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di rapida implementazione

PNRR: dalla strategia all’attuazione - dibattito in Confindustria per individuare percorsi di rapida implementazione

Lo scorso 15 novembre Confindustria ha ospitato un dibattito istituzionale su quelle che saranno le prevedibili sorti del PNRR, il più consistente piano di investimenti economici pubblici per favorire la ripresa dell’economia nazionale e la ristrutturazione e riconversione di società private e pubbliche nonché di enti della pubblica amministrazione per consentire al Paese di recuperare competitività, espandere la propria crescita e conseguire quegli avanzamenti tecnologici e culturali indispensabili per imboccare un sentiero di sviluppo positivo trasversali a tutti i settori produttivi e a tutti gli ambiti della vita pubblica e privata. A confrontarsi, oltre ai vertici di Confindustria (dott. Fontana, dott. Matonti e dott.ssa Mariotti), anche rappresentanti delle istituzioni europee, il dott. Buti capo gabinetto del Commissario per gli affari economici dell’UE, ed esponenti del governo più direttamente impegnati dall’attuazione del PNRR come il dott. Chieppa segretario generale Presidenza del Consiglio, il dott. Di Nuzzo DG del servizio centrale per il PNRR del MEF, l’ing. D’Aprile Capo Dipartimento Transizione Ecologica del MITE, il dott. Firpo Capo Gabinetto del MITTD, il dott. Catalano coordinatore struttura tecnica di missione del MIMS, il dott. La Rosa capo segreteria tecnica del MUR, la dott. ssa Goretti capo segreteria tecnica del PNRR presso la Presidenza del Consiglio. A loro si sono aggiunti professori ed economisti che prestano particolare attenzione a tali misure come il prof. Messori ordinario di economia alla LUISS e il dott. Balassone capo servizio struttura economica in Banca d’Italia. Partendo dalle riflessioni sull’impostazione del PNRR e sugli ingenti investimenti disponibili, si è subito messo in evidenza come sia necessario un duplice sforzo congiunto: da un lato le imprese private dovranno consolidare la propria fiducia nel sistema e nel futuro pianificando e attuando investimenti che dovranno essere accompagnati dalle risorse pubbliche del PNRR; dall’altro la burocrazia nazionale dovrà compiere un significativo balzo in avanti in termini di semplificazioni, snellimenti e accessibilità per consentire di affiancare gli sforzi privati con tempestività e prontezza. Il fattore tempo, come è chiaramente emerso, non è infatti irrilevante: se da un lato siamo vincolati a determinate scadenze imposte dal piano per poter continuare ad accedere alle risorse stanziate dall’Europa, dall’altro la capacità di mantenere un passo sostenuto e costante viene dettata dall’esigenza di attuare gli investimenti che le imprese pianificano nei tempi che esse stesse prevedono. Ritardi, dilazioni, rinvii pregiudicano tanto l’accesso alle risorse comunitarie quanto l’efficacia sistemica degli investimenti stessi, rischiando di far ritrovare le imprese con investimenti fatti troppo tardi e conseguentemente con minor efficacia in termini di impatto sull’assetto produttivo, necessità di riaggiornamento o peggio perdita di competitività e quote di mercato. Proprio per garantire al meglio il rispetto di queste strette tempistiche fondamentale è non solo il ruolo, ma anche i poteri, le facoltà che ha a disposizione la cabina di regia per il PNRR che non solo monitora puntualmente l’esecuzione di ogni misura del PNRR, ma può anche fornire istruzioni affinché le politiche siano strutturate e modificate per il raggiungimento degli obiettivi o può persino sostituirsi all’organo attuatore per dare concretezza all’azione già programmata. Altro fattore fondamentale sarà la qualificazione e professionalizzazione del personale che dovrà essere adeguatamente formato per l’utilizzo ottimale di nuove tecnologie dalla cui implementazione dipende non solo il successo in termini di incremento dei risultati economici, ma anche in termini di miglioramento nell’uso delle risorse e di sostenibilità. Infine, ulteriori fattori di carattere esogeno, rischiano di impattare sull’efficacia e sull’effettivo impatto delle misure del PNRR; tra tutti, due in particolare suscitano particolare attenzione perché appaiono essere più imminenti di altri: una reazione di shock dell’offerta che si potrebbe generare per conseguenza della consistente mole di investimenti pubblici nel breve periodo e, come corollario ma non solo, la risalita dell’inflazione che spingerebbe a praticare politiche monetarie più restrittive mediante la variazione dei tassi di interesse. Entrambi questi fattori rischierebbero di compromettere l’efficacia prevista e l’impatto delle misure pianificate dal PNRR, tracciando un percorso di minor crescita rispetto alle attese o persino di stallo.

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