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Civetta spietata, Crimine in Valle d’Aosta

Crimine in Valle d’Aosta

di Civetta spietata

Giovanni, Marta, Emilia e Pietro avevano 27 anni ed Emilia e Pietro erano fidanzati.

Tutti e quattro lavoravano al bar Coffee del loro amico Andrea. Visto che era già estate decisero di prendersi una settimana di ferie. I quattro amici andarono in Valle d’Aosta, mentre Andrea andò alle Hawaii o almeno fece credere di andarci, perché in segreto li seguì fino in Valle d’ Aosta. La loro casetta bianca era circondata da un bellissimo roseto, in un posto disabitato a pochi minuti dal lago Blu.

Marta propose di fare un picnic giù al lago, quindi ,dopo aver scaricato la macchina, i quattro amici corsero in riva dove c’era un sacco di piante di mirtilli.

Lì Emilia disse: “Se non mi vedete di mattina state tranquilli, sarò qui a raccogliere i mirtilli per fare la marmellata”. Pietro rispose: “Io a colazione berrò solo il succo di arancia dato che abbiamo portato solo quello, l’ho bevuto quasi tutto in macchina!”

Andrea, nascosto dietro un albero, sentì tutto. Se ne andò cautamente verso la sua macchina e prese una boccetta di cianuro, un coltello e dei guanti che si sarebbe messo in seguito. Venne sera e i gli amici rientrarono. Ormai notte, Andrea si introdusse nella casetta bianca con la boccetta di cianuro, aprì il frigo e versò tutta la boccetta nel succo di arancia.

La mattina Emilia uscì e si diresse verso il lago. Si incamminò verso i mirtilli e Andrea sbucò dall’albero dicendo: “Cu-Cu! Pensavi che Pietro fosse meglio di me, lui ti regalava solo una rosa mentre io ti regalavo scatole di cioccolatini, adesso te la farò pagare!” Mentre le tappava la bocca, le affondava il coltello nel petto fino a quando Emilia non perse la vita e la abbandonò sulle morbide piante di mirtilli. Dopo si tolse i guanti pieni di sangue.

Poco dopo si svegliarono gli altri per fare colazione. Pietro bevve il succo di arancia mentre i suoi amici sorseggiavano il caffè. A un certo punto Pietro si sentì male e morì. Immediatamente Marta e Giovanni corsero al lago per chiamare Emilia, ma rimasero scioccati quando la videro stesa accoltellata. Il panico prese il sopravvento e gli amici corsero a chiamare la polizia mentre Andrea si fiondava in aeroporto per correre alle Hawaii sul suo aereo privato, così che non l’avrebbero mai sospettato.

Giovanni e Marta, insieme alla polizia, ricostruivano i fatti. La scientifica esaminava i corpi, il succo di arancia e il coltello, mentre c’era un gran via vai di poliziotti che aprivano sportelli, prendevano oggetti, litigavano con altri perché prendevano cose che andavano esaminate o contaminavano impronte, insomma era una gran confusione!

Il detective Federico e il suo partner, Carlo, sospettavano che fossero stati Marta e Giovanni, dato che erano gli unici a essere là, però non avevano ancora un movente.

Andrea era appena arrivato nel suo lussuoso hotel e pensava che, se la polizia arrivava fino a lui, poteva dire che era stato tutto il tempo lì, perché aveva pagato un suo amico per timbrare il passaporto il giorno in cui doveva partire.

Mentre Andrea se la spassava, il detective Federico aveva trovato il movente per Giovanni: aveva scoperto che aveva litigato con Pietro su dove trascorrere le vacanze. Si limitò a tenere d’occhio lui e Marta: nei primi giorni sembravano normalissime persone, ma dopo poco cominciarono a vedersi nello stesso posto, una casa abbandonata fuori città, sempre alla stessa ora. Federico e il suo partner si insospettirono e bussarono alla porta della casa, ma visto che non ricevettero risposta entrarono con le pistole in mano e percorsero tutto l’ingresso. Arrivati al salone della casa videro Giovanni e Marta seduti sul divano a parlare con uno strano tipo che teneva in mano un mazzo di palloncini colorati e un orsacchiot-

to di peluche.

Tutti si alzarono quando videro i poliziotti e spiegarono che, dopo la morte dei loro amici, erano rimasti scioccati e avevano deciso di prendersi vari appuntamenti con uno psicologo, ma i detective non ci credettero e chiesero il motivo della casa abbandonata. Lo psicologo rispose che era la sua nuova casa. Infatti portò i due detective indecisi dove c’erano 5 operai che ristrutturavano la casa. Federico e Carlo dovettero cercare un’altra pista da seguire.

Finite le vacanze, Andrea, Giovanni e Marta riaprirono il bar Coffee. Molti clienti chiedevano di Pietro ed Emilia, ma gli amici non rispondevano mai per non creare il panico. Il bar non andava avanti bene con poco personale, ma Andrea, che era il capo, non si preoccupava perché i suoi genitori erano molto ricchi. Giovanni e Marta supplicarono Andrea di assumere Giacomo, cliente affezionato, che si era offerto di aiutarli. Andrea accettò e disse a Giacomo di arrivare il giorno dopo un po’ prima dell’apertura così che gli potesse spiegare alcune cose.

