Azione 13 del 24 marzo 2014

Page 1

Cooperativa Migros Ticino

G.A.A. 6592 S. Antonino

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXVII 24 marzo 2014

Azione 13 M sho alle pa pping gine 4 9-54

Società e Territorio Paghetta, premi e regali, come insegnare il valore dei soldi ai propri figli?

Ambiente e Benessere Un metodo di trattamento che offre nuove prospettive nella cura dei tumori: con l’oncologa Licia Rivoltini parliamo di immunoterapia

/ 64-6 7

Politica e Economia La Crimea vota l’annessione alla Russia, ma Ucraina e Stati Uniti la dichiarano illegale

Cultura e Spettacoli Sul set di Torneranno i prati, il nuovo film di Ermanno Olmi, sulla Prima guerra mondiale

pagina 15

pagina 25

pagina 3

di Maria Grazia Buletti

pagina 4

Vincenzo Cammarata

Saper fare, saper essere

pagina 35

Una partita a scacchi d’altri tempi di Peter Schiesser Quale soluzione è immaginabile nel XXI secolo per disinnescare un conflitto condotto con metodi da XX secolo, le cui radici affondano nel XIX e nei secoli precedenti? E chi vincerà questa partita a scacchi giocata su più livelli, la cui prima pedina vinta/persa è la Crimea? Le risposte non possono che rispecchiare la complessità insita nelle due domande. Tuttavia, per ora dalle stanze del potere in Occidente emerge solo una posizione che rispecchia i valori e le norme del moderno diritto internazionale in cui non trovano più posto secessioni e annessioni di territori orchestrate da una superpotenza, ma appare un po’ impotente. Di conseguenza non si dà riconoscimento internazionale al passaggio della Crimea dall’Ucraina alla Russia e si imbocca la via delle sanzioni economiche. Ma poi finisce qui. Perché è chiaro che la Crimea è perduta: Stati Uniti, Unione europea e Ucraina non sanno come annullare un’annessione realizzata in perfetto stile imperialistico da XX secolo e precedenti. E nessuno sa come reagire se le mire di Putin si estendessero al resto dell’Ucraina orientale. Per esempio: che cosa farebbero Stati Uniti e Unione europea se, per cor-

rere in aiuto ad altri fratelli russi, Mosca occupasse tutto l’est dell’Ucraina e perciò anche le regioni che danno sul Mar Nero? Non è un’ipotesi così remota. Soprattutto se consideriamo che in quello Stato cuscinetto fra Romania e Ucraina meridionali chiamato Moldavia c’è la regione della Transnistria (grande poco meno del doppio del Ticino). Nel 1990 si è dichiarata indipendente, ospita truppe russe (un terzo della popolazione è russo) e in questi giorni ha chiesto l’annessione alla Russia. Russa la Crimea, russa 400 chilometri più a ovest la Transnistria, Odessa (lingua ufficiale il russo e russo un terzo della popolazione) e altri territori nel mezzo potrebbero con il tempo scivolare nella morsa di Putin. Come si opporrebbero Stati Uniti e Unione europea? Con bombardieri e carri armati o missili? Naturalmente no: piuttosto con un crescendo di sanzioni economiche. Ma queste colpirebbero chi le subisce e chi le impone. Si può capire la ritrosia di molti Paesi europei, soprattutto della Germania, a imporre sanzioni troppo severe: l’Ue importa il 35 per cento del petrolio, il 30 per cento del gas (perlopiù attraverso l’Ucraina) e il 26 per cento di altri combustibili fossili dalla Russia. Il vasto intreccio di relazioni economiche che si è creato fra l’Europa e la Russia è un Tallone

d’Achille per entrambi. Di una guerra economica soffrirebbero tutti, in particolare in una fase congiunturale delicata come quella attuale. Se nella strategia dell’Occidente l’integrazione economica delle ex potenze nemiche (Russia, Cina) doveva fungere da deterrente a politiche imperialistiche vecchio stile, ora rende più difficile sanzionarle. Gli Stati Uniti, inoltre, subirebbero ritorsioni russe sul piano geopolitico: come già ventilato, Mosca si opporrebbe a Washington in tema di Siria e di nucleare iraniano. In una strategia globale, tuttora da elaborare, converrebbe forse tenere a mente che Putin sa reagire con rapidità e astuzia a tutte le mosse degli avversari, a differenza di questi. Usa e Ue si sono schierati a difesa di una rivoluzione contro un potere corrotto e autoritario, a sostegno di un’opposizione filo-occidentale e anti-russa che chiede maggiore legalità, democrazia e prosperità. Ma in passato i leader filo-occidentali (in particolare Julia Timoshenko) non si sono rivelati meno corrotti e meno incapaci di quelli filo-russi. Un moderno Stato ucraino, con valori «degni» di un’Ue e che esca dal suo stato economico comatoso è tutto da immaginare e da costruire - una prospettiva un po’ modesta per le regioni orientali che sentono sul collo il fiato di Madre Russia.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

2

Attualità Migros

Un palco libero per la natura Nel suo giardino Urs Schaffner è soprattuto uno scenografo. In uno spazio di 400 metri quadrati ha costruito un palcoscenico in cui si esibiscono un gran numero di animali e piante indigene Almut Berger Quando parla di «allestimento» il 69enne Urs Schaffner non allude al teatro, almeno non nel senso classico del termine. Per l’appassionato giardiniere naturale di Subingen, nel canton Soletta, l’allestimento sono gli spazi che ha messo a disposizione del mondo animale: mucchi di rami e di foglie, cumuli di pietre, muri a secco, ceppi

Prodotti ecologici per chi ha l’hobby del giardinaggio I giardinieri dilettanti trovano da Do it + garden di Migros una ricca scelta di prodotti ecologici. Sono contrassegnati con il marchio Bio Garden. Diversi tipi di concime fanno in modo che fiori come le rose o verdure e arbusti possano procurarsi il giusto nutrimento. Il concime Bio non contiene additivi chimici o sintetici, ma è composto di materie prime naturali. Sono disponibili nella versione Bio anche sette qualità di terriccio da giardinaggio, così come sostituti della torba e terriccio compostato da giardino. Il terriccio con il marchio Migros Bio Garden, come tutti i terricci di Migros, non contiene torba. Nell’assortimento sono disponibili anche 12 prodotti fitoprotettivi biologici.

con radici, angoli per la nidificazione. Di ciò che gli attori animali poi metteranno in scena l’uomo godrà a volte come una commedia, altre magari come un dramma: la regia, comunque, sarà sempre gestita dalla natura. In questa giornata fredda e umida di febbraio la scena nel giardino però pare in qualche modo deserta. La nebbia che sale dal fiume Aare si inoltra verso il quartiere in cui Schaffner vive con sua moglie Ruth, di 67 anni. I due possiedono una casa unifamiliare costruita negli anni 50. Nelle spalliere spoglie in cui in estate crescono i lamponi un gruppo di storni sta schiamazzando. «Quest’anno sono tornati dieci giorni prima del solito dalla Spagna» racconta il capo-officina in pensione. Tiene un diario quotidiano di quello che succede nel suo giardino e annota ogni movimento di animali che avviene in quei 400 metri quadrati. Per anni ad esempio la stessa coppia di storni è venuta a deporre le uova sulla betulla davanti a casa. Poiché ormai troppo cresciuta, nel frattempo la betulla è stata tagliata. E da culla d’infanzia per gli storni quest’anno servirà da fonte di cibo per insetti come coleotteri, cetonie e larve di cerambicidi, che a loro volta serviranno da fonte di nutrimento per altri animali. «Nei fori scavati dai cerambicidi hanno svernato alcune api solitarie» dice Schaffner «e presto riprenderanno il loro volo». Per nutrirsi le api dipendono da piante dalla fioritura precoce, come le bacche di corniolo.

Il safari inizia appena fuori dalla porta di casa: nel suo giardino Urs Schaffner scopre ogni giorno qualcosa di nuovo. (Daniel Rihs)

L’ecologo dilettante le ha poste in un angolo del giardino insieme ad altri arbusti indigeni, come il pruno padano (Prunus padus), il sambuco, le palle di neve e la fusaggine. Tutto questo per nutrire e offrire un luogo per nidificare a ben 46 specie di uccelli. Il cespuglio più imponente del giardino, alto sei metri, è un nocciolo. In estate fa ombra sopra le panchine. Ai suoi piedi, tra le prime foglie di aglio orsino e gli anemoni sta dormendo un altro abitante del giardino: un riccio si è rintanato sotto un cumulo di foglie che il proprietario ha radunato lo scorso autunno. In cambio, entro un paio di settimane si sveglierà e farà piazza pulita delle lumache, prima che queste possano avventarsi sull’orto di Ruth Schaffner. «Anche se a volte un giardino naturale può sembrare disordinato, in realtà vi regna un delicato equilibrio» dice Urs Schaffner. «Ogni essere vivente è parte di una rete, che lo lega in modo indissolubile agli altri. Quando la scorsa estate per esempio sembrava che gli afidi stessero per prendere il

sopravvento, Schaffner costruì dei cumuli di pietre per accogliere le coccinelle, che sono le predatrici degli afidi. Di quei ripari hanno approfittato anche ragni, formiche, api selvatiche, bruchi, diversi tipi di scarafaggi e i tritoni: questi ultimi tra un paio di settimane deporranno le uova nello stagno. «I tritoni sono i più amati dai nostri nipotini, insieme alle libellule, che ogni tanto si librano sull’acqua come elicotteri». Oltre 200 tipi diversi di insetti popolano il giardino del solettese, che spesso li ha anche fotografati: tra questi anche 40 tipi di farfalle e falene, che si nutrono di fiori selvatici, come la digitale purpurea, la borragine, i fiordalisi oppure l’arnica. Schaffner è particolarmente affascinato dalle falene notturne, che nelle serate calde d’estate si presentano puntuali attratte dal dolce profumo del caprifoglio o dell’enotera. E poi arrivano anche i calabroni, che sono eccezionali divoratrici di parassiti. Per loro Urs Schaffner ha costruito sotto lo spiovente del tetto un’apposita cassa, che potesse servire da nido. Ri-

M 30 minuti per un allenamento da professionisti Scuola Club Migros Ticino Con le nuove formule del fitness i tempi sono dimezzati Arriva dagli Stati Uniti il fitness su misura per chi lavora e ha a disposizione solo la pausa pranzo per mantenersi in forma. Viene chiamato Ultrafitness, Speedy Fitness, Boost Fitness e concentra in mezz’ora una sequenza di esercizi che permette di bruciare fino a 500 calorie. Così resta tutto il tempo per la doccia e un colpo di spazzola e per gustarsi un salutare frullato, prima di fare rientro in ufficio. Ideato per chi lavora e ha poco tempo, per chi corre da una riunione all’altra, con la prossima scadenza sempre incombente, il fitness veloce risponde all’esigenza di sfruttare nel modo migliore la pausa pranzo per la cura della propria forma fisica. Tra impegni di lavoro, figli, casa

Durata ridotta delle sessioni ma l’efficacia è mantenuta.

Settimanale edito dalla Cooperativa Migros Ticino, fondato nel 1938

Sede Via Pretorio 11 CH-6900 Lugano (TI) Tel 091 922 77 40 fax 091 923 18 89 info@azione.ch www.azione.ch

Editore e amministrazione Cooperativa Migros Ticino CP, 6592 S. Antonino Tel 091 850 81 11

Redazione Peter Schiesser (redattore responsabile) Barbara Manzoni, Manuela Mazzi, Monica Puffi Poma, Simona Sala, Alessandro Zanoli, Ivan Leoni

La corrispondenza va indirizzata impersonalmente a «Azione» CP 6315, CH-6901 Lugano oppure alle singole redazioni

Stampa Centro Stampa Ticino SA Via Industria 6933 Muzzano Telefono 091 960 31 31

Azione

e vita sociale, per tanti di noi è infatti questo l’unico momento libero e veramente nostro. Ma è evidente che sessanta minuti non bastano per un’ora di palestra, alla quale bisogna aggiungere gli spostamenti, la doccia e magari uno spuntino veloce. La Scuola Club Migros dimezza la durata delle lezioni, mantenendo la stessa efficacia di una classe di un’ora. Il corso Cardio Boost, ad esempio, è un allenamento cardio a intensità progressiva, che consente di bruciare grassi per 30 minuti. Il Tone Boost, invece, si concentra sulla tonificazione muscolare con esercizi mirati sia per la parte inferiore del corpo sia per quella superiore – spalle, braccia, pettorali, dorsaTiratura 98’654 copie Inserzioni Migros Ticino Reparto pubblicità CH-6592 S. Antonino Tel 091 850 82 91 fax 091 850 84 00 pubblicita@migrosticino.ch

dendo commenta: «Gli insetti però l’hanno ignorata e hanno preferito prendere possesso di una casetta per gli uccelli…». L’uomo pensa, la natura guida; per Schaffner questo è il fascino di un giardino naturale. «Ogni giorno posso iniziare un safari proprio davanti alla mia porta di casa, e ogni volta scopro qualcosa di sorprendente». Che si tratti di una cicala gigante, un insetto che si è insediato da noi arrivando dall’America, oppure del nido di una capinera. «Era così ben mimetizzato che per lungo tempo non l’avevo nemmeno notato» dice il proprietario del giardino. «I giardini naturali danno speranza, perché avvicinano l’uomo e la natura». E perché possano svolgere il loro ruolo, è importante che si crei una rete di collegamento. Nelle sue vicinanze da un paio d’anni è stato creato uno stagno. «Nonostante il nostro abbia ormai compiuto i 30 anni, le rane non avevano mai deposto le uova». Ma grazie al nuovo biotopo le cose potrebbero cambiare. In un giardino naturale c’è sempre modo di sperare. li. Ciò che rende così produttiva la mezz’ora di ginnastica è la sequenza degli esercizi, studiata per coinvolgere a rotazione varie zone muscolari, in modo da sovrapporre il riposo di alcuni – le braccia, ad esempio – all’attività di altri -le gambe, gli addominali. Le lezioni «veloci» hanno anche il vantaggio di garantire un appuntamento con il benessere con una spesa ridotta: mezz’ora di pura energia in cui ogni minuto è davvero efficace. Con questa formula pensata apposta per chi ha una vita lavorativa intensa non ci sono più scuse: questa è la volta buona per inserire il benessere in agenda!

Gli orari CARDIO BOOST 30’ tutti i lunedi dal 31 marzo al 26 maggio alle 13.15 – Fr. 56.–. TONE BOOST 30’ tutti i martedi dal 1. aprile al 27 maggio alle 13.15 – Fr. 56.–. Scuola Club Migros Ticino, Via Pretorio 15, Lugano.

Abbonamenti e cambio indirizzi Tel 091 850 82 31 dalle 09.00 alle 11.00 e dalle 14.00 alle 16.00 dal lunedì al venerdì fax 091 850 83 75 registro.soci@MigrosTicino.ch Costi di abbonamento annuo Svizzera Fr. 48.– Estero a partire da Fr. 70.–


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

3

Società eTerritorio Midada e Macondo Due progetti della Fondazione il Gabbiano che aiutano giovani a rischio di esclusione dal mondo lavorativo

Torna Espoprofessioni Con lo slogan Fai le tue scelte! apre oggi al Centro esposizioni di Lugano la fiera dedicata alla formazione professionale pagina 5

Anziani e nuove tecnologie In Vallemaggia è in corso un’iniziativa pilota nell’ambito di un progetto transfrontaliero, lo scopo è avvicinare gli anziani a computer e tablet per favorire la comunicazione pagina 6

pagina 4

Se la paghetta non è bastata meglio aprire una discussione con il proprio figlio per spingerlo a interrogarsi su priorità e necessità. (Keystone)

Educare al valore del denaro Famiglia Paghetta, premi, regali: la gestione dei soldi deve essere insegnata ai figli. L’associazione PerCorsoGenitori

propone corsi che coinvolgono i ragazzi delle medie ma anche mamme e papà Laura Di Corcia Il leasing per l’auto. I pagamenti in «comode» rate. E poi l’incertezza lavorativa, i contratti a termine, i licenziamenti e tutti gli imprevisti che non vengono mai calcolati in anticipo. Tutte queste cose, messe insieme, mescolate, non sempre coscientemente focalizzate, negli ultimi tempi hanno contribuito ad un aumento degli indebitamenti, soprattutto fra i giovani (ma non solo). Per questo sono utili e anzi urgenti quei programmi che spiegano alle nuove generazioni il valore del denaro, insegnando loro come orientarsi in un mondo che li stuzzica con offerte svariate, tutte luccicanti, alcune addirittura pericolose. Pare buona cosa, quindi, il progetto allestito dall’associazione PerCorsoGenitori, che, oltre a organizzare corsi con i ragazzi delle scuole medie di Biasca (terza e quarta), ha introdotto un’ulteriore novità, quella di coinvolgere anche le mamme e i papà. Idea azzeccata, così come è meritorio il loro obiettivo di estendere questo esperimento a tutte le scuole medie del cantone. Chi ha un figlio, in effetti, spesso non sa come comportarsi in questo ambito, se mettere dei paletti o no, come farli rispettare. «Il problema l’ha solle-

vato mia moglie, Elisabeth, quando Aron ha iniziato a frequentare il Liceo e quindi aveva bisogno di pagarsi i pranzi fuori casa». A parlare è Amos Castelli, padre di Aron, che ora ha 17 anni. La madre ha giustamente pensato che fosse utile mettere nelle mani del ragazzo un gruzzoletto che lui stesso potesse gestire in autonomia. «Si trattava di capire quanto – spiega Amos –, ma proprio in quei giorni ci è arrivato a casa un opuscolo dell’UBS che trattava vari temi, fra cui quello della paghetta per gli adolescenti. Loro suggerivano una cifra di 70 franchi a settimana, indicando le varie spese che un giovane era tenuto ad affrontare, come i mezzi di trasporto, il cibo, eccetera. Ci è sembrata un calcolo ragionato, elaborato con criterio». Non sempre Aron riesce a far quadrare i conti. Capita che vi siano degli extra che vengono coperti dai genitori, come, per esempio, alcune uscite o il vestito di Carnevale, costato 76 franchi. «È normale – precisa Amos –, gran parte dei soldi serve per pagare il bus e mangiare sul mezzogiorno. Poi riesce anche a togliersi qualche sfizio, ma non tutti. E a me sinceramente non va che mio figlio, quando è fuori con gli amici, faccia fatica a pagarsi una coca-cola perché non ha abbastanza denaro; mi metto

nei suoi panni, penso che non mi piacerebbe trovarmi in una situazione del genere, quindi se c’è bisogno gli allungo ancora qualcosa». Ma è giusto o no fissare un limite di spesa per i propri figli? Monica Garbani, coordinatrice di PerCorsoGenitori, crede di sì, specificando però che non esiste una ricetta perfetta: ognuno deve regolarsi come meglio crede. «Nel campo dell’educazione non c’è una cosa giusta o sbagliata: tocca ad ogni genitore trovare la strada, seguendo nello specifico quel che sente», precisa Monica Garbani. «Ciò detto, – continua la nostra interlocutrice – a me personalmente la paghetta sembra un ottimo metodo. Bisogna spiegare bene a cosa serve e mantenere la cifra che si è stabilita, così come è meglio chiarire sin da subito quali aree debba coprire: i pasti fuori casa o anche i vestiti? L’importante è che il ragazzo o la ragazza abbia in chiaro quale sia la cornice, che deve essere ben definita da chi ha il compito di educare». Certo, in teoria sembra tutto talmente semplice da risultare scontato. Ma poi il mondo è fatto di oggetti bellissimi che accarezzano l’immaginario dei ragazzi, i quali facilmente si lasciano ammaliare da queste sirene: e, spes-

so, alla fine del mese, i conti non tornano. Quindi si va da mamma e papà con occhioni dolci e coda fra le gambe. Che cosa deve fare a quel punto un genitore? Meglio essere rigidi e lasciare il figlio senza soldi, col rischio di iperpunire una leggerezza? Oppure generosamente rimpolpare le casse del ragazzo, rischiando di desensibilizzare il suo senso del limite? «Non sono per gli eccessi – spiega Monica Garbani –, se un ragazzo un mese non ce la fa, forse è meglio aiutarlo. Trovo però che sia fondamentale, a quel punto, aprire una discussione. Chiedendogli, per esempio, come mai i soldi non sono bastati, quale è stato l’inghippo, dove il meccanismo si è inceppato, spingendolo anche a interrogarsi sulle spese extra o superflue. La rinuncia è educativa, perché permette di confrontarsi con sé stessi. È proprio quando sono costretto a scegliere che inizio a capire quali sono le mie priorità e a conoscermi meglio». Ecco la parolina magica per intraprendere qualsiasi percorso educativo: l’autoconoscenza. «I nostri corsi mirano soprattutto a questo. Certo, c’è tutta la parte legata agli strumenti tecnici, a quegli accorgimenti pratici e di calcolo che aiutano a gestire le finanze: un approccio importantissimo che però non

esaurisce il nostro compito. Vogliamo spingere i giovani a interrogarsi sui propri bisogni, su quello che fa veramente star bene. Ho un budget limitato, preferisco uscire con i miei amici o comprarmi un cd? Che cosa mi soddisfa di più, mi rende più felice?». Scegliere e conoscersi. Interrogarsi e capirsi. Non esiste, in fondo, altra via. «Alla fine di questo percorso – conclude Monica Garbani – i ragazzi avranno riflettuto e dibattuto sul senso e sul valore del denaro; sulla relazione tra valori, felicità, benessere e soldi. Avranno appreso nozioni di base sulla gestione dei soldi e sul risparmio e ricevuto informazioni sui meccanismi che conducono all’indebitamento e ai relativi pericoli e malesseri». I genitori che volessero avere una guida pratica sull’organizzazione della paghetta, possono consultare il sito www.budgetberatung.ch/Argent-depoche. Vi troveranno preziose indicazioni su come stabilire la cifra da dare ai propri figli. Si consiglia di partire in prima elementare con un franco a settimana, salendo a due franchi in seconda, tre in terza e così via. Per le scuole medie, si oscilla dai 50 ai 60 franchi, per salire fino agli 80 franchi a settimana durante le scuole superiori.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

4

Società e Territorio

Una palestra sociale Midada e Macondo Da questi due progetti ideati dalla Fondazione il Gabbiano e che mirano al sostegno

di giovani in difficoltà emergono il valore sociale ed economico del reinserimento socioprofessionale

Maria Grazia Buletti Tutti attorno a un tavolo per una pausa caffè nel piccolo giardino della struttura che li ospita durante le ore diurne: ecco come abbiamo trovato la dozzina di giovani di età compresa fra i 18 e 25 anni, ospiti del centro Midada, a Muralto. È un progetto della Fondazione il Gabbiano nato nel 2010 e che, dallo scorso anno, ha un omologo a Chiasso: Macondo, che ospita un’altra decina di giovani. Midada e Macondo hanno lo scopo di contrastare le diverse forme di disagio e disoccupazione giovanile. Ci ricevono il direttore della Fondazione il Gabbiano, Edo Carrasco, insieme ad uno dei membri del Consiglio di Fondazione, Gianni Moresi, il quale si occupa del neonato centro Macondo di Chiasso.

I due progetti attivi nel Locarnese e nel Mendrisiotto si rivolgono a giovani tra i 18 e i 25 anni che rischiano l’esclusione dal mercato del lavoro Queste due iniziative della Fondazione il Gabbiano rappresentano un importante esempio di solidarietà sociale, di interazione e unione di forze fra la Fondazione il Gabbiano, altre Fondazioni presenti sul territorio, i Comuni del Locarnese, quelli del Mendrisiotto, il Cantone, la Confederazione e il settore privato con cui, ci viene spiegato dai nostri due interlocutori, si instaura

sempre più una collaborazione che permette ai giovani di effettuare stages fuori sede, mercatini di verdure e quant’altro. E proprio attraverso la cordialità, la stima e il dialogo a tratti informale, ma sempre distinto, che osserviamo intercorrere fra il direttore Carrasco e i giovani del Centro Midada, percepiamo immediatamente l’atmosfera serena e la positività di questo luogo che accoglie quei ragazzi in una sorta di palestra sociale protetta e li accompagna verso una reintegrazione nel contesto sociale allargato. «Investire sui giovani e sul futuro è un enorme lavoro di prevenzione: prenderli per mano e aiutarli a trovare una via, un’occupazione, non comporta una spesa come si è portati a pensare, ma si tratta di un investimento per la società che risparmia, per ogni giovane reintegrato, circa un milione di franchi», ci spiega il direttore. Midada, dal verbo romancio midar, significa cambiamento: «Il nostro è un progetto di intervento pubblico sui giovani a rischio di esclusione dal mercato del lavoro, giovani la cui qualità di vita è un obiettivo qualificante che, naturalmente, va a complemento del loro reinserimento sul mercato del lavoro». Alle spiegazioni di Carrasco fa eco Gianni Moresi che parla di Macondo, l’analogo progetto che ha preso il via a Chiasso nel 2013: «Accompagniamo questi giovani in cerca di un futuro professionale, con l’obiettivo di coniugare sul campo due verbi chiave: prevenire e includere». In questi due centri accedono volontariamente giovani adulti fra i 18 e i 25 anni, segnalati dai servizi sociali perché faticano a trovare lavoro, non hanno una formazione di base o han-

no situazioni famigliari che ostacolano il loro percorso sociale e professionale. Giovani che manifestano buona volontà e sufficienti competenze, insieme ad una reale motivazione verso il percorso di cambiamento socioprofessionale duraturo nel tempo. «Ascoltiamo i bisogni espressi da ciascun giovane e questo ci permette di fare una prima valutazione della situazione, in modo da evidenziarne le risorse e i limiti. Riusciamo ad individuare le aree sulle quali è necessario focalizzare l’intervento e fissiamo gli obiettivi specifici da raggiungere attraverso strategie di apprendimento

Momenti di lavoro e momenti di condivisione tra i ragazzi e i responsabili del centro Midada Edo Carrasco e Gianni Moresi. (Vincenzo Cammarata)

assolutamente personalizzate che terranno conto degli ambiti del sapere, saper fare e saper essere», racconta il direttore Carrasco. Questo processo presenta differenti fasi di intervento: una giovane ci racconta di lavorare nella falegnameria di Midada, nella realizzazione di un centinaio di portachiavi commissionati da un albergo di Losone. Un’altra giovane ci racconta di aver appena terminato uno stage esterno come cameriera e di essersi resa conto che non sarebbe stata la sua strada. Oggi sa che desidera concentrarsi sull’apprendistato di pasticciera. Carrasco evidenzia i differenti percorsi: «In un anno si attraversano tre fasi d’intervento distinte, ciascuna delle quali ha lo scopo di far riemergere in modo graduale le competenze specifiche e personali necessarie al reinserimento socio-professionale che resti stabile nel tempo». Nella «palestra» che questo progetto rappresenta, i giovani possono allenare gli aspetti relazionali, la convivenza e confrontarsi anche nelle differenze, prima di ritornare ad affrontare la vita più equipaggiati. Moresi ci racconta delle differenti attività offerte dai centri Midada e Macondo: «A Locarno abbiamo la falegnameria, arte terapia, giardinaggio, sartoria e cucina. A Chiasso disponiamo di un atelier di meccanica e stiamo perfezionando una collaborazione con Mezzana che vedrà l’apertura di un negozietto di frutta e verdura. Tutto questo con l’intento di valo-

rizzare le competenze di ciascun giovane e riorientarlo verso le attività che più gli si addicono, attraverso una presa a carico multidisciplinare che interviene a diversi livelli del benessere psicofisico del giovane». L’équipe che accompagna questi ragazzi è perciò composta da differenti figure professionali: «Operatori sociali, terapeuti, figure socio professionali, consulenti al lavoro e altre persone fungono da risorse esterne e collaborano fornendo un importante rinforzo». L’obiettivo di queste iniziative, lo ricordiamo, è quello di permettere ai giovani di vedere aumentare le loro capacità lavorative in un breve lasso di tempo, attraverso azioni mirate e concrete. Ma comprendiamo subito che l’accompagnamento va ben oltre e cerca di aiutare questi giovani con le spalle appesantite da storie personali e famigliari spesso difficili, nello scrollarsi di dosso quella precarietà, incertezza e quella mancanza di futuro che li affligge quando giungono qui. Testimone e vittima di questo malessere spesso di difficile gestione, una delle giovani che ha parlato con noi, prima di salutarci, ci ripete: «Sono davvero contenta di andare a fare la pasticcera, penso che quella sarà la mia strada, mi appassiona!». Una giovane adulta che, grazie a questo sostegno, si sta riappropriando della sua vita e sarà in grado di dare valore e dignità a sé stessa. Informazioni

www.fgabbiano.ch

Viale dei ciliegi di Letizia Bolzani Philippa Leathers, Nero-Coniglio, Lapis. Da 4 anni

«La mia ombra per terra si chiama Rita…» comincia così una bellissima poesia che Bruno Tognolini dedicava all’ombra, nella raccolta Rima Rimani (Salani). L’Ombra, di cui i bambini colgono acutamente la valenza simbolica, di doppio di sé. E anche di nostro versante, come diceva Jung, «oscuro», di risorsa profonda a cui attingere per trovare nuove forze. Come accade nell’incantevole libretto, uscito qualche anno fa da Salani, Il Signor Ombra, di Anna Curti, in cui un gufetto timido, scoprendo il suo Signor Ombra e presentandolo agli altri animali, impara a superare le sue paure. Anche gli altri animali scopriranno di avere un loro Signor Ombra, e il vertiginoso finale ci dice che anche il Signor Ombra ne ha uno… Su questo tema arriva ora un nuovo al-

bo delle Edizioni Lapis, dal titolo NeroConiglio, opportunamente tradotto (e non banalmente «Il Coniglio Nero») dall’originale The Black Rabbit. Anche qui un coniglietto scopre la sua Ombra, ma all’inizio ne è spaventato, e più scappa, più quel «Nero-Coniglio» lo insegue, finché non arriva «nella foresta fitta e buia», dove, con un repentino e suggestivo cambio di colore, le illustrazioni virano, dalla piena luce dei prati, al grigio. E qui, finalmente, Ne-

ro-Coniglio non c’è più. Ma c’è un lupo cattivo, e coniglietto scappa ancora, uscendo dalla foresta, di nuovo nella luce, e Nero-Coniglio ricompare, grande e scuro, alle sue spalle. Così grande e scuro, che mette in fuga il lupo. Il testo e le illustrazioni di Philippa Leathers si compenetrano in delicata ed espressiva armonia, fino al poetico finale, con Coniglio che «sorrise e, chissà perché, fu sicuro che anche Nero-Coniglio gli stesse sorridendo», e mano nella mano «balzellarono via per i campi». Anna Lavatelli, Alessandra Cimatoribus, Benvenuto Pomodoro!, Interlinea. Da 4 anni

Benvenuto Pomodoro! È quasi una magia quella piantina che spunta nel vaso sul terrazzo, davanti agli occhi meravigliati di due bambine. Una magia molto quotidiana e naturale, e per questo

ancora più affascinante: è stato un uccellino, raspando nel terriccio, a far cadere un seme; ed è stato l’amore delle due bambine e del loro nonno a far crescere la piantina. Una storia semplice, originale e poetica, che Anna Lavatelli ci racconta con le parole e Alessandra Cimatoribus con le immagini: due sentieri espressivi percorsi con mano sicura dalle due grandi autrici, che si contrappuntano perfettamente nel raccontarci di questa famiglia «normale» – mamma, papà, due bam-

bine e un nonno – che non ha né giardino né orto, ma abita in un condominio «normale» con un terrazzo. Eppure, in questa normalità entra tutta la forza dell’immaginario, che grazie all’amore e al desiderio di coltivare e veder crescere riuscirà a trasformare quel terrazzo nel più colorato e profumato degli orti. E dall’orto, le verdure andranno a rallegrare la tavola, in questa che è leggibile sia come una storia che parla della necessità di un «saper fare» che ci metta in contatto diretto con la natura, di educazione alimentare, di pazienza e accudimento; sia come una bellissima favola contemporanea, in cui il «tesoro» da scoprire non è uno scrigno di gemme, ma un orto. E in fondo al libro, le istruzioni per ricevere a casa (gratis) una busta di semi di pomodoro: per i piccoli lettori l’uccellino sarà un piccione viaggiatore con le sembianze del postino!


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

5

Società e Territorio

Fai le tue scelte!

Famiglia in festa al party dei Lilibiggs

Espoprofessioni Grafica rinnovata, maggior

per il 30 marzo a Gordola

Appuntamenti Biglietti in palio

coinvolgimento dei genitori e una campagna di collocamento anticipata sono le principali novità dell’edizione 2014 che si apre oggi

* Vivo Casa , internet fino max. 2 Mbit/s. La telefonia gratuita vale in Svizzera, le chiamate a numeri Business, numeri brevi e numeri speciali (ad es. 09xx, 08xx, 18xx) sono a pagamento. Vivo Casa vale per il normale uso proprio. Informazioni, disponibilità e condizioni di utilizzo su swisscom.ch

Fai le tue scelte! È questo lo slogan dell’undicesima edizione di Espoprofessioni. «Perché le scelte professionali e di carriera sono tante e si susseguono nella vita e per fare la scelta giusta si deve conoscere bene l’offerta», spiegano gli organizzatori della manifestazione che apre i battenti oggi al Centro esposizioni di Lugano per concludersi sabato 29 alle 18.00. «Per questa edizione – precisa Rita Beltrami, direttrice dell’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale – si è voluto anche rafforzare il contatto con i genitori e in collaborazione con la Conferenza cantonale dei genitori saranno proposte delle visite guidate». Un’occasione, questa, data a madri e padri per esplorare il mondo delle professioni, partecipando attivamente ad un percorso guidato e di scoperta di Espoprofessioni, in modo da sostenere i propri figli nel percorso verso la decisione che li attende al termine della scuola media (www.genitorinforma.ch). Tra le novità di quest’anno c’è anche una t-shirt. I giovani che visiteranno la mostra con la loro classe ne riceveranno una con la scritta «Voglio fare l’apprendista», sulla quale potranno attaccare delle etichette autocollanti e co-

lorate con la denominazione delle professioni. Le etichette saranno consegnate loro agli stand solo se i ragazzi avranno partecipato ad una piccola attività esemplificativa della professione: «lo scopo – spiega Rita Beltrami – è quello di rendere più interattivi i visitatori, di farli avvicinare di più agli espositori». E sempre per aumentare il coinvolgimento dei giovani gli organizzatori di Espoprofessioni 2014 possono contare sulla concretezza. Quest’anno infatti la campagna di collocamento è stata anticipata e l’indagine presso le aziende formatrici è stata inviata già a novembre (in precedenza era a febbraio), perciò si dispone di un buon numero di posti di tirocinio relativi ad ogni professione e che saranno consultabili presso i diversi stand. Ma la manifestazione ideata dal Decs può vantare altri aspetti vivaci e contemporanei. Innanzitutto si presenta con una grafica completamente rinnovata e mirata al target che vuole conquistare e cioè i giovanissimi. Inoltre la pubblicazione cartacea «ESPOprofessioni News», bollettino quotidiano che segue la mostra e presenta nel contempo le varie sfaccettature delle tante offerte formative, il sito rinnovato www.espoprofessioni.ch e la presenza

Misurazioni dei giardinieri nello stand della scorsa edizione.

su Facebook, saranno affiancati anche da ESPOwebTV, un canale interno – sviluppato dal Servizio Educazione mass media del Centro didattico cantonale in collaborazione con l’Istituto federale per la formazione professionale – che proporrà interviste, novità di Espo e di tutto il settore professionale. Infine allo stand della Radiotelevisione svizzera sarà possibile partecipare ad un quiz/concorso sulle professioni RSI e prenotarsi per un workshop che permetterà ogni giorno a quattro allievi delle scuole medie di vestire i panni del redattore radio o del videomaker e di realizzare insieme a professionisti del settore brevi servizi che andranno in onda alla radio e verranno diffusi online durante la manifestazione su EspowebTV/ Red.

