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Felicity For Now, Il mistero del lago
Il mistero del lago di Felicity For Now
La cittadina di Cleveland era un posto molto tranquillo, si trovava sulle sponde del lago Erie. Vi vivevano molti cittadini e c’erano molte industrie. Le più importanti erano quella tessile “IL FILO D’ORO” e l’industria vinicola “BACCO”. L’industria tessile produceva dei maglioni di lana molto pregiati; quella vinicola produceva vino molto apprezzato al livello mondiale. Il sig. Valparaiso, un uomo molto paziente e gentile, lavorava nell’industria tessile e aveva il compito procurare e lavare la lana. Da un po’ di giorni, però, si lamentava che il suo capo non gli dava mai uno stipendio buono nonostante le vendite erano sempre in salita. Il suo capo era il sig. Stivenson, un uomo molto riservato, aveva il vizio di arricciarsi i capelli quando era nervoso. Era sempre chiuso nel suo ufficio e non voleva mai parlare o vedere nessuno. Il sig. Pascal era il proprietario della storica casa vinicola Bacco, nelle sue cantine c’erano bottiglie di un valore inestimabile. Era un uomo molto tranquillo, esuberante e molto creativo, infatti lui aveva il compito di etichettare le bottiglie e le faceva sempre con temi diversi. Amava vestirsi con colori sgargianti. Una sera George, un ragazzo di 19 anni, insieme ai suoi amici Luca e Francis, dopo aver partecipato a una festa, decise di passare per la strada più corta, che era quella che costeggiava il lago. Era una notte buia con raffiche di vento; la strada era illuminata solo dal chiarore della luna ed era deserta; si sentivano i fruscii dei rami che si muovevano e nell’ombra sembravano corpi scheletrici che si agitavano. A un certo punto George sentì un rumore di una macchina addentrarsi verso le rive del lago, i fari illuminati sembravano due occhi che ti cercavano instancabilmente. Dopo un po’ i fari si spensero e dalla macchina uscirono 2 figure nere che faticosamente trascinavano qualcosa verso il lago. I ragazzi rimasero nascosti dietro a un cespuglio, erano preoccupati e spaventati. All’improv-
viso a Luca viene da fare uno starnuto e le figure nere erano ormai scomparse nel nulla. Dopo qualche settimana, intorno al lago si iniziarono a trovare resti di animali morti e i 3 ragazzi iniziarono a ripensare a quella strana notte quando le 2 figure si aggiravano vicino alle sponde del lago. I giorni scorrevano velocemente, ma le 2 figure non se ne andarono dalle menti di George, Luca e Francis. Loro non riuscivano a capire se queste ombre centrassero o meno con i resti di animali ritrovati. I 3 ragazzi decisero di ritornare al lago e quando furono lì Luca intravide delle orme che sembravano quelle lasciate dalle ruote di una macchina, ma soprattutto vide delle macchie nere sul terreno, chiese ai suoi amici se sapessero che sostanza era, ma nessuno ne aveva mai visto o sentito parlare. A un certo punto Francis sentii un rumore a lui familiare, si trattava della macchina dell’altra sera. Luca e Francis si nascosero dietro a un cespuglio, provarono a chiamare George, ma la macchina era ormai già vicina e non potevano fare nulla. Quando George se ne accorse era ormai troppo tardi. Una figura nera, lentamente, si avvicinava al ragazzo e un lampione posto vicino al lago illuminò il suo volto e George riuscì a riconoscere il sig. Valparaiso. Luca e Francis erano ancora lì fermi e immobili a osservare attentamente la scena. George intravide anche una seconda figura che trascinava qualcosa verso il lago e George si ricordò di aver già visto quella scena in quella strana notte. La strana figura, infastidita dalla presenza del ragazzo, lo minacciò di andarsene. A quel punto la losca immagine tirò fuori una pistola per intimorirlo, temeva che il ragazzo potesse raccontare a tutti quello che aveva appena visto. All’improvviso Luca e Francis uscirono dal nascondiglio ed entrambi urlarono:
“LASCIALO STARE!”
Francis si interruppe e nella sua testa iniziò a ripensare e poi si ricordò di averlo già visto a una cena di lavoro dove fu colpito dal ricordo delle sue scarpe scricchiolanti.
Il sig. Valparaiso e il suo complice puntarono la pisto-
la contro George e dissero ai ragazzi che, se provavano a urlare o scappare, avrebbero ucciso l’amico. Ma a un certo punto al sig. Valparaiso squillò il telefono e molto agitato rispose. I ragazzi intanto provarono a pensare a un piano per scappare e pensarono di buttarsi nel lago. Così, velocissimi, corsero verso il lago e con un salto si buttarono dentro e si immersero nelle acque. Quando il sig. Valparaiso se ne accorse, si infuriò e sparò. Anche George, nel frattempo, approfittando della confusione, era sparito. George e i suoi amici restarono sott’acqua per qualche secondo, allontanandosi da quel punto. Il sig. Valparaiso e il suo complice, ormai scoperti e con l’avvicinarsi del giorno, decisero di scappare e tagliare la corda, prima che arrivasse altra gente. I ragazzi, dopo aver sentito il rumore della macchina allontanarsi, uscirono dall’acqua e corsero dalla polizia. Raccontarono tutto. La polizia allora emanò un mandato di arresto per il sig. Valparaiso, che fu sorpreso a casa mentre stava per preparare i bagagli per lasciare la città. Portato alla centrale, dopo una serie di domande il sig. Valparaiso decise di confessare tutto ai poliziotti: aveva compiuto quel terribile gesto solo per vendicarsi del suo capo perché, nonostante le sue richieste, non gli dava mai uno stipendio buono, nonostante le vendite fossero sempre in salita e così aveva versato appositamente quel liquido tossico, che usavano per tingere i maglioni, facendo ricadere la colpa degli animali morti sull’azienda e sui prodotti usati.