30Natura in Sardegna

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Natura in Satdegfid Pèrod ico d'informa"ione

aftbi€ntal€ dell'ASS,FOR.ONLUS AssÒciazionè del {orpo FÒrestale della Sardegna Anno Xlll n.30 Reg.Trih CA n. 36 1 7 .11 .1995 Editore ASS.FOR.oNLUS

p9.2

ditariaie Salvatore Scriva

i.Jn nucvo ruolo per le Province su!la tuteia delle risorse iclriche Rocco Celentano

pg.4

Gestione e pr.spettive di sviluppo nrondiaie e locale delle acque lgnazio Cocco

p9.8

Quando ii fiunre fa paura. ll rischio idraulico nel bacino idrcqrafico del fiume Cedrino Sebastiano Bussalai

p9.24

La Sardegna e la desertificaziane Antonello Mele

p9.36

Condizioni del Lage Cedrino e relazioni < on ii ruo bacino versante

p9.42

Bachisio Padedda e Nicola Sechi

Direzione redczlone É

atflministrdzioné

Via La MaddalÉna,15 09]24 CAGLIARI

Céil34A47'17 997 naturainsardegna@ti§aali.it Ditettorc reswnsabile MarilEna 0runesu

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Gian PatriziÒ Mèlis §alvatore Scriva

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Per noir

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dimenticare Fabrizio Natalino Loi

Risorse idriche sotte rranee ed acquiferi carsici in Provincia d! Nuoro Francesco Murgia

p9.60

Qualità e dispcnibilità deile acque sotterranee e manitoraggi operativi: il progetto "Trichìnella" Mauro Chiesi

pg.68

ll geosistema carsico del Suprarnonte:

Luca Cossu Arthivio GGN Nuoro

Francesco

un laLroratorlo di educazione ambientale Murgia e Costantino Daga

p9.76

Cùardi n otrl ce di rcdazione Graziella Pitzalis

Glossario di particolari termini naturalistici

pg.84

Conla supervisiane del Doft Francesco Mùrgia Besponsabile TecniÉo Scientifi<o del Progetto PrùvincÌale "Le radicl.dell'acqua"

Progettografico e ì$Baginszione Morkey§tudio Cagliarj wwi,r.monkeystudio.net §t§tfipa

Ivlanoscritti,foto e disegni saranno restituiti su espressa richiesta degli autori.Tutti i diritti di proprietà letleraria ed artistica sono riservati. Si informa che i dati utilizati al fine della spedizione di questa Rivista, conten$i in elenchi conoscibili da chiunque, sono trattati a questo solo 6ne in conformità a quanto previsto dal D.lgs n,1 96 del 30/06/2003. Per esercitare i diritti (aggiornamento, cancellazione ecc.) di cui all'art. 1 3 scrivere a: ASS.FOR.Casella Postale50 09124Cagliari. PUBBIJCIIA curata direttamente.Tariffe inserzioni a colori (lVA lnclusa): pagina interna euro 1.350,00; doppia pagina euro 2.000,00; 1 /2 pagina euro 650,00; 1 /4 pagina euro 350,00; ll e lll di copertina euro 1,500,00; lV d i copertina eu ro 1 .800,00; posizione di rigore + 1 0%, m pia nti n quad ricrom ia com presi nella ta riffa, le tariffe si riferiscono ad una sola uscita. i

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Questo numero di NATURA IN SARDEGNA è realizzato per l'attività di informazione e sensibilizzaziotre ambientale nel quadro del progetto INTERREG lllA (Sardegna, Corslca,Toscana)'Balbuzard'- Provlncla dl Nuoro

GflAFICHE GHiANI MÒnasti{ Le

fotografie di intermezzo tra gli articoli sono di Gluseppe Mozzo, Francesco Pallmodde e GGN

Prdpie& ASS.FOR,ONLUS

Associa?ione dèl Corpo Forestale della SardÈgna

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Editoriale L,ACQUA

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per una nuova cultura dell'acqua. Salvatore Scriva

I-lacqua è vita, la nostra vita.

Partendo da questa considerazione, al punto che chiude la frase precedente potrebbe benissimo seguire la parola fine, discorso chiuso e concluso. Perché tutti teniamo alla nostra vita e tutti dowemmo difendere gli elementi fondamentali (acqua, aria e terra) grazie ai quali essa è possibile. I-larticolo 25 dellaDichiaraùone universale dei diritti dell'uomo specifica meglio f impoftarrza del concetto affermando che: "IJacqraè il più importante elemento necessario affinché a ognuno sia assicurato il diritto umano universale "a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere

proprio e della sua famiglia". Se dedichiamo un numero speciale della nostra rivista al tema delTavaTorizzazione delle risorse idriche significa che oggi intorno all'acqua si intrecciano molteplici questioni: - viviamo con difficoltà i nuovi cambiamenti climatici e la conseguente virulenta alternanza di fenomeni estremi; - perduranti periodi di siccità si succedono a violente e straordinarie precipitazioni; - in estate, grandi risorse di acqua vengono disperse per spegnere gli incendi, ma ancora più gravi sono le conseguenze delle forti precipitazioni su terreni denudati dal fuoco; - cè poi il problema degli inquinamenti agricoli, industriali e di quelli provocati dagli stessi agglomerati umani, le cui emissioni - rifiuti organici in testa - finiscono per ren-

irrutilizzabili acque di superficie e di falda. Bisogna riscoprire il valore prezioso dell'acqua, perché l'acqua non è più solo una risorsa naturale indispensabile alla vita delle persone e delle comunità. Nel mondo contemporaneo, particolarmente in quello industrializ-zato dove industrializzazione è anche sinonimo d'inquinamento dell'aria e delle grandi falde acquifere, determinate scelte politiche e stili di vita sono ancora ispirati al consumo indiscriminato, dere

perché si pensa che l'acqua sia una risorsa abbondante e inesauribile.

Nel Sud del mondo, invece, dove si devono affrontare i problemi di penuria, siccità potabilità, la risorsa acqua è zncoraun problema di soprawivenza.

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I-leducazione ambientale per sensib ilruzare.

Comportamenti e culture evidenziano la qualità sociale e antropologica delle nostre comunità e l'acqua diventa così il nostro marchio di qualità ambientale nel paese in cui viviamo. Ecco perché ha senso parlare di sensibilrzzazione e quindi di educazione ambientale, che non va disgiunta dalla conoscenza scientifica e dalle norme che ne governano l'utllizzo. Con l'apporto di esperti ricercatori, studiosi e politici abbiamo voluto includere, in questo volume, elementi di diverse culture, comprese alcune esperienze drammatiche dove la forza dell'acqua, mal governata, ha segnato e ridisegna la nostra terra.

Lo scopo

è far sì che

tutti, anche i ragazzi nelle

scuole, possano confrontarsi con gli elementi con-

troyersi che si celano intorno alla'risorsa acqua'. necessario promuovere, condividendo f impegno profuso dalf intera Amministrazione Provinciale di Nuoro e in particolare nel suo mandato dall'Assessore all'Ambiente Prof,, Rocco Celentano, una nuova cultura del rispetto e del risparmio

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di tutte le risorse ambientali. Utihzziamo bene quello che consumiamo, dall'acqua agli scarti dei nostri rifiuti, assicuriamoci di smaltire il tutto in una attenta raccolta differenziata. Pensiamo a1 risparmio energetico, favorendo 1'uso e

lo sviluppo

delle fonti rinnovabili ma anche ponendo attenzio-

utilizzo quo tidiano de gli elettro do m e sti ci. Risparmiare l'acqua si può e si deve, iniziando anche da utili accorgimenti da introdurre nelle nostre case, come i riduttori di flusso nelle condutture idrauliche o la buona prattca di chiudere il rubinetto quando ci laviamo i denti. Piccoli passi che però possono aiutarci nell'acquisizione della cons ap ev olezza dei cambiamenti che è opportuno adottare per la valorizzazione di una risorsa importante come l'acqua, prima che diventi per tutti: "il problema acqua". ne

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Un nuovo ruolo per le province sulla tutela delle risorse idriche Rocco Celentano

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Urbonistica ed Energia dello Provincio di Nuoro i:ft

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A livello nazionale e locale, i problemi

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connessi all'utilizzo dell'acqua assumono una pluralità di sfaccettature che vanno dalla sostenibilità ambientale delle

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iniziative inerenti la gestione della risorsa

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vulnerabilità idrogeologica del territorio. ,,":;:::::,::::' l;1,

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Considerata la complessità delle tematiche in gioco, quindi,le questioni inerenti al corretto trtiliz.zo dell'acqua debbono essere affrontate nei termini di una pianifrcazione territoriale interdisciplinare, considerando il prezioso liquido come un "bene comune pubblico": infatti, è impensabile disgiungere le argomen tazioni relative al soddisfacimento dei fabbisogni idropotabili da quelle connesse alla necessità di trat-

tamento dei reflui, unbculata gestione delle acque immagazzinate nei bacini idrici superficiali con il razionale :utilizzo della risorsa in agricoltura e con i temi della desertificazione. A11o stato attuale, la Provincia di Nuoro è il territorio nel quale risultano concentrati i bacini artificiali d'accumulo idrico e, quindi, la maggior parte della "risorsa acqua"in Sardegna. Inoltre, condizioni altimetriche parti-

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colari, specifiche peculiarità climatiche e condizioni geologiche favorevoli avvantaggiano le aree interne del nuorese con una maggior efficacia delle

precipitaironi atmosferiche e con la possibilità di reperire imponenti bacini d'immagazzinamento idrico sotterranei d'importanza strategical è ilcaso delle acque di natura carsica celate nel contesto dei calcari del Supramonte e del Monte Albo.In tali ambiti geologici alcuni recenti studi hanno dato i primi confortanti risultati, che comprovano l'esistenza di risorse idriche sotterranee, di qualità organolettiche ecceironali, valutabili in molte decine di milioni di m3. La Provincia di Nuoro, quindi, può considerarsi ad ogni buon conto come il territorio ove awiare una nuova fase per i1 finanitamento di studi e opere finalizzate alla tutela, alla vzJorizzazione e a17a gestione integrata delle risorse idriche. Qresta esigenza rppare ancor più stringente analizzando gli accadimenti dell'ultima crisi di disponibilità idrica, quando le comunità provinciali hanno dato prova di un grandissimo senso di solidarietà non apponendo ostacoli alla derivazione di grandi quantità di risorse idriche dbttima qualità dagli invasi delle montagne della Barbagia verso le popolazioni del cagliaritano. Le montagne della Barbagia e delle Baronie come terre dispensatrici di risorsa idrica, la Provincia di Nuoro come ente che tutela e vùorizza la risorsa idrica: mentre la prima prerogativa è data dalla natura geologica e

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geomorfologica dei nostri territori, il secondo aspetto necessita di una specifica concert:a:z-;tone e di norme che sanciscano il ruolo degli enti deputati alla gestione delle risorse idriche. Qrest'ultima prospettiva è già contenuta nelle norme della legge n"9 del 2006 sul "Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali"che al Capo II, art. 5 rcomma 33, recita: "Spettano alle prooince funzioni e compiti che riguardino vaste zone interco-

rnunali o l'intero territorio prooinciale nell'ambito delle seguenti materie: a) difesa del suolo, tutela e oalorizzazione dell'ambiente e prevenzione delle calamità;

b) tutela e aalorizzazione delle risorse idriche ed energeticbe

".

Ma tale conferimento di responsabilità, cozza inevitabilmente con il concetto di'Ambito lJnico", il quale pre-

vede l'attribuzione delle competetze gestionali sulle risorse idriche ad un ente centralizzato a livello regionale, nel quale le province non pare abbiano ruolo. Seguendo queste prospettive di riassetto normativo, quindi, alle province viene lasciato lbneroso ruolo di "difensore" del bene acqua mentre le problematiche relative alla gestione, e le relative attribtzioni frnanziarie, sarebbero attribuite ad altri. I-l obiezione appzre scontata: chi paga gli oneri connessi alla tutela ed alla vaTorizzazione delle risorse idriche? La questione'Ambito lJnico" appare, in questo senso, come un forte impedimento ad una gestione integrata del patrimonio acqua. E sempre piir

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necessario risulta, quindi, rimodulare tentativo di gestione centraJizzata

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delle risorse idriche per sub-ambiti territoriali, dove anche le province trovino una giusta collocazione, un

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ruolo specifico e la possibilità d'accesso aifinanziamenti utili ad espletare le proprie competenze. Le favorevoli condizioni territoriali sopra esposte, d'altro canto, impongono agli amministratori della cosa pubblica una particolare attenzione riguardo le tematiche di gestione e salvaguardia del "Bene Acqua": 11Poter disporre di una risorsa potenzialmente abbondante, infatti, consegue la necessità di dotarsi di un apparrato di monitoraggio ambientale finalizztto ad attribuire funzionalità operativa anche al sistema di vahtzzione della vulnerabilità della risorsa idrica. Per ottemperare a questa esigenza, e in ossequio alle competenze in materia di programmanone e coordinamento attribuite alle Province, nelle norme d'att,taLzione del Piano Territoriale di Coordinamento sono stati individuati i campi di ricerca ambientale, definiti rpecifici targetdi monitoraggio e sancito il ruolo della Facoltà di Scienze Ambientali di Nuoro quale ente operativo nel territorio in materia di salva*ardia del patrimonio idrico. Tia gli i"terventi specifici sul territorio è prel'allestimento di un impianto di "isto n,odepurazione per il trattamento dei r.flui e I'aggiornamento sistematico d.l catasto degli scarichi già Presente ..gli archivi cartografici e nei databa." del Sistema Informativo Territo-

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riale Provinciale. A tal proposito sono già state awiate le necessarie interlocuzioni con i responsabili dell'Università di Sassari e, in particolare, con il Prof. Nicola Sechi e con il Prof. Sergio Vacca che daranno coflcretezza dle iniziative con la stesura di specifiche progettualità operative complete dell'analisi sui frnanziamenti nece s s ari. Le scelte programmatorie, una volta approvate dagli enti locali presso i quali sono attualmente in discussione, consentiranno non solo di controllare la qualità di un aspetto ambientale importante qual è l'acqua ma anche di andar oltre il concetto di"emergenzi', utilizzando la qualità come primario elemento di valore aggiunto in qualsiasi proposta economica territoriale. A tal proposito, e in conclusione, si riporta un passaggio tratto dai contenuti del Piano di Coordinamento Provinciale di Nuoro: "... esiste ed è concreta la possibilità di approavigionare, oltre alle popolazioni locali, anche buona parte del sisterna ricettioo turistico prooinciale d'acqua sorgioa. Per un territorio che si connota per la sua spiccata r.talenza ambientale, qual è la Prooincia di Nuoro, il poter dispone di una risorsa idrica abbondante e di qualità eccellente assurne il ruolo di un potentissimo elemento di rnarketing territoriale". E non sarebbero tanti i competitori presenti nel mercato turistico che potrebbero afermare nelle proprie offerte territoriali "... dai nostri rubinetti sgorga acgua minerale".


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Gestione e prospettive di sviluppo mondiale e locale delle acque Dott.lgnazio Coccol

Le risorse idriche presenti

nel nostro pianeta. L'acqua è fondamentale per qualsiasi

organismo vivente: uomini, animali e vegetazione devono la loro esistenza alla presenza di questo prezioso elemento. L'acqua è vita; senza di essa, infatti, il nostro

pianeta sarebbe disabitato.

La maggiore quantità di acqua presente sul nostro pianeta, il 97.2o/o, si trova nei mari, ma la sua concentrazione salina non ne consente il consumo. Le acque dolci, invece, rappresentano solamente il 2.8o/o,11 70o/o delle quali non può essere rtllizzato a causa dell'umidità del sottosuolo e perché localizzato nei ghiacciai dei poli e nelle falde sotterranee troppo profonde. La percentuale di acqua dolce 1

. Dipendente ABBANOA SPA ex ESAF. Ha pubblicato "Le nuove politiche per l'acqua e la Sardegna"

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che può essere impiegata e sfruttata, quindi, si aggira intorno all'Lo/o,owero 1o 0.007%o dell'idrosfera (il volume di acqua presente nell'idrosfera è valutato in 1.400.000.000 Km3) (Joseph Amougou, Acqua bene comune dell'umanità, 2002, p. 162). La scarsità di acqua determina due problemi: f. il ciclo naturale fornisce l'acqua in quantità fissa a livello planetario, per


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landa, Islanda, Congo. (Joseph Amou-

cui il volume non cambia;

2. il volume totale dell'acqua

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viene distribuito in modo uniforme, ragion per cui le risorse idriche di ogni area dipendono dal clima, dal livello delle precipitazioni, dalle condizioni territoriali (foreste) e dall'eflusso terrestre. La distribuzione diseguale, fatto assolutamente naturale, dipendente soprattutto dal clima, comporta, dove le risorse sono scarse, maggiori costi economici di investimenti e di gestione come nelle zone aride dell'Africa, nel Medio Oriente, nell'Asia Meridionale. Esistono quindi regioni dove la piovosità è alta, permettendo così uriagricoltura fiorente, e regioni invece in cui è scarsa e costringe a77a realizzairone di pozzi e alf incanalazione dei fiumi per l'irrigazione dei terreni a scopi agricoli, facendo aumentare inevitabilmente i costi di produzione. Nove Paesi si dividono il600/o delle risorse idriche naturali del mondo, calco-

late in miliardi di metri cubi all'anno: Brasile, Russia, Cina, Canada, Indonesia, Stati Uniti,India, Colombia, Zure. I restanti Paesi possono disporre e dividersi solo il rimanente 40o/o. Relativamente a quest'ultima percentuale, vi sono nazioni le cui risorse rinnovabili sono inesistenti, soprattutto in Paesi piccoli o aridi come il Kuwait e il Bahrein; e ancora, regioni dove le risorse sono insufficienti per il fabbisogno come Malta, Singapore, Libia, Giordania, Cipro, Arabia Saudita ecc.; altri Paesi, invece, in cui le risorse sono abbondanti come Norvegia, Nuova Ze-

60-161). Oggi circa 1.400.000.000 di Persone non usufruiscono di acqua potabile; se la situazione non cambierà, si stima che nel 2025 qtesto numero potrà salire a 3 miliardi. 11 Sud del mondo è la regione maggiormente colpita. l80o/o del1e malattie presenti attualmente nei Paesi delTerzo Mondo è causato dalla non potabilità dell'acqua e dalla mzncznza. di impianti igienici; il9}o/o delle acque reflue (industriali e civili) viene scaricato senza subire alcun genere di trattamento e il 5070 dell'acqua potabile viene sprecato per dispersioni e carenze degli impianti di distribuzione. Abbiamo accesso solo all'1%o delle riserve idriche, quantità che sarebbe sufficiente ad alimentare il doPPio o persino il triplo della popolazione mondiale attualmente esistente, se ttilizzatz in modo razionale e nel rispetto dell'ambiente. La quantità d'acqua dolce disponibile pro capite, dal 1950 il,7995, è diminuita da 17000 a 7500 metri cubi. Le cause? Desertificazione, siccità, impoverimento delle falde sotterranee, inquinamento, salinizzazione degli estuari, f instabilità climatica determinata dall'effetto serra e dalla distruzione ambientale. Purtroppo, la distribuzrone ineguale del1a risorsa idrica conferma che nel )O(I secolo si continuerà a morire per maLncatza d'acqua. Attualmente, ogni gou, 2002,pp.

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anno muoiono nel mondo quindici milioni di adulti e sei milioni di bam-


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bini a causa della manc nza. o della contaminaztone dell' acqua. Il 40o/o della popolazione del pianeta, due miliardi e 400 milioni di persone, non dispone di adeguati impianti igienici e la conseguenza diretta di tutto ciò è che ogni anno 2 milioni e 200 mila persone, di cui 6000 bambini, muoiono a causa di malattie legate alla scarsa igiene. Secondo i calcoli delle Nazioni Unite sarebbe sufficiente investire anche solo il 40/o delle spese relative al comparto militare nel mondo, per migliorare e risolvere qualitativamente il problema delle risorse idriche. Ciò dimostra che, nonostante l'acqua sia un bene dell'umanità non è un diritto del quale tutti si possono alrralere, soprattutto a causa della mancanza di un rapporto di solidarietà e cooperaitone a livello internazionale, frutto di un comportamento culturale che fa prevalere la competitività rispetto ai valori e alla dignità degli uomini. Negli ultimi 40 anni i consumi idrici si sono triplicati a causa della crescita demografi,ca e della produzione nei diversi settori. I1 settore agricolo è quello che maggiormente si awale de1la risorsa idrica con un tilizzo pari ù 7}o/o,mentre all'industria è destinato 1120o/o e ai consumi domestici e di svago il restante 1070. Si prevede che nel 2025 la,popolazione mondiale aumenterà di 3 miliardi e ciò dovrebbe provocare un incremento della domanda del L0%o in agricoltura, de|20o/o nelf industria e del 70o/o negli usi domestici.

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'Anche se rinnovablle,grazie al suo ci:i.i:il::i.::. ::aÉ clo naturale, questa risorsa non è ine- ];.rir::li ;:tltiil.,.:,ti: sauribile: gli esperti prevedono che le 1t,,91.,its+,1È acque superficiali saranno consumate entro il 2700 e che tutta l'acqua del- :li: ,ri.ll,Ì:r": tj r:ìir'i..lìr--ril:ir.:i:,J la terra disponibile nel ciclo naturale : ll i ; Ì:::ai tiia:t;tt,',$ sarà esaurita entro iL 2230" (Bouguer- .;1";1..r.1,.;tdti ra, Acqua: problemi e prospettive, :"rlil::.; 2001,p.6). Non vi è dubbio che di fronte a questi .,ìiÉ';,;;jli,rÈ '1;arìììinlil.;rtiÉ dati allarmanti per il futuro dell'uma- irrll:Ìli:,;,*,:.'.riii.inità e del nostro pianeta sia necessa:! rio anzittttto, senza alcun rinvio, che i :a:: :l:i.il:ilrr l:rillìii j:..' governi di tutti gli Stati prendano co- ,ilriil:il,l*:]: scienza della realtà, adottando tutti gli 'lt':rir;j1É strumenti necessari per un uso razio- !; ::':;: a :!i! nale e ordinato del1a risorsa idrica, in '1rii.ir:rl.i:1,r,1:ri ì:ì un contesto di solidale cooperazione. In secondo luogo, si dovrebbe diffon- ''i: :1:!; :t;arl dere f impegno per il rispetto dell'am- lì.r'l:':.:r.É:r;:;ì biente e dellècosistema, per evitare ''l:rii:::i:,ì:: ll;.llÉ irreversibili cambiamenti climatici e interventi irresponsabili dell'uomo ai til:a:i:r::!i:;i:irrijt danni de1la natura. ):!in Infine, è necessario che gli investi- ;11,ir';li,:1y'litlt .il menti operati nei settori agricolo, in- .t.:tj!..:.:: il :.-.1,i]:|1'r,,,'il|,-:; dustriale e domestico siano supportati : i; ìi!:aiti! :.i t:.t.: t:l:.|:.+ da strumenti tecnologici di alta qualità :riiiìil1,r-,;'i :;-i:liii ::,t:tlir;,;t:*i$ che consentano un uso efficiente delle r:r,::;;.,il,,..ri+Ì risorse idriche. :'l i

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Gli scenari futuri e le possibili guerre sull'acqua nel nuovo millennio.

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"I-lacqua promette di essere per il ven-

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tunesimo secolo ciò che il petrolio è stato per il ventesimo: il bene prezioso che determina Ia ricchezza delle nazioni" (Fortune: vedi Rivista Internazionale, 2002, n. 452).

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"Se le guerre del ventesimo secolo sono state combattute Per il petrolio, quelle del ventunesimo avranno

come oggetto del contendere l'acqua" lii:* (Vandana Shiva, Le guerre dell'acqua, iii::.:r:' Itiii 2003, p. 9). I-lacqua storicamente ha avuto un 'rlll ruolo molto importante perché è stata il;k il motore dello wiluppo delle grandi '!:ÌÉ:t:; :f-jli.kr civiltà, ma anche causa di grandi lotte t;iitil,,il i.rÈjiln per il suo uso e controllo.I-lacqua non ll:t:1, Ìttlit va vista soltanto sotto l'aspetto del iij!)rL it+;i.' rapporto sviluppo e ambiente; un ruot:::Iil: ';i:tii'r gioca il suo controllo e il i'i{,fi 1o decisivo illfilìi; suo uso per f importilfiza. che assume, ttì\lit: non solo per lavita della comunità, ma 1ji;:.il anche per la sictJd]ezz,a e stabilità interi:iilr,i. l!Ìrìl na nelle rclazioni regionali e interna'it:i,,!i zionali. lliiiii I1 problema dell'acqua ha dimensioni mondiali perché riguarda sia i Paesi sviluppati del Nord e sia i Paesi sotto ttÌtttlt sviluppati del Sud, con consegluenz,e ,jjiiil i:iìx#; i:rlllJ più disastrose per questi ultimi.

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Purtroppo un fattore Penalizzarfte è la diseguale distribuzione dell'acqua .nel mondo, fatto che si riflette sul fabbisogno idrico: sovrabbond anza' in un luogo; siccità e penuria in un altro; crescita economica e demografica in contesti regionali diversi e difficili. I conflitti sulle risorse idriche possono nascere da contrasti interni ai Paesi, dovuti a decisioni dei governi (gestione privata della risorsa), o da conflitti internazionali trz Stati che geograficamente condividono 1o stesso corso del fiume per il suo uso e controllo. Il controllo della risorsa idrica dà origine all"'idropolitica" e all"'idroconflitto".

Un elemento molto importante, oltre a quello militare, è quello geografico, perché favorisce

il

Paese che sta a

monte rispetto a quelli che stanno a valle. Infatti il termine "idropolitica" sta a significare che il Paese a monte ha una posizione diforza determinata dalla sua collocazione geografica, o1tre che dalla sua eventuale superiorità militare; ciò permette l'affermarsi della sua srpremazia e autorità sui Paesi che stanno a valle, che non Possono competere. Qresta situazione favorevole provoca a sua volta degli "idro-

conflitti." Gli "idroconflitti"si originano quando i Paesi a monte costruiscono grandi dighe nei fiumi, il cui corso attraversa diversi Stati, permettendo ai primi il totale controllo della risorsa idrica. I-lacqua, per 1o Stato che è privilegiato geograficamente e anche militarmente, diventa un obiettivo strategico che innesca situazioni di conflitto,le quali si risolvono con l'uso dellaforzaavantaggio del più forte. Anche la scarsità, la diseguale distribuzione e l'aumento incessante della domanda idrica generano gravi situazioni di confitto. Un altro elemento, fonte di contrapposizione tra gli Stati, è la supremazia regionale che viene esercitata o1tre che dai fattori detti prima, anche dallo squilibrio nel grado di wiluppo dei Paesi interessati. Qresto pone la necessità e l' trgenza di regolamentare la risorsa idrica con una legislazione intetnuziortale che vincoli gli Stati al rispetto di comportamenti condivisi e conseguire, mediante la coopetazio-

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per gli altri costituisce un fattore de- :l; .l.i::,:r.r,lr::r:.i flagrante" (ibidem, p. 257). .r1: .f::,; :,ll rì'{' :ì: j "Alcuni esempi di centri di tensione '.,+,1*li ,'iì::r, .-+ìr T awiati a diventare dei focolai di con- 'r''"il;ì:::i:::.::i :ì:i..r riìi:ìirìlìra: .:t'ìr:':::ltit].lij: flitti armati nel nuovo millennio, sono i:,ri; ::,5 l.{ . . ::.. :: stati messi in evidenza in una ricerca, ::p:::..1:,:11 i.,ijÉ ; ;; ;.;.;, 1;1-, presentata nel L994, sulle previsioni a ::l::l::,, j ii .. t:! !: t!..1):rtat! iì: aj::liiit' i.i livello planetario per iL2020: : : li:ti t::iì! .i:::1.:!.1::;:l - la diga sul Danubio di Gabcikovo, in ';lr;.1. ::1.::1.i' :,tr1l .i.li::,:Ìl!r,: riìil-_ _i'r

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Fìno a quando smo internazionale di controllo che obblighi e vincoli gli Stati al rispetto di un utlliz.zo equo e ragionevole dell'acqua che garantisca l'uguaglianza dei diritti tra gli Stati, sulla base di norme e principi sull'uso delle risorse idriche, i conflitti rischiano di rimanere senza soluzione.

