Verso|Gesto|Materia

Page 1

Nelly Ruggeri VERSO|GESTO|MATERIA


Un’arte in apparenza lontana da ogni schema, libera e selvaggia, ma, al contempo, pazientemente calibrata, rigorosa, concettuale, giocosa ma seria. L’incontro di fantasia e controllo, in sintesi, potrebbe esser questo il fondamento dell’arte di Nelly Ruggeri. La sua formazione nasce tra i banchi dell’Istituto d’Arte di Bologna, continuando in un brillante percorso di laurea all’Accademia di Belle Arti felsinea e con un approccio al graphic design. Una formazione pressoché tradizionale, oseremmo dire, di chi è approdato all’arte non solo per passione ma anche con coscienza di apprenderne le tecniche e le filosofie ad essa sottese. Ed è così che pare srotolarsi, dinanzi a noi, l’intera parabola artistica della giovane Nelly. Le sue diverse mostre, personali e collettive, hanno (di) mostrato l’evoluzione attraverso cui la ricerca si è mossa. Ad una prima e superficiale osservazione delle opere della Ruggeri, si potrebbe rischiare di associare la sua arte e la sua personalità a quelle di una pittrice innocente, ingenua, votata al ludico divertissement della pittura. È, invece, il contrario, un’eccezione quasi inclassificabile, che

2

svincola da categorie forse anacronistiche. Se, infatti, le opere di Nelly possono essere accostate alla poetica dell’informale o del poverismo, tuttavia, è nel concettuale che si dipana tra le forme e tra i colori, che trovano piena personalità. Gli anni di studio hanno posto le basi attraverso cui la creatività è emersa, in forme diverse, riconducibili a differenti filoni produttivi. Una delle prove più interessanti è certamente quella legata al passaggio tra il mondo accademico e, perdonate la metafora, il mondo reale. È nelle tre opere presentate per la tesi di laurea che, infatti, la poliedricità di Nelly si è concretizzata, o meglio, “materializzata”; un trittico che, a differenza di quanto aveva fatto Lucio Fontana, “spazializza” la pittura in forma contraria. Se il primo, infatti, operava dei tagli sulle sue tele, Nelly, nel suo trittico ha lavorato su una materializzazione nello spazio, aggettando forme al di qua delle tele, costruendo su di esse nuove forme create con stoffe e pigmenti, ha vestito, per così dire, i tre quadri, ispirandosi alla moda, all’arte stilistica di Capucci, e modificando persino la percezione fruitiva dell’osservazione.

3


Al senso della vista, si unisce il senso del tatto che vorrebbe predominare e far sue quelle forme. Quelle stoffe, che nulla hanno in comune con il lavoro di Burri, sembrano attirare a voler essere delicatamente sfiorate, come fossero parte di un abito, oltre che filiazione di un’idea. Un exploit materico che Nelly ha messo da parte negli anni, spinta da altre ispirazioni, altre forme, altre creazioni. Il segno ha preso forza e la materia si è come ridimensionata, per lasciare spazio all’idea trasfigurata. Così è nato l’intero e ricco filone soprannominato “Font Collection” che, al momento, rappresenta la maggior parte dell’intera produzione di Nelly. Grandi tele, naturali jute, ampi pannelli di carta, su cui la giovane artista ha creato un vero e proprio alfabetario, una sorta di frasario idiolettico che, volto alla cosmogonia di segni privilegiati, sembra tracciare una linea del tempo. Le costanti lungo questa linea sono la commistione ideale di segno e pigmento, non una fusione, ma una divisione capace di virare in sovrapposizione. Interessante è comprendere, fin dove l’artista lo permette, la gestazione dell’idea che si fa arte, tentare di interpretare o scegliere solo di stare ad osservare, lasciandosi ipnotizzare. Ad ammaliare giungono l’uso dell’aspetto grafico-decorativo del lettering e la netta presenza di un colore timbrico. I grandi dipinti di questa collezione nascono da una base neutra su cui l’artista, a carboncino, scrive

4

dei testi, propri o derivati da altre fonti e che poi riveste, ricopre, con pennellate di colore puro, altri materiali, come sabbie e brandelli di carta, su cui ancora applica strati di colori, come a voler coprire e non svelare il proprio pensiero. Alla maggiore intensità delle parole disegnate corrisponde una specie di maggior accanimento nel dover poi mimetizzare le lettere, il loro senso ultimo. Si tratta di una sorta di diario, un modo quasi catartico di portare sulla tela proprie emozioni, tramutarle in parole e, senza beneficiare della proficua commistione tra verso e pittura, quella in cui l’uno arriva ad esplicare l’altra, o viceversa, Nelly, in maniera ossimorica, stravolge le regole di questo linguaggio. Non appena, infatti, si rende conto che alcuni lemmi sono riconoscibili, tenta, in tutti i modi, di determinare nuove forme al fine di confondere, isolare e mimetizzare. Nelle prime opere di questo tipo, si rivela ancora un’attenzione cadenzatamente tecnica, una sorta di esercizio di stile che ha creato composizioni capaci di tenere il passo con una geometrizzazione velata. La scrittura sottesa, seppur non riconoscibile, seguiva una direzione chiara, così come l’uso dei colori era più accorta, persino delicata, nonostante la scelta di pigmento puro, materico. Tutto, però, concorreva ad ottenere una composizione che, per quanto asimmetrica, avesse un certo ordine. Solo negli ultimissimi anni, Nelly si sta lasciando andare. Se i grandi formati restano invariati, mentre l’abbandono