Lordz Boys, Mystic Barrito, Clown Orit, DJ Alain sono pronti per un pomeriggio di musica e divertimento che si terrà a Gordola domenica 30 marzo. Le manifestazioni «Lilibiggs Famiglia in festa» (www.lilibiggs-famigliainfesta.ch) sono, infatti, una fantastica occasione di divertimento e svago per tutta la famiglia. Il celebre DJ Alain sceglierà il meglio del repertorio pop internazionale, mentre i Lord Boyz, ballerini professionisti di hip hop e breakdance, insegneranno ai bambini i primi rudimenti del ballo. Tra una canzone e l’altra sono previsti gli intrattenimenti divertenti offerti dal Clown Orit e dal celebre Mystic Barrito, campione svizzero di Air Guitar. Un programma variato e pieno di sorprese di qualità, che offre a tutta la famiglia un pomeriggio divertente. L’appuntamento è alla Rotonda di

Gordola dalle 15.00 alle 18.00 (apertura 30 minuti prima dell’inizio), l’entrata è di Fr. 15.–, ma sono previste carte familiari di Fr. 40.– (3 persone), di Fr. 50.– (4 persone) e di Fr. 62.– (5 persone). I soci Cumulus beneficiano del 20% di riduzione. I biglietti sono acquistabili telefonando a Ticketcorner: 0900 800 800 (Fr. 1,19/min. prezzi linea fissa), oppure su www.ticketcorner.ch e presso tutti gli altri punti vendita Ticketcorner. E attenzione: Migros Ticino mette in palio 4 «Carte famiglia» per max. 4 persone del valore di Fr. 50.– l’una. Per vincerle basta telefonare martedì 25 marzo alle ore 10.30 al numero 091 840 12 61. Buona fortuna! Lilibiggs Famiglia in Festa, 30 marzo 2014, La Rotonda, Gordola

Telefonia gratuita 24 ore al giorno. Ora nel pacchetto Vivo Casa. Se optate per un pacchetto Vivo Casa con Swisscom TV e internet, telefonate gratuitamente e a piacimento dalla rete fissa su tutte le reti fisse e mobili della Svizzera. Ogni giorno, 24 ore su 24. <wm>10CAsNsjY0MDQx0TU2NTQwNwUAIBSY8Q8AAAA=</wm>

<wm>10CFXKIQ7DQAxE0RN5NTP2ZuMaVmFRQRW-JCru_VHTsoKP_tv36g2_7tvj2J5FMMK8E6PXymyi1yJvi1RwDl3gRgr9uvrzpggEML_G4MYxCWMaNddMJUZ7n68PLUo6AXYAAAA=</wm>

Informatevi subito Negli Swisscom Shop oppure su swisscom.ch/vivo


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

6

Società e Territorio

Il Mulino del Daniello Archeologia industriale Nel cuore del Parco

della Valle della Motta Laura Patocchi-Zweifel

Anche i nonni usano il tablet Anziani e nuove tecnologie Iniziativa pilota in Vallemaggia

nell’ambito di un progetto transfrontaliero con lo scopo di favorire la comunicazione Stefania Hubmann Utilizzare le nuove tecnologie per comunicare e rimanere inseriti nel contesto sociale anche nella quarta età. È questa la nuova sfida che apre le porte delle case per anziani a computer e tablet, trasformando istituti fino ad alcuni anni fa chiusi e poco vivaci in fulcri di nuove relazioni con prospettive inedite anche per gli anziani residenti al proprio domicilio. Per il momento questo tipo di diffusione del sapere tecnologico e delle relative applicazioni è ancora in fase sperimentale. Esperienze pilota sono in corso per valutare le migliori strategie volte a sfruttare l’enorme potenziale offerto dall’informatica per ridurre il rischio d’isolamento delle persone anziane. Una di queste riguarda la Residenza alle Betulle di Cevio che partecipa al progetto Interreg Aosta-Ticino denominato «Sostegno alle persone anziane e vulnerabili mediante l’adozione di soluzioni innovative». L’iniziativa, sostenuta dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, è attuata congiuntamente dalla Struttura Politiche sociali della Regione autonoma Valle d’Aosta e dal Laboratorio Ingegneria Sviluppo Schürch (LISS) di Ponte Capriasca. Quest’ultimo ha partecipato attivamente anche a una parte del progetto italiano, iniziato due anni fa e ora concluso. Lo scorso dicembre è invece entrata nella fase realizzativa l’esperienza svizzera. In entrambi i casi si tratta di territori con zone di montagna a bassa densità abitativa, dove la comunicazione con i centri può essere difficoltosa. Il rischio che gli anziani residenti nelle valli siano esclusi dalla vita sociale è quindi più marcato rispetto alla realtà urbana. Diversi invece gli approcci messi in atto sul fronte italiano e su quello svizzero, proprio nell’intento di testare più vie e mezzi per avvicinare gli anziani all’uso delle nuove tecnologie. In Valle d’Aosta – grazie anche ai maggiori finanziamenti a disposizione – ci si è rivolti direttamente alla popolazione anziana promuovendo corsi per l’uso del tablet. In Ticino il progetto si concentra invece sulla casa per anziani e l’ausilio tecnico è un computer il cui sistema informatico ha un numero limitato di funzioni. «In questa prima fase del progetto – spiega il responsabile prof. Dieter Schürch – stiamo formando una decina di aspiranti tutor che dovranno a loro volta insegnare agli anziani a utilizzare questo tipo di computer. Il gruppo di volontari, molto eterogeneo per età ed esperienze di vita, comprende anche il direttore e il vice-direttore della Residenza alle Betulle, come pure alcuni

rappresentanti del personale. In questo modo, oltre a essere garantita la vicinanza con i destinatari del progetto, si favorisce un proficuo scambio di punti di vista all’interno del gruppo. Il confronto fra competenze e sensibilità diverse è importante per individuare e valutare le diverse possibilità di trasmettere le conoscenze acquisite agli ospiti della struttura». Partendo dal presupposto che per l’anziano è essenziale un’istruzione in presenza, l’approccio deve tener conto del suo vissuto ed essere modulato sui tempi e sul linguaggio che gli sono propri.

«Abbiamo optato per un sistema con poche funzioni nel quale è impossibile perdere il controllo di ciò che si sta facendo» L’impegno dei tutor in formazione è stimolante, come conferma il direttore dell’istituto di Cevio Cesare Cattori. «Lavoriamo intensamente in un clima di fiducia e simpatia con l’obiettivo di permettere a breve termine ai nostri ospiti e in futuro anche agli altri anziani della Vallemaggia di rimanere attivi sentendosi utili e capaci. I contatti per partecipare a questo progetto risalgono a due anni fa quando il nostro centro era in costruzione. Nel nuovo edificio abbiamo predisposto la possibilità del collegamento wi-fi, perché consapevoli che le richieste in questo senso, finora limitate, andranno aumentando con l’arrivo nei prossimi 5-10 anni di nuove generazioni di anziani abituate a utilizzare computer e tablet». Ricordiamo che la struttura valmaggese offre una settantina di posti letto (di cui quattordici nella casa per anziani di Someo) in quattro diversi reparti: casa per anziani, cure acute di transizione, invalidi adulti e persone affette da demenza. Anche la chiave del sistema informatico prescelto è specifica per la categoria dei destinatari. Dieter Schürch: «Il rischio da eludere quando la persona anziana si confronta con il computer è il sentimento d’incapacità, perché acuisce lo stato d’inadeguatezza alla vita sociale attiva. Il problema principale è rappresentato dalle innumerevoli funzioni dei sistemi ordinari nelle quali ci si perde facilmente. Abbiamo quindi optato per un sistema con poche funzioni nel quale è impossibile perdere il controllo di ciò che si sta facendo, evitando così di

andare incontro alla sconfitta. L’obiettivo dell’utilizzo del computer nell’ambito di questo progetto è la comunicazione, per cui le funzioni riguardano in prevalenza la posta elettronica, internet e la classificazione di immagini». Altre funzioni, legate in particolare al controllo a distanza degli anziani a domicilio, potranno essere sviluppate in futuro, così come non è esclusa l’introduzione del tablet. Questo grazie anche al pieno sostegno manifestato dal Cantone. La collaborazione con l’Italia è da parte sua molto stretta come dimostra anche il convegno transfrontaliero che sarà organizzato il prossimo 2 ottobre a Cevio. Vi parteciperanno professionisti dell’assistenza alle persone della terza e quarta età ma anche anziani coinvolti nelle due iniziative per uno scambio delle rispettive esperienze a tutti i livelli. Capofila sul versante italiano è il dott. Gianni Nuti, direttore Politiche sociali dell’Assessorato sanità, salute e politiche sociali della Regione autonoma Valle d’Aosta, il quale a qualche mese dalla conclusione del progetto può già offrire un primo bilancio del medesimo. «Abbiamo sicuramente raggiunto l’obiettivo principale rappresentato dalla finalità sociale. La rete di coesione sociale si è molto rafforzata e i momenti di aggregazione sono stati numerosi. Anche la partecipazione è andata oltre le aspettative con circa 500 interessati e 125 persone effettivamente coinvolte. Le loro competenze informatiche dal punto di vista funzionale risultano oggi accresciute. L’approccio è pragmatico nel senso che l’anziano impara e utilizza ciò che gli serve. Un’opportunità su tutte lo sviluppo della capacità comunicativa con i nipoti tramite il linguaggio digitale». Lo sfruttamento di questi strumenti, rileva ancora il dott. Nuti, può essere ovviamente ancora potenziato, per cui le prospettive di sviluppo del programma sono concrete, ad esempio nel già citato caso del controllo a distanza degli anziani a domicilio. Pure centrale la questione dell’intergenerazionalità, evidenziata anche dal prof. Schürch quale fine e al contempo mezzo dell’uso delle nuove tecnologie da parte degli anziani. Nella letteratura come nella sperimentazione si è ancora agli inizi. Certa è però la grande opportunità rappresentata dalle soluzioni innovative legate alle nuove tecnologie per garantire sostegno e qualità di vita alle persone anziane e vulnerabili. L’interesse da parte dei professionisti e degli istituti del settore cresce e il convegno del prossimo autunno sarà l’occasione per coinvolgerli direttamente.

Il Parco della Valle della Motta, importante polo verde inserito nell’area urbanizzata del Mendrisiotto, interessa una superficie di 163 ettari di paesaggio agro-forestale sul territorio giurisdizionale dei comuni di Coldrerio e Novazzano. La sua superficie include tutta la valle del torrente Roncaglia e i riali che vi affluiscono. Il Roncaglia ha consentito lo sfruttamento della forza idrica per le attività molinare fin dal Medioevo. Nel comprensorio dei Comuni di Coldrerio e Novazzano erano attivi ben tre mulini, quello denominato del «Prudenza», probabilmente del periodo tardo-medievale, seguito dal «Re» e dal «Daniello». Quest’ultimo è senza dubbio quello meglio conservato, grazie ai recenti interventi di restauro e alla custodia di un’eredità emersa da un laborioso passato. Il Daniello, è il cuore pulsante del Parco della Valle della Motta, punto di riferimento e d’accoglienza per momenti d’incontro e di svago e punto di partenza di un sentiero naturalistico. Il percorso storico di questo mulino è ampiamente presentato in una ricerca accurata e sistematica di Ivan Camponovo, profondo conoscitore del territorio e appassionato figlio di questa terra. Grazie a una ricca documentazione bibliografica e a oltre 760 manoscritti inediti dell’archivio della famiglia Galli, mugnai al Daniello per più di un secolo, l’autore ricostruisce la storia di questa famiglia nel contesto socio-economico e politico dell’epoca. L’antico complesso, comprendente una casa rurale, il mulino e la stalla è stato costruito nel 1801 dalla famiglia Pozzi originaria di Coldrerio. Il primo mugnaio Daniele Galli e la giovane moglie Maria Antonietta iniziarono la loro attività molitoria l’11 novembre del 1802, giorno di San Martino, in occasione della chiusura dell’anno agricolo, quando scadevano i contratti d’affitto e se ne stipulavano altri che comportavano il trasferimento dei fittavoli nella dimora messa a disposizione dai proprietari. Un documento del 19 luglio 1829 attesta l’arrivo del mugnaio: «Certifico io sottoscritta qualmente Daniele Galli di Drezzo si è recato a abitare il mio molino esistente in questo Paese sino dal S. Martino dell’anno 1802 et in fede Angiola Pozzi di Coldrerio». La professione del mugnaio poteva rivelarsi molto redditizia e consentiva di disporre di proficui guadagni. Su tutto l’arco dell’Ottocento la famiglia dei mugnai Galli riuscì a investire i suoi risparmi nel graduale acquisto dei terreni adiacenti e del mulino al quale vi operarono per tre intere generazioni. Il mulino, come lo vediamo ora, è dotato di due ruote idrauliche,

Le macine e il frantoio. (Patocchi-Zweifel)

tre macine e un frantoio per la produzione di olio estratto da lino, ravizzone, canapa e dalle noci dei numerosi alberi coltivati in quell’area – gli alberi di noce sono stati tagliati in occasione della prima guerra mondiale, quando la Confederazione ne confiscò il legno per la produzione di calci per i moschetti modello 1911. L’olio, a seconda della sua qualità, era destinato al consumo alimentare, all’uso medicinale oppure come combustibile per l’illuminazione. A monte del complesso, accanto alla cascata, si può ancora vedere la chiusa del 1937 per la captazione dell’acqua che veniva convogliata nel canale della roggia molinara. Era il mugnaio stesso che si recava al domicilio dei diversi clienti, distribuiti nei villaggi dei dintorni, per farsi consegnare i sacchi dei cereali da macinare. Come compenso del lavoro svolto il mugnaio tratteneva per sé una quantità stabilita di farina che gli garantiva un buon introito. Il mais e il frumento erano i principali prodotti che venivano lavorati al Daniello, seguiti da segale, grano saraceno, orzo, farro, panico e castagne. L’attività dei mugnai Galli non si concentrava unicamente fra gli impianti del mulino. Con il supporto dei famigliari svolgevano diversi lavori agricoli, come per esempio la viticoltura, l’allevamento di mucche, maiali e animali da cortile, la coltivazione dei cereali. Come in molte masserie del Mendrisiotto anche al Mulino del Daniello si svolse l’attività legata all’allevamento dei bachi da seta. Nel 1870, anno in cui si ebbe un forte incremento dell’attività serica in Ticino, fu infatti edificata la «bigattiera», stabile tuttora esistente, che veniva utilizzata per l’allevamento dei bachi, nutriti con foglie di gelsi piantati nella zona del mulino e la cui attività si concentrava nel periodo da maggio a giugno. L’attività molinara venne sospesa subito dopo la seconda guerra mondiale. Grazie a importanti opere di manutenzione e migliorie promosse dalla Fondazione Luigi e Teresa Galli, la cui omonima famiglia ha donato al Comune le proprietà del mulino, sono stati rimessi in funzione una macina e il frantoio, permettendo al Mulino del Daniello di rivivere. È possibile visitare la struttura e il piccolo museo annesso su appuntamento, contattando la Cancelleria Comunale di Coldrerio (091 646 15 84). Bibliografia

Ivan Camponovo, Il Mulino dei Galli, Mendrisio, 2007. (Reperibile presso Banca Raiffeisen Coldrerio). AA VV, Valle della Motta natura e storia, Lugano, Morbio Inferiore, 2002. www.parcovalledellamotta.ch


PUNTI. RISPARMIO. EMOZIONI. ANCORA PIÙ OFFERTE CUMULUS: www.migros.ch/cumulus

EUROCENTRES – WHAT ELSE? PUNTI

3x Gli esami riconosciuti a livello internazionale oggi sono molto richiesti dai datori di lavoro e sono obbligatori per l’ammissione a numerose scuole. Eurocentres ti offre la possibilità di imparare la lingua desiderata presso scuole accuratamente selezionate in tutto il mondo. In tutte le nostre scuole, ottimi insegnanti ti aiutano a prepararti per il tuo esame con l’ausilio di materiale didattico attuale. Il team di esperti di Eurocentres è lieto di consigliarti e ti presenta brevemente le sue destinazioni preferite. Corina Scherrer, responsabile del team di Zurigo «Sono una grande fan dell’Inghilterra! Londra affascina i visitatori con la sua ineguagliabile aria di grande metropoli e la storica città di Cambridge si contraddistingue per l’atmosfera accogliente e i numerosi parchi.»

Le esperte in soggiorni linguistici (da sinistra): Corina Scherrer, Vanessa Rapin, Martina Kiem, Bettina Meyer

Martina Kiem, consulente Zurigo «La mia destinazione preferita è la tropicale Cairns: il punto di partenza perfetto per partire alla scoperta dell’Australia mettendo in pratica le nozioni di inglese appena acquisite.» Bettina Meyer, consulente Zurigo «Le mie destinazioni preferite sono San Diego e Bournemouth. San Diego offre una fantastica combinazione di spiagge e grande metropoli; Bournemouth, invece, è una tipica città costiera britannica, con una vasta scelta di attività sportive.»

www.eurocentres.com o chiamando il numero gratuito 0800 855 875 e approfitta di punti Cumulus moltiplicati per 3. Con un corso di lingue di 4 settimane presso la nostra scuola nel centro di Londra incl. alloggio ricevi ad esempio 6000 punti Cumulus invece di 2000. Al momento della prenotazione, menziona la parola chiave «Primavera Cumulus». L’offerta non è cumulabile. Ulteriori informazioni: www.eurocentres.com/it/cumulus

Durata dell’azione: fino al 20 aprile 2014, per tutte le sedi scolastiche Approfittane: prenota subito online su

LESHOP.CH: FARE LA SPESA IN TUTTA COMODITÀ

TRANQUILLITÀ E RELAX CON VISTA SUL CERESIO

Cosa c’è di meglio di avere un po’ di tempo per sé? Grazie al supermercato online LeShop.ch, oggi puoi comodamente fare la spesa dove vuoi: per strada, a casa oppure in ufficio. E i tuoi acquisti vengono consegnati direttamente a casa.

L’albergo Serpiano*** si trova sul Monte San Giorgio e offre una vista mozzafiato sul lago di Lugano e le cittadine circostanti. Goditi la creativa cucina locale nel ristorante Locanda Ticinese e rilassati nel centro spa. L’offerta comprende (tassa di soggiorno inclusa): – 2 pernottamenti in camera doppia – 2 ricchi buffet per la colazione – 1 cena a 3 portate il giorno dell’arrivo con menu a scelta – entrata libera al centro spa

Durata dell’azione: dal 24 marzo al 6 aprile 2014 Approfittane: 1. fai la spesa su www.LeShop.ch o tramite l’app (iPhone/iPad/Android); 2. quando vai alla cassa digita il codice 1403MM3000 sotto «buoni e regali»;

3. i 3000 punti Cumulus ti vengono accreditati direttamente. Osservazioni: l’offerta vale unicamente per clienti nuovi e soltanto una volta per economia domestica. La tua prima ordinazione deve essere di almeno fr. 99.– (surgelati e tasse esclusi). Le spese di consegna variano da fr. 7.90 a fr. 15.90. Ulteriori informazioni: www.LeShop.ch

Durata dell’azione: dal 29 marzo al 29 giugno 2014; l’arrivo è possibile tutti i giorni tranne dal 29 maggio al 2 giugno 2014

3000

PUNTI

Prezzo: fr. 179.– invece di fr. 239.– a persona e soggiorno in camera doppia Business, con riserva di disponibilità Approfittane: prenota con il tuo numero Cumulus su www.myswitzerland.com/cumulus o telefonando gratuitamente allo 00800 100 200 27 e approfitta dello sconto del 25 per cento e di un punto Cumulus per ogni franco speso. Osservazione: prenotazione con carta di credito. Fr. 30.– di tasse amministrative per pagamento contro fattura. Ulteriori informazioni: www.serpiano.ch

25%

DI SCONTO

PER DOMANDE SUL PROGRAMMA CUMULUS: INFOLINE CUMULUS 0848 85 0848


LA NATURA SA COSA FA BENE.

33% 1.95 invece di 2.95

1.80 invece di 2.25

Fragole, bio Spagna, vaschetta da 250 g

Le Gruyère semistagionato, bio per 100 g, 20% di riduzione

1.– invece di 1.30

2.80 invece di 3.55

Tutte le bevande non refrigerate bio 20% di riduzione, per es. Ice Tea alle erbe alpine, 1 l

Tutti i succhi freschi bio 20% di riduzione, per es. succo d’arancia, 75 cl

2.45 invece di 3.10 2.55 invece di 3.–

3.40 invece di 4.30

Tutta la frutta secca e le noci bio 15% di riduzione, per es. spicchi di mango, 100 g

Tutte le spezie bio 20% di riduzione, per es. Herbamare Original, 250 g

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 31.3.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Tutte le confetture bio e tutti i tipi di miele bio 20% di riduzione, per es. miele di fiori liquido, 250 ml


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

9

Società e Territorio Rubriche

L’altropologo di Cesare Poppi 24 marzo: omicidi rituali Nel 1965 la Chiesa Romano Cattolica condusse una revisione delle dediche calendariali ai santi sullo sfondo delle nuove aperture e riforme del Concilio Vaticano Secondo. Fra i santi «tirati giù dal calendario», come si esprime una delle fonti «sul campo» dell’Altropologo, vi era Simonino di Trento, per la Chiesa ufficialmente Beato ma per il popolo «Santo» – e santo subito. L’ingresso di Simonino nel martirologio col titolo di «beato» era avvenuto al termine di una vicenda storica che coinvolge cronaca, pregiudizi e paradossi di quell’antisemitismo che pesa sulla storia europea come un tragico ritornello. Ma prima i fatti. La domenica di Pasqua 1475, nella roggia che correva lungo quella che oggi a Trento chiamano Piazza della Mostra, fu rinvenuto il cadavere di un fanciullo, la scomparsa del quale era stata denunciata il 24 marzo, Giovedì Santo. Il luogo del ritrovamento non distava che pochi metri

dalla casa abitata da quindici ebrei, di età compresa fra i quindici ed i novant’anni. «Zac e tac!»: si mise assieme uno più uno e i quindici ebrei vennero tradotti in carcere con l’accusa di infanticidio. Erano quelli, per gli ebrei italiani, anni molto difficili. Nel 1436 era stato ordinato sacerdote nell’ordine dei Frati Minori Osservanti Bernardino Tomitano, al secolo Bernardino da Feltre, una città non lontana da Trento. Fra le missioni della sua vocazione, Bernardino si era dato quella di salvare i poveri dalla pratica dell’usura, e qui veniva a scontrarsi direttamente contro quegli ebrei che esercitavano al massimo del profitto il prestito di denaro. Interdetti dal possesso della terra, al tempo prima fonte di ricchezza, agli ebrei era tuttavia consentito il commercio in oggetti usati (spesso acquisiti tramite il pegno) e – appunto – l’usura. La logica dietro questa forma di liberalismo apparente era ad un tempo crudele, paradossale e

contraddittoria: prestare denaro ad usura era peccato mortale già secondo il dettato biblico, il popolo ebraico era comunque condannato alla dannazione in quanto deicida, l’usura era un male irrimediabile – ergo lo praticassero legalmente gli ebrei. A Trento la predicazione di Bernardino da Feltre aveva molto impressionato non solo la popolazione, ma lo stesso Principe Vescovo della città, Giovanni Hinderbach. In contatto con le elaborazioni antisemite che arrivavano nella penisola italiana dal mondo germanico, questi era ben al corrente di una credenza già allora supportata da una varietà di «prove» conclamate, su presunte atroci pratiche rituali che gli ebrei avrebbero condotto ai danni dei fanciulli cristiani. Difficile datare le dicerie e i miti: fatto sta che il XV secolo vide la massima diffusione nella cultura popolare europea della credenza secondo la quale in occasione della Pasqua ebraica sarebbe stato per-

petrato l’infanticidio di un cristiano in tenera età. Col suo sangue sarebbe stato impastato il pane azzimo col quale celebrare la Pasqua ebraica. Nel sottoscrivere la veridicità della credenza, il Vescovo di Trento dava inizio al processo contro i quindici presunti autori del delitto. Torturati a più riprese per mesi, finirono per confessare sulla base di un copione già scritto e sottoscritto dalla credenza popolare per poi essere pubblicamente giustiziati. Solo Bruna, una donna coraggiosa ed irriducibile, resistette fino all’ultimo: morì sotto tortura non prima però – si volle tramandare – di avere «confessato» e chiesto perdono. A lei fu riservato il privilegio di essere sepolta in terra benedetta. A nulla valse il fatto che il legato di papa Sisto IV, il quale sovrintendeva il processo, dichiarasse senza mezzi termini che le accuse erano infondate. Hinderbach tanto fece e tanto macchinò che lo

stesso Sisto IV finì per pronunciare la validità del processo. La Santa Sede ufficializzò il culto locale di Simonino nel 1588, a lui dedicando il giorno del 24 marzo. Ancora nel 1755, Benedetto XIV ribadiva la legittimità del culto di Simonino riaffermando che il martirio era avvenuto per mano degli ebrei «in odio alla fede di Cristo». Con la revisione del 1965, le spoglie di Simonino furono rimosse dalla Chiesa di San Pietro a Trento. La processione che vedeva portate nelle strade della città gli strumenti della «passione di San Simonino» fu abolita, e da qualche anno la chiesa a lui dedicata è stata trasformata in un negozio di lusso… Ma la storia non finisce qui: il 24 marzo del 2007 un sedicente Comitato San Simonino entrò surrettiziamente nella chiesa di San Pietro per recitare un rosario al fine di reintrodurre il culto dell’infante: quando le storie infinite si vorrebbe non fossero mai cominciate.

lei ha assunto sinora, non ha torto l’amica consigliandole di rompere gli indugi, ma non a senso unico. Si tratta di scegliere tra due alternative: o dentro o fuori. Da parte mia non credo che non esista il perdono, che un episodio di adulterio sia destinato a inquinare tutti gli anni a venire. Se così fosse, vista la frequenza dei tradimenti coniugali, non esisterebbero più famiglie serene. Per fortuna la memoria viene moderata dall’oblio e le emozioni, se non vengono rinfocolate, tendono a spegnersi. L’importante è che lei riesca a far chiarezza su se stessa, sui suoi desideri. Che cosa vuole? Salvare il vostro matrimonio oppure ottenere la separazione? Ho l’impressione che lei cerchi di restare fuori dalla questione guardando suo marito dall’alto al basso, sottolineando il fatto che lei guadagna di più, che la famiglia si regge sul suo impegno, che non avrebbe bisogno di chiedere gli alimenti. Poiché questo atteggiamento non serve né all’accordo né al conflitto, cerchi di assumere un altro punto di vista. È indubbio che suo marito si stia comportando male nella relazione coniu-

gale, ma resta un buon padre per vostro figlio. E non è poco. Se lei pone il benessere di Piero in primo piano, vedrà che la prospettiva cambia e si convincerà che vale la pena di tentare di salvare la vostra famiglia. Non so se, nel vostro caso, prevarranno gli affetti che uniscono o i rancori che dividono ma ho imparato, proprio dai colleghi che lavorano nella mediazione familiare, quanto sia importante assumere come punto di partenza la tutela dei figli. Uscendo dalla contrapposizione frontale tra marito e moglie, ricordandosi che si può cessare di essere coniugi ma si resta genitori per sempre, è possibile riconciliarsi bene oppure separarsi bene, senza danneggiare il diritto dei figli di crescere, di realizzare tutte le loro potenzialità, di essere felici.

grado di decidere scelte professionali, indirizzando verso la storia, l’archeologia, la filologia. Voltarsi indietro è un’operazione con effetti contrastanti. Può significare attenzione per un passato da studiare, e non tanto da rimpiangere. Come invece succede quando il ricordo sbanda in nostalgie puerili: dai genuini cibi della nonna al clima di quando le stagioni erano le stagioni, e via enumerando affliggenti luoghi comuni. Tutto ciò per dire che la memoria è anche una questione di buona amministrazione. C’è poi una memoria a uso pubblico di cui sono responsabili i politici, gli opinion makers, gli intellettuali di turno. Sono loro a gestire il patrimonio degli avvenimenti, dei personaggi, delle ideologie che hanno costruito il passato di una nazione o addirittura del mondo, per ricavarne la cosiddetta verità storica. Che, magari, si può applicare a epoche

remote. Invece, man mano che ci si avvicina al presente, ci si trova esposti a un’operazione ambigua; i decenni precedenti vengono interpretati con secondi fini, nascondendo ciò che disturba. Ecco i francesi che hanno rimosso il periodo Vichy, le sinistre europee che commemorano l’Olocausto ma dimenticano i gulag, la Svizzera che cerca di chiudere un occhio sulla «barca troppo piena», e in Italia, Renzi che, ieri, dichiarava: «Mi basta la carica di sindaco». Tutti casi in cui al cittadino si chiede la smemoratezza. Infine c’è pure un uso assurdo della memoria, la troppa memoria. Un esempio classico: Pico della Mirandola, poliglotta del XV secolo, che recitava a memoria la Divina Commedia, anche partendo dalla fine. Più modestamente, un tizio di mia conoscenza, credo di Balerna, aveva studiato a memoria l’elenco telefonico.

La stanza del dialogo di Silvia Vegetti Finzi Mio marito mi tradisce, lo perdono? Gentile Silvia, qualche mese fa, quasi per caso, mentre cercavo di chiudere il telefonino che mio marito aveva dimenticato a casa, mi si è aperto sotto il naso un messaggio inequivocabile: lui ha un’amante. Il mondo mi è crollato addosso ma, di fronte alle mie accuse, mi è sembrato quasi sollevato: «non sapevo come dirtelo, ha commentato, adesso lo sai e le cose sono più chiare». «Chiare?» A me la testa girava. E ancora mi chiedo come mai non me ne sono accorta prima, se ho delle colpe, cosa avrei dovuto fare, che cosa posso fare adesso. Lui dice che mi vuol bene ma che ama l’altra. Da allora viviamo nella stessa casa ma non dormiamo più nello stesso letto. Per fortuna nostro figlio Piero, di sette anni, non si è accorto di niente. È molto attaccato a suo padre e mio marito, su questo non posso dir niente, è sempre stato un buon padre. Potrei chiedere la separazione senza contrattare gli alimenti perché ho un ottimo impiego e guadagno più di lui. In questi anni, oltre a sostenerlo moralmente, addossarmi tutto il carico della famiglia, ho spesso sovvenzionato la sua impresa. Posso continuare così, come niente fosse? La

mia miglior amica, con la quale mi sono confidata non ha dubbi: «lascialo, mi dice, non hai più fiducia in lui e non credo che il perdono sia in grado di risuscitarla». Eppure penso che, se dicessi a mio marito che lo perdono, favorirei il suo ritorno all’ovile. E se poi dovessi pentirmi? Cosa mi consiglia di fare? / Livia Cara Livia, mi permetta, prima di affrontare la domanda finale, di contestare alcune sue affermazioni. Innanzitutto, dopo aver letto centinaia di testimonianze di figli di separati, non credo proprio che il piccolo Piero non si sia accorto di niente. I bambini hanno le antenne per intercettare le tensioni familiari e il fatto che i genitori non dormano più nello stesso letto, il mitico «lettone», non può essergli sfuggito. Si starà chiedendo che cosa succede tra mamma e papà e cercherà di darsi una risposta pensando che è colpa sua, che viene punito perché è cattivo, perché ha fatto per qualche capriccio o è stato troppo vivace. Sempre meglio che sentirsi circondato da segreti e misteri. A quell’età i bambini non tollerano domande senza risposta e, convinti di sapere

tutto, finiscono per addossarsi responsabilità che non hanno. Vi suggerisco quindi di dirgli, senza troppe spiegazioni, che state attraversando un momento di difficoltà e che si tratta di un problema vostro. Lui non c’entra. Rassicuratelo, abbracciatelo, ditegli che lo amate e che gli starete sempre vicini. Quanto alla rivelazione del telefonino, noi psicologi, sempre sospettosi, sappiamo che ogni atto mancato è un discorso riuscito e che quella dimenticanza potrebbe essere stato un pretesto, architettato dall’inconscio, per farsi scoprire. Il benessere che suo marito ha rivelato di fronte alle accuse di tradimento dimostra che non aspettava altro che confessare. Se è poi rimasto in famiglia, significa che non gli sembra così urgente raggiungere la sua bella. Di fronte all’accondiscendenza con la quale lei ha affrontato l’ipotesi della separazione (che lui non ha mai prospettato) vi è il rischio che suo marito si adagi in una situazione di compromesso dividendosi, come un bigamo, tra la moglie a casa e l’amante fuori. In fondo è quello che molti uomini sognano. Visto l’atteggiamento titubante che

Indirizzo Inviate le vostre domande o riflessioni a Silvia Vegetti Finzi, scrivendo a: La Stanza del dialogo, Azione, Via Pretorio 11, 6901 Lugano; oppure a lastanzadeldialogo@azione.ch

Mode e modi di Luciana Caglio La memoria: tema attuale e multiuso Perché se ne parla tanto e in tanti modi? È la situazione anagrafica ad attribuire alla memoria i crismi dell’attualità e persino dell’urgenza. In una società che invecchia, proprio la perdita della funzione primordiale di ricordare e di apprendere suscita una paura, più o meno segreta, che assilla un numero crescente di persone. Statisticamente è una minaccia che incombe sul 30 % degli ultraottantenni. Ai quali la scienza sembra, adesso, aprire speranze sempre più concrete: non sarebbe lontano il traguardo del farmaco capace di prevenire e curare l’Alzheimer. Un obiettivo che, se rappresenta una prestigiosa conquista della ricerca, si abbina a un business promettente. Si spiega, quindi, il risalto mediatico che ha ottenuto la recente Settimana mondiale della mente, dedicata appunto alla memoria, tema che è giusto definire multiuso. Appartiene, infatti,

sia all’ambito scientifico sia a quello economico, sociale e, non da ultimo pubblicitario e commerciale. In proposito, basti pensare alla proliferazione di prodotti, tecniche, addirittura filosofie che la nostra società ha sviluppato, a piene mani, negli ultimi decenni. Sono ricette a volte semplicistiche, comunque consolatorie, destinate a tenere in forma il cervello. Che sarebbe soltanto un muscolo da allenare, al pari di bicipiti e addominali. Da qui le facili raccomandazioni da seguire: leggere, dedicarsi all’enigmistica, visitare mostre, viaggiare, insomma accumulare stimoli. Ma poi, in pratica, quali tracce lasceranno? Ecco che qui, al di là delle patologie dovute all’età, o a eventuali incidenti cerebrali e psichici, interviene un fattore che può rivelarsi determinante: ed è l’uso che ognuno di noi farà dei ricordi. Quale destino spetterà a questo

patrimonio, ricavato dalle esperienze vissute e che poi si trasforma in tessere di un mosaico depositate per un tempo limitato o illimitato? Non tutti i ricordi subiranno lo stesso trattamento. Attraverso un meccanismo, persino inconsapevole, alcuni verranno rielaborati ed esaltati trasformandosi in oggetto di culto. E diventano allora gli episodi, i gesti, i momenti che ci capita di raccontare, con il rischio aggravato dall’età, della ripetizione maniacale. Altri ricordi, invece, vengono rimossi, e a lungo andare finiscono eliminati. Attivando un meccanismo di autodifesa, si prendono le distanze da comportamenti imbarazzanti, colpe, viltà che popolano il nostro lato oscuro. Mentre ce ne sono altri di ricordi che, con il loro spessore e le loro correlazioni, meritano la conservazione tanto da costituire una materia prima preziosa, in


La primavera

spunta su tutti i rami.

Coniglietto di paglia con pala 16.90

Gallo, gallina, coniglio in legno, piccoli 3.90

Gallo, gallina in latta, a righe o a fiori 7.50

Un coniglietto sul davanzale della finestra o addobbi su un ramo di salice: con queste decorazioni casa tua sboccerĂ in tutto il suo splendore pasquale.

Nastro decorativo con uova, galline, conigli in feltro 4.50

Ghirlanda da tavola con margheritine 180 cm 3.90

Coniglio in ceramica grande, naturale 5.90

Gallo, gallina in latta, azzurro o rosa 7.50

Signor/signora coniglio in metallo 4.90

In vendita nelle maggiori filiali Migros, fino a esaurimento dello stock.

Farfalla con clip set da 3, rosa o verde 3.90

Cestino in feltro con tulipani e manico verde 7.90

Coniglio in ceramica con cucciolo in braccio, naturale 4.90

Erba decorativa 4.90

Uovo decorativo da appendere, set da 4, rosa o crema 3.50

Uova e coniglietti decorativi da spargere in feltro 4.50

Coniglio in ceramica cucciolo, naturale 2.90

Coniglio decorativo in porcellana, bianco 2.90

Pulcino nell’uovo set da 4, diversi soggetti 4.90

Decorazioni in legno da appendere diversi colori, 18 pezzi 3.50

ente c c o r r ua o ’ l o t Tut una Pasq . per riuscita i ben piÚ ispirazion Uova decorative 12 pezzi, a righe/ a pois/tinta unita 6.90

pinta nc ora Trovi a na festa vario amici per u miglia e gli ua. q fa con la rivista di Pas nella

Nastro regalo con fiori, farfalle giallo o verde 5.90


La Pasqua

Colori che fanno rifiorire la casa.

Decorazione per porte coniglio con carota «Welcome» 12.80

invita a tavola!

Tutto l’occorrente per un bel brunch tra amici: variopinte decorazioni per la tavola e stoviglie abbinate appagano anche l’occhio.

Con i tulipani e le candele colorate porti a casa tua fresche note primaverili.

