Azione 24 del 9 giugno 2014

Page 1

Cooperativa Migros Ticino

G.A.A. 6592 Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXVII 10 giugno 2014

Azione 24 ping -67 M shop ne 45-52 / 61 i alle pag

Società e Territorio Nuovo svincolo di Mendrisio, un cantiere da 100 milioni

Ambiente e Benessere Come prevenire o affrontare il mal di viaggio che rischia di rovinare le vacanze?

Politica e Economia Ulrich Wille, il generale che guidò l’esercito svizzero durante la Grande Guerra

Cultura e Spettacoli A Basilea il futuro dell’arte Made in CH: in finale anche tre ticinesi

pagina 13

pagina 3 pagina 29 pagina 33

Keystone

Mundial meravigliao

di Bernasconi, Caracciolo e Nocioni pagine 21, 23 e 24

Trionfo dell’oblio di Peter Schiesser È risaputo: la storia la scrivono i vincitori. O la cancellano. Come faceva Stalin, in Unione Sovietica, che faceva togliere dalle foto ufficiali chi cadeva in disgrazia. Come ha fatto il Partito comunista cinese in questi 25 anni, cancellando dalla memoria collettiva della Cina il massacro di Tiananmen, di cui cadeva l’anniversario il 4 giugno. Ci riesce persino oggi, nell’era di internet, censurando tutti i termini che possono ricordare quella data, quell’«incidente». Le centinaia, forse migliaia di morti di quelle giornate hanno semplicemente cessato di esistere, sprofondate nell’oblio, come quella brevissima stagione in cui in Cina stava nascendo una «primavera politica». Il mondo comunista era in fermento, in quel lontano 1989. Con la Perestrojka, Gorbaciov stava tentando di riformare il sistema comunista sovietico, l’Europa orientale avrebbe da lì a poco spezzato le catene che la legavano a Mosca, in novembre sarebbe caduto il Muro di Berlino. Anche in Cina, con il passaggio ad un sistema economico capitalista inaugurato da Deng Xiao Ping nel 1979, avevano trovato spazio idee politiche riformiste. Ma il potere resisteva e chi al suo interno

mostrava troppe simpatie per un’apertura politica che mettesse in pericolo il potere assoluto del Partito comunista veniva isolato e cacciato. Avvenne nel 1987 con Hu Yaobang, segretario generale del PC cinese, spinto alle dimissioni. Ma il desiderio di una libertà di pensiero e di riforme democratiche, la protesta contro lo strapotere del PC e della già allora dilagante corruzione, il disagio per una svolta al capitalismo che stava creando squilibri sociali in tutta la Cina, restò forte e si coagulò in manifestazioni e proteste pubbliche in occasione dei funerali di Hu Yaobang, dall’aprile del 1989. Per sette settimane, studenti, poi anche lavoratori, osarono portare la protesta a Tiananmen, la grande piazza alle porte della cittadella del potere. Una protesta che trovò sostenitori anche all’interno del PC, lo stesso segretario generale Zhao Zyang, a capo della corrente riformista, mostrò tolleranza verso i manifestanti e le loro richieste. Ma il grande vecchio, Deng Xiao Ping, convinto che la Cina sarebbe andata incontro al caos e a una guerra civile, ordinò una repressione feroce. Quella stagione venne soffocata nel sangue, i ranghi del PC furono epurati (Zhao Zyang, destituito, passò il resto della vita agli arresti domiciliari). In Unione Sovietica il tentativo di riformare il sistema comunista fallì, l’URSS si dissolse, l’Europa

orientale si staccò dall’orbita di Mosca. In Cina il PC riuscì a mantenere il potere e offrì ai cinesi la possibilità di arricchirsi in cambio della rinuncia alla libertà e alla democrazia. La scommessa pare vinta: la Cina comunista è diventata una potenza economica di primo piano. Ma quanto a lungo può un Paese, un sistema politico, reggere senza fare i conti con la propria storia? Gli sforzi del PC cinese per impedire il ricordo di Tiananmen ancora oggi – con la piazza centrale di Pechino presidiata da migliaia di militari in occasione del 4 giugno – mostrano che il potere teme tuttora quel passato. Segno che è tutt’altro sicuro di aver recuperato l’autorità morale persa 25 anni fa impiegando l’esercito popolare contro i propri cittadini. È vero che la stragrande maggioranza dei cinesi non ha interesse a rivangare il passato, troppo concentrata a costruirsi un futuro individualmente migliore. Tuttavia, i motivi che spinsero studenti e lavoratori a protestare nel 1989 (mancanza di libertà di pensiero e di democrazia, corruzione, squilibri sociali) sono presenti anche oggi. Per far dimenticare il bisogno di democrazia, il PC riesce a compattare la popolazione dietro ad un rinascente nazionalismo: la popolazione è spinta a unirsi in nome di una Cina potente. Per ora funziona. Ma fino a quando?


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

2

Attualità Migros

Segatura invece di gasolio

Generazione M Chi vola in vacanza

con Hotelplan compensa le emissioni di CO2 e sostiene una centrale elettrica a biomassa in Brasile.

Reto E. Wild È stupendo, una vera pertica e… si chiama 124. Quel che la natura ha creato in svariati decenni, viene abbattuto in pochi secondi da una motosega. «124» è un possente albero contrassegnato da una targhetta, cresciuto in piena foresta amazzonica a 250 chilometri a est di Manaus. In Brasile è popolare come Tauari vermelho, ma dai botanici è denominato Couratari. Qui, a mezz’ora di strada dalla cittadina di Itacoatiara, la società Precious Woods Amazon possiede circa 507’000 ettari di terreno, sul quale gestisce la foresta con criteri sostenibili. Sostenibilità significa che il quantitativo del raccolto, cioè il numero di alberi abbattuti, è limitato. Il ciclo di ricrescita dura ben 35 anni. Ci vogliono

due anni di pratiche solo per ottenere il permesso di tagliare un albero dalle autorità ambientali brasiliane. L’azienda è certificata in base ai requisiti richiesti dal Forest Stewardship Council (FSC), un’organizzazione internazionale che promuove una gestione forestale ecosostenibile. L’organismo permette di tagliare 22 alberi per ettaro, ma Precious Woods si autolimita addirittura a soli tre. Tuttavia, per gli ambientalisti militanti anche questo è troppo. Katharina Lehmann, consigliera d’amministrazione di Precious Woods, afferma: «È vero, noi aggrediamo la foresta. Ma la domanda è: quale alternativa abbiamo? Il valore della foresta aumenta se la utilizziamo e diventa quindi più costosa del suolo». Fra tre anni non si riuscirà neanche più a distinguere il punto in cui «124»

I trucioli di legno, un prodotto di scarto della segheria, vengono bruciati per generare elettricità.

cresceva. Precious Woods trasforma il Tauari vermelho in ceppi, articoli finiti e impiallacciatura, poi li esporta oltremare. Solo il 30 per cento dei ceppi di legno possono essere usati per l’edilizia e l’arredamento. Gli scarti provenienti dalla segheria vengono bruciati in una vicina centrale a biomassa, che produce elettricità per Itacoatiara e che si trova sempre sui terreni della Precious Woods. Questo impianto energetico situato alle porte di Itacoatiara costituisce un progetto della fondazione per

Funziona così Compensare il CO2

L’eccessivo accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre è considerato una delle principali cause del riscaldamento climatico. Ogni persona produce quotidianamente delle emissioni di CO2 circolando in auto, riscaldando l’abitazione, cucinando, lavorando o viaggiando in aereo.

Grazie a organizzazioni come Myclimate si possono compensare tali emissioni. Tramite un calcolatore di CO2 si determinano quante emissioni si sono causate e quanto costano. I soldi sono poi versati a progetti per la protezione del clima in Svizzera o in paesi emergenti e in via di sviluppo. Tutti i progetti riducono sia le emis-

sioni che il carico ambientale, sostituiscono le fonti di energia fossili con quelle rinnovabili oppure promuovono le tecnologie ad alta efficienza energetica. Per calcolare le emissioni dei propri voli: https://hotelplan-suisse.myclimate.org (testo in tedesco o francese).

la protezione del clima Myclimate ed è sostenuto da Hotelplan Suisse. Dal 2011 una piccola trattenuta sulle spese dei clienti di Hotelplan, che compensa le emissioni causate dai voli aerei, finisce in questa centrale. Myclimate, nata nel 2002 da un progetto del Politecnico federale di Zurigo, funziona come un fornitore di misure di compensazione volontarie e si basa in pratica sul principio dei tre pilastri: evitare, ridurre e compensare le emissioni. L’impianto a trucioli sostituisce diversi generatori a gasolio e fornisce elettricità ecologica agli oltre 100’000 abitanti di Itacoatiara. La centrale produce fino a 56’000 megawattore utilizzando scarti di legname e segatura, risparmiando così cinque milioni di litri di gasolio all’anno. E siccome i residui di legno non si possono lasciare semplicemente marcire, si produce anche meno metano, uno dei gas serra più nocivi. In questo modo, ogni anno il carico ambientale viene ridotto di circa 50’000 tonnellate. A titolo di paragone: un volo per andare in vacanza dal-

la Svizzera a Cipro, e ritorno, scarica nell’aria una tonnellata di CO2 per ogni passeggero trasportato. Ora però ci si chiede che impatto abbiano sul clima mondiale queste 50’000 tonnellate risparmiate, quando nazioni emergenti come Cina e India continuano a produrre sempre più anidride carbonica. Risponde Eva Schaub, responsabile del progetto per Myclimate: «Il fattore decisivo è la quantità di gas serra che si può risparmiare complessivamente». Nei paesi in via di sviluppo il costo di questo risparmio è molto più basso, dato che con lo stesso investimento si ottiene di più. Ecco perché la fondazione ha scelto il Brasile come sede». Nota

Le ricerche per questo viaggio sono state possibili grazie a Myclimate. Il volo Zurigo-San Paolo-Manaus e ritorno ha originato quasi 5 tonnellate di emissioni di CO2 per passeggero. Myclimate ha compensato tali emissioni con progetti a favore del clima.

M Il benessere degli animali ha la precedenza Allevamenti Migros interrompe la collaborazione con una grande azienda canadese che la riforniva

di carne di cavallo

Michael West * Migros si impegna anche all’estero e non solo in Svizzera per un trattamento rispettoso degli animali da reddito. Nell’ambito del programma Generazione M, l’azienda ha lanciato una promessa ambiziosa: entro il 2020 gli alti standard validi in Svizzera per il benessere degli animali dovranno valere anche per la carne proveniente dall’estero. Complessivamente, la concretizzazione di questa promessa sta avendo successo: dallo scorso novembre Migros, come primo dettagliante in Svizzera, offre carne di tacchino proveniente dall’Ungheria consona agli standard svizzeri. In collaborazione con la Protezione animali svizzera, in un’azienda agricola ungherese sono state costruite o modificate 30 stalle, affinché sia possibile un allevamento rispettoso degli animali. In Ungheria, Migros è inoltre riuscita già nel 2012 a imporre un alto standard ai suoi fornitori di carne di coniglio. Proprio per questo suo impegno internazionale,

Azione Settimanale edito da Migros Ticino Fondato nel 1938 Redazione Peter Schiesser (redattore responsabile), Barbara Manzoni, Manuela Mazzi, Monica Puffi Poma, Simona Sala, Alessandro Zanoli, Ivan Leoni

Migros è stata recentemente insignita dello Swiss Ethics Award. Anche in Canada Migros si sta impegnando decisamente a favore del benessere degli animali da reddito: l’anno scorso ha diramato nuove e severe direttive in materia di allevamento, trasporto e macellazione degli anima-

li. In concreto, riguardano la Bouvry Farm, un grosso allevamento di cavalli situato ai piedi delle Rocky Mountains, nello Stato di Alberta. Nella fattoria avrebbero dovuto essere adottate una serie di misure per migliorare il trattamento degli animali che verranno destinati a Migros. In particolare, i cavalli

Sede Via Pretorio 11 CH-6900 Lugano (TI) Tel 091 922 77 40 fax 091 923 18 89 info@azione.ch www.azione.ch

Editore e amministrazione Cooperativa Migros Ticino CP, 6592 S. Antonino Telefono 091 850 81 11

La corrispondenza va indirizzata impersonalmente a «Azione» CP 6315, CH-6901 Lugano oppure alle singole redazioni

Stampa: Centro Stampa Ticino SA Via Industria 6933 Muzzano Telefono 091 960 31 31

dovevano d’ora in poi essere acquistati direttamente sul luogo di nascita e da lì trasportati alla Bouvry Farm, evitando così stressanti aste e fiere del bestiame. La durata del trasporto non deve superare le dieci ore – considerate le vaste dimensioni del continente americano, un limite molto severo. Come richiesto da Migros, alla Bouvry Farm doveva inoltre essere creato un areale con più spazio per ogni animale, come pure delle tettoie che li proteggessero contro vento e precipitazioni. Era inoltre prevista una regolare cura e pulizia degli zoccoli. Un controllo effettuato da un’organizzazione indipendente ha tuttavia evidenziato che le direttive stabilite con la Bouvry Farm non sono state concretizzate nella forma dovuta. I dirigenti dell’azienda hanno introdotto diversi miglioramenti, fra cui un moderno macello costruito secondo le più recenti conoscenze di psicologia animale. Tuttavia, altre direttive sono rimaste lettera morta: i miglioramenti nella cura degli zoccoli non sono stati realizzati,

tantomeno è stata introdotta la tracciabilità, che permette di risalire al luogo di nascita di ogni cavallo. Da sottolineare che il proprietario dell’azienda si è mostrato poco disponibile a concretizzare queste direttive. Migros ha dunque tratto le sue conseguenze: in futuro non acquisterà più carne di cavallo proveniente da questa grande azienda canadese. Poiché devono essere onorati ancora alcuni impegni contrattuali, il cambiamento richiederà ancora qualche settimana, dopodiché Migros venderà soltanto ancora carne di cavallo svizzera, in piccole quantità. Nel frattempo cercherà un nuovo fornitore estero che produca carne di cavallo secondo gli standard svizzeri. Questo significa che, almeno a breve termine, Migros venderà pochi quantitativi di carne di cavallo, ma il benessere degli animali ha la massima priorità per Migros.

Tiratura 98’645 copie

Abbonamenti e cambio indirizzi Telefono 091 850 82 31 dalle 9.00alle 11.00 e dalle 14.00 alle 16.00 dal lunedì al venerdì fax 091 850 83 75 registro.soci@migrosticino.ch

Inserzioni: Migros Ticino Reparto pubblicità CH-6592 S. Antonino Tel 091 850 82 91 fax 091 850 84 00 pubblicita@migrosticino.ch

* Redattore di Migros Magazin

Costi di abbonamento annuo Svizzera: Fr. 48.– Estero: a partire da Fr. 70.–


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

3

Società e Territorio La Casa dell’Uomo L’opera di Le Corbusier allo Zürichhorn è ora di proprietà della città di Zurigo

Una scrivania per due Jobsharing: vantaggi e svantaggi di un modello lavorativo ancora poco conosciuto in Ticino e in Svizzera

La logica dell’inganno Gli studi del biologo e antropologo americano Robert Trivers pagina 6

pagina 5

Foto CdT - Maffi

pagina 4

Un nuovo svincolo per Mendrisio Traffico Il cantiere da 100 milioni di franchi che ridisegnerà la mappa viaria del distretto è entrato nella sua fase

operativa, la fine dei lavori è prevista nel 2016 Roberto Porta Dio solo sa – ma forse nemmeno lui – quanti milioni di ore d’attesa in colonna si sono accumulati in questi ultimi anni attorno allo svincolo autostradale di Mendrisio. Per rendere più fluido il traffico, l’Ufficio federale delle strade ha aperto ad inizio maggio la tappa principale di un enorme cantiere lungo l’autostrada. Un intervento al cuore e anche alle coronarie del sistema viario del Mendrisiotto che con la realizzazione di diversi by-pass dovrebbe ridisegnare la mappa viaria del distretto. Il costo di questo investimento è decisamente da capogiro, perché tra catrame, cemento, ripari fonici, ponti e rotonde verranno spesi 100 milioni di franchi, totalmente a carico della Confederazione. Non ci si limiterà alla strada in senso stretto, ci saranno interventi anche per il trattamento delle acque stradali e per una parziale rinaturalizzazione del fiume Laveggio, nel tratto in cui il corso d’acqua subisce maggiormente la convivenza forzata con l’autostrada. E già che stiamo parlando di cifre alte poniamo subito la domanda centrale di tutto questo progetto, una domanda anch’essa da

100 milioni: ma il nuovo svincolo servirà davvero? Sparirà il collasso viario, oggi così frequente? Una prima risposta è affidata a Mauro Carobbio, presidente della commissione regionale dei trasporti per il Mendrisiotto e Basso Ceresio (CRTM). «Se ci riferiamo al traffico in provenienza da Stabio, ad esempio, non ci saranno più le colonne che si vedono oggi allo svincolo di Mendrisio, per entrare in autostrada o per continuare verso il borgo. Questo è quanto ci dicono i dati tecnici elaborati dall’Ufficio federale delle strade». Il riferimento è all’intervento tecnico più importante: la realizzazione di una nuova entrata autostradale a sud di Mendrisio che, se diretto a Nord, permetterà al traffico in provenienza da Stabio e dalla zona di confine di accedere direttamente all’autostrada, senza passare come succede oggi dalla rotonde e dallo svincolo in zona Fox Town, con l’inevitabile formazione di strozzature e ingorghi. Per gli esperti della Confederazione il nuovo svincolo sarà in grado di sopportare il carico di traffico previsto fino al 2030, quando in tutta la Svizzera si registrerà un aumento dei transiti lungo le autostrade pari al 19% rispetto ai dati

del 2010, ciò significa su per giù un incremento dell’1% all’anno. Ma a riprova che attorno allo svincolo non c’è mai pace, di tutt’altro parere è la granconsigliera ecologista di Mendrisio Claudia Crivelli Barella: «Le esperienze in campo stradale dicono che con l’apertura di una nuova strada o di un nuovo svincolo la situazione migliora per qualche tempo, ma poi tutto torna come prima, e magari le colonne andranno a formarsi laddove i calcoli di oggi lo escludono. A Lugano, in questo senso, il piano di viabilità del polo (PVP) dovrebbe insegnarci qualcosa». Il futuro ci dirà quali tra le due previsioni avrà avuto la meglio, i lavori termineranno nel 2016. Nell’attesa il presente è dato soprattutto dal cantiere, che è entrato nella sua fase operativa lo scorso 5 maggio, sotto la responsabilità dell’Ufficio federale delle strade, chiamato anche con l’acronimo di Astra. «La sensibilità maggiore nell’ambito della realizzazione del nuovo svincolo di Mendrisio è quella della conduzione del traffico durante i lavori, per provocare il minor disagio possibile all’utenza – ci fa sapere Eugenio Sapia, portavoce dell’Astra – A ciò si aggiunge il cosiddetto Piano Emergenza Cantiere, allestito

in collaborazione con gli enti di primo soccorso per poter intervenire nel modo più veloce ed efficace possibile in caso di incidenti. Da questo punto di vista quello dello svincolo di Mendrisio è senza dubbio uno dei cantieri più complessi da gestire in Ticino». Cantiere che Mauro Carobbio, della CRTM, inserisce in una serie di altri interventi nell’ambito dei trasporti: «Stiamo realizzando quelle che potremmo chiamare le due spine dorsali della mobilità nel Mendrisiotto. La prima è la nuova ferrovia MendrisioStabio, con la speranza di poter arrivare presto fino a Varese. La seconda è appunto quella dello svincolo». Trasporto pubblico e mobilità privata a braccetto per un Mendrisiotto più vivibile, questo l’obiettivo. All’investimento dello svincolo vanno aggiunti anche i 74 milioni di franchi varati dal Gran Consiglio nel 2009 per migliorare nel distretto le diverse infrastrutture della mobilità pubblica e privata, incluse le giuste vie d’accesso all’autostrada, nel tentativo di incentivare il trasporto collettivo, quello ciclabile. E con l’obiettivo di spostare il traffico il più lontano possibile dalle zone abitate. «In questo senso – fa notare ancora Carobbio – lo svincolo e l’autostrada vanno intesi

come una sorta di circonvallazione distrettuale, pensata per decongestionare i centri abitati». Si sta affrontando a spada tratta anche il tema della mobilità aziendale, in particolare quella transfrontaliera, cercando di capire come si muoveranno in futuro i centri commerciali della zona. Il Fox Town, in particolare, che ha in prospettiva la realizzazione di un nuovo autosilo da oltre 600 parcheggi, di cui 150 saranno assegnati al Park&Ride della nuova stazione ferroviaria di San Martino. Il progetto è contestato da un paio di ricorsi e solleva dubbi in vista di un futuro e effettivo riordino della zona. «Ricordo che i parcheggi del Fox Town sono totalmente illegali – fa notare la Verde Claudia Crivelli Barella – dovrebbero essere a pagamento ma non lo sono, e i loro proventi dovrebbero essere destinati alla mobilità sostenibile e all’ambiente, ma non è così». E così il destino dello svincolo rimane innegabilmente legato anche ai centri commerciali e industriali in zona San Martino. E Dio solo sa – ma forse nemmeno lui – se un giorno verrà fatto ordine anche in questo quartiere di Mendrisio, scomodo vicino di casa del vecchio e del nuovo svincolo.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

4

Società e Territorio

Visitare il cervello

Le Corbusier allo Zürichhorn

Villa Ciani Si

della natura e opera umana

Geoarchitettura Vicende e attualità di un luogo poetico dove regna l’armonia tra forme

chiude con una fiaba l’esposizione Brainarium

P.G.Gerosa

L’esposizione interattiva sul cervello umano proposta da L’Ideatorio dell’Università della Svizzera italiana e dal Brain Mind Institute del Politecnico di Losanna sta per chiudere i battenti. Il viaggio alla scoperta dell’organo più straordinario del nostro corpo lo si potrà ancora affrontare mercoledì 11, sabato 14 e domenica 15 giugno dalle 14 alle 18. E proprio durante le aperture del finesettimana l’attore Giancarlo Sonzogni racconterà ai visitatori una divertente fiaba sulla diversità delle intelligenze intitolata La zucca (per assistere allo spettacolo, che si terrà alle 16 ed è adatto a bambini dai 4 anni, è necessario acquistare un biglietto di entrata all’esposizione senza alcun sovraprezzo). Il percorso espositivo interattivo di Brainarium è studiato in modo da stimolare tutti i sensi: olfatto, udito, gusto, vista e tatto attraverso dei gio-

Pier Giorgio Gerosa

L’attore Giancarlo Sonzogni.

chi sensoriali. Porta inoltre a scoprire «dall’interno» il nostro cervello entrando appunto nel Brainarium e cioè nella struttura centrale dell’esposizione: una cupola di 5 metri di diametro che può ospitare fino a 20 persone. Gli organizzatori non si limitano però a proporre l’esplorazione scientifica di cellule nervose e attività elettrica, ma invitano il visitatore a porsi domande fondamentali sul proprio essere: come è possibile che un organo veda, senta, ami, parli? Siamo, dunque, solo il nostro cervello? / Redazione

Una storia che dura da cinquant’anni, costellata di passioni, entusiasmi, incomprensioni, slanci e ostracismi, è entrata da pochi giorni in un nuovo capitolo che promette un futuro sereno. Stiamo parlando del padiglione d’esposizione (ma anche centro d’incontri e, nelle intenzioni iniziali, «Maison de l’Homme» dimostrativa) che Le Corbusier costruì a Zurigo, nel parco dello Zürichhorn, fra il 1964 e il 1967 per la gallerista Heidi Weber, sua ardente ammiratrice e coraggiosa promotrice dell’iniziativa. A pochi passi dal lago, in un luogo incantevole, sta un edificio sorprendente: colorato ma con una forte e precisa struttura grigia in acciaio; piccolo e modulare, quasi un assemblaggio di cubetti policromi e vetrati a contatto del suolo, ma sovrastato da un tetto aereo piegato e ripiegato come lo scafo di una barchetta di carta: si resta pensierosi di fronte alla presenza di linguaggi contrastanti. Due edifici in uno? Un cappello per coprire non si sa quale errore di concezione o di costruzione? Un piacere gratuito? Niente di tutto questo. Il padiglione che ha assunto nel tempo nomi diversi, da Centre Le Corbusier a Museum Heidi Weber, tanto le due figure sono connesse nella realizzazione dell’edificio e nella sua vita, gode di una serie di pri-

mati. È il solo edificio di Le Corbusier a Zurigo, il solo nella Svizzera tedesca, il solo in acciaio, il solo ad essere interamente progettato applicando la modularità della cellula cubica di 226 cm di lato che è la base – nella teoria di Le Corbusier – per l’organizzazione dello spazio dell’uomo e anche l’elemento di un sistema proporzionale garante di armonia e bellezza. E altro ancora: edificio nel quale sono presenti due modi d’essere: quello dell’esposizione, che richiede spazi ampi tridimensionalmente, fluidi eppure atti a concentrare l’attenzione, e quello della casa, nel quale deve prevalere l’intimità e la protezione. Un prototipo in vista della standardizzazione industriale e allo stesso tempo un edificio emblematico dell’unicità dell’opera d’arte. La genesi dell’opera è essa pure all’insegna della complessità. I rapporti fra Le Corbusier e la Svizzera, come si sa ed è stato ampiamente documentato, non furono mai molto felici: «eine schwere Beziehung», come recita il sottotitolo di un’esposizione su questo tema di cui promossi la presentazione a Lugano una ventina d’anni fa. I legami, soprattutto ufficiali e professionali, fra l’architetto e la patria originaria si sfilacciarono nel tempo, rimanendo confinati alla cerchia degli amici e degli estimatori, e fu soltanto grazie all’insistenza di Heidi Weber che Le Corbusier accettò di prendere in considera-

AZIONE 53.70 invece di 71.60 p.es. sloggi Sensual Fresh Tai 4 pezzi La promozione vale per tutte le sloggi Sensual Fresh e Double Comfort

In vendita nelle maggiori filiali Migros.

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.06 AL 23.06.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK sloggi è in vendita alla tua Migros

Annuncio pubblicitario

www.sloggi.com

4 per 3

zione una nuova ipotesi svizzera. Così, trent’anni dopo le disavventure della sede della Rentenanstalt (poco lontano, sulla riva di fronte), dell’edificio plurifamiliare pure allo Zürichhorn, e di altri progetti svizzeri non realizzati (dell’inizio degli anni Trenta è anche la vicenda della «Nuova Locarno»), Le Corbusier ritornò a Zurigo per quella che sarà una delle sue realizzazioni postume.

Voluto dalla gallerista Heidi Weber la Casa dell’Uomo è l’unico edificio di Le Corbusier nella Svizzera tedesca Niente di trionfale, sia chiaro, ma complessità in tutti gli ambiti, come la semplice percezione visiva lascia intendere: una complessità che si manifesta, sull’arco di cinquant’anni, con una vita che l’assenza di finanziamenti pubblici improntò allo stop and go. Sin dalla concezione, per definire il programma tra i due poli del padiglione espositivo e della casa d’abitazione. Poi, per concretare le idee iniziali, quando nel 1965 Le Corbusier scomparve improvvisamente. Qualche anno fa Robert Rebutato, l’architetto che seguì la costruzione dopo la morte di Le Corbusier, mi raccontò – mentre guardavamo il Mediterraneo dalla terrazza della sua casa estiva sul Cap Martin, accanto ad un’altra celebratissima e piccolissima opera di Le Corbusier, il Cabanon – che dopo la fine dei lavori venne insediata una commissione d’esperti con il compito di valutare se il padiglione allo Zürichhorn potesse effettivamente essere considerato un’opera di Le Corbusier. Riconosciuto tale, anche se in un primo tempo non senza qualche mugugno di chi mal digeriva l’impennata creativa degli ultimi anni del maestro, il padiglione iniziò la sua attività contrastata, finanziariamente difficile, a tratti persino osteggiata dalle autorità zurighesi, costellata di liti che la promotrice e proprietaria affrontò sempre con energia. Sull’altro versante invece, sostenuto dall’ammirazione di persone di tutto il mondo che lo avvicinavano per sentire il contatto con la poesia, il padiglione prendeva un posto sempre più importante nell’esercizio e nella storia della cultura, mediante mostre e con la sua stessa presenza esemplificativa. Non era comunque un piacere solo per iniziati, e nemmeno soltanto un’attrazione turistica inserita gratuitamente nell’inventario promozionale di una

città che non l’aveva veramente voluto. Il padiglione ha contribuito a dare un nuovo senso alla passeggiata che dal Bellevue costeggia il lago e che alterna prati giardini alberi alle sedi e ai simboli di un capitalismo «sostenibile», ha creato un luogo nuovo in cui alla bellezza della natura addomesticata si aggiunge quella dell’arte contemporanea, ha mostrato un modo di costruire la Terra. Infatti: a chi appartiene il terreno, a chi il padiglione? Heidi Weber potè costruirlo – a sue spese – grazie ad un diritto di superficie cinquantennale concessole nel 1964 dalla città di Zurigo, alla fine del quale l’edificio sarebbe diventato di proprietà comunale e alla promotrice sarebbe stata riconosciuta un’indennità pari al settanta per cento del costo iniziale non indicizzato. Con l’avvicinarsi della scadenza si ripresentava in tutta la sua urgenza e drammaticità il carattere di via di mezzo delle opere radicate nella Terra, che non sono soltanto oggetti materiali o artistici, ma anche manifestazioni dell’esistenza umana. La tardiva messa sotto tutela come bene culturale, fatta dal Cantone nell’aprile scorso, è più che altro un esempio di lentezza politico-burocratica e di disamore, e non risolve i problemi di quel luogo come interazione di aspirazioni, di manufatti e di natura. Cosa farne? Quali attività svolgervi? Chi se ne sarebbe occupato? Attorno a questi problemi si è svolta nell’anno trascorso l’ultima (per ora) battaglia di Heidi Weber, impegnata affinché la Casa dell’Uomo non diventasse casa di aperitivi e mondanità. Dopo tante lotte un’ipotesi di soluzione è finalmente arrivata con la scadenza del diritto di superficie. Il 13 maggio, giorno del passaggio di proprietà del padiglione da Heidi Weber a Zurigo, la presidenza della città, finalmente ringraziando la promotrice, ha annunciato che prevede di creare entro il 2016 una fondazione di diritto pubblico con il compito di assicurare in futuro la continuazione della vita dell’edificio come sede museale ed espositiva. Ipotesi che dovrà obbligatoriamente passare al vaglio della macchina politica a tutti suoi livelli, ma con una gradita sorpresa: nel periodo di transizione fino al 2016 il padiglione sarà aperto ai visitatori durante i mesi estivi, per quest’anno dal mercoledì alla domenica dalle 12 alle 18. Per chi vuole ammirare questo luogo in cui vegetazione, acque, acciaio, smalti, colori e spazi fluiscono dall’esterno all’interno e dall’interno all’esterno, componendo un’armonia unica di forme della natura e dell’opera umana, è giunto il momento di precipitarsi.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

5

Società e Territorio

Due competenze al prezzo di una Jobsharing Pregi e difetti di un modello

lavorativo che risponde a nuove esigenze sociali e culturali Natascha Fioretti «Questo è il tempo del genio produttivo collettivo, di quelle donne e quegli uomini che si aprono, si motivano a vicenda, ricercano l’innovazione insieme condividendo la conoscenza ma anche il potere». Le parole sono di Mathilde Chevée, fondatrice e direttrice dell’Associazione Kairos e sostenitrice del jobsharing. Si dice jobsharing e potrebbe essere la nuova frontiera del lavoro in tempi di crisi, di nuove tecnologie e opportunità in un mercato in forte evoluzione in cui anche il tradizionale modello professionale e retributivo che si basa sul numero di ore di lavoro sta cambiando, in particolare negli Stati Uniti, ma piano piano, a dipendenza

vo e socialmente responsabile. Ma allora se gli effetti sono così positivi perché se ne parla così poco? E quanto è diffuso in Svizzera? Quali gli effettivi vantaggi e svantaggi per gli imprenditori? A queste e ad altre domande ha risposto lo studio Go for Jobsharig promosso dall’associazione svizzera Part Time Optimisation in collaborazione con l’Ufficio federale per le pari opportunità e presentato recentemente a Lugano dallo Zonta Club grazie a Monica Duca Widmer e a Vittoria Espeli. Lo studio ha messo in evidenza come su 384 aziende coinvolte con un numero di almeno 50 impiegati ben il 27% ricorra al jobsharing. In particolare nella Svizzera tedesca è il 29,7%, nella Svizzera francese il 20,2%, in Ticino il 20%. È più adottato e popolare nel

Tutto per la vostra salute. Erste Hilfe bei Verletzungen und Erkrankungen

Amavita – Sentirsi meglio, semplicemente.

% 0 –2

Condividere un posto di lavoro con mansioni, ruoli e responsabilità comuni: funziona se la formazione è adeguata. (Keystone)

settore pubblico (45,5%) che in quello privato (24,8%) e nelle medie e grandi imprese che contano dai 100 ai 1000 dipendenti. I vantaggi più evidenti vengono rilevati nei posti gerarchici più elevati e secondo lo studio si traducono soprattutto in aumento della motivazione del personale, mantenimento delle conoscenze e del know how, opportunità per la carriera al femminile, aumento dell’attrattività del professionista, trasmissione dell’esperienza da senior a junior. Dal punto di vista dell’imprenditore invece significa poter disporre di una doppia competenza per uno stesso posto di lavoro, maggiore produttività, migliore motivazione dei dipendenti professionisti, riduzione di turnover degli impiegati e riduzione delle assenze. Naturalmente, le aziende devono fare i conti anche con degli svantaggi: aumento dei costi di formazione, difficoltà di gestione del team, mancanza di coordinazione, incompatibilità tra i professionisti. A prediligere la modalità di lavoro in jobsharing sono soprattutto le donne 73% contro il 27% degli uomini che non amano delegare e condividere ruoli e mansioni professionali. Quello che manca per diffondere e fare conoscere questo modello lavorativo e le relative caratteristiche è un’adeguata comunicazione sia verso l’opinione pubblica sia verso le aziende. In Ticino secondo il presidente della Camera di Commercio Franco Ambrosetti il jobsharing è davvero poco conosciuto anche a livello dirigenziale. Un’ottima iniziativa in questo senso viene dalla piattaforma Go for Jobsharing consultabile all’indirizzo internet www. go-for-jobsharing.ch dove tra l’altro è disponibile una guida informativa e formativa per chi volesse saperne di più o adottarlo in azienda (per ora solo in francese e tedesco ma il prossimo anno sarà tradotta anche in italiano).

La SUPER OFFERTA con il 20 % di sconto è disponibile in 155 farmacie Amavita.

MOTILIUM LINGUAL GASTROSAN® IMODIUM® LINGUAL DIARRHÉE AIGUE Può aiutare lo stomaco a tornare in forma. Ad. es. : Motilium Lingual Gastrosan® 20 compresse orodispersibili**

CHF 10.10*

invece di CHF 12.60

Janssen-Cilag AG *Offerta valida fino al 30 giugno 2014. Con riserva di modifiche di prezzo. Leggete il foglietto informativo e lasciatevi consigliare da uno specialista.

Annuncio pubblicitario

dei settori, anche in Europa. In pratica si tratta di condividere tra due o più impiegati uno stesso posto di lavoro a tempo pieno con attività interdipendenti e una responsabilità comune. Significa dividere uno stipendio (i contratti di lavoro possono essere distinti o raggruppati in un solo contratto), le mansioni, i ruoli. Funziona soprattutto nei vertici aziendali più alti, e in questo si differenzia dal tempo parziale. In Svizzera l’Ufficio federale delle telecomunicazioni ha due direttrici in jobsharing mentre Swisscom ha due responsabili della comunicazione interna. Perché si diffonda nelle aziende quella che in fondo è una nuova cultura e mentalità lavorativa è necessaria una formazione adeguata. Condividere uno stesso ruolo professionale, infatti, non è evidente e anche a livello umano possono sorgere delle incompatibilità. Inoltre l’introduzione del jobsharing in azienda richiede maggiore comunicazione e trasparenza ed è necessario un coaching. Ma se il tandem è affiatato e ben coordinato è un successo anche in fatto di motivazione e controllo reciproco, sostegno a fare bene, ad accrescere le proprie competenze e a portare a termine con successo i propri progetti senza il rischio di burn out. Una doppia competenza per lo stesso posto di lavoro che dunque crea un circolo virtuoso: riduzione delle assenze, aumento della produttività, soddisfazione dei professionisti e dell’azienda. E attenzione, se da un lato è una modalità di lavoro che favorisce le donne che spesso vogliono lavorare a percentuale ridotta ma sono anche più flessibili a lavorare in team, il jobsharing è altrettanto interessante per la trasmissione di competenze e di esperienza a livello intergenerazionale: implementare questo modello lavorativo tra i senior renderà il lavoro nell’impresa più agile, innovati-


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

6

Società e Territorio

Inganniamo noi stessi per meglio ingannare gli altri Ricerca Il biologo e antropologo Robert Trivers ha sviluppato una teoria generale sul motivo per cui la vita

è una competizione tra ingannatori e scopritori d’inganni

Lorenzo De Carli Kevin Mitnick era agli arresti domiciliari quando, nel 2002, pubblicò il suo celebre L’arte dell’inganno. Scritto dopo cinque anni di carcere, in un periodo nel quale all’autore era stato vietato d’usare Internet, L’arte dell’inganno è un florilegio delle imprese compiute dal più celebre degli hacker: il condor. L’autore racconta nei dettagli decine e decine d’inganni, molti dei quali, sì, perpetrati per mezzo di computer connessi alla rete, ma anche architettati semplicemente usando quella che Mitnick chiama «ingegneria sociale». L’ingegneria sociale è l’arte d’ingannare le persone. Sfrutta la nostra naturale inclinazione a collaborare, un tratto comportamentale selezionato dall’evoluzione per favorire l’azione sociale e, quindi, la capacità della nostra specie di adattarsi a qualunque nicchia ecologica, giovandosi della condivisione delle conoscenze e della distribuzione cooperativa del lavoro; un tratto, però, ben sfruttato da quelli che l’antropologia evolutiva chiama i free raider, ovverossia quei soggetti che sfruttano il lavoro cooperativo degli altri, accaparrandosi più risorse di quelle che sono disposti a condividere. Il biologo americano Robert Trivers, uno dei padri della genetica evoluzionista, ha condotto per molti anni una ricerca dedicata alla nostra naturale disposizione all’inganno con il proposito di formulare una teoria generale dell’inganno e dell’autoinganno. I risultati di questa ricerca sono confluiti

Robert Trivers ritiene che le scienze sociali debbano basarsi sulla biologia.

in un volume intitolato La follia degli stolti. Logica dell’inganno e dell’autoinganno nella vita quotidiana. «L’inganno è una caratteristica molto profonda della vita. Si manifesta a tutti i livelli – dal gene alla cellula, dall’individuo al gruppo – e sembra senz’altro necessario. Ha la tendenza a nascondersi alla vista ed è difficile da studiare. L’autoinganno è persino peggiore, perché si nasconde nel profondo della mente inconscia». Molte osservazioni di Trivers sono difficili da accettare perché controintuitive. Di solito, infatti, pensiamo che l’autoinganno sia un meccanismo di autodifesa: ci sforziamo di adattare le nostre aspettative alla realtà, allo scopo di difenderci dal conflitto che potrebbe nascerne. Trivers sostiene il contrario. La sua tesi fondamentale è che «l’autoinganno si evolve al servizio dell’inganno – per imbrogliare meglio gli altri». Egli parte dal presupposto che ogni attività cerebrale ha un costo energetico per l’organismo – di qualunque complessità esso sia; e che «il processo effettivo di inganno è reso cognitivamente meno costoso grazie al trattenimento di parte delle verità nell’inconscio». L’autoinganno sul quale argomenta Trivers è una nostra naturale disposizione a rifiutare i dati di realtà che ci giungono dai sensi e le deduzioni logiche che se ne potrebbero inferire, allo scopo di non coinvolgere la mente cosciente nell’attività d’inganno, rendendola in tal modo più efficace. Mentiamo meglio se non siamo coscienti di mentire. «L’ipotesi di questo libro è che tutta questa organizzazione controintuitiva esiste a beneficio della capacità di manipolare gli altri». La ricerca di Trivers spazia in vari campi. Studiando, per esempio, la neurofisiologia dell’inganno, egli osserva che l’autoinganno tende a precederci perché, siccome abbiamo coscienza tardivamente dei segnali neurali, le tendenze inconsce hanno tutto il tempo d’imporsi. Succede, per esempio, quando sosteniamo di non aver riconosciuto la nostra voce registrata, mentre in realtà la risposta galvanica cutanea rileva che l’abbiamo riconosciuta. La potenza dell’autoinganno in ambito fisiologico è ben documentata dall’effetto placebo: «ciò che il cervello prevede nell’immediato futuro ne influenza lo stato fisiologico». Sarà chiaro, a questo punto, che il tipo di autoinganno studiato da Trivers è solo in piccola parte

Un dragone foglia: il mimetismo è una tipica forma di inganno. (Wikipedia)

cosciente, e anzi è tanto più automatico, quanto meno è cosciente. Nella psicologia dell’autoinganno, diniego, proiezione e dissociazione cognitiva sono gli strumenti che usiamo di più per ingannare noi stessi e più facilmente gli altri. Per esempio, evitiamo alcune informazioni che stonerebbero con le nostre verità e ne ricerchiamo altre che le sostengono – automaticamente, senza rendercene conto; interpretiamo le informazioni in modo distorto; modifichiamo i ricordi; razionalizziamo i resoconti; rafforziamo il diniego perseguendolo con ostinata coerenza, ecc. L’autoinganno è particolarmente pronunciato in chi ha ruoli di potere: sembra sia indispensabile ribadire valori, moniti e verità allo scopo di conformare la condotta di tutti alla volontà di pochi. Da questo punto di vista, il caso

della guerra studiato da Trivers è interessante, in particolare la guerra di aggressione. È praticamente inevitabile che l’aggressore ostenti forza e sicurezza. Nel corso della nostra lunga evoluzione, la competizione sul terreno ha sempre selezionato i soggetti effettivamente più forti o più astuti – come dimostrano gli odierni schemi d’incursione dei maschi di scimpanzé nei territori di altri gruppi per impossessarsi delle femmine. Ci ha poi pensato la selezione ad eliminare chi si è autoingannato, fino al punto di scendere stoltamente sul terreno per fronteggiare un avversario ben più forte di lui. Le guerre odierne funzionano nello stesso modo, con la differenza che, oggi, chi comanda e prende le decisioni peggiori autoingannandosi per mezzo della presunzione, non viene eliminato dalla selezione, che lascia

E così ogni serata della settimana è dedicata a una materia particolare, in modo da poterle seguire tutte con continuità. Certo, lo ammetto, non sempre riesco a rispettare il piano di studio; ma il fatto stesso di averlo realizzato, mi costringe almeno a fare regolarmente il punto della situazione. Non è poi così poco. Una volta pronto il materiale, inizio a svolgere i compiti richiesti. Possono essere i calcoli settimanali da svolgere in Matematica, il breve testo da redigere settimanalmente in Italiano, un esercizio grammaticale da realizzare in Tedesco o ancora una serie di vocaboli da ripetere in Inglese. Può anche essere l’inizio della preparazione di una verifica, magari in Scienze, in Storia o in Geografia, dove bisogna imparare diverse nozioni e ripassare numerosi ragionamenti svolti nel corso delle lezioni delle settimane precedenti.

