte pendenza resa più malagevole dall'instabile ghiaione che stiamo risalendo. Continuamo asahre seguendo gli omini di sassi pet arrTvare ad una sella (a qt.230) dove rinveniamo una mulattiera che supera a quota 220 una splendtda franata e che si tuffa sotto i nostri Piedi nell'azzurro dei mare, per poi farci discendere con stretti tornanti nella gola che proviene da Punta Onamaua. Una volta sul fondo (qt.1B0) si risale verso f interno del dirupo fino ad intercettare il punto di risalita che, passando sotto una grotta utile
a suo tempo ha richiesto al sot-
toscritto mezza glornata di fatico sa esplora zione p er individuare il punto di attraversamento. Dopo Ia grotte si ridiscende verso la sella che sepata questo sol-
co ciclopico dal successivo che si diparte da Sedda Eranu (qt.205). Perdendo leggermente quota si arriva su uno sperone (qt. 180) e si scavalca agevolmen-
te questa gola rtcca di riPari sottoroccia con tracce di remota fueqtertazione umana (qt.21 0). Proseguendo ad una quota quasi costante si oltrepassa poi un
piccolo ceduo di leccio
e
corbezzoTo che sta lentamente riconquistando lo spazio sottrat' togli dalla scure dei carbonai che sino ad inizio secolo hanno sPogliato queste lande dal loro odginale marìto boschivo, lascian-
do in pegno una {rtta rete di rratruri che nella parte sopravwissuta al dissesto idrogeologico ed a17a
parziale ricrescita del bosco,
per un occasionale bivacco
costituisce aficot^ l'ossatuta viaria per gli spostamenti sui
(qt.250), ci consente di scavalcare questo ennesimo ostacolo che
Supramonti. All'uscita del bosco si risale leggermente (qt.240) per
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18
Cala Luna
Cala Slsine
ptoseguire perdendo progressivamente quota sino alla prossima valletta, con lo sguardo che spazia dal mare e dal Gotfo di
Orosei fino
all'estrema propaggine sud, il Capo di Monte Santo.
Si discende defltro la piccola valle lungo una ripida franata sino a ritrovare il sentiero (a qt.150) che ci riporta lungo la costa (a quota 1,70) e, scavalcato un altro piccolo letto di scorrimento idrico, si attraversa in orzzointale (a qt.12O) un rigo-
glioso cisteto punteggiato da piramidali ginepri. Ci troviamo ota ad agg1rare Le pendici est dr Punta Is Giroves (qt.120) immersi nella macchia mediterranea., per ridiscendere a Badde Lupiru, in direzione ovest, sul puflto indicato dall'I.G.M. con la qt.99,raccordandoci al preesistente sentiero che con rapidi tornanti ci pota prima sul costone di Su
Masongiu (qtJ,20) per poi ridiscendere a CaLa Luna. Dato che sono state pubblicate
mrglrara di immagini e versati fiumi di inchiostto per descri-
vere questo luogo, che è stato anche scenado delle registrazio-
ni di alcuni film
con ambiettazioni esotiche, mi asterro dalla sua descrizione. Voglio solo consig[arvi ancora di non dimenticate di lasciare uno spazio nello zatno per la macchina fotografi,ca: satebbe imperdonabile osserv arc 7' aglle corsa dei mufloni od il maestoso volteggiare dell'aqutla reale senza potedi immortalare.
diSiroVannelli
LJn rlorno, r-IIf- e-lbero, r-1rÌ c orì-t1rì-erì-te
-
L'uomo è Nino Anedda, di Orroli, il paese delle toverelle. L' albero ) nnz-Mirtacea è la Melaleuca armillaris Il continente è la grande Australta che, dai primi decenni del 1800, invia elementi della sua flora nelle aree caldo-temperate di tutto iI mondo, Europa compresa. /ì L
ominciamo dall'uomo; non ,i fida troppo delJe promesse della rinascita sarda e negli anni Sessantz Yag , al servizio di una impresa, nei vasti territori dell'Australia meridionale. Ha contatti con le autorità forestali locali, con le associazioni naturalistiche, si informa, capisce le affrnttà. ecologiche dei luoghi dove va ad operare. Si ripromette, infine, di riportare in pàttra, al suo rieritro, i semi degli alberi più interessanti. Ciò awiene nel 1970, con molti sotterfugi per evitarne 1a loro conftsca; a Cagltari le sementi sono consegnate alle autorità fotestali provinciali ed è così che esse al vtvato forestale Ba^rflYaflo gantinus, in attività da\1960. La specie, che risponde subito positivamente, èla Melaleuca atmillatis, aflcoràassente nel locale Orto Botanico, dove comu4que le poche'piante di Melaleuca arrtvate da tempo fl.on avevano avuto occasioni di fuga all'esterno. La sua chioma aggraziata e atrotofld^ta, 1e foglie lineariaghiformi rosmarin-oidi, le lunghe spighe di piccoli fiori bianchi tardo-primaverili, le non rilevanti dimensioni, la gtatuità delle concessioni, rendono ptesto popolare questa novità den-
,j la Melaleuca
armillaris.
