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Girl power, Racconto giallo

Racconto giallo di Girl Power

A Bologna è un caldo pomeriggio e la classe 5 c si sta preparando per tornare a casa, la maestra è andata in bagno, gli alunni sono in fila e alcuni di loro hanno fretta di tornare a casa perché hanno organizzato un incontro on-line che durerà tutta la notte, ma prima si devono preparare. Arrivati ognuno alla propria casa, i 6 alunni iniziano a prendere l’occorrente per l’incontro: patatine, pop corn, acqua, succo, biscotti, quiz e vari giochi da poter fare a distanza, insomma quello che scelgono di mangiare e di fare durante le successive 11ore.

Dopo essersi posizionati, i 6 bambini decidono di incontrarsi nel giardinetto dietro l’angolo, ma uno di loro non si presenta e gli altri pensano che sia troppo impegnato a sistemare ciò di cui avrà bisogno durante l’incontro e non ci prestano attenzione. Dopo una mezz’oretta i 5 si ricordano che devono inventare una password e si mettono lì a pensare per altri 10 minuti e arrivano alla conclusione la password è: ( clak e clik punto clok virgola clek).

Arrivati a casa i 5 amici accendono i computer, vanno su e-mail e poi su Meet, aspettano qualche minuto, inseriscono la loro password, ma una di loro mette la “r” al posto della “o”, un altro inverte due parole, un altro ancora si dimentica una parola e finiscono tutti per introdursi in tutt’altre chiamate. Dopo ciò decidono di rincontrasi al giardinetto, ma questa volta con un pezzo di carta e una matita per appuntarsi la password.

Finalmente tornano a casa e ognuno, senza fare troppo casino, entra nella chiamata aspettano qualche minuto fin che non si collegano tutti.

I 5 si sono già collegati da un paio di minuti ma l’altro, lo stesso che non si è presentato al giardinetto, non si sta collegando. Ai suoi compagni venne subito in mente che, dato che non è venuto al parchetto non può sa-

pere la password! Tutti pensano di andare a casa sua e si incamminano. Si ritrovano tutti quanti nella piazzetta e da lì percorrono la strada tutti insieme la strada verso la casa del compagno. Peccato che si perdono dopo pochi metri e sono costretti a ripercorrere tutto il tragitto almeno 3 volte. Infine, dopo aver capito più o meno dov’è la casa del loro amico, si incamminano fieri di sè stessi.

Si ritrovano davanti a uno stradone pieno di macchine con blocchi stradali per colpa di alcuni incidenti, ma la cosa più problematica è il gran traffico!!! Ci sono un sacco di semafori e tutti rossi. Centinaia di macchine ferme, una cinquantina di clacson e milioni di persone che hanno una fretta disumana di tornare a casa.

I 5 compagni davanti a quello stradone si scoraggiano immediatamente e iniziano a pensare di non riuscire ad arrivare a casa del loro amico ma soprattutto di non riuscire ad uscire da tutto quel traffico. Il loro cervello consiglia di tornare a casa ma il loro cuore batte all’impazzata e vuole assolutamente andare avanti, allora decidono di proseguire, sorpassano lo stradone e si ritrovano davanti al cancello della casa del loro compagno. Stranamente, il cancello è aperto e ne approfittano per entrare in casa. Anche la porta è aperta .

I 5 amici, anche se un po’ stupiti, continuano.

Fanno il giro della casa e, arrivati alla stanza del loro amico (dove la porta è chiusa), entrano e... vedono lui sdraiato sul letto e una manata sul muro, niente armi, niente tracce, niente di niente. Solo un cadavere sul letto...

Dopo quell’episodio, i 5 amici, traumatizzati, si accorgono che di fianco al letto c’è una cesta con del cibo, del succo e un quiz, però la cosa strana è che i genitori non siano in casa nonostante abbiano detto di essere disponibili quella sera .

I bambini iniziano a girare per la casa e trovarono la signora delle pulizie nella camera degli ospiti che sta pulendo la camera ma non reagisce, è paralizzata, evidentemente il criminale è stato anche lì…

I bambini usano il telefono fisso per chiamare il 112, appena la polizia risponde i bambini spiegano tutto .

Dopo poco la polizia arriva e interroga la signora delle pulizie, dato che è stata l’unica presente al momento dell’omicidio. Lei racconta solo di aver sentito delle urla di cui non si capiva la provenienza, di aver visto una sagoma bianca correre verso il bagno e di averla seguita ma, una volta arrivata nel bagno, la sagoma non c’era. La signora si era accorta che in realtà la sagoma era andata a destra e si dirigeva verso la sala principale ma lì non c’erano uscite quindi il criminale doveva trovarsi ancora dentro la villa.