In quest’ultimo caso inizio con il riassumere quello che abbiamo imparato su un foglio a quadretti, suddividendolo in diverse parti e numerando precisamente ognuna di esse. Una volta terminato il riassunto, lo rileggo attentamente, per vedere se ci sono degli errori, da un punto di vista linguistico come nei contenuti trascritti. Quando tutto sembra essere a posto inizio a studiarlo attentamente, fino a quando ho l’impressione di avere assimilato i suoi contenuti o, più spesso, fino al momento in cui non ce la faccio più ad andare avanti. Nei giorni seguenti, e questo fino alla data della verifica, rileggo ogni sera tre o quattro volte il riassunto realizzato, cercando di ricordarmi sempre meglio i vari punti. È il mio modo di fare. Richiede un certo sforzo e anche un po’ di tempo, ma ha il merito di permetter-

invece al suolo centinaia di persone costrette a combattere perché subordinate. D’altra parte, la presunzione di chi gode di ruoli di potere lo mette nelle condizioni di non saper identificarsi negli altri e quindi di non comprenderne tutta la varietà dei sentimenti – argomento, questo, sul quale Trivers cita un’ampia bibliografia. Inganno e autoinganno sono intrinseci alla vita: nessuna specie sopravvivrebbe senza esercitarli. Anche volessimo, non potremmo eliminarli dalla nostra vita quotidiana. Trivers c’incoraggia però ad esserne consapevoli. La consapevolezza di questi meccanismi: «ci rende più capaci di comprendere il mondo sociale intorno a noi in ogni suo aspetto, dalle menzogne del governo e dei media agli autoinganni più profondi che ci fanno mentire a noi stessi e ai nostri cari».

I ragazzi si raccontano di Simon Fernandez Dopo la merenda… compiti & studio

Alle quattro del pomeriggio suona il campanello che indica la fine delle lezioni pomeridiane. Non nego che sia, almeno di solito, un momento piuttosto apprezzato della mia giornata di allievo che segue la terza media. Metto in borsa le mie cose, saluto il docente ed esco dall’aula. Nei corridoi mi guardo in giro per vedere se riconosco qualche volto noto, con il quale scambiare due ultime battute, prima di incamminarmi tranquillamente verso casa. Appena arrivato, mi dirigo verso la cucina e apro con decisione il frigo, curioso di trovarci chissà cosa, in modo da poter stabilire, dopo attenta riflessione, la composizione precisa dell’attesa merenda. Di solito estraggo un barattolo di marmellata e qualche barretta di cioccolato. Spalmo la marmellata su delle fette biscottate, gli

amati Zwieback, immancabili in cucina, con il loro inconfondibile rumore quando li azzanni affamato, sperando sempre che non si sbriciolino in tanti pezzettini. Poi tocca al cioccolato, suddiviso in singoli quadretti e ingurgitato golosamente un pezzo dopo l’altro. Ci bevo sopra qualcosa, di solito a canna, per fare più in fretta, prima di riporre il tutto in frigo, sazio e soddisfatto. Sicuramente rigenerato, mi dirigo verso la mia cameretta, chiudo la porta dietro di me, prendo dal cassetto un foglio bianco a quadretti e lo ripongo sulla mia scrivania. Poi apro il classificatore della materia che devo affrontare e tolgo i fogli che mi servono in quel momento. La materia prescelta dipende dal giorno della settimana nel quale ci troviamo. Infatti, come abbiamo visto durante le ore di classe con il nostro docente, è buona cosa organizzare il proprio lavoro a casa.

mi di assimilare progressivamente in modo soddisfacente le nozioni e i ragionamenti necessari per svolgere bene la verifica. Perché chi studia all’ultimo momento, magari ci mette meno tempo, imparando più in fretta, o avendo l’impressione di farlo, ma poi scorda tutto ancor più velocemente, ritrovandosi nei fatti con ben poco in mano. Di solito, preparandomi in questo modo, me la cavo piuttosto bene. Speriamo che vada avanti così anche in futuro. Intanto è giunto, finalmente, il momento di riordinare i fogli nel classificatore, di mettere via tutto per bene, di spegnere la luce sopra la scrivania, di uscire dalla mia stanza e di passare una bella serata in famiglia. Testi corretti dal professor Gian Franco Pordenone


PUNTI. RISPARMIO. EMOZIONI. ANCORA PIÙ OFFERTE CUMULUS: www.migros.ch/cumulus

AVVENTURE SUL CERVINO CON WOLLI E I DETECTIVE DEL CLIMA

CUMULUS-MASTERCARD CON 3000 PUNTI DI BONUS INIZIALE

L’audioracconto «Wolli e i detective del clima» è un’avventura davvero speciale per bambini dai 6 anni. Muniti di cartina, cannocchiale e audioguida, gli investigatori in erba devono risolvere sette indovinelli durante un’agevole camminata. L’esito della missione sarà noto una volta tornati a Zermatt al momento dell’apertura della cassa del tesoro.

Richiedi subito la Cumulus-MasterCard gratuita e una volta accettata la domanda ti sarà accreditato un bonus iniziale di 3000 punti Cumulus. Il vantaggio: nessuna tassa annuale né per la carta principale né per quella supplementare, nemmeno negli anni successivi. Inoltre, con questo mezzo di pagamento comodo e sicuro non solo puoi pagare in tutto il mondo, ma anche raccogliere punti Cumulus.

Durata dell’azione: dal 21 giugno al 21 settembre 2014 Prezzo: fr. 75.– invece di fr. 125.– (bambini fino ai 16 anni gratis, il piatto del giorno può essere acquistato per fr. 14.–). Il prezzo include: – il viaggio con la ferrovia del Gornergrat da Zermatt al Gornergrat e ritorno

– il pranzo al Riffelberg (piatto del giorno e bibita analcolica) – una foto ricordo sul Gornergrat – una ricompensa dalla cassa del tesoro presso l’ufficio turistico di Zermatt Approfittane: presenta la tua carta Cumulus allo sportello della ferrovia del Gornergrat a Zermatt per approfittare dello sconto del 40 per cento. Osservazioni: l’offerta non è cumulabile. La cartina, il cannocchiale e l’audioguida si ottengono dietro deposito presso l’ufficio turistico di Zermatt. Ulteriori informazioni: www.gornergrat.ch

Durata dell’azione: fino al 30 giugno 2014 Approfittane: richiedi ora la CumulusMasterCard gratuita con 3000 punti di bonus iniziale. I tuoi vantaggi:

– nessuna tassa annuale, nemmeno negli anni successivi; – raccolta di punti Cumulus in tutto il mondo; – carta supplementare gratuita; – e da ora alla Migros e presso un numero crescente di aziende puoi pagare senza contatto. Osservazioni: il modulo per la richiesta della Cumulus-MasterCard è disponibile alla Migros, al sito www.cumulus-mastercard.ch oppure telefonicamente al numero 044 439 40 27. Ulteriori informazioni: www.cumulus-mastercard.ch

3000

40%

PUNTI

DI SCONTO

LAST MINUTE: PRENOTA SUBITO UN SOGGIORNO LINGUISTICO Hai già progetti per l’estate? I soggiorni linguistici di Eurocentres ti offrono la possibilità di trascorrere un’estate indimenticabile ricca di divertimento, cultura e lingua. Impara la tua lingua preferita in una destinazione da sogno e arricchisci la tua esperienza con interessanti attività per il tempo libero in compagnia di nuovi amici da tutto il mondo. Prenota subito un’offerta last minute e approfitta di punti Cumulus moltiplicati per 2. Durata dell’azione: fino al 10 agosto 2014, per tutte le sedi scolastiche

LO SPLENDORE DEI FIORI NEL PARCO SELEGER MOOR

Approfittane: prenota adesso un corso di lingue con soggiorno su www.eurocentres.com o chiamando il numero gratuito 0800 855 875 e sulla tua prenotazione ricevi punti Cumulus moltiplicati per 2. Con un corso di lingue di 4 settimane presso la nostra scuola a Brighton incl. alloggio ricevi ad esempio 4000 punti Cumulus invece di 2000. Al momento della prenotazione indica la parola chiave «Cumulus last minute». Osservazioni: l’offerta è cumulabile con lo sconto last minute del 25% offerto da molte scuole. Ulteriori informazioni su: www.eurocentres.com/it/cumulus

P U N TI

2x

A Rifferswil, a pochi chilometri da Zurigo, si trova un vero e proprio paradiso fiorito. Con i suoi 120 000 metri quadrati, il Seleger Moor è il parco di rododendri e azalee più grande e bello della Svizzera. Da aprile a ottobre i visitatori possono ammirare milioni di fiori passeggiando per un sentiero lungo tre chilometri. Ma non sono solo i colori luminosi delle azalee e dei rododendri a rendere questo parco un luogo magico, anche il gracidio delle rane e il cinguettio delle diverse specie di uccelli entusiasmano allo stesso modo giovani e meno giovani.

Data: 17 giugno 2014 Approfittane: presenta la tua carta Cumulus alla cassa e goditi questo paradiso fiorito gratuitamente durante il giorno dell’azione. Ulteriori informazioni: www.selegermoor.ch

INGRESSO GRATUITO

PER DOMANDE SUL PROGRAMMA CUMULUS: INFOLINE CUMULUS 0848 85 0848


IL VIAGGIO

I N G O S I O U DEI T NDE. TI ATTE

Breaking news: il primo vincitore del giro del mondo è stato nominato. Ma i premi non sono finiti: puoi ancora vincere! Colleziona ora gli ultimi adesivi.

Solo fino a

sabato 14 giugno.

I set di adesivi e gli album per la raccolta sono disponibili presso:

Per ulteriori informazioni e per set gratuiti di adesivi vai su www.migros.ch/megawin. Al massimo 10 set di adesivi per acquisto, fino a esaurimento dello stock. Sono esclusi buoni e carte regalo.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

9

Società e Territorio Rubriche

Lo specchio dei tempi di Franco Zambelloni Il silenzio del canto Tra le cose che fanno parte dei miei ricordi d’infanzia e che sono scomparse in un mondo che cambia troppo in fretta ci sono i canti spontanei che risuonavano nell’aria, specie la mattina e la sera. Cantavano le donne, il mattino presto, mentre si affaccendavano nei lavori domestici: sentivi una voce venire da un balcone cantando «È primavera… Svegliatevi bambine…» e un’altra voce riprendeva la canzone dal balcone opposto (oppure, per antagonismo, ribatteva «Vola, colomba bianca vola …»). Cantavano i muratori arrampicati sulle impalcature e sui tetti; cantava il lattaio che andava a portare un secchiello di latte di casa in casa, ed è probabile che cantasse davvero anche «ul magnàn» che, secondo una vecchia canzone popolare, annunciava alle donne il suo arrivo con il canto. È pur vero che c’era la radio, già quasi in ogni casa, e dunque si sentivano cantare anche Luciano Tajoli, o Nilla

Pizzi, o Claudio Villa; ma il più dei canti veniva da voci qualunque, di massaie e di artigiani; e ce n’erano di poco intonate o rauche e altre di limpidezza straordinaria. Oggi non più. Non che la musica sia scomparsa – tutt’altro: riempie l’aria dovunque, nelle strade, nei bar, nei supermercati e nei ristoranti, anche là dove non si capisce a che serva, visto che chi cena in un ristorante di solito vorrebbe parlare con i commensali ma per farlo deve sovrastare la musica di fondo e perciò alza la voce, e allora tutti la alzano, così che alla fine regna solo il frastuono. È così: la musica è stata soppiantata dal rumore. E le giovani generazioni, mi pare, assuefatte al costante rumore, non sanno più sopportare il silenzio. È quanto mi capita di pensare quando vedo giovani che, come escono di scuola, s’infilano gli auricolari nelle orecchie e procedono soli in mezzo a una moltitudine di

altri solitari immersi nei rumori. C’è ancora qualche mamma che al bambino che piange canta una ninnananna? Magari adesso gli mette un CD e gli dice: «Senti che bello!». E magari è un CD di musica techno, dal ritmo ossessivo e irritante che fa aumentare il pianto del bambino – e allora, magari, si alza il volume dell’apparecchio per coprire il pianto che sale di tono. A parte l’esagerazione paradossale di quest’ultimo esempio, c’è molto di vero nel fatto che, sostituendo il rumore alla musica, si perde qualcosa di essenziale non solo alla musica, ma alla comunicazione stessa: il silenzio. La musica, il canto e la poesia – le cose che fanno (o facevano) bene all’anima – sono composte di suoni non meno che di pause di silenzio; i ritmi, la diversa intensità dei suoni, il crescendo e il calando, sono radicati nelle nostre origini biologiche e hanno effetti sui

nostri stati emotivi: se vuoi lanciare una truppa all’assalto devi usare un ritmo adeguato, non certo quello di una ninna-nanna. Analogamente un discorso, per essere efficace, deve utilizzare i silenzi, le pause e i ritmi, come insegna un bel libro di Corrado Bologna (Flatus vocis) che ha capitoli sul silenzio, sugli effetti sonori e le passioni dell’anima, sulla voce da salotto, da pulpito, da discorso autorevole. E la musica – quella grande – ne è la sintesi più universale: è sensazione, pensiero, emozione, passione, rapimento, catarsi. Non per nulla filosofi come Schopenhauer e Nietzsche ravvisavano nella musica la più sublime e più universale delle arti – quella che più di ogni altra comunica stati d’animo ed evoca in noi un presagio di assoluto. Darwin ipotizzava che gli animali facessero uso di un protolinguaggio musicale, dal quale sarebbero poi derivate tutte le nostre lingue evolute; gli studi

biologici di oggi gli danno ragione. La musica e il canto sono radicati nelle nostre profonde origini biologiche. Aristotele, più di duemila anni fa, aveva chiaramente compreso che i ritmi e i canti suscitano «rappresentazioni d’ira e mitezza, di coraggio e di temperanza e di tutti i loro opposti e delle altre qualità morali (e questo è provato dal fatto che, quando li ascoltiamo, sentiamo una trasformazione nell’anima)». E per questo raccomandava: «la musica può esercitare un qualche influsso sul carattere dell’anima e se può far questo, è chiaro che bisogna accostarle i giovani ed educarli ad essa». Non so se, ascoltando certa musica d’oggi, il vecchio filosofo ripeterebbe la stessa raccomandazione. «Canta che ti passa» – diceva una volta la saggezza popolare. Oggi ci sono altri modi per farsela passare: gli ansiolitici, lo sballo, lo psicoterapeuta, la televisione.

quartiere. Si scopre poi una costellazione ricostituita di accendini ritrovati, un flacone farmaceutico di vetro riempito di mozziconi raccattati, libri di Max Frisch, i suoi piani per la piscina, pinne arancioni, topless vintage di alcuni playboy. Ma su, aria, è ora del pezzo forte: il pavillon-poligonale. Eccolo là il ristorante, gracile e leggiadro, in fondo al grande prato, a fianco della piscina per i bambini. Tre minuti sono lì, ai piedi della magnifica scala il cui corrimano turchese svirgola con grazia. Prendo un winnetou al bar e salgo i gradini sospesi sopra un altro specchio d’acqua circolare, e mi siedo in terrazza. Da qui si intravede laggiù, il benefico azzurro piscina; sopra si delinea il profilo dell’Uetliberg. Tanti alberi disposti magistralmente come betulle, pioppi, catalpe, noci alati del Caucaso, isolano questo luogo escludendo la città; a parte una gru e un grattacielo rosso. «Ci sono tanti bei bagni a Zurigo ma questo è il più bello» mi dice Yvonne che viene

qui da vent’anni con cappello di paglia, occhiali da sole, e una divinità indiana tatuata sulla schiena. Sul prato non c’è molta gente, siamo a inizio stagione. In piena estate è un carnaio mi dice ancora Yvonne sorseggiando un caffè con un’amica. Ora c’è una grande pace. Eppure, sotto la superficie di questa oasi di Albisrieden, nel febbraio 2006, poco prima del restauro, si è data notizia del ritrovamento di un paio di scheletri. Del resto, già nel Tagebuch 1946-1949 di Max Frisch c’è traccia di qualche osso. Proprio qui infatti, fino al 1810 c’era la forca: l’ultimo impiccato è stato Melchior Dürr, barbone ventisettenne. Ora vado ad ammirare il primo trampolino di dieci metri della Svizzera. Nuotata. Nel libro dedicato al bagno di Max Frisch, Guido Scheiwiller, classe 1926, habitué del posto, dice che Max Frisch «è un piccolo Paracelso, quando si legge Max Frisch, si diventa sani». Comunque anche un bel bagno fresco qui, male non fa.

ipotesi scientifiche, delle prospettive statistiche elaborate dai computer e, non da ultimo, guidati da un’ideologia. In tal modo, dai loro studi e dalle loro elocubrazioni, nascono visioni, a dir poco allarmanti, ispirate al più fosco pessimismo. Che, oggi, rappresenta un filone di successo, dal profilo mediatico. E può contare su specialisti che, appunto, prefigurano, con una sorta di compiacimento, il peggio che verrà. Sfruttando l’onda dello tsunami Piketty, si sono sprecati i commenti in cui si parla di «un futuro che sarà un ritorno al passato», addirittura di un «avvento della plutocrazia» (riesumando un termine del linguaggio fascista: lo usava Mussolini per definire gli odiati USA e Regno Unito). E del resto, agli USA, in senso negativo, si allude anche qui per dire che, in quanto a disparità, siamo ormai mal messi come Oltre Oceano. Sarebbe, dunque, in via di disparizione quella Svizzera in cui parevano attenuarsi gli squilibri fra ceti alti e ceti bassi. Al punto da suscitare l’immagine

di una società più compatta e solidale, di una classe media generalizzata, persino di una certa gioia di vivere collettiva. Qualcosa di illusorio? Ma non completamente. Qui, appunto, sta l’aspetto non percepito dagli osservatori scientifici, dai cultori di statistiche: una quotidianità inquieta ma vivace, popolata da gente che frequenta spettacoli, viaggia, rispetta i riti dei ponti. E, soprattutto, è in grado, se lo vuole, di studiare, laurearsi, e infine mettersi in gioco su un mercato sottoposto, sì alle pressioni del capitalismo ma aperto anche alle prospettive di farcela. È questa, insomma, la faccia vera, a volte sorridente, di una moltitudine che si arrabatta, affrontando a volte i venti contrari delle congiunture economiche. Sono loro, questi cittadini comuni, con stipendio fisso e reddito limitato, a formare una società imperfetta ma accettabile. Di cui i miliardari, chiusi nelle loro superville, rappresentano un aspetto a parte: incide sulle statistiche fiscali ma non sul costume corrente.

Passeggiate svizzere di Oliver Scharpf Il bagno di Max Frisch a Zurigo Max Frisch (1911-1991) prima di scrivere libri famosi come Homo Faber (1957), Andorra (1961) o L’uomo nell’Olocene (1979), ha fatto un bagno. Il Freibad Letzigraben (1949) meglio noto come Letzibad e ribattezzato sette anni fa, il Max-Frisch-Bad. Una piscina realizzata da uno scrittore è già un luogo straordinario in partenza, almeno per me. L’indirizzo è Edelweisstrasse cinque, all’angolo con la Letzigraben, a due passi dallo stadio Letzigrund. Prendo il tram numero tre in Bahnhofplatz e via verso Albisrieden, quartiere che assieme ad Altstetten forma il Kreis 9. Domenica di sole con carrellata di balconi eccetera. Amo Zurigo, vera città meticcia. Scendo in Albisriederplatz e m’incammino lungo la Badenerstrasse verso lo stadio. In giro ci sono un sacco di coppie di vecchietti con la maglia dei Rolling Stones, birre in lattina da mezzo in mano e sigaretta in bocca, in attesa del concerto di stasera. Mangio un panino

alla mortadella al chiosco-roulotte da Francesco e Lili: lei zurighese, lui veneto. «Ho visto i Pink Floyd a Venezia» mi dice sminuendo un po’ l’evento senile di stasera e mi confessa il suo sogno di andare a vivere a Cancùn. Dietro l’angolo, ecco scritto in lettere maiuscule di zinco, staccate e distanziate dal muro: Schwimmbad Letzigraben. «CEMENTO, SIKA, KLINGER, ZINCO, LANA DI VETRO, ETERNIT sono i vocaboli della mia calligrafia» scrive Max Frisch in Montauk (1975) ricordando i tempi di questo progetto. All’entrata del bagno di Max Frisch (411 m), di primo pomeriggio agli inizi di giugno, subito m’investe un’eleganza e delicatezza giapponese. Il primo specchio d’acqua di questo stabilimento balneare inaugurato il diciotto giugno del 1949 è una mezzaluna non balneabile circondata da piante e fiori non comuni. La disposizione della flora del Letzibad è di Gustav Ammann (1885-1955) – architetto paesaggista artefice tra l’altro

dell’esposizione nazionale del 1939 – riportata alla sua originale concezione in occasione del risanamento delicato del 2007. E a cui va dato, va detto, metà del merito di quest’unica opera conosciuta di Max Frisch: architetto per sempre in erba. Ai fianchi del trafiletto di prato introduttivo dove due ragazze solitarie prendono il sole a pancia in giù, si delineano i due filari di spogliatoi bassi, a tetto piano. Sulla sinistra, tre di questi sono ora degli spazi espositivi a pieni vetri. Nel primo trovo, ben ordinati in una teca, diversi posaceneri d’epoca, tra i quali quello del Cafè de Flore a Saint-Gérmain-des-Prés e il Regina Palace di Stresa. Lì vicino vinili in mostra come Bread, Love, and Cha Cha Cha o Dinner in Caracas. L’idea di questo museo balneare ironico e leggero è di un personaggio legato dagli anni Ottanta a questo posto: Pierre Geering, classe 1947. Ex capo bagnino, studi di etnologia, artista, e amore platonico di molte attempate bagnanti habitué del

Mode e modi di Luciana Caglio Svizzera campione di diseguaglianze: ma come ? Sta avendo, come si è letto, gli effetti di uno tsunami, il saggio-bestseller Il capitale nel XXI secolo, con cui l’economista francese Thomas Piketty denuncia le malefatte di un capitalismo fine a sé stesso e responsabile delle crescenti diseguaglianze sociali. Dopo aver suscitato le reazioni, ovviamente risentite, di Wall Street e della City, bastioni storici della finanza, l’onda lunga di questo maremoto ha coinvolto anche la Svizzera, a sua volta presenza di spicco in quest’ambito. E, quindi, esposta alle critiche e alle accuse dirette a un sistema politico-economico che, secondo Piketty, favorisce automaticamente l’arricchimento di pochi e l’impoverimento di molti. Ora, se si applica questa tesi, basata unicamente su uno scarto d’ordine matematico, è chiaro che nel nostro Paese, luogo prediletto da illustri milionari e miliardari, le differenze diventano per forza di cose rilevanti. Esiste, figurarsi, un baratro fra il patrimonio del signor Ikea e quello del normale cittadino che vive con un normale stipendio o

guadagno nella Confederazione. Sulla scorta di quest’incolmabile disparità, si arriva così ad attribuire alla Svizzera un primato mondiale in fatto

Thomas Piketty. (Wikipedia)

di disuguaglianze, insomma se ne fa un campione di iniquità e arretratezza sociale. Una fama, del resto, non sconfessata da autorevoli opinionisti di casa nostra, convinti della necessità di cambiare un Paese che, evidentemente, va male, anzi sempre peggio. Ed è quanto si è impegnato a dimostrare, nel Magazin del «Tages Anzeiger», l’economista Hans Kissling. Dati statistici alla mano, sembra riuscirci. Infatti, lo 0,5 per cento dei più ricchi contribuenti possiede il 20 per cento del patrimonio, registrato in tutto il Paese. Sempre da queste pagine, si viene a sapere che 2962 abitanti del Canton Zurigo possiedono complessivamente un patrimonio cinque volte superiore a quello di 442’566 altri cittadini contribuenti. E via enumerando esempi di disparità abissali che, però, concernono cifre e non fatti vissuti. Si tratta di una distinzione essenziale che, invece, sembra sfuggire a osservatori, di certo colti, competenti, moralmente onesti, ma che si muovono sul piano sempre astratto delle


30%

30%

50% 34.50 invece di 69.– Pentole e padelle delle linee Titan e Antares per es. padella a induzione Titan, Ø 28 cm, offerta valida fino al 23.6

50% 4.05 invece di 8.10 Tutti gli Ice Tea in conf. da 6 x 1,5 l per es. al limone

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.6 AL 16.6.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

6.80 invece di 8.50

3.95 invece di 5.70

3.65 invece di 5.20

Carne secca affettata Svizzera, 125 g, 20% di riduzione

Salame Rapelli, affettato e al pezzo per es. salame classico, Svizzera, 118 g

Dressing M-Classic in conf. da 2 per es. French Dressing, 2 x 70 cl

5.95 invece di 7.75

5.80 invece di 7.25

2.– invece di 2.50

3.35 invece di 4.20

Chips Zweifel in busta XXL per es. alla paprica, 380 g

Mini Babybel retina da 15 x 25 g, 20% di riduzione

Tutti i tipi di maionese, Thomynaise o senape Thomy 20% di riduzione, per es. maionese à la francaise, 265 g

Insalata del mese Anna’s Best 200 g, 20% di riduzione

30%

3.90 invece di 4.90

2.90 invece di 4.20

9.– invece di 10.60

Tutto l’assortimento Sun Look (escluse le confezioni multiple), per es. Basic mini size, IP 30, 50 ml, offerta valida fino al 23.6

Blévita in conf. da 2 con contenitore gratuito, 15% di reduzione, per es. sandwich alle erbe, 2 x 216 g

Anche consegna a domicilio tramite LeShop.ch

Tutti i cake e i biscotti M-Classic 20% di riduzione, per es. discoletti, 400 g


. O T N E M O M L E D À NOVIT 20x PUNTI

Bocconcini naturali Exelcat®: menu prelibati e irresistibili con bocconcini interi e un gusto puro straordinario. Ora anche con menu speciali per i gatti a partire da 8 anni ! Preziosa fonte di proteine Ingredienti accuratamente controllati Senza aromatizzanti o conservanti artificiali

NUOVO 3.30 Bocconcini naturali Exelcat Senior Sacchetti 4 x 85 g

M CO P

LE

%

PL

T

COM

10 0

E TO

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTA VALIDA SOLO DAL 10.06. AL 23.06.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Exelcat è in vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino Âś 10 giugno 2014 Âś N. 24

13

Ambiente e Benessere Una vacanza‌ benefica Camminare o pedalare sono le scelte piÚ semplici HG HFRQRPLFKH PD HI¿FDFL pagina 14

Spazio ai cani liberi Stanno aumentando le zone riservate a chi desidera fare una passeggiata con il proprio Fido senza doverlo tenere al guinzaglio

Gli alberi e i loro abitanti Prende il via con questo servizio una serie di articoli d’approfondimento sui boschi

Tutti pronti per i Mondiali? La Svizzera incontrerà l’Ecuador il 15 giugno a Brasilia, al suo esordio negli attesi Mondiali

pagina 15

pagine 16-17

pagina 21

La nausea è uno dei primi sintomi del mal di mare, ma anche del mal d’auto. (Marka)

Quel fastidioso mal di viaggio Salute Quando testa e corpo non sono coordinati insorge una nausea che può davvero rovinare le vacanze Maria Grazia Buletti Quasi tutti conoscono la nausea che può insorgere durante uno spostamento, sia esso in automobile, treno, aereo o natante. Il mal di viaggio non è certo una novitĂ e può colpire soprattutto i passeggeri, mentre di solito il conducente si concentra sul tragitto e questo gli permette di godere il paesaggio senza incappare in quelle sgradevolissime sensazioni di malessere. Stando alle statistiche, dal 5 al 10 per cento delle persone sono molto sensibili a questa sindrome clinica, dal 5 al 15 per cento relativamente sensibili, mentre il resto delle persone è ÂŤnormalmenteÂť sensibile. Dati e meccanismo sono confermati dalla dottoressa Simonetta Mauri, di Massagno, specialista FMH in medicina interna, la quale ci spiega che il cervello del conducente concentrato nella guida non cade nella spirale del mal di viaggio e racconta invece cosa può succedere nei bambini e nei ragazzi: ÂŤFino al dodicesimo anno d’etĂ , i ragazzi sono quelli ad essere piĂš colpiti dal mal di viaggio e non si sa come mai gli adolescenti ne siano piĂš soggetti. Quelli piĂš piccoli, però,

fino al secondo anno d’etĂ , non ne soffronoÂť. Un fenomeno, spiega la dottoressa Mauri, che ha a che fare con gli organi dell’equilibrio, i quali nei piccoli non sono ancora completamente formati. Presto individuati i sintomi di questo fastidiosissimo malessere, il cui principale è certamente rappresentato dalla nausea: ÂŤPuò essere associata a vomito e a capogiri: si tratta di un malessere generale accompagnato frequentemente dalla sensazione di digerire continuamente, da ipersalivazione e da vampate di calore e sudorazione. Ma tutto questo è sempre molto soggettivo, può cambiare da persona a persona e di volta in voltaÂť. La nostra interlocutrice afferma che oggi è noto che il disturbo diminuisce se una persona viene sottoposta per oltre 36 / 72 ore agli stimoli che causano il mal di viaggio e questo giustifica, ad esempio, l’allenamento degli astronauti che vengono desensibilizzati ponendoli in situazioni estreme e continuate. ÂŤSoffrire di mal di viaggio è, di per sĂŠ, solo una questione di soglia di suscettibilitĂ perchĂŠ in realtĂ , se sottoposti a una sollecitazione sempre maggiore, prima o poi tutti potranno soffrirneÂť.

Lasciando gli astronauti al loro mezzo di trasporto, chiediamo che fare se questo malessere si manifesta nelle persone che si spostano normalmente sulla Terra: ÂŤPuò arrivare inaspettato e presentarsi anche solo sporadicamente. Esso dipende dal tipo di movimento e dalla sua frequenza. Ad esempio, il traghetto parte con mare calmo, si alzano le onde e allora può capitare che anche chi non ha mai avuto mal di mare debba farci i contiÂť. E per far fronte al mal di mare, come pure al mal d’auto, la dottoressa Mauri suggerisce di cercare il contatto visivo con il mondo esterno, possibilmente nella stessa direzione di marcia: ÂŤSulla nave si vada sul ponte e si guardi l’orizzonte; in ogni caso, anche in auto, bisogna assolutamente evitare di guardare e focalizzare oggetti vicini. Sconsigliato leggere, scrivere, guardare film durante il viaggio, perchĂŠ questo obbliga a fissare un oggetto vicino e allora il malessere si moltiplica. Sdraiarsi, soprattutto con il mal di mare, aiuta ad attenuarne i sintomiÂť. Anche l’alimentazione potrebbe giocare un ruolo positivo o negativo, proprio perchĂŠ non esistono regole universali: ÂŤStudi scientifici americani dimostrano risultati contrastanti per

quanto attiene al bere e al mangiare: data la natura soggettiva della sintomatologia e del suo insorgere, non si è riusciti a ricreare situazioni standard per poter estrapolare regole che valgano per tutti e ciascuno deve affidarsi al proprio buonsenso e a quanto pensa gli dia giovamento. Taluni stanno meglio mangiando qualcosa, altri proprio il contrario. Pressione psicologica ed emicrania sono fattori che portano a soffrire maggiormente di mal di viaggioÂť. Chi sa di soffrire di questo disturbo può fare qualcosa a titolo preventivo, con l’assunzione di uno dei due medicamenti specifici: ÂŤQuelli che si possono acquistare senza ricetta medica sono gli antistaminici (sostanza attiva dimenhydrinat, meclozin), ma possono indurre sonnolenza e si sconsigliano a chi guida. Poi ci sono gli anticolinergici: questi possono produrre sedazione, una vista alterata, secchezza delle fauci e nelle persone anziane potrebbero causare attacchi confusionali e ritenzione urinaria, a causa della sollecitazione del sistema parasimpaticoÂť. Esistono anche metodi alternativi che, ci viene spiegato, hanno una propria efficacia: ÂŤĂˆ stato verificato

che lo zenzero è un ottimo pretrattamento quando se ne assume da uno a tre grammi prima della partenza. Esso è efficace contro il mal di mare e si suppone agisca direttamente sullo stomaco. Studi sull’agopuntura hanno dimostrato una certa efficacia della pressione applicata al punto P6 (ndr: si trova all’interno del polso), mentre non ci sono risultati scientifici che confermino l’efficacia dei magnetiÂť. AttivitĂ fisica e allenamento potrebbero aiutare a gestire altrettanto bene i sintomi del mal di viaggio. Malessere, tra le righe, antico quasi come il Mondo: ÂŤIl primo a descrivere la malattia da viaggio è stato addirittura Ippocrate, osservando quello che succedeva ai marinai, i cui sintomi principali erano rappresentati dalla nausea e dal vomito. Ecco il perchĂŠ del termine “nauseaâ€?: esso viene dal greco “nausâ€? che significa barca, proprio per le osservazioni di Ippocrate che per primo aveva scoperto questa malattia per la quale, purtroppo, non esiste una ricetta universaleÂť. I sintomi restano molto personali, ma con qualche accorgimento e un minimo di prevenzione il viaggio potrĂ trascorrere sereno per tutti.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

14

Ambiente e Benessere

Camminare o pedalare lungo uno dei tanti itinerari Viaggiatori d’Occidente Un modo diverso di trascorrere le vacanze che migliora

la nostra vita e ci cambia nonostante i nostri limiti

do», affine a tecniche di meditazione orientali. Di regola vi verrà proposto di unirvi a un gruppo con una guida e naturalmente può essere una buona idea per risparmiare e fare qualche Annuncio pubblicitario

ACTIV FITNESS Ticino è una società di proprietà della Cooperativa Migros Ticino. In previsione dell’apertura del nostro nuovo centro di LOSONE, stiamo selezionando

Responsabile spazio bambini / Assistenti spazio bambini A partire dal mese di ottobre 2014 (da 2 a 8 ore settimanali). Attività: gestire efficacemente lo spazio bambini, sulla base degli obiettivi fissati e in linea con il modello aziendale di Activ Fitness. Profilo richiesto: attestata formazione professionale nel settore e/o provata esperienza; buone capacità comunicative; attitudine alla negoziazione e predisposizione alla gestione della clientela; autonomia e spirito di iniziativa; conoscenza della lingua tedesca costituisce titolo preferenziale.

Addetti per le pulizie A partire dal mese di ottobre 2014 (2 ore al giorno dalle 22.00 alle 24.00, Sa/Do dalle 18.00 alle 20.00). Profilo richiesto: esperienza nel ramo; autonomia e spirito di iniziativa. Cosa offriamo: contratto a tempo indeterminato; ambiente di lavoro dinamico e motivante. Le persone interessate possono inoltrare la loro candidatura, corredata da curriculum vitae e certificati d’uso, all’indirizzo di posta elettronica: hr@activfitnessticino.ch indicando nome, cognome e attività per la quale ci si candida direttamente nell’oggetto della mail.

nuova amicizia, specie se siete alle prime armi; ma è anche possibile prendere ispirazione da uno degli itinerari proposti e poi personalizzarlo e adattarlo ai propri ritmi e ai propri compagni di viaggio. Per esempio, potreste chiedere alla guida di accompagnarvi per i primi giorni e poi di restare rintracciabile, al bisogno, in cambio di un compenso, mentre voi seguite la roadmap che vi ha preparato con le indicazioni della via e dei luoghi di sosta. Insomma cercate un buon equilibrio tra organizzazione e indipendenza: in fondo è il segreto di ogni viaggio ben riuscito. Pedalate – …se non volete camminare. Chi per esempio non ha mai percorso la ciclovia del Danubio, da Passau a Vienna («Azione» n. 26 del 27 giugno 2011), non dovrebbe esitare un attimo. Ciascuna riva ha una pista riservata ai ciclisti. Entrambe sono collegate da piccoli traghetti di legno, e hanno il fiume che scorre a fianco, verso l’Europa dell’est con il suo respiro profondo. Durante questo tipo di viaggio si incontrano piccole sorprese a ogni svolta: è difficile immaginare

un itinerario altrettanto facile e piacevole, ma al tempo stesso così appassionante. Anche qui nessuna ricerca di prestazioni sportive, niente eccessi di tecnologia nell’attrezzatura (quel che utilizzate nella vita quotidiana andrà benissimo), ma solo il piacere del vagabondaggio donchisciottesco, aperto agli imprevisti e alle sorprese del cammino, con la bicicletta nel ruolo del fido Ronzinante.

La mente si svuota dalle preoccupazioni, lo sguardo si fa chiaro e il pensiero diventa più ordinato e lineare Incontrate – Troppi viaggi sono uno spazio vuoto d’incontri, o popolato soltanto di incontri superficiali con chi per mestiere si prende cura di noi. Scegliete una meta, una forma di viaggio (per esempio evitando gruppi numerosi o tappe forzate) e soprattutto un atteggiamento mentale che

vi consenta di sostare, parlare, scambiare idee, entrare nelle vite altrui. La comunità è l’anima dei luoghi che custodisce: il resto è geografia, storia, storia dell’arte, accademia insomma. E ricordate che l’incontro più importante, continuamente rimandato, resta quello con lo sconosciuto che abita nella nostra testa e nella nostra stanza. Durante il resto dell’anno, l’incalzare delle preoccupazioni spesso ci estrania da noi stessi: la vacanza è anche il momento migliore per ritrovare il proprio centro. Sperimentate – La vacanza è per definizione un tempo vuoto che può essere utilizzato per nuove esperienze. E dunque imparate un mestiere tradizionale, coltivate una forma d’arte, imparate a suonare uno strumento musicale o iscrivetevi a una delle infinite scuole estive. Se durante il corso dell’anno ci ritagliamo faticosamente piccoli spazi di poche ore per le nostre attività preferite, continuamente interrotte per tornare al lavoro o alla famiglia, proviamo ora a dare continuità a questo sforzo. Mettiamo le attività creative al centro del programma della vacanza, per esempio per un’intera settimana, e consideriamo gli effetti che produce in noi. Se il desiderio e il piacere di queste nuove occupazioni cresce, invece di diminuire con la ripetizione, potreste avere scoperto quel che davvero desiderate fare nella vita. Un ultimo consiglio… – è quello di non accettare consigli. Dopo un onesto esame di coscienza, fate quel che davvero desiderate, non quello che gli altri si aspettano da voi. Il viaggiatore post moderno si è finalmente liberato dall’ansia di distinguersi dagli altri turisti e se preferisce di solito viaggi interessanti e un poco avventurosi, non esita di tanto in tanto a concedersi meritati piaceri e riposi, anche in una crociera o in un villaggio vacanze. Il migliore esempio è proprio Tony Wheeler – del quale segnaliamo questa settimana l’ultima avventurosa impresa nelle Bussole qui sotto – quando scrive con candore: «Adoro viaggiare comodamente, visitare Paesi ospitali, soggiornare in alberghi accoglienti e gustare cibi deliziosi».

