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Il mondo meat si tinge di rosa
Un convegno a Milano ha fatto il punto sulle prospettive della carne suina
Il 26 ottobre a Milano si è tenuto il convegno ‘Il mondo meat si tinge di rosa’ – organizzato da Mark Up in collaborazione con Eat Pink – che ha avuto come protagonista la carne suina e le dinamiche della grande distribuzione. L’obiettivo era rendere partecipi i maggiori player della grande distribuzione per dare un valore aggiunto alla carne di maiale, nell’immaginario del consumatore spesso considerata meno salutare delle altre, seppure molto radicata nella cultura gastronomica di gran parte del nostro Paese. Il convegno, dopo i saluti di Cristina Lazzati, Direttrice Responsabile di Mark Up, ha visto la presentazione di due ricerche, l’intervento Nadia Gulluni, biologa nutrizionista e una tavola rotonda di protagonisti del settore. La prima ricerca, commissionata da Eat Pink alla ricercatrice Marilena Colussi, ha voluto analizzare le maggiori tendenze del mondo retail e le dinamiche della grande distribuzione specifici del settore delle carni, in particolare per quella di maiale. Si tratta di un’indagine qualitativa promossono i nuovi driver. Opportunità arrivano poi dalla crescita del mercato del readyto-cook e ready-to- eat, opzioni sospinte dalla crescita dei costi energetici. La seconda ricerca, presentata da Marco Falceri, direttore di Eat Pink, realizzata su un campione di circa 12 mila consumatori italiani, aveva il focus sul consumatore. “L’85% è propenso all’innovazione, quindi non è un elemento di disturbo. Con medie altissime negli under 65, ma l’88% accetta l’innovazione se comunque è a un giusto prezzo. Il prodotto ibrido che abbiamo, la carne rosa, non potrà pertanto mai essere un prodotto elitario, perché questa è un po’ la percezione e la consuetudine che ha il consumatore della carne di suino”. Dalla ricerca emerge che la donna è più sensibile all’innovazione (56%, valore che sale al 63% tra i 25 e 49 anni); che i driver principali all’innovazione sono la qualità a giusto prezzo, made in Italy, proposta disruptive, che dia sicurezza, rispetto per l’ambiente e che semplifichi la vita. “Tutti hanno percentuali molto vicini. Sosteni-
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sa da Mark Up e basata su interviste ai responsabili del settore carni di nove importanti insegne della gdo nazionale (Carrefour, Conad, Coop Alleanza, Despar, Italbrix, Multicedi, Pam, Supergulliver, Unes-Viaggiator Goloso). Da una recente indagine del Censis il 96,5% degli italiani consuma diverse tipologie di carni che considera alimenti parte della dieta mediterranea (Rapporto Censis, Assica-Unaitalia). La carne rosa rappresenta, insieme ad altre tipologie di carni, uno dei pilastri identitari del posizionamento delle insegne sia nella parte cosiddetta tal quale (il fresco) sia per la parte lavorata/ricettata. Ma se sulle rosse e bianche c’è stata un’evoluzione di comunicazione e di branding in questi anni, che ha reso possibile delle narrazioni più articolate, sulla carne rosa si è fatto molto meno. Dalle interviste emerge che la grande distribuzione chiede ai produttori e agli allevatori di promuoversi di più e fare sistema. La filiera deve raccontarsi di più e affrontare meglio la sostenibilità e l’innovazione. Se le vendite di carne di suino, specialmente il taglio fresco, che è ancora la quota maggioritaria, sono piuttosto statiche, dall’altro i nuovi stili e abitudini di consumo che si stanno consolidando, come il barbecue, creatina, carnosina ed è utile poi per l’anziano nel trattamento della sarcopenia. Dopo la presentazione delle ricerche si è svolta una tavola rotonda con i Responsabili di settore del canale retail. presenti Luca Migliolaro, direttore commerciale e marketing Pam Panorama; Piero Massiglia, responsabile acquisti macelleria Supergulliver; Francesco Coruzzolo, responsabile settore carni Coop Alleanza 3.0; Emna Neifar, chief commercial officer Cortilia. Luca Migliolaro, direttore commerciale e marketing Pam Panorama, ha sottolineato come oggi sia importante lavorare insieme sui prodotti che danno convenienza ma con dei valori. In più evidenzia quanto sia importante che il buyer sia sempre più preparato sul prodotto. La filiera e la comunicazione sono due punti fondamentali anche per Piero Massiglia responsabile acquisti macelleria Supergulliver che anche alla luce degli aumenti dei prezzi, occorrerà dare maggiore
bilità e sicurezza alimentare sono ormai prerogative”. Sempre importante il ruolo del brand. “La marca è molto importante per il 30% e abbastanza importante per il 45%. L’innovazione deve pertanto seguire la marca. Le proteine vegetali cresceranno, ma abbiamo un consumatore italiano che ricerca la carne ed è anche il più pronto ad accettare l’innovazione”. L’approfondimento della biologa nutrizionista Nadia Gulluni ha sottolineato le ottime proprietà nutrizionali della carne suina e la sua possibilità di potersi integrare perfettamente in una dieta bilanciata e nella dieta mediterranea. Ha sottolineato come permangano ancora oggi fake news su questo prodotto nonostante ricerche scientifiche dimostrino il contrario. Non è vero, per esempio, che la carne suina ha più colesterolo o grassi saturi rispetto ad altre tipologie di carne. Al contrario è ricca di principi bioattivi con impatto benefico sulla salute, come creatina, taurina e acido linoleico coniugato. L’utilizzo, per esempio, di cereali integrali e alimenti funzionali nell’alimentazione del maiale, come l’olio e semi di lino, ricchi di omega 3, ha permesso di modificarne il profilo lipidico e di avere maggiore contenuto di acido linoleico coniugato che migliora le difese immunitarie e riduce depositi di grassi e senso di fame. È poi ricca di vitamine del gruppo B, specialmente tiamina, riboflavina, niacina, vitamina B6 e B12, e minerali a più alta biodisponibilità rispetto a fonti vegetali alternative, come ferro, selenio e zinco, zinco e selenio e potassio. La carne suina ha inoltre ha effetti positivi sul sistema immunitario, sulla prevenzione
di malattie cardiovascolari, diabete, riduce depositi di grasso e senso di fame. Agisce sulla pressione in senso ipotensivo. È tra le più adatte per l’alimentazione degli sportivi per il suo contenuto di taurina, spazio alla carne di suino la cui salubrità deve essere comunicata. Un altro elemento fondamentale è la sostenibilità e la tracciabilità di filiera: sul suino il consumatore sa troppo poco. È di questa idea Francesco Coruzzolo, responsabile settore carni Coop Alleanza 3.0, che ricorda il ruolo importante dei consumatori più giovani che cercano burger e altri prodotti facili da preparare a un prezzo contenuto. Emna Neifar, chief commercial officer Cortilia, ha evidenziato come invece stiano crescendo su tre tipologie di carne, sia per utenza che per valore. Metà delle vendite sono attribuibili al suino nero calabrese, un altro terzo con la mora romagnola, una parte con il suino bio, il resto da cascine locali. Il consumatore che si rivolge a Cortilia cerca una selezione di maggiore qualità.