drologica. Al vivaio forestale di Bagantinus spesso le scuole.se ne
rifomiscono per 1a tradizionale Festa degli Albgr7) rnà molti esemplari oggi si vedono anche nei condom ir-;^. Iniziaknerrte diffusa in provincia di Cagliari, oggi la Melaleuca ha conquistato ormai tutta l'isola, Pertanto sarebbe arnvato il momento di fare 1l punto sulla sua reale diffusione, tanto più che, stando alle dviste nazionah di giardinaggio, la Melaleuca è presente, in Europa, solo in Sardegna. Questo inventatiamento quantitativo, con eventuali approfondimenti tecnico-scientifici sulle possibili piantagioni di dlevante supetficie ed età, potrebbe coincidere con uria solenne cerimonia tendente a l"cordate Nino Anedda, morto ad Orroli
24
199J. Tale.gelebra?to.!e,è qtalu luspicata nElla pvntat4 fl e1l4 pbrica.giornaliqtica'iYqtde ;di,gQrnp", pubblicata l'8.Maggio de!397 su L'Unioqe S4rda, dove si proponeva anche la dedica del lungo viale del Vivaio Foresgale Bagantinus; l'impi2nto di Melaleuca armlllaris più. vecchio d'Eutopa, alI'emigrante verde. Confìdo che le Autorità forestali isolane vogliano rac,coglierc Ia pfoposta goinyolgendo il mondo della scuola, del lavoro e con il concorso delle autorità comunali. La Melaleuca arrnllfaris è stata b 4ttez zata " aLb er o d ell' emigrante" come si legge nelle pubblicazioni "Il verde di Cagliari'l del 1987, dove la specie ha ttoyato ampio spazio. 11
apr1lg.
diMarcoMelis
Antropologia
La trapa,rt-azion-e cfan_lca Sardegna"
1I3-
-
Nonostante iI suo isolamento geografico che la separa dal resto del continente,La Sardegna è stata interessata da una prattcalatgamente diffusa in varie pafil del mondo sin da)la preistoria. a trLpanazlone cfanlca ln vivo è l'unico atto operativo sul corpo umano di cui si hanno prove incontestabili nella preistoria , incominciando dalla fine del Neolitico (4.0005.000 anni fa) I primi rinvenimenti furono fattiin Francia,ma altre testimotianze si hanno da reperti rinvenuti in quasi tutta l'Europa, considerata come la tetra classica della trapanazione. Reperti extraeu-ropei si rit.ontrrrio nell'Africa Settenuionale, nelle isole Canade ed in Giappone; comune anche nel-
l'America pre-colombiana G.*, Bolivia) e tutt'ora la ffapanazione viene praticata da aIcune popolazioni attuali come
ad esempio i melanesiani (Sud America). Quale era lo scopo de17a trapanazione del cranio nella preistoria?. Secondo una prima ipotesi l'operazione sarebbe una przrt:.ca maglca per liberare dagli spiriti gli epilettici, gli idioti, i posseduti. Secondo un'altra teoria, quella più probab ile, l' atto operativo avrebbe costituito una vera e propria pratica medica, in quanto Ia sua diffusione coincide con la zone di utiltzzo della fionda, dell' ascia di pietra,, del boomerang.