Decorazione per porte «Welcome» coniglio con carota 12.80

Tovagliette a coste set da 2, due colori 4.90 Ciotola con coniglio di Pasqua diversi colori 4.90

Mazzo di ranuncoli decorativi 7.90

Vaso in terracotta a forma di uovo giallo a pois 8.90

Ciotola a pois 4.90

Coniglietto scaldauova 1.90

Nido di fiori decorativo da tavola 5.90

Asciugapiatti set da 2, in spugna 7.90 In vendita nelle maggiori filiali Migros, fino a esaurimento dello stock.

Tazza con manico a pois 5.90

Tulipani francesi Sélection mazzo da 7 14.50

Candele a forma di uovo set da 6, giallo/bianco/ giallo chiaro 7.90

Candele con pulcini usciti dall’uovo set da 6 in confezione delle uova 8.90

nte cor reua c o ’ l Tuttouna Pasq . per riuscita i ion ben ispira z

Portauovo a pois 2.90

Minilanterna portalumini giallo o bianco 4.50

più ncora a variopinta a i v o r T amici a fe s t per un amiglia e gli ua. q f con la rivista di Pas a nell


20%

DI SCONTO

0900 800 800 CHF 1.19/min., prezzi linea fissa


15

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

Ambiente e Benessere Fuel cell meno care General Motors e Honda si alleano per creare motori all’idrogeno dal minor costo

Una passeggiata appetitosa Il prossimo 1. maggio è in programma l’edizione 2014 della Mangialonga, piacevole manifestazione gastronomica sui colli del Mendrisiotto: Migros Ticino è tra gli sponsor

Vini dell’Emilia Romagna Dalle pendici degli Appennini: Trebbiano, Lambrusco e Gutturnio i più conosciuti

Felini famosi Una gatta diventa sindaco, mentre un altro è brigadiere dell’esercito, a Lyss

pagina 19

pagina 18 pagina 22

pagina 23

Sopra, l’oncologa Licia Rivoltini; accanto, l’Istituto dei tumori di Milano.

L’immunoterapia, un’arma in più Medicina La ricerca su come stimolare il nostro sistema immunitario per combattere le varie forme di tumori

è in costante sviluppo. Intervista con l’oncologa Licia Rivoltini Sergio Sciancalepore Già usata per la cura del melanoma, l’immunoterapia è e sarà l’arma in più contro le varie forme di cancro. All’Istituto dei tumori di Milano, l’Unità di Immunoterapia dei tumori umani, diretta da Licia Rivoltini, è uno dei numerosi centri dove si studiano e si attuano i princìpi di ciò che può essere considerata una terapia «naturale» in quanto punta al rafforzamento dell’azione del sistema immunitario contro i tumori. Dottoressa Rivoltini, il sistema immunitario ci protegge da virus e batteri patogeni: che ruolo ha nei confronti dei tumori?

In primo luogo, di sorveglianza e di riconoscimento della presenza di cellule tumorali. Queste cellule hanno delle caratteristiche che il sistema immunitario riconosce con grande precisione, per esempio il fatto che si moltiplicano in modo incontrollato o producono proteine alterate o di tipo embrionale che le cellule adulte normali non producono più. Una volta avvenuto il riconoscimento, il sistema immunitario attiva le sue difese contro le cellule cancerose. Il sistema immunitario utilizza contro i tumori le stesse armi che utilizza contro batteri e virus?

Sì, le stesse. Usa i linfociti del tipo T che agiscono contro le cellule tumorali, inoltre produce anticorpi specifici antitumorali: purtroppo, anche il tumore ha le sue armi contro il sistema immunitario e possono essere tanto efficaci da neutralizzare le difese immunitarie. Il tumore è come una ferita che non si rimargina mai: attiva il sistema immunitario che riesce in qualche modo a controllare in parte la crescita del tumore, ma non riesce a eliminare tutte le cellule cancerose. Il tumore continua così a proliferare, si determina una infiammazione cronica finché esso arriva progressivamente a indebolire l’azione del sistema immunitario. Il tumore riesce addirittura a far migrare, nel punto dove si è sviluppato, quelle cellule del sistema immunitario che hanno il compito di far cessare la risposta immunitaria: da parte del tumore, una strategia davvero raffinata e subdola. Qual è lo scopo dell’immunoterapia dei tumori, potenziare la risposta immunitaria contro il cancro?

La chemioterapia agisce direttamente contro il cancro aggredendone le cellule, l’immunoterapia ha invece un’azione indiretta perché stimola il sistema immunitario ad agire contro le cellule tumorali, si potenziano i meccanismi naturali di difesa del corpo: natu-

ralmente, dobbiamo stimolare il sistema immunitario perché produca una risposta particolarmente intensa contro il tumore. L’immunoterapia è ancora una pratica sperimentale o è già utilizzata per curare?

L’immunoterapia che usa gli anticorpi immunomodulanti è una delle terapie più efficaci in alcune patologie come il melanoma, uno dei più aggressivi tumori della pelle: con questa terapia, non solo non si fa cessare – da parte del tumore – la risposta immunitaria, ma si riesce anche a potenziarla. Oltre al melanoma ci sono altri tumori che possono essere curati in questo modo?

Come terapia standard, finora l’immunoterapia con immunomodulazione si usa solo contro il melanoma, ma ci sono già interessanti risultati sperimentali per il tumore della prostata e del polmone: nel mondo, sono molti i centri di ricerca e sperimentazione umana di immunoterapia in questo ambito. Si è sempre più convinti che tutti i tipi di tumore siano più o meno sensibili a questa forma di terapia. Ha effetti indesiderati?

Sì, perché si potenzia tutta la risposta immunitaria: tuttavia, gli effetti collaterali possono essere controllati con far-

maci immunosoppressori come il cortisone, mantenendo però invariata la risposta immunitaria contro il tumore. Si è anche visto che diversi pazienti rispondono positivamente e a lungo a questa terapia perché si attiva la cosiddetta «memoria immunitaria»: questo vuol dire che l’azione del sistema immunitario si prolunga naturalmente anche dopo la sospensione della terapia. Quindi una volta attivata la «memoria» il sistema immunitario è in grado di intervenire se si sviluppasse di nuovo lo stesso tumore?

Sì, ma potrebbe essere necessaria una terapia di mantenimento. Il sistema immunitario non viene lasciato senza un aiuto, anche perché certi pazienti hanno il tumore già a un certo stadio di avanzamento, quindi non possiamo avere la certezza di averlo debellato. L’immunoterapia dei tumori potrebbe sostituire la chemioterapia?

No, ci sono chemioterapie efficaci contro certi tumori, quindi non sono da abbandonare. Anzi, si è scoperto che la chemioterapia si avvale, per fare effetto, proprio dell’aiuto del sistema immunitario, questo lo si constata molto bene nel caso del tumore della mammella e si sta cercando di capire come funziona questa cooperazione. Si può quindi ipotizzare che chemio e immunoterapia

possano essere combinate, se occorre, per una maggiore efficacia della cura. È pensabile che in futuro ci si possa vaccinare contro il cancro per evitare che si sviluppi?

Innanzitutto, ci sono già vaccini antivirali contro l’epatite e contro il Papilloma, virus che proteggono efficacemente da tumori, rispettivamente del fegato e dell’utero. Per i tumori non causati da virus, si pensa di realizzare vaccini destinati a chi, per motivi genetici, è a rischio per certi tumori, per esempio quello del colon o della mammella: sono già in corso ricerche, ma sono molto complesse. È più probabile che i vaccini possano prevenire la recidiva dopo la chirurgia, perché non sono tossici e sono utilizzabili per lunghi periodi: questo si sta valutando per il melanoma e il tumore della prostata, sono studi lunghi e ci vorranno anni per avere risultati convincenti. L’immunoterapia dei tumori, vaccini a parte, è una scienza in veloce evoluzione?

L’immunomodulazione contro il melanoma, frutto di numerosi anni di studi, è stata approvata per l’uso nel giro di un anno: l’importanza dei risultati ottenuti spinge verso un’evoluzione sempre più rapida dell’immunoterapia dei tumori.


. O S TO S U G O R VE AV D E IL ER AV IM R P O UN RISVEGLI

20x PUNTI

3.30

1.80 invece di 2.25

5.05

2.30

Tutte le uova sode pasquali colorate (escluse uova M-Budget e vendute sfuse), per es. uova pasquali svizzere, da allevamento al suolo, 4 pezzi, 50 g+

Le Gruyère semistagionato, bio per 100 g, 20% di riduzione

Prosciutto affumicato, bio Svizzera, per 100 g

Ovetti assortiti Medium 300 g

–.60 invece di –.75

8.60 invece di 10.80

4.– invece di 5.–

14.50 invece di 19.–

Yogurt al moca, bio, Fairtrade 180 g

Filetti di trota M-Classic affumicati in conf. da 3 d’allevamento, Danimarca, 3 x 125 g, 20% di riduzione

Maionese, Thomynaise o senape dolce Thomy in conf. da 2 20% di riduzione, per es. maionese, 2 x 265 g

Miscela pasquale Frey in sacchetto da 1 kg, UTZ ovetti e cioccolatini

12.90

2.35 invece di 2.95

2.30 invece di 2.90

5.40 invece di 6.80

2.50

Mazzo di tulipani con rametti di mirtillo il mazzo

Tutte le confetture bio e tutti i tipi di miele bio 20% di riduzione, per es. confettura di mirtilli extra, 350 g

Tutte le bevande non refrigerate bio 20% di riduzione, per es. succo d’arancia, 1 l

Tresor, Smacks, Frosties, Chocos, Honey Bsss, Toppas Mini, Choco Krispies e Variety Kellogg’s 20% di riduzione, per es. Tresor al cioccolato e gianduia, 600 g

Cornetti al burro integrali precotti, bio 144 g

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 31.3.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

18

Ambiente e Benessere

Eco-mobilità a costi accessibili Motori Collaborazione tra General Motors e Honda per ridurre drasticamente i costi delle fuel cell,

le cellule di combustione a idrogeno, entro il 2020 Mario Alberto Cucchi L’unione fa la forza. Il famoso detto popolare vale anche per il mondo dell’auto. General Motors, in occasione del S.A.E. 2014 Hybrid & Electric Vehicle Technologies Symposium in California, ha anticipato l’obiettivo di creare tecnologie insieme alla partner di settore Honda, per ridurre drasticamente i costi delle fuel cell entro il 2020.

Migliori prestazioni, oltre che un’ulteriore riduzione di emissioni di anidride carbonica Grazie al mild hybrid

La Kia Soul Ev, presentata a Ginevra.

Al Salone internazionale dell’automobile di Ginevra, che ha chiuso i battenti il 16 marzo, una delle auto che ha destato più interesse è stata proprio una vettura elettrica: la Kia Soul. Si è trattato, infatti, della première europea per il primo modello totalmente a zero emissioni che la Casa coreana lancerà nel

Vecchio Continente a partire dal secondo semestre 2014. Il motore elettrico con batterie agli ioni di litio eroga una potenza di 81,4 kW e l’autonomia è di quasi 200 chilometri a ricarica. Ma le novità Kia che riguardano le auto ecologiche non finiscono qua. Il Centro Ricerche eu-

ropeo della Casa coreana ha sviluppato anche un nuovo sistema di propulsione ibrida che utilizza batterie piombo-carbonio da 48 volt per alimentare un piccolo motore elettrico che affianca quello termico, migliorandone le prestazioni e riducendo le emissioni allo scarico.

www.elmex.ch

D’altronde costi di sviluppo elevati si riflettono sul prezzo delle automobili, che una volta arrivate nelle concessionarie potrebbero essere troppo care. Parlando di vetture elettriche, le batterie rappresentano oggi uno dei fattori di costo maggiori. Non tutti sanno che la Bolivia è la principale riserva mondiale di litio e il territorio attorno a La Palca ospita riserve per 100 milioni di tonnellate. Recentemente si è mosso direttamente il presidente boliviano Evo Morales per assistere all’inaugurazione a La Palca di una fabbrica pilota per batterie agli ioni di litio. Lo stabilimento è gestito dalla cinese LinYi Dake, che ha investito 3,7 milioni di dollari.

Il sistema mild hybrid, questo è il suo nome, consente un taglio delle emissioni di CO2 fino al 15% a fronte di un incremento di potenza fino al 20%. La nuova soluzione sarà adottata da Kia nella produzione di serie entro tre anni per i modelli diesel e benzina di prossima generazione. A quanto pare il mondo dell’auto coreano sta lanciando il guanto di sfida al Giappone che sino ad oggi ha dettato le regole del gioco per le auto ecologiche. Toyota però non sta certo a guardare. A fine mese avvieranno ad Aichi i test del sistema wireless di ricarica delle batterie, sviluppato recentemente per i veicoli elettrici e ibridi plug-in. Utilizzando la tecnologia a risonanza magnetica, il sistema può ricaricare una vettura parcheggiata su un induttore integrato nella superficie della piazzola di sosta. Si chiama Intelligent Parking Assist e renderà il processo di ricarica più semplice e conveniente. Tempo fa il vice Chairman del colosso giapponese, Takeshi Uchiyamada, aveva predetto che le vendite delle ibride sul totale del Gruppo Toyota non avrebbero superato il 30% di quota entro il 2020. Ora, anche alla luce del 5milionesimo veicolo ibrido immatricolato dal lancio, il manager giapponese alza l’asticella e non esclude che le varianti ibride possano diventare la maggioranza. Le soddisfazioni maggiori per Toyota arrivano proprio dal Sol Levante dove le ibride Aqua e Prius sono rispettivamente prima e seconda nella classifica vendite.

AZIONE OFFERTA PER LA FAMIGLIA: PROTEZIONE ANTICARIE PER TUTTI.

7.70 invece di 9.80 elmex® dentifricio bimbi In conf. da (2x 75 ml), 0-6 anni

7.70 invece di 9.80

7.50 invece di 7.90 elmex® dentifricio protezione carie In conf. da 2 (2 x 75 ml)

elmex® dentifricio Junior* In conf. da (2x 75 ml), 6-12 anni

* In vendita nelle maggiori filiali Migros.

SU TUTTE LE CONFEZIONI MULTIPLE DI ELMEX®, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.03 AL 07.04.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Non c’è niente di meglio per i vostri denti.

elmex è in vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

19

Ambiente e Benessere

L’appetito vien marciando... Agriturismo L’appuntamento enogastronomico più atteso è la quinta edizione della Mangialonga

sul Monte San Giorgio, che si terrà il prossimo 1. maggio La Mangialonga, manifestazione creata ed organizzata dalla Vineria dei Mir, è diventata un evento consolidato che genera grande aspettativa nel pubblico. Un pubblico che attende che sul sito della Vineria dei Mir si aprano le iscrizioni per poter arrivare a risultare tra i fortunati che possono acquisire un posto e quindi partecipare alla nuova edizione annuale. Il numero dei posti è infatti limitato, fatto dettato da questioni logistiche ed organizzative, ma anche per garantire un’adeguata qualità alla manifestazione, agli sponsor, ai sostenitori e chiaramente al pubblico che partecipa e che valuta personalmente le postazioni che incontra lungo il cammino. Le iscrizioni online su www.vineriadeimir.ch saranno aperte da domani, 25 marzo nel corso della giornata. I ragazzi da 0 a 9 anni non pagano; dai 10 ai 17 anni il costo è di 35 franchi e dai 18 di 50 franchi. Nel tempo La Vineria dei Mir ha ac-

quisito un’importante visibilità grazie a questo evento e ne ha inoltre creati altri due, che risultano piacere molto e che stanno crescendo: la Ciaspalonga e Agroblues. Gli scopi che l’associazione si prefigge con la realizzazione di questi eventi sono rimasti i medesimi: divertirsi, far conoscere il territorio ed i suoi prodotti e infine devolvere in beneficenza gli utili delle manifestazioni. Un’associazione che quindi non lucra sul proprio successo, ma che davvero sta proponendosi motivata e coerente, al punto da avere anche già dato vita al gruppo dei giovani della Vineria, con l’intenzione di trasmettere loro quell’entusiasmo e quella motivazione che un giorno spetterà a loro portare avanti. L’edizione 2014 della Mangialonga è la quinta proposta lungo le pendici del Monte San Giorgio. Il punto di partenza sarà come sempre a Rancate. Il numero totale delle soste previste è di undici. I

piatti serviti spazieranno dalla colazione ai prosciutti e al pesce in carpione, dalla pasta alla polenta, e non mancheranno neppure i dessert. Presentando i prodotti del territorio, quelli generalmente acquistabili nella regione del Mendrisiotto e Basso Ceresio, si valorizza e si accresce quindi la visibilità dei partner locali e del territorio in cui operano. Il materiale utilizzato per gestire le soste come negli scorsi anni sarà biodegradabile. La collaborazione fra gli organizzatori della Mangialonga, il municipio di Mendrisio e l’ente turistico locale, è da sempre intensa e costruttiva - come avviene quando si condividono le finalità di un progetto. I gruppi di 50 persone, scaglionati, s’incammineranno da Rancate lungo il percorso tracciato per l’edizione 2014 a partire dalle ore 09.00. La manifestazione si svolgerà in ogni caso, indipendentemente dalla meteo. Lungo il percorso sarà inoltre possibile godere di intrattenimenti musicali di vario genere. Dalle 10 alle 20 a Rancate sarà inoltre possibile visitare il mercato dei prodotti regionali presenti presso le soste della Mangialonga; sarà allestito all’interno del capannone, dove sarà offerta la possibilità di degustare vini e pietanze dei diversi produttori presenti presso le diverse soste. Nel capannone ci sarà anche un servizio di ristorazione, aperto durante tutta la giornata. Tra i gazebo, che contorneranno l’area d’arrivo a Rancate, da sottolineare la presenza di uno stand del Kiwanis Mendrisiotto, con il quale si coglierà

l’occasione per presentare al pubblico della manifestazione il progetto «Eliminate», un’azione intrapresa dal Club a livello mondiale per debellare il tetano e raccogliere i fondi per i relativi vaccini. Per il secondo anno, una della soste, la quarta, sarà gestita dalla Cooperativa Migros Ticino, ospite della magnifica e prestigiosa Azienda Agricola «Castello Luigi» a Besazio (www.zanini.ch). Per l’occasione, grazie alla collaborazione con le Enoteche Vinarte, i partecipanti avranno la possibilità di degustare un succulento abbinamento di prodotti della linea «I Nostrani del Ticino» e di un vino bianco o rosso della Vinattieri Ticinesi, oppure potranno semplicemente dissetarsi con una fresca acqua minerale «Aquaciara» prodotta a Sigirino dalla Tamaro Drinks. Per la prima volta una sosta sarà gestita da Chicco D’Oro, che è partner della Mangialonga assieme Migros Ticino, UBS, Camponovo SA, Winterthur Assi-

curazione e Swica Assicurazione, gli sponsor principali della manifestazione. L’interesse degli sponsor conferma chiaramente l’apprezzamento della manifestazione a livello cantonale. La Mangialonga organizzata dalla Vineria dei Mir è stata la prima manifestazione del suo genere approdata in Ticino. Altre manifestazioni del medesimo genere sono nate nel frattempo, alcune addirittura ricalcano nei dettagli il modello organizzativo Momò e stanno pure riscuotendo successo, confermando come l’idea di abbinare territorio e prodotti piaccia ad un pubblico vasto ed eterogeneo. Informazioni

www.vineriadeimir.ch/mangialonga

Mangialonga, 1 maggio 2014, Rancate

AZIONE Anche le Vostre gengive hanno bisogno di aiuto quando sanguinano. SEHR GUT (1,5)

7.10 invece di 8.90

Getestet wurden: 20 Zahnpasten (durchschnittliche Bewertung: 2,3) Ausgabe: 03/2013

senz‘ alcool

8.00 invece di 8.80 dentifricio meridol® in conf. da 2 (2x 75 ml)

spazzolino meridol® MORBIDO in conf. da 2. Con setole dalle estremità super sottili per una pulizia accurata e delicata dei denti e del margine gengivale

13.80 invece di 17.80 collutorio meridol® in conf. da 2 (2x 400 ml)

SU TUTTE LE CONFEZIONI MULTIPLE MERIDOL®, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.03 AL 07.04.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

meridol è in vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

20

Ambiente e Benessere

Si dice bruschetta in tutto il mondo Gastronomia Il famoso pane abbrustolito e condito di aglio, olio e pomodori è uno dei piatti più tradizionali italiani,

Quando una preparazione gastronomica diventa vera parte integrante della tradizione, senza né dubbi né esitazioni? C’è una regola empirica per determinarlo: un piatto diventa tradizionale quando il resto del mondo non traduce nella sua lingua il termine usato per indicarlo, ma al contrario utilizza quello originale conferitogli da chi ha messo a punto la preparazione. Quindi roast beef – al di là di come viene scritto in un menù – è e sarà per sempre patrimonio inglese, ketchup e hamburger, statunitense mentre sushi è giapponese. Certo, nel viaggiare la denominazione si modifica, provocando alte grida di orrore nel Paese d’origine, ma resta in qualsiasi parte del mondo una preparazione «tipica» di quel Paese.

La guarnizione dev’essere ricca, una dadolata di pomodoro e un filo d’olio non sono sufficienti a dare corpo L’Italia ha molti termini di «piatti» che non sono mai stati tradotti nelle lingue degli altri Paesi in cui vengono consumati. Penso ad esempio a pizza, lasagna e ossobuco. Ma il pensiero corre anche a un’altra, umilissima, grande preparazione: la bruschetta. La quale, neanche a dirlo, si chiama così dovunque. Certo, il «pane condito» esiste in tanti Paesi, ma nessuno ha mai provato a tradurre «bruschetta» nella propria lingua. È un termine antico, compare per la prima volta in un testo stampato nel 1560, La singolare dottrina di Domenico Romoli, che dimostra un tale amore per questa preparazione da essere definito, a partire da quell’anno, Panonto. Crediamo, con suo sommo piacere... Bruschetta deriva da bruscato, ovvero abbrustolito. È un termine di origine centro meridionale. In Toscana si chia-

mava fett’unta, in Piemonte soma d’aj (anche se qui il pane non veniva per forza abbrustolito): ma oggi in Italia e nel mondo si chiama dovunque bruschetta. Che cos’è esattamente? È una fetta di pane tostato, in forno a legna, in forno, sulla griglia ma anche in un tostapane, e poi onto in vari modi, quindi arricchito da un grasso o comunque da una proteina, in genere abbondantemente arricchito: è più un primo piatto che non un antipasto. Al di là della bontà, che ovviamente dipende in primis dalla bontà del pane, è un piatto più intelligente di quanto sembri. Se, infatti, la guarnizione è abbastanza ricca di proteine diventa praticamente un piatto unico, cioè un piatto dove c’è un equilibrio ottimale fra amidi, il pane, e proteine (in questa definizione, le peraltro utilissime vitamine nulla c’entrano): non male per una umile fetta di pane. C’è un unico aspetto di questa preparazione – in genere amata da tutti – che divide: l’utilizzo dell’aglio. La tradizione, la dottrina, la più parte della critica di ieri e di oggi (si parva licet, anche chi sta scrivendo questo articolo) è perentoria: il pane, dopo essere stato tostato e prima di essere condito, va strofinato con uno spicchio di aglio, che deve essere tutto assorbito nel pane. La motivazione antropostorica è facile: l’aglio è sempre stato uno spietato killer dei batteri – e poi funziona anche contro i vampiri, non si sa mai. Quindi... strofinate il pane con l’aglio, abbondantemente. Se la bruschetta viene consumata d’estate, fatelo con aglio fresco, delicato, che non spaventa nessuno. Se è inverno, invece, scegliete aglio secco e privatelo del budellino verde, ovvero della parte che ha afrore. Quanto al condimento: via con la fantasia. Un consiglio: la guarnizione deve essere ricca, una dadolata di pomodoro (in stagione...) e un giro di olio non sono sufficienti a dare corpo a questa preparazione. Quindi preparate qualcosa cha assomigli a un ricco sugo asciutto da pasta o da risotto e usatelo per guarnire il pane tostato: così avrete una bruschetta coi fiocchi.

CSF (come si fa)

ampersandyslexia

Allan Bay

Michael Spencer

tant’è vero che come pizza e lasagna non ha bisogno di traduzioni in altre lingue

La rosticciata è un vecchio, tradizionale piatto della Brianza. Ne esiste più di una variante, ma in linea di massima è un piatto a base di tagli del maiale di veloce cottura: quindi lonza e salsiccia. Quello su cui vale la pena discutere è se sia un secondo o un primo piatto, o piuttosto un piatto unico. Di certo è da sempre accompagnata con polenta e, quindi, viene fatta abbastanza umida; di fatto, è perfetta per condire pasta o qualsiasi altro amido. Perciò… decide-

te voi, ma accompagnate sempre con una base amida. Ecco come si fa. Come sempre, questa mia versione non è canonica. Rosticciata: ricetta per 4 persone. Mondate 1 cipolla, 1 carota e 1 gambo di sedano. Tagliateli a dadini, metteteli in una casseruola, bagnate con 1 mestolo di brodo vegetale e acqua e cuocete per 30’, mescolando. Spellate 400 g di salsiccia, tagliatela a pezzetti che farete stufare in una casseruola con mezzo bicchiere di vino bianco secco per 5’. Aggiungete 400 g di lonza di maiale tagliata a striscioline, alzate la fiamma e cuocete per altri 10’, mescolando. Infine unite il soffritto, lasciate insaporire per 5’ mescolando e unendo poca acqua se necessario. Alla fine, la preparazione dovrà essere abbastanza «umida». Regolate di sale, di pepe, di cannel-

la in polvere e di chiodi di garofano pestati, quindi servite subito con la base amida prescelta. Variante rossa. Nel momento in cui unite il soffritto aggiungete anche più o meno 200 g di salsa di pomodoro densa e 1 cucchiaino di concentrato di pomodoro stemperato in poca acqua. Ovviamente non è canonica, ma tutti – almeno quei pochi che preparano ancora la rosticciata… – fanno così. Variante acida (che io amo molto). Fate la rosticciata senza pomodoro, alla fine, fuori dal fuoco, unite abbondante panna acida. E, al posto del pepe, utilizzate abbondante paprika dolce, omettendo cannella e chiodi di garofano. Variante orientale. Un minuto prima che sia pronta, unite abbondante garam masala o curry. Vanno meglio di quanto sembri.

Manuela Vanni

Le proposte odierne sono un involtino a base di una carne da tutti amata, il tacchino e un manzo cotto al vapore e laccato con una salsa speciale: la salsa d’ostriche.

Manuela Vanni

Ballando coi gusti

Involtini di tacchino ai pistacchi

Manzo laccato in salsa d’ostrica

Ingredienti per 4 persone: 600 g di polpa di tacchino · 150 g di formaggio cremoso a piacere · formaggio grana · pistacchi · pangrattato · salvia · vino bianco secco · burro · sale e pepe.

Ingredienti per 4 persone: 4 fette di biancostato da 400 g l’una · 200 g di salsa

Dividete in 16 parti la polpa di tacchino e battete le parti col batticarne. Mescolate il formaggio cremoso con 4 cucchiai di granella di pistacchi e 4 cucchiai di grana grattugiato. Mettete su ogni fettina una cucchiaiata di composto, arrotolatele, fissatele con uno stecchino o legatele con filo da cucina. Quindi passatele in abbondante pangrattato mescolato a 80 g di granella di pistacchi. Disponete gli involtini in una pirofila coperta con carta da forno. Profumate con foglie di salvia, condite con 40 g di burro in fiocchetti e un bicchierino di vino. Infine regolate di sale e di pepe. Cuoceteli in forno a 180° per circa 20’, girandoli a metà cottura.

d’ostrica · sale grosso. Ricoprite ogni biancostato con una presa di sale e disponeteli in un cestello per la cottura a vapore. Versate l’acqua nella pentola, inserite il cestello, chiudete con un coperchio e cuocete per 1 ora abbondante, ma anche di più, dipende dal biancostato. Scaldate la salsa d’ostriche in una padella o nel forno a microonde e spalmatela con un pennello su ogni biancostato, terminate solo quando saranno ben lucidi. Disponete la carne su una placca coperta con carta da forno e cuocetela in forno a 180° per 10’. Distribuite il biancostato sui piatti da portata e accompagnate, a piacere, con patate fritte.


Questa settimana da Charles Vögele: Camicetta a quadri alla moda, maniche 3/4, in cotone estivo, leggero 19.95

Giacca con collo alto e zip, puro cotone invece di 99.95

95

49

Proposta di lancio valida: 24.03.–30.03.2014

Pantaloni 5 tasche in attuale lunghezza 7/8, foggia «Eva» 39.95


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

22

Ambiente e Benessere

La patria del lambrusco e del trebbiano Vini senza frontiere Una carrellata sui prodotti più tradizionali dell’Emilia Romagna, una delle quattro regioni

italiane con la più alta produzione vitivinicola Grimod L’Emilia Romagna è tra le prime quattro regioni italiane più prolifiche per la produzione di vini in bottiglia insieme a Piemonte, Toscana e Veneto. Puglia e Sicilia, invece, si distinguono per la produzione di vini sfusi. La Doc Colli Piacentini è la denominazione geografica del Monferrato e dell’Oltrepò pavese con i quali condivide i vitigni Croatina, detta anche Bonarda, e Barbera, i quali danno origine a diversi vini, di cui il più famoso è il Gutturnio. Vi si trova anche la cintura territoriale dei vini frizzanti che qui si usano definire «mossi». Altre due espressioni caratteristiche sono i bianchi Trebbiano Val Trebbia e Monterosso Val d’Arda nel cui uvaggio entrano soprattutto i vitigni Malvasia di Candia e Ortrugo (che in dialetto vuol dire semplicemente «altra uva») e Trebbiano romagnolo. Sul Trebbiano esiste una contesa con un’altra regione sull’origine del nome, ma la presenza del fiume Trebbia sembra dare incontrovertibilmente ragione all’Emilia rispetto all’Abruzzo. Essendo le coltivazioni in zone pianeggianti, c’è una grossa facilità di produzione, per cui è ancora data una scarsa considerazione alla qualità dell’uva e dei vini che essa genererà. Il triangolo tra Parma-Reggio Emilia-Modena è la patria del Lambrusco. Forse la maggiore produzione si trova nella zona del Reggiano Doc, con diverse tipologie di Lambrusco quali Maestri, Mariani, Montericco e Sala-

mino, con l’aggiunta di uva Angelotta. Negli anni ’80 partirono dall’Italia per l’America due navi container piene di Lambrusco Reggiano delle Cantine riunite: all’arrivo, il vino veniva messo in lattine e commercializzato con il nome «Red-Cola». I più grandi importatori erano i fratelli Mariani, i quali, con i proventi delle vendite di Lambrusco, acquistarono importanti tenute a Montalcino, fino a diventare proprietari della nota Villa Banfi. In un certo senso si può affermare che il successo del Brunello di Montalcino in America (e nel mondo) è stato finanziato con i proventi della vendita del Lambrusco. Nella provincia di Modena esistono altre tre Doc legate a cloni di questo vino: il Lambrusco di Sorbara; il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro; e il Lambrusco Salamino di S. Croce. Quello di Grasparossa comincia a essere più strutturato perché coltivato in zone collinari. Tutti questi vini hanno la pretesa di essere validi in abbinamento alla ricca produzione gastronomica dei luoghi: salumeria, bollito, ecc. Procedendo verso la costa si entra in Romagna per incontrare l’Albana di Romagna: il primo vino Docg, che prende il nome dal vitigno Albana e le cui uve si vinificano nelle versioni secco, amabile, dolce, passito. Questo vino è purtroppo ancora legato alla dozzinalità per la grossa resa per ettaro in vigna. La produzione più interessante è quella in vino passito. Al di fuori della Docg, esiste una Doc in versione spumante, ossia la Romagna Albana Spumante.

Prodotto nel Modenese: il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro.

sente anche in periodi di scarsa produttività. Esso ha un colore giallo paglierino poco intenso con riflessi dal verde al dorato. Al naso manda sensazioni di biancospino molto gradevole. Il sapore asciutto, armonico e delicato con note erbacee e floreali. Il Lambrusco Maestri è un vitigno a bacca rossa, fa parte della grande famiglia dei Lambruschi, da non confondere con la Lambrusca americana. Quella europea invece era già conosciuta in epoca antica, storicamente coltivata in Emilia, oggi in particolare nelle provin-

La Doc Trebbiano di Romagna va da Bologna a Ravenna ed è caratterizzata dal vino Trebbiano romagnolo, forse l’uva più produttiva al mondo, quale ad esempio l’Ugni blanc, l’uva dalla quale si produce il Cognac e l’Armagnac. Altro vino, a Doc riconosciuta, è il Pagadebit di Romagna. Il suo nome deriva da un’uva molto produttiva e costante – la Bombino bianca – che veniva usata dai contadini per pagare i debiti in caso di difficoltà. È ottenuto per la maggior parte da uve del vitigno Bombino bianco, particolarmente pregiato e pre-

In aggiunta alle oltre 400 etichette

Marengo Amarone della Valpolicella DOCG 2011, Veneto, Italia, 75 cl Rating della clientela:

Ora ti propone anche le migliori offerte di vini

Le Merlaie Chianti DOCG Riserva

Corvina, Molinara, Rondinella

Votate ora! Carne rossa, grigliate, pasta, formaggio saporito e stagionato Sangiovese, Canaiolo Nero

L’abeille Aigle AOC Chablais

Magnolia Rosato del Ticino DOC

2012, Vaud, Svizzera, 70 cl

2012, Ticino, Svizzera, 75 cl

2011, Toscana IGT, Italia, 75 cl

2d5i sc% onto

Carne rossa

ce di Parma e Reggio Emilia, e in qualche zona del Meridione italiano, dove è apprezzata per la sua resistenza. Queste e altre notizie abbiamo potuto rinfrescare ai «Grappoli» di Sessa, in occasione di una rassegna gastronomica dedicata di recente all’Emilia Romagna. Tra l’altro, con l’antipasto di mortadella, coppa piacentina, un gradevole «Marcello, Lambrusco dell’Emilia frizzante» molto particolare; e una notevole «Bonarda al Lädar Bosco del Sole 2008» su un eccellente e morbido stufato.

3d1i sc% onto

Rating della clientela:

Rating della clientela:

Aperitivi, pesce d’acqua dolce, carne secca

2.–

di sconto

Gamaret, Pinot Noir, Merlot

Aperitivi, pesce d’acqua dolce, carne bianca, formaggio a pasta dura Chasselas

3d3i sc% onto

1–3 anni

3–6 anni 4–10 anni

1–2 anni

17.20

6.45

7.95

7.95

invece di 22.95*

invece di 9.45*

invece di 9.95

invece di 11.95

*Confronto con la concorrenza

Offerte valide dal 25 al 31 marzo 2014 / fino a esaurimento / i prezzi promozionali delle singole bottiglie sono validi solo nella rispettiva settimana promozionale / decliniamo ogni responsabilità per modifiche di annata, errori di stampa e di composizione

Enoteca Vinarte, Centro Migros S. Antonino

Enoteca Vinarte, Centro Migros Agno

Orari d’apertura: lu–ve 9.00–18.30 / gi 9.00–21.00 / sa 8.00–17.00 tel.: +41 91 858 21 49

Orari d’apertura: lu–ve 8.00–18.30 / gi 8.00–21.00 / sa 8.00–17.00 tel.: +41 91 605 65 66


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

23

Ambiente e Benessere

Celebrità che miagolano Mondoanimale Due gatti dal destino curioso dimostrano come la vita di animale

possa non essere affatto cosa banale Maria Grazia Buletti «Sarebbe bello se tutti i Comuni d’Italia adottassero un micetto o permettessero ai propri dipendenti di portarselo da casa, perché è assodato che, con un amico a 4 zampe al proprio fianco… si lavora meglio», queste le parole di Massimo Rossi, impiegato nel Municipio italiano di Gravellona Lomellina che, qualche anno fa, è assurto alle cronache per aver ufficialmente promosso a sindaco del paese il gatto, anzi: la gatta Pippi, la quale ha ricoperto l’importante carica dal 2009 al luglio del 2013, data della sua morte. A suo tempo la notizia, riportata da diverse testate italiane, era rimbalzata anche alle nostre latitudini, complice un profilo Facebook a nome di «Pippi sindaco di Gravellona», che ancor oggi vanta un nutrito gruppo di seguaci telematici. La fama della bella gatta tigrata inizia a farsi strada quando la micia prende l’abitudine di seguire il signor Rossi al lavoro: «Ben presto è diventata la mascotte del Comune, tanto da essere no-

Il Brigadiere Broccoli, di stanza alla caserma di Lyss.

minata sindaco onorario per i suoi meriti», racconta il signor Rossi, mentre il sindaco Francesco Ratti ha così riassunto i meriti sociali e politici di Pippi: «È una gatta straordinaria che sa rendere

World of fame felina Tantissimi sono i gatti famosi del mondo cinematografico e dei film animati, dei libri, della musica, dell’arte e delle favole, perché i felini hanno sempre ispirato in ogni ambito l’essere umano. Fra i più eccelsi ricordiamo gli Aristogatti: Romeo, Duchessa e i suoi cuccioli Bizet, Matisse e Minou. Gatto Silvestro è oramai un’istituzione dei cartoni animati, come pure Tom che fa coppia con l’inseparabile topino Gerry. Non può mancare il famosissimo Garfield: nella versione italiana Isidoro, innamorato della gatta bianca Sonia. Hello Kitty è la gattina che ci porta in Giappone, mentre dalle fiabe

emerge la popolarità del Gatto con gli stivali, dello Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, del Gatto compagno della Volpe di Pinocchio, compreso quel gattone dagli occhi teneri del lungometraggio animato di Shreck. Una menzione speciale va a Zorba, il gatto de: «La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare», e a Felix, il primo e più anziano gatto in bianco e nero della Disney. E vogliamo dimenticare Gambadilegno? L’acerrimo nemico di Topolino è proprio un gattone, anche se non lo sembra. Infine, un tocco di romanticismo, con il tenero gatto che appare in Colazione da Tiffany.

meno faticosa la giornata!». Questo comune della provincia di Pavia è stato il primo d’Italia ad avere adottato una micetta, onorandola della suprema carica. Ma in Svizzera ci siamo spinti oltre e possiamo dire di avere un gatto altrettanto celebre e importante (o ancor di più, dato il grado che la sua funzione gli conferisce). E anche qui, come in Italia, se ne sono interessati parecchi media: dalla stampa romanda a quella ticinese e, naturalmente, i maggiori giornali della Svizzera tedesca, dove il gatto in questione risiede e dove, qualche mese fa, ha ricevuto una meritatissima promozione professionale. Si chiama Broccoli ed è stato da poco promosso al grado di brigadiere. Ebbene il brigadier Broccoli, di stanza alla caserma di Lyss, non è certo l’ultimo arrivato, visto che ci vive, tra i commilitoni, da circa otto anni. Lì, con la sua promozione, è entrato ufficialmente nell’Esercito svizzero con l’unico compito di condividere coccole e buon umore con i suoi colleghi militari: circa 300 reclute e i quadri.