I poliziotti chiedono altre spiegazioni e la signora continua a raccontare, a quel punto accende tutte le telecamere ma si vedono solo stanze vuote e pian piano in tutte le telecamere appare una bomboletta che oscuratutta l’inquadratura.

Allora, la signora va subito a vedere le telecamere, ma il colore è seccato e opaco, impossibile da togliere. La polizia interrompe il racconto e dice che può bastare per la prima indagine e che sanno dove cercare: c’è solo un negozio nella città che vende quelle bombolette.

Arrivati al negozio interrogano il commesso e lui dice che ha visto un uomo con una tuta bianca e un cappuccio lungo che ha preso 2 bombolette ed è scappato lasciando i soldi all’ingresso. I polizziotti chiedono se il commesso ha visto in che direzione è andato il ladro e il commesso risponde che è andato verso la casa di fronte, ma con la bomboletta ha scritto qualcosa sul campanello, ha fatto un fischio, è entrato nella casa e, dopo poco, un altro tizio vestito di bianco si è avvicinato al cancello, ha cancellato tutta la scritta e si è diretto verso lo stradone. La polizia si incammina, ma, alla fine dello stradone, vede un gruppo di tizi vestiti di bianco che fanno finta di non vederli. Quando i poliziotti si avvicinano e iniziano a interrogarli, la banda non parla e indica un furgone, prima di scappare lasciando le chiavi del furgone ai po-

liziotti. Gli agenti si mettono le chiavi in tasca e tornano alla villa, entrano nella stanza del ragazzo, cercano indizi ma non ne trovano. L’unica traccia è la manata sul muro! È stata fatta con la stessa bomboletta delle telecamere, ma non è di un bambino, ma di un adulto.

I poliziotti salgono sulla loro macchina e si dirigono dove hannoincontrato la banda dei bianchi ma loro non ci sono. Quindi, i poliziotti si incamminano nell’altra direzione e arrivano in un negozio dove indicano loro una stradina che, purtroppo, li porta solo in un fitto bosco che li disorienta e confonde. Quando escono dal bosco, tornano alla villa per capire com’è stato ucciso il ragazzo. Non trovano niente tranne un oggetto sotto al letto che li lascia senza parole e permette loro di capire subito…

Il bambino era il figlio del signor Fred che pochi giorni prima era andato a giocare d’azzardo e aveva vinto i 4.200.123 euro che avevano puntato gli altri giocatori. Tutti erano arrabbiati e avrebbero voluto bandirlo, ma avevano fallito. Qualche giorno dopo, c’era stato un incontro all’istituto principale della città, dove dovevano andare tutti vestiti con una tuta bianca e un cappuccio.

I poliziotti trovano una tuta bianca nell’armadio del signor Fred ma si accorgono che è diversa da quella del filmato. Il signor Fred quella sera non è in casa, quindi diventa un sospettato. Inoltre, i soldi del signor Fred sono sul comodino della sua camera e sono 4.200.120. Quindi, ha speso tre euro e le bombolette spray costano 1,50 l’una.

I poliziotti guardano i filmati della casa del giorno prima e vedono il signor Fred che parla con sua moglie e le dice che non hanno soldi per mandare il loro bambino a scuola perché lui vuole tenere i soldi vinti per alcuni viaggi che ha progettato. Qualche tempo prima, le maestre avevano mandato una lettera con scritto che se non pagavano la scuola non potevano più mandare

il loro bimbo a scuola. Nel filmato, il signor Fred dice a sua moglie che non ha voglia di spendere soldi per quel bambino.

I poliziotti rimangono di stucco, non capiscono perché il signor Fred abbia detto una cosa simile e si mettono a cercare indizi. Frugando nel cassetto del comodino trovano una lettera dell’orfanatrofio che permetteva al signor Fred di adottare un certo “Marco”.

Marco è proprio il nome del povero cadavere!!! I poliziotti sono increduli. Marco è stato adottato nel 2010, a due anni, e nessuno glielo aveva mai detto.

I poliziotti trovano anche una lettera da parte di un certo “354 Tony”che dice di voler fare il tour di Londra e New York per trovare i loro colleghi che li aiuteranno nell’omicidio successivo.

Ecco a cosa servivano i soldi!! Non certo per la vacanza.

I poliziotti realizzano che Marco è stato ucciso dal signor Fred con il solo movente di soldi e scommesse.

Nella lettera, infatti, c’era scritta una scommessa: il signor Fred avrebbe dovuto uccidere qualcuno e guadagnare il più possibile e non spendere per un po’ di tempo, ma sarebbe stato impossibile non spendere e mandare Marco a scuola. Inoltre, il signor Fred doveva uccidere qualcuno, quindi era perfetto.

I poliziotti annunciarono: “Caso risolto”.

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