Luoghi oscuri e instabili Bussole Inviti a letture per viaggiare «È sempre molto difficile spiegare che cosa ci guida quando decidiamo la destinazione di un viaggio. Alcuni anni fa, quando George W. Bush annunciò al mondo la sua invenzione di un “Asse del male”, il mio primo pensiero fu “voglio andarci”. E chi non avrebbe voluto? Iran, Iraq, Corea del Nord. Bush aveva involontariamente creato la perfetta lista dei desideri di un viaggiatore…» La bussola del viaggiatore non è quella della politica, dell’economia o dei media. Dovremmo saperlo, ma ogni tanto ci fa bene ricordarlo. Tony Wheeler, il fondatore delle guide Lonely Planet e probabilmente il maggiore viaggiatore contemporaneo, lo scoprì in occasione del suo primo viaggio nei «Paesi cattivi» (Bad Lands) e da quell’esperienza si portò via soprattutto il desiderio di riprenderla e continuarla. E così alla lista originaria - Afghanistan, Albania, Birmania, Cuba, Iran, Iraq, Libia, Corea del Nord (nella foto la capitale Pyongyang), Arabia Saudita - si aggiungono ora Colombia, Haiti, Israele

Pricey

I viaggiatori contemporanei, avvolti in una nube digitale dove si alternano infinite possibilità, scelgono sempre più tardi la meta e la forma delle proprie vacanze estive. Giugno può essere quindi un buon momento per dare qualche consiglio a chi ancora non ha deciso. Camminate – È la scelta più semplice, economica e al tempo stesso efficace. La grande qualità del cammino è che migliora la nostra vita senza che ci sia richiesto uno sforzo particolare di volontà. Il cammino ci cambia nonostante tutti i nostri limiti: basta abbandonarsi al ritmo binario del passo – prima una gamba, poi l’altra – per sentire che la mente si svuota dalle preoccupazioni, lo sguardo si fa più chiaro, il pensiero diventa più ordinato e lineare. Se qualche anno fa le proposte riservate ai camminatori erano piuttosto monotone e richiedevano parecchio adattamento, negli ultimi tempi l’offerta è aumentata e si è raffinata (per esempio www.cammini.eu, ma è davvero solo un esempio). I possibili itinerari sono ormai centinaia, in diversi Paesi europei e del Mediterraneo, alloggi e ristorazione sono molto migliorati e soprattutto si è fatta più consapevole ed elaborata la riflessione in cammino, sino al «cammino profon-

Compagnia dei Cammini

Claudio Visentin

e Palestina, Nauru, Pakistan, Papua Nuova Guinea, Repubblica democratica del Congo, Zimbabwe. Luoghi problematici, oscuri e instabili, che però spesso si traducono in viaggi interessanti e istruttivi.

Perché andare fuori rotta uscendo dagli spazi protetti del confortevole turismo internazionale (che peraltro a Tony Wheeler piace parecchio…) può essere un’esperienza rivelatrice? Per esempio fa scoprire che dei «Paesi buoni» (a cominciare dagli Stati Uniti) a suo vedere potrebbero essere la causa principale della cattiveria altrui… C’è poi il lato umano della questione. Paesi in difficoltà, che nei loro contorcimenti sembrano voler mettere in scena in forme esemplari le grandi tragedie del mito e della fiaba, propongono incontri sorprendentemente gradevoli, quasi che i posti difficili facciano apprezzare ancor più la gentilezza delle persone. Dissipare stereotipi e luoghi comuni, modificare opinioni consolidate, conquistare un nuovo punto di vista sul mondo: è per questo che viaggiamo. / CV Bibliografia

Tony Wheeler, Fuori rotta. Otto viaggi oltre la linea d’ombra, EDT, 2014, pp. 310, € 16,50.


15

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

Ambiente e Benessere Il cartello posto sull’argine del fiume Maggia a Losone, a indicare la zona riservata ai cani… liberi. (Ti-Press)

Come scegliere la tisana giusta Fitoterapia A ogni disturbo corrisponde

una pianta medicinale che lo cura, perfetta per quella particolare condizione Eliana Bernasconi

A spasso con Fido

Mondoanimale A margine dei fatti di cronaca si torna a discutere

della convivenza sul territorio di cani e umani Maria Grazia Buletti Negli scorsi mesi si è tornati a discutere sulle forme di convivenza fra cani e umani e sui confini fra la libertà degli uni e la sicurezza degli altri. I recenti fatti di cronaca, in particolare l’aggressione di una bambina da parte di un cane a Figino e quella di due ciclisti a Magadino, hanno riportato alla ribalta la talvolta conflittuale convivenza tra chi va a spasso con il proprio beniamino a quattrozampe e chi, a piedi o in bicicletta, usufruisce degli stessi spazi all’aria aperta. L’argomento tende sempre a surriscaldare gli animi e mette sul piatto della bilancia due realtà, tanto distinte quanto intersecate fra loro, come l’insindacabile incolumità e tranquillità delle persone e l’altrettanto legittima esigenza di movimento dell’animale. Parla chiaro, a questo proposito, l’articolo 71 della legge federale sulla protezione degli animali (OPAn), che al punto 1 della voce Movimento dice: «I cani devono essere portati fuori giornalmente e in funzione delle loro esigenze. Per quanto possibile, devono potersi muovere senza guinzaglio». Sempre secondo l’OPAn, inoltre, essi devono anche poter interagire socialmente con gli umani e con i propri simili (art. 70 Contatti sociali, punto 1): «I cani devono avere quotidianamente sufficienti contatti con le persone e, nel limite del possibile, con altri cani». È perciò il buonsenso a suggerire che bisogna trovare un equilibrio tra l’incolumità e la sicurezza della popolazione e delle persone a passeggio, e i detentori con i loro cani ai quali permettere di fruire di quel minimo di libertà, che spetta di diritto a quelli che definiamo i migliori amici dell’uomo. Si trattava di dimostrare che anche l’uomo è il migliore amico del cane, quando nel 2009 il comune di Losone si è lanciato in un’impresa a dir poco

pionieristica, riservando due ampie zone del proprio territorio ai cani in libertà. Col senno di poi, possiamo dire: vincendo così la scommessa data dall’equazione «più libertà (canina), meno incidenti». Oggi le cifre sconfessano di fatto chi paventava l’eventualità che questa soluzione potesse causare un aumento di incidenti dovuti a una maggiore densità del numero di cani. Inoltre l’Esecutivo losonese ha potuto osservare che le caratteristiche delle due zone adibite a svago per cani in libertà contribuiscono a mantenere la situazione maggiormente sotto controllo.

Lo dice anche la legge: «Per quanto possibile, i cani devono potersi muovere senza guinzaglio» Sulla scia di questa felice esperienza, anche Morbio Inferiore ha riservato una zona dove i cani possono passeggiare senza guinzaglio e socializzare; Bellinzona si sta muovendo nella stessa direzione e negli scorsi mesi ha preso contatto con il Cantone, proprietario dei terreni, per valutare la possibilità di destinare un’area per cani senza guinzaglio fra i ponti sul Ticino di Gorduno e Galbisio. Anche nel Sottoceneri, dopo i fatti di Figino, qualcosa si sta facendo a tal proposito. Che cosa ne pensano i fruitori di queste aree, quali sono i pregi e le eventuali pecche, così come pure come si svolge la concreta convivenza di tutti gli utenti di queste aree all’aria aperta è presto detto, per la stessa voce di chi ha già avuto modo di godere di quest’esperienza. «Non frequento abitualmente lo spazio di Losone perché abito nella zona delle Terre di Pedemonte e

Esperienza romanda Nel novembre dello scorso anno, il Gran Consiglio vodese ha votato una legge più severa sui cani, che permetterà al governo cantonale di ampliare, secondo il bisogno, la lista degli animali cosiddetti potenzialmente pericolosi. Inoltre, sempre secondo la nuova normativa vodese, i professionisti che portano a passeggio i cani di cui si occupano non potranno uscire con più di due esemplari alla

volta e nei luoghi pubblici dovranno tenere gli animali al guinzaglio corto. La legge che regola la tenuta dei cani nel canton Vaud è entrata in vigore dal 2008 e, secondo gli esperti, pare si sia mostrata utile e valida: le morsicature sono calate e il Governo è persuaso del fatto che la revisione delle norme, malgrado le forti critiche, riuscirà nell’intento di ridurle ulteriormente.

davanti casa dispongo di tutto l’argine per fare le passeggiate con il mio cane», racconta Jvetta Schira che pur si reca talvolta nell’area losonese dove dice di trovarsi molto bene: «È una zona ampia, il cane incontra molti suoi simili e può socializzare in tutta tranquillità, ma può anche evitare l’incontro se non ne ha voglia». La signora Schira apprezza il fatto che la zona verde, raggiungibile da più parti, non sia recintata: «Ma è un luogo esteso dove è possibile fare belle passeggiate e incontri cordiali con altri proprietari» e dove i ciclisti non vengono importunati dai cani: «Usano l’argine superiore e non si creano conflitti». L’impressione di Jvetta Schira a proposito dell’area di Losone è positiva e utile. Dello stesso avviso è Jeanette Ruedi che in compagnia dei suoi cani si reca a Losone, come pure alla golena di Bellinzona e alla Tenuta Balli di Breganzona: «Sono aree perfette per la socializzazione tra cani che va mantenuta comunque per tutto l’arco della loro vita. Naturamente, sarei più favorevole ad una convivenza sulla base del buon senso ovunque, senza dover sottostare alle limitazioni come i dog park». Jeanette Ruedi ci rende attenti al fatto che ogni Comune decide sul proprio territorio la regolamentazione sulla tenuta al guinzaglio dei cani: «Nel mio Comune bisogna tenerli al guinzaglio su tutto il territorio. Però io, nel limite del possibile, con responsabilità, buonsenso e rispettando il prossimo, lascio libero il mio cane perché ne ha bisogno come tutti i nostri amici a quattrozampe». Buonsenso invocato anche da Andrea Giuliani, di Morbo Inferiore, il quale premette che «quando sono a spasso con il mio cane libero non ho problemi di nessun genere con chi incontro, siano altri cani, ciclisti, pedoni o persone che hanno timore dei cani e che io rispetto in modo particolare, cercando di non metterli in difficoltà». Andrea Giuliani è convinto della bontà delle aree adibite a svago per cani liberi: «Soprattutto in prossimità di agglomerati urbani di una certa intensità, che fungono da socializzazione non solo per i cani, ma anche per i loro proprietari». Un suo appunto va comunque alla sensibilità che su questo tema va cambiando «in positivo per taluni, ma in negativo per altri che riducono sempre di più il margine di tolleranza non solo verso i cani, ma anche verso i propri simili umani». Nello specifico, conclude invocando per l’appunto buonsenso, responsabilità e tolleranza da ambo le parti: «Constato che sempre più spesso la vera differenza la fa il padrone e non il cane».

La fitoterapia e il suo vastissimo campo è più che mai al centro della ricerca scientifica per tutto quanto ancora rimane di inesplorato e si aggiunge a un patrimonio millenario. In questo secondo incontro con il dottor Gabriele Peroni ci concentriamo su una forma popolarissima di uso delle piante medicinali: la tisana. Gli esseri umani vi fanno ricorso da tempo immemorabile. Gabriele Peroni vi ha dedicato una delle sue numerose pubblicazioni: Il libro delle Tisane, Nuova Ipsa editore, Palermo, 2011. Si intende per tisana una pozione che contiene piccole quantità di principi attivi e può essere bevuta abitualmente senza inconvenienti. La tisana prende invece il nome di decotto quando si versa nell’acqua fredda una certa quantità di droga e si deve portare il tutto a ebollizione per un certo tempo a motivo del fatto che le parti da utilizzare sono piuttosto resistenti e contengono sostanze poco sensibili al calore come radici e cortecce, sali minerali o mucillagini (per esempio con l’equiseto). Quando invece la bevanda è ottenuta estraendo i principi medicamentosi della pianta solo mediante acqua bollente o molto calda (nella misura indicata e lasciando riposare il tutto, coperto, per un certo tempo, come si fa con piante delicate, al pari dei fiori di camomilla o dei petali di papavero che si danno ai bambini), essa prende il nome di infuso. Per delimitare maggiormente il campo, rivolgiamo alcune domande al dottor Peroni sulle tisane che da sempre regalano rilassamento e calma, da bersi in caso di tensione nervosa eccessiva, ipertensione, eccitabilità, stati d’ansia, oppure quando per mille motivi il sonno non arriva.

a quel punto la inviterò a cambiare, consigliandole ad esempio di prendere una passiflora, una valeriana, un meliloto o… le piante sono tantissime, l’importante è sempre avere la persona giusta cui rivolgersi. Possiamo trovarla anche da soli?

Possiamo provare a farlo anche noi stessi, ma per i piccoli problemi quotidiani. Del resto è quello che si fa con i farmaci, come quando per un po’ di mal di testa si prende un’aspirina. Se però il problema è serio, evidentemente, ci si affida allo specialista. Non esiste un metodo a priori, si valuta caso per caso, tenendo conto delle patologie che ci affliggono, in relazione ad altri farmaci o rimedi naturali assunti nel caso di certe allergie o intolleranze. Come dicevo, occorre fare affidamento all’esperienza dell’operatore e alla letteratura scientifica più accreditata. Per esempio: che differenza esiste fra l’azione della camomilla e l’azione della melissa? Sono entrambe tisane rilassanti?

La camomilla è un generico, un digestivo, un miorilassante dei muscoli, è del tutto innocua e si dà anche ai bambini, oppure a una persona che non dorme perché è contratta, o ancora a chi non smette mai di lavorare mentalmente. In questi casi la camomilla scioglie la muscolatura e aiuta a dormire. La Melissa ha numerosissime altre proprietà, è digestiva, è indicata per il trattamento di disturbi di origine psicosomatica, incrementa la condizione di calma e lo stato di vigilanza, cura nervosismo, tensione nervosa, insonnia, ipertensione e non da ultimo aiuta la memoria. (Ndr: la Melissa, detta anche citronella, è stata introdotta in occidente dagli arabi. Largamente usata nel Settecento, era molto apprezzata l’Acqua di Melissa dei carmelitani) La consiglia sempre negli stati ansiosi?

Per ogni problema abbiamo più piante e facilità di assunzione e quindi possiamo scegliere e osservare la nostra reazione. Se parliamo di piante per tisana (poiché le stesse piante le possiamo trovare anche in forma di Tintura madre, cioè maggiormente concentrate) le più usate sono Biancospino, Camomilla, Iperico, Lavanda, Luppolo, Melissa, Menta, Passiflora, Tiglio, Valeriana. Possono essere prese da sole o in associazione (miscele).

Non sempre, se una persona mi dice di avere un’ansia che mi le fa venire la tachicardia, le consiglio senz’altro il Biancospino, se per lo stesso motivo un’altra persona mi dice di provare un blocco allo stomaco le consiglio la vecchia e cara Camomilla. Allo stesso modo, se un’altra mi dice che ansia e preoccupazioni le fanno venire spesso male all’intestino, consiglio il Luppolo che oltre a essere rilassante è indicato per l’insonnia e ha un’azione specifica sulla muscolatura dell’intestino.

È vero che la stessa pianta produce effetti diversi a dipendenza della persona?

Sempre limitandoci alle tisane, che cosa bere per superare la stanchezza primaverile?

Ognuno di noi è un’entità biologica unica e irripetibile, fortunatamente non possiamo essere «tabellati». Io e lei siamo due persone diverse e non è detto che la stessa pianta abbia la stessa azione su di noi: con una tisana di camomilla io dormo e lei sta con gli occhi sbarrati! Fortunatamente sono molte le piante che hanno un’azione simile su un certo disturbo, non necessariamente su una patologia, solo sperimentando possiamo trovare quella più efficace e gradevole. Se io le consiglio la Melissa alla sera e lei dopo almeno una settimana di prova mi dice che non funziona,

L’infuso di Eleuterococco, conosciuto da millenni nella medicina tradizionale cinese, salvo nei casi di ipertensione, è indicato negli stati di stress, surmenage psicofisico, astenia con sindrome depressiva, astenia sessuale. Oppure l’infuso di Ginseng, detto anche «radice uomo», una delle piante medicinali più antiche e famose sul quale esistono studi sterminati, e che cresce nelle regioni montuose di Cina, Corea, Giappone e Russia. Oppure ancora, come tonico generale, consiglio il decotto di Tribolo, che cresce in Italia nei territori sabbiosi.

Quali erbe consiglia in questi casi?

Una mistura di diverse sostanze per tisane. (Selena N.B.H)


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

16

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

17

Ambiente e Benessere

Ambiente e Benessere

I defogliatori… naturali Biodiversità L’albero è una casa abitata da numerosi inquilini che non si fanno concorrenza per il cibo – Prima parte

Rosicchiano le foglie, le arrotolano, le succhiano per fabbricare galle, erodono i semi e assumono grandi quantità di polline Nelle regioni dell’Eurasia e del Nord America con clima temperato sono conosciute 2360 specie differenti di alberi: 1750 le latifoglie e circa 600 le conifere. Nel canton Ticino il bosco occupa più del 50 per cento del territorio e sono note 34 specie di alberi indigeni (autoctoni) dalle pianure a oltre 2000 metri di altitudine in montagna. A questo già ricco contingente si aggiungono i numerosi alberi introdotti dall’uomo nel corso del tempo: robinie, palme, eucalipti, magnolie, cedri, ailanti, tuje, gingko e tanti altri. In Svizzera solo il

Sigario della betulla (Byctiscus betulae).

canton Giura ha un’altrettanto cospicua copertura arborea. L’albero cresce spontaneo dalle nostre parti ed esprime la vocazione naturale del territorio, grazie alle caratteristiche climatiche. Chi possiede una cascina «ai monti» conosce la continua lotta per contrastare l’inesorabile avanzata del bosco «mangiaprati». L’albero può essere favorito dall’uomo, grazie ai rimboschimenti del forestale. Ma la sua presenza può essere creata anche da sognatori, quale è stato Elzéard Bouffier, la cui epopea è stata splendidamente narrata da Jean-Giono (1980) nel suo libro L’uomo che piantava gli alberi. Dove è raccontata l’umana e toccante storia di un pastore provenzale (un

berger avec ses brébis). Elzéard Bouffier, negli anni 1910-1925, da solo e senz’alcun aiuto, aveva avuto l’ammirevole costanza di piantare centinaia di migliaia di alberi (querce, faggi, betulle). Così facendo modificò il clima locale, colonizzando e riportando a nuova vita una landa un tempo deserta e desolata per il dissennato agire umano, ma già terra florida, ricca di boschi e di acque in epoca romana. Tutto opera di un pastore del Midi francese, che passò felice la sua vita seminando alberi senz’altra ricompensa che il piacere e la soddisfazione di averlo fatto. Durante la buona stagione, l’albero – che sia una latifoglia oppure una coni-

fera – è un’immensa e complessa tavola imbandita a disposizione di immensi eserciti di insetti. Con una continua lotta per vivere e non essere divorato o succhiato irrimediabilmente in tutte le sue parti, l’albero si difende con meccanismi differenziati elaborando sostanze chimiche inappetibili (gli allelochimici) quali sono le resine, i tannini, i fenoli, gli alcaloidi. Tutte sostanze che hanno lo scopo di tenere lontani gli insetti antagonisti, o almeno diminuire il livello delle loro presenze a soglie compatibili per la vitalità dell’albero. Grazie alla fotosintesi, l’albero attraverso le foglie trasforma l’energia solare in energia chimica. E le foglie sono le parti degli alberi più appetite dagli

insetti. Sono i defogliatori che possono divorare il fogliame di interi boschi. Così facendo, questi insetti trasformano la materia vegetale vivente in un fertile concentrato costituito principalmente di: azoto, potassio, sodio, fosforo, il tutto deposto al suolo sotto forma di escrementi. Un insieme di sostanze basilari per la vitalità degli alberi e con un elevato potere nutritivo per i suoli forestali. Le defogliazioni non vanno viste infatti come un danno irreparabile, bensì come una forma di naturale potatura che, in ultima analisi risulta vantaggiosa sia per l’albero sia per il suolo sottostante. È stato possibile fare questa constatazione dopo le ricorrenti pullulazioni di alcuni insetti defogliatori (i bruchi delle farfalle come il bombice della quercia e del castagno, la processionaria del pino e della quercia, la crisomela degli ontani e dei pioppi, il bombice dell’abete rosso). Da non sottostimare il considerevole impatto degli antagonisti predatori e parassitoidi, che contribuiscono a una diminuzione delle pullulazioni. Molti insetti hanno a cuore le sorti della loro figliolanza. Predispongono alloggio e cibo con artefici elaborati, com’è l’opera dei coleotteri sigarai. Infatti, il nascondere le proprie uova in un «sigaro» ottenuto grazie all’arrotolamento delle foglie di betulla, di quercia, di castagno e di pioppi, si è rivelato un metodo ingegnoso e razionale per assicurare cibo, casa e protezione dai pre-

Fiori di pino mugo.

datori e dalle inclemenze del tempo alla giovane larva, nata dall’uovo deposto da mamma-sigaraia. Anche i fabbricanti di galle (i galligeni) non sono da meno in fatto di generosità nei confronti della loro figliolanza, sebbene gli esiti di questa generosità possano essere catastrofici per l’economia umana. Gli afidi (i pidocchi delle piante) sono vicini parenti delle cimici. Hanno un apparato boccale predisposto per succhiare e non per masticare. La struttura principale è costituita da uno stiletto rigido che perfora le pareti esterne della foglia (oppure del fusto), e ne aspira i liquidi. Così operando inietta nel vegetale, insieme con la saliva, delle sostanze chimiche irritanti, che provocano un disordine nelle cellule, con scompensi e alterazioni. Queste proliferano in maniera abnorme assumendo un aspetto tumorale e generando una struttura di forma definita e caratteristica per ciascun vegetale: la galla, cibo e riparo per numerose popolazioni di afidi.

Infiorescenze del salice delle capre.

Ammassi di pollini su salice delle capre.

Galle-ananasso provocate da un afide sull’abete rosso.

Alcuni alberi sono prodigiosi produttori di pollini, ma il fatto non fa piacere alle numerose persone allergiche! Il polline ha la funzione di assicurare la continuità della vita del vegetale, ed è questo il grande disegno delle leggi della Natura. Uno strobilo di pino silvestre contiene 600mila pollini, e un ramo con più strobili fino a nove milioni. Nelle foreste finlandesi dello stesso albero sono prodotti fino a 80 chili per ettaro. Grazie alle ricerche quantitative fatte nelle foreste della Scandinavia è stato possibile calcolare che in quelle di abete rosso (Picea abies) sono prodotte 75mila tonnellate di polline ogni anno. Betulle, querce e abete rosso raggiungono la strabiliante cifra di 100 milioni di pollini per un singolo ramo dell’albero preso in considerazione. Gran parte di questi quantitativi sono dispersi dal vento o cadono a terra. Ma una notevole quantità è fonte di nutrimento per gli insetti pollinivori, che assicurano inoltre l’impollinazione incrociata. Partico-

larmente vistosa e determinante è la benefica azione e l’attività di api, formiche, bombi e farfalle. L’albero è una casa abitata da numerosi inquilini che non si fanno concorrenza per il cibo, anche quando si tratta di legno ai vari livelli: gli xilòfagi. Bibliografia

Ivo Ceschi, Il bosco del Cantone Ticino, Armando Dadò editore (Locarno), 2004, 322 pp. Knut Faegri e Johannes Iversen, Textbook of Pollen Analysis, John Wiley & Sons (Chichester, New York, Toronto), 1989, 328 pp. Mario Ferrari e Danilo Medici, Alberi e arbusti in Italia, Edagricole (Bologna), 1998, 967 pp. Jean Giono, L’uomo che piantava gli alberi, Salani Editore (Milano), 1996, 51 pp. Herbert Hedlin ed al, Encyclopedia of Trees, Salamander Books Ltd. (Londra), s.d., 256 pp.

Annuncio pubblicitario

Annuncio pubblicitario

GRANDE CONCORSO

La forza del magnesio per la vita di tutti i giorni

TROVAMI DENTRO UNA VENEZIANA JOWA!

Foto Flavia Leuenberger

«Dai tempi più antichi, l’albero rappresenta il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio e della saggezza. Ogni albero è la dimora segreta di mille creature appariscenti o sconosciute, sorprendenti o sfuggenti, in quella rete fittissima di rapporti, che forma le fondamenta e la vitalità dell’equilibrio ecologico». (Franco Tassi 1996, Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo).

Coccinella del pino cembro (C. trifasciata).

Integratore alimentare. Disponibile nella vostra farmacia o drogheria.

Biomed AG, 8600 Dübendorf, www.biomed.ch © Biomed AG. All rights reserved.

Alessandro Focarile, testo e foto

2.80 Veneziane sacchetto da 4 pz./220 g

In vendita in tutti i Supermercati di Migros Ticino.

In palio 5 lingottini d’oro da 5 grammi del valore di ca. Fr. 200.– l’uno. Maggiori informazioni a pagina 46.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

18

Ambiente e Benessere Cucina di Stagione La ricetta della settimana +,#//* "& !*+#,-&) $,E 9E?N *) (#)-* )). ’# CAJ ).(#,&D $,E I?E7

Melanzane impanate su ragù di pomodori Piatto principale

"3@167 ?D80 , BBB:=*3=76:-2

$* <3A3=>* 1*=><76753-* ./4 +@76 1@=>7

!(0 (*’&(/( 8DD -75+36*C3763 .3 1@=>7 9/< 4;/=>*>/

Ingredienti per 4 persone: 4 uova · 1 mazzetto di erbe miste · 4 cucchiai di farina

+)%’ ’ .$)$/+

· 2 melanzane piccole di circa 200 g · sale, pepe · 600 g di pomodori · 1 scalogno · 4 cucchiai d’olio d’oliva · 1 presa di zucchero

%7>/ 93--*6>3 9/< -23@./</ 34 9*=>7

&! ! ’)$ () /( ’- ’ $ ( ’1 & ( # ’ # 1+ +)( )$/’ $ ., . - ) ’% $ ($ " )& ($ -+ (# )’

Sbattete le uova in una fondina. Mettete da parte qualche erbetta per guarnire, tritate il resto delle erbe e mescolatele con le uova. Versate la farina in un’altra fondina. Tagliate le melanzane per il lungo a fette di 2 mm. Conditele con sale e pepe. Tagliate i pomodori a dadi di 2 cm. Tritate lo scalogno. Soffriggete i pomodori e lo scalogno nella metà dell’olio per circa 2 minuti. Condite con sale, pepe e zucchero. Scaldate l’olio rimasto in un tegame. Passate le fette di melanzana prima nella farina, poi nell’uovo e doratele a fuoco medio da entrambi i lati. Accomodate le melanzane sul ragù di pomodori e guarnite con le erbe. Preparazione: 30 minuti. Per persona: circa 11 g di proteine, 16 g di grassi, 15 g di carboidrati, 1050 kJ/250 kcal.

2%F;:<;0H6 0<<0 1F0G;<;0>0 2& G6:F6H; 3K<;>0F; 5; #=;< @<<;4 3K@3@ 56<<0 >0M;@>0<64 B6F 0<;=6>H0F6 <0 L@:<;0 5; :@< 56; >@GHF; 30<3;0H@F;E

,-

$K@3@ 6 8;0==6

Un esemplare gratuito si può richiedere a: telefono 0848 877 869* fax 062 724 35 71 www.saison.ch * tariffa normale L’abbonamento annuale a Cucina di Stagione, 12 numeri, costa solo 39.– franchi.

Annuncio pubblicitario

In aggiunta alle oltre 400 etichette

Los Pasos Carménère

Ora ti propone anche le migliori offerte di vini

Heldenblut Dôle du Valais AOC

2012/2013, Central Valley, Cile, 6 x 75 cl Rating della clientela:

2012, Vallese, Svizzera, 6 x 70 cl Rating della clientela:

Diploma d’argento Expovina

Birra Löwenbräu di Monaco di Baviera

Domaine de Lognac rosé Costières de Nîmes AOC

in lattina, 50 cl

2013, Costières de Nîmes, Francia, 6 x 75 cl

Votate ora! Carne bianca, carne rossa, formaggio saporito e stagionato Carménère 1–3 anni

Carne bianca, piatto unico, formaggio stagionato

1/2 prezzo

17.85

Pinot Noir, Gamay 1–4 anni

12.– di sconto

38.70

Prodotti di salumeria, piatto unico, carne rossa, carne bianca, formaggio a pasta molle Grenache, Syrah

2d3i sc% onto

9.–

di sconto

1–3 anni

26.70

invece di 35.70

invece di 50.70

invece di 35.70

3.– a bottiglia invece di 5.95

6.45 a bottiglia invece di 8.45

4.45 a bottiglia invece di 5.95

–.85 invece di 1.10

Offerte valide dal 10 al 16 giugno 2014 / fino a esaurimento / i prezzi promozionali delle singole bottiglie sono validi solo nella rispettiva settimana promozionale / decliniamo ogni responsabilità per modifiche di annata, errori di stampa e di composizione

Enoteca Vinarte, Centro Migros S. Antonino

Enoteca Vinarte, Centro Migros Agno

Orari d’apertura: lu–ve 9.00–18.30 / gi 9.00–21.00 / sa 8.00–17.00 tel.: +41 91 858 21 49

Orari d’apertura: lu–ve 8.00–18.30 / gi 8.00–21.00 / sa 8.00–17.00 tel.: +41 91 605 65 66


OFFERTA PROFUMERIA dal 24 maggio al 14 giugno 2014.

te a i m r Rispa a fino .–!* 0 0 1 CHF Presso la vostra farmacia Amavita con profumeria. www.amavita.ch

O O O O N N N N O O O O BU BU BU BU CHF 20.–*

CHF 40.–*

CHF 50.–*

CHF 100.–*

* Consegnando questo buono, al vostro prossimo acquisto a partire da CHF 100.– per voi uno sconto di CHF 20.–. Buono utilizzabile presso la vostra farmacia Amavita con profumeria. Non cumulabile con altri buoni, offerte promozionali, articoli già scontati o altre agevolazioni. Ad eccezione degli assortimenti di cosmetica dermatologica, naturale, biologica e popolare.

* Consegnando questo buono, al vostro prossimo acquisto a partire da CHF 200.– per voi uno sconto di CHF 40.–. Buono utilizzabile presso la vostra farmacia Amavita con profumeria. Non cumulabile con altri buoni, offerte promozionali, articoli già scontati o altre agevolazioni. Ad eccezione degli assortimenti di cosmetica dermatologica, naturale, biologica e popolare.

* Consegnando questo buono, al vostro prossimo acquisto a partire da CHF 250.– per voi uno sconto di CHF 50.–. Buono utilizzabile presso la vostra farmacia Amavita con profumeria. Non cumulabile con altri buoni, offerte promozionali, articoli già scontati o altre agevolazioni. Ad eccezione degli assortimenti di cosmetica dermatologica, naturale, biologica e popolare.

* Consegnando questo buono, al vostro prossimo acquisto a partire da CHF 500.– per voi uno sconto di CHF 100.–. Buono utilizzabile presso la vostra farmacia Amavita con profumeria. Non cumulabile con altri buoni, offerte promozionali, articoli già scontati o altre agevolazioni. Ad eccezione degli assortimenti di cosmetica dermatologica, naturale, biologica e popolare.

Valido esclusivamente dal 24 maggio al 14 giugno 2014 sull’assortimento di profumeria presso la vostra farmacia Amavita con profumeria.

Valido esclusivamente dal 24 maggio al 14 giugno 2014 sull’assortimento di profumeria presso la vostra farmacia Amavita con profumeria.

Valido esclusivamente dal 24 maggio al 14 giugno 2014 sull’assortimento di profumeria presso la vostra farmacia Amavita con profumeria.

Valido esclusivamente dal 24 maggio al 14 giugno 2014 sull’assortimento di profumeria presso la vostra farmacia Amavita con profumeria.


Con il buon burro svizzero un simpatico premio Rac a ba colga rre i cod e sc del ici b e mo tivo lga il s urro pre uo feri to!

Telo da bagno «Farfalle» &RQ VLOKRXHWWH GL IDUIDOOH Diritto: spugna di cotone 100%. 5RYHVFLR VWR¸ D D ULJKH FRORUDWH 'LPHQVLRQL ™ FP

Telo da bagno «Grittibänz» &RQ XQ *ULWWLE¦Q] in versione spiaggia, velluto di cotone 100%. 'LPHQVLRQL ™ FP

Telo da bagno «Forbicicchio» &RQ PRWLYL IRUELFLFFKLR Diritto: spugna di cotone 100%. 5RYHVFLR VWR¸ D TXDGUHWWDWD YHUGH H ELDQFD 'LPHQVLRQL ™ FP

Su www.burro.ch o chiamando l’Infolinea burro 031 359 57 00 WURYHU¢ DOWUH LQIRUPD]LRQL H WXWWR TXDQWR RFFRUUH VDSHUH VXL WLSL GL EXUUR SURGRWWL LQ 6YL]]HUD

Finalmente un premio al buon gusto!

Che andrà alle prime 9000 ordinazioni.

Assapori almeno 2 kg di prodotti svizzeri a base di burro (burro speciale o da cucina, burro o crema per arrostire / non sono ammessi i prodotti light), UDFFROJD L FRGLFL D EDUUH DG HV ™ J H VL DJJLXGLFKL FRV® XQ SUHPLR HVFOXVLYR 5LWDJOL H SXOLVFD L FRGLFL D EDUUH FKH ¹ JXUDQR VXOOH FRQIH]LRQL /L LQYLL SRL DVVLHPH DO WDOORQFLQR FRPSLODWR D 6ZLVVPLON 3URGXWWRUL 6YL]]HUL GL /DWWH 36/ 3URPR]LRQH %XUUR FDVHOOD SRVWDOH %HUQD Termine di invio: 25 luglio 2014.

signora

signor

Non dimentichi di indicare il motivo che desidera!

nome

cognome

LQGLUL]]R

13$ ORFDOLW¢

e-mail Q GL WHOHIRQR

DQQR GL QDVFLWD

*ULWWLE¦Q]

Forbicicchio

)DUIDOOH

&RQ /HL YLYRQR DQFKH GHL EDPELQL" V® QR Condizioni di partecipazione: termine di invio: 25 luglio 2014. /H FDUWROLQH LQYLDWH GRSR TXHVWD GDWD QRQ VDUDQQR SUHVH LQ FRQVLGHUD]LRQH 3RVVRQR SDUWHFLSDUH WXWWH OH SHUVRQH GRPLFLOLDWH LQ 6YL]]HUD Non si invia più di un premio per economia domestica. , SUHPL VRQR GLVSRQLELOL ¹ QR D HVDXULPHQWR GHOOH VFRUWH 6RQR YDOLGL VROR L FRGLFL D EDUUH RULJLQDOL FKH Ë JXUDQR VXOOH FRQIH]LRQL di burro svizzero DQFKH EXUUR R FUHPD SHU DUURVWLUH VRQR HVFOXVL L SXQWL )/25$/3 SHU XQ SHVR FRPSOHVVLYR GL DOPHQR NJ DG HV ™ J ™ J H ™ J ™ J H ™ J 6DUDQQR FRQVLGHUDWL WXWWL L FRGLFL D EDUUH GL FRQIH]LRQL D SDUWLUH GD J I prodotti light sono esclusi; SHU GH¹ QL]LRQH XQ SURGRWWR GL EXUUR FRQWLHQH DOPHQR Oa GL PDWHULH JUDVVH SURYHQLHQWL GDO ODWWH 6RQR FRQVLGHUDWL YDOLGL WXWWL L FRGLFL D EDUUH GL FRQIH]LRQL D SDUWLUH GD J 6L DFFHWWD VROR EXUUR H FUHPD R EXUUR SHU DUURVWLUH GL SURGX]LRQH VYL]]HUD ,O SUHPLR VDU¢ LQYLDWR TXDQWR SULPD ma non possiamo indicare una data di consegna precisa. /aLPPDJLQH SX´ GL¸ HULUH OHJJHUPHQWH GDOOaRULJLQDOH 6ZLVVPLON 36/ VL ULVHUYD LO GLULWWR GL QRQ LQYLDUH HVDWWDPHQWH LO SUHPLR GHVLGHUDWR PD XQ SUHPLR VLPLOH , SUHPL QRQ VRQR FRUULVSRVWL LQ FRQWDQWL 6XOOaD]LRQH SURPR]LRQDOH QRQ VL WLHQH DOFXQD FRUULVSRQGHQ]D ,O ULFRUVR ª HVFOXVR 3DUWHFLSDQGR D TXHVWD D]LRQH SURPR]LRQDOH /HL DXWRUL]]D OD )HGHUD]LRQH GHL 3URGXWWRUL 6YL]]HUL GL /DWWH H L VXRL SDUWQHU D XWLOL]]DUH SHU HYHQWXDOL VFRSL GL PDUNHWLQJ L GDWL PHVVL D GLVSRVL]LRQH , GDWL FKH /D ULJXDUGDQR VDUDQQR WUDWWDWL FRQ¹ GHQ]LDOPHQWH


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

21

Ambiente e Benessere

Rimanere sempre concentrati Sportivamente Si perde se ci si lascia distrarre. Non dovrà più succedere all’incontro successivo.

Per la Svizzera sarà l’Ecuador la squadra da battere, il 15 giugno a Brasilia, al suo esordio agli attesi Mondiali di calcio Alcide Bernasconi Non si può dire che la preparazione si prestasse a qualche critica o che l’approccio alle partite amichevoli premondiali tradisse una mancanza di professionalità, del resto assolutamente non richiesta. A settant’anni, con parecchi mondiali alle spalle da non poter ormai più tenerne un conteggio immediato, che si può pretendere dall’attempato telespettatore sportivo, ancorché armato delle migliori intenzioni?

Una delle cose che accomuna gli agonisti è la capacità di rimanere col pensiero sull’obiettivo più importante: il prossimo avversario Questo mondiale brasiliano è atteso come non mai dal nostro tifoso rossocrociato, uno di quelli che si vanta di tener duro e perciò frequenta regolarmente Cornaredo, qualsiasi tempo faccia. Poco importa se il suo Lugano è reduce da una sconfitta o da una prestazione deludente, dopo anni e anni di magre. Senza averlo entusiasmato più di tanto, questa nazionale di Ottmar Hitzfeld – il c.t. che darà il suo addio alle panchine sempre più comode dei grandi stadi, compresi quelli un po’ più piccoli, come quello di Lucerna che ha permesso ai rossocrociati di spiccare il volo per il Brasile, forte di due vittorie – gli offre ancora qualche momento di euforia. La squadra capitanata da Inler deve sapere che sono parecchi i vecchi tifosi che hanno riservato, per tutto il periodo dei Mondiali, la televisione di

Quanto conta il televisore per godersi un mondiale di calcio? (Keystone)

casa. Il modello più recente, tanto per intenderci. E già sono pronte, amorevolmente lavate e stirate, diverse bandierine con la croce bianca in campo rosso da esporre sul balcone nel caso in cui la Svizzera riuscisse a rispettare almeno la prima parte del cammino che si è ripromessa di percorrere nella patria del calcio-spettacolo. Ossia in Brasile dove, va detto, la nazionale di casa non solleva più gli entusiasmi d’un tempo, almeno da parte della popolazione che vive nell’indigenza. Sappiamo che i mondiali brasiliani non sono nati sotto una buona stella, a causa di una forte contestazione della gente che vive nella più grande povertà; una protesta che la polizia ha soffocato con la violenza, una protesta nata per il grande spreco di denaro usato per la costruzione di nuovi stadi che rimarranno in pratica deserti quando si concluderà la grande rassegna calcistica,

mentre altre spese pazzesche comporterà la realizzazione di impianti sportivi e l’organizzazione, fra appena due anni, dei Giochi olimpici estivi. Questo sport (mica solo il calcio) piace sempre meno anche al vecchio tifoso, il quale si è preparato comunque con scrupolo per l’avvenimento. Delle bandierine abbiamo detto: in pratica sono tutto quanto gli è stato concesso per festeggiare eventuali successi (tutt’altro che scontati) di Lichsteiner e compagni al cospetto di avversari che hanno tutti un obiettivo minimo, uguale a quello degli svizzeri. Nella fase di qualificazione agli ottavi di finale essi si chiamano Ecuador (15 giugno, a Brasilia), Francia (20 giugno a Salvador) e Honduras (25 giugno, a Manaus). Insomma, gli svizzeri dovranno correre e stringere i denti, affrontando anche temperature, in alcuni casi, tropicali.