«Broccoli si preoccupa di tenere alto il morale delle truppe», ha detto l’amministratore della piazza d’armi Werner Holzer interpellato dalla «Berner Zeitung». Ne parla pure il «Tages Anzeiger», sottolineando che il Brigadier Broccoli ha iniziato la sua carriera militare correndo insieme ai soldati delle truppe. Dal quartiere cittadino alla caserma di Lyss, dove Broccoli vanta un regno di circa 6 ettari, il passo è stato breve e deciso. Tutto ebbe inizio il giorno in cui il micio si presentò affamato nelle cucine e il cuoco gli porse un po’ di ciò che stava cucinando: i broccoli, per l’appunto, che il gattone mangiò con gusto. A quel pasto il micio deve il proprio nome, anche se oggi può pure fregiarsi di una delle più alte cariche militari. Inutile dire che Broccoli ha conquistato velocemente il cuore dei militi della caserma che anche durante i fine settimana non mancano di accudirlo e rifocillarlo. Anche per lui è stato aperto un profilo Facebook (come farselo mancare?) molto attivo, visto che conta oltre 2900

ORIZZONTALI

Sudoku Livello medio

seguaci. «Broccoli non ha compiti specifici da assolvere. È però certo che tutte le reclute conserveranno qualche aneddoto e tanti bei ricordi di questo gattone con cui hanno condiviso l’esperienza militare qui a Lyss», racconta il capitano Marc Geyer che non nasconde di averlo a sua volta a cuore. E aggiunge: «Spesso la scuola reclute riserva momenti difficili, ma un amico come Broccoli aiuta a superarli più facilmente». Werner Holzer, ridendo, aggiunge che Broccoli è sempre più testardo quando si sdraia in postazione davanti al computer e non vuole assolutamente lasciare il suo ufficio che ha eletto a proprio quartier generale. Insomma, alla caserma di Lyss tutti, dal personale di servizio, a quello di cucina, passando per le reclute, fino ad arrivare ai comandanti, si preoccupano del benessere di questo gatto che restituisce loro una manciata di buonumore e… tiene alta la reputazione dell’Esercito svizzero. Come? Non c’era forse qualcuno… un certo Mahatma Ghandi, che disse: «La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali»?

Giochi Cruciverba

Lo sai come si chiama il bastone del vescovo e con quale mano lo impugna? Scoprirlo a cruciverba ultimato leggendo le lettere evidenziate.

1

2

3

4

7

5

6

10 11 12

13

14

15

18

17 19

20

21

22 24

Scopo del gioco

Completare lo schema classico (81 caselle, 9 blocchi, 9 righe per 9 colonne) in modo che ogni colonna, ogni riga e ogni blocco contenga tutti i numeri da 1 a 9, nessuno escluso e senza ripetizioni.

9

3

23

16

1. Preparata per giustiziare Giovanna d’Arco 2. Gli antichi padri 3. Suona se manca una 4. Esortazione a procedere 5. Un uccello 6. Dipartimento e fiume francese 10. La sua capitale è La Valletta 11. Albero con foglie aghiformi 12. Si prende con un occhio 13. Nome femminile 14. Vi risiede la regina d’Olanda 15. Sono senza vocali 16. Cittadina del Canton Ticino 17. La fanno i rettili perdendo la scoglia 18. Interrompe il film 20. Consenso strappato 22. L’attore Lancaster 23. Gemelle di latte

5

7

9 4

5

7

1

4

3

7

2

1

7

9

VERTICALI

8

9

1. Non più attuale, superato 7. Nome maschile 8. Anagramma del 7 orizzontale 9. Prefisso replicativo 10. Terzo mese francese 11. Terreni incolti delle regioni fredde 12. Un componente della birra 13. Ultimo ad Howard 17. Arbusti dalle aromatiche bacche 18. Animale con il grugno 19. Davide ordinò di ucciderlo 20. Fa il doppio gioco 21. Esame clinico 22. La vita dei greci 23. Un terzo di trenta 24. Clamoroso, sorprendente

1

5

1

2

5

6

2

8

Soluzione della settimana precedente

Conoscere gli animali – Risposta risultante: Echidna, Australia e Nuova Guinea. G A T T O

E C H I R S U R A R A L I E V A R V A N O D N E I S E R

D A S V I A N N I A C L A A

N Z A O I A D A I U G R S U A L A N I D I P I O

3

2

4

5

7

6

9

8

1

8

9

6

1

2

3

5

7

4

7

5

1

9

8

4

2

6

3

4

6

5

3

9

2

8

1

7

9

7

3

6

1

8

4

5

2

2

1

8

7

4

5

3

9

6

1

8

7

4

3

9

6

2

5

5

4

2

8

6

1

7

3

9

6

3

9

2

5

7

1

4

8


Ricetta e foto: www.saison.ch

, O R E N E T COSÌ . O N O U B Ì COS

–––––––––––––––––––––––––––––––––––– Poulet fermier Piatto principale per 4 persone

––––––––––––––––––––––––––––––––––––

30% 6.60 invece di 9.50 Pollo intero Optigal, 2 pezzi Svizzera, al kg

4.–

1.25 Mezza panna acidula Valflora 180 ml

3.20

Carote, bio Funghi prataioli bianchi Svizzera, sacchetto da 1 kg Svizzera, vaschetta da 250 g Società Cooperativa Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 31.3.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Ingredienti: 1 pollo di ca. 1,3 kg, sale, pepe, 150 g di carote, 180 g di champignon, 2 cucchiai d’olio di girasole, 150 g di cipolline, 2 cucchiaini di concentrato di pomodoro, 2 dl di vino bianco, 4 dl di fondo di pollame, 1 mazzetto di erbe miste, 8 cucchiai di panna acidula Preparazione: tagliate il pollo a pezzi. Dimezzate le cosce e i petti. Condite con sale e pepe. Tagliate le carote a dadi e gli champignon in sei parti. Rosolate i pezzi di pollo nell’olio. Estraeteli e nella stessa padella rosolate le carote, gli champignon e le cipolline. Unite il concentrato, fatelo rosolare e bagnate con il vino. Versate il fondo e aggiungete la metà delle erbe. Coprite e fate stufare per ca. 30 minuti. Estraete il pollo e le erbe dalla salsa. Fate ridurre la salsa, finché si addensa. Rimettete i pezzi di pollo nella salsa e scaldateli. Tritate il resto delle erbe. Incorporatele alla salsa insieme con la panna acidula. Regolate di sale e pepe. Accompagnate con polenta o risotto.

Tempo di preparazione 30 minuti + cottura ca. 30 minuti Per persona 27 g di proteine, 36 g di grassi, 7 g di carboidrati, 1850 kJ/440 kcal


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

25

Politica e Economia Trionfo dei conservatori In Serbia il Partito progressista, filoeuropeo, di Aleksandar Vucic, ha sfiorato il 50 per cento dei consensi alle elezioni anticipate di domenica scorsa pagina 27

Ultima puntata Dopo oltre quattro mesi si è concluso il processo del «Mensalao», il più grande scandalo di corruzione nella storia della repubblica brasiliana. Scoppiato nel 2005, ha coinvolto politici dell’entourage di Lula Da Silva e Dilma Rousseff

Indagare costa In Svizzera molti editori rinunciano a finanziare un giornalismo d’inchiesta, con poche ma lodevoli eccezioni

pagina 29

Svizzera, culla dell’Europa Fin dal XIX secolo la Svizzera veniva vista come un modello politico per l’Europa e contribuì molto alla diffusione di un europeismo. Da oltre 20 anni, però, ha abdicato questo ruolo pagina 33

pagina 32

Crimea, un referendum legale? Secessione da Kiev L’Occidente non riconosce l’annessione della penisola alla Russia e minaccia di far pagare

a Mosca le conseguenze della violazione del diritto internazionale isolandola dal mondo

Gioia in piazza Lenin a Sinferopoli per l’annessione della Crimea alla Russia. (Keystone)

Astrit Dakli Il referendum sulla secessione della Crimea dall’Ucraina è illegale e la conseguente annessione della Crimea alla Russia è inaccettabile: «Noi non li riconosceremo mai», hanno detto quasi all’unisono il governo degli Stati Uniti e quelli dei maggiori Paesi dell’Unione Europea, sforzandosi di apparire solenni e autorevoli nella difesa di un principio cardine del diritto internazionale. Ma forse le cose non stanno esattamente così, e quell’avverbio «mai» rischia di cacciare i Paesi dell’Occidente in un difficile tunnel di problemi di cui davvero non si sentiva il bisogno, tantopiù in un periodo di grave crisi economica – a meno che non si pensi, come tante volte è accaduto in passato, che una bella guerra sia in fondo la miglior via d’uscita dalle strette dell’economia. Due sono le questioni aperte dalla scelta occidentale implicita in quel «mai». La prima riguarda la lettera della legge: è davvero sostenibile fino in fondo, fino alle estreme conseguenze, che il referendum crimeano di domenica 16 marzo 2014 è «illegale»? E la seconda riguarda appunto le estreme conseguenze: l’Occidente pensa davvero di poter «isolare dal mondo» la Russia e costringerla a tornare sui suoi passi restituendo la Crimea a un’Ucraina ormai diventata ostile e nemica? È chiaro che a entrambe le domande la risposta sensata è

«no»: ma ammetterlo, dopo quel «mai», è diventato estremamente difficile e da qui derivano moltissimi pericoli. Circa la legalità del referendum, se è certo che esso si è svolto in violazione delle leggi ucraine è anche vero che quelle stesse leggi sono state calpestate senza esitazioni – e con il plauso e l’incoraggiamento dei governi occidentali, Usa in testa – dai nuovi governanti di Kiev pochi giorni prima, quando hanno preso il potere cacciando armi in pugno il presidente eletto (un mascalzone corrotto, probabilmente, ma pur sempre eletto in modo democratico, per ammissione di tutti). Si può non essere d’accordo con Vladimir Putin quando dice di non riconoscere la legittimità del nuovo potere ucraino, ma non gli si può negare di avere una buona dose di ragione quando accusa Stati Uniti e Occidente di usare due pesi e due misure a seconda delle proprie convenienze: se la legge ucraina è calpestata dai filo-occidentali a Kiev, come scandalizzarsi se viene violata dai filo-russi a Sinferopoli? E comunque, se dalla legge ucraina si passa al più arduo e complicato terreno della «legalità internazionale», trovare una coerenza nell’atteggiamento indignato e solenne di Washington, Parigi, Londra e Berlino è ancor più difficile. L’argomento «legale» sollevato è il carattere sacro dell’integrità territoriale degli Stati: ma queste capitali nell’ultimo quarto di secolo hanno appoggiato

senza riserve – anzi, favorito attivamente – la distruzione dell’integrità territoriale dell’Urss, poi della Jugoslavia, poi della Serbia, per favorire loro amici e alleati locali in nome dell’autodeterminazione dei popoli e stabilire, nei territori diventati indipendenti con la violenza, basi militari e rapporti commerciali. Si sono invece irrigidite nella difesa del sacro principio dell’integrità territoriale quando l’operazione è stata compiuta dai russi, prima in Georgia e ora in Ucraina, nonostante l’evidenza di una volontà quasi unanime da parte delle popolazioni interessate. Ma è chiaro che questo appello alla legalità internazionale – da parte di chi ha scatenato la guerra in Iraq, poi – non reggerebbe a una valutazione imparziale e oggettiva, se fosse possibile averne una al di fuori dei rapporti di forza tra le potenze. E si arriva così all’altra questione di fondo. A cosa può portare la conclamata volontà occidentale di «non accettare» l’annessione della Crimea e di «far pagare le conseguenze» alla leadership russa? Certo, Usa e Ue hanno potentissime leve militari ed economiche, ma appare (fortunatamente) assai difficile che vogliano arrivare alla guerra atomica e alla distruzione del mondo. Però l’irrigidimento del regime alle frontiere, l’uso massiccio e continuo di manovre militari intimidatorie, il dislocamento di nuove armi sul suolo europeo – tutte misure che l’Occidente prenderà e alle

quali la Russia risponderà allo stesso livello – peggioreranno la vita dei cittadini europei e la renderanno più pericolosa, senza peraltro ottenere nessun risultato. Le sanzioni «personali» contro alcuni dirigenti politici o alcuni oligarchi (ma su che base legale, poi, potrebbero essere sequestrati i beni di privati cittadini cui non si può certo imputare nessun crimine internazionale?) possono essere fastidiose per gli interessati ma certamente non possono far cambiare politica al Cremlino. Quanto all’economia, una rottura dei legami commerciali con Mosca sarebbe chiaramente molto negativa per la Russia ma anche per molte economie occidentali, Germania e Italia in testa, e molto peggio ancora per Paesi Ue come Austria, Grecia o Cipro. Essendo la Russia soprattutto un’esportatrice di risorse naturali (e di armi), i mercati su cui piazzare i propri prodotti non le mancano di sicuro: uno stop alle importazioni di gas da parte dell’Europa servirebbe più che altro ad arricchire gli esportatori di gas liquefatto statunitensi, che già si stanno organizzando utilizzando le enormi riserve di shale gas estratte (non senza danni ecologici e proteste) dal suolo americano e canadese. Del resto, la stessa minaccia più roboante fatta nei giorni scorsi, l’«espulsione dal G8» preannunciata da François Hollande, è servita finora più a mostrare l’inconsistenza e l’inutilità di que-

sto club che a spaventare Vladimir Putin: è chiaro a tutti che un’istanza cui non partecipano Russia, Cina, India, Brasile diventa solo un ufficio dove gli Stati Uniti comunicano i propri ordini di servizio ai loro alleati subordinati. E dunque, come procedere? Diamo per scontato che Putin non accetterà di tornare sui suoi passi in nessun caso, a meno di un clamoroso cambiamento della scena politica ucraina che consenta a Mosca un riavvicinamento (ma anche in questo caso, ormai sembra impossibile che la Crimea ritorni all’interno dello Stato ucraino, dopo che persino Mikhail Gorbaciov ha detto che «è stato posto rimedio a un errore storico»): il risultato finale, di qui a qualche anno, sarà semplicemente, purtroppo, un generale peggioramento dello stato delle cose in Europa. Per questo sarebbe quanto mai opportuno che proprio nel Vecchio Continente maturasse un atteggiamento diverso, che le élites europee occidentali, principali colpevoli del disastro creato in Ucraina alimentando illusioni e speranze destinate ad essere frustrate, invece di continuare con i proclami e le grida si facessero carico ora della necessità di ricucire gli strappi di questi mesi, aiutando russi e ucraini a trovare nuove forme di convivenza e collaborazione e inventandosi, perché no, una strada diversa per l’unità d’Europa «dall’Atlantico agli Urali» sognata dai fondatori.



Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

27

Politica e Economia

In Serbia vince il consenso Elezioni anticipate Il Partito progressista di Aleksandar Vucic, di centro destra e filoeuropeo, sfiora il 50 per cento

dei consensi e ottiene e la maggioranza assoluta dei seggi Marzio Rigonalli «Un Paese quasi senza opposizione», ha titolato qualche giorno fa la «Neue Zürcher Zeitung», commentando i risultati delle recenti elezioni legislative anticipate in Serbia. I numeri usciti dalle urne mostrano, infatti, che il Partito progressista serbo (SNS) ha ottenuto la maggioranza assoluta, conquistando ben 158 seggi su 250. Un traguardo lusinghiero, superiore alle previsioni dei sondaggi preelettorali, per un partito che, a dispetto del suo nome, difende una piattaforma politica prevalentemente conservatrice e che era già nella precedente coalizione di governo. La vittoria del partito progressista va attribuita in gran parte al suo leader Aleksandar Vucic (nella foto). Un giovane avvocato di 44 anni, che ha cominciato la sua ascesa politica nell’estrema destra nazionalista, negli anni in cui vigeva il regime di Slobodan Milosevic, ma che in seguito si è distanziato da quelle posizioni per diventare un convinto europeista. La sua immagine all’estero è comunque ancora in parte condizionata dai primi anni della sua carriera politica. Nel precedente governo, Vucic era vice primo ministro dal 2012, ma in realtà era l’uomo forte dell’esecutivo, colui che definiva i grandi orientamenti e le scelte più significative. È lui che ha voluto le elezioni anticipate, con l’obiettivo di assumere la guida del governo e di rafforzare il suo potere. Obiettivi che adesso sono stati pienamente raggiunti. La sua forte personalità e il suo carisma hanno contribuito a trasformarlo in un leader riconosciuto anche al di fuori del suo partito e dei suoi elettori, a fare di lui un capo capace di rispondere anche alle aspirazioni del popolo serbo di avere una guida forte al timone del Paese. L’opposizione parlamentare, se di opposizione si può parlare, è ridotta a circa 90 seggi, ossia poco più di un terzo dei deputati. Il primo partito di questo schieramento è il Partito socialista della Serbia (SPS), guidato dall’ex primo ministro Ivica Dacic, che ha conquistato 44 seggi. Dacic, però, non ha nascosto la sua intenzione di continuare l’alleanza

di governo con Vucic e di puntare alla guida di un ministero importante. Lo stesso discorso vale per il Nuovo partito democratico (NDS), presieduto dall’ex presidente della Repubblica Boris Tadic, che ha conquistato 18 seggi. Anche Tadic mira ad un posto ministeriale nell’esecutivo e, quindi, è pronto ad allearsi con Vucic. L’unica vera opposizione è rappresentata dal Partito democratico (DS), una formazione di centrosinistra che in passato, sotto la guida di Zoran Djindjic, aveva ottenuto una certa credibilità ed un certo peso, soprattutto partendo dalla lotta contro Milosevic, ma che oggi stenta a trovare consensi e ad imporsi. Con i suoi 19 seggi non potrà esercitare una forte opposizione parlamentare e dovrà accontentarsi di alcune manovre di disturbo. Alcuni partiti sono rimasti fuori dal parlamento, perché non sono riusciti a superare la soglia del 5%. È il caso del Partito democratico di Serbia (DSS), dell’ex capo del governo Vojislav Kostunica. Nel nuovo parlamento, dunque, non ci sono più sufficienti forze politiche, in grado di opporsi alla scelta europea fatta dalla Serbia ed alla sua volontà di diventare un giorno uno Stato membro dell’Unione europea, nonché capaci di ostacolare seriamente il cammino verso la normalizzazione dei rapporti con il Kosovo.

Economia, rapporti con il Kosovo e avvicinamento all’Europa sono le grandi sfide di Belgrado Questa quasi unanimità creata dai risultati delle ultime elezioni intorno al nuovo capo del governo desta anche qualche preoccupazione. Alcuni osservatori hanno fatto notare che la nascita del nuovo «Aleksandar il Grande», così è stato definito Vucic da alcuni organi di stampa vicini al potere, ricorda la scena politica dominata da Milosevic negli anni Novanta. Altri temono un

La stampa lo ha soprannominato «Aleksandar il Grande». (AFP)

parallelo con l’Ungheria, dove il primo ministro Viktor Orban governa dal 2010, forte dei due terzi di seggi in parlamento, detenuti dal suo partito Fidesz. Orban ha fatto approvare numerosi provvedimenti, in particolare in difesa della centralità della famiglia, della religione e della tradizione, alcuni dei quali sono stati contestati dall’Unione europea, perché non erano conformi alle libertà ed ai principi democratici su cui si fonda l’edificio europeo. Soltanto il futuro potrà confermare o smentire questi timori. Nelle sue prime dichiarazioni, Vucic ha teso la mano agli altri partiti, invitandoli al dialogo e a collaborare per realizzare le grandi riforme di cui il Paese ha bisogno. Riforme che toccano la situazione interna, i rapporti con il Kosovo e l’avvicinamento all’Europa. Le misure più urgenti sono attese in campo economico. Il Prodotto interno lordo (Pil) per abitante raggiunge

soltanto il 36 % della media registrata nell’Unione europea; il deficit pubblico si aggira intorno al 7% del Pil e la disoccupazione è al 24%, praticamente il doppio della media europea. Una parte dell’economia si fonda sulle aziende pubbliche. Ve ne sono circa 1000, sussidiate dallo Stato e di cui più della metà sono nelle cifre rosse. Sono aziende per lo più mal gestite, con troppo personale e che sono sempre state grandi serbatoi di clientela elettorale. Vucic dovrà tagliare i sussidi a queste aziende e, inoltre dovrà intervenire anche sul gettito fiscale, sull’età pensionabile e sull’economia sommersa. Forti interventi sono attesi anche in altri settori, sia per lottare contro la criminalità organizzata e la corruzione, sia per rendere più efficienti la sanità e la formazione, sia per snellire la burocrazia. Sono tutti provvedimenti necessari, cui la Serbia non può sfuggire se vuol raggiungere standard europei entro un

numero ragionevole di anni. Nella sua azione, il governo serbo si fa consigliare da personalità occidentali, come l’ex presidente del Fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn, l’ex ministro degli Esteri italiano, e per 4 anni anche commissario europeo, Franco Frattini e l’ex cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer. I rapporti con il Kosovo rappresentano una delle due maggiori sfide di politica estera. L’altra è l’adesione all’Unione europea. L’accordo tra Pristina e Belgrado, concluso nell’aprile dell’anno scorso, concede un’ampia autonomia ai serbi che vivono nel nord del Kosovo, ma ha infranto il loro sogno d’integrare un giorno la Serbia, considerata la madre patria. Un sogno che la maggior parte della popolazione di Crimea ha potuto realizzare nelle ultime settimane. L’accordo non pone un punto finale al conflitto, ma aiuta a stabilizzare i rapporti tra i due Paesi e mantiene viva la prospettiva di una futura soluzione pacifica. È stato ottenuto grazie alla pressione esercitata da Bruxelles, che ne ha fatto una condizione indispensabile per poter dare il via all’avvicinamento dei due Paesi balcanici all’Ue. La posizione di Belgrado sul Kosovo è stata premiata e, lo scorso 21 gennaio, Bruxelles ha aperto ufficialmente il negoziato sull’adesione della Serbia all’Ue. Il processo sarà sicuramente lungo e, probabilmente, non si concluderà prima del 2020, ma apre sin d’ora nuove prospettive. Dopo la Slovenia nel 2004 e la Croazia nel 2013, la Serbia vuol diventare il 29.mo Stato membro. Una cartina geografica dei Balcani ci mostra che vi sono ben cinque altri Paesi che aspirano a far parte dell’Ue, ossia il Montenegro, l’Albania, la Macedonia, il Kosovo e la Bosnia-Erzegovina. Sono Paesi che sono in ritardo, per quanto concerne il loro sviluppo economico e il raggiungimento dei criteri democratici in vigore nell’Unione europea. Paesi che in passato si sono fatti la guerra, ma che domani potremmo ritrovare l’uno accanto all’altro, in seno all’Unione europea, immersi in una nuova convivenza pacifica.

Mettersi a nudo per le elezioni La seta indiana La storia (lunga e complicata) di chi decide di darsi alla politica e di candidarsi per un partito Francesca Marino Le elezioni sono ormai dietro l’angolo, e in India praticamente non si parla d’altro. Specialmente a Calcutta, città dove per tradizione la politica viene seguita più o meno con la stessa passione dedicata alle partite di cricket o di calcio. Alla mia amica è stato chiesto di candidarsi con il partito emergente, l’Am Aadmi Party: come dire, il partito dell’uomo comune. L’AAP è il fenomeno del momento, concorre per la prima volta alle elezioni politiche e spera, se non di vincere, almeno di rosicchiare voti a destra e a sinistra e di diventare l’ago della bilancia nel momento in cui bisognerà formare il nuovo governo. Siamo andate insieme a fare tutti i colloqui preliminari gestiti da membri locali del partito: appartenenti alla società civile, che hanno deciso di mettersi in gioco in prima persona per cercare di cambiare le cose. Ai candidati si chiede di avere la fedina penale pulita, di dichiarare le loro fonti di reddito e quelle dei loro familiari, di rendere noto perché e a che scopo hanno deciso di candidarsi. Il partito è disposto a sostenere tutte le spese elettorali e assicura un certo numero di voti nelle varie circoscrizioni. A questo punto, la mia amica è stata costretta a raccontare una vicenda molto privata della

sua vita: pochi giorni fa siamo difatti andate a denunciare per violenza domestica il suo compagno e questa storia potrebbe diventare pubblica ed essere in qualche modo usata contro di lei. Che si batte da anni contro la violenza sulle donne, e non ha intenzione di «lasciar perdere» e andare avanti come le è stato da più parti consigliato. Il viaggio tra le stazioni di polizia, i Tribunali, il magistrato locale e gli av-

vocati è uno di quei viaggi inimmaginabili che puoi fare dentro a un’India che per fortuna o sfortunatamente conoscono soltanto i locali. Andiamo a sporgere denuncia di sera, alla locale stazione di polizia. Stanze cadenti, sporche, arredate con mobili di fortuna. I poliziotti all’inizio cercano di non compilare la denuncia e di convincere la mia amica a tornare a casa. Mentre noi discutiamo il caso in una stanza con un

Preparativi per le elezioni in India. (Keystone)

minimo di privacy, un’altra donna, una donna del popolo, è costretta a raccontare all’ingresso davanti a sette persone la triste vicenda di suo marito che le ha somministrato di nascosto una pillola abortiva. La denuncia della mia amica va avanti ma non sortisce effetto alcuno: dietro pressioni politiche, al suo compagno viene garantita la libertà su cauzione in via preventiva. Decidiamo quindi di trovare un avvocato penalista. Gli avvocati ricevono in uno spiazzo di fronte al Tribunale, sotto una gigantesca tettoia ricoperta di lamiera sotto cui si affollano venditori di chai, piccoli ristoranti che vendono snack, uomini dietro a scrivanie tarlate su cui troneggiano vecchie macchine da scrivere circondati da clienti che devono battere le loro petizioni. Stanzette di un metro per un metro o, per i più ricchi, di un metro per due, sono state ricavate alzando muretti con grate a formare le pareti: tendine di fortuna garantiscono una certa intimità. Quelli sono gli uffici degli avvocati, da cui si va e si viene senza soluzione di continuità. Dall’altra parte della strada, una fila di stanzette analoghe ospita i notai. Si lavora giorno e notte, questa specie di mercato legale non dorme mai e non è mai chiuso. Se ti fermi ad ascoltare o a guardare, specialmente davanti alla

porta del magistrato addetto alle violenze sulle donne, scopri una miriade di storie raccapriccianti. Perché, per tornare alle elezioni, l’India non riesce ancora a liberarsi del doppio registro adottato nei confronti della sua popolazione femminile. Da anni le quote rosa sono garantite in politica, c’è un’altissima percentuale di donne candidate, la relazione tra donne e politica in India è antica e consolidata: hanno già avuto un premier e un presidente donna. Eppure, tra i banchi del Tribunale, ascolti la storia della ragazza di provincia sposata e sottoposta dal marito e dai suoceri a un vero e proprio mobbing: vogliono convincerla a divorziare lasciando al beneamato consorte tutto ciò che ha avuto in dote e gioielli. C’è anche la signora che appartiene all’aristocrazia intellettuale, ed è stata derubata dal fratello dell’eredità paterna. E c’è la mia amica, che caparbiamente si rifiuta di lasciar correre perché vuole essere di esempio a tutte le giovani donne di cui si prende cura. La cultura del silenzio deve finire, sostiene. E le donne in politica dovrebbero essere di esempio, di guida e di stimolo per tutte le altre invece di occuparsi, una volta arrivate al potere, delle loro piccole clientele seguendo l’esempio dei politici di sesso maschile.


AZIONE Riduzio

ne

5.- CHF

su un a cquisto fi a 29.80 no

12.90 invece di 17.90 p.es. sloggi women Sensual Fresh Tai

www.sloggi.com

Riduzio

n

10. - CHeF s u un a cquis partire to a da 29.90

19.90 invece di 29.90 p.es. sloggi men Start Hipster DoublePack

In vendita nelle maggiori filiali Migros.

TUTTI I PRODOTTI SLOGGI, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.03 AL 07.04.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

sloggi è in vendita alla tua Migros

. O T N E M O M L E D À NOVIT NOVITÀ

NOVITÀ

1.20

1.20

Angry Birds Drink „Red“ Con succo di mele e aromi di frutti tropicali, 250 ml

Angry Birds Drink „Chuck“ Con succo d‘arancia e aroma di limone, 250 ml

© 2009 – 2014 Rovio Entertainment Ltd.

In vendita nelle maggiori filiali Migros.

Distribuzione in Svizzera: Trivarga AG – www.angrybirdsdrinks.ch

Angry Birds Drinks sono in vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

29

Politica e Economia

Tangentopoli Brasile «Mensalao» Si è concluso il processo per il più grande scandalo dei

Angela Nocioni Ultima stazione per l’odissea giudiziaria del «mensalao», il processo al complesso e gigantesco sistema si trasferimento illecito di denaro pubblico usato dal partito di governo del Brasile, secondo i giudici della Corte suprema, massimo organo giudiziario del Paese, per mantenere fedeli i partiti alleati con un puntuale pagamento di mazzette. L’esame dei ricorsi dei condannati, con la conferma di tutte le più alte pene inflitte dall’Alta Corte, ha messo la parola fine al megaprocesso per corruzione al Partito dei lavoratori, il Pt, al potere con grande successo da undici anni. È stata una storia giudiziaria a puntate lunga come una telenovela, seguita in tv da tutto il Brasile esattamente come si segue qui la telenovela della sera. La vicenda è stata un terremoto politico e personale per l’entourage della presidente Dilma Rousseff e del suo predecessore, Lula Da Silva, tuttora la persona più influente del Brasile. La Corte suprema non ha usato la mano leggera nel dicembre scorso, quando ha spedito in galera la maggior parte degli imputati, e a tre mesi di distanza ha confermato, con il sostanziale respingimento dei ricorsi, la decisione di infliggere pene esemplari. Dopo aver tenuto 69 sessioni sul caso in tre anni, il Tribunale supremo ha chiuso l’infinito dossier con 24 condanne. Carcere immediato per undici alti dirigenti del Pt. Nessuno di loro risulta giudicato per essersi arricchito personalmente, ma per avere, ciascuno a suo modo, gestito la macchina della corruzione che ha garantito per anni al Pt i voti degli alleati necessari al sostegno costante in Parlamento. Garantiti con una sorta di stipendio mensile, il «mensalao» appunto. È stata passata a giudizio l’intera cupola del partito dei lavoratori, quasi tutti quelli che contano tranne Lula e Dilma. Dall’ex tesoriere Delubio Soares, all’ex presidente José Genoino (in semilibertà dal prossimo agosto). Spedito in galera addirittura il creatore politico di Lula, José Dirceu, l’uomo che mise la cravatta al sindacalista Lula da Silva fino a portarlo nel 2003 alla presidenza della Repubblica. Dirceu ha ottenuto dal riesame del ricorso presentato dai suoi legali la semilibertà a partire dal 2015. Tra due anni potrà uscire di giorno dal carcere di Papuda, dove è rinchiuso, per

poter lavorare. Gli unici due che se la sono cavata bene all’esame del ricorso della Corte Suprema, sono l’ex deputato del Pt Joao Paulo Cunha e l’ex consigliere parlamentare Joao Claudio Genu. Il processo ha sfiorato Lula senza colpirlo. I tanti dirigenti di medio ed alto livello del Pt finiti coinvolti nello scandalo hanno fatto scudo, si sono immolati e l’ex presidente ha potuto ogni volta dire: «Io non sapevo». Nonostante sia quanto meno singolare che lui, il capo assoluto del Pt, non fosse a conoscenza del grande giro di denaro messo in piedi per non fargli mai mancare l’appoggio necessario in Parlamento, Lula è riuscito a rimanere indenne dall’azione capillare dei giudici. In questi anni ha visto i suoi uomini cadere uno a uno come birilli senza cedere alla tentazione di muovere un dito per salvarli. L’avesse fatto, avrebbe corso un rischio politico personale enorme perché il caso oltre che giudiziario è stato ovviamente un enorme caso politico e l’obiettivo da far fuori, politicamente, era lui. Anche ora, a sentenza emessa e a ricorsi esaminati, l’ex presidente ha mantenuto un profilo bassissimo.

José Dirceu, braccio destro di Lula, è stato il vero regista dello scandalo. Condannato dal suo ex protetto, il giudice Barbosa Dal canto suo Dilma, erede politica diretta dell’ex presidente, stretta tra le manifestazioni che reclamano miglior accesso ai servizi pubblici e le esigenze politiche imposte dalla campagna per la rielezione nel 2014, s’è guardata bene dall’intervenire. Anzi. Prendere posizione sullo spinosissimo argomento per lei non era impossibile. La mannaia del Tribunale supremo era nelle mani di un suo ex protetto, Joaquim Barbosa, l’unico giudice nero della storia dell’Alta corte brasiliana. Dilma, si suppone in accordo con Lula, l’ha usata per allontanare da sé polemiche insidiose in vista della sua candidatura alla conferma del mandato presidenziale nelle elezioni del prossimo ottobre.

