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12.3: La complessità / Complexity
Sistemi urbani 3: La complessità Urban Systems 3: Complexity
12.3 YouTube link: https://www.youtube.com/watch?v=jFWeZ3Y4TYc&list=PL4700 1udlZD1vgYv75VONymITvZAlvbLP&index=16
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Arnaldo Bibo Cecchini, professore
di Tecniche urbanistiche, Università di Sassari; Associazione per il Diritto alla città AC/DC
Arnaldo Bibo Cecchini, Professor of Urban Planning Techniques, University of Sassari; Association for the Right to the City AC/DC
e-mail: abcecchini@gmail.com
Ivan Blečić, professore associato di Estimo e Valutazione presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università degli Studi di Cagliari
Ivan Blečić, Associate Professor of Appraisal and Evaluation at the Department of Civil & Environmental Engineering and Architecture of the University of Cagliari
e-mail: ivanblecic@unica.it
Complex is not the same as complicated, sometimes just a few interacting components can make a system complex. Complex means also that, due to non-linear interactions, small variations of perturbations and interventions can sometimes produce large and unpredictable variations of outcomes.
We like to think of the extraordinary “environment” that is Conway’s Life game: two states, two rules of change, a uniform grid that tessellates the plane, and “all” possible behaviors of a system become possible. Moreover, social systems, among which cities, are not complex only because of that, but also because some of its “components” are agents, capable of autonomous choice.
And this is, at the same time, something we should embrace and resign to accept (by the way, only if we also consider this characteristic of urban systems can we think about effective planning). Complesso non è complicato, possono bastare pochi elementi e poche relazioni per rendere complesso un sistema; complesso vuol dire che – a causa di interazione non lineari – piccolissime variazioni negli interventi possono produrre grandi e imprevedibili variazioni negli esiti. Ci piace pensare a quello straordinario “ambiente” che è il gioco Life di Conway: due stati, due regole di cambiamento, una griglia uniforme che tassella il piano e “tutti” i possibili comportamenti di un sistema sono possibili. C’è di più: i sistemi sociali, e tra essi le città, non solo sono complessi per questo, ma lo sono anche perché alcune delle parti che li compongono sono capaci di autonome scelte. E questo è, allo tesso tempo qualcosa che dovrebbe piacerci e cui dobbiamo rassegnarci (tra parentesi solo se consideriamo anche questa caratteristica dei sistemi urbani possiamo pensare a una pianificazione efficace).
Alcuni principali riferimenti A few key references
Anderson, P. W. (1972). More Is Different. Science, New Series, Vol. 177 (4047), August 4. Cecchini, A. (1999). Meglio meno, ma meglio automi cellulari e analisi territorial. Milano: Franco Angeli. Gardner, M. (1970). Mathematical Games: The fantastic combinations of John Conway’s new solitaire game “Life”. Scientific American, 223, pp. 120–123 (in italiano su Le Scienze Maggio 1970) Lorenz, E. (1963). Deterministic Nonperiodic Flow. Journal of the Atmospheric Sciences 20 (2), pp. 130–141. Lorenz, E. (1972). “Predictability: Does the Flap of a Butterfly’s Wings in Brazil Set Off a Tornado in Texas? Presented before the American Association for the Advancement of Science, December 29
https://www.youtube.com/watch?v=E8kUJL04ELA https://www.youtube.com/watch?v=X_HkBKl-isI&t https://www.youtube.com/watch?v=X_HkBKl-isI&t