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Confindustria Imperia. L’industria nautica segue la rotta del “green”
L’industria nautica segue la rotta del “green”
Priorità e obiettivi del comparto dopo il Covid secondo il presidente della Sezione Nautica di Confindustria Imperia, Alessio Marziano
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Fabio Rubero
Il comparto nautico sta crescendo con ottime percentuali sia nei segmenti di mercato medio/ piccolo che in quello delle medie e grandi imbarcazioni
Alessio Marziano
PRESIDENTE SEZIONE NAUTICA CONFINDUSTRIA IMPERIA Materiali da costruzione nuovi e più sostenibili, anche derivanti dal riciclo, ma anche motori che consumano e inquinano sempre meno, emissioni acustiche tali da non disturbare in alcun moto l’ambiente marino e porti che utilizzano macchinari filtranti per il recupero della plastiche. Sono solo alcune delle sfide, in larga misura già colte, che attendono il settore della nautica nel presente e nell’immediato futuro. Ne abbiamo parlato con Alessio Marziano, Presidente della Sezione Nautica di Confindustria Imperia e Presidente del Consiglio di Amministrazione della società Cantieri di Imperia srl, con cui abbiamo analizzato a 360 gradi il momento attuale del comparto volgendo uno sguardo ad un domani che sarà sempre più “green” ed orientato alla sostenibilità e in piena sintonia con il mare e con l’ambiente.
Presidente Marziano, nell’analizzare a 360 gradi il momento attuale della nautica, possiamo affermare che il comparto gode di buona salute?
“Con una leggera propensione all’ottimismo, nella speranza che non sia una bolla momentanea, la mia impressione è che, visti i numeri restituiti dal mercato, il comparto nautico stia crescendo con ottime percentuali sia nei segmenti di mercato medio/piccolo che in quello delle medie e grandi imbarcazioni. La conferma di questo trend abbiamo avuto modo di riscontrarla nei giorni scorsi confrontandoci con gli operatori presenti al Cannes Yachting Festival in cui l’ottimismo regnava sovrano”.
Quale impatto ha avuto l’emergenza sanitaria tuttora in corso sul vostro settore? Quali conseguenze ha lasciato e sta eventualmente ancora lasciando?
“Inizialmente il Covid ha prodotto un forte rallentamento per l’incertezza sulle operazioni nei cantieri, sugli spostamenti dei terzisti dell’indotto, sui trasferimenti delle imbarcazioni. Inoltre gli armatori delle imbarcazioni da charter hanno rallentato l’attività in attesa dell’evoluzione normativa ed epidemiologica. Uno degli effetti più eclatanti del Covid si è manifestato con il ritorno massivo all’utilizzo di piccole e medie imbarcazioni che di fatto ha assorbito gran parte di disponibilità di mezzi nuovi ed usati. Il mercato che più ne ha risentito è stato purtroppo quello del charter e delle agenzie di brokeraggio”.
Stiamo assistendo ad una vera e propria “svolta green” con eventi, anche internazionali, che sempre
più si preoccupano della sostenibilità e della salvaguardia del mare. Quale il suo pensiero al riguardo?
“È altissima l’attenzione al green, sia dei produttori, che sempre più utilizzano materiali innovativi e derivanti dal riciclo o riciclabili, sia degli operatori della cantieristica, mediante l’utilizzo di energia rinnovabile, cicli di produzione non inquinanti ed una forte attenzione alla gestione dei rifiuti. Anche i porti hanno dato un segnale con macchinari filtranti delle acque con il recupero delle plastiche e una gestione attenta delle isole ecologiche di raccolta dei rifiuti. Molti porti oggi richiedono la presenza a bordo di serbatoi di accumulo di acque nere che non vengono più sversate in mare, ma raccolte, depurate e smaltite”.
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Come ha reagito e reagisce il mondo dell’industria nautica a questo sostanziale “cambio di rotta”?
“L’Italia si conferma leader mondiale nella produzione di superyacht. Nel 2021 su 821 imbarcazioni sopra i 24 metri in costruzione nel mondo, 407 sono in Italia. È evidente che la costruzione del top di gamma non può far altro che affinare e migliorare l’utilizzo di materiali innovativi ed ecocompatibili, l’attenzione degli armatori di queste imbarcazioni, essendo anche legate alla propria immagine, è molto elevata. Naturalmente, quindi, l’industria nautica italiana non può che precedere tali richieste ed investire nella ricerca e sviluppo per farsi trovare pronti al momento degli ordinativi”.
Ci sono materiali nuovi e più sostenibili che possono essere utilizzati nella costruzione delle barche e nella realizzazione dei motori?
“Sono allo studio nuovi materiali derivanti dal riciclo, purtroppo ancora in forma embrionale. Per ora si sono adottati materiali alternativi ed ecocompatibili come il sughero per i ponti, plastiche riciclate, ma alla base c’è una forte attenzione alla quantità di materiale utilizzato. Gli stessi risultati si possono ottenere utilizzando meno materiale con strutture più resistenti, motori meno inquinanti con l’introduzione della tecnologia ibrida, studio di linee d’acqua con minor attrito e quindi minor resistenza e di conseguenza minori consumi di carburante. Sono solo alcuni esempi, la complessità di una costruzione di una imbarcazione offre tantissimi spunti di studio che i produttori stanno affrontando”.
Spesso si sottovaluta la questione legata alle emissioni acustiche che rappresentano comunque un’altra questione di primaria importanza. Come si può lavorare e come si sta lavorando per diminuirle?
“L’industria nautica sta facendo passi da gigante, in due direzioni. Le emissioni acustiche che possono disturbare l’ambiente marino, sempre nell’ottica dell’attenzione all’eco-sostenibilità della nautica, ed anche per aumentare il comfort a bordo. Gli armatori, come detto, sono molto attenti ai problemi ambientali ed il comparto della produzione deve anticipare le aspettative di questo tipo di utenza pertanto i produttori continuano a studiare per rendere sempre più silenziosi gli apparati motore degli yacht”.
In quale modo la sezione nautica di Confindustria Imperia è vicina alle aziende associate?
“Molto, per la presenza di persone molto preparate che sanno ascoltare, anticipare e risolvere le problematiche delle aziende. Gli uffici hanno una forte attenzione a captare tutte le forme di contribuzione e di finanziamenti per lo sviluppo dell’attività delle aziende. Un dato rappresentativo è costituito dall’ultimo bando Sace Simest gestito da Confindustria Imperia che ha portato sul territorio fondi per 13,5 milioni di euro di cui 3,5 a fondo perduto. Importanti i rapporti tra la sezione e gli enti che, grazie anche alla grande capacità del direttore Paolo della Pietra, unitamente alla presidente Barbara Amerio, vengono costantemente portati avanti”.
Oggi è altissima l’attenzione al green, sia da parte dei produttori, che sempre più utilizzano materiali innovativi e derivanti dal riciclo o riciclabili, sia da parte degli operatori della cantieristica, mediante l’utilizzo di energia rinnovabile, cicli di produzione non inquinanti ed una forte attenzione alla gestione dei rifiuti
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