Barbosa, assurto anche per esigenze mediatiche oltre che per opportunità politica al ruolo di supergiustiziere, è stato di una severità inedita nella storia brasiliana. La sua requisitoria contro gli alti dirigenti del Pt rimarrà negli annali della Corte per i suoi toni implacabili. Nell’esame dei ricorsi conclusosi la settimana scorsa Barbosa non è però stato coinvolto. È arrivato alla riunione plenaria della Corte dopo due ore dall’inizio e non ha votato nei casi dei due dirigenti del Pt graziati dall’esame dei ricorsi legali. Ormai diventato una star dell’immaginario mediatico brasiliano, all’uscita del Tribunale ha rifiutato ogni commento: «È un altro film, un altro cinema, un’altra programmazione, non c’è nulla da commentare» sono state le sue uniche parole. Epilogo giudiziario dei ricorsi a parte, il processo del «mensalao» e il clima creato attorno al lungo processo e al ruolo di angelo vendicatore del giudice nero scagliatosi contro i potenti corrotti, sono paradigmatici del Brasile attuale. Le pagine processuali, ricche di colpi di scena, frasi ad effetto e teatralità giudiziaria, basterebbero a raccontare, da sole, non solo la storia degli ostacoli tuttora sulla strada degli ex rivoluzionari al potere (molti dei dirigenti del Pt vengono dall’opposizione armata alla dittatura), ma anche i metodi non sempre ortodossi scelti per rimuoverli e soprattutto i reali rapporti tra bianchi e neri nel Brasile del melting pot e delle tanto celebrate quote nere nelle assemblee elettive. La relazione personale tra Dirceu e Barbosa, degna di un romanzo per la intricata trama di cui è intessuta, è esemplare per illustrare le contraddizioni sociali in cui tuttora si contorce il Brasile. Era stato Dirceu, nel 2003 a convincere l’allora neopresidente Lula che sarebbe stata una grande mossa di immagine nominare un giudice nero. A tutti gli effetti Dirceu ha raccomandato Barbosa a Lula, sudando sette camicie per persuadere Lula della bontà dell’occasione da non perdere. Fatalità, o nemesi storica, è stato Barbosa, dieci anni dopo, a sbracciarsi nell’Alta Corte per ottenere la condanna di Dirceu. Sua la requisitoria fondamentale per ottenere il voto necessario a spedire in galera il suo ex mentore. È stato lui, eletto presidente del Tribunale supremo e diventato contestualmente

AFP

finanziamenti ai partiti che ha scosso il governo di Lula e Dilma

la maschera del Batman anti Pt nei carri del carnevale di Rio, a istruire il processo. Ha detto nell’ormai famoso crescendo retorico con cui ha concluso il suo atto di accusa contro il Pt e contro soprattutto Dirceu, considerato il vero regista del «mensalao» per convincere gli alti giudici a spedire in galera i grandi capi del Pt: «Per andare in carcere in Brasile è necessario essere molto poveri o non potersi permettere un avvocato costoso. Il sistema attuale compie una selezione quasi di casta». Dirceu, che ha rivendicato fino all’ultimo il fine politico degli atti contestatigli come illegali, è entrato in cella con il pugno alzato dicendo: «La sinistra può sbagliare, ma non fugge». Lui, ex capo supremo della Casa Civil, incarico che corrisponde a quello di coordinatore del governo, ossia il numero 2 del Paese dopo Lula, sta vivendo ora la sua terza vita. Le galere brasiliane le conosceva già. Nel 1968 ci passò undici mesi da detenuto. Era il tempo del governo militare e José Dirceu era il leader bianco degli studenti di San Paolo. Arrestato come militante del partito comunista era sospettato di partecipare alla lotta armata con il gruppuscolo «Dissidenza». Dubbio fugato quando, un anno dopo, la guerriglia chiese la sua liberazione in cambio di quella di Charles Elbrick, ambasciatore statunitense sequestrato. Dirceu finì esiliato in Messico e, da lì, a Cuba. Tornò in Brasile sotto falso nome. I servizi cubani l’avvisarono che i generali stavano di nuovo sulla sua pista. Prese di nuovo il volo e si rifugiò all’Avana dove stette fino al 1974. Si sottopose a una folle meticolosa operazione di chirurgia plastica che gli cambiò la

faccia. Con nuovi documenti e nuove sembianze fisiche rientrò una seconda volta in Brasile e si inventò una vita tranquilla nella cittadina gaucha di Cruzeiro del Oeste. Era diventato il signor Carlos Henrique Gouveia de Melo, commerciante di tessuti. Si sposò una ignara fanciulla del luogo. Nel 1979 arrivò l’amnistia. Dirceu tornò a casa dal negozietto di stoffe, raccontò alla moglie attonita una rapida sintesi di tutte le puntate precedenti della sua vita, volò all’Avana (passando anche dal chirurgo, senza riuscire mai a riottenere la sua faccia originale) e si trasferì da solo a San Paolo. Da lì la sua storia diventa quella del Pt. Capisce che solo buttandosi alle spalle la liturgia comunista riuscirà a prendere il governo del Paese. Convince Lula a firmare una lettera pubblica in cui promette che non cambierà la politica economica del governo del presidente liberista Cardoso se diventerà presidente. «La mia generazione e io ci siamo preparati tutta la vita a prendere il potere – dirà Dirceu a un ammaliato inviato del giornale finanziario «Valor» – non perderemo questa opportunità». È il Dick Cheney di Brasilia, ma continuano a chiamarlo «il Trattore» per quel modo tutto suo di spianarsi efficacemente la strada. Ora sta in galera, grazie alla efficace requisitoria del suo ex protetto Barbosa che gli deve tutto. Ed è riuscito solo grazie a un certosino lavoro dei suoi avvocati, ovviamente i migliori sulla piazza, a non farsi negare il permesso futuro di uscire di giorno per andare a lavorare. Il giudice Joaquim Barbosa aveva presentato un ricorso personale all’Alta corte per negargli la semilibertà.

L’importanza degli accordi bilaterali per la Svizzera Commercio estero Berna ha concluso 28 convenzioni con 38 Paesi e si prepara a ratificare altri importanti accordi.

Su quelli con l’Ue pende la spada di Damocle del voto sull’immigrazione Ignazio Bonoli Tra le conseguenze indirette del voto del 9 febbraio in Svizzera contro l’immigrazione, ve n’è una alla quale, finora, non si è forse data molta importanza. Eppure concerne un aspetto vitale per l’economia svizzera di oggi e soprattutto di domani: il commercio estero. Non solo potrebbero sorgere difficoltà nella libera circolazione delle merci tra la Svizzera e il suo principale mercato estero che è l’Unione Europea, ma nel frattempo si stanno sviluppando dinamiche nuove che prendono sempre più l’aspetto di accordi bilaterali, non solo fra singoli Paesi, ma fra grandi potenze del commercio mondiale. Sotto questo aspetto, l’accordo fra l’Ue e gli Stati Uniti, denominato Patto transatlantico (Ttip), riveste un’importanza determinante non solo per le economie dei Paesi partecipanti, ma anche – e questa volta in negativo – per Paesi come la Svizzera che potrebbero esserne tagliati fuori. Per questo Berna sta seguendo attentamente l’evoluzione delle trat-

tative in corso. Prima della fine dell’anno dovrà eventualmente prendere qualche contromisura se il Ttip dovesse creare ostacoli all’accordo attualmente in vigore fra Svizzera e Stati Uniti, Paese nel quale giungono circa 20 miliardi di franchi di investimenti diretti svizzeri e che a sua volta investe circa 80 miliardi in Svizzera. Caduta l’idea (o piuttosto l’illusione) nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio di creare una vastissima zona di libero scambio fra i 150 Paesi che ne fanno parte, gli accordi bilaterali fra Stati e gruppi di Stati stanno conoscendo forti sviluppi. La Svizzera è particolarmente attenta a questi sviluppi e si muove con tempestività. Particolarmente importante in questo contesto è l’accordo di libero scambio firmato lo scorso anno con la Cina. Se le trattative con l’India, avviate nel 2008, andranno in porto, la Svizzera potrà godere di un regime di libero scambio con i due maggiori Paesi asiatici, per i quali si prevedono pure promettenti sviluppi. Accanto alla convenzione ancora in vigore con i paesi dell’AELS e l’accordo

di libero scambio con l’Unione Europea, la Svizzera dispone oggi di 28 convenzioni con 38 Paesi. Altri accordi di libero scambio entreranno prossimamente in vigore. Già firmati, ma non ancora ratificati da entrambe le parti, sono gli accordi con la Cina (appena citato), con la Bosnia-Erzegovina, con il Costa Rica, con Panama, nonché quello con il Consiglio di cooperazione degli Stati arabi del Golfo. Trattative sono inoltre avviate con la citata India, l’Indonesia, la Malaysia, la Thailandia e il Vietnam, nonché con l’Unione doganale Russia-BielorussiaKasakstan. Su quest’ultima trattativa pende però oggi la minaccia di sanzioni che l’Ue potrebbe adottare, con gli Stati Uniti, contro la Russia, a causa della crisi della Crimea. A tutt’oggi però l’accordo di gran lunga più importante per la Svizzera è quello concluso con i 28 Paesi dell’Unione Europea. Secondo le statistiche doganali la Svizzera esporta oltre il 55% del totale delle sue vendite all’estero nei Paesi dell’Ue, con in testa la Germania (37’599 milioni di franchi), seguita dall’Italia

(14’447 milioni) e dalla Francia (14’108 milioni). Secondo i calcoli di Switzerland Global Enterprise (S-GE), che ha preso il posto della precedente OSEC, l’accordo con l’Ue ha permesso alle aziende svizzere di risparmiare oltre un miliardo di franchi di dazi doganali. In senso opposto, cioè per le importazioni in Svizzera provenienti dall’Ue, sono stati risparmiati oltre 2 miliardi di franchi, secondo i calcoli dell’Amministrazione federale delle dogane. Lo studio sulle esportazioni svizzere nell’Ue è stato realizzato per la prima volta sulla base dei dati 2012 di Eurostat. Da essi si può dedurre che per le esportazioni in cinque Paesi (i tre già citati più l’Austria e la Gran Bretagna) sono stati risparmiati 987 milioni di euro di dazi doganali, di cui 527 in Germania, 184 in Francia, 87 in Italia, 75 in Austria e 45 milioni in Gran Bretagna. Le maggiori esenzioni hanno interessato il settore della plastica e del caucciù, con l’89% dei prodotti esenti da dazi doganali, il settore delle macchine, metalli ed elettronica con il 69% dei prodotti, quello dell’indu-

stria tessile con l’87% dei prodotti. Ma anche altri prodotti godono del libero scambio: per esempio nella sola Germania si risparmiano dazi per circa 30 milioni di euro all’anno per gli orologi e circa 120 milioni per prodotti chimico/farmaceutici. Poche cifre che da sole rivelano l’importanza degli accordi bilaterali sulla libera circolazione delle merci. Ora, di fronte all’eventuale applicazione da parte dell’Ue della cosiddetta «clausola ghigliottina» che farebbe cadere questo accordo si aprono due scenari. L’applicazione dei contingenti previsti dall’iniziativa contro l’immigrazione di massa è tale da non indurre l’Ue a denunciare l’accordo, per cui le singole convenzioni continueranno ad essere negoziate come finora. Oppure l’Ue potrebbe rendere la vita difficile alle aziende svizzere, soprattutto alle piccole e medie aziende, con misure amministrative, come in parte succede già oggi. Il futuro rimane comunque incerto, per cui le aziende svizzere dovranno cercarsi altri mercati fuori dall’Ue, con altrettanti accordi bilaterali di libero scambio.


E N O I Z U D I R I D 20%


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

31

Politica e Economia

Le insidie degli indici

Piccola differenza, grande effetto 247 % 200%

La consulenza della Banca Migros 100% 107% Daniel Lang Il mio motto per gli investimenti è: più sono semplici, meglio è. Ecco perché mi piacerebbe investire sugli indici. Che cosa pensa di questa strategia?

Responsabile Product Management della Banca Migros

I prodotti sugli indici sono sulla cresta dell’onda. La borsa svizzera offre quasi mille Exchange-Traded Funds (ETF), che hanno il vantaggio di essere convenienti, perché replicano meccanicamente un determinato indice. E non riservano sorprese, perché l’investitore ottiene sempre lo stesso rendimento del «mercato». Ma le difficoltà cominciano già con la definizione stessa di mercato: in prevalenza gli indici ponderano le azioni in base alla capitalizzazione di mercato. In altri termini, quanto più caro è un titolo, tanto maggiore è il suo peso nell’indice. Prendiamo il popolare indice mondiale MSCI World: contiene le 1609 maggiori azioni delle 23 borse più importanti al mondo. Apple, la società che attualmente ha la più elevata capitalizzazione con 480 miliardi di dollari, riveste un peso dell’1,5 percento nell’indice. La più piccola delle 1609 azioni ha invece solo una frazione del peso di Apple. Una composizione sensata, verrebbe da pensare: l’indice mondiale delle azioni viene riprodotto

in base alle effettive proporzioni. Ma che cosa succederebbe, invece, se ognuna delle 1609 azioni avesse lo stesso peso nell’indice, indipendentemente dalla capitalizzazione di mercato? Lo sbalorditivo risultato è illustrato nel grafico: mentre l’indice ponderato per la capitalizzazione di mercato è salito del 107 percento negli ultimi 15 anni, un indice che avesse attribuito lo stesso peso a tutte le società avrebbe guadagnato il 247 percento, più del doppio.

I prodotti sugli indici e gli ETF sono allettanti, ma più colpiti durante le bolle speculative Come si spiega questa enorme differenza? Se l’indice è calcolato in base alla capitalizzazione di mercato, le azioni o i settori con una valutazione molto elevata vengono automaticamente sovraponderati, quelli convenienti sono invece sottoponderati. Ciò può produrre una carente diversificazione (ossia un rischio di eccessiva concentrazione) nell’indice. Durante la «bolla giapponese», per esempio, le azioni nipponiche rivestivano un peso supe-

0 –50%

Feb. 99

Agosto 06 MSCI World, pari ponderazione MSCI World, ponderato per la capitalizzazione di mercato

L’indice mondiale delle azioni (MSCI World) in due varianti: la curva inferiore mostra l’indice «normale» con la ponderazione dei titoli in base alla capitalizzazione di mercato. Risulta molto migliore la performance dell’indice nella curva superiore, dove le azioni hanno tutte la stessa ponderazione, indipendentemente dal loro valore in borsa. Dati: MSCI

riore al 40 percento nell’MSCI World, oggi meno del 10 percento. I settori tecnologico e finanziario avevano raggiunto una quota del 25 percento l’uno prima dello scoppio della bolla informatica e immobiliare. Attualmente il peso degli Stati Uniti è pari al 55 percento, di gran lunga al di sopra della media a lungo termine. Conclusione: i prodotti sugli indici e gli ETF sono senz’altro allettanti per la

CHI HA DETTO CHE LE UOVA MIGLIORI SONO QUELLE DELLE GALLINE?

loro costruzione semplice, ma il funzionamento non è privo di insidie, soprattutto nelle bolle speculative. Prima di acquistare un ETF dovrebbe dunque assolutamente verificare se l’indice presenta un rischio di eccessiva concentrazione. PS: In futuro sarà il mio collega Albert Steck a curare questa rubrica. Ringrazio i lettori dell’interesse che mi hanno dimostrato per oltre due anni.

PUNTI

20x

12.50

12.50

12.50

Uovo di metallo Frey, UTZ* ripieno con ovetti alla moca, 264 g

Uovo di metallo Frey, UTZ* ripieno con ovetti Pralinor, 264 g

Uovo di metallo Frey, UTZ* ripieno con ovetti Extra, 264 g

*Disponibile anche nella varietà al torrone. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 31.3.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Feb. 14


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

32

Politica e Economia

Chi può permettersi un’inchiesta? Giornalismo di ricerca Anche in Svizzera, nel nostro piccolo, ci sono testate che mettono

a disposizione risorse per condurre indagini di largo respiro, ma per lo più questa forma di giornalismo viene considerata un lusso – Seconda parte Enrico Morresi Quando arrivai in Televisione, nel 1982, la rubrica «Reporter» assegnava agli autori di un documentario della durata «classica» di 54 minuti tre mesi di tempo: uno per le ricerche, uno per le riprese, uno per il montaggio. Condizioni di lavoro ideali, che difatti meritarono fama internazionale alla TSI e non solo ai loro autori. Ricordo questo particolare per ribadire che il giornalismo di ricerca costa, perché una vera inchiesta non si può fare in due o tre giorni, e neanche in due settimane. Per me è stato dunque un piacere fare la conoscenza con una struttura con sede a Berna, chiamata Cellule Enquête/Recherchedesk, dipendente dal gruppo Tamedia di Zurigo, che al pubblico svizzero e internazionale ha rivelato i dessous dello scandaloso comportamento dei figli dei dirigenti cinesi con la complicità di alcune banche mondiali, tra cui Credit Suisse e UBS. La «cellula» occupa a pieno tempo otto persone: un capo-rubrica, tre redattori di lingua tedesca, due di lingua francese e due praticanti e produce in media un’inchiesta per settimana, destinata ai due domenicali dell’editrice zurighese Tamedia: la «SonntagsZeitung» e «Le Matin Dimanche». In media, dunque, due mesi di tempo per soggetto e per ricerca. La «cellula» è attiva dall’aprile del 2012 e ha già prodotto servizi importanti, soprattutto sui paradisi fiscali ai quali hanno accesso, tramite importanti studi legali in Svizzera (designati con nome e cognome), «paperoni» del calibro di Günther Sachs o delle famiglie Thyssen e Rothschild.

Tamedia ha creato due anni fa una «cellula» bilingue di otto giornalisti, con risultati importanti in particolare sui paradisi fiscali e i reati finanziari Il colpo grosso, la Cellule l’ha fatta appunto pubblicando – come descritto nel primo articolo («Azione» del 17.3.14) tutti i particolari dell’assistenza offerta da Credit Suisse e UBS ai figli e ai nipoti di un personaggio importante della gerarchia politica cinese, per nascondere all’estero – e precisamente alle Isole Vergini britanniche, rigorosamente tax free – gigantesche somme di denaro. L’inchiesta a livello mondiale è partita da una fuga (leak) che ha messo nelle mani di un conglomerato di testate (International Consortium of Investigative Journalists, ICIJ) con sede a Washington , un disco duro contenente i dati di 120 mila clienti. Le informazioni di pubblico interesse sono state pubblicate dopo un lavoro di verifica effettuato da 86 giornalisti di 46 Paesi associati all’ICIJ – tra cui appunto i due giornalisti della Cellule, Titus Plattner e François Pilet. L’invito della ICIJ ad associarsi alla catena (insieme con la BBC, «Le Monde», «El Pais», la «Süddeutsche Zeitung» tra altri) implicava il rilascio della password per accedere ai dati del disco duro.

Un’inchiesta giornalistica ben fatta richiede tempi lunghi, anche per documentarsi adeguatamente. (Keystone)

Il risultato di questa investigazione si è potuto leggere nel numero del 26 gennaio della «SonntagsZeitung» e di «Le Matin Dimanche». È tutto chiaro, ora, quanto riguarda la Cina (che si è già affrettata a drizzare la Grande Muraglia della censura di fronte al suo pubblico): ma che dire delle eventuali responsabilità dei vertici delle banche svizzere? L’«Ordinanza dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari e sulla prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo» del 1. gennaio 2011, all’art. 18 (Responsabilità della direzione generale), prescrive che la decisione circa «il proseguimento delle relazioni d’affari con le persone politicamente esposte», nonché «la sorveglianza di tutte le relazioni d’affari che comportano rischi superiori […] spetta alla direzione generale o almeno uno dei suoi membri». La Cellule ha dunque fatto scrivere dal Consortium al Credit Suisse e all’UBS una serie di domande, fissando il termine per la risposta al 3 gennaio scorso. Come si poteva immaginare, le due banche «n’ont pas souhaité faire de commentaire» (delizioso eufemismo della lingua francese!), sottolineando tuttavia di volersi sempre attenere al più scrupoloso rispetto della legge. Punto e basta. Ma«punto e basta» non spetta alle banche dirlo: è questo un punto d’onore per il giornalismo d’inchiesta. Ma è preso sul serio, in Svizzera? Mi aiutano a chiarire la situazione uno studio di Simon Zaugg redatto nel 2010 per l’Università di Friburgo (Investigativer Journalismus in der Schweiz) e Philipp Cueni, redattore di «Edito», periodico dei sindacati di giornalisti Impressum e Syndicom. Il lavoro dello studente di Friburgo è una raccolta di testimonianze, da cui emerge una un giudizio piuttosto scettico:«La Svizzera è piccola per

progetti di ricerca molto impegnativi (…); nessuna testata mostra una cultura di azienda orientata in tal senso (…); anche le redazioni più generose non mettono a disposizione più di quattro giorni per una ricerca». Per Philipp Cueni, quello messo a segno dalla cellula bernese di Tamedia è un colpo grosso, ma a un livello più modesto non sono mai mancate nel giornalismo svizzero rivelazioni interessanti. Anzi, secondo lui,«il giornalismo di ricerca è piuttosto in crescita», se ne parla, si creano nuove strutture (Recherchedesk) e la cooperazione tra testate è sempre più praticata. In Germania, due stazioni della televisione pubblica ARD si sono alleate con la «Süddeutsche Zeitung» per creare una «cellula». Esiste qualcosa di simile da noi? Credo di no: da noi sopravvive una incomprensibile diffidenza tra i giornali e le aziende della SSR (risalente ai tempi in cui Luigi Caglio parlava dei giornalisti radiotelevisivi come dei «postelegrafonici», alludendo al loro statuto di funzionari). Più facile il rapporto tra redazioni e radio o televisioni private dipendenti da un unico proprietario: qui però le risorse sono così scarse da non consentire sogni di gloria. L’esempio tedesco è importante, perché la radiotelevisione di servizio pubblico da noi ha un passato tutt’altro che marginale in quanto a ricerca: sia la Televisione romanda («Temps présent») o la Televisione svizzero tedesca («Rundschau», «Kassensturz»), sia la TSI («Reporter», «Centro», «TTT», «Falò»). Inoltre, in Svizzera, salvo due o tre, i giornali sono tutti regionali o locali e l’orientamento a concentrarsi sul bacino di utenza ha indotto a trascurare la ricerca come a un impegno «di lusso» e tutto sommato superfluo. E per nove decimi della stampa svizzera, «lo-

cale» significa soggezione inevitabile ai potenti del luogo. Gli «scoop» vengono da soffiate fatte a questo o quel redattore da chi vuole mettere in difficoltà un concorrente o un avversario politico. Più indipendenti e coraggiosi si sono dimostrati i domenicali, alcuni dei quali hanno fatto però qualche errore di troppo (la«NZZ am Sonntag» nel caso del banchiere Matter si è dovuta scusare…). Dov’è il difetto? Titus Plattner lo identifica nella smania di uscire prima degli altri (una febbre che ogni giornalista conosce): «La ricerca vera deve saper aspettare, la qualità del risultato alla fine batterà ogni concorrenza». Un ricordo personale mi dice che ha ragione: per «ricostruire» la straordinaria e drammatica carriera del re dell’acciaio ticinese, Luigi Giussani, io dovetti attendere un anno e mezzo le informazioni più utili a delinearne la fortuna e la sfortuna…

Titus Plattner, giornalista d’inchiesta di Tamedia: «La ricerca vera deve sapere aspettare, la qualità del risultato alla fine batterà ogni concorrenza» Un discorso a parte andrebbe fatto per l’Italia, dove alcune rubriche televisive (come «Report») hanno condotto ricerche su fenomeni mafiosi o di malgoverno. Ma il protagonismo dei giornalisti impegnati nelle ricerche mi lascia perplesso: più che i risultati dell’indagine mi pare che diano importanza alla messa in difficoltà di questo o quell’intervistato. È un giornalismo che si autocele-

bra, che fa spettacolo di sé… Difficile imitarlo in un contesto più limitato come il Ticino. «L’importante – sottolinea Cueni – è che la ricerca sia una cura quotidiana in tutte le redazioni. E anche una piccola ricerca da parte di una piccola redazione ha la sua utilità». Allora, però, bisogna calibrare meglio i mezzi secondo gli obiettivi. Al più importante dei quotidiani del Ticino si pretende di pubblicare una doppia pagina di qualità («Primo piano») ogni giorno impiegandovi tanti giornalisti quanti ce ne stanno sulle dita di una mano: un’assurdità. L’ultima e decisiva questione è se queste rivelazioni siano sempre e veramente di interesse pubblico. Quando è lecito invocare – eventualmente contro gli interessi del proprio Stato – la famosa definizione circa i «cani da guardia»? Se ne discuterà nel terzo e ultimo articolo. (Il primo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2014). Per approfondire l’argomento

Altre informazioni su come siano potuti uscire allo scoperto i documenti di«ChinaLeaks» sono reperibili al sito: atelier.rfi.fr/m/blogpost?id=1189413 %3ABlogPost%3A444232 ). Informazioni sull’International Consortium of Investigative Journalists: www.icij.org. Il Global Investigative Journalism Conference è un altro organismo internazionale, fondato nel 2003, che organizza ogni due anni un convegno su questo tipo di ricerche (nel 2010 a Ginevra, cfr.«Azione» n. 22, 31 maggio 2010): www.gijn.org . Sull’ultima conferenza internazionale organizzata da questo organismo, svoltasi a Rio de Janeiro dal 12 al 15 ottobre 2013:«Message. Internationale Zeitschrift für Journalismus», n. 1-2014, pp. 30-49.

© Jodi Bieber

Picchiati, violentati e maltrattati durante la loro fuga, necessitano il nostro aiuto. Adesso!

Annuncio gratuito

Annuncio gratuito

80 % dei rifugiati e degli sfollati sono donne e bambini. Essi sono particolarmente vulnerabili alle violenze sessuali ed ai maltrattamenti. È nostro dovere aiutarli. Médecins Sans Frontières soccorre le vittime della violenza nel mondo intero.

Casella postale 116, 1211 Ginevra 21 www.msf.ch, CP 12-100-2


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

33

Politica e Economia Rubriche

Il Mercato e la Piazza di Angelo Rossi La competitività, che barba… Un paio di settimane fa l’UBS ha pubblicato la sua nuova classifica sul grado di competitività dei cantoni. Quest’anno il Ticino si trova al ventesimo posto ed ha guadagnato 2 posti rispetto all’anno scorso. L’UBS misura il grado di competitività di un cantone partendo dal valore che nello stesso hanno i cosiddetti «fattori di competitività» ossia l’innovazione, i costi, la diversificazione, la dinamica economica, il bacino di utenza, il capitale umano, il mercato del lavoro, la gestione finanziaria, il margine di manovra finanziaria. Sul come questi fattori vengano misurati si sa poco o niente, ma che tipo di dati siano disponibili nella statistica svizzera riguardo ai cantoni lo può anche immaginare. Su come invece i valori relativi ai diversi fattori vengono combinati non si sa assolutamente

nulla. È una ricetta che i ricercatori di UBS tengono segreta come, per intenderci, è segreta quella per il formaggio dell’Appenzello. Diciamo che l’indice di competitività viene cucinato immettendo nel computer i dati relativi ai fattori di competitività come si mettono gli ingredienti necessari nella pentola per fare il risotto. Il resto lo fa il computer. Combina i fattori e li pondera in modo da dare un risultato assennato. Quindi, di fatto, i ricercatori dell’UBS non hanno neanche una ricetta. È il computer che cucina per loro. La competitività economica di cui parlano non è poi, per finire, che il vecchio tasso di crescita del prodotto interno lordo nel periodo lungo (8-10 anni) che, nella loro versione, assume, non si sa perché, le vesti di un tasso di crescita «sostenibile». Una volta però che la competiti-

vità di un cantone è stata misurata, ecco che può essere comparata con quella di un altro cantone, anzi con la media nazionale. Per il Ticino, le prospettive di crescita a lungo termine non sono buone, nel senso che il tasso di crescita che riusciremo a realizzare sarà inferiore a quello medio svizzero e si aggirerà sull’1,6%. Osservo di passaggio che se, nei prossimi 8 anni, il Ticino dovesse realizzare un tasso medio di crescita superiore all’1%, io mi leccherei i baffi. Ma è anche vero che se il resto del Paese crescerà più rapidamente, si allargherà lo scarto di benessere tra il nostro cantone e la media svizzera. Cosa fare? Come al capezzale di un malato grave, anche qui dare consigli è una cosa difficile. Si può per lo meno tentare, come ha fatto il responsabile per l’indice della competitività di UBS, in un’intervista al

«Corriere del Ticino«, di identificare i sintomi della malattia. Secondo lui, le carenze del Ticino sono queste: invecchiamento della popolazione e conseguente insufficienza dell’offerta sul mercato del lavoro; inoltre, pressione fiscale superiore alla media e non riducibile perché lo Stato è indebitato. Questa analisi fa sorridere. Sì, perché se è vero che la popolazione ticinese è invecchiata e quindi il tasso di attività della stessa potrebbe essere inferiore a quello medio svizzero (affermazione da controllare), è anche vero che il mercato del lavoro ticinese può importare dalla fascia di frontiera italiana quasi 60’000 lavoratori frontalieri, il che serve sicuramente a fare dello stesso uno dei più flessibili del Paese. Basta guardare al livello dei salari! Che poi l’indebitamento dello Stato (Cantone) influisca

in modo significativo sulla competitività o, meglio, sul tasso di crescita, è una questione che gli economisti dibattono da almeno 20 anni senza essere arrivati a dare una risposta univoca. Nell’esperienza del Canton Ticino degli ultimi sessant’anni, periodi di forte indebitamento dello Stato si sono accompagnati a periodi di stagnazione economica, ma anche a periodi di crescita sostenuta. Sulla produttività per posto di lavoro l’UBS non si pronuncia. Personalmente continuo a credere che lo scarto in termini di tassi di crescita (o, se volete, di competitività) di cui patisce l’economia ticinese debba essere attribuito proprio a carenze a livello di investimenti in capitale fisso e di investimenti in capitale umano (leggi qualifiche dei lavoratori). Tutto il resto fa parte più dell’arte culinaria che dell’analisi scientifica.

rebbe quasi automatico un intervento umanitario, ma dopo i colloqui di Ginevra, cui la Siria è rimasta appesa per quasi un anno nella speranza che si potesse trovare soluzione, si è riusciti soltanto a negoziare l’arrivo di aiuti umanitari nella regione allo stremo di Homs, ma i convogli non arrivano, perché il regime li ferma prima. Nonostante l’evidente strategia distruttiva di Assad, la diplomazia internazionale è bloccata, quasi stufa – e per capire quanto poco dev’essere interessante salvare il popolo siriano basta immaginarsi il presidente americano, Barack Obama, come è stato ritratto in un retroscena, che mastica annoiato Nicorette e guarda il Blackberry mentre attorno a lui il suo staff cerca di trovare una via d’uscita dal terrore siriano. Il piano diplomatico attualmente in piedi si basa su due pilastri: da un lato c’è la consegna dell’arsenale chimico e lo smaltimento all’estero, entro giugno; dall’altro c’è un negoziato per un governo di transizione che traghetti la Siria fuori dalle violenze. Sul primo fronte, c’è stata un’accelerazione nelle ultime settimane e secondo gli ultimi dati è stato consegnato un terzo dell’arsenale: c’è molto ritardo rispetto

alla tabella di marcia ma gli esperti non perdono occasione per sottolineare che c’è una rinnovata collaborazione da parte del regime. Sul secondo fronte, non c’è nulla, né una bozza, né un incontro in agenda, nulla. E qui c’entra la Crimea. Il garante del negoziato siriano è Vladimir Putin, il presidente russo che ha appena siglato l’annessione di un territorio che fa parte di un altro Stato violando la legge internazionale. Quando sembrava che Assad non avrebbe più abitato a Damasco, nell’estate scorsa, cioè quando divenne chiaro al mondo – con le prove delle Nazioni Unite – che il regime siriano aveva usato armi chimiche contro il suo popolo (millequattrocento morti) e Obama pareva pronto a fare una guerra, Putin si mise in mezzo. Confutò le prove, disse che erano i ribelli e al Qaeda a usare gli agenti chimici, soprattutto strappò di mano agli americani la guida nella gestione della crisi, e naturalmente Washington se la fece sfilare, non si sa se con un certo sollievo. Sulla carta lo sforzo diplomatico russo era volto a creare un dialogo tra regime e opposizione (un dialogo tra aguzzini e vittime, non semplice) e la comunità in-

ternazionale si faceva garante di una transizione di potere a Damasco. Ma la tregua diplomatica ha portato a un rafforzamento sul campo delle forze assadiste – che sono composte dagli uomini del regime ma anche da Hezbollah e dalle Guardie rivoluzionare iraniane – che ha permesso al governo di recuperare, con la forza, molte aree perdute (complice anche il fatto che l’arrivo dello Stato islamico, jihadisti ancora più feroci di al Qaeda, ha spappolato il fronte dell’opposizione, ormai i ribelli combattono da soli contro tutti). C’è di più. Il regime ha deciso di mantener fede alla Costituzione e di organizzare le elezioni presidenziali per l’estate, con Assad candidato principale naturalmente: i suoi cartelloni elettorali sono già in bella mostra nelle zone sotto il controllo del regime, che sono quelle in cui si voterà. È difficile pensare che si possa tornare al negoziato della transizione di potere a Damasco ora che, con l’annessione della Crimea, Putin ha sfidato l’Occidente. È più facile pensare che nelle pieghe del conflitto che si è aperto tra Russia e Stati Uniti, il popolo siriano continuerà a pagare il prezzo più alto.

un’«Europa-Union», che subito dopo la fine dell’ostilità convoca a Montreux il primo congresso dei federalisti europei (1947). Ma è Ginevra la culla, il faro che illumina e orienta i vari movimenti continentali, la città che fornisce sempre nuovi impulsi alla riflessione e all’azione, attraverso varie iniziative, tra le quali ricordiamo gli Incontri internazionali di Ginevra («Rencontres Internationales de Genève», 1946), il Centro europeo della cultura (1949), l’Istituto di studi europei (1963). Dietro ad ogni centro, ad ogni fondazione c’è sempre lui, il più convinto europeista che la Svizzera abbia mai avuto: Denis de Rougemont. Questo saggista e filosofo neocastellano, nato a Couvet, nella Valde-Travers nel 1906, morto a Ginevra nel 1985, protestante, investì tutte le sue energie intellettuali nel progetto europeo, incardinandolo non sugli Stati-nazione (fonte di esaltazione fanatica e quindi delle guerre che hanno insanguinato la prima metà del secolo), ma sulle

architetture decentrate, in cui il potere nasce dal basso e non cala dall’alto; in cui ogni minoranza (linguistica, religiosa, culturale) si vede riflesso il suo diritto all’esistenza nella carta costituzionale. Tutto questo, sia la Svizzera ufficiale, sia la Svizzera uscita dalle urne l’ha ignorato oppure apertamente osteggiato. Anziché partecipare alla costruzione del Mercato comune ha preferito aderire all’Associazione europea di libero scambio (Aels), i cui interlocutori più prossimi erano il Liechtenstein e l’Austria. Ogni tentativo di avvicinamento alle organizzazioni internazionali è regolarmente naufragato per tutto il tempo della guerra fredda (unica eccezione: il Consiglio d’Europa). Ma così facendo la Confederazione si è anche autoesclusa dalla battaglia delle idee per progettare un’Europa diversa, democratica e federalistica; si è insomma autocondannata all’isolamento anche sul piano della riflessione filosofica.

Affari Esteri di Paola Peduzzi Che cosa resta della Siria? La Siria «is falling apart», sta collassando, scrive sul «New York Times» Anne Barnard, una delle giornaliste che meglio ha saputo raccontare la crisi siriana, e ancora meglio i tentativi goffi della diplomazia per cercare di risolverla. Il popolo siriano è sotto i colpi del suo dittatore, Bashar al Assad, e degli jihadisti che impongono la loro legge brutale nelle zone che sono riusciti a sottrarre sia ai ribelli sia al regime: la settimana scorsa un bambino di sette anni è stato ammazzato, con un colpo alla testa, con l’accusa di apostasia. Il re-

gime, a sua volta, ha messo a punto una formula di brutalità che consiste in: iniziare con bombe, missili, artiglieria pesante; se le cittadine resistono continuare evitando l’arrivo di aiuti alimentari o di qualsivoglia genere di sussistenza (in alcune parti della Siria la gente mangia i gatti); se ancora non c’è la resa (e spesso c’è) mandare i miliziani addestrati di Hezbollah a fare pulizia. È successo così anche a Yabroud, l’ultima delle cittadine cadute, dopo mesi di attacchi e fame. La ferocia delle forze in campo rende-

La cittadina Yabroud dopo la resa. (Keystone)

Cantoni e Spigoli di Orazio Martinetti L’Europa: una parolaccia? Nel nostro Paese l’europeismo è quasi morto. Le voci disposte a levarsi per dire che in questi decenni qualcosa in Europa s’è pur fatto – sul piano economico, politico, militare, monetario, giuridico, formativo – sono ormai rare. La critica (legittima) ha ceduto il passo alla denigrazione sistematica. Eppure c’è stata una lunga fase – diciamo fino alla svolta del 1992 – in cui la costruzione dell’edificio europeo, dal Mercato comune alla Comunità economica, suscitava interesse, e comunque teneva vivo un senso di attenzione e di vigilanza anche nella neutrale Confederazione. Il fatto che tutt’intorno sempre più nazioni, e in primo luogo nemici irriducibili come la Francia e la Germania, si raccogliessero sotto un’unica bandiera non poteva non destare simpatia e nutrire speranze di cooperazione interstatuale. In un continente dilaniato da conflitti feroci, alimentati da ideologie criminali, la decisione di intraprendere un cammino comune fu recepita come l’inveramento

del sogno kantiano della «pace perpetua», o perlomeno duratura. Sotto le impalcature di questo intricato cantiere, la piccola Svizzera spiccava come un’isola repubblicana da cui diffondere il verbo della libertà e dell’emancipazione dei popoli. Così, nella prima metà dell’Ottocento, l’esule Mazzini lanciava da Berna l’idea della «Giovine Europa»: «Noi crediamo all’incamminamento di un’epoca nuova per l’Europa, crediamo all’Europa dei Popoli che s’innalzerà sull’Europa dei Re, all’Europa dei liberi ed eguali che sorgerà sulle rovine dell’Europa degli schiavi e del privilegio». Un’altra feconda stagione prese avvio tra gli esuli antifascisti confinati sull’isola tirrenica di Ventotene da Mussolini: qui i dirigenti del movimento di Giustizia e Libertà Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi redassero il «Manifesto per un’Europa libera e unita», destinato ad entrare nella storia come «Manifesto di Ventotene». Dopo il crollo del regime fasci-

sta, nell’estate del 1943, Rossi e Spinelli ripararono nella Confederazione, prima a Lugano e poi a Ginevra, città da cui proseguirono la loro predicazione europeista, crisalide del futuro Movimento Federalista Europeo. Presso le Nuove Edizioni di Capolago, Ernesto Rossi dette alle stampe un opuscoletto, Gli Stati Uniti d’Europa, sotto lo pseudonimo di Storeno. Per tutti questi personaggi, la Svizzera rappresentava un modello da imitare: considerate esemplari erano le sue istituzioni repubblicane, la democrazia semi-diretta, la struttura federalistica che impediva un’eccessiva concentrazione del potere in poche mani, le procedure di composizione pacifica dei dissidi interni. L’europeismo dunque come merce d’importazione, del tutto privo di vita propria? Nient’affatto. Nel primo dopoguerra, la Svizzera contribuisce fattivamente a fondare la Società delle Nazioni; negli anni ’30 risulta attiva


E N O I Z U D I R I D 20% Una salute che splende con VITAL BALANCE®

12.55 invece di 15.70

® Reg. Trademark of Société des Produits Nestlé S.A.

per es. VITAL BALANCE® Adult 3kg

Sviluppato dai nostri veterinari e nutrizionisti, la formula SOLELIOS di VITAL BALANCE® contiene pezzi selezionati di Pollo, Agnello o Tacchino come 1° ingrediente – una fonte di proteine di alta qualità che: 1

è altamente digeribile

2

aiuta a supportare le difese naturali

3

promuove muscoli forti e tonici

4

aiuta a mantenere un corpo snello

In vendita nelle maggiori filiali Migros.