Beh, il vecchio tifoso era convinto di aver fatto le cose per bene in settimane di preparazione all’avvenimento. Sveglia il mattino, né troppo presto e neppure tardissimo. Subito un’aspirina cardio, poi le pillole delle varie cure, un caffè, qualche fetta di pane. Quindi, attenta lettura dei giornali, anche quelli della Svizzera tedesca, completando l’aggiornamento sui nostri alla radio e alla tv, con le interviste che si condensano nel trito e ritrito luogo comune di qualsiasi sport: «Dobbiamo essere concentrati sulla prossima partita». In fondo è ciò che ha cercato di fare anche il nostro tifoso: riposo e un po’ di ginnastica con piegamenti vari, avanti, indietro, saltelli sul posto, ancheggiamenti, il tutto per prevenire i mali delle prolungate sedute sulla poltrona davanti al teleschermo. E tanta, tantissima concentrazione. Ah, già, il teleschermo! Il nostro ne

sognava uno gigante che sarebbe stato impossibile portare in sala seguendo un percorso normale. Ci sarebbe voluta una gru, giù in giardino, e la spesa sarebbe stata assolutamente sproporzionata. Anche l’idea di un apparecchio che garantisse l’alta qualità era caduta dopo un consiglio di famiglia. Il problema che il nostro non ha mai voluto confessare è che la vista si è ridotta assai col passare degli anni. Dove finiscono i puck nell’hockey? E la palline gialle sparate al servizio dai vari Gulbis, tutti nemici giurati di Federer, al Roland Garros? Persino il vecchio pallone, sempre più camuffato da quei disegni che addirittura lo… hanno sgonfiato – come ha dimostrato Behrami contro il Perù – sfugge ormai facilmente alla vista del nostro. Risultato? Con la complicità di un gioco… alla valeriana, negli ultimi mesi il vecchio tifoso finiva invariabilmente per addormentarsi riproponendo una sua vecchia ma sempre impressionante colonna sonora. Era allora che si svegliavano i rossocrociati per infilare uno o due golletti! Lo stesso è successo con l’ultima partita degli azzurri contro il Lussemburgo, almeno per quanto riguarda l’inopinato pareggio degli avversari di Balotelli e compagni. In fondo, tutto ciò non cambia nulla, visto che rossocrociati, azzurri, francesi e tutti gli altri si sono limitati a commentare di essere sulla buona strada. A patto, come sempre, di rimanere concentrati. Quanto a me, auguro a tutti buon divertimento, senza inutili arrabbiature e, chi volesse, per accertarsi che il nostro tifoso eviti di addormentarsi sul più bello, potrà telefonargli, visto che mi ha dato il suo numero, autorizzandomi a divulgarlo, comunque soltanto fra gli amici più fidati. Hitzfeld? No, il tecnico rossocrociato non figura fra questi…

Giochi Cruciverba La maggior parte delle informazioni pervenuteci, dichiarano che Napoleone Bonaparte era alto…. Trova il resto della frase risolvendo il cruciverba e leggendo nelle caselle evidenziate.

ORIZZONTALI 1. Certi, alcuni 6. Lo dice l’oratore 7. Iniziali di Copernico 9. Plurale maiestatico 10. Un numero 11. Le iniziali dell’attore Sperandeo 12. Guida il capitano 13. «Vi può cadere» l’asino 17. Abbracciano la vita 18. Indovinello, quesito 19. Il «Sommo Poeta» 20. Contrapposta all’altra 21. Neoformazioni contenenti materiale organico 23. Il settentrione d’Italia 24. Quindici meno undici 25. Poco percettibile 27. Abbellire, decorare 28. Nome maschile VERTICALI 1. Spesso precede il grazie 2. Un libro della Bibbia 3. Pronome personale 4. Un terzo di undici 5. Inattivo, inoperoso 8. Si dice per correggersi 10. Piccole immagini sacre 12. Simulazioni 13. Giusti, equilibrati 14. Riassunto, nel riassunto 15. Vi risiede la regina d’Olanda 16. Le iniziali del cantante Zarrillo 17. Gruppi sociali chiusi 19. Preposizione 21. Noto servizio segreto 22. Un anagramma di Noé 24. Due in quinta 26. Le iniziali dell’oncologo Veronesi

Sudoku Livello facile Scopo del gioco

Completare lo schema classico (81 caselle, 9 blocchi, 9 righe per 9 colonne) in modo che ogni colonna, ogni riga e ogni blocco contenga tutti i numeri da 1 a 9, nessuno escluso e senza ripetizioni.

Soluzione della settimana precedente

Il proverbio nascosto – Proverbio risultante: Cattive lingue taglian piú della spada


DAL 10 AL 23 GIUGNO

PUNTI

x 0 2


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

23

Politica e Economia Il Brasile allo specchio Un gigante affaticato aspetta fremente il Mondiale che spera di vincere – Prima parte

Elezioni farsa in Siria Bashar al-Assad è stato riconfermato per la terza volta alla guida del Paese con un quasi plebiscito. Dall’Occidente si levano le proteste, che dimostrano però quanto sia fallimentare la sua credibilità in Medio Oriente

Minacce europee Nel recente voto per l’europarlamento sono entrate forze antieuropee, ma a preoccupare veramente sono i Paesi da cui provengono

Il generale della discordia Ritratto di Ulrich Wille, il controverso comandante dell’esercito svizzero durante la Prima guerra mondiale

pagina 25

pagina 27

pagina 29

AFP

pagina 24

La terra del futuro Copa do mundo La politica sociale di Lula e di Dilma ha compattato il Paese ponendolo all’attenzione del mondo

che lo ha inserito nei Brics. Un club a cui Brasilia tiene molto ma che con Washington non ha grande sintonia Lucio Caracciolo Il grande scrittore d’origine austriaca (poi naturalizzato britannico) Stefan Zweig dedicò uno dei suoi ultimi libri al Brasile, «terra del futuro». Si era in piena Seconda guerra mondiale. Da allora, un motto non troppo scherzoso accompagna le discussioni sul rango di quella immensa nazione – estesa quasi quanto gli Stati Uniti – nelle gerarchie internazionali: «Il Brasile è e sarà sempre la terra del futuro». Questo stigma ricorre anche adesso che nelle città brasiliane ci si appresta contemporaneamente a festeggiare l’avvio della Coppa del Mondo di calcio e a denunciare gli enormi sprechi, le inefficienze e la corruzione che ne hanno segnato i lunghi anni di preparazione, tanto da far esclamare ai responsabili della Fifa che quella brasiliana è stata la peggiore organizzazione di tutti i tempi nella storia dei Mundial. Di sicuro quella che doveva essere una celebrazione della grandezza nazionale rischia di tradursi in un formi-

dabile flop, con migliaia di persone in piazza e scontri inaspriti dai black bloc e dalle violenze di una polizia alquanto manesca. La presidente Dilma Rousseff (nella foto) minaccia di stroncare duramente le proteste, che in realtà punteggiano le cronache brasiliane almeno dal giugno 2013. E che rischiano di mettere a repentaglio la rielezione dell’ex braccio destro del sempre popolarissimo suo predecessore, Lula. Il quale aveva lasciato la guida del Paese all’apice del successo, avendo favorito una notevole crescita economica nella stabilità monetaria e, soprattutto, sviluppato con successo una politica sociale destinata a ridurre le forti diseguaglianze che dividono da sempre i pochi ricchi dai moltissimi poveri. Tale approccio, centrato su programmi di sostegno come la «Bolsa Familia», ha certamente ridotto le ingiustizie nella società brasiliana, ma ha anche dato voce a una nuova piccola borghesia che non si accontenta più di accedere al consumo ma vuole diritti politici e voce nello spazio pubblico.

La politica sociale di Lula, proseguita da Dilma, è stata anche la base per compattare il Brasile e porlo così all’attenzione del mondo. Dall’inizio del secolo la geopolitica globale ha infatti nella diplomazia di Brasilia un attore di rilievo, con l’ambizione di compartecipare al club dei Grandi, incluso un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il Brasile è inserito nell’eterogeneo gruppo Brics, con Russia, India, Cina e Sud Africa, che spesso si trova a contrastare l’influenza statunitense nel mondo, e nel più vasto G20, che ambisce a sostituire il G8 come massimo summit globale. L’alto profilo d’immagine garantito dagli impegnativi marchi Brics e G20 implicherebbe una geopolitica attiva, non solo ambiziosa. Il Brasile sembra invece interessato al marchio più che alla sostanza. Ad esempio, che senso ha rivendicare un seggio permanente al Palazzo di Vetro se su ogni questione di peso Brasilia si astiene? Così in tutte le crisi recenti, dalla Libia alla Siria all’Ucraina. La diplomazia

brasiliana si orienta sugli altri Brics, talvolta allargati alla Germania, spesso capaci di mobilitare – nelle sedi Onu e non solo – decine di Paesi non allineati, terzomondiali o comunque insofferenti verso le pretese di ciò che resta dell’Occidente. Brasilia critica Washington sui grandi temi del clima, delle regole commerciali (memorabile il sabotaggio lulista dell’Area di libero scambio panamericana, cara a Bush) e degli interventi «umanitari», ma scansa lo scontro diretto. Salvo quando nel settembre 2013 Dilma scopre che le sue comunicazioni sono intercettate dallo spionaggio americano e offesa cancella una visita di Stato con pranzo di gala alla Casa Bianca. Vista da Washington, Brasilia è più un fastidio che una risorsa. Percezioni americane e autopercezioni brasiliane non collimano. Il Brasile si allinea quasi sempre alle altre potenze emergenti, flirta con le sinistre anti-yankee in Sud America e altrove, si offre baluardo anticolonialista agli

africani – con paternalismo neocoloniale. Soprattutto, si lega a Pechino. Dal 2009 la Cina ha scavalcato gli Stati Uniti quale principale partner commerciale del Brasile. Forse in questi anni Brasilia ha fatto il passo più lungo della gamba. Almeno questo è quanto pensano i non troppo benevoli interpreti della versione pessimistica del motto di Zweig. Quella che configge il colosso sudamericano in un destino di permanente subordinazione rispetto ai grandi del mondo, ai quali disperatamente cerca di agganciarsi da almeno un secolo, venendone respinto o peggio ignorato. Certo, nella percezione a breve termine molto dipenderà dall’esito della Coppa del Mondo. In caso di vittoria della Seleçao, almeno in Brasile (ma non solo, la Nazionale brasiliana è la seconda scelta dei tifosi che amano il calcio, non importa da quale Paese vengano) si festeggerà a lungo. I perfidi diranno che sarà per dimenticare che il Brasile è e sarà sempre il Paese del futuro.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

24

Politica e Economia

Brasile campione dei ritardi Un Paese allo specchio Strozzata dalla sua stessa crescita economica, l’immensa nazione sudamericana è oggi

in festa per il grande evento sportivo, sul quale incombe l’incognita della protesta di piazza – Prima parte

Ultimissimi giorni concitati in Brasile, un gigante affaticato che aspetta fremente il Mondiale che spera, di cuore, di vincere. Tutto a posto e niente in ordine, però nella logistica del grande evento. Ritardi nella costruzione degli stadi, infrastrutture realizzate a metà e, nelle dodici città ospiti delle partite, organizzazione ancora per aria. Otto morti nei cantieri delle grandi opere, l’inflazione cresciuta del 6,7% in un anno e un’agguerrita «Associazione vittime dei Mondiali» che denuncia 250mila sfratti a causa dei lavori in corso, non rasserenano il clima. Grandi proteste civili confabulate via Internet, che minacciano di diventare grosse manifestazioni di strada, contro la grande spesa pubblica per i Mondiali: 28 miliardi di reais, circa 9 miliardi di euro, preventivati dal governo per i Mondiali a cui va aggiunto un 50% di sovrapprezzi causati dai ritardi. La parola d’ordine nei cantieri del Mondiale è tapear obras: arrangiare quel che c’è, rimediare alla bell’e meglio, metterci una pezza. L’ha lanciata Gustavo do Vale, presidente dell’Infraero, l’impresa pubblica che amministra gli aeroporti. Sei degli otto scali che dovevano essere ampliati da Infraero per i Mondiali (Confins nello Stato di Minas Gerais, Ciabà, Curitiba, Salvador de Bahìa, Porto Alegre e Fortaleza) non saranno pronti. Di fronte all’evidenza dei ritardi, l’impresa ha riformulato il cronogramma dei lavori. «Riconosco che siamo in ritardo – ha ammesso Gustavo do Vale – possiamo fare in modo che migliori comunque l’operatività degli aeroporti senza terminare le opere del tutto». La maggior parte delle grandi opere sono state solo promesse, la metropolitana leggera a Salvador de Bahía esiste solo sulla carta, a Rio de Janeiro non sono finiti i lavori per estendere quella esistente. L’incognita della protesta di piazza non è una variabile di poco conto per Dilma, appena confermata leader del Pt dal suo padrino politico che sembrava invece volerla sostituire in corsa come candidata, l’ex presidente della Repubblica Lula da Silva (al governo dal 2003 al 2010, il periodo del boom economico: il 4% di crescita all’anno con il salto del 7,5% nel 2010). Non sono solo teppisti professionisti a promettere disordini contro Dilma. C’è parte della base sociale del Pt tra gli incappucciati pronti a lanciare le molotov perché l’era lulista (2003-2010) è stata, sì, un’epoca d’oro, ma ora l’entusiasmo per il riscatto sociale si è affievolito. La cintura industriale di San Paolo, la gigantesca fabbrica di operai in cui è nato politicamente l’ex presidente Lula, è in fase di deindustrializzazione. Alla politica di redistribuzione dei governi del Pt che ha trasformato socialmente il Paese portando fuori dalla miseria 40 milioni di persone («notevoli» i risultati della lotta alla povertà, secondo l’Ocse), non si è associata una fase di irrobustimento dell’industria nazionale. Le

aziende manifatturiere perdono quota e quelle di alta tecnologia non decollano. Il miracolo economico brasiliano non è altro che la fame di consumi della famosa «fascia C» delle statistiche nazionali, la nuova classe media: decine di milioni di persone che fino a qualche anno fa avevano difficoltà a sopravvivere e che ora comprano tv a rate, frullatori, aria condizionata split. Non è poco: è uno straordinario fenomeno, prodotto di scelte politiche

li, oltre all’espansione della domanda cinese, che compra dal Brasile più degli Stati Uniti. Il settore agroindustriale garantisce quasi la metà del prodotto interno lordo (che nel 2013 è cresciuto del 2,3%, grazie però a una iniezione di 58 miliardi di euro della Banca nazionale per lo sviluppo). Rappresenta il 40 per cento delle esportazioni e il 20 per cento degli impieghi. La sesta economia del mondo dipende dalla volubilità dei prezzi dell’agrobusiness.

incentivo fiscale o qualsiasi altra misura di stimolo per l’industria perde facilmente di efficacia. Gli esperti lo chiamano «costo Brazil». E cosa questo significhi lo capisce qualsiasi turista in un ristorante a Rio de Janeiro appena si vede arrivare un conto di 30 dollari per un pollo fritto. È il paradossale effetto boomerang del boom, il costo insostenibile della vita in un Paese che si ritrova strozzato dalla sua stessa crescita eco-

coraggiose di ridistribuzione della ricchezza pubblica. Ma è la classe media a crescere a ritmi cinesi, non l’economia industriale brasiliana. In Brasile è ormai classe media il 60 per cento della popolazione, circa 115 milioni di persone. Che consumano merce scadente d’importazione e che sono spesso indebitate. Il consumo interno nell’ultimo anno è cresciuto del 2,3 per cento, ma il grande salto c’era già stato nei sette anni precedenti. La politica economica e sociale del Pt di Lula da Silva e ora di Dilma Rousseff ha portato risultati storici come l’azzeramento del debito estero. Oggi il Brasile è creditore del Fondo monetario internazionale. Molto hanno aiutato l’impennata negli anni scorsi dei prezzi internazionali dei prodotti agricoli e l’export di nuovi combustibi-

In quel settore la produttività è cresciuta del 17 per cento nel 2013. Ma nello stesso periodo la contrazione dell’industria manifatturiera è stata dell’1,3 per cento. I settori dei servizi sono aumentati solo del due per cento, mentre quelli della produzione industriale dell’1,3. La bassa produttività è legata soprattutto al basso tasso di investimenti industriali nazionali e questa carenza strutturale colpisce l’industria manifatturiera che ha bisogno di alte iniezioni di denaro per poter incorporare sistematicamente tecnologie avanzate e così evitare di retrocedere rispetto ai competitori esteri. I costi di produzione della manifattura brasiliana sono aumentati del 65 per cento negli ultimi cinque anni. Quelli cinesi del 20. Con l’inflazione in aumento, un

nomica, fatta anche di un micidiale cocktail di tasse alte, servizi scadenti e infrastrutture da XVII secolo. È raddoppiato il numero delle automobili nelle città negli ultimi 6 anni, ma le strade sono sempre le stesse disastrate strade del ventennio scorso. In Brasile è precipitato l’indice di disoccupazione. Ma molti, nell’esercito dei nuovi lavoratori, vedono il costo della vita crescere più del loro salario nonostante l’aumento del costo del lavoro che teoricamente dovrebbe mantenere il passo dell’inflazione. Milioni di persone che comprano, per la prima volta in vita loro, lavatrici, automobili, telefoni cellulari: è stato questo il miracolo economico brasiliano. Ma quei prodotti sono fabbricati in Cina, non in Brasile. Il boom brasiliano consiste nell’accesso al consumo da

Keystone

Angela Nocioni

parte di un esercito di ex poveri, meno poveri di prima, che da sei, sette anni, sperimentano per la prima volta il benessere inteso come possibilità di consumo. È un boom fatto da un’impennata della domanda quotidiana interna, non della produttività. In Brasile non c’è più crescita industriale. Si compra tanto nel mercato nazionale e si vende nel mercato estero, ma non si fabbrica molto. E cosa si vende? Quello che si vendeva durante l’impero portoghese: risorse naturali, minerali e agricole. A parte l’etanolo. Il Pil della sesta economia mondiale, superiore da tre anni a quello della Gran Bretagna, è tale grazie all’export di materie prime, non di prodotti finiti. Zucchero, tabacco, soia, miglio, agrumi, caffè, cacao, fagioli, carne bovina. L’occasione del doppio appuntamento internazionale conquistato dal Brasile, i Mondiali di calcio ora e i Giochi olimpici a Rio nel 2016, avrebbe potuto forse far recuperare forze e capitali per creare una occasione virtuosa per l’economia, ma l’opinione pubblica non è certa che sia così. Tanto che i Mondiali sono diventati un tabù nella campagna elettorale presidenziale. E se l’occasione di sviluppo offerta dai Mondiali delude, i lavori per le Olimpiadi di Rio 2016 non promettono molto meglio. È stata ideata una nuova rete di trasporti carioca che colleghi le quattro aree della città in cui si terranno gli eventi, ma il progetto verrà ridimensionato. John Coates, vicepresidente del Comitato Olimpico Internazionale, dopo sei sopralluoghi definisce i preparativi per l’evento 2016 «i peggiori di sempre, peggiori di Atene», dove i lavori finirono a ridosso dell’inaugurazione dei Giochi. Arrabbiati per l’andazzo preso nella gestione delle grandi opere di Rio 2016 non sono solo i black bloc. Flavio Ferreira è un vecchio architetto di fama internazionale. Da appassionato urbanista innamorato della sua città, ha lottato con tutte le forze perché, per ospitare il centro servizi delle Olimpiadi, si ristrutturasse l’antico e bellissimo porto su cui si affaccia il centro storico di Rio, invece di costruire edifici e strade nello spazio vuoto lungo la spiaggia di Barra, asettica periferia, sogno di consumo della nuova classe media in cerca di status. Ferreira per ristrutturare il vecchio porto ha promosso un dibattito tra gli intellettuali, ha mobilitato l’università carioca, colleghi illustri e giornali. Non c’è stato niente da fare. Davanti alla cartina di Rio aperta sul tavolo da disegno, traccia con la matita grandi linee lungo il profilo delle coste sinuose di Rio. Ha l’aria furente del leone in gabbia. «Costruire il centro servizi delle Olimpiadi laggiù, a Barra, nel nulla, in un posto piatto e bianco, scollegato dal centro che niente ha a che vedere con la morfologia di Rio, a cosa serve? A far guadagnare miliardi agli speculatori immobiliari – spiega Ferreira – che venderanno orrendi edifici quadrati a Barra subito dopo le Olimpiadi. Ha vinto la città del business, sulla città delle persone». Annuncio pubblicitario

valido fino al 30 giugno

Buono

O NT SCO % 20 + esame dell’udito gratuito

BELLINZONA Viale Stazione 27 <wm>10CAsNsjY0MDAy0bUwMzczNwUA6a_BYQ8AAAA=</wm>

<wm>10CFXKqw6AMAxG4Sfq8rdrO0YlmVsQBD9D0Ly_4uIQ56iv97CEr6Wte9uCAVGavHixmLgm4WCzVDngEAHrjIosrBk_TaIKBcZrCE6QgfqcOI9snq7jvAEvEHQecAAAAA==</wm>

+ prova gratuita dei nuovi apparecchi acustici

100% invisibili

Ticinese

apparecchi acustici

091/825.23.69

AGNO 091/857.41.41 Piazza Vicari 4 PREGASSONA (LUGANO) 091/940.30.30 Via alla Bozzoreda 37

www.centroacusticoticinese.ch


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

25

Politica e Economia

Siria, i calcoli del regime Elezioni farsa Bashar al-Assad si è fatto confermare per la terza

Marcella Emiliani «Vergognose», «inutili», «indecenti». In Occidente il coro è stato unanime nel giudicare le elezioni presidenziali che si sono svolte in Siria il 3 giugno scorso. Più preciso il giudizio degli oppositori interni al regime di Bashar al-Assad: «elezioni di sangue». Perché sono nate dal sangue, si sono svolte nel sangue e il sangue sarà il loro epilogo. Il vincitore è stato, come ampiamente previsto, Bashar al-Assad che si è fatto riconfermare per la terza volta alla presidenza portando a casa l’88,7% dei voti, una specie di plebiscito, appena mascherato dalla presenza in lista di altri due candidati. L’affluenza alle urne sarebbe stata del 73,47% degli aventi diritto, una percentuale ancora più grottesca del risultato, visto che non hanno votato le regioni del

calcolato che dal 30 marzo al 20 maggio scorso siano stati effettuati almeno 1864 sorvoli, il 58% dei quali appunto con elicotteri armati con le micidiali bombe-barilotto. Ma è il calcolo politico di Bashar l’aspetto più gelidamente inquietante della vicenda. Il 15 febbraio di quest’anno sono falliti i negoziati tra il regime e l’opposizione, detti Ginevra 2, mediati da Lakhdar Brahimi per conto dell’Onu e della Lega araba. In ballo c’era la road map per una transizione pacifica al dopo Bashar laddove l’opposizione (presente con la sola Coalizione nazionale siriana), con l’appoggio degli Stati Uniti e di molte altre cancellerie occidentali, intendeva avviare la Siria ad un genuino processo democratico con la creazione di un governo ad interim che avrebbe dovuto indire elezioni per la Costituente. Di quel governo

tù dell’appoggio fattivo di Hezbollah, dell’Iran, della Russia e della Cina, tutti partner notoriamente poco sensibili al rispetto dei diritti umani, civili e politici. Ma Bashar ha disinnescato la primavera di Damasco anche in virtù degli errori dell’Occidente. Minacciare interventi armati, come ha fatto Barak Obama dopo il 21 agosto 2013 e dopo il bombardamento con gas nervino di un sobborgo di Damasco, e fare una rapida marcia indietro non ha certo aiutato l’opposizione siriana. Come non aiuta l’opposizione affermare che il regime di Damasco è un regime fuorilegge, e poi ammettere che rappresenta il male minore rispetto agli estremisti islamici che lo combattono (al Nusra e l’Isis, Islamic State of Iraq and Sham alias Siria) come ha fatto di recente Tony Blair, inviato speciale in Medio Oriente a

AFP

volta alla presidenza con l’88 per cento dei voti, una sorta di plebiscito truccato

«L’intero Stato è in crisi» Intervista Secondo l’analista egiziano

Issandr el Amrani, il neoeletto generale Al Sisi dovrà guidare un Paese frammentato in un clima molto instabile

AFP

Costanza Spocci e Giulia Bertoluzzi

nord e dell’est in mano ai ribelli, senza contare i quasi tre milioni di rifugiati che, fuggiti all’estero, a tutto pensavano meno che a legittimare elezioni farsa. Il fatto è che un dittatore feroce ha usato uno strumento democratico come le elezioni per poter continuare una politica di durissima repressione contro i suoi stessi concittadini che dal 2011 ad oggi è costata la vita ad almeno 150.000 persone e ha provocato il ferimento di altre 680’000. Inoltre su una popolazione che conta 23 milioni di abitanti, il 40% risulta sfollata, mentre sono fuggite in Libano, Giordania, Iraq e Turchia non meno di 2 milioni e 800’000 persone stando alle cifre ufficiali dell’Unhcr, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati. Ora, anche in virtù delle elezioni del 3 giugno, la politica che ha portato a tutto questo continuerà. Cosa si aspettava infatti Bashar alAssad dalle urne? Innanzitutto doveva indire le presidenziali perché il suo secondo mandato settennale scade il 17 luglio, e farsa per farsa, meglio avere le carte in regola, anche se truccate. In secondo luogo doveva capitalizzare il vantaggio militare acquisito quest’anno sul terreno nelle tre roccaforti dell’opposizione armata al suo regime, Hama, Aleppo e Homs: un risultato ottenuto con l’aiuto degli Hezbollah libanesi e non è stato certamente un caso che sui manifesti elettorali a favore di Bashar (in Rayban neri ed espressione truce quanto enigmatica) fosse presente anche il faccione barbuto di Nasrallah. Detto tra parentesi, su Aleppo e Homs fino a pochi giorni prima dell’apertura delle urne sono piovute micidiali barrel bombs (bombe imbottite di esplosivo, spezzoni di ferro, e materiali infiammabili, misti a pesticidi e clorina) che, sganciate da elicotteri, propagano la distruzione in un raggio di chilometri. Sulla sola regione di Hama, poi, è stato

però Bashar e i suoi non dovevano fare parte. Il regime siriano, spalleggiato da Russia e Cina, non ha accettato l’estromissione dell’attuale presidente e tutto si è bloccato. Brahimi però doveva continuare a lavorare per una Ginevra 3, ma non appena ha saputo delle elezioni, vedi caso, si è dimesso. Le presidenziali, infatti, hanno lo scopo principale di affossare la road map della transizione negoziale concepita dalla comunità internazionale (leggi: soprattutto Stati Uniti, Europa e Stati arabi sunniti) sostanzialmente per far fuori Bashar col minor spargimento di sangue possibile. La ricetta della transizione di Bashar invece è tutt’altra ed è contenuta nella Costituzione fatta approvare in fretta e furia dallo stesso Bashar nel 2012, Costituzione che prevede l’esistenza di partiti «legali» di opposizione, che possono entrare in parlamento e presentare anche propri candidati alle presidenziali. Non era mai successo prima, ma – come dicevamo – alle presidenziali del 3 giugno hanno concorso due veri e propri pellegrini senza nessuna chance di affermazione come Maher Abdul-Hafiz Hajjar (dell’Hizb Iradat Al-Sha’ab cioè il Partito della volontà del popolo, comunista, che ha ottenuto il 3,2% dei voti) e Hassan bin Abdullah al-Nouri dell’Iniziativa nazionale per l’amministrazione e il cambiamento in Siria, che è talmente di opposizione da esser stato ministro tanto con Hafez al-Assad quanto con Bashar. In tutti i casi ha portato a casa il 4,3% dei consensi. Questa la ricetta ufficiale della transizione sulla carta. Nei fatti nudi e crudi la strategia del regime prevede di autoperpetuarsi costi quel che costi, con l’assedio e il bombardamento delle roccaforti dell’opposizione e il massacro della popolazione civile. Finora, è brutto dirlo, questa strategia ha pagato in vir-

nome del cosiddetto Quartetto ovvero Onu, Usa, Unione europea e Russia. Probabilmente Blair ha detto ad alta voce quello che molti politici occidentali (e mediorientali) pensano. Di fronte all’atrocità della crocifissione di cristiani e all’orgia di sgozzamenti ad opera dei terroristi islamici, come è stato denunciato negli ultimi tempi, perfino Bashar con le sue gasificazioni di massa può sembrare il male minore. Ma viene davvero da chiedersi che fine abbia fatto la politica e la diplomazia internazionale. Evidentemente nessuno nelle cancellerie occidentali si rende conto della posta in gioco dietro la guerra civile siriana. La totale inazione dell’Occidente tutto, Stati Uniti in testa, segnerà il tramonto definitivo della credibilità del medesimo Occidente in un’area calda e cruciale qual è il Medio Oriente e contemporaneamente toglierà forza alla stessa idea di democrazia come alternativa ai regimi tirannici e corrotti che ancora prosperano numerosi nella regione. In attesa dunque che qualcuno si svegli a Washington, a Londra, piuttosto che a Parigi, Bonn o a Roma, segnaliamo che a garantire lo svolgimento «corretto» delle elezioni, il regime siriano ha invitato solo osservatori dei paesi amici: Russia, Cina, Iran, Venezuela, Nicaragua e Cuba, che – come è noto ai più – sono grandi esperti in fatto di elezioni free and fair. Alla stampa internazionale è stato impedito l’ingresso in Siria. Quanto ai rifugiati all’estero è stato loro formalmente concesso di votare a partire dal 28 maggio, ma in maggioranza hanno disertato gli uffici di registrazione, perché registrarsi significava essere automaticamente schedati dai servizi di sicurezza del regime. I medesimi che hanno garantito la «pace sociale» nelle poche aree in cui non infuria la guerra e dove i fan di Bashar al Assad hanno affollato i seggi.

«Le presidenziali egiziane ci hanno fatto capire che il Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF) è andato completamente nel panico», ci dice Issandr el Amrani, analista al Cairo dell’International Crisis Group per il Nord Africa e autore del blog «The Arabist». Il Comandante delle Forze Armate egiziane Abdel Fattah Al Sisi ha vinto le scorse elezioni del 26 e 27 maggio con il 93,3% dei voti contro il 3% del nasserista Hamdeen Sabbahi. Un risultato elettorale scontato, ma in cui non sono mancati colpi di scena: a fronte di una scarsa affluenza alle urne il primo ministro ha dichiarato un giorno di vacanza nazionale, e la Commissione Elettorale ha poi optato per un’estensione del voto al terzo giorno. «Una decisione che, oltre danneggiare l’immagine dello stesso Sisi», commenta Amrani, «la dice lunga su che tipo di regime si sta instaurando in Egitto: poco coordinato e molto più insicuro di quello che abbia mai dato a vedere». Il vero problema non era il tasso di partecipazione in sé (46%), quanto piuttosto assicurarsi che non ci fosse uno scarto importante tra i numeri effettivi e le attese dichiarate. Non è detto che questo episodio comunque mini per forza la sua legittimità a governare: «la realtà è che comunque tutte le istituzioni statali lo appoggiano», rendendo chiara quella che sarà la sua spina nel fianco. Amrani spiega che «le istituzioni agiscono in modo impulsivo e senza seguire una strategia coerente». Ed è proprio questo, secondo Amrani, il punto di svolta per capire se Sisi «sarà un vero democratico e se lo Stato egiziano saprà agire coerentemente». Secondo l’analista, è l’intera struttura statale ad essere in crisi. «Sisi non potrà neanche contare a vita su un aiuto gratuito dal Golfo e avrà difficoltà ad attuare le drastiche riforme neoliberali richieste dalle organizzazioni internazionali», spiega Amrani. «Questo Paese ha visto la gente scendere in piazza negli ultimi tre anni; immaginiamo che il governo decida di tagliare i sussidi, ad esempio sul carburante: il giorno dopo si troverebbe tutta la categoria degli autotrasportatori a bloccare ogni strada del Paese». Sisi è un uomo piuttosto giovane proveniente dall’esercito, «fa già parte del meccanismo, e ha più probabilità di gestirlo rispetto ad un esterno». Parlando di riforme strutturali però, aggiunge: «Nemmeno Mubarak in 30 anni è riuscito ad attuarle». Il regime che si è instaurato negli ultimi 9 mesi è molto più restrittivo di quello di Mubarak, e in pochissimo tempo molto sangue è già corso nelle strade egiziane. «Sisi non ha ancora un partito di governo pronto, e una volta formato sarà difficile che venga impostata una disciplina interna tale per cui i membri agiscano da politici, e non da businessmen legati all’esercito,

che creano il loro partito ad hoc giusto per entrare in parlamento e avere un appoggio forte». E quindi la domanda da porsi è: chi è nell’entourage di Sisi? «Onestamente non credo che un uomo entrato nell’esercito all’età di 15 anni e che è stato nell’intelligence militare per gli ultimi dieci anni, si circonderebbe di persone che non vengono dall’esercito». «Nel 2011, i giovani avevano focalizzato il malcontento sulla classe dirigente egiziana, e sono proprio loro a non aver votato in queste ultime elezioni. «Considerando che in un anno dalle 20 alle 25mila persone sono state incarcerate e che più di duemila sono state uccise, non sarei così sicuro che i ragazzi che avevano partecipato alla rivoluzione del 2011 potranno starsene senza fare niente contro gli abusi e le torture della polizia». E se da una parte ci sono i giovani, dall’altra rimangono i Fratelli Musulmani. «L’organizzazione avrà sicuramente bisogno di tempo per riprendersi dagli arresti, dall’esilio forzato e dall’espropriazione dei beni». L’organizzazione si è frammentata, la leadership è stata dispersa in parte all’estero e in parte in prigione, ma nonostante tutto continua ad operare. «La vera incognita» spiega Amrani, «è se la leadership ha o no il potere d’imporsi qualora decidesse di prendere una direzione precisa». «Alcuni membri lasceranno e i più giovani ascolteranno sempre di meno le indicazioni della leadership», come è successo in diversi casi di violenza nell’Università del Cairo. La difficoltà della nuova presidenza sarà dunque quella di gestire un panorama politico molto frammentato ed è anche lecito chiedersi come si svilupperà il nuovo sistema. I centri di opposizione sia giovanile, sia di sinistra che della Fratellanza, rimarranno ad operare in strada o riusciranno in qualche modo ad inserirsi in un’opposizione istituzionale? L’esercito resta l’unica istituzione forte del Paese ma deve agire in uno stato in crisi. Importante sarà la composizione del futuro parlamento e come e se la legge elettorale sarà modificata: quella corrente privilegia le candidature indipendenti, quindi l’aumento di clientelismo e corruzione. «La maggioranza dei partiti vorrebbe un sistema basato su lista che potrebbe creare una macchina partitica stabile. Se non dovesse cambiare, rischiamo di ritrovarci con una replica del Partito Nazional-democratico di Mubarak basato su quelle stesse ambizioni personali che hanno poi portato al suo collasso». Se le parlamentari si svolgeranno davvero prima della fine di quest’anno, non ci sarà il tempo necessario a formare un nuovo partito di governo e «Sisi sarà costretto ad affidarsi a coalizioni frammentate di partiti, dai conservatori e pro-militari ai più liberali e di sinistra. E il clima di instabilità rimarrà in ogni caso alto».


. O T N E M O M L E D À NOVIT 20x PUNTI

IL COLORE CHE I TUOI CAPELLI AMERANNO! CON

NETTARE DI FIORI & OLI BOTANICI

NUOVO

11.80 per es. Nectra Color nuance 400, Marrone Scuro

LUCENTEZZA LUMINOSA TRATTAMENTO STRAORDINARIO ESCLUSIVO PROFUMO FLOREALE Yulia usa nuance 400 Marrone Scuro

In vendita nelle maggiori filiali Migros. SU TUTTE LE COLORAZIONI DI NECTRA, OFFERTA VALIDA DAL 10.06. AL 23.06.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Nectra Color è in vendita alla tua Migros



E N O I Z U D I R I D 20%


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

29

Politica e Economia

Credit Suisse e Ubs, due destini diversi Vertenza fiscale La strategia della giustizia

americana è cambiata e cerca di colpire chi aiuta gli evasori. C’è da sperare che ora si possano chiudere i casi delle altre banche e tutti i contenziosi del passato

Keystone

Ignazio Bonoli

Il generale che divise la Svizzera

La Grande guerra Ritratto di Ulrich Wille, controverso comandante

dell’esercito svizzero durante la Prima guerra mondiale Luca Beti Non è riuscito a entrare nel cuore della gente, Ulrich Wille. Il generale della Prima guerra mondiale più che unire, come fece Henri Guisan, assurto a padre della nazione durante il secondo conflitto bellico, acuì la spaccatura che correva lungo il confine linguistico. Wille era troppo vicino agli Imperi centrali, alla Germania, era troppo simile a quello prussiano-tedesco il suo credo militare per trovare sostenitori nella Svizzera latina. A quasi 90 anni dalla morte, Ulrich Wille continua a dividere: per gli uni rimane un modello, per gli altri un nemico. Di sicuro, quella di Wille è una figura dalle mille sfaccettature, dai contorni definiti, spigolosi, quasi taglienti, come del resto lo sono le forti personalità. «Ulrich Wille continua a spaccare la Svizzera, soprattutto a causa delle sue visioni militari. Lui propugnava un’idea secondo cui la formazione militare dovesse educare il soldato all’obbedienza attraverso l’addestramento, il cosiddetto drill, e la condotta severa. Quest’opinione divide gli ufficiali dell’esercito elvetico fino agli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso», ci illustra Rudolf Jaun, professore emerito di storia militare svizzera e storia contemporanea presso l’Università di Zurigo. «A smembrare la Svizzera è anche il suo ruolo durante lo sciopero generale del novembre 1918. Per la borghesia, Wille è il generale che ha salvato la Svizzera dalla rivoluzione rossa. Dal ‘68, la sinistra propone un’altra visione dei fatti, ossia che il capo dell’esercito ha schiacciato con la forza lo sciopero. Ancora oggi, la controversia permane tra gli storici». Ma chi è Ulrich Wille? Nasce nel 1848 ad Amburgo. È figlio di un giornalista politico e di una scrittrice. Nel 1851, la famiglia si trasferisce in Svizzera, dove acquista la tenuta Mariafeld a Feldmeilen, sulle rive del lago di Zurigo. Segue le lezioni scolastiche impartite dai genitori e all’età di 17 anni entra all’Università di Zurigo. Studia diritto a Halle e Heidelberg, in Germania. Con il dottorato in legge in tasca, decide di intraprendere la carriera d’ufficiale istruttore di artiglieria nell’esercito elvetico. «È molto ambizioso», ricorda Jaun. «È sua intenzione riformare l’istruzione militare e per questo motivo promuove le sue idee con una serie di articoli e acquistando una rivista specialistica. Alla sua corrente, detta “in-

novatrice”, si contrappone quella “nazionale”, fedele alle forme di istruzione tradizionali. Licenziato dal Consiglio federale nel 1896, viene reintegrato quattro anni dopo nell’esercito». A questo punto, la sua carriera è un continuo crescendo: è nominato colonnello comandante di divisione, poi comandante di corpo d’armata e gli viene assegnata la cattedra di scienze militari al Politecnico federale di Zurigo. Nell’agosto 1914, con lo scoppio della Prima guerra mondiale, l’Assemblea federale è chiamata a scegliere il generale che dovrà salvaguardare la sovranità della nazione. A contendersi la prestigiosa carica ci sono Ulrich Wille e il grigionese Theophil Sprecher von Bernegg. La maggioranza delle due Camere vuole eleggere Sprecher, il Consiglio federale, invece, Wille. «Per far pendere l’ago della bilancia in favore di Wille, il governo ritarda la nomina affinché possa esercitare il suo influsso sui parlamentari», ricorda il professore. «In questo lasso di tempo, Ulrich Wille si reca nell’alloggio personale di Sprecher, che intanto si sta preparando per il giuramento davanti all’Assemblea federale, e lo convince a cedergli il passo, proponendogli in cambio la funzione di capo dello Stato maggiore generale dell’esercito». Così, nella tarda serata del 3 agosto 1914, Ulrich Wille viene eletto generale. Wille gode dei favori del Consiglio federale per le sue ottime relazioni, sia politiche sia militari, con la Germania e con l’imperatore Guglielmo II. «Nel 1912, l’imperatore tedesco assiste alle manovre dell’esercito di milizia svizzero a Kirchberg, nel canton San Gallo (nella foto, da destra a sinistra: il Kaiser Guglielmo II, Ulrich Wille, Theophil Sprecher durante la visita citata, ndr.). Il Kaiser vuole verificare che la Svizzera sia in grado di contrastare una possibile manovra di accerchiamento francese. Infatti, la Germania teme che la Francia sferri un attacco, passando per l’Altopiano svizzero», spiega Rudolf Jaun. «Stando al diritto bellico, se la Svizzera venisse attaccata, anche se neutrale potrebbe unirsi al nemico del nemico, ossia alla Germania. Ecco perché il Consiglio federale vuole Wille e non Sprecher come generale». Ulrich Wille non è certo l’unico svizzero tedesco ad ammirare lo sviluppo culturale, economico e militare della Germania unificata nel 1871. All’inizio del XX secolo, circa 200mila tedeschi vivono in Svizzera e innu-

merevoli svizzeri hanno un trascorso come studente in Germania. Per i romandi, la capitale culturale è invece Parigi. Non sorprende, quindi, che il fronte interno corra lungo il confine linguistico e che il generale Wille, palesemente filotedesco, non sia amato dagli svizzero francesi e italiani. Oltre alla spaccatura linguisticoculturale, durante la guerra si accentua anche il divario sociale. Il servizio attivo trascina nella miseria migliaia di soldati e le loro famiglie a causa del carovita, della scarsità dei generi di prima necessità e dell’assenza di un’indennità per perdita di guadagno per chi ha dovuto imbracciare il fucile. Nel 1918, uno svizzero su sei, nelle grandi città addirittura uno su quattro, ha diritto a forme di aiuto straordinarie come le mense pubbliche, la distribuzione di viveri e i combustibili a prezzi ridotti. In una situazione di forti e crescenti tensioni sociali, Ulrich Wille è chiamato a mantenere l’ordine con l’esercito, considerato dalla sinistra lo strumento della classe borghese. «Wille è indeciso, titubante», ricorda Jaun. «Tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre del 1918, a Zurigo si rincorrono i moti di protesta, favoriti dall’Unione operaia locale e da gruppi anarchici. Ulrich Wille teme che questo focolaio possa trasformarsi in una rivoluzione, ispirata a quella d’ottobre in Russia. Per sedare sul nascere qualsiasi protesta, decide di far sfilare preventivamente due reggimenti di cavalleria e altrettanti di fanteria lungo le strade della città. Ma è proprio quest’azione dimostrativa a dare fuoco alle polveri e a spingere il Comitato di Olten a proclamare lo sciopero generale il 12 novembre. Mostrando il pugno di ferro, Ulrich Wille non schiacciò la protesta, ma la aizzò». Sul finire della Prima guerra mondiale, Ulrich Wille ha 70 anni. Per alcuni storici sarebbe affetto di senilità, ciò che lo renderebbe incapace di svolgere la funzione di comandante in capo dell’esercito. Di sicuro, Ulrich Wille è un generale deluso per l’esito del conflitto in Europa, per la sconfitta della Germania e del modello prussianotedesco, a cui si ispirava. «In Svizzera, il suo credo gli sopravvive e continua a influenzare l’istruzione militare ben oltre la Prima guerra mondiale», conclude Rudolf Jaun. «Nonostante fosse poco amato, nessun ufficiale dell’esercito svizzero ha avuto un influsso maggiore di Ulrich Wille».

