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Gru, L’attentato del secolo
L’attentato del secolo
di Gru
Era il 18 Gennaio del 1952 quando in Inghilterra, a Londra, ci fu un lungo periodo di vandalismo, rapine e uccisioni che coinvolsero anche delle persone importanti.
Tutti questi crimini, in parte, furono commessi da una banda di alcuni vandali il cui capo si chiamava: “Vandalo misterioso” e che si faceva chiamare così per via dei suoi malvagi crimini. Questi erano buzzurri, disumani e spietati perché, con le loro armi da fuoco sempre in mano, non provavano mai pietà per le loro vittime.
Un giorno, un seguace, quello più cattivo, quello più buzurro, ma anche quello più sincero fece una rapina in una gioielleria.
Bisognava assolutamente ricercarlo e arrestarlo, ma con quali prove? Era il detective Billy che doveva scoprirlo; il più grande detective che ci sia mai stato: era intelligente e capiva le cose velocemente e precisamente. Era alto 1,90 m e poco grasso, era rasato, con gli occhi blu scuro e aveva sempre una pipa in bocca.
Billy mandò una macchina della polizia alla ricerca del ladro che, forse, era scappato. Iniziò a interrogare il gioielliere, che era basso 1,40 m, coi capelli bianchi, con il naso leggermente allungato e con gli occhi castani, chiedendogli che cosa fosse stato rubato. Lui gli disse che era stata rubata una collana in oro e in diamanti. Nel negozio si trovavano ancora alcune persone che furono bloccate all’interno in attesa di essere interrogate.
Billy scoprì delle impronte di scarpe numero 43 che conducevano in fondo a un vecchio vicolo dall’altra parte della città; forse era lì il rifugio di quei teppisti. Il nascondiglio si trovava in un vecchio vicolo isolato, umido e stretto. Sul lato destro della strada si intravedeva a fatica una porta che conduceva in una piccola stanza sotterranea. Billy entrò con tre poliziotti. Notò subito un grandissimo computer dall’altra parte della stanza,
poi un lunghissimo tappeto verde, alla fine del quale intravidero ammucchiati in un angolo tantissimi oggetti, probabilmente rubati. Billy sudava: sapeva che sarebbe successo qualcosa. All’improvviso un cancello automatizzato si serrò e loro si trovarono in trappola. Sentì il terrore entrare dentro le sue ossa. Temeva di rimanere sepolto in quel rifugio. Anche gli altri poliziotti avevano tanta paura. Billy si spremette le meningi e gli venne un’idea.
Legò i manganelli dei tre poliziotti per fare una corda con cui acchiappò diversi oggetti rubati. Erano tutte delle pale che usarono per fare una buca che li condusse al di fuori dell’edificio!
Dopo aver confiscato tutti gli oggetti rubati, Billy tornò al negozio e chiese al negoziante chi fosse presente durante il furto. Egli raccontò per la seconda volta che c’erano una signora, un uomo e un ragazzo di vent’anni circa; erano tutti ancora lì.
La donna non poteva essere stata perché portava i tacchi, mentre le impronte del ladro/a non erano di scarpe con i tacchi, perciò la lasciarono andare. L’uomo non aveva lo stesso numero di scarpe, il ragazzo indossava scarpe da ginnastica che non corrispondevano all’ impronta della suola della scarpa del ladro/a. Significava che il ladro era ancora libero e poteva essere pericoloso! Billy ricevette subito una telefonata dal poliziotto, il quale gli disse che, dopo molti tentativi ed abbondanti richieste a persone civili per vedere se avevano visto qualcosa di strano, aveva trovato e arrestato il seguace, presunto colpevole. Arrivato all’interrogatorio, con un’auto della polizia, Billy interrogò subito il vandalo. Lui, avendo paura, confessò che le rapine dovevano essere solo un diversivo per poter uccidere la principessa Elisabetta senza rischi: avevano intenzione di distrarre la polizia per avere campo libero.
Billy si accordò con il seguace per salvare la principessa Elisabetta. Così i due si recarono al Palazzo Reale con
l’attrezzatura necessaria per svolgere il compito. Arrivati sul luogo, le guardie reali non li fecero entrare. Perciò fecero il giro del perimetro del palazzo. Poi Billy prese il rampino e si aiutarono l’un l’altro per scalare il muro fortificato. Dopo attraversarono il giardino che era un labirinto di siepi (ovviamente molto difficile da attraversare per via delle guardie). Arrivati all’ingresso, scattò l’allarme che disinnescarono subito grazie ad un arnese molto strano, di cui Billy non conosceva nemmeno l’esistenza! In seguito arrivarono alla stanza dove stava seduta la principessa Elisabetta, dietro la quale era pronto a sparare il famigerato “Vandalo misterioso”.
Spalancata la porta, proprio quando il capo della banda stava per premere il grilletto, Billy pronunciò una frase che passò alla storia: “MANI IN ALTO!” Il Vandalo misterioso alzò le mani, fece cadere la pistola e spalancò la bocca rimanendo di stucco.
La principessa, prima di svenire, ringraziò Billy. Il vandalo andò in prigione e per festeggiare, il 2 giugno 1953, durante l’incoronazione della regina Elisabetta, Billy fu ospite d’onore con tutta la sua famiglia e ricevette una promozione!
FINE