Un’arte in apparenza lontana da ogni schema, libera e selvaggia, ma, al contempo, pazientemente calibrata, rigorosa, concettuale, giocosa ma seria. L’incontro di fantasia e controllo, in sintesi, potrebbe esser questo il fondamento dell’arte di Nelly Ruggeri. La sua formazione nasce tra i banchi dell’Istituto d’Arte di Bologna, continuando in un brillante percorso di laurea all’Accademia di Belle Arti felsinea e con un approccio al graphic design. Una formazione pressoché tradizionale, oseremmo dire, di chi è approdato all’arte non solo per passione ma anche con coscienza di apprenderne le tecniche e le filosofie ad essa sottese. Ed è così che pare srotolarsi, dinanzi a noi, l’intera parabola artistica della giovane Nelly. Le sue diverse mostre, personali e collettive, hanno (di)mostrato l’evoluzione attraverso cui la ricerca si è mossa. Le opere di Nelly possono essere accostate alla poetica dell’informale o del poverismo, tuttavia, è nel concettuale che si dipana tra le forme e tra i colori, che trovano piena personalità. Gli anni di studio hanno po-
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sto le basi attraverso cui la creatività è emersa, in forme diverse, riconducibili a differenti filoni produttivi. Sperimentare sempre nuovi percorsi ha significato “giocare” con la materia, senza limite, dando vita ad una serie di “Materialismi” in cui il pigmento ha avuto il potere di trasmettere l’ispirazione di Nelly, con risultati di grande raffinatezza seppur giocati su forti contrasti, per i quali l’astrattismo è stato veicolo prediletto, come per Oro e blu, del 2006 e altri lavori seguenti che, oggi, l’artista ha ripreso per delle installazioni site specific. Ciononostante, Nelly Ruggeri ha creato un vero e proprio alfabetario, una sorta di frasario idiolettico che, volto alla cosmogonia di segni privilegiati, sembra tracciare una linea del tempo, che trova posto nelle opere della “Font Collection”, una delle più ampie dell’intera produzione della pittrice. Grandi tele, naturali jute, ampi pannelli di carta, dove la commistione ideale di segno e pigmento, non è una fusione, ma una divisione capace di virare in sovrapposizione.
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Interessante è comprendere, fin dove l’artista lo permette, la gestazione dell’idea che si fa arte, tentare di interpretare o scegliere solo di stare ad osservare, lasciandosi ipnotizzare. Ad ammaliare giungono l’uso dell’aspetto grafico-decorativo del lettering e la netta presenza di un colore timbrico. I grandi dipinti di questa collezione nascono da una base neutra su cui l’artista, a carboncino, scrive dei testi, propri o derivati da altre fonti e che poi riveste, ricopre, con pennellate di colore puro, altri materiali, come sabbie e brandelli di carta, su cui ancora applica strati di colori, come a voler coprire e non svelare il proprio pensiero. Alla maggiore intensità delle parole disegnate corrisponde una specie di maggior accanimento nel dover poi mimetizzare le lettere, il loro senso ultimo. Si tratta di una sorta di diario, un modo catartico di portare sulla tela proprie emozioni, tramutarle in parole e, senza beneficiare della proficua commistione tra verso e pittura, quella in cui l’uno arriva ad esplicare l’altra, o viceversa, Nelly, in maniera ossimorica, stravolge le regole di questo linguaggio. Non appena, infatti, si rende conto che alcuni lemmi sono riconoscibili, tenta, in tutti i modi, di determinare nuove forme al fine di confondere, isolare e mimetizzare. E mentre ci si interroga, affannosamente, alla ricerca di un qualche elemento che sia riconoscibile, che riesca a fornire delle informa-
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zioni preziose sull’artista e sul suo pensiero, si scopre che nelle prime opere si avevano composizioni capaci di tenere il passo con una geometrizzazione velata, mentre negli ultimi anni e ancor più oggi, Nelly si sta lasciando andare e si segnala un’abolizione dell’elemento simmetrico, così come la ricerca di un impasto tonale nella scelta delle nuances, più forti, sicure, energiche. La spazialità volumetrica cede il passo ad una bidimensionalità che guarda al graffitismo e si ritrova nel gesto e nella forza del segno, nella preponderanza del colore, dettata da un ritmo che dalla semiotica giunge all’idea e viceversa. Nelle ultime opere, Nelly, si rivela completamente libera da ogni sovrastruttura tecnica, tanto che, se la “Font Collection” continua a crescere, lo fa secondo nuovi paradigmi, più esuberanti, traducendosi in “Fluo Collection”. Nuove metamorfosi si attuano, al fine di creare delle composizioni che, quasi come prese da horror vacui, non lasciano spazi tra le lettere, le parole e le pennellate. In verità, non si tratta più solo di carboncino o colori dati a pennello, ma tutto è diventato profondamente più forte, le lettere sono ricalcate da pennellate nere, mentre il colore è anche quello dato da bombolette spray dai toni fluo. Accanto alle lettere, nuovi segni vanno a creare figure antropomorfe e zoomorfe, che, pur legandosi ai segni peculiari
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della produzione dell’artista, mentre cercano di non rivelare il significato dello scritto di fondo, al contempo si rivelano anch’esse enigmatiche; papiers collés, fotografie, forme-personaggi che l’osservatore deve scoprire, e, talvolta, rivelare a sua volta all’artista, entrano in scena. Un gioco di rimandi, una farandola di colori e linee, tra figurazione e astrazione che trova una nuova fonte ispiratrice, nella volontà di rinnovamento.