A
seguito dei traumi che si po-
tevano verificare con i corpi contundenti appen citati, si rendeva necessaùala rimozione di frammenti ossei, o l'eliminazione di liquidi formatisi; in altri casi ancora si cercava di curare dei dolori interni. Se in seguito alla ftattura cratica i frammenti ossei compdmendo l'encefalo provocavano violenti dolori alla testa essi potevaflo essere rimossi mediante tta;pan zione, e forse da qui l'uso della stessa per qualsiasi dolore alla testa, quindi, se l'operazione viene fatta in vita si può invocate la ragione terapeutica.
E'interessante notare che molti degli individai trapanats., sulla base della cicatrizzazione ossea conseguente all'intervento chirurgico, sono sicuramente soprawissuti alf intervento per diversi anni, tanto da consentire, per alcuni, piu interventi Per quanto rrgtarda le tecniche sembrerebbero accertate due diverse metodiche di trapanazione: una consiste nell'incisione rettilinea di una superficie rettangolare che poi si solleva , l'alffa è il raschiamento della superficie ossea del ctanio da cui si ottengono aperrure circolari o ellittiche. Prima della trapanazione al soggetto viene inciso un lembo di
cuoio capelluto e ribaltato, quindi messa allo scoperto 1a superficie ossea da aggredire "il chirurgo" procedeva all' operaztone assottigliando l'osso con uno
strumento di pietta, sino allo sfondamento.
Molto probabilmente le emorragie che si verificavano in seguito a questo tipo di pratica venivano controllate o con la cautettzzazione (toccatura con stfì.rmenti aroventati) o con l'applicazione di sostanze con proprietà antiemorragiche (cenere, erbe
medicinali) . L' operazione ovviamente procedeva con cautela per evitare di lesionare le meningi (parte più esterna del cervello) e, concluso l'intervento, il lembo di pelle veniva riposto in sede ricoptendo il foro con matefiali suturanti, forse identici a quelli che ancota oggi vengono tlTszzal dai popoli di n tvr2- (un tempo chiamati popoli primitivr. E' possibile anche supporre che il soggetto subisse un qualche tipo di anestesia.
La Sardegna non è passata immune a questa tecnica, anzi ne costituisce una delle terre di ele-
zione. Sono presenti infatti tutta una setie di reperti ossei studiati, per la maggiot parte, presso la se-
zione di Scienze Antropologiche
presso il Museo Sardo di
Antro-
T aulera (Alghero-Sas sari). Da-
dell'Univetsità degli Studi di
pologia ed Etnografìa dell'Università di Cagliari. Un alrro reperto ampiamente descritto è I'esemplare cranico proveniente dalla nectopoli di Nuraxi-Figus (Gonnesa -Cagllari) datato ckca 3700-3500 anni
tazione: 1800-1600 a.C.. c. L'esemplare della grotta di Sisaia (Dorgali-Nuoro), l'uni-
Cagliari.
Il primo
caso riscontrato e stu-
diato in Sardegna èLa calva (cranio senza faccia) di un maschio
adulto vissuto nel pedodo nuragico ( 3500-1400 anni fa), Questo reperto fu rinvenuto nel 1933 in territorio di Seulo (1.{roro) con altto matertale scheletrico accompagnato a cocci nuragici in ùn grotta simile a1le Domus deJanas. La calva, contrassegnata dalla dicitufa "Seu1o M" presenta tre fori elissoidali disposti sul lato sinistro, di cui quello postedore più ampio degli altri due. L'esame radiologico permette di distinguere con grande certezza i diversi modi di riparazione ossea e di stabilire quafl-
to presumibilmente l'individuo cui apparteneva il cranio studiato è soprawissuto alla perfotazione.Infatti nei primi due fori, antedore e intermedio, vi è tessuto compatto di reazione ed attofno a questo ancofa. ùfla. zona di tarefazione ossea, le per'foraziori dovrebbero essere state eseguite contempor^neamente ed almeno qualche mese prima della morte . La terza petforazione, invece, deve essere stata eseguita non molto tempo pdma della morte poichè il tessuto reattivo è scarso e si nota urìa spugnosità nel tessuto osseo circostante.
Dalla descri zioni dei forami si può escludere che essi siano dor.,uti a lesioni traumatiche o a maLattte. Si tratta dunque di perfonzioni causate dall'uomo per mezzo di strumenti di pietra (probabilmente strumenti di ossidiana che si trova nell'isola). Questo esemplare è esposto
fa.
il
cranio presenta ben quattro ttapanazioni di cui tre furono eseguite nella stessa seduta chirurgica mentfe l'esame radiologico ha evidenziato che il soggetto soprawisse alf intervento chirurgico forse per un anno e più. Per concludere possiamo citare resti cranici paleosardi ff^p^nati in vivo, o con esiti di interventi chirurgici: a. Gli esemplari delle tombe 1 e 16 della nectopoli di Su Cru-
cifissu Mannu
(Sassari).
