3 minute read
Death Vergin, Operazione genitori
Operazione genitori
di Death Vergin
Anna ha undici anni e vive in Iraq con suo padre Adnan e sua madre Priscilla. In una fredda giornata d’inverno suo padre la chiama, sembra agitato. La conduce in camera sua e chiudendo la porta a chiave, le prende una mano. Pare strano! Si avvicina a lei e sussurra: - Sei stata rapita! - Non capisco, com’è possibile? – risponde spaventata.
Ti ho trovata otto anni fa vicino al fiume Hed, non lontano da qui e ti ho portata a casa. Avevi con te una fascia rossa ed un orecchino a forma di B, forse è un’iniziale. Non sappiamo dove siano i tuoi genitori, né se siano ancora vivi.
Anna se ne va, sconvolta da quella rivelazione, ma dentro di lei sa che riuscirà a ritrovare i suoi genitori e chi l’aveva abbandonata. Un unico pensiero la tormenta: se li trovasse, la vorrebbero ancora? E se fossero stati proprio loro ad abbandonarla, cosa avrebbe fatto?
Decide di andare da Priscilla, la sua mamma adottiva e le chiede: - Quando mi avete trovata, avevo qualcos’altro oltre alla fascia e all’orecchino? - Sì, la tua carta d’identità. L’ho conservata, te le faccio vedere!
CARTA D’IDENTITA’
Nome= Anna
Cognome= Cocchi
Data di nascita= 29/08/2010
Luogo di nascita= Napoli, Italia
Provincia= Napoli
Regione= Campania
Ad Anna cade il foglietto e solo più tardi nota che sul retro c’erano scritti il nome e il cognome di suo padre ed il nome di una strada.
A questo punto capisce che probabilmente suo padre
la voleva aiutare.
Anna inizia le ricerche…
Per prima cosa, guarda i giornali risalenti all’anno in cui la trovarono, ma una volta visti, non trova informazioni utili.
Ormai è sera e Anna va a letto con l’incubo di non riuscire a trovare i suoi genitori.
La mattina dopo cerca su tutte le cartine dell’Iraq il nome di quella via, ma non la trova. Pensa di arrendersi, ma subito le viene in mente che lei era nata in Italia e quindi, forse, quella via si trovava lì. La cerca sulle mappe e finalmente la trova a L’Aquila, in Abruzzo.
Per convincere i genitori adottivi a farla partire, chiede: - Perché non andiamo a fare un viaggio in Italia… in Abruzzo, così rivedo il mio paese? Sui libri dicono che sia una regione meravigliosa.
La settimana dopo, partono e dopo qualche giorno arrivano e affittano una casa a L’Aquila.
In piena notte Anna scappa dalla casa affittata per cercare quell’indirizzo e dopo un chilometro circa arriva in Via Gran Sasso dove trova una casa abbandonata. Molto impaurita entra dentro e una vista agghiacciante la ferma sull’ingresso: uno scheletro con infilato dentro le costole un biglietto. Il biglietto è pieno di ragnatele ed è giallastro. Anna lo apre e lo legge:
“NELLA CASA DEL ROSSO POMPEIANO, NON PIU’ SOMMERSA DALLA LAVA DEL VULCANO, L’INDIZIO TROVERAI, SE CERCARLO TU SAPRAI”
Ad Anna viene subito in mente la città antica di Pompei.
Qualche giorno, dopo con la sua famiglia adottiva, si reca a Pompei.
Mentre fa un giro turistico, lascia i suoi genitori per entrare nella casa del rosso pompeiano.
In un buco nella parete, trova un altro biglietto con scritto:
“NELLA VIA DEL PRIMO IMPERATORE, DOVE LA PIZZA È IL PIATTO PRINCIPALE, DEVI ANDA-
RE. NELLA VIA STA CAMMINANDO LA GENTE CHE STAI CERCANDO”.
Finalmente Anna capisce tutto: i suoi veri genitori si trovano a Napoli, nella Via Ottaviano Augusto. Ma proprio mentre è distratta da questi pensieri, non vede una recinzione e cade dentro una buca profonda in cui stanno ancora facendo degli scavi.
La sua mamma adottiva la cerca, la chiama. Niente! Va ad avvertire la segreteria. Incominciano le ricerche.
Anna è spaventata, sta per diventare buio e nonostante lei urli forte nessuno la sente. Piange disperatamente.
Finalmente un cane si accorge di lei ed incomincia ad abbaiare. Il servizio di sicurezza va verso quel rumore. Trovano Anna e la riportano ai suoi genitori.
Anna li abbraccia e gli racconta le sue scoperte. - Hai voglia di andare a mangiare la pizza a Napoli? - le chiedono i suoi genitori.
Anna risponde di sì, pensando che era stata proprio fortunata. Tornano a Napoli e dopo aver mangiato la pizza in Via Ottaviano Augusto, si girano e vedono due persone che le somigliano molto.
Anna senza pensarci troppo va verso di loro e chiede i loro nomi. Anastasia e Giulio Cocchi, questo è il loro nome. Nota anche che la donna porta un orecchino esattamente uguale al suo. Anna, esplodendo dalla felicità grida: - Vi ho trovato! – e li abbraccia.
Da quel giorno diventarono una famiglia unita e felice. Anna ora aveva due mamme e due papà.