“Vorrei un mondo in bianco e nero come Pleasantville dove i colori non li vedo e posso accenderli” Dai versi del rapper Nitro e dal film hollywodiano Pleasantville, altrettanto fa Nelly Ruggeri, creando una trama onirica mista di rarefazione ed esaltazione, nel viraggio che avviene attraverso il passaggio dalla monocromia al colore. Il tempo è così inquadrato in una narrazione, in una grafia inconscia e simbolica che porta l’incognita delle esperienze a divenire una nuova realtà da scoprire e raggiungere quale meta di un viaggio che tanto è personale ed intimistico della pittrice, quanto universale per i fruitori e pare compiersi seguendo delle direzioni precise, delle tappe, segnate dalle esperienze personali e familiari, da un rapporto di appartenenze che si esprime attraverso le foto antiche nell’intersecarsi con il presente dell’artista, creando una circolarità che è concettuale, oltre che pittorica, tendente al futuro, in un flusso cosciente di
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impalpabili suggestioni, rese tangibili dal tratto cromatico. In tale ottica va analizzata la recente strada intrapresa da Nelly, un neosimbolismo concettuale che trova posto lungo una linea del tempo, un diario emozionale che si muove come la lancetta di un orologio in cerca di un luogo e di un universo nuovi. “Evadere dal mondo reale” è quanto afferma la pittrice, con la fluorescenza del pigmento che traina con energia questa volontà, la sparizione del bianco e del nero capace di dar nuova vita a quanto ci circonda. Dal particolare all’universale si attua tale mutamento, artistico ed interiore, verso l’incognita del futuro, ma senza timore, quanto, invero, con grande slancio e curiosità. Emblematicamente, in questo corto circuito spazio temporale, la sperimentazione trova forma nuova nei lavori che vanno annoverati nella produzione di “Graphic Design”, con cui l’artista riedita, in chiave pop e contemporanea, immagini appartenenti ad altri tempi e ad altri luoghi. Storie di famiglia, cristallizzate in foto d’antan, gradualmente tornano alla vita, dal bianco e nero della memoria latente, attraverso il colore, l’artista dona ad esse nuovo afflato, insieme con la riemersione di ricordi ed esperienze personali. La ricontestualizzazione che Nelly applica, e spesso appare incomprensibile, se ben osservata, lascia emergere una nuova visione, una sorta di neodimensionalità. La ricerca di differenti aree di indagine, permette alla
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Ruggeri di attuare altre metamorfosi, non solo e non più sul pensiero trasformato in parola e verso, ma anche attraverso una traduzione di immagini preesistenti capaci di acquistare nuova valenza formale e concettuale, tramite l’intervento grafico e cronologicamente lontano dalla creazione della foto originale. Nella forza del medium e della sua mutabilità tecnologica va inquadrata questa parte di analisi artistica attuata da Nelly, secondo parametri declinati dalla scelta di una contemporanea espressione cromatica. A diversificare le predilezioni dell’artista, interviene la serie definita “Sculpture Compositions”, veri e propri assemblages tridimensionali, dove la tela appare supporto concettuale e fisico di fantasie oniriche che Nelly porta in scena. La trasposizione volumetrica e plastica di alcune sue costanti - gli accesi toni cromatici e le forme zoomorfe - , creano mondi fantastici, ma semioticamente definiti, in cui ordine e simmetria rivestono un ruolo capitale. All’immediatezza del gesto di opere bidimensionali, si sostituisce una nuova valenza iconica e simbolica, che trova, però, ragion d’essere al di qua della semplice tela. Il concetto si divide tra composizione e gioco, in alcuni casi, nell’autoironia del vissuto. Sperimentazioni continue, in questo caso, in cui alla techné viene incontro il logos, in una sorta di rimando continuo, tra immagine e colore, significato e significante, il tutto se-
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guito dal filo dell’ironia, del gioco, aspetto ludico mai assente nella ricerca artistica di Nelly. Non si tratta di un inganno, né di un gioco di rincorse. Si tratta di un’interiorità che, al contrario, preferisce starsene dietro alle luci della ribalta dell’arte, preferisce che siano le opere a dire quanto devono, né più né meno, lasciando, invece, spazio ad una diretta appropriazione di forme e composizioni da parte del fruitore. In generale, analizzando l’intera produzione della giovane artista bolognese, assolutamente eclettica, variegata e originale in ogni suo aspetto, ci si rende conto che il fil rouge che lega ogni sua creazione è il desiderio, o meglio, la volontà di usare l’arte come una sorta di maschera o protezione dal mondo esterno. L’opera di Nelly Ruggeri va ad inserirsi, in tal modo, in un neosimbolismo concettuale che, tramite il ricorso al gesto, al colore, al tema del viaggio, non si esaurisce mai, ma si pone quale esperienza perpetua in forma di diario, racchiusa in un tempo plurimo, dilatato all’infinito e in cerca di nuove emozioni. L’artista, ci introduce in un mondo composto da emblematici segni, da parole velate, esaltate dal contrasto cromatico che, nella traduzione di lettere in immagini e viceversa, amplia il significato più intrinseco della sua complessa poetica.