5


della carta lascia spazio a grandi tele, si segnala un’abolizione dell’elemento simmetrico, così come la ricerca di un impasto tonale nella scelta delle nuances. La spazialità volumetrica cede il passo ad una bidimensionalità che strizza l’occhio alla tradizione del graffitismo, che si ritrova nel gesto e nella forza del segno, nella preponderanza del colore. Nelly porta sulle sue tele, infatti, una spazialità che non ha nulla a che vedere né con il figurativo puro, né con l’astrattismo o con il surreale, ma si tratta, piuttosto, di una spazialità che è dettata da un ritmo che dalla semiotica giunge all’idea e viceversa. Nelle ultime opere, Nelly, si rivela completamente libera da ogni sovrastruttura tecnica, tanto che, se la “Font Collection” continua a crescere, lo fa secondo nuovi paradigmi, più esuberanti. Nuove metamorfosi si attuano, al fine di creare delle composizioni che, quasi come prese da horror vacui, non lasciano spazi tra le lettere, le parole e le pennellate. In verità, non si tratta più solo di carboncino o colori dati a pennello, ma tutto è diventato profondamente più forte, le lettere sono ricalcate da pennellate nere, mentre il colore è anche quello dato da bombolette spray dai toni fluo. Accanto alle lettere, nuovi segni vanno a creare figure antropomorfe e zoomorfe, che, pur legandosi ai segni peculiari della produzione dell’artista, mentre cercano di non rivelare il significato dello scritto di fondo, al contempo si rivelano anch’esse enigmatiche; formepersonaggi che l’osservatore deve scoprire, e, talvolta, rivelare a sua volta all’artista. Un gioco di rimandi, una farandola di colori e linee, a metà

6

strada tra figurazione e astrazione. E mentre ci si interroga, affannosamente, alla ricerca di un qualche elemento che sia riconoscibile, che riesca a fornire delle informazioni preziose sull’artista e sul suo pensiero, basta voltare lo sguardo, per scoprire quanto eclettica sia Nelly Ruggeri, ritrovandosi di fronte ad opere che con questi due precedenti filoni nulla hanno a che vedere. Alle opere materiche, quelle in cui il pigmento e la materia hanno avuto il potere di trasmettere l’ispirazione di Nelly, con risultati di grande raffinatezza seppur giocati su forti contrasti, per le quali l’astrattismo è stato veicolo prediletto, come per Oro e blu, del 2006, sono seguiti i grandi dipinti di Font Collection in cui è ancora, in larga parte, la configurazione bidimensionale a prevalere, nonostante l’incursione di papiers collés e aggettanti assemblages di sabbie, di tanto in tanto. Ma la Ruggeri va oltre, si spinge alla ricerca di nuove dimensioni che intraprende tramite due modalità. La prima è quella di opere che sono da definirsi “Sculpture Compositions”, veri e propri assemblages tridimensionali, dove la tela appare supporto concettuale e fisico di fantasie oniriche che Nelly porta in scena. La trasposizione volumetrica e plastica di alcune sue costanti gli accesi toni cromatici e le forme zoomorfe - , creano mondi fantastici, ma semioticamente definiti, in cui ordine e simmetria rivestono un ruolo capitale. All’immediatezza del gesto di opere bidimensionali, si sostituisce una nuova valenza iconica e simbolica, che trova,

7


però, ragion d’essere al di qua della semplice tela. Il concetto si divide tra composizione e gioco, in alcuni casi, nell’autoironia del vissuto. Sperimentazioni continue, in questo caso, in cui alla techné viene incontro il logos, in una sorta di corto circuito continuo, tra immagine e colore, significato e significante, il tutto seguito dal filo dell’ironia, del gioco, aspetto ludico mai assente nella ricerca artistica di Nelly. Ed è proprio la sperimentazione che trova forma nuova nei lavori che vanno annoverati nella produzione di Graphic Design, con cui l’artista bolognese riedita, in chiave pop e contemporanea, immagini appartenenti ad altri tempi e ad altri luoghi. La ricontestualizzazione che Nelly applica, che spesso appare incomprensibile, se ben osservata, lascia che emerga una nuova visione, una sorta di neodimensionalità di cui si accennava poc’anzi. La ricerca di nuovi luoghi di indagine, permettono alla Ruggeri di attuare altre metamorfosi, non solo e non più sul pensiero trasformato in parola e verso, ma anche attraverso una traduzione di immagini preesistenti capaci di acquistare nuova valenza formale e concettuale, tramite l’intervento grafico e cronologicamente lontano dalla creazione della foto originale. Nella forza della fotografia e della sua mutabilità tecnologica va inquadrata questa parte di analisi artistica attuata da Nelly, secondo parametri differenti ed originali. In generale, analizzando l’intera produzione della giovane artista bolognese, assolutamente eclettica, variegata e originale in ogni suo aspetto, ci si rende conto che il fil rouge che lega ogni