La mattina presto arrivò Giacomo, capelli ricci e castani, occhi marrone scuro e lentiggini sul viso. Andrea gli parlò nel suo ufficio ed era strano visto che Giovanni e Marta non c’erano mai entrati. La seconda stranezza era che Andrea uscì dal suo ufficio sgarbatamente e molto furioso, per ritornare dopo dieci minuti. I due amici fecero domande a Giacomo, ma lui non rispose quindi ripresero a lavorare perplessi.

La sera Marta e Giovanni ricevettero una chiamata dal detective Federico: ebbero una bruttissima notizia perché fu riferito che Andrea era in centrale per un interrogatorio; subito i due amici corsero in centrale per sapere cos’era successo. Federico aveva spiegato loro che nel bosco vicino alla casa in Valle d’Aosta erano state trovate tracce di pneumatici che corrispondevano a una Jeep, la stessa macchina che aveva Andrea. Riferì anche che An-

drea non era alle Hawaii, ma aveva pagato un amico per andarci. I due amici rimasero scioccati, ma il detective aveva detto che Andrea continuava a dire che sarebbe morto se avesse parlato! E che una persona era arrabbiata con lui già da quella mattina. Marta si illuminò e raccontò di Giacomo, fece pure l’identikit raccontando tutto il suo aspetto. Il detective Federico insieme al suo partner cercarono un movente per Giacomo chiedendo anche ad Andrea, che controvoglia confessò: “Quando ero ubriaco ho scommesso con Giacomo dei soldi e dovevo ancora ridarglieli, ma Giacomo era impaziente. Visto che ero in ritardo a pagare il debito, dovevo anche uccidere due persone che mi stavano ’antipatiche’ se no mi avrebbe torturato tirandomi dei calci negli stinchi e mi avrebbe versato addosso dell’olio bollente, tutto ciò per farmi rivelare il codice della cassaforte dei miei genitori. Ero preoccupato perché mi aveva già messo su una sedia e calciato”. I poliziotti fecero uscire Andrea dalla centrale di polizia, dicendogli che era al sicuro perché una pattuglia avrebbe girato nei paraggi di casa sua più di una volta, anche se Andrea non era ancora tranquillo, però fu costretto ad andare.

Il detective e il suo partner andarono a cercare Giacomo in casa sua. Abitava in un condominio e la sua vicina era una vecchietta di quelle che spettegolano sempre e impicciona! Fermò i detective supplicando di fare delle indagini su chi potesse aver avvelenato il suo bassotto e facendo perdere loro un sacco di tempo. Giacomo non c’era e prima che la vecchietta ricominciasse a parlare si precipitarono sull’auto per correre a casa di Andrea.

Intanto lui era sotto le coperte che leggeva un libro su Superman per rilassarsi e dimenticare l’accaduto. Sentì un rumore provenire dalla cucina, prese la torcia che aveva sul comodino e si incamminò verso quella stanza. Appena arrivato controllò, ma non c’era nessuno. Aprì il frigo per prendere un bicchier d’acqua fresca, ma quando lo richiuse si ritrovò dietro l’anta Giacomo

con un coltello in mano! Andrea gli lanciò l’acqua in faccia, ma Giacomo non fece una piega, allora Andrea stava per urlare, ma Giacomo lo anticipò mettendogli un fazzoletto in bocca, lo legò a una sedia così che non potesse né urlare né muoversi. A quel punto Giacomo tirò un calcio forte nello stinco mentre gli chiedeva: “Qual è il codice della cassaforte dei tuoi genitori?” Visto che Andrea si rifiutava di parlare, la tortura continuò con l’olio bollente e gli stava affondando lentamente un coltello nel braccio quando arrivarono nel cortile il detective e il suo partner insieme ad altri poliziotti che si nascosero dietro ad alberi o cespugli con le pistole in mano. Finito il suo lavoro, Giacomo uscì dalla casa e in men che non si dica si ritrovò con le manette ai polsi e diversi poliziotti di fronte a lui che lo conducevano nell’auto della polizia.

I poliziotti entrarono dentro casa e videro Andrea ferito. Dopo tutto quel trambusto annunciarono la notizia a Giovanni e Marta, che dopo l’accaduto chiesero altre sedute con lo psicologo perché stavano letteralmente impazzendo!!!

UN ANNO DOPO

Erano sei giorni prima di Natale e nella centrale di polizia c’era un’immagine di tutti i casi risolti e tra questi c’era pure una foto di Giacomo in galera e il detective Federico che brindava con Carlo per il lavoro ben fatto.

Il giorno di Natale, Giovanni, Marta, Andrea, Federico e Carlo erano tutti insieme seduti al tavolo della nuova casa di Marta e Giovanni. I due amici si erano fidanzati e avevano avuto due gemelli. Stavano mangiando il dolce quando Giovanni si inginocchiò davanti a Marta chiedendole: “Mi vuoi sposare?” Marta eccitata gli rispose ridendo: “Sììììì !!!” E i testimoni del matrimonio furono proprio Federico, Carlo e Andrea! Insomma erano diventati grandi amici.

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