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Le politiche mondiali ed europee sulla gestione dell'acqua. John Maynard Keines è stato uno degli artefici, nel7946, della costituzione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale; egli considerava queste istituzioni progressiste perché si ponevano lbbiettivo di alttare i Paesi sottosviluppati per farli uscire dalla povertà. Purtroppo questi organismi, oltre all'Ordine Mondiale del Commercio (chiamato più comunemente WTO), hanno agito e stanno agendo in modo opposto. Negli ultimi decenni il loro orientamento è stato per una gestione privatistica dei serwzi pubblici di interesse generale, come l'acquz, a favore delle multinazionali che vedono in questo settore la possibilità di conseguire lauti guadagni. Le motivazioni che spingono tali or-

ganismi internazionali e le multinanonali ad una gestione privatistica dell'acqua, con lbbiettivo di ridurre i costi aziendali e nello stesso tempo le tariffe, hanno ottenuto risultati opposti rispetto a quelli da loro Prospettati. Si sono verificati, infatti, aumenti consistenti delle tariffe,le quali hanno prodotto a loro volta elevati profitti, riduzione di personale e inefficienza nella gestione. Ciò ha provocato delle forti tensioni fra le comunità che non condividono tale soluzione, perché comporta eccessivi costi sociali.

Con l'aumento indiscriminato delle tariffe molti cittadini hanno dovuto subire finterruzione dell'erogazione ;:.i{:::::

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dell'acqua, mentre le multinazionali hanno incrementato i loro profitti. La B. M. e il EM.I., sostenuti dalle grandi aziende mtltinazionali, sollecitano i Paesi del Terzo Mondo ad abbandonare la gestione pubblica della fornitura idrica e a stipulare contratti con le grandi società dell'acqua, per poter cancellare i loro debiti. Ad altri Paesi come Cile, Argentina, Bolivia, per citarne alcuni, ha concesso dei prestiti ponendo come condizione la privatizzazione del servizio idrico. Non a caso in questi Paesi ci sono state tensioni sociali altissime, perché i cittadini non erano in grado dipagare l'acqua per l'aumento indiscriminato delle tariffe.

"secondo Fortune (vedi Rivista Internazionale, 2002, n. 452), gli utili annuali delf industria dell'acqu^ ùmmontano oggi a circa il 40o/o di quelli del settore petrolifero e sono già significativamente più alti di quelli de1 settore farmaceutico, oggi vicino ai mille miliardi di dollari. Ma solo il5%o delle riserve idriche è attualmente in mani private ed è chiaro che parliamo di enormi utili potenziali mano a mano che il problema dell'acqua si aggraverà. IJ operato di queste aziende in Europa e nei Paesi in via di sviluPPo è ben documentato: utili enormi, prezzi dell'acqua più alti, interruzione dell'ercgazione agli utenti che non possono pagare, nessuna trasparenza nelle operuzioni commerciali, scarsa qualità dell'acqua, corruzione" (Rivista Internazionùe,2002, n. 452). Ad Alexan-


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dra, comunità poverissima del Sud Africa, fogne, servizi idrici ed elettricità sono stati dati in mano ai privati e slacciati a chi non poteva permetterseli, provocando la diffi:sione di malattie come ilcolera.

Qresti fatti dimostrano che la privatizzazione dell'acqua non è la soluzione più efficace dal punto di vista politico, sociale, economico, etico ed ambientale. Il Comitato per il contratto mondiale dell'acqua ha redatto un manifesto sull'acqua il quale mette in rilievo la necessità di prevedere una quantità gratuita giornaliera per tutti come diritto alla vita, a carico della fiscalità e la successiva graduale tariffazione, s;Jla base dei consumi. I-lUnione Europea ha emanato la Direttwa 2000 / 60; lbbiettivo che si pone con questa Direttiva è di ottenere una gestione più controllata ed unitaria della risorsa idrica, coinvolgendo tutti gli Stati componenti dell'Unione, secondo principi comuni, in un lavoro di coordinamento e di collabo razione reciproca, per raggiungere una visione più generale ed approfondita della sifriazione ambientale-acquatica in Europa, e per dare risposte di insieme pir) incisive e adeguate alla soluzione dei problemi. I-lintento della Direttiva è di sviluppare e

potenziarel'tilizzo dell'acqua

e

di proteggerla quali-quantitativamente alfine di promuovere un uso sostenibile, anche di rilevanza transfrontaTiera, preservando gli ecosistemi acquatici e terrestri per salvaguardare

e sviluppare le possibili disponibilità delle acque delle comunità, allo scopo di migliorarne l'ambiente acquatico. Essa fornisce gli strumenti per disciplinare, migliorare e proteggere la qualità ecologica delle acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee, garantendo la conservazione di questa risorsa alle generazioni future e contribuendo, inoltre, amitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità. La Direttiva 2000/60 afferma: " I'acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri beni, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattùto come tale" (punto 1). Va precisato che questa affermazione non è coerente con altre Direttive che impongono agli Stati dell'Unione la privatiz.zazione dell'acqua, provocando effetti negativi. Infatti alcuni Paesi dopo gli evidenti fallimenti delle politiche di privatizzaztone hanno deciso (oppure stanno decidendo) di ritornare ad una gestione pubblica; fra questi ricordiamo: la Germania, il Belgio,la Francia,la Svena,l' Olanda, dove nel settemb re 2004 il Parlamento ha approvato una legge contro ogni forma di pùvatizzazione dell'acqua. D'altronde anche in Italia,la riforma

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del Servizio Idrico Integrato, intro- ,lj.lriiirìj;i:i :l. i.:;,,:11

dotta dalla legge 36/94, ha sollevato molte contestazioni, così come nella nostra regione, dove cè un dissenso generalizzato dei cittadini per gli effetti negativi che la riforma ha generato e sta generando.

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La globalizzazione ha posto la necessità di un nuovo ordine mondiale, e il dibattito, in questi anni, ha evidenziato la necessità di un cambiamento, in futuro, del ruolo dell'ONU (che ha promosso nel 2003 l'anno internazionale dell'acqua per affront are la problematica globale della crisi idrica nella quale versano più di un miliardo e mezzo di persone), sottolineando l'esigenza di riformarne e democratizzarne le strutture, riconoscendo la centralità e la legittimità del sistema delle Nazioni Unite, consentendo la partecipazione non solo ai governi degli Stati, ma anche alla rappresentanza della società civile e dei Parlamenti, per rendere più efficace e concreta la capacità di governo di tale organismo. Nel dibattito, il tema più ricorrente è stata l'esigenza di rafforzare, nel campo dellèconomia, gli strumenti di governo e di controllo delle Nazioni Unite per costruire un nuovo ordine politico ed economico, per affrontare e rispondere con maggiore efficacia alle nuove sfide che il

mondo globale pone all'umanità di oggi e alle future generazioni.

lnformazione e pafieciparzione dei

cittadini su un utilizzo corretto dell'acqua.

In futuro, per sensibilizzare i cittadini il ruolo della comunicazione e delf informairone intorno

sarà fondamentale

all'uso e al governo della risorsa idrica. La diffusione e la crescita generalnzata delTa cultura del bene acqua deve rappresentare un impegno importan-

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te delle istituzioni preposte. Qresto obiettivo può essere raggiunto solo Enti Locali e cittadini. 11 coinvolgimento di questi ultimi può essere orgznizzase vengono senslbilizzati scuole,

to mediante comitati o associazioni di utenti e consumatori per il confronto sulla gestione del servizio e per una pr o gr a;mmùzione

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artecip ata.

I-l educazione pre-scolastica e

scola-

stica, costruendo strumenti didattici efficaci, può rappresentare il punto essenziale di sensibilizzazione per una nuova cultura dell'acqua. Le varie amministrazioni, Regioni, Comuni, Autorità d'Ambito e gestori, possono, per uriefficace inform azione, realizzarc testi o cataloghi, che spieghino a tutti i cittadini le diverse problematiche a livello generale, e un decalogo in cui si individuino i punti per il risparmio della risorsa e la riduzione degli sprechi (ad es. in casa, in cucina, in bagno, sul balcone, in giardino, per l'automobile, in agricoltura, nelf industria, in caso di emergenzr- idrica). Ci si può awalere alf interno delle abitazioni di tutta una serie di soluzioni tecnologiche oggi in commercio, che, a parità, di confort e prestazioni, consentono la riduzione dei consumi. I1 decalogo e il confronto porterebbero a capire meglio i bisogni e le reali esigenze dei cittadini ed a favorire anche una crescente cultura e sensibilità del risparmio, con una maggiore attenzione ai consumi, che deve essere una assoluta priorità da parte delle istituzioni e dei gestori. La politica del risparmio idrico deve


essere mirata anche ad una razionale

e completa tutela dell'ambiente (un costo nascosto) derivante dal miglior sfruttamento di una risorsa limitata ed insostituibile. I1 cittadino-utente chiede soprattutto trasparcfiza e di essere parte sociale come strumento di integrazione e pafiecipazione attiva. Linformazione agli utenti deve essere finalizzata anche alla conoscenza delle tecnologie impiegate, del funzionamento degli impianti e della quantità e qualità delle acque fornite etrattate. Per un corretto risparmio è necessario sapere quanta acqua potabile consuma un cittadino al giorno e stabilire e modulare su questa base le diverse tariffe per categoria. Inoltre, il comportamento degli utenti deve essere il frutto di una libera scelta di coscienza e della consapevolez.za, del valore sociale dell'acqua e dell'ambiente, che genera a sua volta anche un beneficio economico diretto ed immediatamente percepibile. Spesso si ritiene che lo strumento tariffario sia l'aspetto essenziale per la riduzione dei consumi e degli sprechi. In questo contesto l'utente non sarebbe un soggetto attivo e partecipe del processo di risparmio della risorsa, ma un soggetto passivo condizionato da11o strumento stesso. Non vi è dubbio che la tariffa, organizzata su fasce di consumo, necessita di un adeguamento per una riduzione dei costi, purché questa venga ripatita tenendo conto dei criteri di equità e giustizia, e stabilendo soprattutto fa-

sce sociali

in

base alle quali modulare

le tariffe per favorire le classi più deboli. Per il risparmio della risorsa devono, quindi, assumere pari importanza sia l'informazione che la tarriffa, non sbilanciando verso quest'ultima la politica di contenimento, perché in questo caso i cittadini non capirebbero e non acquisirebbero una reale maturazione culturale. Tenendo conto che vi sono condizioni strutturali che determinano forti perdite nelle condotte e reti idriche, che variano daJ, 45 ù,70o/o a livello naironale, si corre il rischio di far ricadere esclusivamente sugli utenti tutti i costi di una simile situazione. È necessario pertanto individuare tutti g1i elementi che concorrono agli sprechi, sia quelli che derivano da cause strutturali che quelli derivanti dagli utenti, per intervenire dando ad ognuno il giusto valore. La riduzione dei consumi e lèliminazione degli sprechi passa necessariamente attraverso il miglioramento della manutenzione delle reti di adduzione e di distribuzione di acqua per qualsiasi uso, accompagnata da una corretta gestione della risorsa, pianificazione economica e sviluppo degli investimenti. lJna corretta politica tariffariadella risorsa idrica non può prescindere dalla considerazione che la disponibilità sufficiente di acqua è condizione indispensabile per uno standard di vita ragionevole: non è accettabile portare il prezzo a soglie tali da costringere


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l'utente ad una riduzione dell'u;ullizzo minimo per motivi economici. Inoltre, consumi idropotabili inferiori a determinati livelli di vita avrebbero consegoenze negative di tipo igienico che, a loro volta, si ripercuoterebbero in un aumento della spesa sanitaria a carico della collettività. In senso generale, Ia tariffa deve delineare un giusto rapporto tra servizio ed utente, affinchè si possano raggiungere consumi ottimali che portino ad evitare sprechi dal lato della domanda, ed inefficienze dal lato dellbfferta, il tutto nel rispetto delf integrità ambientale. Il gestore deve dotarsi anche di un regolamento del sewizlto idrico, nel quale si specifichi che l'acqua potabile viene utilizzata direttamente dall'utente, che si impegna a non farne un uso diverso da quello dichiarato nella domanda di fornitura; quest'ultimo, infine, deve adoperarsi in modo da raggiungere il massimo risparmio idrico. La mobilitazione e la presa di coscienza dei movimenti di pubblica opinione in merito alla risorsa idrica pei fortuna sta cambiando, e la volontà di riconoscere l'acqua come bene comune e sostenerne il diritto all'accesso stanno diventando principi fondamentali. E'indispensabile ribadire che oggi si pone con forzal'esigenza di una redistribuzione equa delle risorse, in primis l'acqua, per combattere e dare una risposta alle diseguaglianze causate dallo sviluppo del processo di globalizztzione.

Qresto avrebbe, invece, per conseguire superiori profitti, tutto f interesse a prtbblicizzare il maggior consumo allo scopo di vendere più acqua possibile, e nel contempo a contenere al minimo i costi di manutenzione e innovanone. È.orn. se la trìat facesse rèclame affinchè i cittadini usino meno l'automobile, dal punto di vista pratico, per ridurre f inquinamento atmosferico ed evitare la possibilità di incidenti stradali. Ciò per dimostrare atcora una volta tutte le contradd\zioni che ha evidennato la politica di pÀvatizzazione, di llberalizzazrone e di apertura al mercato della risorsa idrica che ha raggiunto, come dimostra la realtà dei fatti, obiettivi contrari rispetto a quelli che si intendevano perseguire.

Lariforma del servizio idrico integrato in Sardegna in applicazione della legge 36/94 e le sue implicazioni

In Italia è stata introdotta la legge 36/94 che si è posta lbbiettivo di superare la forte frammentarietà della gestione delle risorse idriche e di razionalizzare il confuso quadro normativo, esplicando alcuni principi molto

importanti sulla tutela delle acque. Altro aspetto fondamentale è la gestione "integratd' del servizio idrico, che ha costituito uno dei cardini della legge: consiste in una gestione unita-

ria dell'acqua idropotabile, delle fognature e depurazione con dimensioni territoriali molto ampie, per superare la miriade di Enti che gestivano questo servizio e raggiungere, dal punto


di vista economico, delle economie di scala (cioè più grande è la società. e più si riducono i costi di gestione). I-laspetto cardine su cui poggia la riforma è il concetto di equilibrio idrico per armonizzare e regolare la disponibilità di risorse fra i diversi usi (settore civile, agricoltura, industria), nonché il raggiungimento di un progetto unitario di governo del territorio e dei principi di salvaguardia ambientale ed

e rispondano a criteri di efficienza,efficacia ed economicità. È b"rr. precisare, per una maggiore comprensione, Ia composizione e il metodo di elezione dell'Autorità d'Ambito ripartito in sezioni, per

della sua

organizzazione.

loro delegati scelti con il metodo proLa Regione Sardegna, con L.R. 17 porzionale. ottobre '1,997,n.29, ha proweduto, in Il voto è suddiviso in tre sezioni, a seatmzione di quanto disposto dalla conda della consis tenza demografi ca. legge Galli, a legiferare in materia di La prima sezione comprende i Comurisorse idriche, istituendo il Servizio ni con popolazione fino ai cinquemila Idrico Integrato, individuando e or- abitanti; la seconda sezione annovera ganizzandor per l'intera Regione, un i Comuni con popolazione da cinqueunico Ambito Tèrritoriale Ottimale mila fino a trentamila abitanti;laterza (ATo). sezione è composta dai Comuni con I Comuni e le Province comprese popolazione superiore ai trentamila nell'A.TO. organizzano la gestione abitanti. del Servizio Idrico Integrato, costi- I-lorgano elegge al suo interno un Pretuito "dall'insieme dei servizi pubblici sidente e la giunta. di captazione, adduzione, distribu- La riforma del Servizio Idrico Intezione e depurazione di acqua ad uso grato ha evidenziato nel nostro Paese esclusivamente civile, di fognatura e limiti e contraddizioni che esaminedi depwazione delle acque reflue"; a remo di seguito, oltre alle difficoltà e tal fine costituiscono un Con sorzio problematiche che questa ha posto e obbligatorio, denominato Autorità pone per la sua applicazione.. d'Ambito, attribuendogli funzioni di Su alcuni contenuti,la legge Galli evipianificazione, programmazione, videnzianon poche perplessità di ordine gilanza e controllo dell'attività. di ge- concettuale, in quanto la stessa prevede stione del servizio stesso, applicazione di reilizzare un obiettivo, mentre nella della tariffa che deve essere unica per realtà ne persegue un altro. Vediamo tutto 1'ATO, nonché quella di affida- di analizzare quelli piir importanti rere la gestione del servizio idrico, sce- lativi ai "principi generali". gliendo, tra i possibili gestori, quelli lltalia, con legge 36/94, detta Galli che presentano le condizioni migliori dal suo promotore, ha intrapresa la efficienza economica.

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strada della gestione privatistica dei servizi pubblici, compreso il settore idrico. Infatti la stessa legge prevede che gli ATO possono afrdare il servizio idrico alle imprese mediante affidamento diretto o attraverso una gara a offerta pubblica nazionale o internazionale, affidando la gestione dell'acqua a quella società che presenta le

condizioni migliori. Purtroppo, molte esperienze hanno evidenziato che la collettività, con una scelta di tipo privatistica, ha sostenuto maggiori costi e ottenuto minori benefici. Inoltre,la realtà ha messo in evidenza che si privatizzano gli utili e si pubbli:t,,,in cizzano le perdite. i,''; Va precisato, comunque, che una gestione privata opererebbe in regime di monopolio e non di concorrenza. D'altronde la gestione privata dell'acqua sta diventando, ormai, un business importante per le lobbies economiche. Sono sempre piÌr numerosi infatti i grandi gruppi internazionali che si :;ii stanno specializzando nella gestione, H puntando, olviamente, ad un reddito ,,;;,:,, che nasce dall'aumento del1e tariffe. ,rlrl Molti, infatti, sono convinti che, con :i f introduzione del mercato, si possa :lt risolvere il problema dell'acqua e, nel iiil contempo, distribuire in modo effi.:iir ciente la risorsa; quest'ultima soluzio'''; ne avrebbe come'consegtJenza che, a :iji un dato prczzo, non tutti i consuma,..r tori possono acquistare il bene di cui ',r hanno bisogno. Infatti alcune privatruzazioni effettuate in ltalia, successivamente messe in discussione, hanno

dimostrato il contrario, provocando contestazioni popolari e problemi di ordine sociale. Riprendendo l'esame della legge Gulli, lart. 73 enuncia: la tariffa costituisce il corrispettivo del Servizio Idrico Integrato e deve gxantire " la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio", compresa l'adeguata "remunerazione del capitale investito". La. remtJnerazione del capitale altro non è che il profitto. La solidarietà non può avere alcun rapporto con il profitto, mz trz questi due tende a prevalere quest'ultimo. Anche lbbiettivo dichiarato primario dalla legge Galli, il risparmio idrico, non può essere compatibile con una gestione di tipo imprenditoriale: una riduzione di consumi, riferita anche alle risorse naturali, non si lega mai al profitto, anzi, induce a una riduzione degli utili delf impresa che di quei consumi vive. Mentre il comma 1" dell'art. 1, che si pone in netta contraddizione con l'art. 13, supera ogni attesa, stabilendo che l'uso dell'acqua deve awenire "secondo criteri di solidarietài': si dovrebbe ragionevolmente ritenere che questa affermazione costituisca una caratterizzazione di fondo de1la legge, che determina a monte una scelta politica ben precisa. Solidarietà significa soddisfare le necessità e i bisogni altrui e il criterio solidale imporrebbe non solo di rifornire l'acqua senza corrispettivo o con tariffa agevolata a chi non ha sufficienti mezzi economici, ma anche di trasferire parte delle risorse da un .i

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ambito piir ricco ad altri che fruiscono di ridotte disponibilità idriche. Se le parole hanno un senso, i termini scelti da1 legislatore non possono ritenersi casuali: la gestione solidale dell'acqua non si concilia, anzi è sicuramente incompatibile, con ilfine del lucro e del profitto di pochi. Tali scelte hanno generato nel Paese e in diverse regioni italiane molte con-

testazioni da parte dei cittadini che non condividono una simile strategia, perché ritengono che questa impostazione non raggiunge criteri di socialità e solidarietà per l'aumento indiscriminato delle tariffe che colpisce pesantemente le fasce più deboli. A questo si aggiunge, per conseguire maggiori profitti, una riduzione dei costi di gestione (diminuzione di personale, mancati investimenti e manutenzione degli impianti) che si riflette negativamente su una maggiore efficienza gestionale. Dopo aver fatto alcune considerazioni di carattere generale, affrontiamo in modo più specifico i problemi che la riforma ha provocato in Sardegna. T[tti siamo consapevoli della necessità di una riforma per superare la frammentazione nella gestione, ma quello che non si condivide sono le scelte adottate (privato invece di pubblico). I fatti di questi ultimi mesi ci danno ragione. Non si può non rilevare nella nostra Isola, che il gestore unico del Servizio Idrico Integrato, la nuova SpA Abbanoa, evidenzi gravi incertezze e contraddizi.oni nella propria politica

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aziendale. Tale situazione è stata determinata dal fatto che la riforma si è limitata ad un semplice accorpamento dei diversi soggetti gestori, mentre sarebbero stati necessari, invece, una programmazione e uno studio organizzativo e aziendale preliminare, coinvolgendo le comunità e chi per tanti anni ha operato in questo settore ed ha acquisito importanti esperienze e professionalità nella gestione e nella or ganizzazione aziendale. Sono evidenti a tutti, d'altronde, il

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dissenso sociale generalizzato e le forche hanno generato e

ti contestazioni

stanno generando fra le comunità gli aumenti tariffari e f inefficacie gestione mendale della nuova società, la quale scarica sugli utenti i problemi strutturali e sui dipendenti quelli organizzativi del s ervizi o. Le difficoltà che la Sardegna incontra nella gestione della risorsa idrica sono legate a problemi di ordine strutturale, come già ribadito, oltre che climatico. Su questi due aspetti voglio evidenziare alcrni dati per dare al lettore una idea più chiara delle problematiche in esame.

Per quanto riguarda l'aspetto strutturale si prendono in considerazione i dati del piano pluriennale di razionalizzazione dei costi di gestione e di esercizio 2001/2003 dell'ESAF (Ente Sardo Acquedotti Fognature). Si precisa che I'ESAF gestiva i due teritdelterritorio della Sardegna e che ha anticipato di 50 anni la legge36/94 sulla gestione del servizio idrico. I dati sul volume di acqua immesso,

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venduto e perduto nelle reti cittadine sono

i seguenti:

Totale volume immesso nelle reti idriche cittadine mc.103.058.661 Totale acquavenduta agli utenti mc.32.445.241 Totale acqua perduta mc.70.613.420 Dai dati riportati si evince che la quantità delle perdite d'acqua complessiva nelle reti idriche cittadine rappresentava il 690/o dei volumi idrici immessi nelle stesse reti (la situazione attuale non si è sostanzialmente modificata). A ciò si aggiunge che I'ESAF acquistava dagli invasi, gestiti da altri enti, l'acqua ad un prczzo superiore rispetto a quello di vendita. A1 contrario, Abbanoa rispetto al|ESAF si trova in una situazione di maggior vantaggio, in quanto applica una tariffa e costi fissi superiori, ed acquista l'acqua dall'ENAS, istituito con L.R. 6 dicembre 2006, n. 19, che gestisce tutti gli invasi della Sardegna, ad rn prczzo inferiore a quello di vendita. Ho voluto riportare questi dati per far capire al lettore che il deficit di bilancio dell'ESAF non era legato t problemi gestionali e organizzativi ma a quelli strutturali. Per quanto riguarda invece l'aspetto climatico, 1o studio idrologico superficiale della Sardegna, secondo una rico-

struzione storica degli affiussi (piovosità) e dei deflussi (portata dei fiumi) del periodo t986-2002, ha permesso di evidenziare che sulf intera isola una riduzione delle precip itazioni del 78o/o ha comportato una riduzione dei deflussi del 52-530/o; un'ulteriore diminuzione degli affiussi del5-7% farebbe aumentarela, flessione dei deflussi del 65-670/o, riducendoli di un terzo rispetto ai valori registrati nel periodo 7922-7975. Vedi Piano d'Ambito, cap. II, pp. 75/16/18/20. Llinstabilità climatica della Sardegna provoca, inevitabilmente, nei settori produttivi un limite allo sviluppo. Qresto ci deve impegnare, compreso il settore civile, ad un uso razionale e responsabile della risorsa per prevenire con maggiore efficacia eventuali crisi idriche. Ci sono due aspetti da prendere in considerazione: uno è la quantità. fissa di acqua, come già evidennato, che la natura ci fornisce ponendoci un problema di scarsità, il che deve impegnare tutti a risparmiarla ed r ttilnzarla nel rispetto dell' ambiente. I-laltro è quello qualitativo legato alf inquinamento delle risorse, causato dalle attività industriali che scaricano sui fiumi prodotti inquinanti, dalle attività agricole che rtTlnzano prodotti chimici per sostenere uriagricoltura

intensiva determinando, però, f inquinamento delle falde acquifere, e dai depuratori per uso civile che per la loro ineffi,cienza o mzficznz;a scaricano nei fiumi acqua non trattata, o ttattatz- pxzialmente. a

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Ciò fa emergere una palese contraddizione non si può chiedere ai cittadini di risparmiare l'acqua, quando vi sono altri che irresponsabilmente la inquinano, diminuendone la quantità da rtillrzzar e, accentuando ne la s carsità. Per concludere ritengo che la riforma doveva prevedere la costituzione di un Ente Pubblico Economico ripartito in dipartimenti: quello degli invasi, agricolo-industriale ed idropotabile; ciò avrebbe consentito una gestione integratl della risorsa nei diversi settori ed un miglior governo della complessa struttura acquedottistica regionale. Un governo unitario della risorsa permetterebbe di reaJizzare un monitoraggio costante ed esaustivo tra disponibilità e fabbisogno e una definizione più razionale dei modelli di gestione. Qlesto consentirebbe di raggiungere un quadro di riferimento che leghi la fase di pianificazione a quella di gestione, per una migliore razionalizzazione delle competenze dei diversi soggetti gestori, inoltre permetterebbe di ottenere un punto di riferimento certo sia per l'autorità di bacino (per le molteplici competenze che gli sono state affidate) che per l'Ente Pubblico Economico, consentendo una programmazione e una migliore gestione della complessità regionale. A1 contrario, una frammentazione della gestione nei diversi comparti difficilmente può raggiungere gli obiettivi sopra esposti. Possiamo affermare, quindi, che di fronte agli scenari che si prospettano per il futuro un ruolo importante

giocano i governi per un uso razionale della risorsa nel rispetto dell'ambiente, perché l'umanità di oggi, superando gli egoismi, ha il dovere morale di garantire le stesse risorse alle future generazioni, le quali hanno il diritto di avere le stesse opportunità di vita dell'uomo contemporaneo.


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Quando il fiume fa paura. ll rischio idraulico nel bacino idrografico del fiume Cedrino lng. Sebastiano Bussalai Consorzio di bonifico dello Sardegno Centrole di Nuoro

Premessa Per i territori che si affacciano lungo le sue sponde il fiume Cedrino, oltre che fonte di ricchezza per aver consentito 1o wiluppo di attività agricole e de11'a1levamento, è sempre stato una costante fonte di pericolo per sue catastrofiche

esondazioni. Ciò è particolarmente vero per il territorio de1la bassa Baronia, parte terminale di un bacino idrografico che complessivamente si estende per circa 1.100 km2 e con un corso d'acqua caratterizzato da" un regime idrologico di tipo torrentizio, caratterizzato da piene improwise e violente nella stagione autunno-invernale e lunghi periodi di magra in quella primaverile-estiva. Se, dunque, negli ultimi 50 anni sono state realizzate numerose opere che hanno contribuito a rendere meno pericoloso il fiume, fra tutte la, retlizzazione della diga di Pedra'e Othoni, ancora notevole è il rischio di inondazioni nella piana di valle soprattutto in occasione di precipitazioni particolarmente intense come quelle che si verificarono, solo per citare le ultime, nel dicembre 2004, nel gennaio 2006 e nel dicembre 2007. 11 presente articolo è volto ad illustrare la particolare situazione di rischio da alluvione nel bacino idrografico de1 fiume Cedrino e gli interventi da porre in essere per una corretta gestione idraulica del territorio.