L'esemplare della tomba 16 presenta due trapanazioni. Datazione: 1 800-1600 a.C.. b. Il reperto della necropoli
co femminile. Datazione: 1800-1600 a.C..
d. Il cranio rinvenuto presso Perdalba (Satdara- C agliarr) . Datazione: 1800-1600 a.C.. B' consefvato presso il Museo Sardo di Antropologia ed Etnografta dell'Università di Ca-
gliari e. Gli esemplari ritrovati nelle Domus de Janas di La Crucca (Sassari). Datazione: incerta. f. Un cranio fortemente traum^tizz^to in una Domu de Janas della necropoli di Serra Crabiles (Sassari). Datazione: 2500-2000 a.C.. g. L'esemplare traumatizzato
nella gotta funeraria di Lu Maccioni (Sassari). Datazione: 3500-2700 a.C.. h. Cranio con ferita da punta nella fronte in una grotta di Is Aruttas (Oristano). Datazione: 3500-2700 a.C..
diFnncescoGioi*
S'Argr.a" '
T-ato d e c ttt s *d e cintgrttta
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Anche nelle campagne di Villacidro, in un ovile a pochi kilometri dal centro abitato, è stàta di recente individuatala presenza di questo temuflsslmo ragno. i vive ormai sempre più tito posteriormente, di colospesso nel terrore dr"zec-
che", "mosche killer", "zàflzare trgte", "mucche pazze" e "a,fg7e"... E' opportuno dare una giusta dimensione a ognuno di questi ptoblemi, perché diversamente si vivtebbe davvero nel panico. I rischi più comuni sono da attribuire alla puntutz dr zecche, che solo in alcuni casi, quando infette, possono tfasmettere all'uomo ù17 zoonosi: la "richkettsiosi". I rimedi, oltre naturalmente a quelli di natura medica (terapie adeguate), sono sopratutto di tipo org l'ttzzàttvo-strutt:urult (predisponendo mitate disinfestazioni e applicando la
Legge Regionale n.21. del 18.05.1994, sulla protezione
degli animali e istituendo l'anagrafe canina per combattere il randagismo). Per quelio che riguardal'Argia questa è comunemente nota fin dall'antichità. La specie nostrana, chtamata "vedova. flel,a", è un gtosso ragflo con addome globoso, appuri*
Medico Veterinaio A.S.L.
fe nefo pece, con ttedici macchie rosso vivo sull'addome. ,\bbastanza diffusa in tutta la regione meditertan ea, I' Argla è presente nell'ltalia centroinsulate, vive nei campi, dove costruisce ufia ragn tela ttegolare tra le erbe e i sassi e si ciba di grilli e dr altrt insetti. Per molte pefsone "fagno" è sinonimo dt " antmale veleno so". Ifl pafte è vero visto che è munito di ghiandole veleni-
gene, ma ben pochi r^gnl però sono realmente pericolosi per I'uomo. La peùcolosità dell'Argia è maggiore in ptossimità di case turali abbandonate o durante i lavori agricoli nei mesi estivi. I1 morso è poco dolotoso e passa quasi spesso inawertito; solo dopo qualche tempo iniziano dolori e crampi. E' vivo fra not il det^rrcot^ "patet to spizzulau dae s'At gia", pet indicare una pefsona dai movimenti nervosi, Nel passato vi è stato ^gttàtl un intreccio tr^ tl rcale latrodectismo (sintomatologia da
a
morso dell'Atgia) e un insieme di pratiche e credenze magico-religiose precri stiane, in cui afl pàrte essenziale del rituale è una sorta di frenetica danzz che può far rtcordzre lo stato dr agrtazione psicomotoria tipico delle persone motsic ate dall' Argta. Il numero di tali ragni nel nostfo teffitorio sicutamente è limitato e il pericolo può essere superato, una volta individuatili, disttuggendo sia i tagni con le ragnatele, sia le capsule contenenti le uova. Gli agricoltod e gli allevatori dediti zr lzvol estivi è opportuno che prestino attenzione alla presenza di questi aracnidi. Ogni anno varie centinaia di pefsofl.e sono morse dal Lacrodectus in tutto il mondo, causando vittime soltanto quando colpisce soggetti debilrtatr da altri agenti patogeni. Ma vista la ftequenza dei ragni e la relativa rarità di morsi anche in regioni densamente popolate è auspicabile un minimo dt attenzione ma non cefto un eccessivo allarmismo.
