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Superare le difficoltà lungo la filiera, facendo sistema

Grande partecipazione a Parma per l’evento organizzato da CLAL

Si è tenuto l’11 novembre alle Fiere di Parma l’evento La filiera suinicola alla prova del dialogo, quello che molti hanno commentato come uno degli appuntamenti più inclusivi ed efficaci dell’ultimo periodo per il settore. Alla chiamata di CLAL, organizzatore del workshop, hanno infatti partecipato moltissimi attori e protagonisti della filiera delle carni suine e dei salumi, in rappresentanza dei vari comparti della filiera stessa, dall’allevamento alla grande distribuzione. un maggiore confronto: “solo così - ha affermato - si può costruire un dialogo positivo per tutto il settore”.

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La sfida era quella di portare la pluralità di voci e di obiettivi al tavolo del confronto, per affrontare con un progetto comune le tante problematiche che affliggono il settore, a vari livelli: dall’economia, con i consumi in sofferenza a causa di un’inflazione mai così alta dal 1984 e al fortissimo rincaro dei costi energetici, al capitolo clima e ambiente, fino alle vicende in materia veterinaria come la peste suina africana, che ha impattato sull’export di un settore già provato, limitandone lo sbocco naturale verso i Paesi esteri. In questo contesto, è stato tracciato uno scenario molto dettagliato sul mercato suinicolo dagli analisti di CLAL, che hanno condiviso con la platea di oltre 110 operatori (fra mangimisti, allevatori, macellatori, trasformatori e rappresentanti di alcune sigle della grande distribuzione) un focus sul clima e l’impatto sull’allevamento in Italia nell’ultimo periodo, segnato dalla forte siccità; sull’andamento dei mercati internazionali, sia dei mangimi che dei prodotti, illustrando il risiko agricolo europeo e internazionale; sul ruolo giocato dalla Cina negli equilibri mondiali e sull’impatto che il conflitto in Ucraina ha avuto sulle dinamiche commerciali; sull’autosufficienza di materie prime dell’Italia e di tutti i principali Paesi a livello mondiale, che influenzeranno il futuro del settore carni e salumi sempre di più.

A seguire, sono stati coinvolti molti protagonisti della filiera, dal comparto dei mangimi fino alla distribuzione, per commentare i dati illustrati e dare il proprio contributo al dibattito. Fra gli interventi da segnalare, quello del presidente ASSICA Ruggero Lenti, che alla luce della situazione di difficoltà che il settore attraversa, ha sottolineato l’importanza di guardare con costante attenzione al ruolo della Cina e al cambiamento climatico come due fattori determinanti nel processo decisionale. Lenti ha poi proposto l’istituzione di un tavolo di confronto permanente fra i diversi anelli della filiera, dai mangimisti alla distribuzione, proprio per spingere i protagonisti a fare sistema e proponendosi come promotore attivo di Hanno poi preso parte al confronto anche i presidenti di due fra i più importanti Consorzi di tutela del settore salumi, Giuseppe Villani (prosciutto di San Daniele DOP) e Alessandro Utini (prosciutto di Parma DOP), per portare la voce di produzioni particolarmente legate al territorio, bisognose di un sostegno specifico e di una maggiore valorizzazione del patrimonio suinicolo italiano. In particolare, Villani ha rimarcato la necessità di un lavoro al fianco delle Istituzioni per riaprire rapidamente i mercati chiusi a

causa della peste suina africana, evidenziando come l’export sia fondamentale per il settore e la battuta di arresto di questi mesi stia facendo sentire il suo peso sulle aziende. Il tema dell’export è stato anche lo spunto per ragionare su come valorizzare tagli di carne meno pregiati rispetto alla coscia, sia in Europa che nei Paesi Terzi.

Molto sentiti anche gli interventi degli allevatori, che hanno ricordato le difficoltà del comparto nel fissare un prezzo equo per i suini, a causa dell’aumento dei costi di produzione. Particolarmente interessanti le parole di Sergio Visini (suinicoltore alla guida di Piggly), che ha sottolineato la necessità e l’importanza strategica di un miglioramento della sostenibilità negli allevamenti, come leva per avviare la creazione di valore aggiunto lungo tutta la filiera, fino al prodotto finito. Un miglioramento richiesto dal consumatore e, quando reale, spesso riconosciuto dal mercato. nad e Metro hanno portato la loro visione della situazione attuale. Fra i messaggi lanciati, il sostegno al ruolo che i prodotti private label possono giocare nella valorizzazione della filiera italiana e la necessità di un maggior dialogo sui parametri comuni richiesti ad allevatori e trasformatori. Collegato a questo punto, l’intervento di Alessandro Poli di IRI, che ha condiviso un focus sui consumi di carni suine e salumi: mentre il carrello della spesa in generale risente della congiuntura economica e sociale, l’impatto registrato nei prodotti nel settore è stato meno forte, ma le prospettive per il 2023 non sono positive.

Le conclusioni della giornata di lavori sono state affidate a Francesco Pizzagalli, presidente dell’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI). Nel suo intervento, Pizzagalli ha sottolineato la necessità di trovare un punto di equilibrio del sistema, superando le logiche del passato per le quali la crescita di un segmento poteva essere ottenuta solo a scapito della prosperità di altri anelli della filiera. “È arrivato il momento che la filiera non sia solo una parola ma condivisione vera. Il benessere di ciascun anello della filiera è garantito dal benessere della filiera stessa” afferma con forza Pizzagalli.

La proposta del presidente IVSI, che ben si abbina a quella di Lenti, è quella di lavorare a un progetto pilota che metta allo stesso tavolo tutti i componenti della filiera, valorizzi le buone pratiche già implementate e fissi parametri comuni, per raggiungere un nuovo ‘equilibrio diffuso’ in cui si tenga conto di quello che il consumatore (oltre alle Istituzioni nazionali ed europee) richiedono con sempre maggiore chiarezza: non più solo prodotti buoni per il palato, ma anche per l’ambiente e per la società, attenti al benessere animale, con un impatto ambientale minore e migliori sotto il profilo etico e di sostenibilità. Si tratta di un cambio culturale necessario, che può assicurare alle imprese di essere ancora attive sul mercato nel prossimo futuro. Il lavoro svolto dall’IVSI negli ultimi anni - e sempre più insieme ad ASSICA e ISIT (Istituto Salumi Italiani Tutelati) - va già in questa direzione. L’appello di Pizzagalli, poi commentato positivamente da gran parte dei partecipanti è quello ad una maggiore collaborazione, perché “nessuno si salva da solo”, ha concluso.

Al termine dell’evento che ha chiamato a raccolta tutti gli operatori della filiera, si ha la consapevolezza che c’è ancora molto lavoro da fare ma che la strada è tracciata e tutti, in un modo o nell’altro, riconoscono che il percorso intrapreso è quello giusto.

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