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rilA)rtx

Ilbacino idrografico del fiume Cedrino. In termini generali per bacino idrografico si intende quella porzione di territorio che, a causa della sua conformazione orografica, raccoglie le acque meteoriche verso un solco d'impluvio dando origine ad un corso d'acqua. Esso differisce dal

bacino idrogeologico in quanto quest'ultimo non considera il solo deflusso di acque superficiali, ma anche il flusso di quelle presenti nel sottosuolo. Il bacino in oggetto, per estensione il quinto della Sardegna, è situato nella parte centro orientale delf isola e si estende interamente in Provincia di Nuoro.lasta fluviale ha una ltnghezza di oltre 70 km e drena uriarea che si estende per circa 1090 km2.

Figura

1:

bacino idrografico del fiume Cedrino

Il

corso d'acqua è interrotto in agro di Dorgali dalla diga di Pedra'e Othoni, il cui scopo principale è quello di laminare le piene del Cedrino. Un secondo

costituito dall'unione di tre sottobacini indipendenti: l'Alto Cedrino, il rio Sa Oche e il rio Flumineddu anche se, trattandosi di un territorio in

invaso, da destinare prevalentemente a

parte carsico, f indipendenza non può dirsi certa per quanto riguarda i bacini idrogeologici. A valle della diga il principale afluente del Cedrino è il rio Sologo mentre fra gli afluenti minori possono citarsi il rio Taddore e il rio Santa Maria.

scopi irrigui, è invece in fase direalizzazione in località Cumbidanovu, nei pressi dell'abitato di Orgosolo. La porzione di bacino sotteso dalla diga Pedra'e Othoni ha un'estensione complessiva di circa 625 km2 ed è


Le piene del fiume Cedrino di Pedra'e Othoni.

In

e

la

figa

di eventi di pioggia abbastanza intensi, le acque per buona partel alimentano i corsi d'acqua i cui livelli aumentano in maniera più o meno repentina fino a provocare una piena fluviale. Qralora il livello delle acque non superi le sponde naturali o illivello degli argini che delimitano l'alveo fluviale si parla di piene ordinarie, che comportano solitamente danni limitati ai terreni posti alf interno delle golene 2. Sono, questi, eventi abbastanzafrequenti (si verificano mediamente più volte l'anno) mentre per fortuna piir limitati sono i casi di piene di maggiore gravità, definite eccezionali, nei quali le acque fuoriescono dalle sponde o superano gli argini provocando urialluvione. occasione

Come purtroppo testimoniato

da

eventi recenti, il bacino del Cedrino, specialmente nella sua parte terminale, è stato più volte teatro"di imponenti alluvioni. La più catastrofica, in epoca moderna, fu senza dubbio quella dellbttobre 1957, quando piowe intensamente per circa 5 giorni di seguito dando luogo ad un deflusso complessivo di circa 470 milioni di metri cubi (pari a 470 miliardi di litri d'acqua!). Proprio a seguito di quellèvento il Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale3, ttlliz.zando un finanziamento della Cassa per il Mezzogiorno,rea)izzò nel medio corso delfiume, in località Pedra'e Othoni, una diga

per la laminazione delle piene, unbpera che consente di regolare i deflussi facendo sì che i volumi idrici trasportati dal fiume in piena non raggiunga-

no immediatamente i territori vallivi ma vengano accumulati nel serbatoio che lascia defluire portate molto inferiori, in fwzione di ciò che il fiume è capace di accogliere ava77e. La capacità. della diga di svolgere adeguatamente le sue funzioni di laminazione delle piene è stata, negli ultimi anni, più volte testata. E ancora fresco il ricordo della piena del2004 quando, nei giorni 6 e 7 dicembre, la parte centro-orientale della Sardegna fu investita da intensi nubifragi, con precipitazioni che perdurarono anche i giorni successivi e che raggiunsero i 550 mm/g nella stairone di Villanova Strisaili, 427 mm/galla stazione di Pedra'e Othoni e di 360 mm/g nella stazione di Oliena. A seguito di tali precipitazioni il bacino del fiume Cedrino fu teatro di un imponente evento di piena con portate in ingresso al serbatoio che superarono i 2.500 m3/s, (un po'come se 250 camion, ciascuno con 10.000litri d'acqua, entrassero ogni secondo in diga). La diga svolse regolarmente il compito per la quale erastataprogettata,facendo accumulare le portate in eccesso alf interno del serbatoio (la quota del lago in sole 9 ore, si sollevò di circa 30 metri) e scaricando a valle portate fino a760 m3/s, con un volume complessivo defluito che in 7 giorni raggiunse circa 200 milioni di metri cubi (vedi idrogramma in appendice).


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Nonostante la presenza della diga furono notevolissimi i danni che si verificarono nella piana costiera del Cedrino: le acque invasero le zone piir basse dell'abitato di Galtellì, distrussero ponti, acquedotti e provocarono danni ingentissimi alf intera economia della zona (vedi foto in appendice). I-lopera infatti, nonostante rappresenti un indispensabile baluardo contro le piene catastrofiche del Cedrino, non può da sola assicurarc la protezione idraulica dei territori di valle sia per le notevoli portate scaricate dagli orga-

ni di regolazione (comunque di gran lunga inferiori alle portate in ingresso) sia perché non può intercettare le portate di piena provenienti dal bacino del Rio Sologo. La diga stessa, inoltre, rappresenta un potenziale elemento

Figura 2:diga di Pedra'e Othoni vista da valle

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di criticità per i danni catastrofici che si verificherebbero in caso di un suo co11asso.

1 ll resto s'infiltra nel terreno o evapora 2 Con il terminedi golena si fa riferìmentoa quello spazio piano compreso tra la ripa di un corso d'acqua ed il suo argine. Si tratta spesso di un'area molto ampia che può ricevere saltuariamente le acque del fiume stesso durante gli eventi alluvionalì e svolgere così l'importante funzione idraulica di invaso di emergenza. La naturale facilità con la quale la golena può essere sommersa dal proprio corso d'acqua,e quindi di ricevere gran parte del suo materiale limoso presente in sospensione, è all'origine della sua elevata fertilità. 3 Allora denominato"Consorzio di Bonifica del Nuorese"


Il Piano

territorio in classi di pericolosità e di

per lAssetto Idrogeologico.

conseguente rischio2.

Recentemente ia Regione Sardegna si è dotata di un fondamentale strumento operativo per la gestione del rischio da alluvione e da frana, il cosiddetto PAI, Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico.

Obbiettivo prioritario del Piano f individuazione delle aree a rischio frana e di alluvione e f indicazione

è

di di azioni finalizzate alla prevenzione e mitigairone di detto rischio sul territorio fino a ridurlo entro valori compatibili con gli usi del suolo in atto, in modo tale da salvaguardare f incolumità delle persone e ridurre al minimo i danni ai beni esposti. Per il rischio idraulico il Piano, partendo dagli effetti generati da eventi di pioggia molto intensi (eventi comunque abbastanza rari se non rarissimi - si verificano statisticamente con tempi di ritornol di 50, 100, 200 o 500 anni) classifica il

Nel caso del bacino del Cedrino il PAI descrive un territorio purtroppo notevolmente soggetto a rischio alluvione, con circa 1400 ettari di territorio classificati nella fascia di massimo rischio idraulico (Hi4), quello soggetto zd aIluvioni che si verificano, mediamente, una volta ogni 50 anni.

1 Per tempo di ritorno si intende l'intervallo statistico fra due eventi della stessa intensità e rappresenta la frequenza attesa di accadimento dell'evento. ln altri termini un evento con tempo di ritorno di 1 00 anni si verifica, statisticamente ogni 1 00 anni, ma essendo appunto un concetto statistico, non significa che l'evento in questione non possa, a volte, presentarsi a distanza di tempo molto rawicinata. 2 ln termini generali si parla di"rischio"quandovi è concomitanza fra aree soggette ad essere inondate e la presenza, nelle stesse aree di insediamenti umani, infrastrutture o di attività produttive.

Figura 3:Aree soggette ad allagamento per tempi di ritorno di 500 anni nella parte valliva del bacino


Figura 4: Aree soggette ad allagamento per tempi di ritorno di 50 e

5OO

anni nel bacino a monte della diga di Pedra e Othoni

H.4[T= 50 anni]

H,3[T= 100 annil

H.2[T= 200 anni]

H.1[T= 500 annil

A valle della diga lettari]

949

136

258

478

A valle della diga [ettari]

414

78

31

61

214

249

539

Classe

TOTALE Tabella

1:

[ettari]

1

363

Estensione delle aree a pericolositĂ idraulica

La gestione idraulica del territorio.

Dall'analisi della tabella sopra riportata risulta evidente la necessitĂ di programmare interventi volti alla riduzione di tale rischio. Ma quali sono i corretti criteri d'intervento per 1a gestione idraulica del

territoriol generale Ia riduzione del rischio può ottenersi in due modi: eliminando gli elementi di rischio, vale a dire delocalizzando insediamenti abitativi, attività produttive ed infrastrut-

In linea

ture che in qualche modo possono essere danneggiate dall'esondazione dei fiumi in piena, oppure impedendo che le acque del fiume possano raggiungere aree nelle quali sono presenti elementi a rischio. Qresti due approcci sono spesso stati visti in maniera antitetica. I fautori del primo tipo d'intervento tendono a privilegiare la dinamica fluviale e il rigoroso rispetto degli habitat nella convinzione che gli interventi di urbanizzazi.one nelle fasce perifluviali, la conseguente scomparsa del reticolo .,, .

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idraulico-a grario e, in generale, varianoni di uso del suolo siano assolutamente da evitare e, laddove grà, rcaJizzatirda rimuovere. I fautori del secondo tipo d'intervento privilegiano 1o wiluppo delle attività. umane nella convinzione che il problema possa essere risolto con un corretto approccio ingegneristico impedendo al fiume in piena di raggiungere i beni esposti. Evidentemente la corretta soluzione deve contemperare entrambe le esigerve. Se sono infatti indispensabili interventi come quelli che hanno portato a17a realizzazione della diga di Pedra'e Othoni o come quelli di bonifica idraulica del territorio volti ad assicurare, attraverso la rcalizzazione di canali artificiali, il regolare scolo delle acque da terreni un tempo paludosi ed infestati dallazanzara anofele, è anche vero che le varie opere di sistemazione idraulica effettuate nel tempo, se hanno ridotto i danni causati da piene con tempo di ritorno molto basso, non risultano però in grado di proteggere il territorio da eventi di piena aventi tempi di ritorno di qualche decina d'anni. Anzi, talvolta, le opere di difesa dalle piene hanno dato un illusorio senso di sictrezza a77e popolazioni che vivono lungo le sponde del fiume, portandole ad urbanizzare delle aree storicamente oggetto d'inondazione. I futuri interventi dovranno dunque essere studiati affinché sia minimo f impatto ambientale di tale opere sul territorio, ricorrendo, laddove sia ve-

rificata la compatibilità idraulica, u principi e alle linee guida delf ingegneria naturalistica. In definitiva le opere per la gestione idraulica del territorio dovranno: consentire la protezione pri-

'

evitare esasperate geometrizzazioni dell'alveo, restituendo anzi sinuosità ed eterogeneità morfologica ai tracciati fluviali allo scopo modificare il meno possibile gli habitat naturali; ' mantenere la vegetazione alveale e ripariale, laddove questa non delle

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acque; minimizzare

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interferenze con infrastrutture pubbliche e private esistenti in prossimità del1e strutture arginali; Infine si pone I'accento sulla necessità di convivere con il rischio e, quindi, saper gestire le emergenze anche attraverso f implementazione di ade-

toraggio degli eventi di

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piena.

Conclusioni

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LJna corretta gestione idraulica del I territorio non deve limitarsi a go- . c

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vernare il rischio d'alluvione solo Per mezzo di opere d'ingegneria idraulica ma anche interdire certi usi del suolo che devono essere destinati all'espansione del fiume. Nel futuro i bacini idrografici, messo in sicrrez.za quel bene inestimabile che è la vita umana, dovranno essere governati non facendo affidamento su rigide infrastrutture, ma attraverso un corretto rapPorto con le dinamiche e gli habitat fuviali, anche a costo di scelte apparentemente più difficili da percorrere come quelle di spostare beni e attività produttive in aree non soggette a rischio d'inondazione. Andranno poi inoltre urtilizzati i si-

stemi

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di monitoraggio, previsione

e

preannuncio degli eventi di piena, che costituiranno, ove connessi con efficaci procedure di protezione civile, un elemento strategico nella mitigazione del rischio naturale.

Tali interventi, rispetto alle zzioni strutturali, presentano tempi di attuazione e necessità di investimento assai piir contenuti e vanno a mitigare Ia, fascia del rischio più critica, relativa alla perdita della vita umana e di beni essenziali.

Consentono inoltre di diminuire lèntità delle opere strutturali, con il vantaggio diazioni di assetto più sostenibili ed equilibrate.


ApperrdEe*

PĂŹena del Cedrino alla sezione di confluenza col Sologo (6 dicembre 2004)

SituazĂŹone al ponte di Onifai (6 dicembre 2004)


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Danni alle campagne e alle aziende agricole (6 dicembre 2004)

Distruzione del ponte tubo dell'acquedotto

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(6 dicembre 2004)

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Figura 5: ldrogramma evento di piena dicembre 2004

di Pedra'e Oth*ni

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Figura 6: Principali sottobacini del fiume Cedrino



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La Sardegna e la desertifi cazione Conferenza svolta al Lions Club Nuoro Host

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a causa di un accumulo di CO2 pari,oggi, a 380 p.p.m.v.(parti per milione in volume)

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La causa di tutto viene attribuita

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È utile chiarire subito che la deser-

fattori esterni, estranei al sistema climatico (flussi energetici provenienti

trfrcazione non prevede 1a comparsa di scenari sahariani o del Namib con dune di sabbie gialle e rosse ( in questo caso si parla di desertizzazione). Consiste in un indebolimento dei suoli, fino alla perdita della fertilità fisica , chimica e biologica a causa della combinazione di fattori di origine naturale, come i cambiamenti climatici, le erosioni "fisiologiche", di origine idrica ed eolica, tutti fattori predisponenti e cause determinanti, e di azioni antropiche inopportune che, spesso, sono cause scatenanti. Le orgrnizzazioni internaz;ionali per la difes a dalla desertifrcazione considerano

dal sistema solare che viaggiano come energia ad onda corta, radiazioni del visibile) ed a fattori interni allo stesso sistema (flussi energetici ad onda lunga, energia termica), che, nell'uscire dallo stesso sistema, sono trattenuti nell'atmosfera. Dobbiamo prendere atto dei fenomeni anomali che determinano cambiamenti climatici, ma non possiamo trascurare lèffetto dei fattori antropici che sono causa di profonde lesioni nel sistema "terri'. La desertificazione è una lesione che lascia ffacce profonde anche in Sardegna.

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questa come fase finale del degrado dei suoli nel1e regioni aride e semiaride. (1) La desertificaziorre distrugge la biodiversità e contribuisce a mettere a rischio la soprawivenzarmana.o a determinare grandi migrazioni di popoli verso altri territori(1): processo già in atto nell'Italia meridionale e insulare, territori recettori di ondate successive provenienti da aree tropicali e subtropicali desertiche.

Da anni si legge sulla stampa di processi di desertifi,cazione in atto anche nell'Isola, che sarebbe a rischio nel 3L o/o del territorio, occupando il 4" posto fra le regioni meridionali italiane, dopo la Puglia (60 o/o),la Basilicata $a Vo) e la Sicilia (47 o/o).Tiadotto in valore, il degrado dei suoli interesserebbe oltre 700.000 ettari di territorio sardo. Una bella prospettiva ! I1 Centro mediterraneo per il cambiamenti climatici (Cmcc), operante anche a Sassari, affronta il tema da diversi punti di vista. In un servizio giornalistico de La Nuova Sardegna,

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frale altre cose, si legge2: - la Sardegna è al centro di

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teoole diminuzione delle precipitazioni annua Una contrazione che potrà oscil-

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mrn., doouta alla forte riduzione delle piogge in autunno e in primaaera. - Temperature più eleaate potranno determinare un aurnento della velocità della decornposizione microbica della rnateria organica, rnentre la diminuzione delle precipitazioni o la oariazione della loro distribuzione potrannl causare gra,uissimi dilaoamenti dei suoli. Si è detto, all'inizio,che il degrado dei suoli consiste nella perdita della capacità di produrre risorse naturali rinnovabili, a causa di fattori che agiscono sul suolo: fattori climatici e attività dell'Uomo. Su questo aspetto intendo approfondire il tema. Laparola chiave, quindi, è "il suolo",la parte superficiale della crosta terrestre, miscuglio poroso di humus e terra minerale, sede di fenomeni vitali quanto mai intensi e complicati3, con spessore variabile da pochi centimetri a qualche metro, supporto della vita vegetale ed animale e delle attività di coltivazione da parte dell'uomo. Dando per note le caratteristiche del clima della Sardegna cè da rilevare che in questi ultimi 15 anni le temperature medie annuali sono aumentate, le estive assumono valori massimi vicini a quelli delle fasce intertropicali; le precipitazioni sono diminuite nei volumi totali ed è diminuito il numero dei giorni di pioggia. La tendenza generale è all'aumento dell'intensità delle precipilare

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Sardegna gli scenari climatici preaedono, nel corso di questo secolo, una no-

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1. Ferrara V. Farruggia A.- 2007 - Clima: istruzioni per l'uso.l fenomeni,gli effetti,le strategie. Edizioni Ambiente 2. La Nuova Sardegna,20 febbraio 2007. 3. Susmel L. - 1973 - Artificio e naturalità degli attuali ecosistemi forestali. L uomo e il suo ambiente. Sansoni, Firenze.

bM


tazioni ed alla diminuzione della loro durata. Aumenta la siccità. Poiché non è possibile contenere o correggere fenomeni di portata extra terrestre, ai quali si è accennato alf iniùo di queste note, occorrerebbe porre maggiore attenzione a)le azioni tendenti ad una "difesa del suolo" dai pericoli dell'erosione accelerata, questa, si, "patologici', attrzverso una gestione virtuosa dei territori con giacitura inclinata ed una sapiente ttTlizzazione dei tipi divegetazione esistentia. Analoga saggez.za dovrebbe essere usata negli ecosistemi coltivati delle pianure e basse colline con l'applicazione delle regole dell'agronomia che prevedono, in regime asciutto o irriguo,la reintegrazione della fertilità. rcalizzando appropriate sistemazioni, applicando lavoranoni adeguate e concimazioni equilibrate secondo i tipi di suolo. (4) Qralche riflessione sulla funzione regimante ed antierosiva della foresta. I-larea forestale della Sardegna ha una estensione di Ha. 1,.213.250s ed è costituita da Boschi su una superficie di Ha583.473 ( 48,00 o/o) e da altreTerre boscate (macchie , arbusteti, boscaglie, vegetazioni rupestri e riparie) su una superficie di Ha. 629.778 ( 52,00 o/o). I-lindice forestale, in rapporto con la

superficie territoriale della Sardegna, è pari a| 50,4 o/o, mentre f indice di boscosità, riferito ai soli Boschi, è pari a|24,2 o/o.Le formazioni forestali, sia Boschi che altri tipi di vegetaz\one forestale, presentano ormai una distribuzione discontinua, talvolta

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territori nei quasarebbe auspicabile una maggiore

episodica, anche nei

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continuità in relazione alla morfologia ed alla inclinazione dei rilievi. Qresta distribuzione sarebbe accettabile se le foreste fossero nelle condizioni di efrcienza funzionale tali da garantire il potere regimante ed antierosivo per una conservazione dinamica dei suoli. Nel bosco efficiente (suolo e soprassuolo in equilibrio) il deflusso superficiale è generalmente assente o ridottissimo ne1 caso di piogge molto intense6. Nell'area dei boschi e dei pascoli degradati e nei tereni agrari ( lavorati ) il deflusso superficiale può comprendere una notevole frazione della pioggia giunta al suo1o. Nei boschi in buono stato la velocità di infi1trazione è di norma elevatissima.Dal bosco alla macchia, al pascolo e al suo1o eroso, fino alla roccia, i deflussi superficiali crescono rapidamenteT. Sul tema il Susmel, emerito Maestro della selvicoltura europea, scrives: . . . -"una foresta disetanea, provvista di struttura a più lioelli (tffrtto di interazioni fra molte popolazioni di specie dioerse e l'ambientei6sico) e di oariabilità anche bioclimatica (energetica) nel proprio interno a scala elementare, è unaforesta "disordinata", ben più stabile di un

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?ooero di diztersità biotica e i6sica, nel quale le ",uibrazioni" sonl ammortizzate, e che tuttaaia dalla tradizione rtiene considerato conne emblema di ordine. Per le stesse ragioni mancano di equilibrio autonomo le monocolture agricole, come ne mancano i sistemi mantfatti inerti,

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mantenuto con le stesse rnisure ripetitfue. Sono tutti sistemi senza ?rzs?ettioe di eooluzione, che una oolta esaurito il loro ciclo biologico o tecnologico, non si riproducono e che possono essere rinnooati solo

per via artifciale". I1presupposto della gestione del bosco, quindi, consiste nell'adottare sistemi e metodi colturali in grado di soddisfare l'esaltazione delle funzioni sociali e, fra queste , la conservazione del suo1o, eliminando o attenuando i processi degradativi e favorendo la stabilità e la rcsilienza dei sistemi forestali. Le fustaie, soprassuoli puri e misti a prevalenza di latifoglie quercine e di conifere mediterranee, che rappresentano il 72 o/o dei Boschi, in passato raramente sono state indagate per determinare la tipologia, composizione, assetto

strutturale ed efficienza finironale. Storicamente sono state sottoposte ad utilizzazrone prevalentemente pastorale e con trattamento forestale atipico. La fttnzrone protettiva delle foreste non ha mai rappresentato un obiettivo gestionale. La gestione delle fustaie andrebbe ricondotta entro regole selvicolturali certe sulla base di analisi multifunzionali dei soprassuoli, individuabili nella difesa del suolo,la conservazione degli equilibri naturali e della biodiversità, la produzione di materiale legnoso e di sughero.

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cedui e gli impianti di arboricoltura da legno ( 28o/o ), come tutte le strut-

ture forestali di origine colturale e semplificate dai trattamenti pregressi e da attività pastorali improprie presentano, ai fini della difesa del suolo, ridotta efrcienza. Le possibilità di recupero consistono in una gestione che preveda l'applicanone di regole selvicolturali caute ed un pascolamento compatibile con lèvoluzione del soprassuolo.

I1 fenomeno dellèrosione

accelerata dovrebbe suggerire maggiore prudenza nel programmare la trasformazione di terreni saldi e declivi in terreni da destinare alla coltlazione agraria ed i movimenti di terra destinati a17a realizzazione di opere infrastrutturali con impiego di mezzi meccanici, perché in Sardegna non esiste una consuetudine per la sistemazione idraulico- agraria dei suoli in declivio. Gli organi lavoranti dei mezzi meccanici non operano seguendo le curve di livello per motivi di stabilità del mezzo, ma si procede con andamento a "rittochino" (in senso perpendicolare alle curve di livello). I pedologi suggeriscono di non superare il limite di pendenza, del L2 - 75o/o e, solo in previsione di una sistemazione idraulica del terrerro,il20o/o. Non si dovrebbe più assistere a casi

4. Mele A. - 2007 - Desertificazione in Sardegna. ll Popolo Sardo. N' 1 2 / '13 - Zonza Edilori. 5. lnventario Nazionale Forestale e dei serbatoi del Carbonio 6. Susmel L. - 1 968 - Sull'azione antierosiva della foresta. Quaderno 1 12. Accademia ltaliana dei Lincei. Roma 7. Susmel L.- idem. 8. Susmel.L. -1 990 - Principi di Ecologia . CLEUP Editore,Padova.

bM


sconcertanti come quello attuato nell'estremo limite superiore del Bruncu Spina, sul Gennargentu, dove, un'area di circa 60 ettari intorno a 1700 m. di quota, con una pendenza media del 40o/o , è stata devastata dai movimenti di terra eseguiti con mezzi meccanici per l'apertura di piste da sci, vialetti di servizio e costruzione di impianti di risalita.e Gli effetti vistosi degli incendi sul dissesto idrogeologico e, quindi, sulla desertificazione sono sotto gli occhi di chi, viaggiando nelle diverse contrade dell'Isola, osservi con senso critico il paesaggio. Sulle conseguenze degli incendi della vegetar'-rone nei processi erosivi dei suoli inclinati la Sardegna è un libro aperto se ci si sofferma, qualche anno dopo il passaggio delfuoco, ad esaminare i cumuli di materiale incoerente fluitati dopo le piogge e le canalizzazioni che solcano le pendici, per effetto della riduzione e asportazione della copertura forestale, della erodibilità dei suoli e del regime delle precipitazioni. I1 ripetersi degli incendi provoca una progressiva diminuzione della sostanza organica del suolo ed i minerali derivati sono dilavati. Si registrano cambiamenti di composizione floristica con uno slittamento della vegetaztone verso assetti progressivamente più xeromorfi ( il climax da incendio). In sostanza, la fisionomia del popolamento forestale cambia e la foresta degrada fino a diventare una landa predesertica (gaÀga):la sequenza è la seguente:

foresta > macchia

>

landa

>

deserto

I1 fuoco, più drasticamente dei tagli e del pascolo, blocca il dinamismo della successione fra i due termini intermedi quando, caso non raro, non lo estremizzi fino al deserto, donde le condizioni ecologiche dell'ambiente mediterraneo rendono estremamente problematico ogni recupero di funzionalità,.10

Sulla dimensione del processo erosivo in Sardegna 1o scrivente non può fornire dati sperimentali; tuttavia cè un metodo empirico per valutare, con approssima zione, l'entità dell'erosione pregressa in una pendice alberata che presenti una densità arborea variabile, da colma a ruda. Gli apparati radicali dei soggetti arborei emergono dal suolo con aJtezze diverse del colletto delle piante secondo la densitàL della copertura. I-laltezzafra il colletto della pianta ed il suolo attuale segna laterru erosa durante la vita della pianta stessa. Faccio rilevare che se non cè stata erosione le radici, per loro natura, dal colletto in giù stanno immerse dentro gli oÀzzonti del suolo. La letteratura sull'erosione è ricca di esperienze condotte in altre regioni d'Italia e del mondo.In California, su aree coperte dal chapa rral, formairone omologa alla macchia mediterraflea, sono state messe a confronto parcelle bruciate e no. Nell'area non bruciata l'erosione non era misurabile. Nella parcella percorsa da incendio due volte in nove anni è stata rilevata una erosione di 10 tonn/Ha; nell'area bruciata


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tutti gli anni lèrosione è stata di 225 tonn/Ha, corrispondente ad un calo di denudamento di 18,3 mm./Ha/ anno11. (Il calo di denudamento rappresenta la guantità di materiale as?ortato dallbrosione per unità di superfcie del bacino. Si esprime in tonn/Ha oppure in

mrn. di suolo asportato unformemente su tutta la superfcie del bacino. Ilfattore di conversione è pari,rispettiztamente, a 1/L5 oppure a 15). La soprawive nza della fore sta naturale in Sardegna è stata condizionata severamente anche da un esercizio del pascolamento in libertà nei boschi di nuovo impianto (imboschimenti, rimboschimenti), in quelli soggetti ad utilizzazioni (t"Sli), in quelli danneggiati dagli incendi, nei soprassuoli radi e in fase di deperimento. I1 pascolo delle capre nell'Isola si è accompagnato sempre, per motivi legati allèvoluzione della vegetazione arbustiva, ùla pratica delf incendio.Non è un caso che la capra sia stata definita, da un naturalista francese, il rasoio del mondo, con riferimento al degrado fisico di molte aree del bacino del Mediterraneo. Nel recente convegno su "pastoralismo mediterraneo", tenutosi a Nuoro il 6 - 7 marzo scorso, ho sentito questa valutazione circa l'effetto del pascolamento incontrollato: " la degradazione del suolo è sempre dovuta ad un non corretto uso del territorio e non solo lèrosione è il principale fattore responsabile, ma anche il compattamento, la formazione di croste superficiali e la perdita di stabilità struttu-

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ralè contribuiscono fortemente a tale degradazione... I1 21.,3 o/o dei suoli del territorio nazionale è a rischio di desertifr.cazione"

.72

Non c'è dubbio che occorra rivedere la prutica de1 pascolare "sempre e da per tutto", perché la Sardegna non può permettersi una progressiva riduzione della copertura forestale specialmente nelle aree collinari e montane ed una altrettanto progressiva e, spesso, inevitabile degradazione strutturale e funzionale dei popolamenti che hanno una approssimativa fisionomia di bosco.

