Frida Kahlo incanta l’Italia Di Azzurra Immediato Questo è l’anno delle donne in mostra (d’arte) in Italia, se, infatti, La Ragazza con l’orecchino di perla, a Bologna, sta raccogliendo numeri da capogiro, dal 20 marzo, a darle filo da torcere, giungerà l’immensità della figura e del personaggio di Frida Kahlo, la straordinaria pittrice messicana sarà, infatti, protagonista di ben due mostre, nate da un progetto comune, prima a Roma e poi a Genova. La mostra di Roma, ospitata dalle Scuderie del Quirinale, dal prossimo 20 marzo fino al 31 agosto, si sofferma, in particolare, sull’eclettismo dell’artista che fu in grado di attraversare i maggiori movimenti artistici del suo tempo, dandone una sua specifica particolarità, legata a fattori personali. L’esposizione genovese, invece, si soffermerà sul grande universo privato della Kahlo, complesso, ordito e foriero di emozioni fortissime quanto anche drammatiche. A Roma, l’arte di Frida sarà vista come attraverso un caleidoscopio, tramite le lenti del Modernismo messicano, poi del Pauperismo rivoluzionario, giungendo all’Estridentismo per continuare verso il Surrealismo che virò verso la definizione di Realismo Magico, successivamente. Pittrice dell’avanguardia, essendo già lei un passo avanti agli altri, nella condizione di donna oltre che di artista. Impegnata socialmente e culturalmente per il proprio Paese, portò dei suoi dipinti una straordinaria fusione tra l’espressione del proprio Io e il linguaggio simbolico del cultura popolare messicana e il tutto ha concorso a creare una identità ben definita e assolutamente esuberante. La sua personalità è stata nel tempo rivestita da una sorta di venerazione che ha fatto di lei una donna esemplare, una femminista ante litteram, una icona pop, osando l’osabile, trasformandola in un perfetto soggetto cinematografico, un soggetto da brand trasversale. È rimasta contemporanea anche se involontariamente. Un’artista pasionaria, se vogliamo, legata profondamente alla sua terra, mossa dalle trasformazioni che avevano portato alla Rivoluzione messicana, trasformazioni che si ritrovano nelle sue opere, che non sono solo specchio della sua vicenda personale, tanto drammatica da averne esaltato ancor più la forza della sua personalità. La mostra delle Scuderie del Quirinale si incentra su capolavori provenienti da importanti collezioni, pubbliche e private, messicane, statunitensi e europee, opere che si integrano con una ricca selezione di ritratti fotografici che racchiudono in essi tutta la forza dell’artista e si fondano quale parallelo imprescindibile per il riconoscimento del profilo iconografico della Kahlo, che permette al fruitore della mostra di passare attraverso la presentazione della pittrice tramite i suoi autoritratti, dunque mediati dalla propria indole, nati, da un’osservazione di sé costante, data da uno specchio posto sul suo letto a baldacchino, che la ospitò o ingabbiò dopo il grave incidente che immobilizzò il suo già fragile corpo, autoritratti frutto di un legame arte-vita indissolubile, per arrivare al risultato fotografico e realistico dello sguardo del fotografo Nickolas Muray, in particolare. L’arte di Frida Kahlo può piacere, affascinare o no, tuttavia, quanto ella ha espresso, attraverso di essa, resta un esempio incommensurabile di comunicazione pittorica, inquadrata anche nell’ambito dell’arte femminile dei tempi contemporanei.
Dalla Nuova Oggettività al Realismo Magico, il percorso romano, suddiviso seguendo la linea del tempo, dall’esordio alla piena maturità della pittrice, nonostante i tanti paralleli con l’arte extra messicana, si nutre dell’essenzialità della forma più evoluta di auto rappresentazione che, nel caso di Frida Kahlo, aveva poco a che fare con l’autocelebrazione quanto, invece, con un viaggio verso una catarsi profonda. Nelle sue opere sono espressi i suoi drammi, i suoi sogni, ciò che il corpo che l’abbandonava non le permetteva più di compiere. In Frida, l’autoritratto assume un valore psicologico prima che artistico, si fa tramite estremo di comunicazione con il mondo che resta fuori dalla stanza della pittrice. Per dirla ai giorni nostri, non c’è nulla di #selfie da social network in quegli autoritratti (e non sto aprendo una polemica sui selfies, per carità, tutti ne siamo, gioco forza, vittime e artefici, talvolta catarticamente, più spesso edonisticamente, quindi conserviamo l’onesta intellettuale, ndr) Il personaggio e soprattutto la persona di Frida Kahlo, la si può conoscere abbastanza a fondo osservando le sue opere, è lei che ci ha messo in contatto diretto con il suo mondo interiore, che ha trovato nel Realismo Magico, mutuato dal’intimo rapporto con André Breton, poeta del Surrealismo francese, l’humus perfetto per l’apice della sua poetica. Un’altra donna straniera vi aspetta, cari amanti dell’arte, dall’Olanda di Vermeer al Messico di Frida, un viaggio intorno al mondo, di quelli che solo l’arte permette di compiere.