Foto di Ninni Matas
:4
diVeruFartis
E
Frundid.e sos fusiles! "(jettate
via i
fitcili ! "
Cazziadores, dspettade si polides, ogni animde chi est vivente: sun criaduras de Deus. Non l'ischides?
C acciatod, ri sp e ttate s e po tete, ogruanimaleuivente: sono cteatlre Ăš Dio. lo ignorate?
Rispettadelas ca arrichin s'ambiente, chi vivan in s'amenu mund'issoro ue los at creados s'Onnipotente.
Nspettateleperchè
Sun siendas chi alen pius de s'oro mundas sa natufa in dogni tampu addurchende s'anima e su coro.
Sono beni che hanno piu valore dell'oro trasformano ]a natua in ogni tametto rendendo dolci l'anima e il cuore.
Mirades sas turtutes de su campu, cando ca;ratan non pienam de consolu, eppuru las fetides che lampu.
quando
adrchisconol'anbiente che viuano nel loro ameno ove 1' O rnipo
mondo
tente le ha cteate.
O sseruate le tottorc del camy4
unmo
eppure le
ci
consolano,
feite come un frilmine.
Sa petdijeddas si pesan in bolu lughende de incantu su cdadu: ma nemmancu de issas azzis dolu.
Ir piccote penici si levatto in volo illuminando il creato d'incanto:
Sos coniglios, cufl alidu fatadu, cutren festosos in sa camineta, in sa paghe serena 'e su cunzadu.
I conigli, con alito fatato,
Ma faghides mediu e ma;fler^ de los ferite a ttaighimennr cun chentu isparos ch'assutcan
Ma fate il modo e tovate il sistema s'a.eta.
Morit sa selvaggina cun tofmentu, bois cun sos canes iscadenados los cazzitdes pro divertimentu.
ma neanche di queste avete pietĂ .
cotrcno
fe s to s i I ungo il sentiero,
nella pace serena del ptato.
di ferirli a tadimento con cento spati che solcano
l'ati*
Muore la selvagina nel tormento, voialxi coni cani scatenati li cacciate per divenimento.
In sos amenos campos ptofumados tespirades aria sana e pura, ma issos tuen in terr'insambenados.
N egli ameni campi yo fumati
Lassadelos currere in pastuta, liberos de campate in custa vida gosende sa belle'e sa flatura.
I-asciateli cortere nei pascoli, libeti di vivere in questa uita godendo della bellezza della natwa.
Cando ispuntat riende s'avteschida los carignet su sole cun lugote, e in mes'a sa campagfla ftotida dspettadelos sempre cun amore
Quand o s o rridente s p unta l' alb a li accarczzi il sole con la sua luce e in mezzo ai campi in frore
respfuate aila sana e puta, ma loro cadono al suolo insaguinati.
rispettateli semprc con amore.
Mores - aprile 1998
Ordinanza Regionale Antincendi
1
99
I
Dal1o giugno al 15 ottobre vige lo
SITIO DI EMUT PTNIGO1OSIIì di incendi per le zone boscate della Sardegna
in cui è sempre vietato l'uso dd fuoco Vetde: pedodo in cui si può essete atutorizzeti aÀ effetuate abbruciamenti Uherioi infotmazioni possono essete dchieste al Cotpo Fotestale (1678 - 65065) Rosso: periodo
Per le carcaofaie e !e altre colture agricole specialazzate, si possono effettuare abbrucciamenti a partire dal 1" di giugno e fino al 20 di luglio e dal 20 agosto al 15 ottobre, previa autorazzazione della Stazione Forestale competente e nelle ore che vanno fino alle 10 del mattino e dopo le 18 pomeradiane. llumerouGrilG ilei Gentri 0neratiui del Gor[o ]orcstale e di Uigilanza lm[ientalG. 1078 - 65065