Nuoro, L3 marzo 2008

9. Mele A2002 - Gennargentu una montagna ferita. Notiziario Forestale, aprile 2002 Ass.For Editore Cagliari. 2006 - Dissesto idrogeologico sul Bruncu Spina. Natura in Sardegna, marzo 2006 Zonza Editore Cagliari. '10. Susmel L.1990 - Principi di Ecologia,CLEUp Editore Padova 1 1. De Philippis A. - 1 972 - La copertura forestale e la difesa del suolo. ln: La difesa del suolo dalle erosioni idrogeologiche. lstituto di Tecnica e Propaganda Agraria, Roma 'I 2. Pagliai M. - Vacca S. - marzo 2OO8 - pascolo e qualità del suolo. Da: Pastoralismo mediterraneo, Riassunto delle

comunicazioni.


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Bachisio Padedda e Nicola Sechi

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Universitò degli Studi di Sossari

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realizzata nel 1984 sul fiume omonimo

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ricoprire un'area di 1,5 km2 per un volume

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I1 sistema lacustre che ha una

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mazione dendriforme, si sviluppa per circa 8,5 km in corrispondenza del vecchio letto del Rio Cedrino (principaleimmissario), eper2,4kmlungoil corso del Rio Flumineddu. 11 bacino idrografico del lago (chiuso alla diga) si estende per 627,4 km2. AI suo interno insistono i territori, totali o parirali,dei comuni di Orgosolo (il più esteso con 17.530 ha), Dorgali (9.039

ha), Mamoiada (4.173 ha),

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(5.851 ha), Oliena (15.200 ha), Ollolai ::iii 1,:t:.;"i:l (l79ha),Orani (2.666 ha), Sarule (557 lil'1;, ha),Talana (1.532 ha),Urzulei(5.554 ,tll,',:rr., r;,i,ii:i ha) e Villagrande (527ha). lr:i1,. -...,r..jJ Come già detto, il Rio Cedrino, sviii:i,:r...r ;a.,ii luppandosi per circa 51 km sino allo .,.!. ".,,...';:iit!i ".. . .:a:i!i sbarramento di Pedra'e Othoni, è i1 It, ';:;r'llt maggiore afluente del lago, drenando :iìiil:.,:.rriiit# :iu .,..,".,]riii ben i1 78o/o delbacino imbrifero e rac- t9,tlj:jit].+ cogliendo lungo il suo corso anche le acque dell'imponente sorgente carsica rÉ::r,',,.,,ì'tr.# t,..r,..-' de Su Cologone. :1 r'r:ti.i,:!'li.rii

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Le acque della sorgente contribuiscono per almeno il 40o/o al totale degli affiussi aJ lago, e datz la loro ottima qualità vengono usate direttamente per l'utenza potabile dei comuni di Oliena e Dorgali. Il Rio Flumineddu, dalla portata molto variabile e spesso in secca dèstate, drena una porzione di territorio più limitata (il23o/o) contribuendo per circa llt}o/o al totale degli aflussi al1ago. Nel complesso I'articolazione della rete idrografica del bacino imbrifero è caratteriz.zata da ripidi canali fluviali alimentati da un gran numero di piccole sorgenti.

Le

acque invasate sono soggette a notevoli variazioni annuali del livello d'invaso, dovuti da una parte al regime climatico e dall'altra aTla' sempre maggiore richiesta per uso irriguo, alimentare, con una quota abbastanza importante destinata ad approwigionarcla zona industriale del Sologo a valle del sistema. Sin dai suoi primi anni di invaso il Lago Cedrino ha mostrato condizioni assai precarie dal punto di vista della qualità delle sue acque. Di fatto già nel t989,nell'ambito di una indagine relativa allo studio dell'eutrofizzazione di alcuni invasi artificiali della Sardegna (Sechi, 1989), venne determinato per la prima volta 1o stato trofico del Lago Cedrino. I-lindagine accertò una condizione di elevata trofia, derivante da una eccessiva disponibifta di nutrienti provenienti dai reflui urbani dei centri alf interno del bacino non adeguatamente depurati.

fiiA)?rìx

Nel 1996 venne condotta una campagne- di monitoraggio alf interno di un progetto volto a17a vabtazione dei popolamenti fitoplanctonici degli invasi della Sardegna (Sechi & Lugliè, 7996).I-lindagine evidenziò come nel Cedrino fossero presenti valori medi annuali dei principali nutrienti algali ben oltre i valori massimi accettabili che descrivevano condiùoni di eutrofia-ipereutrofia. Si può considerare i1 limite di 20-30 mg P m-3 per il fosforo e di 300 mg N m-3 per l'azoto quale soglia indicativa per separare i laghi in base alla minore (se le concentrzzioni sono minori) o maggiore (se le concentraironi sono maggiori) probabilità di manifestare sintomi palesi di eutrofia. Nel Cedrino vennero rilevate le seguenti medie concentrazioni annuali: fosforo totale di 91 mg P --', dit.274 mg N m-3 di Lzoto totale, 22 mg m-3 di clorofilla a ben oltre il limite di 5 mg m-'. Tale valutaztone venne confermata anche dall'abb o nd anza, dalla struttura dei popolamenti fitoplanctonici ritrovati e dalla dinamica stagionale tipica di elevate trofie (Reynolds, 1984), essendo dominato dalle Cyanophyceae nel periodo estivo con affermazioni importanti delle specie Anabaena planctonica, Microcystis aeruginosa e Aphanizomenon fos-ague e dalle Bacillariophyceae in inverno con predominanza Stephanodiscus hantzschii e Cyclotella spp.

La qualità dell'acqua risultava quindi assai scadente sia per l'eccessiva pre-


senza.di alghe nelle acque epilimniche (fino ai 15 m di profondità), tra cui alcune specie tossiche, sia per le condizioni di anossia delle acque ipolimniche, dove si potevano riscontrare grandi quantità di ammonitca ed acido solfi-

drico che al lato pratico si traducevano nelf impossibilità di assicurare una adeguata potabilità di queste acque.

A

distanza di due anni, nellbttobre 1998 venne accertata una imponente fioritura di Cyanophyceae determinata da elevati sviluppi di Anabaena iflos-ague, Aphanizornenon l7os-aque e Microcys tis spp. (specie potenzialmente tossiche), che provocarono per diversi mesi, una drastica limitazione dell'uso delle acque prelevate, a causa delle problematiche in fase di potabilizzazione. Nel 2002 con una ulteriore indagine si tentò di valutare, in termini sia sperimentali che teorici, il carico inquinante che poteva pervenire dal bacino idrografico al lago, e che come ipotizzato, era direttamente responsabile degli elevati livelli di trofia che in questo si realizzavano. Secondo le analisi e le modelliz-zazioni effettuate,la quantità di fosforo (principale nutriente inquinante) apportato allago,era di circa 38 t P a-1. Esso derivava per la maggior parte dai reflui non adeguatamente trattati di cinque agglomerati urbani gravanti all'interno del bacino idrografico (Nuoro, Dorgali, Mammoiada, Oliena ed Orgosolo), che complessivamente apportavano circa 29 t P a-1. I-lapporto di fosforo

Nd

rilasciato da attività

di allevamento

zootecnico estensivo venne stimato, in base alle percentuali di rilascio, in 1 t P a-1, mentre i rilasci diffusi dalf intero territorio in circa 8 t P a-1. Contemporaneamente le ulteriori indagini limnologiche compiute nelf invaso, misero altresì in evrdenzal' aggravarsi della situazione, con il continuo innalzarsi del livello trofico delle acque. La sintesi delle concenffazioni medie annuali dei principali nutrienti responsabili della crescita fitoplanctonica infatti, risultavano tali da sostenere processi pesantemente eutrofici (azoto totale 1909 mg N *-'; fosforo totale 708,6 mg P --'). I maggiori sviluppi de1 fitoplanton riguardavano Ps eudo an ab a en a sp. /lp h anizo m e n on sp, Aphanocapsa sp., A. aphanizornenoides,

Lyngbia spp. e P. aghardii-rubescens tra le Cyanophyceae, Scenedesrnus sp. e Chlorella sp. tra le Chlorophyceae e Cyclotella atornus e Stephanodiscus spp. tra le Bacillariophyceae. Meno abbondante rispetto alle passate indagini risultava invece M. aeruginosa. Nel 2005 in seguito aIIa caratteriz,zazione dei sistemi lacustri della Sardegna per l'ut7liz.zo delle risorse idriche nell'ambito del Piano Acquedotti (Sechi, 2005) le indagini effettuate sul Cedrino, confermarono le condizioni molto eutrofiche del lago, con medie

annuali del fosforo totale anche di 90 mg P m-3 e della clorofilla a nella zonafotica superiori ai20 mgm-3. Nel complesso la struttura del fitoplancton non mostrava cambiamenti rispetto al passato. In aggiunta rispetto


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ai controlli passati fu appurato come le concentrazioni di ferro rilevate nel lago si mostravano in genere contenute e inferiori a 30 mg Fe m-3, mentre oltremodo elevate risultavano quelle del manganese che nelle acque ipolimniche raggiungevano valori fino a 100 mg Mn m-3, e come media nella colonna d'acqua si dimostravano superiori a 50 mg Mn m-3. Fu pertanto segnalato come sarebbe stato urgente adottare processi per ridurre quest'ultimo, che già a deboli concentrazioni (50 mg Mn m'3) inizia a depositarsi alf interno delle reti di distribuzione sotto forma di precipitato nero.

il Lago Cedrino è oggetto delle attività definite nell'ambito del sistema di monitoraggio automatico della qualità delle acque, realiz.zato in 10 invasi della Sardegna. La progettazione,Ia realizzazione e la gestione di questo importante sistema sono stati affidati dalla Regione Autonoma della Sardegna, all'EN.A.S. (Ente Acque della Sardegna) a cui il Dal 2006 ad oggi

Dipartimento di Botanica ed Ecologia Vegetale dell'Università di Sassari fa da supporto e supervisione scientifica. Lo scopo del progetto è quello di fornire agli enti che gestiscono l'acqua ad uso idropotabile un supporto gestionale per l'utilizzo della risorsa dalle migliori caratteristiche qualitative. Tali indicazioni sono il risultato delle v afutazioni limnologiche, e spres se sulla base dei dati acquisiti in continuo mediante sonde multiparametriche

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installate nei laghi, integrati con quelli ottenuti secondo le tradizronali metodiche d'indagine. I1 quadro complessivo ottenuto tra il 2006 ed il 2007,relativo alla trofra lacustre ed a1la conseguente qualità dell'acqua, conferma quanto già indicato nel passato circa la presenz;a di problematiche rilevanti, per periodi più o meno ampi dell'arco annuale, con possibili ricadute negative sui processi di potabllizzairone. I risultati ottenuti in entrambi gli anni co nferman o la condiirone decis amente eutrofica ed evidenziano peraltro condizioni diverse anno per anno. Nel2007 si sono avuti i seguenti valori medi: 76 mgP m-3 per il fosforo totale, 9 mg m-3 per la clorofilla a e 4x1.06 cell. 1-1; nel 2006 invece i valori medi sono stati piir elevati con 84 mg P m-3 per il fosforo totale, 15 mg m-3 per 1a clorofilla a e t3xL06 cell. 1-1 nel 2006. Conseguentemente all'elevato sviluppo del fitplancton, il trasferimento di sostanz;a organica verso f ipolimnio, è stato capace di ridurre notevolmente le sat:lrazioni dellbssigeno disciolto almeno in prossimità del fondo. I1 fitoplancton è sempre e complessivamente dominato da specie tipiche dellèutrofia, con ruolo primario svolto dai Cianobatteri con alcune delle spe-

cie più importanti anche potenualmente tossiche (dei generi Microcystis, Aphanocapsa sp., Aphanizort enon,

Anabaena e Woronichinia) o capaci di conferire all'acqua odori e sapori sgradevoli, o di interferire con le diverse fasi della p otabilizzazione.


La sintesi degli studi sin ora condotti in questo sistema ha ben evidennato come questo ormai cronicamente si trovi in una condizione di forte compromissione. Le cause di tale situazione sono facilmente identificabili ne1la inidonea gestione dei reflui di ogni tipo. Al di 1à degli approfondimenti specifici che possono essere fatti,ilperiodo estivo pare essere quello più critico, owero la stagione in cui maggiormen-

te sono evidenti gli effetti dell'eutrofrzzazione.

In particolare, tra le componenti

au-

totrofe sono state rilevate proliferazioni estive (ma anche autunnali) del fitoplancton, capaci di condizionare pesantemente la qualità dell'acqua in superficie. I1 fitoplancton è spesso dominato da Cyanophyceae che oltre tutto annovera la presenzatrale specie più abbondanti di forme potenziaTmente tossiche. Durante il periodo estivo poi è altresì evidente la totale assenza dellbssigeno disciolto nelle acque ipoliminiche (owero nelle porzioni più profonde), che causano f insorgere di condizioni riducenti severe e presenza di vari composti ridotti pericolosi. Qresto porta ad una pesante limitazione nell'utllizzo della risorsa, per cui con fioriture algali massive nelle porzioni più superficiali, e con condizioni ipolimniche anossiche (sotto il termoclino), si deve disporre di sistemi di prelievo mobile in grado di intercettare strati di acqua alla migliore profondità, che per via di queste problematiche diventano molto ristretti.

Al lato pratico quindi, nel periodo interessato dalla maggi ore affermanone delle Cyanophyceae, gli strati d'acqua con densità meno elevate e quindi migliori per il processo di potabilizzazione sono localizzate al di sotto deiT-9

metri, mentre la deplezione dellbssigeno si manifestano già a 10 metri. E stato comunque rilevato come in funzione degli eventi ventosi, capaci di disturbare o rompere la stratificazione termica, ed in rapporto all'entità e cadenzadelle fioriture algali, tutti gli strati d'acqua possono risultare talvolta qualitativamente non adatti alla potabilizzazione. Stante questa condizione le acque del Cedrino pertanto, previo attento e continuo monitoraggio dovrebbero essere :utilizzate senza. eccessivi pericoli solo nel periodo invernale. Fortunatamente in questo contesto specifico, esiste l'alternativa della sorgente di Su Cologone che, almeno nel periodo caldo dell'anno, contribuisce sensibilmente a diluire il carico algale e a rigenerare le acque destinate alla potabllizzazione. In aggiunta questo sistema potrebbe essere ulteriormente integrato e migliorato adducendovi anche le acque de1 nuovo invaso di Olai che comunque dowebbe rappresentare solo una soluzione temporanea.

Nel lungo periodo, un certo recupero delle condizioni trofiche del lago è ipotizzabile solo pensando alla rimozione del fosforo da tutti gli scarichi urbani e industriali provenienti dai comuni che gravitano nel suo bacino idrografico.


ri!rcHftr6

.., Qresto aspetto appare chiaramente .:,,, rcIazionato alla adoùone di un effica:: ce sistema di depurazione che agisca sulle sorgenti puntiformi riducendo- ne i carichi inquinanti, ma anche e 't1,,:,, soprattutto garantendone il funzio.', namento nel tempo, ossia evitando il l, malfunzionamento degli impianti che ,., sempre piir vanno incontro a gestioni

,i,

poco razionali. Lo stato dei depuratori dei comuni a1f interno del bacino idrografico è tale da non garantire rendimenti depurativi accettabili, sia perché in parte non pienamente funzionanti, sia perché del tutto sottodimensionati alle esigenze. Per owiare a queste carenze rla sol:uzito ne migliore può essere larealizzanone di un sistema di diversione totale degli scarichi che mediante una condotta circumlacuale li convogli verso un impianto consortile di nuova concezione, il quale successivamente può scaricare o a valle delf invaso o reintrodurre i reflui depurati nelf immissario. Qresta soluzione permetterebbe oltre ad una maggiore efrcienza depurativa anche un notevole abbattimento dei costi altrimenti necessari per l'ammodernamento di quelli esistenti. In realtà, attraverso l'applicuione di modelli previsionali, è stato rilevato come anche la totale eliminazione di questi carichi inquinati, in definitiva, può non essere sufficiente per ricondurre 1e acque del lago ad una condizione migliore (tra la mesotrofia e l'eutrofia). Limitandosi al raggiungimento di una condizione di mesotrofia quindi, che

t!rA)7ìx

potrebbe dare ragionevolmente garanzie per una qualità idonea per vari usi, il carico in ingresso sulla base delle modellizzazioni non dovrebbe superare le 7 t a-1 , un valore che è enormemente più basso di quello calcolato per via teorica relativo ai soli apporti dei reflui civili (circa 29 t a-1). Se venisse rimosso tutto il fosforo derivante da queste fonti il carico in ingresso al lago sarebbe comunque ancora elevato (9 t a-1), rispetto a quello ipotizzato utile nel gara;ntlrc una mesotrofia al maggior livello probabilistico. Ad ogni modo, perseguendo una stra-

tegia come quest'ultima,

in termini

successivi dovrà essere seguita

in ma-

niera stringente l'evoluzione del sistema, andando eventualmente ad incidere rimuovendo parte dei carichi già accumulati dal sedimento e che lentamente e continuativamente per lungo tempo andranno ad essere rilasciati alle acque. In conclusione, una corretta gestione dei laghi e dell'acqua ai fini alimentari dovrebbe partire da una conoscenza, il più approfondita possibile, delle condizioni trofiche di ogni invaso e del suo bacino idrografico, oltre che delle

specifiche caratteristiche limnologiche e dei problemi connessi al grado di eutrofizzaztone. Da questo insieme d' informazioni, infatti, dipendono le capacità di previsione della manifestazione e dellèntità degli effetti dell'eutrofrzzazione nel tempo e le strategie che possono essere ztttate per ridurla o almeno contingentarla. La gestione non può essere riferita


quindi ad un quadro statico di conoscenze ma ad un dinamico e continuo flusso d'informazioni, capace di definire, momento per momento, le opportunità di sfruttamento degli invasi. Uespertenza avviata dallo scorso anno attraverso il monitoraggio in continuo con il sistema di boe prowiste di sensori di rilevamento automatico lungo la colonna d'acqua in L0 laghi artificiali della Sardegna, costituisce urioccasione importante per valutare l'utilità di questa innovazione, capace, nella sua potenzialità, di conferire un'alta dinamicità al monitoraggio stesso. Si ribadisce però, che non tutte le variabili importanti ai fini della p otab tlizz'az'-rone po ssono essere registrate attraverso sensori, per esempio la composizione in specie del fitoplancton e la defrnizione della abbondanze relative tra specie. Esiste quindi lèsigenza di un equilibrato utilizzo di tecniche innovative con il mantenimento di metodich e tradizionali, quale sforzo necessario per la migliore utilizzazione della risorsa idrica.

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Sassari. Sechi N. (2008) - Relazione annuale (gennaio-dicembre 2007) sulla funzionalità, ed efficienza del sistema di monitoraggio e sullo stato trofico dei laghi oggetto dell'attività di gestione nell'ambito del progetto "Reahzzaitone di un sistema di monitoraggio automatico della qualità dell'acqua in alcuni laghi artificiali della Sardegna". Dipartimento di Botanica ed Ecologia Vegetale dell'Università degli Studi di

Sassari.



Per non dimenticare La difesa della pianura inizia in montagna. Fabrizio Natalino Loi

Le immag ini fotog rafi che, ta lvolta, racconta no

più

di qualsiasi scrittura gli eventi. Lascerò pertanto, che a stimolare la vostra

immaginazione siano le

fotografie di seguito riportate, a

testimonianza di quello che

è stato.

La mano dell'uomo ha avuto sempre un ruolo importante nella gestione del territorio. I-labbandono lento e progressivo delle terre coltivate, con 1a conseguente mancanza di manutenzione delle opere d'arte a difesa de1le superfici 1avorate, l'eliminazione del soprassuolo a causa degli incendi, sono fenomeni che fanno venire meno 1èffetto regimante su1le acque meteoriche, con la conseguenza che il suolo non trattenuto in montagna è destinato aI trasporto inesorabile a valle.


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Vediamo come da opere di miglioramento pascolo si possono innescare erosioni in assenza di idonee tecniche colturali e in mancanza di accorgimenti attt alla salvaguardia a monte dei terreni lavorati. Altresì dicasi per le opere viarie, laddove siano assenti i più semplici ed elementari accorgimenti tecnici frnalizzati ad impedire erosioni incanalate. (foto I e 2) Fatta questa premessa, vorrei rendere partecipe il lettore di ciò che è successo a Villagrande Strisaili a partire da1le ore 1.7,30 circa de1 6 dicembre 2004, quando iniziano a verificarsi i primi fenomeni di trasporto solido incontrollato, incontrollabile, lungo 1e vie del paese, a causa de1le precipitazioni meteoriche. Macchine rmpazzite, grandine, massi, trovanti superficiali, tronchi d'albero, inerti, materiale di ogni genere vengono presi di peso e trasportati a va11e.

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Le case vengono violate, squarciate, violentate. In taluni casi i1 livello del fango arciva fino a1 soffitto. (foto 3,4,51617)

Le linee di trasporto pre{erenziali sono

lungo gli alvei imprigionati, ristretti, costretti in canali ora chiusi oraaperti, con sezioni limitate, chissà, forse, non adeguate. (foto 8,9). Canali di guardia, laddove presenti, risultano essere lesionati, privi di manutenzione, talvolta usati per usi diversi da quelli per i quali sono stati costruiti. Ci sono varie problematiche da affrontare e da valutare congiuntamente, che possono insieme airttare a capire quali errori sono stati commessi e quali strategie potrebbero essere adottate,alfine di porre rimedio ai pericoli di dissesti che attualmente, purtroppo, ancora incombono sul centro abitato di Villagrande.



Cè la

necessità che venga eseguito uno studio generale del bacino e dei suoi sub bacini a monte dell'abitato, i quali, non scordiamocelo, convogliano tutti le acque nei canali e torrenti che scorrono alf interno del paese. Tale studio è prioritario e fondamentale per poter effettuare la progettanone generale di sistemazione idraulica-forestale dei versanti e rii, progettazione che ritengo debba comunque essere eseguita da un'equipe multi disciplinare, del mondo accademico e non solo, coinvolgendo quindi anche i vari Servizi dell'Amministrazione Regionale a vario titolo interessati. Vista la morfologia dell'area ritengo che uno dei problemi è quello di poter allontanare il più possibile le acque all'esterno dall'abitato, con la costruzione di canali di guardia. Ritengo altresì, che debba essere ridotta 1a pendenza dei torrenti, con la conseguente diminuzione della velocità di scorrimento dell'acqua, diminuzione dellèrosione idrica e del trasporto solido da monte verso valle, mediante la costruzione di briglie di ritenuta e briglie di consolidamento.

Tali strutture dovranno

di facile manutenzione, da eseguire periodicamente (a chi il compito e il dovere di farlo?) possibilme nte realizzate, compatibilmente con le economie a disposizione dellènte esecutore, con tecniche di ingegneria naturalistica. Cè 1a necessità di rinaturalizzare i corsi d'acqua, eliminando, quindi, il cemento dei canali (realizzatifino agli inizi degli anni'80 dietro la richiesta pressante degli abitanti, con la finalità di eliminare gli odori nauseabondi provenienti dai canali stessi) che di fatto non fanno che aumentarelavelocità dell'acqua. Cè la necessità di ricreare una fascia di rispetto ai lati dei torrenti, magaririportando la situazione edtlnn così come era fino agli anni'60, prendendo delle decisioni sicuramente impopolari. Cè la necessità di avere a monte dell'abitato una capannina meteorologica collegata in tempo reale a77a sala operative di Protezione Civile, che sia di ausilio alle competenti autorità. Cè la necessità di sapere quando scatta 1o stato di emergenza,alfine di predisporre in tempo utile ogni intervento essere

ir

@


di protezione civile adeguato a salva-

Non cè strada o pista che non ali-

guardare in prinr.is le vite umane.

menti una frana. Non solo il centro abitato è stato interessato dagli eventi meteorici in questione. Spostandoci dall'abitato di Villagrande e percorrendo la strada che porta aTalana, voglio mettere in evidenza con l'ausilio fotografico, 1o stato delle infrastrutture viarie. Utllizzerò alcune fotografie per testimoniare come tutti i ponti costruiti con tubolari in ferro zincato si sono rivelati inidonei ad accogliere 1a portata d'acqua lungo i torrenti, mentre i vecchi ponti costruiti con variopinti blocchi di granito da mani sapienti, con la maestria e pazienza di un tempo, hanno resistito alla furia della natura e nessuno è stato lesionato o

1a necessità,

ormai non più proro-

gabile, anzi,si è in ritardo estremo, che

il Comune nale

si doti di un piano comudi protezione civile che sia snello,

operativo, elastico, emanato secondo le linee e direttive della normativa di settore, da testare periodicamente con simulazioni che coinvolgano f intera cittadinanza e gli operatori istituzionalmente preposti a tali compiti, qua1i il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, Volontari di protezione civile, Ente Foreste, Vigili del Fuoco e quant'altri.

spazzato vta.

A chi ha avuto

la pazienza di sfogliare

queste pagine lascio a loro ogni commento. :-.:::.i' ..i.iìa::

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Strada Villagrande-Talana: pagina precedente i vecchi ponti ancora integri. ln questa pagina le nuove strutture.





Strada Villagrande-Talana:

effetti sulla rete viaria di una frana di versante


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Risorse id riche sotterranee

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ed acquiferi carsici in Provincia di Nuoro

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Francesco Murgia

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Responsabi I e tecni co scientifi co

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del progetto lnterreg lllA

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Corsica -Toscona)

"Bolbuzard - Le Rodici dell'Acqua"

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Caratteristidre idrogeologicJre genemli

Dal punto di vista idrogeologico generale è possibile suddividere

i litoti-

pi geologici in Sardegna in tre grandi classi:

A i terreni cristallino-metamorfici paIeozoici e gli espandimenti vulcanici tardo terziari, scarsamente permeabili per frttturazione; B i terreni delle valli e delle pianure costiere, variamente permeabili per porosità; C le aree carbonatiche carsiche, molto permeabiJi per fratttrazione e carsismo.