La vicenda che ha opposto il Credit Suisse al fisco americano potrebbe avere parecchi strascichi e non solo in Svizzera. Intanto – come segnalavamo nell’articolo precedente («Azione» del 26.5.14) – anche per la francese Paribas sono stati usati gli stessi metodi per una fattispecie completamente diversa (il mancato rispetto di sanzioni decise dalla comunità internazionale). La faccenda Credit Suisse segna infatti un completo cambiamento della concezione e della prassi da usare da parte delle autorità americane nei confronti di trasgressori di leggi americane. Se prima nelle azioni del fisco e della giustizia americana era preminente la ricerca di evasori fiscali connazionali, ora vale invece il principio di far pagare il massimo possibile di penalità a chi ha aiutato cittadini americani ad evadere il fisco (o altre leggi). Qualche commentatore ha rilevato questo cambiamento mettendo a confronto il caso di Credit Suisse con quello di UBS. Il confronto è molto significativo. Subito dopo la crisi finanziaria accentuata dal crollo della Lehmann Brothers, UBS si è trovata confrontata con le richieste americane di fornire i nomi di 4500 cittadini americani considerati evasori fiscali. La Banca stessa era accusata di aver favorito attivamente questa grossa evasione fiscale. Il resto della vicenda è noto, fino all’intervento della Confederazione e della Banca Nazionale a sostegno della grande banca in base al principio del «Too big to fail». In questa situazione, e viste le enormi differenze nelle proporzioni fra le due banche, ci si può chiedere come mai l’UBS se la sia cavata con così poco rispetto al Credit Suisse e perché al Credit Suisse non sia stato riservato lo stesso trattamento. Intanto si può dire che, con l’operazione UBS, le autorità americane hanno ottenuto un risultato enorme: in pratica quello di far saltare il segreto bancario svizzero. UBS fu infatti costretta a fornire dati sui clienti americani e la Confederazione fu costretta ad altre acrobazie per evitare di essere accusata di non rispettare il segreto bancario. Ora che questo segreto bancario, almeno nei confronti degli Stati Uniti (prima dello scambio automatico di informazioni praticamente con tutti) non ci sarà più, ecco che gli americani non si impuntano per avere i nomi dei clienti del Credit Suisse, ma calcano la mano molto pesante sulle sanzioni pecuniarie.

Rispetto a UBS, Credit Suisse sconta il mutamento della strategia americana: UBS ha pagato una multa di 780 milioni di dollari, Credit Suisse di 2,815 miliardi. (Keystone)

Sul piano pratico si può pensare che tanto, prima o poi, i nomi verranno a galla, ma sul piano del diritto la faccenda è diversa. E allora è interessante vedere i retroscena della conclusione della vicenda Credit Suisse. A bocce ferme si è venuto a sapere che anche il Credit Suisse aveva contattato le autorità federali (magari in modo discreto) per ottenere l’applicazione di un diritto d’urgenza (come per l’UBS) e poter fornire i nomi dei clienti americani. Il Consiglio federale vi si era però sempre opposto perché il diritto d’urgenza è praticabile solo in casi «imprevedibili» e perché il Parlamento aveva nel frattempo rifiutato una «Lex USA», che avrebbe permesso un comportamento analogo. Il Credit Suisse si era ben preparato per ottenere il diritto d’urgenza e aveva avvertito preventivamente il Consiglio federale, dicendo però di restare in attesa degli eventi e consigliando al governo di tenersi pronto a un intervento rapido. Il presidente del CS ha poi parzialmente smentito la cosa, suscitando malumori a Berna specie dopo che il CS si è lamentato di non aver avuto un adeguato sostegno politico per l’eventuale fornitura dei dati dei clienti americani. Per questo la multa da pagare sarebbe più elevata del previsto. Sennonché l’improvvisa visita della ministra Widmer-Schlumpf in America ha permesso di sapere che effettivamente gli americani non erano più interessati alla fornitura di dati dei clienti americani del Credit Suisse, nemmeno nell’ambito dell’accordo di doppia imposizione del 2009. Il ministro USA della giustizia Holder teneva invece molto a un’ammissione di colpa da parte dei dirigenti del Credit Suisse per punirli severamente. Lo stesso Holder era soggetto a forti pressioni politiche e alla minaccia di una non-rielezione. Non possiamo in questa sede entrare in maggiori dettagli, ma in conclusione possiamo considerare che la chiusura del caso possa essere ritenuta positiva, vista la situazione molto tesa che si era creata. In fondo, il diritto svizzero (attuale) è stato salvaguardato, non si è fatto ricorso al diritto d’urgenza né si sono applicate regole retroattivamente. La multa è pesante, ma non tale da minacciare l’esistenza della banca. Dopo questo caso si può pensare alla fine del grosso contenzioso con il fisco americano, applicando lo stesso metodo alle altre banche svizzere coinvolte. Il costo sarà molto alto, ma si potrà porre una pietra sul passato e preparare il futuro della piazza finanziaria su parametri completamente diversi.


© 2014 The Coca-Cola Company. Coca-Cola, the Contour Bottle and the Dynamic Ribbon Device are registered trademarks of The Coca-Cola Company.

1BICCHIEREGRATIS CON OGNI CONF. COCA-COLA MULTIPLA PET fino a esaurimento dello stock, illustrazione simile

Coca-Cola è in vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

31

Politica e Economia Rubriche

Il Mercato e la piazza di Angelo Rossi Lugano, le spese vanno ridotte L’articolo sull’andamento delle finanze di Lugano, di qualche settimana fa, ha sollevato un certo interesse. Che il moltiplicatore cittadino debba essere aumentato per assicurare nuove entrate all’erario comunale viene accettato dai più. Sull’ampiezza dell’aumento, però, i pareri sono divisi. Meno condivisa è invece la riduzione della spesa. È relativamente facile stimare di quanto la spesa dovrebbe essere ridotta. Molto più problematico è invece decidere delle riduzioni nelle singole poste della spesa pubblica, perché ogni riduzione di spesa colpisce un certo gruppo di elettori e questi, è certo, esprimeranno a voce alta la loro opposizione. Tutto sarebbe più semplice se ci fossero degli standard di spesa che consentissero di valutare se, in questo o in quel settore, per questo o quel tipo di spesa, Lugano spende più

di quanto spende una città della sua dimensione. Questi standard purtroppo non esistono. I dati a disposizione consentono unicamente di comparare la spesa per testa di abitante di Lugano con quella di città che hanno più o meno la stessa dimensione come Bienne, Lucerna e S. Gallo. Purtroppo queste città si trovano in Cantoni nei quali la ripartizione delle competenze e quella degli oneri tra Cantone e Comune sono diverse da quelle che prevalgono in Ticino. Queste particolarità si rilevano soprattutto in cespiti di spesa importanti come quelli dell’educazione, della sanità e del sociale. Reputiamo tuttavia che un confronto della spesa pro-capite di queste 4 città valga la pena di essere tentato. Cerchiamo dapprima di chiarire perché la spesa pro-capite di comuni che hanno più

o meno la stessa taglia di popolazione dovrebbe essere la stessa. Gli economisti ci dicono che per la produzione dei servizi pubblici di una città, come per la produzione di un’azienda in generale, possono esistere economie di scala, ragione per cui la spesa media per produrre questi servizi può diminuire quando il volume da produrre aumenta, come succede, nel caso delle città, per effetto dell’aumento di popolazione. La spesa pro-capite di comuni molto piccoli è elevata. Più la popolazione del comune aumenta e più la spesa pro-capite diminuisce. Questo almeno fino a quando non si raggiunge una dimensione ottimale. Seguendo questo insegnamento possiamo attenderci che la spesa pro-capite di città della stessa taglia sia anche più o meno uguale. La statistica svizzera

delle città pubblica dati comparabili per i costi e i ricavi di ogni città. Gli ultimi dati pubblicati riguardano l’esercizio finanziario 2010. In quell’anno la spesa pro-capite (compresi gli investimenti) di Lugano è stata di 7013 franchi. Le altre tre città di dimensione media del nostro Paese hanno invece speso per testa di abitante rispettivamente 6985 franchi, Lucerna, 6820 franchi, S. Gallo, e 6788 franchi, Bienne. Lugano, pur essendo la città che ha speso di più, in quell’anno, ha in effetti speso, per testa di abitante, solo un 3,3% più di Bienne, la città di dimensione media più economa e anche più povera. È vero che una differenza di questa portata per la spesa pro-capite, una volta cumulata a livello dell’intera popolazione, rappresenta comunque qualche milione di franchi. Tuttavia,

anche riferita all’intera popolazione la differenza non è tale da consentire di pensare che si possa eliminare il disequilibrio tra ricavi e costi nel caso di Lugano semplicemente procedendo a un’ottimizzazione di ogni posta di spesa con tagli di portata minore. È purtroppo vero, come è stato ricordato anche di recente dai responsabili del comune, che il risanamento delle finanze luganesi non potrà farsi senza aggravare il carico fiscale per le persone fisiche e senza una riduzione significativa delle prestazioni del comune in alcuni settori. L’abilità dei politici potrà essere misurata in funzione del modo nel quale essi riusciranno a ridimensionare le prestazioni dell’ente pubblico contenendo al massimo gli effetti negativi dei tagli sulle scelte elettorali. Chi vorrà dar loro una mano?

dei telegiornali. C’è da ripensare il servizio pubblico. Renzi ha in mente una tv che punti meno sull’audience a ogni costo e più sulla qualità, l’informazione, la cultura, l’educazione. Detto questo però la Rai deve stare sul mercato. Non può prescindere da quello che fanno Sky, Mediaset e La

7. Deve tentare di abbassare i megastipendi dei conduttori, ma non può rischiare di farseli portare via. Già ha dovuto rinunciare a un fuoriclasse come Maurizio Crozza, più per una polemica politica che per una questione aziendale. La Rai, viene detto, deve calmierare il mercato. Ma non è facile calmierare, ad esempio, la Fifa. Il mondo dei diritti sportivi è estremamente caro, ma la televisione pubblica non può lasciare il Mondiale di calcio solo a Sky. Gli abbonati di Sky rappresentano il 20 per cento più ricco della popolazione, anche meno. La Rai ha il compito di dare a tutti, nessuno escluso, la possibilità di seguire la Nazionale italiana e almeno le partite più importanti. Oltretutto ha ricomprato i diritti delle Olimpiadi. Resta il fatto che di sprechi nella tv pubblica ce ne sono parecchi. Per molti anni una gestione inquinata dalla politica ha gonfiato i ranghi con assunzioni clientelari. La Rai è stata anche una sorta di ammortizzatore sociale. In questo momento, considerato il taglio di 150 milioni imposto da Renzi alla tv pubblica, aprire spazi per i giovani non è facile, anche se Gubitosi ha ribadito

la volontà di fare un concorso per assumere giornalisti delle ultime generazioni, i nativi digitali. L’importante è che i neo-assunti non siano selezionati soltanto in base ai titoli accademici: non si tratta di scegliere intellettuali, ma cronisti. Devono sapere le lingue, ma anche saper parlare con la gente per strada. Devono avere cultura, ma anche curiosità. Dal canto suo, l’altro bersaglio della campagna elettorale di Renzi, Susanna Camusso, ha tentato di battere un colpo rientrando nel dibattito politico e proponendo un partito unico della sinistra, sul modello della Cgil, che includa la sinistra radicale di Nichi Vendola e possa portar via una quota di voti popolari a Beppe Grillo. Il progetto di Renzi però è un altro, passa dalla conquista dei moderati, e lo porterà a prendere ulteriormente le distanze dal sindacato di sinistra. Se servirà, il premier tornerà ancora ad attaccare Cgil e Rai. A costo di contrariare qualcuno del suo campo, ma con il vantaggio di dialogare con una parte della società che non aveva mai votato Pd ma ora guarda con interesse al suo nuovo leader.

lo volesse incontrare sapendolo suo coetaneo! Pepe Mujica, ex tupamaro (e per questo detenuto in condizioni disumane per oltre 14 anni) e umile floricoltore, è figura politica ormai nota a livello mondiale, una specie di papa Bergoglio laico, ammirato non solo per le sue riforme e per la legge che legalizza in Uruguay i derivati della canapa (con appoggi di numerosi economisti e l’interesse di molti governi in tutto il mondo), ma soprattutto per lo stile sobrio che lo porta a devolvere il 90 per cento dello stipendio presidenziale in beneficenza, accontentandosi per sé e per sua moglie di soli 2000 dollari al mese: «Questi soldi ci devono bastare perché ci sono molti uruguaiani che vivono con molto meno» ha dichiarato nell’intervista. Ecco, io credo che sia stata questa sobrietà, costruita su un’onestà a tutto campo, a dare origine al mio strano accostamento: anche il mio amico di Vezio è sempre stato in grado

di «accontentarsi» di quanto gli bastava, sovente in contrasto con il suo «status» di imprenditore e di industriale. Un «modus vivendi» che rifletteva sia un estro professionale orientato verso invenzioni e geniali sbocchi apprezzati da architetti e operatori dell’edilizia, sia la sua «tempra solidale» in cui socialità ed etica hanno comunque e sempre trovato una giusta collocazione. Nell’intervista, pubblicata sulla rivista «Internazionale», c’era un altro dettaglio che avvicinava i due. Riguarda la politica ed è questo: in Uruguay, dice l’ex tupamaro Mujica, «c’è troppa burocrazia, i sindacati hanno sistemato davvero tutti nell’apparato statale, c’è un vecchio teatro – il Solis – con un dipendente addetto ad alzare il sipario e un altro per abbassarlo». L’esempio mi ricorda le prolungate battaglie del mio amico contro certi sindacalisti che volevano imporgli contratti per un’unica categoria (falegnami), mentre lui in ditta, oltre a falegnami veri, aveva un

centinaio di dipendenti che eseguivano tutta una serie di altri lavori e specializzazioni legate alle varie produzioni. A suggerire somiglianza fra i due protagonisti del mio sogno ha però contribuito anche un terzo elemento, magari meno politico, ma più umano. L’autore dell’intervista (lo scrittore spagnolo Juan José Millas) segnalava che in Uruguay «le classi più ricche non approvano il fatto che il presidente (…) appaia in tv di mezzo mondo con i pantaloni della tuta arrotolati fino al ginocchio». Quante volte, anche in città, in particolare allo stadio dove arrivava come dirigente del FC Lugano, il mio amico sorprendeva tutti scendendo dalla sua auto con i pantaloni arrotolati fino al ginocchio, freudiano gesto che lo ricollegava a quando coi calzoni corti scendeva a piedi da Vezio (e la sera vi ritornava), ogni giorno, per scuole e apprendistato. Oggi va oltre il filo degli 80 assieme a Pepe Mujica e un po’ (per me tanto) gli assomiglia anche.

In&outlet di Aldo Cazzullo Per una Rai diversa Non è un caso che Matteo Renzi abbia fatto la campagna elettorale contro la Cgil, il sindacato di sinistra, e contro la Rai, che da sempre è associata allo Stato e, a maggior ragione da quando c’è Berlusconi in politica, è considerata un caposaldo della cultura di sinistra (anche se paradossalmente è stato l’ex Cavaliere a nominarne spesso i vertici). Renzi sa che la maggioranza degli italiani guarda con insofferenza ai sindacati e alla tv pubblica. Per questo il direttore generale Luigi Gubitosi ha preso posizione contro lo sciopero proclamato dai lavoratori Rai per l’11 giugno (e proibito in base alle regole che disciplinano gli scioperi dei pubblici servizi, con una decisione che in viale Mazzini e anche tra i lavoratori di Saxa Rubra ha tolto molti dall’imbarazzo). «La Rai fa parte del sistema. Ci è stato chiesto un sacrificio, e noi lo faremo. La Rai deve lavorare ancora di più per essere promotrice del cambiamento che il Paese chiede e di cui può e deve essere parte. Io poi vengo dal privato; sono abbastanza alieno dal concetto di sciopero per una richiesta dell’azionista» ha detto Gubitosi. La cui posizione però è indebolita dal fatto che il diret-

tore generale della Rai non ha ancora incontrato il presidente del Consiglio. Renzi non fa mistero di volere una Rai diversa. Non tanto nelle persone, anzi, il premier bada a precisare di non voler esercitare lo spoil system consueto, per cui il vincitore delle elezioni si prendeva la Rai e nominava di fatto i direttori

Luigi Gubitosi, direttore generale Rai.

Zig-Zag di Ovidio Biffi Incontro onirico Di amici ne ho avuti molti, pochi durano ancora. Chi mi conosce dirà che è colpa del mio «lato orso». Io penso che la causa dipenda piuttosto dai tanti anni di giornalismo che ho sulle spalle, un fardello che ho fatto pesare, con il corollario delle assenze accumulate, su moglie e figli, ma inevitabilmente anche sulle amicizie. Raggiunta la pensione ci si propone di rimediare. Ma è esercizio quasi «contro natura» e si finisce sempre per incontrare altri problemi o, peggio, maggiori incomprensioni. L’esempio più concreto lo si ha dai compleanni: prima li studi in anticipo come occasioni da non perdere per ridare slancio a sentimenti sfilacciati; poi, man mano che si avvicinano, inizi a vederli come momenti da rifuggire; alla fine li temi e li snobbi, essenzialmente per paura che riescano a distruggere anche il filo dei ricordi a cui ti aggrappi. Parlo di amicizia perché il mese scorso mi è capitato di collegare la

telefonata di un amico, ricevuta al mattino, con una lettura fatta alla sera. Dico subito che lo farò con una certa ritrosia, perché il collegamento l’ho realizzato durante un sogno: facendo incontrare l’amico malcantonese, autore della telefonata, con un presidente sudamericano di cui avevo letto una lunga intervista. Non dirò il nome dell’amico, anche se sono quasi certo che qualcuno, inquadrando il politico a cui lo affianco, non faticherà a indovinare chi sia, o perlomeno chi possa essere. Ma come può essere nato il collegamento onirico fra l’amico malcantonese e il presidente di uno Stato sudamericano? Semplice: ho sognato che, complice la figlia architetto, in occasione del suo 80. compleanno avesse deciso di lasciare Vezio per visitare l’altra figlia che ha un ruspante eco-resort su un’isoletta del Brasile. Ora, io non so se lui conosce Pepe Mujica, il presidente dell’Uruguay; nel sogno io immaginavo che


E N O I Z U D I R I 30% D 30% 5.25 invece di 7.50 Rexona dedorante Duo p.es. Lotus F1, Rexona men Roll-on Duo 2 x 50 ml

30% 5.85 invece di 8.40 Rexona dedorante Duo p.es. Invisible, Lotus F1 Rexona men aerosol Duo 2 x 150 ml

30% 5.25 invece di 7.50 Rexona dedorante Duo p.es. Shower Fresh déodorant Roll-on Duo 2 x 50 ml

30% 5.85 invece di 8.40 Rexona dedorante Duo p.es. Invisible Aqua, Shower Fresh aérosol Duo 2 x 150 ml

In vendita nelle maggiori filiali Migros.

SU TUTTI I PRODOTTI REXONA IN CONF. DOPPIA, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.06. AL 23.06.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Rexona è in vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

33

Cultura e Spettacoli Essere Hemingway John, nipote del celebre Ernest, racconta le difficoltà del portare un cognome come il suo

Antico sesso Nell’antica Roma, contrariamente a quanto si pensi, la sessualità era ben regolamentata e sottoposta a norme precise… lo dimostra un triplo percorso espositivo a Losanna

Misterioso Richard Strauss Fu amico del Reich? Richard Strauss ha lasciato molte ombre, ma anche musica eterna

Pink Floyd forever A vent’anni dall’uscita di The Division Bell, la band inglese ci regala un box deluxe

pagina 37

pagina 35

pagina 41

pagina 42

Arte elvetica 2014 Premi In concorso a Basilea il meglio dell’arte contemporanea svizzera Alessia Brughera Era il 20 ottobre 1896, quando l’architetto Hans Auer, durante la seduta della Commissione federale delle belle arti, propose di creare un apposito strumento per fornire un sussidio «agli artisti che manifestano un talento particolare». L’idea era quella di migliorare la qualità dell’arte elvetica, il cui livello medio appariva ai suoi occhi al di sotto di quello degli altri Paesi. Le prime borse di studio vennero conferite tre anni più tardi e, dopo quasi un secolo da quell’assegnazione, nel 1994 divennero il «Concorso federale d’arte», che a tutt’oggi risulta essere il più prestigioso della Svizzera. Non stupisce, quindi, che ogni anno siano molte le candidature inoltrate dagli artisti e che queste siano soggette a una rigorosa selezione, i cui criteri, tra l’altro, sono sempre stati gelosamente tenuti segreti. Superato il primo turno, che consiste nel sottoporre alla Commissione un dossier di lavoro, i partecipanti possono esporre il proprio operato alla mostra Swiss

Art Awards, da cui infine emergeranno i dieci vincitori, quest’anno rivelati e premiati il 16 giugno durante la vernice dell’evento. La mostra è presente ormai da due decenni nel contesto della celebre fiera internazionale Art Basel ed è visitata a ogni edizione da oltre ottomila «addetti ai lavori». Il concorso è diventato quindi un vero e proprio imprescindibile punto di riferimento per la Svizzera, rappresentativo com’è della ricchezza e della varietà della sua scena artistica, ancor più da quando, nel 2012, è stato abolito il limite dei quarant’anni per poter partecipare. I 50 artisti e architetti e i 18 mediatori scelti quest’anno sono stati designati (tra quasi cinquecento richieste) dall’Ufficio federale della cultura su proposta della Commissione federale d’arte, tra i cui membri figurano anche due curatori e critici ticinesi: Giovanni Carmine, direttore della Kunst Halle a San Gallo, e Noah Stolz, fondatore a Locarno dello spazio per l’arte contemporanea «La Rada». La rosa dei selezionati annovera

tre artisti nati nel nostro Cantone, che hanno superato la prima fase del concorso e che potranno ora esporre le loro opere alla mostra di Basilea. Alan Bogana (vedi foto), classe 1979, è nato a Faido in Val Leventina. Il suo lavoro è caratterizzato da una multidisciplinarietà che spazia dall’installazione alla scultura, alle tecniche digitali, ed è sempre rivolto a indagare il rapporto tra il sapere scientifico e l’arte, così come l’immaginario tecnologico e la nozione di progresso. A Basilea Bogana presenterà una serie di opere che sintetizzano le sue ricerche sulle interazioni tra luce e materia, realizzate per mezzo di processi sperimentali e generativi. Tra queste ci sarà un video in computer grafica che esplora le potenziali proprietà rifrattive di una montagna in diamante. «Spesso il sapere scientifico è il punto di partenza per molti dei miei lavori, ma non è mai utilizzato per illustrare un fatto, bensì per stimolare l’immaginazione e speculare su un mondo sconosciuto» sottolinea l’artista. Anche Andrea Crociani, nato nel

1970 a Mendrisio, si avvale di linguaggi differenti, accostando al video e alla fotografia tecniche artistiche più tradizionali come la scultura in bronzo, cera e creta, attraverso cui ottenere opere dalla plasticità più marcata, mai scevre però di una forte connotazione concettuale. Per Basilea sta preparando un’installazione dal titolo Lost on your merry way composta da un breve testo realizzato con lo spray direttamente su muro, due sculture sospese tra l’ironico e il drammatico, una in gesso colorato e l’altra in cera bianca, e un video. «I miei lavori», spiega Crociani, «rispecchiano il mio interesse per l’accostamento di diversi materiali, spesso anche in forte antitesi tra loro, con l’intento di creare un dialogo dinamico tra gli elementi». Il terzo ticinese in lizza è Pascal Schwaighofer, nato a Locarno nel 1976, la cui ricerca artistica si esprime attraverso tecniche quali la scultura, l’installazione, la fotografia e la stampa su carta. L’opera che porterà a Basilea, realizzata con pelle di bue non conciata, corda e legno, è una rivisitazione della leggenda di Didone, principessa fenicia

di cui si narra che abbia fondato Cartagine su tanto terreno quanto poteva contenerne una pelle di bue. Didone tagliò astutamente la pelle in piccole strisce e le mise in fila delimitando un grande pezzo di terra. «Questo lavoro», ci racconta l’artista, «riflette sul paradosso sotteso alla ricostruzione storica, sulle analogie tra lo spazio simbolico e quello politico e sul significato di concetti quali mito, storia e nazione». Saranno dunque questi i nomi che rappresenteranno il Canton Ticino agli Swiss Art Awards, in un contesto d’eccezione che tra qualche giorno attrarrà su di sé lo sguardo di tutto il mondo dell’arte. Dove e quando

Swiss Art Awards Padiglione 4 della Fiera di Basilea. La mostra resterà aperta dal 17 al 22 giugno 2014, dalle 10.00 alle 20.00 (domenica fino alle 19.00). La consegna dei premi e la vernice avranno luogo lunedì 16 giugno 2014 alle ore 18.00


NOVITÀ NOVITÀ

PUNTI

20x NOVITÀ

2.80

3.80

Tutto l’assortimento I am Hand (esclusi i prodotti I am Natural Cosmetics), per es. balsamo per mani e unghie, 100 ml

Tutto l’assortimento I am Hand (esclusi i prodotti I am Natural Cosmetics), per es. Anti-Age Q10, 100 ml

NOVITÀ

NOVITÀ

3.20

4.80

3.60

Tutto l’assortimento I am Hand (esclusi i prodotti I am Natural Cosmetics), per es. crema trattante ad azione immediata, 100 ml

Tutto l’assortimento I am Hand (esclusi i prodotti I am Natural Cosmetics), per es. cura per le unghie all’albicocca*, 15 ml

Tutto l’assortimento I am Hand (esclusi i prodotti I am Natural Cosmetics), per es. balsamo per le mani Repair, 50 ml

NOVITÀ

NOVITÀ

NOVITÀ

NOVITÀ

4.60

4.60

1.80

Tutto l’assortimento I am Hand (esclusi i prodotti I am Natural Cosmetics), per es. burro per le mani al cocco, 150 ml

Tutto l’assortimento I am Hand (esclusi i prodotti I am Natural Cosmetics), per es. burro per le mani al miele, 150 ml

Tutto l’assortimento I am Hand (esclusi i prodotti I am Natural Cosmetics), per es. balsamo per mani e unghie, mini*, 30 ml

* In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.6 AL 23.6.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

35

Cultura e Spettacoli

Una strana tribù Personaggi A colloquio con John Patrick Hemingway, che a distanza di anni sta ancora

lottando con un passato che vide per protagonisti Ernest e suo figlio Gregory Blanche Greco «I miei primi racconti li firmai con uno pseudonimo. Il direttore della piccola rivista italiana a cui li avevo inviati li rifiutò con un certo garbo, facendomi i complimenti per l’ultimo racconto, a suo dire, molto interessante, ma non perfetto. Da quel momento mi sbarazzai per sempre degli pseudonimi, tanto, ti puoi anche chiamare Shakespeare, ma se non scrivi una cosa bella e degna di essere pubblicata, non ha importanza il cognome che porti». Ci ha detto con un sorriso divertito John Patrick Hemingway, nipote del grande Ernest, scrittore, famoso soprattutto per un libro pubblicato qualche anno fa e che fa ancora scalpore: Strange Tribe: A Family Memoir, dove racconta la sua famosa famiglia, e quelle dolorose vicende che la portarono spesso sui giornali. «Scrivere è difficile. Per molti scrittori può essere anche un modo per “entrare in analisi”, e la scrittura è quello che permette loro di andare avanti. Per me è una cosa preziosa, che mi aiuta a vivere. Mio nonno, quando era a Cuba, cominciava a scrivere al mattino molto presto e alle dieci, appena il caldo si faceva sentire, smetteva e prendeva un drink. Beveva molto, per tanti scrittori gli alcolici sono un modo per rilassarsi, per calmare le tensioni che hanno dentro, per lui credo fosse anche un sistema per tenere a bada la depressione». John Hemingway parla un ottimo italiano, imparato all’università e perfezionato a Milano dove è rimasto quasi vent’anni. Lui dice di essere arrivato in Italia per caso, ma è difficile non pensare che fosse in fuga da quella «strana tribù», dove, a cominciare da suo nonno Ernest, padri e figli si tramandavano l’amore per la caccia e i safari; le gioie della pesca con la mosca e le prodezze delle battute di pesca d’altura alle Bahamas; ma anche la passione smodata per le donne e per il bere, che andava di pari passo con una lunga storia di depressione e di suicidi, a cominciare dal padre di Ernest, ma forse

anche prima. «Mio padre, Gregory, era bipolare, soffriva di fasi di eccitamento e di periodi di depressione, – racconta John Hemingway che con i suoi fratelli ha vissuto un’infanzia nomade affidato a vari parenti, nei momenti difficili in cui sua madre, schizofrenica, si perdeva dietro alle “voci” – tuttavia forse il maggior tormento di mio padre era quell’irresistibile voglia di travestirsi da donna che lo perseguitava sin da ragazzino e che, malgrado i quattro matrimoni, i molti figli, e la professione di medico, lo portava alle volte, a frequentare i bar in abiti femminili e parrucca, coinvolgendolo in risse ed arresti. A sessant’anni cambiò sesso e si trasformò davvero in Gloria, ma arrestato per l’ennesima volta morì in cella. Io ho scoperto il suo segreto tardi, ma in famiglia lo si sapeva da sempre, e non era il solo ad avere quella mania. Scrivendo Strange Tribe, una biografia dedicata a mio padre, mi resi conto che se volevo capirlo sul serio, dovevo imparare a conoscere mio nonno, perché, malgrado le apparenze, erano molto simili: due uomini complessi, profondamente legati». Pare che Ernest, avendo visto suo figlio Gregory, tredicenne, provarsi in camera sua delle calze da donna, gli abbia detto: «Io e te apparteniamo ad una strana tribù». E il nipote John, ricordando quest’episodio, racconta anche un altro Ernest Hemingway, quello a suo dire più «normale», che in molti racconti, come pure nei romanzi, sembra voler esplorare il proprio lato femminile e cercare il punto d’incontro con il lato maschile del proprio carattere; il padre che per tutta la vita mantenne con Gregory, il figlio minore, un legame passionale, denso di lettere e d’incomprensioni. Strange Tribe è stato pubblicato in molti Paesi tra cui la Cina, la Spagna, la Bulgaria, ma non in Italia e John Hemingway, che da alcuni anni vive a Montreal, Canada, dove ha moglie e due figli, invitato al «Festival Internazionale della Storia» di Gorizia, quest’anno dedicato al centenario della Grande Guerra, ha parlato

Visti in tivù Italia 1

ripropone le prime due stagioni di Person of Interest

Antonella Rainoldi Come ogni anno, di questi tempi, con la chiusura di molti programmi e produzioni varie, la tv generalista si avvia al disimpegno. Al netto dei Campionati mondiali di calcio in Brasile, sono soprattutto i telefilm a reggere i palinsesti. L’arrivo dell’estate, intesa come disabitudine alle novità, diventa dunque un’occasione per recuperare qualche tesoro nascosto, poco valorizzato nella stagione appena passata, ma anche per godersi il già noto, dal classico al capolavoro. È forse il caso di ribadirlo: i telefilm sono i migliori supplenti nei periodi di disimpegno televisivo, perché funzionano anche in replica. Come Person of Interest, la serie di cui tutti parlano in America, creata da Jonathan Nolan e prodotta dal grande J. J. Abrams con Warner Bros Television. Chi non ha visto le prime due edizioni, Ernest Hemingway in canoa, Michigan, 1920.

anche di questo libro, oltre che di Addio alle armi. John, ricordando suo nonno Ernest e la sua prima esperienza di guerra nel 1918 in Italia, tra le trincee della Prima Guerra mondiale, ci ha detto: «Aveva diciannove anni, era arrivato con la Croce Rossa americana e, per vedere la guerra da vicino, rischiò di morire in prima linea. Una notte, una granata austriaca non lo uccise solo perché davanti a lui c’era un soldato italiano, che venne investito dallo scoppio, e morì. Mio nonno riportò un centinaio di feri-

te alle gambe per le quali fu operato varie volte e stette a lungo in Ospedale. Lì s’innamorò perdutamente di un’infermiera americana, ma questo non riuscì a mitigare quell’orribile ricordo di “sopravvissuto” che lo perseguitava. Soffrì forse di quella che oggi viene chiamata Sindrome da Stress Post Traumatico, causa scatenante della sua perenne insonnia, dell’ansia e di tutta una serie di disturbi che descrive spesso nei suoi racconti, in quei suoi soldati che tornano a casa, ormai incapaci di riprendere a vivere come prima».

Mare e neve, binomio (im)possibile Fotografia Ribalta luganese per due giovani artisti italiani: Giulia Marchi e Silvio Canini Giovanni Medolago Una prima occhiata basta e avanza per definirlo un tipo originale: sneaker d’ordinanza, pantaloni che definire «fantasia» è puro eufemismo, giacca e camicia scelte senza badare troppo al ton sur ton e cappello di paglia di almeno due taglie troppo piccolo. L’impressione di stravaganza è confermata dal suo racconto di come sia arrivato alla fotografia: «Era il 1980, facevo il fornaio e giravo per consegnare il pane. Ai laghi di Igea, in una zona in costruzione, era rimasto un albero. Era solo, in mezzo alla strada: tutto il resto era già stato spianato. Era semplicemente un albero, ma aveva qualcosa di particolare, piacevole e unico. Sono corso a comprare una macchina fotografica, non sapevo nemmeno come sistemare il rullino, ma sono andato subito a fotografare quell’albero. Come venne la foto? Delusione grande: l’albero l’avevano già buttato giù!» Per la cronaca, quella macchina fotografica era un’Holga, un apparecchio made in Honk Kong e pensato per l’enorme ma «povero» mercato cinese, così rudimentale (interamente di plastica, senza tempi d’esposizione né diaframma, a fuoco semi-fisso) che gli anglosassoni lo definiscono toy camera. Eppure, da perfetto autodidatta e infischiandosene della tecnica («L’importante è l’idea che

New York di Silvio Canini (2010).

sta dietro al clic!»), Silvio Canini è partito – armato tuttavia del proverbiale ottimismo romagnolo – per un’avventura che sin da subito si è rivelata felice. La sua foto a un concerto di Bruce Springsteen diventa un poster diffuso in tutta Italia (ma lui, da neofita, non si cura troppo dei diritti d’autore…). Sulle ali dell’entusiasmo vola a New York, si trova per caso sul set di un film di Michael Douglas («Era Attrazione fatale, ma lo scoprii dopo») si prende qualche cazzotto dai guardaspalle della star pur di realizzare alcune immagini da una postazione particolare, poi pubblicate da «Panorama». Di lui si parla però ancora poco quando il prestigioso inserto

Estate in tv telefilm da rivedere

domenicale del «Sole 24 ore» propone altre sue foto. Silvio, a quel punto, non lo ferma più nessuno. Svolge un’attività frenetica poiché le commissioni non gli mancano, ma il suo innato talento lo spinge a una ricerca più personale: «Mi sono stancato di fotografare situazioni in cui ero estraneo. Oggi per me la sfida è ritrarre il quotidiano, casa mia, le cose apparentemente ordinarie, ciò che è talmente dentro di te che rischi di non notarlo più». Eccolo allora sulle spiagge di Riccione dove, approfittando di un’estemporanea nevicata, realizza un ritratto assolutamente inedito del celeberrimo «divertimentificio romagnolo». Una serie di foto non solo di grande appagamento estetico, ma che producono altresì un particolare effetto straniante: Canini non deforma la realtà, ma ce la presenta in un contesto diverso da quello che si usa definire «naturale», quasi sinestetico (pare di sentire lo scroscio dell’acqua, ovattato dalla coltre bianca, nell’immagine dell’elegante doccia ottocentesca). L’ingresso a una spiaggia diventa «una pagoda elegante e spogliata di ogni funzione immanente: è solo un cimelio di altre stagioni». Il divanetto da lido, ricoperto e impacchettato per resistere al sia pur mite inverno romagnolo, nell’obiettivo di Canini diventa un doppio simulacro: un’opera di Christo (l’artista bulgaro impacchettatore per eccellenza) con

le morbidezze tipiche delle sculture di Henry Moore. L’automobilina blu e gialla ci spinge addirittura a parlare di surrealismo magico. Portato per la prima volta in Svizzera dalla Photographica Fine Art Gallery, Canini dimostra un’invidiabile nonchalance nel passare dal colore al black&white grazie agli scatti notturni realizzati a New York, dove il bianco è rappresentato unicamente dalle luci accese negli appartamenti. In un’immagine suddivisa in più piani, un albero di Manhattan sembra quasi una catarsi di quell’altra pianta persa a Igea Marina. Nella Galleria di Marco Antonetto, si presenta pure un’altra giovane fotografa italiana, Giulia Marchi, romagnola anch’ella, col suo progetto Multiforms: lavori caratterizzati da pregnanti macchie di colore e da un particolare effetto plastico-spaziale ottenuto fotografando masse di lane colorate o dune artificiali di sabbia (nelle cave di sabbia sul Po) e che, sia pure indirettamente, rimandano alle tele di Mark Rothko. Dove e quando

Bianco e nero multiforms. Silvio Canini e Giulia Marchi. Photographica Fine Art Gallery Lugano (Via Cantonale 9). Fino al 25 luglio 2014. www. photographicafineart.com

L’attore Jim Caviezel.

o chi non si stanca mai di rivederle, non si perda l’esperimento di rewind su Italia 1 (dal 3 giugno per tutta l’estate, dal lunedì al venerdì, ore 19.20, due episodi di fila). La trama è questa: dopo anni vissuti da senzatetto a New York, l’ex agente della CIA John Reese (Jim Caviezel) viene «adottato» da Harold Finch (Michael Emerson), un eccentrico miliardario incaricato dal governo degli Stati Uniti di ideare un cervello elettronico capace di scoprire in anticipo i piani dei terroristi. Obiettivo: scongiurare il pericolo di un altro 11 settembre. In realtà la Macchina, così si chiama il sofisticato marchingegno, è in grado di smascherare soprattutto i reati dei criminali comuni, di scarso interesse nazionale. Il compito segreto della coppia consiste allora nell’impedire il verificarsi dei cosiddetti delitti irrilevanti. Cosa che puntualmente avviene, grazie anche alle competenze militari e alle strategie di lotta messe a punto dall’ex agente alla CIA. Accanto a Reese e a Finch, nel ruolo di informatori, ci sono la detective della omicidi del NYPD Joss Carter (Taraji P. Henson) e Lionel Fusco (Kevin Chapman), poliziotto corrotto quasi redento. Più il fedele cane Bear, onnipresente nella seconda stagione. Person of Interest non sarà l’opera migliore di Abrams, già al lavoro su un capolavoro come Lost, ma è un telefilm molto interessante, modulato sull’ossessione della videosorveglianza, modellato su tempi per metà da videogioco e per metà da thriller, ben diretto e ben recitato.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