SU TUTTI I PRODOTTI VITAL BALANCE® CANE, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.03 AL 31.03.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

VITAL BALANCE® è in vendita alla tua Migros e su LeShop.ch


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

35

Cultura e Spettacoli Ronconi pornografico Al Piccolo di Milano il celebre testo di Witold Gombrowicz si rivela piuttosto deludente

Quando ancora si scriveva C’è chi prova già nostalgia per un’attività che fa ormai parte del passato, ma ha determinato largamente i rapporti tra la gente: la stesura di lettere

Un archivio di letteratura L’importanza di tutelare e conservare i testi letterari degli scrittori del nostro Paese

Giovani Marianne L’interessante fenomeno delle giovani registe francesi che con pochi mezzi realizzano bei film

pagina 45

pagina 41

pagina 38 pagina 47

Sul set di Torneranno i prati, film di Ermanno Olmi.

La Grande Guerra dei piccoli soldati Incontri Sul set di Torneranno i prati, il film che il regista italiano Ermanno Olmi sta girando

sulla Prima guerra mondiale e sulle trincee dell’Altopiano dei Sette Comuni Blanche Greco L’Altopiano dei Sette Comuni, ad Asiago, è coperto da una spessa coltre di neve e gli scarponcini affondano di colpo nel manto bianco, provocando un lieve scricchiolìo e come un sospiro, lì dove il sole di marzo, che in questi giorni dardeggia come a giugno, ha scavato nella trama liquida di quei riflessi cristallini. Nei momenti di silenzio si sente il gorgheggio di un usignolo, che sembra vicinissimo, e invece è in uno di quei boschi fitti come macchie scure che s’inerpicano su per la montagna, e il suo canto scivola nella valle portato dal vento. Siamo venuti sul set di Torneranno i prati, il film che Ermanno Olmi sta completando sulla Guerra del ’15-’18 e che uscirà in autunno: «Vorrei che questo mio film prima ancora che bello, fosse un film utile», dice subito Olmi, serio, «In tutte le celebrazioni c’è il pericolo dello sventolìo di bandiere. È uno dei modi di ricordare, ma non deve essere l’unico. A cento anni dalla Grande Guerra credo che il miglior modo per celebrare questo conflitto mondiale sia sapere, capire perché è successo, fare largo alla verità. Sono stufo di dire “non faccio più film” e poi di smentire me stesso, ma a questo impegno non potevo

sottrarmi», aggiunge con un sorriso, accarezzando con lo sguardo il paesaggio dell’Altopiano che da molti anni è diventato casa sua. Siamo in Valgiardini, a 1100 metri, sulla strada per Monte Zebio, dove è stata fedelmente ricostruita una delle trincee in cui si svolge il film; l’altra, quella vera, è in Val Formica, a 1800 metri, nella zona di Larici al confine con Trento. Siamo su un set cinematografico in una zona che è stata uno dei campi di battaglia della Grande Guerra, all’Ossario di Asiago riposano più di cinquantamila soldati morti, e sotto quei contorni ondulati che vediamo, ammorbiditi dalla neve copiosa di quest’inverno, ricoperti dall’erba e dalla terra, ci sono ancora i camminamenti, ruderi di avamposti, nascondigli di munizioni, esplosivi e altri ordigni ancora oggi mortiferi. «Solo una trentina di anni fa (per uno come me che ne ha più di ottanta, è quasi ieri) da queste parti, ci fu un’enorme esplosione. Saltò in aria un grande deposito di gelatina, un esplosivo altamente instabile, e di sette persone non si è ritrovato che qualche brandello di stoffa. Erano “recuperanti”, uomini che giravano con dei cercamine, dei metal detector per scovare ordigni della guerra ’15-’18, in molti casi

inesplosi. Molti anni prima, avevo fatto un piccolo film per la televisione su uno di questi personaggi, «Toni il matto», uno spirito libero di queste parti. Attualmente ci sono ancora dei “recuperanti”, anche se oggi, è diventata una sorta di caccia al tesoro», aggiunge con una nota di tristezza il grande regista italiano. «Prima di scrivere questa storia, ho letto molto sull’anno tra il 1914, data dell’inizio del conflitto e il 1915, momento dell’entrata in Guerra dell’Italia, e sulle cose vergognose che successero: si mercanteggiò infatti a lungo sulla convenienza e sulle condizioni per entrare nel conflitto mondiale. Dopodiché la Casa Reale Savoia, ahimè, spesso “distratta” nei confronti della Storia mentre la viveva, ritenne più conveniente legarsi con quelle nazioni che volevano dei mercati economici in Europa… Mi chiedo perché gli storici non tirino fuori questi fatti, perché non vadano oltre la “versione ufficiale” per scrivere quella Storia che deve essere “maestra di vita”?» Ermanno Olmi, che per girare Torneranno i prati ha sfidato l’inverno, i propri acciacchi e il peso degli anni, insiste molto sul valore della storia. Il film che sta realizzando racconta una notte

in trincea alla fine del 1917 di un gruppo di soldati e di ufficiali; giovani uomini colti e contadini, alle prese con la guerra, il freddo, la fame e l’angoscia del nemico. «Volevo che i miei attori (da Claudio Santamaria ad Alessandro Sperduti passando per quei settanta ragazzi di queste parti che hanno fatto da comparse) in quelle trincee in parte scavate sotto terra, con il fiato che si gelava a mezz’aria, le facce da freddo e i gesti intirizziti, raccontassero anche una storia di disobbedienza, in cui due personaggi fanno prevalere la loro coscienza sulle esigenze militari dei comandi superiori. La disobbedienza è un atto morale ed eroico, specie quando lo paghi con la morte. Nel film uno è un alto ufficiale e l’altro, il solito soldatino di cui nessuno ricorderà il nome». Tutto doveva svolgersi in un’ora e mezza, in una notte di plenilunio, ma una meteorologia imprevedibile ha scompaginato i piani di Olmi: un momento si alzava la nebbia, il momento dopo nevicava e poi veniva il sole. Allora, assecondando i capricci del tempo, Olmi ha raccontato la storia di quelle notti. La trincea ad alta quota, lunga sessantatré metri, a un certo punto era talmente innevata che per liberarne anche solo una parte, ci sarebbero voluti due-

cento camion per portare via la neve. Ma Ermanno Olmi ha continuato a girare di notte perché, ci spiega: «Come succedeva spesso nella realtà e come racconta anche Federico De Roberto in La Paura, il Comando Supremo inviava l’ordine di trovare un posizionamento dal quale spiare la trincea avversa. E la notte è il momento in cui tutto è più indefinito e si ha la possibilità di compiere piccoli movimenti, piccole azioni e, nonostante il buio, il rischio di morire in quelle operazioni, è una certezza. Nel mio film, a causa di un’imminente offensiva su tutto il Fronte, una notte arrivano gli ufficiali del Comando Territoriale per ordinare la conquista di un “osservatorio” utile per scoprire i movimenti del nemico. Qui a Malga Zebio, le trincee degli uni e degli altri, nella realtà, erano a solo otto metri di distanza. Perciò durante il giorno i soldati erano costretti a “coprire” le vere intenzioni del proprio battaglione, evitando tutti quei rumori che avrebbero potuto tradirli. Ormai tra nemici si conoscevano talmente bene che non avevano neppure bisogno di vedersi». E, conclude Olmi: «Lei mi dice che Torneranno i prati è un titolo che sa di speranza. Qui sono tornati – il regista si guarda intorno, e mi fa un sorriso ironico – ma non sono una garanzia».



Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

38

Cultura e Spettacoli

Voyeurismo adulto e fascino giovanile Teatro Pornografia di Gombrowicz

nella trasposizione di Ronconi

Giovanni Fattorini 1943. Siamo in Polonia, durante l’occupazione nazista (ma le vicende storiche rimangono sullo sfondo). Witold e Federico, due uomini di mezz’età che si sono conosciuti a Varsavia frequentando un ritrovo di artisti e intellettuali, vengono invitati da un proprietario terriero a Sandomierz. Lì ne incontrano la figlia sedicenne, Enrichetta, e il figlio del fattore, Carlo, anche lui sedicenne. Agli occhi di Witold e Federico, affascinati dalla loro giovinezza, i due adolescenti appaiono legati non da un semplice rapporto di familiarità che risale agli anni dell’infanzia, ma da un’attrazione reciproca di cui sembrano assurdamente inconsapevoli. Affinché ne prendano coscienza e si abbandonino senza remore al loro desiderio, Witold e Federico costruiscono ambigue situazioni teatrali (ma il vero «regista» è Federico), volte a modellare e indirizzare la realtà secondo le proprie morbose interpretazioni-proiezioni di uomini maturi, fino a coinvolgere i due minorenni nella preparazione e nell’esecuzione di un omicidio in cui paiono brevemente e perversamente dissolversi le antinomie adulto/giovane, maturità/immaturità. Questa, in estrema sintesi, la storia raccontata dallo scrittore polacco Witold Gombrowicz nel romanzo Pornografia, pubblicato nel 1960 e trasposto da Luca Ronconi nello spettacolo coprodotto dal Centro Teatrale Santacristina e dal Piccolo Teatro di Milano. Pornografia è una narrazione interamente in prima persona, che fa larghissimo uso della «soggettiva»: un termine cinematografico la cui pertinenza mi pare avvalorata dall’ossessione del «guardare» propria dell’io narrante: dal

suo magistrale impiego descrittivo-narrativo della zoomata, del close-up, e in particolare dal rilievo dato a certi ambigui, inquietanti dettagli corporali (le nuche, le mani, i denti, le schiene). La «teatralizzazione» elaborata da Ronconi non parte da un adattamento, da una riscrittura drammaturgica del romanzo. Apportandovi soltanto qualche modifica (di cui bisognerebbe peraltro discutere), Ronconi ha mantenuto inalterato il testo di Gombrowicz (ampiamente sfrondato, questo è ovvio), e ne ha distribuito i frammenti a dieci attori. Come ha puntualmente annotato Francesco M. Cataluccio (lo studioso di Gombrowicz che ha seguito i lavori presso il Centro Teatrale Santacristina), «nella recitazione degli attori si alternano gli interventi in prima persona; quelli in terza persona con soggetto il proprio stesso personaggio; quelli in terza persona con soggetto gli altri personaggi; infine, molto più raramente, gli interventi in prima persona che si rivelano in realtà essere i pensieri di un altro personaggio». Ogni tanto interviene, con funzione di raccordo, una voce fuori campo.

Ronconi sta davvero vivendo una nuova stagione creativa o siamo di fronte a uno spettacolo monocorde? Dei numerosi effetti di tale operazione – a mio giudizio tutti negativi – alcuni si potrebbero definire di natura gnoseologica. Ad esempio: è attraverso lo sguardo e il pensiero di Witold che

Paolo Pierobon e Riccardo Bini in Pornografia. (Foto Luigi Laselva)

nel cruciale episodio romanzesco dell’officiatura della messa i gesti devozionali di Federico diventano «un atto espulsivo», «l’essenza stessa della negazione»: donde il convincimento dell’io narrante che «una mano invisibile aveva privato la messa di ogni contenuto», e che «si era innescato un processo di messa a nudo della realtà»: un processo che è tutto interno alla mente di Witold, e che descritto sia pure parzialmente e in terza persona dall’attore che impersona Federico (Paolo Pierobon) acquista arbitrariamente un che di oggettivo. Un altro effetto della teatralizzazione ronconiana è che l’azione scenica – preceduta o accompagnata dalla narrazione orale – costituisce una sorta di

scrittura parallela a mio parere pleonastica, ridondante: una superfetazione illustrativa o didascalica (e sempre sopra le righe), oppure grossolanamente esplicitante, come nella scena in cui Federico butta a terra, l’uno sull’altra, Carlo ed Enrichetta (Loris Fabiani e Lucia Marinsalta), e gettatosi a sua volta su di loro mima una rapida sodomizzazione del ragazzo: una fantasia più plausibilmente attribuibile a Witold, le cui parole lasciano trasparire il suo sentirsi attratto da Carlo e una ripugnanza per il corpo maschile adulto che rende poco credibile il legame omosessuale con Federico a cui alludono sia Cataluccio che Ronconi. Si veda anche la scena in cui Witold (Riccardo Bini, che all’aspetto ricorda il Ronconi di vent’anni fa) mi-

ma il raggiungimento dell’orgasmo immaginando-descrivendo (nel romanzo l’eccitazione è tutta e soltanto nel ritmo della scrittura) l’approssimarsi di Carlo ed Enrichetta alla camera del delitto. Non mi stupirei se i fedelissimi lodatori del Maestro giudicassero tali scenette come delle autentiche finezze ermeneutiche, come la fulgida riprova che Ronconi sta vivendo (c’è chi lo ha scritto) una nuova stagione creativa. Siamo invece di fronte a uno spettacolo senile, monocorde e manieristico, asfittico e noioso. Dove e quando

Milano, Piccolo Teatro Grassi, fino al 5 aprile

L’attualità del confine nel teatro latinoamericano In scena In Ticino, accanto ai cartelloni tradizionali legati alle città, cresce il numero degli appuntamenti

teatrali e di danza in spazi culturali piccoli ma preziosi

sue vicende personali, rimanendo fedele al paradigma di Dorfman con un allestimento pulito, senza sbavature, in cui emergono la recitazione sua e della Ferroni in equilibrio con l’enfatico contrappunto di Gagliardi. Applausi alla prima. Repliche a Locarno (Paravento, 28-30 marzo) e a Lugano (Foce, 4 e 5 aprile).

Giorgio Thoeni La compagnia locarnese Teatro Paravento, debuttando al Sociale di Bellinzona con Dall’altra parte di Ariel Dorfman, compie due passi interessanti (con il placet bellinzonese, va da sé). Dapprima realizza una pacifica (e intelligente) invasione di campo, al contempo attua anche un’ulteriore mossa aggiungendo «teatro di parola» al suo repertorio. Recentemente l’ha fatto con Pirandello, poi con Brecht e ora con Dorfman. In scena troviamo Luisa Ferroni, Miguel Ángel Cienfuegos e Davide Gagliardi con la regia dello stesso Cienfuegos.

Oltre a una messinscena tratta da Dorfman, anche la coreografia di Bernasconi/Sproccati e «La donna crea» Cileno di origini ebraiche, nato in Argentina (1942) poi trasferitosi in patria, Dorfman è scampato all’arresto durante il regime di Pinochet con una fuga rocambolesca che è stata raccontata nel documentario A Promise to the

MUS e sensualità femminile pop

Manuela Bernasconi e Francesca Sproccati.

Dead premiato nel 2008 al Toronto Film Festival. Oggi insegna negli Stati Uniti alla Duke University ed è uno dei più noti scrittori cileni. Dall’altra parte è un testo che ripercorre in tono tragicomico la follia della guerra con i suoi assurdi soprusi nell’arbitrio della violenza. La scena presenta l’interno di una casa povera, un grande letto centrale circondato da un perimetro di scarpe appaiate. Sono appartenute a cadaveri che due coniugi catalogano e

sotterrano in attesa che i famigliari vengano a rivendicarne le spoglie. L’arrivo della pace porta un nuovo «ordine» incarnato da un giovane soldato folle che irrompe nell’umile dimora e traccia un confine proprio a metà, passando per il letto. Chi è veramente quel soldato, il figlio che se n’era andato anni prima? Un clima paradossale dal sapore pinteriano percorre l’atto unico e la regia di Cienfuegos sul testo di un conterraneo così vicino alle

C’è una costola di Carnal e di Felix Quadros nello spettacolo Mis UnderStanding (MUS) che Manuela Bernasconi e Francesca Sproccati hanno fatto debuttare con il cappello del MotoPerpetuo al Foce di Lugano. La memoria torna a quell’interessante produzione presentata fra novembre e dicembre dello scorso anno nello spazio del Metrò, vi confluivano materiali coreografici, storie, suoni, musiche e esperienze in dialogo continuo fra gli interpreti. Una «residence» alla ricerca di un impatto narrativo originale il cui humus principale era l’entusiasmo. Con MUS il discorso è analogo, più elaborato e più concettuale. Due donne/una donna, un amalgama di movimenti e respiri che trasformano l’essenza del corpo femminile spezzettandone i movimenti fra minimalismi di quotidianità. Una voce narrante (Quadros) ci riporta alle poeti-

che legate alla natura, all’essere, al divenire in una sequenza ipnotica di parole fasciate da sottofondi percussivi (Pietro Luca Congedo). I corpi danzano duetti perfetti, sensuali, figure sincronizzate dove la retorica del contemporaneo immette nelle sue fantasie movenze massificanti, «dance». Un’ora di danza e di narrazione intensa in cui la Bernasconi e la Sproccati propongono un buon livello di danza e spettacolarizzazione del quotidiano con una sana dose d’ironia. Movimento, narrazione e canto di profughi

Al Teatro S.Materno di Ascona, per la 13. edizione del festival «La donna crea» (OSA!) è andato in scena La strada di casa, lavoro di master di Lianca Pandolfini per la Scuola di Verscio. È il racconto transgenerazionale, tormentato e intenso di una donna che ricorda l’incendio di Smirne, la strage e la fuga di armeni e greci strappati dai turchi dalle loro case. Una vicenda intima e rappresentativa della «catastrofe dell’Asia Minore» (1922), condizioni drammatiche di profughi per vicende sulle quali sembra che la Storia non ci abbia insegnato nulla. Uno spettacolo equilibrato, intenso e toccante: una prova di bravura che però potrebbe risultare più efficace se corretta dalle mani di una regia.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

39

Cultura e Spettacoli

I cinquanta di Mafalda Anniversari Fenomenologia di un’eterna bambina: il cinquantenario di Mafalda,

personaggio creato nel 1964 da Quino Benedicta Froelich Per quanto rari, esistono fenomeni di costume che, valicando i confini del proprio ambito di appartenenza, riescono a incarnare in modo incredibilmente fresco ed efficace gli aneliti, i drammi e lo spirito stesso dell’epoca che li ha originati – spesso arrivando addirittura a simboleggiarla agli occhi dei posteri. E sebbene non siamo troppo abituati a ricercare simili esempi di eccellenza nella sfera artistica rappresentata dal fumetto, non sarebbe certo un’esagerazione identificare il personaggio di Mafalda, creato ben cinquant’anni fa dal disegnatore argentino Joaquín Salvador Lavado (in arte semplicemente Quino), come uno dei fenomeni più duraturi e sociologicamente interessanti della categoria. Nell’arco di mezzo secolo di vita, la «bambina terribile» utilizzata da Quino come mezzo ideale per attuare un caustico commento critico della realtà degli anni 60 è infatti giunta a rappresentare l’essenza stessa di quell’indimenticabile e cruciale decennio – anche perché, nonostante la sua natura di prodotto fortemente ancorato alla realtà contemporanea, con il passare del tempo la serie a fumetti dal semplice titolo di Mafalda si è rivelata una lettura «universale», in grado di travalicare qualsiasi gap censitario, generazionale e geografico: lo dimostrano il suo travolgente successo internazionale e la costante presenza di innumerevoli articoli di merchandising sul mercato mondiale, segno evidente di come il personaggio non sia mai passato di moda. E pensare che la «contestataria» più celebre della letteratura disegnata, amata dagli adulti degli anni 60 come dai loro figli e nipoti, ha visto la luce sotto forma di esperimento editoriale estempo-

raneo: la striscia (tecnicamente definita, in gergo professionale, «strip») intitolata a Mafalda nasce infatti nel lontano 1964 dal riadattamento di un precedente personaggio di Quino; ed è nella sua nuova veste di protagonista che la bambina dallo sguardo corrucciato esordisce sulla rivista «Primera Plana», per poi passare al quotidiano «El Mundo» – presso il quale Quino pubblicherà a ritmo serrato una striscia al giorno – e infine, nel 1968, al settimanale «Siete Dias». La costante evoluzione del personaggio, assai più interessato alla politica mondiale che a giocattoli e caramelle, lo renderà presto popolarissimo presso i lettori, soprattutto in virtù del particolare stile narrativo prescelto da Quino, che mescola in modo magistrale la struggente poesia dell’infanzia alla più pungente e attuale satira politica; il tutto per mezzo di personaggi che, pur credibili nel loro ruolo infantile, permettono al lettore un’identificazione immediata, poiché ognuno degli amichetti di Mafalda – dal materialista Manolito all’ingenuo Miguelito, fino alla borghesissima Susanita – simbolizza un preciso archetipo umano.

Il fumetto con la contestataria più celebre della letteratura, è nato come esperimento Un’intuizione geniale, che però non sarà sufficiente a legare per sempre Quino alla sua creazione: infatti, a differenza del collega statunitense Charles M. Schultz (l’inventore dei Peanuts, destinato a disegnare per tutta la vita Snoopy

Una celebrità globale.

& co.), il creatore di Mafalda deciderà di porre la parola «fine» alla sua serie nel giugno 1973 – ironicamente, poco prima del golpe militare cileno che, precedendo il colpo di stato militare in Argentina, lasciava presagire la fine della realtà in cui Quino aveva fatto vivere il suo personaggio. Da allora, Mafalda ha effettuato solo alcune rare riapparizioni su richiesta, ma non è mai stata dimenticata dalle nutritissime schiere dei suo aficionados, che ne hanno perpetuato la memoria con costanza quasi religiosa. Ne ho avuta la conferma quando, alcuni anni fa, partecipai a un incontro con Quino svoltosi presso una libreria di Milano: in quell’occasione ri-

masi colpita dal fatto che il disegnatore non sembrasse granché orgoglioso, né consapevole dell’effettivo valore dell’eroina da lui creata – tanto da essere palesemente a disagio davanti all’entusiasmo di noi seguaci, che, desiderosi di celebrare la sua creazione, dobbiamo essergli parsi simili a membri di una setta, impegnati in una qualche forma di rito pagano. Ma la cosa non dovrebbe forse sorprendere; in fondo, come spesso accade, anche nel caso di Mafalda il personaggio ha infine acquisito, per così dire, una coscienza propria, dimostrandosi anche più lungimirante e perspicace del suo creatore. Forse, al pari di molti eroi divenuti così celebri

da conquistarsi un posto privilegiato nell’immaginario collettivo, Mafalda ormai «esiste» come entità inafferrabile ed eterea nella mente di tutti coloro che, attraverso più generazioni, sono cresciuti con la compagnia delle sue avventure. Per tutte queste persone, la presenza della bimba e dei suoi amichetti è una sorta di costante, che ha accompagnato la loro vita donando buonumore e, perché no, anche qualche valido spunto esistenziale; un motivo in più per celebrare questo cinquantenario con riconoscenza – e, perché no, rivolgere un pensiero grato all’eccentrico e solitario Quino, riluttante creatore di un fenomeno tuttora irripetibile.

Riuscirà l’orchestra sinfonica a salvarsi dalla crisi del contemporaneo? Musica I chitarristi di The National e Radiohead impegnati in un’uscita per Deutsche Grammophon Zeno Gabaglio È un problema non secondario, quello dell’attualità dell’orchestra sinfonica. Non ci si pensa spesso perché a nessuno verrebbe mai in mente di discutere il valore culturale di un’orchestra in sé e per sé. Però se ci si comincia a chiedere quale effettivamente sia il ruolo giocato dai gruppi sinfonici nella contemporaneità musicale – cioè in tutte quelle situazioni in cui non si tratta di continua ripetizione del passato, in cui si vibra di vita nuova e non di museo – effettivamente qualcosa non torna.

mente nelle stagioni di tutto il mondo al pari di quelle di Šostakovič (che morì nel 1975), di Ravel, di Brahms, di Beethoven o di Mozart. Questo non significa che nel frattempo di opere nuove non ne siano state scritte – abbiamo anzi avuto tante composizioni di valore, apprezzate da critica e pubblico – ma nessuna di queste si è ancorata all’esperienza musicale collettiva in modo duraturo e generalizzato. Rimane perciò la

domanda fatidica: l’orchestra sinfonica oggi può ancora dirsi uno strumento autentico della creazione artistica-musicale? Deutsche Grammophon un passo avanti

Una risposta decisa ed affermativa – forse perché di parte – l’ha recentemente fornita la casa discografica Deutsche Grammophon, pubblicando un disco

L’importante casa discografica tedesca ha deciso di favorire la creazione di nuove opere per orchestra

concettualmente vicino a quella (fortunata ed intelligentissima) serie «recomposed by», che negli ultimi dieci anni aveva portato sul più celebre altare della discografia classica alcuni sagaci deejay con il preciso obiettivo di ripensare, ricostruire e riattualizzare lo sterminato archivio dell’etichetta fondata da Emile Berliner. In questo caso, però, non si è trattato di remixare il già-esistente, ma di creare delle opere ex novo per orchestra sinfonica, andando a coinvolgere due personalità prominenti non già del mondo classico, bensì dell’universo creativo pop/rock. Per lasciare entrare un po’ di aria fresca dalla finestra e per far leva sul richiamo decisamente più efficace – in quanto ad hype modaiola ma anche a fiducia dell’ascoltatore non ideologico – che simili musicisti portano in dote a differenza dei colleghi classici. Bryce Dessner

Il rapporto tra la creatività contemporanea e il mondo dell’orchestra sinfonica sembra in qualche modo essersi incrinato. Da almeno trent’anni, ormai, questa secolare unione – vera e propria spina dorsale della storia della musica colta europea – langue in una difficile crisi. E la dimostrazione risiede nel fatto che non c’è nessuna composizione scritta dopo il 1980 che sia stabilmente entrata nel repertorio delle orchestre sinfoniche, che venga cioè proposta regolar-

Bryce Dessner e André De Ridder al lavoro per l’etichetta Deutsche Grammophon. (Annie Mie Dreves DG)

Conosciuto primariamente per essere il chitarrista della band The National – il gruppo di punta del movimento «indie» americano, osannatissimo lo scorso anno per il disco Trouble Will Find Me – Bryce Dessner aveva già mostrato una certa affinità verso la scrittura musicale su pentagramma nella collaborazione con il Kronos Quartet. I tre pezzi sinfonici St. Carolyn By The Sea, Lachrimae e Raphael rivelano però un’insospettabile perizia formale e una fertile capacità

nell’utilizzo dello strumento sinfonico – dei suoi colori, delle sue testure – che i più mai immaginerebbero esistere presso un rocker. Soprattutto in Lachrimae – il solo pezzo in cui non appare la chitarra di Dessner – l’ideazione sinfonica convince per coesione e coerenza. Meno vulcanica e citazionistica, più precisa e attuale. Jonny Greenwood

Anche Greenwood è in origine chitarrista rock, pilastro inamovibile dei rivoluzionari Radiohead. E la sua propensione verso la scrittura di discendenza classica è già più nota e duratura rispetto a quella di Dessner; basti pensare che attualmente è composer in residence presso la BBC Orchestra, o che tra le sue produzioni passate si trovano colonne sonore di film quali Norwegian Wood, The Master o Il petroliere, soundtrack da cui è peraltro tratta la suite There Will Be Blood pubblicata sul disco. Partendo da un approccio preconcetto – chissà che musica potrà mai scrivere un rockettaro… – anche Greenwood colpisce per lucidità di visione e padronanza del mezzo. Ma soprattutto per la compattezza di idee che fa apparire questa musica d’orchestra come un fine primario, non la trasposizione (di comodo) di idee nate altrove e per altri scopi musicali. Possibili tracce per una sopravvivenza – se non proprio per una nuova vita – della grande epopea sinfonica.


UNA CROCCANTE DELIZIA . O E N A R R E IT D E M E R O P A S DAL

TE CAN E C O CR OR UNA AL SAP EO. R AN ZIA D DELI EDITER M

5.30 Sandwich alle olive e ai pomodori Blévita 4 x 4 porzioni, 216 g

Lo snack mediterraneo da portare con sé. Scopri la nuova varietà di Blévita alle olive e ai pomodori. Un gusto unico racchiuso in due croccanti fette di Blévita. Il delizioso snack amplia l’assortimento di prodotti Blévita, ricchi di fibre alimentari. Le olive e i pomodori non sono mai stati così croccanti. In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 7.4.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

PUNTI

20x


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

41

Cultura e Spettacoli

Carteggi vintage

La follia per cambiare la politica Filmselezione

Lettere Nel più recente libro di Simon

I due gemelli clamorosi di Toni Servillo

Garfield si respira aria di nostalgia per i tempi in cui ancora (ci) si scriveva Mariarosa Mancuso Nel più contemporaneo dei film ora nelle sale – Her di Spike Jonze, ambientato in un futuro prossimo ma con dettagli che già fanno parte del presente – Joaquin Phoenix lavora per la ditta belleletterescritteamano.com. Detta al computer lettere d’amore, di amicizia, di ringraziamento, che compaiono sullo schermo nelle più varie grafie: da bambino che scrive al nonno, da fidanzata che scrive al fidanzato, da vecchio signore che ha appena ritrovato un compagno delle medie. Stampate sulla carta adatta, righe o quadretti o foglio bianco, a fine giornata vengono imbustate e spedite alla vecchia maniera.

Sono passati pochi anni, eppure il mondo della stesura di lettere ci sembra lontano e vagamente romantico Tornato a casa, il solitario Joaquin Phoenix – nel film si chiama Theodore Twombly – passa il tempo con un videogioco che ha per schermo l’intero salotto. Ha appena comprato uno smartphone di ultimissima generazione, con un sistema operativo intelligente che sceglie di chiamarsi Samantha e ha la voce di Scarlett Johansson. Sempre disponibile, sempre allegra, informata di gusti e segreti del proprietario perché ha visto le foto, letto le email, sbirciato tra le canzoni malinconiche in memoria, ha tutte le caratteristiche della fidanzata ideale. Scopriremo più avanti che non è l’unico, in quella Los Angeles con i grattacieli di Shanghai: i più audaci, invece di innamorarsi del proprio sistema operativo, si fidanzano con sistemi operativi altrui. Le lettere però resistono, bisogna dirlo a Simon Garfield. Dopo un appas-

sionante libro dedicato ai caratteri tipografici e alla loro storia, su carta e sotto forma di font che qualsiasi programma di scrittura propone in quantità – dal Baskerville, all’Helvetica all’Ariel che abbiamo usato per scrivere questo articolo – ha pubblicato L’arte perduta di scrivere le lettere (esce da Ponte alle Grazie, come il precedente: Sei proprio il mio Typo). C’è un po’ di nostalgia, e non poteva non esserci. Per un mondo in cui dalle lettere dipendevano le relazioni sociali. Oltre che i romanzi epistolari, che furono la prima forma di reality: fingendosi ritrovate, garantivano che lo scrittore non ci aveva messo del suo. Il lettore si godeva le bugie, le alleanze, le sofferenze, gli amori in presa diretta, gli equivoci provocati dalle missive che arrivavano in ritardo o andavano smarrite o biecamente venivano sottratte. Le lettere si spedivano per invitare a cena, per annunciare dolori e gioie, per raccontare la giornata agli assenti, per scusarsi, per ingannare. Arrivavano veloci, portate dai fattorini che attendevano la risposta, oppure inviate attraverso il pubblico servizio (che nell’Ottocento a Londra garantiva il giro di posta – ormai nell’espressione desueta «rispondimi a stretto giro di posta» – in giornata). La corrispondenza di signore intelligenti come Madame de Sevigné e Madame du Deffand – grafomani, per gli standard di oggi – vale più di un’autobiografia. Simon Garfield delizia il lettore senza annoiarlo mai. Ogni capitolo è arricchito da aneddoti e dettagli. Prendiamo il numero 9, intitolato «Perché le lettere di Jane Austen sono così noiose (e altri enigmi epistolari)». Edward Morgan Forster adorava i romanzi della scrittrice, ma ne trovava le lettere «piene di volgarità, oppure di cafonaggine, e di affermazioni sentenziose». Lei stessa dice di sé, sempre in una lettera: «Sono costretta a essere offensiva in mancanza di argomenti, non avendo in effetti nul-

Top10 DVD & Blu Ray

Top10 Libri

1. Cattivissimo Me 2

1. Clara Sánchez

Animazione 2. Un weekend da bamboccioni 2

A. Sandler, S. Hayek /novità 3. Planes

Animazione

Le cose che sai di me, Garzanti 2. Albert Espinosa

Braccialetti rossi, Salani /novità 3. Jeff Kinney

Diario di una schiappa Guai in arrivo, Il Castoro

4. Rush

C. Hemsworth, D. Brühl

4. Andrea Camilleri

5. Barbie - La principessa delle perle

5. Michael Connelly

Animazione /novità 6. Captain Phillips

T. Hanks, M. Martini

Inseguendo un’ombra, Sellerio /nov. Il quinto testimone, Piemme 6. Andrea Vitali

Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti Rizzoli /novità

7. Questione di tempo

R. McAdams, D. Gleeson

7. Michele Serra

Gli sdraiati, Feltrinelli

8. Thor 2

C. Hemsworth, N. Portman 9. Welcome to the jungle

J-C. Van Damme, A. Brody 10. Gravity

S. Bullock, G. Clooney

8. Luis Sepulveda

Storia di una lumaca che scoprì l’importanza di essere lenta Guanda 9. Fabio Volo

La strada verso casa, Mondadori 10. Stephen King

Doctor Sleep, Sperling

Fabio Fumagalli **(*) Viva la libertà, di Roberto Andò,

con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Anna Bonaiuto, Michela Cescon (Italia 2013)

Il libro di Simon Garfield.

la da dire». Scriveva di cuoche che non sanno fare i dolci, o di ceste piene di mele ricevute in regalo, e questo si può concedere. Ma aveva poco da dire evidentemente anche sulle guerre napoleoniche: «È orribile che così tanti siano rimati uccisi. Ed è una vera fortuna non conoscerne nessuno» (lo stesso meccanismo per cui i giornali titolano: «Cento morti in un incidente aereo. Nessuno svizzero tra le vittime»). Troviamo i carteggi delle coppie celebri, quasi tutte infelici: Eloisa e Abelardo, Ted Hughes e Sylvia Plath, Anaïs Nin e Henry Miller. Da accostare allo splendido carteggio tra i poeti Elizabeth Bishop e Robert Lowell, appena uscito da Adelphi con il titolo: Scrivere lettere è sempre pericoloso. Trent’anni di missive, da «Cara signorina Bishop» del 1947 (segue il racconto di un incendio provocato da un ubriaco con la sigaretta) a

Top10 CD 1. Artisti Vari

Sanremo 2014 2. Artisti Vari

Bravo Hits Vol. 84 3. Roby Facchinetti

Ma che vita la mia /novità 4. Artisti Vari

Megahits 2014 5. Pegasus

Love & Gunfire 6. Artisti Vari

The Dome Vol. 68 7. George Michael

Symphonica 8. Eugenio Finardi

Fibrillante 9. Zucchero

Una rosa blanca 10. Antony/Battiato

«Carissima Elizabeth» del 1974 (segue descrizione del poeta inglese Tony Harrison, «un tipo rude e di bassa estrazione che fa sembrare Ted Hughes un parigino»). In mezzo, amori non corrisposti, follia, crisi depressive, alcolismo, vagabondaggio da un continente all’altro. Altre lettere d’autore, sempre curiose e scelte con sapienza, si trovano sul sito Lettersofnote.com. Due le nostre preferite (finora). Una lettera scritta dal giovane John Lasseter a Walt Disney, dopo aver scoperto che i disegni animati che vedeva in tv potevano essere un vero lavoro (ora Lasseter dirige la Disney-Pixar). Una firmata da Salinger, con la spiegazione del perché Il giovane Holden al cinema non sarebbe mai venuto bene. Per riprodurne le chiacchiere serviva una voce fuori campo, e la voce fuori campo ammazza il cinema.