Le carttteristiche idrogeologiche del-

le aree carbonatiche della Provincia di Nuoro sono, senza alcun dubbio,

quelle che maggiormente assumono importanza nell'ambito della programmazione territoriale nel settore dell'approwigionamento idropotabile. taendo spunto dalle analisi eseguite nell'ambito del Piano Urbanistico Provinciale di Nuoro, è possibile desumere come le aree carbonatiche presenti nel territorio (Monte Albo, Supramontes di Oliena, Dorgali, Orgosolo) siano caratterizzate da una generale scarsità di ruscellamenti superficiali: la maggior parte della circuitazione idrica che si stabilisce nei sistemi carsici sardi si concentra lungo direttrici ben localizzate che danno origine ad emergenze sorgentizie di grande importanza economica. A supporto di questa tesi sono degne

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di menzione le analisi condotte dalla

f interno della compagine carbonatica,

Federazione Speleologica Sarda sul1a circuitazione idrica nel sistema ipogeo dei Supramontes di Urz,,tlei, Oliena, Dorgali e Orgosolo. Nel corso di tali studi, espletati tracciando le acque sotterranee con l'utilizzo di fluoresceina sodica, si è accertata f interconnessione idrica diretta tra gli zpparati carsici infiltrativi del Supramonte di Urzulei e le sorgenti di Su Gologone, poste ai margini settentrionali delle assise carbonatiche supramontane. I1 tracciamento delle acque sotterranee ha dato esito negativo su tutte le emergenze idriche superficiali minori sottoposte a monitoraggio e individuate in posizioni intermedie tta l'area d'immissione del colorante e le sorgenti di Su Gologone, mentre sono risultate positive al passaggio del tracciante le acque della grotta di "Su Bentu", in territorio di Oliena. Ciò dimostra l'esistenza di un circuito ipogeo profondo, deputato a drenare, in direzione S-N,le acque di un vasto territorio che comprende gli oltre 770 Kmq dei Supramontes del nuorese. Le modalità di circolazione sotterranea e di stoccaggio delle ingenti risorse idriche che s'infiltrano nei terreni carbonatici sono certamente connesse alle interconnessioni esistenti tra le strutture tettoniche presenti ed il trend evolutivo geomorfologico che ha interessato i calcari mesozoici ed i terreni limitrofi tra la fine del Tèrziario ed il Qraternario: se da un lato le dislocazioni tettoniche hanno innescato le condizioni per f instaurarsi, al-

di vie preferenziali a favore di una circolazione idrica sotterranea ger ar chizzata ed orientata (fratttrazione della compagine calcarea) e per 1o stabilirsi di un acquifero carsico (impostazione di limiti di permeabilità di natura strutturale), la successione degli even-

ti

geomorfologici ha proweduto ad approfondire e carsificare le fratture tettoniche e, in seguito, ad occludere parzialmente le porzioni di condotte carsiche ipogee prossime alla superficie con coltri di alluvioni intercalate,

in

alcuni siti, ad espandimenti vulcanici di tipo basaltico. Qresta particolare evoluzione geomorfologica, illustrata nel successivo paragrrfo rha dato luogo alf impostazione di un acquifero carsico profondo, sede d'importanti riserve idriche sotterranee. Ne sono esempio i bacini idrici sotterranei che alimentano le sorgenti di Su Gologone e quelli che alimentano i sifoni presenti alf interno della grotta. di "Locoli",localruzabile nel Monte Albo, in comune di Siniscola.

Il carsismo profondo nella

Sardegna

Nord - Orientale Implicazioni paleogeografche della "M orfogen e i M e s s ini an a" s

Llevento geologico che ha contribuito a costruire gli acquiferi nei calcari della Sardegna è legato, assai probabilmente, ai movimenti tettonici che nel Messiniano,6,3 milioni di anni fa, portarono il Sud della penisola ibe-

rica a collidere con la porzione più


settentrionale dell'Africa, causando la chiusura dello Stretto di Gibilterra. fJn evento molto localizzato questo, ma tanto catastrofico da sconvolgere la geografia di tutto il Mediterraneo: la chiusura del collegamento con lbceano Atlantico, infatti, provocò un brusco sbilancio negativo nel ciclo apporti-evaporazione delle acque del Mar Mediterraneo il quale, in consegrlenza, di ciò, subì un rapido processo di disseccamento. La depressione del Mediterraneo causò un brusco approfondimento di tutti gli alvei dei corsi d'acqua, costretti a "rincorrere" quel mare che, con il procedere dell'evaporazione,si allontanava sempre più dall'antica linea di costa (Tav. 1). I riscontri oggettivi che testimoniano questa successione di eventi si ritrovano nell'analisi dei rilievi sismici e dei materiali provenienti dai pozzr perforati in un'area compresa tra le isole baleariche e la Sardegna, studi che hanno accertato Ia presenza di forti spessori di rocce evaporitiche prodottesi proprio in conseguenza di:una prolungata crisi idrica nel Mediterraneo. Durante quest'evento la valle del Nilo fu sovraescavata, come testimonia Ia presenza di un paleoalveo approfonditosi quasi 200 metri sotto il livello del mare, localizzato durante i lavori di sbarramento del Nilo presso Assuan. Stessa sorte ha subito la valle del Rodano, lungo il cui corso è stata identificata, 300 km a monte della foce, un'antica paleovalle sottostante l'alveo attuale, riempita da sedimenti marini. Qresto processo, però, non

ha interessato solo gli alvei dei corsi d'acqua superficiali ma ha inciso profondamente anche i circuiti idrici sotterranei e, tra questi, i "fiumi della notte" del Supramonte, innescando le condizioni per la formazione di acquiferi carsici assai profondi.

Tavola 1: Geomorfologia "Messiniana" nell'area del Monte Albo (Sardegna centro - orientale) - schema semplificato d'ipotesi

evolutiva


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Commento alla tavola A: probabile situazione morfologica precedente il periodo Messiniano; B: nel tardo Messiniano, al disseccamento del Mar Mediterraneo consegue un rapido approfondimento delle linee di drenaggio idrico sia superficiali che sotterranee; C: nel Pliocene inferiore, con il ristabilirsi della circolazione idrica tra oceano Atlantico e Mediterraneo, il mare s'incunea negli alvei fluviali precedentemente escavati. L'ingressione marina nei fiordi provoca la destabilizzazione degli scisti di Monte Senes e il loro successivo collasso, con un meccanismo simile a quello che ha innescato il crollo del MonteToc sul lago artificiale delVajont; D: nel Pliocene inferiore-medio,la falda filladica sovrascorsa sui calcari mesozoici impermeabilizza lateralmente i circuiti carsici inferiori del Monte Albo, costituendo un acquifero sotterraneo assai profondo.

Caratteristiche idrogeologiche degli acquiferi carsici

Già da analisi speditive su1 terreno

è

possibile osservare come le atee czrbonatiche localizzate nella provincia di Nuoro (Monte Albo, Supramontes

d'Oliena, Dorgali, Orgosolo) siano caratterizzate da una generale scarsità di ruscellamenti superficiali e da una concentrazione degli stessi, in occasione di abbondanti precipitazioni atmosferiche, nel reticolo idrografico che si diparte nei terreni metamorfici impermeabili. La rete di drenaggio superficiale ubicata nei terreni calcarei entra in funzione solo eccezionalmente, in occasione di massicci e repentini aflussi idrici, quando i fattori idrodinamici connessi con la pendenza della superficie carbonatica e con le grandi quantità d'affiussi meteorici, hanno il soprawento sulla capacità delle strutture epicarsiche di convogliare g1i scorrimenti idrici superficiali entro i

condotti sotterranei facenti capo alle emergenze carsiche. Le manifestazioni sorgentizie presenti nei terreni calcarei, ecceiron fatta per quelle di Fruncu'e Oche nel Monte Albo (F. Murgia, 1,996) e Su Gologone e San Pantaleo nei Supramontes di Oliena e Dorgali (E Murgia, t989), correlabili direttamente con la presenza di un profondo carso saturo, sono di portata molto limitata e legate a ben definibili peculiarità strutturali e geomorfologiche. Le modalità di stoccaggio e di circolzzione sotterranea delle ingenti risorse idriche vergenti nei terreni carbonatici sono certamente connesse alle interconnessioni esistenti tra 1e strutture tettoniche presenti ed i1 trend evolutivo geomorfologico che ha interess ato i calcari mesozoici ed i terreni limitrofi tra la fine del Terziario ed il Qraternario: se da un lato le dislocazioni tettoniche hanno innescato le condizioni per f instaurarsi, alf interno della compagine carbonatica, di vie preferenziali a favore di una cir-


idrica s otterranea ger ar chizzata ed orientata (frattuazione della compagine calcarea) e per 1o stabiiirsi di un acquifero carsico (impostazione di limiti di permeabilità di natura tettonica), la successione degli eventi geomorfologici ha proweduto ad approfondire e carsificare le fratture tettoniche e, in seguito, ad occludere parnalmente le porzioni di condotte carsiche ipogee prossime alla superficie con coltri d'alluvioni, in alcuni siti intercalate ad espandimenti vulcanici di tipo basaltico. Qresta particolare evoluzione geomorfologica ha dato luogo alla formazione di un carso saturo profondo, sede di un'importante riserva idrica sotterranea. colazlrone

tri quadrati e un a;ppùrato infiltrativo

Alcune considerazioni sullèconomicità delle risorse carsiche Al fine di evidenziare i vantaggi economici derivanti da) razionale tTlizzo delle risorse idriche immagazzinate nei bacini carsici ipogei è necessario effettuare ulteriori considerazioni che derivano dagli studi sulla circolazione idrica nei terreni carbonatici. Una prima riflessione è relativa alle modalità di ricarica dei sistemi idrocarsici ipogei: i terreni carbonatici in Sardegna, infatti, sono interessati da morfologie epicarsiche particolarmente evolute, carattetizzate da numerosi inghiottitoi posti lungo i principali segmenti idrografici, capaci ognuno di

diffirso, talora assai profondo, costituiaree a campi carreggiati. Qreste strutture geomorfologiche, in concorso con le numerose e profonde condotte carsiche verticali, esplicano la finzione di allontafiLre, in tempi brevissimi, le acque meteoriche dalla circolazione idrica superficiale, Ia quale si attiva solo in occasione di eventi precipitativi di carattere parossistico. Altre considerazioni, relative alla circolazione idrica ipogea nei sistemi carsici, possono essere fatte sulla base delle osservazioni riguardanti alcuni recenti eventi di piena che hanno interessato le sorgenti carsiche sarde. Nell'agosto '1.995, nel pieno di una delle ricorrenti crisi idriche che hanno interessato la Sardegna, una serie di rovesci temporaleschi tipicamente estivi ha causato il totale ripristino delle riserve regolatrici facenti clpo a tutte le sorgenti carsiche della Sardegna nord-orientale. Qreste precipitanoni hanno causato anche l'emissione d'ingenti piene idrologiche dalle sorgenti ubicate nella costa orientale: la portata di uno di tali eventi, stimata in quel periodo da alcuni speleosubacquei tedeschi in una risorgente carsica sottomarina del Golfo di Orosei, superava abbondantemente i 10 metri cubi di acqua il secondo. Qreste osservazioni consentono di ragionare sulle modalità di calcolo di

di litri di acqua il secondo. Oltre agli inghiottitoi sono presenti doline e polje che drenano superfici anche di decine di chilome-

alcuni parametri relativi alla valutazione dei bilanci idrologici eseguibili nei bacini carbonatici. Tali bilanci, necessari in tutti gli studi di carattere

assumere centinaia

to da estese

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idrogeologico, prevedono che il totale delle precipttazioni annue che inte,.',,,,,i ressano un bacino idrografico debba essere uguale alla somma delle acque che ritornano nell'atmosfera a causa dei fenomeni d'evaporazione e di traspirairone delle coperture vegetali, di quelle che ruscellano verso i bacini contigui e di quelle che s'infiltrano nel sottosuolo del bacino in esame (P= ET + R + I). Lapplicazione delle formule scientifiche in uso per la determinazione del coefficiente dèvapotraspirazione (ET) conduce ad attribuire a quest'ultimo, alle nostre latitudini, ttna fruirone molto consistente del totale delle precip itazioni. i||4a, l' uruTlizi:,,1:. zo di tali formule nella redazrone dei

jr

bilanci idrologici in molti bacini che insistono in aree carbonatiche sembra non trovare alcuna concreta applicabilità: infatti, la mancanza di coperttre vegetali particolarmente estese ed il notevole sviluppo delle morfologie epicarsiche in tali aree, che favorisce il rapido allontanamento delle acque meteoriche dalla circolairone idrica superficiale, provocano una netta diminuzione della quantità di acque potenzialmente soggette all' evap oruzrone a va;rfiagglo de77a f r azione percentuale di acque che effettivamente s'infiltrano nella rete di condotte carsiche ipogee. Per dare un'idea sui differenti comportamenti idrologici dei bacini idrografici carsici rispetto a quelli non carsici in rclairone agli input meteorici è utile ricordare che, durante la crisi idrica che ha colpito la Sardegna nel1.995, i laghi artificiali alimentati

iltAtrx'x

anche da sorgenti carsiche, come ad esempio quello formato dalla diga sul fiume Cedrino che raccoglie le acque di Su Gologone, avevano raggiunto il massimo invaso già nel mese di ottobre mentre quelli della Sardegna centro-meridionale, che insistono in prevalenza su litotipi cristallini paleozoici, hanno iniziato ad accumulare risorse idriche solo nella primavera dell'anno successivo. Qresti diversi comportamenti idrologici osservati sono da imputare anche ad una diversa incidenza del coefficiente d'evap otraspirazione nei bacini summenzionati. I-linsieme del1e vùutaitoni sopra espresse consente di delineare un quadro ben definito della situazione idrogeologica delle aree carbonatiche mesozoiche nella Provincia di Nuoro. Da tale quadro emerge come i sistemi carsici siano caratterizzati da un àpparato infrltrativo epicarsico molto efficace e da una rete di drenaggio ipogeo, caratterizzata da condotte ipogee di grandi dimensioni, in grado di convogliare le acque di circolazione idrica superficiale all'interno del sistema carsico profondo e quindi alle aree di risorgenza in tempi molto brevi.Tutto ciò conferisce agli acquiferi carbonatici una possibilità di ricarica rapidissima sia per ciò che concerne le riserve regolatrici delle sorgenti che le riserve geologiche eventualmente intaccate dalla messa in opera di captazioni acquedottistiche attestate profondamente entro il carso saturo. Le grandi potenzialità di ricarica degli acquiferi carsici, quindi, si renderebbero efficaci


anche a seguito di quegli eventi precipitativi, brevi ma di carattere temporalesco, che caratterizzano sempre piir il clima della Sardegna e delle aree

circummediterranee. Qrest'importantissima peculiarità idrogeologica consente di ammortizzare, nel tempo, i nefasti effetti causati da periodi siccitosi prolungati. Per contro, le caratteristiche idrodinamiche sopra descritte rendono i sistemi carsici estremamente suscettibili agli agenti inquinanti nei circuiti sotterranei. Per tale motivo, 1o studio e la valorizzaitone degli acquiferi carsici richiedono l'applicazione di competenze specialistiche e un approccio

diretto alla

conos

ceflza dei circuiti

drenanti ipogei. I-lultima considerazione riguarda la convinzione diffusa che vorrebbe le risorse idriche di tipo carsico particolarmente ricche di sali di calcio e quindi "pesanti". A questo proposito è necessario stigmatizzare che i circuiti di drenaggio che caratterizzano i terreni carbonatici in Sardegna, nei quali avviene f interazione chimica acqua-calcare, sono di così grandi dimensioni, e quindi caratterizzati da una dinamica talmente veloce, da non consentire la dissoluzione di elevate quantità di bicarbonato di calcio. Qreste osservzzioni di carattere idrogeochimico sono confermate dalle analisi eseguite dalle ASL e dai laboratori degli enti che gestiscono le acque delle sorgenti carsiche captate per scopi acquedottistici quale, ad esempio, quella di Su Gologone.

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tra acquifero carbonatico, morfologie di carso

,,

ne nord-orientale del Monte Albo (Sardegna

I.

Nord- Orientale)

Perna G.,1995

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- Il

Geologia Tecnica e Am-

carsismo messiniano e

la

,

.

,

'

circolazione profonda delle acque nel Sulcis -

Iglesiente (Sardegna Sud Occidentale).

Mem. .

Ass. Miner. Sarda,2,pp.27-38, ff. 2,

Iglesias.

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nel- |

l'area del Mediterraneo. Speleologia,34,

5-72,tr.10, Milano.

PP.

,

,r-

,



Qualità e disponibilità delle acque sotterranee e monitoraggi operativi: i I progetto "Trich i nel la" Mauro Chiesi Soci etò Spel eolog i ca I tali a

na

L'acqua che berremo. Le grandi civiltà nate in

tempi diversi

nell'area del Mediterraneo sono tutte

indissolubilmente legate all'acqua e, proprio dove l'acqua sgorga più copiosa, essa trae alimentazione da rocce carbonatiche

intensamente carsifi cate. Le sorgenti carsiche, direttamente dipendenti dal complesso dei fenomeni e dei processi naturali che awengono alf interno delle rocce carsificabili,rappresentano un patrimonio collettivo di straordinaria importanza socioeconomica per il nostro Paese: oltre un terzo del territorio montano italiano è carsificato e oltre il 40o/o delle risorse idriche ad uso potabile proviene già oggi da acquiferi carsici. Benché questa particolare condizione sia ben conosciuta, nel nostro Paese manca ancora oggi una univoca identificazione normativa riguardante i territori carsici ed i bacini idrogeologici di alimentaztone del1e sorgenti carsiche, quali

ambienti naturali complessi, a sviluppo tridimensionale, da salvaguardare con particolare attenzione e cura. I-lacqua che si raccoglie nel territorio carsico naztonale rappresenta tuttavia una imperdibile risorsa naturale collettiva. Qresta non è confinata dallbrografia superficiale né tanto meno

da confini amministrativi: si

svela

solamente dove complessi fenomeni geologici 1o consentono. Fenomeni a volte ancora incompresi e da studiare. La Speleologia è un formidabTle mezzo per esplorare, studiare e documentarela geografia e la vulnerabilità delle nostre fonti di approwigionamento idrico: "l'acqua che berremo", quanta e


ìNTrftnrciilA)r

t,:i di che qualità, dipende da quanto

'i; '!

sa-

remo capaci di proteggerla realmente. La S ocietà Speleologic altaliana collabora da decenni con gli Enti di governo del territorio e della Ricerca ne1lo studio dei fenomeni che interessano il sottosuolo carsico e la sua complessa idrologia. Le scoperte speleologiche permettono di conoscere e documentare le caratteristiche del1a zonavadosa, dove percolairone e ruscellamento awengono in presenza d'a;tia, mentre sempre maggiori distanze e profon-

dità vengono esplorate nella

zona.

zttraverso 1o sviluppo delle esploraironi f reatica, perennemente somme tsa,

speleolosubacquee (sono circa 36.500 le cavità esplorate, censite e caftogta-

fate nel nostro Paese). Possedendo generalmente elevate velocità di deflusso e scarse capacità auto depurative, in particolare nelle zone freatiche profonde, gli acquiferi carsici presentano caratteristiche dinamiche intrinsecamente esposte a rischi di contami n:a:z--tone.

Indagini dirette, mediante l'uso di traccianti rilevabili in concentrazioni infinitesimali, permettono di accertare 1l percorso delle acque sotterranee. Misurandone velocità, variazioni di portata, di concentrazione dei sali minerali disciolti e, non da ultimo, analizzando la fauna interstiziale che ospita, è possibile ipotizzarc la struttura complessiva degli acquiferi e quindi valutare il grado complessivo della loro vulnerabilità. Seppure con azroni di volontariato e in assenza di frnannamenti strutturati,

rx

la Società Speleologica Italiana ha in questi ultimi decenni sostenuto fondamentali ricerche sulla vulnerabilità dei principali acquiferi carsici, atffaverso il coordinamento della propria struttura associativa (ca. 180 Gruppi Speleologici distribuiti in ogni Regione d'Italia), in raccordo con le federazioni speleologiche di livello regionale, che hanno trovato pubblicazione nella vasta rassegna editoriale di settore che, giova ricordarlo, trova nel Centro Italiano di Documentazione Speleologica (uzuzu. cds. speleo. it), la più vasta raccolta bibliografica al mondo. Tra i più recenti complessi progetti di ricerca in tal senso, ospite del Parco Nazionale dell'Appennino ToscoEmiliano, il Progetto Trias è oramai giunto ad una prima fase conclusiva, rappresentando una tra le prime esperienze di monitoraggio in continuo della Fauna interstiirale ospitata da un acquifero carsico in un diapiro evaporitico, con notevoli concentraironi di sale disciolto, che ha permesso tra l'altro la descrizione di nuove specie animali per la Scienza (uuus.ssi.speleo. i t/i th efere nze/trias,/tri as. h t m) . La collaborazione e il sostegno nell'azlrone di salvaguardia dei territori carsici operata dagli innumerevoli strumenti di protezione ambientale (Parchi, Riserve, SIC ecc.) è indubbiamente una delle azioni privilegiate dalla Speleologia in Italia, convinti che la sensibilizzazione dellbpinione pubblica sulf import anzz "vitale" della buona conservazione delle aree carsiche, attraverso la divu,lgazrone delle

KM a


conoscenze acquisite attraverso la ricerca scientifrca, sia la chiave di volta per assicurare qualità e quantità dell'acqua che berremo.

Yalatazione di potenziali- impatti ambientali sul SIC 022212 "Su Sercone"

Nel Dicembre 2006,1a Direzione del Servizio per la Conservazione della Natura dell'Assessorato Difesa Ambiente della RAS ha stipulato una convenzione con l'Assessorato Ambiente, Urbanistica ed Energia della Provincia di Nuoro nell'ambito di un programma finaTizzato a prevenire f insorgenza della trichinellosi e a contribuire all'eradicazione della peste suina africana nel SIC 0222L2 (Supramonte di Oliena, Orgosolo e Urzulei - Su Sercone). Nello specifico, la convenzione prevede di integrare al progetto "Le Radici dell'Acqua" alcune specifiche azioni di monitoraggio sulle risorse idriche e sugli habitat del Supramonte che potrebbero subire impatti negativi in relazione ad alcuni interventi di razionalizzazione delle attività zootecniche previsti nel territorio.

Le zironi di monitoraggio riferibili a17' integr azione progettuale richiesta, oltre a rispondere alle specifiche esigenze di conoscenza, possono considerarsi come un approfondimento analitico sul territorio del Supramonte ed un arricchimento dei contenuti didattici previsti dal programma.In particolare, le analisi sulle caratteristiche microbiologiche delle acque sotterra-

nee e le indagini sulle eventuali modificazioni degli habitat costituis cono urÌoccasione per fornire al sistema di educazione ambientale un quadro dinamico sulle possibili evoluzioni che un sistema ambientale può potenzialmente subire a seguito della realizzazione di nuovi interventi di natura antropica. I contenuti della convenzione di cui sopra possono essere sintetizzati nei seguenti obiettivi: 1. Determinare eventuali impatti sull'acquifero carsico e sulla componente vegetale del SIC 022212 Supramonte di Oliena, Orgosolo e Urzulei - "Su S ercone " conseguenti la tr asfor mazio ne del tradiùonale allevamento suinicolo brado in conduzione in "plan air"; 2. Determinare le potenziùità di auto depurazione del sistema carsico in relazione agli impatti attesi. Come previsto in convenzione, si prevede di conseguire tali obiettivi in 24 mesi dalla data d'inizro del monitoraggio. I-l operatività progettuale dello studio sull'acquifero carsico prevede di allestire una particolare configurazione del sistema di monitoraggio, distribuita sul territorio alfine di acquisire i parametri necessari ai controlli di qualità della risorsa idrica. In particolare, saranno sottoposti ad analisi i corsi d'acqua superficiali (Riu Flumineddu, Rio Sa Codula, Codula Orbisi) e sotterranei (grotte Istettai e Colostrargiu) nell'area di alimentazione del bacino idrogeologico del Supramonte, le acque del bacino d'immagazzinamento


{r.irLrìREGiilA)hfk

idrico presenti nel carso saturo (grottu Su Bentu e Sa Oche) e i deflussi idrici della sorgente di Su Gologone, quest'ultima considerata come recettore finale delf intero bacino sottoposto a monitoraggio.Il dettaglio delf impianto di monitoraggio è il seguente:

Strumento

Finalità d'analisi

Localizzazione

Tempistica dei controlli

Analisi sui transfert

deiflussi idrici Fluorimetro

nell'acquifero carsico in funzione del regime idrico e sulla

Vasca di carico presso la captazione di Su

Gologone

Ogni 15 giorni

geometria generale dell'acquifero Campionatore

automatico

Acquisizione

Vasca di carico presso la captazione di Su

campioni da awiare alle analisi di

Gologone

laboratorio

.Sorgente Su Gologone .Grotta Sa Oche - Pot Sump .Grotta Su Bentu - Doolin

Sensori PTC

Lake

.Grotta 5u Bentu

Centrale meteoclimatica ipogea

Variabile

-

Sifone

Analisi sulle variazioni

di livello piezometrico in funzione del regime idrico e

Sahara

sulla geometria

.Grotta lstettai - collettore

dell'acquifero

Trimestrale

Analisi su alcuni parametri Grotta Colostrargiu

dell'infiltrazione efficace e di temperatura

Ogni45 giorni

nell'acquifero carsico

A1 monitoraggio strumentale sarà abbinata una specifica campagna di campionamenti ed analisi delle risorse idriche, distinta in una fase di attività diretta sul campo ed in una di acquisizione da campionatore automatico. I campionamenti sul campo, previsti in numero di 4 per ognuna delle 11 stazioni individuata, saranno effettuati

con cadenza trimestrale sulla base di un dettagliato cronoprogramma degli interventi redatto in fase operativa, mentre la tempistica di acquisizione tramite campionatore automatico sarà definita sulla base delle esigenze del laboratorio di analisi in relazione agli obiettivi di progetto. ,A'1fine di correlare temporalmente i valori analitici dei


campionamenti diretti con quelli effettuati presso la sorgente di Su Gologone, saranno eseguiti specifici tracciamenti delle acque sotterranee che "màrchino"le acque sotterranee nel momento delloro prelievo. Nel dettaglio:

Sito

Stazioni di campionamento

Azioni previste

Sorgente Su Gologone

Vasca di carico presso la captazione di Su Gologone

Acquisizione tramite campionatore automatico

Grotta lstettai

Zona "Collettore"

Campionamento acqua e iniezione tracciante

Grotta Colostrargiu

Torrente sotterraneo

proveniente da S'Edera Sifone"Doolin lake"

Campionamento acqua e posizionamento fl uoca ptori

Sifone"Sahara"

Campionamento acqua e posizionamento fl uoca ptori

Sifone"Pot Sump"

Campionamento acqua e posizionamento fl uocaptori

lnghiottitoio "Badu Osti"

Campionamento acqua e iniezione tracciante

Grotta su Bentu

Grotta

Sa Oche

Rio Flumineddu

Gorroppu uscita su valle di Oddoene

Rio Sa Codula

Codula Orbisi

Campionamento acqua e iniezione tracciante

Campionamento acqua

Presso "Su Cunnu 'e S'Ebba"

Campionamento acqua

Presso inqhiottitoio "S'Edera"

Campionamento acqua

Lungo alveo - tratto superiore

Campionamento acqua

Pischinas Urtaddala

Campionamento acqua

Per ciò che riguarda lbperatività progettuale sull'analisi delle componenti vegetali e forestali del SIC "Su Sercone", si prevede di allestire una serie di stazioni di osservazione e rilevamento su1 terreno, attraverso i cui dati identificare 1o stato attuale degli indicatori ambientali soggetti a monitoraggio. AIle osservazioni di campo sarà affrancata una specifica analisi comparativa su base aerofotogrammetrica,

che completerà la

"letttri' territoria-

le attraverso la redazione di specifici supporti cartografici tematici. IJacquisizione di queste informaitoni consentirà, nei due anni di osservazione previsti in convenzione, di compiere anche alcune vahxazioni preliminari su eventuali evoluzioni dello stato ambientale relative alla componente vegetale del Supramonte. I-loperatività delf integ razione proget-


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ir!,s)rlx

tuale si completa con f individtazione degli Enti da coinvolgere nel programma d'intervento; questi, dettagliati nella tabella seguente, sono già tutti individuati come partner per le attMtà del progetto generale. ENTE

RUOLO SPECIFICO

R.A.S.