36

Cultura e Spettacoli

Una piazza per cantare Moon and Stars 2014 Nove splendide serate a Locarno con i grandi interpreti della scena

musicale internazionale. Tra graditi ritorni e volti nuovi ecco le schede dei protagonisti Per la rassegna locarnese, che porta in Ticino ogni estate i maggiori artisti in tour attraverso il mondo, questo è un po’ l’anno delle promozioni. Infatti, alcuni giovani che gli scorsi anni giocavano il ruolo dello Special Guest, come apripista della serata, nel 2014 entrano

Giovedì 10 luglio: Laura Pausini La sua prima volta a Moon and Stars è stata nel 2005: la cantante italiana con questo suo nuovo concerto a Locarno festeggia quindi quasi un decennale di presenza in Piazza Grande. Tutto ciò in un 2014 che è già di per sé segnato come anno da anniversario: la cantante emiliana, infatti, sta girando i palchi di tutto il mondo con il suo «The Greatest Hits World Tour», la tournée che celebra i suoi vent’anni di carriera. Per sottolineare questo ventennio di enorme successo sui mercati musicali del globo Laura Pausini ha voluto realizzare un doppio album assolutamente speciale, The Greatest Hits, appunto. E uno speciale televisivo andato in onda su Rai Uno il 20 maggio scorso ha permesso ai suoi numerosi fan di avere un assaggio di quello che rappresenterà la sua tournée mondiale: l’occasione per ripercorrere la sua carriera in uno spazio musicale particolarmente prestigioso. Sul palco la Pausini sarà accompagnata infatti da una big band, mentre la scenografia stessa privilegerà al massimo il contatto con il pubblico. Venerdì 11 luglio: Udo Lindenberg Un vero monumento del rock tedesco, identificato dal particolare look anni 80. Lui stesso, abilissimo vignettista, ama rappresentarsi nella sua divisa d’ordinanza: cappello nero a tesa larga, grandi occhiali da sole, cinturone con borchie e pantaloni svasati con riga di raso. In mano, immancabili, il sigaro cubano e il calice di vino. Udo Lindenberg ha fissato così la sua immagine nel cuore dei suoi fedelissimi fan, che apprezzano la sua aria da maudit, la sua voce roca e la sua attitudine strafottente e anarchica. Amante della vita dei bassifondi, Lindenberg è un disincantato cantore della Germania moderna, un menestrello che disdegna l’ipocrisia, affrontando il pubblico con la carica di una grande rockstar. Sabato 12 luglio: Bligg Nel 2011 era approdato a M&S nelle vesti di ospite speciale. Quest’anno rientra invece nel programma musicale delle star e ciò dimostra quale sia stata la progressione della sua carriera. Il rapper zurighese, la cui particolarità è inanellare rime e strofe in dialetto svizzero tedesco, ha ormai raggiunto una notorietà eccezionale e un pubblico di fedelissimi ascoltatori, con incredibili riscontri a livello di mercato, tanto che si calcola oggi abbia raggiunto in tutta la sua carriera vendite di almeno 500’000 dischi. Il suo nuovo album Service Publigg è stato premiato dopo sole tre settimane dal suo lancio con il disco di platino, mentre il singolo Mamacita si appresta a scalare le classifiche dell’estate. Sido Insieme a Bligg sul palco di Locarno un altro importante rapper di area tedescofona: Sido, conosciuto per la sua vena critica e aggressiva è una delle voci più importanti dell’hip hop te-

a pieno titolo come mattattori. Il fatto è interessante perché mostra soprattutto il «fiuto» della direzione artistica. Per il resto Moon and Stars conferma la levatura stellare dei suoi protagonisti: un occhio, anzi un orecchio, alla scena musicale tedesca e svizzero-tedesca, uno

desco. Cantante spesso criticato per la vena aggressiva e dissacratoria dei suoi brani, è uno dei pochi che saputo adattare la musica europea agli standard del rap americano più focoso e iconoclasta. Domenica 13 luglio: Dolly Parton Un pezzo di storia del country a Locarno. Nonostante i 70 anni in avvicinamento (di cui oltre 50 trascorsi sulle scene musicali internazionali) la bionda Dolly Parton è in piena attività e sta girando il mondo per promuovere il suo ultimo album, Blue Smoke. La ragazza mantiene e ostenta un look estremamente giovanile e, oltre a questo, è incredibilmente attiva sui nuovi media. Attraverso Facebook e Twitter dialoga quotidianamente con milioni di fan in tutto il mondo. E non è un esagerazione: il suo profilo Facebook raccoglie oggi ben 2,4 milioni di «mi piace». Sarà altrettanto piacevole accoglierla in Piazza Grande, dove le melodie trascinanti e sentimentali del suo repertorio faranno la felicità dei numerosi fan europei che la seguono da sempre con affetto. Lunedì 14 luglio: Jack Johnson Torna a M&S con il suo profilo di stella un po’ fuori dal coro e dalla concitazione mediatica. Jack Johnson è un eccezione nel panorama musicale internazionale, dove vince per sostanza e non per apparenza. Poeta folk alla vecchia maniera, riesce a convincere per la profondità dei suoi testi, legata a una leggerezza e ingenuità espressiva che rendono la sua musica una vera medicina contro la frenesia della vita moderna. Jack Johnson è riuscito a creare una ricetta musicale elegante e sincera in cui reggae-folk-rap si mescolano con grande originalità. Ottima musica in una città per sognare... Special Guest Kodaline Negli anni 2000 il successo di una band si misura anche da fattori extramusicali. Il fatto che il brano All I want, tratto dal primo album del gruppo irlandese Kodaline sia stato scelto come colonna sonora per un episodio di Grey’s Anatomy e addirittura da Google come colonna sonora del proprio video retrospettivo per l’attività 2012, sono indici di qualità. A Locarno, la loro proposta musicale, costruita su canzoni misurate e persino romantiche, contribuirà a creare un’ambiente soft e acustico. Mercoledì 16 luglio: James Blunt Un altro musicista che torna a Moon and Stars da protagonista dopo esserne stato ospite di grande successo in passato. Se vi capita di dare un’occhiata a Youtube potete trovare gli entusiastici commenti per quella serata del 2008 in cui Blunt, cantautore ad inizio di carriera ma già premiato da vendite milionarie per il suo primo hit You’re beautiful, aveva stregato la Piazza. Torna a Locarno sull’onda del successo del suo ultimo disco Moon Landing, da cui prende il

a quella italiana e molto spazio ai grandi interpreti del mondo canoro anglosassone. Quest’anno a Locarno saranno protagoniste la voce e la canzone di qualità. Il pubblico è avvisato: da lui ci si attende la massima partecipazione, per uno splendido coro.

nome il suo tour intorno al mondo. Il singolo Bonfire heart, tratto dall’album, è stato al primo posto nella hit parade svizzera per alcune settimane. Giovedì 17 luglio: Negramaro Sono la band forse più rappresentativa della «nuova» scena musicale italiana, un gruppo che ha iniziato la sua carriera con un’impronta alternativa e fuori dagli schemi ma che progressivamente ha saputo avvicinarsi al gusto del pubblico, trovando una sua consacrazione nel 2005, grazie alla partecipazione a Sanremo. Nonostante fossero stati eliminati nella prima serata, i Negramaro si sono presi una grande rivincita perché proprio il brano Tutto scorre ha contribuito a lanciarli nel panorama musicale italiano e a farli diventare un gruppo di riferimento. I loro brani possiedono una capacità comunicativa allo stesso tempo semplice e profonda, sanno attirare l’attenzione e conquistare. Questa loro prima apparizione locarnese sarà certamente apprezzata dai numerosissimi loro appassionati.

decide di voler realizzare i propri sogni e si iscrive a X-Factor. Selezionata, riesce a mettere in mostra il proprio talento e pur arrivando seconda, dopo la conclusione della trasmissione le vie del mondo musicale si aprono per lei, con un contratto discografico e una vera carriera in pieno decollo. E ora, è in tour attraverso il mondo…

Special Guest Jessie J Fino a poco tempo fa nessuno conosceva questa talentuosa cantante inglese, ma le sue canzoni erano interpretate dalle più grandi interpreti a livello internazionale come Rihanna, Miley Cyrus, Katy Perry. Un bel risultato per una ragazza poco più che ventenne. La sua voce è di un potenza unica ed è dotata naturalmente dalla capacità di modulare la sua espressione vocale come soltanto le grandissime cantanti sanno fare. Nelle sue corde ci sono il soul, il r’n’b e persino il rap ed è sul palco che la sua vitalità raggiunge il massimo. Jesse J sarà un vera scoperta per il festival locarnese, e il pubblico sarà sicuramente pronto a innamorarsi di lei. Venerdì 18 luglio: Backstreet Boys Altro ventennale che M&S sottolineerà quest’anno: i due decenni del sodalizio composto da Brian Littrell A. J. McLean, Howie Dorough, Nick Carter, Kevin Richardson, ossia una delle più celebri e premiate boy band di tutta la storia del pop. I «ragazzi del vicolo» si erano costituiti come gruppo infatti a Lexington, Kentucky, nel 1993. I loro idoli erano i gruppi vocali a cappella e la loro ispirazione musicale proveniva direttamente dalla tradizione gospel. Dalla loro apparizione sulle scene musicali, però, le loro coreografie sincronizzate e la vena pop che caratterizzava le loro prime composizioni hanno contribuito a fissarli nell’immaginario musicale come boy band. Oggi, dopo essersi sciolti e riformati almeno un paio di volte, sono tornati alla formazione originaria e nel loro tour mondiale promuovono il nuovo album realizzato come produttori indipendenti, In a world like this. Special Guest Rebecca Ferguson È un po’ la protagonista di una fiaba: la

Sabato 19 luglio: Sunrise Avenue A Moon and Stars torna il rock finlandese: il gruppo che due anni fa si presentava in apertura di serata quale Special Guest oggi sembra giunto alla sua consacrazione ufficiale ed anzi eccolo occupare la serata conclusiva, forse la più prestigiosa di tutta la rassegna locarnese. E se nel 2012 Sunrise Avenue presentava a Locarno il proprio album Out of Style, quest’anno porta il recente Unholy Ground, disco maturo e affascinante, che ha raggiunto il disco di platino in Germania, con oltre 200’000 copie vendute e il Disco d’oro in Svizzera e in Austria. I quattro musicisti di Sunrise Avenue sono conosciuti e apprezzati soprattutto per i loro spettacoli energetici e per il loro rock molto raffinato e dall’ispirazione romantica.

sua biografia racconta di una giovane ragazza nata in una famiglia disagiata che vive in una anonima cittadina della campagna inglese, sognando fin da piccola di poter diventare una star del mondo musicale. Ragazza madre con due figli, lavora come segretaria in uno studio legale finché, a un certo punto,

Special Guest Family of the Year Il loro singolo Hero sta profilandosi come uno dei brani più amati del 2014. Questo gruppo di giovani californiani rappresenta una boccata di ossigeno in un mercato in cui le sonorità rock e rap sono sempre più aggressive. Family of the year, invece, riporta indietro gli orologi della musica pop all’epoca delle ballate per chitarra acustica e voce, ai mitici anni 70, tutti fiori e chitarre acustiche. Una vittoria della semplicità e della genuinità che molti sapranno apprezzare.

Moon and Stars, dal 10 al 19 luglio, Locarno


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

37

Cultura e Spettacoli

Sesso archeologico

30%

Mostre Al Museo romano

di Losanna-Vidy (e in altre due istituzioni romande) si affronta lo spinoso argomento in modo divertito

Sexe(s) al plurale, messi in scena quasi contemporaneamente al Museo botanico, a quello di zoologia e appunto al Musée romain di Losanna; tre mostre complementari che affrontano lo stesso soggetto: il sesso, come dicono gli organizzatori, «senza foglie di fico» a nascondere le pudenda. Cosa significa esattamente il sesso, a cosa serve, come viene vissuto dai protagonisti? Per esempio dai romani duemila anni fa, che contrariamente a quanto sembrerebbero raccontarci certe pellicole hollywoodiane nelle quali abbondano graziosi efebi e danzatrici lascive, qualche passo osé di autore romano che elogia uno schiavo gentile, reperti archeologici erotici rinvenuti in tutto il mondo e gli affreschi sulle case di malaffare del tempo, forse non erano dei debosciati pronti sempre e comunque a fare sesso durante banchetti orgiastici o festini lussuriosi. No infatti, i romani, come succede in tutte le culture, avevano i loro tabù e i loro princìpi morali, anche se questi non sempre coincidono con i nostri. È lo

stesso discorso di conoscenza della realtà storica che un altro museo, quello di Vallon, sta facendo a proposito degli usi e costumi attorno alla tavola dei ricchi romani. Di qui qualche sorpresa che anche Sexe(s)-Chauds Latins, la curiosa mostra allestita da Laurent Flutsch, riserva al visitatore. Il titolo sottende un gioco di parole: in francese chaud lapin corrisponde al nostro «mandrillo»; chauds latins sottolinea invece il pregiudizio nei confronti dei popoli del sud che sarebbero particolarmente portati nelle faccende amorose; una volta non si parlava del latin lover? Originalità di una mostra che vuole presentare il sesso quale fenomeno culturale a tutto tondo legato a un dato momento storico. Intanto l’accoglienza una volta superata la porta di ingresso: un salone a forma di grande fallo con le pareti di colore rosa, attorno al quale si svolge il discorso archeologico lungo una serie di vetrine e postazioni create per l’occasione. Conosciamo gli affreschi erotici di Pompei, le scritte oscene sui muri di una latrina, le descrizioni di un lupanare a Roma o altrove, le statue che ritraggono nudità femminili e maschili, i falli in bronzo che si portavano al collo a mo’ di medagliette. Significa che i romani erano ossessionati dal sesso quanto lo siamo, se vogliamo essere onesti, noi moderni? Non necessariamente o almeno né più né meno di tanti altri popoli della storia, stan-

do a quanto ci dicono le cronache. Ad esempio – spiegano gli archeologi – le statuette che rappresentano il Priapo itifallico, più che raffigurazioni erotiche sono amuleti che hanno a che fare con la superstizione e la religiosità della gente comune. Gli autori latini citati in mostra (Ovidio, Marziale, Catullo, Giovenale e altri) in effetti condannano la stupidità popolare come pure gli eccessi di ogni genere, compresi quelli sessuali, indicando quindi quali dovevano essere i valori morali: la virtù era il bene supremo da perseguire, sia tra le mura domestiche sia nella vita pubblica. (Che poi vi fosse uno scarto tra l’essere e il dover essere non deve destare grande meraviglia; tanto meno ai nostri giorni dove è sempre più difficile individuare modelli di comportamento universalmente condivisi). Naturalmente il discorso era riferito all’uomo maschio-cittadino romano, al bene del quale erano rivolte le attenzioni delle donne di casa e degli schiavi. Quella romana era una società «fallocratica», nella quale la morale non concerneva chi stava sui gradini bassi della scala sociale, dal momento che non tutti gli uomini erano uguali. Ad esempio fare sesso al di fuori del rapporto coniugale era permesso al marito (non alla moglie che ricopriva il ruolo di matrona virtuosa all’interno delle mura domestiche), ma comunque con persone di condizione inferiore, altrimenti era adulterio. Le donne vivevano in genere nell’ambito domestico, non potevano fare politica e nemmeno salire su un palcoscenico. Salvo eccezioni. Ufficialmente nella vita sessuale dei maschi romani non avevano senso termini quali omosessuale ed eterosessuale; per ogni desiderio erano poi sempre a disposizione schiavi e schiave, non considerati quali esseri umani, ma merce da usare a proprio piacere. Una situazione raccontata molto bene dalla storica francese Cathérine Salles nel suo I bassifondi dell’antichità, uno studio che per certi versi ci mette a confronto con non meno degradanti realtà dei nostri giorni anche se progressi in materia di diritti umani ne abbiamo di certo fatti. Tutto questo fa capire però quale dovette essere l’impatto del Cristianesimo sulla società romana; dall’altro lato bisogna ricordare che è proprio dai giudizi degli autori cristiani che nella nostra cultura è passata l’immagine distorta di un mondo romano «scandaloso e ripugnante, asservito agli istinti carnali e che marcisce nella lussuria». La mostra passa in rassegna diverse tematiche legate al sesso senza veli: il desiderio, le emozioni, le pratiche finalizzate alla seduzione, quelle amorose, il matrimonio, i vari sollazzi magari legati a una contraccezione sicura con attori interscambiabili. E lo fa accostando da una parte reperti archeologici provenienti da diversi musei svizzeri e dall’altra testi latini accessibili al visitatore mediante postazioni audio, proposti in due versioni: una riservata agli adulti (in qualche caso un po’ di sana educazione sessuale non servirebbe anche a loro?) e l’altra per «gli spiriti casti». Dove e quando

Chauds Latins, Musée romain, Losanna-Vidy. Fino al 26 ottobre 2014 (www.lausanne.ch/mrv).

VesianalclaiMigros*

la tua sp *sotto

CHF 2’000.− galo: 1º premio re rte ca di a rm fo

30% 3.75 invece di 5.40 Caprice des Dieux 300g

emio CHF 200.− / dal 2º al 11º pr

30% 4.60 invece di 6.60 Chavroux Duo Pyramide 2x 150g

30% 4.65 invece di 6.70 Chavroux Duo Tendre Bûche 2x150 g

30% 30%

4.30 invece di 6.20 Fol-Epi Maxi Pack 300g

4.70 invece di 6.75 St.Albray 300 g

In vendita nelle maggiori filiali Migros Annuncio pubblicitario

Marco Horat

OFFERTA VALIDA DAL 10.6 AL 16.6.2014 OPPURE FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

SMS

**

«Jackpot» e il tuo indirizzo al 963

**Condizioni di partecipazione: jackpot@bongrain.ch. La partecipazione è senza obbligo d’acquisto. 0.20 CHF / SMS

In vendita alla tua Migros


DELIZIOSI MOMENTI ORIENTALI. e asiatiche, Potrai gustare queste prelibatezz nino, presso il Centro Migros S. Anto dal 12 fino al 14 giugno 2014. i Migros. sono in vendita nelle maggiori filial * Sushi Nigiri Classic e Maki Mix nazione, ordi su ile, onib disp ce inve ta sarà ** Sushi Moriawase e una vasta scel in tutte le filiali.

...e molti altri!

12.– Sushi Nigiri Classic*, conf. da 180 g

59.50

9.–

Sushi Moriawase**, conf. da 860 g

Sushi Maki Mix*, conf. da 150 g

E N O I Z U D I R I D 30% MOMENTI FRIZZANTI SENZA

CARICHI PESANTI

30% 6.85

30% 30%

62.85

invece di 9.80 SodaStream Bottiglia S da 1 litro

invece di 89.80

11.90 invece di 17.00 Bottiglia PEN Soda-Stream, lavabile nella lavastoviglie da 1 litro

Gasatore Jet titan & silver, set contiene: 1 bottiglia SodaStream da 1 litro 1 cilindro a pagamento anticipato da 60 l, incluso pieno di CO2

In vendita nelle maggiori filiali Migros.

DELLO STOCK SU TUTTI I GASATORI E TUTTE LE BOTTIGLIE RIUTILIZZABILI SODASTREAM OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.06.2014 AL 23.06.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

www.sodastream.ch

SodaStream è in vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

39

Cultura e Spettacoli

L’estate? Passala con noi!

Scuola Club Migros Ticino Tanti corsi per coltivare interessi e imparare cose nuove

L’estate è la stagione della libertà. Più tempo a disposizione, più luce, meno stress e frenesia. Le mamme non devono correre da una scuola all’altra e, per chi lavora, dopo l’ufficio c’è più energia. È il periodo ideale per fare sport, coltivare hobby o, semplicemente, rilassarsi. Sono però sempre più numerose le persone che approfittano dei mesi estivi per coltivare interessi artistici, per dedicarsi alla cucina o alla fotografia, per concedersi di scoprire e approfondire qualche cosa che sia diverso dagli impegni e dalle attività che vengono privilegiate nel resto dell’anno. Per chi ha la necessità di imparare ad esempio una lingua o seguire una formazione, ma non riesce a trovare il tempo per farlo, l’estate è l’unico momento che permette di dedicare tempo e concentrazione a un percorso di apprendimento. Per questo la Scuola Club Migros Ticino, come ogni anno, propone un programma di corsi che vanno dalla pittura all’aperto alla fotografia, dal ballo ai corsi di sartoria, dalle tecniche di rilassamento, come lo yoga e la meditazione, al fitness più dinamico, che permette di affrontare senza timori la prova costume. Numerose e stuzzicanti anche le proposte per gli amanti della buona tavola e della convivialità: finger food, cucina mediterranea, menù etnici e più tradizionali. E, tanto per restare in tema di cibi e tradizione, c’è anche

Vacanze, il momento migliore per approfondire i propri hobby.

un corso sulla micologia, dedicato alla raccolta e alla conoscenza dei funghi del Ticino. Per chi invece deve acquisire competenze o studiare a fondo nuove discipline, sono in programma corsi di contabilità e di informatica: da iCloud e iPhoto, ai corsi più tradizionali di Word, Mac, Internet e Introduzione al PC per utenti senior. Anche il programma dei corsi di lingue è molto ampio: si possono frequentare corsi intensivi e semintensivi, sia durante il giorno che nelle ore serali, oltre a corsi di conversazione, nonché corsi mirati di inglese per chi viaggia, o per chi vuole andare in un’università straniera. Il vantaggio è evidente: con corsi a frequenza giornaliera in poche settimane si possono fare ottimi progressi e raggiungere buoni risultati. La Scuola Club offre inoltre un sistema di apprendimento delle lingue da portare sotto l’ombrellone: il PodClub, con vari podcast in varie lingue, scaricabili tramite tablet e smartphone. Durante l’estate sono molti anche i corsi per bambini e ragazzi. In primo luogo i corsi di recupero per le scuole medie e superiori, oltre ad alcune proposte per il tempo libero, con il disegno e le attività musicali. Una buona occasione per regalare a voi stessi un’estate ricca e soddisfacente. Non vi resta che farvi il vostro programma.

L’estate alla Scuola Club Migros Ticino Corsi giugno-agosto 2014 CORSI DI LINGUE Italiano Semi-intensivo 18x2 ore-lezione, fr. 522.– Intensivo 20x3.5 ore-lezione, fr. 1’120.– Conversazione 12x2 ore-lezione, fr. 372.– Francese Semi-intensivo 16x2 ore-lezione, fr. 464.– Inglese Semi-intensivo 16x2 ore-lezione, fr. 464.– Intensivo 20x3 ore-lezione, fr. 960.– Conversazione 12x2 ore-lezione, fr. 372.– Inglese per l’università 5x2 ore-lezione, fr. 224.– L’inglese per chi viaggia 10x2 ore-lezione, fr. 320.– Tedesco Semi-intensivo 16x2 ore-lezione, fr. 464.– Intensivo 20x3 ore-lezione, fr. 960.– Conversazione 12x2 ore-lezione, fr. 372.– CORSI PER RAGAZZI Inglese, tedesco, francese: corsi di recupero 10x3 ore-lezione, fr. 420.– Matematica: corsi di recupero 10x2 ore-lezione, fr. 280.– Chitarra classica ritmica 9x1 ora-lezione, fr. 175.50 Golf Pitch&Putt 3x3 ore-lezione, fr. 350.– Impariamo a cucinare 2x2.5 ore-lezione, fr. 170.–

Cucinare cupcake 1x3 ore-lezione, fr. 64.– Montaggio video 10x2 ore-lezione, fr. 245.– Disegno e tecniche pittoriche 10x2 ore-lezione, fr. 240.– Tennis 8x1 ora-lezione, fr. 340.– ESTATE IN PIENA FORMA Fitness G.A.G. 5x1 ora-lezione, fr. 70.– Bikini Workout 5x1 ora lezione, fr. 70.– Cardio Boost 30’ 6x30 minuti, fr. 42.– Kickboxing 12x1 ora-lezione Body Muscle Pump 5x1 ora-lezione, fr. 70.– Gym & Tone 7x1 ora-lezione, fr. 98.– Power Gym 7x1 ora-lezione, fr. 98.– Pancia Piatta 4x1 ora-lezione, fr. 56.– Fat burn 6x1 ora-lezione, fr. 84.–

Zum ba 5x1 oralezio fr. 70 ne, .–

Ginnastica per la schiena 5x1 ora-lezione, fr. 70.– Ginnastica per la terza età 8x1 ora-lezione, fr. 108.– Pilates 5x1 ora-lezione, fr. 70.– Pilates Allegro Reformer 4x1 ora-lezione, fr. 66.65 Pilates Mix 4x1 ora-lezione, fr. 56.– Zumba 5x1 ora-lezione, fr. 70.– Body & Mind Hatha yoga 5x1 ora-lezione, fr. 70.– Yoga e gravidanza 8x1 ora-lezione, fr. 105.– Power yoga 4x1 ora-lezione, fr. 56.– Ricaricarsi di energia al Monte Verità 1x3 ore-lezione, fr. 20.– Meditazione 1x2 ore-lezione, fr. 49.– Ballando, ballando Bollywood Dance 7x1.5 ore-lezione, fr. 147.– Sport Tennis 8x1 ora-lezione, fr. 340.– Golf, corso base 3x3 ore-lezione, fr. 390.– FORMAZIONE PERSONALE Conoscere e riconoscere i funghi 4x2 ore-lezione, fr. 160.– Corso per soccorritori 5x2 ore-lezione 130.– Disegno e tecniche pittoriche 4x2 ore-lezione, 96.– Chitarra classica ritmica 10x1 ora-lezione, 195.–

Serate in cucina Finger food per aperitivi (vegetariani e non) 1x3 ore-lezione, fr. 75.– Quiche e torte salate (vegane e non) 1x3 ore-lezione, fr. 75.– Raffinati piatti di pesce 1x3 ore-lezione, fr. 92.– Sushi 1x3 ore-lezione, fr. 125.– Cucina vegana 1x3 ore-lezione, fr. 75.–

in a: i cuc e d i s r Co stazion lusi degu ttario inc e rice ezzo! r nel p

Cucina vegetariana 1x3 ore-lezione, fr. 75.– Cucina afrodisiaca e romantica 1x3 ore-lezione, fr. 75.– Freschi e gustosi menù estivi 1x3 ore-lezione, fr. 75.– Cucina greca 1x3 ore-lezione, fr. 75.– Cucina giapponese 1x3 ore-lezione, fr. 75.– Dolcissima estate Delizioni Cupcakes 1x3 ore-lezione, fr. 64.– Torte estive 1x3 ore-lezione, fr. 64.– Cheesecake 1x3 ore-lezione, fr. 64.–

Dolci senza glutine 1x3 ore-lezione, fr. 75.– Smoothies 1x3 ore-lezione, fr. 75.– INFORMATICA Informatica base per l’ufficio 8x3 ore-lezione, fr. 588.– Introduzione al PC per gli over 50 9x2 ore-lezione, fr. 441.– Introduzione al PC con Windows8 8x2 ore-lezione, fr. 392.– Word base 8x2 ore-lezione, fr. 392.– Excel base 8x2 ore-lezione, fr. 392.– Power Point 8x2 ore-lezione, fr. 392.– Conoscere il mio Max OS X 8x2 ore-lezione, fr. 392.– Crea il tuo gestionale per PC, Mac, iPhone, iPad 4x3 ore-lezione, fr. 294.– iCloud 3x2 ore-lezione, fr. 147.– iLife: iPhoto e iMovie 6x2 ore-lezione, fr. 294.– iPad 4x2 ore-lezione, fr. 196.– Crea il tuo sito con i CMS 6x4 ore-lezione, fr. 588.– Internet e Webmail 8x2 ore-lezione, fr. 392.– Adobe Photoshop 10x2 ore-lezione, fr. 490.–

Date, o di og rario e se n d www i corso su e .scuo la-clu b.ch Richi edi l’o con l pusc ’o o per o fferta com lo gni se pleta de

Scuola Club Lugano NB Nuova sede a partire dal 1° luglio!

via Pretorio 13 091.821 71 50 Scuola Club Locarno via ai Saleggi 16 091.821 77 10 Scuola Club Mendrisio via Praella 14 091.646 46 33 Scuola Club Bellinzona piazza Simen 8 091.825 44 86


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

40

Cultura e Spettacoli

Nelle mani della stalker

Narrativa Anche lui credeva che queste cose accadessero unicamente agli altri:

lo scrittore e professore James Lasdun è stato vittima di molestie Mariarosa Mancuso Non è vero che dai film con i supereroi non c’è niente da imparare. «L’inferno non conosce furia simile a una donna respinta» dice il presidente degli Stati Uniti in X Men – Conflitto finale. Parliamo della pellicola diretta da Brett Ratner nel 2006, non quella uscita ora nelle sale con il titolo X Men – Giorni di un futuro passato (diretta come il primo capitolo della saga da Bryan Singer e dedicata ai viaggi nel tempo, con tutti i paradossi del caso). Quel presidente – fittizio – degli Stati Uniti rivolge la frase a Mystique, Mystica nel fumetto e nel doppiaggio italiano: la bella ragazza dalla pelle blu con le squame, capace di prendere qualsiasi forma (se la forma è umana, anche la voce, le impronte, la pupilla ingannano gli strumenti più sensibili). Sa ricombinare i propri atomi, ma non sfugge alla legge numero uno che regola le relazioni tra maschi e femmine: «Se mi lasci ti cancello». Legge già ben nota a John Milton, che nel Paradiso perduto scrive, estendendo un po’ il discorso: «Il cielo non conosce ira pari all’amore che si trasforma in odio, né l’inferno conosce furia pari a una donna respinta». James Lasdun avrebbe dovuto saperlo. Perché è nato a Londra nel 1958 e ha fatto buoni studi. Perché magari tra un romanzo, un racconto o un libro di poesie pubblicato con successo – L’assedio, L’unicorno, Comincia a far male – ha avuto tempo di vedere qual-

che film con i supereroi della Marvel. Perché la frase si sentiva spesso nella Hollywood degli anni d’oro, quando le commedie erano commedie e le coppie erano formate da Cary Grant e Katharine Hepburn. Perché magari conosce Attrazione fatale, il thriller amoroso diretto nel 1987 da Adrian Lyne – o perlomeno ne ha sentito parlare: quindi sa che una Glenn Close respinta per dispetto può mettere a bollire il coniglio preferito di una bambina. Capita solo agli altri. Lo pensiamo a mo’ di esorcismo quando sentiamo parlare di stalking o di persecuzioni a mezzo internet. È capitato a James Lasdun – e anche lui sicuramente pensava che queste cose capitassero solo agli altri. Lo racconta in Dammi tutto quello che hai, appena uscito da Bompiani. In copertina, una ragazza con un bell’abito da cocktail – così si sarebbe detto quando esisteva la categoria, ora che i cocktail sono diventati aperitivi il dress code si è molto allentato – e con un’ascia in mano. La storia cominciò nel 2003. James Lasdun teneva un corso di scrittura negli Stati Uniti (dove vive da trent’anni). La studentessa migliore del corso – nel libro viene chiamata Nasreen – era una trentenne piuttosto riservata. Di origine persiana, aveva deciso di raccontare come compito in classe la storia di una famiglia piuttosto ricca nei giorni precedenti alla cacciata dello Scià. Diede a Lasdun il primo capitolo di un romanzo molto ben scritto. Il testo fu discusso in classe dai compagni di corso – prati-

Lo scrittore britannico James Lasdun. (Keystone)

ca che metterebbe a dura prova i nervi di chiunque, ricordate quando la maestra vi piombava alle spalle per sbirciare le ultime frasi del tema? Il professore, forse per compensare la freddezza della classe, esagerò un po’ nelle lodi. Sono cose che si capiscono con il senno di poi (e al senno di poi è de-

dicato il secondo capitolo su quattro, intitolato «Assi»). Prima, sembra un’amicizia come tante. La studentessa e il professore si incontrano qualche volta, nei corridoi o nell’ufficio di lui (non sappiamo se tenendo la porta aperta, come suggeriscono le regole antimolestie stabilite dalle università america-

ne). Il corso di scrittura finisce, passano due anni, nel 2005 anche il romanzo è terminato, Nasreen si fa viva per email e chiede all’ex professore di leggere il manoscritto. James Lasdun fa di più: raccomanda il lavoro di Nasreen alla sua agente Janice Schwartz. «L’ultima cosa che impariamo dalla vita è l’effetto che abbiamo sugli altri». È una frase di George Eliot, la scrittrice – con pseudonimo maschile – del romanzone vittoriano Middlemarch. James Lasdun se ne rende conto quando le mail di Nasreen si fanno più numerose e insinuanti, fino a diventare decisamente moleste. Siamo solo all’inizio. Arrivano le accuse di plagio – hai costruito un romanzo con le faccende private che ti ho raccontato io. Arrivano gli attacchi antisemiti. Arrivano le accuse di stupro: Nasreen riferisce e fa circolare – con copia all’agente di Lasdun, all’editore di Lasdun, e perfino ai rettori delle università che vorrebbero offrire a Lasdun un corso – la notizia di una relazione tra il professore e una studentessa al corso di scrittura. Internet e il cyberspazio facilitano la persecuzione. Prima i pettegolezzi e le calunnie dovevano essere diffusi con il passaparola. Ora basta fare copia delle email, o postare su Amazon recensioni che in realtà sono insulti. James Lasdun chiama perfino l’FBI, quando gli arrivano minacce di morte. Ottiene la risposta che chiunque riceve in questi casi: «Uno stalker – vale anche per una stalker – non è un pazzo, sa benissimo fin dove può spingersi e con chi». Annuncio pubblicitario

30%

Tutte le offerte sono valide dal 10.6 al 23.6.2014, fino a esaurimento dello stock.

30%

898.–

30%

38.40

Obscure Maglietta da donna Taglie 36 – 46.

50%

44.90 Funscoo Scooter Blue Bubble

30%

69.80 Streetsurfing Waveboard Wave LX

www.sportxx.ch

30%

38.40

17.40

Kettler Crosstrainer Unix P LTD

40%

Jack Wolfskin Camicia da trekking da donna Taglie S – XXL.

50%

The North Face Giacca da trekking da uomo Taglie S – XL.

Adidas Pantaloncini da bagno da uomo Taglie S – XXL.

44.95

50%

89.50 Trevolution Sacco a pelo Freelite

131.40

Trevolution Tenda Sigma 3


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

41

Cultura e Spettacoli

Un bilancio in chiaroscuro

Anniversari Richard Strauss a 150 anni dalla nascita

Timoteo Morresi Sulla musica di Richard Strauss non c’è mai stato consenso. A centocinquant’anni dalla sua nascita (Monaco di Baviera, 11 giugno 1864 – Garmisch, 8 settembre 1949), molti la trovano entusiasmante, esauriente, formativa; altri poco profonda e artefatta. Piaccia o no, Richard Strauss è stato un gigante nella musica della sua epoca. I suoi poemi sinfonici (Tod und Verklärung, Also sprach Zarathustra, Till Eulenspiegels lustige Streiche e Don Quixote) ma soprattutto le sue opere liriche (Salome, Elektra, Der Rosenkavalier, Ariadne auf Naxos, Intermezzo) sono entrati di diritto nel repertorio stabile di tutte le grandi orchestre sinfoniche e dei principali teatri d’opera. Alcuni, dopo Elektra (1909), gli rimproverano di essersi allontanato dalla modernità. La risposta potrebbe essere che il suo stile si adattava all’espressività dei soggetti che sceglieva. Non è però un mistero che egli guardava con un certo disgusto gli esperimenti dell’avanguardia di Schönberg, Berg, Webern e Stravinskij. Se Strauss come compositore non fa l’unanimità, la sua condotta come uomo presenta zone d’ombra in particolare a causa dei rapporti che intrattenne con il regime nazista. Nominato nel 1933 da Goebbels presidente della Camera musicale del Reich (vicepresidente era Wilhelm Furtwängler), Strauss si trovò a dirigere un’istituzione professionale sul modello di quella fascista ed era autorizzato a promuovere gli interessi musicali che più gli stavano a cuore. Tra i risultati che ottenne, nel 1934-35, ci fu l’estensione dei diritti d’autore a cinquant’anni per i compositori. Parlò a più riprese di «censura» e di «proscrizione» ma si dimostrò incapace di praticarle a fondo. Come presidente della Camera musicale, il più spinoso dei casi di cui si occupò riguardava il direttore d’orchestra Bruno Walter, che era ebreo e avrebbe dovuto dirigere la Filarmonica di Berlino nella capitale del Reich. Il 20 marzo 1933 a Walter fu detto che lo svolgimento regolare del concerto non sarebbe stato garantito. Venne chiesto a Strauss se fosse stato disponibile a sostituirlo. Per l’insistenza degli organizzatori e anche per evitare che l’orchestra, già pesantemente indebitata, subisse una perdita di denaro considerevole in caso di annullamento del concerto, Strauss acconsentì a dirigere, sia pure a condizione che il suo onorario fosse destinato ai musicisti dell’orchestra. L’episodio gli meritò l’accusa di egoismo. La nomina del compositore più famoso della Germania alla testa della Camera musicale nazista garantì certamente una pubblicità enorme al Terzo Reich. Strauss non fu tuttavia antisemita: la sua politica quale presidente era in favore degli ebrei, non contro. Più volte egli venne accusato da nazisti fanatici di essere vicino a persone ebree o di origine ebrea, come Hugo von Hofmannstahl e Stefan Zweig. Proprio per aver collaborato con quest’ultimo all’opera Die schweigsame Frau, Strauss nel 1935 fu costretto a dimettersi dalla carica di presidente della Camera. Ma poiché come compositore e direttore d’orchestra poteva ancora essere utile al prestigio della Germania, negli anni seguenti fu autorizzato a continuare i suoi giri di concerti a Londra, Parigi, Roma, ecc. Dal luglio 1935 la sua carriera prese però una piega oscura. È dunque errato dire, come ha fatto qualcuno ancora recentemente, che Strauss ebbe «una vita comoda tra i nazisti». Nel 1941

anche la famiglia ebrea della sua nuora Alice, che aveva sposato il figlio Franz, fu vittima delle misure antisemite. Terminata la guerra, mal sopportando l’occupazione americana della Baviera, dal 29 marzo al 13 giugno 1947 Richard Strauss insieme alla moglie Pauline soggiornò a Lugano nella clinica-albergo «San Rocco». Otmar Nussio, direttore della Radiorchestra, lo convinse a dirigere un concerto di musiche sue il 25 luglio. Il 4 aprile 1948 venne dato in prima esecuzione, dalla Radiorchestra diretta da Otmar Nussio, il Duetto concertino op. 147 per clarinetto, fagotto, orchestra

d’archi e arpa, che Strauss aveva appena terminato di comporre. Fu questa la sua ultima opera strumentale. Intanto però, a Garmisch e a Monaco era incominciato contro di lui il processo di denazificazione. Fu accertato che Strauss non aveva fatto parte di nessuna organizzazione nazista e il 7 giugno 1948 venne dichiarato ufficialmente innocente e l’accusa abbandonata. Arnold Schönberg, benché non fosse amico di Strauss, nel 1946 aveva preso le sue difese, scrivendo: «Non credo che fosse un nazista, semmai solo un poco: come Furtwängler. En-

Richard Strauss in una versione insolita, su una slitta, foto non datata (Keystone)

trambi erano nazionalisti, entrambi amavano la Germania, la cultura tedesca e l’arte, il paesaggio, la lingua, i cittadini, i loro connazionali. Entrambi avrebbero alzato i bicchieri se si

fosse fatto un brindisi alla Germania (“Hoch Deutschland”!). Stimavano la musica francese e italiana ma consideravano la Germania superiore in ogni cosa». Annuncio pubblicitario

FORD SERVICE ford.ch

PREZZ O N

ECCEZ IO

PREST ALE ECCEZAZIONI IO NALI

Ford Motorcraft Anche dopo diversi anni, la vostra Ford funziona senza problemi. E noi facciamo in modo che tutto ciò non cambi. Qualità elevata a prezzi interessanti dedicata alle auto con più di 5 anni.

CONTROLLO PER COLLAUDO

CAMBIO OLIO

SOSTITUZIONE PASTIGLIE FRENO

Verifica di tutti i punti di controllo per preparare la vettura al collaudo obbligatorio dell’ufficio della circolazione.1

Sostituzione dell’olio incl. filtro olio originale Ford e olio motore Ford da fusto.2 Questa offerta è valida per tutti i modelli Ford.

Sostituzione delle pastiglie freno anteriori. Questa offerta comprende sia i ricambi (4 pastiglie freni di Motorcraft) che la manodopera.3

PER FR.

PER FR.

AD. ES. PER FORD KA/FIESTA/FUSION/ B-MAX FR.

