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Anonymous 74, La trappola

La trappola

di Anonymous 74

Daniel insieme al suo cane Bob lavoravano per la sicurezza di un museo. Era un ragazzo giovane, basso e magrolino, sveglio e molto furbo; era felice del suo nuovo lavoro che gli permetteva di rimanere per tutto il giorno in compagnia del suo amato cane. Anche al direttore del museo faceva comodo averli nella squadra di sicurezza.

Era un venerdì notte buio e nebbioso, Daniel sentì suonare l’allarme del museo e andò a controllare che cosa fosse successo. Vide i vetri della teca, in cui era conservata una collana preziosa, a terra, vicino, c’era un pezzo di carne. La collana era sparita. Daniel capì subito che si trattava di una trappola per il suo cane Bob, visto che a lui piaceva molto la carne. Fu proprio così, Daniel provò a trattenere forte il suo cane, lo chiamò con insistenza, gli intimò di restare al suo posto, ma non ce la fece; Bob si diresse di corsa verso quel pezzo di carne e gli spararono. Daniel triste e arrabbiato per aver perso il suo caro amico, si lanciò all’inseguimento di quello strano tipo dal quale era partito il colpo. Con agilità, salì velocemente i gradini che portavano nel piano più alto del museo. Nel sottotetto vi erano delle ampie stanze usate come ripostigli, con vecchie teche impolverate, armadi ormai vecchi e mezzi rotti, sedie di paglia, antichi bauli serrati a chiave come forzieri. Ma del furfante neanche l’ombra. La finestra era aperta, forse era scappato attraverso il tetto.

Chiamò immediatamente la polizia dal suo cellulare. Voleva assolutamente trovare i responsabili del furto e di quell’assassinio, gliel’avrebbe fatta pagare cara!

La polizia arrivò dopo dieci minuti. Daniel li accompagnò in tutte le sale del museo per controllare se c’erano ancora i ladri, ma non trovarono nessuno. Li condusse anche in soffitta… niente.

La polizia cominciò le indagini analizzando le impron-

te digitali trovate sul vetro rotto. Erano le impronte di uno di nome Bill e di un certo Johnny. Dunque, erano in due. Sul computer c’era scritto che erano i criminali più pericolosi al mondo e che erano stati 22 anni in carcere. Subito trovarono il loro indirizzo. Erano due amici.

L’ispettore di polizia coinvolse Daniel nelle indagini, capendo quanto fosse scosso dall’accaduto. Andarono in quel posto, ma non videro nessuno. Indagarono cercando sotto il letto e negli armadi e l’idea si rivelò essere buona, perché trovarono nascosto proprio sotto il letto uno dei due banditi che portava al collo la collana. Gli chiesero dove fosse l’altro suo amico e lui non rispose. Proprio in quel momento entrò in casa il secondo bandito. I poliziotti li portarono in carcere.

Ogni giorno li interrogavano per sapere cosa ne volessero fare della collana e perché avessero ucciso il cane. Naturalmente non dichiararono nulla.

Ma Daniel non era soddisfatto, voleva vendicarsi della morte del suo adorato cane Bob e quindi quando i criminali uscirono dal carcere, insieme ai poliziotti, organizzò una trappola. Loro sapevano per certo che quando i criminali sarebbero usciti dal carcere, avrebbero continuato a rubare; quindi, Daniel e i poliziotti li seguirono per tutto il giorno di nascosto. Li videro entrare in un negozio; erano sicuri che fossero lì per rubare.

Fu proprio così. Non appena i criminali uscirono con i soldi in mano, Daniel e i poliziotti erano davanti a loro, li catturarono e li misero in carcere per tutta la vita e così Daniel si vendicò dell’uccisione del suo cane Bob.

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