Finanziamento e attività di supervisione

Assessorato Difesa Ambiente

Attività di coordinamento progettuale e qestione informatica deidati

Provincia di Nuoro

Gestione campionatore automatico, analisi chimiche e microbiologiche

ARPAS

Dipartimento Territoriale Nuoro Federazione Speleologica Sarda

Gestione dei monitoraggi ipogei e della logistica di progetto

Società Speleologica ltaliana

Supporti tecnico, scientifici ed integrazioni progettuali di livello nazionale

Approfondimenti sui circuiti idrici sotterranei, supporto da tirocinio formativo Gestione monitoraggi meteorologici

Facoltà di Scienze Ambientalidi Nuoro Servizio Agrometeorologico Regionale

Supporto logistico, analisi territoriali e fornitura dati

Abbanoa Spa

In particolare 'Ad ARPAS - DipartimentoTèrritoriale Nuoro sarà richiesto di effettuare, e quindi di validare, le analisi chimiche e microbiologiche previste nella prospezione territortale. La stessa struttura, inoltre, sarà invitata a curare un breve corso preparatorio, destinato agli operatori sul campo, sulle tecniche standard da adottare per i campionamenti idrici nel sistema carsico

;tt

ipogeo. . La Società Speleologica Italiana, qua1.

l.

.

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.

le riferimento per gli studi scientifici nelle aree carsiche in ambito naztona)e, sarà chiamata ad indicare professiona-

lità d'alta qualifica e d'esperienza sPeleologica da includere nel gruppo di lavoro. La stessa Associazione, inoltre, sarà invitata ad individuare ulteriori spunti di approfondimento per nuovi e futuri sviluppi progettuali di ricerca sull'area carsica del Supramonte.

'

Alla Federazione Speleologica Sarda, sarà affidata la gestione logistica dei monitoraggi sul sistema carsico ipogeo, a cui si aggiungono f identifi,cazione dei fornitori e l'acquisto dei materiali d'uso occorrenti per l'effettrazione dei campionamenti (attrezzature speleologiche, traccianti speciali...), lu gestione logistica degli


interventi delle squadre operative sul campo e la gestione economica de1le spese.

' Alla FacoltàL di Scienze Ambientali di Nuoro sarà affidato il compito di eseguire alcuni approfondimenti ana-

litici sulIa dinamica dei circuiti idrici sotterranei e, in particolare, quelli finalizzati a definire con precisione le aree di alimentauone dell'acquifero carsico.

' Al Servizio

Agrometeorologico Regionale sarà richiesto di eseguire specifici approfondimenti sui monitoraggi meteorologici e meteoclimatici ipogei nell'area in esame frnaTizzati a meglio definire il coefficiente d'infiltrazione efficace caratteristico del Supramonte carsico.

'

Ad Abbanoa Spa sarà richiesto, innanzitrttto, uno specifico intervento di supporto logistico consistente nella concessione di spazt, presso la captazione acquedottistica della sorgente di Su Gologone, ove posizionare alcune delle strum entazioni di monitoraggio previste in progetto. Inoltre, allo stesso ente sarà richiesta l'effettuazione di una serie di misurazioni di portata presso la sorgente di Su Gologone, eseguite allo scopo di calcolare una curva di taratura curva portate / tempi dellèmerge nza sor gentizia.



ll geosistema carsico del Supramonte: un laboratorio di ed ucazione ambientale Francesco Murgia Responsabile tecnico scientifico del progetto

lnterreg lllA (Sardegno - Corsica -Toscona) "

Balbuzord - Le Radici dell'Acqua"

Costantino Daga Responsabile Nodo INFEA Provincia di Nuoro

Generalità

Le azioni illustrate nel presente lavoro sono inserite nel programma Interreg

IIIA

denominato "Balbtzard", che prevede, tra le altre, specifiche azioni destinate ad implementare i servizi a favore della rete nazionale INFEA (Informazione, I'orm azione, Educazione Ambientale), un programma del Ministero dell'Ambiente frnaTizzato a diffondere sul territorio strutture di informazione,, formazione ed educazione ambientale. In particolare,le attività riportate di seguito sono incluse nel progetto "Le Radici dell'Acqua"ed hanno come target educativo le risorse idriche negli ambienti carsici. I1 programma generale individua nella tematica'Acqua: qualità ed uso sostenibile delle risorse idriche" il target di analisi ambientale su cui focalizzarele azioni progettuali funzionali all'elabo-

razione di argomenti didattici efficaci e compiuti.Tale scelta è coerente ai riferimenti prioritari del VI Programma Qradro di emanazione comunitaria e, in particolare, agli interventi previsti nel settore denominato "Ambiente e Salutd': tra gli obiettivi operativi di tale settore, infatti, sono contenuti precisi riferimenti per l'identificazione delle fonti di rischio per la salute umana, per 1o sviluppo di sistemi finalizzati alla valutazione del rischio da sostanze chimiche, di cui le acque sono spesso vettore, e per l'applicazrone della legislazione in materia di tutela delle risorse idriche. A tal proposito, i contenuti didattici saranno estrapolati da analisi inerenti il bacino idrografico che alimenta le sorgenti carsiche di Su Gologone e illago artificiale di Preda 'e Othoni sul fiume Cedrino, ne1quale, per proprie caratteristiche, è presente una diversità di contesti antropici ed


F"rrcftRrs

!il,q)zix

ecosistemici che rendono l'area ottimale per gli approfondimenti in materia di educazione ambientale . Le aziont specifiche di seguito illustrate, quindi, consentiranno l'acquisizione di dati d'ambito naturalistico, specifici e verificati nella realtà ambientale di riferimento, attraverso i quali svolgere utiazione didattica concreta ed efficace.

Programma di studio e monitoraggio del sistema idrocarsico del Supramonte Le aironi previste nel presente programma sono concentrate su due obiettivi territoriali specifici, il fiume Cedrino e l'acquifero sotterraneo dbrigine carsica che alimenta le sorgénti di Su Gologone. AREA DIT.ITERVENTO

LEGEXDA

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n I

Brclns UrogrrfiÉo del lrgo Cedrtro {ltlsl} B3elno ldrogreologbo dall3 Sorgent di

§{ Gologlorl'

Umo idrog'rfrch. d6l f,uml Ceddrc s Flratln€ddtl Lago Cédrhro

3 0 tit!!!=lii-

3

oKllomaleB

di questi target territoriali deriva dal diverso status chimico e fisico dei corpi idrici individuati: quello del Cedrino, fortemente influenzato dai re-

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scelta

flui provenienti da diverse realtà urbane, tra cui la città di Nuoro; e quello delle sorgenti di Su Gologone, la cui area d'alimentazione coincide con gli integri paesaggi del Supramonte e delle pendici settentrionali del Gennargentu. Gli studi ecosistemici e le analisi su questi differenti t^rget ambientali, quindi, permetteranno di svolgere approfondimenti didattici su aree dotate di diversi gradi di antropizzazione e vulnerabilità nonché di valutare le differenti incidenze dei due corpi idrici sullo stato ambientale misurabile a valle della loro

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corrfluenz4 nel lago artificiale di Preda'e Othoni sul fiume Cedrino (foto 1). Attraverso l'ttllizzo dei dati provenienti dagli studi e dai monitoraggi ambientali previsti in progetto, elaborati aivari livelli di didattica, gli educatori potranno rendere manifesto, ad esempio, quanto un inappropriato uso personale dei detergenti incida in maniera rilevante sulla qualitĂ delle risorse idriche.

Foto

1 :

il lago artificiale sul fiume Cedrino

e,

sullo sfondo, il territorio del Supramonte

Oltre ai vantaggi di tipo didattico, il territorio carsico individuato include peculiaritĂ paesaggistiche che costituiscono uno scenario ambientale unico e suggestivo, che rappresenta il campo d'azione ideale per 1o sviluppo delle tematiche naturalistiche.Tra queste scenari vi sono la valle di Lanaittu (foto 2),1e foreste del Supramonte di Orgosolo e il corso del Riu Flumineddu mentre nelle aree di valle sono presenti la grotta di Sa Oche (foto 3), nella quale si manifestano poderosi eventi di piena, e la famosa sorgente carsica di Su Gologone.

Foto 2: la valle di Lanaittu


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Foto 3: la grotta dl Sa Oche in fase di piena (Valle di Lanaittu) .

Inquadramento idrogeologico dell'areain studio

osservabile come le aree carbonatiche siano caratterizzate da una generale scarsità di ruscellamenti superficiali: la

Gli interventi di progetto ricadono in un territorio di circa 1,06,2 Kmq, che comprende l'altopiano calcareo mesozoico del Supramonte e le pendici settentrionali del massiccio cristallino paleozoico del Gennargentu. La zona è caratterizzata da urfestesa rete idrografica superficiale le cui acque, provenienti dai rilievi scistosi emergenti nella porzione sud occidentale, s'incuneano nel Supramonte carbonatico incidendo profonde e strette valli. All'erosione superficiale s'accompagna un'efficace morfogenesi ipogea che ha inciso un esteso e profondo reticolo di drenaggio idrico sotterraneo. Già da analisi speditive sul terreno è

rete di drenaggio superficiale, infatti, entra in funzione solo eccezionalmente, in occasione di massicci e repentini aflussi idrici, quando i fattori idrodinamici connessi con la pendenza della superficie carbonatica e con le grandi quantità d'affiussi meteorici hanno il soprawento sulla capacità delle strutture epicarsiche di convogliare gli scorrimenti idrici superficiali entro i condotti sotterranei. Eccettuando le sorgenti di Su Gologone, le manifestazioni sorgentizie diffi:se nell'area in esame sono di portata molto limitata e legate a ben definibili peculiarità strutturali e geomorfologiche. Tfa queste si ricordano


le sorgenti di Gorroppu, localizzablli allo sbocco della stretta gola, e quelle

mentare, a sud,l'acquifero che alimenta le sorgenti di Su Gologone.

di

Sas Venas,geneticamente legate alla prcsenza di uno sbarramento di scisti impermeabili dislocati per faglia-

La rete di monitoraggio sullo stato chimico e fisico delle acque sotterfanee

Le modalità di circolazrone e di stoccaggio sotterranei delle ingenti risorse idriche vergenti nei terreni carbonatici sono ceftamente connesse alle interconhessioni esistenti tra le strutture tettoniche presenti e il trend evolutivo geomorfologico che ha interessato i calcari mesozoici e i terreni limitrofi tra la fine delTernario e il Qraternario: se da un lato le dislocazioni tettoniche hanno innescato le condizioni per f instaurarsi, alf interno della compagine carbonatica, di vie preferenziaIi a favore di una circolairone idrica sotterranea gerarchizzata ed orientata (frattwazione della compagine calcarea) e per 1o stabilirsi di un acquifero carsico (impostazione di limiti di permeabilità di natura tettonica), la successione degli eventi geomorfologici ha proweduto ad approfondire e carsificare le fratture tettoniche e, in seguito, ad occludere parzialmente le porzioni di condotte carsiche ipogee prossime alla superficie con coltri di alluvioni intercalate ad espandimenti vulcanici di tipo basaltico. Qresta particolare evoluzione geomorfologica ha dato luogo alf impostairone di un carso saturo assai profondo, la cui strutturazione idrogeologica consente alle acque di oltrepassare, per via ipogea,l'unità idrogeologica che fa capo al Flumineddu per andare ad ali-

azironi di monitoraggio hanno come obiettivo l'analisi della risorsa idrica sotterranea. Qresta scelta è dettata da una sostanziale scarsità di informazioni relative alle acque di circolaitone ipogea rispetto à quelle sugli scorrimenti idrici superficiali: questi ultimi, infatti, sono soggetti ai controlli di qualità effettuati da diversi enti istituzionali, che consentono di disporre di una notevole mole di dati. I-)integrazione tra queste analisi e le informazioni provenienti dai monitoraggi di progetto, quindi, comporrà un quadro completo sulla qualità delle risorse idriche e sulla vulnerabilità ambientale delle diverse porzioni territoriali nelle quali può essere scomposto il bacino idrografico esaminato. I target specifici di analisi, pertanto, ;

Le

saranno:

a) i principali parametri chimico - fisici delle acque; b) le variazioni di livello piezometrico nelle acque sotterranee (dinamica verticale); c) la dinamica orizzontale dei circuiti di drenaggio idrico ipogei; d) i parametri di bilancio idrologico. In particolare, f impianto generale di monitoraggio comprende:

::

Ì :l

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,NTrftftEcfirA)atx

Il monitoraggio dei parametri chimico/fisici Qresto approfondimento analitico si realizzerà, con l'ausilio di un campio1.

natore autornatico delle acque allocato presso la captazione acquedottistica nella sorgente di Su Gologone, in grado di acquisire un conveniente numero di campioni da awiare al laboratorio chimico. La normale frequenza di raccolta delle acque è prevista a cadenza giornaliera, con l'acquisizione

di singoli campioni rappresentativi dellavariazione media dello stato chimico-fisico della risorsa idrica. Nel corso di due particolari eventi idrodinamici (piena idrologica e massima magra) è previsto un infittimento dell'acquisizione dei campioni ed ulteriori specifiche analisi sui carichi organici presenti nelle acque sotterranee, frnalizzate ad evidenziare eventuali differenze qtalitative della risorsa idrica ù variarc del regime idrodinamico nel bacino carsico d'alimentazione. Llanalisi comparata dei dati di monitoraggio consentirà, innanzitutto, di definire la tipologia di circuitazione nell'acquifero sotterraneo, distinguendo i drenaggi che transitano su fratture da quelli che percorrono le condotte dbrigine carsica. Inoltre, sarà possibile determinare la natura e i periodi di maggior carico organico proveniente dalle zone di alimentazione nonché alcuni parametri sulla struttura geometrica dell'acquifero sotterraneo e sul grado di vulnerabilità dello stesso inrelazione alla diffi:sione di eventuali agenti inquinanti.

2. Il monitoraggio delle oscillazioni di livello piezometrico Qresta porzione di monitoraggio può intendersi come complementare alle analisi di tipo chimico: l'esame della variazione di livello idrico, infatti, consentirà di acquisire quei parametri fisici strettamente connessi al rapporto tempi-portate di deflusso nell'acquifero carsico, dati questi che saranno associati il7evaiazioni del carattere chimico-fisico delle acque sotterranee. Il monitoraggio sarà eseguito con l'utiIizzo di sei misuratori dotati di sensori in grado di acquisire valori simultanei di pressione, temperatura e conducibilità. Uno dei misuratori sarà collocato presso la sorgente di Su Gologone, i cui dati permetteranno di valutare le variazioni di livello piezometrico nell'area di risorgenza e, in abbinamento alla misura delle portate, di costruire una curva piezometria-portate di deflusso. Gli altri cinque strumenti saranno dislocati, tllizzando stazioni temporanee di misura, negli ambienti più interni del sistema carsico, al fine di valutare le modalità con cui gli input di piena si ripercuotono nelle diverse aree di transito dell'acquifero. 3.

Il monitoraggio dei circuiti di dre-

naggio delle acque ipogee I-lanalisi della circolazione idrica sotteffarrca verrà svolta con l'ausilio di traccianti geochimici immessi nei circuiti drenanti ipogei e di un sensore fluorimetrico in grado di determinare, in sorgente, la concentrazione istantanea del1a sostanzaimmessa nei torrenti


sotterranei, fegistrandone le variazlroni ne1 tempo. I dati acquisiti da questa strumentazione di monitoraggio

consentiranno di avere informazioni sui volumi d'acqua che transitano e stazionano nei sistemi carsici, sulle dimensioni dei bacini d'immzgazzinamento idrico sotterranei e sui tempi di conivazione delle acque al variare delle condizioni idrodinamiche.

4. Il monitoraggio meteoclimatico dei circuiti ipogei e meteorologico del Supramonte carsico Qresta porzione di programma prevede la prosecuzione dei monitoraggi meteoclimatico ipogeo e meteorologico già a:wllti nel Supramonte, che consentirà di acquisire ulteriori dati ed informazioni su alcune modalità d' infrltr azione non convenzionali nell'acquifero carsico che alimenta le sorgenti di Su Gologone. Qreste analisi consentiranno di valutare eventuali apporti idrici connessi alla condensazione di masse umide nei rmoti carsici, che dal1e analisi sinora compiute risulta dèstremo interesse scientifico e didattico.



ari

-AAbisso: cavità semplice o composta, verticale o prevalentemente verticale, di rilevante profondità (oltre 100 metri). Acqua: sostanza presente in natura (ossido di idrogeno: H2O) in grande quantità allo stato liquido (mari,laghi,

fiumi), solido (ghiacciai) e

gassoso

(vapore acqueo).

Acqua alta: punto di maggior altezza raggiunto dal livello del mare in una oscillazione di marea. Fenomeno, dovuto a concomitanze atmosferiche e astronomiche. Succede che illivello dell'acqua si innalza sommergendo parte di terre o isole che in condizioni normali sono completamente emerse. Acqua dilavante (o selvaggia): parte di acqua che non viene assorbita dalla, superficie terrestre e che, durante vio-

lenti temporali, discende rapidamente lungo i versanti dei monti, trascinando particelle di suolo. Acqua dolce: acqua presente in ghiacciai, laghi e corsi d'acqua, contenente minor quantità di sali in soluzione rispetto a1l'acqua marina, che è acqua

I

salata.

Acqua iuvenile: acqua che ha unbrigine profon da legata a manifestazioni idrotermali di corpi magmatici in ruffreddamento. Acqua meteorica: acqua proveniente dall'atmosfera in fase liquida o solida; forma le precipita zioni.

Acqua precipitabile: è la quantità massima di pioggia che può cadere in presenza delle condizioni favorevoli per la precipitazione. La quantità si definisce come lo spessore di acqua liquida, misurata in centimetri o in

.

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pollici, risultante da1la conde nsazione di tutto il vapore acqueo contenuto in una colonna verticale di atmosfera su uriarea di un centimetro quadrato. Acqua refue: si indicano con questo nome tutti i rifiuti liquidi provenienti dalle attività fisiologiche dell'uomo (metabolismo), oppure da sue attività lavorative primarie (agricoltura e allevamento di bestiame) o secondarie (industria). Tali rifiuti contengono sostanze organiche ed inorganiche sovente assai nocive le quali, se immesse senza alcun trattamento di depurazione (o con un trattamento incompleto o comunque inefficace) nell'ambiente naturale, 1o contaminano gravemente con esiziali conseguenze a carico degli esseri viventi nell'ambiente medesimo. Acquaz,zone: quando la pr ecipitano ne di pioggia è violenta e non prolungata nel tempo. Nelle regioni europee si possono misurare valori orari di 60 mm per metro cubo. Se l'acqtazzone è particolarmente persistente si determina una situazione di nubifragio. Acque costiere: le acque superficiali situate alf interno rispetto a una retta immaginaria distante, in ogni suo punto, un miglio nautico sul lato esterno dal punto più vicino della linea di base che serve da riferimento per definire il limite delle acque territoriali e che si estendono eventualmente fino al limite esterno delle acque di transizione. Acquedotto: insieme di tubi per convogliare l'acqua alle utenze (vedi rete di alimentazione). Acque interne: tutte le acque superficiali correnti o stagnanti, e tutte le ac-

que sotterranee alf interno della linea di base che serve da riferimento per definire il limite delle acque territo-

riali. Acque sotterranee: tutte le acque che si trovano sotto la superficie del suolo nella zona di satsxazione e a contatto diretto con il suolo o il sottosuolo. Acque superficiali: le acque interne, ad eccezione delle acque sotterranee; le acque di transizione e le acque costiere, tranne per quanto riguarda 1o stato chimico, inrclauone al quale sono incluse anche le acque territoriali. Acque ditransizione: i corpi idrici superficiali in prossimità della foce di un fiume, che sono parzialmente di natura salina a causa della loro vicinanza, alle acque costiere, ma sostanzialmente influenzati dai flussi di acqua dolce.

Acquifero: terreno o roccia sufficientemente permeabile da consentire l'accumulo e la circolazione dell'acqua. Afioramento: porzione di roccia che

si presenta in superficie con buona esposizione non essendo ricoperta dal suolo. Alveo: sedime, terreno su cui l'acqua

scorre normalmente. E il terreno occupato sia dall'acqua di piena ordinaria che di rr,agra, anche nei periodi in cui resta completamente asciutto. I-lalveo comprende anche le golene indifese. Alveo bagnato: porzione dell'alveo in cui è presente l'acqua. Alveo di magra: pornone dell'alveo che resta bagnata anche in condizioni di magra. Si tratta alf interno del letto ordinario, in particolare nei fiumi a regimi irregolari.


piena straordinaria prena

ordinaria

1)

2) 3)

sottobanca

banca cresta

4) spalla 5) petto 6) acqua

I I I

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71

'l) argine maestro 2) golena difesa 3) argine secondario o digolena. Ha ilcompito didifendere iterreni situati in golena, cioè tra l'argine maestro e la sponda del corso di magra delle acque di piena ordinaria 4) golena indifesa 5) letto di magra 6) alveo 7) sponda esterna 8) ciglio


rNrcRRrG

Alveo di morbida: porzione dell'alveo occupata nelle condizioni di morbida alta.

La

frequenza, delle sommersioni,

la loro durata el'azione delle correnti di piena sulla vegetazione e sui ciottoli (abrasione, rotolamento) determinano condizioni che non permettono 1o sviluppo di arbusti. Nei periodi asciutti viene colonizzato,soprattutto nella fascia piir esterna, dalle erbacee pioniere di greto. Si noti che, di norma,l'alveo di morbida non corrisponde all'alveo bagnato nelle condizioni di morbida i ordinaria. : Alveo di piena: porzione del letto i' fluviale occupata nelle condizioni di piena. Alveo di piena eccezionale Porzione del letto fluviale occupata nelle condizioni idrologiche episodiche di piena eccezionale. Alveo pensile: alveo il cui letto è posto ad una quota più elevata del piano di campagna circostante. E una condizione frequente nei corsi d'acqua in pianura arginati i cui sedimenti, non t,',,,,, potendosi depositare nella piana allut,.lt, nell'alveo- so.1.],,, vionalevionale, si accrrmrrlano accumulano nell'alveo, ::t:i praelevandolo. È una situazione mol'.:', to rischiosa perché, in caso di rottura ,',' dell'argine, f intera portatadel fiume si , riversa nella piana alluvionale creando inondazioni devastanti. A monte: lato alto del fiume, verso la parte della sua sorgente.

Anidride carbonica(CO2):

è

un

gas

naturale presente ne1la atmosfera ed è essenziale per la soprawivenza delle piante. Negli anni '50, iI livello di CO2 presente nella atmosfera era di

rirA)?,(X

circa270 ppm (parti per milione), ma, a seguito del continuo impiego di carburanti fossili, tale livello è già salito a 350 ppm. LaCO2 non è un gas tossico, ma è la causa principale del surriscaldamento del pianeta. Anticiclone delle Az,zorrez è una zona, di alta pressione presente quasi tutto l'anno, in particolare durante il semestre caldo, il cui centro è localizzato in prossimità dell'Arcipelago delle Azzorre (nellbceono Atlantico a metà strada tra l'America del Nord

e l'Europa). Nelle zone

interessate

dall'anticiclone delle Az.zore si hanno condizioni di tempo generalmente stabile, mite e, d'inverno, nebbioso in pianura. 11 suo comportamento influenza tttta. l'area mediterranea. La sua posizione invernale, a latitudini relativamente basse, "permette" a un gfan numero di perturbazioni, in genere atlantiche, di accedere al Mediterraneo. In estate, oltre che a spostarsi più a Nord, tende a ricoprire e quindi a "proteggere" il Mediterraneo dalle perfurbazioni. La diversa posizione dell'anticiclone delle Azzorre dipende dal fatto che nella stagione fredda la differenza. termica Equatore-Polo è molto più m rcata di quanto non sia in estate. Insieme alla depressione d'Islanda e all'anticiclone russo-siberiano, l'anticiclone de17e Azzone è la figura barica che ha maggior influenza sul tempo in Europa. Arcobaleno: fenomeno ottico dell'atmosfera prodotto dalTa rifrazione della luce solare che colpisce laterùQg

\,n#eq


mente la pioggia temporalesca. I sette colori dello spettro variano dal rosso al violetto (rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, viola) e la loro intensità varia dalla grandezza delle gocce d'acqua (tanto più grandi sono, tanto più intenso è il colore) . La risultanza sono sette archi concentrici, nei sette colori dello spettro che hanno origine dalf interazione dei raggi solari con le gocce di pioggia, mala visione non sarà identica a due persone diverse perché cambia il loro punto di vista rispetto agli angoli di rifrazione e di riflessione dei raggi. Area di alirlrentazione della falda: area superficiale attraverso la quale si ha infiltrazioni di acque superficiali (meteoriche o di scorrimento) che alimentano la falda. Area protetta: t' areaprotetta è un territorio con qualità specifiche di tipo vegetazio nale, faunistico, geologico e/ o paesaggistico uniche o rare,preziose e delicate e la cui conservazione è a rischio. Sono aree la cui salvaguardia è garantita da specifici vincoli legislativi. Arenaria: roccia derivata dall'aggreganone e cementazione della sabbia. Argilla: terreno sciolto costituito da particelle microscopiche e ultramicroscopiche (dimensioni minori di 0,002 mm) derivate dalla decomposizione chimica dei costituenti della roccia. Argine: opera in manufatto o naturale che impedisce alle acque di piena di esondare dal letto di un fiume. Artesiano: relativo a falde o pozzi dove l'acqua si trova in pressione.

Atmosfera: è un involucro

gassoso

che awolge laTerra e viene trattenuto dalTaforza di gravità.I1 suo peso totale

è di circa 5.300 bilioni di tonnellate. componenti dell'atmosfera sono zzoto (780/o), ossigeno (27o/o),

I principali

argon (0,95o/o), anidride carbonica (0,03%o) e in piccole quantità neon, idrogeno, elio, kripton e xenon, vapore acqueo e ozono. Altri elementi dell'atmosfera. sono inoltre particelle di polvere e particelle chimiche ed organiche provenienti dal cosmo e dalla superficie terrestre. Esse hanno una particolare fi;nzione nella formairone delle precipitazioni. Particelle di fuliggine e di polvere sono presenti soprattutto negli strati inferiori dell'atmosfera. Un forte inquinamento di esse ostacola l' irradiazione solare sulla

superficie terrestre e a lungo andare, un progressivo raffreddamento e pericolosi mutamenti climatici. Anche una forte produzione di anidride carbonica, dovuta a una maggiore produzione e consumo di energia, porta a ridurre f irraggiamento e quindi la dispersione del calore dalla terra verso il cosmo, con un conseguente riscaldamento diffuso della superficie terrestre e mutamenti climatici. I-latmosfera si suddivide in vari strati a seconda della struttura termica: troposfera (fino a .:;, 15 km.) dove awengono i principali ,,:: fenomeni meteorologici, stratosfera (fino a 30-50 km.), mesosfera (fino a 80-90 km.), termosfera (fino a 500 k-.) .l'esosfera (oltre i 500 km.). A valle: lato basso del fiume, verso la

,

i

:

sua foce.


rr"rrr&RrG

Lzoto(NOx) - ossido di: si forma durante le fasi di incenerimento quando l'azoto presente nell'aria si ossida. Le emissioni di ossido di azoto causano danni a17a vegetazi.one, formazione di smog e contribuiscono all'aumento dei valori di acidità dell'aria e del terreno.

-BBacino idrogeologico: porzione di territorio alf interno della quale le acque sotterranee defluiscono verso un'unica sezione di interesse ubicata lungo un corso d'acqua o un fondovalle, mentre le acque superficiali possono defluire anche verso altri bacini.

Bacino idrografico (o imbrifero):

pornone di territorio alf interno della quale le acque di ruscellamento superficiale e le acque sotterranee defluiscono verso un'unica sezione di interesse ubicata lungo un corso d'acqua o un fondovalle. Banca o sottobanca: accessori dell'argine di un fiume dal lato terra, terrapieni a gradini costruiti per rinforzo.

Biodiversità: significa che ci sono molte specie differenti tra loro e che esistono sostanziali diversità genetiche tra loro.