239.90

1

149.90

2

199.-

3

FORD SERVICE 5+ dedicato ai veicoli con più di 5 anni Servizi in base al piano di manutenzione Ford Ricambi previsti dal servizio e manodopera compresi nel prezzo 4 Olio motore originale Ford Prolungamento gratuito della vostra Ford Assistance (garanzia di mobilità in tutta Europa)

Piccolo servizio

Grande servizio

Ka, Fiesta, Fusion, B-MAX

Fr. 310.-

Fr. 660.-

Focus, C-MAX, Grand C-MAX, Kuga

Fr. 360.-

Fr. 710.-

Mondeo, S-MAX, Galaxy

Fr. 410.-

Fr. 760.-

Ranger, Connect, Custom, Transit

Fr. 460.-

Fr. 810.-

Prezzo consigliato IVA incl. 1 Valevole solo per le autovetture, eccetto Tourneo. Escluse tutte le eventuali riparazioni, regolazioni, ricambi e relativa manodopera. 2 Max. 4 l – quantitativo addizionale fatturato a parte. 3 Escl. lavori supplementari come sostituzione liquido dei freni ecc. Tutti i modelli RS e Cosworth sono esclusi da questo programma. 4 Per i servizi conformemente al piano di manutenzione Ford – ricambi previsti dal servizio e manodopera compresi nel prezzo (si veda www.etis.ford.com). Ricambi supplementari, manodopera e riparazioni vengono fatturati a parte. Escl. pezzi soggetti a usura, controllo gas di scarico (veicoli senza sistema diagnostico di bordo OBD), controllo/servizio climatizzatore.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

42

Cultura e Spettacoli

Frick, un anarchico ad Ascona Editoria La zurighese Limmat Verlag si

dedica a un protagonista del Monte Verità

Simona Sala

Pink Floyd, leggenda continua Musica Un box set celebrativo offre

l’occasione per riscoprire una fase spesso dimenticata della band Benedicta Froelich Quando si parla di nomi leggendari della storia del rock internazionale, è indubbio che poche formazioni possano vantare una reputazione e un prestigio paragonabili a quelli dei Pink Floyd, la storica band inglese che, nel periodo d’oro tra i tardi anni 60 e i primi 80, arrivò a rivoluzionare completamente l’idea stessa di forma canzone, contaminando il genere cosiddetto «rock» con ardite sperimentazioni dal sapore sinfonico, orchestrale e progressive – e facendo, di quello che era sempre stato un ambito alquanto snobbato dai vertici dell’establishment culturale, un vero e proprio fenomeno dal nome eloquente di «art rock». Il percorso artistico dei Pink Floyd è stato in effetti un vero e proprio viaggio di scoperta: dai primi anni, in cui il genio tormentato di Syd Barrett aveva conferito alla band un sound tipicamente sixties, fino alle sperimentazioni estreme di album quali Ummagumma e Animals, i Pink Floyd sono giunti alla fine degli anni 70 conservando una creatività pressoché intatta, ma tormentata da gravi dissapori intestini; così, nello stesso periodo in cui emergevano fenomeni commerciali del tipo di Oasis e Blur, la band concludeva la propria carriera con The Division Bell (1994), album che si sforzava di coniugare alle usuali sonorità fortemente epiche ed evocative le nuove tendenze musicali dell’epoca, conferendo così al risultato una certa immediatezza di fruizione, non propriamente caratteristica del lavoro del gruppo. Proprio quest’opera finale della band è oggi celebrata da un cofanetto concepito in occasione del ventennale della sua pubblicazione, e che giunge come una gradita sorpresa per i fan: anche perché The Division Bell non ha mai raggiunto, nell’immaginario collettivo, lo status iconico incarnato da altri album dei Pink Floyd – su tutti, il celeberrimo The Dark Side of the Moon. Ciò è dovuto soprattutto al particolare contesto della sua creazione: si tratta infatti del secondo disco inciso senza l’apporto creativo di Roger Waters (principale fautore del concept album The Wall, 1979, e del suo malinconico sequel, The Final Cut), il quale aveva abbandonato la band proprio a causa di dissidi dovuti alla sua eccessiva egemonia creativa. The Division Bell finì quindi per essere essenzialmente una creatura di Dave Gilmour, da sempre principale voce del gruppo insieme al frontman Waters; e in effetti la differenza stilistica è evidente nei pezzi dalle sfumature più delicate e

meno ossessive, e tuttavia sempre crudamente malinconiche, le cui venature agrodolci risultano più sottili che nei brani a firma Waters. Inoltre, diverse tracce mostrano un chiaro ed evidente sapore «radiofonico», che ben si presta a un uso commerciale senz’altro più smaccato che in altri lavori del gruppo (si pensi ad esempio a brani orecchiabili quali Take It Back o Lost For Words, tra i singoli estratti dall’album). In tal senso, la solita volontà di celebrazione e il bisogno di revival che oggi hanno spinto la casa discografica a festeggiare questo ventennale possono, per una volta tanto, anche permettere al grande pubblico di riscoprire un’opera spesso considerata «minore» dai fan incalliti della band. Forse anche in virtù di questo, The Division Bell 20th Deluxe Box è stato concepito come un vero e proprio tripudio celebrativo per inguaribili collezionisti, al punto da combinare magistralmente l’uso del nostalgico supporto su vinile a quello dei più attuali cd. Così, il bonus più interessante è senz’altro costituito dalla ristampa su doppio vinile dell’album, che ci mostra per la prima volta le varie tracce nelle loro versioni originali, prima che venissero accorciate per il singolo LP che The Division Bell sarebbe poi divenuto. Naturalmente, l’album è qui disponibile anche in versione blu-ray (realizzata in 5.1 dolby surround), con l’inclusione di un nuovo videoclip d’artista realizzato per il brano strumentale Marooned, all’epoca vincitore di un Grammy; inoltre, per la gioia dei completisti più devoti, il box set contiene anche un cd con la versione rimasterizzata dell’album proposta nel 2011 (la cosiddetta «Discovery»). Non mancano poi neppure tre 45 giri su vinile colorato, che ripropongono alcuni dei singoli tratti da The Division Bell, come il già citato Take It Back e quella gemma misconosciuta che è High Hopes, ballata in cui il fine lirismo di Gilmour si combina magistralmente alle atmosfere più decadenti e amare a cui i Pink Floyd ci hanno abituato. Brani che restano a tutt’oggi tra i più sottovalutati capolavori prodotti dalla formazione dopo il suo periodo di massimo successo: motivo per cui è legittimo sperare che questo box set possa condurre anche qualche relativo neofita a riscoprire l’ultima fase della carriera dei Pink Floyd – e con essa lavori che, per gli standard odierni, si presentano senz’altro come più orecchiabili e accessibili rispetto all’usuale catalogo anni ’60-’70 della band. Il che, dopotutto, potrebbe fare di questo ventennale una buona occasione anche per il gruppo stesso.

Molte sono le storie (a tratti incredibili, tanto sanno di avanguardia) che il Monte Verità sembra ancora avere in serbo per stupire un’epoca come la nostra, in cui l’omologazione non ha risparmiato nemmeno il mondo della cultura. Fra gli infiniti personaggi di spessore che popolarono quell’angolo di Ticino, attratti dall’aria che vi si respirava in senso lato e letterale, vi fu anche l’anarchico, ricercatore e artista zurighese Ernst Frick (1881-1956). E proprio a questa figura a suo tempo controversa (Frick collaborava con la rivista anarchica «Weckruf» e trascorse un anno in prigione per avere posato una bomba vicino a una sede della polizia cantonale di Zurigo) la casa editrice Limmatverlag ha voluto dedicare un libro, Ernst Frick, Zürich-Ascona, Monte Verità, di Esther BertschingerJoos e Richard Butz. L’opera, che vede un’analisi degli anni giovanili trascorsi a Zurigo e in Francia nella prima parte e quelli asconesi nella seconda, sarà presentato proprio al Monte Verità venerdì 13 giugno alle ore 18. Oltre a Riccardo Carazzetti e a Hans Christoph Binswanger durante la serata interverrà anche Jürg Zimmerli, storico editore della Limmat Verlag, cui noi (ticinesi) dobbiamo l’encomiabile sforzo di diffusione nazionale della letteratura della Svizzera italiana. Come ci ha raccontato Jürg Zimmerli, la sua attenzione per il passato

Top10 DVD & Blu Ray 1. Jack Ryan

C. Pine, K. Costner novità

affonda le radici negli anni Ottanta, quando attraverso il Gruppo di Olten entrò in contatto con Alberto Nessi, decidendo di tradurre Terra matta, libro paradossalmente (ma a volte nell’editoria è così) uscito prima in tedesco che in italiano. Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di pubblicazioni di pregio, che hanno permesso all’avido pubblico germanofono – eh sì, perché in lingua tedesca si legge molto di più, e con più attenzione che in lingua italiana, sono i numeri a dirlo – di conoscere gli autori nati e cresciuti sul nostro territorio. Ultima in ordine di apparizione è l’antologia dedicata al ticinese Franco Beltrametti (1937-1995) Zweiter Traum, Secondo sogno a cura di Roger Perret (di cui avevamo già recensito l’opera monumentale Moderne Poesie in der Schweiz), che ebbe un ruolo di spicco nel movimento beat. Il lavoro di Zimmerli si basa soprattutto sulla fiducia che lega a doppio filo il suo lavoro di editore con quello degli scrittori. Sono infatti fitti e densi di segnalazioni i contatti con gli autori ticinesi i quali, dal momento che Zimmerli per sua ammissione non sa sufficientemente bene l’italiano, fungono da osservatorio privilegiato su quanto propone di nuovo il panorama letterario del nostro Cantone. È grazie a queste indicazioni che il lavoro dell’editore zurighese ha potuto nel corso degli anni seguire un percorso di sicura qualità e coerenza. Quello che manca forse oggi, osserva l’editore, è una nuova generazione in grado di sostituire, per contenuti e per intenti, quella che l’ha preceduta, e che ha permesso che si parlasse di «letteratura della Svizzera italiana». La presentazione del libro su Frick ad Ascona sarà seguita da una piccola esposizione, Ernst Frick. Anarchia, arte e celtomania al Monte Verità, aperta fino al 30 luglio al Salone Balint del Monte Verità. Il 14 giugno (ore 10) è inoltre prevista una visita all’insediamento celtico sulla collina del Balladrun, nei pressi del Monte. (È consigliata l’iscrizione. Info: info@ monteverita.org, tel. 091/785.40.40).

Addio a Mariangela Rossi In ricordo Se ne

è andata in silenzio un’artista schiva

Gianluigi Bellei Se ne è andata in silenzio la settimana scorsa, così come ha vissuto, Mariangela Rossi. Nasce a Sessa nel Malcantone nel 1919; frequenta il liceo artistico e poi l’accademia di Milano e insegna per vent’anni disegno all’Istituto Sant’Anna di Lugano. Un’artista schiva, non le è mai piaciuto apparire e raramente i media la cercavano. E sicuramente lei non li cercava. Una persona rara da trovare, oggi. La maggior parte degli artisti, e non solo, cerca una visibilità sempre maggiore al loro peso e i nomi che circolano sono sempre più improbabili. Relazioni, conoscenze, intrallazzi sono la base per una riconoscibilità pubblica, così senza pudore. Mariangela Rossi ha sempre lavorato in silenzio e fuori dagli schemi. Non ha mai fatto parte di correnti o conventicole di sorta e per questo è stata relegata nel cono oscuro dell’oblio. Pittrice di talento e visionaria, era pure un delicatissimo incisore (o forse, chissà, è meglio dire una delicatissima inciditrice). Ha partecipato alla breve vita della Compagnia incisori della Svizzera italiana. Ha curato una cartella di stampe per la Società ticinese di belle arti e alcuni mesi fa, proprio quest’anno, Piero Del Giudice ha scritto su di lei per la presentazione della sua ultima personale in una galleria luganese. Artista indipendente, quindi, che ha ritratto, come scrive appunto Del Giudice, «molte figure femminili. Donne che la fatica ha svuotato. Mani nodose di contadine. Borghesia renditiera inerte. Vedove. Madri matute sterili» in un mondo tutto suo pieno di immaginazione e solitudine.

Top10 Libri

Top10 CD

1. Andrea Camilleri

1. Artisti Vari

La piramide di fango, Sellerio novità

Bravo Hits Vol. 85 2. I Nomadi

2. Frozen

Animazione

2. Paulo Coelho

Nomadi 50 + 1

Adulterio, Bompiani / novità 3. Abba

3. Lone Survivor

M. Wahlberg, T. Kitsch / novità

3. Sveva Casati Modignani

Gold - 40th Anniversary

La moglie magica, Sperling 4. Gotthard

4. A spasso con i dinosauri

Animazione

4. Markus Zusak

Bang!

Storia di una ladra di libri, Frassinelli 5. Michael Jackson

5. Lo Hobbit 2

M. Freeman, I. McKellen

5. Tiziano Terzani

Xscape

Un’idea di destino, Longanesi 6. Cesare Cremonini

6. All is Lost

Robert Redford

6. Cristina Caboni

Il sentiero dei profumi, Garzanti novità 7. Simonetta Agnello Hornby

La mia Londra, Giunti / novità

9. The Counselor

8. Moreno

Incredibile

8. The Butler

F. Whitaker, O. Winfrey

7. George Michael

Symphonica

7. American Hustle

C. Bale, A. Adams

Logico

8. Anna Premoli

Finché amore non ci separi Newton

9. Mondo Marcio

Nella bocca della tigre

C. Diaz, J. Bardem 9. Andrea Vitali 10. Last Vegas

Quattro sberle benedette, Garzanti

R. De Niro, M. Douglas 10. Massimo Gramellini

La magia di un buongiorno, Longanesi

10. Roby Facchinetti

Ma che vita la mia


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

43

Cultura e Spettacoli Rubriche

In fin della fiera di Bruno Gambarotta E di contorno cosa prendi? Non mi piace la parola «quiescenza», fa pensare alla quiete dei cimiteri. Non sono mai stato così inquieto come da quando sono in «quiescenza», cioè negli ultimi venti anni. Mi domandano se provo nostalgia per il lungo periodo trascorso lavorando in Rai e io sono sincero, rispondo che rimpiango solo la mensa aziendale, un ambiente rilassante e fervido di liberi scambi fra uguali. All’alba, quando non riesco a riprendere sonno ma non mi va di alzarmi, anche per non svegliare mia moglie che continua a dormire, coltivo una fantasticheria, immagino di accompagnare una giovane stagista che entra per la prima volta in sala mensa e di spiegarle quel meraviglioso regolamento. Noi, le direi, pagando una cifra convenzionale molto più modesta di un pasto a una tavola calda, abbiamo diritto a un primo, a un secondo e a un contorno. Possiamo scegliere in un menù che cambia ogni giorno fra tre primi, tre secondi e quattro contorni. Se nessuno fra i tre primi proposti quel giorno è di nostro gradimento, possiamo sostituirlo

con un altro contorno, che diventa così il secondo contorno perché il primo contorno va di default con il secondo. Faccio qualche esempio: si può prendere un contorno di patate arrosto e uno di pomodori, oppure costine e fagiolini, oppure fagioli e insalata verde. Naturalmente uno è libero di raddoppiare lo stesso contorno, ma io lo sconsiglio per almeno tre motivi: è bene variare; le signore addette al servizio mensa tendono a darne di meno, ossia il doppio contorno in quantità non è mai come la somma di due contorni separati; infine è anche un problema d’immagine. Uno che a mensa si spara in vena due contorni uguali fa un po’ la figura, diciamolo francamente, di un lavandino. Mi accorgo che forse alla mia ospite potrebbe far piacere prendere doppia razione di patate o di pomodori e correggo il tiro: se uno ogni tanto prende due contorni uguali non lo mettono in croce, purché non diventi un’abitudine. Una collega dell’ufficio personale mi ha confidato, dopo avermi fatto giurare che mai avrei

anche solo una metà. E con che cosa la surroghiamo la metà mancante? Semplice, con un altro contorno, che diventa così il terzo. Da questo corollario deriva un teorema matematico: se la prima metà di un secondo può essere tramutata in un contorno, sia pure un terzo contorno, anche la seconda metà di un secondo può tranquillamente diventare un altro contorno che, per non confonderci, chiameremo quarto contorno. Ecco spiegato come sia possibile, senza violare nessun regolamento, pranzare a mensa con quattro contorni. Arriva il nostro turno di farci servire. Consiglio alla mia ospite: prenda quello che desidera ma lasci stare le polpette. La ragazza mi dà retta; una volta seduti a tavola, sento il dovere di darle una spiegazione: noi le chiamiamo in confidenza le polpette anti uomo, le misteriose. Cosa c’è nelle polpette è uno dei misteri meglio custoditi, come quelli della Nutella e della Coca Cola. Una volta c’era anche il terzo segreto di Fatima, ma poi papa Giovanni Paolo II, in visita agli studi romani di Saxa Rubra, ha espresso

il desiderio di pranzare a mensa insieme ai dipendenti. Ha ordinato le polpette e nessuno ha osato contrariarlo. Risultato: non aveva ancora finito di mangiare la prima delle due polpette che ha rivelato il terzo segreto di Fatima. La stagista medita sul pericolo corso; per distrarla le indico un tavolo di vecchi buontemponi; hanno un collega che trova tutto insipido e prima ancora di assaggiare quello che ha nel piatto, afferra il salerino e giù sale. Il primo che va a sedersi a quel tavolo, svelto svita il cappuccio del salerino lasciandoglielo però appoggiato sopra. Il collega arriva, posa il vassoio, prende il salerino, tutti fanno finta di niente, chi fischietta, chi guarda per aria, e quello intanto con un gesto maschio e sicuro, lo capovolge e trac, si trova con una montagnola di sale sugli spaghetti o meglio ancora sulla bistecca. Le risate! Le madonne che tira giù! Qualche volta capita che chi ha svitato il tappo del salerino se lo dimentichi nel corso del pranzo – è un tavolo tutto della terza età – e si faccia lo scherzo da solo.

telefonata – è pur sempre un telefono quel televisorino piatto che abbiamo tutti in tasca). Tutta presa dall’entusiasmo del neofita, pensavo di poter guardare con aria di supponenza gli altri passeggeri di autobus e metropolitana. Ma mi sono accorta subito di non essere sola, quasi tutti fanno un grande uso del pollice opponibile, compulsando tastierine e schermi touch screen da bambola. Anche loro, mi rallegro, approfittano di questi spazi temporali per rispondere alle incalzanti email di lavoro e per gestire l’agenda, come si usa dire. E anche la parrucchiera, quindi, in uno slancio di calvinistico zelo, domandandomi se avevo un cellulare per impiegare il tempo, mi invitava a non buttare quei minuti preziosi, a utilizzarli per risolvere qualche incastro orario, o per sollecitare una risposta a un ufficio reticente. Quanta solerzia, quanta disinteressata

attenzione per il rispetto dei planning. Non per nulla siamo nella città dell’Expo, tra un anno milioni di visitatori toccheranno con mano l’intransigenza verso le perdite di tempo degli abitanti grandi e piccini della capitale morale. Già, grandi e piccini, strano. Strano che dei dodicenni abbiano problemi di gestione del planning. Stranissimo che quei due adolescenti guardino rapiti lo stesso schermo, e che le loro email «di lavoro» producano quei suoni di campanelli, come fosse un jingle. All’improvviso, dicevo, la folgorazione. «Loro», tutti, forse quasi tutti, non colgono l’attimo per portarsi avanti col lavoro. Loro, ebbene sì, fanno altro. Postano, taggano, selfizzano, instagrammizzano, cinguettano, esprimono se like o no, inviano emoticon, scaricano e ascoltano musica. Se proprio deve essere lavoro, cercano relazioni in Linkedin. Non

alzano gli occhi nemmeno per guardare a che fermata siamo, l’iPhone glielo ha già detto («ciao zia, posso stare a casa tua ancora sei minuti» «?» «L’app mi dice che il tram qui sotto arriva fra otto»). Quindi, orrore, in questi mesi io non ho dato l’impressione di una aggiornata professionista, ma mi sono inserita nel mucchio degli always wired, di quelli che sono sempre connessi. Che vergogna. E anche dalla parrucchiera, dopo l’esibizione del libro e la lettura di qualche pagina, potevo evitare di leggere le ultime email e inviarne un paio urgenti? Certo che no. Ancora una volta quindi mentre lavoro mi sento giudicare come una qualsiasi fanatica di Facebook, e stavolta da chi ha cura delle mie chiome. Che ora mi sorride con affetto e riconoscenza: questa cliente dice che vuole leggere i libri, ma anche lei è come noi, chissà che cosa sta postando.

daggio l’effetto non cambia… Se devo dire la verità, tutta la verità, penso che Cordelli non abbia torto: gli accostamenti astrusi creano un vago alone, ma non fanno grande letteratura. Le tribù. Cordelli individua, un po’ per gioco, anzi divertendosi alquanto, sette gruppi (quasi parlamentari) con un totale di settanta nomi di autori: ci sono i Senatori, il Gruppo Misto, i Dissidenti, i Novisti, i Moderati, i Conservatori e i Vitalisti. Ho qualche dubbio su questi schieramenti: non c’è coincidenza tra i criteri politici e quelli letterari. Avrei usato, eventualmente, categorie stilistiche, pur sapendo che lo stile ormai conta poco per giudicare gli scrittori. Dall’elenco di Cordelli, poi, mancano i nomi più gettonati: per esempio, non ci sono Erri De Luca, Baricco, Mazzantini, Mazzucco, Tamaro, De Carlo, Camilleri, Benni, Maggiani, Piccolo, Saviano, Lucarelli, Wu Ming, Vitali, Gamberale, Carofiglio e chissà quanti altri… Probabilmente Cordelli neanche li considera scrittori. Personalmente non trascurerei altri autori che Cordelli non cita neanche: Letizia

Muratori, Giuseppe Montesano, Andrej Longo, Antonio Franchini, Claudio Piersanti, Cesare De Marchi, Laura Pariani, Francesco Permunian. Se fosse per me, sono questi, con Vitaliano Trevisan, Michele Mari, Angelo Ferracuti, Alessandro Leogrande e pochi altri, gli scrittori più significativi, e dovendo fare una mappa simile a quella proposta da Cordelli non li dimenticherei mai e poi mai. Cordelli, invece, non li considera neanche. Intervenendo nel dibattito sulla palude letteraria, Mariarosa Mancuso (5+) ha fatto la sua contromappa che include Marco Missiroli, Ottavio Cappellani, Andrea Tarabbia (che, devo ammetterlo, non conosco neanche), Fabio Genovesi. Sono certo che altri recensori, giornalisti letterari, critici farebbero cento, mille contromappe ugualmente attendibili e ricche di nomi a me sconosciuti. Quel che manca non sono i buoni scrittori, manca la possibilità oggettiva di delineare dei criteri di valore. Criteri che fino a vent’anni fa erano piuttosto condivisi (da una comunità letteraria tutto sommato abbastanza

compatta) e che ormai si sono frantumati sotto la scure del mercato e della «democrazia» digitale (oggi sulla sola piattaforma di self-publishing ilmiolibro.it gli scrittori attivi sono oltre 20 mila). Dunque, tutto è uguale a tutto, tutto rimane confuso e indistinto. Intanto, dobbiamo accontentarci delle mappe e contromappe: c’è un enorme repertorio possibile di tribù, club privati e pubblici, circoli, gruppi, gruppuscoli, movimenti, congreghe, fazioni. Paolo Di Paolo (5½) è intervenuto nel dibattito sostenendo che la macro-categoria, davvero trasversale, è quella dei Frustrati, gli scrittori che si sentono eternamente sottovalutati e incompresi. È vero, sono tantissimi, quasi tutti. Chi si lamenta dell’editore, chi del lettore, chi della critica, chi delle librerie… E che dire dei Palloni Gonfiati, cui andrebbe dedicata una contromappa ad hoc? E agli Sgonfiati pure, per fortuna. Anzi, oggi la critica più seria potrebbe accontentarsi di questa missione: sgonfiare i Gonfiati. Sarebbe un’attività faticosa, a tempo pieno: avremmo «sagome sudate» ovunque.

svelato il segreto, che sulle nostre schede di valutazione, nella colonna delle caratteristiche negative c’è lo spazio per scrivere: è stato visto più volte a mensa mentre raddoppiava lo stesso contorno. Lei però, essendo una stagista, è libera di prendere anche quattro porzioni dello stesso contorno. Be’, immagino che dica la ragazza pendendo dalle mie labbra, addirittura quattro porzioni, com’è possibile? È possibile sì, le spiego subito. Ricapitolando, abbiamo visto che il primo dei contorni va con il secondo, mentre il secondo contorno va al posto del primo. Ma non abbiamo ancora preso in considerazione il problema del secondo, che può essere un classico secondo, il bollito, l’arrosto, la bistecca, la braciola di maiale. Questi sono conosciuti anche con la qualifica di secondi indivisibili. A questa famiglia si contrappone quella dei secondi divisibili, come nel caso classico delle polpette, là dove un secondo completo di polpette ne prevede due. Lei m’insegna che, se un secondo è divisibile, se ne può prendere

Postille filosofiche di Maria Bettetini Sempre connessi «Hai un cellulare per passare il tempo?», mi domanda la parrucchiera, dopo avermi informato che dovrò attendere una decina di minuti prima di ricevere le sue cure. No, aspetta, io ho portato un libro (ho sbagliato?). Ah beh allora non so, ciao a più tardi (imbarazzo). Estraggo il libro dalla borsa (se così vogliamo chiamare quel saccone informe dal peso superiore ai cinque chilogrammi che rovina le spalle dell’umano di genere femminile dall’età scolare all’ultimo respiro, quando con un estremo sforzo sussurreremo «sì, il testamento, guarda lì, deve esser nella borsa», come le chiavi, i telefoni, il tablet, due libri, i trucchi, le medicine, il portafoglio del marito, i di lui documenti, pesantissime monete sparse, caramelle senza zucchero per l’ansia, con zucchero per i cali di, buoni sconto scaduti, acqua minerale, un orologio da aggiustare, sette-otto penne

di cui una aperta e intenta a disegnare la fodera, e colei che più ne ha – di borse – più ne metta – di oggetti pesanti nelle borse). Dunque mentre estraggo Lungo la via incantata di William Blacker e sto quindi per trasferirmi nella magica regione del Maramureş in Romania, un pensiero mi scuote: il cellulare per passare il tempo? Ma è un telefono, non è la Settimana Enigmistica. E qui comprendo appieno, come una folgorazione, la mia antichità, la mia estraneità a come va il mondo. Avevo già avuto dei sospetti. Sì perché pensando di essere molto avanti, povera illusa, da almeno un anno ho imparato a leggere le email sul telefono, e con qualche difficoltà in più, a scriverne (solo uno dei due miei indirizzi è capace di rispondere dal telefono, quindi chi mi scrive deve indovinarlo se vuole subito una risposta, altrimenti aspetta, o si accontenta di un sms o una

Voti d’aria di Paolo Di Stefano Le tribù degli scrittori Una discussione impazza per l’Italia. Il tema è: la palude della letteratura. A scatenarla è stato Franco Cordelli sulla «Lettura» domenicale del «Corriere della Sera». Dice Cordelli, che ha il merito indubbio (5+) di ricordare che non è necessario dibattere solo sullo spread: la letteratura degli ultimi dieci anni, forse venti, non è più un campo di forze, «una scacchiera su cui sia possibile scorgere e valutare linee di tendenza, gesti peculiari, prese di posizione esplicitamente e implicitamente teoriche e soprattutto opere di qualità». La letteratura è diventata una palude, fatta di recensioni dovute, scambi di favori e iperboli immeritate in cui la plausibilità del valore è minima o nulla. Cordelli avviava le sue considerazioni chiamando in causa La gemella H., l’ultimo romanzo del quarantasettenne Giorgio Falco, a suo parere molto «gonfiato» dalla critica letteraria. Cominciava da due parole incontrate nel corso del libro: le «sagome sudate», di fronte alle quali ha avuto un moto di rabbia. Poi Cordelli ci ha preso gusto ed è andato a sfogliare un libro precedente

di Falco, L’ubicazione del bene, sempre Einaudi e sempre esaltato dalla critica. Citando due passi. Primo: «Le pale del ventilatore girano lente, sembrano acchiapparsi a vicenda, al prossimo giro, spiate dall’aria accucciata». Seconda frase: «L’aria arriva dal basso, noi siamo a disagio nel restare fermi, disabituati a quell’ariosità gratuita, così andiamo verso uno dei cannocchiali che, come altre cose, per avere senso ha bisogno dell’energia di una moneta». Cordelli, dopo essersi domandato che cosa sono le «sagome sudate», si chiede che cos’è l’«energia di una moneta». Risposta: «Qualunque cosa sia, una simile espressione, metafora o che altro, non è un bello scrivere». In effetti. Si potrebbe continuare a (quasi) apertura di pagina: «Nei campeggi delle vacanze soffia l’aria del mare che muove le foglie e regala all’ombra una fama musicale immeritata». Boh. Si rimane un po’ storditi di fronte alla «fama musicale» dell’ombra. È vero che non è mai bene estrapolare un sintagma, una frase, un aggettivo per giudicare un libro, però qualcosa vorrà dire se ripetendo il son-


E N O I Z U D I R I D 50% 50% 11.90 invece di 23.85

LE BATTERIE AA E AAA DI

MAGGIORE DURATA AL MONDO Le pile usate devono essere riconsegnate al punto di vendita!

IN DISPOSITIVI HIGH-TECH TRATTIENE L’ENERGIA FINO A 20 ANNI (Usare entro)

50%

Durata fino a

11x

superiore* Quantità di sprechi generata

x 11 inferiore fino a

**

*In fotocamere digitali vs. Energizer alcalina base; i risultati possono variare a seconda delle caratteristiche del dispositivo. **utilizzare meno batterie, genera meno sprechi.

Pile alcaline Energizer Ultra+ AA o AAA conf. da 12

14.40 invece di 28.80 Pile Energizer Ultimate Lithium AA o AAA conf. da 6

In vendita nelle maggiori filiali Migros.

OFFERTA VALIDA SOLO DAL 10.6 AL 23.6.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Energizer è in vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

45

Idee e acquisti per la settimana

shopping La settimana degli hamburger Attualità Con gli hamburger freschi delle nostre macellerie potrete vivere anche voi nell’autentica

«american way of life» L’hamburger è un po’ il simbolo di quel modo di mangiare rapido e semplice, che viene comunemente chiamato fast food. La sua origine è statunitense, anzi, newyorkese, ed è un modo di utilizzare tutti i tagli di seconda scelta delle carni buone. Il perché questa bistecca tritata nata a New York si chiami «di Amburgo» rimane ancora alquanto incerto dato che, nella tradizione culinaria della città di Amburgo, questa ricetta non esiste. Un piatto che gli assomiglia è il «bitok» russo ed è possibile che la grande emigrazione di ebrei russi verso la fine dell’800 a New York abbia portato la ricetta del bitok negli States. Per rendere più suggestivo il nome questa preparazione qualcuno forse iniziò ad associarla al nome di una città europea famosa, ricca e raffinata come Amburgo, che era comunque legata in un certo modo all’area culturale della Russia baltica. La grossa polpetta di carne macinata e appiattita a disco può essere cotta alla griglia, alla piastra o in padella, ed è servita di solito in un particolare panino di pasta soffice (detto «bun») condito con salsa alla senape o ketchup, con o senza rondelle di cipolle. Una settimana dedicata agli hamburger nelle macellerie Migros

Ai banchi macelleria Migros, da oggi fino al 16 giugno vi attende un autentico festival dedicato alla nota specialità d’origini americane. Gli hamburger vengono preparati freschi giornalmente dai nostri macellai con l’impiego di carni magre selezionate perlopiù certificate TerraSuisse, vale a dire provenienti da animali allevati in modo particolarmente rispettoso della specie. Potrete scegliere tra hamburger di manzo, maiale, vitello, cavallo e misti. I nostri specialisti sono a vostra completa disposizione per aiutarvi nell’acquisto con consigli e suggerimenti sulle modalità di cottura, preparazione e servizio affinché possiate stupire i vostri ospiti con qualcosa di veramente speciale. / Davide Comoli

Milenko Grebic, capo macellaio presso Migros Taverne, vi invita ad assaggiare gli hamburger freschi. (Giovanni Barberis)

Cheeseburger Piatto principale per 4 persone Per 4 Burger Ingredienti 4 hamburger, ad es. di manzo o maiale Sale e pepe dal macinapepe 80 g di cetriolini sott’aceto 50 g di maionese 20 g di senape 1 spicchio d’aglio sale, pepe 1 cipolla rossa 8 fette di pancetta 4 panini per hamburger 2 cucchiai d’olio di colza HOLL (resistente al calore) 4 fette di formaggio cheddar di 20 g qualche foglia d’insalata

in quattro e poi a fettine. Mescolate la maionese con la senape e i cetriolini. Unite l’aglio schiacciato. Condite con sale e pepe. Tagliate la cipolla ad anelli. Rosolate la pancetta in una padella per ca. 2 minuti finché diventa bella croccante. Fatela sgocciolare su carta da cucina. Nella stessa padella, rosolate i panini sulla superficie di taglio, nel grasso della pancetta, per ca. 2 minuti e mettete da parte. Versate l’olio nella padella e rosolatevi gli hamburger da entrambi i lati per ca. 6 minuti. Adagiate le fette di formaggio sulla carne, finché cominciano a fondere. Farcite i panini con gli anelli di cipolla, la pancetta e la carne. Irrorate con la salsa e servite. Tempo di preparazione ca. 30 minuti Ricetta di

Preparazione Per la salsa tagliate i cetriolini per il lungo


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

46

Idee e acquisti per la settimana

Raviöö alla Caprese, un raggio di sole in tavola Novità Zero additivi e genuinità, la pura passione di Davide Mitolo per i Nostrani

Raviöö alla Caprese con crema di melanzane, pinoli e uvetta

Loredana Mutta

Dell’origine e diffusione del raviolo si conosce poco. Certa è la sua presenza in diverse culture: Italia, Germania, Cina e Giappone alcuni dei paesi dove sono comuni i versatili dischi di pasta ripieni, cotti in acqua o al vapore. C’è chi attribuisce il nome a «rabiola» etimo medievale dal latino «rapa», in quanto anticamente la pasta era ripiena con ricotta e foglie di rapa. Altri lo riconducono al verbo «raviolare» che in Piemontese significa avvoltolare o rigirare indicando, a seconda di chi si interpella, la modalità con la quale si avvolgevano i ravioli oppure la natura del ripieno che spesso un tempo era fatto con ciò che restava di altre pietanze. Anche i Nostrani del Ticino annoverano tra la loro gamma di prodotti una selezione di ravioli 100% ticinesi, nata dall’estro creativo di Davide Mitolo. Già chef per prestigiosi alberghi, nel 2007 avvia con la moglie Claudia una produzione di pasta fresca, creando il Pastificio L’Oste di Quartino. La loro filosofia poggia su due principi: zero additivi e qualità. La selezione delle materie prime è accurata e scrupolosa, supportata dalla costante collaborazione con i produttori locali. Che si tratti di verdura, formaggio, uova e farina impiegate Davide Mitolo cura personalmente ogni dettaglio per ga-

Per 2 persone Ingredienti 1 confezione di Raviöö Caprese 200 g di melanzana tagliata a cubetti, salata per perdere amaro e sciacquata 1 scalogno piccolo tritato 1-2 cucchiai d’olio 20 g ricotta 25 ml di olio extra vergine di oliva emulsionato con sale e erbe 10 g di pinoli tostati leggermente in una padella antiaderente 10 g uvetta ammollata in acqua tiepida 30’, strizzata e passata in padella per breve tempo dopo aver tostato pinoli

rantire la qualità superiore della sua pasta ripiena. Non per nulla i Raviöö Nostrani sono già molto apprezzati! Per i Raviöö alla Caprese usa una mozzarella prodotta appositamente per lui dall’Azienda Agricola Bossi di Ambrì, più asciutta, che permette al raviolo di mantenere bene il ripieno dopo la cottura. I pomodori, provenienti dal Piano di Magadino, sono aromatizzati con erbe e successiva-

mente essiccati. Se si considera che un pomodoro contiene l’80% di acqua è chiaro come questo trattamento permetta di concentrare ed esaltare tutti i sapori contenuti nella buccia e nella polpa dell’ortaggio. Il connubio tra l’esperienza di chef e la cura nella selezione e lavorazione degli ingredienti si traducono in un raviolo compatto, dal ripieno saporito. Un autentico piacere per il palato./ Luisa Jane Rusconi

Raviöö alla Caprese 250 g Fr. 6.80

Preparazione Salate la melanzana tagliata a cubetti e lasciatela scolare all’interno di un colino per circa 30’ dopodiché sciacquate sotto abbondante acqua corrente. In una pentola antiaderente fate soffriggere per qualche minuto lo scalogno tritato con i due cucchiai di olio e in seguito aggiungete la melanzana. Unite qualche cucchiaio di acqua per rendere morbida la melanzana. Fate cuocere circa 15’-20’ o finché la melanzana inizia a sfaldarsi. Frullate con la ricotta, aggiustate di sale e pepe. Frullate l’olio con una punta di sale e di timo fresco. Disponete la crema ancora calda sul piatto, adagiatevi i ravioli cotti e finite di condire con un filo di emulsione di olio, i pinoli e le uvette. Tip per single I ravioli possono essere congelati, riposti in un sacchetto apposito, ed è possibile conservarli così per un paio di mesi.

Grande Concorso: in palio 5 lingottini d’oro Attualità Trovami dentro una veneziana

Flavia Leuenberger

Jowa! Con il noto dolce potresti vincere un lingottino d’oro da 5 grammi del valore di ca. Fr. 200.– l’uno

Veneziane 4 pz/220 g Fr. 2.80

Molto amata dai bambini – ma non solo – la veneziana Jowa è di fatto diventata un must tra le specialità del nostro Cantone. Pensate che il primo di questi morbidi dolci a base di farina, lievito madre, uova, zucchero, nonché granella di zucchero e glassa di mandorle in superficie è stato sfornato dagli abili pasticceri della Jowa di S. Antonino ben 35 anni orsono. L’impasto della veneziana, molto simile a quello del panettone, richiede ben 24 ore di lievitazione prima di essere cotto: solo così si otterrà un prodotto finale dall’inconfondibile morbidezza e irresistibile genuinità.

Grande concorso

Ora esiste un motivo in più per assaggiare le nostre veneziane: se all’interno di una di esse trovi un bastoncino di plastica morbida blu sarai tra i candidati per vincere uno dei cinque lingottini d’oro da 5 grammi del valore di ca. Fr. 200.– ciascuno. Coloro che lo trovano dovranno inviarlo in una busta a: Cooperativa Migros Ticino, Concorso Trovami, Via Serrai 1 6592 S. Antonino L’ultimo termine di partecipazione è il 16 luglio 2014.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

47

Idee e acquisti per la settimana

Festival del pesce Attualità Se vuoi mantenerti sano come un pesce vieni a gustare fino al 28 giugno le specialità ittiche proposte

dai Ristoranti e De Gustibus Migros

Il pesce non è solo apprezzato per la sua bontà, ma anche per le sue benefiche proprietà: è infatti generalmente povero di grassi, facilmente digeribile, ricco di vitamine, proteine e preziosi acidi grassi Omega 3, considerati un toccasana per il cuore. Gli amanti del pesce possono ora concedersi una bella scorpacciata visitando i nostri Ristoranti e i De Gustibus Migros: entrambi, durante le prossime tre settimane, avranno in serbo un autentico festival gastronomico dedicato alle specialità ittiche. L’offerta è assai ampia e spazia dai piatti al buffet freddo e caldo al buffet di paste, passando per i piatti freddi pronti fino ai menu in padella. Per darti... un assaggio delle proposte che abbiamo preparato (e farti venire l’acquolina in bocca) troverai, solo per citare alcune prelibatezze, filetto di trota, car-

Voglia di un ricco fritto misto di pesce?

paccio di salmone, diverse insalate di mare, spaghetti allo scoglio, risotto alla pescatora, fritto misto, orata noci e peperoncino, baccalà all’emiliana,

gamberoni alla griglia, alborelle fritte, trancio di tonno grigliato e, presso il De Gustibus, wrap al tonno, piadina mare/monti e pasta ai frutti di mare.

SMAC è da sempre in prima linea nell’offrire prodotti efficienti per una casa pulita e brillante. Grazie alle continue ricerche e test, i prodotti SMAC sono garanzia di qualità, di performance eccellenti e, non da ultimo, di convenienza. SMAC express ultra sgrassatore al limone, con la sua formula concentrata ad azione rapida, è in grado di sciogliere in un attimo anche lo sporco più difficile, come il grasso bruciato ed incrostato delle placche da cucina o del grill. Si risciacqua facilmente con una sola passata, garantendo così il massimo risultato con il minimo sforzo. SMAC detergente disinfettante è ideale per l’igiene quotidiana di piccole e grandi superfici come sanitari, piastrelle, piano lavoro e plastica. Rimuove lo sporco in profondità assicurando la disinfezione della casa. SMAC spray bagno pulisce e rimuove tracce di calcare, acqua e residui di sapone su tutte le superfici. Inoltre la barriera protettiva che rilascia ritarda la formazione del calcare e le protegge e mantiene pulite e brillanti a lungo.

chi da utilizzare presso lo Splash & SPA Tamaro. I clienti dei Ristoranti riceveranno invece un buono ogni 15 franchi spesi.

Lo sapevate che…?

Flavia Leuenberger

Pulizia impeccabile con SMAC

Infine, tutti i clienti che acquisteranno ai De Gustibus una specialità a base di pesce, riceveranno alla cassa un buono sconto omaggio di 10 fran-

SMAC Ultra Sgrassatore, SMAC Spray Bagno, SMAC Detergente Disinfettante 750 ml Fr. 2.75 invece di 4.60* *40% di riduzione dal 10 al 23.6.2014 in tutte le filiali di Migros Ticino.