Agenda dal 24 al 30 marzo 2014 Eventi sostenuti dalla Cooperativa Migros Ticino Fred Wesley & The New JBs Concerto jazz di Rete Due Giovedì 27, ore 21.00 Studio Foce, Lugano Quelli del Cabaret Com.X Rassegna del comico Giovedì 27, venerdì 28, sabato 29, ore 20.45 Teatro Sociale, Bellinzona L’amica del vento Minispettacoli Domenica 30, ore 15.00-17.00 Oratorio San Giovanni, Minusio

Dal suo veloce volo Per saperne di più su programmi, attività e concorsi del Percento Culturale Migros consultate anche percento-culturale.ch e Facebook

Non a caso il quarto lungometraggio dello scrittore, regista di teatro e d’opera Roberto Andò ha sollevato la curiosità generale. Viva la libertà entra nella meritevole tradizione del cinema politico italiano, ma a dire poco sorprendente è la vicenda del film, tratta dal romanzo Il trono vuoto dello stesso Andò. Alla vigilia delle elezioni, il segretario del maggior partito dell’opposizione è contestato e demotivato; improvvisamente, decide di scomparire, rifugiandosi a Parigi presso un amore giovanile. Per evitare la catastrofe, gli unici a conoscenza del fatto, lo stretto assistente e la moglie dell’uomo politico, giocano la carta della disperazione: cercano un fratello gemello del fuggitivo, filosofo geniale ed eccentrico appena rilasciato da una casa di cura psichiatrica per depressione bipolare, e lo sostituiscono allo scomparso sfruttandone l’impressionante somiglianza. Sorpresa: mentre a Parigi il fuggiasco si rigenera alimentando giovanili sensazioni, il gemello pazzerello con le sue disinvolte ma in definitiva proficue energie, con onestà e rinnovate passioni capovolge la

tendenza, conquista i più scettici e riempie le piazze. Il solito giochino permesso dalle magie del cinema? Resta il fatto che, concepito mesi prima che la Storia autentica seguisse il proprio corso, il film ha indotto tutti a notare quanto la transizione Bersani/ Letta/Renzi appaia anticipata dalla storia svitata dei due gemelli di Andò. La mostruosa interpretazione di Toni Servillo è poi evidentemente all’origine del successo del film: l’attore s’impossessa di uno dei grandi temi del cinema (e della psicanalisi), quello della coppia, per sdoppiarsi istrionicamente nei due personaggi, nella follia sbarazzina ma creatrice dell’uno, come nella discrezione malinconica dell’altro. La metafora è forse a tratti ingombrante e la prestazione di Servillo ai confini di un geniale compiacimento: ma è il regista a tenere la rotta, con il pudore della sua ironia distaccata, l’intelligenza della provocazione che non scade mai nella farsa. Viva la libertà denuncia così le note magagne del sistema Italia senza essere un film ideologico. Uno sguardo surreale che rende credibile l’impossibile, all’interno di tempi dilatati, echi sonori e spazi vuoti; e una direzione d’attori che traduce mirabilmente il disagio dei personaggi (nel ruolo dell’assistente, Valerio Mastandrea è magnifico). È la parte francese, più convenzionale e romanzata, anche perché meno posseduta stilisticamente, a condizionare una riuscita impeccabile del film. Ma quell’elogio della follia creativa osato dagli autori rimane nella memoria.


30% DI RIDUZIONE L’OFFERTA È VALIDA SU TUTTA LA LINEA DERMAZERO IN CONFEZIONE DOPPIA, DAL 25.03.2014, FINO AD ESAURIMENTO DELLO STOCK.

30% 8.25di 11.80 invece

Intima Roberts

Dermazero 2x 200ml

0% COLORANTI 0% ALCOOL 0% SAPONE 0% PARABENI ! Detergente intimo con speciale formula ipoallergenica ! Riduce al minimo il rischio di allergie e irritazioni

! Massima tollerabilità su mucose sensibili

0% COLORANTI 0% ALCOOL 0% PARABENI 0% PARAFFINA ! Massima tollerabilità sulle pelli più sensibili. ! Ideale anche per il viso. ! Con ingredienti di origine naturale

30% 7.25di 10.40 invece

Sapone liquido

Dermazero 2x 300ml

Neutro Roberts è in n vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

43

Cultura e Spettacoli

Le mani sulla carta Pubblicazioni Un saggio sulla lettura dei libri, vecchi e nuovi, dello studioso canadese di letteratura Andrew Piper Stefano Vassere «Ciascuno dei capitoli di questo libro è costruito intorno a qualcosa che facciamo quando leggiamo: come tocchiamo i libri e gli schermi, come li guardiamo, come li condividiamo, come li annotiamo e come navighiamo al loro interno, dove li usiamo e perfino come ci giochiamo».

Nel suo libro Piper cerca di comprendere le relazioni tra libri e schermi, individuando le differenze Questo libro di Andrew Piper, che è docente di Letteratura tedesca ed europea alla McGill University di Montréal, è un libro che al suo autore piacerebbe analizzare, scomporre, decostruire, smontare e rimontare. Perché ha prospettive verticali e orizzontali, spaziali e temporali, ha pagine dove coesistono Paul Valéry e i laboratori Bell, Sartre e il pensiero digitale, Erasmo da Rotterdam e Google Books. Sono quei libri che lasciano ogni tanto un vago sentore di sospetto, e si dovrebbe andare a controllare tutte le fonti e tutti i rinvii perché l’insieme sembra quadrare in modo fin troppo bello. Ma che, superato questo sospetto, diventano una specie di parco divertimenti saggistico, una Disneyland della lettura per la quale si scomoda l’immagine un po’ scontata del piacere. A occhio,

viene in mente l’archetipo testuale e metodologico di McLuhan, la semiotica delle calze a rete, le persone che «sono ciò che vedono» e altre squisitezze simili. Qui, si parla di lettura. E i capitoli hanno titoli accattivanti come «Face, book», «Del prendere nota», «Tra gli alberi» e una struttura bipartita ricorrente: una prima parte parla del libro di carta, poi ci sono asterischi di separazione e si passa al libro digitale. Il tentativo di superare un po’ il match libro vecchio e libro nuovo, meglio io meglio tu, è dichiarato fin dalle primissime pagine, perché «questo libro non è un’arringa pro o contro i libri. Non ha a che fare con i vecchi media e i nuovi media. È invece un tentativo di comprendere le relazioni tra libri e schermi, di individuare alcune delle loro differenze fondamentali e di mappare gli elementi di continuità che potrebbero unirli». Non sappiamo ancora bene che cosa «accade» quando si legge, di che cosa «facciano le persone quando leggono». Il libro vecchio è a portata di mano («lì» come dice il titolo), così che la lettura è lo stabilirsi di una relazione tra libro e mani, nella quale «il tatto ha dato forma alla lettura»; il libro digitale non ha pagine da girare, non ha pagine tout court e tutt’al più ha simulazioni di pagine, e non può essere «tenuto», né in senso materiale né in senso astratto: non è tangibile, non ha forma di libro, non è di nostra proprietà. Non può essere letto la sera ai bambini: «i nostri corpi assumono posture di riposo e il libro è la colonna che ci sostiene

Il libro, oggetto infinitamente discusso. (Keystone)

tutti». Per non parlare (anche se Piper lo fa, e nel modo diffuso che ormai sappiamo) del prendere nota, del condividere il libro, dei luoghi della lettura, delle sedi del libro, il frontespizio, la pagina, la consistenza fisica. Nel dibattito ormai corposo sui nuovi mezzi di lettura, se c’è una certezza è quella che riguarda la netta supremazia, nel trattare il tema, di quelli che potremmo chiamare «umanisti tradizionali»: professori di letteratura, antichisti, linguisti paiono ben più attrezzati dei tecnici nell’affrontare con

respiro e sapienza temi anche all’avanguardia, come il ricorso alle nuove tecnologie della comunicazione o i vantaggi e gli svantaggi dei supporti di lettura digitali. Intendiamoci, la scienza pare essere ancora molliccia, tutta tesa a rendere conto delle esperienze dirette dell’utente-studioso e cercare di applicarle. La sociologia sostenuta di libri come questo è certamente almeno solida e gradevole; una lettura spensierata, almeno, in attesa dei tempi migliori che sicuramente non tarderanno ad arrivare.

«I libri non vengono solo conservati: vengono anche dati via. I libri sono tra gli oggetti più importanti che condividiamo. Oggi forse leggiamo per lo più in solitudine e tuttavia sentiamo ancora un desiderio di comunione. È una cosa che fa parte della lettura come forma di desiderio». Bibliografia

Andrew Piper, Il libro era lì. La lettura nell’era digitale, Milano, Franco Angeli, 2013.

il paio

invece di

198.–

Tutte le offerte sono valide dal 25.3 al 7.4.2014, fino a esaurimento dello stock.

invece di

JD Monopattino Deluxe white 200 mm

Prezzo promozionale

poi

129.–

Fila Pattini in linea da donna/uomo Helix 80

479.–

Prezzo promozionale

poi

invece di

299.–

749.–

Crosswave Bicicletta per bambini S400 24" Misura 35 cm.

invece di

799.– Crosswave Bicicletta per adulti Streetracer Misure 50/56/60 cm.

Ordina ora online:

www.sportxx.ch

Crosswave Bicicletta da trekking da donna CrossCountry Misure 43/46 cm, disponibile anche nel modello da uomo.

49 SportXX in Svizzera.

Bodyshape Trampolino per esterni Ø 3 m, con rete di sicurezza. Servizio di consegna a domicilio: fr. 49.–.


® Reg. Trademark of Société des Produits Nestlé S.A.

E N O I Z U D I R I D 20%

Approfittate ora dell’offerta speciale su tutta la gamma MATZINGER® e coccolate il vostro cane con Snacks deliziosi e sani! 2.55 invece di 3.20 1.90 invece di 2.40 2.30 invece di 2.90 MATZINGER® Dental Fresh 7 Sticks

MATZINGER® Healthy Variety 150 g

MATZINGER® Mega Bone 2x90 g

In vendita nelle maggiori filiali Migros.

SU TUTTI I PRODOTTI MATZINGER® CANE, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.03 AL 31.03.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

MATZINGER® è in vendita alla tua Migros e su LeShop.ch


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

45

Cultura e Spettacoli

A tutela della nostra letteratura Patrimonio culturale L’Archivio svizzero di letteratura protegge la creazione letteraria

per preservare il multiculturalismo e il plurilinguismo nel nostro Paese Alessandro Zanoli La spinta determinante, che è riuscita a mettere in moto un’idea covata per anni, l’ha data il più grande degli scrittori svizzeri, Friedrich Dürrenmatt. Pochi anni prima della sua morte, aveva proposto alla Confederazione di acquisire il suo archivio personale ma, nello stesso tempo, di far nascere un archivio nazionale degli scrittori svizzeri che valorizzasse un inestimabile patrimonio di idee e di «carte». «A quel tempo, nel 1989, c’era Cotti come Consigliere federale, responsabile del Dipartimento degli interni. Sono state trattative molto rapide. Era un epoca in cui c’erano idee e volontà di fare, oltre a una buona disponibilità finanziaria». La storia dell’Archivio Svizzero di letteratura (ASL), una «costola» della Biblioteca nazionale svizzera, ce la spiega Annetta Ganzoni. Lavora qui dal 1997 come responsabile delle collezioni e delle attività in lingua italiana e romancia. Le «collezioni in lingua italiana» sono più precisamente il patrimonio di pubblicazioni, appunti e note, bozze di stesure, testi inediti, ritagli di stampa contenuti negli archivi personali di alcuni autori e autrici svizzeri italiani. I più importanti attualmente custoditi a Berna sono quelli di Franco Beltrametti, Alice Ceresa, Remo Fasani, Anna Felder, Adolfo Jenni, Edvige Livello, Grytzko Mascioni, Alberto

Nessi e Giovanni Orelli. Proprio quest’ultimo è stato una sorta di «apripista» del gruppo. In occasione dell’inaugurazione dell’ASL aveva deciso di donare il suo archivio privato e, argomentando per spiegare la scelta, Orelli aveva scritto: «Proprio per incoraggiare ulteriormente, entro i miei limitati limiti, il superamento delle barriere, compresa quella linguistica, ho optato per Berna, privilegiando Berna ai più “naturali” Lugano e Pavia. La scelta è dunque di natura simbolica e di carattere politico. Essa non nega – ci mancherebbe altro! – l’elemento etnico-genealogico (l’italianità, lingua compresa), ma si guarda bene dal dimenticare la memoria “civico-territoriale” che con gli Svizzeri condividiamo, con tutto quel che c’è da condividere, nel male e nel bene, da quasi cinque secoli». «Tra i nostri compiti, oltre al lavoro strettamente legato all’ordinamento e alla conservazione dei materiali che ci sono stati affidati, c’è quello di far conoscere gli autori, e possibilmente anche quelli che sono stati un po’ dimenticati» spiega Annetta Ganzoni. «Lo possiamo fare per esempio tramite mostre, oppure tramite pubblicazioni specifiche, come la rivista “Quarto”, di cui è uscito di recente il numero 37 dedicato ai prosatori in lingua italiana». Affinché l’archivio non rimanga isolato e nascosto al mondo ma diventi un motore

Friedrich Dürrenmatt. (Keystone)

di cultura, dunque, le varie sezioni organizzano regolarmente iniziative mirate a metterne in evidenza il ricco patrimonio. «Le nostre attività sono molto varie, vanno dalla catalogazione e dalla messa a disposizione dei materiali nelle banche dati online, ad esempio, fino all’organizzazione di serate pubbliche, incontri con gli autori, visite guidate. In questo senso cerchiamo di rendere l’archivio un luogo vivo, dove gli autori possono venire a leggere le loro ultime opere, a discutere con il pubblico. È interessante notare come sono cambiate

O T N E M I T R DIVE

PASQUALE

CREAZIONE DI CONIGLI DI PASQUA Dal 25 marzo al 19 aprile 2014, presso le filiali Migros selezionate i bambini possono creare il proprio coniglio di cioccolato e portarselo a casa.

Foglio da ra alla colorare: o nline! Migros e o e Par tecipa n regalino riceverai u di Pasqua.

le cose dal 1991 ad oggi. Se all’inizio le attività richiamavano un pubblico mirato, come potevano essere i membri della Pro Ticino o gli studenti universitari della facoltà di italianistica, negli ultimi anni mandiamo i nostri inviti all’indirizzario completo dei corrispondenti di tutte le lingue, nella regione di Berna, e la gente viene». L’ASL promuove attivamente la cultura italiana in Svizzera anche mettendosi a disposizione della ricerca. Niente di più interessante per gli studiosi della letteratura che potersi avvicinare al retrobottega degli scrittori e poter prendere visione delle carte da cui sono nate le loro opere. «Gli studenti vengono a consultare i materiali nella apposita sala di lettura: a volte offriamo un po’ di consulenza, magari qualche spunto, ma molti sanno già quello che interessa loro per i lavori di master o di seminario. Ci sono dottorandi, ma anche giornalisti o privati che cercano informazioni». Annetta Ganzoni ci parla poi di un’iniziativa più recente, approdata proprio sulla rivista «Quarto», a cui accennavamo più sopra. «In questo caso specifico siamo partiti da tre ricerche dedicate a Plinio Martini, Giovanni Orelli e Anna Felder che fanno parte di un progetto specifico finanziato dal Fondo nazionale di ricerca, Pratiche d’autore in tre autori della Svizzera italiana. A quei contributi abbiamo ag-

giunto una serie di articoli che toccano un ventaglio più ampio di autori presenti nel nostro archivio, come Alberto Nessi e Grytzko Mascioni». Molto lavoro in corso, dunque, per aprire una discussione e una riflessione generale sulla letteratura svizzero italiana. Dal punto di vista editoriale questa sembra godere spesso di un maggiore riconoscimento oltralpe, rispetto a quanto accade nella Svizzera italiana stessa. Annetta Ganzoni ce lo conferma: «Sì, sicuro: il Ticino è un bacino di lettori molto ristretto. È vero che alcuni autori svizzero italiani riescono ad arrivare anche in Italia, ma sono pochi». Nella Svizzera tedesca e romanda i libri ticinesi suscitano interesse soprattutto quando gli autori stessi sanno mettersi in gioco per promuoverli. «Fino a poco tempo fa l’unica vetrina possibile era il festival di Soletta, che aveva il suo pubblico. In ogni città comunque ci sono enti che si muovono in questo senso, come la Società Dante Alighieri, ad esempio, che ha a Neuchâtel una sede molto attiva. Un po’ dipende poi dagli autori stessi, dalla loro disponibilità, dal loro desiderio di confrontarsi con il pubblico anche di altre lingue, di entrare in discussione, insomma» conclude la ricercatrice. Info

www.nb.admin.ch/asl

Tutte le ni e le informazio no su va filiali si tro s.ch/ o w w w.migr -deilo o g pasqua/an venti bambini/e

DECORAZIONE DI CONIGLI DI PASQUA Dal 26 marzo al 19 aprile 2014, nelle filiali selezionate i bambini possono decorare a piacimento i conigli di cioccolato e poi fare un bel pacchetto regalo.


20% SU TUTTI PRODOTTI SÉLECTION.

5.50 invece di 6.90 Tutto l’assortimento Sélection 20% di riduzione, per es. torta a rosette*, 500 g

* In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 7.4.2013, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

47

Cultura e Spettacoli

Una realtà da navigare a vista

TG RSI-SRF, operazione riuscita Visti in tivù Quella

di giovedì è stata un’occasione in più per approfondire la conoscenza

Film Rebecca Zlotowski, Héléna Klotz

e Céline Sciamma, le nuove promettenti leve del cinema francese

Giorgia Del Don Rebecca Zlotowski, Héléna Klotz e Céline Sciamma ecco un terzetto che non ha di certo finito di far parlare di sé. Queste ragazze non hanno proprio intenzione di starsene zitte, come semplici osservatrici di un mondo ormai pericolosamente in bilico fra desideri e realtà. Ricche di una forza che si è andata consolidando con gli anni, le nostre paladine del nuovo cinema francese sono ben determinate a entrare nell’occhio del ciclone per estrarne delle perle di una bellezza velenosa ed estremamente rincuorante... almeno per noi figli di una generazione che non si dà per vinta malgrado la (triste) realtà.

Registe giovani e con pochi mezzi riescono a realizzare film di valore e che fanno discutere

Concorsi

Ma andiamo con ordine. Rebecca, Héléna e Céline, classe 1980, un passato come studentesse alla prestigiosa scuola di cinema Femis di Parigi, e una passione comune per il mondo dell’adolescenza che le ha spinte a indagare, attraverso film fragili e radicali allo stesso tempo, personaggi alle prese con un momento difficile della loro vita: la scoperta della propria identità, dei propri sentimenti, delle proprie pulsioni, il passaggio insomma alla vita «adulta». In passato questo passaggio decisivo – il momento del distacco dalla propria famiglia, dell’indipendenza finanziaria, della libertà – era tutto sommato abbastanza facile da situare a livello temporale, oggi tutto questo è di sicuro più incerto. Un numero incalcolabile di incognite, di «ma» e di «se», si interpongono fatalmente fra l’infanzia e l’età adulta, rendendo l’adolescenza ancora più fluttuante, oscura, inafferrabile. In poche parole, nell’adolescenza si entra, senza sapere però davvero quando si riuscirà ad uscirne, e soprattutto come.

091/821 7162 Orario per le telefonate: dalle 10.30 fino a esaurimento dei biglietti

Cosa ci aspetta davvero? Di sicuro non le sicurezze che hanno cullato i nostri genitori, figli di quel baby boom dorato che ha aperto le porte ad un numero infinito di possibilità. E allora che ci resta da fare? Abbassare le braccia o cercare invece di costruirci un’altra età adulta, non più comune a tutti ma per ciascuno diversa? Queste sono le domande che stanno al centro di L’age atomique, film ipnotico di Héléna Klotz che, esplorando i desideri ancora acerbi dei due adolescenti Victor e Rainer, ci parla in realtà di qualcosa di ben più grande: della paura e allo stesso tempo del desiderio di libertà che marca indelebilmente la gioventù. L’occhio di Klotz segue imperterrito i nostri due (anti)eroi in erba, li spia mentre deambulano di notte per le strade di Parigi, mentre si intrufolano in oscuri club nascosti nei sotterranei, fino alla fuga lontano, nei boschi, e alla prima luce del giorno. Quello che Héléna Klotz vuole illustrare non sono semplicemente le pulsioni irrefrenabili, grandiose e ingenue che segnano l’adolescenza: dall’imbarazzo dei primi tentativi di seduzione alle risse per strada. Al contrario, al di là del semplice ritratto realista di una generazione, quello che le interessa è indagare la sensazione particolare che accompagna in modo immutabile questo momento: quel romanticismo «noir», misto di presunto disfattismo e celate speranze che, malgrado il mondo non cessi di cambiare, rimane sempre incollato all’adolescenza. Malgrado tutto il marasma di incertezza, che è al cuore della nostra società, malgrado la malinconia e la tristezza, Victor e Rainer si aggrappano alla vita: ostinatamente, impetuosamente, e soprattutto in segreto. Filmando personaggi di almeno dieci anni più giovani di loro, queste cineaste soddisfano un desiderio profondo, quello di raccontare la storia di un apprendistato, di analizzare un momento «ibrido» che contiene in sé gli unici abbozzi di risposte possibili per cercare di indovinare un futuro che sembra sempre più inaccessibile. Come ben dice la stessa Klotz: «Quello che mi

affascina tanto nella gioventù è il fatto che ci permette di immaginare a cosa assomiglierà il futuro. Osservandola si filma già il domani». Con il suo Grand central Rebecca Zlotowski ci fa nuovamente viaggiare attraverso i sentieri del desiderio: «Volevo svelare il mistero della malinconia quando si ha qualcuno sotto pelle», dice la nostra regista. Sebbene alcuni anni (e varie esperienze) separino Gary, Carole e Tony dai protagonisti di L’age atomique, quello che li accomuna è il bisogno viscerale di soddisfare i propri desideri sebbene questi si scontrino con una realtà ostile. Carole deve sposare Tony, Carole ama Tony ma allo stesso tempo ama anche Gary, in un triangolo amoroso assolutamente attuale. Da un certo punto di vista Carole e Tony rappresentano già quell’abbozzo di futuro di cui parlava Héléna Klotz. L’instabilità dei loro sentimenti, la violenza dei loro desideri, la schizofrenia di avvenimenti che compongono il loro vissuto, mettono in evidenza il bisogno estremamente contemporaneo di scrivere, soli, la storia della propria vita.

Questo bisogno di riscrivere la propria traiettoria personale senza poter contare su nessun punto di riferimento, ben coscienti dell’inutilità del seguire i soliti terreni battuti, è ciò che accomuna queste giovani cineaste francesi. Anziché lasciarsi schiacciare dall’incertezza che ritrovano ovunque e ancora in maggior modo nel mondo della produzione cinematografica, queste nuove Marianne hanno deciso di reagire, costruendosi un micro sistema che appartiene solo a loro, in tutta libertà. Anche se i soldi messi a loro disposizione sono quelli per un cortometraggio, esse riescono a creare un lungometraggio che, riesce ad essere selezionato in numerosi festival internazionali (La Naissance des pieuvres e Grand central sono stati tutti e due selezionati nella sezione «un certain regard» del festival di Cannes). Se c’è un lato positivo nella crisi è che ci libera dal fardello del passato, dalla solennità dei nostri predecessori, permettendoci di avanzare al nostro proprio ritmo e di costruirci un nuovo domani, rattoppato certo ma di sicuro pieno di una nuova ed inaspettata forza.

900Presente Rassegna concertistica Palacongressi, Lugano Giovedì 3 aprile, ore 17.30 Kraanerg

Jazz a Primavera Rassegna concertistica Casa Cav. Pellanda, Biasca Sabato 29 marzo, ore 21.00 Ars 3 Promemoria

I Vesperali Rassegna concertistica Chiesa Collegiata, Bellinzona Giovedì 17 aprile, ore 19.45 Sinfonia n. 2 Lobgesang

Tragedia multimediale scenica di Iannis Xenakis. Ensemble 900, Scuola Teatro Dimitri. Direttore Arturo Tamayo. Regia Daniel Bausch. Scenografia Franco Cavani.

M. Grossi, piano; Attilio Zanchi, contrabbasso, M. Castiglioni, batteria.

Possibilità di assistere alle prove generali della Sinfonia n. 2 Lobgesang di Felix Mendelssohn-Bartholdy (18091847). Sandra Trattnigg, soprano; Mandy Fredrich, soprano; Christoph Strehl, tenore; Coro RSI e OSI, direzione di Diego Fasolis.

Antonella Rainoldi

Tahar Rahim in una scena di Grand Central di Rebecca Zlotowski.

Sabato 5 aprile, ore 21.00 Inside evening quartet M. Ballabio, pianoforte; O. Antezana, sax alto; M. Brambilla, basso; R. Lombardi, batteria. www. conservatorio .ch

www.musibiasca.ch

www.vesperali.ch

Regolamento Migros Ticino offre ai lettori biglietti gratuiti per le manifestazioni sopra menzionate.

Massimo due biglietti per economia domestica. La partecipazione è riservata a chi non ha beneficiato di vincite in occasione di analoghe promozioni nel corso degli scorsi mesi.

Per aggiudicarsi i biglietti basta telefonare martedì 25 marzo al numero sulla sinistra nell’orario indicato. Buona fortuna!

Biglietti in palio per gli eventi sostenuti dal Percento culturale di Migros Ticino

Dopo l’ottima campagna d’immagine, ossia due spot accattivanti in lingua italiana e tedesca, più qualche servizio su misura, era impossibile perdersi un momento così. L’esperienza andava fatta. Giovedì scorso RSI e SRF hanno dato vita a un esperimento curioso, proponendo un doppio scambio tra TG e Tagesschau, una specie di innesto insolito sul rito condiviso, con tanto di inversione di ruoli tra Alessia Caldelari e Maureen Bailo. La prima ha presentato, alle 19.30, su SRF 1, un’edizione principale della Tagesschau interamente prodotta dalla redazione di Comano in trasferta a Zurigo. Poi, alle 20, su RSI La 1, è toccato alla seconda «illuminare» il TG, affiancata dalla sua squadra. Nel clima complice della sessione primaverile delle Camere federali, si è molto parlato di politica, dal sì del Consiglio degli Stati al raddoppio del San Gottardo alla decisione del Nazionale per l’applicazione dell’iniziativa dell’UDC a favore dell’espulsione degli stranieri criminali. Ma si è parlato anche di svizzeri tedeschi al sud e di ticinesi al nord. Com’è andato l’esperimento? Tutto è filato liscio, nonostante qualche inciampo linguistico da parte dei giornalisti SRF. Ma questi sono dettagli. In fondo anche Filippo Lombardi se l’è cavata alla bell’e meglio: intervistato da una magnifica Alessia Caldelari dopo un interessante servizio sui corsi di italiano all’interno dell’amministrazione federale, Lombardi si è espresso in un tedesco non memorabile (quante imperfezioni di pronuncia, senatore!). Nelle due edizioni è stato possibile ritrovare non soltanto la decantata pro-

Alessia Caldelari nel TG SRF.

fessionalità delle redazioni, ma anche il riscontro stilistico, il prestito culturale, la conferma dei diversi sguardi sull’attualità. Per questo il merito maggiore dell’esperimento è consistito nel rappresentare un processo di conoscenza reciproca, nel quale lo scambio di redazioni e di anchorwoman è stato il pretesto per piccoli viaggi di avvicinamento, nel tentativo riuscito di incoraggiare la coesione di un paese complesso, proprio come già era successo un anno fa con SRF e RTS. Non che i telegiornali di Comano e Zurigo avessero finora trascurato le altre regioni della Svizzera, anzi. L’abbiamo già scritto, specie il primo attinge spesso al lavoro del secondo. Ma il doppio speciale è indubbiamente un buon modo per onorare il mandato della SSR di essere nazionali, come lo è stato nel passato prossimo il mese tematico dedicato a Gli Svizzeri. Adesso aspettiamo con trepidazione la risposta RSI-RTS di novembre.


a r u t r e p Ria

IL 27 M A R ZO

TENERO a t a v o n n i r e ent

Completam

GIOVEDÌ 27, VENERDÌ 28, SABATO 29 MARZO 2014

10%

su tutto* l’assortimento di Migros Tenero * Ad eccezione di un numero ridotto di prodotti e delle prestazioni di servizio.

Supermercato Migros Tenero Via al Giardino, 6598 Tenero tel. +41 91 821 77 50 Orari d’apertura lunedì–venerdì: 8.00–18.30 giovedì: 8.00–20.00 / sabato: 8.00–17.00


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

49

Idee e acquisti per la settimana

Riapertura

Il gerente Sebastiano Pizzo attorniato dal team di vendita di Migros Tenero. (Giovanni Barberis)

Migros Tenero

#

shopping

TENERO

Inaugurazione Giovedì 27 giugno riapre il Supermercato Migros

di Tenero. Per festeggiare l’evento sono previste promozioni e animazioni

VINCI LA TUA SPESA! In palio 10x100.– franchi* Nome

Cognome

Via/n°

Dopo 6 settimane di chiusura resasi necessaria per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione, la clientela e la popolazione di Tenero a partire da giovedì prossimo 27 marzo, potranno nuovamente far capo al Supermercato Migros situato in Via al Giardino. Durante la fase dei lavori di ammodernamento la fedele clientela, ha potuto servirsi, per gli acquisti giornalieri dei generi di prima necessità, presso il «mini-negozio» provvisorio allestito a pochi metri dalla filiale. La

presenza di Migros a Tenero risale al 1967. Migros Tenero si è dotata dei più moderni standard sviluppati per rendere la spesa di tutti i giorni ancor più confortevole. Per festeggiarne la riapertura, sono in programma diverse attività promozionali rivolte alla clientela. A cominciare dal 10% di riduzione su tutto l’assortimento proposto nei giorni di giovedì 27, venerdì 28 e sabato 29 marzo. Le prime 600 clienti che giovedì e venerdì visiteranno que-

sta filiale di Migros Ticino, riceveranno quale omaggio una classica rosa rossa. Sabato, oltre che un dolce pensiero firmato Jowa, per tutti i clienti, dalle ore 9.30, tutti i bambini saranno accolti con palloncini omaggio e divertenti esibizioni del clown «Claudione». Non dimenticate di partecipare al concorso: basta ritagliare e compilare il tagliando qui a lato, imbucarlo entro sabato sera 29 marzo nell’apposita urna che troverete presso Migros Tenero. Buona fortuna!

NPA/località

Telefono

Imbuca questo tagliando nell’apposita urna presso il nuovo supermercato Migros di Tenero. Termine di partecipazione: sabato 29 marzo 2014 * Premi sotto forma di carte regalo Migros. Condizioni di partecipazione: nessun obbligo d’acquisto, la partecipazione è riservata a maggiorenni, sono esclusi ricorsi a vie legali, non è prevista alcuna corrispondenza. I vincitori saranno avvisati per scritto entro il 4 aprile 2014. I collaboratori di Migros Ticino sono esclusi dalla partecipazione.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

50

Idee e acquisti per la settimana

Da 40 anni «non solo shopping» Attualità Il Centro Shopping Serfontana festeggia il suo quarto decennale Nel 1974 si inaugurava il Centro Shopping Serfontana di Morbio Inferiore che allora rappresentava uno dei primissimi Centri Commerciali nella nostra regione. Da allora di tempo ne è trascorso e l’evoluzione di mercato contraddistinta dall’alternarsi di periodi congiunturalmente favorevoli ad anni con maggiori difficoltà ha consolidato questa realtà commerciale che ha saputo costantemente rinnovarsi fino ai giorni nostri. L’importante traguardo, sarà festeggiato il prossimo fine settimana. Sabato 29 marzo, dalle ore 10.00 saranno presenti due personaggi Looney Toons della Warner Bros, gli amatissimi Titti e Gatto Silvestro che in coppia passeggeranno nel Centro e potranno essere fotografati in compagnia di tutti i loro numerosissimi fans. Nel pomeriggio questi mitici personaggi dei cartoons affiancheranno la madrina della due giorni di festa, ossia l’animatrice di Rete Tre Rosy Nervi. Ai presenti sarà offerta anche la possibilità di partecipare gratuitamente ad estrazioni di fantastici premi immediati. Il programma del sabato si concluderà con un aperitivo offerto a partire dalle ore 17.00. Domenica 30 marzo è prevista l’apertura straordinaria del Centro Shopping Serfontana dalle ore 10.00 alle 18.00. A dare il benvenuto nella mall del Centro sarà di nuovo la simpatica Rosy Nervi accompagnata da un elegantissimo Bugs Bunny in frac. Alle 10.45 in diretta radio, la finale del concorso musicale indetto da ReteUno che vedrà confrontarsi i tre concorrenti qualificatisi a suon di musica e creatività che si contenderanno il montepremi di ben 5’000 franchi messi in palio dal Centro Serfontana in qualità

di sponsor della trasmissione. Dalle ore 11 il «Clown Pallina» proporrà simpatiche animazioni per i bambini e il «Magico Max» nel suo laboratorio di magia lascerà tutti a bocca aperta. Per gli amanti dei sapori e delle tradizioni nostrane, una gustosa risottata sarà offerta a partire dalle ore 12.30 accompagnata con la musica dal vivo del Nicola Locarnini Quartet. Alle ore 14.00 riprenderanno gli spettacoli per i bambini con le attese esibizioni a partire dalle ore 15.00 dello special guest della festa, il noto mentalista Federico Soldati conduttore della trasmissione televisiva «Il rompiscatole». Migros offrirà domenica 30 marzo dalle 10.00 alle 18.00 il 10% di riduzione su tutto l’assortimento del proprio supermercato e dei negozi specializzati melectronics, SportXX Migros, Do it+Garden

Migros e Migros Florissimo; in tutti questi negozi i clienti riceveranno in regalo un dolce pensiero firmato da Chocolat Frey. A tutti i buongustai il Ristorante Migros proporrà un menu completo al prezzo di soli franchi 14.90 costituito da stinco di maiale con polenta nostrana e funghi e, dulcis in fundo, una panna cotta ai frutti di bosco fatta in casa. Pensando ai golosoni, il Ristorante Migros a partire dalle ore 14 per soli franchi 3.30 servirà l’ambasciatrice della propria pasticceria artigianale Migros, ossia una fetta di torta foresta nera; nel prezzo è compresa una bibita calda a scelta. Inoltre, tutti i clienti che sabato 29 e domenica 30 marzo faranno acquisti per un minimo di 100 franchi presso il supermercato Migros del Serfontana, presentando il relativo scontrino di cassa entro

Una dolce Pasqua

Per la gioia di tutti i golosoni, ecco tre bontà per una Pasqua all’insegna della dolcezza: i Caraques coniglio al cioccolato e le due uova di cioccolato Hello Kitty e Tom e Jerry. I Caraques sono una specialità originaria della Svizzera romanda, dove si suppone venissero prodotti già a partire dagli anni venti del secolo scorso. Si ritiene che l’etimologia

Vi consigliamo di prendere nota di data e orari; buon shopping e buona festa! Tanti auguri Serfontana!

Sicurezza e delicatezza per tutto il giorno

Caraques Coniglio 156 g Fr. 4.70 Uovo di cioccolato Hello Kitty 280 g Fr. 16.80

il 30 aprile 2014 all’agenzia Hotelplan del Serfontana, beneficeranno di un buono viaggio del valore di 100 franchi.

Uovo di cioccolato Tom e Jerry 240 g Fr. 15.90

In vendita nei maggiori supermercati Migros.

del loro nome possa derivare da «caraque», che secondo un dizionario di cucina francese era un cacao di qualità superiore prodotto nei dintorni di Caracas. Si tratta di due tortine riccamente farcite di finissimo cioccolato con un simpatico coniglietto di marzapane in superficie. I Caraques sono ottimi a merenda e, grazie al loro intenso colore

verde, sono particolarmente apprezzati dai bambini. Le altre due immancabili delizie pasquali sono le uova di finissimo cioccolato al latte con tanto di sorpresa nascosta al loro interno. Entrambe raffigurano alcuni dei personaggi dei cartoons più amati dai piccoli buongustai: Hello Kitty e Tom e Jerry.