Biologico: si intende, in generale, un prodotto ottenuto con pratiche di agricoltura biologica. Tale metodo prevede l'eliminazione delfimpiego di prodotti chimici (pesticidi) in ogni fase della lavorazione,afavore di pratiche naturali e sostenibili contro i parassiti delle piante e dei frutti. Biomassa: si intendono in sostanza tutti quei materiali di origine naturale

rilA)zlx

o vegetale, non fossili, che posseggono

caratteristiche ottimali di combustione. Rientrano in questa categoria legno, biogas, biodiesel. Biometeorologia: Ia scienzache studia gli effetti del tempo atmosferico, e del clima in genere, sugli esseri umani. Biosfera e biota: è f insieme degli animali e delle piante che, per la loro unicità, caratterizzano una determinuta area o regione. Considerando la Terraun'unica area,rlsuo biota è detto biosfera, cioè un insieme di zone del pianeta in cui si sviluppano armoniosamente la vita animale e vegetale. Brez,za: si definisce così quel particolare vento periodico, debole o moderato, prodotto dalla differente capacità di assorbimento e cessione dellènergia termica da parte di vari elementi (mare, terra, monte e valle). E tanto più apprezzabile quanto più alta è la differenza fra le temperature notturne e diurne. Si distinguono la brezza di mare, di terra, di valle e di monte. Brezzadi mare: è dovuta al fatto che la terra, di giorno, si scalda piir rapidamente del mare; sulla prima si forma quindi una bassa pressione mentre l'aria più fredda che si trova sul mare presenta una pressione leggermente superiore. I-iaria pir) vicina al suolo si sposta così dal mareverso la terra mentre negli strati atmosferici immediatamente superiori le correnti seguono un percorso inverso. Qresto particolare tipo di brezza è meno frequente in inverno per la scarsa differenza di temperatura tra i due elementi. Brezzrdi terra: è dovuta al fatto che


lz terra, di notte, si raffredda più rapidamente del mare;la pressione presente sulla terra, più alta rispetto al mare, sposta l'aria degli strati più bassi verso quest'ultimo, mentre negli strati superiori le correnti viaggiano in senso contrario. Brezza di monte: è dovuta a7 fatto che, di giorno,la pressione atmosferica sulle vette è superiore a quella presente in pianura e spinge quindi l'aria pir) fredda verso il basso. A differcnza dellabrezza di valle è presente in tutte le stagioni, e in autunno-inverno prosegue anche nelle ore diurne. Brezzt di valle: nasce dal fatto che nelle ore diurne la pressione sulle vette è inferiore a quella delle pianure, questo genera un richiamo d'aÀa dalla pirnrr" verso i rilievi. È tpprezzabile soprattutto nella stagione estiva.

Brina: è f insieme dei cristalli di ghiaccio formato dal congelamento del vapore acqueo contenuto nell'aria (sublimazione) al contatto con Ie superfici a temperature inferiori a 0" C. Buco dell'ozono: (vedi la voce Ozono) è la riduzione dello strato di ozono del1a stratosfera, un fenomeno che si è riscontrato a partire dagli anni 80. Lo strato di ozono funge da filtro per le radiazioni ultraviolette (trattenendo da solo circa il 99o/o della, radiazione UV solare), che possono essere dannose per la pelle, danneggiare la fotosintesi delle piante e intaccare la catena alimentate marina. Tia i responsabili del buco nellbzono ci sono i CFC (presenti nei frigoriferi di vecchia concezione).

Burrone: cavità semplice verticale, r poco profonda (non superiore a20-30 metri), con ingresso ampio e rapporto {ra larghezza e profondità intorno a'1,:2.

-cCalcare: roccia costituita prevalentemente da carbonato di calcio (CaCO3) che può trovarsi in percentuali elevate anche superiori ù 95o/o. Caligine: così si definisce la sospen-

sione nell'atmosfera di particelle secche, solide, come polveri finissime o sali, invisibili singolarmente ad occhio nudo ma capaci, in massa, di ridurre la visibilità intorbidendo all'aria. Da non confondersi con la foschia. Calore: energia prodotta dal moto disordinato delle particelle che costituiscono Ia materia, awertita come sensazione di caldo. Va notato che tutti i fenomeni atmosferici e lènergia immagazzinata in essi (temperatura) sono dovuti al calore proveniente dal sole. Canale di dertvazione: parte del corso d'acqua o del canale tra le 2 chiuse. Canale di separazione: il punto più alto del canale dove si situa la divisione delle acque. Cambiamenti climatici: con questo termine si intendono le intense e protratte anomalie climatiche che stanno caratterizzando il nostro pianeta ormai da diversi annl La principale causa è rappresentata dalle emissioni dei combustibili fossili iniziate con la rivoluzione industriale. Le più recenti ricerche scientifiche confermano che la presenza di CO2 in atmosfe-

,


ri{rrnnEcruA)i

ra non è mai stata a questi livelli negli ultimi 800mi1a anni. I1 principale cambiamento globale registrato è il riscaldamento dell'atmosfera terrestre che provoca variazioni importanti all'ecosistema come 1o scioglimento dei ghiacciai. Ripercussioni a livello locale sono evidenti nell'aumento dei fenomeni estremi come ondate di calore, tifoni e uragani di intensità sempre più forte, piogge intense, ma anche in alcuni cambiamenti strutturali come accelerazione dei processi di desertificazrone,scioglimento dei ghiacci perenni e il conseguente innalzamento dei livelli dei mari. Capannina meteorologica: gabbia a persiane di legno rialzata da tera' da 4 gambe; è stata progettata per ospitare gli strumenti necesari alla misura ed alla registrazione della temperatura dell'aria e delle grandezze ad essa collegate (umidità relativa, temperat:ura del punto di rugiada, tensione di vapore,ecc.), può contenere anche un pluviometro per rilevare i mm. di pioggia caduta. E sempre posta all'aperto, per consentire la libera cfucolazione dell'aria. Bisogna dire che questo modello è quello trrdinonale ed è ora sPesso sostituito da modelli tecnologicamente p7i avanzati. Carta meteorologica: carte geogra,:. fiche sulle quali vengono riportati i ,,,,. simboli meteorologici che sintetiz.za..,,,, no tutte le informazioni provenienti '.t,'; dalle osservazioni dalle varie stazioni ;,, Caverna: cavità semplice srtborizzont,,,t', tale, estesa infunghezza ed in ampiez-

k

za (con rapporto fra gli assi maggiori vicino a 1:L). Centralina meteorologica: stazione di rilevazione della temperat,rrt e di tutti gli altri elementi atmosferici. Gli strumenti sono fissati su un palo e sono dotati, quando necessario, di apposita schermatura; la centralina invia i dati in tempo reale alle sttzioni wa modem o via radio oppure li registra su una memoria interna che viene scaricata periodicamente.

CFC (Cloro Fluoro Carburi): sono gas sintetici costituiti da cloro, carbonio, fluoro e azoto. Sono anche pir) noti col termine abbreviato CFC (nome originale dato da Du Pont).Tra i numerosi impieghi sono da ricordare quelle per le unita'di raffreddamento dei frigoriferi, i condizionatori d'arra e l'ttilizzo per la prlJizia di comPonenti elettronici. I CFC distruggono 1o strato di ozono nella stratosfera diminuend o la, proteirone verso i raggi ultravioletti, dannosi per gli esseri umani. Inoltre aumentano "l'effetto serra" e sono sotto inchiesta anche come possibile causa di alteruioni del DNA. Sono stati recentemente trovati dei prodotti sostitutivi meno dannosi che non intaccano 1o strato di ozono e

contribuiscono ad un minore effetto

(HFC). Ciclo ambientale: vi sono parecchi cicli ambientali in natura e quello base coinvolge il regno vegetale che produ-

serra

ce ossigeno e zuccheri partendo dalla anidride carbonica e acqua dalla fotosintesi. Nelle piante e negli animali,le cellule

i

W

,il.


dedicate il7a respirazione trasformano gli zuccheri e lbssigeno in energia, anidride carbonica e acqua. Il ciclo termina quando le piante assorbono di nuovo anidride carbonica e acqua. In un ciclo ambientale tutti i residui di un processo sono rirttrhz.zati senza produrre alcun scarto. Per creare processi industriali equivalenti occorre riutilizzare i residui che si ottengono

lavortironi senza generare scarto. Ciclo chiuso - processo a: lbbiettivo di questi cicli di lavorazione e'quello di non ottenere alcuna emissione inquinante. Qresto significa che tutti i prodil7e

dotti residui sono :uttltzzatiin quel particolare processo e nessun componente viene scaricato nell'ambiente. In reaTtà ", processo a ciclo chiuso significa che i prodotti residui sono riutilizztti nel processo stesso e che la minima parte di scarto che si ottiene viene comunque inviata allèsterno. Ciclo idrologico (Ciclo dell'acqua, vedi ficura sotto): successione delle fasi attraversate dall'acqua passando dall'atmosfera aTla terra e ritornando nell'atmosfera: conden sazione, precipitazio ne, infrItr uÚone, rus cellamento, evapotraspirazione.


rrurilRHEGnrA)7(X

Ciclone: nel suo significato generale il termine indica uiarea di bassa pressione con isobare generalmente chiuse,

valori di pressione crescenti dal centro alla periferiae circolazione d'aria intorno al suo centro. E formato da masse d'aÀa con una pressione più bassa rispetto a quella delle zone circostanti che ruotano con movimento spiraliforme in senso orario nell'emisfero australe e antiorario in quello boreale. UrÌarea ciclonica è sempre sinonimo di brutto tempo, nubi, pioggia e basse temperature, determinati dallo scontro di masse d'aria aventi diverse caratteristiche. Va ricordato comunque che la natura tende costntemente allèquilibrio e perciò un ciclone è sempre seguito da un anticiclone. Nelle regioni subtropicali il termine indica in modo specifico sistemi depressionari con pressioni molto basse che si spostano velocemente sul mare e che vengono anche chiamati uragani.

Certificati verdi: definiti

da11'art.5

DM

,, ' " ' ;; ,' , ',

17/17/99, sono una certificazione di produzione che il Gestore della Rete di tasmissione Nazionale (GRTN) emette a favore dei produttori di energia rinnovabile. Ciglio: punto in cui la sponda s'interseca co1piano di campagna. Clima: si definisce così f insieme dei fenomeni meteorologici che interessano 1o stato medio dell'atmosfera in un'area della superficie terrestre. Può anche definirsi ilcomplesso delle condizioni atmosferiche che rendono una

:','

luzione delle varie specie vegetali

del

:

e

animali e in particolare dell'uomo. Gli elementi che 1o costituiscono sono l'umidità, le precipitazioni, la temperatura, la pressione atmosferica, i venti, che, a loro volta, dipendono da altri fattori quali latitudine, altitudine, distanza dal mare, correnti aeree e marine, conformazione dei rilievi, intervento umano, ecc. I1 clima è oggetto di varie classificazioni,la piir nota è quella di W. Koppen che considera 5 classi: climi megater-

mici umidi o tropicali umidi, climi aridi, climi mesotermici o temperati caldi, climi microtermici o boreali e climi nivali o glaciali. Corrente: movimento di una massa d'aria,o di acqua, in una data direnone. Corrente del Golfo: è una corrente, costituita da 74 milioni di metri cubi di acqua calda che, ogni secondo, percorre un metro. Parte dal Golfo del Messico e arriva a lambire le coste di Inghilterra, Irlanda, Norvegia, Islanda, fino a superare Capo Nord e toccare la penisola di Kola e il Mare di Barents (oltre il circolo polare artico). In questo suo eprcorso verso nord cede il suo calore diventando sempre più fredda e salata, per poi ritornare indietro senza però cedere il freddo accumulato. Tirtto ciò è determinato dal fatto che all'andata,la massa d'acqua, calda e poco salata, è più leggera, si trova quindi in superficie e, in questo modo può cedere il suo calore all'aria circostante e riscaldare anche le terre vicine (è grazie a questo fenomeno che regioni a latitudini molto elevate possono godere di un clima mite).4l


ritorno, per contro, è molto più fredda e salata, dunque più pesante, scende quindi più in profondità non riuscendo così araffreddarele zone che aveva precedentemente riscaldato. Correnti d'aria, ciclo delle: durante le ore diurne le rudiaitoni solari riscaldano laterra più intensamente del mare; l'aria sopra La terra riscaldata si riscalda e si dilata in aTtezza. Una volta salita defluisce in tutte le direzioni, qcreando sulla terra una moderata depressione, verso la quale l'aria defluisce scendendo ai lati. 11 ciclo si arresta verso sera con la cessazione delle riscaldamento solare. Di notte la te:rra cede per irradiazione il calore più velocemente di quanto non faccia il mare: l'aria sopra laterrarquindi, si raffredda e si comprime.In quota afluisce aria nuova e sulla terra aumenta la pressione. In conclusione quindi si può dire che l'aria si muove da uriarea di alta pressione a quella di bassa pressione e, in effetti, il movimento iniziale è dovuto alla differenza di temperafrra delle masse d'aria, che determina una differ enza di pressione. Conglomerato: roccia costituita da ghiaia cementata. Contaminazionez introduzione ne1l'acqua di sostanze indesiderate normalmente non presenti in essa,le quali rendono l'acqua non adatta alla sua rtilizzazione (ve di i nquin ame nto ) . Cunicolo: cavità semplice (o parte di cavità composta) ad andamento sub orizzontale, sviluppat a in funghezza, con lume molto stretto.

W $

-DDepuratore: impianto dedicato alla rimozione del carico inquinante contenuto in acque di scarico. E' generalmente costituito da due sezioni principali, ciascuna idonea a un trattamento specifico: chimico-fisico, che prowede conmezzi chimici o fisici ad un pretrattamento delle acque per la rimozione dei solidi sospesi, per equilibrare l'acidità o l'alcalinità eccessive, per neutraliz.zarc particolari sostanze nocive prima del successivo trattamento biologico, per aerazionel biologico, ad opera di microrganismi selezionati che provocano la degradazione delle sostanze organiche inquinanti, fino a farle rientrare nei limiti di legge. In genere un depuratore comprende una serie di vasche (Vasche di ossidazione biologica), in cui le acque fluiscono in serie per subire i vari passaggi del processo di depurazione. Desertificazione: si intende un processo di degradazione del territorio o di un'area geografica i cui effetti possono dipendere da naturali variazioni climatiche o dalle attività umane incontrollate. Un suolo viene definito desertificato quando registra una presenz;a di sostanza organica inferiore a17'Lo/o;viene definito in via di desertifrcazione quando la presenza organica è inferiore ù 2o/o. La desertifi,cairone è ormai riconosciuta come un vero e proprio problema economico e sociale, oltre che ambientale, poiché intacca la fertilità del suolo e quindi la capacità di un territorio di produrre beni e servizi.

',,


TNTEftREGilrA)?

',tl',, Disboscamento o deforestazione: ',,t1';', consiste nell'abbattimento degli alberi per fini commerciali o di sfrutiamento ':,,,,';:,;', ,,;,. spinto del terreno per l'attività, agri;.t'.,t,: cola. Qlesto fenomeno, purtroppo i,;,':,,;: ancora molto frequente in Amazzonia ..,r.., e in aumento in molte altre aree della .,1'r,r terra priva di molti alberi i polmoni :':':: verdi che sono le foreste. I1 disbosca,...', mento (sia volontario che non voluto) :'t'','' è il risultato della rimozione di alberi t,',.", senza che vi sia una politica di rifo,,,r., testazionere sta causando un notevole i),,:, ed incontrollato aumento di CO2 nel-

'i,t' diretta 1",,',,,

sull'effetto serra ed mento globale.

il

riscalda-

:'.,r,.

Distretto idrograficol area di terra e di mare, costituita da uno o più bacini i,,,t, idrografici limitrofi e dalle rispettive ',t.t,"|

',.t:.1:;;

acque sotterranee e costiere che è defi-

,,,,t nita la principale unità per la gestione ':,,., dei bacini idrografici. ,'..:' Deposito alluvionale: deposito origi,,,i1.,, nato dal materiale trasportato e sedi:,'"',. mentato dall'acqua.

Desertificazione: aumento, in intensità o estensione, delle condizioni desertiche; in sostanza è la trasformazione progressiva di un terreno fertile in deserto; il fenomeno può essere determinato da degener azione climatica o geologica o, anche, dall'azione dell'uomo. Pare che ogni anno nel mondo circa 6 milioni di ettari di terreno subiscano questo processo.

Dolina: depressione carsica, più

o

meno imbutiforme, a contorno subcircolare.

Drenaggio: rimozione dell'acqua su-

X

perficiale o di una falda in una data area,sia.per effetto della gravità sia per pompaggio.

Ecologia:

il

-Etermine

fu

elaborato dal biologo Ernst Haeckel nel 1866: "I-lecologia è la disciplina che studia la biosfera, ossia la porzione della Tèrra in cui è presente lavita e le cui carztteristiche sono determinate dalf interazione degli organismi viventi e il loro ambiente circostante." Ecologisti, per derivazione, sono tutti quei soggetti che hanno tra le priorità delle loro azioni uriattenzione ai problemi sociali ed ambientali. Ecosistema: consiste in una determinata area di biosfera dai definiti confini naturali. In qualunque tipo di ecosistema sono presenti una comunità (fattore vivente) con il relativo ambiente naturale circostante e il geotopo (fattore non vivente), tra i quali si viene a creare un equilibrio dinamico. I-lecosistema è per definizione un sistema aperto, con caratteristiche determinate dal flusso di energia e dalf interscambio di materia trafattorr viventi e non viventi. Per esempio, una foresta è un ecosistema. Educazione Ambientale: si intende una buona pratica di sensibilizzazione sulle problematiche ambientali rivolta principalmente alle scuole primarie e secondarie. Effetto serra: è il fenomeno per cui l'energia emessa dalla superficie terrestre verso 1o spazio wene patzralmente assorbita da alcuni gas presenti nel-


l'atmosfera e da questi nuovamente irradiata verso la terra. si rallenta così la dispersione di energia termica e si instaura una temperattra media alla superficie terrestre maggiore di quella che si verifica in assenza di atmosfera. Viene a rompersi così l'equilibrio del sistema termico terra-atmosfera, equilibrio che si ha quando la radiazione solare assorbita è uguale a quella infrarossa emessa. Uno degli elementi che maggiormente incidono sulla formaitone dellèffetto serra è il graduale aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera (15o/o in più del secolo scorso), determinato dall'uso dei combustibili fossili. Le sostanze che determinano lèffetto serra sul nostro pianeta, chiamati gas serra, sono principalmente vapore acqueo, anidride carbonica (CO2), metano, ossido nitroso (NO2) e ozono. Emungimento: estraztone di acqua da una falda mediante pozzi. Energia idraulica: si genera indirettamente dal calore del sole che scalda l'acqua causandone l' evap or azione. I1 vapore acqueo successivamente ritorna sulla terra sotto forma di pioggia. I-l energia idraulica così ottenuta non è inquinante ma ha comunque un forte impatto locale in quanto modifica l'ambiente circostante con la costruzione di dighe e deviazione di corsi d'acqua. I laghi artificiali che si formano costringono gli animali che vivevano in quell'area a migrare verso nuovi habitat.

Energia idroelettrica: per energia idroelettrica si intende quel tipo di

energia che sfrutta la trasformazione dellènergia potenziùe gravttazionale (posseduta da masse d'acqua in quota) in energia cinetica; si ottiene sfruttando la caduta d'acqua attraverso un dislivello, oppure sfruttando la velocità di una corrente d'acqua; lènergia cinetica dell'acqua viene trasformùta, grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina, in energia elettrica. Escursione termica: differenza tra 7a temperatura massima e minima di una località, misurate in un dato periodo di tempo. Qrella tra il giornoe la notte è detta escursione diurna; la differenza tra il mese più caldo e quello piir freddo viene chiamata escursione termica annuale. Bisogna notare che la variazione della latitudine influisce sulle differenze tra giorno e notte: pir) si sale, pir) si accentua tale differenza. E,uttofiz,zazione: processo per cui una massa d'acqua si arricchisce di materiale nutriente in soluzione, richiesto per 1a crescita delle piante acquatiche. Evrporazione: il processo per cui l'acqua liquida tende a passare dallo stato liquido a quello di vapore;il fenomeno aumenta con l'aumentare della temper allrr a ( sin : vapori zzazione) . Evapotrasp razionez fenomeno combinato di evaporazione e traspirazrone.

-FFalda: deposito di acqua meteorica penetrata nel terreno e fermatasi a contatto con una superficie compatta ed impermeabile. Falda confinata o imprigionata o in pressione: falda con acqua in pres-


ihrmnnrn

sione interposta tra il substrato impermeabile alla base ed un altro strato impermeabile al tetto. Falda libera o freatica : faldadelimitata inferiormente da un terreno o roccia impermeabile (substrato impermeabile) e superiormente dalla superficie dell'acqua (superficie freatica). Falda sospesa: falda freatica di limitata estensione formatasi in corrispondenza della zona non satura per laprcsenza di una lente di terreno impermeabile. Filtri: feritoie presenti nel tubo di rivestimento del pozzo e che permettono all'acqua sotterranea di entrare nel Pozzo.

Fiume: corso d'acqua naturale

che

drena l'acqua di un bacino o di parte di esso. Foschia: sospensione atmosferica di goccioline di acqua microscopiche, o di particelle igroscopiche umide, che riducono la visibilità, ma non al di sotto di 1 km. Le goccioline sono più piccole e più disperse che nel caso della nebbia che, peraltro, ha la stessa costituzione-

Fotosintesi clorofilliana:

processo

di sintesi che si verifica nelle piante a foglie verdi che, utilizzando CO2 e acqua, trasformano lènergia dei raggi

solari in energia chimica sotto forma di zuccheri nei quali lapresenza di ossigeno e'lèlemento vitale. Le cellule delle piante sono tra le piu'importanti "creaitonT" di madre nzt:uta" e la foìr,, tosintesi e'la base del ciclo biologico ,,::::t': nonche'della vita sulla terra. :' Frangia capillare: zona del sottosuo-

i!rA)7ìx al di

1o che si trova immediatamente

sopra della superficie freatica e dove l'acqua viene sollev ata p ff il fenomeno di capillarità. Fulmine: è una rapida successione di scariche elettriche che ar,ryiene tra una nube ed il suolo, o tra due nubi, durante un temporale. In un fulmine si rilevano il lampo (bagliore luminoso) ed il tuono (suono prodotto dalfimprowisa espansione della massa d'artaintorno alla scarica). I-lintensità delle scariche va da 30.000 a 100.000 ampere, l'energia termica sviluppata è di 5 miliardi di calorie,la temperatura di 15.000 "C, mentre la ltnghezza media delle scariche principali è di 3 km, con massimi fino a 8-10 km.

-G-

Gaia: è

il nome del pianeta viven-

te, secondo una teoria formulata 1.979 che si basa sull'assunto che

ne1

tutti

i componenti geofisici della teffa garantiscano la presenza della vita su1 pianeta graue al comportamento degli organismi viventi. E dimostrato che la causa delf inquinamento di Gaia sono le attività e l'ambiente costruiti dall'uomo Gelata: diminuzione brusca della temperattra a un valore minore o uguale a 0"C che produce il congelamento dell'acqua. Ghiaia: terreno sciolto formato da grani arrotondati di dimensioni superiori ai 2mm. Ghiaccio: forma solida cristallina che l'acqua assume a una temperarttra pati

kru oo

',,t',

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l':.t:,


di congelamento). Nel-

di un corso d'acqua che viene som-

l'atmosfera il fenomeno assume caràtteristiche particolari perché le goccioline d'acqua che formano le nubi non sono pure ma contengono sale marino poiché provengono dall'evaporazione dell'acqua del mare: la conseguenza è che possono rimanere allo stato liquido anche a temperature inferiori allo 0 " C.In questa situazione (detta sopraffi.rsione) finiscono per essere instabili e così, se la temperùtsra. continua a diminuire, si formano i cristalli di ghiaccio. Qrest'ultimo si manifesta sotto varie forme: neve, ghiaccio dei ghiacciai o firm, vetrone o tempesta di ghiaccio, brina e galaverna; come fenomeno atmosferico si manifesta sottoforma di grandine. Le sue proprietà fisiche variano poi in funnone di diversi fattori: temPeratura, pressione, eventuale presenza di soluti e densità; quest'ultima è sempre minore a quella dell'acqua.

mersa dalle acque alte. Grandine: fenomeno che si manifesta in globuli o chicchi di ghiaccio con un diametro che presenta dimensioni medie variabilitrai 5 e i 50 mm: durante la caduta il volume può aumentare per

a 0"C (p.tnto

GIS:

(Geographical Information System) Acronimo di Geographical Information System. E' un insieme complesso di componenti hardware, software, umane e intellettive Per acquisire, tr zttur e, analizzar e, immagazzinare e restituire in forma digitale, grafica e alfanumerica, dati di qualsiasi tipo riferiti ad un territorio. Si tratta cioè delI'evoluzione informatica delle carte tematiche, con il vantaggio del formato elettronico che ne Permette un più facile aggiornamento. Golene indifesa: zona di terreno pianeggiante, adiacente al letto di magra

lèffetto dell'unione (agglutinamento) dei suoi elementi cristallini. Laformazrone si verifica in condizioni atmosferiche fortemente perturbate, come ad es. i temporali provocati da nubi di tipo cumulonembo. Grecale, vento di: vento proveniente da nord-est, tipico del versante Ionico e delle coste orientali de1la Sicilia. Spira normalmente nel periodo invernale e può essere etremamente violento e durare anche alcuni giorni. E generato dalla compresettza della bassa pressione sul Tirreno con l'alta pressione sui Balcani.

Groppi, colpi di vento: raffiche di vento forte e di breve dtrata, con rapide variazioni di direzione, accompagfi te da una diminuzione della temperatura e da. pioggia, grandine o temporali. In genere accompagna un fronte freddo. Grotta: Cavità composta, ad andamento misto suborizzontale e verticale, con successione dipozzi e gallerie.

-HHabitat dal latino "abitate",è il complesso delle condizioni ambientali in cui vive una particolare specie animale o vegetale, o anche il luogo ove si compie un singolo stadio del ciclo biologico di una specie. Indica quindi una


irurrRREGiliA)?7ìX

unità strutturale identificabile. Qrando le condizioni ambientali cambiano anche l'habitat cambia, modificando le condizioni di vita degli esseri appartenenti a quell'ambiente. Molti habitat sono stati modificati dalf intervento dell'uomo che è intervenuto con disboscamenti, bonifiche, costruzioni di dighe etc.

perficiale dalla superficie del suolo attraverso la zona, non satura fino alla falda.

Infiltrazione efficace: parte dell'acqua che si infiltra nel sottosuolo che raggiunge effettivamente la falda senza essere intercettata dalle piante o trattenlJta nella, zona non satura. Idrogeno (H): è un gas incolore, ino--

dore ed altamente infiammabile. E

-IIdrologia: scienza che studia i rapporti e problemi idrologici, dalla gestione delle risorse idriche alla progettazione delle opere idrauliche. Idrometeore: fenomeni meteorologici osservabili, originati da particelle di acqua liquida o solida in sospensione nell'atmosfera o precipitanti al suo interno.In pratica le idrometeore sono i normali fenomeni quali: la pioggra,la tra meteorologia

neve, la grandine, la nebbia, la foschia,

la rugiada,la brina, La galaverna...