Non c’è niente di meglio con l’arrivo della bella stagione dello stare all’aperto in buona compagnia regalandosi dei piatti freddi e genuini del nostro territorio, ma che tuttavia non richiedano troppo lavoro di preparazione? E allora ben venga una ricca taiada nostrana a base di carne di maiali nati e allevati nella nostra regione – nella fattispecie p. es. salame, coppa, mortadella di fegato, culatello, pancetta e salámin al merlot -, qualche cremoso formaggino ticinese, delle croccanti michettine; il tutto accompagnato da una rinfrescan-

te Gazusa Nustrana o da una tazzina di merlot. La lavorazione della carne suina è un fiore all’occhiello e voce rilevante della nostra gastronomia. Un tempo i ticinesi erano in massima parte autosufficienti negli approvvigionamenti, per cui ogni volta che si macellava il maiale ne veniva utilizzato ogni singolo pezzo per approntare raffinate ricette casalinghe. Per gustare appieno tutto il delicato sapore dei nostri salumi nostrani, si consiglia di estrarli dal frigorifero almeno un’ora prima di servirli.


NOVITÀ

PUNTI

20x

NOVITÀ

NOVITÀ

NOVITÀ

1.30

1.30

1.30

Aproz Thé al tè verde e alla menta, 50 cl o 6 x 50 cl per es. 50 cl

Aproz Thé al tè bianco e alla pera, 50 cl o 6 x 50 cl* per es. 50 cl

Aproz Thé al tè bianco e all’ibisco, 50 cl o 6 x 50 cl* per es. 50 cl

* In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.6 AL 23.6.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

49

Idee e acquisti per la settimana

Vincenzo Cammarata

Il Centro S. Antonino premia

Premiazione concorso piccola panetteria Jowa Michele Righettoni

Si è svolta negli scorsi giorni, presso il parco del Centro S. Antonino, la consegna del 1° premio relativo al periodo marzo-aprile 2014 del grande concorso per il 100° anniversario del Touring Club Svizzero Sezione Ticino. La carta regalo Migros del valore di 1’000 franchi se l’è aggiudicata il signor Mario Trapletti di Novazzano. Ricordiamo che il concorso prosegue e per maggiori informazioni vogliate consultare il sito web www.tcs-ticino.ch. Vi segnaliamo che il TCS sarà ospite del Centro S. Antonino sabato 13 settembre (seguiranno maggiori informazioni riguardo questo appuntamento).

Recentemente, presso il Centro S. Antonino, sono stati premiati i tre vincitori principali del concorso sulla piccola panetteria Jowa, indetto nelle filiali di Migros Ticino lo scorso mese di marzo. La fortuna ha baciato Diego Vassalli di Riva San Vitale che si è aggiudicato il primo premio, consistente in un buono del valore di Fr. 1000.– per il Kurhaus Cademario Hotel & Spa; Damiano

Capitani di S. Antonino e Rita Reguzzoni di Viganello si sono portati a casa 2 buoni da Fr. 250.– per lo Splash e Spa Rivera. Oltre ai premi principali, sono state pure assegnate 5 carte regalo Migros del valore di Fr. 100.– ciascuna. Nella foto: Damiano Capitani, Diego Vassalli con il figlio e Graziella Rizzi, responsabile del panificio Jowa di S. Antonino. Annuncio pubblicitario

w

Piatto freddo ticinese

w

5.50

1.85

2.70

Salame affettato di maiale Ticino, a libero servizio, per 100 g

Formagín ticinés (formaggini ticinesi) Ticino, 2 x 100 g, per 100 g

Cipolline aroma antico Ponti, 300 g (p.s. 180 g)

9.80 Lavagna in ardesia

–.85 Gazusa Nustrana, limún (gassosa nostrana al limone) Ticino, 28 cl In vendita nei maggiori supermercati di Migros Ticino.

1.80 Michettine 6 pezzi / 180 g


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

50

Idee e acquisti per la settimana

Gelato è sinonimo d’estate. E le nuove varietà arrivano giusto in tempo per la bella stagione.

Coppa svedese 175 ml Fr. 1.90 In vendita nelle maggiori filiali Migros. PURE Rooibos Honey Sélection 450 ml Fr. 6.90 Mary Jane’s Coffee Olé 450 ml Fr. 6.90

Un tesoro di freschezza La Migros, sul mercato svizzero, è sempre un passo avanti in fatto di creazioni di gelato. Cinque nuove squisite varietà sono arrivate ad arricchire il nostro assortimento, giusto in tempo per la bella stagione

MegaStar mini ??? give me a name 4 x 65 ml Fr. 5.90 Frozen Yo Apple & Mango 170 ml Fr. 1.90

L’industria Migros produce numerosi prodotti molto apprezzati, tra cui anche i gelati di Midor.

Sono ben 18 le nuove creazioni di gelato che la Migros propone ogni anno. Oggi ve ne proponiamo 5. MegaStar mini ??? give me a name è un gelato alla panna avvolto in biondo cioccolato Dulcey di Valhrona. Il segreto del suo particolarissimo aroma sono la nota biscottata e il pizzico di sale. Una cosa ancora gli manca; però: un nome; proprio come rivela l’adesivo sulla confezione. Sulla piattaforma online migipedia.ch ognuno può par-

tecipare ora alla sua scelta. Pure Rooibos Honey Sélection fa il punto sul gusto: latte, panna, uova e zucchero aromatizzati con miele dello Yucatan e tè rooibos. Mary Jane’s Coffee Olé si è piazzato secondo in un’inchiesta Migipedia di due anni fa. E ora questo gelato alla panna all’aroma di caffè, con pezzetti d‘amaretto, variegato con salsa al latte macchiato è giunto a completare il nostro assortimento di gelato.

La Coppa Svedese è l’interpretazione gelata della classica torta svedese: gelato alla vaniglia con uno strato di pan di Spagna e la tipica copertura di marzapane del dolce nordico. Frozen Yo, l’innovativa golosità a base di latte e yogurt, si propone ora nella variante arricchita con polpa di mango e pezzettini di mela. Con queste fantastiche novità, l’estate può durare tutto l’anno. / JV; illustrazioni Yves Roth, styling Mira Gisler


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

51

Idee e acquisti per la settimana

Pronti per la Maratona di Berlino: (da sin.) Philipp Rölli, Christa Dähler, Andreas Klein, Alexa Moser, Philipp Läubli, Monica Roth, Marcel Seewer, Raphaela Nadja Precek, Eric Dumauthioz, Bruno Albisetti.

Berlino, stiamo arrivando! Ce l’hanno fatta: sono riusciti ad aggiudicarsi i dieci pettorali di partenza per l’esclusiva Maratona di Berlino. Il loro sponsor è la birra senz’alcol Erdinger

«10 ore di allenamento» Marcel Seewer

Tutto grazie alla Erdinger: dieci lettori e lettrici della stampa Migros che sono anche appassionati sportivi prenderanno il via alla Maratona di Berlino, una manifestazione di richiamo le cui iscrizioni sono esaurite da tempo. Insieme ad un ambitissimo pettorale per la gara i prescelti potranno godere tra l’altro di una assistenza speciale sul luogo e del rimborso delle spese di viaggio andata e ritorno da Zurigo. Il concorso era stato pubblicato nel mese di marzo sulla stampa Migros e aveva ottenuto la partecipazione di 527 appassionati. Una giuria di esperti aveva scelto tra loro i candidati più adatti alla gara. I principali criteri di scelta decisivi: l’esperienza nelle gare di maratona o di mezza

maratona, ma anche la motivazione personale. Qui a fianco vi presentiamo due dei prescelti: Marcel Seewer di Wil e Alexa Moser di Gossau. La birra senz’alcol Erdinger è già da alcuni anni sponsor della Maratona di Berlino. Il rapporto tra birra e sport di durata non è casuale, poiché la bevanda è isotonica, ha un tasso calorico ridotto e contiene vitamine. La B9 e la B12 stimolano infatti il sistema immunitario e sostengono la capacità di resistenza fisica. Erdinger offre ai concorrenti della gara berlinese la possibilità di presentarsi al via in modo ottimale grazie a un accompagnamento professionale nella preparazione alla gara. Il conto alla rovescia è iniziato... / AB

Marcel Seewer (35 anni, falegname) vive a Wil e fin da piccolo ha ereditato dai suoi genitori la passione per la corsa. Si allena da 5 anni intensivamente. Ogni settimana corre dalle 10 alle 12 ore per allenamento, ciò che gli permette di mettersi alle spalle circa 70 km. La sua partecipazione alla IronTrail 2013 è stata fino ad oggi la sua maggiore sfida. La gara di Berlino sarà per lui soprattutto un grande divertimento. Sewer si rallegra all’idea di correre attraverso la città, che fino ad oggi non ha mai visitato.

Erdinger senz’alcol. 6x33cl Fr.7.50

Alexa Moser, ha 45 anni ed infermiera, ha iniziato a correre 12 anni fa. Il minore dei suoi tre figli all’epoca aveva un anno. Quello che era iniziato come hobby oggi è diventata una passione: la sua partenza alla gara di Berlino segnerà la sua decima partecipazione a una maratona. È molto contenta di poter prendere parte alla corsa insieme a 40’000 appassionati, anche per lo straordinario pubblico che seguirà la gara il quale, come le hanno detto, trascina letteralmente i corridori attraverso il percorso.

«Punto d’arrivo è l’arrivo» Alexa Moser


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

52

Idee e acquisti per la settimana

Un leggero piatto d’insalata con vinaigrette al lampone è l’ideale per saziare la propria voglia d’estate.

Di tutti i colori Con le temperature in aumento incalza anche la voglia di creazioni leggere e croccanti a base di insalate. E Anna’s Best realizza i sogni culinari della stagione più calda dell’anno, portando tanta freschezza nei nostri piatti. L’irresistibile gusto di questa stagione? Il fruttato dressing al lampone Anna’s Best French Dressing 50 ml Fr. –.45 In vendita nelle maggiori filiali Migros

Con la stagione dei bikini, inizia anche quella delle croccanti insalate. Le insalate sono sane, saziano e contengono pochissime calorie. Con il loro elevato tenore d’acqua e di vitamine sono quindi l’ideale per la bella stagione. Da sole non regalano a lungo un senso di sazietà; se consumate come piatto principale, meglio dunque accompagnarle con pesce, carne, formaggio o noci. Se invece la loro funzione è quella di spuntino, sono perfette anche da sole. Le insalate pronte Anna’s Best sono lavate a punti-

no: per consentire alle delicate verdure di conservare la loro freschezza e croccantezza, una volta tagliate o grattugiate, vengono lavate in acqua ghiacciata, senza aggiungere additivo alcuno. Ecco perché non vanno lavate nuovamente a casa propria, perderebbero infatti vitamine e sali minerali. E per portare la varietà nel piatto, Anna’s Best crea salse sempre nuove. Assolutamente da provare questa stagione, la vinaigrette agrodolce al lampone. / NO; illustrazioni e styling Claudia Linsi

Anna’s Best Insalata del re 150 g Fr. 3.90 In vendita nelle maggiori filiali Migros

Anna’s Best Salsa per insalate al lampone Limited Edition 3,5 dl Fr. 4.20 In vendita nelle maggiori filiali Migros

Anna’s Best Insalata mista 250 g Fr. 2.50


. O C S E R F E T N INCREDIBILME

CONSIGLIAMO Offri ai tuoi ospiti tutta l’allegria dell’estate con un delizioso pollo al sugo. Trovi la ricetta su www.saison.ch/it/ consigliamo e tutti gli ingredienti freschi alla tua Migros.

50% 8.– invece di 16.– Cosce inferiori di pollo Optigal, speziate in vaschetta per grill, Svizzera, al kg

30%

1.10

4.65 invece di 6.70

2.– invece di 2.50

Panna intera UHT Valflora in conf. da 2 2 x 500 ml

Formaggio del vignaiolo per 100 g, 20% di riduzione

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.6 AL 16.6.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Lattuga verde Svizzera, al cespo


I. T T U T R E P A Z Z E H C S E R F SEMPRE PIÙ 50%

30%

30%

40%

2.95 invece di 5.90

3.90 invece di 5.60

2.20 invece di 3.20

1.20 invece di 2.–

Pesche noci gialle Spagna / Francia / Italia, al kg

Zucchine Ticino, sciolte, al kg

Spezzatino di vitello, TerraSuisse Svizzera, imballato, per 100 g

Bistecca di maiale del taglialegna Svizzera, per 100 g

30%

30%

20%

30%

40%

4.30 invece di 6.20

3.90 invece di 4.90

21.– invece di 30.10

5.70 invece di 7.70

2.30 invece di 3.30

5.70 invece di 9.60

Ciliegie Italia, in conf. da 500 g

Tutte le piante aromatiche bio in vaso da 13 cm, per es. basilico, la pianta

San Gottardo Prealpi prodotto in Ticino, a libero servizio, al kg

US-Rib-Eye, costa schiena di manzo USA, al banco a servizio, per 100 g

Filetti di passera, MSC* pesca, Atlantico nord-orientale, per 100 g, fino al 14.6

Salsicce da grigliare con formaggio in conf. da 2 Svizzera, 600 g

30%

30%

30%

33%

3.60 invece di 5.20

10.80 invece di 12.80

7.50 invece di 9.50

5.10 invece di 7.40

2.90 invece di 4.20

2.95 invece di 4.70

Mini angurie Solinda Italia, al pezzo

Minirose, Fairtrade il mazzo da 20

Tutto l’assortimento di polleria fresca Optigal 20% di riduzione, per es. pollo Optigal, Svizzera, in conf. da 2 pezzi, al kg

Prosciutto crudo ticinese prodotto in Ticino, affettato fine in vaschetta, per 100 g

Porchetta cotta prodotta in Ticino, affettata in vaschetta, per 100 g

Gamberetti d’acqua fredda, MSC* Atlantico nordorientale, per 100 g

* In vendita nelle maggiori filiali Migros. Società Cooperativa Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.6 AL 16.6.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


. IO M R A P IS R I D À IT IL IB S S ANCORA PIÙ PO 40% 4.10 invece di 5.–

5.25 invece di 6.60

7.80 invece di 9.80

6.85 invece di 11.45

5.75 invece di 7.20

Formaggio fresco Cantadou in conf. da 2 –.90 di riduzione, per es. alle erbe aromatiche, 2 x 125 g

Tutto il formaggio fuso a fette 20% di riduzione, per es. Gruyère, 600 g

Pasta Anna’s Best in conf. da 2 20% di riduzione, per es. fiori al limone, 2 x 250 g

Sminuzzato di pollo M-Classic in conf. da 2 surgelato, 2 x 350 g

Gelati alla panna da passeggio in conf. da 12 o gelati in blocchetto in conf. da 6 20% di riduzione, per es. alla vaniglia, 12 pezzi

–.X .50X ERE TIG ION NS INS UZ MO RID DE DIGÜ

50%

–.75 invece di –.95

7.80 invece di 9.80

7.80 invece di 9.80

1.– invece di 1.50

5.85 invece di 11.70

Tutti gli yogurt Excellence 20% di riduzione, per es. ai lamponi, 150 g

Torta svedese ai lamponi, torta reale all’ananas e torta al gianduia, intere e in conf. da 2 pezzi 20% di riduzione, per es. torta svedese ai lamponi, 500 g

Prodotti Cornatur in conf. da 2 20% di riduzione, per es. Grill Ribs, 2 x 200 g

Tutta la pasta M-Classic a partire dall’acquisto di 2 confezioni, –.50 di riduzione l’una, per es. pipe, 500 g

Tutte le 7UP e le 7UP H2OH! in conf. da 6 per es. 7UP Regular, 6 x 1,5 l

33%

30%

50%

5.– invece di 7.50

5.30 invece di 7.60

3.80 invece di 7.60

3.50 invece di 4.40

3.80 invece di 4.80

1.90 invece di 2.40

Sugo di pomodoro Salsa all’italiana Napoli in conf. da 3 3 x 500 ml

Pizza Toscana M-Classic in conf. da 2 surgelata, 2 x 360 g

Chicchi di mais M-Classic in conf. da 8 8 x 285 g

Tutto il caffè in chicchi o macinato, UTZ 20% di riduzione, per es. Boncampo, 500 g

Tutti i müesli e i fiocchi Farmer 20% di riduzione, per es. ai frutti di bosco, 500 g

Tutte le noci Party 20% di riduzione, per es. noci miste salate, 200 g

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.6 AL 16.6.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


A L L E D O L L IL BE . A Z N E I N E V CON

ALTRE OFFERTE. FRUTTA E VERDURA Insalata del mese Anna’s Best, 200 g 3.35 invece di 4.20 20%

Panino del calciatore Mondiali, 65 g 1.– NOVITÀ *,**

Lattuga verde, Svizzera, al cespo 1.10

Panna intera UHT Valflora in conf. da 2, 2 x 500 ml 4.65 invece di 6.70 30% Sanissa Classic, aha!, 400 g 2.95 NOVITÀ *,**

Zucchine, Ticino, sciolte, al kg 3.90 invece di 5.60 30%

30%

Ciliegie, Italia, in conf. da 500 g 4.30 invece di 6.20 30% Mini angurie Solinda, Italia, al pezzo 3.60 invece di 5.20 30%

2.20 invece di 2.70

5.20 invece di 7.50

17.90

Tutto l’assortimento Tangan a partire dall’acquisto di 2 prodotti, –.50 di riduzione l’uno, per es. pellicola d’alluminio, 30 m x 29 cm, offerta valida fino al 23.6

Deodoranti Rexona in confezioni multiple per es. Aero Cotton in conf. da 2, 2 x 150 ml, offerta valida fino al 23.6

Pigiama corto, camicia da notte o maglia lunga Ellen Amber Fashion per es. pigiama corto da donna, offerta valida fino al 23.6

Bistecca di maiale del taglialegna, Svizzera, per 100 g 1.20 invece di 2.– 40% Salsicce da grigliare con formaggio, in conf. da 2, Svizzera, 600 g 5.70 invece di 9.60 40% Tutto l’assortimento Léger 20x PUNTI

20x

Salame Rapelli, affettato e al pezzo, per es. classico, Svizzera, 118 g 3.95 invece di 5.70 30% Carne secca affettata, Svizzera, 125 g 6.80 invece di 8.50 20% Cosce inferiori di pollo Optigal, speziate, in vaschetta per grill, Svizzera, al kg 8.– invece di 16.– 50% Gamberetti d’acqua fredda, MSC, Atlantico nordorientale, per 100 g 2.95 invece di 4.70 33% *

31.90 invece di 47.85

5.85 invece di 8.40

11.90

Tutti i pannolini da mini a large Milette e i pannolini-mutandina Milette per es. maxi 4+, 3 x 46 pezzi, offerta valida fino 23.6

Carta per uso domestico Twist in confezioni multiple per es. Style, 8 rotoli, FSC, offerta valida fino al 23.6

Biancheria intima Ellen Amber Lifestyle e Moments in confezioni multiple per es. slip mini in conf. da 4, offerta valida fino al 23.6

Porchetta cotta, prodotta in Ticino, affettata in vaschetta, per 100 g 2.90 invece di 4.20 30% Tutto l’assortimento di salumeria Optigal, per es. bratwurst di volatile, Svizzera, in conf. da 2 x 110 g 2.45 invece di 3.10 20% Prosciutto crudo ticinese, prodotto in Ticino, affettato fine, in vaschetta, per 100 g 5.10 invece di 7.40 30% Teneroni di vitello, TerraSuisse, Svizzera, imballati, per 100 g 1.90 invece di 2.80 30%

30%

6.95 invece di 13.90

11.55 invece di 16.50

4.30 invece di 5.40

Detersivi Elan per es. Power Fresh Color, 2 l

Tutti i prodotti per la purificazione dell’acqua (assortimento dei negozi specializzati escluso), per es. filtri Duomax Cucina & Tavola, 3 cartucce, offerta valida fino al 23.6

Salviettine cosmetiche e fazzoletti Linsoft e Kleenex in confezioni multiple per es. fazzoletti Linsoft in conf. tascabile, FSC, 30 x 10 pezzi, offerta valida fino al 23.6

* In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.6 AL 16.6.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Per la tua spesa ritaglia qui.

Spezzatino di vitello, TerraSuisse, Svizzera, imballato, per 100 g 2.20 invece di 3.20 30%

50%

20x

20x

Tutti gli yogurt Excellence, per es. ai lamponi, 150 g –.75 invece di –.95 20% Tutto il formaggio fuso a fette, per es. Gruyère, 600 g 5.25 invece di 6.60 20% Formaggio del vignaiolo, per 100 g 2.– invece di 2.50 20%

PESCE, CARNE E POLLAME

30%

Hamburger assortiti in box, 4 di manzo, 4 con pancetta e formaggio, 4 di pollo, surgelati 10.85 invece di 15.50 30%

PANE E LATTICINI

Pesche noci gialle, Spagna / Francia / Italia, al kg 2.95 invece di 5.90 50%

3 per 2

Gelati alla panna da passeggio in conf. da 12 o gelati in blocchetto in conf. da 6, per es. alla vaniglia, 12 pezzi 5.75 invece di 7.20 20%

Tutto l’assortimento di polleria fresca Optigal, per es. pollo Optigal, Svizzera, in conf. da 2 pezzi, al kg 7.50 invece di 9.50 20% Filetti di passera, MSC, pesca, Atlantico nord-orientale, per 100 g 2.30 invece di 3.30 30% fino al 14.6 * US-Rib-Eye, costa schiena di manzo, USA, al banco a servizio, per 100 g 5.70 invece di 7.70 20%

*In vendita nelle maggiori filiali Migros.

Formaggio fresco Cantadou in conf. da 2, –.90 di riduzione, per es. alle erbe aromatiche, 2 x 125 g 4.10 invece di 5.– Mini-Babybel, retina da 15 x 25 g 5.80 invece di 7.25 20% San Gottardo Prealpi, prodotto in Ticino a libero servizio, al kg 21.– invece di 30.10 30%

FIORI E PIANTE Minirose, Fairtrade, il mazzo da 20 10.80 invece di 12.80 Tutte le piante aromatiche bio, in vaso da 13 cm, per es. basilico, la pianta 3.90 invece di 4.90

ALTRI ALIMENTI Baby Kisss al latte o fondente, in conf. da 2, UTZ, 2 x 120 g 4.30 invece di 5.40 20% Tutte le praline Giotto e Raffaello, per es. Raffaello, 230 g 3.80 invece di 4.50 15% Toffifee in conf. da 500 g, 4 x 125 g 6.90 invece di 7.80 Cialde finissime ChocMidor Classico, Noir e Diplomat in conf. da 3 (monovarietà), per es. Classico, 3 x 165 g 5.70 invece di 8.55 33% Blévita in conf. da 2, con contenitore gratuito, per es. sandwich alle erbe, 2 x 216 g 9.– invece di 10.60 15% Tutto il caffè in chicchi o macinato, UTZ, per es. Boncampo, 500 g 3.50 invece di 4.40 20% Tutti i müesli e i fiocchi Farmer, per es. ai frutti di bosco, 500 g 3.80 invece di 4.80 20% Pizza Toscana M-Classic in conf. da 2, surgelata, 2 x 360 g 5.30 invece di 7.60 30% Sminuzzato di pollo M-Classic in conf. da 2, surgelato, 2 x 350 g 6.85 invece di 11.45 40%

**Offerta valida fino al 23.6

Cornetti e sfogliatine alla crema e Diplomat alla vaniglia, 2 pezzi, 140 g, 2 pezzi, 157 g, e 2 pezzi, 200 g, per es. cornetti alla crema, 2 pezzi, 140 g 2.55 invece di 3.20 20%

NEAR FOOD / NON FOOD

Tutte le 7UP e le 7UP H2OH! in conf. da 6, per es. 7UP Regular, 6 x 1,5 l 5.85 invece di 11.70 50%

Bocconcini naturali Exelcat Senior, 4 x 85 g 3.30 NOVITÀ *,**

Tutti gli Ice Tea in conf. da 6 x 1,5 l, per es. al limone 4.05 invece di 8.10 50%

Tutto l’assortimento Sun Look (escluse le confezioni multiple), per es. Basic mini size, IP 30, 50 ml 2.90 invece di 4.20 30% **

Aproz Thé al tè verde e alla menta, 50 cl o 6 x 50 cl, per es. 50 cl 1.30 NOVITÀ **

20x

Aproz Thé al tè bianco e all’ibisco, 50 cl o 6 x 50 cl, per es. 50 cl 1.30 NOVITÀ *,**

20x

Aproz Thé al tè bianco e alla pera, 50 cl o 6 x 50 cl, per es. 50 cl 1.30 NOVITÀ *,**

20x

Sugo di pomodoro Salsa all’italiana Napoli in conf. da 3, 3 x 500 ml 5.– invece di 7.50 33% Tutta la pasta M-Classic, a partire dall’acquisto di 2 confezioni, –.50 di riduzione l’una, per es. pipe, 500 g 1.– invece di 1.50 Dressing M-Classic in conf. da 2, per es. French, 2 x 70 cl 3.65 invece di 5.20 30% Tutti i tipi di maionese, Thomynaise o senape Thomy, per es. maionese à la francaise, 265 g 2.– invece di 2.50 20% Miscela per polpettone Bon Chef, 62 g 1.90 NOVITÀ *,**

20x

Tutte le salse liquide Thomy in cartoncino, per es. besciamella, 250 ml 2.80 invece di 3.50 20% Chicchi di mais M-Classic in conf. da 8, 8 x 285 g 3.80 invece di 7.60 50% Tutte le noci Party, per es. noci miste salate, 200 g 1.90 invece di 2.40 20% Chips Zweifel in busta XXL, per es. alla paprica, 380 g 5.95 invece di 7.75 American Favorites Mini Banana Bread, 90 g 2.20 NOVITÀ *,**

20x

Tutti i cake e i biscotti M-Classic, per es. discoletti, 400 g 3.90 invece di 4.90 20% Torta svedese ai lamponi, torta reale all’ananas e torta al gianduia, intere e in conf. da 2 pezzi, per es. torta svedese ai lamponi, 500 g 7.80 invece di 9.80 20% Pasta Anna’s Best in conf. da 2, per es. fiori al limone, 2 x 250 g 7.80 invece di 9.80 20% La Pizza alle verdure grigliate, 410 g 7.80 NOVITÀ *,**

20x

Prodotti Cornatur in conf. da 2, per es. Grill Ribs, 2 x 200 g 7.80 invece di 9.80 20% Pane Tramezzino e Bruschetta Arte Bianca, 250 g, 300 g e 400 g, per es. Bruschetta, 400 g 2.85 invece di 3.60 20% Torta Frolla Savaris, 400 g 3.90 invece di 4.90 20%

Società Cooperativa Migros Ticino

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.6 AL 16.6.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Colorazioni Nectra, per es. castano scuro 400, 1 confezione 11.80 NOVITÀ *,**

20x

20x

Tutto l’assortimento I am Hand (esclusi i prodotti I am Natural Cosmetics), per es. balsamo per mani e unghie, 100 ml 20x 2.80 NOVITÀ *,** Prodotti Listerine in confezioni multiple, per es. protezione per denti e gengive in conf. da 2, 2 x 500 ml 11.50 invece di 14.40 20% ** Deodoranti Rexona in confezioni multiple, per es. Aero Cotton in conf. da 2, 2 x 150 ml 5.20 invece di 7.50 30% ** Salviettine cosmetiche e fazzoletti Linsoft e Kleenex in confezioni multiple, per es. fazzoletti Linsoft in conf. tascabile, FSC, 30 x 10 pezzi 4.30 invece di 5.40 ** Spray per ferite M-Plast, 50 ml 5.90 NOVITÀ *,**

20x

Burro estivo per piedi Pomegranate Spring Water Pedic, 150 ml 7.50 NOVITÀ *,**

20x

Biancheria intima Ellen Amber Lifestyle e Moments in confezioni multiple, per es. slip mini in conf. da 4, taglia S 11.90 ** Pigiama corto, camicia da notte o maglia lunga Ellen Amber Fashion, per es. pigiama corto da donna 17.90 ** Tutti gli articoli Double Comfort e Sensual Fresh Sloggi, vale solo per 4 prodotti identici, per es. 4 slip maxi Double Comfort Sloggi 56.70 invece di 75.60 4 per 3 ** Diversi boxer e slip da uomo in conf. da 3, per es. boxer a righe e a quadretti, taglie S–XL 19.90 ** Diversi boxer da uomo in conf. da 3, per es. boxer a righe, taglie S–XL 14.90 Exelia in flaconi da 3 l, per es. Florence 7.80 invece di 13.– 40% ** Cleverbag Herkules, 5 rotoli da 35 l 12.90 invece di 17.– ** Spugne detergenti Soft & Strong Miobrill, 4 x 3 pezzi, 3 set + 1 gratis 4.80 invece di 6.40 25% ** Shaker o stoviglie per forno a microonde, per es. piatto per il trasporto di cibi 1 l, 2 pezzi 12.– invece di 24.– 2 per 1 ** Pentole e padelle delle linee Titan e Antares, per es. padella a induzione Titan, Ø 28 cm 34.50 invece di 69.– 50% ** Maglietta Svizzera Mondiali 14.90


. S O R IG M A U T A L L A À IT V O N

NOVITÀ

NOVITÀ

NOVITÀ

3.30

1.90

1.–

Bocconcini naturali Exelcat Senior 4 x 85 g

Miscela per polpettone Bon Chef 62 g

Panino del calciatore Mondiali 65 g

NOVITÀ

NOVITÀ

2.95

2.20

Sanissa Classic, aha! 400 g

American Favorites Mini Banana Bread 90 g

NOVITÀ NOVITÀ

NOVITÀ

7.80

5.90

La Pizza alle verdure grigliate 410 g

Spray per ferite M-Plast 50 ml

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 10.6 AL 23.6.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

7.50 Burro estivo per piedi Pomegranate Spring Water Pedic 150 ml


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

61

Hcdd d ‘bpthrsh odq k‘ rdsshl‘m‘

Piccole cose ben custodite Niente va in frantumi con le pratiche scatolette Blévita. I colorati contenitori vengono offerti in regalo assieme ad alcune confezioni doppie Blévita

Ormai da 45 anni, il marchio Blévita è popolare tra grandi e piccini. Oggi i cracker ai cereali sono disponibili in innumerevoli variazioni di gusto e di formato. Questa settimana, chi compra una confezione doppia Blévita riceve in regalo un contenitore per conservarla. Queste custodie alla moda sono disponibili in giallo, rosso, blu e verde. Dato che sono fabbricate in materiale resistente al lavaggio a macchina e sicuro per gli alimenti, sono ideali per trasportare con sé qualsiasi cosa e non solo i prodotti Blévita. Ad esempio, il panino dei bambini che vanno a scuola, snack e altri spuntini oppure

vari oggetti d’uso quotidiano, come piccoli utensili o giocattolini. Coperchio, contenitore e chiusura a scatto, che impedisce che la scatoletta si apra nella borsa, sono tenuti assieme da cerniere plastiche. In questo modo il coperchio non può staccarsi. @k o‘rrn bnm h sdloh

Quando la Midor AG portò sugli scaffali il primo Blévita, all’inizio si pensava di aver lanciato un prodotto di nicchia. Ma ben presto ci si accorse che i cracker multicereali andavano incontro allo spirito del tempo. Da allora Blévita è tra i classici più richiesti dell’assortimento. / DH

rre il Nelle scatolette si può ripo e cosette. altr te tan e to feri Blévita pre

˚ Akfiuhs‘ R‘mcvhbg Dqad+ ctno‘bj bnm btrsnch‘ hm qdf‘kn 2 x 216 g Eq- 8-Å* invece di 10.60

˚ Akfiuhs‘ Fqtxflqd+ ctno‘bj bnm btrsnch‘ hm qdf‘kn 2 x 228 g Eq- 5-0/* invece di 7.20

˚ Akfiuhs‘ rodks‘ Ahn+ ctno‘bj bnm btrsnch‘ hm qdf‘kn 2 x 228 g Eq- 5-24* invece di 7.50

˚ Akfiuhs‘ rdr‘ln+ ctno‘bj bnm btrsnch‘ hm qdf‘kn 2 x 228 g Eq- 4-54* invece di 6.70

* 15% su tutte le confezioni doppie Blévita con custodia in regalo dal 10 al 16 giugno (fino a esaurimento scorte)

L’Industria Migros produce numerosi prodotti molto apprezzati, tra cui anche Blévita.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

62

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

63

Idee e acquisti per la settimana

Into the Wild Letto con vista sul cielo stellato! Se il tempo è bello, la vita nel cuore della natura con pernottamento all’aperto è davvero allettante. E in allegra compagnia con tutta la famiglia, il campeggio si trasforma in un’avventura indimenticabile natura: in sintonia con la Una scelta di stile ù! pi di a si gust porcellana, il caffè

nella tazzina di

Piatti di foglie di palma, 10 pez zi, a partire da Fr. 4.70 Bicchieri usa e getta colora ti, 30 pezzi, Fr. 3.90 Posate usa e getta, 45 pezzi la confezione, Fr. 2.40

Campeggiare nel cuore della natura? Dormire in un sacco a pelo a tu per tu con gli insetti, risvegliarsi con le ossa doloranti e senza possibilità di farsi una bella doccia rinfrescante? No, grazie! La vita allo stato brado, non fa per tutti. Per facilitare l’accesso al campeggio a chi non ama particolarmente questo tipo di avventura, si consiglia perciò di iniziare con la variante light, ovvero il camping col bel tempo. Perché tutto fili liscio, oltre a trovare un weekend libero di impegni con previsioni meteo da sballo, è importante studiare a fondo il foglio informativo riportante i punti «fare - non fare» del Club Alpino Svizzero SAC (www.sac-cas.ch), procurarsi una tenda da montare in modo rapido e semplice, tutto il materiale necessario per grigliare, un sacco a pelo, nonché un materassino isolante. Il cielo stellato mozzafiato, che si rivela in tutto il suo splendore durante una notte all’aperto, conquisterà senza dubbio anche il cuore di chi non ama per nulla andare in campeggio. E poi, a far esplodere ulteriormente il buon umore ci sono loro, i consigli e le idee originali del divertente e colorato manuale estivo dedicato alle «100 cose da fare quest’estate». / Responsabile del progetto: Anna Bürgin, Nicole Ochsenbein; testo: Nicole Ochsenbein; illustrazioni: Marvin Zilm; styling: Mirjam Käser


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

64

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

65

Idee e acquisti per la settimana

Materassino autogonfiabile Mummy Trevolution, Fr. 53.90* invece di 89.90 In vendita nelle maggiori filiali Migros e da SportXX *Azione valida fino al 30.6 o fino ad esaurimento dello stock.

Binocolo Silva Pocket 8*21 Fr. 59.90 In vendita da SportXX

«100 cose da fare quest’estate» Fr. 7.70 Fino ad esaurimento dello stock.

Carne secca affettata,Svizzera, 125 g, Fr. 6.80* invece di Fr. 8.50 *20% di riduzione fino al 16.6

Il cielo sopra al campeggio: riconoscere le costellazioni stellari non è sempre facile.

s: cervela ace e r b a . ll o su al fuoc uocere ttorno e da c a i n t a u p d i se ini d ustare Filonc o da g ic s s la un c

o: collasso t n e im r e g g Su a tenda? ll e n e r lo a c da panno n u e t e d n e p Ap agnato b o t a c u b l e oppure d ntrata della davanti all’e ua che evapora tenda. L’acq n piacevole vi regalerà u refrigerio.

COME FARE…

fare ordine tra gli infiniti meandri del cielo stellato!

1

Il Grande carro non è una costellazione a sé, bensì fa parte dell’Orsa maggiore. Le sette stelle che formano il Grande carro, sono le stelle più luminose dell’Orsa maggiore e raffigurano un carro e un aratro. Il Grande carro, una costellazione circumpolare che abbraccia la stella polare ed è visibile tutto l’anno.

Anti Insect Forte Mini, 50 ml, Fr. 4.50 In vendita nelle maggiori filiali Migros

Olive alla provenzale Anna’s Best, Fr. 4.45

È ora di a ccoccola rsi nel sa isolante cc e ben im bottito, la o a pelo! Con il m magnific a natura s a culla d i trasform terassino ei sogni. a in una

2

Il Boote, oppure Guardiano dell’orsa, è una costellazione presente nel cielo in primavera. Collegando le sue sette stelle più luminose, nel cielo appare una specie di aquilone. Il Boote insegue in cerchio l’Orsa maggiore e l’Orsa minore facendole girare attorno al Polo Nord. La sua stella più brillante di colore marcatamente arancione rappresenta il gigante rosso Arturo, ovvero la stella più splendente nei cieli del Nord.

Cervelas TerraSuisse, 2 pezzi, 200 g, Fr. 2.60 Torcia telescopica Litexpress View 100 Fr. 14.90 In vendita da SportXX Baguette alle olive Pain Création, 380 g, Fr. 3.90

Trio Hummus Anna’s Best, Fr. 4.90

La stella più luminosa del Piccolo carro è la famosa stella polare, che sovrasta il Polo Nord terrestre. Questa costellazione è chiamata anche Orsa minore. Infatti, secondo la mitologia greca, per proteggere il figlio illegittimo Arcas, dalla moglie gelosa, Zeus lo trasformò in Orsa minore lanciandola in cielo, cosa che spiega la lunga coda dell’Orsa.

4

Una disputa tra le ninfe del mare e la regina Cassiopea costò cara a quest’ultima: infatti, Cassiopea fu punita per la sua vanità e condannata a girare eternamente intorno al polo celeste. La costellazione formata da cinque stelle luminose è facilmente riconoscibile per la sua forma a M o a W, a seconda della stagione. Dietro alla costellazione circumpolare di Cassiopea si estende la via lattea.

Illustrazioni: Georg Wagenhuber

3

Tenda per 2 persone Rovereto Trevolution, Fr. 65.40* invece di 109.– In vendita nelle maggiori filiali Migros e da SportXX *Azione valida fino al 30.6 o fino ad esaurimento dello stock.


NON FORMA GRUMI. NON SECCA.

NIENTE PIÙ CONTROLLI ALLO SPECCHIO!

24HColor TM

UN COLORE PERFETTO PER TUTTO IL GIORNO GRAZIE ALLA TECNOLOGIA MICRO-FLEX.

SENZA MICRO-FLEX CON MICRO-FLEX

Maybelline è in vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 10 giugno 2014 ¶ N. 24

67

Idee e acquisti per la settimana

American Favorites vi presenta le sue variegate novità: Cheescake nature, Bagel al salmone e Mini Banana Bread.

˚ Mnuhs¤9 @ldqhb‘m E‘unqhsdr Cheesecake nature intera* 580 g Eq- 03-Å

Born in the USA Banana Bread, Cheesecake e Bagel al salmone: il marchio della Migros American Favorites fa onore al proprio nome portando in Svizzera altri tre classici della gastronomia americana

˚ Mnuhs¤9 @ldqhb‘m E‘unqhsdr A‘fdk ‘k r‘klnmd) 155 g Eq- 3-7/

˚ Mnuhs¤9 @ldqhb‘m E‘unqhsdr Lhmh A‘m‘m‘ Aqd‘c) 90 g Eq- 1-1/ *nelle maggiori filiali

La cucina statunitense affonda le radici soprattutto nelle tradizioni alimentari dei suoi immigrati. Da un anno a questa parte potete portarvi a casa un pizzico d’America, grazie ai prodotti American Favorites, una linea variegata quanto lo stesso Paese dalle infinite opportunità. Il nuovo American Favorites Bagel al salmone e maionese al rafano è un tipico bagel americano con una spolverata di semi di papavero. Questo pane lievitato a

forma di grosso anello trae origine dalla cucina ebraica e viene bollito brevemente prima di essere infornato, in modo che acquisti compattezza. Ricetta americana, qualità svizzera L’invenzione della cheesecake è invece dovuta a un maldestro casaro dello Stato di New York. Nel tentativo di copiare il celebre formaggio francese Neufchâtel, versò accidentalmente troppa panna nell’impasto. Ora la Migros propone la

nuova torta intera American Favorites Cheesecake. Infine, durante la grande crisi economica degli anni Trenta, le casalinghe americane inventarono il Banana Bread. Non volendo buttar via le banane troppo mature, le usavano per preparare in tutta fretta un dolce. I prodotti di American Favorites sono realizzati secondo le ricette originali americane, ma ovviamente con la qualità svizzera. / AW


Non farti più sfuggire nessuna occasione!

Replay per 7 giorni

Funzione di registrazione

* TV digitale M-Budget con Internet e collegamento alla rete fissa, opzioni escluse. Le opzioni: in caso di un nuovo contratto di almeno 12 mesi, per un anno intero ricevi in regalo le funzioni «Replay+Registrazione» (fr. 9.–/mese) e «più velocità» (fino a 15 Mbit/s, a fr. 5.–/mese). Costi d’attivazione: fr. 29.–. L’offerta speciale è valida fino al 30 giugno 2014.

www.m-budget-tv.ch I prodotti M-Budget sono inoltre disponibili presso:


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.