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Materialismi
Oro e blu, acrilici e resine eposilliche su tela, cm 100 x 70, 2012
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Juta collection
Materialism and Juta, colori a olio su juta grezza, cm 170 x 180, 2005
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Font collection
Particolare
Senza titolo, tecnica mista su carta, cm 170 x 80, 2005
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Cirque du soleil, tecnica mista su carta, cm 160 x 220, 2005
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Masques, tecnica mista su tela, cm 160 x 160, 2007
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Yellow writers, tecnica mista su tela, cm 150 x 180, 2009
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E sembra tutto perduto poi ci rialziamo, tecnica mista su tela, cm 133 x 191, 2013
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Non esiste prospettiva senza due punti di vista, tecnica mista su tela, cm 155 x 185, 2014
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Il . alla fine della frase, tecnica mista su tela, cm 160 x 152, 2014
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Particolari: Black Woman, tecnica mista su tela
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Particolari: Black Woman, tecnica mista su tela, 2015
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Where the colors, tecnica mista su tela, Trittico, cm 180 x 180, 2015
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Machines
G.P.M., tecnica mista su tela, cm 150 x 154, 2015
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Pop Machines, cm 100 x 64, tecnica mista su tela, 2015
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Sculpture Compositions
Parrots compositions, formelle di gesso su legno, cm 30 x 30, 2010
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Parrots compositions, formelle di gesso su legno, cm 100 x 70, 2009
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|ABOUT Nelly Ruggeri nasce a Bologna il 31 luglio del 1985, dove si diploma in pittura all’Istituto Statale D’Arte. Consegue la Laurea in Decorazione Artistica all’Accademia di Belle Arti di Bologna con 110 e lode. Dopo altri studi in Graphic Design, la passione dell’arte si rivela determinante nel suo percorso di vita. Ogni nuova opera porta con sé elementi dell’eclettica e vitale personalità di Nelly Ruggeri, che attrae con fervore e successo non solo il pubblico, ma anche noti brands della moda, del design e del lusso che puntano sulla giovane artista per creare percorsi comuni. Lo stile della Ruggeri, si distingue grazie agli input che offre sin dalla creazione delle opere che sembrano plasmarsi sul mondo circostante, attraverso nuove dimensionalità concettuali, che sostanziano il pensiero in gesto, colore e materia, ed è proprio tramite queste nuove visioni che si prospetta un periodo di importanti collaborazioni per l’artista.
|NELLY RUGGERI +39 339 2767882 nellyruggeri@libero.it www.nellyruggeri.it
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|MOSTRE 2005 Mostra personale Rumba Caffè Via Milazzo, Bologna 2007 Mostra collettiva Officine Minganti, Bologna 2008 Concorso “Pippi sui muri” Spazio espositivo La Virgola Casalecchio Di Reno, Bologna 2015 Mostra personale VERSO|GESTO|MATERIA Kartell Flagship Store Via Altabella, Bologna Esposizione personale Temporary Store Esse & Co. Land Rover Galleria Cavour in occasione di Arte Fiera 2015 Esposizione personale Elegance Room With Laurent-Perrier Galleria Cavour in occasione di Arte Fiera 2015 2016 Mostra personale WHERE THE COLORS Kartell Flagship Store Via Altabella, Bologna
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