,,'''

Igrografo: è un igrometro, dotato di '/ente su carta awolta Una SCfl\ Penna

,',,., a un tamburo girevole, che registra la

:,i,: variazionedell'umidità relativa duran'i:',. te la giornata. ,:' Igrometro: strumento utiliz.zato per ', misurare l'umidità dell'aria. Igrosco':lt, pio: strumento che misura l'umidità ,,,, relativa basandosi srtlla variazione di ,,,.ìl colore di alcune sostanze col variare ,',". dell'umidità. Bisogna dire che forni'',,': sce una misurazione approssimativa :',,. in quanto comunica solo 1o stato di ,. maggiore o minore umidità dell'aria. ',,:, Indice di aridità: rapporto tra precipi-

',ìr,.:

:t:. taztont e temperatura. ,, Infiltrazione: flusso

:,

dell'acqua su-

presente in qualunque organismo vivente o composto organico ed ha un ruolo vitale nel fornire energia all'universo. È 1'.1.-"nto più abbondante dell'universo. Qresto non significa che sia facile ottenerlo,anzr sulla terra è quasi inesistente se non alf interno di organismi o, per esempio, nell'acqua (in una percentuale deII'1-L,79o/o), e di conseguenza il suo fiTlizzo è ancora molto limitato. BMW immetterà sul mercato, nel2008, un modello ibrido alimentato a benzina e idrogeno ad emissioni zero. Idrogeologiaz scienza che studia le acque del sottosuolo in rapporto alle strutture geologiche (origine e caratteristiche chimico-fisiche delle acque e leggi che ne regolano il movimento, sia naturale che verso opere di captazione). Idrologia: scienza che studia il ciclo dell'acqua : pr ecipitazioni, scorrimento

nerinfrlttauone. Inquinamento: si intende l' alteranone ambientale causata dalle attività umane, quando queste danneggiano l'ecosistema. In teoria, tutte le attività dell'uomo costituiscono inquinasup erfi ci ale, ev tp or azio ne, tr aspir azio

a

%M


mento dell' ambiente naturale, poiché agendo su di esso ne mutano la sua conformazione originaria. Possiamo definire finquinamento atmosferico come la presenza nell'atmosfera di sostanze che causano un effetto negativo sull'uomo, sugli animali e sulle piante; queste sostanze non sono presenti nella composizione dell'aria, oppure 1o sono ad un livello naturale di concentrazione molto inferiore. Le principali sostanze tossiche che si possono avere nell'atmosfera sono: amianto (Eternit), benzene, diossano, piombo, cloruro di vinile, clorofluorocarburi (CFC). Uno dei maggiori inquinanti presenti nell'aria è il particolato atmosferico, che viene suddiviso in base al diametro medio in micron, prodotto dalle emissioni industriali e degli autoveicoli alimentati abenzina e gasoho. È ampiamente dimostrato che gli agenti inquinanti hanno un ruolo primario nello sviluppo di malattie come tumori, allergie e asma. Tra le contaminazioni inquinanti più gravi vi è l' alter azione chimico - fi sica dell' acqua di falda. IJinquinamento atmosferico è f insieme di processi che alterano la composizione dell'atmosfera in una zona data. Inquinamento termico : riscaldamento anomalo dell'acqua contenuta in un corpo idrico superficiale in seguito a scarichi o immissioni di acqua calda. Isoiete: linee che uniscono punti che hanno la stessa piovosità in un dato periodo predefinito.

-LLago: massa d'acqua di grandi dimensioni raccoltasi in corrispondenza di alryallamenti del terreno. Lampo: è la tipica luminosità prodotta dai fulmini. Son il prodotto della scarica elettrica che si può scatenare tra due zone distinte di una nube, tra due nubi, tra la base di una nube e i1 suolo oppure, molto più raramente, tta :ufia nube e il cielo sereno. Si può calcolare la distanza approssimativa di un temporale contando i secondi che 1a vista lampo e la percezione del tuono: moltiplicando tale numero per 330 m (velocità di propagazione del suono) si può ottenere la distanza, anche questa molto approssimativa, alla quale si è verificato il lampo. Libeccio, vento di: vento proveniente da sud-ovest che può interessare l'Italia in tutto l'arco àefl'attro. È associato alle depressioni che si formano sul Mediterraneo occidentale, per cui può instaurarsi improwisamente e con estrema violenza. Lichene: vegetale risultante dall'associazirone di un fungo con urialga. Possono essere ]dilTlizzati per il monitoraggio delf inquinamento atmosferico (indicatore biologico). Limo: terreno sciolto formato da gtani di piccole dimensioni (da 0,002 a 0,06 mm). Livello piezometrico: livello a cui risale l'acqua in un pozzo che interessa una falda in pressione (confinata). Livello di base: piano orizzontale teorico, tangente al punto di sbocco di un sistema idrografico.

separano


rl\jr-L{-ìRrciriA)?

Livello piezometrico: superficie delimitante superiormente la zona di una ' ',"' '1,',' massa rocciosa che rimane costante',,1,,,' mente imbevuta di acque.

,,,

':,t:' Maestrale: vento tipico del Mediter,, raneo proveniente da nord o nord:,,,;';,: ovest. Assieme alla Bora è il vento che ':,,;,; spira con maggiore intensità: scende 1..'',,,,',, dalla valle del Rodano ed acquista

'.,,', progressivamente velocità. ,:,,',',,,,", Può instaurarsi in tutte le stagioni an,1;:'. che se tende a manifestarsi preferibil' :, mente in primavera ed in inverno. La

t' ...:' .l'

sua durata varia da poche ore ad alcu-

ni giorni: porta bel tempo e nuvolosità

'. Spafsa. ',.:, Magra delle ','t,, ::

acque: Livello più basso di un corso d'acqua o di un canale t,:,:: Marmitte: morfologia erosiva forma",,',, tz da cavità scavatÉ dal movimento ,.,.,t turbinoso di acque. Cilindriche o piir .,,,, raramente cupuliformi. ',,,,,,';; Marna: roccia costituita in proporziot:i::: ni uguali da calcare e da argilla. ,,:,rt Metalli: sono costituiti da diver\: ::;,: llti se sostanze, ciascuna delle quali è un 'ti!:' elemento chimico e pertanto non ::..;:,, possono scomparire o essere distrutti ',;';:: completamente. Possono però combi,' narsi a loro volta con altre sostanze e

"t

stiche di impatto ambientale. l:,,',' Metalli pesanti: sono metalli con ele,',,' : vata densità come cadmio, piombo, :,',', rame e cromo. Oggi sono considera;t,',', ti tossici . hunnoL effetto negativo ,;r., sull'ambiente.Informazioni più detta','.,;, gliate per ogni metallo pesante si tro,,'1,';:

x

vano in questo glossario.

Meteorologia: il termine è stato usato per la prima volta da Aristotele e indica, oggi, la scienza che si occupa dell'atmosfera della Terra e delle sue proprietà. Si occupa quindi delle variazioni che si verificano nelle condizioni di tempo atmosferico (meteorologia sinottica); delle proprietà elettriche, ottiche e in generale fisiche dell'atmosfera (meteorologia fisica); del clima (climatologia); della variazione degli elementi meteorologici in prossimità del suolo in relazione ad aree ristrette (micrometeorologia) e, in generale, di tutti gli altri fenomeni a questi correlati. Muschi: piante che crescono nei terreni umidi, su alberi o rocce, in colonie spesso molto numerose. Possono essere :utllizzati per il monitoraggio atmosferico (indicatori biologici).

-NNatura:

è f insieme dei mondo ester-

no all'uomo ma che 1o comprende per la sua dimensione biologica.I-lidea di natura viene generata socialmente in contrapposizione all'uomo. Risorsa naturale è la natura vista attraverso il paradigma dello sviluppo. Con essa si intendono le materie prime che si trovano sulla Terra e che sono utili all'uomo o possono diventarlo a secondo delle circostanze economiche, sociali o tecnologiche. Attraverso la lente ecologicala lettura fa riferimento a valori diversi come il patrimonio genetico, la naturalità, i diritti del1e generazioni future, il diritto alla vita


di tutti gli esseri viventi, e su di essi vi fonda i principi della tutela. Nebbia: una idrometeora costituita dalla sospensione nell'atmosfera di piccolissime gocce d'acqua, che riduce generalmente la visibilità, orizzontale sulla superficie terrestre a meno di un chilometro. Affinché si formi è necessaria la presenza nell'arra di particelle igroscopiche (o nuclei di condensazione) e di una umidità relativa del 1000/0. o anche inferiore se nell'aria sono presenti sostanze inquinanti. La nebbia si può formare per irraggiamento: si forma quando il cie1o è sereno o poco nuvoloso, il vento è assente, il terreno è pianeggiante e cè aria fredda negli strati vicini al suolo e aria calda in quota. Qresto tipo di nebbia difficilmente sale oltre i 100 m di altitudine; avvezione: si ha quando uno strato di aria calda e umida si sposta sopra una superficie fredda che ne abbassa la temperatura. A differe nza della precedente può raggiungere i 500 m di altitudine e formarsi anche in presenza di vento; sollevamento: si forma a seguito del raffreddamento che l'aria subisce risalendo lungo un pendio. Neve: idrometeora che si presenta sotto forma di cristalli di ghiaccio che possono essere isolati o riuniti in fiocchi, stellati a sei punte con ramificazioni, che si formano a temperature che vanno da -1,2 a -1-6 "C. A seconda delle temperature il cristallo di ghiaccio può assumere diverse forme. I fiocchi sono formati da più cristalli

qua sopraffusa presenti nella nube; la grandezza del fiocco dipende quindi dalla lungh ezza del percorso alf inter-

:

',,

,

menta la quantità di acqua sopraffusa , , , disponibile. La temperatura ideale per

torno ai -5 "C; sopra gli 0 'C i fiocchi , tendono a sciogliersi e trasformarsi in

,,,,',

.

pioggia.

irù"* chimica: è un particolare fenomeno artificiale, dovuto alla presenza di particelle inquinanti nell'atmosfera

clei di condensazione, provocando la caduta di vere e proprie nevicate anche in condizioni in cui una normale nevicata non avverrebbe, per esempio in presenza di cielo sereno. Con l'aumento di inquinanti nel corso degli ultimi anni si è verificato un

. ,

notevole ed allarmante aumento delle segnalazioni di nevicate chimiche. Nubi: insieme di minutissime goccioline d'acqua o cristallini di ghiaccio che si trovano in sospensione nell'aria e si forma per condensazione del vapore acqueo. Le nubi sono originate dal raffreddamento per espansione delle masse d'aria portate in quota da correnti ascendenti o dal raffreddamento di masse d'aria umida e calda che attraversano terreni con temperatura fredda.(vai a1la scheda)

Nubifragio: precipitazione molto violenta a carattere temporalesco, che scarica rapidamente grandi quantità di acqua, con una serie di conseguenze

,r

':

:,

.

,


rNrERnrG

negative quali ingrossamento e straripamento dei corsi d'acqua, allagamenti e frane.

-oOmeostasi: è la stabilità delle filnzjtoni degli organismi viventi in relazione ai cambiamenti dell'ambiente circostante. Per fare un esempio, un organismo che si trovi ad affrontare un abbassamento della temperaturt avrà, wa reazione che tendetà ad innalzare la temperatura stessa. Ozono (O3) - strato di: è un sottile stato di gas che awolge laTerra che ci protegge dai raggi ultravioletti emessi dalSole. I-l ozono è una molecola costituita da tre atomi di ossigeno che saltuariamente si separano formando ossigeno (due atomi) .Uozono si trova nella stratosfera ad una altezza di circa 25 km. In forma pura si presenta come un gas az firognolo, di odore caratteristico, irritante per le mucose, altamente instabile e reattivo. I-lattuale incremento di casi di cancro della pelle potrebbe dipendere dalla distruzione di questo gas in alta quota. Negli ultimi decenni si è accertata una preoccupante diminuzione dello strato di ozono e la sua totale scomparsa dalle regioni polari. Le molecole di ozono vengono distrutte da gas presenti in natura quali metano e protossido di azoto (gas esilarante) e da composti a base cloro e bromo prodotti dall'uomo quali CFC,

HCFC

e alogeni.

iliA)?rix

-PPermeabilità: indica la capacità di un terreno a lasciarsi attraversarc da un fluido. Percolato: è un liquido prodotto dalle discariche. Si forma con f infiltrazione dell'acqua nella massa dei rifiuti unita alla decomposizione dei rifiuti stessi. Possiede un elevato tenore di inquinanti organici e inorganici, che derivano dai processi biologici e fisicochimici che si sviluppano alf interno di una discarica. I1 percolato contiene inquinanti molto pericolosi, per esempio metalli pesanti. Caratteristiche principali sono il colore bruno e la viscosità. Generalmente ha un odore sgradevole. ed è sufficiente una piccola quantità per infestare un ambiente qualsiasi.

Secondo la normative vigente, deve essere oppoftunamente trattato ne1 sito stesso del1a discarica o destinato ad impianti di trattamento di acque luride. Pertrrbazione: è un sistema meteorologico in cui il tempo atmosferico variain modo più o meno sensibile e per una certa durata.I fenomeni che la accompagnano consistono in annuvolamenti, piogge, temporali, grandinate, nevicate, ecc.

Piede: punto in cui la sponda s'interseca col letto orizzontale.

Pioggia: precipitazione

di

gocce

d'acqua di vario diametro, tra 2 e 7 mm. Le gocce di pioggia traggono origine dalle gocce di nube che cadono quando diventano abbastanza grosse e pesanti.

t

\Wk +r=.


Pioggia acida: precipitazione atmosferica che contiene significative quantità di sostanze inquinanti come l'acido solforico e acido nitrico, derivanti dall'emissione nell'atmosfera di ossidi di zolfo e azoto, prodotti dai combustibili fossili. Ponente, vento di: vento fresco che proviene da ovest. Potabilità: caratteristiche chimicofisiche e batteriologiche di un'acqua, per le quali essa è idonea da bere. Poz.zoz cavità semplice ad andamento verticale, con profondità non superiore ai 100 metri. Rapporto fralarghezza e profondità non superiore a1.:5. P recipitazione(atmosferica) : termine generico per tutte le idrometeore costituite da un insieme di particelle d'acqua, liquide o solide, cristalliz.zate o amorfe, che cadono dalle nubi e raggiungono la superficie terrestre. Comprende quindi la pioggia,la neve, la grandine, ecc. Punto idrovoro: punto della superficie carsica in cui awiene una cattura ipogea di acque.

-qQrota: misura dell'altezza sul livello del mare.

posizionati accanto ai cassonetti tradizionall) e quella porta a porta, che prevede il "ritiro a domicilio" per ogni singola rtenza. La percentuale minima di raccolta differenziata per ogni comune è fissato per legge al35o/o del totale dei rifiuti raccolti entro il2006 e del 650/o entro il 201.0. Regime pluviometrico: è la distriburiare da luogo a luogo oppure durante l'anno in una stessa località.

re necessarie per portare e distribuire regione (vedi acquedotto). Riceventi: è il nome dato a chi riceve una emissione (es.: acqua, aria o terreno). Ruscellamento: acqua meteorica che fluisce sulla superficie del suolo senza essere incanalata nei corsi d'acqua. Risorgiva: ritorno in superficie di acque ipogee carsiche. Rugiada: o punto di rugiada, si forma per la condensazione del vapore acqueo presente nell'aria che, può contenere una quantità massima di vapore in rapporto alla sua temperatura. Se |'aria si raffredda si formano le gocce di rugiada che si depositano sulle ragnatele, sui fili dèrba o sui vetri.

-RRaccolta dTffercnziata: è un sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani differenziata per tipologia di rifiuto (carta, plastica, vetro, umido o frazione organica, verde e ramaglie, ecc.). Le due principali tipologie di raccolta sono quella stradale (mediante contenitori

-sSabbia: terreno sciolto formato da grani di piccole dimensioni (da 0,06

a2 mm). Scirocco, vento di: vento che proviene dal Sahara, ha direzione sud sudest e condinona il tempo sul Medi-

,


ir.{rrÈftr§

terraneo meridionale. Si può verificare in tutte le stagioni, ma è più frequente in autunno e in primavera. Può essere di natura anticiclonica o ciclonica: nel primo caso è secco, nel secondo è umido e determina cielo nuvoloso, nebbia e piogge. Sedimentazione: processo di deposizione di materiale solido trasportato dall'acqua, dal vento, da un ghiacciaio. Sedimento: materiale incoerente che viene trasportato dall'acqua o dal vento o da un ghiacciaio dal punto di origine al punto di deposizione o sedimentazione. Serbatoio: posto a monte di una rete idrica per raccogliere ed immagazzinare acqua. SIC: acronimo di Sito d'Importznza Comunitaria. Area che, nella regione biogeografica cui appartiene, contribuisce in modo significativo a mantenere e ripristinare in uno stato di conservazione soddisfacente un tipo di habitat naturale di cui all'allegato I della Direttiva Habitat o una specie di cui all'allegato II della Direttiva FIabitat. Un sito che possa inoltre contribuire in modo significativo alla coerenz di Natura 2000 (di cui all'art.3 de1la Direttiva Habitat), e che contribuisca in modo significativo al mantenimento della diversità biologica ne1la regione biogeognfica o regioni biogeografiche. Per le specie animali che occupano ampi territori, i siti di importanza comunitaria corrispondono ai luoghi, alf interno dell'area di ripartinone naturale di tali specie, che presentano gli elementi fisici o biolo-

i!'A)?

x

gici essenziali alla loro vita e riproduzione.

Siccità: è la mancanza prolnngata di acqua a causa di precipitazioni atmosferiche insufficienti. E un aspetto inquietante dei cambiamenti climatici in atto dovuti alle attività umane ed al conseguente inquinamento prodotto. Smog: termine inglese (derivato dalla fusione delle parole: smoke, fumo, e fog, nebbia) con il quale si indica la nebbia nerastra con alta concenttazione di fumi e gas. Lo smog si forma, soprattutto d'inverno, sui centri e sul-

le zone industrializ.zate, quando vi

si

determina uno stato di inversione termica: in assenzadi movimento di aria, negli strati piir vicini al suolo si origina nebbia nella quale si concentrano in sospensione i fumi ed i gas prodotti dall'attività umana. Solventi: nome comunemente dato a quelle sostanze che dissolvono delle altre. I solventi organici hanno focalizzato l'attenzione in questi ultimi anni grazie al loro basso impatto sulla salute umana e sull'ambiente circostante. I solventi organici volatili in particolare, aiutano la formazione di ozoflo al livello del suolo e non inquinano l'ambiente come quelli di origine industriale. Sorgente: luogo ove l'acqua di falda emerge naturalmente alla superficie del suolo. Sponda: parte inclinata del terreno che delimitail solco fluviale o torrentizio. E il limite laterale dell'alveo. Elevazione laterale del terreno entro cui l'acqua è contenuta durante la piena ordinaria o

@ 4


straordinaria; si possono distinguere le sponde-rive interne -ossia quelle zone soggette ad essere sommerse dalle piene ordinarie- alveo=beni demaniali; e le sponde-rive esterne, soggette solo a piene straordinarie. Qresti terreni appartengono ai proprietari dei fondi rivieraschi.

Stagioni: i quattro periodi in cui è diviso l'anno solare. Le stagioni hanno inizio quando il Sole, rispetto a1la Terra, si trova in uno dei punti detti equinozi e solstizi. Nell'emisfero boreale l'autunno e la primaverainiziano nei giorni equinoziali -rispettivamente 1123 settembre e iI21. marzo- mentre l'estate e f inverno cominciano nei giorni solstiziali -ll2l giugno e iI22 dicembre-. I-lalternarsi delle stagioni è dovuto alla inclinazione dell'asse terrestre rispetto a1 piano dell'eclittica (il cerchio massimo che il Sole descrive sulla sfera celeste nel suo movimento apparente). La Terra volge alternativamente verso il Sole uno dei suoi due emisferi che viene così esposto più direttamente alf irraggiamento solare, ricevendo più calore e piir luce: per questo motivo nellèmisfero australe le stagioni sono invertite rispetto a quello boreale. Sempre a causa delf inclinazione delI'asse, ai poli si alternano periodi di insolazione perpetua a notti lunghe vari mesi.

Le regioni

equatoriali, invece, sono esposte per tutto l'anno a raggi solari molto diretti e sostanzialmente non conoscono le differ enze stagionali. Stratigrafia di un pozzoi descrizione

dei terreni atffaversati durante la perforazione del pozzo. Sublimazione: passaggio dallo stato solido allo stato di vapore e successiva condensazione senza passare per la fase liquida. La neve ed il ghiaccio per esempio possono evaporare senza passare allo stato liquido.

Substrato impermeabile: terreno o roccia impermeabile che sostiene una falda. Superficie freatica: superficie che indica il limite superiore della zona satura (si riferisce ad una falda libera o freatica). Superficie piezometrica: superficie che definisce nello spazio la distribuzione del carico idraulico. Nel caso di falda libera coincide con la superficie freatica, nel caso di falda confinata la superficie piezometrica si situa al di sopra del tetto dell'acquifero ed è materializzata dal livello (detto livello piezometrico) a cui risale l'acqua in un poz.zo che interessa la falda suddetta.

-TTemperatura atmosferica: misurazione della temperatura dell'rria. I1 suo valore è influenzato da diversi fattori: f insolazion e, l' irraggirmento, l'evaporazione, la condensazione del vapore acqueo, la conduzione termica attraverso la superfici e, la vegetazione, la latitudine e l'altitudine. La temperatura dell'aria viene di solito misurata in gradi centigradi, con un intervallo che parte da 0" C (fusione del ghiaccio) e 100" C (evaporanone dell'acqua).


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','i,t Tempesta: perltrbanone atmosferica :,,',' con venti di forte e fortissima intensi' ,,, tà,violenti piogge e grandinate, brusca tt,',,,',, diminuzione della temPeratura e mare 1,.',,, molto a;gttùto.Le tempeste sono spes, :: so associate a perturbzzioni e fronti ,t" freddi molto intensi. ,:',' Temporale: fenomeno atmosferico ;::t' dovuto ai moti ascensionali di una ,i ,,.: massa d'aria più calda rispetto a quel""',':' la circostante;l'aria calda e umida dei ;,::;: bassi strati sale rapidamente verso quote che possono superare anche i ,,,:t 10 km .I-laria ascendente si espande :;,,:: e,raffreddandosi, fa condensare 7lva,,1',,., pore acqueo in essa contenuto, con la :t : conseguente formazione di imponenti : ' nubi a sviluppo verticale (cumulinem-

,;,: bi) nelle quali si determinano forti

.' differenze di potenziale (fra' la base e -'.,,, la sommità) con conseguente intensa ',r., attività elettrica.I temporali si formai , , no principalmente per il passaggio di |,, un fronte freddo o per cause termiche ,::,,::', (forte riscaldamento de1 suolo e consel',.,',,,, gl.."t" formazione di nubi cumulifor,,,) m1 ln prese nza di instabilità dell'aria). ':,,,,,,.', Terreni sciolti (o terre): terreni costi::;,,,;;' tuiti da grani di varie dimensioni che ': ,, non hanno subito il fenomeno della /'uldragenest (compattazlone con espr ,,,);: sione dell'acqua contenuta negli spazi t',, vuoti e cementazione). Sono terreni 1,,1:," sciolti le ghiaie,le sabbie e le argille. t::,,, Thalweg: termine tecnico anglosasso, ,," ne ad indicare il letto di scorrimento :.: del fiume. Non esiste una parola nel l. ,.: dizionario italiano per tradurlo. IJsato ;.,:t.: spesso nei progetti LIFE di riqualifi,:r, cazione naturalistica dei corpi idrici. ,

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Tifone: nome di origine cinese (grande vento) per indicare le violente tempeste tropicali (cicloni) che si manifestano nel Pacifico occidentale. I fenomeni sono molto simili a quelli degli uragani dell'Atlantico e delgo1fo del Bengala; venti superiori ai 100 km/h e piogge torrenziali. Tornado: è una colonna d'aria in violenta rotazione, in contatto con il terreno, pendente da un cumulonembo e quasi sempre osservabile come una "nube a imbuto" o tuba. Essi sono

molto più piccoli e molto meno duraturi dei cicloni tropicali: un uragano può superare i 1000 Km di diametro mentre i tornado eccedono raramente i 2 Km. I venti in un Tornado Possono soffiare a oltre 500 Km/h.: sono quindi estremamente distruttivi con l'aggravante che un tornado si forma alf improwiso, non è prevedibile e si muove molto rapidamente (50-100 Km/h). Tiamontana, vento di: vento proveniente da nord, freddo e talvolta impetuoso, interessa tutta la penisola italiana soprattutto in inverno. Ha origine orografica, dai monti nel cuore della penisola, ma quasi sempre è il prolungamento del Maestrale o della bora. Traspirazione: processo per cui l'acqua viene immessa nell'atmosfera aJTo stato di vapore da parte delle piante. tomba d'aria: è un fenomeno consistente in un vortice d'aria dotato di una grande velocità di rotazione in senso antiorario (circa 150 km/h). Le trombe d'aria hanno un diametro di qualche decina di metri, vialtezza di

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qualche centinaio di metri e si spostano a una velocità non superiore ai 60 km/h. 11 turbine può manifestarsi lontano dal suolo oppure correre sulla la superficie terrestre aspirando qualsiasi oggetto: le trombe d' aria rappresentano quindi il fenomeno meteorologico più violento che si può verificare nell'area mediterranea. Fortunatamente hanno un ciclo vitale che non supera i 30 minuti, durante i quali percorrono qualche decina di chilometri. Le condiironi favorevoli alla formauone di una tromba d'aria si verificano quando uno strato di aria fredda viene a trovarsi sovrapposto ad una massa d'zria molto calda e umida che staziona in prossimità del suolo: nel momento in cui lèquilibrio tra le due masse d'aÀa si rompe,l'aria più calda viene bruscamente aspirata verso 1'a1to, richiamando aria dalle zone circostanti. Tirtela ambientale: si intendono genericamente tutte le azioni, a livello governativor produttivo e sociale, atte a garantire il rispetto dell'ambiente che ci circonda ed alla preservazione delle risorse naturali.

-uUragani: nome di origine spagnolo o portoghese che indica gli intensi cicloni tropicali (depressioni che si presentano tra lèquatore e i tropici) nelle Indie Occidentali, nel golfo del Messico e nel Pacifico orientale. Portano intensi venti superiori ai 100 km/h e precipitazionitorenziali.

-vVapore acqueo: elemento determinante per i fenomeni meteorologici poiché è responsabile della formazione delle nubi: è legato alle vaiazioni della temperattrra, ai movimenti dell'aria, e assorbe parte della radiazione infrarossa emessa dalla terra (l'effetto serra) imprigionando calore che altrimenti andrebbe disperso nello spazio. Venti predominanti: venti che possono variare, ma che spirano quasi sempre con provenienza da un medesimo settore. Vento: consiste in un movimento orizzontale dell'aria provocato dalle differenze di pressione atmosferica; dalla zona con pressione più aJtal'aria affiuisce a quella con pressione inferiore. Piri le isobare (linee di ugual pressione) sono rawicinate e più la forza, del vento sarà intensa E classificato in base alla direzione e allavelocità. Voragine: cavità semplice verticale, di notevole profondità (oltre 50 metri), molto ampia, sia alla bocca che in fondo.

-zZero termico: è la quota alla quale si registra la temperatura di 0" C. I-laltezza dello zero termico è utile per prevedere precipitazioni nevose. Si tenga presente però che può nevicare anche con una temperatura dt +2"C. Zona freatica (=zona, umida): parte de1la massa rocciosa sottostante al livello piezometrico,le cui soluzioni di continuità sono costantemente imbevute di acqua.


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Zona satura: porzione di sottosuolo dove le fessure della roccia o gli spazi vuoti compresi tra i grani che formano un terreno sono completamente pieni d'acqua.

Zonavadosa (=2srrn tecca): parte della massa rocciosa, la cui vascolarizzaziore è percorsa da acqua percolante in senso verticale, alimentata direttamente dalla superficie. Zone climatiche: sono cinque grandi fasce che in cui è sinteticamente distribuito il clima sulla superficie della Terra. Le fasce climatiche sono limitate da quattro paralleli particolari: i due circoli polari artico e antartico, il

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tropico del Cancro e quello del Capricorno. I1 circolo polare artico è il parallelo che delimitalazona. intorno al Polo Nord (zonapolare artica). I1 circolo polare antartico è invece i1 parallelo che delimitzla zont intorno al Polo Sud (zona polare antartica). I1 tropico del Cancro (latitudine 23' 27' N) e il tropico del CaPricorno (latitudine 23" 27'S) delimitano una fascia, chiamata zona torrida, che si trova intorno all'equatore e che riceve i raggi solari piir caldi. È la regione dove si trovano i deserti. Le fasce comprese fra i circoli polari e i due tropici sono le zone temperate.


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Provincia di Nuoro


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