8

sua creazione è il desiderio, o meglio, la volontà di usare l’arte come una sorta di maschera o protezione dal mondo esterno. Alle simbologie che ritornano, agli stilemi divenuti cifra stilistica riconoscibile, alla diversità di tecniche da cui si evince il grado di acquisizione delle abilità artistiche, alle grandi dimensioni delle tele, alla forza dei colori, dei segni, delle forme, fa da contraltare un profondo status di introversione, un rifuggire continuo, evitando un contatto diretto con l’osservatore. Nella forza creativa che si tramuta in opera, non c’è spazio per conoscere davvero Nelly, almeno non quanto vorremmo. L’interpretazione delle sue opere deve fermarsi laddove lei chiede di farlo … almeno quell’interpretazione che prevedrebbe uno spiccato accento di ego tra una pennellata e l’altra. Nelly, invece, pare trovare riparo tra i segni che traccia, pare sbirciare fuori e lasciarsi intravvedere … brevemente. Non si tratta di un inganno, né di un gioco di rincorse. Si tratta di un’interiorità che, al contrario, preferisce starsene dietro alle luci della ribalta dell’arte, preferisce che siano le opere a dire quanto devono, né più né meno, lasciando, invece, spazio ad una diretta appropriazione di forme e composizioni da parte del fruitore. Le opere di Nelly Ruggeri diventano, in tal modo, una sorta di spazio neutrale, in cui alla sua spinta creativa si affianca lo spirito dell’osservatore, che, nelle creazioni dell’artista trova il proprio spazio emozionale.

di Azzurra Immediato

9


Font collection

Particolare

Senza titolo, tecnica mista su carta, cm 170 x 80, 2005

10

11


Cirque du soleil, tecnica mista su carta, cm 160 x 220, 2005

12

13


Regina di cuori...dai mille colori, tecnica mista su carta, cm 100 x 70, 2006

Pappagallini blu , tecnica mista su carta, cm 170 x 160, 2006

14

15


Masques, tecnica mista su tela, cm 160 x 160, 2007

16

17


18

19


Senza titolo, tecnica mista su tela, cm 140 x 210, 2008

20

21


Juta collection

Letters & juta, tecnica mista su juta, cm 160 x 180, 2009

# Juta, tecnica mista su juta, cm 120 x 180, 2009

22

23


Yellow writers, tecnica mista su tela, cm 150 x 180, 2009

24

25


E sembra tutto perduto poi ci rialziamo, tecnica mista su tela, cm 133 x 191, 2013

26

27


28

29


Non esiste prospettiva senza due punti di vista, tecnica mista su tela, cm 155 x 185, 2014

30

31


Il . alla fine della frase, tecnica mista su tela, cm 160 x 152, 2014

32

33


Materialismi

Oro e blu, acrilici e resine eposilliche su tela, cm 100 x 70, 2012

34

35


36

37


38

39


40

41


Sculpture Compositions

Parrots compositions, formelle di gesso su legno, cm 100 x 70, 2009

42

43


Parrots compositions, formelle di gesso su legno, cm 30 x 30, 2010

44

45


Graphic Works

Points of view, stampa e tecnica mista su tela, cm 70 x 100, 2014

Nella circolarità del segno e dell’idea si protende la ricerca artistica di Nelly Ruggeri, una esplorazione in continuo divenire

Spazialismi

Senza titolo, trittico stoffe e tecnica mista su tela, cm 100 x 210, 2007

46

47


|ABOUT

|MOSTRE

Nelly Ruggeri nasce a Bologna il 31 luglio del 1985, dove si diploma in pittura all’Istituto Statale D’Arte. Si laurea in Decorazione Artistica all’Accademia di Belle Arti di Bologna con 110 e lode. Successivamente frequenta il corso di Graphic Design all’Istituto Salesiani di Bologna. La passione dell’arte si rivela determinante nel percorso di vita della Ruggeri, tanto che la sua produzione continua a crescere, subendo continui input ispiratori. Ogni nuova opera porta con sé elementi della personalità dell’artista, che, se non è pronta a svelarsi del tutto, nell’introversione tipica di chi sceglie il linguaggio artistico come proprio medium, trova la strada per aprirsi uno spiraglio oltre il privato.

2005 Mostra personale presso il locale Rumba Caffè, Via Milazzo, Bologna. 2007 Mostra collettiva di pittura informale (con il patrocinio dell’Associazione Artistica e Culturale Nov Art) presso il Centro Commerciale Minganti, Bologna. 2008 “Concorso Pippi sui muri”, esposizione dei primi venti classificati presso lo spazio espositivo La Virgola, Casalecchio Di Reno (Bo) Contatti per successive mostre a Parigi e a Panama. 2015 Mostra personale presso il Kartell Flagship Store Via Altabella, Bologna.

|NELLY RUGGERI +39 339 2767882 nellyruggeri@libero.it

48


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.