Coloro che cercano un deodorante che duri a lungo e che al contempo sia delicato sulla pelle scelgono i prodotti Borotalco Original, marchio leader in Italia nell’ambito dei prodotti per la cura del corpo. Grazie alla presenza di microtalco naturale, i deo Borotalco assorbono il sudore in modo efficace e in tutta sicurezza. Il microtalco, sostanza ottenuta dalla lavorazione del talco – è un minerale naturale – si attiva tramite uno speciale processo di frantumazione ad alta efficienza che potenzia le prestazioni del minerale, aumentando così la superficie di assorbimento del sudore e permettendo una migliore distribuzione della sostanza sulla

pelle. L’innovativa formula lascia la pelle più asciutta e protetta per tutto il giorno. Tutti i dedoranti Borotalco si caratterizzano per l’inconfondibile profumazione della tradizionale polvere per la pelle, vengono dermatologicamente testati e non contengono alcool, pertanto sono indicati anche per l’utilizzo dopo la depilazione. I deo sono disponibili in quattro pratici formati differenti: spray, stick, roll-on e vapo. Di Borotalco Original esistono anche due docciaschiuma. Infine, segnaliamo che attualmente a Migros Ticino potrete approfittare di una grande promozione su alcuni prodotti Borotalco Original in confezione doppia.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

51

Idee e acquisti per la settimana

Hai voglia d’estate? Attualità Allora ti invitiamo a scoprire la nuova collezione di mobili da giardino di Do it + Garden Migros

Queste prime miti e soleggiate giornate primaverili risvegliano in noi la voglia di uscire a trascorrere piacevoli momenti all’aperto, per esempio passeggiando, pedalando, leggendo un bel libro in giar-

dino oppure concedendoci i primi pranzetti con parenti e amici sul terrazzo o sul balcone di casa. Grazie ai nuovi mobili da giardino dei Do it + Garden Migros potrai già da subito immergerti nella magica atmosfera della bella stagione. La scelta è talmente ampia e variegata che nessuno resterà a mani vuote, senza ovviamente voler scordare il buon rapporto qualità/prezzo che contraddistin-

gue i prodotti. A proposito: quest’anno i colori più trendy sono rappresentati dalle varie tonalità di grigio, il turchese, il blu lavanda, il giallo e il lilla. Tra le interessanti proposte stagionali segnaliamo ad esempio la linea di produzione svizzera Vitznau con tavolini e sedie dal design retro zincati a fuoco e resistenti alle intemperie. Elegante, ecologico e spazioso è invece il set da pranzo

Semerang (vedi foto), composto da sedie pieghevoli e tavolo in pregiato teak non trattato e certificato FSC, vale a dire legno proveniente da foreste gestite in modo ecologicamente e socialmente sostenibile. Altra proposta attirasguardi è costituita dalla nuova linea lounge Goa (vedi foto), un sistema componibile per balconi o terrazze in materiale pregiato intrec-

ciato, composto da poltrona, pouf e tavolino. Accanto ai mobili, l’assortimento comprende pure una scelta senza pari di sdraio, ombrelloni, cuscini e altri accessori indispensabili per godersi pienamente l’estate. L’assortimento completo di mobili da giardino è in vendita nei maggiori Do it + Garden Migros, nonché presso Micasa S. Antonino.

Il barometro dei prezzi

Colleziona anche tu! OFFICIAL LICENSED STICKER ALBUM TM

2014 FIFA World Cup Brazil

Il conto alla rovescia per la Coppa del Mondo FIFA 2014 brasiliana è iniziato. Il prossimo 12 giugno, a San Paolo, con la partita Brasile-Croazia, verrà dato il fischio d’inizio della 20° edizione di questa appassionante manifestazione d’interesse planetario, che per la seconda volta è ospitata in terra carioca, dopo quella del 1950. Saranno 32 le squadre partecipanti – 13 europee, tra cui anche la nostra nazionale svizzera – che si sfideranno sui campi delle dodici città ospitanti fino alla finalissima del 13 luglio nello storico stadio Maracanà di Rio de Janeiro. Entra anche tu da subito nella magica

A causa dell’aumento dei prezzi del latte Migros è costretta ad alzare anche il prezzo del latte M-Budget. Rincarano anche la Coca-Cola in lattina e quella nella bottiglietta PET da 50 cl poiché Migros deve pagare di più ai fornitori.

Experience the online album at www.FIFA.com/stickeralbum

Alcuni esempi:

atmosfera della Coppa del Mondo, in tutti i supermercati di Migros Ticino trovi infatti in vendita sia l’album sia le

figurine firmate dalla Panini, il leader mondiale nel settore dei collezionabili editoriali.

M-Budget latte intero UHT, 2l M-Budget latte parz. scremato UHT, 2l Tutte le Coca-Cola in PET da 50 cl Tutte le Coca-Cola in lattina da 33 cl

Prezzo vecchio in Fr. 2.00 1.95 1.20 0.70

Nuovo in Fr. 2.05 2.00 1.25 0.75

in % 2,5 2,6 4,2 7,1


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

52

Idee e acquisti per la settimana

Aceto: un valido tuttofare in cucina! L’aceto regala un pieno di vitamine a ogni croccante insalata. La Migros è lieta, quindi, di presentarvi due nuove varianti: l’aceto alle erbe aromatiche svizzere e l’aceto di mele Aceto alle erbe aromatiche Condy 750 ml Fr. 2.20

Aceto di mele Condy* 750 ml Fr. 2.30 Tutto da gustare: l’intenso profumo di ciò che la nostra terra ha da offrire, tante erbette servite in un piatto e nel raffinato aceto deliziosamente profumato.

* in vendita nelle maggiori filiali Migros Punti Cumulus moltiplicati per 20 su entrambi gli aceti dal 18 al 31.3

L’aceto è il protagonista di un’infinità di piatti. Nell’insalata, per esempio, l’aceto mette in risalto l’inconfondibile aroma naturale dei tanti raffinati ingredienti. Questo vale per il nuovo aceto alle erbe aromatiche Condy deliziosamente profumato al basilico, all'alloro, al prezzemolo e all'aglio orsino, nonché per la nostra nuova specialità a base di aceto di mele, sapientemente raffinata con dell’aroma di mele naturale: l’irresistibile aceto di mele Condy. Tutti gli

ingredienti dell’aceto alle erbe aromatiche, sono coltivati in Svizzera e sapientemente assemblati e trasformati in ottimo aceto a Chezle-Bart NE, in una impresa di lunga tradizione, attiva sin dal 1938. Ma l’aceto è più di un semplice condimento; è infatti un alimento dalle mille sfaccettature, un vero mago in cucina. Qualche esempio? Basta aggiungerne un goccio all’acqua di cottura, per permettere al cavolo rosso o al cavolfiore di

conservare tutto il loro colore. Persino gli asparagi danno il meglio con un tocco leggermente acidulo: infatti, per mantenere i loro steli freschi più a lungo, basta avvolgerli in un panno inumidito con acqua e aceto. Senza dimenticare, infine, il purè di patate, al quale consigliamo di aggiungere un cucchiaino di aceto subito dopo il latte. Provare per credere! / Anette Wolffram Eugster; illustrazioni bab.ch/StockFood/Gallo Images

L’industria Migros produce numerosi prodotti molto apprezzati, tra cui troviamo anche gli aceti Condy.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

53

Idee e acquisti per la settimana

Un’ondata di freschezza per le gambe I collant sono ora un accessorio irrinunciabile persino in estate: Keep Cool mantiene le gambe fresche anche quando fuori fa caldo Quando le temperature salgono, anche le gambe vogliono presentarsi in tutta la loro bellezza. Ma a questo punto sorge una domanda: con o senza collant? A chi non può presentarsi in ufficio a gambe scoperte o desidera nascondere piccoli difetti la scelta s’impone. Indossare collant nel periodo più caldo dell’anno, però, finora significava rassegnarsi a sudore e prurito. Ma adesso non succederà più! La nuova generazione di collant invisibili e impalpabili conferisce alle gambe un tocco d’impeccabile eleganza e in più offre un piacevolissimo effetto rinfrescante, frutto delle fibre, prodotte secondo un particolare processo innovativo. Keep Cool offre così la soluzione perfetta per l’estate, proprio come già avvenuto in autunno con la collezione di successo, d’alta tecnologia, Keep Warm. La collezione estiva di calze e collant è in vendita alla Migros e propone diversi colori e modelli; dalle moderne autoreggenti con semplice fascetta in silicone, che non lascia il segno, ai classici collant color pelle e neri. Inoltre, il marchio Keep Cool propone anche diversi capi di intimo per uomo e donna, dall’effetto rinfrescante, su misura per la stagione più calda dell’anno. Jacqueline Vinzelberg

Leggerissimi e praticamente invisibili, i fantastici collant dall’effetto rinfrescante sono i compagni perfetti della vostra estate.

Keep Cool, collant, 12 den, rinfrescanti, superopachi, pelle o neri Fr. 17.80

Keep Cool Stay up, autoreggenti con semplice fascetta in silicone, 10 den, rinfrescanti, effetto nudo, pelle e nere Fr. 17.80

Keep Cool, finissimi collant estivi, 7 den, rinfrescanti, effetto nudo, pelle e neri Fr. 17.80

Keep Cool, collant estivi, 8 den, rinfrescanti, opachi, con suola antiscivolo, pelle e neri Fr. 17.80


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

54

Idee e acquisti per la settimana

Buooooonissimo Le capre sono rinomate per il loro carattere deciso, proprio come il formaggio prodotto con il loro latte; nessun buongustaio riesce a resistergli. E la variante fresca Léger propone un piacevole aroma rinfrescante sottolineato dalla nota tipica della sua origine e dalla leggera consistenza cremosa, che lo rende perfetto da spalmare. Questo formaggio fresco francese di capra, nel vasetto a piramide, è prodotto con latte magro pastorizzato e contiene, così, il 75% di grasso in meno rispetto alla versione comune, a base di latte intero. Ciononostante il suo gusto è fantastico e si presta ai più svariati tipi di preparazione. È infatti perfetto per raffinare gratin, minestre, insalate, salse ed è delizioso sia nella versione dolce, spalmato su crostini e arricchito con confettura o servito con fichi, sia in una più classica con pomodori e basilico.

Formaggio fresco di capra Léger 150 g Fr. 3.70

NOVITÀ DEL MOMENTO. 20x PUNTI

NOVITÀ 2.90 Spaghetti Léger 500 g

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 18.3 AL 31.3.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


. O C S E R F E T N E M L INCREDIBI

CONSIGLIAMO Una pizza ovale al prosciutto con formentino e arance in insalata porta un tocco di italianità in tavola! Trovi la ricetta su www.saison.ch/it/consigliamo e tutti gli ingredienti freschi alla tua Migros.

40%

11.70 invece di 14.70 Pizza ovale Anna’s Best in conf. da 3 20% di riduzione, per es. al prosciutto, 3 x 210 g

30%

6.40 invece di 10.80

2.65 invece di 3.80

Bratwurst di vitello, TerraSuisse 4 x 140 g

Pere Kaiser Alexander Svizzera, al kg

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 31.3.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

4.10 invece di 5.– Formaggio fresco Cantadou in conf. da 2 –.90 di riduzione, per es. alle erbe aromatiche e all’aglio, 2 x 125 g


SEMPRE E SOLO FRES CHEZZA. 40%

30%

40% 2.50 invece di 4.20

5.20 invece di 6.50

4.90 invece di 7.–

1.25 invece di 2.15

Patate resistenti alla cottura Svizzera, sacchetto da 2,5 kg

Tutte le colombe San Antonio 120 g, 300 g, 500 g e 1 kg in sacchetto 20% di riduzione, per es. 500 g

Petto di tacchino M-Classic in conf. da 2 affettato finemente, Brasile / Francia, 2 x 144 g

Tutto l’assortimento di Fleischkäse Delikatess, TerraSuisse Svizzera, per es. affettato fine in vaschetta, per 100 g

40%

30%

30%

30%

33%

4.90 invece di 7.20

2.30

3.10 invece di 5.30

3.35 invece di 4.85

1.50 invece di 2.20

6.80 invece di 10.20

Asparagi verdi USA / Messico, mazzo da 1 kg

Cavolfiore Italia / Spagna, al kg

Tutto l’assortimento DimmidiSì per es. Minestrone di verdure, 620 g

Affettato misto ticinese prodotto in Ticino, in vaschetta, per 100 g

Costolette di maiale, TerraSuisse Svizzera, imballate, per 100 g

Minipic in conf. da 3 Svizzera, 3 x 90 g

50%

30%

30%

20%

4.30 invece di 6.20

1.50

5.– invece di 10.–

5.60 invece di 7.10

3.– invece di 3.80

Lamponi Spagna, in conf. da 250 g

Kiwi Italia / Francia, cestino da 6 pezzi

Ciotola primaverile Eva al pezzo

Filetto di sogliola limanda Atlantico nord-orientale, per 100 g, fino al 29.3

Tutto l’assortimento Sélection Lombatine d’agnello 20% di riduzione, per es. petto di quaglia, per 100 g Nuova Zelanda / Australia, imballate, per 100 g

Società Cooperativa Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 31.3.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

3.70 invece di 5.30


. IO M R A P IS R I D À IT IL IB S S ANCORA PIÙ PO 33%

30%

30%

50%

2.95 invece di 3.15

1.55 invece di 1.85

4.60 invece di 6.90

9.80 invece di 14.–

14.25 invece di 20.40

8.60 invece di 17.20

Il Burro panetto da 250 g, –.20 di riduzione

Tutte le tavolette di cioccolato Frey e M-Classic da 100 g, UTZ (esclusi articoli Suprême e confezioni multiple), a partire dall’acquisto di 2 tavolette, –.30 di riduzione l’una, per. es. Tourist

Petit Beurre Chocolat au Lait o Chocolat Noir in conf. da 3 3 x 150 g

Involtini primavera J. Bank’s con verdure o pollo in conf. da 2 surgelati, per es. involtini primavera con pollo, 2 x 6 pezzi

Filetti di salmone atlantico Pelican in conf. da 3 surgelati, 3 x 250 g

Crispy di pollo Don Pollo, impanati surgelati, 1,4 kg

1.50

DI RIDUZIONE

6 per 4

50%

1.75 invece di 2.20

3.60 invece di 4.80

14.50 invece di 19.–

2.40 invece di 3.90

5.40 invece di 8.10

3.– invece di 6.–

Tutti i millefoglie 20% di riduzione, per es. 2 pezzi, 157 g

Michette e panini al latte precotti M-Classic, refrigerati 25% di riduzione, per es. michette, 800 g

Miscela pasquale Frey in sacchetto da 1 kg, UTZ ovetti e cioccolatini

Olio di girasole M-Classic, 1 l a partire dall’acquisto di 2 bottiglie, 1.50 di riduzione l’una

Ice Tea in PET in conf. da 6 x 1,5 l per es. Ice Tea al limone

Acqua minerale Vittel in conf. da 6 x 1,5 l

10.80 invece di 12.80

2.90

11.70 invece di 14.70

2.40 invece di 3.–

2.30 invece di 2.80

1.90 invece di 2.85

Minirose, Fairtrade il mazzo da 20

Diverse erbe aromatiche per es. basilico, in vaso da 14 cm, la pianta

Fiori alla ricotta e agli spinaci o agnolotti all’arrabbiata in conf. da 3, bio 20% di riduzione, per es. fiori alla ricotta e agli spinaci, 3 x 250 g

Tutto l’assortimento di brodi Bon Chef ed Emma’s 20% di riduzione, per es. brodo di verdura in dadi Bon Chef, 12 x 10 g

Tutti i sughi e tutte le salse Agnesi a partire dall’acquisto di 2 prodotti, –.50 di riduzione l’uno, per es. sugo al basilico, 400 g

Spaghetti, pennette o cravattine Agnesi, 750 g (con il 50% di contenuto in più), per es. cravattine, 500 + 250 g gratis

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 31.3.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


IL BELLO DELLA . A Z N E I N E V N CO 50% 12.80

3.25 invece di 6.50

2.50 invece di 3.10

Cuscino multifunzionale Maya disponibile in diversi colori, 38 x 26 cm, offerta valida fino al 7.4

Ammorbidenti Exelia per es. Florence, 1,5 l, offerta valida fino al 7.4

Tutti i prodotti Handy e Manella a partire dall’acquisto di 2 prodotti, –.60 di riduzione l’uno, per es. Manella Power, 500 ml, offerta valida fino al 7.4

50%

30%

4.90 invece di 9.80

8.80 invece di 12.60

5.20 invece di 5.90

Tutte le caraffe termiche Cucina & Tavola per es. caraffa termica bianca con bulbo di vetro, 0,9 l, offerta valida fino al 7.4

Carta per uso domestico Twist Style in confezioni multiple, FSC 12 rotoli

Tutti i detergenti Potz a partire dall’acquisto di 2 prodotti, –.70 di riduzione l’uno, per es. disotturante per scarichi Xpert Power Gel, 1 l, offerta valida fino al 7.4

11.85 invece di 23.70

63.20 invece di 79.–

14.90

Carta per fotocopie Papeteria in conf. da 3 A4, bianca, 80 g/m2, FSC, 3 x 500 fogli

Tutte le valigie e le borse da viaggio* 20% di riduzione, per es. trolley ABS 2 ruote, 49 cm, diversi design, offerta valida fino al 7.4

Diversi boxer e slip da uomo in conf. da 3 per es. slip da uomo

50% * In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 31.3.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


ALTRE OFFERTE. FRUTTA E VERDURA Patate resistenti alla cottura, Svizzera, sacchetto da 2,5 kg 2.50 invece di 4.20 40% Cavolfiore, Italia / Spagna, al kg 2.30 Pere Kaiser Alexander, Svizzera, al kg 2.65 invece di 3.80 30% Kiwi, Italia / Francia, cestino da 6 pezzi 1.50 Fragole, bio, Spagna, vaschetta da 250 g 1.95 invece di 2.95 33% Asparagi verdi, USA / Messico, mazzo da 1 kg 4.90 invece di 7.20 30% Lamponi, Spagna, in conf. da 250 g 4.30 invece di 6.20 30%

Per la tua spesa ritaglia qui.

PESCE, CARNE E POLLAME Bratwurst di vitello, TerraSuisse, 4 x 140 g 6.40 invece di 10.80 40% Petto di tacchino M-Classic in conf. da 2, affettato finemente, Brasile / Francia, 2 x 144 g 4.90 invece di 7.– 30% Minipic in conf. da 3, Svizzera, 3 x 90 g 6.80 invece di 10.20 33% Tutto l’assortimento Sélection, per es. petto di quaglia, per 100 g 3.– invece di 3.80 20% Pollo intero Optigal, 2 pezzi, Svizzera, al kg 6.60 invece di 9.50 30% Tutto l’assortimento Sélection 20% *,** Filetti di trota M-Classic affumicati in conf. da 3, d’allevamento, Danimarca, 3 x 125 g 8.60 invece di 10.80 20% Arrosto di vitello cotto, Svizzera, affettato in vaschetta, per 100 g 3.40 invece di 4.25 20% Tutto l’assortimento di Fleischkäse Delikatess, TerraSuisse, Svizzera, per es. affettato fine in vaschetta, per 100 g 1.25 invece di 2.15 40% Affettato misto ticinese, prodotto in Ticino, in vaschetta, per 100 g 3.35 invece di 4.85 30% Costolette di maiale, TerraSuisse, Svizzera, imballate, per 100 g 1.50 invece di 2.20 30% Lombatine d’agnello, Nuova Zelanda / Australia, imballate, per 100 g 3.70 invece di 5.30 30% Spiedini Migros, TerraSuisse, Svizzera, imballati, per 100 g 2.45 invece di 3.10 20% Filetto di sogliola limanda, Atlantico nord-orientale, per 100 g 5.60 invece di 7.10 20% Fino al 29.3

PANE E LATTICINI Il Burro, –.20 di riduzione, panetto da 250 g 2.95 invece di 3.15 Le Gruyère semistagionato, bio, per 100 g 1.80 invece di 2.25 20% Formaggio fresco Cantadou in conf. da 2, –.90 di riduzione, per es. alle erbe aromatiche e all’aglio, 2 x 125 g 4.10 invece di 5.– *In vendita nelle maggiori filiali Migros.

Tutto l’assortimento Sélection 20% **

FIORI E PIANTE Minirose, Fairtrade, il mazzo da 20 10.80 invece di 12.80 Mazzo di tulipani con rametti di mirtillo, il mazzo 12.90 Tutto l’assortimento Sélection 20% ** Ciotola primaverile Eva, al pezzo 5.– invece di 10.– 50% Diverse erbe aromatiche, per es. basilico in vaso da 14 cm, la pianta 2.90

ALTRI ALIMENTI Tutte le tavolette di cioccolato Frey e M-Classic da 100 g, UTZ (esclusi articoli Suprême e confezioni multiple), a partire dall’acquisto di 2 tavolette, –.30 di riduzione l’una, per. es. Tourist 1.55 invece di 1.85 Miscela pasquale Frey in sacchetto da 1 kg, UTZ, ovetti e cioccolatini 14.50 invece di 19.– Uovo di metallo Frey, UTZ, ripieno di ovetti di cioccolato, 20x 264 g 12.50 20x PUNTI Petit Beurre Chocolat au Lait o Chocolat Noir in conf. da 3, 3 x 150 g 4.60 invece di 6.90 33% Sablé Tradition, con mandorle caramellate e finemente salate, 120 g 3.30 NOVITÀ *,** 20x Sandwich Blévita alle olive e al pomodoro, 216 g 5.30 20x NOVITÀ ** Sandwich Blévita ai frutti di bosco o alle erbe aromatiche, per es. alle erbe aromatiche, 20x 216 g 5.30 20x PUNTI ** Tutte le confetture bio e tutti i tipi di miele bio, per es. confettura di mirtilli extra, 350 g 2.35 invece di 2.95 20% Tresor, Smacks, Frosties, Chocos, Honey Bsss, Toppas Mini, Choco Krispies e Variety Kellogg’s, per es. Tresor al cioccolato e gianduia, 600 g 5.40 invece di 6.80 20% Tutta la frutta secca e le noci bio, per es. spicchi di mango, 100 g 2.55 invece di 3.– 15% Involtini primavera J. Bank’s con verdure o pollo in conf. da 2, surgelati, per es. involtini primavera con pollo, 2 x 6 pezzi 9.80 invece di 14.– 30% Filetti di salmone atlantico Pelican in conf. da 3, surgelati, 3 x 250 g 14.25 invece di 20.40 30% Crispy di pollo Don Pollo, impanati, surgelati, 1,4 kg 8.60 invece di 17.20 50% Tutto l’assortimento Sélection 20% ** Acqua minerale Vittel in conf. da 6 x 1,5 l 3.– invece di 6.– 50%

**Offerta valida fino al 7.4

Ice Tea in PET in conf. da 6 x 1,5 l, per es. Ice Tea al limone 5.40 invece di 8.10 6 per 4 Tutte le bevande non refrigerate bio, per es. Ice Tea alle erbe alpine, 1 l 1.– invece di 1.30 20% Prodotti Mifloc, bio e rösti, bio, per es. Mifloc, 2 x 95 g 3.15 invece di 3.95 20% * Tutto il riso bio, 1 kg, per es. riso integrale Natura 2.60 invece di 3.30 20% Tutti i sughi e tutte le salse Agnesi, a partire dall’acquisto di 2 prodotti, –.50 di riduzione l’uno, per es. sugo al basilico, 400 g 2.30 invece di 2.80 Taglierini M-Classic, 500 g 20x 1.80 NOVITÀ *,** Spaghetti, pennette o cravattine Agnesi, 750 g (con il 50% di contenuto in più), per es. cravattine, 500 + 250 g gratis 1.90 invece di 2.85 Olio di girasole M-Classic, 1 l, a partire dall’acquisto di 2 bottiglie, 1.50 di riduzione l’una 2.40 invece di 3.90 Maionese, Thomynaise o senape dolce Thomy in conf. da 2, per es. maionese, 2 x 265 g 4.– invece di 5.– 20% Condimento per patate Mirador, 60 g 1.95 NOVITÀ *,** 20x Tutte le spezie bio, per es. Herbamare Original, 250 g 3.40 invece di 4.30 20% Tutti i sottaceti bio, per es. cetrioli alle erbe, 270 g 1.80 invece di 2.30 20% Olive greche, bio, 150 g 1.85 invece di 2.35 20% Tutto l’assortimento di brodi Bon Chef ed Emma’s, per es. brodo di verdura in dadi Bon Chef, 12 x 10 g 2.40 invece di 3.– 20% Frutti di mare Mimare, 20x 160 g 4.50 NOVITÀ *,** Chips Terra all’aglio orsino, 20x 100 g 3.50 NOVITÀ *,** Tutte le chips bio, per es. alla paprica, 140 g 2.20 invece di 2.80 20% * Michette e panini al latte precotti M-Classic, refrigerati, per es. michette, 800 g 3.60 invece di 4.80 25% Tutto l’assortimento Sélection, per es. torta a rosette, 500 g 5.50 invece di 6.90 20% * Tutti i millefoglie, per es. 2 pezzi, 157 g 1.75 invece di 2.20 20% Tutti i succhi freschi, bio, per es. succo d’arancia, 75 cl 2.80 invece di 3.55 20% Fiori alla ricotta e agli spinaci o agnolotti all’arrabbiata in conf. da 3, bio, per es. fiori alla ricotta e agli spinaci, 3 x 250 g 11.70 invece di 14.70 20% Pizza ovale Anna’s Best in conf. da 3, per es. al prosciutto, 3 x 210 g 11.70 invece di 14.70 20% Tutte le uova sode pasquali colorate (escluse uova M-Budget e vendute sfuse), per es. uova pasquali svizzere, da allevamento al suolo, 4 pezzi, 50 g+ 3.30 20x PUNTI 20x Grande Caffè alla vaniglia, 20x 210 ml 1.50 NOVITÀ *,** Succhi Valfrutta pesca, pera e tropical, 3 x 200 ml 2.20

Società Cooperativa Migros Ticino

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 31.3.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Pane Nostrano, 300 g 1.75 invece di 2.20 20% Tutte le colombe San Antonio 120 g, 300 g, 500 g e 1 kg in sacchetto, per es. 500 g 5.20 invece di 6.50 20% Tutto l’assortimento DimmidiSì, per es. Minestrone di verdure, 620 g 3.10 invece di 5.30 40%

NEAR FOOD / NON FOOD Tutto l’assortimento di alimenti per cani Matzinger e Vital Balance Dog, per es. mini menu al manzo Matzinger, 1,5 kg 4.95 invece di 6.20 20% Tutto l’assortimento L’Oréal (esclusi prodotti di cosmesi decorativa e confezioni multiple), per es. crema da giorno Age Perfect, 50 ml 17.25 invece di 21.60 20% ** Prodotti per la cura dei denti Elmex e Meridol in confezioni multiple, per es. dentifricio contro la carie in conf. da 2, 2 x 75 ml 7.50 invece di 7.90 Ellen Amber Shapewear Reversible Top, tg. M–XL 20x 44.80 NOVITÀ *,** Diversi articoli di biancheria intima Lifestyle Ellen Amber in confezioni multiple, per es. slip midi in conf. da 4 11.90 Pigiama corto Ellen Amber Competence, 24.90 NOVITÀ *,** 20x Articoli di biancheria intima Sloggi, riduzione di fr. 5.– con un acquisto fino a fr. 29.80; riduzione di fr. 10.– con un acquisto a partire da fr. 29.90, per es. boxer da uomo «Start C2P» in conf. da 2 19.90 invece di 29.90 ** Calze Rohner, Bleuforêt e s.Oliver, per es. calze da uomo s.Oliver in conf. da 3 20x 12.90 NOVITÀ *,** Diversi boxer e slip da uomo in conf. da 3, per es. slip 14.90 Diversi capi intimi da uomo, per es. boxer Nick Tyler con elastico colorato in conf. da 3 14.90 Pigiama da uomo, Bio Cotton 24.90 Salviettine umide per bebè Milette in conf. da 4, per es. Ultra Soft & Care in conf. da 4, 4 x 72 pezzi 9.80 invece di 12.40 T-shirt da bebè in conf. da 3, disponibili in diversi colori, per es. T-shirt da bimba, tg. 68–98 12.90 Maglie e leggings Capri per bambini in conf. da 2, per es. maglie da bambino, tg. 104–164 12.90 Abbigliamento per bambini e bebè con motivi soggetti a copyright, per es. pigiama corto da bambino Cars, tg. 98/104–122/128 12.90 Ammorbidenti Exelia, per es. Florence, 1,5 l 3.25 invece di 6.50 50% ** Tutti i prodotti Handy e Manella, a partire dall’acquisto di 2 prodotti, –.60 di riduzione l’uno, per es. Manella Power, 500 ml 2.50 invece di 3.10 ** Cestelli e detergenti per WC Hygo in conf. da 2, 1.20 di riduzione, per es. WC Fresh Liquid Green Apple, 2 x 55 ml 4.30 invece di 5.50 Pennarelli Jumbo, 60 pezzi 19.80


. S O R IG M A U T A L L A NOVITÀ

NOVITÀ

NOVITÀ

1.80

3.30

Taglierini M-Classic 500 g

Sablé Tradition con mandorle caramellate e finemente salate, 120 g

NOVITÀ

NOVITÀ

NOVITÀ

3.50

4.50

1.50

Chips Terra all’aglio orsino 100 g

Frutti di mare Mimare 160 g

Grande Caffè alla vaniglia 210 ml

NOVITÀ

NOVITÀ

1.95

44.80

Condimento per patate Mirador 60 g

Ellen Amber Shapewear Reversible Top tg. M–XL

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 25.3 AL 7.4.2014, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

NOVITÀ 24.90 Pigiama corto Ellen Amber Competence


PER UN’ESTATE ALL’INSEGNA DEL GIOCO.

17.80 Mulino a sabbia e ad acqua, colorato, 42 cm

16.80

19.80

10.80

Camion con giocattoli per la sabbia assortiti

Diabolo con diversi motivi

Giocattoli per la sabbia con motivi di animali assortiti

9.80 16.80

9.80

Set da badminton per 2 giocatori

Volano a mano Peteca in neoprene

Gazillion Bubbles 230 ml


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

64

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

65

Idee e acquisti per la settimana

Princess Rabbit Frey, bianco 245 g Fr. 9.50

Con i Soccer Rabbit i mondiali di calcio iniziano già a Pasqua!

Capitain John Rabbit Frey, al latte 240 g Fr. 9.50

Soccer Rabbit Frey 245 g Fr. 9.50

Branches Kids Frey, Classic, con concorso 30 pezzi, 810 g Fr. 10.–

Ovetti di cioccolato ripieni assortiti 300 g Fr. 5.20

Ovetti Pralinor Frey assortiti nel barattolo 1000 g Fr. 19.80

Mezzo uovo Frey con Pralinés du Confiseur 345 g Fr. 17.50 l’uno

Responsabili progetto e testi: Anna-Katharina Ris; illustrazioni: KellenbergerKaminski; styling: Monika Hansen; trucco e acconciature: Nicole Zingg

coniglietto seduto Frey, bianco e al latte, 18 g Fr. 1.35

Decorate i coniglietti con noi! Dal 25 marzo e al 19 aprile, in alcune filiali scelte Migros, i bambini potranno creare il loro coniglietto di cioccolato Frey personale e portarlo a casa come regalo. In Ticino il programma è il seguente: 26-27.3 Locarno 2-5.4 Serfontana 2-3.4 Lugano 11-12.4 S. Antonino 18-19.4 Serfontana

Via al calcio-party con i conigli di Pasqua! Kids Easter Racing Egg Frey 171 g Fr. 14.90

Ovetti fondenti Frey Kids 150 g Fr. 3.40

Oltre ai tanti classici dolci pasquali di cioccolato e non, quest’anno alla Migros i Soccer Rabbit saranno i personaggi simbolo della Pasqua, nel ruolo di golosi messaggeri dei prossimi mondiali di calcio che si terranno in Brasile in estate

Non è ancora Pasqua e al fischio d’inizio dei mondiali di calcio, previsto per il prossimo 12 giugno, manca ancora qualche settimana. Ma già ora la febbre dei coniglietti e del calcio ha raggiunto picchi massimi. Ma per tutti gli impazienti, appassionati di calcio e cioccolato, abbiamo in serbo una dolce sorpresa: il Soccer Rabbit che indossa la maglia delle squadre nazionali di Svizzera, Germania, Italia, Francia, Spagna, Olanda, Inghilterra e Brasile.

Per chi, invece, predilige i dolci pasquali tradizionali, la Migros propone una grande scelta di irresistibili bontà. Create fantastiche confezioni regalo con dei nidi fai-da-te contenenti un’infinità di dolcezze e altre meravigliose idee-regalo; non ci sono limiti alla fantasia! Sulle pagine seguenti trovate qualche idea da realizzare con le vostre mani. Trovate tanti altri consigli utili relativi alla Pasqua su www.migros.ch/pasqua

Il nostro suggerimento per voi: la carta regalo Migros fa la gioia di chi la riceve. Essa è disponibile presso tutte le casse Migros e può essere caricata a piacere con importi dai 10 ai 3000 franchi. Utilizzabile in tutte le filiali e i ristoranti Migros, da Do it + Garden, Micasa, Melectronics, SportXX, Ex Libris, OBI, gran parte delle stazioni di servizio Migrol con shop e nei supermercati Bio Alnatura.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

66

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 24 marzo 2014 • N. 13

67

Idee e acquisti per la settimana

Per mani esperte

Nido «porta-uova» Rivestite un’elegante alzata per dolci con erba pasquale colorata. Disponetevi, poi, diversi prodotti pasquali dedicati al tema ”uova“. Per esempio i dolcissimi Calimero di cioccolato, senza dimenticare naturalmente le uova, da quelle al cioccolato o di nougat a quelle vere e proprie. Le uova colorate in casa sono senza dubbio le grandi protagoniste della Pasqua. E chi non ha il tempo necessario per dipingerle, può sempre acquistare le uova sode colorate della Migros. Per regalare un ulteriore tocco di brio all’alzata, decoratela infine con tante primule di tutti i colori. Calimero Frey 120 g Fr. 8.90 Ovetti vuoti Frey Déco de Pâques 200 g Fr. 5.70

Ovetti Pralinor Frey 165 g Fr. 4.50

Coniglio Rochelino Frey, al latte 335 g Fr. 10.50

Gemelli Calimero Frey 205 g Fr. 13.70 In vendita nelle maggiori filiali Migros.

Nido pasquale Frey con Bunny Lucky & ovetti Extra 209 g Fr. 8.50

Ovetti confetto medium 300 g Fr. 2.30

Coniglio Timo Frey, al latte 80 g Fr. 2.50

Facile da realizzare

Nido «giallo-mania» Perché non creare un nido pasquale tutto dedicato al colore preferito di chi lo riceve? Acquistate un cestino alla Migros o in un negozio vintage e decoratelo con fiori veri o artificiali del colore desiderato. Per regalare un tocco speciale alla vostra creazione, aggiungete, poi, qualche rametto di rosmarino o qualsiasi altra erba aromatica. Infine, riempite il nido con tante bontà – ovetti, pulcini, coniglietti di gelatina – disponibili in un’infinità di colori e varietà – e coniglietti di cioccolato, ovviamente disponibili nella versione bianca, al latte e fondente. Coniglio Pasqualino Frey, bianco 240 g Fr. 7.20 Pulcini Frey Déco de Pâques, 4 pezzi 88 g Fr. 5.30

Maxi-uova Pralinor Frey 186 g Fr. 6.50 In vendita nelle maggiori filiali Migros.

Per gli amanti dei coniglietti cult abbiamo creato un nido pasquale davvero speciale: Frey Bunny Family Trio, al latte 280 g Fr. 13.50

Coniglio Mahony Noir Frey 100 g Fr. 3.20

Degustazione Specialità pasquali Chocolat Frey in degustazione a Migros Ticino

Lugano dal 26 al 27.3 Serfontana dal 28 al 29.3 Biasca dal 2 al 3.4 Pregassona dal 4 al 5.4 Bellinzona dal 9 al 10.4 Taverne dall’11 al 12.4 S. Antonino dal 15 al 16.4 Grancia dal 17 al 18.4


i n n a 40 SERFONTANA DOMENICA 30 MARZO DALLE 10.00 ALLE 18.00

10% su tutto* l’assortimento dei negozi Migros al Serfontana * Ad eccezione di un numero ridotto di prodotti e delle prestazioni di servizio.

Migros Serfontana Viale Serfontana 20, 6834 Morbio Inferiore tel. +41 91 821 74 00 Orari d’apertura lunedì–venerdì: 9.00–19.00 giovedì: 9.00–21.00 / sabato: 9.00–18.00

Parcheggio gratuito


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.